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Lo Yorkshire

di SERGIOPALMA, foto S. Palma e WWW.WFV-DKB.DE

Lo Yorkshire come ormai di dominio comune è un canarino annoverato tra le varietà “pesanti”. La divisione tra canarini “pesanti” e canarini leggeri è stata fatta convenzionalmente per distinguere canarini di grossa taglia da canarini più piccoli. Da qualche anno l’anello per questa razza è quello indicato con la lettera “T” che ha il diametro di 3,4 mm. Il canarino Yorkshire prende il nome della contea dello Yorkshire, a nord est dell’Inghilterra, dove ha avuto i natali alla fine del Settecento, seppur ha fatto la sua prima apparizione nelle mostre ornitologiche solo nel 1897 e precisamente nella città di Bradford (Contea dello Yorkshire). Circa le origini della Razza, è unanimemente accettato che essa discende dal Lan cashire, meticciato con un ca na ri no ormai estinto, il Grande Olandese che, badiamo bene, non è il Bossù che da questo discende. I primi soggetti erano caratterizzati dalla forma sottile, dalla notevole lunghezza e dalla posizione particolarmente eretta, tanto che gli Inglesi chiamavano il canarino guardsman(soldato della guardia reale) o, anche, wedding-canaryperché affermavano che esso sarebbe po tu to passare attraverso una fede nu -

Il canarino Yorkshire prende il nome della contea dello Yorkshire, a nord est dell’Inghilterra, dove ha avuto i natali alla fine del Settecento

Yorkshire, All. Pino Greco

ziale (io dico a seconda della misura dell’anello). Al giorni d’oggi quel tipo di canarino lo chiameremmo Llarguette (disegno del 1904). Ora, ripercorrendo un po’ la storia di questa “varietà” di canarino domestico, trasmessa a noi attraverso testi specializzati provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti d’America, conservati presso le varie librerie di prestigiosi musei di Zoologia, ci accorgiamo, se mai ne avessimo bisogno, dei processi evolu tivi degli esseri viventi, da me già trattata in altro articolo su questa rivista. Ritornando al nostro Yorkshire, e andando a ritroso nel tempo, mi sono imbattuto in diversi testi del XIX° secolo, tra questi “THE BOOK OF CANARIES AND CAGE BIRDS” di W.A. Blakston e W. Swaisland (1888). Gli autori, prendendo spunto dalla modifica apportata durante quegli anni, tra il 1837 e il 1887, dicono: “il vecchio pur essendo più elegante era ancora inquinato dallo Scotch Fancy ed il Bossù Belga”. La scheda di valutazione da loro proposta è divisa inizialmente in 6 voci: SHAPE (forma) la quale assegna 40 punti; SIZE: la quale assegna 15 punti; POSITION and CARRIAGE: posizione e portamento 20 punti; FEATHER: piumaggio 5 punti; CONDITION: condizioni 10 punti.

La mancanza di traduzione in italiano a fianco della voce SIZE è volu tamen te rinviata. Tornando alla scheda di valutazione descritta dagli autori del testo, l’aspetto che più mi ha incuriosito e che mi piace sottolineare è che la prima voce SHAPE alla quale vengono attribuiti ben 40 punti, viene a sua volta suddivisa in 8 voci, ognuna di 5 punti in quanto considerate tutte della medesima importanza. Queste voci sono: Testa, Spalle, Schiena, Petto, Zam pe, Ali, Coda. Personalmente la cosa non mi dispiace ma pensiamo per un attimo allo schema mentale che dovrebbe avere il Giudice, se ancora si applicasse questa metodologia. Forse, e ripeto forse, ci tro via mo di fronte a quello che molti chiamano “Colpo d’occhio”. Questo raggruppamento in una sola voce, la si ritrova anche in altri testi: THE CANARY BOOK di R.L. Wallace (1904) ed in altri ancora, tutti scritti tra il 1911 e 1923. In questi testi che trattano dello Yorkshire, si ritrova il confronto con soggetti dei precedenti periodi. Possiamo quindi affermare che lo Yorkshire del 1837 durante i 10 lustri successivi si era modificato.

I Giudici dell’epoca dovevano giudicare i soggetti chiari con una scala valori diversa da quella dei pezzati ed ancora differente da quella dei variegati

Ma la cosa che ancor più mi sorprende è che i Giudici dell’epoca dovevano giudicare i soggetti chiari con una scala valori diversa da quella dei pezzati ed ancora differente da quella dei variegati, che andava a premiare più la simmetria delle pezzatura che la posizione. I verdi, per esempio, avevano ben 35 punti assegnati al colore che doveva essere “ricco, profondo e il becco e le zampe dovevano essere scuri”. Tra i vari autori da me consultati c’era discordanza, particolarmente nella descrizione delle varie schede di giudizio. Tra le poche cose sulle quali tutti gli autori concordavano era la voce SIZE. Questa parola, negli ultimi decenni, è stata motivo di accese di scus sioni tra noi Italiani. Su di essa e la sua interpretazione tanto si è di scusso, spingendosi anche a confronti accesi tra i vari tecnici delle commissioni che si sono succedute. WALLACE spiega bene il significato della voce, che traduco lette ral mente: “SIZE (dimensione), “la dimensione, o forse sarebbe meglio dire la lunghezza, è una caratteristica do mi nante; poiché sarà evidente che la lunghezza senza massa è ciò che è richiesto”. Quindi, nel 1887 gli allevatori Inglesi con la parola SIZE intendevano LUN GHEZ ZA. Sempre WALLACE, tra i difetti più gravi elenca: “la presenza di ciglia evidenziate che ricordano il Lancashire Plainhead,” e udite udite“la presen za di collo corto e spesso.Non deve mostrare un petto prominente.” Mi piace pensare cosa direbbe WALLACE se fosse messo di fronte ad uno odierno Yorkshire! Nei gruppi degli ornitofili, oggi come allora, esistevano due scuole di pensiero negli appassionati dello York shire. Coloro che erano fedeli al tipo originale in tutti i suoi elementi essenziali e non accettavano l’inquinamen to di altre varietà di canarini, pur ammettendo un evidente deteriora-

Immagine tratta da: www.wfv-dkb.de - Rivista Der Vogelfreund 3/2009

mento della lunghezza e delle dimensioni in generale, e quelli che, so steni tori della voce SIZE, erano disposti a reinserire ancora una volta molti elementi estranei che quasi minacciavano l’approssimazione allo standard. In effetti, esisteva un serio pericolo che la testa venisse soppiantata da quella del Lancashire Plainhead. Solo un’azione incisiva dei Giudici du rante le esposizioni fece sì che la questione si risolvesse a favore dei primi. Un punto concordante tra i testi è la differenziazione della scala valori tra le varie categorie a concorso dove, oltre alla forma, veniva presa molto in considerazione la voce colore, dove per colore si intendeva la simmetria delle pezzature e la carica del verde. (a)Giallo chiaro. (b)Clear Buff (c)Giallo uniformemente contrassegnato (d)Buff uniformemente contrassegnato (e)Intenso macchiato e variegato (f)Buff macchiato e variegato (g)Verde Rifacendomi al mio articolo sull’evoluzione e l’adattamento delle specie animali silvane, anche grazie ai testi studiati ed alla esperienza acquisita nella pratica dell’allevamento, possiamo affermare che tutte le “varietà” di canarino domestico si evolvono non per la loro intrinseca necessità di adattamento ad ambienti ostili o anche alla necessità di difendersi da eventuali predatori, ma per il diletto dell’uomo che ne valorizza i caratteri mutanti. Intorno agli anni 40 del secolo scorso, l’allora Yorkshire - ora chiamato York shire Continentale o Vecchio Tipo, venne meticciato con il Norwich: lo York shire assunse così quella mirabile combinazione d’eleganza e potenza che ne fa, attualmente, il canarino “inglese” più allevato ed apprezzato nel mondo, forse alla pari del Gloster. In parti colare, questo nuovo tipo fu promosso dall’allevatore e dise gna tore Golding che ne delineò l’attuale standard, evidenziando una peculiare compattezza del blocco testa-collo-spalle. Tale modello venne adottato dalla F.O.I. negli anni 70 del secolo scorso e solo successivamente dalla C.O.M., cioè nel 1991. Attualmente lo York shire, am piamente diffuso in tut to il mondo,

Antica stampa, tratta dal volume The Canary, edito nel 1904

trova anche in Italia moltissimi estimatori e bravi allevatori, i più facenti parte dello Yorkshire Canary Club Italiano, fondato nella primavera del 1983. Qualche anno fa, a cura dello YCCI fu stampata la Guida definitiva al Canarino Yorkshire. L’ottimo lavoro svolto prima dagli autori inglesi e poi dal Club Italiano che ha tradotto il testo, lascia qualche per ples sità nel titolo che trovo difficile da condividere perché,

Nell’allevamento degli animali di definitivo non esiste nulla

a mio modesto avviso, nell’alle va men to degli animali di definitivo non esiste nulla. Infatti, seppur lo standard dal 1962 ad oggi non è stato modificato nella de scrizione dettagliata, di fatto lo York shire si è evoluto. Oggi i soggetti aderenti al disegno di S.R. Golding sono sempre di meno e nelle mostre, anche d’oltre manica, non vincono più perché viene preferito il canarino che si av vicina di più al disegno di Roberts, il quale ha di fatto soppiantato Golding. Oggi lo Yorkshire è sostanzialmente un canarino di posizione prima e di forma poi ed è indubbiamente su queste caratteristiche che deve avvenire il colpo d’occhio.

Il Canarino Malinois Waterslager: la Klokkende

di GIANFRANCOGALLIPOLI, foto G. GALLIPOLIe GIANLUCAMARSON

Il periodo autunnale e invernale, per l’allevatore di MW è il più bello in assoluto perché in questa stagione si completa l’apprendimento del canto da parte dei novelli e si procede al loro addestramento e preparazione alle gare. Il maestro ha dato il suo indispensabile contributo, i novelli sono nel l’ar madio scuola in penombra dietro l’apposita tenda, l’allevatore li ascolta giornalmente e deve con grande perizia selezionare i migliori e capire le potenzialità dei cantori nel loro cammino di sviluppo canoro. Sapientemente esso dosa luce, alimentazione, eventuale esercizio fisico, po sizione nell’armadio stesso, costruzione degli stamm e solo un’e sperienza pluriennale gli permette di evitare errori nella maturazione musicale dei novelli. Immancabilmente le attenzioni di ogni allevatore sono puntate sul touro frase punta di diamante del canarino MW: la Klokkende (abbreviata in Klok). Nella scala valori è infatti l’unica che idealmente può raggiungere il punteggio mas si mo di 36 pt. Idealmente, perché è consuetudine dei giudici considerare Klok ottime quelle che arrivano a 24 pt ed eccellenti quelle che raggiungono uno stellare 27! La Klok è un cosiddetto suono d’acqua insieme ad altri due tours, la Bollende e la Rollende. Suono d’acqua significa che il MW riesce ad aggiungere ad un suono fondamentale, un secondo suono dato dalla risonanza d’acqua. In pratica il cantore riesce ad arricchire delle frasi semplici trasformandole in frasi composte cantando a due voci. Per rendere più semplice il concetto leggia-

Malinois in fase di canto, foto: G. Gallipoli

mo queste sillabe una dietro l’altra: wuoi, wuoi, wuoi, wuoi. Ora leggiamo la stessa sequenza alla quale è stata aggiunta la consonante “l”: wluoi, wluoi, wluoi, wluoi. Bene, il risultato è ben diverso: è solo nel secondo caso che avvertiamo la “liquidità” nelle sillabe emesse, un suono che somiglia ad una goccia d’acqua che cade in un contenitore pieno a metà; in definitiva la famosa “risonanza d’acqua”. Il MW è un cantore capace di improvvisazione, capacità questa diffusa in tutti gli uccelli canori, come vuole madre natura, caratteristica questa che per met te di poter variare il proprio canto e di adattarlo a condizioni ambientali mutevoli. Pertanto, di Klok ce ne sono tante che differiscono tra loro per consonante iniziale, vocali e poi tutte quelle qualità che caratterizzano ogni frase: profondità, ritmo, purezza, eventuali modulazioni. Insomma, la Klokkende, l’avrete capito, è croce e delizia di ogni allevatore di MW! In ogni conversazione che avviene tra allevatori, immancabilmente si parla di Klokkende più semplicemente chiamata Klok. Si sentono fare discorsi

interi su un particolare aspetto o sfumatura, sul modo di emetterla, su come il cantore si posiziona sul posatoio, sul numero dei colpi, sulla differenza eventuale tra un colpo ed un altro, se termina con un altro toure quale, se è dura o morbida, se viene anticipata da una frase e se questa potrebbe inficiare la qualità della Klok seguente, se il colpo è rotondo oppure è “ad elastico” e…. potrei continuare ancora! Diamo quindi una definizione. Secondo i Criteri di Giudizio a cui si rifanno tutti i giudici, la Klokkende Waterslager fa parte delle melodie a schema interrotto, cioè scandita e non rullata; inoltre rientra nelle melodie principali insieme a Bollende, Flauti, Staaltonen e Tjonken (oramai scomparso). I criteri riportano inoltre che la Klok è caratterizzata da un ritmo melodico con una ben avvertibile scansione d’attacco tra ripresa e ripresa, mentre dal punto di vista melodico riporta due tipi, cioè la curvata e la battente o martellata (esiste ancora?). La preferenza è sulle Klok con chiara risonanza d’acqua ripetute e riprese in 4-5 colpi, bassa tonalità, purezza di suono, ritmo e struttura melodica con variazioni sul tema melodico. Riguardo al giudizio riportano: INSUFFICIENTE: manifesta assenza di risonanza liquida, toni acuti o non chiari: 0 punti. SUFFICIENTE: lieve impurezza di tim bro, buona risonanza d’acqua, buona tonalità, poca persistenza: 4 pt. Idem ma alquanto più estesa (4-5 colpi): 4-5 pt. BUONO: notevole tonalità, purezza di suono, ritmo, struttura e risonanza d’acqua, ben accennate (4-5 colpi) ma poco persistenti: 5-6 pt; idem, ben persistenti con variazioni: 7-8 pt. OTTIMO: manifesta purezza di suono, ritmo, struttura, buona tonalità e alta risonanza d’acqua, ben persistente e altre variazioni sul tema melodico: 9-10 pt; idem con ripetute variazioni, belle varietà curvate e variazioni sul tema melodico con una o più modulazioni tonali basse: 11-12 pt. In passato, il punteggio veniva poi moltiplicato per 3 sul totale della scheda di giudizio; recentemente, il punteggio viene assegnato direttamente già come tale, pertanto, al giudice è consentito dare un punteggio più graduale. Ad es. una Klok da 7 ora è 21 ma il giudice può assegnare un 1/3 di punto (7,33!) per differenziare il cantore per una maggiore assiduità di persistenza della frase o per altre caratteristiche e farlo diventare 22 ecc. Dalla lettura dei criteri di giudizio si evince che la purezza di suono insieme alla

risonanza d’acqua, al tono profondo ed al ritmo, sono le componenti indi-

spensabili della Klokkende. In tutta onestà ritengo i criteri in alcuni punti poco chiari (ritmo…). È vero che sono indirizzati agli addetti ai lavori ma perché non renderli fruibili anche agli allevatori tutti? Potrebbero magari es sere arricchiti da esempi ed ormai una versione digitale corredata di ottime regi stra zioni sarebbe auspicabile. Forse più chiara ed esaustiva è la descrizione ed i criteri di giudizio che fa dei

Nella musica e quindi nel canto, le sfumature sono sempre tante da rendere difficilissima l’interpretazione

toursG.P. Mignone nella sua splendida opera del 1970 sul canarino MW, anche se anacronistica. Riporto ciò che scrisse il Mignone sulla Klok a titolo di es: La Klokkende waterslag si distingue per un suono profondo e ben scandito; talvolta morbido ma sempre forte, il suono si fa sentire come un lento gocciolio d’acqua e più si fa sentire in tal modo, più ha valore. Una buona klokkende WS ha come consonanti iniziali W (L), oppure B (L), oppure G(L), oppure K(L), oppure L e talvolta le vocali abbinate OO; le sue vocali fondamentali sono UI, oppure OOI, oppure UUI, oppure OI, oppure, ancora, IUU. Contrassegnando l’intervallo dei suoni della klokkende WS con il segno <->, che sta a indicare un certo intervallo tra suono e suono, ecco qualche esempio di serie dei suoni della Klokkende WS (vibrazioni siringee lente in UU oppure in OO): B(L)UUI – B(L)UUI – B(L)UUI H(L)UUI - H(L)UUI - H(L)UUI K(L)UUI - K(L)UUI - K(L)UUI W(L)UUI - W(L)UUI - W(L)UUI Mignone continua facendo una distinzione tra le varie forme di Klok riportando tre forme: curvata, martellata e scampanellata. Della prima riporta: “è data dal prevalere delle doppie consonanti iniziali fatte sentire in maniera morbida e ondulata. La forma martellata, invece, poggia essenzialmente sulle vocali che si sentono sonore, vigorose, energiche e, pertanto, il tocco globale è più forte, più corto e più efficacemente marcato di quello della forma curvata. La forma scampanellata è musicalmente intermedia tra le due dianzi viste. Poggia essenzialmente sulla L ed è anche la meno bella”. Continuando sulla dissertazione in merito alla Klokkende, G.P. Mignone aggiunge che nei moderni Malinois la forma curvata pare sia scomparsa: era il 1970!!! Riguardo ai criteri di giudizio scrive (moltiplicare x3 il valore): - 5,6 o 7 colpi di Klokk WS curvata o martellata, con tono profondo, si collocano nella terza fascia Wolf e meritano 7-8 punti; in forma scampanellata 5-6 punti della seconda fascia Wolf. Il punteggio deve essere aumentato (quarta fascia da 9 a 12 pt) se i colpi di Klok saranno più numerosi di 7 e/o diminuito (prima e seconda fascia) se i toni di base si presenteranno poco profondi o meno numerosi. A dire il vero, probabilmente per forma mentis, non amo incasellare il canto del MW in una struttura rigida data da definizioni. Nella musica e quindi nel canto, le sfumature sono sempre tante da rendere difficilissima l’interpretazione e quindi la classificazione in determinate forme. Ogni cantore canta con una sua particolare e singolare originalità. In ogni novello il canto è espressione di interpretazione del canto appreso, improvvisazione e talento (potenzialità genetiche). Pur tuttavia riconosco che per esistere un giudizio, deve per forza esserci un metodo e dei parametri di riferimento. Insomma, come deve essere una Klokkende di qualità? Le caratteristiche ottimali come sopra

riportate sono: chiara risonanza d’acqua, tono profondo, struttura melodica corretta (vocali emesse), ritmo lento, eventuali modulazioni. Ma più semplicemente mi piace riportare ciò che mi disse un noto giudice internazionale quando gli chiesi quali fossero le caratteristiche di una grande Klok. Alla mia domanda fu molto più esplicativo il suo gesto che non ciò che disse (peraltro in inglese che poi mi fu tradotto ed è niente di più di quanto sopra riportato): chiuse a pugno la mano destra e mentre teneva la mano sinistra aperta, colpiva ripetutamente con il pugno chiuso il palmo della mano sinistra! In pratica la Klok deve essere come una goccia, che parte in sordina e poi esplode in tutta la sua pienezza con un bel colpo rotondo, profondo e pieno d’acqua senza perdere morbidezza nel suono e senza essere sguaiato (ad esempio con la vocale A). Spendo due parole sul ritmo che viene riportato nei criteri di giudizio. Come ho detto, più il ritmo è lento più la Klok è di valore. Bisogna però fare una considerazione in merito a ciò. In effetti quando il cantore emette una Klok lenta, bella profonda e acquosa, riesce ad ammaliare anche l’ascoltatore neofita. Ciò comporta uno sforzo notevole da parte del canarino al quale viene ri chie sta un’importante prestanza fisica ed una predisposizione genetica come condizione sine qua non. Già visivamente ce ne possiamo rendere conto: il canarino si prostra in avanti e gonfia “la gola” in modo impressionante, con movimenti ritmici che accompagnano il suono emesso dando fondo a tutte le proprie energie! Il risvolto della medaglia è dato, infatti, dalla grossa difficoltà di tale tour, e più è lenta e più è di difficile emissione; di conseguenza, più è facile che il cantore, se non è nel pieno della forma psico-fisica, non riesca a dare “pienezza” al suono e pertanto la Klok perde profondità ma soprattutto perde risonanza d’acqua per diventare un semplice… flauto!!! Sto parlando di un tourarduo, un vero osso duro, una vera spina nel fianco del Malinois e resta un mistero come i pionieri di questa razza siano riusciti a fissarla nel repertorio di un esserino di appena 30 grammi! Da batterista amatoriale, mi sono cimentato nel cercare di dare un valore, un’u nità di misura al ritmo della Klok. Mi sono quindi munito di metronomo e ho misurato quella che è la velocità di emissione di una Klok considerata lenta. Bene, il valore è di circa 180-190 bpm (battiti per minuto) che in musica corrisponde ad un “prestissimo”. Potrebbe sembrare comunque un valore alto ma solo chi non ha mai ascoltato un Malinois dal vivo può fare una simile considerazione. Avere un ceppo che eccelle in Klok è un po’ lo scopo di molti allevatori del canarino MW. Avere però un Malinois con repertorio completo ed in più una buona Klok, a mio modesto parere, è l’obiet tivo da perseguire. Ciò che rende il Malinois bello da ascoltare è infatti la moltitudine

Canarini Malinois, foto: G. Marson

dei toursche riesce ad emettere e le relative modulazioni e variazioni. La monotonia di un repertorio ridotto rende qualsiasi cantore poco affascinante. Purtroppo, si sentono an che fin troppo spesso Malinois con Klok eccelse ma con repertorio ristretto che risultano particolarmente noiosi. Tra di essi riporto anche soggetti con chiare contaminazioni Harz (basta ascoltare il resto del repertorio per accorgersene ed in particolare i flauti che diventano veri e propri pfeifen…) che tutti condannano ma che in molti ci si cimentano (meticciamento) con risultati alquanto discutibili… In allevamento che strada dobbiamo dunque perseguire? Un consiglio che mi sento di dare ai neofiti è quello di affidarsi ad un solo allevatore serio e disponibile dal quale acquistare dei buoni soggetti ed un buon maestro cantore, senza il quale non è possibile ottenere alcun risultato. All’inizio non è consigliabile dunque fare il classico fritto misto mescolando soggetti che arrivano da più allevatori perché di sicuro i risultati saranno deludenti. Importantissimo è apprendere il canto, impadronirsi della capacità di riconoscere le frasi ma soprattutto riconoscere il valore di esse: aspetto qualitativo! Questo è assolutamente la prima cosa da fare perché solo con una profonda e competente conoscenza della qualità delle varie frasi, riusciamo

a fare una corretta e attenta selezione in allevamento e, di conseguenza, una crescita sostanziale del proprio ceppo. Inoltre, è indispensabile per attuare una corretta e consapevole campagna acquisti ponderata sulla qualità. Un’attenzione particolare bisogna averla nei riguardi di una caratteristica fondamentale con la quale si scontrano tutti gli allevatori e che rende peculiari i tourso suoni d’acqua quali Klokkende, Bollende e Rollende: la risonanza d’acqua. L’allevatore deve avere ben in mente cos’è e saperla ascoltare e rilevare quando il cantore sciorina la sua canzone. Senza di essa il Malinois non è Waterslager!

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