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Tra le riviste, pag
by Domenico
zioni di una fanciulla (parte prima, 2019), Sensazione di una fanciulla (parte seconda, 2020), Frammenti di vita (2020), Enzo Andreoli e la Shock Art (2021). ** ROSANGELA ZOPPI – La lingua di Roma dialetto, proverbi e modi di dire – Prefazione di Filippo Ceccarelli. In copertina, cartonata, “donna appoggiata a un muretto sulla sponda del Tevere”, foto di Giuseppe Primoli; numerose altre foto all’interno del testo - Gangemi Editore International, 2021, pagg. 512 + 16 fuori testo a colori, € 44,00. Rosangela ZOPPI è nata a Roma. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Padova, ha pubblicato diversi volumi di poesie in lingua e in dialetto romanesco, di cui è studiosa ed esperta. Alcuni suoi articoli di critica letteraria sono apparsi su varie riviste. Si è occupata di teatro (testi e regia) e di traduzioni (inglese e francese) per due case editrici; ha tradotto in italiano il capolavoro di Thomas Stearns Eliot “Assassinio nella cattedrale”, traduzione per la quale è stata intervistata da Radio Vaticana. Ha tradotto in romanesco due sonetti di William Shakespeare inseriti nel volume “Shakespeare’s Sonnets Global” (2009 per il quadricentenario della prima edizione dei sonetti shakesperiani). Tra i suoi volumi: Le mie parole per gli altri (1989), Una donna contro un re (romanzo, 2000), Roma – la memoria delle strade (2007), SPQR (Sproloqui, Proverbi, Quisquilie, Ricordi): Roma e il suo popolo (2011).
TRA LE RIVISTE
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L’ORTICA – Pagine di informazione culturale, direttore responsabile Davide Argnani – via Paradiso 4 – 47121 Forlì – E-mail: orticadonna@tiscali.it – Riceviamo il n. 129, aprile-luglio 2021, con le firme di Claudia Bartolotti, Davide Argnani, Mirna Milandri, Giampaolo Chiarelli, Pietro Cimatti, Mariarita Zanca, Luigi Metropoli. * FLORILÈGE – Rivista trimestrale di Creazione letteraria e artistica, direttore Stéphen Blanchard – Bureau 328 Boite H 1 – 2, rue des Corroyeurs 21000 Dijon (Francia) – Email: aeropageblanchard@gmail.com – Riceviamo il n. 185, dicembre 2021, sempre splendido per contenuto e immagini. Centinai i poeti, con versi classici e moderni. La rivista organizza anche concorsi, come il « Concours International de Photos sur les thèmes des Tags, Graffitis et Street Art » e il « Concours dis-moi dix mots 2022 de la revue Florilège fondée en 1974 » dal tema : Mignonne, allons voir si la rose… » de Ronsard. Chiedere regolamento e partecipare. * L’ATTUALITÀ – Periodico mensile di società e cultura, fondato e diretto da Cosimo Giacomo Sallustio Salvemini – via Lorenzo il Magnifico 25 – 00013 Fonte Nuova (Roma) – e-mail: lattualita@yahoo.it – Riceviamo il n. 11-12, novembre-dicembre 2021. Tra i tantissimi collaboratori, anche la nostra Manuela Mazzola.
LA POESIA NON È COSA PER ALLOCCHI
Anche i poeti, invecchiando, credono di diventare saggi, e incominciano a “predicare”, ma chiedo perdòno al lettore se non riesco a tacere.
Da troppi anni vediamo troppi corrotti e lestofanti, barattieri e imbroglioni sorridenti, istruiti ed eleganti –intrufolarsi, rubare, dissipare nelle repubblicane istituzioni.
Le carceri stanno scoppiando eppure le mafie ancora impazzano, la delinquenza comune dilaga, sempre più crudele e disumana.
Anche nelle spire soffocanti della Grande Crisi c’è chi stenta ad arrivare a fine mese ma c’è chi si arricchisce speculando. Per non fare della semplice teoria non basta una formale parità di Bilancio in un vuoto pneumatico di valori. Poeti e artisti non restino sempre a guardare. La poesia non è cosa per allocchi, e non è cibo per gli sprovveduti.
Luigi De Rosa
Da: Fuga del tempo, Genesi Editricee, 2013
ORA ANCHE UN CANTO
Ora anche un canto d’uccello mi è prezioso, un alito di brezza, una cima d’albero che vi si culla. Ora con altro occhio guardo una nuvola, la sua pioggia sottile che sfiora la foglia, sgocciola, la lucida, con palpito umano la carezza. Ora accolgo con gioia anche il tuono e immagino lo scontro di due furie giganti. Ora mi è gioiello un sorriso soltanto accennato una parola d’amore detta dagli occhi, uno sguardo di bimbo a spasso con la mamma che si volta, mi osserva, mi fa ciao con tre dita.
Gianni Rescigno
Da: Il vecchio e le nuvole, BastogiLibri, 2019
* È in me il consolatore del lago sconvolto di Tiberiade: le stesse mani ora drizzano la prora della navigazione, non più ignota. E dal monte delle Beatitudini pare udire suoni d’amore rotolarsi come perle nella valle. Imbruna come se fosse l’alba. Dalla finestra, Roma mi zampilla un crescendo di chiarori e neon fantasmagorici. Le guglie sono alte, più alte nel cielo, che ha cessato di piangere. È vero, Signore, che vinci le tenebre. Già l’orizzonte si uguaglia al germoglio di luce dei tuoi occhi, quasi cristallo che rifletta biade.
Palpita il mio cuore, vela gonfia d’azzurro.
Rocco Cambareri
Da: Versi scelti, Guido Miano Editore, 1983
Domenico Defelice: Raul Follereau, l’amico dei poveri (china su cartoncino, 1965, proprietà di Geppo Tedeschi, Roma) →
NEI SUOI OCCHI STAZIONE ALL’ALBA
Mare calmo d’inverno disteso e puro come un dio sereno, oggi un bambino che viene dalle nebbie, dai grigi pioppi della Lombardia, spazia lo sguardo in te la prima volta. Assoluto così, enigmatico e chiaro, mare, non mi apparisti mai come mi appari nel lungo stupore dei suoi occhi.
Ada De Judicibus Lisena
Da: Omaggio a Molfetta, Edizioni Nuova Mezzina, 2017 All’alba anche le luci della stazione sono stanche e pervase da un pallore d’angoscia. Pochi i viaggiatori in attesa ancora assonnati ed assorti: ogni discorso tornerebbe a noia.
Si verifica senza voci l’assalto al treno, e ognuno va a sedersi nel posto più isolato, in un cerchio di solitudine.
Domenico Defelice: “Processo a porte chiuse”, illustrazione dell’omonima novella di Piero Ales (1962, olio su tela 34,50 x 25), proprietà Dott. Piero Ales, Reggio Calabria. ↓ All’orizzonte una nuvola rossa precede il sole, ma i paesi dormono ancora a ritroso delle stazioni, mentre il treno sbuffa veloce.
Tra una fermata e l’altra il pensiero dipana la scia della casa lontana, e ascolta la rossa eco del gallo che stride nella notte…
Francesco Fiumara
Da: Domenico Defelice – Francesco Fiumara. Iter culturale – Poesia – Saggistica,
La Procellaria Editrice, 2000
E QUANDO GLI ALTRI
E quando gli altri, e gli altri, e tutti, tutti, diranno ch’è solo una favola e rideranno di tempi e nazioni e pesteranno le Croci e abbatteranno i Templi tra i ruderi di pietra e di carne, se vivo, io sarò a confessarTi.
e l’aria non sa di bestemmia e la notte non è iconoclasta, T’innalzerò un Altare sotto arcate di stelle e immolerò la Vittima Eterna che ancora, che sola, ci unisce e ci salva.
Eleuterio Gazzetti
Da: Domenico Defelice – Eleuterio Gazzetti, Edizioni Pomezia-Notizie, 1984
È IN TRADUZIONE NEGLI STATI UNITI D’AMERICA la silloge di poesie 12 MESI CON LA RAGAZZA
di Domenico Defelice A tradurla è la dottoressa scrittrice e poetessa Aida Pedrina
Ecco, di seguito, alcuni brani nell’originale e nella bella traduzione:
SOLI E NUDI
Ed è tornato ottobre, rosso e giallo come pazzia d’amore! Non ho che questo cuore chiodato da offrirti e più di cento pene. Non ho che la speranza a trattenermi sull’orlo dell’abisso.
Se tu volessi, saremmo ancora noi, soli e nudi, senza infingimenti o ipocrisie. Riscopriremmo pascoli di sogni ove il trifoglio non arrossa in questo mese di mosto e di mirtilli...
Ma tu mutato hai già capelli, labbra e ciglia! Pure ancora bella sei quasi una fata in elegia di foglie. Si sciolgono i miei occhi: al tuo pensiero drudo non sono in vorticosa danza, non ti bacio nei sogni e tu non fremi di passione.
Al di là delle lacrime stasera c’è un enigma a scacchi.
ALONE AND NUDE
And October is back, red and gold like love's madness!
I don't have anything but this broken heart to offer you, and more than a hundred sorrows. I have nothing but hope to hold me back from the brink of despair.
If you would want we could still be us, alone and nude, without hypocrisy or pretending. We would rediscover the meadows of dreams where the clover does not redden in this month of new wine and berries....
But you have already changed hair, lips and lashes! But you are still beautiful almost a fairy in the elegy of leaves.
My eyes are melting: in your thoughts I am not the rake in a wild and twirling dance I am not kissing you in dreams and you are not trembling with passion.
Beyond the tears tonight there is an enigma of chess.
NON PIÙ FRUSCIO DI FOGLIE...
Picchiò con dita scarne. (Il pesco era già morto, alla finestra
non si tendeva più ramo né foglia.) Mi rannicchiai dietro la panca oppresso da un terrore di fanciullo.
“Anima delicata, per te la vita parole ha d’autunno! Non disperare. Colei che ami un giorno a te verrà con le sue mani di purissima seta a tergere il tuo pianto e miele recherà sulle sue labbra fresche e angeliche polle. Non più fruscio di foglie ascolterai, né sbattere di rami alla finestra; ma un’armonia soave ogni tuo sogno renderà certezza...” Vi riconosco, o voce d’oltre tomba, voce amica. Ansie e pene più certo non avrete; questi giorni dei morti a noi soltanto recan lacrime amare...
O Marcellina, quanto mi fai soffrire! Che non ti parli al cuore più tua nonna? Fredda pietra s’è fatta? Deh, vieni, vieni, dimmi che m’ami, fammi scordare il grido di civetta che strazia questo gelido novembre.
NO MORE RUSTLING LEAVES
It knocked with bony fingers. (The peach tree was already dead: at the window there was neither branch nor leaf). I was crouching behind the bench oppressed with the terror of a child.
Delicate soul, for your life has autumnal words! Do not lose hope. The one you love will come to you someday with her hands of purest silk to wipe your tears and honey she will have on her lips fresh and heavenly springs. No more rustling of leaves you will hear, nor lashings of branches at the window; but a soothing harmony will make all your dreams come true....
I recognize your voice from behind the grave, friendly voice. Surely, yearnings and sorrows you no longer have; these days of the dead bring bitter tears only to us living....
Oh Marcellina, how you make me suffer! Is your grandmother no longer speaking to your heart? Did she turn herself into cold stone? Oh come, come, tell me you love me; make me forget the ominious cry of the owl piercing this ice-cold November.
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