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Pesaro e Urbino, quando bellezza fa rima con gourmet
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L’Itinerario della Bellezza, del quale vi abbiamo raccontato le bellezze storico-architettoniche sullo scorso numero di e-borghi travel, si snoda alla scoperta di 12 tesori che punteggiano il territorio di Pesaro-Urbino; 12 realtà traboccanti di golose proposte enogastronomiche e di tradizioni artigianali di raro fascino, nonché avvolte dalla gioia di vivere del folklore che affonda le proprie origini in fatti storici ed episodi epici: torniamo allora in quelle terre scenografiche per scoprirne gli aspetti maggiormente legati al bien vivre. Iniziamo con la ricca tradizione gastronomica: questa è la terra del tartufo tutto l’anno! Tutte le tipologie del tartufo si trovano e si gustano nei ristoranti dei 12 comuni e vengono esaltate nelle fiere e nelle mostre nazionali del tartufo bianco pregiato di Sant’Angelo in Vado e Pergola e del tartufo bianchetto di Fossombrone.
Poi i funghi, i salumi, il miele, ma anche la succosa pera Angelica di Serrungarina, regina di tante ricette. A proposito di pietanze, ce n’è per tutti i gusti: a iniziare dalla pasta tipica del territorio, i passatelli, conditi in mille modi; per continuare con le ricette a base di pesce, lo straordinario pesce dell’Adriatico che si gusta freschissimo a Gabicce Mare, Pesaro e Fano, dalle grigliate al brodetto fanese. Per concludere, i formaggi locali: la sola Mondavio vanta ben 8 tipi di pecorino differenti. Ma in questa zona si produce anche l’eccellente caciotta nota come “Casciotta d’Urbino Dop”, assolutamente da assaggiare! E poi ancora i piatti della cucina medievale e rinascimentale rivisitati, come la crescia sfogliata di Urbino o i tacconi – con farina di fave – di Mondavio e i dolci, con il croccante Gradarino e il cioccolato Galeotto in primis (ovviamente di Gradara).
Nel regno di Bacco
Una gastronomia così ricca e saporita non può non essere accompagnata da calici di qualità, dai sentori e dai profumi strutturati e ammalianti, e da veri e propri unicum irresistibili. Iniziamo la nostra degustazione dai bianchi del territorio, tra i quali primeggia il Bianchello del Metauro Doc (nelle sue varie declinazioni), un vino fresco e armonioso ottenuto da un monovitigno autoctono, perfetto per accompagnare antipasti o menu a base di pesce. Tra i rossi, insieme al Colli Pesaresi Doc e alle sue “sottozone”, primeggia il Pergola Doc, vino profumato che prende origine da un vitigno aleatico proveniente
dalla Toscana e portato in queste zone nel XIII secolo. Non si può lasciare il territorio senza aver assaggiato un Passito delle cantine di Piagge o Barchi (nel comune di Terre Roveresche) o un Vino Santo di Sant’Angelo in Vado (l’unico vin santo affumicato esistente al mondo) o il Liquor d’Ulivi, dal sapore dolce e balsamico, ricavato dall’infusione di foglie e corteccia d’ulivo in alcool nelle colline di Serrungarina (nel comune di Colli al Metauro), citato addirittura da Dante nel Paradiso per bocca di San Pier Damiani. Infine, è da degustare il Visciolato di Pergola uno straordinario “vino da meditazione”.
Eccellenze artigianali
Visitare un luogo e desiderare di portarsi a casa qualcosa di unico che ce lo rammenti è meccanismo che scatta naturalmente, al quale i territori dell’Itinerario della Bellezza rispondono con una serie di manufatti originali, legati ad antiche tradizioni artigianali, come la bellissima ceramica prodotta a Cagli, che unisce alla perfezione le cromie e i decori cinquecenteschi tipici del Montefeltro con elementi e colori più moderni, dando vita a pezzi unici pregevoli. Spostandoci a Fossombrone, è invece la lavorazione dell’oro ad attirare l’attenzione: i magnifici gioielli in filigrana hanno letteralmente fatto il giro del mondo – sono apprezzatissimi a Dubai e negli
Stati Uniti –, soprattutto il bracciale Concordia, che richiama la forma del celebre ponte della città ed è spesso ulteriormente impreziosito da diamanti, rubini o zaffiri. Di tutt’altro tenore è la materia prima lavorata a Mondavio, il cioccolato: il maitre chocolatier Davide Marcantognini e sua moglie Daniela (proprietari de La Dolce Vita) a San Filippo sul Cesano sono artigiani “unici” del cioccolato della Provincia: la qualità è straordinaria! A Urbino l’artigianato artistico è di casa in via Valerio (ora nota come la via delle Arti) dove le varie botteghe propongono maioliche policrome, sculture in pietra o lavorazioni in metallo.
Tra sacro e profano
Numerosissimi sono anche gli eventi, le rievocazioni storiche e le sagre che annualmente punteggiano il calendario della provincia di Pesaro-Urbino, che vanta, tra l’altro, il carnevale più antico d’Italia, quello di Fano, con grandi carri allegorici, la maschera iconica dello spaccone borioso Vulòn e la banda di Musica Arabita (“arrabbiata” in dialetto locale) che suona gli strumenti più bizzarri, dai campanacci alle caffettiere. Tra le rievocazioni storiche, invece, primeggiano quelle di Gradara con costumi d’epoca di alta sartoria, frutto di attenti
studi filologici – di rara suggestione, l’Assedio al Castello, che rimette in scena l’attacco alla Rocca da parte di Sforza e Montefeltro alleati –. Chi preferisce un tono più conviviale, può prendere parte ai banchetti medievali allestiti nella Rocca Roveresca di Mondavio e alla caccia al cinghiale, rievocazione storica in cui il Borgo fa da palcoscenico a esibizioni di duellanti e gare di tiro con l’arco: si banchetta con piatti tipici del Quattrocento, indossando i costumi di dame e cavalieri, alla sola luce di fiaccole e candele.
In mezzo scorre il fiume
Se è vero che le 12 località dell’Itinerario della Bellezza sono immerse in un contesto naturale riposante, scandito da colline e acqua marina, ci sono però alcune attrazioni che meritano una menzione particolare. A iniziare dal fiume Metauro, che si incontra più volte lungo il percorso, con la sua storia millenaria scandita da battaglie e “ospiti” illustri, da Asdrubale a Churchill, e che forma paesaggi avvolti da misteri e leggende, come le Marmitte dei Giganti a San Lazzaro di Fossombrone, uno scenografico canyon scandito da limpidissime pozze – le marmitte, appunto, ovvero le “pentole” –
scavate nei millenni dall’erosione dell’acqua. A Sant’Angelo in Vado, invece, il Metauro dà vita ai 15 metri del salto della suggestiva Cascata del Sasso, considerata tra le dieci più belle d’Italia e incorniciata da salici, acacie e biancospini. Un’ultima bellezza naturale non si può tralasciare, l’arco di Fondarca a Cagli: uno spettacolare arco roccioso che dà accesso a un meraviglioso anfiteatro naturale, tutto quello che resta di un’antica grotta poi crollata; qui, la scelta è tra più sentieri che consentono per esempio di arrampicarsi sull’arco o di raggiungere una piccola cascatella che si butta nel torrente Giordano.
I teatri: “bomboniere” di cultura
Una delle attrazioni peculiari delle Marche sono i teatri storici, veri e propri scrigni di bellezza e arte tuttora fulcro della vita culturale, spesso con posti ridotti ma sontuosi e curati in ogni più piccolo dettaglio. Percorrendo l’Itinerario che si snoda nella provincia di Pesaro-Urbino ne incontriamo alcuni davvero degni di nota e di visita, come il Teatro Comunale di Cagli, risalente al 1878, dal raffinato foyer riccamente decorato con motivi colorati e dalla sala principale con i suoi tre ordini di palchi – più il loggione – ognuno abbellito con fregi differenti. Imperdibile è anche il settecentesco Teatro Angel Dal Foco a Pergola, costruito all’interno degli storici magazzini del Monte di Pietà quando il borgo ottenne il titolo di Città da Papa Benedetto XIV,
titolo per il quale bisognava avere un palazzo comunale e, appunto, un teatro. Anche Mondavio ha la sua “bomboniera” settecentesca, il Teatro Apollo, edificato all’interno della ex chiesa di San Filippo Neri: non più di 70 posti in un ambiente riccamente decorato con motivi floreali e con meccanismi sofisticati; la platea, infatti, può alzarsi fino a livello del palcoscenico per ospitare le feste in maschera in voga un tempo. A Fano invece troviamo il maestoso Teatro della Fortuna e a Urbino il Teatro Sanzio dedicato al suo figlio più illustre, Raffaello. Infine, anche Pesaro, Città Creativa Unesco della Musica, vanta il suo teatro storico, dedicato a Rossini e inaugurato nel 1818 dal compositore in persona, con la messa in scena de “La Gazza Ladra”.