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ATTUALITÀ: Una questione aperta

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Una questione aperta

Secondo i dati provvisori diffusi da ISTAT relativi al mese di agosto 2022, sono l’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e che, insieme con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, spingono l’inflazione a un livello (+8,4%) che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu pari a +8,8%). Accelerano, così, l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (+4,4%; non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%), al netto dei soli beni energetici (+4,9%; non era così da aprile 1996) e la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (+9,7%; un aumento che non si osservava da giugno 1984). Aumentano le spese e l’intera filiera alimentare si trova a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, più 35% per le etichette, 45% per il cartone, 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti Filiera Italia e Unaproa. L’impennata dei prezzi dei carburanti rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica. È innegabile che, reduci da una pandemia che ha piegato la schiena ai cittadini e alle imprese, ci troviamo ad affrontare una situazione resa ancor più difficile da venti di guerra e crisi energetica.

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Gli ultimi comunicati diffusi da Anima Confindustria rivelano tutta la sofferenza dell’industria meccanica italiana, di cui il presidente Marco Nocivelli denuncia la gravità: “A partire dallo scorso anno, stiamo vivendo una fase di forte e inarrestabile crescita dei prezzi, causata dalla difficoltà per le imprese di reperire materie prime e microchip, da un aumento dei costi logistici, e dall’incremento vertiginoso dei costi di energia e gas naturale in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. In autunno le previsioni sono ancora più pessimistiche: sono attesi nuovi rincari energetici, mentre l’inflazione dei mesi scorsi sulle materie prime continuerà a colpire i prezzi al consumo. È necessario supportare il tessuto industriale italiano e agire in maniera decisa, a livello nazionale e comunitario”. Andrea Salati Chiodini, presidente di Assofoodtec, rincara la dose: “Il rincaro delle materie prime incide moltissimo sui costi del nostro comparto produttivo. Materiali essenziali per produrre i nostri macchinari come processori, motori, microchip e materie prime scarseggiano (tra cui inox, alluminio e rame) e quei pochi in commercio hanno raggiunto, a causa di aumenti, prezzi in tripla cifra (nella maggior parte dei casi). Nei prossimi mesi la situazione potrebbe diventare fatale per molte industrie e i loro indotti. La nostra filiera è una colonna portante dell’economia italiana e deve essere sorretta da interventi statali che arginino gli effetti di questo momento drammatico“.

Gli imprenditori italiani, però, non si perdono d’animo, come testimonia Stefano Borgo, titolare dell’azienda vicentina specializzata in macchine per la lavorazione delle carni: “La nostra azienda segue un programma di progettazione annuale per poter offrire alla nostra clientela attrezzature all’avanguardia. In questo modo crediamo e vediamo la possibilità di fare fronte alle varie difficoltà. A livello commerciale abbiamo incrementato le nostre collaborazioni con nuovi partner per essere più presenti nel mercato nazionale e internazionale. Purtroppo, mi rendo conto che molte volte questo non può bastare, causa le grosse difficoltà di risorse che vengono tolte alla nostra clientela. Vedi cari energia elettrica ecc. Stiamo vivendo anni veramente difficili, dal 2020 siamo stati messi a dura prova con il COVID-19, poi la guerra, ora i vari rincari di gas, combustibili, energia elettrica. Tutto questo aggiunto a una gestione politica in continua situazione negativa. Comunque, voglio continuare a pensare positivo: tutti insieme possiamo creare un paese migliore”.

Positivo e improntato alla collaborazione propositiva, anche l’atteggiamento di Mario Pirola, titolare di Tecnobrianza, che dichiara: “Il mercato, oggi, è molto difficile; i nostri clienti devono sostenere costi aggiuntivi importanti ma noi abbiamo lavorato bene nel corso degli anni e adesso possiamo dire che gli sforzi si ripagano. I costi aumentati delle materie prime influenzati dai rincari dell’energia impattano sulla filiera e per questo, per aiutare la nostra clientela, non applichiamo una politica di prezzo ma una politica riferita al materiale disponibile a magazzino. Inoltre, poiché è evidente che i nostri clienti risentono di un clima di incertezza nel futuro che li potrebbe costringere a scelte spesso drastiche, affinché non si debba intaccare la qualità del prodotto finito, cerchiamo di mantenere aperto il dialogo in un’ottica di collaborazione, fornendo ampiezza di gamma e assistenza costante”. 

Immagine di www.slon.pics su Freepik ©

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