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Salvatore D’Ambrosio (Si chiamava Claude Monet, di Isabella Michela Affinito, pag

gente d’ogni mondo/ finire col sentirsi a proprio agio/ con l’amare queste mura antiche/ che portano in un’altra dimensione./ Finire col dimenticare/ di essere nel secolo ventesimo/ e attendersi l’incontro in una calle/ di Marco Polo, Tiziano o il Tintoretto/ o Paolo Sarpi o il Prete Rosso. » (Pag. 8). S’immaginò finanche d’essere protagonista o co-protagonista di una commedia del ‘700 di Carlo Goldoni in un teatro, in uno slargo all’aperto parlando scioltamente il vernacolo veneziano «[…] questo dialetto vezzoso/ leggero e femmineo/ carezzare l’orecchio.» (Pag. 8).

Non si è trattato solo di una ‘rifacimento’ in versi di un’ambientazione civica, rimessa su alla svelta dall’arguta descrizione dell’autore che l’avrà fotografata realmente ma soprattutto interiormente come, ad esempio, Castelnuovo al Volturno. Lì c’è una sua grande amica, La musa delle Mainarde, la poetessa saggista scrittrice, Antonia Izzi Rufo, che tra l’altro ha pubblicato molto con l’Edizioni Eva e con lei sussiste un paesaggio che sembra avulso dalle leggi del tempo, raccontandosi da solo. «Percorri una strada/ che serpeggiante sale/ nel verde cuore/ delle Mainarde,/ superi tornanti/ mentre l’argenteo ulivo/ cede il passo alla quercia verdeggiante/ e giungi a Castelnuovo./ Una piazzetta pudica/ che ogni anno/ ritrova l’antica/ pantomima dell’UomoCervo.» (Pag. 27).

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Ad Isernia, altro luogo ‘rifatto’ in versi, c’è, tra gli altri, l’amico Antonio Vanni, il poeta che serba, come reliquia nel proprio animo, il dolore per la scomparsa del suo compagno di banco delle scuole Medie ed è una cittadina «[…] che forse ha ancora qualcosa/ di primordiale,/ qualcosa ancora conserva/ dell’Homo Aeserniensis/ che settecentomila anni fa/ conviveva con leoni ed elefanti.» (Pagg. 2122).

Nel mosaico dei ‘luoghi del cuore’ di Amerigo Iannacone è inutile sottolineare che il punto di partenza resta quello prediletto del suo paese in cui risiedeva, vicino Venafro, per finire la silloge, invece, con la metropoli partenopea di Napoli, la città anche dai ‘mille colori’ come l’ha definita nella sua canzone, Napule è…, il cantautore chitarrista Pino Daniele, scomparso nel 2015 all’età di appena sessant’anni. I ‘mille colori’ verosimilmente sono le anime degli artisti, letterati, attori, santi come San Gennaro e San Giuseppe Moscati, che hanno reso internazionale la città sorta ad anfiteatro ai piedi del Vesuvio. «[…] Se penso a Napoli/ più che al percorso/ plurimillenario della storia,/ oltre che all’architettura/ all’arte e al pensiero di Vico e Croce,/ penso alla letteratura/ dai tempi della fabula atellana/ ai nostri giorni,/ penso all’ossimoro/ del malinconico umorismo/ di Eduardo, Peppino, Totò./ Ma Napoli è per me/ anche la poesia di Bruno, di Rossella,/ e di altri sodali/ che si battono con la penna e col cuore/ per un mondo migliore.» (Pag. 43).

Isabella Michela Affinito

ISABELLA MICHELA AFFINITO

SI CHIAMAVA CLAUDE MONET

Bastogi- 2020 - euro 14

In questo ultimo lavoro poetico, dedicato anche questa volta a un grande artista, Isabella Affinito analizza tre aspetti fondamentali della pittura di Claude Monet: la presenza dell’acqua, della luce e delle piante, e in particolare dei papaveri e delle ninfee, sempre presenti nelle sue tele. Il volume raccoglie ovviamente poesie innanzitutto. Ma anche, come è orami suo divertisement, un ipotetico colloquio- intervista con l’artista che sta esaminando. Dice in prefazione la Caracciolo: “… Isabella ci conduce per mano attraverso le sale di un’immaginaria mostra d’arte …”.

Ma non è solo una conduzione, è anche una spiegazione di ogni pennellata che l’artista francese ha posto sulle sue tele. È la sosta su ogni opera, delle quali Isabella ci racconta tutto ciò che sa, che ha studiato, che ha compreso seguendo il gesto pittorico di Monet, è una vera sistematica dissezione critica. Lei, come per i precedenti artisti a cui si è dedicata, non vive solo l’opera terminata ed esposta, vive i momenti della nascita di quei quadri, tanto è la conoscenza approfondita che ha di ogni centimetro quadrato di quelle tele. Ma non parla solo delle varie composizioni, ci racconta anche in versi cosa è stato nella seconda metà del 1800 il movimento en plein air.

E lo racconta in una lirica, dove dice che il dipingere all’aria aperta era un’esigenza senza inibizioni,/senza il fumo passivo/ sulle pareti dell’atelier.

La cosa che ci piace in queste poesie dedicate all’arte, perché essa è anche una piccola parte di noi, è la semplicità con la quale ci fa comprendere l’uso dei colori e come e in che ore del giorno si deve cogliere la luce, per ottenere l’effetto desiderato.

Ma in tutto questo analizzare e comprendere luce e colori, c’è anche la sua presenza. Discreta ma esistente. E direi anche accorata: Abito nel/luogo dove le/parole fluttuano,/eppure tu come mi/vedi? Mi giudichi /ombra dietro le parole …

Descrizioni puntuali e dettagliate in pochi versi. Coglie la Affinito l’essenza dei quadri di Monet, del suo mondo interiore, che con pacatezza si

stende con i pennelli sulle tante tele da lui dipinte.

Si sa, e ce lo ricorda la poetessa, che Claude dipingeva lentamente. Non aveva fretta di terminare un lavoro. Aveva bisogno di conoscere bene la luce che accendeva o smorzava i colori.

La luce, si sa, colpisce in modo diverso le cose. Essa è diversa nell’acqua, rispetto a quella sulla facciata di una chiesa. Diversa è sui papaveri in confronto a quella che cade sulle ninfee.

Monet faceva questo lavoro di ricerca e poi lo portava su tela.

E c’è ancora la presenza costante dell’acqua in Monet. Come anche nella poetessa.

Dice, infatti, Michela: conosco solo legami/d’acqua che regalano la/freschezza di un momento,/ogni terra che incontro cambia …

L’acqua per l’uomo è vita, senza acqua non si può stare. Ma basta tornare alla foce per ritemprarsi e continuare con nuova lena a vivere.

Compare la speranza, la voglia di ricerca di novità che portano aperture a nuovi mondi.

Questi suoi versi sono un‘analisi critica minuziosa dei tanti lavori di Monet, come le fumose arie londinesi, i colori dorati delle venezie, il verde del ponticello sullo stagno, Giverny.

E poi le donne fruscianti con i loro ombrellini nella loro consistenza/ di una nuvola passeggera. Intesa non come disprezzo, ma come eterea levità, angelo caduto in terra a rendere migliore la vita del maschio. E poi le ninfee d’un blu/resistente agli affanni … E cosa dire dei rossi sfacciati dei papaveri con quel loro cuore nero, così belli e così rapidi a svanire. Rossi papaveri indomiti, come li chiama Isabella conquistata al pari di Monet da questo bellissimo fiore.

C’è, dunque e non poteva essere altrimenti, anche lei che cammina insieme a Monet.

In conclusione al testo c’è la verifica, da parte di Isabella Affinito, del suo aver percorso con intensa emotività e sapienza la pittura e l’arte del grande Monet.

Attraverso un’intervista impossibile di quindici domande, vuole sapere dal Maestro, ma in effetti sta chiedendo a se stessa, se tutte le cose che ha scritto su di lui sono corrette.

Direi che non c’è bisogno di risposte, a parlare bastano le opere di Claude Monet, confrontate con i versi che da lei gli sono stati dedicati.

*** Assieme al volume su Monet, la gentilissima Isabella mi ha fatto omaggio anche di un altro suo lavoro. Il IV volume dei percorsi di critica moderna. In esso esamina opere letterarie di vari autori, tra cui Carmine Manzi, Luigi De Rosa, Tito Cauchi, Silvano De Marchi, Amerigo Iannaccone, Maria Grazia Lenisa, e tanti altri. A questi scrittori e poeti, alcuni dei quali sono storici collaboratori di Pomezia-Notizie, dedica delle pagine di critica già pubblicate, e qui raccolte.

Anche in questo volume, si vede la mano felice della Affinito nel tratteggiare gli autori attraverso la lettura puntuale dei loro scritti. Il volume abbastanza corposo, consta di 240 pagine, è stato edito dalla casa editrice Menna di Avellino. In copertina un collage della stessa autrice, realizzato con forme geometriche ricavate da ritagli di giornali. La parola si fa emblema, simbolo di una metafora che ci ricorda il valore dello scrivere e del comunicare suo tramite.

Salvatore D’Ambrosio

MANUELA MAZZOLA

FRAMMENTI DI VITA

Convivio Editore 2020 -€ 8,00

Ritorna, con una raccolta di trenta liriche, Manuela Mazzola a raccontarci del suo vissuto.

Il sottotitolo è emblematico e spiega molto bene l’ambito in cui si è mossa.

Rievoca la poetessa il passato; si muove nel presente; vede e cerca nel suo futuro.

Ho trovato,/ sparsi sulla mia finestra,/ frammenti di vita(…)(…)la mia fantasia,(…)(…) tinge il futuro di speranza.

Ecco il passato, che costruisce nella giovane poetessa la speranza per il futuro.

Resiste ancora in lei, non ostante abbia superato l’età della maturità, il mondo fiabesco dell’infanzia popolato ancora di estati infuocate, balli, risate spensierate. Cose le quali, ne è cosciente la preparano alla vita. Sono versi semplici i suoi. Pochi per lo più in ogni composizione, ma tratteggiano bene il sentimento che prova nel momento della scrittura.

Vi sono ancora quelle sensazioni di fanciulla, che alternano nelle composizioni l’incanto e il disincanto della vita. E non è negativo del tutto, perché attraverso questa alternanza, questa disarticolazione, si percepisce come è fatto il mondo e si cerca la via per percorrerlo nel migliore dei modi possibile.

È ancora giovane Manuela, ma già sente passi affannati/sul catrame consumato.

Sa che, in questa corsa continua che è la vita, rimarrà qualcosa di sé.

Il poeta non è votato all’oblio. È vero. Cosa c’è di più immortale di lasciare versi?

Ma loro, parlano solo a chi sa ascoltarli.

Questa frammentazione della vita che lei coglie, è perché lei possiede ancora tanto presente da vivere.

Ciò la disorienta un poco e le fa posare lo sguardo in più direzioni.

Appaiono visioni passate, che hanno tolto un senso al presente e probabilmente anche a un diverso futuro.

Dove le vibrazioni/di antichi echi/raggelano il (…) corpo.

Le occasioni perse, quelle mancate, con gli occhi del senno del poi, donano sensazioni che non ci piacerebbe mai provare.

Ma il mondo è così, la vita è così. Mia madre mi insegnava che sono tutti questi frammenti, questi pezzetti giornalieri di vita che completano poi il puzzle della nostra esistenza.

Però nella sua costruzione perfetta, bisogna saper eliminare quei pezzi che non sono adatti.

Manuela lo ha capito e l‘operazione di pulizia la effettua e la racconta nella lirica: Pietre.

Il volumetto della Mazzola presenta spunti e tematiche interessanti, che sebbene soggettive per ovvie ragioni, non esulano da una ricerca millenaria che operatori culturali portano con loro.

Bisogna nell’esprime concetti vecchi come il mondo cercare modi nuovi per dire quelle cose che sono state già dette nel modo in cui noi, senza accorgercene, le continuiamo a ripetere pari pari.

Ecco su questo punto rileviamo delle incertezze da parte della Mazzola.

Ci piace citare un solo esempio per tutti: gli ultimi due versi della lirica in chiusura Ultimo Capitolo. Quello scorrere di “fotogrammi”non porta la Mazzola verso quel futuro che lei si auspica. Sa di già udito e scritto, e lei non cerca il passato come stile di vita, ma anela a cose future. Perché basta un guizzo, una scintilla/ e si riaccende la speranza. E il segreto, non è un segreto. Perché è noto a tutti e appartiene a tutti: esso è la vita. E allora cerchiamo di più e meglio nella vita; non ci accontentiamo di rovistare tra i frammenti.

Salvatore D’Ambrosio

MARIO BORTOLETTO

DA DEBITORE A CREDITORE (Nei confronti delle banche)

Versione brossura: Chiare lettere - Edizione 2018, pag 145, €, ISBN: 979-12-200-3029-8.

Mario Bortoletto organizza un incontro a Roma. Ricevo tramite un’email l’invito di un suo convegno del 6 dicembre 2018 presso la Chiesa di S. Ignazio. Partecipo con piacere al convegno e ricordo a Mario Bortoletto il fatto che recensii i precedenti suoi libri (“La rivolta del correntista” e “Contro gli abusi delle banche”) sulla Rivista Pomezia –notizie. Ebbe molto piacere. In questo convegno ha presentato l’ultimo suo libro “Da debitore a creditore”.

Il libro è costituito da 25 brevi capitoli e da un Appendice che riporta circa una ventina di foto relative a convegni da lui organizzati in varie parti d’Italia: per esempio a Massa Carrara, Asiago, Padova, Cosenza, etc…

Nella presentazione Bortoletto dice che questo libro non tratta di alta finanza e/o tecniche bancarie, ma descrive come comportarsi con il sistema bancario con parole semplici, accessibili a tutti (privati cittadini, imprenditori) al fine di non dover subire comportamenti scorretti da parte del sistema bancario. Pertanto, un capitolo l’undicesimo invita il sistema scolastico ad inserire nei programmi di studio durante l’istruzione superiore nozioni di conoscenza della materia bancaria.

Nel primo capitolo viene presentata la storia di un imprenditore, che dopo trent’anni di attività per problemi di riscossione di crediti verso alcuni suoi clienti, fra cui lo Stato, ha un debito con il suo istituto bancario. Tornando a casa gli vengono brutti pensieri. Dopo circa un mese si rivolge allo studio di Bortoletto, che dimostrerà il suo essere creditore

nei confronti della banca e non debitore!

A proposito del problema finanziario cito un episodio di un’email del 6 marzo 2013, ricevuta nella mia posta elettronica: viene riportato il suicidio di un imprenditore della Ebla a Quinto di Treviso dopo aver scoperto un danno all’altoforno. A fronte di questi episodi lo Stato ha emanato il 27 gennaio 2012 la legge 3, denominata salva suicidi. In tale legge vengono riportate regole per ridurre il sovra indebitamento, aiutando così chi si trova in crisi economica. E’ un altro strumento per poter risolvere le crisi debitorie, oltre alle verifiche della corretta gestione delle banche, di cui è esperto Bortoletto.

Questo libro è molto interessante anche rispetto ai due libri precedenti per le informazioni pratiche che contiene per difendersi dai comportamenti scorretti delle banche. Vengono citati esempi di persone segnalate alla Centrale dei Rischi ingiustamente perchè creditori anziché debitori. Si cita l’esempio di un imprenditore che per ottenere un finanziamento per l’acquisto di un macchinario si vede costretto ad acquistare azioni di una banca veneta, che poi successivamente fallisce. Vengono citate clausole fideiussorie firmate come garanzia da terze persone indebitamente coinvolte! Si tratta del MIFID. Si danno consigli per evitare di firmare o sottoscrivere investimenti non affidabili. Si cita un episodio in cui il Direttore di una banca dice ai suoi dipendenti che a fronte di reclami da parte dei clienti di essere evasivi rispetto alle domande soprattutto a quelle imbarazzanti. E così via.

Fra l’altro ricevo continuamente da Bortoletto sulla mia posta elettronica varie email riguardo cause da lui vinte per la difesa dei suoi clienti.

Ne cito alcune: - email del 19/12/2018: Bortoletto difende un correntista dalle pretese di una banca riuscendo ad ottenere circa 50.000€ dalla banca, che invece vantava un credito di circa 95.000€; - email del 1/03/2019: Bortoletto festeggia il compleanno del suo servizio “Ti accompagno in banca” riuscendo a difendere un suo cliente da una banca che gli chiedeva un rientro di circa 225.000 €. Il correntista chiude la pratica pagando soltanto 60.000€! - email del 22/03/2019: il Tribunale di Belluno stabilisce che le fidejussioni, che ricalcano il modello proposto dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana), sono nulle, come ha scritto Bortoletto nel suo libro! - email del 22/11/2019: Bortoletto ottiene altre due importanti vittorie difendendo due correntisti presso il Tribunale di Treviso. Il primo si sentiva aggredito dalla banca, che sosteneva di vantare un credito di 464.688,34 €. Bortoletto ha bloccato le pretese della banca. Il secondo correntista viene difeso dalle pretese di una banca riuscendo ad ottenere circa 60.000€, anziché pagare 90.000 €! - email del 27/11/2019: sentenza a favore, per mutui usurari, ottenuta presso la Procura di Rovigo contro gli Istituti che si erano attivati esecutivamente con le vendite all’asta degli immobili dei mutuatari per un valore complessivo di 700.000 €, ottenendo la sospensione della procedura; - email del 6/02/2020: sentenza a favore, a seguito di denuncia penale, ottenuta presso la Procura di Teramo per mutui, risultati tutti usurari, ottenendo la sospensione della procedura della vendita della casa all’asta; - email del 14/02/2020: altra sospensione di una procedura esecutiva da parte della Procura della Repubblica dopo il deposito di nostra denuncia penale; - email del 4/03/2020: il caso di un rifiuto da parte del Direttore della Banca a pagare un assegno circolare, tratto nella stessa Banca, viene risolto con l’intervento dei Carabinieri; - email del 20/03/2020: Bortoletto difende un correntista dalle pretese di una banca che gli chiedeva un rientro di circa 150.000 €. Il correntista chiude la pratica pagando soltanto 30.000 €, dimostrando le irregolarità della Banca per usura, anatocismo e commissioni non dovute; - email del 24/03/2020: ottiene una vittoria nella difesa per contrastare i danni derivanti da illegittima segnalazione alla Centrale dei Rischi! - email del 27/03/2020: il Tribunale di Roma prende posizione sulla nullità dello strumento derivato; - email del 02/04/2020: altra vittoria di Bortoletto che ottiene per un correntista un risarcimento dalla banca dopo la chiusura di un conto corrente per illeciti subiti nel tempo; - email del 11/06/2020: nullità di un contratto fideiussorio presso il Tribunale di Imperia (sentenza n. xyz/2020 pubbl. il 14/05/2020); - email del 02/07/2020: altra vittoria di Bortoletto che ottiene per un correntista un risparmio di 400.000 € su 600.000 € richiesti dalla banca; - email del 09/12/2020: la Procura della Repubblica sospende l’asta e accoglie tutte le nostre richieste. Lo studio Bortoletto dimostra i profili usurari del mutuo.

Se sul web si accede al link seguente: https://www.youtube.com/watch?v=F130UOcfKpwsi può vedere un video di Bortoletto dal titolo “Ti fidi della tua banca?”, in cui Bortoletto spiega in modo chiaro le varie esperienze dei clienti nei rapporti con le banche e come imparare a far rispettare i propri diritti.

Bortoletto riceve un elogio per la sua opera dal “nemico”: un dirigente di una grande banca afferma che Mario Bortoletto è professionalmente preparatissimo purtroppo per esperienza vissuta personalmente.

Bortoletto denuncia gli sciacalli: studi legali che, visto il caso del comportamento illegittimo delle banche, si improvvisano a difendere le vittime con parcelle alte (4 –7mila euro!) senza avere la capacità di fare una perizia seria!

Bortoletto ha preso a cuore le battaglie contro l’usura bancaria perché colpito dalla situazione delle vedove degli usurati che si sono tolti la vita a causa delle banche.

Mario Bortoletto è il classico imprenditore veneto, tutto d’un pezzo. E’ di Vigonza (Padova), classe 1949, ha iniziato a lavorare giovanissimo mettendo in piedi un’impresa edile partendo praticamente da zero.

Oggi la lotta alle lobby bancarie per Mario Bortoletto è una vera e propria missione che svolge quotidianamente, a latere della sua attività imprenditoriale, come vice presidente del movimento “Il delitto di usura”.

Nel 2014 ha pubblicato “La rivolta del correntista”, più volte ristampato, ora disponibile in versione tascabile.

Il suo sito web è: www.mariobortolettousuriabancaria.it, il suo indirizzo email è: mariobortoletto@gmail.com

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