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IL FASCINO DELLA SCIENZA di Domenico Defelice

ISSN 2611-0954 mensile (fondato nel 1973) Direzione e amministrazione: Via Fratelli Bandiera, 6 Tel. 06/91.12.113 00071 POMEZIA (Roma) Fondatore, Proprietario e Direttore editoriale: DOMENICO DEFELICE e Mail: defelice.d@tiscali.it Attività editoriale non commerciale (art. 4, D.P.R. 26.10.1972 n. 633 e successive modifiche) Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 213/93 del 23/5/1993 La collaborazione, sempre gratuita, in parte è libera, in parte è per invito. Ogni autore si assume la responsabilità dei propri scritti Manoscritti, fotografie e altro materiale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti É ammessa la riproduzione, purché se ne indichi la fonte. Per ogni controversia, foro competente è quello di Roma. Il mensile è disponibile su: http://issuu.com/domenicoww/docs/ Anno30(NuovaSerie) n.89 Ag./settembre2022 N°20dellaSerieonline Autentico divo della comunicazione culturale e scientifica PIERO ANGELA HA RIVELATO AL GRANDE PUBBLICO

A Natura - da lui sempre amata e rispettata, fatta conoscere e apprezzare anche dal popolo minuto ha voluto salutarlo alla sua maniera nel giorno della dipartita: Piero Angela se n’è andato il 13 agosto 2022 in una Roma festeggiata dalla pioggia, dopo mesi di temperature da forno; con la coreografia dei lampi, fascinosa e spaventosa a un tempo; la musica, prima bassa e poi fragorosa dei tuoni e delle gocce tintinnanti sull’asfalto e sui palazzi; le chiome dei pini scosse come verdi bandiere. Scrosci, luminarie, musica, movimento, vita, non stagnazione e morte, per omaggiare un uomo che conosceva tutto e che il tutto ha voluto e saputo partecipare agli altri: la terra, il mare, gli esseri animali e vegetali che lo popolano, le meraviglie del corpo umano, i colori, i profumi, i suoni, l’universo. Era nato a Torino il 22 dicembre 1928. È stato giornalista, saggista, conduttore, divulgatore apprezzatissimo, perché aveva il dono della comunicazione, che gli permetteva di presentare temi ardui in un linguaggio familiare, rendendoli, così, alla comprensione di chiunque. Metteva passione in tutto quello che faceva; i grandi comunicatori, d'altronde, hanno sempre messo e trasferito passione, l’amore profondo in ciò che si crede. Il suo è stato un linguaggio semplice, ma sempre rigoroso, ancorato, cioè, alla conoscenza, non alla fantasia e all’eloquio; L

All’interno: Cardarelli, Mazzoleni, Rossi e l’estate del ’96, di Giuseppe Leone, pag. 4 Ricordo di Veniero Scarselli, di Lorenzo Spurio, pag. 6 Nicola Prebenna, Vive l’amore e canto, di Domenico Defelice, pag. 10 Ricordo di Piero Angela, di Francesco D’Episcopo, pag. 13 Jiang Yimao, pag. 15 Notizie, pag. 29 Libri ricevuti, pag. 30 Tra le riviste, pag. 34

Inoltre, poesie di: Mariagina Bonciani, Rocco Cambareri, Irène Clara, Domenico Defelice, Graziano Giudetti, Laura Pierdicchi il suo parlare è stato sempre pacato, mail aulico, mai enfatico, mai retorico. Non era un imbonitore e aveva un gran rispetto di tutti: del pubblico che lo adorava, dei collaboratori, degli studiosi, tanto è vero che le sue trasmissioni ospitavano sempre altri scienziati e divulgatori a par di lui era il suo parere capaci e dall’esposizione semplice e rigorosa e alcune sue opere, addirittura, son frutto di collaborazioni, come Perché dobbiamo fare più figli (2008) con Lorenzo Pinna o come Dietro le quinte della Storia La vita quotidiana attraverso il tempo (2012), scritto insieme a Alessandro Barbero, studiosi e entrambi ospiti pure nelle sue tante trasmissioni. Non c’è dubbio che il lavorare alla RAI l’abbia favorito, abbia contribuito a dargli grande visibilità; ma non sarebbe mai diventato quel ch’è stato senza le sue tante qualità, la scienza, laprofonda conoscenza di temi diversissimi e le sue eccezionali doti di comunicatore. È stato fortunato, certo; la Rai è la nostra maggiore azienda nel campo della comunicazione e la Rai l’ha sostenuto, l’ha trasformato in divo, al contrario di quel che successo ad altri, pure bravi comunicatori, i quali, per la loro solare semplicità di presentare la scienza, sono stati, invece, annoverati tra i cretini. Un esempio per tutti, quello che oraci vienein puntadipenna: Antonio Zichichi (Trapani, 15 ottobre 1929), fisico, il quale, nella nostra giovinezza, affascinava con i suoi interventi sul settimanale Epoca e su altre importanti Testate, spiegando la scienzael’Universo con paroleelementari ed esempi di portata popolare. Venne attaccato ferocemente proprio per questo, ridicolizzato, come se non fosse uno scienziato, ma un mentecatto. Zichichi non ha mai avuto a

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RECENSIONI di/per: Isabella Michela Affinito (Dove il sole brucia le vigne, di Gianni Rescigno, pag. 18); Elio Andriuoli (Il libro dell’amicizia, di Rolando Ballarini, pag. 19); Alessandro Baldi (Frammenti di vita, di Manuela Mazzola, pag. 20); Antonio Crecchia (Amici di ieri, amici di oggi…, di Isabella Michela Affinito, pag. 21); Domenico Defelice (La lingua di Roma, di Rosangela Zoppi Tirrò, pag. 22); Domenico Defelice (Imperia Tognacci Memoria e Mito, di Tito Cauchi, pag. 24); Domenico Defelice (Poesia in cinque movimenti e due congedi, di Gianni Antonio Palumbo, pag. 24); Domenico Defelice (Paolo Sommaripa, di Manuela Mazzola, pag. 26); Manuela Mazzola (La teoria del Transatlantico, di Carlo Tosetti, pag. 27); Manuela Mazzola (Il canto del tempo, di Roberto Costantini, pag. 27); Claudio Vannuccini (Volli, e volli sempre…, di Imperia Tognacci, pag. 28).

fumetti l’hanno esaltato: su Topolino, infatti, non abbiamo un allegro Piero Papera?

Quando mi chiamerai, ed io starò tremante al Tuo cospetto, dimentica, mio Dio, la mia vacillante esile fede, il dubbio che da sempre mi travaglia, la distrazione e il tempo nelle avverse passioni lapidato. Ti prego, sii benigno, accoglimi come se fossi un figliol prodigo. Domenico Defelice

è giusto citare: Nel cosmo alla ricerca della vita (1980), La macchina per pensare (1983), Oceani (1991), La sfida del secolo (2006), A cosa serve la politica? (2011), Viaggio entro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma (2014), Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015), Gli occhi della Gioconda (2016). La scienza, la fisica, insomma, ma anche l’arte, maanchelapolitica, chenondovrebbeessere l’inqualificabile poltiglia nella quale oggi s’è ridotta. La realtà, i piedi ben piantati sulla terra, non la pura astrazione dunque; la quotidianità nella quale, da insuperabile maestro, ha saputo calare le cose più difficili, le quali, per la quasi totalità della gente, sono anche Pomezia,inarrivabili.14 agosto 2022

Piero Angela è entrato in Rai che aveva appena 24 anni. Fu cronista radiofonico; conduttore di telegiornale (1954); Corrispondente da Parigi e da Bruxelles; inviato in momenti particolari, delicati, in America, in Vietnam, in Israele. Ha fatto gavetta e s’è fatto le ossa prima di fermarsi e dedicarsi quasi esclusivamente ai documentari e alle trasmissioni scientifiche, tra le quali le più conosciute e famose sono Quark (1981) e poi, dovuta all’enorme successo di questa, Superquark (1995). Le sue trasmissioni scrive Gloria Satta (Il Messaggero del 14 agosto 2022) “hanno cambiato il modo di parlare di cultura in tv rivelando al grande pubblico i segreti e le scoperte della scienza, dai dinosauri alle meraviglie del cosmo, dal comportamento delle cellule agli abissi marini, dai cambiamenti del clima alle evoluzioni delle neuroscienze”.

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Domenico Defelice

Piero Angelahaottenuto premi ericonoscimenti tra i più importanti e in ogni parte del mondo, tra cui la nomina a Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli al Quirinale da Sergio Mattarella. Gli sono state assegnate ben dodici lauree onoris causa; un asteroide e un mollusco hanno avuto il suo nome; persino i

TI PREGO, SII BENIGNO

Amava tutto e naturalmente la musica che pure praticava; non era un orecchiante, un semplice amarore -, quella classica e il jazz soprattutto; dalla classica, da Bach, ha scelto il brano ch’è divenuto sigla delle sue famose trasmissioni.Tralesueopere

fianco la Rai, né altri mezzi dominanti la comunicazione di massa. La semplicità espositiva di Zichichi non era poi tanto distante da quella di Angela. Lungi da noi paragonare, accostare in tutto Angela a Zichichi, faremmo torto all’uno e all’altro; diciamo solo di due semplicità espositive similari, l’una, però quella di Angela , giustamente esaltata, l’altra quella di Zichichi colpevolmentesbertucciata.Vuoldirechelasapienza, che la conoscenza, la preparazione non bastino per avere successo? La risposta è che sì, che siano sufficienti, ma il dubbio rimane e la realtà pure. Come valgono gli ambienti, le famiglie, le conoscenze umane, gli incontri e quando uno sale e finalmente guida la macchina del successo, anche gli errori, anche le mediocrità, i silenzi, le trasgressioni, persino le devianze possono diventare genialità

E da qui, l’esortazione che ne seguiva alla città: di ricordarli sempre assieme, “perché le loro imprese sono nate da un solo cuore e da un solo sentire e sarebbe ingiusto, ricordando uno, dimenticare l’altro; e perché uguali sono stati pure i loro destini: se Antonio ha vinto, Lorenzo non ha perso. Se non è sceso dalla montagna è perché volle

passarelacittadinalarianadaunostatodifrustrazione e di dolore a un sentimento di gioia e diImmaginivittoria. che mi ritornano soprattutto, ora, in questa Distesa estate, / stagione dei densi climi, come la magnificava un tempo il poeta Vincenzo Cardarelli, quarto, nel ‘900, dopo Ungaretti, Montale, Saba, ma secondo a nessuno; e anche grazie a un mio articolo, scritto in quei giorni a commento di quelle due storiche imprese, che ho ritrovato ritagliato da un mensile locale in un cassetto della mia scrivania. Un articolo dove mi chiedevo non senza stupore il segreto di quelle affermazioni dei due giovani lecchesi, entrambi appena sotto i trent’anni: Lorenzo Mazzoleni, alpinista, morto sul K2, dopo aver conquistato le sue vette, il 29 luglio; e Antonio Rossi, canoista, medaglia d’oro alle olimpiadi di Atlanta, il 3 agosto.Né, meno esposta alla meraviglia, la risposta, nella quale affermavo che in comune i duegiovaniavevano di esserediLecco; che, tutti e due condividevano l’aspirazione a superare le difficoltà dell’acqua e delle cime; nonché, la concezione dello sport come superamento della natura e di se stessi, mai degli altri.

DEL ’96 di Giuseppe Leone IVO da diverso tempo a Lecco, dove ho insegnato per parecchi anni, e conosco o almeno penso di conoscere, oltre alle abitudini e le usanze dei suoi abitanti, anche il corso delle stagioni, il suo clima, il territorio, le sue strade, il paesaggio.Tuttavia, non so se ciò possa bastare per sentirsi lecchesi. Forse sì, forse no. Ma, da quando, tra i miei ricordi, hanno cominciato a circolare immagini che non mi rimandano in qualche modo solo al mio paese d’origine, ma anche a questa amena cittadina lombarda, allora sì, sento che qualcosa mi possa riguardare. Un ricordo su tutti, l’estate del ’96, particolarmente calda, tra fine luglio e primi d’agosto, non solo per l’alta temperatura di quei giorni, ma per due eventi che, a distanza diqualchegiornol’unodall’altro,hanno fatto

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V

Mariagina Bonciani Milano

ATAHUALPA YUPANQUI

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La peau tannée de l’Indio des Andes est crevassée comme la terre du Pérou aucun lama n’y trouve plus de l’herbe quand desséchée elle mettra à nu ses os ils essaieront à force d’y verser toutes leurs larmes de réparer l’irréparable

mais l’Indio est parti loin de ces terres loin des mines loin du soleil chercher du repos au Machu Picchu les anciens se souviennent des chansons du poète qui chantait pour les sans voix un cheval blanc perdu s’écrasant dans un ravin un jour de brume les hommes aux dos courbés et qui tutoyait la lune des sons demandantquandjamaissadéchiraientstridentssaguitarevoixétaitfermetremblanteilserraitlepoingdelajustice

Non è che l’essenziale di quell’articolo che scrissi allora con vera commozione, in una Lecco frastornata, alle prese con un lutto da elaborare e un inno da innalzare al vincitore, in uno stato d’animo, quale espresse Rabelais pensando al suo “Gargantua”, padre il giorno stesso in cui perderà la moglie e non sa se piangere per la sua scomparsa o gioire per la nascita del sospirato erede.

Ecco che cosa, oggi, più che i lunghi anni di permanenza, mi tiene legato a Lecco: è questa sua recente dimensione in cui l’hanno catapultata le imprese dei due giovani, facendola entrare nel flusso di una storia più generale e più universale: quella che non isola ma abbraccia, che non divide ma rende simili; quella, insomma, che dà a ciascun uomo cittadinanzaplanetariaeaciascun popolo civiltà e decoro. Giuseppe Leone Nelle foto: Lorenzo Mazzoleni, alpinista, morto sul K2, dopo aver conquistato le sue cime, il 29 luglio 1996, e Antonio Rossi, canoista, vincitore di due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Atlanta, 3 e 4 agosto 1996.

Bella bandiera tricolore, adornata al centro dallo stemma dei Savoia, bella bandiera italica, che stesa alla finestra un tempo festeggiavi gli eventi di una alfin costituita Italia con la guida e sotto l’egida sabauda, bella bandiera tricolore italica ora ridotta quasi ad un lenzuolo che copre disuguali gruppi di seguaci in lotta fra di sé e che più non riesci a riunire sotto unico stemma, bella bandiera tricolore italica… rimpiango te e con te rimpiango quanto per poco tempo tu rappresentasti: Patria, unità, onestà e democrazia. 18 agosto 2022

salire più in alto, con la sua anima”.

il maudissait l’inégalité le calvaire des hommes épinglait la misère le travail qui leur vole leur temps et pleure qu’ils n’ont plus d’yeux pour la beauté de leur terre Irène Clara Francia BELLA BANDIERA TRICOLORE

Nelle Marche un riconoscimentoallamemoria

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 6 Ricordo del poeta toscano VENIERO SCARSELLI (1931-2015)

necessitanti un’interrogazione. Elegante chiosatore del testo, critico dalla lama esatta e puntuale, Scarselli sièoccupato di varie tematiche mai dimenticando la centralità della poesia, delle sue forme e messaggi, dei codici linguistici, dello stile, finanche della metrica e ogni aspetto relativo al rapporto io verso, autore poesia. La riflessione sulla poetica, il tentativo d’interpellare il meccanismo insito nella creatività dell’uomo, nella sua arditezza e inesauribilità d’investigazione, sono alla base della sua indomita riflessione, del suo studiometicoloso, reiterato e avvincente, di una perlustrazione convinta e affannata attorno al conoscere. L’opera di Scarselli è profondamente dotta, frutto di studio e convinzioni radicate, prodotto di letture particolari, di richiami a una intelligentia colta ed è piacevole, nell’approfondimento dei versi, andare a indagare plausibili richiami e camei che l’autore ha inteso rendere fruibili o, per lo meno, praticabili. Numerose le opere poetiche pubblicate: Isole e vele (1988), Pavana per una madre defunta. Appunti per una storia naturale della morte (1990), Torbidi amorosi labirinti (1991), Priaposodomomachia. Storia lussuriosa del Cavaliere e la Donzella (1992), Eretiche grida. Antico manoscritto di eremita rinvenuto in una grotta del Monte Athos (1993), Piangono ancora come bambini (1994), Straordinario accaduto a un ordinario collezionista di orologi (1995), Fuga da Itaca (1997), Pianto di Ulisse (1998), Il Palazzo del Grande Tritacarne (1998), Ballata del vecchio capitano (2002), Il lazzaretto di Dio (2004), Diletta Sposa (2006), Genesis (2008), Mille millenni d’Amore (2008), Trionfo delle anime artificiali (2009), La suprema Macchina Elettrostatica (2010), Il mio pensiero poetante (2011), Ascesa all’Ombelico di Dio (2012), L’Universo parallelo degli Acquatici (2013), Vera storia del Vascello fantasma (2015). Pure non va dimenticata la componente saggistica di Scarselli, aspetto inesauribile e peculiare della sua intera produzione letteraD

di Lorenzo Spurio OMENICA 15 maggio 2022 presso l’AuditoriumSan Rocco aSenigallia (AN) l’organizzazione del X Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, organizzato da Euterpe APS e presieduto dal sottoscritto, ha conferito alla memoria del poeta toscano Veniero Scarselli (1931 2015) un riconoscimento speciale alla memoria che è stato consegnato alla figlia Teresa Scarselli. Veniero Scarselli è stato docente di Fisiologia, poeta e scrittore. Per sua scelta ha vissuto per lo più appartato in felice comunione con l’Appennino toscano in compagnia di libri e dell’amata moglie Gemma. Studioso eclettico e saggistica raffinato, ha fatto interloquire scienza e poesia, tecnica e letteratura, ponendosi domande fuori da ogni possibile schematismo. Il suo itinerario ha attraversato i campi dell’estetica e dell’etica con l’attualizzazione di problematiche d’interesse collettivo non disdegnando l’auscultazione dell’interiorità e lo scandaglio ontologico, la perlustrazione convinta e reiterata attorno ai dilemmi esistenziali, alle aporie, alle realtà

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 7 ria. Ce ne rendiamo conto da una serie di articoli, interventi critici, interviste più o meno possibili, arditezzestravaganti, riflessioni curiose capaci di suggestionare il lettore ravvisabili in una grande messe di scritti critici e divulgativi apparsi prevalentemente su riviste di settore tra le quali figurano «Pomezia Notizie», «Sìlarus», «Punto di vista», «Nuova Tribuna Letteraria», «Vernice», «La Procellaria», «Talento» e «La Vallisa». In volume, per la saggistica, pubblicò Conservazione dell’amore coniugale (2008), Il mio pensiero poetante (2011), Indagine molecolare sul Bello (2011) e Diafonie poetiche a contrasto (2011). Hanno scritto sulla sua opera e sulla sua ampia e versatile attività letteraria, tra gli altri, Giorgio Barberi Squarotti, Domenico Cara, Silvano Demarchi, Ninnj Di Stefano Busà, Luigi Fontanella, Emerico Giachery, Sandro Gros Pietro, Alfio Inserra, Stefano Lanuzza, Gianfranco Lauretano, Maria Grazia Lenisa, Franco Manescalchi, Walter Mauro, Carmelo Mezzasalma, Rossano Onano, Davide Rondoni, Mario Sansone, Antonio Spagnuolo, Stefano Valentini, Anna Ventura, Vittorio Vettori, Esposito Vittoriano, Lucio Zaniboni e Lucio Zinna. Nel corso degli anni l’interesse all’opera letteraria di Scarselli è stata ben posta in risalto da una serie di recensioni, saggi e approfondimenti tanto su rivista che in volume che molti saggisti e studiosi hanno voluto dedicare alla sua opere. Tra questi vanno senz’altro citati gli studi monografici Un’epica moderna dell’interiorità (1993) a cura di Nicola Amabile; L’equivoco di Edipo nella trilogia di V.S. (1994)acuradi Rossano Onano; La riflessione poetica di V.S. (1997) diVittoriano Esposito; Oltre le colonne d’Ercole (1998) a cura di Gianna Sallustio; Le inconciliabili istanze del desiderio nella poesia di V.S. (1999) di Rossano Onano; Figura umana e poetica di V.S., (2004) di Federico Batini e Nostalgia del Dio Madre nella poesia di V.S. (2012)acuradi DanielaMonreale. Importantissima e irrefrenabile l’attività di divulgazione dell’opera di Scarselli effettuata dalla moglie, la signora Gemma Menigatti Scarselli (scomparsa nel 2018) che strenuamente ha inteso far conoscere l’ampia operaletterariadel marito invari contesticulturali tra cui quelli di alcuni dei più rappresentativi premi letterari del nostro Paese. Riconoscimenti postumi all’opera di Veniero Scarselli sono stati conferiti dai Premi “Parole e Poesia” di Formigine (MO), “Argentario”di MonteArgentario (GR), “MedusaAurea” di Roma, “La Rosa d’Oro” di Torre Alfina (VT), “Pegasus” di Cattolica (RN), “Thesaurus” di Matera, “Casentino” di Poppi (AR), “Mino De Blasio” di S. Marco dei Cavoti (BN), solo per citare i maggiori. All’interno del prestigioso Premio Letterario Casentino la sezione dedicata alla saggistica inedita è stata intitolata proprio nel nome di Veniero Scarselli. Ad essi siaggiunge ora anche il Premio alla Memoria de “L’arte in versi” di Euterpe di Jesi (AN). Durante la premiazione de “L’arte in versi” a Senigallia è stata diffusa anche l’opera antologica del concorso (volume non in commercio) contenente le opere di tutti i premiati a vario titolo nella decima edizione con particolare attenzione anche ai premi speciali fuori concorso. Scarselli è presente con una dettagliata biografia artistica, una scelta di sue opere poetiche estratte dai libri Isole e Vele (Forum/Quinta Generazione, 1997; I edizione 1988), Eretiche Grida (Nuova Compagnia Editrice, 1993), Diletta sposa Poemetto in diciassette lasse ispirato al Libro Tibetano dei Morti (Montedit, 2006) ealcuni inediti estratti da Diario 1961 1963. Completa il nutrito omaggio la motivazione di conferimento del Premio stilata dal sottoscritto e letta durante l’evento che riporto per intero a continuazione.

L’opera letteraria del poeta e scrittore Veniero Scarselli meriterebbe una maggiore conoscenza e diffusione. Nel tempo, oltre a un vasto numero di pubblicazioni in volume dove palesemente prediligeva la forma del poemetto, collaborò a numerose riviste lette-

Alla domanda che tempo fa gli veniva fatta su cosa è la poesia Scarselli rispondeva, perentorio e serafico come sua abitudine, “Un potente mezzo di riflessione su tutti i temi esistenziali che assillano il nostro tempo” chiarendo, dasubito, cheperlui lapoesianon era né divertissement né qualcosa di scevro dall’esigenza di un impegno concreto dell’uomo sulla Terra. Dalle sperimentazioni e dalle documentazioni di branca scientifica rimarchiamo che Scarselli fu un biologo ricercatore alla consacrazione come letterato contemporaneo. Forse un po’ appartato e nell’angolo come da alcuni osservato senz’altro non per mancanza di merito e di valori ma per una sua connaturata scelta, come il buen ritiro degli ultimi anni nella proprietà di Pratovecchio Stia. Scarselli ha evidenziato con la sua penna sagace e puntuale, non timorosa di considerazioni un tempo ancheazzardate, non siastato altroche uno dei mezzi preferiti per l’avvicinamento e l’auscultazione del mondo. In questa ricerca ha sperimentato come la canonicaforma poetica risultava spesso limitativa, una vera e propria gabbia, tanta era l’esigenza di spaziare, argomentare, condurre sempre sull’andatura versificatoria viaggi che necessitavano respiro, un percorso ben più ampio. Ecco che, come ricordava a Domenico Defelice nel 2005 in una nota intervista apparsa su «Pomezia Notizie» che “l’esplorazione mal si adattava alla poesia: solo il poema mi permetteva di sviscerare un tema in tuttiirisvolticonunaseriecoerenteeomogenea di pensieri”. E ciò è tanto più vero e palese se ci s’immerge nella lettura di alcune sue opere, quali l’avvincente Vera storia del vascello fantasma (2015) con echi del romantico Samuel Taylor Coleridge. Scarselli ha fatto di più, spingendosi oltre senza infingimenti convinto che la poesia potesse ricorrere nel pensatore non solo per veicolare messaggi edenici, di piena concordia e di benessere, quanto affrontare pure le zone di margine, varcare il buio del mistero, finanche dell’osceno (come lui stesso ebbe a dire) senza il peso di facili e fin troppo bigotte recriminazioni. Decadente, pessimista, nichilista,ermetico,cupo,introspettivo,sovversivo, criptico, enigmatico, sono solo alcune delle sfaccettature che la critica su Scarselli ha inteso rimarcare dimostrando ogni volta la limitatezza del giudizio, la poca conoscenza della vastità dell’intellettuale che oggi premiamo. Nel “Manifesto per larinascitadi una poesia di valore etico” così scrisse e ci piace ricordarlo: “Qualsiasi genere, storia, argomento, anche apparentemente banale o perfino quello ritenuto indegno dai benpensanti, ma che non sia fine a se stesso bensì punto di partenza per una considerazione esistenziale o morale, può essere motivo di “riflessione poetica”. Forse questa nuova poesia si potrebbe chiamare “di pensiero” […] La poesia non può enon deve essere un trastullo per chi non sa cos’altro fare, o il mezzo per sentirsi “qualcuno”. Sì, anche a costo di apparire ridicolo sostengo che la poesia dev’essere una specie di L’importantemissione”.iniziativa di attribuzione del Premio Speciale alla Memoria a Veniero

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rarie con suoi contributi critici, articoli, riflessioni sulla poesia e sullo stato dell’arte. Le sue vedute, pur ampie e dettagliate nel riferirsi agli argomenti che, di volta in volta, andavaaffrontando,non mancavanodifarintravedere una mente salda, un ragionamento frenetico, una grande robustezza di ideali. A tutto questo si associava un piglio a volte volutamente polemico, teso non tanto a puntare il dito ma a sviscerare aspetti poco chiari di un mondo sommerso, poco studiato, attinente alla cultura contemporanea, ai suoi meccanismi, all’incapacità di definizione univoca di intellettuale.

Scarselli era un fisico, ma si è rivelato anche un pregevole letterato al punto taleche, anchedopo lasuamorteegrazieallo strenuo impegno dell’amata moglie Gemma, ha riscosso numerosi tributi, premi speciali a lui dedicati tra cui l’intitolazione a suo nome della sezione di Saggistica inedita all’interno del prestigioso Premio Letterario Casentino che annualmente si celebra a Poppi (Arezzo).

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Scarselli ha visto l’adesione morale, nei termini dei patrocini degli enti amministrativi della sua zona di appartenenza del Comune di Firenze, della Città di Firenze e della Provincia di Arezzo.

Lorenzo Spurio Da: marchescanotura.com/2022/06/05/ricordohttps://bloglettera-delpoetato-venieroscarselli19132015nelleunriconoscimentoallamemoria/

Portatemi un po’ di mare e un po’ di spiaggia in fondo a questa mia via Villoresi, un po’ di mare con le onde tremolanti alla brezza che mi arriva dalle Alpi alle spalle. Un mare profumato di salmastro e lo sciacquio quieto all’imbrunire della risacca, un po’ agitato a volte, ma col dono prezioso di nuove conchiglie disperse nella sabbia. Portatemi un po’ di mare e un po’ di spiaggia in fondo alla mia via Villoresi qui a Milano e cullata dal ritmo melodioso delle onde lasciatemi tranquillamente lì a sognare. 31 maggio 2022 Mariagina Bonciani Milano

Piove a Madrid e piove sul grande silenzio di case per fanciulli in dormiveglia. Piove a Madrid, ma riodo fruscii di angeli adulti e la goccia su soffitta tinnire in contrappunto agli accordi del cielo liquefatto: un paese vociante mi risucchia in vicoli, tra gente che pena se l’uva devasta il temporale o dissecca germogli, unico bene. A Madrid, al mio paese piove: sono un acrobata che pericola e sta in lacerante ubiquità.

PORTATEMI UN PO’ DI MARE

IN BILICO

Un libro da leggere e da regalare: “Un senso di stagnazione esistenziale che all’improvviso trova sbocco, un’ideale asfissia che cela il male di vivere è uno dei Leitmotiv che percorrono la bella raccolta (…). L’autobiografismo è vivido, affiora in più racconti in maniera scoperta e in altri si cela nelle maglie dell’inventio…” Gianni Antonio Palumbo Su Vernice, n. 60, gennaio 2022 GenesiEditrice viaNuoro3 10137Torino genesi@genesi.org; http://www.genesi.org Pagine 210, € 12,00

Annotta a Madrid e piove…

Rocco Cambareri Da: Versi scelti, Guido Miano Editore, 1983

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NICOLA

PREBENNA VIVE L’AMORE E CANTO di Domenico Defelice

SPIRAZIONE fervida, a tratti febbricitante; un canto che si spiega armonioso e intenso, come una cascatella leggera dai “mille/rivoli/di spuma” chenon incontri sassi a frammentarla (“A te dal mare”: diciassette versi, appena cinque virgole e un punto e virgola; “Compagno di viaggio”: ventitré versi, quattro punti e una virgola); una gioia che esplode e si autorigenera in un crescendo accavallarsi di bricioli di passato e di presente (“quando mi affacciai per via”; “il presente mio dignitoso”); la natura, quasi sempre partecipativa e beneaugurale (il mare, le rose, le ginestre, i limoni), specie quando un altro essere umano viene su questo nostro scoglio che da millenni naviga nel profondo dell’universo (“…mi agganciai al suo bagliore/e insieme sprofondammo nel buco nero/di vita nuova ”) È come già accennato un canto, un’armonia che si autoalimenta, che coinvolge e affascina con la sua soavità nostalgica, in cui passato e presente si fermentano e si amalgamano; l’uno lievita l’altro, cioè, e l’uomo vecchio di oggi rivede sé bambino nei figli e nei nipoti. La propria luce, che con gli anni inevitabilmente tende ad offuscarsi e a spegnersi, si riverbera e risplende in presenza delle nuove creature come quando una nuova batteria ridà forza e splendore a una lampadinaNellaaffievolita.poesiadi Nicola Prebenna si trovano moltissimi echi dei nostri classici, a volte interi lor versi (Dante, Petrarca, Leopardi, Foscolo, Pascoli), ma anche moderni (Saba) e attuali, non volutamente segnati, appositamente cercati, ma spontaneamente da mente ecuorerichiamati einseriti in contesti diversi e quotidiani, perché divenuti in lui, col tempo, partedellasuaenergia, sanguedel suo sangue, retaggio di intenso studio e di amore per tutti loro. Questi poeti sono ormai la sua stessa vita e lui non lo nega, s’è vero che, spesso, ricorre a loro per intitolare le proprie opere: “Era il maggio odoroso” (Leopardi), “In una parte più e meno altrove” (Dante); e ciò avviene anche per la fede, col richiamo a testi sacri (“Non di solo pane” romanzo) e la più volte citata Stella cometa o Stella promessa,colriferimentoaquellachehaguidato i Magi alla grotta di Betlemme. La silloge Vive l’amore e canto, come precisa Iandiorio nella Postfazione, viene pubblicatainoccasionedel cinquantesimo dl matrimonio del poeta e si compone di cinquanta brani, “uno per ciascun anno”. Va considerata, allora, come un poemetto, legando brano a brano a partire dalla polvere di stelle dalla quale ciascun di noi è nato, per soffermarci sulle luci scaturite dalla venuta di nuove creature, senza dimenticare che ogni nuova stella, ogni nuovo sole, trova origine nella mamma, perché è sempre lei fonteeindirizzodivita:“sei tu, oggi come allora, madre,/pur invisibile, il sole che conforta e guida”. Il padre e la madre continuano ad esser visti da poeta come delle “Grandi e solide querce disseminate/lungo i sentieri d’Irpinia”. Il padre è I

I brani dedicati alla madre son tanti. Quello iniziale si apre con l’immagine specchio del mare e con la stessa immagine si chiude. La madrerappresentailtutto,“sei tu mare, terra, spazio interminato”, le testimonia il poeta, perché l’ha messo al mondo e l’ha allevato, così lei per lui rimane, anche dopo tanti anni, la stessa vita, l’elemento primordiale per eccellenza, nel quale, come nel mare, egli ancora si immerge e si esalta. Anche la casa è spesso personificata e non di rado la si può identificarecon la madrestessa. In “Rivedendoti, casaun tempo mia”, non occorreforzare più di tanto per una tale identificazione in quel “si coltivava l’attesa di cucire panni/e pani per il futuro della famiglia”, lavori cucire e impastare il pane nel passato prettamente femminili. Sparse nel libro, le imma-

Il poeta ama descrivere spesso i suoi sentimenti gioiosio dolorosilegandoli alla natura. Si legga, a proposito, “Benvenuto!”, brano che sembra composto direttamente in ospedale. Tutto è calato e vive in quel che lui contempla da una delle finestre: la collina verde, gli alberi, le rondini, lo spicchio di cielo, il mare, e tutto contribuisce ad intenerire il suo cuore. Nei figli, nei nipoti, nella madre, nel padre ribadiamo egli trova la fierezza: “Orgoglio mi prende/se guardo ai vostri successi”, sia a quelli passati, sia ai presenti e sia a quelli futuri; tutto è merito degli altri, secondo lui, tutti si son “fatti da soli”; nessuno ne dubita, ma è anche vero che dietro le vittorie di ciascuno ci sono stati sacrifici corali e molte rinunce sue e della sua compagna: “Ci siamo mancati;/il dolore che ci siamo regalati/ci ha fatto crescere più liberi” .

Tutti i versi hanno come tema fondante la famiglia. Per noi è ammirevole l’amore e la fedeltàdi Prebennaavalorieprincipi cheuna Sinistra, a dir poco scriteriata, ha cercato e cerca in tutti i modi di scardinare e distruggere, basta pensare al cartellone che qualche anno addietro la scandalosa Monica Cirinnà ha portato in trionfo per le strade e le piazze di Roma durante una manifestazione per la donna: “Dio Patria Famiglia che vita da merda”. Sì, con gente del genere, non può essere diversamente! Dio Patria Famiglia sono stati principi cari al grande Mazzini, ora da anni derisi e mortificati, perché si vuole una società fluida e amorfa (magari anche incoraggiando i matrimoni fra gay), senza padre e senza madre (tacendo la Patria, perché basta solo accennarne per essere bollati a vita comePrebennafascisti).è profondamente innamorato della Famiglia e sinceramente credente in Dio. Giulio Nicola, Gabriele, Francesco, Simone, Luigi, Mario non è il caso di distinguerli in e tra figli o nipoti; l’amore è unico, possonoessereintercambiabili,perchéquello che a lui preme è l’uomo che si rinnova, “la famiglia (…) e la vita che si perpetua”. Lo ribadisce: “Sono pago della beatitudine/della famiglia”, della quale è orgoglioso di essere ancora“guida accorta/ e premurosa”. C’èfusione perfetta tra lui e gli altri (“è il mio,/il nostro presente”) e gode dello stato al quale è pervenuto, non anela ad altro: “la gioia di padre e nonno”, uno stato che in lui neppure il Covid hapotuto scalfire, cheha isolato, che ha fatto tanto soffrire, ma senza vincere, sicché “Riuniti ora alziamo beati i calici/a benedire il futuro”, canta trionfante il poeta.

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 11 andato, e anche lavorato, per mezzo mondo e al poeta ha trasmesso l’amore per il viaggio, tanto da autodefinirsi “non ancora vecchio,/lupo di terra”

Ma non è da credere che tutto sia stato e sia agevole nella vita di Prebenna e Vive l’amore e canto, infatti, nerecadiverseereiteratetestimonianze “lungo corsie d’ospedale”; per tutti, non solo perlui, “insidie ed agguati sono sempre/a portata di mano”. Il poeta non ama distendersinelraccontareletantefrustatechegli ha riservato e gli riserva l’esistenza, ma gli accenni sono sufficienti a farci l’ida della crudezza dei drammi; per tutti, ricordiamo solo quello della sorella, che troviamo in “Oltre il vuoto”.

Un cenno ancora per almeno tre delle protagoniste: la madre, la moglie autentiche divinità e la suocera.

Irène Clara Francia AALLELUIA!ALLELUUIAAA!AALELUIA!

22/8/2022

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 12 gini di lei son tante e lasciamo all’attento lettore accostarne i tasselli, ciò che invitiamo a fare anche per altri personaggi. LamoglieèaccostataallaMadonnanellacapannadiBetlemme:“sei tu, cara, stella e bambino,/l’amore che guida ed orienta, che incoraggia e sostiene,/che premia e diletta”. È lei chel’ha“provvisto di ali”,sicché,ora,eglipuò godere delle meraviglie e dello “splendore dell’habitat che (lo) circonda”. Ma è proprio la moglie? o la madre? L’amore della donna e verso la donna di e verso ogni donna si identifica nell’amore di Dio e verso Dio, è fusione dell’umano col divino, e questo amalgamare il tutto è tema assai presente nella poesia di Prebenna. In “Compagno di viaggio”, uno dei brani nel quale c’è uno dei richiami al Foscolo (“sulle miserie/umane” al posto di “su le sciagureumane”),leggiamo:“in un coro a due voci intoniamo il canto/di ringraziamento e di beatitudine./Uno scranno nel regno dell’ amore/ce lo stiamo preparando ed è già nostro”. Ma siamo sicuri che si sta rivolgendo alla moglie e non alla “santità”, alla “serenità”,aunadivinità?Siamoalsolitosottilemiscuglio, al continuo amalgama. In “Comunione”,abbiamoilpensieroche,oprimaopoi, unodeidue,oleiolui,dovràabbandonarel’altro per primo. Ma chi rimarrà solo, per poco, nondovràdisperareefartesorodellamedicina del ricordo, attraverso il quale deporre “sul cuore invisibile [dell’altro] che naviga/su onde sconosciute il fiore della preghiera”, fidando nellabontà equi chiamain soccorso Dante “di colui che muove il sole e l’altre stelle”. Il fermento tra persone e cose (la già citata casa, per esempio), la moglie, la madre, la donna, è costante in Vive l’amor e canto; io e te, confessa, “siamo vita e amore”. Ma quel “te” per noi èspia ambigua: dà agio al poeta, maanche a noi che giochiamo nell’interpretare, di portare temi contingenti sul piano dell’universalità. La poesia è bella anche per questo.

Domenico Defelice

Domenico Defelice

LA TERRE EST MALADE DE SES HOMMES La Terre est malade de ses hommes elle a de la fièvre aux pôles Sud et Nord elle tousse de la poussière elle a des ulcères partout avant qu’ils n’abattent ses arbres elle respirait calmement la pluie n’était pas acide mais c’était bien avant depuis le désert avance elle souffre de sécheresse tout en perdant du sang sa peau a des crevasses elle n’a plus de couleur soudain les hommes constatent qu’il faut l’avis d’un docteur si la Terre est malade si sa vie est en danger ils le sont eux aussi ne fût ce que pour se nourrir à l’aide crient ils faisons vite on n’a plus le droit de tarder il faut penser l’impensable notre mère peut mourir

“L’emergenza Covid è finita. E con lei può dirsi archiviato il lockwn delle cartelle esattoriali”, scrive Andrea Bassi in prima pagina de Il Messaggero di oggi. Alleluia! Alleluia! Ma la grammatica (per esempio, di Aldo Duro, Volume Primo, pag. 134) non recita che “esso ed essa (…) si usino solo per accennare ad animali e cose” e il lei solo per le persone? Non bastano anglismi e francesismi ed altro ancora per massacrare la nostra lingua, ci mettiamo, adesso, pure la grammatica?

NICOLA PREBENNA: VIVE L’AMORE E CANTO - Prefazione di Carlo Di Lieto, Postfazione di Virgilio Iandiorio, Edizioni Delta 3, 2022; pagg. 88, € 10,00.

di Francesco Depiscopo

Le domande furono molte e abbracciarono gli argomenti più vari, tra questi, se ben ricordo, la sua entusiastica conversione alla comunicazione scientifica, che nacque, a suo dire, non solo da un interesse di tipo tecnologico, ma da un’esigenza più profonda: quella di cogliere il senso e il valore della presenza dell’uomo nello spazio che lo circonda. Ebbi l’impressione, spero fondata, che Angela fosse affascinato dal mistero e dalla segreta armonia che in esso si celava e si cela. Non a caso, ebbe a confidare, amava la musica ed era orgoglioso di potersi abbandonare al piacere del pianoforte per composizioni e divagazioni di carattere jazzistico. Era, questo, un aspetto della sua personalità, del quale godeva, con il suo sorriso contenuto e sereno. Ebbi, in tal modo, ancora più forte l’impressione che nel suo temperamento si racchiudesse una vocazione artistica, creativa, che lo predisponeva a trattare, con una comunicativa lucida e passionale, argomenti certamente scientifici, ma che non escludevano domande più intime e intense sul destino dell’uomo e dell’universo. Insomma, arte e scienza si alleavano nell’offrire una visione, non asettica o settaria, ma complessivamente multidisciplinare, della vita, dei suoi misteri, della cultura, delle sue evidenze.

Non potei fare a meno di rivolgergli domande più personali su sua moglie, suo figlio, che molto amava. E mi permisi su quest’ultimo di chiedergli seavesse seguito il suo esempio, perché favorito da particolari circostanze. La risposta, ricordo, fu nettamente e felicemente negativa: Alberto, da sempre, sin dalla tenera età aveva mostrato una naturale attrazione per il mondo scientifico e mi portò vari esempi. “Buon sangue non mente”, pensai e comunicai questo ra-

P

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 13

Ricordo di

Piero Angela era così: torinese, elegante e distinto, in una sola parola, signorile, si offriva ad ogni domanda con umiltà e serietà. Eravamo noi due soli, a fianco a fianco, dinanzi a un folto pubblico, partecipe e attento, formato anche da giovani di varie scolaresche, secondo laconsuetudinedellarassegna.

PIERO ANGELA

IERO Angela, da giornalista di lungo corso, non si è mai sottratto alle interviste, favorito da un carattere comunicativamente empatico, che amava il rapporto con il pubblico, con la gente, soprattutto con i giovani, ai quali sentiva di dover lasciare una lezione e missione di vita, che rispecchiasse in qualche modo la sua vita. Anche a me è capitato di intervistarlo a lungo, come era capitato con altri autorevoli esponenti della cultura del nostro tempo, nei fascinosi giardini dell’Hotel Murat di Positano, all’interno dell’annuale rassegna “Mare, sole e cultura”. Quando si intervista un personaggio e si trascorre più di un’ora con lui, è come se si creasse un rapporto di reciproca, intelligente complicità, che raggiunge i migliori risultati, quando l’intervistato è una persona colta e umanamente disponibile.

Voglia d’amare mi serpeggia e, prima che avvenga, un palpito mi sovrasta in ribelle distonia. Sono eterno fanciullo con scudo di verso: l’abbraccio,m’ammanto, e mai sguscerò via dalla svelata sintonia. Graziano Giudetti Da: Profondo Jonio, Il Croco/Pomezia Notizie, 1996 AALLELUIA!ALLELUUIAAA!AALELUIA! 24/8/2022

Tajani, da vecchio trombone, giura che il Centrodestra governerà per i prossimi trenta anni. Alleluia! Alleluia! Intanto, Dio sa se vincerà il 25 settembre e, poi, sarà un avvenimento se potrà governare indisturbato per l’intera legislatura, sia per le divisioni interne, esiaperchélaSinistranon senestarà con le mani in mano e sarà capace di aizzare lapiazzaricorrendoal fantasmadel fascismo Domenico Defelice

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 14 pido pensiero al numeroso pubblico, che applaudìPotreifortemente.aggiungere altro ma preferisco fermarmi qui nel rispetto e nel ricordo di un signore di altri tempi, che annunciava e profetizzava i nuovi tempi soprattutto a giovani, come suo figlio, disposti a cogliere il suo messaggio e testamento.

VOGLIA D’AMARE

Francesco D’Episcopo In libreria, ma può essere acquistato anche su internet: “I due poli principali della raffigurazione artistica di Antonio Tripodi sono rappresentati dall’Uomo edal Mondo degli animali. Illibro si avvale di un’ampia e curata presentazione e analisi critica dell’opera condotta dallo scrittore e critico Domenico Defelice ed integrata anche da un’intervista condotta sempre da Defelice al Maestro…” Da Vernice, n. 60, gennaio 2022 GARES À toutes les gares de la vie les mères pleurent ou rient elles rient alors que coulent les larmes d’un revers de la main elles effacent le non dit elles sourient les portes se ferment son plus jeune aussi part avec ses armes

Irène Clara Francia

The light kneaded into pieces by the setting Spreadssun on the straight spine

Time and Tide

JIANG YIMAO

The knife forged by time and tide Serve not only to kill pigs But also to plough, to break water and to prune trees

The twenty first floor Boasts a view of half of the new city

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All go through the ebb and flow of the river of time Dusk Standing by the Window

It anatomizes whatever in the world Winds, snow, thunders and lightning remove the Sunshine,rust rains and dewdrops moisten the Itbladescrapes off the illness rooted in the depths

J

alla gioventù", "Rime del cuore in stile antico" e così via. Ecco tresuoibrani, nellatraduzioneinglese di Shi Yonghao e nella libera versione italiana dall’inglese di Domenico Defelice.

The roaring waves Gradually die out towards the skyline

IANG Yimao, originario della contea di Fengdu, Chongqing, è un famoso poeta della Cina contemporanea. È membro della Chinese Writers Association, della Chinese Poetry Association e della Chinese Natural Resources Writers Association. Alcune sue poesie sono state pubblicate in “Poetry Periodical”, “Chinese Poetry”, “Chinese Cifu”, “Poetry of China”, “Campus Literature·Youth”, “The Stars”, “Red Crag”, “River Yan” , “Letteratura della Grande Terra”, “Letteratura del Nord”, “Talenti cinesi”, “Guangming Daily”, “Tibet Daily”, “GiornaledellerisorsenaturalidellaCina”, “Serata di Chongqing”, “Serata della città di primavera”, “ People's Daily Online", "Xinhua Net", Phoenix e altri giornali e piattaforme. Le sue poesie sono state ospitate in una varietà di antologie, come "Cent'anni di odi poetiche" e "Dodici poesie contemporanee" (la prima stagione). Ha vinto il 6° Premio di Poesia Cinese Contemporanea. Premio Collezione di Poesia e altri premi di concorsi nazionali di poesia. Ha pubblicato raccolte di poesie come "Fuori dalla finestra", "Salute

Carving the expectations embodying deity The skillful wielding of the knife Memories stored by Heaven

A film of golden glory A few gray birds Fly between the ribs Flipping their wings at a set tempo Their flight, now high now low Is inscribing confusion on the spine

The trees threading along the roads

And the ribs of different lengths

The chart of all beings

The vast forest seems to be suddenlyexpandThroughingthelattice,thefreshbreezegrabsmy Makinghair me instantly feel so void inside That my weight seems reduced To that of a grain of sand in the wall

Worries Don’t worry That lingering fog will shroud the ridge

The flooding stream Will inundate the virtuous nature like water (Translated by Shi Yonghao)

Jiang Yimao, male, a native of Fengdu County, Chongqing, a famous poet in contemporary China. He is a member of Chinese Writers Association, Chinese Poetry Association and Chinese Natural Resources Writers Association.

AL CREPUSCOLO IN PIEDI VICINO ALLA FINESTRA Le onde ruggenti Apoco a poco si estinguono verso l'orizzonte Il ventunesimo piano Vanta la vista di metà della città nuova La luce frantumata dal sole al tramonto Si estende sul dorso dritto E le costole diversamente lunghe Sono un film di gloria dorata

The long robe of the wind Will wrap it into the very image of the wind I worryabout the ditches assailed bythe rainMudstormand sand will flee to the depths Crowding at the window of the stream

Those who come to dredge Cannot reach the window lattice

Fail to find the nests built by themselves Gazing at the paling dark clouds

The benevolence of the sun Will embrace it

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Some of his Poems have been published in “Poetry Periodical”, “Chinese Poetry”, “Chinese Cifu”, “Poetry of China”, “Campus Literature·Youth”, “The Stars”, “Red Crag”, “River Yan”, “Literature of the Great Earth”, “Northern Literature”, “Chinese Talents”, “Guangming Daily”, “Tibet Daily”, “Newspaper of China’s Natural Resources”, “Chongqing Evening”, “The Spring City Evening”, “People’s Daily Online”, “Xinhua Net”, Phoenix and other newspapers and platforms . His poems have been selected into a variety of anthologies, such as “Hundred Years of Poetry Odes” and “Twelve Contemporary Poems” (the first season). He has won the 6th Contemporary Chinese Poetry Award·Poetry Collection Award and other national poetry competition awards. He has published poetry collections such as “OutsidetheWindow”, “Salute to the Youth”, “Ancient Style Heart Rhyme”, and so on. TEMPO E MAREA Il coltello è forgiato dal tempo e dalla marea Serve non solo per uccidere i porci Ma anche per arare, rompere l'acqua e potare gli Anatomizzaalberi ogni cosa al mondo Venti, neve, tuoni e lampi rimuovono la rugSole,gine pioggia e gocce di rugiada inumidiscono la lama Raschia via la malattia radicata nel profondo Scolpisce le aspettative che incarnano la diL'abilevinità maneggio del coltello Ricordi immagazzinati dal Cielo Carta nautica di tutti gli esseri Tutti dovendo attraversare flusso e riflusso del fiume del tempo

La lunga veste del vento L’avvolgerà nell'immagine stessa del vento Mi preoccupo per i fossati assaliti dal tempoFangorale e sabbia fuggiranno negli abissi Comprimeranno la finestra del ruscello A quelli che verranno a dragare Sarà impossibile raggiungere il reticolo della Ilfinestratorrente in piena Inonderà la natura virtuosa come l'acqua (Libera versione dall’inglese di DomenicoDefelice ) IL MELO Il melo stracaricopenadifrutti nella calura. Domenico Defelice Fulmini squarciano il cielo in questa notte di tempesta che vibra e scuote il battito già alterato. Il riposo non ha spazio e le pietre del mio vuoto sbattono tra di loro. Sarà così forse nell’ombra del dopo respiro quando attoniti vagheremo tra l’abbaglio e l’oscuro con il pesante fardello di una vita da espiare.

Guardando le pallide nuvole scure La vasta foresta sembra all’improvviso Attraversoespandersi il reticolo, la brezza fresca mi afferra i capelli Mi fa sentire all’istante così vuoto Che il mio peso sembra ridotto Ad un granello di sabbia nel muro

Lungo il sentiero di trifoglio e gramigna ho raddrizzato una lumaca rovesciata. Grazie sembrava dirmi con i suoi tentacoli impazziti. Sole improvvisamente dolce, aria tutta sorriso e tra le canne di bambù salmodiante l’usignolo in preghiera. Domenico Defelice

ARIA TUTTA SORRISO

Uccelli grigi Volano tra le costole Sbattendo l’ali a tempo stabilito Il loro volo, ora alto ora basso Mette disordine sulla colonna vertebrale Gli alberi che sfilano lungo le strade Non riescono a trovare i nidi da loro costruiti

AALLELUIA!ALLELUUIAAA!AALELUIA!

29/8/2022 O che bei programmi, marcondinondinondello, o che bei programmi, marcondinondinondà! Berlusconi, tutto per Didù; la Meloni, per la “pet therapy” mica siamo italiani!; Salvini, per agevolare l’acquisto dei cibi per cani; Letta, per più canili e gattili! Alleluia! Alleluia! Nessuno ha programmi per i bambini, il futuro è degli animali. Domenico Defelice

Non preoccuparti La nebbia persistente avvolgerà la cresta La benevolenza del sole L’abbraccerà

PREOCCUPAZIONI

Laura Pierdicchi Mestre, Venezia

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Recensioni

L’intensità del calore straordinario donato dall’influente astro diurno, il sole, pare sia stata agevolmente introiettata in questa ‘calda’ collezione di poesie di Gianni Rescigno, la quale (silloge) facendola scorrere sotto i nostri occhi si rivivono in un lampo tutte e quattro le stagioni dell’anno.C’èstato un grande ma sventurato artista d’oltralpenelpassatocheneisuoidipinti,oltreaicolori ad olio, pareva esserci assieme agli effetti positivi derivanti proprio dalla stella fissa vicina al nostro globo, dopo i pianeti Mercurio e Venere, e attorno alla quale si muovono i corpi celesti della nostra galassia, ilprotagonista in assoluto generanteenergia necessaria per la vita, in altre parole ancora il sole. Lui si chiamava Vincent Willem Van Gogh (1853 1890), nome già assegnato al fratellino morto un anno prima e che costituì uno scomodo ‘testimone’ ricevuto da Vincent, che porterà fino alla sua fine avvenuta all’età di appena trentasette anni quando il pittore del Brabante olandese, zona confinantecolBelgio, deciderà di mettere la parola fine alla sua disagiata esistenza. Non si sa se lui ebbe più ‘fame’ d’affetto umano o di luce solare nella sua breve esistenza non ebbe a che fare col disegno e la pittura prima dei ventisette anni tese le mani ad ambedue le fonti senza raggiungere mai nemmeno l’anticipo della cosiddetta soddisfazione e così ci furono tele con pratiinvasidapapaveri oppurecon l’ultimo cattivo presagio segnato dai corvi neri (tela testamento spirituale di Van Gogh del luglio 1890); vasi di fiori tra cui i girasoli, terreni colmi d’ariste per essere falciate, vedute di case dei contadini invase e permeate da quel ‘calore straordinario donato dall’influente astro diurno’ che lui vedeva come il padre che avrebbe voluto, il fratello, l’amico o la semplice consolante estatica divinità soccorritrice.

Ora, è in queste poesie rescigniane che s’avverte quel medesimo abbraccio di vampa che può arrivare persino ‘a bruciare le vigne’, tant’è la potenza dei raggi solari specie quando essi allo zenit risultano perpendicolari alla Terra illuminata e in piena estate è facile intravedere strani effetti ottici come «[…] Forse è pietra che arde/ mi rispondevi quasi dispersa/ nell’intoccabile forse grande/ cerchio che ci conta gli anni/ e ce li brucia ma io sono ignorante:/ è cosa da libri questa./ È certo cuore di grano/ forza di voli/ verde di piante che hanno/ parole scritte sulle foglie./ È il cristallo dei nostri occhi/ lucidato da speranza/ se guardano lontano/ e sognano l’amore./ Padre dei tempi/ con tristezze e felicità di giorni./ Punto fisso che ci aspetta/ ci attrae: noi piccoli piccoli,/ le spalle curve, soli in compagnia/ di preghiere per trapas-

GIANNI RESCIGNO DOVE IL SOLE BRUCIA LE VIGNE Genesi Editrice, Torino, 2003, € 8,00, pagg. 69.

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 18

Dicevamo19).delle

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 19 sare/ il suo spirito e sparire.»(Dalla poesia d’apertura, pag. quattro stagioni da vivere nel lasso temporale di lettura della stessa crestomazia, ebbene, si sa, il sole cambia nell’attraversarle ognuna e così, ad esempio, i raggi solari di settembre sono più obliqui rispetto al periodo precedente estivo, perché agguantano linee di fuga per trascinare l’umanità del nostro emisfero verso giornate più miopi (nell’emisfero australeèal contrarioperché subentra la primavera), con meno ore di luce soprattutto dopo l’ultimo equinozio che da l’input all’autunno.L’autunno, appunto, era l’ineluttabile momento in cui Gianni Rescigno registrava l’aggiunta di un anno alla sua vita nato il 30 ottobre e maggiormente sentiva di ‘rinascere’ nel vino, uva che diventa mosto, nell’olio con la macina delle olive, nelle foglie che diventano d’oro e si staccano per sempre, nella terra che diventa più madre e più sola, poiché «Entra ottobre./ Smorza fuoco di scogli./ Con giri di rondini inquiete/ appanna d’ombre le spiagge./ Smania il pettirosso vagabondo./ Dà l’addio di settembre/ a ville inanimate./ I venti non lavati/ quasi inerti/ cambiano cammino./ Di rosso arde il giallo./ S’abbassano le voci./ S’ode tutto respirare./ Respirano le ore/ in spazi enormi di silenzio./ Ore di luna./ Ore di pensiero./ Ore dietro le porte/ della sera…/ Dietro le porte della sera/ pronte a spiare/ il singulto della rana/ che naufraga nel sole/ ancora fuso nelle pietre.» (Pag. 40). A questo punto, riassumendo, se i nove pianeti ruotano attorno al sole quando si comprovarono le teorie dell’eliocentrismo venne stravolta l’intera concezione umana e ci fu il meraviglioso evento dell’Umanesimo e del Rinascimento allora attorno al sole di Gianni Rescigno hanno mulinato persone e cose a lui molto care, anche animali di scarsa importanza coi quali non può esistere l’affezione, il passato e il presente seppure lacunosi, le generazioni in continuo evolversi per succedersi l’una all’altra senza alcunapossibilitàdi fermarele cose che così sono sempre andate.

«Siamo poveri/ troppo poveri di forze Signore/ per camminare diritti sui dolori./ Siamo vecchi col pensiero che pesa/ l’amore negli occhi: quella lacrima/ ch’ogni tanto ci sfugge/ per brillare un attimo nella luce/ e subito nettata dal dorso della mano./ Siamo carichi di preghiere di parole/ tutto mai pronunciato a voce chiara./ Siamo ciechi ormai/ perché dentro ci splende un altro sole./ Quello tuo Signore/ che si trova alla fine/ e mai pensavamo d’averlo dall’inizio.» (Pag. 32).

È vero, esiste anche soprattutto il ‘sole’ interiore che è la Fede in Dio che ha fatto tutte le cose e per ultimohacreatol’abitantedella Terra, dalla cui costola è nata la sua compagna per non restare da solo. E noi siamo poveri quando non ricordiamo questo che fa parte della nostra genesi.

Dunque, soleecaloresono lastessacosa: quando s’intravede l’uno di conseguenza c’è anche l’altro come a dire che se c’è la gioventù accanto c’è l’entusiasmo; se c’è il profumo dei fiori allora ci sono gli insetti a svolgere l’impollinazione; se compare l’arcobaleno vuol dire che ha piovuto da poco; se l’indole di un bambino è satolla vuol dire che c’è stato abbondante amore materno e così via. «T’insegnerò a guardare la luna/ quando il cielo sarà tutto suo/ e i grilli avranno la notte per platea.// Sarà il silenzio a battere le mani:/ noi della terra nascosti dietro/ i fichidindia a spingere lo sguardo/ là dove l’aria scende a palpiti/ lungo i raggi delle stelle.// T’insegnerò che il cielo di San Giovanni/ è fatto di miracoli, che il tempo/ delle vigne e del grano è pronto/ a dare pane e vino alla fatica.» (Pag. 26).

Isabella Michela Affinito

ROLANDO BALLERINI IL LIBRO DELL’AMICIZIA Barbera Editore, 2009 Molto antico è il concetto di amicizia, di cui si occupò Aristotele nella sua Etica Nicomachea, nella quale definì l’amicizia strettamente connessa alla Virtù e la ritenne la cosa che maggiormente necessita nella vita, perché a nulla valgono senza l’amicizia beni quali la Ricchezza e il Potere. Per meglio individuarla è da dirsi che essa si distingue dall’amore perché non ne ha il Pathos e perché questo implica il desiderio e l’eccitamento dei sensi. L’’amicizia non va inoltre confusa con la Benevolenza perché, come dice Aristotele, questa può rimanere nascosta e può dirigersi anche verso persone ignote, mentre l’amicizia comporta una concordia di atteggiamenti pratici, così come la concordia politica. L’amicizia implica inoltre un rapporto di simpatia reciproca e di affinità elettiva tra gli amici stessi. Dopo Aristotele approfondirono il concetto di amicizia gli Epicurei, per i quali essa sta alla base della loro condotta pratica, essendo una delle manifestazioni della condotta del saggio. Quanto ai romani, Cicerone, nel suo Laelius o De Amicizia, cercò di dare un fondamento etico al concetto di amicizia, sciogliendolo da ogni utilitarismo di stampo politico. Con l’avvento del Cristianesimo poi, venne dato all’amicizia un valore più esteso, riguardante tutto

A tratti le poesie sono visionarie: “Mi muovo nella casa/ come fossi alito di vento,/ non tocco il pavimento/ lo sfioro”; oppure: “Oltrepasso il varco/ e dalla parte opposta trovo i miei cari”.

Sembra essere una catarsi: la Mazzola si libera di un passato che sembra avere ancora un certo peso, per tirare, forse, le fila di una vita che è ancora nel mezzo del suo cammino.

Lo stile poetico è delicato e visionario, il ritmo dei versi più lento e soprattutto più maturo rispetto alle altre due sillogi composte in età adolescenziale; il linguaggio rimane sempre semplice, senza retorica e senza inutili orpelli.

Tra passato, presente e futuro Prefazione di Marina Caracciolo, Il Convivio Editore, 2020, € 8,00 pp. 35 Frammenti di vita. Tra passato, presente e futuro comprende trenta poesie di Manuela Mazzola, la quale crea un intreccio di versi nel ricordo del passato, attraverso il presente fino ad immaginare un futuro migliore.

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 20 il prossimo, il che va ben al di là della concezione aristotelica, che vede nell’amico un altro se stesso. Di questo argomentosi èoccupato Rolando Ballerini,inunvolumettodaltitolo Il libro dell’’amicizia, contenente delle massime di autori vari riguardanti l’amicizia attraverso i secoli (Barbera Editore, 2009).Lemassimequiraccoltecontengonotutteuna riflessione sull’amicizia e danno luogo ad un’approfondita riflessione su questo argomento, cominciando dal detto di Giovanni Papini, ilquale osserva che in ogni nemico potrebbe nascondersi «un amico che sonnecchia», in attesa «dell’ora sua».

MANUELA MAZZOLA FRAMMENTI DI VITA

Significativo èinfine, perun uomo chefinirà suicida, l’aforismadiCesarePavese, secondo la quale «La massima sventura è la solitudine»

Sul pensiero della rarità dell’amicizia riflette Marco Tullio Cicerone, osservando che «Ogni uomo può dire quante oche o quante pecore possiede, ma non quanti amici». Una riflessione invece sul valore morale dell’amicizia ce la diede Giacomo Leopardi allorché scrisse: «La virtù è il fondamento dell’amicizia, né può essere amicizia senza virtù». Per Hazrat Alì «l’amicizia è la parentela più stretta»,mentreperCamilloSbarbarol’amicoècolui col quale «puoi stare in silenzio», che è una riflessione molto profonda. Amaro è invece un proverbio canadese sull’’amicizia, secondo il quale «Se sei amico dell’orso, tieni vicina una scure»; così come lo è quello di Publilio Siro, per il quale «Laprosperitàgeneraamici,leavversitàlimettono allaAcutaprova».èpure la riflessione di Lucio Anneo Seneca, secondo il quale «Nessuno può vivere felice se bada soltanto a se stesso. Si tinge invece di poesia la massima di Allen R. Foley, per il quale «La morte di un amico, come la caduta di un pino gigante, lascia vuoto un pezzo di cielo».

In copertina troviamo un dipinto di Paolo Sommaripa del 2017, La mareggiata, nel quale è raffigurato il busto di una statua classica che simboleggia il passato ed il mare mosso dai venti, che ricorda il sentire inquieto dell’animo umano nel presente enello sfondo un gabbiano cheaffronta le intemperie,forsepercercarecibo,nelnaturaleistinto che porta ogni creatura terrestre alla vita e dunque alÈfuturo.presente un forte sentimento di speranza, infatti la poetessa non si scoraggia, la sua anima volteggia come fosse ballerina.

“Conun toccorapido/gettovial’ultimogranello. Ora il passato non ha più radici nel presente. Conta solo il futuro”.

Nella prefazione Marina Caracciolo approfondisce il discorso: “La vita stessa è vista allora come una realtà frammentata: un quadro costituito dai cocci di uno specchio in cui si scorgono figure disarticolate e moltiplicate, e che però, con costanza e pazienza, si cerca di ricomporre per dar loro un senso, una ragione, un valore che trascenda l’effimero e l’inspiegabile. Anche il futuro è raffigurato come qualcosa di imprevedibile, di oscuro, un segreto che giace sotto un cumulo di ceneri: un territorio in cui però bisogna avere il coraggio di entrare, anche di esservi scaraventati dentro come da un vento impetuoso, per sradicarsi con forza dalle radici delle memorie, per vivere pienamente il presente e affrontare giorno per giorno l’esistenza che verrà”.

Un’interessante raccolta di massime, questa di Rolando Ballerini, che dà luogo a profonde riflessioni su un tema come quello dell’amicizia, tanto importante per l’uomo che è destinato a vivere in società.

Elio Andriuoli

Troviamo poi, tra le molte massime della raccolta, un detto di Paul Claudel, per il quale «La chiave di un uomo si trova negli altri» e un pensiero di François de La Rachefaucauld, secondo il quale «si perdonano facilmente agli amici i difetti che non ci riguardano». C’è tra queste massime inoltre una di Baltasar Gracian, secondo la quale «non c’è deserto peggiore di una vita senza amici» e un’altra di Ralph Waldo Emerson, secondo cui «L’amico è la persona davanti alla quale posso pensare ad alta voce».

AMICI DI IERI, AMICI DI OGGI…

Ancora in verde età, ha già prodotto una settantina di libri, encomiabili per qualità stilistico/espositiva e varietà di contenuti. Un vero spirito attivo, volitivo, creativo, in cui sono ampiamente presenti e facilmente riscontrabili quegli elementi distivi del saggio illuminato che ha raggiunto la pienezza della sua individualità: amore universale; atteggiamento di solidarietà verso coloro che soffrono; la gioia di condividere l’esistenza e i successi degli altri, l’equanimità nel giudizio di valore della personalità altrui…

Dire che Isabella Affinito è sposa fedele del Daimon della poesia èaffermareuna vocazionepreminente nella gamma delle sue disposizioni artistiche, che includono disegno, pittura, grafica, giornalismo, saggistica, critica cinematografica e letteraria. Personaggio eclettico, dotato di tante buone qualità, idee e sentimenti che ha sparso a piene mani nelle tante opere finora pubblicate e che lampeggiano con vigorosa densità nel recente volume, “Amici e di ieri, amici di oggi”, il quale, diviso in due parti, reca in copertina un “lavoro grafico” dell’Autrice, quale rappresentazione di una mensa conviviale, con nomi di amici per i quali è stata preparata.

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 21

Bastogilibri Roma, 2022 Conosco da alcuni anni la poetessa, scrittrice, artista e studiosa instancabile Isabella Michela Affinito, non direttamente, ma attraverso la lettura di una parte della sua vasta, ricca e varia produzione letteraria, che include anche recensioni a vari miei libri (l’ultima su “Con il sommo Poeta Dante”, pubblicata da Pomezia Notizie nel numero di giugno in corso). Incontro di anime, in cui l’amicizia e la corrispondenza di sentimenti di reciproca stima sono i tratti più evidenti nel nostro rapporto collaborativo a distanza.

La recente pubblicazione “Amici di ieri, amici di oggi”avvaloraampiamentelapresenzadiquestenobili qualità supreme. La prefazione reca la firma di una amica “eccellente”: Marina Caracciolo, la quale, con esemplare avvedutezza, mette in rilievo il carattere propositivo di Isabella, la sua fine sensibilità verso tutto ciò che entra, direttamente o indirettamente nella sfera personale di cultrice di affetti profondi.

ISABELLA MICHELA AFFINITO

Di lei, della sua esuberante vena comunicativa si può parlare sempre in termini elogiativi, in riferimento alla sua condotta comportamentale nei riguardi della cultura, del sapere come anelito inestinguibile ed espansione del Sé interiore.

La poetessa in ogni lirica esprime le sue emozioni, le paure, le speranze che qualsiasi essere umano prova. Tra i versi si possono trovare temi attualissimi come la mancanza di comunicazione come in La folla:“Leparetisonotrasparenti,/manessunovede l’altro./ Ognuno è intento/ a percorrere il suo sentiero”; oppure ne Il mondo capovolto in cui si accenna al femminicidio; oppure le difficoltà che deve affrontare una persona che non vuol essere omologata edunqueapparediversa agli occhidella folla.Visono momenti in cui ci si può ritrovare, come lei stessa descrive, In un altrove: “Sono ferma, immobile/ con due sacchi pesanti/ sulle spalle. /A fatica mi trascino/ passo dopo passo/ e come un’ombra avanzo”. Ma lasciando andar via le pietre del suo cuore, la poetessa si libera e ritrova all’improvviso nel grigio della polvere un guizzo, una scintilla e si riaccende la speranza, poiché è nella vita stessa che si trova il segreto per vivere serenamente, affrontando le possibili avversità.

Amici che sono “altrove”, sparsi per il mondo, viventi o trapassati, ma sempre presenti nell’espe-

Alessandro Baldi

Un’attività multipla,severa,meticolosa, appassionata quella di Isabella Affinito, spirito libero e investigativo, capace di muoversi nel mondo dei grandi artisti, passati e presenti, ma anche di sapersi rapportare con benignitàesorriso sullelabbra nelmondodell’anonimato,dipenetrarloeriviverlo in una corrispondenza affettiva, gioiosa, sotto lo stimolo di una franchezza attrattiva, quale armonica, naturale disposizione altruistica.

ROSANGELA ZOPPI TIRRÒ LA LINGUA DI ROMA dialetto, proverbi e modi di dire Prefazione di Filippo Ceccarelli; Gangemi Editore International, collana Linguistica, 2021, pagg. 512

Chiude la rassegna encomiastica la biografia dell’Autrice, che espone i risultati e i meriti della sua attività professionale.

La sua avventura umana e professionale è sicuramente caratterizzata da una esperienza gratificante, unica, motivata da interessi molteplici, corollari di una cultura strabocchevole, varia e profonda. Non si passa così facilmente da una disciplina cognitiva all’altra, con esiti da encomio, senza ildonoel’illuminazionediunasaviezza prodiga e matura. Antonio Crecchia

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 22 rienza culturale e nell’immaginazione della Poetessa, ai quali può relazionarsi in qualsiasi momento e con i mezzi più svariati. La poesia, naturalmente, vibrazione dei più intensi affetti, li accoglie nel suo alone affettivo e simpatetico, ne rivela l’animaangelica, attiva, morale, umana contuttele caratteristiche che costituiscono l’identità reale e l’integrità sostanziale psicofisica e operativa dell’amico/amica cui l’Autrice apre cuore e mente, privilegia con un omaggio aureo, vergato sulla carta con inchiostro indelebile, eterno: possesso privilegiato delle anime gentili, generose e altruiste. A tanto “slancio vitale”, inteso come libertà di attivare di continuo “il perfetto accordo tra le cose divine e umane”, che in Isabella si traduce in esigenza creativa e corrispondenza di “nobili sensi”, la Nostra aggiunge una lezione teorica di come “dovrebbe essere l’amicizia”, fondata su un tipo relazione che esclude gelosie e competizioni, e si traduce in in rapporto aperto, leale, improntato alla fiducia, alla simpatia e all’affetto reciproco: “Anche sotto una pioggia a / dirotto l’amico vero / aspetta per darti la / sua spalla forte quanto / basta per dimostrarti / la sua sincerità più rara di / un quadrifoglio. Come dire, che incontrare “un amico vero” è godere di un salutare beneficio, di una “rarità” come il quadrifoglio, assurto, già presso gli Egizi a simbolo di fedeltà, felicità e rispetto. La prima parte ospita 46 testi poetici, variamente dedicati, in omaggio a persone della cerchia famigliare,acompagnedi scuola ed’arte, afamose personalità a cui si sente stretta da un legame reverenziale verso la loro condizione di “mito” popolare acquisita in vita con la loro non comune attività artistico o letteraria. Non mancano “legami speciali” di simpatia con i segni zodiacali, la luna, il vestito “bianco eblu”, gli alberi, la scultura, il Sé interiore, “l’amico senza nome”: agente mentale che guida l’individuo nelle scelte, nei comportamenti e azioni quotidiane e lo dispone all’ascesa al soprasensibile attraverso la forza della volontà, dell’aspirazione al Bene; disposizioni d’animo che fanno capo all’eros e alla bellezza. Innegabile, nella tecnica versificatoria dell’Affinito, la tensione verso un ideale di arricchimento cognitivo e di perfezione umana. Nella seconda parte sono riportati tre articoli commemorativi dedicati rispettivamente al regista Federico Fellini, all’attrice Franca Valeri e all’attore Gigi Proietti; articoli precedentemente pubblicati sul periodico romano L’attualità A seguire, sette interpretazioni “sul tema natale” di Oriana Fallace, Federico Fellini, Giulietta Masini, Marina Caracciolo, Rossella Falk, Gigi Proietti e Anna Magnani.

Di molte storielle leggendarie da lei piacevolmente raccontate, a noi, durante la lettura, sono venute in mente altre versioni similari, come quella di marzo che, in origine, aveva 28 giorni e che se ne fa prestare tre da aprile per fregare la vecchia pastora. Ricordiamo una novella assai esilarante letta in una antologia delle elementari, nella quale protagonista era un uomo, vecchio e scaltro pastore. Marzo voleva bagnarlo, ma il guardiano di pecore lo gabbava sempre. Se marzo gli chiedeva: Dove vai, domani, pastore? lui gli rispondeva: Domani vado al piano, e marzo, quel giorno, al piano faceva il finimondo. Il furbo pastore, però, con le sue pecore se n’era andato al monte! Così per tutto il mese, finché marzo, facendosi prestare i giorni da aprile, non riesce a incastrarlo, scompaginandoglilepecoreeriducendolozuppo,fradiciocomeun Sangilormo (un santo, Girolamo, che, forse, ha a che fare con piogge e tempeste).

Domenico Defelice

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 23 + 16 tavole a colori fuori testo, € 44,00 Raramente ci è capitato di leggere un volume di oltre 500 pagine di formato 17 x 24, giustezza 13,50 e carattere corpo nove ad interlinea singola e non provare noia o stanchezza alcuna dall’inizio alla fine. Segno che l’Autrice sa affascinare con la chiarezza, la fluidità del dettato, la leggerezza con la quale porge argomenti non certamente da romanzo; si tratta, infatti, di un corposo saggio sulla lingua millenaria di Roma, che sbagliando chiamiamo dialetto; e la fluidità del racconto e la sua pastosità, Rosangela Zoppi Tirrò riesce a mantenerle anche nei momenti in cui scende nei minimi particolari, nell’esame di ogni aspetto del tema, a tal punto che quasi ogni singolo proverbio e modo di dire risulta vasto e minuziosamente sviscerato da possedere propria autonomia. Ogni brano, cioè, non èspolveratinaper darciun’idea; è<<molto più di una semplice elencazione di “modi di dire e proverbi” >>, scrive nella Prefazione Filippo Ceccarelli; ha vita propria ed è supportato da una enorme quantità di fonti documentarie che hanno chiesto un lavoro lungo e meticoloso, che può venire sopportato solo se alla base c’è un amore solido e profondo per la cultura e per la città più bella e più ricca di storia del mondo. Amore dato e ricevuto: <<Vorrei che il lettore auspica l’Autrice considerasse questo libro come una serie di brevi racconti tenuti insieme da quel magico sotteso fil rouge che è Roma>>. Un saggio vasto, colossale, formato da centinaia di tasselli, ognuno dei quali studio a se stante ripetiamo e sapientemente cucito.

L’opera è divisa in due parti: la prima riguarda la lingua dialetto romana sotto l’aspetto tecnico ed evolutivo nel corso dei secoli, fermentata dagli infiniti apporti venuti dall’esterno nel corso dei secoli, Roma essendo stata capitale del mondo e calpestata nel passato, ma anche ai nostri giorni, da gente di ogni nazione, ognuna delle quali ha cercato di parlare il latino a modo proprio, ognuna dando eognuna ricevendo, in uno scambio chemai si è arrestato e mai si arresta.

“La seconda parte del volume scrive Zoppi Tirrò comprende proverbi, ma soprattutto modi di dire, per un totale di 133 voci. I romani, con la loro innata e celebrata arguzia, con la loro ironia e autoironia, con il loro senso pratico del vivere, con la sapienza che deriva loro da millenni di storia, hanno proverbi e modi di dire per ogni circostanza della vita”, e Ceccarelli conclude che “Un filo invisibile lega la prima alla seconda parte, ed è la poesia” . Trattando della lingua di Roma, l’Autrice ha l’agio di interessarsi di personaggi, poeti e scrittori chehanno contribuito adiffonderla e a migliorarla, presentandoci, quando è possibile, di loro un profilo esauriente, come Adolfo Giaquinto, Giuseppe Martellotti, tanto per fare degli esempi; ma l’elenco dei poeti che incontriamo è assai lungo: Giuseppe Gioachino Belli è senz’altro il più citato; ecco Carlo Alberto Zanazzo; Giggi Zanazzo (caustico e sferzante verso i piemontesi che, col trasferimento della Capitale a Roma, hanno invaso e stravolto la città eterna con il loro agire e, in particolare, la loro parlata: “Si loro so’ Tajani, sor Andrea,/me fo tajà de netto li cojoni!”); il grande Trilussa; Sante Rinaldi, detto Risante (il quale, afferma Zoppi Tirrò, “non farà mai uso del fulmen in clausola, della cosiddetta botta finale, cioè del grasso e facile espediente conclusivo”); Giuseppe D’Arrigo; Carlo Pettrich; Cesare Pascarella; Camillo Fiorentini (Cacarone de Trastevere); Amilcare Pettinelli; Checco Durante; Mario Dell’Arco eccetera. Rosangela Zoppi Tirrò non si limita ad indagare apporti, poeti e scrittori solo romani, ma deborda piacevolmente nei dialetti di altre regioni d’Italia e a volteva oltreconfine,comein Svizzera ealtrove. Inoltre, è creativa e stimolante, nel senso che invoglia alla partecipazione, come se anche chi legge potesse contribuire ad arricchirne il testo. Soffermandosi sul modo di dire ”Chiuso Frascati!”, per esempio, e sulla etimologia del termine “tropea” (sbornia e altro), precisa ma lei non è d’accordo che per alcuni esso sia “di origine greca”. Anche a noi pare possibile, invece, visto che in Calabria, culla della Magna Grecia, c’è perfino una citta di nome Tropea, con un territorio famoso in tutto il mondo per le sue cipolle rosse e molto dolci.

Quantosopra,non ha nienteachefarecon questo lavoro di Tito Cauchi, che tratta sia della poesia che della prosa tognacciane senza approfondire né l’una, né l’altra, semplicemente perché non è stato il compito ch’egli s’è dato. Lo afferma lui stesso nella Prefazione: “Si tratta di una scelta sorta senza un progetto preordinato. La monografia non ha la pretesa di essere un vero e proprio saggio” . Ci troviamo, cioè, alla presenza di una antologia di recensioni, tutte sullo stesso autore, che, per ampiezza enatura,ognunadi essepuò solo accennare, suggerire, come il critico in effetti fa, spingendosi solo a volte ad adombrare interpretazioni dissimili da quelle che vanno per la maggiore o al momento sotto il suo esame e facendolo sempre con pudore e timidezza, quasi chiedendo scusa. Il lavoro è da prendere, dunque, come trampolino, spunto per nuovi studi, per scavi più intensi e meno selettivi sull’opera di Imperia Tognacci comesu quella deitantiautoridei quali finoraCauchi s’è interessato: Salvatore Porcu, per esempio, Carmine Manzi, Leonardo Selvaggi, Alfio Arcifa, Giovanna Maria Muzzu, Graziano Giudetti, Silvano Demarchi, Carmelo Rosario Viola, Rudy De Cadaval, tutti autori ancora quasi vergini, cioè inesplorati quasi totalmente e che hanno avuto, però, meritatamente spazio, negli anni, sulle pagine di Pomezia Notizie, testata alla quale Cauchi non ha mai mancato di offrire la sua generosa firma. Tognacci e gli altri autori tutti frammentati e che attendono lavori sistematici. “Si vivono di riflesso mille vite e in un gioco di specchi ci ritroviamo in altrettanti frammenti scriveCauchi , a volte, difficili da conciliare con la nostra identità. Penso che sia necessario predisporsi all’ascolto di tutte le voci, entrare in sintonia con il mondo circostante: qualcosa guadagneremo. Molte voci non fanno necessariamente coro, ma è possibile distinguere i vari idiomi come identità e ricchezza della moltitudine; rivelano lo spirito dei tempi, l’anima di chi opera e di chi dirige”. Condividiamo. Occorre essere grati, dunque, a questo critico, che ha sempre donato e dona senza nulla chiedere.

Domenico Defelice

TITO CAUCHI IMPERIA TOGNACCI Memoria e Mito Introduzione di Isabella Michela Affinito; in copertina, a colori, foto di Imperia Tognacci Editrice Totem, 2022, pagg. 122, € 15,00 La poesia di Imperia Tognacci èprettamentenarrativa e lo dimostra il fatto che le sue sillogi non son composteda brani frammentari, son veri epropri poemi; lei ha il dono del racconto, nel quale ama coinvolgere il proprio io, avviluppandolo e vivificandolo al contatto con la Natura. Tema di fondo nei suoi versi è, perciò, il viaggio, sia esso interiore, metafisico, sia vero o verosimile, ciò che troviamo anche nella sua prosa, nei suoi romanzi, dove i personaggi non sono statici, mai sedentari, ma si muovono e agiscono spostandosi in luoghi diversi e, a volte, anche in nazioni diverse, come fa un solo esempio l’Annunziatadi Anime al bivio. È un errore, quindi, separare in lei la prosa dalla poesia, così come hanno fatto finora autori e critici pure di chiara fama, i quali, nelle loro monografie sull’opera della nostra Autrice, si sono interessati dei suoi versi, e quasi solo dei versi, ignorando o accennando appena, alla prosa, ai suoi romanzi, ai suoi saggi. Per noi, La notte del Getsemani, Natale a Zollara, Il prigioniero di Ushuaia, Il richiamo di Orfeo, Nel bosco, sulle orme del pastore eccetera, è un errore separarli da Non dire mai cosa sarà domani, L’ombra della madre, Anime al bivio. C’è solo che, nei poemetti, il racconto è più stringato, più asciutto, reso quasi da sole immagini, sprazzi di luce che si attraggono e si respingono e che, alla fine, però, rappresentano, formano il medesimo tessuto dei romanzi, nei quali la Tognacci, invece, ama distendersi, riposarsi, accarezzare, tanto è vero che, anche nel dramma, c’è sempre l’alea del paesaggio, dell’erba, dell’albero, del sole, dell’aria, dell’interiore e della fede che addolciscono se non proprio placano. L’opera di Imperia Tognacci,quindi,andrebbevisitata escavatain costante parallelo tra versi e prosa, non separando i dueaspettioignorandoneunoquasideltutto,come ripetiamo finora s’è fatto.

GIANNI ANTONIO PALUMBO POESIA IN CINQUE MOVIMENTI E DUE CONGEDI Vitale Edizioni, 2022 pagg. 32, s. i. p.

Gianni Antonio Palumbo è critico attento, che sa investigare con scrupolosità testi letterari; è narratore; è autore di teatro; è poeta. Per la critica, citiamo il suo recente saggio su Sabatino Lopez, apparso sul semestrale La Vallisa n. 115 del luglio dicembre 2020, nel quale non si limita all’esame delle opere teatrali di questo autore, ma getta uno sguardo d’insieme sul “teatro italiano (…) tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del XX secolo”, che “non va giudicato sulla scorta della sua portata innovativa sotto il profilo formale” del singolo autore scrive, infatti, Palumbo , ma la “attenzione dovrebbe (…) essere rivolta

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 24

Poeta civile e sociale, Palumbo non teme di sfiorare la retorica pur di colpire e lasciar segno. Troviamo nei suoi versi tutti quelli che sono i mali più pestiferi dell’uomo moderno, tutti provenienti dal suo interiore; ma non mancano i suoi aneliti e le capacità di riscatto, basta solo che lo si voglia e si persista nelle volontà fino alla vittoria, facendo emergere, finalmente, e trionfare i “reami/di luce” che ristagnano e rischiano di imputridire in ciascuno di noi, perché noi veniamo dalla luce, siamo polvere di stelle. L’indifferenza, secondo Palumbo, non alberga soltanto in tutti noi, ma anche nella Natura, se è vero che mentre si svolge il calvario e la tragedia, “per le strade profumava il gelsomino”. È, dunque, una indifferenza generale, concreta, stratificata,

Per il teatro, invitiamo a leggere il suo dramma in due atti Le ombre, anch’esso apparso su La Vallisa già citata, ricco di temi e di metafore. La città della scena, Candevari, è la stessa del romanzo, città inventata, qui prettamente agricola, priva di prospettive innovative di vita, dalla quale i giovani anelano andar via, attratti dal luccichio delle luminarieedalfervorechesi intuisconoaldi fuoridelle mura; una città morta, annichilitadai pregiudizi inculcati e cristallizzati dalle fobie degli anziani, dominatadallapauraallucinanteversocolorochealla città stanno intorno e anelano entrarci. “Gli altri popoli vivono, si riproducono, folleggiano, danzano! dice il giovane Aldo alla giovane Rosalina Solo noi ci siamo rinchiusi in questo lutto perenne che non conosce variare di stagioni”. I giovani riusciranno a uscire per breve tempo, attraverso un varco nelle mura momentaneamentepoco sorvegliato, ma vi rientreranno terrorizzati dalle Ombre e uno di loro ci rimetterà la vita. Le Ombre sono tutti coloro che anelano ad entrare in città, alcuni dei quali vi riusciranno, sempre attraverso quel varco, e faranno una brutta fine, perché verranno messi a morte senza pietà. Le Ombre sono tutti coloro che emigrano, che fuggono dalle guerre, dalle ingiustizie, dalle prigioni, dalle violenze, che trovano, comunque, violenza dappertutto, che portano, a loro volta, violenza, perché essa è dentro come fuori la città, essendo in ciascuno di noi. “Io so di cosa parlate dice Cassandra al Pastore e agli altri, una delle ombre entrate in città e che verrà impiccata . Avete paura delle ombre. Capisco i vostri timori, ma vi sbagliate. Altre ombre hanno distrutto la nostra vita. Guardateci, non siamo figlie della notte. Chiediamo solo di vivere, lavorare, amare, finire la nostra esistenza dolcemente nella vostra terra. Non è, in fondo, quello che chiede ogni essere umano?” Le Ombre sono ciò che in noi si annida e che o prima o poi esce e diffonde il suo veleno; sono le fobie, le apparenze ipocrite, gli interessi e le avidità di tutti gli sfruttatori, anche di chi le Ombre traghetta e che sembra farlo “con amore”, “biondo”, solare come un Dio, di “vent’anni al più”, così come appare ai giovani evasi momentaneamente da Candevari, “bellissimo”, tale che sono le parole di Aldo “Lo avresti creduto un angelo”. “Lo avresti creduto”, perché, in realtà, non lo era! E veniamo alla Poesia in cinque movimenti e due congedi, nella quale le ombre continuano e vi troviamo anche aspetti di teatralità, se non altro per il variare dei registri del narrato, nel quale si alternano o si mescolano il dramma e la preghiera, con le tante domande fino a sfiorare la concione, ben otto interrogativi pesanti nell’economia dei diciannove versi della prima strofa del “Preludio”. Interrogativi che proseguono, e se ne trovano tanti, ancora. E anche qui, come nell’opera teatrale, metafore e rimandi, richiamando e mescolando passato e presente (“Dove sono le donne di Auschwitz?/…/E siamo noi che non morimmo/e siamo vivi a stento”?), il classico al moderno, la poesia alla narrativa, la musica e la fede (“io,/l’italiano che, salendo da Gerico a Gerusalemme,/non si volse e passò altrove”), a dimostrazione della stratificazione culturale cellulare e sapienziale di Palumbo. Si va per cenni, certo, ma la poesia vuole questo,accennarepiù chenarrare,proporre, suggeriree,cosìfacendo,stimolarelafantasiadellettore, costretto a riempirne i vuoti.

Per la narrativa, accenniamo al suo romanzo affollatissimo di personaggi Per Luigi non odio né amore da noi recensito su Pomezia Notizie del febbraio 2021 , un giallo, ma non soltanto tale.

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all’intero teatro tra Ottocento e inizio del secolo scorso e potrebbe essere foriera di gradevoli sorprese”. Nell’indagine, Palumbo occhieggia ad altri grandi del teatro, come, per esempio, Goldoni e Pirandello. Per quantoconcernestrettamentel’autore preso in esame, egli afferma che “alla base della Weltanschauung di Sabatino Lopez sembra esserci, prima ancora della goldoniana bonomia, l’impronta del terenziano Homo sum,humaninihil a me alienum puto, con conseguente confidente apertura all’altro e indulgenza verso le debolezze umane”. “Un teatro, quello di Sabatino Lopez conclude Palumbo , meritevole, insomma, di una riscoperta, perché, se alcuni testi appaiono ormai datati, sebbene non necessariamente privi di fascino, altri hanno decisamente ancora molto da raccontare, nel loro aderire al movimento incessante della vita, con i suoi paradossi, le piccinerie, lo sgretolio dei sentimenti e l’improvviso baluginare di possibili nuove stagioni”.

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 26 spietata; “È la cancrena di quest’occidente marcio” del quale facciamo parte. È che tutti, proprio tutti, abbiamo perso l’anima. L’Italia di oggi è più serva di ieri, dedita alla prostituzione, all’edonismo, a turpitudini d’ogni genere, non solo materiali, segue le mode non virtuose, “un’Italia urlante impietrita/che ha svenduto il suo candore al maestrale”, a un vento che non le appartiene, che però non respinge, o non può respingere, perché coinvolta nelle Ombre come tutte le altre Nazioni. Sta semprea noidecidere, alla nostravolontàdi resistere. Se ce la faremo, le avversità, le insidie, non mancherannoditentarciecercardiannichilirci,ma le Ombre si sbiancheranno e anche se “Costeggeremo polle di fango/(…) saremo più lindi” Tra i temi di peso è giusto ricalcare, prima di chiudere, la prostituzione, con la povera donna libicacostretta“sul ciglio delle (nostre) strade”,trattata come “Un cane che non vuole scodinzolare/e deve farlo./Che non desidera piacere/e deve studiarsi di piacere”; e l’odio raziale, che alberga in ciascuno di noi anche se non sembra, giacché, in realtà, tutti “Siamo (…) uomini, fuscelli al vento,/che bruciano ai roghi della vanità” Non si direbbe, ma c’è questo e tanto altro ancora, in questo spillato di Palumbo. Pomezia, 16 agosto 2022 Domenico Defelice

MANUELA MAZZOLA PAOLO SOMMARIPA pittore dell’Arte Immaginaria Prefazione di Claudio Vannuccini, Il Convivio Editore, 2022, pagg. 160, € 20,00 Carta patinata, riproduzione a colori e a tutta pagina di 34 opere dell’artista (undici per il Sacro; undici per l’Umano; dodici per la Natura) e una esposizione lineare, senza retorica, compongono il volumetto il secondo riguardante la pittura che Manuela Mazzola ha voluto dedicare questa volta all’artista romano Paolo Sommaripa (nato il 26 gennaio 1959), cittadino pometino dal 1983, dove lavora e dirige una scuola d’arte figurativa. In lui scrive la Mazzola “il pensiero si fonda con la fantasia creando dipinti che prendono spunto dalla realtà e rivisti mediante le ali dell’immaginazione”; “In lui continua l’Autrice si uniscono l’agire e l’agito secondo una dinamica di molteplici flussi prodotti da altrettanti significati, provenienti da habitat culturali vissuti nel tempo e modificati attraverso il divenire di esso”. Realtà, fantasia, habitat: sarà senz’altro così; ma noi non conosciamo il pittore e, al di là di un’ottima mano, ci sembra, alla luce del solo qui riprodotto, che, in Sommaripa, del descritto Sommaripa ci sia poco e molto, assai molto, di altri artisti del pennello, lontani e vicini a noi. L’augurio è che noi ci stiamo sbagliando, ma abbiamo qualche dubbio che i suoi lavori come egli stesso afferma siano “tutti di pura fantasia” echenon abbia “mai seguito le correnti”. Le Madonne qui riprodotte sono quelle bizantine e di pittori italiani e stranieri nei secoli, sia nella postura, come nei paludamenti, come nei colori e nella loro stesura, sia ancora nei lavori sulla Natura, che suggeriscono Sironi è quello che ci spunta sulla pena e non solo.

Manuela Mazzola dà ampio spazio ai giudizi di molti sulla pitturadi Sommaripa. Fattino Tedeschi, per esempio di sicuro, il figlio del caro e indimenticabile amico poeta futurista Geppo Tedeschi ,evidenziai “Colori, armonie di trasparenze, bellezze di forme che parlano di spazio, di passato, di ricordo antico dai profumi lontani che, solo la memoria di questo artista riesce a mettere in moto, esercitando col suo stato emotivo il ritorno alla bellezza di quel tempo”, e Moira Di Mario, de Il Messaggero, nel 2009 testimonia che Sommaripa è “Un maestro non solo di arte, ma anche di vita che ha dato tanto alla sua città. Spesso incompreso, ma mai arreso davanti alle difficoltà. Ed è proprio quell’energia e quell’entusiasmo che lo hanno spinto ad andare avanti, a proseguire il suo cammino, a contraddistinguerlo e a rendere i suoi

Nonostante le difficoltà, la sofferenza causata dalle azioni e dalle decisioni di altri, la vita del poeta è andata avanti, guardando a ciò che resta di positivo e sentendosi parte integrante della natura, dei suoi odori, dei suoi frutti: “Odora dentro forte/ la prima pioggia grigia”; Portami là dove canta/ il verdeincendiatod'acqua;esenzateioiboschi/non li vedo e non li vivo/ non li respiro come vorrei/ come li sogno […] Amo perdermi/ quando scocca settembre/ nelle ampie nebbie lacustri. Nessun rimpianto, oggi, nel crocicchio,/ nessuna necessità di consolazione./ Solo bellezza, un respiro”.

Edizioni Cofine, 2022, Pagg 44, € 7,00 Il poema, La teoria del transatlantico, è composto da sette libri, ognuno dei quali da sette componimenti con sestine di endecasillabi, di cui il terzo e quarto verso in rima baciata. Si tratta di un'allegoria; si narra, infatti, una storia nella cui trama s'intrecciano numerosi simboli e vicende. “L'allegoria della nave scrive nella prefazione Anna Maria Curci per l'esistenza e l'organizzazione della comunità umana, alle prese con lo scorrere della storia da un lato e le scelte individuali dall'altro, ha uno sviluppo che ha gettato le sue àncore in posti molto distanti nel tempo”.

CARLO TOSETTI LA TEORIA DEL TRANSATLANTICO

Lo stile ricercato, grazie all'uso di un linguaggio non comune, tratta fatti crudi, considerazioni e critiche alla modernità come l'utilizzo di macchinari che vanno a sostituire l'uomo, il potere di pochi, la sottomissione dei più bisognosi, ma anche il classicismo e l'importanza del donare.

Un viaggio nei ricordi della vita, forse dolorosi, ma senza rimpianti. Nel tempo e oltre, malgrado i vapori di sangue e malgrado ritorni quel tuo gesto empio ad aggredire l'infanzia mia. Il sole tuo malgrado risorge.

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quadri sempre freschi, giovani”;Bruno Lanzalone, infine, scrive che “La figura è fondamentale nell’arte di Sommaripa, che, legato al mondo e alla storia, sembra, tranne rare eccezioni, rifuggire da astrattismi e si lega profondamente al figurativo”. Lanzalone è, comunque, uno dei pochi che, come noi, trova evidenti derivazioni nell’arte di questo pittore. Domenico Defelice

Temi raccontati con eleganza e schiettezza. Un poemetto di trentaquattro pagine denso di riferimenti storici, di fatti che lasciano riflettere il lettore. Tra i versi emerge anche l'apparenza quale simbolo di una società, che se non è corrotta, sicuramente è collusa, finge e si compiace di ciò che fa mentre “nulla cambia dell'apparente ardore/ d'opulenza che solchi a trenta nodi,/ dell'inganno d'un lusso che consoli [...]Cela la lingua d'aristocrazia,/ dietro ai modi affettati nella sala, / dietro alle piccole opere impiattate / fatiche più diquanto figurate:/ estintal'ariadaiperenni fuochi, / dei girarrosti e forni la fornace […] Come a ogni rispettata società/ spetti il lucro, questo anche è il navigare: / finché il belletto regge la finzione,/ a spingere la nave è l'addizione/ dei singoli biglietti e l'investire/ ricchi soci l'ingente capitale”. Il termine apparente, (che sembra ma non è, che èsoloin superficieoparticolarmentefalso)occorre cinque volte nel testo ed è la parola chiave attorno alla quale gira la teoria.

Ha vinto numerosi premi ed è presente su riviste e lit blog con recensioni e scritti. Manuela Mazzola ROBERTO COSTANTINI IL CANTO DEL TEMPO Genesi Editrice, 2022, Pagg. 134, € 14,00 Il canto del tempo. Cos'è un canto? E' l'esecuzione vocale di una melodia o di un ritmo, ma ancheuncomponimento poetico; eil tempo?E' la percezione e la rappresentazione della modalità di successione degli eventi e del rapporto fra essi. Dunque, il poema di Roberto Costantini può essere definito come la poesia che racconta la vita. Da questo viaggio sono ritornato nuovo, a tutti gli effetti. Non ho avuto necessità di immergermi fino al fondo dell'abisso per poter fare esperienza del sublime, per sentirmi parte di quanto mi circonda al punto da farmene attraversare.

L'autore ha pubblicato, inoltre, Le stelle intorno ad Halley (Libroitaliano, 2000), Mus Norvegicus (Aletti 2004), Wunderkammer (Pietre Vive 2020).

Il mondo scrive Sandro Gros Pietro nella prefazione è tutto ciò che esiste nella realtà e che ricade sotto la sperimentazionedei nostri sensi, ma anche aumentato a dismisura da tutto ciò che esiste unicamente nella nostra fantasia. A questo indirizzo, si trova la poetica di Roberto Costantini, contenuta in Il canto del tempo, ma già in fieri nel suo precedente libro”.

Sono uguali la nave e la teoria: essa persiste indoma, anche se muore. La nave, la teoria e la società: dall'elegante linguaggio all'aspra critica a questa nostra comunità, la quale ha gettato le sue basi diversi secoli fa e che non è ancora pronta a cambiare rotta nonostante il pericolo imminente.

“Io non canto chi domina/ Non canto superbebandiere/ Non voglio nel mio canto/ Orgogliose città né fragori/ Di folle e di macchine/ Perché io canto la pioggia/ E la sua musica sulle foglie.

Roberto Costantini è laureato in Letterature di lingue inglese presso La Sapienza Università di Roma, si specializza in critica e filologia shakespeariana; pubblica diversi articoli, un romanzo La Stella. Nella compagnia Teatrale Costellazione dirige e interpreta alcuni spettacoli e nel 2021 pubblica la silloge Musagete che vince il premio I Murazzi. Manuela Mazzola

Lo stesso mondo ricercato ed amato dal poeta Vincenzo Rossi.

IMPERIA TOGNACCI VOLLI, E VOLLI SEMPRE… La speculazioneestetica e simbolica nella poesia di Vincenzo Rossi Genesi Editrice, 2021 Imperia Tognacci, in questo saggio descrive la vita e la poesia di Vincenzo Rossi, poeta, scrittore, saggista, traduttore di testi dal latino, dal greco e dal francese, non come critica, ma come grandeammiratriceper la suaprofonda cultura. Un indelebile ricordo la lega all’eclettico scrittore e benché non si siano mai conosciuti personalmente, attraverso lo scambio dei propri libri,hanno approfondito le loro conoscenze interiori, il modo di essere, alimentando una reciproca stima. L’autrice riconduce la capacità espressiva di Vincenzo Rossi ai primi diciannove anni, trascorsi tra la maestosità delle montagne e di tutta la natura che le circonda, come elemento che influenzerà la sua espressione poetica. Come descritto nella postfazione da Francesco D’Episcopo, “la Tognacci ripercorre con intelligenza e sensibilità, il cammino poetico delRossi,richiamandoladoverosaattenzionesulla sua vita di pastore L’autricepoeta”.nelle sue considerazioni immagina lo spirito del Rossi percorrere i recessi sperduti dei boschi, giungere alle sorgenti del Volturno, salire verso le cime delle Mainardi e percorrere i pendii delle morge, i pascoli e gli stazzi del Matese, i vicoli di borghi arroccati, salire e scendere le scalinate consunte di castelli abbandonati, inerpicarsi su aspre rupi, aggirarsi tra folte macchie, scendere nelle valli folte di alberi, e la sua poesia intonarsi con il suono dell’infinito.

Claudio Vannuccini

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 28

“La poesia rappresenta il tutto”. E la Tognacci in questo saggio esalta le doti dell’amico Vicenzo Rossi, ci spiega la natura dei versi e ci spinge lungo sentieri spesso disabitati. Quelli che non hanno nulla a che vedere con i proclami di una letteratura a volte falsa e bugiarda. La genuinità dell’espressione priva di implicazioni è l’essenza della nostra vita.

Come disse John Kennedy: “Se i politici amassero un po' di più la poesia e se i poeti un po' dipiù lapolitica,il mondo sarebbeun posto migliore”.

Le undici fotografie di Emy Mei, di cui una in copertina, sembrano rafforzare l'idea poetica del vivere in coalescenza col mondo, ossia in unione profonda con tutti gli altri elementi che lo compongono.

In questocasoèilpoetachesiunisce con il resto del creato per dar vita a una personale percezione del cosmo. Percorrere il sentiero della poesia vuol dire iniziare un lavoro profondo con se stessi, con la propria anima che, nonostante le diverse esperienze, rimane simile a quella di tante altre persone che camminano su questa terra. Per questo motivo, nei versi del poeta è facile riconoscersi, grazie anche allo stile semplice ed essenziale.

PREMIO “L’ARTE IN VERSI” - La nuova edizione del Premio di Poesia “L’arte in versi”. Tredici sezioni. Scadenzaal31dicembre2022. Nellescorsesettimane, sui canali ufficiali dell’Associazione Culturale Euterpe APS di Jesi (Ancona) è

stata data diffusione al bando di partecipazione alla undicesima edizione del noto Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, ideato e presieduto dal poeta e critico letterario Lorenzo Spurio. Dopo il grande successo della premiazione della decima edizione, tenutasi presso l’Auditorium di San Rocco di Senigallia (Ancona) che ha visto, tra gli altri, la presenza del Maestro Guido Oldani (fondatore del Realismo Terminale e candidato al Premio Nobel per la Letteratura, ivi premiato col Premio Speciale “Alla Carriera”), ritorna il prestigioso concorso letterario che vanta di numerosi patrocini istituzionali della Regione Marche tra cui quello dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino. Il premio si articola in ben tredici sezioni che sono così ripartite: poesia in lingua italiana, poesia in dialetto, poesia in lingua straniera, poesia religiosa, poesia d’amore, prosa poetica, libro edito di poesia, haiku, videopoesia, sperimentazioni poetiche (che conta al suo interno le sotto sezioni di: corto poesia, poesia dinanimista e dittico poetico), critica letteraria, prefazione di libro di poesia e libro edito di saggistica sulla poesia. Un ampio ventaglio per i poeti (e non solo) di prendere parte a quello che da molti è considerato uno dei più prestigiosi premi letterari per la Poesia nel nostro paese e che vanta di un palma res di premi alla cultura e alla carriera consegnati annualmente di altissimo livello (Dante Maffia, Donatella Bisutti, Marcia Theophilo, Anna Santoliquido,…). Potranno partecipare, infatti, con saggi e critiche anche giornalisti, critici, saggisti e, con l’edito (libro di poesia edito e libro di saggistica edito) anche gli editori.

NOTIZIE NUOVO DIRETTIVO DELLA FONDAZIONE SEMINARA DI MAROPATI

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 29 D. Defelice: Il microfono (1960)

Apprendiamo che la prestigiosa Fondazione Fortunato Seminara di Maropati (Reggio Calabria) ha di recente rinnovato il suo Direttivo. Nuovo Presidente è il Prof Franco Milito; Presidente onorario, dottoressa Caterina Adriana Cordiano; componenti: Carmine Chiodo, Mimmo Gangemi, Antonio D'Elia, Monica Lazillotta, Vito Teti, Salvatore Settis. Membro onorario, prof. Tommaso Scappaticci. *** IL RESPIRO DELL’”UNIVERSO” Comunichiamo ai nostri lettori che a settembre, per allprint edizioni", lo scrittore e poeta Lucio Zaniboni curerà l'antologia "Il respiro dell,"universo". L'inserimento è su invito e a titolo gratuito.Ogni autorericeverà unacopia dell'opera in omaggio.***

AA.**

LIBRI

Anche quest’anno la Commissione di Giuria, composta da membri del panorama culturale e letterario nazionale, è presieduta dalla poetessa e giornalista Michela Zanarella. Tra le numerose realtà culturali che hanno fornito il loro patrocinio morale e segno distintivo, oltread associazioni culturalisparseinvarieregioni d’Italia, figurano il Centro Studi “Sara Valesio” di Bologna, il Centro Culturale “Vittoriano Esposito” di Avezzano (AQ) e il Movimento Internazionale “Donne e Poesia” di SaràBari.possibile partecipare al premio, adeguandosi alle prescrizioni del bando di partecipazione pubblicato sul sito ufficiale dell’Associazione, su Concorsiletterari.it, Concorsiletterari.net e Literary.it entro e non oltre il 31 dicembre 2022. Oltre ai canonici premi da podio verranno assegnati vari premi speciali ad opere che si contraddistingueranno, a parere della Commissione di Giuria e della Presidenza, per la loro particolare qualità. La cerimonia di premiazione si terrà entro il mese di maggio in un centro dellaprovinciadi Anconacheverrà dato a conoscere a tutti i premiati con debito Perpreavviso.informazioni o richiesta del bando: www.associazioneeuterpe.com; ass.culturale.euterpe@gmail.com; premiodipoesialarteinversi@gmail.com

NICOLA PREBENNA Vive l’amore e canto Poesie, Prefazione (“Pulsioni di vita e tenerezza elegiaca nei “frammenti d’amore” di Nicola Prebenna”) di Carlo Di Lieto; Postfazione di Virgilio Iandiorio Delta3 Edizioni, 2022, pagg. 88,€ 10,00. Nicola PREBENNA, di Ariano Irpino, già docente e dirigente scolastico in Italia e all’estero (Turchia, Francia, Grecia) è poeta, critico letterario e narratore, che ha vinto numerosi premi, ricevuto tanti riconoscimenti ed è presente su numerose antologie; suoi contributi sono ospitati su molte riviste. Sue opere edite da Delta 3: E la fiaccola… vive! (poesia), Come per acqua cupa (poesia), Barbe e virgulti (narrativa), Il Settecento e l’Autobiografia (critica letteraria), Pietro Paolo Parzanese: l’intellettuale che si volle poeta popolare (critica letteraria), Mi prendo per la gola e… dimagrisco (saggio insieme a Vittorio Roberti), Vulnera Temporis (poesia, due volumi, traduzione in greco e polacco), Non di solo pane (romanzo), Per correr migliori acque (poesia), Matera del mio canto (critica letteraria). Altre opere: L’approdo (narrativa, 1976), Colpo d’ala (poesia, 1978), Scuola oggi (saggio, 1986), Rari Nantes (poesia, 1988), Tempo che va (narrativa, 1995), Dacruma (poesia, 2001), In gurgite vasto (poesia, 2004), Nicola Prebenna e la Grecia (a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene, 2004), Era il maggio odoroso (poesia, 2010), In una parte più e meno altrove (poesia, 2017), In rime sparse (poesia, 2020), Incontro con Dante/Libertà va cercando (critica letteraria, 2021).

VV. Poeti italiani del nostro tempo. Premio internazionale di poesia “Danilo Masini” (Il mio paese) 3a Edizione 2000. Anscarichae Domus, Firenze 2000, pagg. 72, € 7,75. L’Antologia è a cura di Marcello Falletti di Villafalletto, che firma l’ampia e dettagliata presentazione; è divisa in due sezioni (Poesia inedita e Poesia libro edito) e sono ospitati i seguenti autori: Giacomo Manzoni di Chiosca, Maria Luisa Lorenzoni, Mario Renai, Giuliana Gilli, Mina Antonelli, Guerino Iaquinta, Mercedes Chiti, Albrito Claudia, Luigi Ferraro, Gino La Placa, Francesca Lenotti, Giancarlo Frainer, Dino Valentino Moro, Massimo Pascucci, Nicoletta Benini, Gilberto Antonioli, Corito Manghi, Maria Gioia Bonechi, Maria Grazia Boselli, Otello Bizzarri, Renzo Cordone, Carmine Maggio, Linda Nardone, Maria Luisa Orsi Sigari, Anna Nardo, Rosanna Marini, Letizia Santanna, Mimmy Di Bartolo, Paola Lumbau, Mario Sodi, Marcello Coppetti, Cleto Virgili, Mauro Arrighetti, Leopoldo Meucci, Luca

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RICEVUTI

LUIGI**

FRENNA Myosotis.Omaggio a Giacomo Leopardi in occasione del 190° anniversario della pubblicazione de: “Il sabato del villaggio” Presentazione di Luigi Ruggeri; copertina e numerosissime immagine interne a colori, riguardanti per lo più mosaici di suo padre, Michele Frenna Magi Edizioni, 2021, pagg. 84, € 10,00. Gabriella FRENNA è nata a Messina e risiede, fin dall’infanzia, a Palermo. È sempre stata affascinata dai narratori, dal modo di scrivere e di trasportare il lettore all’interno delle loro creazioni. Dalla dipartita dal mondo terreno della sua amata sorella maggiore, si è interessata alle opere che proiettano l’animo umano

Poeti italiani del nostro tempo. Premio internazionale di poesia “Danilo Masini” (“Romanticismo e poesia nell’esistenza umana”) 13a Edizione 2020. Anscarichae Domus, Firenze 2022, pagg. 120, € 10,00. L’Antologia, a cura di Marcello Falletti di Villafalletto, che ne firma la presentazione, è divisa in tre sezioni (Poesia inedita a temae atemalibero,Poesialibroedito ePoesiaineditaelibro edito giovani). Ecco gli Autori inseriti: Fabiola Confortini, Alessandro Corsi, Maria Cristina Renai, Carmelo Consoli, Alfredo Alessio Conti, Simona Chiesi, ManuelaMazzola, FaustoMarseglia,Patrizia Fazzi, Gabriella Paci, Francesco Dettori, Franco Franconi, Alessandro Izzi, Luca Pagliai, Antonella Iacoponi, Francesca Costa, Mara Tritapepe, Alessandra Arcoraci, Alessandro Inghilterra, Alessandro Agostini, Maurizio Bacconi, Cristian Belloni, Enrico Cacciato, Epifania Grazia Campagna, Sheiba Cantarano, Saverio Chiti, Concetto Cutrupi, Erika De Bortoli, Fulvia Diotti, Bruno Di Pasquale, Vittorio Di Ruocco, Pasquale Falcone, Mita Feri, Giulio Galdi, Luana Gallina, Mauro Giovanelli, Luciano Giovannini, MariaLaura Ghinassi, Elisabetta Liberatore, Lucia Lo Bianco, Loretta Menegon, Valentina Merlo, Marco Mezzetti, Dino Valentino Moro, Rita Muscardin, Aldo Palmas, Fiorenza Perotto, Antonia Ricciuti, Rosaria Ines Riccobene, Marta Rondi, Enrico Taddei, Evaristo Seghetta Andreoli, Franco Casadei, Sara Comuzzo, Giovanni Tavčar, Luciano Delucchi, Mario De Santis, Evelin Cascella, Eleonora Maria Chiavetta, Loretta Menegon, Giuseppe Barin, Marcia Jelga Valer, Patrizia Fazzi, Luca Bacilieri, Aldo Ripert, Maria Bartolomeo, Michele Cascino, Alberto Gatti, Andreas Georgallides, Maria Cristina Altavilla, Federico Tomasi, Melissa Storchi, Roberta Ranieri, Ginevra Puccetti, Ilaria Vescovi, Adele Spina, Silvia Attianese, Gabriel Tagliabue, Aurora Innamorato, Camilla Sarnari, Ginevra Puccetti.

RUGGERI I mosaici di Michele Frenna: arte da cui filtra la luce dell’infinito. Nel 10° anniversario della morte (5 Ottobre 2012) Saggio critico. In copertina, a colori, Autoritratto di Michele Frenna; all’interno, quasi tutte a colori, altre 126 immagini. Molti gli apporti per le pubblicazioni sull’arte di Michele Frenna: Pasquale Montalto, Giuseppe Pietroni, Pietro Seddio, Tito Cauchi, Giuseppe Anziano, Adalgisa Biondi, Maria Teresa Epifani Furno, Anna Aita, Pino Lombardi, Emilio Diedo, Domenico Frenna, Maria Antonietta Mòsele, Orazio Tanelli, Elena La Rosa D’Azzurro, Rosalba Masone Beltrame, Gaetano Citrigno, Lucia Battaglia, Caterina Wall, Antonio Angelone, Anna Manzi, Francesco S. Tolone, Manuela Mazzola, Franco Cortese, Maria Vadalà, Isabella Michela Affinito, Brandisio Andolfi, Tonino Citrigno, Carmine Manzi, Salvatore Perdicaro, Vincenzo Rossi, Enza Conti, Raffaele Piazza, Federico Caldera, Barbara Appiano, Stefano Valentini eccetera. Magi Edizioni, 2022 pagg. 204, € 12,00.

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 31 Pandolfini, Annamaria Olito, Vera Sozzi, Laura Trombetta, Maria Luisa Salerni, Oreste Comite, Arturo Usubelli, Caterina Marchelli, Anna Sorce, Giorgio Alberto Betti, Rino Passigato, Michele La Pietra, Peter Russell, Amato Novelli, Armando Alciato, Cristina di Lagopesole, Ornella Sala, Biagio Raffaele Di Iorio, Vincenzo Conti, Giuseppe AA.**Colella.VV.

GABRIELLA**

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 32 versoil misterodeldivino.Esternaconpoesie, racconti e scritti critici, il suo desiderio di addentrarsi nell’essenza conosciuta, di proiettarsi verso il mondo trascendentale e di evidenziarlo insieme con la propria visione realistica. Collabora con riviste nazionali e straniere e fa parte della scuola critica del Prof. Vincenzo Rossi. Ha pubblicato: “La serie dello zodiaco nell’elaborazione musiva” (2002); “Il fascino della valle” (2003); “L’Eremo Italico di Carmine Manzi” (2004); “La rosa” (2005); “L’anima lirica e storica di Brandisio Andolfi” (2007); “Generosa Natura” (2008); “Arcano splendore Arcane splendour” (2008); “L’anelito spirituale di Ernesto Papandrea” (2009); “Il Croco” (2010), “Laragioneeil sentimento nelleoperedi Leonardo Selvaggi”(2011); Mosaico di San Calogero di Naro” (2012); “A mio padre para meu pai” (2018); “Sguardo d’amore” (2018); “Come voli d’aironi. Omaggio a Michele Frenna e a Leonardo da Vinci nel cinquecentenario della sua morte” (2019); “Sguardo d’artista Omaggio aMicheleFrennaeaRaffaello Sanzio nel 500° anniversario della morte” (2020); “L’immensità Omaggio a Giovanni Pascoli nel 165° anniversario della nascita”(2020);“Luminositàarcana.Inomaggio a Dante Alighieri nel 700° della morte” (2021);“Amataterra”(2021).Nel 2006èstata edita“LacriticadiLeonardoSelvaggisull’arte esullaletteraturafrenniana”e,nel2009,ilsaggio di Leonardo Selvaggi “Dai mosaici alla poesia”. Sito internet: www.literary.it TITO**

CAUCHI AntonioAngelone. Pastorello Sognatore Nel riscatto sociale (21 luglio 1933 1° luglio 2021). Prefazione di Isabella Michela Affinito; in prima di copertina, a colori, particolare di pastorello di Stefano Buzzi, con sovrimpresso particolare di figuradi duedonnediEugenedeBlaas Editrice Totem, 2022, pagg. 150, € 20,00 Tito CAUCHI, nato l’11 agosto 1944 a Gela, vive a Lavinio, frazione del Comune di Anzio (Roma). Ha svolto varie attività professionali ed è stato docente presso l’ITIS di Nettuno. Tante le sue pubblicazioni. Poesia: “Prime emozioni (1993), “Conchiglia di mare” (2001), “Amante di sabbia” (2003), “Isola di cielo” (2005), “Il Calendario del poeta” (2005), “Francesco mio figlio” (2008), “Arcobaleno” (2009), “Crepuscolo” (2011), “Veranima” (2012), Palcoscenico” (2015). Saggi critici: “Giudizi critici su Antonio Angelone” (2010), “Mario Landolfi saggio su Antonio Angelone” (2010), “Michele Frenna nella Sicilianità dei mosaici” (monografia a cura di Gabriella Frenna, 2014), “Profili critici” (2015), “Salvatore Porcu Vita, Opere, Polemiche” (2015), “Ettore Molosso tra sogno e realtà. Analisi e commento delle opere pubblicate” (2016), “Carmine Manzi Una vita per la cultura” (2016), “Leonardo Selvaggi, Panoramica sulle opere” (2016), “Alfio Arcifa Con Poeti del Tizzone” (2018), “Giovanna Maria Muzzu La violetta diventata colomba”(2018), “Domenico Defelice Operatore culturale mite e feroce” (2018), Graziano Giudetti, Il senso della poesia (2019), Profili Critici 2012. Premio Nazionale Poesia Edita Leandro Polverini, Anzio. 163 Recensioni (2020), Pasquale Montalto. Sogni e ideali di vita nella sua poesia (2020), Angelo Manitta e Il Convivio (2020), Lucia Tumino una vita riscattata (2020), Silvano Demarchi Fine letterato e poeta (2020), Carmelo Rosario Viola. Vita, Politica, Sociologia (1928 2012) (2021), PIAF. PagineIntime Ansia Femminile(2021), Clio. Conversazioni Letterarie Italia Oggi (2021), Edio Felice Schiavoce/Lucia Schiavone. Il Poeta Pediatra (1927 2016) La Restauratrice Scultrice (2021), Dike Diritti Incerti Karma Esausto (2021), NIKE Nuovi Idiomi Koinè Estrosa (2021), SPES Scambi Poetici Eco Straniera (2022), Rudy De Cadaval Autore Antipoeta (1° gennaio 1933 13 agosto 2021) (2022), Imperia Tognacci Memoria e Mito (2022). Ha inoltre curato la pubblicazione di alcune opere di altri autori; ha partecipato a presentazioni di libri e a letture di poesie, al chiuso e all’aperto. È incluso in alcune antologie poetiche, in antologie critiche, in volumi di “Storia della letteratura” (2008,2009,2010,2012),nel“Dizionariobiobibliografico degli autori siciliani” (2010 e

MANUELA** MAZZOLA Paolo Sommaripa pittore dell’Arte Immaginaria Prefazione di Claudio Vannuccini; in copertina e all’interno,sucartapatinata,riproduzioniacolori di molte opere del pittore Il Convivio Editore, 2022, pagg. 160, € 20,00. Manuela MAZZOLA è nata a Roma il 2 luglio 1972 e risiede a Pomezia (RM). Laureata in Lettere all’Università La Sapienza, collabora con radio, riviste e periodici (Radio L’Aquila 1, L’Attualità,IlConvivio,IlPontinonuovo,The world poets quarterly, Oceano New, L’Eracliano, Pomezia-Notizie, Periferie, Nuova Antologia) ed è stata inserita in varie antologie. Ha pubblicato: Sensazioni di una fanciulla

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 33 2013), in “World Poetry Yearbook 2014” (di Zhang Zhi & Lai Tingjie) ed in altri ancora; collabora con molte riviste e ha all’attivo alcune centinaia di recensioni. Ha ottenuto svariati giudizi positivi, in Italia e all’estero ed è stato insignito del titolo IWA (International WritersandArtistsAssociation)nel2010enel 2013. È presidente del Premio Nazionale di Poesia Edita Leandro Polverini. Ha avuto diverse traduzioni all’estero.

ANTONIO PALUMBO Poesia in cinque movimenti e due congedi In copertina, foto dell’autore Vitale Edizioni, 2022, pagg. 32, s. i. p Gianni Antonio PALUMBOènatoaMolfettanel1978ehaconseguito il Dottorato di ricerca in Italianistica a Messina. Insegna materie letterarie al Liceo “Matteo Spinelli”di Giovinazzo ed èdocente a contratto presso l’Università di Foggia. Pubblicista, collabora con diverse testate e ha creato il blog di critica militante “gianobifrontecritico.wordpress.com”. Direttore artistico della Notte bianca della Poesia, è autore di vari testi teatrali apparsi sulla rivista “La Vallisa” (Lena, Il diavolo a cavallo, Chi ha paura delle ombre?, La preghiera di Eleonora). Ha curato l’edizione delle “Rime” di Isabella Morra (2019). Ha pubblicato: Non alla luna, non al vento di marzo (poesia, 2004), Il segreto di Chelidonia (racconti, 2014), Krankreich, tramonto di un sogno (romanzo, Premio “Valle dei Trulli”per la “Letteratura giovane”), Per Luigi non odio né amore (romanzo, 2020).

MARCELLO**

FALLETTI DI VILLAFALLETTO Perdonare per essere perdonati (1922 Francesco Falletti di Villafalletto 2022) Prefazione di Domenico Defelice, numerose foto a colori e in bianco e nero, in copertina e raggruppate nel testo Anscarichae Domus Academia Collegium Nobilium MMXXII, pagg. 130, € 14,99. Marcello FALLETTI DI VILLAFALLETTO, laureato in Lingue e Letteratura Straniera, è poeta, saggista e storico. Presiede l’Accademia Collegio de’ Nobili, fondata nel 1689. Ha ricevuto il Premio Nazionale Letterario Artistico “Elio Vittorini”(Messina, 1979)eil Premio Paolo VI “Una poesia per la pace” (Ercolano, Napoli, 1989). Dirige il periodico L’ Eracliano ed è fondatore e presidente del Premio Internazionale di Poesia “Danilo Masini”; collabora attivamente a giornali e riviste; ha redatto recensioni e prefazioni critiche a libri di numerosi autori. Tra le sue opere: Inter Nos (liriche, 1982), In quel tempo... (poesie e spigolature, 1989), I Savoia Acaia, Signori del Piemonte (1990), Legendo oro, orando contemplor (1995), La storia e l’araldica (1998), Accademia CollegiumNobilium (2000), San Pancrazio in Val d’Ambra, camminando lungo i millenni (2002), Un salotto pergli amici(2002),Unuomo cheseppecontare i propri giorni (2006), Dove sta la verità storica?!, Appunti e riflessioni sulla presunta appartenenza degli ultimi due marchesi di Barolo alla Massoneria (2006), La redenzione della donna: Giulia Falletti di Barolo (2007), Capitoli e Regolamenti (2009), La poliedrica figura di Carlo Tancredi nei Diari di viaggi (2009), La Chiesa di San Michele Arcangelo di Ponte Buggianese (2013), Canton Glarus, Cento Anni della Missione Cattolica Italiana (1912 2012) (2013), Davvero costui era figlio di Dio! (2017), Il coraggio di amare (2020), I Savoia Acaia Signori del Piemonte, Principi d’Acaia e di Morea (2022) eccetera. GIANNI**

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 34 (parte prima, 2019), Sensazione di una fanciulla(parteseconda,2020),Frammentidivita (2020), Enzo Andreoli e la shock art (2021).

TRA LE RIVISTE

Della bella e interessante rivista (Gagliano Edizioni), inviatoci dall’amico Gianni Antonio Palumbo, riceviamo il n. 115, luglio dicembre 2020. Intanto, segnaliamo, dello scrittore e poeta Gianni Antonio Palumbo: “Il movimento incessante della vita nel teatro di Sabatino Lopez” (pagg. 35 53); “Anima Mundi. La monografia di Francesca Amendola su Anna Santoliquido” (pagg. 89 92); “Le ombre, dramma in due atti (pagg. 118 140). Poi: “Dante i poeti del Novecento”, di Filippo Silvestri (pagg. 7 34); “Due versioni di Marfisa a confronto: la “Fiera altiera” di Boiardo e la “Magnanima guerriera” di Ariosto”, di Aurora Gaia Di Cosmo (pagg. 54 58); “Tommaso di Ciaula: il poeta operaio”, di Daniele Giancane (pagg. 59 60); “Leggiamo per mille sere! Come la lettura ad alta voce può favorire la didattica della Divina Commedia”, di Mariasole Di Cosmo (pagg. 61 74); “Il nostro è davvero il peggiore dei mondi possibili?”, di AnnaritaCorrera(pagg. 75 88); “La luce e l’inventiva nei versi di Vardan Hakobyan”, di Anna Santoliquido (pagg. 93 99); “Le confessioni di Rino Bizzaro”, di Marco Ignazio De Santis (pagg. 100 105) eccetera. Inoltre, poesie di: Giulia Notarangelo, Jole de Pinto, Enrico Castrovilli, Marco Ignazio De Santis, Ada De Judicibus Lisena, Nicola Accettura. IL* CONVIVIO trimestrale di poesia arte e cultura fondato da Angelo Manitta e diretto da Enza Conti via Pietramarina Verzella 66 95012 Castiglione di Sicilia (CT) e-mail: angelo.manitta@tin.it; enzaconti@ilconvivio.org Riceviamoiln.89-90(aprile-settembre2022.Segnaliamo:“DanteeIrneriodaBologna”, di Vittorio Capuzza; “Temi e motivi della poesia di Luigi Fontanella”, di Fabio Dainotti; “Franco Battiato: La musica la disciplina dell’anima di Orazio Barbarino”, di Angelo Manitta; “Uno sguardo all’evoluzione femminile”, di Giuseppe Rocco; “Giorgio Moio Finzioni. Interviste fantasma”, di Angelo Manitta eccetera. La rubrica “Arti figurative” a cura di Enza Conti che firma assieme a GiuseppeManitta, AdrianaRepaci , altrerubriche e poesie italiane e straniere. Tra le tante firme, segnaliamo ancora quella della nostra vicedirettrice Manuela Mazzola e quella di Isabella Michela Affinito * L’ORTICA Pagine di informazione culturale, direttore responsabile Davide Argnani via Paradiso 4 47121 Forlì e mail: orticadonna@tiscali.it Riceviamoiln.131,dicembre 2021 marzo 2022. FIORISCE* UNCENACOLO mensiledi lettere e arti fondato nel 1940 da Carmine Manzi (in prima di copertina, una sua foto a colori) e diretto da Anna Manzi 84085 Mercato S. Severino (Salerno) e mail: manzi.annamaria@tiscali.it Riceviamo il n. 4 6, aprile giugno 2022, con le firme, tra le tante, di: Isabella Michela Affinito, Antonia Izzi Rufo, Anna Aita.

OF INTERNATIONAL POETRY rivista di poesia bilingue (cinese inglese),Dr.ZhangZhi P.O.Box031,Guanyinqiao, Jiangbei District, Chongqing City 400020, P. R. China e mail: iptrc@163.com Riceviamoonlineiln.107,agosto2022,con centinaia di autori cinesi e di ogni altra parte del mondo. Presente anche l’Italia, naturalmente, con le firme del nostro collaboratore Salvatore D’Ambrosio, di Caserta, e la torinese Lidia Chiarelli. * KAMEN’ Rivistadipoesiaefilosofiadiretta da Amedeo Anelli, viale Vittorio Veneto 23

RENDITION*

LA VALLISA Semestrale di letteratura ed altro, direttoda Daniele Giancane via Gen. De Bernardis 23 70123 Bari e-mail: daniele.giancane@cheapnet.it

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 35 26845 Codogno (LO) e mail: amedeo.anelli@alice.it -. Riceviamo il n. 61, giugno 2022: Filosofia/Ludovico Geymonat: Ludovico Geymonat: Discussione intorno alla scientificità delle scienze particolari; Matematicaedesperienza;Perunnuovoinsegnamento della filosofia. Fabio Minazzi: Ludovico Geymonat e la sua peronalità intellettuale, morale civile. Poesia/Carlo Innocenzo Frugoni: Carlo Innocenzo Frugoni:Sonettibernieschie Poesie famigliari. Guido Conti: Rileggere il Frugoni satirico. Critica/Silvio Guarnieri: Silvio Guarneiri:IndicazioniperilPremioNobel; Niccolò [Gallo]. Luigi Baldacci: L’impronta di Guarneiri. DOMENICO DEFELICE continua ad essere tradotto costantemente all’Estero. Ecco, di seguito, “Biondo aprile”, “Sinfonia d’insetti”, Giugno di sole e di piacere”, “Un’altra vita” nella traduzione cinese di Li Zhengshuan:

金色的四月 金色的四月啊, 谁告诉你我与 马塞丽娜恋爱? 你为她的金发 带来了紫罗兰, 为她的胸带来玫瑰, 为她的仙女般双脚 带来柔软的雏菊花毯。 但,岁月流逝, 她的嘴现在满是 无数男人的烟臭味, 她的双腿欢快地 摆动着最野性的舞蹈。 而我却生活在记忆里, 在旧梦里。啊,我记得她的嘴 像红色的康乃馨, 记得她仙女般的手 她金色的发 金色的四月。 昆虫交响曲 五月进入你的血脉里, 散发着蓝铃花的芳香。 在你贝壳般的双眸里, 一道何等新光在闪亮! 我想告诉你,在这 昆虫的交响曲里 隐藏着多么深的忧郁, 令我疲倦。还想告诉你 我爱你,那么深,就像那时 醉蝶花又在盛开 既然你在我梦弧中流淌 激起我热情奔放, 就像以前。五月更香甜, 更令人热泪涟涟。 回来吧,我无力把你遗忘。 充满阳光与欢乐的六月 六月是阳光和欢乐组成的; 你的身是阳光和欢乐组成的。

POMEZIA-NOTIZIE Ag./Settembre 2022 Pag. 36 我需要你,想生活在爱和欢乐中, 生活在月滴、期盼和悲哀中…… 不要啊,不要告诉我白日依山尽, 不要说你不再拥有你诱人的酥手…… 黑夜依然繁星闪烁 丰满而欢乐的果实 在石榴树上怒放,红满枝头 在萤火虫锦绣的草地上 玉米就像你的发,金色辉煌…… 另一种人生 亲爱的,你身体像蕨草那么香, 新鲜扑鼻, 像成熟的干草, 像林中晶莹的溪水流淌, 点缀着青苔和紫罗兰。 此刻,七月充满激情, 用它的火把你我震惊。 或许你不懂这些田野的芳香, 也听不见昆虫们的交响; 你生活在 魔力映照的海峡1,那里 我歌声具有异国风光,你生命的弧 包含着其他声音和芳香。 你过着另一种生活。 你融入其他魔幻里。 你彩蝶之心滋养者其他记忆和梦想。 所以炎热的夏天融化着 我这悲伤的爱情之歌, 神圣的七月抚摸着你, 诱惑着你。你有另一种生活, 或许甚至听不懂我的歌。 注释:海峡,意大利墨西拿海峡。 (阿依达 坡德立娜 英译) (李正栓 汉译;Translated into Chinese by Li Zhengshuan) AI COLLABORATORI Inviare i testi (prodotti con i più comuni programmi di scrittura e NON sottoposti ad impaginazione o altro) preferibilmente attraverso E-Mail: defelice.d@tiscali.it. Mantenersi,almassimo,entroletrecartelle (per cartella si intende un foglio battuto a macchina da 30 righe per 60 battute per riga, per un totale di 1.800 battute); per quelli più lunghi, prendere accordi con la direzione. Si ricorda che Pomezia Notizie si mantienesoloattraversoicontributideilettori. Per ogni ed eventuale versamento, assolutamente volontario: Domenico Defelice - via Fratelli Bandiera 6 - 00071 Pomezia (RM). Codice IBAN: IT37 N076 0103 2000 00043585009 Il mensileè disponibilegratuitamente sul sito www.issuu.com al link: http://issuu.com/domenicoww/docs/ Per chi vuole ricevere on line la versione pdf, versamento annuale di € 30. Pubblicazione privata Vicedirettrice: Manuela Mazzola

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