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Storie di Antonio, Michele, Ezio donatori “pluridonanti
Antonio passa il testimone alla sua 170ª
TREVISO. Antonio Zamai, 66 anni, donatore dal 1973, ha all’attivo 170 donazioni. “Mi sono iscritto a 19 anni all’Avis di Falzè di Piave (Tv), seguendo le orme di mia madre - racconta - Mi sono fatto avanti senza tentennamenti, e da allora ho partecipato al dono in modo continuativo e costante”. Circa 80 chilogrammi di sangue donato, tanto quanto il suo peso corporeo. Sportivo, ama in particolare le maratone. “La donazione è un po’ come un viaggio spirituale, ti porta a cercare l’armonia, i valori veri, e ti fa sentire un tutt’uno con la comunità. Donare è una parte di te, chi non lo fa conoscendo il valore che ha per gli altri, è egoista - sottolinea Antonio - ognuno di noi percorre una strada professionale, famigliare, sociale, ma la cultura dell’essere integrati nella società è un fondamento”. Goccia dopo goccia si possono M ESTRE. Quando l’ultima donazione è anche la duecentesima, non serve molto altro per capire quanti grazie andrebbero detti a Michele Galante, donatore dell’Avis comunale di Mestre Marghera! I ringraziamenti glieli dobbiamo e glieli facciamo noi come associazione, ma forse dovremmo pensare a quei grazie sussurrati, pensati mentre una lacrima scende o urlati con gioia che tanti, tantissimi malati, aiutati dal suo dono, hanno sicuramente pronunciato in questi anni. Tanti ne sono passati da quanto è divenV ERONA. Non stiamo dando i numeri. È solo una piccola storia di indefesso attaccamento all’Avis che abbiamo colto (anche con l’obiettivo) durante l’assemblea regionale del 5 settembre. Ezio Aldrighetti, donatore e dirigente Avis da Balconi di Pescantina, era delegato alla 49ª assemblea regionale Avis. Con lui la moglie Francesca. E fin qui nulla di strano. Ezio e Francesca sono sempre presenti a livello comunale, provinciale, regionale e anche nazionale se si tratta di “dare una riempire gli oceani, come amava ricordare Madre Teresa di Calcutta. E così Antonio ha sempre risposto agli appelli avisini con gioia. “Credo che il nostro essere generosi sia importante per gli altri, potersi donare a piccole dosi è un bene prezioso, non bisogna mai dimenticarsi mai della fortuna di essere in buona salute e quindi di potersi avvicinare alla donazione, come un’occasione autentica per gustare la vita, il piacere di esserci per la comunità. Ai giovani che cercano una sana energia suggerisco di trovarla in Avis, perché la donazione è un piccolo atto che deposita un valore duraturo per il bene di coetanei, colleghi, sconosciuti, che stanno aspettando il nostro dono negli ospedali. Non c’è niente di più redditizio”. Ora il nostro Antonio è pronto al passaggio di testimone, felice e orgoglioso di aver
Michele, 70 anni, con l’ultima donazione fa “200”
lasciato un segno. tato, giovanissimo, donatore di sangue, a questa ultima donazione alla soglia dei 70 anni. Duecento sacche di sangue e plasma non sono finite in un posto astratto o indefi nito, ma sono arrivate a persone vere e che si trovavano in diversi momenti di difficoltà. Un dono che ha aiutato a tornare sui banchi di scuola, in azienda, tra le braccia di una madre o di un amico, dei figli, nel campo da basket…. A nome di tutti queste donne e uomini che hai salvato e aiutato, ringraziamo te Michele e con te tutti gli altri generosi

Ed Ezio nel suo 50° fa la 95ª partecipando alla 49ª
donatori! M.F. mano” o anche solo di imparare. Sul braccio di Ezio anche un “tipico” cerotto. Un po’ inconsueto, nel corso di una assemblea regionale, ma anche qui nulla di stranissimo: era andato a donare in mattinata a San Bonifacio per la 95ª volta. Fatto è che quel giorno il nostro Ezio compiva pure il suo mezzo secolo. Per lui? Tutto normale. Ma, Ezio, non lo sai ancora che, dopo una donazione è meglio evitare attività “pesanti”? Potrebbe “calarti la palpebra”! Scherzi a parte, grazie per il tuo esempio. B.C.
