Editoriale
Finalmente in presenza di G ENNARO IANNUCCILLI
D
i recente mi è capitato di assistere alla proiezione di una pellicola, ambientata in Giappone, nell’ambito di una rassegna cinematografica che ho dovuto seguire per impegni di lavoro. Il film, il cui titolo è Petit Ami Parfait, è incentrato sull’assurda relazione che alcune persone, soprattutto giovani ma non solo, vivono contestualmente con un personaggio femminile, dalle sembianze di fumetto “manga”, ideato per un videogioco da un team di creatori di contenuti multimediali. In pratica, senza dilungarci troppo nella sinossi, il regista ha messo in parallelo le storie di un padre di famiglia, alcuni giovani studenti e perfino un anziano, i quali, invece di relazionarsi affettivamente e fisicamente con i rispettivi partner della loro vita reale, vengono completamente rapiti da questa ragazza virtuale, in collegamento continuo con i suoi followers attraverso cellulari e dispositivi sempre connessi con l’applicazione generata ad hoc per creare in loro “dipendenza emotiva”. Alla fine della proiezione, ho avvertito un senso di angoscia diffusa al solo pensiero di come le nostre vite possano ormai essere “dirottate” dalla realtà quotidiana – più o meno bella – verso situazioni apparentemente astratte ma, complici i nuovi applicativi della tecnologia, pericolosamente invasive nei confronti dei nostri affetti e delle nostre relazioni intersociali.
Come sempre accade, ogni sensazione positiva o negativa che sia, viene correlata d’impulso al nostro vissuto e, ancor più, alle nostre passioni. Infatti, è stato per me spontaneo traslare quasi automaticamente tale riflessione verso il mondo dell’ornitologia amatoriale che tanto ci appassiona. Mi sono venuti in mente, quindi, i quasi due anni orsono in cui, non potendoci frequentare in occasione delle mostre espositive, abbiamo dovuto tessere sempre più frequenti incontri virtuali attraverso le varie piattaforme che – per alcuni versi positivamente – hanno consentito a tutti noi di poterci parlare e vedere, anche se a distanza, attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone. Al contempo, abbiamo sentito l’esigenza di incrementare la pubblicazione sui vari social di foto dei nostri soggetti d’allevamento, quasi come per partecipare a una mostra virtuale attraverso la quale ricevere anche dei giudizi, dei commenti e delle opinioni tecniche sugli uccelli all’uopo “postati”. Non vi nego di aver avuto una concreta necessità di cercare in rete e visualizzare canarini (di colore, nel mio caso) per tenere sempre teso quel filo che ci lega alla voglia di apprezzare il lavoro selettivo compiuto dai tanti allevatori – in ciò consiste l’impegno di ogni giudice ornitologico – al fine di poterci confrontare sportivamente. Tutto sommato, si è trattato di una urgenza dettata dall’isolamento al quale siamo stati costretti per lungo tempo,
NUMERO 11 - 2021
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