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Sergio Palma

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G. J. Huisman

G. J. Huisman

Sul pianeta Terra sono state individuate circa 1.500.000 specie animali Razza o varietà?

di SERGIOPALMA, foto F.O.I., E. DELPOZZOES. GIANNETTI

Durante lo studio per il corso da Allievo Giudice per i Canarini di Colore, per la prima volta mi sono confrontato con principali concetti di genetica: Famiglie, Specie, Razze, Selezione, Trasmissibilità dei Caratteri ed altro. Credo che il mondo della Canaricoltura sia pervaso da terminologia impropria. Mi piace ricordare, a questo proposito, come il termine “APIGMENTATO”, segnalato in varie occasioni e del quale si è dibattuto anche sulla nostra rivista federale, è stato poi modificato dalla attuale Commissione Tecnica Nazionale di Forma e Posizione dei Canarini Lisci. La lunga introduzione che segue, e della quale mi scuso, mi aiuterà a meglio delineare il contenuto di questo articolo. Sul pianeta Terra sono state individuate circa 1.500.000 specie animali; molti sistematici suppongono che ce ne siano circa altrettante da individuare. Gli Animali o Regno animale vanno dal phylumdei Poriferi o Spugne, al phylumdei Cordati con il subphylumdei Vertebrati al quale appartengono le Classi degli Uccelli e dei Mammiferi tra le altre. L’origine della vita lo possiamo definire il primo evento di SPECIAZIONE. Tutti gli esseri viventi parlano la stessa lingua (il DNA) con le stesse regole (il Codice Genetico) che si sono definite e caratterizzate in tempi lunghi. Molte delle Specie presenti inizialmente, oggi sono estinte. (es. Dinosauri) Le estinzioni possono essere di due tipi: estinzioni di massa ed estinzioni di specie. Come è intuibile, la estinzione finale, la estinzione di massa, elimina fino al 90% delle specie. Laestinzione per speciazione, la estinzione di specie, fa scomparire quella specie che talora può dare luogo ad un’altra specie. In questo ambito, possiamo avere due tipi di speciazioni.Partendo da una Specie originale si può avere la speciazione per ANAGENESI, quando cioè la Specie originaria si estingue lasciando il posto alla nuova. Oppure la speciazione per CLADOGENESI, quando la Specie originaria produce una seconda specie pur continuando ad esistere. Questo può avvenire per innumerevoli casi ma molte volte sono le situazioni ambientali a forzare il processo. Possiamo qui affermare che, se tutte le speciazioni fosseroanagenetiche, le nuove specie avrebbero fatto sparire le vecchie ed avremmo una sola specie. Invece con la cladogenesi il numero delle specie aumenta e la vita si diversifica.

Canarino selvatico

Molte delle Specie presenti inizialmente, oggi sono estinte. (es. Dinosauri)

Intenso giallo ali bianche, foto: E. del Pozzo

Charles Darwin, pur intitolando un suo lavoro “L’Origine delle Specie”, non si è mai espresso sul significato di Specie. Ancora oggi non esiste nel mondo scientifico una definizione univoca della parola Specie. Infatti, si può parlare di specie Tipologica (1), specie Nominalista (2), specie Fenetica o fenotipica (3), specie Biologica, specie Evolutiva, specie Percettiva, specie Biologica+percettiva. (1)Specie Tipologica: La definizione e descrizione di un olotipo,un esemplare da depositare in una collezione museale che servirà da riferimento per la individuazione di una specie; (2)Specie Nominalista: la specie non esiste, è solo un nome che usiamo per indicare un gruppo di organismi riuniti da certe caratteristiche morfologiche comuni. (3)Specie Fenetica o Fenotipica:le specie sono gruppi di individui riuniti in base alle loro caratteristiche

osservabili. In questo tipo di speciazione, non si fa alcun riferimento alla filogenesi, ossia alla storia evolutiva degli organismi. I taxa(caratteri tassonomici) sono definiti in base al numero di caratteri comuni che forniscono una misura di similarità. E qui ci fermiamo perché è questo tipo di speciazione della quale ci serviremo per questo lavoro. Possiamo dire che una popolazione

La Zootecnia è l’applicazione delle conoscenze zoologiche per una determinata specie animale con il fine di allevarla in un contesto artificiale o semi artificiale

si dice in equilibrio quando le frequenze alleliche tendono a mantenersi inalterate generazione dopo generazione. Ma se questo succedesse in assoluto, non avremmo alcuna evoluzione delle Specie. La Zootecnia è l’applicazione delle conoscenze zoologiche per una determinata specie animale con il fine di allevarla in un contesto artificiale o semi artificiale. Un insieme di soggetti facenti parte della stessa popolazione ed aventi somiglianza fisica tra la progenie e genitori, e le progenie tra di loro, viene definita razza. Tutti gli animali appartenenti alla classe AVES sono un gruppo tassonomico estremamente ricco ed eterogeneo. Il termine “razza”, che è di uso zootecnico, identifica un gruppo di animali creato artificialmente dall’uomo e appartenente agli animali domestici. Viene selezionato con metodologie diverse per le caratteristiche comuni che lo identificano come un sottoinsieme differenziato, spesso anche in modo marcato, da eventuali altri gruppi conspecifici. Oppure possiamo definire razza un gruppo di individui di una data specie, contraddistinti da caratteri comuni ed ereditari. Uno dei settori della Zoologia applicata è la Zootecnia, lo studio di tutto quanto riguarda il sistema riproduttivo. Ricordiamo che individui dello stesso genere ma di specie diversa possono dare prole, ma questa è sterile. Spesso gli allevatori che lavorano con specie “rare” o meno, corrono il rischio che i loro animali non si riproducano. Ci troviamo di fronte ad una “resistenza Ambientale”, cioè la capacità riproduttiva si arresta per una inabilità nell’accoppiamento; nel nostro caso, questo molte volte succede quando si tenta di riprodurre uccelli silvani in allevamento. Allora qui interviene la Zootecnia, cioè gli allevatori usano le tecniche di inseminazione strumentale, dove il liquido seminale del maschio viene inserito all’interno del dotto ovarico in cui si trova l’ovocita ovulato dalla femmina, sperando che fecondi; tecnica poco usata negli uccelli da gabbia e da voliera, anche se negli ultimi anni qual-

cosa comincia a muoversi in questo senso, tanto che una ditta degli Stati Uniti d’America pubblicizza su internet un kit per tale scopo. Potremmo fare ancora centinaia di esempi di Zootecnia, per esempio capire lo spazio che occupa un animale in ambiente naturale e cercare di riprodurlo artificialmente, attraverso le voliere o la schermatura delle gabbie più o meno grandi. Negli uomini, ogni aggruppamento di persone differenziate tra loro per caratteri somatici o colore della pelle, su basi empiriche hanno determinato nei secoli passati la classificazione, da parte di molti politici e scienziati, in razze. Con effetti deleteri per l’umanità,ricordiamo la Shoah.Per fortuna oggi si usa la parola etnia, cioè: l’Umanità appartiene ad una sola specie vivente Homo sapiens che eventualmente può, per comodità lessica, dividersi in etnie. Veniamo ora al motivo di questo articolo per il quale questa lunga introduzione, come già detto, mi è sembrata necessaria. Nello specifico, il Canarino appartiene alla classe AVES, ordine PASSERIFORMES, famiglia FRINGILLIDAE, genere SERINUS e specie Serinus canarius. Il Serinus canarius, in natura, non ha sottospecie e sottolineo in natura(la sottolineatura la capiremo più avanti). Questi uccelli, anche se ibridati con altri Serinus,potrebbero dare prole fertile. In biologia, l’ibrido è un individuo animale o vegetale proveniente da un incrocio di genitori appartenenti a specie diverse (i. interspecifico), a sottospecie diverse (i.intraspecifico),a generi diversi (i. intergenerico). Voglio aggiungere che la classificazione tassonomica dei vari Serinus è stata fatta con una metodologia empirica e non con uno studio del suo genoma. Hanno cioè usato il metodo di speciazione Fenetica o fenotipica. In realtà, il Serinus canarius potrebbe essere una selezione naturale, “spe ciazione per CLADOGENESI”, durata qualche migliaio di anni. La specie che potrebbe aver generato il Serinus canariuspotrebbe essere un altro Serinusapprodato in qualche modo sulle isole Canarie. Potremmo cioè trovarci, per esempio, di fronte ad una sottospecie del nostro Verzellino (Serinus serinus). L’areale del Verzellino, infatti, comprende l’intera Europa ed il nord Africa, ed arriva fino al Marocco meridionale. Ritorniamo alla storia del Canarino domestico che cominciò con la occupazione, nel 1402, da parte del Regno di Spagna, delle Isole Canarie. La prima mutazione del Canarino della quale si ha notizia, avvenne durante il secolo 16°, quando cioè si è avuta la prima apparizione del giallo. Nel 18° secolo si contano circa 29 nuovi, diversi colori. Da qui si è partiti con le tantissime mutazioni cromatiche che ai giorni nostri abbiamo. I vari naturalisti, ornitologi, biologi che nei secoli si sono susseguiti, hanno affibbiato agli animali, da loro scoperti, i nomi secondo una classificazione in uso a quei tempi. La smentita della esistenza delle razze tra gli uomini si è avuta con la lettura del genoma umano; questo ha stabilito che se si prendono ad esempio due svedesi, entrambi biondi e con gli occhi azzurri, e un coreano con capelli neri e occhi a mandorla, è possibile che geneticamente il coreano sia più vicino ad un europeo che gli svedesi stessi. Ora, prendendo ad esempio questa ricerca sul genoma umano, è possibile che tra due Lizard ci sia un genoma differente tanto da avvicinarsi più a quello di un Gibber che ad un Lizard blu. In natura, ciò può essere determinato dal clima o dall’ambiente o dalla alimentazione a disposizione nell’areale. La tendenza per alcuni gruppi di animali ad allontanarsi definitivamente dalla specie originale, attraverso un vero e proprio processo generativo-degenerante da forme che le hanno precedute, provoca una evoluzione-involuzione continua. Questo processo generativo-

La prima mutazione del Canarino della quale si ha notizia, avvenne durante il secolo 16°

Lizard dorato calotta netta

Gibber Italicus, foto: S. Giannetti

degenerante (processo graduale di perfezionamento) in natura avviene in migliaia di anni, sempre che nessun soggetto originario torni a richiamare e riconsolidare la genetica di partenza. Gli allevatori odierni e del passato prossimo si potrebbero definire degli aves-neontologi(studiano forme aviarie viventi) capaci di captare le microevoluzioni nelle “varietà” allevate. In questo caso, le microevoluzioni non sono naturali ma indotte dall’uomo. Ora sarebbe bello conoscere il pensiero dei vari scienziati che per primi hanno classificato alcune specie del genere Serinus. Se, per esempio, qualcuno di questi avesse dovuto classificare un Gibboso piuttosto che un AGI o un Lizard, li avrebbero inseriti tutti come Serinus canariuso avrebbero modificato qualcosa? A questo punto, credo che si possa ipotizzare che in Canaricoltura non esistono razze ma VARIETÀ, se per varietà si intende in senso descrittivo la diversità delle caratteristiche all’interno di una specie biologica. Quindi andrebbero considerate VARIETÀ tutti gli ospiti dei nostri allevamenti con le stesse caratteristiche, capaci di ereditarle dai genitori e di trasmetterle alla progenie.

Razza o varietà: importanti precisazioni

di GIOVANNICANALI, FOTOF.O.I.

Premetto che pur non essendo un docente universitario ed essendo un dilettante, ho studiato testi universitari ed ho parlato con più di un docente universitario, ma poiché non tutti gli scienziati hanno la stessa opinione su vari temi, posso non concordare su alcuni punti opinabili. Tanto per cominciare la classificazione del Canarino come Serinus canarius non corrisponde alla classificazione ufficiale che è Serinus canaria, certo errata ed anche cacofonica, ma è questa. In effetti (come ho già spiegato I. O. Nomi errati n°6/7 2018) Linneo era molto bravo ma non infallibile e chiamò errando il Canarino Fringilla canaria, come latino concordava, ma il genere era gravemente errato poiché il Canarino è poco affine al Fringuello (Fringilla coelebs) o alla Peppola (Fringilla montifringilla), mentre è uno dei Serinus più tipici; inoltre, anche il termine canaria era errato poiché voleva far riferimento alle Canarie, quindi avrebbe dovuto essere canariensis, delle Canarie; in effetti le altre specie e sottospecie originarie di tali isole si chiamano canariensis. Di conseguenza, rilevato l’errore, il nome venne cambiato in Serinus canaria. Venne lasciato il termine canaria poiché non si potrebbe correggere la specie ma solo il genere, anche se talvolta non accade. Alcuni ornitologi hanno arbitrariamente chiamato il Canarino Serinus canarius, il che concorda come latino, ma non significa delle canarie ma “di cane” come canaria significa “di cagna”. Insomma il nostro amico come nome scientifico non poteva essere più sfortunato; nessuno, tranne me, che nulla conto in campo scientifico, ha mai pensato di chiamarlo Serinus canariensis come sarebbe giusto. Per quanto riguarda le razze o etnie umane, trattasi di argomenti delicatissimi non adatti alla nostra rivista, quindi non mi soffermo. Parliamo di razze animali: ebbene, i vari scienziati zootecnici hanno dato diverse definizioni, ma non ve ne è neanche una, dico una, che non si attagli alle razze di Canarino. Inoltre, il termine varietà è ben poco usato in ambito scientifico e con significati talora diversi. Nel nostro ambiente, il termine varietà è usato, del tutto correttamente, per indicare qualcosa di preciso: la situazione dei carotenoidi. Abbiamo quindi diverse varietà: giallo, rosso, bianco dominante, bianco recessivo, giallo avorio ecc. Non vedo la necessità di modificare questo termine o usarlo al posto di razza, tantomeno. Il concetto di razza riguarda popolazioni appartenenti alla stessa specie che differiscano per almeno una caratteristica propria. Personalmente ne vorrei almeno 2 (come la C.O.M.) e di un certo rilievo. In effetti, io come orientamento di base sono poco portato ad attribuire il rango di razza o sottospecie per una o poco significative differenze; in questi casi preferisco parlare di morfismi o sottorazze. Questa è però solo mia opinione del tutto trascurabile. Non sono invece trascurabili, tutt’altro, le varie definizioni date in campo zootecnico, come quelle di Zwaenepoel e Pirocchi, nonché quella di Giuliani ed altri. Non sto a descriverle ampiamente, mi limito a dire che partono dal presupposto dell’appartenenza ad una stessa specie e che si distinguano per caratteristiche trasmissibili alla prole. Giuliani parla anche di condizione omozigote per uno o più caratteri, inoltre considera l’aspetto genetico come quello zootecnico. Traggo queste nozioni dal testo

“Zootecnia generale” di A. Falaschini e A. Vivarelli, Edizioni Agricole Bologna 1977, ove sono trattate ampiamente. Il fatto che vi siano razze di canarino molto diverse non comporta nulla a livello sistematico; non vi è dubbio alcuno che derivino tutte dal Canarino selvatico. Anche fra i cani vi sono grandi differenze ma derivano tutti dal Lupo (Canis lupus), compresi bassotti ed alani. A nessuno è venuto in mente di considerare le singole razze canine come specie, lo stesso per le varie razze equine o feline. Mi piace ricordare che il pesce rosso (Carassius auratus auratus), pur molto diversificato allo stato domestico, se messo in libertà regredisce rapidamente verso la forma selvatica. Confesso solo una cosa: il Lizard è talmente diverso dalle altre razze di canarino che qualche volta stavo per aver un lapsus molto freudiano e rischiavo di dire specie, ma mi sono subito corretto. Anche lui è una razza, senza dubbio. Ricordo che gli ibridi si ottengono al di fuori della specie, i meticci all’interno della specie fra razze diverse. Per avere ibridi è necessario che le due specie appartengano alla stessa famiglia (famiglia, non genere). Quando appartengono allo stesso genere, di solito l’ibridazione è meno difficile e la fecondità è più elevata, stante una maggiore affinità fra le specie che si sono accoppiate. Anche fra ibridi fuori dal genere è possibile avere fecondità, ancorché parziale; ad esempio il Cardinalino del Venezuela (Spinus cucullatus) unito alla Canarina (Serinus canaria) produce ibridi sterili nelle femmine, ma con elevata fecondità maschile. Secondo vari autori si aggirerebbe, fra totale e parziale, attorno al 50%. Eppure Spinus e Serinus sono generi diversi, della stessa famiglia Fringillidi. Se così non fosse, non avremmo i canarini a fattori rossi. All’interno del genere abbiamo dati in letteratura che ci dicono che l’ibrido fra il Verzellino (Serinus serinus) ed il Canarino (Serinus canaria) sia fecondo totalmente nel sesso maschile e sterile in quello femminile, anche se alcuni parlano di rare femmine feconde. Non dimentichiamo la regola di Haldane che ci dice che la fecondità degli ibridi è presente nel sesso omogametico, vale a dire quello maschile negli Uccelli (ZZ o XX), invece quello femminile nei mammiferi (XX). Nei mammiferi, Cavallo (Equus ferus caballus) ed Asino (Equus africanus asinus) producono ibridi (bardotto e mulo) che, pur essendo le due specie ascritte allo stesso genere, sono sterili quasi totalmente; i rarissimi casi di fecondità sono stati segnalati solo in mule (femmine), invece gli ibridi fra Toro (Bos taurus) e Yack (Bos grunniensis), sempre specie dello stesso genere, sono totalmente fecondi fra le femmine e sterili nei maschi. Come si vede, non vi sono regole fisse. Il fatto poi che il Canarino possa essere sottospecie del Verzellino non corrisponde al vero. Trattasi palesemente di buone specie; infatti, non vi è illimitata fecondità e questo basta e avanza. Non tutti ritengono che la fecondità illimitata degli incroci sia sufficiente ad escludere una buona specie, tuttavia non mi risulta l’inverso, e cioè che qualcuno abbia escluso la differenza di specie in presenza di fecondità non illimitata. Inoltre, ad abundantiam, il Canarino ed il Verzellino non differiscono solo per la morfologia: più piccolo, più arrotondato, più brinato, più dimorfico, con timoniere esterne arcuate e qualche piccolo particolare ancora, il Verzellino, ma anche per altri motivi meno evidenti all’osservazione, ma non meno importanti. Penso al colore delle uova che sono si entrambe picchiettate di bruno, ma bluastre nel Canarino e biancastre nel Verzellino; inoltre, quella che io ritengo la differenza più importante è il canto, molto diverso e meno pregiato nel Verzellino. Oltre a leggere testi universitari, sarebbe bene consultare anche la nostra letteratura e non parlo solo di “Canaricoltura” di Zingoni edito dalla F. O. I. ma anche di altri testi come: “Ibridologia” di Giorgio de Baseggio 1993 presso Mondo degli Uccelli, Camugnano (BO) o “Gli Ibridi” di Massimo Natale e Leone Giuliano Pidalà, 2012 edizioni Alcedo s. r. l. e tanti altri, tra i quali anche il mio testo (“I colori nel Canarino”, edizione FOI).

Arricciato Gigante Italiano lipocromico

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