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Accoppiamenti misti
di GIOVANNICANALI, foto J. A. SANZe E. DELPOZZO
In questa sede non intendo parlare tanto di accoppiamenti misti fra specie o razze diverse, ma piuttosto fra individui che presentano caratteri diversi. Sui testi di genetica si parla spesso di accoppiamenti misti fra individui con caratteri diversi, del resto le stesse leggi di Mendel attengono ad accoppiamenti misti fra piselli odorosi con caratteri diversi, di volta in volta riguardanti: il colore dei semi, la forma della buccia dei medesimi, il colore dei fiori ed altro ancora. Sempre sui testi di genetica si danno le percentuali di questo o quel carattere in base a questo o a quell’accop-
Nero opale intenso giallo, foto: J. A. Sanz
piamento, si parla pure di espres sività, di penetranza ed altro. Quello che manca è la segnalazione di eventuali differenze fra i caratteri di individui nati da un accoppiamento in purezza (genitori con lo stesso carattere) oppure nati da un accoppiamento misto (genitori con caratteri diversi, almeno uno eterozigote). Sembrerebbe quasi che non conti il fatto della nascita da accoppiamento in purezza o misto. Noi allevatori di canarini abbiamo invece ben rilevato che in certi accoppiamenti, in purezza o misti, qualcosa può cambiare anche di molto. L’esempio più emblematico sarebbe attinente alla mutazione intenso autosomica dominante e sub letale, ma non intendo soffermarmi, avendo trattato il problema in pubblicazioni specifiche. Segnalo solo la straordinarietà di questa mutazione che considero paramutagenica in grado di alterare la forma selvatica e la necessità di accoppiare intenso x brinato, al fine di non avere brinati in eccesso di brinatura e piumaggio, nonostante che la caratteristica brinato sia quella selvatica. Ho ri te nuto che il brinato domestico non corrisponda più al selvatico e dipenda dalla mutazione intenso, per essere in equilibrio. Oggi pare che la mutazione intenso non sia più esclusiva del Canarino, ma si sia verificata anche in Lucherino e Verdone. Chi volesse rivedere questo aspetto potrà consultare Italia Ornitologica n°8/9 del 2018, articolo “L’unicità della mutazione intenso” del sottoscritto con commento del dr. Pasquale De Luca, visibile anche in inglese sul sito “adop-parma.com”. Desidero in questa sede affrontare altri casi, come l’opale ed il phaeo. La mutazione opale, recessiva autosomica riduce e modifica le melanine, avendo sull’eumelanina l’effetto più tipico che in alcuni casi conferisce tonalità azzurrina, inoltre abbassa come posizione, circostanza ben rara, molta parte dell’eumelanina nella pagina inferiore della penna.
Nero opale mosaico rosso avorio, foto: E. del Pozzo
Phaeo intenso giallo, foto: E. del Pozzo
Phaeo bianco, foto: E. del Pozzo Quando la mutazione opale agisce sulla forma selvatica (detta nero) senza interazioni, si ha il cosiddetto nero opale. Agisce riducendo le melanine ed abbassando, come dicevo, parte notevole dell’eumelanina nella pagina inferiore della penna; non è ben chiaro, ma pare che la feomelanina non venga abbassata. Ebbene, nei soggetti nati dall’accoppiamento in purezza opale x opale il piumaggio si arriccia anche molto: sembra per causa dell’abbassamento della eumelanina, e del suo peso, nella pagina inferiore della penna (questa tesi mi è stata spiegata da J. Van Mol). Quando invece si accoppia opale x portatore (portatore è il soggetto con fenotipo normale ma eterozigote, che in questo caso ha latente la mutazione opale, ciò nel linguaggio degli allevatori), il danno al piumaggio è molto modesto o nullo. Ritengo perché la melanina è ben ridotta e pesa meno, rispetto a quanto accade nell’accoppiamento in purezza. Sembra che, abbastanza paradossalmente, l’accoppiamento in purezza faccia perdere all’opale tipicità, vale a dire espressività. L’eumelanina si riduce meno e si perde anche la possibilità di avere effetti azzurrini, inoltre il peso, come dicevo, pare sia mag giore. Al contrario, quando l’opale nasce da accoppiamento misto la riduzione della melanina è al meglio, con minore danno al piumaggio essendo, ritengo, più leggera e con effetti azzurrini maggiori, in quanto richiedenti granuli di eumelanina più ridotti e distanziati, quindi maggiore tipicità o espressività, sempre a quanto si valuta con l’osservazione. Quando ci sono interazioni di altre mutazioni con l’opale, il problema piumaggio non si pone, infatti l’agata opale, grazie all’azione dell’agata che riduce le melanine, consente anche accoppiamenti in purezza senza danno al piumaggio. La stessa cosa accade nell’interazione con il bruno (isabellismo): il bruno non riduce le melanine ma trasforma l’eumelanina nera in bruna, ed evidentemente questa trasforma zio ne è sufficiente ad annullare il rischio di danno al piumaggio e si può accoppiare in purezza. Ovviamente non ci sono problemi con l’isabella opale, poiché con il termine isabella gli allevatori alludono all’interazione di bruno ed agata. Per quanto concerne l’azzurrino, i bruni opale possono essere accoppiati in purezza senza alcun danno, gli agata opale con danno minimo, tanto che possono essere competitivi. Un fenomeno davvero stranissimo e non spiegato è che l’azzurrino neces sita della presenza di carotenoidi per manifestarsi. Nei fondi bianchi (apigmentazione lipocromica), generati dalla presenza di mutazioni che inibiscono i carotenoidi (gialli o rossi che siano), non si ha alcun effetto azzurrino. Ci sono altri aspetti di rapporto con l’effetto azzurrino che non ritengo di approfondire poiché richiederebbero trattazione a parte. Dico solo che nei neri opale con ottima espressione delle melanine, l’azzurrino appare solo nelle penne forti dei soggetti pigmen-
tati intensi, non nelle penne tectrici (le cosiddette piume). Nei brinati e nei mosaico non c’è vero effetto azzur rino, salvo il caso di grosse carenze di melanine. Le mutazioni alleliche all’opale riconosciute recentemente, onice e mogano, non hanno problemi di piumaggio; bisogna del resto dire che non abbas sa no l’eumelanina a differenza del l’o pale. Si presti semmai attenzione al fatto che spesso soggetti intermedi con il mogano vengono fatti passare per opale, ma tali sono solo a metà e possono avere buon piumaggio. A livello statistico dico che avendo allevato per diversi anni il nero opale con accoppiamenti misti, anche con ottimi risultati espositivi, diciamo almeno un centinaio di soggetti, solo uno ha avuto problemi seri di piumaggio. Gli altri no o poco, magari le difficoltà maggiori le ho notate a livello di timoniere. Mentre i molti soggetti nero opale di altri allevamenti allevati in purezza avevano tutti gravi danni al piumaggio. Per quanto riguarda il phaeo, trattasi di mutazione recessiva autosomica, un tempo più correttamente chiamata rubino. Questa mutazione agisce inibendo almeno in gran parte l’eumelanina e lasciando quasi inalterata la feomelanina. Agisce anche sull’occhio rendendolo rossiccio almeno nei primi giorni di vita in assenza di interazioni, ma rosso anche in seguito in presenza di varie interazioni. Ne consegue una sorta di disegno al negativo, con orli di feomelanina. Ricordo che il disegno originale è nero nella parte centrale della penna, mentre la feomelanina è in periferia: questi sono i centri di convergenza delle melanine già nella forma selvatica. Avendo le femmine più feomelanina dei maschi e costoro più eumelanina, che viene inibita, si ha una sorta di evidenziazione del dimorfismo sessuale; si badi evidenziazione, non effettivo aumento. Ora, anche nei phaeo gli accop pia menti in purezza o misti con portatori cambiano le cose. Nei neri phaeo che nascono da accoppiamenti in purezza, si verifica il fenomeno detto “melanina centrale”, che comporta la solo par ziale inibizione dell’eumelanina, di conseguenza parte cospicua del disegno permane. Quando si accoppia con portatori, il fenomeno suddetto è raro, il disegno di eumelanina è inibito e quasi sempre permane solo traccia sulla rachide delle timoniere. I rarissimi neri phaeo che hanno anche le timoniere a eumelanina inibita totalmente, quindi anche nella rachide, di solito sono figli di due portatori. Il fenomeno suddetto comporta differenze notevoli, nell’aspetto fra i sog get ti tipici e quelli scarsamente espres si detti a “melanina centrale”. Tuttavia nei bruni phaeo, quindi in presenza di una interazione con la mu ta zio ne bruno, il fenomeno melanina cen tra le praticamente non si manifesta. Solo pochissimi bruni phaeo presentano tracce di melanina centrale nella rachide delle timoniere; si badi, anche quando i bruni phaeo nascono da accop piamen ti
Intenso giallo avorio, foto: E. del Pozzo Bruno pastello intenso giallo, foto: E. del Pozzo
in purezza. Evidentemente l’eumelanina bruna è di gran lunga più sensibile alla mutazione phaeo. Nei bruni phaeo l’occhio si mantiene rosso anche negli adulti. L’interazione del phaeo con agata ed isa bella comporta dra stiche riduzioni di melanina, fino all’annullamento superficiale (pars pen na cea) che non consi de ro in questa sede. A livello statistico dico che, avendo allevato per qualche anno i phaeo con accoppiamenti misti (spesso un portatore ed un puro, nonché un nero ed un bruno) e con buoni risultati espositivi, su una cinquantina circa di nero phaeo ho avuto un solo soggetto con tracce evidenti di melanina centrale oltre alle timoniere. Per contro i soggetti nero phaeo provenienti da accoppiamenti in purezza di altri allevamenti, avevano tutti evidenti effetti di melanina centrale. La mutazione topazio, allelica alla phaeo, non presenta rilevanti differenze di espressione nell’accoppiamento in purezza o misto; tuttavia alcuni ritengono che la rachide chiara, propria del topazio, tenda ad esprimersi meglio con accoppiamenti misti. La mutazione avorio, recessiva e legata al sesso con una certa variabilità espressiva, riguarda i carotenoidi che appaiono diluiti, probabilmente in realtà ridotti e collocati nelle parti della penna più interne. Non vi sono grosse differenze fra l’accoppiamento misto o in purezza, tuttavia si nota che talora, con l’accoppiamento in purezza, specialmente se reiterato, si può avere una perdita di tipicità, per cui gli avorio a fattori gialli possono tendere al giallo e quelli a fattori rossi al rosso invece che al rosa. Casi del genere possono accadere anche con accoppiamenti misti, ma raramente. Non ci sono certamente gli automatismi rilevati in opale e phaeo, solo qualche tendenza. Ci sono anche rarissimi casi di soggetti avorio ipertipici che tendono al bianco, questo nei fattori gialli; le pochissime osser vazioni effettuate, per quello che mi riguarda, attengono ad accoppiamenti misti. Non escludoche vi possano essere anche altri casidi migliore qualità nei derivati da accoppiamenti misti. Un
caso modestissimo potrebbe essere il sa tiné che forse esprime meglio l’occhio rosso in accoppiamenti misti. C’è poi una situazione particolare atti nen te a due tipi base, cioè il bruno e conseguentemente isabella. Ebbene pare che nel brunol’accoppiamento con neri aiuti a conservare il disegno nitido, fatto analogo per l’isabellache altro non è che un bruno diluito, che trarrebbe vantaggio dall’accoppiamento con agata (nero diluito). Questa circo stanza è stata data per fatto certo, ma non ci sono pareri univoci ed in ogni caso non c’è l’evidenza lampante che vediamo in opale e phaeo. Secondo alcuni anche la morbi dez za del piumaggio in bruni e conse guen -
Isabella intenso rosso temente isabella, si accentuerebbe con l’accoppiamento in purezza. Per quan to mi riguarda, sono per l’accoppiamento misto anche in queste circ o stanze. Ci sarebbe ora da dare una spiegazione sulla ragione delle migliori qualità legate all’accoppiamento misto, in diversi casi, come tutti quelli descritti sopra. Dico subito che una spiegazione certa non c’è, del resto è fenomeno non studiato a livello scientifico. Personalmente ho tentato di dare spiegazioni, ma a livello di generiche ipotesi se non proprio vaghi pensieri. In apparenza, sembrerebbe quasi che ciò che viene lasciato latente debba poi uscire con più evidenza. Quello che mi pare certo è che la spiegazione non possa essere di genetica formale in senso stretto, ma biochimica, forse epigenetica. Questo perché l’acquisita buona qualità non è permanente ma richiede sempre l’accoppiamento mi sto. Ho pensato ad enzimi riparatori ad azione non permanente e non completa, ma questa idea mi è stata giustamente bocciata da conoscenti biologi, che mi hanno fatto notare come gli enzimi dovrebbero mantenersi. Ritengo quindi che dovremo pensare a qual cosa di diverso, ad esempio agli istoni che potrebbero interferire, o ad altro ancora; certo ben difficile sarebbe dimostrare la ragione precisa. Non rimane quindi che accettare, di fron te ai fatti evidenti, la necessità dell’accoppiamento misto in certi casi, necessità da molti detestata. Non a caso si è preferito abbandonare certi tipi. L’ostilità che molti hanno è dovuta a diverse ragioni, come: il desiderio di a vere tutta la prole del tipo desiderato o il fatto di considerare scarti i portatori. Per quanto mi riguarda, sono sempre stato quasi un estremista nel favore verso l’accoppiamento con portatori, e non ho mai avuto motivo di pentimento. Fra l’altro, più di una volta mi è capitato di vincere sia con i tipi o varietà recessivi che con i loro portatori. Questo purché non vi siano standard errati per i tipi recessivi, ricercando cioè caratteristiche incom pa tibili con quelle dei tipi base.