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Amedeo Passafiume

Il Nero opale in Italia e nel mondo

testo e foto di AMEDEOPASSAFIUME

Prefazione Con questo articolo vorrei far conoscere a tutti gli appassionati un tipo di canarino tanto difficile quanto bello, rimarcando personali considerazioni, suggerimenti e consigli sulla selezione. Con questa intenzione, ho voluto confrontarmi ed interfacciarmi con alcuni dei migliori allevatori al mondo di questo tipo per scambiare opinioni e condividere le diverse linee di pensiero e di selezione che si attuano per ogni allevamento. In particolare, questa tipologia di canarino è presente nel mio allevamento da quasi 15 anni ed all’epoca della sua introduzione avevo poco piu di 14 anni. Cominciai con un tris di canarini, partendo da un maschio portatore e due puri, provenienti dall’allevamento Alex & Mauro Montanaro. Negli anni a seguire inserii delle femmine da uno dei migliori ceppi di Nero opale al mondo, se non il migliore, dell’allevatore Luciano Rui, pluridecorato

Sorelle Nero opale giallo mosaico, all. A. Passafiume

Prima parte

Evidenza del disegno, ossidazione cornea e della Tonalità, all. A. Passafiume

Evidenza del disegno ed opalescenza sotto luce naturale, all. A. Passafiume

a livello mondiale ed internazionale. Mediamente, nel mio allevamento, predispongo 60 coppie, sia di puri che di portatori di opale, selezionando tutte le categorie a fattore giallo, rosso e bianco.

Breve descrizione del tipo Il Nero opale, specialmente nell’ ultimo decennio, si può senz’altro dire che sia stato oggetto di innumerevoli discussioni e di maggiori difformità di valutazione da parte dei giudici; infatti, ogni nazione ha una propria idea su come debba essere lo standard, o meglio, si ha un approccio diverso su come evidenziare il tipo ottimale. Il Nero opale è un canarino facente parte del gruppo dei melaninici su cui agisce il terzo fattore di riduzione, nonché la mutazione opale. Infatti, è un Ossidato ridotto, in quanto vi è l’interazione tra il gene ancestrale (Nero) col gene opale che produce una riduzione melanica e concentra l’eumelanina nel canale midollare delle piume, facendo risultare un effetto ottico grigio-azzurrino. La mutazione opale è autosomica recessiva, quindi, per manifestarsi nella prole, è necessaria la presenza del gene opale in entrambi i riproduttori. La caratteristica peculiare fenotipica di questo canarino si può riscontrare nelle penne forti, quindi timoniere e remiganti, dove la parte inferiore della penna è più scura rispetto la pagina inferiore, per cui si ha accumulo di melanina sulla parte inferiore della penna. Sottolineo che il grigio azzurrino sarà presente in maniera evidente nei soggetti intensi e, per mia esperienza, nei soggetti avorio, nei bianchi; la massima manifestazione dell’opale si evidenzia con un grigio chiaro delle penne forti su un fondo brillante e lucido.

Quali caratteristiche selettive seguire? Innanzitutto partiamo dalle basi importanti e fondamentali, i criteri CTN e OMJ/COM. Gli standard di un tipo vengono stilati dalle Commissioni Tecniche che a loro volta li rendono pubblici, diventando “la Bibbia” sulla selezione di un canarino. Però, come tutti sappiamo, non sempre questa “Bibbia” viene letta ed interpretata come si dovrebbe. All’inizio dell’articolo, ho evidenziato il che il Nero opale è stato uno dei tipi più discussi negli ultimi anni, in Italia e all’estero.

Foto 1 - all. A. Passafiume Foto 2 - all. A. Passafiume Foto 3 - all. A. Passafiume

Domanda: perché? Spiego il motivo per cui lo asserisco. Il Nero opale è un Nero su cui agisce una mutazione che riduce le melanine, quindi si ha un contrasto tra massima espressione eumelanica data dal tipo base, quindi il Nero, con la riduzione eumelanica della mutazione opale. Questo connubio dona un fenotipo grigio –azzurrino, con disegno lungo e largo che parte dal becco, fianchi disegnati, petto disegnato (caratteristica facilmente riscontrabile nelle femmine), mustacchi evidenti (caratteristica facilmente riscontrabile nei maschi intensi e brinati, difficilmente riscontrabile invece nei soggetti mosaico) zone cornee nere che esprimono la massima ossidazione. (Foto 1, 2, 3, 4, Nero opale Bianco, vincitore del campionato italiano 2018 svoltosi a Parma, 93 punti e campione internazionale di Reggio Emilia con 92 punti) Il soggetto in questione è una femmina, in cui si nota facilmente un bel disegno che parte dal becco, quindi striature nella testa senza “appastallemento”, binari lunghi sul dorso, disegno sui fianchi e accenno sul petto, con evidente ossidazione nelle zampe. Punto fondamentale, il grigio sulle remiganti che manifesta l’espressione della mutazione opale. Ritornando al dilemma precedente: perché il Nero opale è stato il tipo più discusso degli ultimi anni? Col Nero opale bisogna fare una selezione attenta, soprattutto programmata ed infine accurata. Ritengo il Nero opale un canarino instabile: da una coppia di Nero opale uscirà prole con caratteristiche totalmente diverse tra tutta la figliolanza, motivo per cui dispongo di molte coppie per cercare di selezionare la massima qualità in linea espositiva. I reiterati accoppiamenti in purezza, quindi Nero opale x Nero opale, da me riscontrato già al terzo anno, portano ad un totale cambiamento del tipo. Cosa succede? Innanzitutto, abbiamo un apporto evidente di eumelanina, quindi avviene una riduzione eumelanica incompleta,

Foto 4 - all. A. Passafiume Foto 5 - all. A. Passafiume Foto 6 - all. A. Passafiume

Foto 7 - All. A. Passafiume

comportando la perdita fenotipica delle caratteristiche dell’opalescenza; nelle penne forti vedremo nella parte superiore accumulo di melanina, situazione opposta rispetto alla tipicità del Nero opale, mandando fuori una espressione fenotipica vicina al tipo base e totalmente diversa dai soggetti di partenza. Questa situazione porta scompensi e degenerazioni a livello di struttura, in quanto il disegno tende ad appastellarsi, ad assottigliarsi e a spezzarsi, in testa si forma il cosiddetto cappuccio, c’è scompostezza nel piumaggio ecc. Questo tipo di canarino, nato dai reiterati accoppiamenti in purezza, lo chiamo intermedio ed è scartato già da nidiaceo nel mio allevamento in quanto va solamente a distruggere e a far regredire la selezione dell’opale. Ecco due foto che mettono a confronto un Nero opale con un intermedio. Nella foto 5, si può notare il grigiochiaro a sinistra contro il grigio-Nero a destra, remiganti a confronto. Nella foto 6, si notino le stesse caratteristiche di cui sopra in due soggetti della stessa categoria, Nero opale Bianco. Nella foto 7, a confronto le penne forti di due soggetti pigmentati, a sinistra un opale ed a destra un intermedio. STANDARD COM: Massima ossidazione, le striature sono grigio nere su un fondo azzurrino. Il becco, le zampe e le unghie devono essere dello stesso colore ed il più Nero possibile. STANDARD FOI: Massima manifestazione dell’eumelanina nera che, anche se ridotta e modificata nella struttura, assume una tonalità grigio azzurrino. Disegno completo. Massima riduzione della feomelanina. Becco, zampe ed unghie neri. I criteri sono pressoché uguali, con la differenza che nelle gare internazionali viene preferito un disegno più duro. Importante nota descritta anche nei criteri di giudizio FOI: l’osservazione di questo Tipo dovrà avvenire in condizioni di luce non troppo elevata per favorire al meglio la percezione del colore fisico prodotto dalle melanine e dalla struttura delle penne modificate dalla mutazione. Il grigio azzurrino si consegue veramente nelle penne forti dei soggetti intensi pigmentati. Negli altri è più che altro una tendenza. Prima del riconoscimento del mogano, che a mio parere è un Nero opale spinto, nella categoria Nero opale venivano, talvolta anche oggi, preferiti i canarini più duri. In Italia fortunatamente questa tendenza è andata a scemare anche se talvolta si vedono vincenti canarini super ossidati; mi è capitato di vederli soprattutto nelle categorie dei bianchi dove, come detto prima, l’opalescenza non è visibile come nei pigmentati. Sbirciando sui social e guardando foto e video, sono rimasto esterrefatto dai soggetti vincitori, in quanto la rappresentazione del tipo era tutt’altro che eccellente: hanno preferito dei “moganati” a discapito dell’opale. Parlando con allevatori esteri, la loro selezione verte sulla massima espressione melanica del tipo base; infatti, si vedono ossidazioni davvero importanti, ma a differenza dell’opale Italiano l’opalescenza non viene mostrata col grigio – chiaro / grigio azzurrino, bensì con delle bordature chiare sulle penne forti. Inoltre, nei paesi del nord Europa, dove

l’emissione della luce solare è diversa da quella mediterranea, l’effetto grigio azzurro è difficile da vedere, se non impossibile, quindi l’unico punto di riferimento è l’effetto sotto la luce artificiale in un contesto cupo e poco soleggiato. I criteri sono chiari, basta solamente metterli in pratica. Esempio semplice: gli indigeni mutati opale, come si presentano fenotipicamente? Grigi e con melanine presenti nella faccia inferiore della penna, quindi agli amici allevatori esteri direi di avviarsi ad una selezione corretta e logica. In passato grandi allevatori come Sottoriva e Montanaro, per distinguere i due tipi, avevano coniato due nomi: Nero opale Nero, che sarebbe il mio intermedio, e il Nero opale Blu, che è il canarino che esprime Nero opale mosaico giallo, da notare disegno dorsale, ossidazione becco e tutto quello descritto dallo stanzampe e tonalità opale, all. A. Passafiume dard. Il Nero opale Nero fu l’antenato del Mogano, in quanto da questi soggetti vi fu una spinta selezione per riconoscere un nuovo tipo, che ai tempi Montanaro chiamò Quarzo. Non fu riconosciuto in Italia per misteriosi motivi, ma fu riconosciuto dal Brasile come Mogano. Per chiudere il discorso, per il bene di questo tipo di Canarino, per me il più bello e affascinante della canaricoltura ma, ahimè, allo stesso tempo molto complicato e difficile da selezionare, bisogna solamente leggere e ben interpretare ciò che dice lo standard. Come fare dei bei Nero opale? Sicuramente non esistono segreti o pillole miracolose. Propongo a tutti i lettori e allevatori che vogliono cominciare la selezione di questo canarino o che vogliono aumentare la qualità dei propri soggetti di interloquire, ascoltare e scambiare opinioni davanti a dei canarini con allevatori che conoscono il tipo. Confrontare i propri soggetti è già un passo avanti per capire dove e come risolvere difetti nel proprio ceppo. Io personalmente, Amedeo Passafiume, per cominciare una buona selezione, consiglio di non farsi mancare assolutamente un bel numero di neri portatori

Foto 8 - Nero giallo mosaico portatore di opale, all. A. Passafiume Nero opale mosaico rosso femmina, all. A. Passafiume

di opale nel proprio allevamento. Questo non significa che quello che indico sia scienza esatta oppure assoluta verità, ma una mia indicazione secondo la mia esperienza in merito. Il portatore è un pilastro importantissimo per ottenere bei canarini, in quanto conserva e trasmette ossidazione e opalescenza. Bisogna partire da Neri portatori con caratteristiche ben definite: -Binari lunghi e larghi -Disegno su petto, testa e fianchi -Massima ossidazione delle parti cornee

-Piumaggio aderente -Feomelanina ben visibile Come potete ben vedere, ho scritto feomelanina ben visibile, perché partire da Neri tipici, quindi di buon livello espositivo, porterà ad avere una prole molto carica di eumelanina e quindi con difficoltà ad esprimere l’opalescenza, oltre al fatto che sia un “risanificatore” del piumaggio (vedi foto 8, Nero giallo mosaico portatore di opale con evidente distribuzione feomelanica). Schemi di accoppiamento: 1.Portatore x Portatore 2.opale x portatore 3.opale x opale (la prole di questo accoppiamento verrà accoppiata ad un portatore l’anno a seguire, tranne se viene utilizzato un avorio, per cui si può ulteriormente accoppiare in purezza) Dall’accoppiamento 1 a mio avviso nascono i migliori Nero opale; unico problema è la quantità, avendo solo il 25% di possibilità si ottiene molto “scarto”, molti portatori. Su 10 novellini, circa 3 saranno opale; io annualmente metto 4/5 coppie su 60 totali. Accoppiamento 2, il più equilibrato e corretto in termini di qualità e quantità. Accoppiamento 3, solamente con canarini molto opalescenti e con zone cornee ossidate perché a lungo andare si perde ossidazione a becco e zampe ed opalescenza. Ovviamente, bisogna prendere in considerazione sempre canarini di ottima struttura con le caratteristiche espresse sopra. Accoppiamento non propriamente consigliato ma che eseguo spesso è per la selezione dei brinati e degli intensi. Per i brinati, accoppio anche più anni consecutivamente brinato per brinato o brinato per Bianco dom. per aumentare la taglia, in quanto si vedono spesso bei brinati ma taglie che lasciano a desiderare. Per la selezione dell’intenso, invece, proseguo su due strade: Strada 1 – Nero opale Giallo intenso x Nero opale Giallo mosaico Strada 2 – Nero opale Giallo Intenso x Nero opale giallo brinato Non utilizzo mai femmine intense, in quanto generalmente, avendo una piccola taglia, viene sempre trasmessa alla prole quindi, pur avendo buon disegno e buona opalescenza, sono quasi sempre carenti di forma e taglia. Il primo accoppiamento generalmente lo utilizzo per l’aumento di taglia ma soprattutto per allargare il disegno, visto che come ben si sa la struttura intensiva assottiglia il piumaggio, facendo comparire un disegno fine. Col mosaico, la struttura si allarga e automaticamente compare un disegno più grande. Per ultima cosa, in fase di muta, non bisogna far mancare mai l’esposizione al sole e, se si vuole, un po’ di integratore a base di tirosina nel pastone, che in linea teorica dovrebbe rafforzare l’ossidazione delle parti cornee. Per mia esperienza, non fa nulla su soggetti che genotipicamente non abbiano a corredo una forte melanizzazione, su soggetti carenti non fa effetto. Ricordo che è un amminoacido e non, come tanti credono, un “dopante” di melanina. Continua sul prossimo numero

Nero opale brinato giallo, all. A. Passafiume Particolare dorso nero opale giallo avorio mosaico, all. A. Passafiume

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