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Francesco Di Giorgio

Un pericolo scampato

di FRANCESCODIGIORGIO, foto P. MARSON

Ho avuto sentore, in un tempo abbastanza remoto, che si sarebbe dovuta togliere di mezzo la Klokkende martellata (Slogende Klokk) del nostro beneamato Malinois per essere in sintonia con la dicitura “suoni d’acqua” che ha soppiantato la vecchia voce “colpi d’acqua”. Questo aggiornamento di vocabolo mi trova pienamente d’accordo ed è certamente più acconcio per far capire meglio la Klokkende di altro tipo (la curvata) e poi Boll e Roll, ma non si attaglia pienamente alla Klokk martellata, caratterizzata da colpi che… restano pur sempre tali. Ma non sono colpi decisi e spigolosi come quelli, per esempio, degli Staaltonen: sono più morbidi, più dolci, meno veloci, più puri (per il sottocanto dell’acqua). Nel punteggiare la Klokk martellata, avendo per scusante l’artificio avanti delineato e il fatto che sia meno esaltante della frase consorella (Golvende Klokk), sarebbe come buttare insieme all’acqua sporca anche il bambino! Mi piace ricordare che detta emissione conferisce resa maggiore alle melodie di tipo metallico (Staaltonen, Tojokken, Tjokkenrol) e resta ancorata al ceppo con più facilità del consimile tour modulato, però penalizza la Boll (diversa matrice genetica). Ma si può avere contemporaneamente “la botte piena e la moglie ubriaca”? Pesco nei ricordi e nei vecchi appunti. Nelle conversazioni del 1981 con il compianto Lelièvre a Pescara, ho preso atto, ed insieme a me lo hanno fanno tutti gli amici abruzzesi radunatisi al ristorante ove, terminato il pasto, abbiamo tenuto un pubblico dibattito, che egli in sede di giudizio non avesse mai considerato le Klokkende WS battenti. Altre reminiscenze: ricordo che dieci anni prima, dunque nel 1971, sempre a Pescara, nella hall dell’albergo con la Signora Di Mauro, ella ebbe insistentemente a sostenere che quelle fossero Fluiten d’acqua. Come si vede, l’insegnamento che il Lelièvre le aveva trasmesso era stato recepito. Naturalmente mi riservai, specie dopo il 1981, di fare ricerche più approfondite, non certo alla Federazione K.B.F.K., in quanto lo stesso Levièvre era stato, a Pescara, molto chiaro.

La risposta della K.B.F.K. fu la seguente: Nous donnons bien sùr encore des pointes pour la Slagende Kloek: c’est le fameux coup d’eau tintè battant. Un peu metallique, mais avec des coups bien separès et assez forts…. (trad. Noi ovviamente diamo ancora punti per la Slagende Kloek: è il famoso colpo d’acqua battente, un po’ metallico, ma con tratti ben separati e abbastanza forti…) E noi dove la mettiamo? Forse con i Flauti? (E il sottofondo d’acqua? E la consonante eccedente?). O la collocheremmo, forse, forse con la Bollende? (E il diverso ritmo? E la consonante eccedente?). Una volta, approfittando della sua esperienza tecnico-scientifica ed amatoriale insieme, chiesi lumi al cortese Signor Mengone. La sua risposta: “Un cantore va giudicato per tutto quello che, di bello o di difettoso, fa sentire ed interpreta. È evidente che la Klokkende WS battente sia frequentemente cantata. Se soltanto pensiamo che è la Klokk dell’usignolo, perché sdegnarla? Che dire, poi, agli allevatori di questi nostri atteggiamenti?”. Su questa stessa positività sono allineati altri tecnici (vedasi Van Woezik, olandese, ed il suo disco sul canto Malinois), perciò vi sono sufficienti prove storiche, sperimentali e teoriche per continuare a giudicarla. Stando così le cose, possiamo dormire sonni tranquilli!

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