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Pur con la pandemia le donazioni nei primi due mesi

Tabella in basso: il confronto dei globuli rossi raccolti e usati in tutta Italia nell’anno del Covid, rispetto al 2019. Nella pagina accanto la raccolta nazionale plasma, sempre dell’intero anno 2020, espressa in chilogrammi. (Fonte: Centro nazionale sangue - SISTRA)

Pur con la pandemia le donazioni nei primi due mesi... aumentano

A cura di / Beppe Castellano /

L‘annuncio è stato dato dal direttore sanitario dell’Avis regionale Veneto, dottor Giovanni Lenzo, durante l’ultimo consiglio direttivo, svoltosi online il 26 febbraio.

“Per quanto riguarda le donazioni Avis del mese di gennaio 2021, rispetto allo stesso mese del 2020, i dati mi hanno positivamente sorpreso - ha affermato Lenzo - Il raffronto gennaio 2020/gennaio 2021 fa segnare 105 donazioni complessive in più. Dobbiamo ricordare che nel mese di gennaio dell’anno scorso si parlava di patologia Covid-19 nel mondo, ma in Italia non era ancora scattato nessun allarme, né ancora registrati casi, né tantomeno bloccate le donazioni”.

Il blocco avvenne, infatti, fra fine febbraio e inizio marzo 2020 con il primo Dpcm del Governo Conte che bloccò il Paese intero dal 9 marzo. Ma a che cosa è dovuto questo incremento che, pur piccolo, conferma che il sistema trasfusionale - anche da parte dell’Avis - ha retto e sta reggendo bene, nonostante i problemi “storici” (scarso personale) e contingenti (la pandemia)?

“Un mese forse fa poco testo, ma se i segnali sono questi fanno ben sperare. Le donazioni di plasma Avis hanno fatto segnare un incremento in termini assoluti di +171, l’8,63% in più rispetto a gennaio 2020. - ha affermato Lenzo ponendo l’accento sul plasma - e ci sono incrementi a due cifre su Padova 29,89% in più e Vicenza con un +36%. In lieve flessione le piastrinoaferesi e multicomponenti, ma si parla di piccoli numeri”. Può essere dovuto forse all’azione dei Centri trasfusionali che “switchano” i donatori di sangue intero sull’altrettanto preziosa donazione di plasma? Forse, anche se...

“Anche la raccolta di sangue intero - ha detto ancora Lenzo - ha fatto registrare un aumento, per quanto riguarda Avis: +214 unità complessive, pari a un incremento dell’1,55%. Avere un dato positivo nel primo mese dell’anno, nonostante le difficoltà crescenti della pandemia, rispetto al mese dell’anno prima in cui tutto era “tranquillo”, non può che farci ben sperare”.

Di sicuro una buona notizia sul fronte dell’impegno degli avisini. Anche perché gennaio 2021 è quasi allo stesso livello del medesimo mese del 2020. Dai dati di tutto il Veneto (quindi Avis con tutte le altre associazioni), pur non ancora validati e definitivi, a gennaio ci sarebbe stata una lievissima flessione, mentre febbraio sale.

Ce lo ha riferito, fra l’altro, il direttore del Crat

(Coordinamento regionale attività trasfusionali) dottor Corrado Sardella con l’intervista realizzata nella prima decade di marzo (vedi pag. 10).

“Il mese di gennaio, pur con i dati ancora in corso di validazione assieme a quelli di febbraio, ha fatto registrare una leggera fl essione (-210 donazioni) di sangue intero, mentre sono aumentate di 69 unità le donazioni di plasma”, ci conferma il dottor Sardella.

Circa l’1% di calo di emazie, quindi, compensato però da un +2% del plasma. Se poi esaminiamo i dati di febbraio (anche questi ancora non defi nitivi e validati) il panorama sembra ancora più roseo. Per i donatori tutti, per i dirigenti che si impegnano ogni giorno, per chi lavora a tutti i livelli nel Centri trasfusionali e di raccolta associativa e nell’accoglienza dei donatori.

“Febbraio ha visto una netta ripresa - continua Sardella - facendo registrare un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso che, ricordiamolo, ha visto un’ultima settimana - dal 22 febbraio al 29 - di caos e incertezza dovuto al Covid-19, anche se il blocco è partito a marzo”.

2019

RACCOLTA PLASMA ITALIA

I donatori, insomma, stanno rispondendo bene nonostante la pandemia, gli accessi contingentati, le più lunghe procedure di sicurezza e igiene, la donazione su prenotazione, la chiamata (ormai abitudine quasi ovunque). O forse è proprio grazie a tutto questo?

A sinistra le performance del Sistema trasfusionale Veneto nei primi due mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. (fonte Crat* dati non ancora validati)

Vaccini Covid-19, operatori e donatori

Afi ne gennaio, il Ministero della Salute, a fi rma del Direttore generale della prevenzione sanitaria Giovanni Rezza, inseriva i donatori periodici di sangue, ma ancor più i volontari che nelle Unità di raccolta associative partecipavano concretamente alla gestione dei donatori, fra le categorie che avrebbero dovuto avere una corsia preferenziale per le vaccinazioni anti-Covid. Personale sanitario e non sanitario delle UdR, erano assimilati al personale dei Servizi trasfusionali pubblici. Ma la cosa, in base alla “evoluzione della campagna e alla disponibilità dei vaccini” era demandata ai servizi sanitari regionali. Alcune regioni si sono mosse subito, anche il Veneto ha dato indicazioni in tal senso ai Direttori generali. Ma, come sempre, tutto si sta muovendo in Italia e anche il Veneto a “macchia di leopardo”. Se qualche Ulss è già più avanti, per i soci volontari nelle Udr, altre segnano il passo. I donatori in ogni caso dovranno aspettare il proprio turno, spostato più avanti nel tempo per la penuria di vaccini. Per quanto riguarda invece la sospensione dalla donazione post vaccino è stata fatta chiarezza dal Centro nazionale sangue, i donatori sono sospesi per 48-72 ore dopo la vaccinazione, in assenza di sintomi di qualsiasi genere. Per la eventuale vaccinazione, volontaria, seguite le notizie sui social Avis e delle Ulss.

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