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I Crocieri: ricordi e brevi considerazioni
testo e foto di IVANOMORTARUOLO
ICrocieri suscitano in me un vivo interesse per le loro peculiarità morfologiche, cromatiche ed eto lo gi che. Questa attrazione ha origini remote. Invero, se percorro a ritroso la mia storia di ornitofilo, emergono lontane (quasi sessanta anni fa) ma ben determinate immagini di questi singolari uccelli, visti per la prima volta nella bottega del calzolaio: la loro bellezza contrastava vistosamente con la fatiscenza della gabbia e dell’am bien te circostante. La mia curiosità mi spinse a chiedere al proprietario in for ma zioni su tali uccelli, ma questi mi liquidò con un secco “vengono da lontano!”. A ben pensarci, quella che fu una stizzosa risposta di una persona, senz’altro non disponibile né competente, ad un bambino “rompiscatole” che poneva troppe domande, ha un fondamento di verità dal punto di vista biogeografico, morfologico, filogenetico e anche del rapporto con l’uomo. I Crocieri, infatti, pur occupando un vasto areale (America, Europa, Asia ed anche Africa), circoscrivono preferibilmente la loro presenza alle zone dove vi sono forti concentrazioni di boschi di conifere. Pertanto, nella mia regione (l’Umbria) le segnalazioni di tali uccelli sono state molto esigue. Non a caso nel 1601 un mio illustre conterraneo, Antonio Valli da Todi, pubblicava la celeberrima opera “Il canto degl’augelli” nella quale venivano del tutto ignorati i Crocieri: molto verosimilmente erano volatili pressoché sconosciuti, perché comparivano occasionalmente... e “venivano dalontano”. Nella seconda metà del secolo XIX anche Enrico Hillyer Giglioli, con la sua
Circoscrivono la loro presenza alle zone con forti concentrazioni di boschi di conifere
opera “Avifauna italica” (1866), nella quale propose eterogenee analisi del la nostra ornitofauna, indirettamente dà prova della rarità del Crociere in Umbria, in quanto i dati relativi a que sta regione sono omessi. Va però doverosamente evidenziato che recenti
Coppia di Crocieri delle pinete. Cromolitografia tratta dal libro Birds of Great Britain, vol. III (1873), di J. Gould. Collezione I. Mortaruolo
check-list (Laurenti S. e Paci A. M., 2017) hanno messo in luce che il Crociere è nidificante e svernante occasionale in pochissime e circoscritte aree della Regione. Lontano,remotoè anche il processo evolutivo che ha forgiato le ranfoteche dei Crocieri. Il becco non è infatti il frutto di uno scherzo della natura, di un’aberrazione teratologica degna dell’attenzione di un pittore dalla bizzarra creatività come, ad esempio, Hieronymus Bosch, bensì è la risultante di un lungo, lento percorso evolutivo che
Coppia di Crocieri con giovane. Cromolitografia tratta dall’opera Naturgeschichte der vogelmitteleuropas (1897/1905) di J.A. Naumann. Collezione I. Mortaruolo ha permesso di forgiare uno straordinario strumento per estrarre i semi dagli strobili (pigne). Lontano, remotoappare altresì il processo di speciazione che ha dato origine agli attuali esponenti del genere Loxia. Arnaiz-Villena et alii(2001), in una pregevole ricerca intesa a determinare le relazioni filogenetiche di ventiquattro Carduelini attraverso l’esame del DNA mitocondriale, ha evidenziato che i Crocieri hanno grande affinità con gli Organetti. I due gruppi di uccelli deriverebbero infatti da un antenato comune, un Carduelis-like vissuto circa nove milioni di anni fa, quando le foreste di conifere erano molto vaste. Successivamente, con il sopraggiungere dei periodi interglaciali, le aree occupate da tale vegetazione si restrinsero notevolmente e, di conseguenza, si originarono due linee evolu tive: da una parte i Crocieri, spe cialisti di semi di essenze conifere, e dall’altra gli Organetti, adattatisi a differenti habitat e alimenti. Le arcane origini dei Crocieri sarebbero state confermate anche dal ritrovamento di un fossile in Carpinteria (Califor nia), attribuibile al tardo Plei sto cene (Miller, 1932). Lontano, remotoè anche il rapporto fra il volatile e l’uomo, caratterizzato da peculiari aspetti che, non di rado, hanno subito valutazioni di segno opposto. In passato, infatti, i Crocieri erano ritenuti uccelli forieri di sventure e avidi saccheggiatori di frutteti. Per converso, si credeva che l’acqua presso la quale si era abbeverato un Crociere era un buon rimedio contro l’epilessia. Poi, in Turingia, era diffusa la credenza secondo la quale negli uomini i reumatismi si attenuavano se la parte superiore del becco del volatile osservato, era rivolta verso destra, e degli stessi benefici go de va no le donne se la ranfoteca era rivolta verso sinistra (Nethersole-Thompson, 1975). Ma a tale uccello, oltre alle capacità terapeutiche, venivano anche attribuite simbologie di spiccata valenza cristologica. Invero, secondo una leggenda me dioeva le, la morfologia del becco dei Crocieri sarebbe la conseguenza dei ten tativi di estrarre dalla croce i chiodi che immobilizzavano le
Femmina di Crociere delle pinete. Cromolitografia tratta dalla seconda edizione dell’opera Svenska Foglar (1920) il disegno del volatile fu realizzato nel 1830 dal pittore finlandese Magnus von Wright. Collezione I. Mortaruolo
mani del Cristo. E il colore rosso del maschio sarebbe quindi originato dal sangue del Redentore. Peculiare appare altresì la superstizione secondo la quale il corpo di tali uccelli morti non si decompone. A ben pen sarci, questa credenza potrebbe avere un fondamento di verità, poiché i Crocieri, durante la loro attività trofica, possono imbrattarsi con le resine delle piante da cui traggono gli alimenti preferiti. E talvolta può accadere che tali sostanze creino una sorta d’impermeabilizzazione in grado di rallentare o bloccare il processo di decomposizione.