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News al volo dal web e non solo

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Marco Baldanzi

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Una nuova garzaia in Provincia di Lodi: speriamo di poterla proteggere e conservare

Molte delle specie di uccelli diffusi nelle zone umide della Pianura Padana, durante il periodo della nidificazione, si aggregano in colonie riproduttive. Queste colonie vengono definite con il termine locale di “garzaie” e accomunano alcune specie di ardeidi come: aironi cenerini, guardabuoi, garzette, nitticore, sgarze ciuffetto ecc. che hanno l’abitudine di occupare alti alberi e/o grossi cespugli presso zone umide e acquitrinose. Lo zoologo Giovanni G. Bellani racconta: “Studiando una zona umida in provincia di Lodi, una lanca abbandonata da un fiume, nei pressi del luogo dove risiedo, nel 2020 ho notato una presenza di aironi molto cospicua e con mia grande sorpresa ho notato che stavano nidificando: vi erano aironi cenerini, guardabuoi, garzette e, come spesso ormai succede in molte garzaie, anche alcune coppie di cormorano comune. Ho censito in modo molto sommario, al fine di non disturbare, più di quaranta nidi. Fortunatamente all’inizio del 2021 gli aironi cenerini hanno iniziato a nidificare nuovamente, seguiti in primavera da un numero ancor maggiore, rispetto all’anno precedente, di coppie di aironi guardabuoi, garzette e cormorani; con mia grande sorpresa anche uno stormo di una ventina di ibis sacri ha iniziato a frequentare la garzaia e le zone umide della lanca, anche se non ho potuto verificare in modo sicuro la loro nidificazione. Ho quindi stilato una relazione sulle presenze floro-faunistiche della lanca, aggiungendo abbondanti raccomandazioni su quelle che sono le operazioni da mettere in atto per proteggere la garzaia da disturbo antropico (schermi in materiale naturale per occultare la presenza di persone, segnalazioni per circondare il perimetro di rispetto della zona protetta ecc.), e interventi di miglioramento e ripristino ambientale nelle zone presso la garzaia dove gli aironi spesso scendono per procurarsi il cibo. Ho proposto infine la messa in loco di pannelli esplicativi che illustrino il fenomeno delle lanche e delle garzaie, da posizionare su eventuali sentieri ed itinerari didattici da studiare accuratamente. Il sito dove si è formata la lanca viene nominato in alcuni documenti relativi alla Direttiva habitat e Natura 2000 della Comunità Europea: “ELENCO DEI 167 SITI DI GARZAIE ATTIVE IN LOMBARDIA NEL 2017 ALLEGATO G1”. Viene considerato come Zone di Particolare Rilevanza naturale ed ambientale e quindi individuato nell’Allegato A della Legge Regionale 86/83 sulle aree protette. Fonte: https://rivistanatura.com/una-nuova-garzaia-in-provincia-di-lodi-speriamo-di-poterla-proteggere-e-conservare/

Australia: un uccello imita perfettamente il pianto di un bambino

Esistono vari uccelli in grado di riprodurre i suoni e perfino le parole pronunciate da noi umani, spesso con una somiglianza “all’originale” davvero impressionante. È ciò che è accaduto al Taronga Zoo di Sydney in Australia, dove un uccello ha imparato ad emettere un suono agghiacciante, incredibilmente simile ad un bambino. L’esemplare prende il nome di Echo ed appartiene alla specie della Menura novaehollandiae, nota come Lira, un passeriforme del genere Menura. Si tratta di una specie che si contraddistingue per un’incredibile abilità nel ricreare i suoni ascoltati negli ambienti circostanti, oltre che per un canto che il naturalista britannico David Attenborough ha definito come “il più elaborato, complesso e bello” tra gli uccelli. In questo caso, la somiglianza con il pianto di un bambino fa davvero rabbrividire, tanto da renderlo praticamente indistinguibile dai vagiti di un piccolo. Per gli esperti dello zoo, il comportamento è stato registrato per la prima volta circa un anno fa, mentre la struttura era chiusa per l’emergenza legata al COVID, ma pare che l’abbia appreso dagli ospiti che hanno frequentato la struttura nel periodo precedente al blocco. Ma non è solo il pianto di un bambino ad essere riprodotto in maniera fedele dall’uccello. Gli addetti segnalano, infatti, anche il trapano elettrico e un allarme antincendio, affiancato dal tipico annuncio “evacuare ora”. Per gli esperti, il comportamento è spesso associato al corteggiamento e la riproduzione, con le femmine che lo usano anche come strumento di difesa, imitando i richiami dei predatori.

Fonte: https://www.scienzenotizie.it/2021/09/06/australia-un-uccello-imita-perfettamente-il-pianto-diun-bambino-e-agghiacciante-il-video-0847844

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Il cambiamento climatico sta facendo cambiare forma ad alcuni animali

La sfida del cambiamento climatico porterà inevitabilmente le specie animali del pianeta, uomo compreso, a doversi adattare a un clima diverso. Sembrerebbe che alcuni animali stiano già sperimentando dei cambiamenti morfologici che potrebbero permettere loro di essere più competitivi nella lotta per la sopravvivenza in un mondo più caldo. Sara Ryding, ricercatrice presso la Deakin University in Australia e autrice della ricerca pubblicata martedì 7 settembre 2021 sulla rivista Trends in Ecology & Evolution, afferma che sono gli uccelli gli animali maggiormente colpiti da questi cambiamenti adattivi. Molte specie stanno sviluppando becchi, zampe e orecchie più grandi che consentirebbero loro di regolare meglio la temperatura corporea man mano che il pianeta diventa sempre più caldo. Tuttavia, gli studiosi non sono certi dell’efficacia di questi cambiamenti. Tra gli animali esaminati nello studio, i ricercatori hanno riscontrato i maggiori cambiamenti in alcune specie di pappagalli australiani. Questi uccelli hanno avuto un aumento delle dimensioni del loro becco tra il 4% e il 10% in media dal 1871. “Significa che gli animali si stanno evolvendo, ma non significa necessariamente che stiano affrontando il cambiamento climatico. Possiamo vedere che alcune specie hanno avuto un aumento nelle dimensioni dell’appendice finora, ma non sappiamo se saranno in grado di tenere il passo al peggiorare della crisi climatica“, ha detto Ryding. “Questo fenomeno di cambiamento morfologico non dovrebbe essere visto come un aspetto positivo, piuttosto è allarmante che il cambiamento climatico stia spingendo gli animali a evolversi in questo modo, in un lasso di tempo relativamente breve“. La ricercatrice ha aggiunto che i cambiamenti riscontrati sono sottili ed è improbabile che i loro effetti siano immediatamente evidenti, ma potrebbero essere “funzionalmente importanti”. Seppur il cambiamento climatico è stato un “argomento convincente” come forza trainante di questi cambiamenti di forma, lo studio ha affermato che è difficile “stabilire la causalità con certezza” dati gli effetti multiformi che il fenomeno climatico ha sull’ambiente. Fonte: https://sciencecue.it/cambiamento-climatico-cambiare-forma-animali/32922/

I cacatua hanno utilizzato degli strumenti in natura per la prima volta

Icacatua delle Tanimbar sono degli uccelli abilissimi nel creare degli strumenti, almeno in ambienti di laboratorio, e recentemente hanno dimostrato le loro abilità anche in natura. In particolare, sulle isole Tanimbar a Maluku in Indonesia, gli scienziati li hanno osservati mentre creavano strumenti per avere un migliore accesso al cibo. “Non potevo crederci!” ha dichiarato il biologo cognitivo Mark O’Hara dell’Università di Medicina Veterinaria di Vienna. “Quando ho offerto ai cacatua un frutto della foresta, uno degli uccelli ha iniziato a creare uno strumento con un ramo. Era incredibile con quanta abilità e competenza l’uccello sapesse usare questo strumento”. I cacatua hanno dimostrato la loro abilità di costruzione in laboratorio, ma gli esperti non pensavano fossero capaci di farlo anche in natura. Successivamente i ricercatori hanno preso 15 di queste creature e le hanno messe in una voliera, dando loro tantissimi Hala Fruit (un frutto chiamato anche mango di mare). Gli uccelli mangiano i semi di questi frutti, ma sonomolto difficili da estrarre. Così, due dei quindici cacatua hanno modellato degli strumenti da dei rami, utilizzando i loro becchi e le loro lingue. Sono stati utilizzati tre strumenti: il primo era un cuneo inserito nel seme per staccarlo; il secondo era uno strumento più affilato, come un coltello, utilizzato per tagliare e penetrare il rivestimento protettivo attorno al seme; mentre l’ultimo era molto simile a un cucchiaino per raccogliere il seme. È interessante notare che solo due degli uccelli si sono rivolti all’uso di strumenti per mangiare il frutto. Tale comportamento, quindi, non è genetico. Fonte: https://tech.everyeye.it/notizie/cacatua-utilizzano-ingegnosi-strumenti-natura-quali-538920.html News al volo dal web e non solo

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