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Giovanni Canali

Sui bianchi

di GIOVANNICANALI, foto E. DELPOZZOe F.O.I.

Ho letto con interesse l’articolo della CTN colore apparso su I. O. n°12 dicembre 2021 “Le schede tecniche dei lipocromici apigmentati”, ove si accetta una proposta del club dei bianchi per classifiche attinenti alle mostre specialistiche. Ho apprezzato la proposta del club che in parte recepisce alcune mie valutazioni più volte espresse. Non mi stupisce la collaborazione di un maestro della statura di Cosimo Alfonzetti, che certo deve aver dato un utile contributo. Intendiamoci, non aderisco in toto a quanto proposto, ma certo c’è un miglioramento significativo rispetto a quanto fatto finora. Avevo preparato uno scritto che voleva essere riassuntivo sul problema bianchi, sintetizzando il mio pensiero già più volte espresso. Ebbene ora appare come inadeguato poiché non considera la proposta del club. Ho quindi pensato di proporlo ugualmente facendolo seguire da critiche ed autocritiche, sempre costruttive.

Vecchio scritto non ancora pubblicato: “Bianchi, pensieri tecnici” Ho più volte parlato dei bianchi, fornendo in più occasioni un contributo di valutazione. In questa sede desidero ricordarlo e schematizzarlo. Il mio pensiero a livello di Ipotesi è il seguente: il bianco recessivo presenta sempre la stessa espressione. L’inibizione del 100% non prevede diverse valutazioni. Non possiamo prevedere inibizioni del 101%. Le apparenti differenze sono imputabili solo ad illusioni ottiche, come diversa qualità del piumaggio e diversa pulizia. Non considero i brillantanti nel bagno. Semmai possiamo considerare che un piumaggio attillato può apparire più

Bianco dominante

bianco per la mancanza di micro ombreggiature (come nei tessuti rasati a differenza di quelli goffrati) oppure ad altre strutture con effetti specchio ingannevoli, potrebbe accadere negli intensi. A rigore di logica nei bianchi recessivi la voce “apigmentazione lipocromica” non dovrebbe essere prevista. Lo standard ipotizzabile pertanto dovrebbe comprendere solo le voci morfologiche, ad esempio: Piumaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40 Proporzioni e forma . . . . . . . . . . . . . . .35 Portamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 Condizioni e benessere . . . . . . . . . . . .10 Si potrebbero ipotizzare anche altri rapporti comunque senza la voce attinente alla depigmentazione. Va detto però che non si potrebbe usare la stessa scala valori degli altri. Pertanto da non escludere il ritorno alla penalizzazione fissa per i recessivi, migliore del sistema attuale, anche se preferibili altre soluzioni, come vedremo. Forse la scala suddetta o simile la si potrebbe usare solo in mostre specialistiche. Si tenga anche presente che i bianchi recessivi sono quasi una sotto razzaper le forme diverse, rispetto agli altri canarini di colore. Soprattutto per

le rotondità. Del resto sono selezionati solo per la morfologia. Sono noti anche alcuni meticciamenti con razze di forma. Volendo lasciare lo standard invariatosarebbe bene giudicare a punteggio globale, per non fare cose talora ridicole con le voci per far quadrare il bilancio. Leggerissimi difetti, nelle voci morfologiche, nei bianchi recessivi sono puniti ben più severamente che non negli altri canarini. Anche peggio se si inventano difetti in apigmentazione lipocromica. Del resto non si può dare a quasi tutti dal 90 in su, per poi non saper come fare a differenziare i primi 3. Diverso il caso del bianco dominante o soffusocome si diceva correttamente prima. Nel bianco dominante o soffuso le soffusioni sono a diversa espressione. Tranne il codione le soffusioni possono apparire più o meno quasi dappertutto. La condizione tipica del bianco dominante è quella che prevede le soffusioni solo sul bordo esterno delle remiganti primarie. Si aggiunge di tonalità limone. Potremmo considerare il bordo esterno come zona deputata all’espressione della soffusione. Forse potremmo chiamarla zona “da soffusione tipica” o “da soffusione espressa” o semplicemente “da soffusione” o qualcosa del genere, non certo di elezione per non far confusione con le zone di elezione della categoria. Nel bianco dominante è possibile e doveroso penalizzare le soffusioni eccessive, quindi sacrosanta la voce apigmentazione lipocromica. Volendo si potrebbe diversificare la voce in apigmentazione e tonalità lipocromica, per giustificare la penalizzazione di eventuali tonalità paglierine o dorate, comunque non limone. Tuttavia penso che l’aspetto tonalità, dovrebbe essere inferiore a quello dell’apigmentazione, ad esempio dividere i 55 punti in: 45 contro 10 oppure 40 contro 15. Sempre che non si vogliano modificare oltre le voci. La previsione della categoria (intenso, brinato e mosaico, mosaico non differenziabile dal brinato, l’intenso si) non la ritengo opportuna, nonostante sia stato proprio io assieme ad un compianto amico, Paolo Franzosi a segnalare la presenza della categoria nei bianchi; per la prima volta in modo chiaro ed inconfutabile, prima faceva capolino con incertezza. Correva l’anno di grazia 1973 pubblicata sulla rivista “Il giornale degli uccelli” ed Encia di Udine mese di aprile. In effetti le differenze morfologiche di categoria si notano e nei soggetti più tipici e sono abbastanza rilevanti, ma talora ci sono margini di errore e non tutti ne capirebbero la differenza oltre che la ragione. Se si volesse segnalarla bisognerebbe precisare bene il modo di distinguere gli intensi rispetto ai brinati ed ai mosaico. Sarebbe necessario sottolineare che la mutazione intenso agisce non solo sul piumaggio accorciando le barbe e quindi restringendolo la penna, ma anche su tutte le produzioni cutanee: becco, squame dei piedi e unghie, specialmente le squame dei piedi. Con le conseguenze già segnalate a livello di morfologia, resa più snella. Il discorso precedente vale per i lipocromici, per i melanici andrebbe allo stesso modo, ma con diversa incidenza nelle voci, stante la presenza della voce tipo. Quindi la voce apigmentazione lipocromica andrebbe gestita diversamente. Non era male nei recessivi la pe-

Isabella opale bianco

nalizzazione fissa. Tuttavia tale voce potrebbe essere ridotta rispetto ad altre, magari a favore del tipo e magari differenziata nei soffusi (dominanti), in modo proporzionato rispetto ai lipocromici. Va detto però che, in questi casi, non si potrebbe usare la stessa scala valori degli altri canarini. In conclusione, ciò che mi pare veramente necessario e non procrastinabile è rivedere la valutazione dei recessivi, per le ragioni spiegate sopra.

Questo avevo preparato. Ora è chiaro che apprezzo la riduzione a 30 punti dell’apigmentazione lipocromica rispetto agli esagerati 55, anche se io l’avrei eliminata del tutto nei recessivi, ed apprezzo pure molto la divisione, in quanto tale, per i dominanti in: apigmentazione (punti 15) e varietà (punti 15), anche se sarebbe più corretto parlare di tonalità visto che l’apigmentazione è già varietà. Gli stessi punti 15 sono discutibili, ma l’importante è

Agata bianco

che si consideri la tonalità limone, altrimenti non chiaramente indicata. Buono il livello di 30 punti globali, invece che di 55. Semmai una critica devo farla nell’insufficiente ove si fa cenno ad “influenze reciproche di giallo e rosso”, vale a dire fattori arancio. Nel novello non ci sono mai soffusioni arancio su remiganti primarie, secondarie e grandi copritrici delle primarie (salvo incidenti); infatti i tracce arancio, teoricamente possibili geneticamente sulle penne mutate. Tuttavia non mi soffermo oltre, è un aspetto che non fa danni ed ammetto un mio perfezionismo quasi pignolo. Ribadisco semmai che nei bianchi recessivi le differenze sono solo impressioni legate alla compostezza del piumaggio ed al suo nitore, non considero additivi nel bagno. Quindi, secondo me, per i recessivi è preferibile non considerare il

giovani rossi migliori hanno l’ala biancastra, mentre i meno rossi gialla. Per aver soffusione arancio, su tali penne, in un novello bisognerebbe colorare da nido, cosa che evidentemente non si fa con i bianchi. Diciamo che si potrebbero prevedere somministrazioni accidentali, ma allora ci sarebbero espressioni non solo alle remiganti, ma anche in altre parti del corpo. Forse sarebbe meglio prevedere la squalifica in presenza di tono del bianco, poiché verrebbe comunque penalizzato in altre voci, quali il “piumaggio” e le “condizioni e benessere”. Non stupisca il fatto che io preferisca omettere la voce apigmentazione che pure esiste nei recessivi; infatti non ritengo che ci siano variazioni nel bianco recessivo, è una faccenda non uguale ma simile a quella del tipo nei lipocromici, che pure esiste ma non è previsto come voce, poiché il difetto, cioè la macchia melanica, non è penalizzato ma comporta squalifica. Discutibile l’attribuzione di più punti alla voce forma 30, rispetto al piumaggio 25; qui forse potrebbe aver ragione il club. Io ho ipotizzato più punti al piumaggio (nella mia ipotesi di cui sopra) poiché la sua compattezza aiuta a percepire un ottimo bianco, inoltre le forme spesso sono determinate non tanto dallo scheletro, ma piuttosto dal piumaggio, come ci insegnano i tecnici della forma e posizione. A questo si aggiunga che nel canarino di colore non sono previste forme anomale o particolari, se non certe rotondità. Tuttavia, come io stesso ho detto, il canarino di colore bianco recessivo è quasi una sotto razza direi quasi di forma, per le forme più arrotondate rispetto agli altri canarini di colore. Si può valutare questo aspetto in vari modi, con un certo spazio per l’opinione. Forse si potrebbe perfino differenziare fra le diverse parti del corpo, come nelle razze di forma, ad esempio: la testa è importantissima e spesso determinate. Molto utile comunque prevedere più punti per le voci morfologiche che sono rilevanti in modo maggiore rispetto ad altri canarini di colore, che inoltre consentiranno attribuzioni di punti in maniera più gestibile, senza forzature o con minori forzature. Nello stesso numero c’è un intervento di Sergio Palma: “Lipocromico-melanico: tutte le varietà a fondo bianco” ove l’autore spiega abbastanza bene che si dovrebbe dire, non varietà (segnalo che il bianco è già una varietà), ma tipi a fondo bianco (forse meglio di varietà bianco). Ebbene vorrei aggiungere, anche se l’ho già fatto tempo fa, che i bianchi andrebbero giudicati a parte, poiché ci sono i bianchi intensi ed i brinati oltre che mosaico. Farli gareggiare assieme ai brinati non è molto corretto, poiché nelle razze ove l’intenso è avvantaggiato, un bianco intenso avrebbe gioco facile contro i brinati. Non mi dilungo avendolo già fatto in altre occasioni. Concludo esprimendo apprezzamento per la tendenza portata avanti dal club, che potrebbe indurre ulteriori conseguenze e diverse valutazioni.

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