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Pierluigi Mengacci
L’Aspraggine
Brutta da vedere, buona da mangiare e molto salutare
testo e foto di PIERLUIGIMENGACCI
Premessa Fra tutte le piante erbacee mangerecce, quelle che raccolgo senza tanto entusiasmo, pur essendo molto buone da mangiare, sono le Aspraggini. Alla vista non hanno un bell’aspetto e al tatto è anche peggio, in quanto sono ruvide, ricoperte da peluria e… certamente non ti invitano a farsi raccogliere! Solo in autunno, dopo una bella pioggia e a fine inverno, quando i campi sono ancora brulli e l’ultima neve si sta sciogliendo, la rosetta basale si presenta con foglie molto tenere, di color verde chiaro e povere di peluria, mi cimento nella raccolta. Trascorsi alcuni giorni dalla comparsa, la crescita è veloce; soprattutto l’Aspraggine volgare diventa una pianta con foglie pelose, ruvide, leggermente irritanti e piene di “brufoli”, veramente brutta da vedere! Mi ricordo che un giorno, nelle solite uscite con mia nonna Ersilia a raccogliere erbe di campagna, mentre la nonna mi dava da mettere nel cestino alcune erbe, esclamai: - Come sono brutte e pelose queste erbe, nonna, cosa sono? Hanno la rogna? Sono buone da mangiare? -. La nonna, a volte, era anche un po’ burlona e, parafrasando un antico proverbio, mi rispose: -Fiol mia, le sprasne, na volta cot, le perde el pel, ma l’en perd el vizi... da essa bon da magnè! -(Figlio mio, le Aspraggini, una volta cotte, perdono il pelo ma non il vizio…. di essere buone da mangiare!). E così, anche le Aspraggini sono entrate nel novero delle piante commestibili di mia conoscenza. Ad ogni raccolta, per ovviare alla mia ritrosia alla peluria delle foglie, mi ripeto sempre: - Dai, Gigi: cot… le perde el pel! -. Cenni botanici e storici La Aspraggine appartiene alla famiglia delle Asteracee o Composite. È una pianta erbacea polimorfa annuale con diverse sottospecie. Le varietà più conosciute e commesti-
Dal libretto dei miei appunti orto-ornitofili e non solo
Aspraggine comune (Picris hìeraciodes) nel giardino dell’autore
Aspraggine in fiore
Aspraggini appena raccolte bili sono l’Aspraggine volgare o Spraggine (nome scientifico Helminthia echioides- già Picris echioides -) e l’Aspraggine Comune (nome scientifico Picris hieracioides). Entrambe si trovano molto facilmente in tutta Italia (anche se la Picris echioidesè molto rara nella Pianura Padana) fino all’altezza di 1000 metri circa, sia nei campi coltivati che negli incolti, ai bordi delle strade di campagna, nei parchi, nei giardini, nelle fessure dei marciapiedi o di vecchie murature. Le differenze, ben visibili nelle fotografie allegate, si notano soprattutto nelle foglie, anche se in entrambe le specie sono di forma molto variabile. La Aspraggine comune (Picris hieracioides) si differenzia dalla cugina Aspraggine volgare (Helminthia echiodes) soprattutto per le foglie basali più strette, che non sono spatolate ma lanceolate, ottuse o acute, intere o grossolanamente dentate, con la nervatura mediana rossiccia; pur essendo anch’essa ispida e pelosa su foglie, fusto e brattee, non ha i cosiddetti “brufoli” o “verruche biancastre” sulle foglie. Sono entrambe provviste di una radice fittonante abbastanza robusta, di un fusto eretto, ramoso e cilindrico, di altezza variabile, composto da una rosetta di foglie basali di colore verde intenso con ispida peluria, che troviamo anche nel fusto e nelle altre foglie. Il fusto può raggiungere un’altezza di circa un metro e, se spezzato, emette un lattice appiccicoso e amaro, come la rosetta basale, quando la si raccoglie. I fiori delle due aspraggini sono, invece, molto simili: escono dai peduncoli ascellari che si sviluppano nella parte terminale del fusto e sono raccolti in piccoli capolini. Sono di colore giallo dorato e rossicci sotto; nella mia zona, sono presenti da maggio a tutto ottobre e novembre, a seconda delle temperature. I frutti sono degli acheni ruvidi, fusiformi, a striature trasversali, con pappi di peli abbastanza persistenti che, portati dal vento, permettono la disseminazione di semini molto fertili che danno origine a tante pianticelle. I fusti, con i capolini pieni di semini, li raccolgo durante l’estate per metterli a disposizione dei miei canarini, che ne sono ghiotti, durante la muta. I semi,chehanno uno sviluppo veloce, germogliano alle prime piogge o temporali estivi ed emettono le prime rosette basali ai primi di ottobre. Durante i mesi estivi la pianta è in piena vegetazione e fruttificazione.
Etimologia (da https://it.wikipedia.org/) Il nome del genere (Picris) deriva da una parola greca (pikros) il cui significato è “amaro” e si riferisce al sapore aspro della pianta. Altri autori fanno riferimento al lattice bianco molto amaro che esce dagli steli recisi o dalla rosetta basale. Nella storia e nella mitologia troviamo poche informazioni su questa pianta erbacea. Sicuramente il suo aspetto non è mai stato attraente! Per i popoli antichi era consuetudine associare la forma ed il colore delle cose presenti in natura a parti del corpo umano oppure a stati d’animo, sentimenti ed emozioni. Quindi l’Aspraggine, ispida, pelosa, “brufolosa” e “urticante”, come gli aculei o le spine di altre piante, veniva associata al dio della guerra, Ares (Marte), o ad altri dei. Per questo motivo certe piante venivano usate per curare le ferite, le asprezze della vita, per allontanare il malocchio, gli spiriti maligni e per altre superstizioni.
Proprietà ed usi Le Aspraggini, come la maggior parte delle cicorie, dei crespigni o dei radicchi selvatici, vanno raccolte quando la rosetta basale è ricca di foglie ancora tenere e con pochi peli. La pianticella va recisa sopra la radice al pari del terreno e, come ho già scritto in precedenti articoli per le altre erbe, anche in questo caso col taglio favoriamo il suo ricaccio e ci assicuriamo il rinnovo della pianta per una ulteriore raccolta. Il periodo migliore per beneficiare delle sue proprietà è a fine inverno, quando la natura si risveglia e si rinnova. Anche il nostro corpo, dopo un inverno “sedentario” ed una alimentazione spesso ricca di grassi e zuccheri, ha bisogno di rinnovarsi ed è in questo periodo che la natura ci offre una vasta scelta di erbe spontanee; fra queste,
le Aspraggini sono quelle che maggiormente contribuiscono alle esigenze del nostro organismo. Come tutte le erbe selvatiche che ricrescono, sono ricche di principi attivi e stimolano, con il loro gusto amarognolo, le funzioni del fegato; sono di aiuto nel metabolismo dei grassi, per eliminare le tossine accumulate durante il periodo invernale e per il rinnovo cellulare. Entrambe le piante(A. volgaree A. comune),oltre al contenuto disali minerali (in modo particolare Potassio, Calcio e Ferro) sono ricche di vitamine C, D e K, polifenoli e fibre. L’alto contenuto di fibre contribuisce a regolarizzare la funzionalità intestinale e a ridurre l’assorbimento di zuccheri e grassi. I polifenoli, essendo degli antiossidanti, possono contribuire a contrastare l’insorgere di alcune malattie degenerative, mentre le sostanze amare stimolano la secrezione dei succhi gastrici e della bile, migliorando i processi digestivi. Pertanto, le Aspraggini hanno proprietà rinfrescanti, stomatiche, digestive, coleriche, depurative, diuretiche, antinfiammatorie ed emo statiche. Nella medicina popolare, oltre ad essere utilizzate per le suddette proprietà, era in uso fare una poltiglia con le foglie per curare piccole ferite o per far cessare le emorragie, oppure si usava spalmarla sulla fronte per alleviare i mal di testa. A mio avviso, detta poltiglia potrebbe essere un ottimo rimedio naturale nel caso di piccole escoriazioni su zampe ed ali dei nostri volatili, come anche in casi di pica. In erboristeria si consigliano tisane digestive e depurative preparate con le sue foglie e decotti per disinfettare ferite, per la cura delle piaghe e delle escoriazioni. Dal punto di vista culinario, per quanto il suo aspetto non sia tanto invitante alla raccolta, per me è una delle piante spontanee commestibili più buone da consumarsi. Lessata o cotta assieme ad altre verdure, si presta a vari piatti quali frittate, torte salate, ripieni di ravioli, cascioni ecc… Insieme ad altre erbe, è ottima saltata in padella con aglio, olio, peperoncino e, se ci mettiamo dei dadini di pancetta, ne esalteremo il gusto e il profumo… una vera prelibatezza! Nelle sagre paesane del mio paese (Festa dei Cacianès) o della vicina Romagna o nel Pesarese, l’Aspraggine è molto usata per farcire le piadine assieme alla salsiccia ed altre erbe di campagna.
Uso per i nostri volatili Nell’alimentazione dei nostri volatili granivori, è un’ottima pratica, adottata soprattutto da allevatori di E.F.I., somministrare anche l’Aspragginecome la cicoria selvatica, crespigno, tarassaco e tante altre piante prative, raccogliendo le spighe ancora non completamente secche e servirle ai nostri uccelli in gabbia o in voliera. I semi, ancora sulla spiga o sui fiori, oltre ad essere portatori di tutte le proprietà nutraceutiche contenute, svolgono anche un importante ruolo anti-stress. Infatti gli uccelli, mentre si cibano delle infiorescenze, si trastullano alla ricerca del semino più appetibile e soprattutto riducono l’aggressività verso i consimili (pica). Una raccomandazione sempre attuale è quella di raccogliere semi di prato e/o spighe in zone lontane da strade trafficate onde evitare contaminazioni da smog e gas di scarico e così essere certi della genuinità del seme, o meglio ancora raccoglierle in campi e prati dove si è sicuri che non siano stati irrorati pesticidi, diserbantio anticrittogamici non biologici. Altra mia costante è l’acqua di cottura; non mi stancherò mai di nominarla ogniqualvolta si parla di erbe di campagna commestibili. Non gettiamola, ha una infinità di utilizzi! Come ho già scritto in miei precedenti articoli, il commercio mette a disposizione miscele di semi chiamati semi condizionatorio semi della salutein cui sono inseriti tutta una serie di semi prativi e/o selvatici che hanno la peculiarità di apportare notevoli benefici all’organismo degli uccelli, derivanti dalle proprietà benefiche e depurative contenute da questi semini. Oltre a fornire un alimento alternativo e soprattutto complementare, non sostitutivo della miscela semi di base, hanno anche lo scopo di variegare la dieta e ridurre lo stress da gabbia. Serviti due o tre volte la settimana nelle apposite linguette o mescolati nel pastoncino, otteniamo due benefici: integriamo l’alimentazione con elevate proprietà nutraceutiche ed eliminiamo lo stress da gabbia, come già detto in precedenza, in quanto i nostri volatili
Aspraggine volgare (Helminthia echioides) nell’orto dell’autore fra due piante di scalogno
saranno impegnati per molto tempo a scegliere il seme più gradito. Non hanno controindicazioni, occorrono solamente alcune precauzioni: siano germinabili, non polverosi e mantenuti in ambiente asciutto e possibilmente in contenitori chiusi onde evitare varie contaminazioni.
Conclusione A proposito di“contaminazioni”,colgo l’occasione, a chiusura di questo mio scritto, di raccontarvi un episodio accadutomi anni or sono. Un Socio allevatore di canarini di colore della mia Associazione APO Pesaro mi ha chiamato per un parere sull’utilizzo di alcuni semi ed erbe di campagna e per un giudizio su alcuni accoppiamenti. L’allevamento è sito al piano seminterrato di una villetta bifamiliare. Franco mi riceve sulla porta e prima di entrare nella stanza dei canarini, con i piedi su di un tappeto, mi disinfetta la suola delle scarpe con una spruzzata di steramina, dicendomi: - Abbi pazienza Gigi, le scarpe sono portatrici di germi e batteri; onde evitare contaminazioni, meglio prevenire -.Rimango un po’ sorpreso, ma lo capisco perfettamente. Entrati, ordine e pulizia mi lasciano a bocca aperta. Franco prende subito una scopa e, dicendomi di parlare sottovoce, mi precede durante l’ispezione delle coppie, per raccogliere eventuali bucce, semi o altro caduto sul pavimento. Controllati gli accoppiamenti, passiamo in un’altra stanza, tipo cucinetta, con lavandino, frigorifero, mensole e armadietti. Anche qui ordine e pulizia; non c’è una cosa fuori posto, a partire dall’attrezzatura per l’allevamento e una serie di secchi chiusi, impilati due a due. Prende un secchio e, postolo sul tavolo al centro della stanza, lo apre e mi chiede se il contenuto sia idoneo e quanto e come possa darlo ai canarini. Guardo dentro, mi sembrano dei semi condizionatori e ci infilo subito una mano. Non l’avessi mai fatto! – Nooo, Gigi, non con le mani! - interrompe la mia azione e mi porge il cucchiaio presente sul tavolo. - Io adopero sempre un cucchiaio. Le nostre mani possono essere state in contatto con germi e batteri e possono contaminare tutto quello che toccano! -. Rimango “scioccato”. Ritiro velocemente la mano e con il cucchiaio prelevo dei semi per verificare se avessi visto bene. Sono veramente “semi condizionatori” belli, puliti, depolverati e ricchi di semini di erbe prative. Dopo una breve disquisizione su come somministrali, gli chiedo perché, invece di tenerli nel sacchetto originale, li abbia versati in quel secchio. La sua risposta è questa: - Vedi tutti quei secchi? Ognuno contiene semi variepastoncini. Dopo aver acquistato qualsiasi tipo di semi, anche se confezionati in busta, sottovuoto o in sacchi di carta, li depolvero all’aria e li metto in questi secchi con chiusura ermetica al riparo della luce; la stessa cosa vale per i pastoncini, così evito chepolveri e sporco possano contaminarli creando non pochi problemi alla salute dei canarini. Come vedi, tutte le stanze sono asciutte, non c’è umidità e cerco di tenerle pulite, disinfettate e disinfestate al meglio. Scusami per prima, l’igiene, in un ambiente dove ci sono animali, per me è la prima cosa! Sono un maniaco delle contaminazioni; mio nonno diceva che “la pulizia la sta ben anca tla stala del baghén!”, ovvero “la pulizia sta bene anche nella stalla del maiale” -. Fra tanti allevatori che in quel periodo visitavo anche come Presidente dell’Associazione e Giudice di Canarini di
Aspraggine volgare (Helminthia echioides) nel giardino dell’autore Aspraggini in fiore nel giardino dell’autore
Colore, non ho mai incontrato un personaggio come Franco. Forse il suo lavoro (faceva l’infermiere) lo portava ad essere un vero “maniaco dell’igiene”, cosa che si rifletteva anche nell’allevamento dei canarini. Oggi, che viviamo in regime di pandemia, dove è d’obbligo lavarci e disinfettarci le mani ed altri oggetti in continuazione per non essere contaminati da questo virus maledetto, ogni volta che mi reco dal parrucchiere, dove, prima di entrare mi disinfettano la suola delle scarpe e, guarda caso, mi ripetono le stesse parole di Franco (“Abbi pazienza, Gigi,le scarpe sono portatrici di germi e batteri, onde evitare contaminazioni”), apprezzo ancor più le “manie d’igiene” che Franco che mi ha trasmesso! Ad maiora!
Fonti
-https://it.wikipedia.org -E. Lazzarini, “Le erbe selvatiche”, Hoepli Aspraggine comune (Picris hieracioides) nel giardino dell’autore