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Gennaro Iannuccilli

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Editoriale

Cosa resterà di questi anni

di GENNARO IANNUCCILLI

La forte delusione per l’annullamento del Mondiale ha generato un’onda lunga di malcontento che ha fatto straripare i sentimenti e le contrapposizioni più disparate. Abbiamo assistito, come previsto, alla pubblicazione di messaggi e commenti di coloro che – come sempre accade in momenti di criticità – presumono che avrebbero avuto la giusta soluzione, la lungimiranza e la capacità di evitare tale situazione. Li definisco come i “profeti a posteriori”, cioè coloro che si palesano solo dopo che sono accaduti i fatti, senza però neanche provare a immedesimarsi e capire chi è preposto a organizzare un evento di siffatta importanza, prendendosi delle responsabilità che ai più farebbero tremare i polsi (e non solo quelli). Non conta tutto il certosino lavoro svolto per ottenere le autorizzazioni dagli enti preposti (Asl, Regione, Comune, ecc); non conta la negoziazione con l’Ente Fiera per ottenere i locali alle migliori condizioni; non conta la programmazione messa in atto per rendere questo evento realizzabile eccezionalmente in soli 3 mesi, quando per il Mondiale normalmente si lavora da un anno prima; non conta il tempo dedicato alle riunioni (in presenza e in videoconferenza) per far sì che tutte le attività fossero perfettamente coordinate; non conta l’accuratezza riservata agli espositori commerciali, per la sistemazione dei loro stand, così come l’attenzione per accogliere al meglio tutti gli allevatori iscritti al concorso. Senza citare altri mille dettagli che, solo elencandoli, riempirebbero probabilmente l’intera rivista. No, tutto questo non conta nella mente di chi – quasi con sottile piacere – coglie l’occasione della “disgrazia” per attaccare ed esprimere il proprio dissenso, talora si direbbe preconcetto e precostituito. In questi momenti, soprattutto, dovremmo cercare di essere più uniti nel nostro movimento, pur considerando e analizzando gli eventuali errori di valutazione, senza però accusare nessuno ma con l’intento di trovare insieme nuove soluzioni. Invece, sotto altri aspetti, è nuovamente emerso il solito argomento sul “monopolismo” federale: si parla di scissioni, separazioni, minacce alla democrazia, quando in realtà si cerca (e si cercherà) solo di far rispettare i regolamenti, che sono la base per non far saltare in aria qualsiasi organizzazione. Senza tener conto che alcuni provvedimenti sono stati presi dalla Federazione unicamente per salvaguardare i propri tesserati da chi ha tentato (e tenterà) di usufruire o meglio sfruttare la conoscenza, la competenza e il know how che gli allevatori, i giudici e i dirigenti FOI di varie generazioni hanno costruito in oltre 70 anni di vita federale. Un’esperienza che – senza remore – possiamo definire forse unica nel mondo ornitologico in cui viviamo. Gli eventi nefasti, tra gli effetti che generano, servono per far venire a galla, sia in positivo che in negativo, le vere intenzioni, i reali sentimenti e i comportamenti di molti esponenti che frequentano l’ornitologia italiana a vari livelli; se non altro, ci danno l’opportunità di verificare davvero la sincerità delle persone, se autentica o di facciata, in modo da poterci regolare di conseguenza nelle prossime occasioni che si presenteranno. Forse è questo ciò che veramente resterà alla fine di questi anni sospesi tra paure e privazioni; anni che nel prossimo futuro ci faranno riflettere su come eravamo prima e dopo gli eventi che purtroppo - abbiamo dovuto subire. Non sappiamo se saremo migliori rispetto al passato, ma sappiamo che saremo sicuramente diversi. In ogni caso, ci sarà un punto da cui ripartire con nuove ferite da rimarginare ma con nuova linfa necessaria per mantenere viva e far crescere la nostra passione ornitologica. Dobbiamo mettere in conto che probabilmente alcuni allevatori abbandoneranno l’hobby o ridurranno il proprio coinvolgimento, soprattutto coloro che lo rendevano per qualche verso redditizio, non riuscendo più a cedere i molti soggetti riprodotti annualmente; gli allevatori che invece non avevano necessariamente tale esigenza, avranno meno problemi e, di conseguenza, potranno continuare a dedicarsi e appassionarsi - comunque agevolmente - alla selezione e riproduzione degli uccelli prescelti in base alle preferenze di allevamento. Ad ogni modo, la Federazione dovrà – e vorrà – sempre cercare di garantire, favorire e supportare in tutti i modi consentiti coloro che vorranno continuare o iniziare a cimentarsi nell’allevamento ornitologico in base alle proprie possibilità economiche, di tempo e di spazio disponibili. Alla fine di questo periodo tormentato, ci saremo forse liberati da antiche zavorre che da troppo tempo portavamo in spalla, appesantendo anche i nostri rapporti tra allevatori; chi sceglierà di continuare a far parte attivamente del grande mondo FOI, lo farà con maggiore spirito di collaborazione al di là delle proprie posizioni e convinzioni, legittimamente espresse nei luoghi preposti e secondo le modalità previste dal nostro regolamento. Ad oggi, più che una certezza, è un augurio per tutto il movimento ornitologico sano e scevro da secondi fini e obiettivi personali, animato solo dalla voglia di condividere tutte le attività contemplate dall’allevamento sportivo e amatoriale. Quelle attività che tanto ci sono mancate negli ultimi anni.

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