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Marche, ciclovie d’autore

La brezza sul viso, il sole che si staglia all’orizzonte, i sentieri immersi nella natura e i paesaggi che non ti aspetti. Le Marche sono il territorio ideale per muoversi in sella a una bici e fare scorta di emozioni che in macchina non sarebbe possibile provare. E “Marche Outdoor” è il progetto all’insegna delle vacanze green promosso dalla Regione per mettere in rete e valorizzare le strade secondarie che attraversano il territorio marchigiano: un reticolo di 2mila chilometri di ciclovie, suddiviso in 24 percorsi tra mare e montagna, adatti a tutti i tipi di ciclisti: poche tappe per chi è alle prime armi o non intende affrontare sfide impegnative, lunghi tracciati alla conquista dei borghi più arroccati per i più esperti. Al ritmo lento della bici si possono così apprezzare i panorami mozzafiato e la ricca biodiversità del Parco Regionale del Conero, i castelli e i borghi delle terre del Verdicchio o i boschi e le abbazie nei dintorni delle Grotte di Frasassi. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

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Dal Conero alle terre del Verdicchio

Sono tre i percorsi nella provincia di Ancona pensati per accompagnare il cicloturista alla scoperta di quest’angolo di Marche così poliedrico. Tre itinerari a cerchi concentrici - i cosiddetti “Ancona Rebirth” - che si snodano dalla costa fino al confine con l’Umbria, attraversando scenari sempre diversi, ma allo stesso tempo uniti da arterie perfettamente ciclabili. Punto di partenza di questo viaggio suggestivo è il Parco Regionale del Conero, l’iconico promontorio calcareo che, spezzando letteralmente in due questo tratto di

costa, crea una fisionomia che in tutto l’Adriatico non ha eguali. La sua area naturale protetta abbraccia il territorio di Ancona, la baia immersa nel verde di Portonovo e i bellissimi borghi di Sirolo e Numana. Lasciandosi alle spalle il mare, il consiglio è di raggiungere l’antico borgo di Osimo, oppure fare tappa a Jesi e da qui esplorare le colline del Verdicchio: un fazzoletto di terra costellato di castelli e casolari, famoso per il vitigno autoctono che deve il suo nome ai caratteristici riflessi verdi dei suoi acini.

Grotte di Frasassi, la magia dell’acqua

E' una natura integra e rigogliosa quella con cui si entra in contatto seguendo il terzo anello di “Ancona Rebirth”: un percorso lungo quasi novanta chilometri sviluppato interamente nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, area protetta in cui vivono lupi, cervi, aquile e falchi pellegrini. A pochi chilometri dal borgo fortificato di Genga si trovano le Grotte di Frasassi, grandioso complesso di grotte sotterranee scavate dalle acque erosive del fiume Sentino, che per millenni ha modellato questi luoghi

creando dirupi e cavità di dimensioni ciclopiche. Un vero e proprio regno sotterraneo dove le forme bizzarre di stalattiti e stalagmiti evocano castelli pieni di guglie e pinnacoli, giganti e animali curiosi. Ma l’area attorno alle Grotte di Frasassi è sempre stata al centro dei tracciati che collegavano Roma all’Adriatico e questo basta a spiegare il rigoglio di conventi, santuari e abbazie. Luoghi della spiritualità come l’Eremo di Grottafucile, l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse o l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa.

Sassoferrato, il parco archeologicodi Sentinum

Percorsi in montagna, relax in mezzo alla natura e passeggiate archeologiche. Con la sua varietà di paesaggi il borgo medievale di Sassoferrato offre infinite possibilità agli amanti della bicicletta e delle attività outdoor. Il suo monumento simbolo è la Rocca di Albornoz, una massiccia costruzione militare fatta erigere nel XIV secolo dal cardinale Egidio Albornoz con il denaro ricavato dalla vendita dei beni confiscati alla famiglia Atti, a cui si deve la fondazione del borgo. A sud di Sassoferrato si trova l’area archeologica

di Sentinum, antico borgo romano che conserva ancora le strade selciate, il cardo e il decumano, i resti di un tempio termale e il quadriportico di una grande costruzione fuori le mura. È nelle vicinanze di questa città che ebbe luogo nel III sec a.C. la celebre “Battaglia delle Nazioni”, che sancì la decisiva vittoria dei Romani su Galli, Senoni e Sanniti. Ma Sassoferrato è conosciuta anche per l’Abbazia di Santa Croce, realizzata sul finire del XII secolo dai conti Atti utilizzando materiali della vicina Sentinum.

Fabriano, il borgo di carta

Uno dei borghi più suggestivi da attraversare in bicicletta è Fabriano. Il suo territorio si distende in una splendida vallata cinta dall’abbraccio delle colline e delle montagne dell’Appennino umbro-marchigiano. La prosperità di questo borgo medievale è legata strettamente alla produzione artigianale della carta e all’invenzione di una particolare tecnica di filigrana che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Questa antica tradizione è ancora oggi rilevante se si pensa che nel 2013 Fabriano è stata designata

Città Creativa Unesco e che un Museo della Carta e della Filigrana è stato allestito nell’ex convento dei padri domenicani. Visite inusuali e curiose sono invece quelle che portano al Museo del Pianoforte, presso il Complesso Monumentale di San Benedetto, o il Museo della Farmacia Mazzolini-Giuseppucci, decorata con splendidi intarsi in legno. Da non perdere anche il mercato coperto del borgo, tappa obbligata per assaporare il famosissimo salame di Fabriano, già apprezzato da Garibaldi e oggi presidio Slow Food.

La strada americana della Val di Chienti

La “Italy Route 77” della Val di Chienti è una delle ciclovie più suggestive dell’Italia centrale. Come la mitica Route 66 che attraversa da est a ovest gli Stati Uniti, anche questo percorso taglia longitudinalmente la Regione ricalcando la dismessa strada statale 77 che collega Foligno al maceratese, per poi proseguire su vie secondarie verso Tolentino e Civitanova Marche. Il tratto al confine con l’Umbria è dominato dal paesaggio della Val di Chienti, una lussureggiante area agricola a nord di Macerata, nella quale le colline

coltivate a vigneti si alternano a campi di mais e girasoli. Il territorio attorno al borgo di Serravalle di Chienti è disseminato di fonti naturali utilizzate fin dall’antichità per l’abbeveramento del bestiame e oggi diventate provvidenziali punti di sosta degli escursionisti. A Serravalle si può decidere se salire sull’Altopiano di Montelago, oppure scendere fino allo storico Mulino di Gelagna. Proseguendo fino al borgo di Sfercia si può ammirare l’ultima torre rimasta in piedi della poderosa fortezza dei Varano.

Tolentino, tra leggenda e natura

A metà strada tra la montagna e la costa si staglia il borgo di Tolentino. Il suo centro storico, delimitato per lunghi tratti dalle mura duecentesche, si raggiunge attraversando in bici l’antico Ponte del Diavolo sul fiume Chienti. Una leggenda narra che fu costruito in una sola notte grazie all’aiuto del diavolo, che in cambio pretese l’anima del primo che lo attraversasse. Un piano scombinato dall’intervento di San Nicola, che beffò il demonio lanciando una forma di formaggio a un cagnolino, che divenne così il primo essere

vivente a percorrere il ponte. Oltre alla splendida Basilica di San Nicola, va sicuramente vista la torre campanaria della Chiesa di San Francesco, divenuta il simbolo del borgo grazie al singolare orologio a quattro quadranti che indica le fasi lunari, l’ora italica, l’ora astronomica e i giorni della settimana e del mese. Percorrendo un panoramico saliscendi si può arrivare alla Riserva Naturale Abbadia di Fiastra: un’area ricca di vegetazione e fauna protetta, ideale per trascorrere momenti a stretto contatto con la natura.

Civitanova Marche, un borgodue centri storici

Chi ama immergersi nell’azzurro del mare, praticare sport all’aria aperta o percorrere piste ciclabili che sprofondano nel verde non potrà che apprezzare l’atmosfera frizzante di Civitanova Marche. Il borgo ha un’anima duplice che si riflette in due zone ben distinte ed entrambe raggiungibili in bici: la Città Alta con il suo borgo racchiuso tra le mura di un castello medievale e la sua struttura rimasta pressoché inalterata, e la parte costiera di Porto Civitanova, dove anticamente sorgeva il municipio romano

di Cluana. Agli inizi del XX secolo divenne una meta d’elezione per le vacanze di tanti nobili dell’entroterra, come il conte Pier Alberto Conti, aristocratico terriero originario di Fiastra, che tra il 1907 e il 1910 fece realizzare Villa San Michele, estrosa residenza in stile Liberty. Per assaporare la gastronomia locale ci si può spingere nel pittoresco borgo marinaro, dove non mancano indirizzi perfetti per gustare le antiche ricette di pesce, come “li furbi con l’abbiti” (polpi con le biete) o gli sgombri al vino rosso.

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