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Vignola: nomen omen
La vocazione per i buoni prodotti della terra, Vignola, delizioso borgo collinare del modenese (ma Bologna è solo a una trentina di chilometri), lo porta già nel nome, che deriva dal latino vineola, “piccola vigna”, a indicare l’antica coltivazione della vite, risalente all’epoca romana. Ma la storia di Vignola racconta anche di pievi, castelli e monaci, se è vero che la prima rocca, a strapiombo sul fiume Panaro, venne fatta costruire da Sant’Anselmo, abate del poco distante monastero di Nonantola, intorno all’anno 800 proprio per proteggere il territorio circostante. E poi, ancora, il tessuto urbano narra di fazioni guelfe e ghibelline, di signorie e feudatari, dei potenti Estensi e degli illuminati Contrari di Ferrara: proprio a questi ultimi si deve la ristrutturazione del castello, la costruzione di una nuova cinta muraria e l’edificazione di quella che ancora oggi è una delle perle di Vignola, Palazzo Barozzi, dal nome dell’architetto che lo progettò, Jacopo Barozzi, detto - ça va sans dire - Il Vignola. E a proposito di personaggi celebri, non si può non menzionare un altro vignolese Doc, lo storico Ludovico Antonio Muratori.
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Il centro antico: gemme da scoprire
Una passeggiata nel cuore storico di Vignola è in grado di regalate emozioni inaspettate non solo per la bellezza dei monili architettonici che il borgo inanella come se fossero le perle di una collana preziosa, ma anche e soprattutto per l’imponenza e la sontuosità degli edifici, a iniziare dal poderoso castello quattrocentesco, che domina l’ariosa Piazza dei Contrari in un gioco plastico di volumi e torri merlate di raro fascino, al quale fanno eco l’elegante Loggiato cinquecentesco e il famoso Palazzo Contrari-Boncompagni
(noto anche come Palazzo Barozzi), del quale abbiamo già accennato ma che merita un’ulteriore menzione sia per il rigore estetico di questa dimora nobiliare, sia - e soprattutto - per la celebre scala a chiocciola (anch’essa famosa come Scala Barozzi), unico collegamento tra i quattro piani dell’edificio, dalla straordinaria forma elicoidale con 106 gradini autoportanti, un’inclinazione sempre più accentuata man mano che si sale e bellissimi affreschi ottocenteschi a impreziosirne le pareti.
Giardini pensili e antiche torri
Ma il fascino di Vignola non si esaurisce certo in Piazza dei Contrari: anche il resto del borgo merita una visita per ammirare splendidi scorci che, ancora una volta, hanno il sapore della storia. Uno di questi è quello del Giardino Galvani, che narra di quando la famiglia omonima si trasferì da Ferrara a Vignola al seguito dei Contrari: l’orto-giardino pensile, infatti, sorge sulle antiche mura che un tempo cingevano il castello e ingloba la Torre Galvani, costruita in sasso a pianta quadrata, e la Torre “del Polpetta” a pianta rotonda. Se il potere temporale è dunque ben rappresentato da lasciti storici importanti, anche il potere ecclesiastico non è da meno, a iniziare dalla Chiesa Plebana, risalente addirittura al 1185, abbattuta, ricostruita, ampliata e rimaneggiata più volte nel corso dei secoli fino all’aspetto attuale, dal sapore classico dei colonnati e dei capitelli corinzi della facciata e dagli interni impreziositi da notevoli dipinti - imperdibile la Madonna con Bambino e Santi di Elisabetta Sirani, seguace di Guido Reni - e statue di pregio - bellissima la Pietà in bronzo dorato del vignolese Ivo Soli, che creò anche alcune statue per il Duomo di Milano.
Una tira l’altra
Se il nome di Vignola, come abbiamo detto, riporta all’epoca romana e al vino, oggi lo splendido borgo è famoso soprattutto per la produzione cerasicola e la ciliegia Mora di Vignola Igp - i dolcissimi “duroni” - ha ottenuto diversi riconoscimenti a livello internazionale - anche all’ultima Festa Nazionale Città delle Ciliegie, tenutasi a Vignola a giugno, ad aggiudicarsi il podio di “Miglior Ciliegia d’Italia 2019” è stato proprio un produttore vignolese -; un consiglio: non lasciate Vignola senza aver
comprato almeno un vasetto di ciliegie sotto spirito! Ma la ciliegia non è l’unica golosità che Vignola offre ai visitatori: non si può infatti non assaggiare almeno una fetta della famosa Torta Barozzi, una sinfonia di cioccolato fondente con l’aggiunta di mandorle e arachidi tostate, creata nel 1886 da Eugenio Gollini, proprietario dell’omonima pasticceria, che ancora oggi si trova nel centro storico; da allora la ricetta viene tramandata di generazione in generazione e rimane ancora oggi segreta.
Tra vino e... aceto
Territorio modenese e buona tavola sono un connubio ormai assodato, che passa spesso attraverso due prodotti che anche a Vignola hanno i propri “rappresentati” di qualità: stiamo parlando del vino e dell’aceto. Per gli amanti di Bacco, quindi, non possiamo non menzionare il fatto che “la città delle ciliegie” si trova all’interno di una zona ad alto pregio vitivinicolo e che il territorio circostante è disseminato di cantine, dedicate soprattutto alla produzione di rossi frizzanti dal carattere
deciso - siamo nella zona del Lambrusco Doc -. Per chi invece preferisce il gusto aspro e inconfondibile dell’aceto balsamico, non può mancare una visita all’acetaia comunale, ospitata dal 1999 negli ambienti di Villa Tosi-Bellucci, sede anche del Municipio, dove viene prodotto un aceto balsamico che ha ottenuto la denominazione Dop e una agromela - l’aceto di mele - anch’esso invecchiato in botti costruite con essenze diverse di legno, dal ciliegio al castagno, all’intenso rovere.