l'Orafo Italiano 01 2017

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L’ORAFO ITALIANO 1 2017

ANNO LXXI GENNAIO 2017 - € 5,00

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Market

2017: forecast for Italian jewelry trade

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Very precious kaleidoscopic effects





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RJC_Layout 1 23/12/15 09:32 Pagina 1

Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera

ANNO LXXI - NUMERO 1 - GENNAIO 2017 direttore editoriale

Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 700 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 400 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

direttore responsabile

Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for supply chain integrity and su- stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 700 Members and more than 400 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Denise Battistin, Ercole Bonini, Rosa Chiesa, Luigi Costantini, Simona Infantolino, Franco Marchesini, Sonia Sbolzani

progetti speciali

Ilaria Danieli

Cristina Fagioli - cristina.fagioli@edifis.it

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close up Studios

traduzioni

Promo-Est

pubblicitĂ

dircom@edifis.it

traffico pubblicitario stampa e-mail web site prezzo per copia arretrati abbonamenti

Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it â‚Ź 5,00 â‚Ź 10,00 Italia â‚Ź 40,00 Europe â‚Ź 80,00 Resto del mondo â‚Ź 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalitĂ redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltĂ di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council (RJC) ()* "%%( (%$*4 %$ %$4 ? @ E * ""4

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Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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Global Round Up

25 nEWS

Amin Luxury / Fope/ VicenzaOro January / Villa Franciacorta Cesare De Vecchi / Thai Gems & Jewelry Fair / Boehmer et Bassenge

Desires

32 FAIRY BIJOUX

Dalle mamme alle figlie, il mondo delle fiabe torna sotto una nuova veste preziosa

Photo by Close up Studios

34 glamour for men

Collana di Gold Art con boule in oro giallo e nero decorate con giochi di trafori e specchiature. ■ A necklace by Gold Art with yellow and black gold boules playing with fretwork and mirroring effects.

Senza distinzioni d'età, l'anello in argento è uno dei gioielli più richiesti dal pubblico maschile

37 WHITE TREND ALL OVER

32

Il bianco in gioielleria significa principalmente diamanti e oro bianco. Ma c'è chi preferisce il platino, l'argento o il cristallo

People&brands

63 diamanti e banche

63

Il punto su una questione che fa molto discutere nel settore prezioso, perché crea opportunità ma anche disorientamento nel cliente finale

65 un'occasione per le gioiellerie

Il retailer può diventare un intermediario per i privati che investono in diamanti: Amin Luxury propone un nuovo strumento di business

66 un consiglio per privati e aziende

37

Anche negli acquisti di diamanti MVJ Service di Marco Valente è in grado di offrire consulenze competenti e servizi su misura

67 I MIGLIORI AMICI DEI RAGAZZI

Si dice che i diamanti siano molto amati dalle donne, ma gli uomini non li disprezzano affatto. Ne sa qualcosa il marchio veneto Zancan

68 UN CUORE TECNO

Da quando è stata aperta la filiale italiana, la distribuzione dei brand Casio si è indirizzata verso i canali tradizionali del settore

Heritage

71 fLESSIBILI MA SOLIDI

l'Orafo 2017

20

La maglia Novecento e la tecnologia Flex'it sono nate negli atelier di Fope, a Vicenza. E sono entrate nella storia della gioielleria

gennaio


Quando il lusso si eleva oltre l’esclusività diventa eccezione. Dealer di diamanti unici d’altissima qualità (Certificati GIA, HRD, IGI) , di gemme di colore (Certificati GUBELIN, GRS) e one-of-a-kind-jewels, Luxury’s Finest è l’epitome di una ricerca elitaria che appaga una clientela alla ricerca dell’”introvabile” e che vuole sempre distinguersi in ogni occasione.

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Sommario

75

Visual

75 vintage grace

Delicate illustrazioni rétro in bianco e nero da riempire di colori creano raffinati contrasti con il fascino misterioso dei diamanti neri

83 kaleidoscopic nature

Fiori e animali fantastici creano preziosi pattern fondendosi con autentici gioielli in un gioco magico di simmetrie colorate

InsideJewellery

89 NON SOLO EXPORT

Il calo degli acquisti da parte dei big spender internazionali e la rinnovata necessità di attenzione per il mercato italiano e l'Europa Occidentale

94 USA MARKET IS BACK?

27 88 98

Anche se il nostro export di preziosi verso gli Stati Uniti si è ridotto, ci sono buone prospettive di crescita grazie ai Millennials

96 IT'S NOT THE SAME!

Chi vuole equiparare il diamante naturale a quello sintetico dimentica che il primo resta un prodotto irripetibile di Madre Natura

98 iL NUOVO Iran

La fine delle sanzioni internazionali configura nuovi scenari e apre alle aziende orafe italiane un mercato dalle grandi potenzialità

100 tutelaRE LE IDEE

Ci sono molti buoni motivi per registrare il design innovativo. E conoscere le normative consente di ottenere di più spendendo meno

94

103 english text 111 brands in this issue

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Global Round Up CERTIFICAZIONE

DA VINCI CUT

IS TRIPLE EXCELLENT L'Istituto IGI di Anversa riconosce il nuovo taglio brevettato da Amin Luxury come tondo Leonardo Da Vinci e non come "tondo modificato"

Dopo il tributo da parte del Comune di Vinci, un altro importante riconoscimento premia il taglio per diamanti brevettato dall’azienda fiorentina Amin Luxury in partnership con la società Niru (uno dei Sightholder di De Beers). Dopo mesi di lavoro, infatti, il Leonardo da Vinci cut ha acquisito una certificazione internazionale rilasciata dall’Istituto IGI di Anversa. «Il Da Vinci cut - spiega Bobak M. Nasrollahi, titolare di Amin Luxury - è tondo come il taglio brillante Tolkowsky, ritenuto il più perfetto, e con un analogo numero di faccette, ma, pur non essendo un classico brillante, non è un “tondo modificato” né un taglio fantasia, è qualcosa di molto meglio secondo l’IGI». È opportuno a questo punto precisare che i parametri formali (taglio, pulimentatura e simmetria) del diamante possono incidere molto sul valore della gemma. «Il taglio brillante Tolkowsky continua Bobak - porta con sé tutti e tre i parametri, che a loro volta possono variare da Fair a Excellent. I tagli fantasia vengono classificati con solo due paramentri, ovvero pulimentatura e simmetria. Stessa cosa avviene per i tagli tondi che riprendono il Tolkowsky ma con varianti: la dicitura per questi ultimi è “tondo modificato” e i parametri riconosciuti in genere sono solo due. Gli Istituti di certificazione conferiscono i tre parametri solo al taglio tondo Tolkowsky, la cui qualità migliore è “triple excellent”. Ora la IGI di Anversa ha riconosciuto il Leonardo da Vinci cut non come “tondo modificato” ma come “Leonardo da Vinci Cut” e vi si ritrovano tutti e tre i parametri a livello triple excellent. In sostanza, tutte le pietre Da Vinci cut sono triple excellent perché tagliate in base alla proporzione aurea teorizzata da l'Orafo 2017

Leonardo Da Vinci. ■ After the homage paid by the Municipality of Vinci, another important acknowledgement rewards the diamond cut patented by the Florentine company Amin Luxury in partnership with Niru (one of the rare De Beers Sightholders). After eight months' work, the Leonardo da Vinci cut acquired an international certification issued by the IGI Institute of Antwerp. Amin Luxury owner Bobak M. Nasrollahi says, «the Da Vinci cut is round like the Tolkowsky, considered the most perfect one, and has a similar number of facets but, though not a classic brilliant cut, it is not a “modified round cut” or a fantasy cut, it is actually something far better, according to IGI». We should remember that formal parameters (cut, polish and symmetry) of the diamond can strongly affect the value of a gem. «The Tolkowsky brilliant cut - proceeds Bobak – has all three parameters, and these can vary in their turn from Fair to Excellent. Fantasy cuts are classified with two parameters only, polish and symmetry. The same happens with round cuts, which pick up from Tolkowsky but with some variants: the expression for the latter is “modified round cut”, and only two parameters are generally recognised. Certification bodies confer all three parameters only on the Tolkowsy round cut, the best quality of which is “triple excellent”. Now the Antwerp IGI has recognised the Da Vinci cut not as a “modified round cut” but “Leonardo da Vinci Cut” and all three parameters are found on a triple excellent level. In short, all Leonardo da Vinci cut stones are triple excellent because they were cut on the basis of the golden ratio theorised by Leonardo Da Vinci. 25

gennaio


Global Round Up

fope si quota in borsa Avviate dal 30 novembre scorso le negoziazioni su AIM Italia - Mercato Alternativo del Capitale Nata come laboratorio artigianale nel 1929, l'azienda vicentina Fope ha oggi raggiunto un grande traguardo: la quotazione in borsa. Qualità del prodotto, sintesi tra artigianalità e tecnologia Made in Italy e riconoscibilità del design le hanno permesso l'ammissione alle negoziazioni su AIM Italia – Mercato Alternativo del Capitale - a partire dal 30 novembre scorso. «Con l'ingresso nel mercato azionario – ha affermato Diego Nardin, amministratore delegato di Fope – l'azienda mira ad affrontare nuove sfide di crescita e a concretizzare le grandi potenzialità del mercato». ■ Founded back in 1929 as a craftsman's laboratory, Vicenzabased Fope today has made a major achievement: quotation on the stock market. Product quality, a synthesis between craftsmanship, Madein-Italy technology and design recognition allowed it to enter AIM Italia – Alternative Capital Market – negotiations on last November 30th. Fope's Managing Director, Diego Nardin, says, «by going into the stock market, our company intends to deal with new challenges of growth and to give practical shape to the great potential of the market».

conto alla rovescia per vicenzaoro Sarà VicenzaOro January a inaugurare il calendario di eventi organizzati dall'Italian Exhibition Group. Anche questa edizione, prevista dal 20 al 25 gennaio, sarà ricca di appuntamenti: il 20 gennaio verranno premiati gli Andrea Palladio International Jewellery Awards; il 22 si celebrerà l'innovazione con il Jewellery Technology Forum e l'area Small Equipment & Tools dedicata alle tecnologie; inoltre verrà presentato il Trendbook 2018+ con le prossime tendenze della gioielleria e tornerà l'area Now dedicata ai watch brand. Il tema portante sarà, come lo scorso anno, The Responsible Gold per dare spazio ad argomenti quali il valore della tracciabilità e il commercio etico. ■ VicenzaOro January is inaugurating the calendar of events organised by the Italian

Exhibition Group. This edition – scheduled for January 20th to 25th – will include many events: on January 20th, the Andrea Palladio International Jewellery Awards will be conferred; on the 22nd, innovation will be celebrated with the Jewellery Technology Forum and the Small Equipment & Tools area dedicated to technologies; moreover, the Trendbook 2018+ will be presented, with upcoming trends in the jewellery business, and the Now area will be back, dedicated to watch brands. Like the year before, the main theme will be The Responsible Gold, providing space for such important topics as traceability and ethical trade.

le bollicine diventano bijoux Realizzati in argento, perle e resine, gli orecchini di Villa Franciacorta vengono ricavati dalle capsule delle pregiate bottiglie Dalle cantine ai portagioie, le capsule delle pregiate bottiglie millesimate di Villa Franciacorta si trasformano in orecchini. «L’idea – spiega Roberta Bianchi, patron di Villa Franciacorta e ideatrice degli orecchini Ladylike Wine – è che questi gioielli diano alla donna che li indossa un senso di originalità, di unicità dello stile». Per la realizzazione di questi insoliti orecchini Villa Franciacorta ha utilizzato argento e applicazione di perle e resine colorate. ■ From cellars to jewellery boxes, the caps of the precious bottles by Villa Franciacorta become earrings. Roberta Bianchi, who runs the Villa family business and thought up the Ladylike Wine earrings, says «the idea was l'Orafo 2017

26

gennaio

that these unique jewels should make a woman feel herself original, with a unique style». To make these unusual earrings, Villa Franciacorta used silver and applied pearls and coloured resins.



Global Round Up

la qualità e la ricerca di de vecchi

in giugno la thai gems & jewelry fair

Il maestro orafo milanese e la sua perfezione tecnica vengono raccontati nel nuovo volume edito da Skira

Appuntamento a Bangkok con la prossima edizione della manifestazione organizzata daTGJTA

Orafo figlio d'arte, sperimentatore attento delle soluzioni estetiche più ricercate, Cesare De Vecchi viene raccontato nel volume Cesare De Vecchi – Maestro orafo milanese. Il libro, edito da Skira, documenta l'impegno e la ricerca della perfezione tecnica e dell'innovazione stilistica del famoso designer e racconta come la conoscenza dei materiali preziosi ha permesso a De Vecchi di mantenere negli anni una qualità di altissimo livello. ■ A goldsmith in the family tradition, an experimenter with an eye for refined aesthetic solutions, the story of Cesare De Vecchi is told in the book

La Thai Gem and Jewelry Traders Association (TGJTA) ha annunciato le date della prossima Thailand Gems & Jewelry Fair 2017. L'edizione di quest'anno si terrà dal 15 al 18 giugno al complesso Impact Muang Thong Thani di Bangkok e chiamerà a raccolta tutta la rete di operatori del settore delle gemme e dei gioielli. «Siamo certi che sarà una fiera migliore rispetto alle precedenti edizioni – ha affermato Suttipong Damrongsakul, Presidente della TGJTA – I feedback degli espositori internazionali e il supporto da parte dei visitatori ci hanno infatti

Cesare De Vecchi – Maestro orafo milanese (“Cesare De Vecchi – A Master Goldsmith from Milan”). The book, published by Skira, documents his commitment and quest for technical perfection and innovative style and tells how knowledge of precious materials allowed De Vecchi to keep top level quality over the years.

il debutto di boehmer et bassenge alla magnificent jewels auction di christie's Circondata dai maestosi gioielli banditi durante la Magnificent Jewels Auction di Christie's, la maison Boehmer et Bassenge ha presentato nello stesso contesto la sua prima collezione di alta gioielleria. L'atelier prende il nome da Charles Boehmer e Paul Bassenge, gioiellieri di corte del XVIII secolo che realizzarono una famosa collana di diamanti durante il regno di Luigi XV. In loro onore l'atelier ha creato la sua prima collezione utilizzando esclusivamente diamanti purissimi. ■ Surrounded by the majestic jewels on display during Christie's Magnificent Jewels Auction, the maison Boehmer et Bassenge presented in the same context its first collection of high range jewellery. The atelier takes its name from Charles Boehmer and Paul Bassenge, 18th century court jewellers who made a famous diamond necklace

during the reign of Louis XV. To honour them, the atelier made its first collection using only the purest diamonds.

permesso di creare un ambiente più vivace e dinamico». ■ The Thai Gem and Jewelry Traders Association (TGJTA) has announced the dates of the upcoming Thailand Gems & Jewelry Fair 2017. This year's edition will take place June 15th to 18th at the Impact Muang Thong Thani complex in Bangkok and will bring together the whole network of people working in the field of gems and jewels. TGJTA Chairman Suttipong Damrongsakul says «we are certain this edition will be even better fair than the previous ones. Feedback from international exhibitors and support from visitors has allowed us to create a more lively and dynamic environment».


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Desires

flash

TREND

Fairy

bijoux Dalle mamme alle figlie, il mondo delle fiabe torna sotto una nuova veste preziosa. di

Simona Infantolino

L'

ultima edizione settembrina di Homi, il Salone degli Stili di Vita a Milano, ne aveva già anticipato l'arrivo e oggi, a distanza di qualche mese, il boom del mondo delle favole ha conquistato tutti. Le principesse tanto amate dalle bambine faranno sognare anche le loro mamme con gioielli che ricordano le grandi fiabe: la famosa carrozza di Cenerentola, invece di ritornare zucca, si trasformerà in ciondolo, la corona del re diventerà un prezioso anello smaltato e il principe ranocchio attenderà il suo bacio d'amore sul ciondolo di una collana. Non potranno di certo mancare all'appello le fate, madrine o turchine che siano: porteranno ugualmente fortuna a tutte le donneprincipesse che le indosseranno. ■ The latest September edition of Homi, the Life Style Trade Fair held in Milan, had already anticipated its arrival and today, after a few months, the boom of the world of fairy tales has conquered everyone. Princesses, so loved by little girls, also make their mother dream thanks to jewels reminding the great fairy tales: the famous Cinderella carriage, instead of being turned into a pumpkin, will be transformed into a charm, while the king’s crown will become a precious enamelled ring and the frog prince will wait for his love kiss on a pendant. Fairies, either the godmother or the blue ones, could not be missing, bringing luck to all women-princess wearing them.

Dall'alto, anello Corona di Alcozer & J in ottone placcato oro con pietre di colore; bracciale di Rue des Mille in argento galvanizzato oro rosa. ■ From top, Corona ring by Alcozer & J in gold-plated brass with colored stones. Rue des Mille bracelet in rose gold-galvanized silver.

Da sinistra, ciondolo di Valeria Bugatto in argento della collezione Gli Angeli Guardiani; bracciale Castello di Si Corona un Sogno in argento rodiato oro rosa della collezione La Famiglia Reale; collana Fairy di S'Agapõ in acciaio, pvd oro giallo e cristalli. ■ From the left, silver charm by Valeria Bugatto from the Gli Angeli Guardiani collection; Castello bracelet by Si Corona un Sogno in rose gold rhodium-plated silver from the La Famiglia Reale collection; Fairy necklace by S'Agapõ in steel, yellow gold pvd and crystals. l'Orafo 2017

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gennaio


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Desires

flash

TENDENZA

glamour

ATHENA Anello in argento naturale e agata nera della collezione Original Man. ■ A ring in natural sterling silver with black agate.

for men Senza distinzioni d'età, l'anello in argento è uno dei gioielli più richiesti dal pubblico maschile di

Antonella Garello

D

BLISS Anello TAOGD (Ti Amo Ogni Giorno Di Più) in argento e piccolo diamante. ■ TAOGD (I Love You More Every Day) ring in silver with a small diamond.

eciso protagonista di un trend tutto al maschile, amplificato da modelli, attori, rock star e celebrità che si fanno fotografare e filmare con le mani adorne di cerchi e fasce di ogni foggia, l'anello è sempre più amato e ricercato dagli uomini di tutto il mondo, indipendentemente - e questa è senz'altro una novità rispetto al passato dall'età, dalla professione, dalla classe sociale e dal censo. La versatilità di questo gioiello, la cui circolarità rimanda in ogni caso alla perfezione e all'infinito, ne fa l'ornamento perfetto per l'uomo di oggi, sempre più attento al proprio look e ansioso di esprimere la propria personalità attraverso dettagli e accessori. Del resto, al di là delle mode, il fascino di questo monile antico come l'uomo è proverbiale e lo sfoggio di anelli su dita maschili affonda le proprie radici in tempi lontanissimi: i primi anelli in senso stretto compaiono in epoca mesopotamica, sotto forma di anellisigillo utilizzati per suggellare documenti e note ufficiali, funzione che prosegue nell'Antico Egitto e da cui probabilmente deriva quell'aura di ufficialità e comando di cui l'anello gode anche nell'antica Roma, dove è concesso solo ai sacerdoti, ai cavalieri e ai senatori. Nel corso dei secoli, l'anello maschile ha quindi rivestito una quantità di funzioni diversissime ed è stato sfoggiato, tra l'altro, come segno d'amore, di prestigio - coi suoi stemmi nobiliari - o sfrontatamente ornamentale - basti pensare alla voluta esibizione propria del dandismo. Oggi, spogliato di qualsiasi valenza elitaria, viene esibito come un normale accessorio, e ciascuno ne fa, molto semplicemente, l'uso che crede: lo si indossa, a piacere, a qualsiasi dito, anche al pollice; se ne portano diversi esemplari su entrambe le mani; si incrociano e si mischiano senza regole gli stili e i simboli più diversi, rivisitando in chiave moderna gli anelli sigillo, i classici chevalier, le fasce. Amatissimi e di gran moda gli esemplari in argento, anche rodiato o brunito, un materiale versatile, nobile e affascinante, dal carattere deciso e discreto al tempo stesso, perfetto per esprimere tutte le aspirazioni e le inquietudini del multiforme universo maschile come si presenta ai nostri giorni. l'Orafo 2017

AMEN Anello Chevalier in argento e smalto nero con zirconi. ■ Chevalier ring in silver with black enamel and zircons.

BARABABAC Anello chevalier in argento 925 brunito mar tellato e smalto nero con inclusioni di movimenti di orologio. ■ Chevalier ring in sterling silver, hammered and burnished, with black enamel and watch movements inserts.

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gennaio


UNODE50 Anello Melastic, placcato argento, con finitura manuale irregolare. ■ Silver plated Melastic ring, handmade irregular finishing.

■ Undisputed protagonist of an all-male trend, made

more popular by models, actors, rock stars and celebrities that are photographed and filmed with their hands embellished with circles and bands of any shape, the ring is always loved and sought after by men all over the world irrespective, and this is undoubtedly a novelty when compared to the past, to age, profession, social class and wealth. The versatility characterising this jewel, whose circular shape reminds in any case of the perfection and the infinite, makes it the perfect ornament for the contemporary man who pays more and more attention to his look, anxious to express his own personality through details and accessories. After all, beyond fashions, the charm of this jewel as old as man is proverbial and the display of rings on male fingers dates back to ancient times: the first true rings appear in fact during the Mesopotamian age. They are seal-rings which are used to seal documents and official notes, a function that continues during the Ancient Egypt acquiring that official character and air of command the ring also will maintain in Ancient Rome, where it can be worn only by priests, knights and senators. Therefore, over the centuries, the male ring had a number of disparate functions and was also worn as sign of love, prestige, with its noble coat of arms, or boldly ornamental, just think about the deliberate showing-off typical of dandyism. Today, deprived of any elitist value, it is shown as an ordinary accessory and every single person can decide to use it as wished: it can be worn, at will, on any finger, even on the thumb; various models are worn on both hands; the most diverse styles and symbols cross and mingle, reinterpreting seal-rings, the classic chevaliers and bands in a modern version. The rings made of silver, even rhodium or burnished, are particularly appreciated and fashionable. It is an extremely versatile material, both noble and charming with a strong though discreet personality, perfect to express all the ambitions and concerns of the multifaceted male universe as it is today.

GIOVANNI RASPINI Anello Ancore della Collezione Uomo in argento 925. ■ Sterling silver Ancore ring from the Man collection.

ZANCAN Anello in argento 925, finitura vintage e lucida, brunitura rodio nero della collezione Cosmopolitan. ■ Sterling silver ring, vintage and polished finishing, black rhodium burnishing, from the Cosmopolitan collection.

GOTI Anello chevalier in argento. ■ Sterling silver chevalier ring.

l'Orafo 2017

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Desires close up ICONIC

WHITE TREND

ALL OVER

Il bianco in gioielleria significa principalmente diamanti e oro bianco, un classico abbinamento che resta tra i preferiti delle donne. Ma c'è chi preferisce il platino, l'argento e il cristallo di

Antonella Garello e Simona Infantolino

l'Orafo 2017

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the magic of White jewels Oro, platino, diamanti, argento, zirconi, cristalli: la gioielleria rende omaggio al bianco, che riunisce tutti i colori dello spettro luminoso E’ appena cominciato un nuovo anno e abbiamo scelto di inaugurarlo all’insegna del colore bianco, l’unico che comprende tutti i colori dello spettro luminoso. E, soprattutto, il colore che simbolicamente rimanda alla purezza, alla bellezza, alla fiducia nel futuro, alla forza vitale e alla positività del bene. A questi valori ideali la gioielleria sa unire anche il pregio di una solida creatività, dell’artigianalità, della fantasia, del lusso. E così, in tempi tanto incerti e a tratti oscuri, il bianco purissimo dei diamanti, lo splendore del platino, la calda luminosità dell’argento, lo scintillio di zirconi e cristalli possono e vogliono essere tutti preziosi e concreti segni di buon augurio, perché ogni gioiello come i luminosissimi anelli, collane, bracciali, orecchini, solitari e orologi che risplendono in questo servizio - ha, ciascuno a suo modo, una grande valenza simbolica al di là del suo valore materiale: anche il bianco, avverte il grande scrittore Murakami, ha le sue sfumature. ■ Another year has just begun and we decided to welcome it in under the inspiration of the colour white, the only one to include all the colours in the light spectrum. And, above all, the colour symbolizing purity, beauty, confidence in the future, life force and the positivity of goodness. To these ideal values the jewellers’ art adds the quality of a solid creativity, craftsmanship, imagination and luxury. And so, in dark and difficult times, the pure white of diamonds, splendour of platinum, gleam of silver, sparkle of zircons and crystals all can and want to be precious tangible signs of goodwill, because each jewel - such as the glittering rings, necklaces, bracelets, earrings, solitaires and watches shining with splendour in this service – have, each in their own way – a highly symbolic significance over and above their material value: and also white, the author Murakami tells us, has its subtle undertones.

BLISS Orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Moving Light ■ White gold earrings with diamonds from the Moving Light collection.

In apertura, collier di Stefan Hafner in oro bianco con diamanti della collezione Première Dame. ■ Opening page, collier by Stefan Hafner in white gold and diamonds from the Première Dame Collection.

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diamonds: the 4 Cs Le cosiddette 4 C, dalle iniziali dei termini Color, Carat, Clarity e Cut, identificano le caratteristiche tecniche e commerciali della pietra Color. I diamanti incolori, impropriamente detti bianchi, sono quelli dal valore più elevato. La scala dei colori GIA va da D-E (exceptional white) a S-Z (tinted colour 4). Pregiatissimi i diamanti naturali di colori fantasia (fancy). Carat. Il carato è l’unità di peso di un diamante e corrisponde a 0,20 grammi; è a sua volta suddividibile in 100 punti. Clarity. La limpidezza classifica trasparenza, continuità e omogeneità del diamante. I gradini della scala di limpidezza vanno da Flawless (internamente ed esternamente perfetto) e IF (internamente privo di inclusioni) a I1,I2,I3 (inclusioni). Cut. Le faccette e la forma del taglio valorizzano al meglio le proprietà ottiche della gemma. Inoltre ogni diamante dovrebbe essere accompagnato da un certificato che ne specifichi caratteristiche e provenienza (anzi, secondo alcuni questa “Certification” dovrebbe costituire la quinta C del diamante). ■ The so-called 4 Cs of diamonds – Colour, Clarity, Cut and Carat – stand for the technical and commercial features that determine the value of a gemstone. Color. Colourless diamonds, improperly called “white”, are the most valuable. The GIA colour scale goes from D-E (exceptional white) to S-Z (tinted colour 4). Natural diamonds that come in fancy colours are extremely precious. Carat is the unit to measure the weight of diamonds and corresponds to 0.20 grams; it can be divided into 100 points. Clarity refers to the transparency, continuity and uniformity of diamonds. The steps of the clarity scale range from flawless (perfect inside and outside) and IF (internally flawless) to I1, I2, I3 (inclusions). Cut. The facets and the shape of a diamond’s cut enhance its visual properties. Moreover, each diamond should be accompanied by a certificate that specifies its characteristics and origin (according to some, this “Certification” should be the fifth C of diamonds).

ZYDO BY ANDREA DEL BORGO Orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Imperial (andreadelborgo.com). ■ Earrings in white gold and diamonds from the Imperial collection (andreadelborgo.com).

CHOPARD Anello della High Jewellery Collection, in oro bianco con importante diamante taglio smeraldo. ■ A ring from the High Jewellery Collection, in white gold with an important emerald cut diamond.

Il "Big Hole" della miniera sudafricana di Kimberley. ■ The "Big Hole" of Kimberley Mine, South Africa. l'Orafo 2017

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it's a matter of cuts L'anello solitario è il gioiello ideale per ammirare in tutto il suo splendore lo sfavillio di un diamante, esaltato dal taglio perfetto CARTIER Solitaire in oro bianco con diamante taglio a cuore. Amélie Garreau © Cartier. ■ White gold solitaire with a heart cut diamond. Amélie Garreau © Cartier.

RECARLO Anello solitario in oro bianco e diamante taglio brillante della Collezione Eternity,. ■ Solitaire ring in white gold and a brilliant cut diamond from the Eternity collection. SALVINI Anello in oro bianco con diamante centrale taglio cuscino. Collezione Mediterranea S. ■ White gold ring with a central cushion cut diamond from the Mediterranea S collection.

In base alle caratteristiche di un diamante, viene scelto il taglio che da un lato comporta la minore perdita di peso, dall’altra esalta tutte le qualità e la brillantezza della gemma. Le forme più comuni sono: Brillante. E’ il taglio più comune, tanto che impropriamente il termine brillante viene spesso usato come sinonimo stesso di diamante. Si tratta solitamente del taglio a brillante rotondo con 57 faccette: ideato dal tagliatore veneziano Vincenzo Peruzzi verso la fine del 1600, riscosse immediato successo anche grazie alla scoperta dei giacimenti brasiliani all’inizio del 1700. Cuore. Con la sua forma tanto particolare, che richiede l’assoluto rispetto delle proporzioni, il taglio a cuore esige una notevole abilità da parte del tagliatore e in generale è adatto a diamanti di dimensioni abbastanza considerevoli. È ovviamente il preferito per gioielli da regalare in occasioni romantiche. Cuscino. Il taglio cuscino deve il nome alla sua forma, quadrata o rettangolare con angoli arrotondati che ricorda appunto un cuscino. Presenta 58 faccette ed è un taglio antico, la cui origine risalirebbe al XIX secolo, ma nel corso del tempo è stato sottoposto a numerose modifiche, dovute all’evoluzione delle tecniche di taglio. Goccia. Il taglio a goccia, o a pera, è una sorta di ibrido tra il taglio a brillante rotondo e il taglio marquise. Il rapporto tra lunghezza e larghezza può variare, e la sua forma, che ricorda un frutto ma anche, più romanticamente, una lacrima o una goccia, è particolarmente amata in gioielleria. Marquise. Derivato dal taglio a brillante, presenta 57 faccette. Secondo la tradizione fu il tagliatore di Luigi XV di Francia a creare questo taglio in onore della favorita del sovrano, la Marquise de Pompadour. Detto anche taglio navette ("barchetta" in francese) ha una forma ovale allungata, con le estremità l'Orafo 2017

appuntite, la cui relativa fragilità richiede una notevole abilità da parte del tagliatore. Ovale. Derivato dal taglio a brillante, è caratterizzato come questo da 57 faccette; presenta un rapporto standard tra lunghezza e larghezza di 1,33-1,66, ma entro certi limiti sono ammesse variazioni. La forma ovale è perfetta per gli anelli perché slancia le dita; inoltre, a parità di caratura, un diamante taglio ovale appare più grande di un diamante taglio a brillante. Princess. Taglio relativamente recente, creato nel 1979, è detto anche, a seconda delle proporzioni tra i lati, taglio quadrato modificato oppure taglio rettangolare modificato. Presenta un elevato numero di faccette (da 57 a 76). Sta diventando sempre più popolare in gioielleria. Smeraldo. Nato circa 500 anni or sono, pensato in origine per ridurre i rischi legati alle operazioni di taglio dello smeraldo e molto utilizzato nella gioielleria Art Déco, il taglio smeraldo ha forma rettangolare con angoli tronchi. È detto anche anche step cut perché la sua struttura a piani concentrici, vista dall’alto, ricorda i gradini di una scala. 40

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DAMIANI Dalla collezione Minou, solitario full pavé con diamante taglio marquise. ■ From the Minou collection, a full diamond pavé solitaire with a marquise cut diamond.

CHOPARD Solitario in platino con importante diamante taglio a goccia e diamanti taglio brillante. ■ Platinum solitaire with an important drop cut diamond and brilliant cut diamonds.

POLELLO Anello in oro bianco con grande diamante taglio ovale. ■ White gold ring with a large oval cut diamond.

■ A diamond is cut on the basis of its features

GIORGIO VISCONTI Anello della linea Icona in oro bianco con diamante centrale taglio smeraldo. ■ A ring from the Icona line, in white gold with a central emerald cut diamond.

which, on the one side imply a minor loss in weight, on the other exalts all the gem’s qualities and brilliance. A solitaire ring is the perfect jewel for admiring the sparkle of a diamond in all its splendour. Here below are the favourite cuts: Brilliant. It is the most common cut, normally a round brilliant cut with 57 facets. Studied by the Venetian cutter Vincenzo Peruzzi towards the end of the 1600’s, it reaped immediate success also thanks to the discovery of deposits in Brazil in the early 1700’s. Heart. With such a special shape, requiring absolute respect for proportions, the heart-shaped cut demands considerable skill from the diamond cutter and is in general suited for quite large-sized diamonds. It is the favourite jewel to make a gift of on romantic occasions. Cushion. The cushion cut owes its name to its shape, square or rectangular with rounded corners: it in fact resembles a cushion. An ancient cut, datable back to the XIX century and having undergone numerous changes as time passed with the evolution in cutting techniques, it presents 58 facets. Drop. The drop, or pear cut, is a sort of hybrid between the round diamond cut and the marquise cut. The length to width ratio can vary and its shape, reminiscent of a fruit but also, more romantically, a tear or a drop, is particularly dear to jewellers. Marquise. Derived from the brilliant cut, similar to the latter it presents 57 facets. Tradition has it that it was the diamond cutter for Louis XV of France who created this cut in honour of the King’s mistress Marquise de Pompadour. Also called the “navette” l'Orafo 2017

FACET BARCELONA Anello in oro bianco con diamante taglio Princess. ■ White gold ring with a Princess cut diamond.

cut, in French meaning small boat, it has an elongated oval shape with pointed ends, whose relative fragility is yet another challenge for the cutter. Oval. This cut – derived from the brilliant cut and similar to the latter in featuring 57 facets - presents a standard 1.33-1.66 length to width ratio, but variations are also permitted within a certain limit. This oval shape is perfect for rings because it slims down the fingers; what is more, on par with weight and carats, an oval cut diamond appears larger than a brilliant cut diamond. Princess. A relatively recent cut created in 1979, it is also called modified square cut or modified rectangular cut, depending on the proportions between the sides. It has from 57 to 76 facets and is becoming increasingly popular with jewellers. Emerald. Created around 500 years ago or so, originally devised to reduce risks during the emerald cutting process and commonly used for Art Deco jewellery, the emerald cut is rectangular shaped with truncated ends. It is also called step cut because with its structure in concentric levels it is reminiscent of steps in a flight of steps when seen from above. 41

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the most famous very big diamonds Per l'elevata caratura o per il grado di purezza questi diamanti dalle dimensioni regali sono conosciuti e ammirati in tutto il mondo Avvolti da un alone di mistero, a cavallo tra verità e leggenda, i grandi diamanti storici sono noti in tutto il mondo per le loro dimensioni straordinarie. Il loro inestimabile valore li ha spesso associati a figure ricche e potenti come i maharaja; è il caso del diamante Regina d'Olanda (135, 92 kt) proveniente dal Sudafrica e appartenuto al maharaja di Nawanagar che lo ha poi rivenduto alla maison Cartier. Ma chi più di tutti si circonda di queste pietre leggendarie sono re e regine. Il più famoso esempio lo troviamo in Inghilterra con i gioielli della corona britannica che vantano la famosa Stella d'Africa (Cullinan I – 530, 20 kt) incastonata sullo scettro reale, il Koh-i-Noor (105, 60 kt) incastonato su una delle corone reali, i Cullinan III (94, 40 kt) e Cullinan IV (63, 60 kt) provenienti, insieme al Cullinan I, dalla stessa pietra grezza di 3.106,75 kt. Tra i più grandi diamanti conosciuti al mondo risultano anche il Centenary (273, 85 kt) con grado di purezza D – il più alto – e il Millennium Star (203, 04 kt), entrambi appartenenti alla De Beers che da sempre mantiene l'anonimato sui possibili acquirenti delle sue pietre.

Dall'alto, il diamante Centenary (273, 85 kt); lo Stella d'Africa o Cullinan I (530, 20 kt) incastonato nello scettro reale britannico; il diamante Millennium Star (203, 04 kt), appartenente alla De Beers, e il Regina d'Olanda (135, 92 kt), acquistato dalla maison Cartier. ■ From top, the Centenary Diamond (273, 85 kt); the Stella d'Africa o Cullinan I diamond (530, 20 kt) set in the British Royal scepter; the Millennium Star diamond (203, 04 kt) owned by De Beers; Regina d'Olanda diamond (135, 92 kt) bought by the Cartier maison.

■ Wrapped in a veil of mystery,

halfway between reality and legend, the great historical diamonds are known throughout the world for their extraordinary sizes. Their priceless value has often associated them with wealthy powerful personalities such as maharajas; this being the case of the Queen of Holland’s diamond (135. 92 kt) coming from South Africa and once belonging to the Maharajah of Nawanagar who had resold it to maison Cartier. But those who more than any other surround themselves with these legendary stones are kings and queens. We find the most famous example in England with the British Crown jewels boasting the famous Star of Africa (Cullinan I – 530. 20 kt) set in the royal sceptre, the Koh-i-Noor (105. 60 kt) set in one of the royal crowns, the Cullinan III (94. 40 kt) and Cullinan IV (63. 60 kt), all coming, together with Cullinan I, from the same 3,106.75 kt raw stone. The Centenary (273. 85 kt) with D grade of purity – the highest – and Millennium Star (203. 04 kt) are likewise two of the biggest diamonds known in the world, both belonging to De Beers who has never ever disclosed any of the possible buyers of its stones. l'Orafo 2017

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a small taste of literature I diamanti sono protagonisti anche in letteratura: dai capolavori assoluti ai best-seller meno impegnativi, ce n'è davvero per tutti i gusti Imprevedibili e crudeli come tanti altri racconti di questo autore grandissimo, La collana e I gioielli hanno al centro della narrazione splendidi gioielli con diamanti che diventano il metro con cui misurare i sentimenti personali ma anche la morale e i valori sociali.

Il racconto è ambientato nella comunità ebrea dei commercianti di diamanti di Anversa. Allo scoppio della seconda Guerra Mondiale la vicenda si sposta tra i rifugiati ebrei di Londra, dove si delinea una netta divisione tra esuli ricchi e poveri. La scoperta di un’adozione celata per anni e di un’enorme fortuna diamantifera viene a infrangere gli equilibri di una famiglia che vive immersa nella natura incontaminata del Sudafrica. I fratelli Van der Byl si affronteranno per conquistare l’affetto e la fiducia del vecchio padre e la gestione della società mineraria tra rivalità, gelosie, colpi bassi.

Ha fatto sognare le donne di tutto il mondo questo bestseller che narra la vicenda della giovane Cassie, moglie delusa in cerca di un nuovo inizio. Una visita alle amiche d’infanzia la porterà a soggiornare nelle città più glamour del pianeta: Londra, Parigi e soprattutto New York, dove qualcuno le farà trovare una speciale sorpresa sotto l’albero di Natale nella boutique di Tiffany. l'Orafo 2017

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the big sparkling one Grandi pietre dal forte impatto visivo e dai tagli più vari ornano montature in oro bianco creando gioielli da togliere il fiato

BOUCHERON Anello Lys Radiant in oro bianco con diamante centrale taglio pera, cristalli di rocca e pavé di diamanti della collezione Nature Triomphante. ■ Lys Radiant white gold ring, paved with diamonds, with central pear-cut diamond and rock crystals from the Nature Triomphante collection.

Che si tratti di un regalo di fidanzamento, di compleanno o per qualsiasi altra ricorrenza, l'anello rimane uno tra i regali preferiti dalle donne. Ancora di più se a sormontarlo c'è una grande pietra. La più ambita e desiderata tra le gemme è sicuramente il diamante, che i gioiellieri tagliano e incastonano sulle montature creando vere e proprie opere d'arte da portare al dito. Sbizzarrendosi con i diversi tagli possibili – brillante, ovale, marquise, cuscino, a goccia, per citarne alcuni – ci sono soluzioni per tutti i gusti, dall'anello più semplice con la singola pietra e una montatura essenziale a quello più elaborato che abbina alla grande pietra centrale tante altre più piccole.

CHANEL JOAILLERIE Anello Brins de Diamants in oro bianco con diamante centrale taglio marquise e diamanti taglio brillante e fancy della collezione Les Blés de Chanel. ■ Brins de Diamants white gold ring with central marquise-cut diamond and brilliant and fancy-cut diamonds from the Les Blés de Chanel collection.

CHAUMET Anello Offrandes d'été in oro bianco con diamante centrale taglio pera e diamanti taglio brillante della collezione La Nature de Chaumet. ■ Offrandes d'été white gold ring with central pear-cut diamond and brilliant-cut diamonds from the La Nature de Chaumet collection.

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DIOR JOAILLERIE Anello Salon de l'Abondance in oro bianco e rosa, argento ossidato e diamanti della collezione Dior à Versailles. ■ Salon de l'Abondance ring in white and rose gold, darkened silver and diamonds from the Dior à Versailles collection.

DE GRISOGONO Anello in oro bianco con diamante centrale taglio ovale, diamanti taglio briolette, zaffiri e diamanti bianchi della collezione Folies. ■ White gold ring with central oval-cut diamond, briolette-cut diamonds, sapphires and white diamonds

■ Be it a gift for an engagement, a birthday or any other anniversary, the ring is still one of a woman’s favourite gifts. Even more so if set with a big stone. The diamond is certainly the most longed for and desired amongst gems, which jewellers cut and place in settings to create true and proper works of art for wearing on a finger. Giving full play to imagination in all the possible cuts – brilliant, oval, marquise, cushion, a drop, just to mention a few – there are solutions for all tastes, from the most simple ring with one single stone and basic setting to the most elaborate one matching up a large central stone with many other smaller ones.

PIAGET Anello in oro bianco con diamante centrale taglio ovale e diamanti taglio baguette e brillante della collezione Sunny side of Life. ■ White gold ring with central oval-cut diamond and baguette and brilliant-cut diamonds from the Sunny Side of Life collection.

TIFFANY & CO. Anello in platino con diamante taglio smeraldo della collezione Tiffany Blue Book 2016, The Art of Transformation. ■ Platinum ring with emerald-cut diamond from the Tiffany Blue Book 2016, The Art of Transformation collection.

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Miniera di diamanti, foto di Donald Woodrow tratta dal libro Diamonds di Christine Gordon, Tectum Publishers, 2008. â– Diamond mine, photo by Donald Woodrow from the book Diamonds by Christine Gordon, Tectum Publishers, 2008.

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The most precious flooring La particolare incastonatura a pavé richiede grande abilità da parte dell'incassatore, ma l'effetto spettacolare è garantito Incastonando le gemme molto vicine l’una all’altra si crea una sorta di tappeto scintillante che avvolge il gioiello, tanto più prezioso quanto minore è lo spazio che resta tra le pietre. Utilizzando gemme di colore dalle diverse sfumature è possibile creare delicati disegni: l’intero processo è svolto a mano e richiede grande abilità e precisione da parte dell’incassatore, ma l’effetto spettacolare è garantito! ■ By setting the gems one very close to the other, a sort of precious flooring is created, enwrapping the jewel, the more precious the lower is the space between stones. Using gems with different hues, delicate drawings can be obtained: the whole process is handmade and it requires a great skill and precision by the setter, though the amazing effect is guaranteed! GIOVANNI FERRARIS Anello in oro bianco e pavé di diamanti della collezione Twist Nature. ■ A ring in white gold and diamond pavé from the Twist Nature collection.

FALCINELLI ITALY Anello multidito in oro bianco e pavé di diamanti. ■ A multifinger ring in white gold with white diamonds.

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CARRERA Y CARRERA Dalla collezione El Retiro, anello Iceberg in oro bianco e pavé di diamanti. ■ From the El Retiro collection, the Iceberg ring in white gold with diamonds.

MESSIKA Anello Move Joaillerie Pavé Large, in oro bianco, pavé di diamanti e tre diamanti mobili taglio brillante. ■ Move Joaillerie Pavé Large ring, in white gold with diamond pavé and three moving brilliantcut diamonds.

GIORGIO VISCONTI Anello in oro bianco e pavé di diamanti della collezione Attimo. ■ A white gold ring with diamond pavé from the Attimo collection.

STEFAN HAFNER Anello Bruges in oro bianco e pavé di diamanti. ■ Bruges ring in white gold with diamond pavé.

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falls of white Le rivière, semplici o elaborate a più fili, rappresentano un classico della gioielleria amatissimo dalle star Divenuta popolare a partire dal XVIII sec, la collana rivière è oggi un classico intramontabile della gioielleria, come testimonia la sua forte presenza sui red carpet più importanti nel mondo. Si caratterizza principalmente per l'utilizzo di gemme dello stesso tipo, forma e dimensione che ricoprono l'intera superficie della collana, richiamando all'occhio l'aspetto dei bracciali tennis. Le varianti che sono state in seguito elaborate prevedono anche l'utilizzo di pietre dalle misure differenti, dalle più piccole posizionate vicine alla chiusura alla più grande posizionata centralmente così da diventare il focus dell'intero gioiello. ■ Becoming popular as from the XVIII century, the rivière necklace is now an ageless classic of jewellery, as demonstrated by its frequent presence on the world’s most important red carpets. Its special feature is the use of gems of the same type, shape and size covering the entire surface of the necklace and reminiscent of a tennis bracelet. Other versions subsequently created also use stones coming in different sizes, from the smallest ones set near the clasp to the larger ones set at the centre, making it the focus of the entire jewel.

PIAGET Collier in oro bianco con diamanti taglio brillante, taglio marquise e taglio a goccia della collezione Sunny Side of Life. ■ White gold collier with brilliant-cut, marquise-cut and pear-shaped diamonds from the Sunny Side of Life collection.

DIOR JOAILLERIE Collana Cour de Marbre in oro bianco e rosa, argento ossidato e diamanti della collezione Dior à Versailles. ■ Cour de Marbre white and rose gold, darkened silver and diamonds necklace from the Dior à Versailles collection.

SALVINI Collana in oro bianco e diamanti della collezione Precious Loop. ■ White gold necklace with diamonds from the Precious Loop collection.

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più prezioso dell'oro Molto duttile, il platino è particolarmente resistente alla corrosione e all'ossidazione, oltre che indeformabile Terzo tra i metalli più duttili, dopo l'oro e l'argento, il platino risulta malleabile e resistente alla corrosione e all'ossidazione. Come spesso accade viene utilizzato contemporaneamente nell'industria e nella gioielleria. Simile nel colore all'argento, ha ereditato da esso anche il nome: la parola platino deriva infatti dallo spagnolo platina, diminutivo di plata che nella lingua iberica significa proprio argento. Nonostante venisse inizialmente disprezzato, il platino è ritenuto oggi più prezioso dell'argento e addirittura dell'oro stesso data la difficoltà del suo processo di estrazione. ■ Third amongst the most ductile metals after gold and silver, platinum is malleable and resistant to corrosion and oxidation. As often happens, it is used contemporarily in industry and jewellery. Similar in colour to silver, it also inherited its name from silver: the word platinum in fact derives from the Spanish platina, coming from plata which in the Iberian language means precisely silver. In spite of being initially looked down upon, platinum is now considered more precious than silver and even gold itself, given the difficulty in its extraction.

PICCHIOTTI Anello in platino con diamante centrale taglio cuscino, diamanti taglio baguette e rotondi. ■ Platinum ring with central cushion-cut diamond, baguettecut and round diamonds.

VAN CLEEF & ARPELS Anello Fleurette in platino e diamanti. ■ Platinum Fleurette ring with diamonds.

SCAVIA Anello in platino con diamanti della collezione Star9. ■ Platinum ring with diamonds from the Star9 collection.

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Il bianco più accessibile Diversamente dallo zircone, che è un minerale, quello chiamato cubic zirconia è un prodotto di sintesi

ROSATO Bracciale in argento e zirconi bianchi della linea Sogni. ■ A silver bracelet with white zircons from the Sogni line.

Lo zircone è un minerale presente in natura con colori che vanno dal trasparente al giallo-dorato, rosso, marrone, blu e verde. In oreficeria vengono abitualmente impiegati anche i cubic zirconia, molto simili agli zirconi autentici ma prodotti in laboratorio. Sono stati infatti creati negli anni Settanta dal Lebedev Physical Institute di Mosca. Ovviamente, trattandosi di pietre sintetiche il costo è assai minore rispetto a quello dei minerali naturali. ■ Zircon is a mineral present in nature with colour ranging from transparent to yellow-golden, red, brown, blue and green. Also cubic zirconia, very similar to authentic zircons, though produced in laboratories, are generally used in the goldsmith sector. In fact, they were created in the seventies by the Lebedev Physical Institute of Moscow. Obviously, being synthetic stones, their price is far lower than natural minerals.

BROSWAY Bracciale in bronzo rodiato con zirconi bianchi. Collezione Rosette. ■ Rhodium plated bronze bracelet with white zircons. Rosette collection.

RUE DES MILLE Dalla collezione Stardust, bracciale Petite con charms in argento e zirconi. ■ From the Stardust collection, Petite bracelet with charms in silver and zircons.

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The alternative sparkling touch OTTAVIANI BIJOUX Orecchini rodiati con cristalli. ■ Rhodium earrings with crystals.

BROSWAY Orecchini Affinity in ottone rodiato e cristalli Swarovski® Elements. ■ Affinity earrings in rhodium brass with Swarovski® Elements crystals.

Scintillare senza spendere una fortuna è possibile grazie alla luminosità dei cristalli Non potersi permettere diamanti e altre pietre preziose non significa per forza rinunciare a un gioiello d'effetto. Con l'avvento dei bijoux infatti il mondo della gioielleria è stato rivoluzionato e si è fatto strada un nuovo tipo di materiale scintillante, il cristallo. Questa new entry, riproducendo in misura minore l'effetto luminoso dei diamanti, ha reso accessibili anche gli ornamenti più brillanti. ■ Not being able to afford diamonds and other precious stones does not mean to say having to forgo a striking jewel. With the coming of bijoux the world of jewellery has in fact been revolutionised and a new type of glittering material has made its way, crystal. This new entry, reproducing to a minor degree the brilliant effect of diamonds, has rendered even the most sparkling ornaments accessible.

TROLLBEADS Orecchini Troll e Cristallo in argento con cristalli. ■ Troll e Cristallo silver earrings with crystals.

SWAROVSKI Orecchini in metallo rodiato e cristalli Swarovski della collezione Funk. ■ Rhodium metal earrings and Swarovski crystals from the Funk collection.

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the classic beloved silver Usato fin dall'antichità per gioielli, monete e posate, l'argento costa meno dell'oro e, abbinato a pietre di colore, può diventare un amuleto L’argento è impiegato fin da tempi antichissimi per creare bellissimi gioielli, per coniare monete o forgiare posate, vasellame e oggetti ornamentali. La sua calda lucentezza, la sua duttilità e la sua capacità riflettente ne fanno ancora oggi un metallo amatissimo anche dai grandi gioiellieri, che lo abbinano spesso agli smalti e alle gemme preziose e di colore - secondo la tradizione tra l’altro l’argento avrebbe il potere di trattenere le proprietà positive delle pietre, portando quindi fortuna a chi lo indossa e costituendo un potente amuleto. La produzione attuale di gioielli in argento è vastissima, anche in virtù del minore costo rispetto all’oro, e interessa tutte le tipologie, dalle collane agli anelli e ai bracciali, sempre più apprezzati anche dal pubblico maschile. ■ Silver has been used since very ancient times to create wonderful jewels, to coin money or forge cutlery, plates or ornamental items. Its warm brightness and its ductility, along with its reflecting capacity, still today make it a favourite metal also by important jewellers that often match it to enamels and precious and colour gems. Moreover, according to tradition, silver would have the power to store the positive properties of stones, then bringing luck to the wearer and acting as a strong charm. The current production of silver jewels is extremely wide also due to the lower cost when compared to gold. It involves all type of items, from necklaces to rings and bracelets, increasingly appreciated also by men.

CHRISTOFLE Anello doppio in argento, collezione Idole de Christofle. ■ Double silver ring from the Idole de Christofle collection.

AMEN Anello in argento rodiato della collezione Corone. ■ A rhodium-plated silver ring with zircons from the Corone collection. NOMINATION Anello in argento della collezione Ellipse. ■ A sterling silver ring from the Ellipse collection.

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HUMILISIS MADE IN ASSISI Bracciale in argento rodiato con croce Tau e pavé di zirconi. ■ Bracelet in rhodium-plated sterling silver with Tau cross and zircon pavé. GIOVANNI RASPINI Bracciale in argento con elementi a forma di nodo. ■ Silver bracelet with knot shape elements.

BARABABAC Anello chevalier in argento con diamanti grigi e smalto dark grey con inclusioni di parti di orologio. ■ Chevalier ring in silver with grey diamonds and dark grey enamel, with watch elements inserts.

PERLUNICA Bracciale di ispirazione classica in argento. ■ A classic silver bracelet.

TI SENTO - MILANO Bracciale in argento della collezione Mix & Match. ■ A silver bracelet from the Mix & Match collection.

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The white side of watches Da abbinare e cambiare a seconda del look: il timepiece femminile di tendenza somiglia a un gioiello anche se è in acciaio Sempre più simile a un gioiello sfizioso che a un semplice accessorio da polso, anche l'orologio da donna si tinge di bianco. Argento, acciaio, oro bianco e ceramica grazie al loro colore neutro si prestano bene a qualsiasi abbinamento cromatico e a qualsiasi occasione. Un ulteriore plus è dato dall'utilizzo di quadranti in madreperla o di lunette tempestate di diamanti, tutto rigorosamente total white. ■ Increasingly similar to a fancy jewel rather than an accessory for the wrist, the woman’s watch has also been tinged white. With their natural colouring silver, steel, white gold and ceramic all lend themselves well for any chromatic match and also for any occasion. An additional plus is given by using mother of pearl for dials or bezels studded with diamonds. All strictly and totally white.

GRAZIELLA Orologio in acciaio inossidabile con pavé di cristalli della collezione Forme. ■ Stainless steel watch with crystal pavé from the Forme collection.

FESTINA Orologio da donna in ceramica bianca. ■ Lady watch in white ceramic.

LUCIEN ROCHAT Orologio in acciaio con diamanti della collezione Saint Malo. ■ Steel watch with diamonds from the Saint Malo collection.

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LAURA FALCINELLI Collana I Love my dog and cat in ottone rodiato. Collezione Animalier. ■ I Love my dog and cat necklace in rhodium-plated brass. Animalier collection.

All the glamour of bijoux OTTAVIANI BIJOUX Collana con elementi in vetro, perle e cristalli. ■ A necklace with elements in glass, pearls and crystals.

La finitura in bianco contagia anche il bronzo e l'ottone associandosi alle perle di imitazione, oggi sempre più perfette e adatte alle classiche collane All’insegna della massima libertà, la collana in materiali non preziosi si propone in versione lunga e, adorna di perle e pendenti, mostra tutta la sua versatilità. Le varianti meno impegnative consentono alle donne, di qualsiasi gusto ed età, di poter indossare un gioiello che sa sempre esprimere al meglio la loro personalità, perfetto con ogni look e in ogni occasione. ■ Focusing on the utmost freedom, the necklace in non precious materials is proposed in a long version, embellished with pearls, important pendants, flowers, showing all its versatility. The less demanding versions allow women of any taste and age to wear a jewel that is always able to express their personality, perfect for any look and occasion.

OPERA COLLECTION Collana in bronzo con finitura rodio ed elementi in perle Swarovski. Dalla collezione Le Amiche. ■ A bronze necklace with rhodium finishing and Swarovski pearls. From the Le Amiche collection.

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Desires

close up

le più brillanti di hollywood Attratte dalle gemme preziose come gazze ladre, le dive dello star system hanno reso i diamanti un simbolo di successo e di mediatica bellezza Dall'alto, la modella Carmen dell'Orefice con un ricco collier; Mae West che smontò la sua celebre collezione di gioielli con diamanti per darne una parte alle industrie durante la guerra; Zsa Zsa Gabor, regina dei gioielli. ■ From top, model Carmen dell'Orefice with a lavish collier; Mae West who broke up her famous collection of jewels with diamonds and turned over a selection of them to factories during the war; Zsa Zsa Gabor, the jewelry queen.

Tutte le foto sono tratte dal libro Diamonds di Christine Gordon, Tectum Publishers, 2008. ■ All pictures are from the book Diamonds by Christine Gordon, Tectum Publishers, 2008.

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Dall'alto, Ava Gardner che firmò una propria collezione di gioielli; Audrey Hepburn; Marilyn Monroe e una croce con diamanti. â– From top, Ava Gardner who built her own jewellery collection; Audrey Hepburn; Marilyn Monroe and a cross set with diamonds.

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People & Brands INVESTIMENTI

diamanti

e banche Il punto su una questione che fa molto discutere nel settore prezioso perché crea opportunità ma anche disorientamento nel cliente finale

S

di Ilaria

e fino a qualche anno fa i diamanti erano considerati il simbolo del lusso e dell’amore “per sempre”, beni di cui sarebbe stato quasi volgare far sapere il costo, oggi sul prezzo dei diamanti si discute molto e molto più dettagliatamente di una volta. Le pagine pubblicitarie sui maggiori quotidiani e mensili economici pagate da grandi Istituti bancari (come UBI, Intesa San Paolo, Unicredit) per incoraggiare i risparmiatori a investire in diamanti ha infatti aperto il mondo delle 4C (carat, clarity, cut, colour) anche all’inquilino della porta accanto e al piccolo risparmiatore di provincia. Ha ceduto alle lusinghe del dono più prezioso del carbonio anche l'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, che aveva effettuato, pare senza tutte le autorizzazioni necessarie, alcuni investimenti in diamanti con i fondi del partito (da cui è stato poi espulso). Infatti quello che veniva proposto come un investimento brillante, privo di oneri fiscali e a rendimento certissimo in quanto il valore delle candide gemme è sempre in aumento (pare siano destinate a esaurire le riserve minerarie entro il 2050 e perciò a diventare sempre più rare e preziose), si è rivelato più tardi un terreno scivoloso di dubbi e pieno di ombre. E non stiamo parlando di bloody diamonds o altro, perché in questo caso a rimetterci sono solo i patrimoni dei risparmiatori e le armi usate sono solo quelle della persuasione. È successo, in sostanza, che chi ha voluto verificare se la banca proponeva un prezzo adeguato per l’acquisto di una pietra, a seconda dei carati e delle altre caratteristiche, ha scoperto che le banche chiedevano anche il doppio della quotazione cui fanno riferimento gli operatori del settore. E soprattutto ponevano condizioni di eventuale uscita anticipata dall’investimento piuttosto gravose, senza garantire peraltro la restituzione del prezzo di acquisto. Milena Gabanelli, s u p p o r t at a dal team del program-

Danieli ma televisivo Report, noto per le sue puntuali inchieste, ha mandato recentemente in onda un servizio giornalistico che ha interpellato le parti in causa mettendo in luce principalmente tre fatti. Innanzitutto che i diamanti non sono venduti dalle banche, bensì da alcune società che si appoggiano alle banche come intermediarie. Chi acquista è convinto di impegnarsi con la sua banca, in realtà si impegna con la DPI, Diamond Private Investment, oppure la IDB, Intermarket Diamond Business, per citare solo i maggiori attori di questo circuito. L’interesse della banca sta nella commissione che incassa ogni volta che piazza i diamanti di queste società. Report ha poi chiarito che i diamanti non sono considerati prodotti finanziari, e quindi non sono sottoposti alle regole e alla vigilanza della Consob. Le banche sono di conseguenza libere di intermediarli senza dover necessariamente redigere un prospetto informativo in cui viene indicato il livello di rischio per il risparmiatore che compra quel prodotto. Infine è risultato dal servizio di Report che i listini dei prezzi dei diamanti pubblicati trimestralmente dal Sole 24 ore, a cui fanno riferimento le banche, sono in realtà inserzioni pubblicitarie, che le banche e i loro partner redigono e pagano. Il giornale pubblica ciò che gli inserzionisti indicano come listino, ma non si tratta di dati ufficiali reperiti e verificati dalla redazione. Tuttavia non si può parlare di truffa o raggiro, perché business is business e anche le banche fanno il loro. Salvo diversa disposizione della Consob, le banche ad oggi non sono obbligate ad assumere l’impegno di riacquisto del diamante allo stesso prezzo della vendita; semplicemente, su eventuale richiesta del cliente, si impegnano ad assumere un mandato alla vendita. Rispetto alla questione del prezzo raddoppiato di acquisto, Claudio Giacobazzi, amministratore delegato di In t e r m arket Diam o n d


People & Brands In queste pagine, alcune foto di diamanti sciolti così come arrivano sul banco del gioielliere. Da qualche anno vengono proposti anche dagli Istituti bancari come forma di investimento. n In these pages, photos of loose diamonds as they arrive to the jeweler. For some years now they have been proposed also as a form of investment by several banks.

Business (una delle società che vende i diamanti tramite le banche), ha risposto a Report che «noi nella nostra storia abbiamo venduto un miliardo e mezzo di diamanti, e abbiamo oltre 70mila clienti, non abbiamo mai avuto una causa su questioni di prodotto o di servizio. Questa è la più bella certificazione che le nostre quotazioni sono non accettate, di più. A scadenza dell’investimento (in genere dopo almeno 10 anni), il cliente che lo desidera disinveste alla quotazione di Intermarket (cioè quella pubblicata - a pagamento - dal Sole 24 ore, ndr), ecco il valore aggiunto». Cioè si compra a un prezzo maggiorato ma si rivende anche, a scadenza, a un prezzo maggiorato. E poi con una gemma autentica in mano qualcosa si ottiene comunque, anche se la metà di quanto inizialmente versato, perché i diamanti «si liquidano anche su Marte!», diceva Cameron Diaz in una scena del film The counselor. Non come le azioni, che fisicamente non esistono e che possono perdere completamente il loro valore in un tempo limitato perché tale valore dipende dall’andamento di variabili economiche. Il punto è che diversamente dal mercato delle azioni quotate, nel caso dei diamanti non esiste un vero e proprio listino ufficiale, una borsa di riferimento: esistono tuttavia tre borse principali (ad Anversa, a Tel Aviv e a New York) e un listino, il Rapaport, che è considerato ufficiale da tutti gli operatori del settore. Ma si tratta di un mondo a parte, garantito a suo interno da un sistema di valori in gran parte fiduciari e protetto dal fatto che a gestirlo è un oligopolio, quello minerario, composto da alcuni grandi player come Alrosa, De Beers, Rio Tinto e Dominion Diamond Corporation. Se questo sistema si è autogestito con profitto di tutti gli aderenti per molto più di un secolo significa che a suo modo è stabile e sicuro, sostiene chi lavora al suo interno, e su questa stabilità la lobby ebraica ha sempre giocato un ruolo positivo e fondamentale. Ma i risparmiatori si sono comunque allarmati, visti anche i recenti fatti (Banca Etruria, Monte Paschi, Popolare di Vicenza, Veneto Banca) che non mettono in buona luce gli Istituti bancari. Il rischio di perdere quote di un capitale, per quanto piccolo, messo insieme con il lavoro di

una vita, spaventa tutti. Perciò, in caso di acquisti “brillanti” molti consumatori sono tornati a rivolgersi alla gioielleria di fiducia, come confermato da Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi (Federazione Nazionale delle Imprese Orafe Gioielliere Argentiere ed Orologiaie Confcommercio). Il gioielliere può senz’altro vendere un buon diamante ad un prezzo adeguato, tuttavia in genere non è strutturato per garantire l’investimento, né il riacquisto al prezzo di vendita. In conclusione, il diamante è sempre il diamante, quello che vale “per sempre” se è il risultato di un investimento economico ma anche sentimentale, un valore il cui incremento è invisibile in termini fiscali e sempre in qualche modo disponibile e rivendibile a un prezzo che dipende da moltissimi fattori, ma parte sempre dalle caratteristiche intrinseche della pietra. Se tuttavia lo si spoglia dei suoi contenuti intangibili, considerandolo alla stregua di un fondo obbligazionario o di un titolo di Stato, il re delle gemme deve essere trattato con guanti molto spessi in termini di cautele. Ha senso nella logica della diversificazione degli investimenti per chi dispone di un ampio capitale ed è relativamente giovane, o comunque può permettersi di lasciare a “dormire e fruttare” il 10-15% della sua liquidità per 10 o 20 anni senza creare impatto sulla propria qualità di vita. Ma non è consigliabile, ad esempio, al pensionato che desidera mettere al sicuro una modesta e sudata liquidazione per garantirsi una serena vecchiaia. E, soprattutto, non è il tipo di investimento adatto a chi non legge i contratti o non è in grado di capire le eventuali insidie contenute nelle clausole formulate di chi sa come far sembrare super garantito un acquisto che potrebbe non esserlo.


Un'occasione per le gioiellerie Il retailer può diventare un intermediario per i privati che investono in diamanti: Amin Luxury propone un nuovo strumento di business Secondo Bobak M. Nasrollahi, titolare di Amin Luxury (il marchio che ha lanciato il Leonardo da Vinci cut, vedi pag. 25) e grande esperto, per discendenza famigliare, del mercato diamantaire, le società che hanno reso disponibili i diamanti per investimento (DPI e IDB) hanno creato un nuovo mercato, una forma di business potenzialmente interessante, se correttamente utilizzata. Perché l’investitore, provato dalla crisi dei mercati azionari, cerca soluzioni alternative e il diamante rappresenta una opportunità. «Noi operatori del settore dobbiamo chiederci come mai il cliente finale preferisca comprare in banca, a un prezzo altissimo, invece che dal gioielliere, che può offrirgli la stessa pietra a un prezzo più adeguato». Già, perché? «Perché il gioielliere ha interesse a vendere la pietra ma non ne ha nessuno a ricomprarla. In banca invece, quando si arriva alla scadenza dell'investimento, il prezzo di acquisto viene restituito se la pietra viene ricollocata. Le società venditrici (DPI e IDB) si impegnano, e sono in grado di farlo, a ricollocare la pietra allo stesso prezzo. E quando la ricollocano i soldi si prendono. Il servizio di Report, ottimo per molti altri aspetti, su questo punto non era chiaro: per il momento infatti il ricollocamento a scadenza è andato a buon fine in oltre il 90% dei casi, posso garantirlo, perché c’è più domanda che offerta. Male che vada, poi, qualcosa si ottiene sempre da un diamante ed ecco perché si chiama bene rifugio». Sulla base di queste osservazioni e di lunghi ragionamenti, per compensare il gap che esiste tra i gioiellieri e le banche e nel contempo offrire ai promotori finanziari un prodotto competitivo, Bobak ha creato una società in grado di mettere sul mercato i diamanti da investimento al prezzo del gioielliere, non al doppio. «Attraverso Diamond Luxury Investment®, la nostra nuova società, proponiamo ai gioiellieri di vendere diamanti con garanzia di ricollocamento. Chi acquista un diamante da noi (per poi rivenderlo sciolto o montato su un gioiello) può garantire al suo acquirente che se un giorno desidera rivendere la sua gemma avrà il nostro impegno per ricollocarlo. Possiamo fare questo perché, grazie alla nostra professionalità, godiamo della fiducia dei nostri concessionari e contiamo su un network vastissimo di operatori. In altre parole: un gioielliere singolo ha sì e no due, tre contatti di possibili interessati a comprare un diamante a prezzo di mercato nel momento in cui questo viene rimesso in vendita. Se riceve una risposta negativa da tutti, può soltanto svenderlo, con grande svantaggio, al suo fornitore. Noi invece offriamo migliaia di possibili interessati all’acquisto. Perché la domanda è sempre superiore all’offerta: è l'Orafo 2017

In alto, Bobak M. Nasrollahi, titolare di Amin Luxury. A sinistra la presentazione del nuovo strumento di business, Diamond Luxury Investment®. n Above, Bobak M. Nasrollahi, owner of Amin Luxury company. Left, the image of the new business tool, Diamond Luxury Investment®.

sempre andata così in questo mercato perché le riserve di diamanti sono in progressivo esaurimento». Dopo il servizio di Report molti privati stanno tornando dal gioielliere per comprare diamanti e quindi lo strumento offerto da Diamond Luxury Investment® offre al retailer un argomento in più per poter orientare su di sé la scelta del cliente finale. «L’affare risulta win win - continua Bobak - Il gioielliere ha più possibilità di vendere e il privato ha più possibilità di ricollocare la sua gemma, e quindi di recuperare in tutto o almeno in parte la cifra spesa. Il prezzo di acquisto garantito è quello indicato dal listino Rapaport». Ma il consumatore può vedere il listino Rapaport? «Sul sito ufficiale no, lo vedono solo gli operatori del settore abbonati. Ma nel nostro sito (aminluxury.com) si può inserire il codice della pietra acquistata e leggere in ogni momento il suo valore in euro secondo il Rapaport». Aggiungiamo inoltre che si può verificare qualche valore di riferimento del Rapaport sul Sole 24 ore una volta la settimana nel listino delle materie prime. Non si tratta delle tabelle pubblicate a pagamento dalle banche, ma di alcune voci, a rotazione, del Rapaport ufficiale. Se questa settimana si vedranno le quotazioni per alcuni tipi di diamanti a 2 carati, la prossima settimana saranno pubblicati i tre carati o altri tipi di gemme. Non ci sono tutte le voci perché il Rapaport ne conta centinaia. Ma sono valori reali di riferimento, i prezzi garantiti del mercato». 65

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People & Brands

un consiglio esperto per privati e aziende Anche negli acquisti di diamanti la MVJ Service di Marco Valente è in grado di offrire consulenze competenti e servizi su misura Tra gli operatori del settore che cercano di dare una risposta sia ai consumatori (disorientati dalle informazioni che ricevono, spesso discordanti, sul valore di diamanti e gioielli), sia ai dettaglianti e ai produttori (costretti a ripensare il loro modello di business in seguito alla crisi), è entrato recentemente nel campo della consulenza alle imprese MVJservice di Marco Valente, una figura nota nel settore e forte di una poliedrica esperienza specifica. «Oggi tutto corre alla velocità dei gigabyte - spiega Valente - mentre il settore orafo è da sempre legato a una forte tradizione e spesso rischia di trovarsi decontestualizzato rispetto ai tempi. Quello che ci proponiamo è di aiutare gli imprenditori attraverso una visione più attuale: siamo in grado di fornire le soluzioni migliori per ottimizzare le risorse esistenti, dismettere rami improduttivi ed impostare il nuovo business senza snaturare l’identità dell’azienda. Molte di queste, per esempio, hanno stock invenduti: noi ci occupiamo di trovare dei buyer, creando una nuova liquidità». Il costo è direttamente proporzionale al risultato, un valore aggiunto che rende il servizio di MVJservice particolarmente competitivo. Oltre a supportare le aziende, l'attività di Marco Valente si rivolge al consumatore finale, offrendo la possibilità di acquistare diamanti per investimento a prezzi da dealer. «I diamanti sono una grande opportunità per investire, ma ci sono alcune regole importanti da conoscere per poter preservare il valore dell’investimento nel tempo. Due sono le variabili importanti da considerare: la qualità e la fonte. Rispetto alla qualità, un diamante per investimento è opportuno che sia certificato da laboratori riconosciuti a livello internazionale, come il GIA (Gemmological Institute of America), con cui noi principalmente collaboriamo. Ugualmente importante è la fonte: da quando viene estratto a quando arriva al consumatore finale il diamante passa a diversi intermediari, tutti con un loro mark up, perciò il consumatore per acquistare bene deve riuscire ad avvicinarsi il più possibile alla fonte. A questo fine abbiamo lavorato per avere come partner direttamente i Sightholder, cioè le società che acquistano i grezzi e si occupano di tagliare le pietre. Noi, come compenso, aggiungiamo una piccola commissione e il nostro cliente finale acquista a prezzi da dealer, veramente convenienti, che possono preservare il valore dell’investimento nel tempo». n Among the companies operating in this sector trying to give an answer both to consumers (bewildered by the often contrasting information they receive on the value of diamonds and jewels) and to retailers and manufacturers (obliged to rethink their business model following the crisis), MVJservice by Marco Valente, well known in this industry and relying on a multifaceted specific experience, joined the consulting field. «Today everything runs at Gygabyte speed - Valente explains - while the goldsmith sector has always been connected to a strong tradition, often risking to be decontextualised when compared to times. We are proposing to help entrepreneurs through a more contemporary vision: we are able to supply the best solutions to l'Orafo 2017

A destra alcuni diamanti sciolti e, sotto, un gioiello unico disegnato da Marco Valente. La sua struttura MVJservice è in grado quindi di offrire una consulenza esperta per l'acquisto sia di un diamante da investimento sia dell'eventuale gioiello finito realizzato su misura della gemma acquistata.

optimise the existing resources, divest unprofitable branches and set up the new business without distorting the company identity. Many of them, for example, have unsold stocks: we deal with finding buyers, creating a new liquidity.» The cost is directly proportional to the result, an added value making the service offered by MVJservices particularly competitive. Beside supporting companies, Marco Valente's activities address to the final consumer, offering the possibility to buy diamonds for an investment at dealer prices. «Diamonds are a great opportunity to invest, but there are some important rules to know in order to be able to preserve the value of such investment over time: two variables must be taken into consideration, the quality and the source. As for the quality, a diamond purchased as an investment should be certified by internationally acknowledged laboratories like GIA (Gemmological Institute of America), with which we mainly collaborate. The source is equally important: from the moment when it is extracted to its delivery to the final consumer, the diamond passes to different intermediaries, all with their own mark up. Therefore, in order to make a good deal, the consumer must come as near as possible to the source. We have worked with this aim in mind choosing Sightholders, that is the companies buying raw items and cut stones, as direct partners. As a reward we add a small commission and the final customer purchases at very convenient dealer prices that can preserve the value of the investment over time.» 66

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i migliori amici dei ragazzi Si dice che i diamanti siano molto amati dalle donne, ma gli uomini non li disprezzano affatto. Ne sa qualcosa il marchio veneto Zancan Marilyn Monroe diceva che i diamanti sono i migliori amici delle ragazze, ma a comprarli, soprattutto quando si tratta di gemme che rappresentano un investimento, sono generalmente i ragazzi, o meglio gli uomini, e non solo per regalarli alle signore ma sempre più spesso per indossarli di persona. L’ha capito da diversi anni Robertino Zancan, titolare di una nota azienda orafa vicentina, che fin dall’avvio della propria attività si è proposto di creare una linea maschile in grado di incontrare i gusti e l’eleganza dell’uomo contemporaneo. Una volta lanciata, la linea "for men only" ha riscosso un immediato successo, tanto da convincere l’imprenditore e autore dei modelli a concentrare tutta la sua produzione su questo tipo di gioielleria. I bracciali maschili in acciaio sono una voce di catalogo per molte aziende, ma quelli di Zancan si spingono ad adottare i materiali più preziosi, dall’oro ai diamanti alle pietre di colore, per toccare valori anche molto elevati. Inoltre si completano con anelli e ciondoli di grande impatto, dalle linee grintose e forti, che hanno conquistato la clientela più audace. Per gli uomini che amano darsi valore con i carati, insomma, quello di Zancan è un indirizzo sicuro. ■ Marilyn Monroe used to say that a diamond is a girl's best friend, but it's usually the boys – or rather men – who b u y them, especially when these gems are an investment. Not just to give them to the ladies, but, increasingly, to wear them themselves. This is something which was clearly understood a few years ago by Robertino Zancan, owner of a well-known goldsmith business in Vicenza, who right from the start of his business decided to create a male line, able to suit the tastes and elegance of the men of today. Once launched, the for men only line met with immediate success, so much so that the author decided to focus all his production on this kind of jewellery. Steel bracelets for men are a catalogue item for many firms, but Zancan's go so far as to adopt the most precious materials – gold, diamond, coloured stones – in a range which can be very high. They are also rounded off by rings and pendants with a powerful impact, determined and strong lines, which have won over the boldest clientele. For men who love to give themselves value with carats, Zancan's is an address to count on. l'Orafo 2017

Dall'alto, bracciali e gemelli delle collezioni Zancan. Realizzati con finiture a mano negli atelier di Vicenza, sono in oro bianco e rosa con diamanti. n From top, bracelets and cufflinks from Zancan collections. Finished by hand in the company's ateliers based in Vicenza, they are made in white and rose gold with diamonds.

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People & Brands IL BRAND

un cuore

tecno

Da quando è stata aperta la filiale italiana, la distribuzione dei brand Casio si è indirizzata verso i canali tradizionali del settore di

Antonella Garello

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archio storico dell'orologeria mondiale, attivo dal 1946, Casio ha sempre saputo aggiornare la propria produzione, tanto a livello estetico che tecnologico, adattandola con successo alle esigenze e alle aspettative dei diversi mercati di riferimento. Per quanto riguarda il nostro Paese, nel 2010 è stata aperta la filiale italiana, che ha incorporato gli uffici vendita e marketing, mentre le logiche della distribuzione e della comunicazione sono un po' cambiate. «Grazie alla filiale diretta è stato possibile implementare la “multi-brand strategy” - spiega Jessica Sisto, product manager Italia per la Divisione Watch - un progetto mirato a migliorare la qualità delle vendite attraverso la corretta promozione ed esposizione delle diverse linee di Prodotto del Gruppo. Oggi la distribuzione è focalizzata sul canale tradizionale del settore, è diversificata e mirata a target diversi: i nostri Brand sono infatti presenti esclusivamente nelle gioiellerie e nelle orologerie, mentre alcune limited edition sono nelle vetrine di una trentina tra i più importanti concept stores in Italia». All’interno dell’offerta Casio c’è una incessante ricerca di nuove soluzioni tecnologiche: è il caso dei marchi Edifice e Sheen, fiori all'occhiello della produzione più recente, contraddistinti da un cuore tecnologico che permette la connettività agli smartphone tramite Bluetooth. «In questo caso - spiega Jessica Sisto - è il telefono ad essere al servizio dell'orologio, non il contrario, perché le funzioni - per esempio l'orario principale e il secondo fuso orario, con un segnale che arriva dal web in tutto il mondo indipendentemente dai propri gestori telefonici - si impostano proprio col telefono, molto comodamente. Da notare inoltre che tutti i modelli sono a ricarica solare». Della produzione Casio continuano a far parte brand storici che vengono costantemente implementati con nuovi modelli o con variazioni di colori e texture: è il caso di G-Shock, con caratteristiche uniche di resistenza agli urti, alle vibrazioni e ai colpi, che recentemente ha presentato la sua linea in acciaio G-Steel, oppure Baby-G, con identiche caratteristiche ma dedicata al pubblil'Orafo 2017

In questa pagina: Edifice EQB-700, che si collega allo smartphone via Bluetooth® grazie all'app dedicata Casio Watch +, attraverso la quale l'orologio imposta l'orario corrente e altre funzionalità esclusive per un orologio analogico, come un secondo fuso orario, l'attivazione di allarmi giornalieri e la ricerca telefono.

co femminile. La linea Pro-Trek, invece, è perfettamente accessoriata per gli sport all'aperto con sensori dedicati al mondo outdoor e resistente a temperature estreme, fino a -10°. «I punti vendita vengono costantemente tenuti al corrente di tutte le novità a livello di produzione e provvisti di diversi strumenti di supporto alla vendita - prosegue Jessica Sisto - L'interfaccia coi nostri agenti è costante e il materiale che mettiamo a disposizione del dettagliante comprende manuali, "guide rapide", formate da agili schede esplicative di poche pagine, espositori da vetrina e da banco sempre aggiornati. Inoltre per quei punti vendita che mostrano di condividere più profondamente la filosofia Casio, esiste la possibilità di realizzare merchandising e allestimenti ad hoc. La personalizzazione del servizio è un aspetto importante per il brand, che va di pari passo col puntuale monitoraggio del territorio. Per esempio la comunicazione, al di là delle campagne nazionali TV e online, comprende anche campagne di prossimità, con cartellonistica locale». ■ A historical international watch brand since 1946, Casio has always updated its products in terms of both design and technology, successfully adapting it to the needs and expectations of different markets. An Italian branch was opened in 2010, incorporating sales and marketing departments, while distribution and communication have changed 68

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In questa pagina, in alto: il modello femminile Sheen SHB-200. Collegandosi allo smartphone via Bluetooth® regola l'orario in completa autonomia; attraverso l'app dedicata Casio Watch + è possibile impostare un secondo fuso orario. Un quadrante a ore 6 indica l'orario da 0 a 24 ore. In basso: GWF-D1000 G-Shock Frogman. Questi orologi antiurto, certificati ISO 200mt, sono adatti alle immmersioni professionali. Sono dotati di 3 sensori di precisione per la misurazione di profondità, temperatura e direzione. Tra le altre caratteristiche, un diagramma per visualizzare le alte e le basse maree, la memorizzazione delle attività subacqueee (tempo di immersione, profondità massima e temperatura minima dell'acqua) e un allarme che segnala un'eccessiva velocità di risalita.

a little. «Thanks to this direct branch the implementation of a "multi-brand strategy" was made possible - explains Jessica Sisto, Italy Product Manager for the Watch Division - a project aimed at improving the quality of sales through the correct promotion and display of the different product lines of the Group. Distribution is now focused on the traditional distribution channel, it is diversified and targets different market segments; in fact our brands can only be found in jewellery and watch stores, while some limited editions are sold in about thirty among the most important concept stores in Italy». Casio products have always been characterised by an incessant search for new technological solutions; this is the case for Edifice and Sheen brands, the flagships of Casio most recent product lines, featuring a core technology that enables connection to smartphones via Bluetooth. «In this case – says Jessica Sisto - mobile phones support watches, and not the opposite, because functions can be easily set using smartphones, such as the main zone and second zone, with a signal coming from the web worldwide regardless of telephone companies. In addition, all timepieces are solar powered». Casio continues to manufacture its historic lines, which are constantly integrated with new styles or colours and textures: G-Shock, featuring unique vibration and shock resistance, has recently presented its new G-Steel line, with steel models; Baby-G, with the same features but designed for women; ProTrek, fully equipped for outdoor sports, with sensor thought for outdoor activities and featuring resistance to extreme temperatures, down to -10°. «Stores are constantly kept up to date with the latest products and equipped with a number of tools designed to support sales – Jessica

Sisto continues – Communication with our agents is continuous and we provide retailers with manuals, "quick guides" consisting of short explanatory sheets, as well as window and counter displays. Stores that prove to be more engaged in sharing the Casio philosophy have the opportunity to receive ad-hoc merchandise and fittings. Service customisation is particularly important for the brand, and goes hand in hand with local monitoring. For example, communication does not only include national TV and online campaigns, but also proximity campaigns, with local billboards».


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Heritage ITALIAN KNOW HOW

FLESSIBILI

MA SOLIDI La maglia Novecento e la tecnologia Flex'it sono nati negli atelier di Fope, a Vicenza. E sono entrati nella storia della gioielleria di

Denise Battistin

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Heritage

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ungimiranza e innovazione. Queste le parole d’ordine di Fope, azienda vicentina di oreficeria, nella definizione di Giulia Cazzola, responsabile marketing aziendale e rappresentante della quarta generazione di quegli orafi che iniziarono l’attività nel 1929. A ottantasette anni dalla nascita del marchio, Fope ora ha raggiunto anche un traguardo ambizioso e fondamentale per il proprio futuro: il debutto su Aim Italia della Borsa, attualmente unico brand orafo ad approdare in questo listino pensato per le Pmi italiane ad alto potenziale di crescita. «La quotazione su Aim Italia – ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato Diego Radin – rappresenta per la società una tappa fondamentale in quanto esprime contemporaneamente un riconoscimento del lavoro svolto, che ci porta oggi ad affrontare il mercato azionario, e un punto di partenza per affrontare nuove sfide di sviluppo e concretizzare le grandi potenzialità del mercato». Lungimiranza e innovazione, dunque. Si è partiti da un laboratorio artigianale di oreficeria in via Sant’Ambrogio a Vicenza, aperto da Umberto Cazzola alla fine degli anni ’20, con

Nella pagina d'apertura: alcune storiche pubblicità Fope; un particolare della lavorazione; un paio di orecchini in oro bianco con pavé di diamanti bianchi e neri della collezione MiaLuce. In questa pagina, dall'alto in senso orario: Giulia Cazzola con la zia Ines Cazzola e il padre Umberto il giorno della quotazione in borsa; un bracciale della collezione Vendôme Flex'it in oro bianco e rosa con diamanti; la sede della società a Vicenza.

una ventina di dipendenti, dove, primo in Italia, sviluppa nuove tecnologie per la produzione di cinturini per orologio estensibili in metallo. Fra le prime aziende presenti fin dalle primissime edizioni delle mostre di oreficeria della Fiera di Vicenza (anni ’48 – ’50), Fope inizia un percorso di sviluppo e di ricerca che non è mai cessato. Con il passaggio nel 1970 alla gestione di Umberto, nipote del fondatore e suo omonimo, l’azienda si apre a un nuovo modo di concepire il gioiello, creando pezzi che diventeranno veri e propri must del settore. Solo dieci anni più tardi, però, nel 1980, Fope riceverà la sua consacrazione come brand nel panorama del lusso sia nazionale che internazionale, attraverso una delle sue creazioni più innovative e vincenti: esordisce infatti la maglia Novecento. Tubolare e unica, caratterizzata da una struttura tridimensionale a sezione tonda oppure ovale, questa catena costituita da elementi in oro 18 carati agganciati gli uni agli altri senza saldature, rappresenta la rivisitazione di un classico, mantenendolo immune dallo scorrere del tempo e proteggendolo attraverso brevetti internazionali. «Da allora a oggi – evidenzia Giulia Cazzola – il Dna aziendale è rimasto lo stesso. Anche se alcuni prodotti sono stati superati grazie all’uso di nuove tecnologie e di nuovi materiali, più ecosostenibili. Si è fatto comunque molto a livello di evoluzione di prodotto, anche a livello di design. E questo rimane il nostro patrimonio e la nostra firma». Tutti i gioielli Fope sono accompagnati da garanzia e certificazione internazionale. Un rigore e un’attenzione che hanno por-


In questa pagina, dall'alto in senso orario: orecchini, una pagina pubblicitaria vintage, anello e bracciale della collezione Mialuce, la più preziosa della maison, tutta in oro bianco, diamanti bianchi e diamanti neri. n This page, from top, clockwise: a pair of earrings, a vintage advertising page, a ring and bracelet from the Mialuce collection, the most precious of the maison, all in white gold, white and black diamonds.

tato l’azienda nel 2014 ad essere membro certificato del le donne che lavorano, ogni minuto è imResponsible Jewellery Council e alla certificazione volonportante». Ultima nata in casa Fope, l’alta taria secondo il sistema TF (Traceability & Fashion). «Si gioielleria di MiaLuce, che racchiude il meglio può senz’altro dire che la nostra – continua Cazzola – è della produzione coniugando oro e diamanti, ma sono una un’azienda che non segue più il classico modello aziendale new entry anche le collezioni Silverfope, composte da gioveneto, inteso come gestione famigliare padronale e un po’ ielli creati in un’esclusiva lega di argento e palladio che patriarcale, ma è una società che ha un management e un non si ossida e rende i pezzi di massimo effetto a prezzi amministratore delegato esterni all’ambito famigliare, con più facilmente accessibili. «Lavoro direttamente in azienreferenti per aree e Paesi». Oggi Fope conta 37 dipendenti da da oltre dieci anni – conclude Cazzola – per una mia e opera sui mercati italiano e internazionale con una rete scelta personale. Allo stesso modo i miei figli saranno lidi oltre 600 punti vendita in oltre 50 Paesi e ha chiuso beri di seguire le proprie inclinazioni. Non senza, però, il 2015 con un fatturato di 21 milioni di euro. Tra i reuna base di esperienza realizzata in Italia o all’estero, per centi traguardi, anche l’apertura nel 2015 del avere una mentalità aperta e ricettiva ai cambiamenti. primo negozio monomarca a Venezia, È importante, anche e soprattutto nel in piazza San Marco. Fra gli anni nostro settore, che le nuove ’90 e 2000, si consolida il brand generazioni possano anche dal punto di vista comvivere esperienze merciale, attraverso l’apertura formative che di una filiale negli Stati Uniaccrescano la ti per la commercializzazioloro cultura e ne diretta nel Nord America apertura mene Caraibi e una nuova sede a tale». Vicenza. Mentre, a livello di English translation: prodotto, viene creato quello che see pag. 103 può essere chiamato forse l’evoluzione della maglia Novecento, il Flex’it, un’invenzione lanciata nel 2007, che è diventata poi il motore della crescita costante del marchio. Le linee Flex’it comprendono Da sempre Fope arricchisce con le gemme più nobili le sue collezioni bracciali e anelli resi flessipiù preziose, tutte della migliore qualità e incastonate al microscopio bili grazie a microscopiche a diversi anni Fope è amica dei diamanti e in par ticolar modo in occasione delle molle in oro 18 kt nascoste ultime collezioni. Principalmente bianchi, talvolta neri, ma più spesso gialli e brown, nella trama della maglia, una per abbinarli meglio al colore dell’oro giallo. Proprio con i diamanti sono arricchite tecnica coperta anch’essa le nuove creazioni, tra le quali brilla l’alta gioielleria di MiaLuce, nella quale viene applicata da brevetto internazionale. la tecnologia di Flex’it alla preziosità dell’oro e alla ricchezza dei diamanti (VVS1) inca«Noi poniamo attenzione stonati al microscopio. È scintillante di diamanti anche J&H, una linea dedicata all’uomo, in agli stili di vita – sottolinea cui vengono utilizzati oro bianco e diamanti neri per dare vita a una collezione raffinata e Cazzola – Perché un gioielpor tabilissima che comprende, oltre a gemelli e collane, anche i bracciali Flex’it. «I nostri lo non segue la moda. Il nodiamanti – spiega Giulia Cazzola – provengono tutti da Anversa, da fornitori cer tificati e stro Flex’it è nato per dare per i quali a nostra volta chiediamo la sicurezza della cer tificazione. Nessuno dei diamanti alle donne bracciali e anelli che usiamo proviene da zone in conflitto». più facili da indossare. Per

Solo diamanti etici e purissimi

per la top collection mialuce

D

l'Orafo 2017

73

gennaio



Visual GRAFICA

VINTAGE

GRACE Delicate illustrazioni floreali da riempire di colori creano raffinati contrasti in black and white con il fascino misterioso dei diamanti neri Artwork and photos by Close Up Studios

l'Orafo 2017

75

gennaio


Visual

Anello Victoria di Pomellato in oro rosa con jet e diamanti neri. â– Victoria ring by Pomellato in rose gold with jet and black diamonds.

Orecchini della collezione Ventaglio di de Grisogono in oro bianco con diamanti bianchi e neri. â– Earrings from the Ventaglio collection by de Grisogono in white gold with white and black diamonds.


Tutte le immagini di sfondo sono tratte dal libro Floribunda di Leila Duly, L'Ippocampo 2016 per l'edizione italiana. â– All the background images are taken from the book Floribunda by Leila Duly, L'Ippocampo 2016 for the Italian edition.

Orecchini della collezione Twist Nature di Giovanni Ferraris in oro bianco rodiato nero e diamanti. â– Earrings from the Twist Nature collection by Giovanni Ferraris in white blackened gold and diamonds.


Visual

Anelli della collezione Diva di Roberto Demeglio in ceramica nera con pavĂŠ di diamanti neri su oro bianco. â– Black ceramic rings from the Diva collection by Roberto Demeglio with black diamonds set in white gold.


Pendente in oro bianco della Horse collection di New Italian Art con diamanti bianchi, neri e onici. â– White gold pendant from the Horse collection by New Italian Art with white and black diamonds and elements in onyx.




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Visual HIBRYD EFFECTS

KALEIDOSCOPIC

NATURE

Fiori e animali fantastici creano preziosi pattern fondendosi con autentici gioielli in un gioco magico di simmetrie by

l'Orafo 2017

Domenico Festa and Mauro Gazzaniga for Close Up Studios

83

gennaio


Visual

Nella pagina precedente: Spilla della collezione Flora di Palmiero in diamanti bianchi, neri e di colore su oro bianco. ■ Previous page: a brooch from the Flora collection by Palmiero in white gold with white, black and coloured diamonds.

Spilla di Oro Trend della collezione Pink Rose in oro bianco e rosa con diamanti, zaffiri rosa degradé e rubini. ■ A brooch from the Pink Rose collection by Oro Trend in white and rose gold with diamonds, pink degradé sapphires and rubies.


Spilla di Picchiotti a forma di ventaglio in oro bianco e diamanti con un raro smeraldo colombiano taglio cuscino di oltre 10 carati al centro. â– Fan brooch by Picchiotti in white gold and diamonds surrounding a rare cushion cut emerald from Columbia of over 10 carats.


Visual

Pendente della collana Mandala di Pasquale Bruni in oro rosa con ametista, rodolite, iolite, topazio azzurro e spinelli neri. â– The pendant of the Mandala necklace by Pasquale Bruni is in rose gold with amethyst, rhodolite, iolite, blue topaz and black spinels. l'Orafo 2016

86

febbraio/marzo


Orecchini di Mangiarotti in oro rosa con diamanti, turchese naturale e agata verde. â– Rose gold earrings by Mangiarotti with diamonds, natural turquoise and green agate. l'Orafo 2016

87

febbraio/marzo


CORSI I.G.I. CALENDARIO 2017 1 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione del Diamante ‐ Corso Base 5gg € 775,00** 9/13 Gen. 27/31 Gen. 20/24 Feb. 12/16 Giu. 18/22 Set. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Cavalese (TN) Cavalese (TN) Cavalese (TN) 16/20 Gen. 30 Gen./3 Feb. 20/24 Mar. 11/15 Set. 6/10 Ott. Roma Marcianise (CE) Roma Ascoli Piceno Trecastagni (CT)

23/27 Ott. Marcianise (CE)

2 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione del Diamante ‐ Corso Specializzazione 5gg € 775,00** 13/17 Feb. 13/17 Mar. 12/16 Giu. 6/10 Nov. Marcianise (CE) Ascoli Piceno Roma Cavalese (TN) 13/17 Mar. 17/21 Mar. 2/6 Ott. Cavalese (TN) Trecastagni (CT) Ascoli Piceno 3 ‐ Corso Classificazione e Valutazione del Diamante Grezzo ‐ 7gg € 1.330,00** 20/27 Feb. 6/14 Mar. 1/7 Ott. 16/22 Ott. Trecastagni (CT) Marcianise (CE) Cavalese (TN) Roma 4 ‐ Corso Identificazione delle Gemme di Colore ‐ 5gg € 775,00** 9/13 Gen. 6/10 Feb. 20/24 Mar. 18/22 Set. Marcianise (CE) Roma Cavalese (TN) Ascoli Piceno 30 Ge./3 Feb. 10/14 Feb. 19/23 Giu. 9/13 Ott. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Cavalese (TN) Cavalese (TN)

3/7 Nov. Trecastagni (CT)

5 ‐ Corso Riconoscimento del Sintetico, delle Imitazioni e dei Trattamenti ‐ 5gg € 775,00** 6/10 Mar. 14/18 Apr. 10/14 Lug. 13/17 Nov. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Cavalese (TN) Cavalese (TN) 20/24 Mar. 22/26 Mag. 23/27 Ott. Marcianise (CE) Roma Ascoli Piceno 6 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione delle Gemme di Colore ‐ 3gg € 465,00** 11/13 Feb. 19/21 Apr. 15/17 Lug. 18/20 Nov. Roma Marcianise (CE) Cavalese (TN) Cavalese (TN) 3/5 Apr. 5/7 Mag. 6/8 Nov. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Ascoli Piceno 7 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione delle Perle ‐ 5gg € 775,00** 13/17 Feb. 3/7 Apr. 2/6 Giu. 24/28 Nov. Ascoli Piceno Marcianise (CE) Trecastagni (CT) Trecastagni (CT) 2/6 Apr. 3/7 Apr. 16/20 Ott. 27 Nov./1 Dic. Cavalese (TN) Roma Cavalese (TN) Ascoli Piceno 8 ‐ Corso Approfondimento Pratico del Diamante ‐ 5gg € 775,00** 10/14 Apr. Cavalese (TN) 23/27 Giu. Trecastagni (CT)

2/6 Ott. Roma

9 ‐ Corso Approfondimento Pratico Gemme di Colore ‐ Sintetico ‐ 5gg € 775,00** 11/15 Set. Trecastagni (CT) 11/15 Set. Cavalese (TN) 13/17 Nov. Roma 10 ‐ Corso Approfondimento Pratico Perle ‐ 1g € 160,00** Esame Scritto 7 Apr. Cavalese (TN) 29 Nov. Trecastagni (CT) 8A ‐ Esame Scritto e Pratico Diamante ‐ 1g € 160,00** 15 Apr. Cavalese (TN) 28 Giu. Trecastagni (CT) 9A ‐ Esame Scritto e Pratico Gemme di Colore e Sintetico ‐ 1g € 160,00** 19 Lug. Trecastagni (CT) 16 Set. Cavalese (TN) 11 ‐ Approfondimento Materiali Organici ‐ 2gg € 310,00** 18/19 Lug. Cavalese (TN) 22/23 Set. Trecastagni (CT) Corso Taglio e Sfaccettatura delle Pietre di Colore ‐ Corso Base 5gg € 600,00 +IVA 24/28 Lug. Cavalese (TN) 27 Nov./1 Dic. Cavalese (TN) Corso Taglio e Sfaccettatura delle Pietre di Colore ‐ Corso di Specializzazione 5gg € 600,00 +IVA 31 Lug./4 Ago. Cavalese (TN) 4/8 Dic. Cavalese (TN)


Inside Jewelry BILANCI E PREVISIONI

NON SOLO

EXPORT Il calo degli acquisti da parte dei big spenders internazionali ha messo in luce d'altra parte una rinnovata necessitĂ di attenzione per il mercato interno italiano e per l'Europa Occidentale di Franco

l'Orafo 2017

Marchesini

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gennaio


Inside Jewelry Pagina precedente: momenti di shopping negli Emirati Arabi. A destra e sotto, bracciale e anello della collezione Cleopatra e Antonio di Maria De Toni in oro giallo e rosa con smeraldi. Pagina accanto, anello in oro e zaffiri rosa di Picchiotti. n Previous page: shopping in the United Arab Emirates. On the right and below, bracelet and ring from the Cleopatra and Antonio collection by Maria De Toni in yellow and rose gold with emeralds. Page aside, a ring in gold and rose sapphires by Picchiotti.

P

ur nella limitatezza di informazioni e di dati statistici, è possibile tentare, per grandi linee, un preconsuntivo 2016 delle performance economiche del settore orafo italiano. Al di à di qualche limitato recupero, i contesti economici internazionali nel corso dell’anno sono rimasti in una fase di stallo, sia pure con importanti eccezioni (tra le altre, Stati Uniti, India e Messico). Il settore più penalizzato è stato quello degli investimenti nella loro multiforme natura che fa perno sulla tecnologia e sui servizi immateriali. La carenza strutturale degli investimenti torna di estrema attualità come determinante di fondo della “stagnazione secolare” in cui lo sviluppo economico e sociale si trova intrappolato. Il progresso è schiacciato tra una preferenza per la liquidità troppo alta e un’efficienza del capitale troppo bassa. Naturalmente l’arretramento presenta andamenti diversi da settore a settore. Ancora in fase di sviluppo le attività con valore aggiunto elevato e quelle impegnate nell’innovazione di processo e di prodotto. Per quanto riguarda il settore orafo, il World Gold Council ha rilevato nel 2016 il terzo anno consecutivo di arretramento della domanda orafa mondiale. Con una stima che si colloca nell’ordine di grandezza del -15% anno su anno (-2,7% nel 2015; -7,2% nel 2014). Per i primi nove mesi 2016, il WGC indica arretramenti consistenti e generalizzati nei vari paesi (in quantità): Egitto -42%; India -30%; Turchia -21,4%; Arabia Saudita -21,2%; Cina+Hong Kong -18,5%; Emirati Arabi -18,4%; Russia -17,5%; Italia -2%. Relativa stazionarietà per altri paesi (Stati Uniti, Regno Unito e Giappone). L’arretramento della domanda globale ha trovato conferma anche nel tradizionale “osservatorio” della Fondazione Altagamma. Per il 2016 il “mercato internazionale dei beni di lusso personali”, dopo un prolungato periodo di espansione, si stima un calo del -1% (indagine Bain&Co.). In calo anche le vendite di gioielli e di orologi nei duty free degli aeroporti. L’industria italiana della gioielleria si è avviata a chiudere il 2016 con un nuovo rallentamento, da attribuire ai ricordati cali della domanda mondiale e al mancato rilancio dei consumi interni, con una conseguente riduzione anche della capacità d’investimento da parte delle imprese orafe. Così l’export italiano – pur rimanendo la forza trainante del l'Orafo 2017

comparto nonostante la nota presenza di barriere tariffarie e non tariffarie in numerosi paesi extra UE – nei primi otto mesi 2016 si è ridotto (in termini nominali) del -7,5% rispetto a un anno prima (dati Istat). Un calo che però ingloba una parte dell’inflazione delle materie prime preziose denominate in euro. In termini reali – al netto quindi dei rialzi dei prezzi impliciti – si stima una flessione dell’ordine di grandezza del -10%. Naturalmente gli arretramenti della domanda complessiva di gioielleria hanno generato sovra produzione, riduzione di ricavi aziendali e quindi l’abbandono dell’attività da parte di imprese marginali. Le rilevazioni censuarie dell’Istat, integrate con stime per gli anni recenti, indicano un netto ridimensionamento dell’apparato produttivo. Nel 2016 si stima abbiano operato 6.300 imprese con 25.000 addetti, a fronte delle 10.375 imprese e dei 49.368 addetti rilevati all’inizio del secolo. Peraltro, la produzione italiana continua a puntare sul talento dei maestri artigiani e sulla qualità in senso lato (design, estetica, fantasia, varietà dei modelli, cura delle rifiniture) anche se negli ultimi tempi il valore medio unitario dei gioielli si è ridotto. Una riduzione tesa a recuperare i consumi finali contenendo i prezzi di vendita mediante un calo di quote di componenti preziosi. Nei primi otto mesi 2016 il v.m.u. delle vendite all’estero si è ridotto del -30% (anno su anno). L’arretramento dell’export (in valore) nei primi otto mesi 2016 è da attribuire prevalentemente ai cali degli acquisti dei principali big importers: Svizzera -9,9%; Emirati Arabi -17,1%; Cina+Hong Kong -16%; Francia -18,9%; Turchia -2,7%; Germania -4%. Per contro, continuano a recuperare gli Stati Uniti +7,5% e Regno Unito +14,3%. D’altra parte, il monitoraggio dei mercati esteri conferma come, nell’attuale geografia economica, la distinzione tra paesi produttori e paesi acquirenti di oreficeria sia sempre più sfumata. Paesi come l’India e la Cina soddisfano la domanda interna con una produzione locale in crescita, spinta però anche da insediamenti produttivi esteri (e alcuni paesi occidentali che sono sto90

gennaio


esportazioni di gioielleria Principale paesi di esportazione

primi 8 mesi del 2016

Milioni euro 2015 - 2016

Variazioni % 2016/2015

In % sul totale

Svizzera Emirati Arabi

821,75 - 740,68

-9,9

19,9

694,49 - 575,40

-17,1

15,4

Hong Kong + Cina

508,60 - 427,34

-16,0

11,5

Stati Uniti

347,93 - 373,87

7,5

10,0

Francia

383,70 - 311,17

-18,9

8,4

Regno Unito

109,61 - 125,24

14,3

3,4

Turchia

128,12 - 124,60

-2,7

3,3

Germania

88,70 - 85,11

-4,0

2,3

Giordania

69,61 - 77,44

11,2

2,1

Spagna

65,12 - 62,55

-3,9

1,7

Israele

49,09 - 58,74

19,7

1,6

Sud Africa

40,03 - 51,37

28,3

1,4

Messico

60,03 - 50,39

-16,1

1,4

Rep. Dominicana

44,30 - 49,70

33,5

1,3

Romania

44,09 - 44,63

1,2

1,2

Giappone

30,68 - 39,21

27,8

1,1

Panama

47,87 - 38,49

-19,6

1,0

Polonia

32,64 - 36,35

11,4

1,0

Belgio

33,21 - 30,61

-7,8

0,8

Libano

24,04 - 30,52

27,0

0,8

406,33 - 393,11

-3,3

10,5

4029,94 - 3726,52

-7,5

100,0

Altri Paesi Totale

nella sua proiezione internazionale, con particolare riguardo al commercio con l’estero. Dall’analisi dei dati delle esportazioni emergono da tempo gli impegni dell’offerta sotto diversi profili, tra cui quelli dell’innovazione, delle comunità locali, della complessità, della globalizzazione, della competitività. Stando alle rilevazioni e alle analisi dell’Istat, i provvedimenti governativi tesi, da una parte, a incrementare i consumi e, dall’altra, a ridurre le imposte sulle imprese potrebbero facilitare – se realizzati - un recupero dell’economia reale. Un recupero che potrebbe beneficiare anche del piano nazionale 4.0 per diffondere la digitalizzazione dei processi produttivi (con ricadute sull’intera filiera orafa) e dell’iper-ammortamento per gli investimenti in macchinari e impianti. Si tratta di occasioni imperdibili, quindi scelte obbligate per creare un vantaggio competitivo. Infatti senza adeguati investimenti il capitale produttivo invecchia e perde di efficienza. Competere diventa più difficile per le imprese. Crescere diventa più problematico. Ciononostante, gli orientamenti previsionali di breve periodo mettono in luce l’esistenza di spazi significativi per un consolidamento del recupero delle vendite all’estero di prodotti orafi. L’enfasi congiunturale non dovrà, tuttavia, rubare spazio – come avvenuto in passato - all’avvio di quei programmi strutturali di riorganizzazione necessari per porre le imprese del settore al riparo dalla crescente concorrenza internazionale e dalle fluttuazioni cicliche. In tale ottica, per le aziende orafe nazionali sono comunque proposte costanti attenzioni alla crescente concorrenza internazionale, vale a dire al ruolo che potranno svolgere le importazioni di gioielleria a valore aggiunto limitato nel contesto interno. E’ stata più volte sottolineata la circostanza che la conquista di una leadership mondiale passa, quasi sempre, per l’acquisizione di un’analoga posizione di eccellenza sui mercati interni. Al riguardo, è da osservare come le imprese orafe nazionali abbiano in genere trascurato – sia pure in termini relativi – il mercato interno. In una prospettiva di probabili future riorganizzazioni aziendali, nonché di quote di mercato estere – a parità di condizioni - tendenzialmente cedenti e di crescente import penetration, i mercati interni possono rappresentare il “laboratorio” ideale per sperimentare nuove politiche produttive e commerciali. Di qui, il possibile conseguimento di due obiettivi: un riequilibrio relativo – da consolidare nel lungo periodo - tra vendite estere e vendite interne, la messa a punto di nuo-

Fonte: ASI, elaborazione e stime su dati ISTAT

ricamente produttori orafi risultano nello stesso tempo anche forti importatori). Nonostante le ripetute sollecitazioni degli esperti del settore tese a diversificare i mercati di sbocco, le esportazioni rimangono accentrate in poche aree. Quasi due terzi del totale sono inviate a cinque paesi e quasi la metà a tre paesi soltanto (Svizzera, Emirati Arabi, Hong Kong+Cina). Sul fronte delle importazioni – dopo i consistenti aumenti del triennio 2013-2015 - nei primi otto mesi 2016 si è assistito a un ridimensionamento del -3,8%. Ma la quota import/ export si è ulteriormente rafforzata al 44,2% (era al 16,8% nel 2000). Per superare lo stato di congiuntura negativa, da più parti provengono iniziative per favorire la conoscenza e lo studio dello stato dell’industria italiana della gioielleria l'Orafo 2017

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Inside Jewelry A sinistra, orecchini della linea Noor di Casato in oro e zaffiri. Pagina accanto, in alto: bracciale della collezione Aura di Roberto Demeglio in ceramica nera e dorata gialla. In basso, anelli della collezione Gourmette di Roberto Coin nei tre colori dell'oro. n On the left, earrings by Casato from the Noor collection in gold and sapphires. Page aside, on the top: a bracelet from the Aura collection by Roberto Demeglio in black and gold plated ceramic. Below, a group of rings from the Gourmette collection by Roberto Coin in the three colours of gold.

ve strategie aziendali da adottare anche all’estero. In definitiva, il 2016 sembrerebbe aver mostrato, oltre alle persistenti debolezze strutturali del settore orafo, anche possibili tendenze positive, che se consolidate e diffuse nel sistema, potrebbero consentire il recupero delle attività orafe italiane di qualità su posizioni di leadership. ■ Although limited information and statistical data are available, a broad preliminary balance can be outlined to describe how the Italian jewellery industry performed in 2016. Despite a few isolated cases of recovery, international markets remained deadlocked during the year, albeit with some important exceptions (including the United States, India, and Mexico). The most affected sector was that of investments, in their multifaceted nature, which is centred on technology and intangible services. The structural lack of investment is again a topical issue, being a key cause of the "secular stagnation" in which economic and social development is trapped. Progress is squeezed between an excessively high preference for liquidity and excessively low capital efficiency. Clearly, the recession showed different trends across different sectors. High value added activities and those involved in process and product innovation are still under development. As for the jewellery industry, the World Gold Council identified 2016 as the third consecutive year of decline in global jewellery demand, estimated to be in the order of -15% year on year (-2.7% in 2015, -7.2% in 2014). For the first nine months of 2016, the WGC reported significant, generalised setbacks across various countries (in quantity): Egypt -42%; India -30%; Turkey -21.4%; Saudi Arabia -21.2%; China+Hong Kong -18.5%; UAE -18.4%; Russia -17.5%; Italy -2%. A relatively stable situation has been observed for other countries (US, UK and Japan). The decline in global demand was also confirmed by the traditional “observatory” of Fondazione Altagamma. After a long period of expansion, the "international market for personal luxury goods" has been estimated to decline by -1% in l'Orafo 2017

2016 (Bain & Co. survey). Sales of jewellery and watches in airport duty free shops are also declining. The Italian jewellery industry closed 2016 with a new downturn, attributable to the above-mentioned decline in global demand as well as the failure to recover domestic demand, resulting in a lower investment capacity for jewellery companies. So, in the first eight months of 2016, Italian exports – while remaining the driving force of the sector despite the known presence of tariff and non-tariff barriers in numerous non-EU countries – fell -7.5% (in nominal terms) over the previous year (Istat data). This decline, however, incorporates part of the inflation in valuable raw materials denominated in Euro. In real terms – i.e. net of increases in implicit prices – a decline was estimated in the order of 10%. The setbacks in global jewellery demand has clearly led to overproduction, lower turnover, and led some marginal companies to leave the business. Istat surveys, integrated with estimates for recent years, showed a marked decline in production. It is estimated that 6,300 companies with 25,000 employees operated in 2016, against 10,375 companies and 49,368 employees at the beginning of the century. Besides, Italian production continues to focus on the talent of craftsmen and quality in the broadest sense (design, look, creativity, variety, quality finishes) although the average unit value of jewellery has fallen in recent times. Such a reduction is aimed at helping consumption pick up by containing selling prices with a lower content of valuable components. In the first eight months of 2016, the average unit value of exports fell by 30% (year on year). The setback in exports (by value) in the first eight months of 2016 is mainly attributable to a decline in purchases by the main big importers: Switzerland -9.9%; UAE -17.1%; China + Hong 92

gennaio


Kong -16%; France -18.9%; Turkey -2.7%; Germany -4%. By contrast, the United States (+7.5%) and the UK (+14.3%) continue to pick up. On the other hand, the monitoring of foreign markets has confirmed that, in the current economic geography, the distinction between jewellery manufacturing countries and purchasing countries is increasingly blurred. Countries like India and China meet domestic demand with a growing local production, also driven by foreign production plants (and some Western countries that are leading jewellery manufacturers of jewellery, turned out to be major importers as well). Although industry experts repeatedly called for a diversification in target markets, exports remained concentrated in a few areas. Nearly two thirds of the total are sent to five countries, and nearly half of the total to three countries only (Switzerland, the UAE, Hong Kong+China). After substantial increases in 2013-2015, imports fell -3.8% in the first eight months of 2016. However, the share of imports/exports grew further to 44.2% (compared to 16.8% in 2000). To overcome the economic downturn, a number of projects have been launched to promote knowledge and the analysis of the Italian jewellery industry, particularly with regard to foreign trade and internationalisation. For some time now, analyses of export data have revealed the commitments of companies under different perspectives, including innovation, local communities, complexity, globalisation, and competitiveness. According to Istat surveys, Government measures aimed at boosting consumption and reducing corporate taxes could facilitate a recovery in real economy – if implemented. The recovery could also benefit from the 4.0 national plan to spread the digitisation of production processes (with an impact on the entire jewellery chain) and hyper-depreciation schemes for investments in machinery and equipment. These are golden opportunities, or forced choil'Orafo 2017

ces, to create a competitive advantage. Without adequate investment, the productive capital will grow old and lose its effectiveness. Competition becomes harder, and growth more problematic. Nevertheless, short-term forecasts revealed that there is significant room for strengthening the recovery of foreign sales of jewellery. The focus on the economic situation should not, however, divert attention from the launch of structural reorganisation plans – as it did in the past – which are necessary to protect jewellery companies from a growing international competition and cyclical fluctuations. In this perspective, Italian jewellery companies are constantly encouraged to pay attention to a growing international competition, namely the role that jewellery imports with limited value added can play in the domestic arena. It has been repeatedly emphasised that becoming a global leaders implies acquiring a similar position of excellence in the domestic markets. In this regard, it should be noted that Italian jewellery companies seem to have often neglected the domestic market – although in relative terms. In view of future corporate reorganisations, as well as falling shares in foreign – on equal terms – and growing import penetration, domestic markets can be an ideal “laboratory” to experiment with new production and trade policies. As a results, two goals could be achieved: a new relative balance between foreign and domestic sales – to be strengthened in the long run – and the development of new business strategies to be adopted abroad. Ultimately, in addition to persistent structural weaknesses in the jewellery industry, 2016 seems to have revealed some positive trends that – if established and widespread across the system – may enable quality Italian jewellery businesses to regain their leadership positions. 93

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Inside Jewelry CONSUMI

usa market

is back?

Anche se il nostro export di preziosi verso gli Stati Uniti si è ridotto, ci sono buone prospettive di crescita grazie ai Millennials di

Sonia Sbolzani

G

li Stati Uniti torneranno a trainare il nostro export di preziosi? Gli USA sono sempre stati il principale importatore di gioielli italiani, ma negli ultimi anni sono stati scalzati dagli Emirati Arabi Uniti. Fino all’inizio degli anni 2000 il mercato oltreoceano rappresentava il 35% delle nostre esportazioni orafe, oggi si è ridotto al 10% circa. Resta comunque il terzo mercato dell’export tricolore, dunque un target a cui puntare. Oltretutto si profilano grandi opportunità derivanti dall’accordo di libero scambio UE–USA (TTIP), in fase di negoziazione, da cui dovrebbe sortire il sospirato azzeramento dei dazi e delle barriere doganali tra le due sponde dell’Atlantico. In tale prospettiva, l'Agenzia ICE (che promuove le aziende italiane all'estero), in collaborazione con Confindustria, ha avviato un Piano strategico focalizzato sugli Stati Uniti, dedicato alle imprese non ancora presenti in tale mercato o che vi operano in maniera discontinua. Una ricerca di Jewelry Industry Research Institute ha tracciato l’identikit dell’odierno acquirente americano di gioielli e il risultato sembra incoraggiante: i consumatori giovani (specialmente donne) stanno acquistando quantità crescenti di gioielli, ricercando in generale creazioni originali, di tendenza; i negozi “discount”, i magazzini, i commercianti che offrono percezione del valore stanno guadagnando quote di mercato; sono in continuo aumento le vendite on-line; i matrimoni e in generale gli eventi relativi al “ciclo della vita” stanno spingendo la domanda, mentre perdono importanza le ricorrenze da calendario; i consumatori ricorrono sempre più a un mix di carta di credito e contanti. Uno studio di ICE, inoltre, ha individuato i principali fattori che influenzano a lungo termine la domanda di gioielli sul mercato statunitense: I gioielli nuziali. Con il "baby boom" iniziato negli anni ‘80, la generazione dei cosiddetti Millennials, gli Americani che si sposeranno nel prossimo lustro potrebbero aumentare notevolmente (2,9 milioni nel 2017). Gli articoli nuziali rappresentano il 40% delle vendite annuali di un gioielliere. Il ciclo della vita. Vi sarà una maggiore possibilità di festeggiare anniversari, nascite ed eventi come lauree, comunioni, cresime, ecc. Tasso di divorzio in declino. Storicamente un alto tasso di divorzi ha rappresentato un fattore positivo per i gioiellieri, poiché le mogli successive ricevono anelli con diamanti più costosi o altri gioielli importanti. Il tasso di divorzio negli Stati Uniti è in lieve calo dalla fine degli anni 1980, ma potrebbero verificarsi le seguenti correzioni l'Orafo 2017

di tendenza: 1) secondo diamante per la stessa moglie; 2) acquisti di gioielli per celebrare il rinnovo del matrimonio; 3) acquisti di gioielli per anniversari; 4) il calo dei divorzi comporterà minori alimenti, incrementando il reddito disponibile per beni di lusso. Crescita demografica. Tra il 2010 e il 2050, secondo l'US Census Bureau, la popolazione USA crescerà da 310 a 440 milioni (+ 42%). Redditi in aumento. Nel 2015 il 25% delle famiglie USA ha raggiunto la disponibilità di un reddito annuo di almeno 100mila $. Le famiglie ad alto reddito spendono fino a 15 volte di più per gioielli. Tendenze di spesa dei consumatori. Dall'inizio del 1990 gli acquirenti americani hanno acquistato un anello di fidanzamento attorno ai 20 anni e non sono tornati nelle gioiellerie fino ai 50; oggi gran parte della domanda di gioielli è alimentata da consumatori di 30 anni, in particolare quelli in famiglie con due redditi e senza figli. Gioielli nuovi e unici. I consumatori odierni sembrano volere gioielli innovativi ed esclusivi. I produttori devono sfornare continue novità per incrementare la frequenza delle visite nei negozi. Aumento delle donne che acquistano autonomamente. In USA il numero delle donne impiegate nel mondo del lavoro sfiora il 60% della popolazione femminile. Inoltre, sta scomparendo il gap tra le retribuzioni maschili e femminili. Entro il 2050, ci saranno 60 milioni di donne in più negli Stati Uniti. Riserva di valore. Tradizionalmente gli Americani non acquistano gioielli come beni rifugio, ma, a causa dei prezzi dei metalli più elevati, si è rafforzata la percezione dei preziosi come investimento. Orientare meglio le tecniche di marketing. I gioiellieri hanno imparato a pubblicizzare i loro prodotti contro la diretta concorrenza degli accessori di moda. English translation: see pag. 103 94

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In alto, alcune immagini della Fifth Avenue, e, a sinistra, le vetrine della nuova boutique Cartier a Manhattan. A destra la locandina del film American Wedding, l'happy end di una saga che racconta il trend in atto tra i giovani adulti americani. Sotto, al centro, un momento di shoppping al femminile e, a sinistra, i classici anelli di fidanzamento (questi sono by Tiffany, & Co.), un simbolo che, dopo un momento un po' down, torna al centro dei sogni delle ragazze. n On the top, some pictures of the Fifth Avenue and, left, the windows of the new Cartier boutique in Manhattan. Right, the poster of American Wedding movie, the happy end of a saga that tells the now trend among the young American adults. Below at the center, feminine shopping and, left, classic engagement rings (these are by Tiffany & Co.), a symbol that, after a little down moment, returns at the center of girls' dreams.

l'Orafo 2017

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Inside Jewelry GEMMOLOGIA

it's not

the same! Chi vuole equiparare il diamante naturale a quello sintetico dimentica che il primo resta un prodotto irripetibile di Madre Natura di Luigi

Costantini - Responsabile Settore Formazione IGI Anversa

R

assegniamoci: ‘sta storia dei diamanti sintetici è destinata a finire come la soap opera “Beautiful”, e cioè a non finire mai. Rammentate l’ultimo appuntamento, in tema, su questa rivista? Vi sovviene quel simpatico ‘guascone’, che soavemente proponeva di risolvere il problema dei diamanti sintetici semplicemente ponendoli in vendita allo stesso prezzo dei naturali, fino a una certa caratura? Ebbene, lo scapestrato francofono ha innestato una repentina retromarcia. Messo (da lui) nero su bianco: «Cercava solo di dire che se dovesse mai esserci un problema con dei lotti in cui vi siano frammischiati del naturale e del sintetico, sarà preciso dovere d’ogni membro d’ogni Borsa Diamanti di riportare il fattaccio e d’inoltrare formale denuncia». E ancora: «Che non era certo sua intenzione di proporre la vendita allo stesso prezzo del naturale e del sintetico». Ah sì? Insomma, è stato tutto un malinteso. Alla faccia, e con che faccia! Chi invece ha preso cappello e l’ha presa male assai, fra l’altro - e con ragione, dico io - è un seguitissimo commentatore del settore che vive e opera all’ombra delle Tre Torri degli Asinelli. Sotto l’inequivocabile titolo “La Truffa dei Sintetici”, il nostro ci va giù duro, con affermazioni - da molti facilmente condivisibili - quali: «Che proporli come alternativa ai diamanti naturali, ma soprattutto farli pagare cifre sostanzialmente più alte degli altri sintetici (Z.C., Moissanite e altre imitazioni), è una truffa»; «che spacciare i diamanti sintetici come un buon ‘investimento’ alternativo ai diamanti naturali è una truffa». Sbaglio, o l’ideona dello zuzzurellone non era poi tanto una sua personale peregrina sparata, se le bocche da fuoco si son levate – sacrosantamente - ad alzo zero? Parimenti sottoscrivibile è pure la ferma posizione assunta nei riguardi delle argomentazioni di “carattere etico” falsamente umanitarie, falsamente ecologiste, di cui si fa portavoce nientepopodimeno che Leonardo di Caprio. Questo sì che si chiama parlar chiaro e forte: non vi possono esser fraintendimenti a proposito, pena il sovvertimento d’ogni valore etico e morale, oltre che di corretta prassi commerciale! In assenza d’una specifica legislazione che regolamenti la materia, valga per tutte la semplice constatazione – dettata dal buon senso – che ‘il diamante naturale è un prodotto irripetibile di Madre Natura, in quanto generatosi in un irripetibile processo geologico naturale (di segregazione magmatica, ovvero di raffreddamento della crosta terrestre) in presenza di particolari condizioni ambientali di temperatura e pressione, e perciò raro”, mentre il diamante sintetico non lo è, anl'Orafo 2017

che se parimenti dotato di bellezza. Il diamante sintetico è un prodotto di laboratorio, ripetibile ad infinitum, volendo. E generatosi non in tempi a scansione geologica, bensì in archi temporali recenti e di breve durata (giorni, non più mesi, ormai!). La rarità è ciò che fa del diamante naturale un unicum! Tutto qui, sic et simpliciter. Lasciate pure che appaiano sulla piazza di Hong Kong, nel 2016, diamanti sintetici sfaccettati CVD oltre i 3 e i 5 carati, da incolori a quasi incolori, VS in purezza (con inclusioni aghiformi, nuvole e geminazioni assai simili alle controparti naturali), di probabile provenienza WD Washington Diamonds Labs). Fate pure largo ai sintetici (tagliati) da 10 carati, VS1, E, della sanpetroburghese New Diamond Technology. Dite ai vari produttori americani, russi, ucraini, tedeschi, indiani, cinesi; ai Lucent, Chatham, AOTC, Gemesis, IIa Technologies, Scio Diamonds, WD, Taidiam, PDC Diamonds, Pure Grown Diamonds di sciorinare i loro sintetici VS, VVS, D-H. Nessuno di questi o di quelli varrà mai una controparte naturale! Che poi un altro spirito giocondo - un artista inventore olandese - asserisca d’aver trovato il modo di filtrare le polveri sottili (composte prevalentemente di carbonio) che impestano l’aria di Pechino e d’altre metropoli cinesi per convertirle in diamanti sintetici, fa parte del gioco delle parti, nella grande saga. E non spaventatevi se anche Amazon s’è messa a vendere online una linea di gioielleria a base di diamanti sintetici: sedetevi in riva al fiume e attendete di veder flottare, prima o poi, i “cadaveri” di tutti quelli che vorranno ricollocare i propri “investimenti”, visto che i prezzi non son quelli d’un sacchetto di noccioline. Se poi gli acquirenti di tali manufatti li avranno scientemente acquisiti per soddisfare un mero bisogno estetico cacciando meno pecunia di quel che altrimenti non fosse, ebbene: vive la liberté, vive la différence. Però bisogna saperla apprezzare e farla apprezzare, la différence. Bisogna saperla apprezzare e farla apprezzare l’etica comportamentale (anche per le gemme di colore, anche e soprattutto nel nostro settore, ove gioca ancora alla grande il fattore fiducia, nonostante tutto) che regge e regola l’attività umana in quanto valutabile col criterio di distinzione tra bene e male. Che la saga continui: basta che si fissino i paletti, e che ognun sappia quel che s’intende per alternativa e per investimento, parlando di diamanti naturali e di diamanti sintetici. Tutto qua. English translation: see pag. 103 96

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Inside Jewelry FOCUS

il nuovo

iran

La fine delle sanzioni internazionali configura nuovi scenari e apre alle aziende orafe italiane un mercato dalle grandi potenzialità di

Antonella Garello

A

rchiviata, si spera in via definitiva, l'epoca truce del "Grande Satana" contro lo "Stato Canaglia", la fine delle sanzioni internazionali nei confronti dell'Iran ha inaugurato una nuova era, aprendo nuovi scenari politici in Medio Oriente e nuove prospettive commerciali in un Paese più che desideroso di rientrare a far parte della comunità internazionale dopo quasi 40 anni di isolamento. Al di là dell'attesissimo scongelamento di ingenti conti e fondi bloccati nelle banche di tutto il mondo, le potenzialità offerte dal mercato iraniano sono enormi. Importante produttore di petrolio e gas naturale, il Paese vanta anche ricchissime tradizioni storiche e culturali, con ottime prospettive di sviluppo nei settori del turismo, dei servizi, della moda e del lusso: su un territorio grande quasi 5 volte quello italiano vivono circa 80 milioni di abitanti, dei quali più o meno i due terzi sotto i trentacinque anni, con un livello medio di istruzione alto e una gran voglia di cambiamento e di apertura al mondo. Già nella prima metà del 2016, secondo dati Eurostat, i rapporti commerciali fra Iran e Unione Europea sono cresciuti del 43% su base annua, per un volume totale di commerci pari a 5,1 miliardi di Euro. Le imprese italiane non hanno mai smesso di lavorare con l'Iran, neppure nei difficili anni delle sanzioni: così, non a caso, per la prima, storica manifestazione ufficiale all'estero dal lontano 1979, l'Iran ha scelto proprio il nostro Paese, per la precisione la manifestazione Iran Solo Exhibition, svoltasi dal 22 al 26 Novembre scorsi presso Fiera Roma. L'evento, un'occasione straordinaria per avvicinare dal punto di vista commerciale e culturale l'Iran del nuovo corso, è stato organizzato in collaborazione con Iran International Exhibition, l'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran e l'Ambasciata Italiana in Iran e ha visto la partecipazione di oltre 120 aziende iraniane attive in diversi settori. Pier Luigi D'Agata, segretario generale della Camera di Commercio e Industria italo-iraniana, ha parlato di oltre 1360 incontri one-to-one svoltisi nei cinque giorni della manifestazione tra aziende espositrici iraniane e partecipanti da Italia, Regno Unito, Ungheria, Emirati Arabi, con contratti conclusi per centil'Orafo 2017

naia di milioni di euro. Tra l'altro è stata siglata una joint venture tra Fiera Roma e Iran International Exhibition, che in futuro organizzeranno altri eventi nel mondo, tra i quali sicuramente anche la seconda edizione di Iran Solo Exhibition a Roma. Come in tutti i nuovi mercati, non mancano criticità e punti dolenti per chi voglia lavorare con l'Iran: i dazi sulle importazioni sono alti; le infrastrutture, seppure in via di miglioramento, sono in generale insufficienti e la burocrazia non è d'aiuto. «Eppure - afferma Fabrizio Falcinelli, titolare di Falcinelli Italy che ha già compiuto diversi viaggi in Iran - è un Paese in movimento, con una società vivace e curiosa dai gusti ben precisi, che potrà dare grosse soddisfazioni alle nostre aziende. Le donne iraniane amano molto i gioielli, la bellezza e la cura di sé fanno parte delle loro tradizioni e hanno ben presente la moda occidentale, che arricchiscono con richiami al mondo russo e suggestioni dall'Africa». La gioielleria iraniana, come quella italiana, vanta una tradizione antichissima e il mercato orafo del Paese è abbastanza simile a quello italiano: la gran parte delle imprese produttrici è di piccole dimensioni e la rete distributiva si compone perlopiù di gioiellerie e punti vendita indipendenti. Bracciali, anelli e collane sono gli articoli più ricercati. «In Iran sono molto richiesti gioielli in oro, soprattutto oro giallo, con carature dai 18 ai 22 carati e pietre importanti, con bei contrasti di colore - sottolinea Fabrizio Falcinelli - Stiamo seguendo con grande attenzione l'evoluzione di questo mercato affascinante che, se tutto va come speriamo, potrebbe diventare uno sbocco importante per la gioielleria made in Italy». Nel 2017 l'Iran dovrebbe ospitare anche due manifestazioni di settore, una a Febbraio, Iran Gold Expo, e una in Luglio, Isfahan Gold. ■ Hopefully dismissed, once and for all, the fierce age of the “Big Satan” against the “Rogue State”, the end of the international sanctions against Iran has started a new era, opening new political scenarios in the Middle East along with new business prospects in a 98

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Pagina a lato, in alto: il santuario della città di Mashhad. In basso, il complesso Amir Chakhmaq nella città di Yazd. In questa pagina, accanto a destra: venditore di gioielli a Teheran. Sotto, a sinistra: bracciale in oro e turchese del 1830, parte dei gioielli della Corona Imperiale. Sotto, a destra: uno scorcio dello splendido complesso archeologico di Persepoli.

country more than willing to join back the international community after 40 years of isolation. Beside the long awaited unfreezing of considerable accounts and funds blocked in banks worldwide, the Iranian market offers huge potentials. The country is an important producer of oil and natural gas, also boasting very rich historical and cultural traditions, along with excellent prospects for the development in the fields of tourism, services, fashion and luxury: about 80 million people live on a territory five times bigger than the Italian one. About two third of them are under thirty five years of age with an average high education level and a great desire of changes and opening to the world. According to Eurostat, as early as the first half of 2016, the business relationships between Iran and the European Union has increased by 43% on an annual basis, for a total trade volume equal to 5.1 billion Euros. Italian companies have never stopped working with Iran, not even during the difficult years when sanctions were applied: therefore, not by chance, for the first historical official event held abroad since the remote 1979, Iran has chosen our country, namely the Iran Solo Exhibition, at the Fiera Roma from 22 to 26 November. The event, an extraordinary occasion to approach the Iran of the new deal on a cultural and commercial point of view, was organised in partnership with Iran International Exhibition, the Embassy of the Islamic Republic of Iran and the Italian Embassy in Iran and saw the attendance of over 120 Iranian companies operating in different sectors. Pier Luigi D'Agata, Secretary-General of the Italo-Iranian Chamber of Commerce and Industry, spoke of over 1360 one-to-one meetings held over the l'Orafo 2017

five-day event between Iranian exhibiting companies and participants from Italy, the United Kingdom, Hungary, Arab Emirates leading to contracts for hundred million Euros. A joint venture was also signed between Fiera Roma and Iran International Exhibition that, in the future, will organize other events worldwide, among which even the second edition of Iran Solo Exhibition in Rome. As in all the new markets, criticalities and sore points are not lacking for those who want to work with Iran: customs on imports are high, while the infrastructure, even if improving, is in general insufficient and the bureaucracy is not of any help. «Yet - Fabrizio Falcinelli says, owner of Falcinelli Italy that has already made some journeys to Iran - it is a country on the move, with a lively and curious society characterised by very precise tastes that could be highly profitable for our companies. Iranian women really appreciate jewels, while beauty and personal care are part of their own traditions and they are well aware of western fashion that they enrich with references to the Russian world and to echoes from Africa». Iranian jewellery, just as the Italian one, has a very ancient tradition and the goldsmith market in this country is quite similar to the Italian one: most manufacturing companies are small-sized and the distribution network mainly consists of independent jewelleries and stores. Bracelets, rings and necklaces are the most sought after items. «In Iran there is a great demand of gold jewels, mainly in yellow gold, with carats ranging from 18 to 22 and important stones characterised by beautiful contrasting colours - Fabrizio Falcinelli underlines. We are following with great attention the evolution of this market that, if everything goes as expected, could become an important destination for Made in Italy jewellery». In 2017 Iran should also host two trade events, Iran Gold Expo in February and Isfahan Gold in July. 99

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Protezione del Made in Italy L'ESPERTO

A sinistra, Ercole Bonini. Sotto, il disegno preparatorio del collier Firmament Apollinen di Chaumet, collezione Haute Joaillerie, in oro bianco, diamanti, pietra di luna e zaffiri birmani.

tutelare

le idee Ci sono molti buoni motivi per registrare il design innovativo. E conoscere le normative consente di ottenere di più spendendo meno di Ercole

Bonini, Consulente in Proprietà Industriale

M

olti operatori del settore, non solo orafo, si domandano se valga la pena di proteggere le proprie creazioni attraverso la registrazione del design o, come si dice ufficialmente, di avere il “modello registrato”. Gli imprenditori orafi si pongono questa domanda con ragione, nel senso che spesso, ad esempio in occasione di una fiera importante, presentano non uno solo, ma tanti nuovi modelli e non sanno quale sarà la scelta dei loro clienti. In prima analisi sembra quindi un inutile spreco di denaro registrare tutti i nuovi modelli se poi ne andranno sul mercato solo due o tre. Possiamo a questo proposito dare due informazioni importanti: la prima è che in Italia e nella Comunità Europea (e non solo) è possibile fare un deposito “multiplo”, ovvero depositare con una sola domanda più modelli, anche cento e oltre. La spesa è limitata e le tasse sono ridotte man mano che si aumenta il numero di modelli. La seconda informazione è che per l’Italia e per i Paesi aderenti alla Comunità Europea vige il cosiddetto “anno di grazia”, ovvero: uno o più modelli possono essere presentati al pubblico e/o venduti prima del deposito per la registrazione, purché ciò avvenga entro 12 mesi dalla prima esposizione o vendita. In altre parole si può presentare in fiera una nuova collezione, vedere quali sono i modelli che riscuotono un buon successo e successivamente registrarli. Aggiungo però che il processo va completato il prima possibile perché se qualcuno, nel periodo di tempo che intercorre tra l’esposizione o la vendita e la richiesta di registrazione, copiasse il modello, la registrazione di chi ha creato il nuovo modello non sarebbe più valida. E ciò perché alla data del deposito il modello può essere considerato “nuovo” (caratteristica essenziale per la validità) se nessuno ha esposto in pubblico o venduto lo stesso modello, fatta eccezione per “l’avente diritto” ovvero per chi ha creato il modello o per l’azienda che ha acquisito i diritti di sfruttamento dell’autore. Quello che noi consigliamo, dopo questa doverosa precisazione, è di procedere alla pratica di registrazione di preferenza prima di ogni l'Orafo 2017

atto di esposizione (anche in internet) o di vendita. Anche perché, al di fuori della comunità europea ci sono paesi interessanti come ad esempio la Turchia, la Cina e il Giappone che non accettano il cosiddetto ”anno di grazia”. E una volta registrato il design, quali sono i vantaggi per chi ha registrato nei confronti di chi non lo ha fatto? Molti dicono che “basta cambiare una virgola” e si esce dal margine di validità della tutela. Ma non è vero: per essere fuori dal design registrato, così recita la legge armonizzata a livello europeo, è necessario che “l’utilizzatore informato” giudichi che “l’impressione generale” che suscita il modello presunto copiato non differisca dall’impressione generale del modello originale.In altre parole se in un bracciale si cambia il numero degli elementi che lo compongono, ma permangono i caratteri essenziali che lo contraddistinguono, il modello registrato risulta contraffatto. Ugualmente accade se cambiano di poco le dimensioni perché certamente l’impressione rimarrà la stessa. E chi non ha registrato il proprio modello e se lo vede copiare? In questo caso si può invocare la “concorrenza sleale per imitazione servile”, ma la copia deve essere identica in tutti i particolari, altrimenti la concorrenza sleale non può essere invocata. Infatti se la copia è identica all’originale, è evidente la “malafede” di chi ha copiato e quindi la legge colpisce questi comportamenti scorretti. È ben comprensibile quindi che il modello registrato gode di una protezione molto più ampia rispetto alla semplice imitazione servile. E sarà molto più difficile per un contraffattore cavarsela senza condanna. Da ultimo ricordiamo che, dopo il deposito italiano, o europeo, entro sei mesi, la registrazione può essere estesa in qualsiasi Paese d’interesse potendo godere del “diritto di priorità”. Quindi la registrazione in USA, ad esempio, indicherà la data italiana o europea di prima registrazione con evidenti vantaggi. Infatti anche la Turchia o la Cina accetteranno come valida la registrazione avvenuta durante i sei mesi in cui il modello è stato reclamizzato o venduto. English translation: see pag. 103 100

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Š Luca Sola

Morire per mancanza di cure è

codice fiscale

inevitabile



English Text

Diamonds and banks See Page 63 If until some years ago diamonds were considered as the symbol of luxury and "eternal love", goods whose price would have been vulgar to reveal, today the price of diamonds is highly debated, deeper than before. In fact, advertising pages on the most important economic newspapers and magazines paid by big banks (such as UBI, Intesa San Paolo, Unicredit) to encourage savers to invest in diamonds, opened the world of the 4 Cs (carat, clarity, cut, colour) also to the next door neighbour. Even the former treasurer of Lega Nord Francesco Belsito gave in to the most precious gift of carbon, making some investments in diamonds with the funds of his party (from which he was then expelled). In fact, what was proposed as a brilliant investment, free from fiscal duties and with a sure yield, since the value of the immaculate gems is always increasing (as ore reserves are expected to run out by 2050, they will become increasingly rare and precious), then turned into a path full of doubts and shades. We are not talking about bloody diamonds or the like, as in this case only the wealth of savers will be lost and the only weapons are those of persuasion. Basically, those who wanted to check if the bank was offering a suitable price for the purchasing of a stone, based on carats and other parameters, discovered that banks asked even twice the quotation the operators of the sector make reference to. Above all, they were setting quite onerous conditions as for the advance withdrawal from the investment, without ensuring the repayment of the purchasing price. Milena Gabanelli, supported by her Report team, broadcasted a rigorous TV report that consulted the party involved mainly pointing out three facts. First of all that diamonds are not sold by banks, but by some companies relying on banks as intermediaries. The purchasers think they are committing themselves with their bank, while they are actually engaging with DPI, Diamond Private Investment, or IDB Intermarket Diamond Business just to quote some of the main players in this circuit. The bank has an interest in the commission it collects every time it sells their diamonds. Report then made it clear that diamonds are not considered financial products and, therefore, are not submitted to the rules and supervision of Consob. As a consequence, banks are free to intermediate them without being obliged to draw an informative prospect stating the risk level for the saver purchasing such product. Finally, Report evidenced that the price lists of diamonds published quarterly by Il Sole 24 ore, to which the banks make reference, are actually advertisements written and paid by both banks

and their partners. The newspaper publishes what the advertisers indicate as price list, but it is no official data collected and checked by the editorial team. However, this can not be considered as a fraud or a swindle as business is business and also banks are making their own. Except for a different provision by Consob, so far banks are not obliged to commit themselves to buying the diamond back at the same purchasing price; they simply accept, on eventual request of the customer, to undertake a sale proxy. As for the matter concerning the doubled purchasing price, Claudio Giacobazzi, managing director of Intermarket Diamond Business (one of the companies selling diamonds through banks) answered Report that «in our history we have sold a billion and a half diamonds, we have over 70 thousand clients, and no lawsuit whatsoever was brought against us on the matter of products or services. This is the most important certification that our quotations are more than accepted. Once the investment has expired (usually after at least 10 years) the client can disinvest at the Intermarket quotation (that is the one published in exchange for a payment by Sole 24 ore, editor’s note), here is the added value». That is people buy and sell back, at the expiry date, at a greater price. Then, owning an authentic gem you can always obtain something, even though half the cost of what originally paid, as diamonds «are liquidated also on Mars!», Cameron Diaz said in a scene of the movie The Counselor. Not like shares that do not exist in their physical form and can totally lose their value over a limited time as it depends on the trend of economic variables. The fact is that, unlike the market of quoted shares, a true official price along with a reference exchange for diamonds are not available: three main exchanges exist in Antwerp, Tel Aviv and New York and a price list, the Rapaport, is considered official by all the operators in the sector. However, it is a world apart, ensured by a system of values mainly based on trust and protected by the fact that it is managed by an oligopoly, the mining one, consisting of such big players as Alrosa, De Beers, Rio Tinto and Dominion Diamond Corporation. If this system has been profitably self-managed by all the members for over a century, it means that, in its own way, it is stable and safe, supporting those operating within it, and on this stability the Jewish lobby has always played a critical and positive role. However, savers started panicking, also due to the recent events (Banca Etruria, Monte Paschi, Popolare di Vicenza, Veneto Banca) disreputing Banks. The risk of losing shares of a capital, even a small one, built thanks to the work of a lifetime, scares everybody. Therefore, in case of “brilliant” purchases", many consumers turn to trusted jewellery, as confirmed by Steven Tranquilli, manager of Federpreziosi (Confcommercio National Federation of Italian Jewellery Silverware and Watch Companies). The jeweller can certainly sell a good diamond at a suitable price, but, in general, he lacks the structure to guarantee the investment, or the repurchase at the sale price. l'Orafo 2017

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In brief, a diamond is always a diamond, the one “for good” if it is the result of both an economic and sentimental investment, a value whose increase is invisible in fiscal terms and always somewhat available and resalable at a price depending on many factors, though always starting from the inner characteristics of the stone. If, however, it is deprived of its intangible contents, considering it as a bound fund or a state bond, the king of gems must be treated very carefully in terms of cautions. It makes sense for the logic of diversification of investments for those disposing of wide capital and are of a young age, or can at least afford to “let sleep and yield” 10-15% of their liquidity for 10-20 years without this having an impact on their quality of life, but it is not advisable, for example, for a retiree that wants to protect a modest and hard-won gratuity to ensure a tranquil old age. And, above all, it is not the ideal investment for those who don’t read contracts or are not able to understand the possible pitfalls contained in the clauses designed by those who know how to make a purchase appear well guaranteed.

a new tool for retailers See Page 65 Bobak M. Nasrollahi, who owns Amin Luxury (the great brand which launched the Leonardo da Vinci cut, see page 25) and, thanks to family heritage is a leading expert in the diamantaire market, claims that companies which have made diamonds available for investment (DPI and IDB) have created a new market, a potentially interesting kind of business if properly used. In fact, investors, suffering from the crisis of the stock markets, are seeking alternative investments and diamonds are an opportunity. «We who work in this business have to ask ourselves why end customers prefer to buy from a bank, at a very high price, rather than from a jeweller who can offer the same stone at a more reasonable price». Yes, why indeed? «Because jewellers are interested in selling the stone, but they are not at all interested in buying it back. At the bank, when the investment runs out, the purchase price is paid back unless the stone has been resold elsewhere. The seller companies (DPI and IDB) promise to resell the stone at the same price, and are able to do so. And when they do so, the money comes in. The otherwise excellent job Report did was not clear on this issue: currently, reselling on expiry has been carried out successfully in over 90% of cases – I can assure you – because demand exceeds supply. Even in the worst case, you can always get something out of a diamond, which is why they call it a safe haven». On this basis, and after long reflection, in order to fill the gap between jewellers and banks while at the same time providing financial promoters with a competitive product, Bobak established a company able to place investment diamonds on the market at a jeweller's price, not at twice as much.


English Text «Through Diamond Luxury Investment®, our new company, we propose to retailers to sell diamonds with a reselling guarantee. Those who buy a diamond from us (to sell it loose or mounted on a jewel) can guarantee their buyers that, if they want to sell it again, they can count on our commitment to resell it. This is something we can afford to do because, thanks to our professional skills, we enjoy the trust of our dealers and have a vast network supporting us, we know where to buy and sell diamonds. In other words, a jeweller, if he is lucky, will be in touch with two or three people who might be interested in purchasing a diamond at market price when it is put back on sale. If he receives a negative reply from all of them, the only thing he can do is sell it off to his supplier at considerable loss. On the other hand, we can find thousands of people who might be interested in buying. Because demand always exceeds supply: this is a constant feature of this market and is not likely to change, since diamond reserves are progressively running out». After the feature on Report, many private buyers are going back to their trusted jeweller to purchase diamonds, so the instrument provided by Diamond Luxury Investment® gives retailers an extra card to play in focusing the decision of the end customer on themselves. «It's a win win business - Bobak proceeds – A jeweller gets more opportunities to sell and the private buyer can resell his jewel, getting back all or at least part of what he spent, if he needs to. The guaranteed purchase price is the one appearing on the Rapaport price list». Can a consumer view the Rapaport price list? «On the official website no, only businesses involved in the market can see it by subscription. But on our website (aminluxury. com) you can write the code of the stone you bought and at any time you will be able to see how many euros that stone is worth according to the Rapaport price list». We may also add that one can check any reference value for the Rapaport price list on Il Sole 24 Ore once a week, generally on Wednesdays, on the price list for raw materials. These are not the tables published for payment by the banks, but some rotating items drawn from the official Rapaport price list. If during this week you see prices quoted for some 2-carat diamonds, in the following week you will see them for 3-carats or for other kinds of gems. Not all items appear, because the Rapaport price list shows hundreds. But they are real reference values, the guaranteed market prices».

flexible but strong

See Page 71 Farsightedness and innovation. These are the watchwords at Fope, a Vicenza centred jewellers, as described by Giulia Cazzola, corporate marketing manager and representing the fourth generation of those jewellers starting into business in 1929. At eighty-seven years from when the brand was created, Fope has now also achieved an ambitious goal, crucial for its future in making its debut on the Aim Italia stock exchange, currently the only jewellers brand to be included in an exchange list conceived for the Italian Sme with high potential for growth. «Being listed on

Aim Italia – stated managing director Diego Radin in a memo – is a fundamental step for the company, as it represents a recognition for the work done, enabling us to now confront the stock market, and at the same time a starting point to tackle new challenges for development and to materialize the great potentiality of the market». Farsightedness and innovation, therefore. It all began in a jeweller’s workshop in via Sant’Ambrogio, Vicenza, opened by Umberto Cazzola in the late 20’s, with around twenty employees and where, first in Italy, new technologies for producing metallic expandable watch bands are developed. One of the first businesses’ to participate to the Jewellery exhibitions at Vicenza exhibition centre right from the very first editions (years ’48 – ’50), Fope set out on a process of research and development that has never ceased. With the passage in management to Umberto, grandchild of the founder and bearing the same name, in 1970, the business opens up to a new way of conceiving a jewel, creating pieces destined to become true and proper musts for the sector. But it is only ten years later, in 1980, that Fope achieves the stature of a brand in the domestic and international luxury scenario through one of its most innovative and winning creations. It in fact makes its debut with the Novecento mesh: unique, tubular, featuring a tridimensional round or oval structure, this chain, made up of parts in 18 carat gold interlinked one to the other without any soldering, represents the reinvention of a classic but keeping it immune from the time rolling by and protecting it by taking out international patents. «From then on – stresses Cazzola – the corporate Dna has remained the same. Even though several products have become obsolete thanks using new technologies and ecosustainable materials. Much has been however done towards product evolution, also under the design profile. And this remains our heritage and our mark». All Fope jewellery is accompanied by a warranty and international certification. A rigour and attention leading the company to be a certified member of the Responsible Jewellery Council in 2014 and to take out voluntary certification with the TF (Traceability & Fashion) system. «It may certainly be said that ours – continues Cazzola – is a business no longer belonging to the more classical Veneto corporate model, that is to say a commanding rather patriarchal family run business, but is a company with management and managing director outside the family and persons responsible for areas and countries». Fope currently numbers 37 employees and operates on the Italian and international markets with a network of over 600 sales points in over 50 countries and closed 2015 with a turnover worth 21 million Euro. Opening its first flagship store in piazza San Marco in Venice in 2015 is amongst its more recent goals. Between the 90’s and 2000 the brand also becomes consolidated from a commercial point of view by opening a branch in the United States for marketing directly in North America and in the Caribbean and also a new headquarters in Vicenza. Whilst, from a product point of view, what could perhaps be called an evolution in the Novecento mesh is created with Flex’it, an invention launched in 2007, subsequently becoming the engine to drive continual growth for the brand. The Flex’it lines comprise rings and bracelets, rendered flexible due to microscopic springs in 18 carat gold hidden in the weave of the mesh, a technique likewise covered by an international patent. «We pay attention to different lifestyle of women– points out Cazzola - because a jewel does not follow the fashion. Our Flex’it is born to l'Orafo 2017

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give women easier to wear rings and bracelets. Every minute is important for a working woman». And the last to be born at Fope is the MiaLuce haute jewellery, embodying the best of craftsmanship associated with gold and diamonds, but also Silverfope collections have made their entrance, comprising jewels created in an exclusive silver and palladium alloy that does not oxidise and renders maximum effect to the pieces at a more reasonable price. «I have been working in the company for over ten years – concludes Cazzola – a personal decision I made. My children will be free to follow their inclinations in the same way, but not without gaining some experience in Italy or abroad, to gain an open, receptive mind to changes. It is important, also and above all in our sector, for the new generations to live educational experiences adding to their culture and open-mindedness». Fope and diamonds Fope has been a friend to diamonds for several years and particularly on the occasion of its latest collections. Mainly white, rarely black, but often yellow and brown, for a better match with the colour of yellow gold. And it is exactly diamonds to embellish the new creations, with the haute jewellery of MiaLuce shining out from amongst them, where the Flex’it technology is applied to the precious quality of gold and magnificence of diamonds (VVS1) set under the microscope. And also J&H, a line for men, where white gold and black diamonds are used to create an elegant, absolutely wearable collection which, apart from cufflinks and necklaces, also comprises Flex’it bracelets. «All our diamonds – explains Giulia Cazzola – come from certified suppliers in Antwerp and we in turn require evidence of their certification. None of the diamonds we use come from countries at war».


why usa market will be back See Page 94 Will the United States drive our export of precious items back again? Though the US have always been the main importers of Italian jewels, over the last few years they have been supplanted by the United Arab Emirates. Until the beginning of the 2000s, the overseas market represented 35% of our goldsmith exports, now dropped to around 10%. However, it still remains the third market for Italian export and then a target to be aimed at. Moreover, great opportunities are opening thanks to the EU-USA free trade agreement (TTIP), currently being negotiated, from which the long awaited cancellation of duties and customs barriers between the two shores of the Atlantic will be decided. Based on this perspective, ICE agency in partnership with Confindustria started a strategic plan focused on the United States, addressed to those companies that are not present on that market yet or that are operating in that area in an occasional way. A research carried out by the Jewellery Industry Research Institute outlined the profile of the current American buyer of jewels and the result

seems to be encouraging: young consumers (namely women) are buying increasing amounts of jewels, generally looking for original and trendy creations; "discount" stores, department stores, traders offering perception of the value are winning market shares; on line sales are continuously increasing; weddings and, in general, all the events connected to the "cycle of life" are driving the demand, while calendar feast days are losing importance; consumers are more and more using a combination of credit cards and cash. Moreover, an ICE research has identified the main factors influencing, on the long run, the demand of jewels on the American market: Wedding jewels. With the “baby boom" started in the 80s, the Millennial generation, the number of Americans that will get married within the next lustre could be highly increased (2.9 millions in 2017). Wedding items represent 40% of a jeweller's annual sales. The cycle of life. There will be a greater possibility to celebrate anniversaries, births and such events as degrees, communions, confirmations, etc. A declining divorce rate. Historically a high rate of divorces has represented a positive factor for jewellers as the succeeding wives receive more expensive rings with diamond or other important jewels. Though the divorce rate in the United States is slightly decreasing since the 80s, the following changes of trend could occur: 1) second diamond for the same wife 2) purchasing of jewels to celebrate the wedding renewal; 3) purchasing of jewels for anniversaries; 4) the drop in the number of divorces will imply a lower amount of maintenance, increasing the income available for luxury items. Demographic growth. According to the US Census Bureau, between 2010 and 2050, the population of the USA will increase from 310 to 440 millions (+ 42%). Increasing income. In 2015, 25% of American families reached the availability of an annual income equal, at least, to 100,000 $. High-income families spend up to 15 times more on jewels. Consumers’ buying trends. Since the beginning of the ‘90s, American buyers have purchased a wedding ring at about twenty and they did not come back to a jeweller's shop until they turned fifty; today most of the demand for jewels is fuelled by thirty-year-old consumers, namely those living in two-income families without children. New and unique jewels. Nowadays consumers seem to be interested in innovative and exclusive jewels. Manufacturers are expected to continuously create novelties to increase the frequency of store visits. An increase in the number of women buying items autonomously. In the US the number of working women is close to 60% of the female population. Moreover, the gap between male and female compensations is disappearing. By 2050, in the United States there will be 60 million more women. A value reserve. Traditionally Americans do not buy jewels as collectables, but, due to the higher prices of metals, the perception of precious items as an investment has been strengthen. A better orientation of marketing techniques. Jewellers have learnt how to advertise their products against the direct competition of fashion accessories. Born to spend. Shopping is an integral part of the culture of Americans that devote to it at every success. l'Orafo 2017

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it's absolutely not the same! S ee P age 96 We had better give up: this story about synthetic diamonds is bound to finish as the Soap Opera “Beautiful”, that is to never end. Main or/and secondary characters alike may be even buried in a graveyard or taken to a retirement house, but the TV series must go on unperturbed, passing through generations. Well, do you remember our last appointment on the subject, published on this magazine? Does it occur to you, at point 6, that nice “gascon”, the one speaking about “four birds with a stone”, gently proposing to solve the problem of synthetic diamonds by simply selling them at the same price of the natural ones up to some carats? Well, we were all deceived. The French-speaking reckless went disrespectfully into an abrupt reverse. He (himself) put pen to paper saying: «He was only trying to say that if a problem occurred with some lots where natural and synthetic diamonds were mixed, every single member of every Diamond Exchange had to report the crime and lodge a suitable complaint». You don’t say? And even more: «That he didn't mean to propose the selling of natural and synthetic diamonds at the same price». Really? Well, there was a misunderstanding. Well it’ll be! A followed commentator in this sector living and working under the three towers of Asinelli, instead, took it in a really bad way. Under the unambiguous title of “the fraud of synthetic diamonds”, our friend hit hard with such statements, easily shared by many, as, frankly speaking: «Proposing them as an alternative to natural diamonds, but, above all paying them a sum of money basically higher than the other synthetic items (Z.C. Moissanite and other imitations) is a fraud»; «passing off synthetic diamonds as a good investment and as an alternative to natural ones is a fraud». Am I wrong or the brilliant idea of this happygo-lucky was not his own uncommon boast, if the cannons rightly raised at point-blank? We should also agree with the strong and firm stance concerning the falsely humanitarian, falsely ecologist ethical reasoning (see also point 5 of my previous article) heralded by the famous and celebrated actor Leonardo di Caprio. My dear friends, this is what I call speaking loud and clear: no misunderstandings are possible on the matter under penalty of reversing any ethical and moral value, beside a proper business procedure! Lacking a specific legislation governing the matter, this simple remark, based on common sense, should be adopted: “natural diamonds are the unrepeatable products of Mother Nature, as they generated after an unrepeatable natural geologic process (of magmatic segregation that


English Text is the cooling of the earth crust) under peculiar environmental conditions as for temperature and pressure and, therefore, rare”, while this cannot be applied to synthetic diamonds, though endowed with equal beauty. Synthetic diamonds have been created in a laboratory through a process that can be repeated ad infinitum and ad libitum. They were generated not over a geological span of time, but over recent and short time spaces (days, no longer months, nowadays!). Its rareness makes a natural diamond a unicum! That’s all, sic et simpliciter. Let the CVD over 3-5 carat synthetic faceted diamonds appear on the Hong Kong market in 2016, from colourless to nearly colourless, VS in purity (with needle-shaped inclusions, clouds and germinations very similar to their natural counterparts) probably coming from the WD Washington Diamonds Labs). Make space to the 10 ct (cut)VS1, E, synthetic diamonds produced by New Diamond Technology from St. Petersburgh (Russia). Tell the various American, Russian, Ukrainian, German, Indian, Chinese manufacturers, and to the various Lucent, Chatham, AOTC, Gemesis, IIa Technologies, Scio Diamonds, WD, Taidiam, PDC Diamonds, Pure Grown Diamonds to lavishly pour out their VS, VVS, D-H synthetic diamonds. The point is that not one, not one of these or those will be ever worth its natural counterpart! Even the fact that another jocund mind - a Dutch artist and inventor – claims he found a way to filter fine dust (mainly consisting of carbon) polluting the air of Beijing and of other Chinese metropoles, to convert it into synthetic diamonds is part of this role play, this big saga. We will be happy for him having at his disposal a multitude of raw material that will ensure his old age with the money earned. We will also be happy for our Chinese friends, that may be, will be granted an old age, by saving their lungs, even though less happy. Don’t be scared by the fact that Amazon is selling online a line of jewellery based on synthetic diamonds: just sit by the river banks waiting, sooner or later, to see the "bodies" of those who would want to relocate their investments floating by, as the prices are not those of a bag of peanuts. If then the buyers of such artefacts had knowingly bought them to meet a mere aesthetic need, spending less money than what it would otherwise be, well: vive la liberté, vive la différence. Unicuique suum. Aren’t we still living under a regime of freedom in economic matters and choices? However, we must be able to appreciate la différence and make it appreciate. We must be able to appreciate it and make it appreciate for the behavioural ethic (also for colour gems, even and above all in our sector, where, despite everything, the trust factor still has a great importance) supporting and governing the human activity as it can be measured with the criterion of the distinction between good and evil. Let the saga continue, even ad infinitum: just determine the limits, and everyone should know what it is meant by alternative and investment, when it comes to natural and synthetic diamonds. That’s it.

new ideas to be protected See Page 100 Many sector operators, not only jewellers, often ask themselves if it is really worthwhile to protect their creations by registering the design or, as they officially say, have a “registered model”. Jewellery entrepreneurs have every reason to set themselves this query, in the sense that often, for example at an important trade fair, they not only present one but numerous new models and have no idea which ones their customers will actually choose. On first thoughts it therefore appears to be a waste of money to register all the new models if only two or three of them will be going onto the market. In this context we have two important pieces of information: the first is that in Italy and in the European Union (and not only) a “multiple” deposit is possible, that is deposit a number of models, even a hundred and over, through one sole application. The expense is reasonable and taxes are reduced as the number of models increases. The second piece of information is that the so-called “year of grace” rules in Italy and European Union member countries, or rather: one or more models can be presented to the public and/or sold before deposit for registration, as long as this occurs within 12 months from when they were first presented or sold. In other words, you can present a new collection at a trade fair, see which models are satisfactorily successful and subsequently register them. But I would add that the process must be completed as soon as possible because if someone should copy the model during the period lapsing between the presentation or sale and the application for registration, this would invalidate the registration of the person who created it. And this because at the date of deposit, the model is only considered as “new” (essential for validity) if no one else has exhibited in public or sold said model, exception made for the “assigns” that is for those who created the model or a business having acquired the right to exploit the royalties. Subsequent to this called for explanation, what we would recommend is to proceed with the chosen registration formalities before taking any presentation (also on Internet) or sale action. Also because there are interesting non-EU countries such as for example Turkey, China and Japan, who do not recognize the so-called “year of grace”. And, once the design has been registered, what advantages can be had for those who did register vis a vis those who did not? Many say l'Orafo 2017

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«you only have to change a comma» and you overstep the protection validity mark. But it’s not true: this is what the European standardized law has to say about overstepping the registered design mark, the “informed user” must judge that “the general impression” aroused by the model presumed as copied does not differ from the general impression of the original model. In other words if, in a bracelet, the number of elements used to make it changes but the basic distinctive features of the bracelet remain, then the registered model is deemed a fake. The same can be said for minor changes in sizes because the impression will always be the same. And for someone who has not registered their model and sees it copied? In this case you can invoke “unfair competition due to slavish imitation”, but the copy must be entirely identical in every detail, otherwise unfair competition cannot be claimed. If in fact the copy is identical to the original then the “mala fide” of the person who copied becomes evident and the law subsequently punishes this incorrect behaviour. So it is quite clear that a registered model enjoys a far more extensive protection than a simple slavish imitation. And it will be far more difficult for a counterfeiter to fend for himself, without being found guilty. Lastly we would recall that, after an Italian or European deposit, said registration can be extended within the first six months to cover any other country of interest, being able to enjoy “priority rights”. As an example a registration in USA will consequently bear the first Italian or European registration date, with obvious advantages. In fact Turkey and China will also recognize the registration as valid be it during the six months in which the model had been advertised or sold.






Brands In This Issue

ALCOZER & J

32

AMEN

34, 54

FOPE

AMIN LUXURY

25, 65

GIORGIO VISCONTI

34

ATHENA

FIERA DI VICENZA

26

POLELLO

41

POMELLATO

75

41, 49

RECARLO

40

GIOVANNI FERRARI

48, 77

ROBERTO COIN

93

35, 55

ROBERTO DEMEGLIO

26, 71-73

BARABABAC

34, 55

GIOVANNI RASPINI

BLISS

34, 38

GOTI

35

ROSATO

BOEHMER ET BASSENGE

28

GRAZIELLA

56

RUE DES MILLE

BOUCHERON

44

HUMILIS – MADE IN ASSISI

55

S'AGAPÕ

BROSWAY

52, 53

CARRERA Y CARRERA

49

CARTIER

40, 42

CASATO

92

CASIO

68, 69

IRAN SOLO EXHIBITION

78, 93 52

32, 52 32

98, 99

SALVINI

40, 50

LAURA FALCINELLI

57

SCAVIA

51

LUCIEN ROCHAT

56

SI CORONA UN SOGNO

32

MANGIAROTTI

87

STEFAN HAFNER

MARIA DE TONI

90

SWAROVSKI

53

37, 49

CHANEL JOAILLERIE

44

MESSIKA

49

THAILAND GEMS & JEWELRY FAIR

28

CHAUMET

44

MVJ SERVICE

66

TI SENTO – MILANO

55

NEW ITALIAN ART

79

TIFFAY & CO.

45

CHOPARD

39, 41

CHRISTIE'S

28

NOMINATION

54

TROLLBEADS

53

CHRISTOFLE

54

OPERA COLLECTION

57

UNODE50

35

DAMIANI

41

ORO TREND

84

VALERIA BUGATTO

32

VAN CLEEF & ARPELS

51 26

DE GRISOGONO

45, 76

DE VECCHI

28

DIOR JOAILLERIE

45, 50

OTTAVIANI BIJOUX

53, 57

PALMIERO

83

VILLA FRANCIACORTA

PASQUALE BRUNI

86

ZANCAN

55

ZYDO BY ANDREA DEL BORGO

FACET BARCELONA

41

PERLUNICA

FALCINELLY ITALY

48

PIAGET

45, 50

FESTINA

56

PICCHIOTTI

51, 85, 91

l'Orafo 2017

111

gennaio

35, 67 39


Advertisers’ Index AMEN

IV copertina

AMIN LUXURY

5

ANDREA DEL BORGO JEWELS

21

BARABABAC

36

BASELWORLD

30

BMB DECORLINE

60

D&SIGN

III copertina, 112

DENTRO LE MURA

2, 3

ERIKA

33

FIERA DI VICENZA

70

GOGGI STERLING

74

GOLD ART

I copertina, 10-13

GRAZIELLA

battente

HONG KONG TRADE DEVELOP. COUNCIL IDONI

17

IGI

88, 97

IL TARÌ

61, 110

INHORGENTA MUNICH LE CAROSE – PINK MOOD MV LUXURY OSIGEM

www.designsrl.com

102

82 14, 15 80, 81 6, 7

PIERDUCA

24

POLELLO

19

RESPONSIBLE JEWELLERY COUNCIL

4

SEA

16

TIMELINE

27, 31

UBM ROTAFORTE

62

UNOAERRE

II copertina, 1

VANESSA'S JOY

23

ZOPPINI

29


GALLERY GIOIELLI POTENZA

BASELWORLD 23 Mar 30 – Hall 2.0 STAND G18 + G24 Vicenzaoro 20 Gen 25 – Hall 2.3 Booth 325



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