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Città della Pieve: rossa come l'oro, preziosa come un fiore
C’è sempre un motivo per andare a Città della Pieve, ma in autunno ce n’è uno molto speciale: profumato, colorato, utilizzato da secoli e non solo in cucina. Il suo nome è zafferano e la città umbra lo festeggia nel migliore dei modi, con un evento di tre giorni, intitolato “Zafferiamo”, che quest’anno si terrà il 19 e 20 e poi dal 25 al 27 ottobre. “Zafferiamo” celebra questo pregiato prodotto della terra che per la città umbra non è solo vanto e importante fattore economico (i produttori dei 15 comuni che danno origine al “Croco di Pietro Perugino - Zafferano di Città
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della Pieve” sono riuniti in un consorzio che garantisce origine e qualità), ma anche fondamento di storia e cultura. La manifestazione ne ricorda le mille sfaccettature e gli svariati impieghi, a partire dalla gastronomia. Non mancano, infatti, degustazioni di specialità rese uniche dall’inconfondibile profumo (di fieno e iodoformio, come dicono gli esperti, dovuti alle molecole picrocrocina e safranale contenuti nel polline del crocus sativus, il fiore da cui si ottiene appunto lo zafferano) e anche i ristoranti presentano per l’occasione menu studiati ad hoc.
“Zafferiamo 2019” tra sapori,suggestioni e laboratori
La mostra mercato viene allestita nel centro storico dove i produttori del Consorzio propongono ogni genere di prodotti realizzati con la preziosa spezia: dai formaggi ai salumi, dai gelati agli aperitivi, dalle pizze ai dolci. Ma non è tutto, perché lo zafferano può essere un ingrediente nella composizione di tinte, di colori, di cosmetici: per scoprire come fare, basta partecipare ai laboratori di tintura di tessuti oppure a quelli di pittura con la tecnica dell’acquarello per ottenere, dallo zafferano infuso, tutte le tonalità
dell’oro rosso. Chi non se la sente di armeggiare con i pennelli potrà sempre guardare la mostra di opere realizzate da artisti vari o magari sporcarsi di farina al laboratorio di cucina Mani in pasta. L’eclettismo, la varietà di impieghi dello zafferano è parte del DNA stesso di questa bella cittadina, rossa anch’essa per via del laterizio che ne caratterizza le architetture. Un rosso che è più di una variante cromatica, dunque, ma è vero e proprio leitmotiv per scoprirne la storia e le tradizioni.
Sinuosa sopra il verde della Valdichiana
Città della Pieve è una di quelle località baciate dalla divinità del paesaggio (se mai esistesse…). Affacciata sulla Valdichiana e sul Lago Trasimeno, al confine cioè tra Umbria e Toscana, consente a chi vi si reca di ammirare, dall’alto dei cinquecento metri su cui si trova adagiato il centro storico, ariosi panorami che spaziano da Monte Cimino ai monti Sibillini, dal Pratomagno al Cetona e all’Amiata. Girare tra le strade del borgo, alzare gli occhi verso facciate in mattoni, ammirare i campanili, curiosare tra i vicoli (uno dei quali, il vicolo Baciadonne, pare sia il più stretto d’Italia),
significa anche respirare la stessa aria e lasciarsi permeare dalle stesse sensazioni che hanno segnato l’immaginario del Perugino, il grande maestro che, a dispetto del nome, nacque proprio a Città della Pieve. Chi conosca anche solo un po’ la pittura rinascimentale non può non ricordare gli sfondi immortalati nelle opere degli artisti dell’epoca e quei panorami di colli, cipressi e rocche, altro non sono che la trasposizione pittorica di quanto era sotto i loro occhi, ammantato da quella specialissima luce che rende tutto così bello, poetico e suggestivo.
La cattedrale, gli affreschi e le celle
Del Perugino, Città della Pieve conserva alcune delle opere più celebri: la “Deposizione dalla Croce”, un affresco danneggiato ma di forte impatto, conservato al Museo Civico Diocesano di Santa Maria dei Servi, la splendida “Adorazione dei Magi”, che si trova nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, non lontano dalla Cattedrale, nella quale è invece custodito il “Battesimo di Cristo”. Passeggiando per il borgo la incontrerete sicuramente, si trova proprio al centro, è il fulcro stesso intorno al quale è nata la città. Di fronte alla Cattedrale si trovano poi
il Palazzo dei Priori e il Palazzo della Corgna, un antico edificio a cui si accede attraverso uno scalone affrescato, come affrescati sono i soffitti e le pareti dei vari ambienti. Tra i simboli della città anche la Rocca Perugina, ex fortificazione, ex carcere: la visita si snoda tra saloni, tra stretti cunicoli, antiche celle carcerarie e alcune torri. Anche l’arte contemporanea trova luogo a Città della Pieve: a Spazio Kossuth e nel Giardino dei Lauri è possibile ammirare opere e istallazioni di grande interesse e felicemente “in contrasto” con l’ambiente medievale circostante.
Città “quattro stagioni”
Come dicevamo, c’è sempre un buon motivo per visitare Città della Pieve: sotto Natale, quindi a breve, nei sotterranei di Palazzo della Corgna, viene allestito il Presepe Monumentale costituito da più di cento statue di grandi dimensioni ambientate con grande perizia artigianale. Emozionante anche la tradizione dei Quadri viventi, che la domenica e il lunedì di Pasqua, mette in scena, nei sotterranei di Palazzo Orca, rappresentazioni che rievocano, con più di 40 figuranti, la Passione e la Resurrezione. Spettacolare poi l’“Infiorata” di giugno, con le strade della città ricoperte di tappeti
di petali che compongono immagini coloratissime. E in agosto, il celebre “Palio dei Terzieri”, rievocazione storica di un’antica tradizione medievale, la “Corsa del Toro”, una specie di corrida che avveniva tra le vie del paese. Oggi l’evento celebra la cultura e le tradizioni del Medioevo e del Rinascimento umbro (da non perdere il corteo in abiti d’epoca) e la caccia al toro è stata sostituita con una competizione durante la quale i partecipanti, in rappresentanza dei vari “terzieri” (quartieri) si sfidano al tiro con l’arco colpendo delle sagome che riproducono le sagome dei tori.