6 minute read
Senza filtri Gennaro Iannuccilli
Senza filtri
di GENNARO IANNUCCILLI
Di recente mi è capitato di dover discutere riguardo a una presunta azione di “filtraggio” circa i testi mensilmente pervenuti in redazione, ai fini di una possibile pubblicazione sulla nostra rivista. Tale osservazione, appena mi è stata riferita, mi ha lasciato alquanto basito, inducendomi a riflettere su quale possa essere la percezione che alcune persone (spero non molte) hanno del modus operandi adottato tra noi collaboratori per cercare di realizzare al meglio ogni numero di Italia Ornitologica. Da quando io e gli altri referenti di redazione abbiamo assunto l’onere di occuparci della rivista, abbiamo messo in atto un sistema di lavoro dovuto al fatto che ognuno di noi risiede in diverse zone d’Italia; quindi, non potendo per forza di cose effettuare periodiche riunioni redazionali, ci siamo organizzati in un processo che, a questo punto, sarà meglio ribadire a tutti i lettori, anche a quelli meno interessati. Gli articoli, di norma, arrivano in redazione, dopodiché ven
gono smistati al sottoscritto che, in qualità di capo redattore, ne organizza la distribuzione verso il nostro coadiutore editoriale, per una prima verifica sintattica, e a seguire verso i nostri collaboratori che, in base alle loro specifiche competenze, hanno cura di segnalare eventuali criticità, da riportare nel caso agli autori per decidere se/quali modifiche apportare. Se si tratta di articoli dal contenuto “tecnico”, general mente informiamo le rispettive Commissioni Tecniche Nazionali le quali, in alcuni casi ritenuti necessari, si adoperano a scrivere delle note da pubblicare a margine dei testi impaginati, per evitare fraintendimenti derivanti da un’errata interpretazione di quanto esposto dagli autori. Per articoli che trattano di altri argomenti, ci avvaliamo della collaborazione di esperti nei vari ambiti (veterinari, allevatori di provata esperienza, cultori della storia e dell’arte ornitologica, appassionati di genetica, ecc.).
Tutto qui, sic et simpliciter: non mi sembra di ravvisare in questa organizzazione autogestita nessun pratica atta a “filtrare”, se non addirittura a manipolare, i contenuti testuali che arrivano da tutti quegli autori che dedicano il loro tempo a scrivere, raccontare e divulgare le loro esperienze e conoscenze a favore del nostro movimento ornitologico. Per noi, questi autori sono tutti validissimi, a prescindere dal loro grado di cultura e preparazione, e cogliamo sempre l’occasione di ringraziarli per il contributo offerto liberamente e volontariamente alla nostra causa. Se poi qualcuno vuole intendere che le fasi del processo per la realizzazione della rivista corrispondono a una sorta di “censura” imposta dall’alto dei vertici F.O.I., o da chissà quale entità preposta a questo controllo predominante, allora siamo davvero fuori strada; viene da pensare che ci siano altri pregiudizi alla base di questi pensieri che evocano fantasmi di un presunto potere totalitario, talvolta evidenziato in alcune discussioni sui nostri social da persone che sono, probabilmente, prevenute od ostili a prescindere. Chi ha fatto parte di gruppi di lavoro, ma anche chi non ha avuto tale tipo di esperienza, potrà facilmente comprendere che per qualsiasi attività c’è bisogno di una revisione finale del prodotto, prima che questo venga realizzato; anche le grandi testate editoriali, per le quali scrivono giornalisti e firme di primo piano, devono necessariamente correggere le bozze, prima della pubblicazione. Consideriamo che finanche le riviste scientifiche hanno i cosiddetti referees, che hanno il compito di valutare le ricerche da pubblicare, rendendosi utili con eventuali suggerimenti. Ciò senza inficiare la preparazione, la cultura, la professionalità, la competenza e l’autorevolezza degli autori. Ma evidentemente, nel nostro mondo ornitologico, c’è chi non vede di buon occhio il fatto che i propri testi vengano messi a disposizione di chi è preposto alla verifica finale che precede la stampa della rivista, attività che comunque garantisce i lettori da eventuali refusi e/o errori inevitabilmente presenti. Sinceramente, estendendo la personale riflessione, non riesco a comprendere la diffidenza verso chi si prende la briga di gestire le questioni federali nei vari ambiti di competenza, mettendoci la faccia, con la massima trasparenza e disponibilità verso coloro che, per qualsiasi motivo, vogliano chiedere informazioni, delucidazioni, interpel lanze e domande per fare chiarezza sui molteplici aspetti che riguardano l’organizzazione del nostro movimento, uno dei più importanti a livello internazionale. Mi faccio tali domande, alle quali talvolta non so darmi risposta, perché noto, parlando occasionalmente con amici e conoscenti della cerchia ornitologica, una sorta di retro-pensiero polemico su qualsiasi argomento riguardi la vita della Federazione: pare ci sia, secondo taluni, sempre qualcuno che voglia pilotare un dirigente di associazione o raggruppamento, un consigliere federale, un giudice, un esponente di CTN ecc. per chissà quali recondite finalità. Addirittura, mi è capitato di ascoltare anni addietro dei Soci della mia associazione d’appartenenza che evitavano, a loro detta, di esporre le proprie idee e dare la propria disponibilità perché sapevano a priori che i “vertici” li avrebbero snobbati. Ho ancora presente le lamentele di un Socio che, quando ero ancora Presidente d’associa zione, voleva proporre nuove attività sul territorio, tipo un “corso di riconoscimento di erbe selvatiche”: complimentandomi per l’idea, lo sollecitai personalmente ad organizzare e dirigere tale attività in seno all’associazione, assicurandogli il massimo supporto. Risultato? Non si fece più sentire, neanche tramite un messaggio via mail… Ai tempi del nostro compianto Presidente Cirmi, ricordo che ascoltai più volte persone che si lamentavano di come veniva gestita la Federazione, ma alla mia domanda circa il perché non provassero a proporre i loro suggerimenti, la risposta era sempre che il Presidente non li avrebbe ascoltati, o addirittura che li avrebbe contrastati! Sappiamo bene, invece, quanto Salvatore Cirmi – a prescindere dal suo carattere “fumantino” – fosse in grado di intuire la validità di alcune idee e, al contempo, di smascherare all’istante eventuali azioni provocatorie finalizzate solo a creare problematiche al nostro ambiente. I tempi passano e cambiano ma noto che alcuni atteggiamenti sono difficili da superare, anche ora che la Federazione è, per forza di cose, gestita in maniera comple - tamente diversa: in linea con la nostra difficile epoca, al passo con le evoluzioni tecnologiche e comunicative, al fianco di tutti coloro che fanno parte di questa meravigliosa macchina da guerra, armata solo di forte passione, quale è l’ornicoltura amatoriale e sportiva. L’allevamento dei nostri “pennuti” ci consente di dedicare le ore libere delle nostre giornate alla selezione, alla riproduzione e alla loro esposizione presso le mostre ornitologiche locali, regionali, nazionali e internazionali: questa è, praticamente, la nostra linfa vitale che dobbiamo cercare, insieme, di rinvigorire e trasmettere soprattutto alle nuove generazioni. Auspico che si possano realmente superare steccati, modi di pensare e approcci diffidenti verso coloro che, all’interno del movimento FOI, prestano la propria esperienza e capacità rendendosi disponibili a dare un contributo sincero, spassionato, di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello: dalla redazione della rivista, alla gestione di un’associazione; dall’attività di giudizio, all’organizzazione delle mostre; dalla dirigenza della Federazione, alla guida delle Commissioni Tecniche. C’è bisogno di tutti noi, senza filtri e senza pregiudizi.