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Marina Caracciolo, pag. 48); Eugenio Maria Gallo (Non circola l’aria, di Domenico Defe- lice, pag. 49); Manuela Mazzola (Lo sguardo della dea, a cura di Giosuè Auletta, pag
by Domenico
era impresa facile catturare e imprigionare la sua anima (…) lavorò ancora per una mezzora, come ispirato (…). 'Stupendo! Stupendo!', gridava al pittore come un ossesso. 'Hai disciolto il suo corpo, hai trascritto quel che lei vedeva, ma il suo animo è intatto!' (…) Il mercante pose sul tavolo il denaro e uscì correndo col quadro fra le mani” (Cfr. Domenico Defelice, “Il mercante” pp. 98- 99- 100).
Ma, come scrivevo di sopra, c'è un racconto “spia” che dà il senso e la misura dei racconti di Domenico Defelice ed è il racconto “In viaggio con Google”. E' il racconto che dà contezza del ritorno dello scrittore alla propria terra, alle persone care, alla vita e alle esperienze d'un tempo. E se in questo racconto il ritorno è virtuale, in tanti altri è frutto della memoria, tant'è che mi piace sottolineare che il tema di fondo di questi racconti e dell'intera raccolta è il tema delS, il tema appunto del ritorno. Lo stesso titolo della raccolta, “Non circola l'aria”, allora assume una valenza metaforica, in cui si condensa uno stato d'animo. E' lo stato d'animo del dell'autore- protagonista il quale, forse, sente che, fuori dal proprio “mondo”, è come se non possa circolare l'aria.
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Così, nei racconti di D. Defelice, riprende corpo la terra dì origine e ritornano ombre e figure d'un tempo, voci e suoni d'un mondo lontano e d'una età perduta. E l'uno e l'altra ritornano intatti, nella propria dimensione, attraverso la memoria che garantisce, all'autore- protagonista dei racconti, il viaggio tutto intimo del S, del ritorno alle radici e a Gea.
E', forse, questa la chiave di lettura di questi racconti di Domenico Defelice, racconti interessanti e coinvolgenti e svolti in una prosa felice e piacevole, tanto da spingere ad una lettura d'un fiato.
Eugenio Maria Gallo
La presente recensione, del Prof. Eugenio Maria Gallo è apparsa nello scorso numero di maggio con firma di Mario Gallo. La ripubblichiamo, chiedendo scusa all’Autore per quanto successo.
D. Defelice
GIOSUÈ AULETTA (a cura di)
LO SGUARDO DELLA DEA Guida alla conoscenza del paesaggio
Ecomuseo Lazio Virgiliano APS, Pagg. 144
Tra miti, leggende e storia si sviluppa il volume Lo sguardo della dea, una guida alla conoscenza del paesaggio dell'agro romano. Mappe, reperti, scavi archeologici e tante immagini a testimoniare l'importanza di questi luoghi.
Il Lazio virgiliano è divenuto Ecomuseo ossia, come ha affermato Giosuè Auletta, un paesaggio con tre elementi fondamentali: il territorio, la comunità e la partecipazione degli abitanti; il valore, quindi, è dato dalle persone che ci vivono e che sono le prime a beneficiarne. Dunque, una zona che riserva molte sorprese, le quali quotidianamente vengono alla luce; pezzi di un passato glorioso, non solo quello della capitale, ma dell'intera provincia romana.
È degli ultimi giorni, infatti, la scoperta nella zona di Santa Palomba, di una necropoli con diciassette sepolture, un asse viario, una serie di strutture murarie di una villa romana e un anello con cristogramma, tutti databili tra il I sec. a.C e il V sec. d.C.
Il volume promuove queste ricchezze tra passato, presente e futuro attraverso fotografie, cartine, ricostruzioni e leggende.
Sono, però, molti decenni che una buona parte dei cittadini si impegna a proteggere e a sostenere il territorio, nel quale si trovano, ad esempio, le grotte del Fauno con la sorgente di acqua sulfurea, la rupe di tufo litaica del centro storico di Ardea, il tempio arcaico, il Castrum Inui, il tempio del Monte della Noce, il santuario con i tredici altari, l'area archeologica di Santa Palomba e tanto altro. Un immenso patrimonio artistico-culturale.
Nell'Eneide, Virgilio racconta che Ardea, città più antica del Latium, venne fondata da Danae, principessa greca proveniente da Argo e che Enea sbarcò sulle nostre spiagge per fondare Roma, sconfiggendo, poi, Turno, re dei Rutuli.
Questa guida – scrive nell'introduzione Piera Anna Maria Muzzu Martis, presidente dell'Ecomuseo – è una forma di comunicazione, frutto di una comune azione, che ha messo in relazione persone appartenenti a comunità diverse dell'Ecomuseo Lazio Virgiliano.
Rappresenta, però, anche un grido sommesso e civile di denuncia per tutti quegli interventi urbanistici, i quali hanno nascosto una grossa parte di questo patrimonio, come la sparizione della via Sacra sotto una colata di asfalto.
Lo sguardo della dea è il risultato di un progetto finanziato dalla Regione Lazio legge 24/2019, Piano 2021 e di un gruppo di persone, primo fra i quali Giosuè Auletta, storico del luogo e di Marco Auletta, Stefano Auletta, Giampiero Castriciano, Maria Castriciano, Paolo Cecchetti, Salvatore Conte, Enrico Del Vescovo, Egidio Di Cio, Antonio Iadevaia, Antonella Liberati, Mario Lorenzetti, Christian Mauri, Giuseppe Montalbano, Paola Muzzu Martis, Antonella Nisi, Carla Oliva, Piero Orlando, Luciana Parenti, Eleonora Persico,