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La feomelanina nei canarini
di GIOVANNICANALIEDIEGOCROVACE, foto E. DELPOZZO, P. ROCHEReF.O.I.
Siamo stati indotti a redigere questo articolo poiché, da un po’ di tempo, vengono formulate teorie, peraltro non debitamente documentate, secondo le quali la presenza di feomelanina nel canarino è messa in discussione. Sebbene siamo disposti a considerare qualsiasi tesi, purché tecnicamente e/o scientificamente argomentata, il dubbio sull’argomento, a nostro avviso, è infondato. Ad onor del vero, non tutte le posizioni hanno un atteggiamento assolutistico rispetto a questo tema; alcune sono intermedie e rispetto a queste ultime registriamo anche considerazioni plausibili e meno intransigenti, su cui si potrebbero intavolare utili discussioni che andrebbero però supportate da idonei riscontri scientifici che, al momento, latitano. La presenza della feomelanina nei canarini ci sembra palese e non solo attraverso un’attenta osservazione degli stessi. Esistono studi, infatti, che ne hanno constatato la presenza; uno di questi è stato condotto dal professor Culzoni, pubblicato nel 1962. Detti studi hanno formato oggetto di uno dei due importantissimi convegni, tenutisi a Reggio Emilia, organizzati dalla S.O.R. Purtroppo siamo in possesso degli atti relativi al primo dei due eventi e non possediamo quelli relativi al-
Bruno pastello bianco recessivo Phaeo intenso rosso, foto: E. del Pozzo
l’anno successivo. Lo studio svolto al riguardo era stato impreziosito e reso ancor più valido in quanto correlato ad aspetti che prendevano in considerazione anche la melanogenesi. Speriamo che chi dovesse avere gli atti di questo secondo evento, possa inviarli in F.O.I. Sarebbe molto interessante prenderne visione. La semplice osservazione, comunque, è molto indicativa. La feomelanina è maggiore nella femmina; trattasi di regola generale, con pochissime eccezioni, ed il bruno di origine feomelanica è maggiore in termini quantitativi nella femmina di canarino, come nella stragrande maggioranza delle specie. Il fenomeno è dovuto al fatto che, come segnalato in letteratura scientifica, la crescita della penna è più lenta nelle femmine e questo favorisce il deposito della feomelanina (Trinkaus 1953). Per queste ragioni, se il bruno del canarino non fosse costituito anche di feomelanina, non potrebbe essere maggiore nelle femmine rispetto ai maschi, come invece è evidente. Sappiamo inoltre che vi sono specifiche localizzazioni dell’eumelanina e della feomelanina. Nel canarino è evidente che l’eumelanina, nella pars pennacea, pagina superiore, è principalmente concentrata al centro, nella rachide e attorno alla stessa, a formare il disegno. Mentre la feomelanina si colloca principalmente in periferia. Per rendere agevole la comprensione di queste semplici osservazioni, possiamo riferirci a due canarini che più d’altri esprimono i concetti esposti in precedenza: i Bruni portatori di Phaeo ed i Bruno Pastello.
Canarino selvatico, foto: P. Rocher Se il bruno del canarino non fosse costituito anche di feomelanina, non potrebbe essere maggiore nelle femmine rispetto ai maschi, come è evidente
Onde evitare sterili critiche al ri guardo, non neghiamo la presenza nelle suddette mutazioni di granuli di eumelanina dispersa che, fuori dalle zone di convergenza, concorrono senz’altro a determinare il fenotipo, ma è fuori discussione che l’azione primaria nella definizione del “Tipo” dei citati canarini avviene ad opera della feomelanina. Che il bruno dato da eumelanina bruna sia presente già nel canarino selvatico è dato come fatto certo, tuttavia non visibile ad occhio nudo, poiché unito alla eumelanina nera. Diverso il caso della mutazione di isabellismo che trasforma l’eumelanina nera in bruna (dando il canarino bruno), tuttavia la differenza con la feomelanina bruna è evidente, poiché il bruno della feomelanina è molto più chiaro di quello dell’eumelanina bruna, che è di poco inferiore al nero, consentendo al disegno di essere evidente. Le osservazioni al microscopio ci hanno fornito elementi utili: -si può notare la componente di eumelanina bruna; -nelle penne di agata opale abbiamo notato che l’azzurrino non era più rilevabile; trattasi del resto di colore strutturale e non di pigmento.
Si nota però la marcatura scura brunastra; -una penna di ara di colore blu appariva scura brunastra; -il bugiardino di un farmaco di color azzurro appariva tale anche sotto il microscopio. Sappiamo che blu, azzurro e violetto, colori strutturali, come da studi scientifici sono a base di eumelanina.
Bruno pastello mosaico rosso, foto: E. del Pozzo Phaeo brinato rosso, foto: E. del Pozzo
Ora ci sembra logico ritenere che se la melanina bruna di periferia fosse data da eumelanina, negli opale (tipici e pigmentati) dovrebbe diventare azzurrina, mentre ciò non accade. Lo si nota benissimo nei bruni opale pigmentati (quelli veri) ove il disegno è azzurrino e la melanina di contorno non è affatto azzurrina, ma bruna, segno evidente che si tratta di feomelanina. Chi li avesse visti, forse ricorderà gli intermedi neri opale-onice, che avevano un tono azzurrino parziale, non solo nel disegno, ma anche fuori, segno evidente che la melanina in diffusione era eumelanina (causa la particolare mutazione onice). Il colore della feomelanina va dal marrone, anche abbastanza scuro, ma non quanto quello dell’eumelanina, fino al giallo, passando attraverso il rosso e l’arancio. Anche se queste tinte di solito non hanno la purezza delle analoghe lipocromiche. Talora, su certe fonti, si legge di feomelanina rossa e gialla, senza parlare di marrone o di marroncino, che è il colore più tipico. Questa lacuna potrebbe essere data dal fatto che si parla di certe specie e non di altre. Ad esempio, quando si parla dell’uomo si parla molto di rosso, per via dei capelli rossi, e magari si omettono altri colori presenti in altre specie. Quando si naviga su internet bisogna consultare diversi siti e soprattutto non bisogna dimenticare i testi importanti, non sempre presenti in formato digitale ma, talvolta, solo cartaceo.
Ad abundantiamfacciamo notare che nei bruni con pochissimo disegno di eumelanina e moltissima feomelanina bruna (caso frequentissimo nei portatori di Phaeo) il bruno del disegno è comunque molto più scuro del marrone già scuro del resto della livrea, a dimostrazione delle diverse nature di tali pigmenti. Talora si è anche parlato di eumelanina bruna e di feomelanina bruna in base al colore, cioè marrone scuro nel primo caso e marrone meno scuro con toni rossicci nel secondo, anche quando tali pigmenti occupano la stessa posizione nella penna. Ebbene, secondo noi non si tiene conto abbastanza del fatto che le melanine hanno una trasmissione genetica poligenica o multifattoriale o quantitativa che dir si voglia, e quindi possono esserci differenze anche notevoli di colore. Inoltre la localizzazione, cioè il centro di convergenza, non è aspet to secondario. Di certo sarebbero interessanti ulteriori osservazioni eseguite da biologi, con l’ausilio di strumenti adeguati e idonei approfondimenti.