GSA IGIENE URBANA 2/22

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TERZA PAGINA

Ecoisole a La Spezia di Sergio Capelli

Dal 2021 La Spezia sfiora l’80% di raccolta differenziata, utilizzando la raccolta stradale a riconoscimento utente. Metodologia che altrove crea forti polemiche e problemi non indifferenti. Analizziamo la best practice con l’aiuto dell’Assessore Kristopher Casati.

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a raccolta rifiuti attraverso isole a riconoscimento utente sembra essere nuovamente tornata di moda. Dopo esperimenti poco riusciti, complice la possibilità di finanziamento tramite il PNRR, sono molti i Comuni che stanno facendo la scelta di bypassare la raccolta porta a porta e di procedere con questa metodologia avanzata di raccolta stradale, quando non di abbandonare la strada del porta a porta già intrapresa. Scelte spesso accompagnate da polemiche sul decoro urbano e sulla pulizia dei materiali raccolti. Recentemente la Città Metropolitana di Torino ha fatto notare in un documento ufficiale come questa modalità di raccolta (in via di introduzione nel Capoluogo) non dia possibilità di controlli e dunque di individuare eventuali trasgressori. A La Spezia, però, caso più unico che raro, il sistema sembra funzionare bene. Tanto da passare a tariffazione puntuale. Ne parliamo con Kristopher Casati, Assessore uscente (nel momento in cui scriviamo ancora si devono tenere le elezioni ndr) con delega ai rifiuti.

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Cominciamo dalle basi: come funziona la raccolta rifiuti a La Spezia?

La raccolta rifiuti a La Spezia ha vissuto molteplici fasi. In una prima fase venivano utilizzate isole mobili all’interno del centro storico. Venivano lasciati questi cassonetti in luoghi predefiniti in cui i cittadini potevano confertire per 6/8 ore al giorno. Si comunicava che in un determinato giorno e ad un certo orario nella tal piazza si raccoglieva, ad esempio, la plastica. La ditta portava i cassoni in piazza e i cittadini andavano a conferire lì. Questo comportava che in quei punti conferisse anche chi non aveva diritto di farlo. Arrivavano utenze commerciali, utenze domestiche di altre zone, magari servite con il porta a porta… Il risultato è che si creavano delle discariche a cielo aperto. Alla fine dell’orario di conferimento, una volta svuotati i bidoni, nell’attesa che venissero ritirati dall’azienda, questi andavano rovesciati per evitare che i cittadini continuassero a conferire. Quindi noi avevamo una fila di bidoAPRILE-GIUGNO 2022


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