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Katrin Štoka, Noris Vesnaver Colja and Martina Malalan. The women of the Karst show the very personification of the will to plant the seeds of an all-female future.
fa parte dell’associazione Donne del vino del Friuli Venezia Giulia e possiede un background di tutto rispetto. “A metà degli anni Novanta –racconta– ho deciso di spostarmi da Santa Croce a Montalcino, in Toscana. Qui, grazie ad alcuni amici, sono entrata in contatto con l’azienda Marchesi Frescobaldi, iniziando quindi a lavorare per loro”. Convinta del fatto che il vino vada interpretato come “arte e non sul concetto del vino come vino”, in Toscana la Vesnaver ha iniziato a formarsi nel settore seguendo le squadre tecniche dell’azienda californiana Mondavi che, all’epoca, lavorava in joint venture con la Frescobaldi. Rientrata a Trieste qualche anno dopo, Noris ha poi fatto esperienza lavorando come private sommelier, stringendo una collaborazione con un’agenzia statunitense. “Il mio sogno era quello di andare negli Stati Uniti –continua– anche perché cerco sempre di guardare ad orizzonti lontani”. Dalla morte del marito Jozko, la titolare dell’agriturismo porta con orgoglio la “bandiera al femminile” in un mondo, quello del vino, tradizionalmente maschile. Oggi come ieri, le donne del Carso dimostrano un carattere difficilmente replicabile e una forza d’animo inviadibile. I campi dove coltiva le sue officinali sono situati a Banne e Trebiciano, in una zona tra l’altipiano e il ciglione carsico. In un’area dove la pratica agricola è stata del tutto abbandonata, Martina Malalan ha deciso di impiantare le proprie
Discover the city coltivazioni in un ambiente pressoché incontaminato. “Ho iniziato nel 2010 – spiega– e ad oggi l’attività si sviluppa su circa 5.000 metri quadrati di campi”. Martina è titolare dell’azienda Puress. oil e divide il suo tempo tra l’erboristeria di corso Italia a Trieste (dove vende i suoi prodotti) e il lavoro sul Carso. “La missione che mi sono data è quella di valorizzare e ripristinare i campi e gli orti che risultavano abbandonati da decenni. Faccio tutto da sola, dalla semina, al raccolto, fino al confezionamento”. Tra lavanda, melissa, calendula, rosmarino, camomilla, issopo, menta, finocchietto selvatico e l’immancabile santoreggia, la Malalan ha dato vita ad un vero e proprio spazio sospeso nel tempo, dove a darle una mano per quanto riguarda il lavoro della terra si alternano il padre ed il marito. Prima di tuffarsi in questa impresa “tutta passione”, Martina ha studiato Tecniche erboristiche presso la Facoltà di Farmacia dell’ateneo giuliano e, grazie alla vincita del bando CreaImpresa, promosso dall’allora Provincia di Trieste, ha sfruttato l’occasione per iniziare da zero l’avventura che ancora oggi la vede protagonista. Secondo la giovane carsolina, le erbe aromatiche suscitano “grande interesse nelle persone. “Un po’ per la naturale predisposizione verso la tradizione culinaria locale e un po’ perché il pubblico più sensibile è in grado di captare la tua passione, mi sono resa conto che la gente ha iniziato ad apprezzare questo tipo di impegno molto di più di quanto lo faceva in passato”. Con le sue erbe da campo, Martina ha infatti coronato il suo sogno. “L’idea mi frullava in testa da sempre –conclude– e riuscire a realizzare questo tipo di attività sopra delle terre un tempo desolate, mi fa pensare che in fondo si possa, ancora oggi, dare valore alla flora autoctona e al territorio. La terra in Carso è molto dura e l’agricoltura è ulteriormente difficile. Quando le piante poi sprigionano le loro essenze, allora capisci che il territorio dove viviamo è un posto veramente unico”. [NG] 83
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ono donne, rappresentano il territorio alle spalle di Trieste e hanno deciso di impegnarsi per far sì che alcune tradizioni non finiscano nel dimenticatoio. Katrin Štoka, Noris Vesnaver Colja e Martina Malalan hanno il pregio di unire i territori dove sono nate e cresciute e, grazie alle loro rispettive attività imprenditoriali, sintetizzano al meglio la volontà di piantare i semi di un futuro al femminile. Fondata nel 2018, l’azienda agricola “Klin” ha al suo vertice una giovane donna di che due anni fa ha deciso di dirigere il suo sguardo in una direzione precisa. “Ho fatto un po’ di tutto –spiega– anche se di formazione sono architetto”. La vita in alcuni momenti modifica il sentiero che seguiamo e conduce ad esperienze –e relative soddisfazioni– del tutto diverse da come si erano immaginate in principio. Basata sul giusto rapporto tra tradizione, storia e presente, l’azienda agricola produce molte qualità di vini, tra le quali il Prosekar, vino antico coltivato sulle terrazze a picco sul golfo di Trieste in località Contovello (Kontovel in sloveno). Il nome dell’attività deriva proprio dal toponimo Klinjevec, luogo dove si sviluppano il vigneto principale e la cantina. Trascinata in questa direzione dalle memorie famigliari –suo nonno Viktor, come scrive Katrin, “viveva per questo luogo”– la trentaquattrenne di origini carsoline è erede di uno spirito che il tempo ha cementato qui, tra il profumo delle viti e l’aria che dall’orizzonte adriatico arriva fino al Carso. “Su queste terrazze organizziamo cene, degustazioni e le wine experience che sono molto spesso sold out”. Il posto, in effetti, è clamorosamente incantevole e solo l’inutile scetticismo potrebbe registrare l’assenza di ammirazione nei confronti di questo balcone sul mondo. Chi conosce bene Noris Vesnaver Colja la definisce “un’enorme lavoratrice”. Donna al comando dell’omonimo agriturismo di Samatorza ed erede dell’azienda fondata dal marito prematuramente scomparso nel 2016, Noris
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CARSO MADRE
Katrin Štoka, Noris Vesnaver Colja e Martina Malalan. Le donne del Carso sintetizzano la volontà di piantare i semi di un futuro al femminile.