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Ho letto con viva curiosità ed interesse, l’articolo apparso sul Corriere Ornitologico n°10 “Il canarino di Midway”. Sono stato colpito da diversi aspetti particolari, alcuni dei quali già segnalati sul testo e che non riprendo. Dico solo che alle Midway sono sopravvissuti canarini domestici “afughi” o rimessi in libertà, cosa tutt’altro che facile. Intendo soffermarmi sull’aspetto categoria. Osservando il canarino ritratto non mi sembra possibile stabilire se si tratti di un intenso o di un brinato, certo però che la cosa non è affatto secondaria. Sappiamo che alle Canarie i canarini sono verdi (per effetto di melanine e carotenoidi) e brinati, vale a dire con piumaggio normale, non saturato fino all’apice dai carotenoidi, che rimane biancastro (fatte salve alcune zone di elezione). Questo apice biancastro fa pensare ad un cristallo di brina da cui il nome. Sappiamo altresì che in natura, nei luoghi originali, si accoppiano senza problemi fra brinati, mentre allo stato domestico è necessario accoppiare i brinati con gli intensi, vale a dire con una mutazione presente allo stato domestico; altrimenti, accoppiando fra brinati, la brinatura va in eccesso e con essa il piumaggio, e si indeboliscono i carotenoidi. Ho spiegato il fenomeno ipotizzando un effetto paramutagenico della mutazione intenso e quindi la non più corrispondenza dei brinati domestici con i selvatici, in quanto mutati. L’accoppiamento misto innescherebbe un fenomeno transitorio che consentirebbe, come in effetti consente, di mantenere un equilibrio. Non posso dilungarmi oltre, pertanto rimando all’articolo: “l’unicità della mutazione intenso” - Italia Ornitologica n°8/9 2018 leggibile anche in inglese sul sito dell’associazione di Parma (A. D. O. P) www.adop-parma.com ove mi dilungo sul fenomeno, presente anche una nota del genetista dott. Pasquale De Luca che, inoltre, ha curato la traduzione. Su quelle righe segnalo come i ceppi domestici che necessitano di accoppiamento misto, non siano idonei ad essere re-immessi in natura, ove gli accoppiamenti non possono essere mirati. Ci sarebbe quindi da aspettarsi molti soggetti in eccesso di brinatura, di piumaggio e con colori sbiaditi. La vista di un canarino giallo ben colorato ed a piumaggio attillato mi fa pensare che forse i canarini di Midway potrebbero non avere il problema dell’equilibrio da mantenere con accoppiamento misto; ma potrebbero essere in condizioni analoghe a quella dei selvatici originari delle Canarie. Se così fosse ci sarebbe da chiedersi il perché. Sappiamo che rari ceppi domestici, non avendo la mutazione intenso, si mantengono equilibrati anche con accoppiamenti fra brinati, come in natura. Celeberrimo il caso della razza Malinois da canto. Forse anche gli estinti Canarini comuni italiani erano così. Si potrebbe quindi pensare che siano stati immessi canarini nelle condizioni suddette, cioè brinati provenienti da ceppi ove non era presente la mutazione intenso. Non saprei fare ipotesi precise, ma forse anche in America c’erano ceppi del genere, magari non selezionati come era per il canarino comune italiano. Un’altra ipotesi sarebbe davvero difficile, bisognerebbe pensare che in natura, se fossero tutti brinati, l’effetto degenerativo venisse in qualche modo annullato, magari con una retromutazione ingenerata dalla condizione libera. Un’ipotesi non solo difficile ma anche ottimistica e pericolosa, poiché potrebbe suggerire re-immissioni facili di ceppi domestici resi inadatti dal meccanismo degenerativo sopra esposto. Se si volessero fare tentativi di immissione del canarino in altri siti, ci sarebbero da fare attente valutazioni, poiché l’immissione di specie alloctone è quasi sempre pessima cosa per l’ecologia del luogo dove avviene. Ammesso di farlo, poi bisognerebbe utilizzare solo canarini prelevati in natura alle Canarie o in altri siti originari, come Madeira o le Azzorre. Oppure, se proprio li volessimo gialli, utilizzando soggetti prelevati a Midway, ben inteso se la popolazione fosse equilibrata come ho supposto. In caso si volessero utilizzare soggetti domestici gialli, cosa discutibilissima e di grandissima difficoltà, ritengo si potrebbero usare solo Malinois puri, poiché brinati equilibrati, non degenerativi, come spiegavo precedentemente. Ovviamente da escludere canarini a fattori rossi, poiché geneticamente inquinati dal cardinalino del Venezuela, come pure in caso di inquinamenti genetici extra specie diversi, ad esempio il lizard, che sarebbero comunque non idonei per la presenza nefasta della mutazione intenso. Certamente da escludere ceppi con conclamate tare ereditarie come: lumps, depigmentazioni, cecità o simili, anche qui comunque da escludere a priori per la presenza dell’intenso. Insomma, occorre molta attenzione e competenza prima di fare immissioni e solo con ceppi adatti alla vita selvatica. Operazione comunque molto rischiosa, per via della nicchia ecologica ove può stare una sola specie ed altri vari motivi che sarebbe troppo lungo elencare. Infine dico anch’io: forza canarino di Midway, anche se sono sempre molto cauto verso le specie alloctone. Tuttavia in questo caso ci sono diversi aspetti interessanti, strani o almeno particolari, indicati nel testo, e poi c’è l’insularità che protegge da diffusioni non gradite.

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Scrivo dopo approfondimento

Mi è stato segnalato gentilmente un sito con diverse foto di canarini dati per essere alle Midway; ebbene, un soggetto è palesemente intenso. Ovviamente ci sono molti macchiati. I brinati non palesano evidenze degenerative, alcuni sembrano molto equilibrati con zone di elezione molto intense, altri più abbondantemente brinati. Quindi

da rivedere il discorso precedente, ma che lascio per indicare le tappe di un ragionamento.

C’è da chiedersi: forse in natura c’è la tendenza all’accoppiamento misto? Ci credo ben poco, tuttavia lo suggerisco se non altro come aspetto da verificare. Poi c’è da chiedersi che fine fanno eventuali “doppi intensi” (cioè omozigoti striminziti)? Si potrebbe anche ipotizzare che gli accoppiamenti fossero casuali, ma che per la presenza ogni tanto di un accoppiamento misto favorisca l’equilibrio. Non credo affatto che la circostanza di essere in natura possa modificare radicalmente l’effetto ed il comportamento della categoria mutata intenso, tuttavia anche questo è da verificare. Spero, anche se sono pessimista, che qualche ornitologo edotto sulla unicità della mutazione intenso faccia adeguate valutazioni.

GIOVANNI CANALI

I NOSTRI LUTTI

In ricordo dell’editore Italo Feregotto

Anovembre 2021 è venuto prematuramente a mancare Italo Feregotto, per tanti anni editore e direttore responsabile del periodico cartaceo di ornitofilia “Uccelli”, nonché già Presidente dell’Associazione Ornitologica Friulana di Udine. Italo Feregotto era un grande Signore, con la S maiuscola, e persona molto generosa. Colui che dopo diversi tentativi falliti precedentemente in varie direzioni, mi consentì di collaborare stabilmente alla sua rivista e di espletare con la casa editrice, Ibis di Udine, la pratica per approdare come Giornalista Pubblicista all’Ordine Nazionale dei Giornalisti (OdG). Neppure immaginate quanto sia difficile trovare una testata che ti permetta l’iscrizione all’OdG. Sono affranto. Avemmo, durante i due anni di assidua collaborazione non occasionale, un ottimo rapporto, sempre in totale ed assoluta sintonia, per il percorso che stavo espletando con il suo determinante concorso. Persona seria e, soprattutto, di grande parola; sempre molto affabile, sorridente e gentile con tutti, era stato un ottimo e pluripremiato allevatore di Canarini Gloster Fancy, per tanti anni Presidente della Associazione Ornitologica Friulana di Udine. Coltivava anche l’hobby del modellismo dei soldatini; aveva vinto diversi trofei anche internazionali con le sue riproduzioni militari in fedele stile d’epoca, delle quali andava molto orgoglioso. In campo editoriale, Italo Feregotto aveva acquistato la rivista “Uccelli”, iniziata decenni prima dal rag. Zamparo; negli ultimi anni, un’agenzia pubblicitaria a cui aveva affidato la rivista, restandone direttore responsabile, lo aveva buggerato (Italo asseriva “scippato”), non pagandogli quanto in precedenza concordato. Allorché terminai di espletare il periodo che mi valse l’iscrizione come pubblicista all’OdG, il direttore mi propose generosamente di fare con loro anche il praticantato per sostenere gli esami da giornalista professionista, ma gli feci presente che non era possibile in quanto la sua rivista non integrava purtroppo i requisiti previsti dall’OdG. Non lo leggevo da qualche mese ed invece, nel frattempo, a mia insaputa ed in punta di piedi, il “mio” direttore era volato via in cielo. Grazie Direttore - l’ho sempre chiamato Direttore, anche negli ultimi e brevi messaggi scambiati mesi fa su Messenger - per tutto quanto mi hai permesso di fare, la realizzazione di un sogno che portavo con me sin dall’adolescenza: il magico tesserino color marrone dell’OdG. E grazie per tutto quanto hai donato a noi ornitofili, in termini di informazione ed educazione tecnica settoriale. Riposa In Pace, Carissimo Italo! Che nostalgia, quanta gente del nostro mondo sta mettendo le ali e volando in cielo...

Francesco Chieppa Argomenti a tema

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