5 minute read
Gennaro Iannuccilli
Editoriale
Finalmente in presenza
di GENNARO IANNUCCILLI
Di recente mi è capitato di assistere alla proiezione di una pellicola, ambientata in Giappone, nell’ambito di una rassegna cinematografica che ho dovuto seguire per impegni di lavoro. Il film, il cui titolo è Petit Ami Parfait, è incentrato sull’assurda relazione che alcune persone, soprattutto giovani ma non solo, vivono contestualmente con un personaggio femminile, dalle sembianze di fumetto “manga”, ideato per un videogioco da un team di creatori di contenuti multimediali. In pratica, senza dilungarci troppo nella sinossi, il regista ha messo in parallelo le storie di un padre di famiglia, alcuni giovani studenti e perfino un anziano, i quali, invece di relazionarsi affettivamente e fisicamente con i rispettivi partner della loro vita reale, vengono completamente rapiti da questa ragazza virtuale, in collegamento continuo con i suoi followers attraverso cellulari e dispositivi sempre connessi con l’applicazione generata ad hoc per creare in loro “dipendenza emotiva”. Alla fine della proiezione, ho avvertito un senso di angoscia diffusa al solo pensiero di come le nostre vite possano ormai essere “dirottate” dalla realtà quotidiana – più o meno bella – verso situazioni apparentemente astratte ma, complici i nuovi applicativi della tecnologia, pericolosamente invasive nei confronti dei nostri affetti e delle nostre relazioni intersociali. Come sempre accade, ogni sensazione positiva o negativa che sia, viene correlata d’impulso al nostro vissuto e, ancor più, alle nostre passioni. Infatti, è stato per me spontaneo traslare quasi automaticamente tale riflessione verso il mondo dell’ornitologia amatoriale che tanto ci appassiona. Mi sono venuti in mente, quindi, i quasi due anni orsono in cui, non potendoci frequentare in occasione delle mostre espositive, abbiamo dovuto tessere sempre più frequenti incontri virtuali attraverso le varie piattaforme che – per alcuni versi positivamente – hanno consentito a tutti noi di poterci parlare e vedere, anche se a distanza, attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone. Al contempo, abbiamo sentito l’esigenza di incrementare la pubblicazione sui vari social di foto dei nostri soggetti d’allevamento, quasi come per partecipare a una mostra virtuale attraverso la quale ricevere anche dei giudizi, dei commenti e delle opinioni tecniche sugli uccelli all’uopo “postati”. Non vi nego di aver avuto una concreta necessità di cercare in rete e visualizzare canarini (di colore, nel mio caso) per tenere sempre teso quel filo che ci lega alla voglia di apprezzare il lavoro selettivo compiuto dai tanti allevatori – in ciò consiste l’impegno di ogni giudice ornitologico – al fine di poterci confrontare sportivamente. Tutto sommato, si è trattato di una urgenza dettata dall’isolamento al quale siamo stati costretti per lungo tempo,
Editoriale
quindi una modalità di “emergenza” messa in atto per tenere viva la nostra passione. Ora però ho notato uno strano, preoccupante atteggiamento da parte di alcuni allevatori (pochi finora, per fortuna): nonostante si sia entrati – finalmente – in un periodo di ripresa delle attività pubbliche e sociali, mi è capitato più volte di ascoltare e leggere riflessioni sulla prospettiva futura delle mostre, mettendole in discussione, quasi come fosse ormai diventato superfluo andare a vedere gli uccelli in esposizione, preferendo una più comoda visione attraverso un display che, grazie alla tecnologia, ora consente di scorgere da ogni prospettiva pregi e difetti di un soggetto esposto solo all’obiettivo della video-camera. Tali affermazioni mi hanno indotto a un raffronto con il film di cui ho raccontato sommariamente la trama, suscitando l’ipotesi di una futura (ma neanche tanto) tendenza verso concorsi ornitologici virtuali, confronti irreali, giudizi “in video”, senza più necessità (e voglia) di frequentarsi di persona, di stare insieme per organizzare una mostra, con tutte le difficoltà del caso, di partire – sacrificando qualche giornata di lavoro - per andare a giudicare gli uccelli alloggiati nelle apposite “rastrelliere” da esposizione. Potrei continuare con la lista di attività che hanno un nesso diretto con l’ornicoltura, che costano sicuramente impegno e “fatica” a cominciare dalla riproduzione dei soggetti in allevamento, ma che trasmettono sensazioni positive e producono irripetibili stati di giovamento psicofisico in tutti noi. Stiamo davvero inoltrandoci in questa direzione? Spero vivamente di no, e non per opporsi alle nuove tecnologie – atteggiamento comunque miope e inutile – tantomeno per denigrare nuovi comportamenti sociali da esse consequenziali. Non mi piace, però, pensare a un futuro in cui i canarini (pappagalli o che siano) possano essere visti solo collegandosi in remoto, in solitudine, senza possibilità di discussione e confronto in presenza; si finirebbe sempre più con l’allontanarci dalle basi che costituiscono il nostro vivere ornitologico, con conseguenze nefaste sul nostro movimento così come lo abbiamo conosciuto finora; si sfocerebbe inevitabilmente in una finzione come se fossimo al cospetto di un moderno “tamagotchi” (chi di voi ricorda il pulcino virtuale che creava dipendenza nei bambini?) Molto meglio credere e sostenere che continueranno a esserci e, magari, a proliferare Associazioni che non fungano solo da “raccoglitori” di soci fittizi, motivati solo dalla richiesta di anelli, senza alcun nesso con il proprio contesto territoriale, bensì Associazioni che puntino a essere riferimento locale e concreto per i rispettivi soci, per l’organizzazione di mostre espositive e per tutte le altre attività divulgative e formative da svolgere insieme. Come sempre, la tecnologia può e dovrà costituire un valido aiuto in tutti gli aspetti della nostra vita, anche quelli più apparentemente frivoli, ma non potrà mai sostituire il piacere di avere relazioni interpersonali negli ambiti a noi più congeniali. La ripresa delle mostre ornitologiche ha evidenziato che c’è ancora - e forse più di prima - voglia di frequentarsi, di partecipare ed esporre i soggetti dei propri allevamenti, come dimostrano gli alti numeri di ingabbi fin qui registrati soprattutto nelle mostre internazionali. Auspichiamo che il trend continui a essere positivo, fino a culminare con una grande partecipazione al 70° Campionato Mondiale, momento focale della nostra passione in relazione con gli allevatori di altri Paesi. Con l’augurio di vederci tutti a Piacenza dal 14 al 23 Gennaio, finalmente in presenza!