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Benvenuti in Valtiberina

È il fiume Tevere, che la attraversa, a dare il nome a questo lembo straordinario tra Toscana e Umbria: è la Valtiberina, dove natura, storia e arte fanno a gara per emozionare chi giunge a scoprire i suoi tesori. Tra loro, Sansepolcro, uno scrigno di cultura tramandata sino a noi sotto forma di un patrimonio ricchissimo di chiese e palazzi storici. Dal Duomo, la Cattedrale di San Giovanni Battista, inizia la storia della città, legata indissolubilmente al nome di Piero della Francesca, che proprio qui ebbe i natali: i suoi celebri “La Resurrezione” e il “Polittico della Misericordia” sono custoditi nell’imperdibile Museo Civico,

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mentre è la storia recente ad avere regalato a Sansepolcro preziosità originali, come l’Aboca Museum, un unicum europeo dove ripercorrere i secoli attraverso il rapporto tra l’uomo e le piante. Cultura e territorio, a Sansepolcro, fondano un binomio indissolubile che non prescinde dal concetto di ospitalità, come quella offerta dalla Villa B&B, un’oasi di relax a due passi dal centro dove immergersi tra arredi preziosi e opere di artigiani del luogo. Poco più fuori, il raffinato quattro stelle Borgo Palace Hotel è ideale per andare alla scoperta dei dintorni e tornare, soddisfatti, in un ambiente pieno di attenzioni.

Tesori da scoprire: Santuario della Verna e Citerna

Nell’estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna ed è qui, che secondo quanto è tramandato, ricevette le stigmate. La sua eredità è custodita ancora oggi al Santuario della Verna, non distante da Sansepolcro, sul Cammino di Francesco che porta fino ad Assisi, percorso ogni anno da moltissimi pellegrini di tutto il mondo. Affascinante come il mistero da cui nasce, il cuore del santuario è la Cappella Santa Maria degli Angeli, voluta da San Francesco e a ridosso della quale venne costruita in seguito la Basilica maggiore. Dalla provincia di Arezzo, è un attimo trovarsi in Umbria, a Citerna,

chiusa tra le sue alte mura medievali, da dove godere del panorama mozzafiato sulla Valtiberina dal suo nucleo più antico, l’acropoli romana. Ma è nella Chiesa cinquecentesca di San Francesco che si trova un vero tesoro, la Madonna con bambino attribuita a Donatello. E a far rivivere storia e tradizioni ci sono anche le aziende locali, come Lacole Casa Italiana a Pistrino di Citerna, con i suoi due piani di scenografiche ambientazioni di arredi e mobili di pregio e l’Azienda Agricola Eugenio Bistarelli, che produce Vinsanto naturale amabile, uno dei prodotti tipici del comprensorio altotiberino.

Come in un dipinto: Anghiari

Si torna in provincia di Arezzo per scoprire la grande seduzione del borgo medievale di Anghiari. La sua immagine più epica ci è restituita nientemeno che dal genio di Leonardo da Vinci, che la immortalò dipingendo la celebre battaglia di Anghiari del 1440 combattuta tra fiorentini e milanesi. E sono tante le vicende storiche che videro protagonista questo centro, prima bastione inviolabile con le sue possenti mura duecentesche e poi nei secoli borgo ricco di chiese e palazzi. Tra essi spiccano la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, terminata verso la metà del Settecento e ricca di

preziose opere d’arte e l’antica Badia di San Bartolomeo, voluta agli inizi del dodicesimo secolo dall’ordine dei Camaldolesi e custode di diverse opere prestigiose. Da non perdere anche Palazzo Taglieschi, nel Rinascimento dimora della potente famiglia del luogo da cui prese il nome e che oggi ospita il Museo Statale delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Alta Valle del Tevere. Una curiosità: il palazzo fu ristrutturato per ricreare l’atmosfera di una casa rinascimentale, dopo che alla fine della seconda guerra mondiale ospitò le famiglie più povere di Anghiari.

Le sorprese di Monterchi

Le suggestioni fiabesche continuano a Monterchi, una preziosità immersa tra le colline, un altro luogo legato indissolubilmente a Piero della Francesca. Monterchi è infatti famosa per custodire il suo celebre affresco “La Madonna del Parto”, l’opera che oggi rende il borgo un’attrazione per visitatori e appassionati di arte di tutto il mondo. Decisamente non un caso, visto che proprio in questo piccolo centro medievale nacque la madre del grande pittore. L’opera fu ritrovata presso la Cappella di Santa Maria di Momentana, una piccola chiesa di campagna dove l’artista la dipinse per il suo altare maggiore. Al momento del suo ritrovamento, sono

stati rinvenuti anche dei frammenti dell’affresco del XIV sec di una Madonna del Latte, ad oggi custodita nello stesso Museo Civico dove si conserva l’affresco pierfrancescano. Ma una volta giunti a Monterchi, l’occasione è unica per scoprire il suo centro storico, dove si trovano ancora numerose testimonianze del suo passato medievale. Tra queste, la Chiesa di San Simeone, la cui arcipretura è dedicata al patrono, conserva al suo interno una tela raffigurante “La presentazione di Gesù al Tempio” di Durante Alberti e un pulpito dove si nota Ercole che sconfigge l’Idra, da cui Monterchi riprende il suo nome (Mons Herculis, il monte di Ercole).

Unicamente Città di Castello

Un ultimo passaggio in Umbria per scoprire Città di Castello. Questo centro ha una storia tutta sua rispetto agli altri, a partire dal nome dei suoi abitanti, che sono i tifernati, cioè gli abitanti di quello che alle sue origini era un insediamento umbro, Tiferno. La sua fortuna è legata a tanti nomi illustri: Plinio il Giovane, che la rese una fiorente cittadina romana, il vescovo Florido, che la ricostruì dopo l’invasione gota, e soprattutto la famiglia Vitelli, che le regalò il periodo più prosperoso, quello rinascimentale. Tra i palazzi della

nobile famiglia umbra il Palazzo Vitelli alla Cannoniera è oggi sede della Pinacoteca comunale, mentre la Chiesa di San Francesco ne conserva la cappella, costruita verso la metà del 1500 su disegno di Giorgio Vasari. Duomo di Città di Castello è la Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio, una sorta di cartina tornasole della storia della città stessa, dove si respirano storia e cultura, ma anche ricche tradizioni del territorio, come quella del tartufo dell’Alta Valle del Tevere, preservata dal 1990 dall’azienda Tartufi Bianconi.

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