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I pericoli della rete e dei social: “Una foto resta per sempre”
I pericoli della Rete e dei social: “Il post di una foto è per sempre”
di / Maurizio Dino* / presidente di Informatici Senza Frontiere
Da quando Mark Zuckerberg nel 2004 lanciò Facebook sono passati quasi vent’anni. Nato inizialmente per essere utilizzato da gruppi di studenti universitari, è arrivato oggi ad avere quasi 2 miliardi di visitatori al giorno. Altri “social”, come vengono chiamate queste applicazioni disponibili su internet, sono nati nel tempo: Twitter, Instagram, TikTok… portando complessivamente il numero di utenti giornalieri a raggiungere quasi i 5 miliardi, più o meno il 60% della popolazione mondiale. È un fenomeno impressionante che ha diverse implicazioni sociologiche e nello stesso tempo economiche. Proviamo a vederle assieme.
I social hanno avuto successo perché consentono a tutti, tramite internet, di scambiare facilmente notizie, fotografie, filmati con amici e parenti. Altro aspetto significativo è dovuto al fatto che, per scambiare queste informazioni, non serve che l’altra persona sia disponibile al momento in cui vengono inviate; questa le può leggere in un secondo momento, quando è libera e vuole farlo. È quindi uno strumento “facile” e “asincrono” per mandare e ricevere informazioni. Qualcuno, non so se considerarla una critica o un apprezzamento, dice che è diventato un bar virtuale dove scambiarsi chiacchere in libertà.
Fermiamoci un momento a riflettere su cosa implichi fare un “post”, cioè “inviare” una notizia tramite i social. Supponiamo che io voglia “postare” una foto con un commento tipo: “Guardate che bella la mia casa”. Tutti i miei amici vedranno la foto e, volendo, potranno condividerla con i loro amici, e così via. Supponiamo che io abbia dieci amici e che ciascuno di essi abbia anche lui dieci amici con cui condividere la mia foto, e che anche questi la condividano, e così via. In meno di dieci passaggi di questo tipo, un miliardo di persone vedranno la mia casa: un numero impressionante! È questo che volevo fare? E se dalla foto si capisse che sono molto ricco, e com’è fatta casa mia, non sarebbe uno stimolo per attirare qualche malintenzionato?
Non parlo poi delle foto di bambini: in Italia solo lo scorso anno ci sono stati quasi 6mila casi di pedopornografia online denunciati alla Polizia Postale. E c’è poi lo scambio di foto intime (“sexting”) che avviene nel 10% dei ragazzi fra 14 e 19 anni. Ricordiamo sempre che una foto messa in rete è per sempre, non possiamo più riprendercela indietro.
La rete, poi, sta amplificando un altro aspetto dei nostri comportamenti: mostrarsi per quello che non si è o per quello che vorremmo essere. Chi legge i nostri post, se non ci conosce bene, può essere ingannato da quello che diciamo e farsi un’idea che non corrisponde alla realtà. E quando siamo noi a leggere un post, siamo sicuri che la persona che l’ha inviato sia così come appare? In Italia abbiamo più di 800 reati informatici al giorno e molti di questi sono innescati attraverso i social.
Ma non tutto è pericoloso. Se vogliamo divertirci, restando comunque nel falsificato, segnalo due filmati diffusi nei mesi scorsi attraverso TikTok o Twitter: https://www.youtube.com/shorts/86uuM26VHdg dove si vede Tom Cruise che fa un bellissimo (ma costruito) colpo di golf oppure https://twitter.com/Channel4/status/1342491540715802625 dove una falsa regina Elisabetta (in un falso messaggio d’auguri di Natale e di fine anno) si mette a ballare sul tavolo.
*Informatici Senza Frontiere è una onlus nata nel 2005 con oltre 300 soci in tutta Italia che operano per promuovere un uso della tecnologia più intelligente, sostenibile e solidale, la cui rilevanza è riconosciuta dall’ONU.