
6 minute read
I borghi del tartufo: il profumo della buona terra
Oltre a essere il re della cucina, cos’è esattamente il tartufo? È una specie spontanea di fungo ipogeo: il suo valore deriva dal fatto che non è possibile coltivarlo, quindi va necessariamente cercato, scovato nei boschi (grazie al fiuto dei cani) e infine raccolto rigorosamente a mano. Ce ne sono di diverse specie e, tra le tredici la cui raccolta è consentita in Italia, la palma del più prezioso va sicuramente al Tuber Magnatum, il tartufo bianco. Di rigore quindi iniziare la nostra carrellata proprio dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba (Cuneo), in programma quest’anno dal 5

Advertisement
ottobre al 24 novembre. Alla manifestazione è dedicato un padiglione espositivo ma tutto il centro storico diventa un grande mercato all’aperto dove trovare non solo i rari funghi e le preparazioni che lo utilizzano (oli, salse, formaggi, salumi) ma tanti altri prodotti gastronomici e specialità piemontesi. Passeggiando nel borgo alla ricerca di sapori, ci si imbatte nel bel duomo, situato accanto al municipio nell’elegante Piazza Risorgimento, da cui si scorgono spuntare le torri medievali delle vie adiacenti. Non mancano negozi, boutique e, ovviamente, ottimi ristoranti.

Piazza Risorgimento, Alba
Rostislav Glinsky/Shutterstock.com
Sagre piemontesi e meridiane

Celebri e rinomate anche altre fiere piemontesi come le fiere nazionali di Moncalvo, Montechiaro (entrambe in provincia di Asti), Murisengo, San Sebastiano Curone, Trisobbio (provincia di Alessandria) e Rivalba (Torino). A queste si aggiungono tredici fiere regionali tra le quali quella di Montiglio Monferrato (Asti), grazioso borgo dove, le prime due domeniche di ottobre (quest’anno il 6 e il 13), tra bancarelle di specialità e dimostrazioni di antiche attività agricole, si possono mangiare,

Parata medievale, Alba
Rostislav Glinsky/Shutterstock.com
all’aperto e comodamente seduti, piatti tipici al tartufo in un sontuoso pranzo organizzato dalla Pro Loco. Una visita la merita tutto il centro storico, arroccato su un colle affacciato sulla Valle Versa, che oltre a vantare tre castelli, quattro pievi romaniche (tra le quali, la notevole pieve di San Lorenzo del XII secolo), chiese e palazzi gentilizi, è celebre per essere il paese delle meridiane: sulle facciate delle case e all’interno dei cortili ce ne sono oltre cinquanta, restaurate o create da un artista locale.

Pappardelle al tartufo
frantic00/Shutterstock.com
Dalle Marche il meglio della buona tavola

Ma i tartufi si trovano anche altrove in Italia: approdiamo allora nelle Marche per conoscere più da vicino Acqualagna (Pesaro-Urbino), la capitale del tartufo: in questa zona ricca di boschi si raccolgono infatti circa i due terzi dell’intera produzione nazionale. La cittadina è sede della Fiera Nazionale del Tartufo (quest’anno il 27 ottobre e 1-2-3-9-10 novembre): durante la manifestazione, la piazza principale ospita gli stand, mentre il Palatartufo accoglie i 200mila visitatori. Visitato il borgo e assaggiate le specialità, si può proseguire per la Gola del Furlo, scavata dal fiume

Gola del Furlo
Alessandro Pierpaoli/Shutterstock.com
Candigliano, riserva naturale e paesaggio di grande rilevanza per la fauna (aquila reale, falco, lupo), la flora e per la presenza di un’antica galleria romana. Per arrivare alla gola si passa vicino alla suggestiva Abbazia di San Vincenzo al Furlo, edificata nel Medioevo sui resti di un tempio pagano e caratterizzata da un insolito presbiterio rialzato, raggiungibile con una scaletta in pietra posta al centro. Nei pressi dell’abbazia, un chiosco dove fermarsi per una sosta sfiziosa e genuina a base di ottime cresce, tipicamente marchigiane e simili alla piadina.

Scorci campani e tante specialità

Bagnoli Irpino
gigadesign/Shutterstock.com
E ora, in Campania per raggiungere Bagnoli Irpino (Avellino), una delle cinquanta località che fanno parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo che promuove e valorizza il prodotto, i territori, la cultura e le fiere legate al prezioso fungo. Il piccolo comune è noto per la produzione di castagne e per il tartufo nero cui ogni anno è dedicata, nell’ultimo fine settimana di ottobre, la celebre mostra-mercato, un appuntamento gastronomico imperdibile con più di 200 stand, spettacoli e mostre di artigianato: da assaggiare

assolutamente la pasta con tartufo nero, il “Sacco del brigante” (un piatto a base di carne e tartufo nero) e persino il liquore al tartufo. Dopo la visita alle bancarelle e al borgo con i suoi suggestivi scorci, si può abbinare un’escursione al poco distante Lago di Laceno dove vi accoglieranno tranquilli paesaggi montani (siamo circa a 1.000 metri di altitudine), sentieri dove passeggiare, andare in mountain bike o a cavallo (c’è un maneggio e vi sono percorsi adatti anche ai meno esperti).
Il tartufo che non ti aspetti:Calabria e Sardegna

Concludiamo il nostro percorso con una curiosità: forse non tutti sanno che i tartufi si trovano anche in Calabria e in Sardegna. I boschi del Parco Nazionale del Pollino sono ricchi di tartufi neri ed esistono numerose associazioni legate alla raccolta del tartufo a Castrovillari, Morano e anche a Saracena, un piccolo borgo in provincia di Cosenza che vale davvero la pena di visitare per il suo reticolo di viuzze di forte suggestione mediorientale (la tradizione vuole che il borgo sia stato fondato dai saraceni), intessuto di scale esterne che collegano strade e abitazioni. Anche

Rovine del castello nel parco Aymerich
Paolo Certo/Shutterstock.com
in Sardegna il più diffuso è il tartufo nero estivo (lo scorzone), ma si trova anche il bianchetto, che assomiglia al tartufo bianco più pregiato, e il raro tartufo nero invernale: è diffuso soprattutto nel Sarcidano e nell’Alta Marmilla. A Laconi (Oristano), un gioiellino di borgo da duemila abitanti immerso in un bosco, si organizza ogni anno tra giugno e luglio la Sagra del Tartufo. Qui, da non perdere, è una visita al civico museo archeologico della statuaria preistorica, allestito nell’antico palazzo Aymerich: ospita 40 monoliti (alcuni dei quali giganteschi) risalenti al III e IV millennio a.C..
