€ 5,00
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L’ORAFO ITALIANO 5/6 2017
Indian symbolic languange of hands
Luxury brands among social network and influencers
Marketing
Chantecler
So Capriful! The Island of jewels
Visual
ANNO LXXI MAGGIO/GIUGNO 2017 - € 5,00
enjoy your glamorous life
Capire i tuoi desideri di professionista e tradurre ogni esigenza funzionale in una gioielleria che diventi uno strumento di successo, è il nostro principale obiettivo. Lo facciamo con serietà , esperienza e professionalità . Da sempre.
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GlobalRoundUp
14 news
Torre del Greco / Chopard / Swarovski / Trollbeads / le Bebé / Graziella / Kouture
People&brands
19 FROM THE VILLAGE TO THE ROYALTY
Artwork by Close up Studios Sautoir di Chantecler della collezione Chérie in turchese, oro bianco e boule in diamanti. ■ Sautoir by Chantecler from the Chérie collection in turquoise, white gold and diamonds boule.
In 50 anni di tenacia e determinazione Giuseppe Picchiotti ha creato gioielli per principesse ed ereditiere di tutto il mondo. Un libro celebra l'anniversario di tanti successi
23 LA GRANDE PASSIONE DI TESSERE SOGNI
19 29
Da mezzo secolo Stefan Hafner crea gioielli raffinatissimi, che continuano a incantare per la maestria d'esecuzione, la leggerezza e gli audaci cromatismi
26 avant-garde pugliese
A dieci anni dal primo grande successo le creazioni di Gianni De Benedittis mantengono ancora un forte legame con la sua terra
Desires
28 geometrie creative
Il mondo delle linee perfette è sempre fonte inesauribile di ispirazioni per artisti e designer
29 it's all so capriful!
Coralli e turchesi danno vita a creazioni di grande glamour, vivaci come la famosa isola del Mediterraneo frequentata dal bel mondo internazionale
44 vocazione all'arte
Dopo Baselworld con i suoi capolavori del lusso, Basilea si appresta a ospitare Art Basel
47
46 un grande ritorno
Le spille bijoux tornano alla ribalta nella loro veste più colorata e glamour
47 one thousand and one nights
In viaggio sul tappeto volante attraverso le bellezze dell'India, tra templi dorati ed elefanti decorati, in compagnia di gioielli che richiamano la cultura del luogo
Heritage
67 les bijoux des maharajas
l'Orafo 2017
4
Cinque secoli di gioielleria indiana riuniti in una mostra da Mille e una notte. Il Grand Palais di Parigi apre le porte a 250 pezzi unici appartenenti alla collezione Al Thani
maggio/giugno
Sommario
67
Visual
71
TALKING HANDS
Il linguaggio delle mani, con le sue posizioni simboliche, è un'arte disciplinata che la cultura indiana pratica nella danza e nello yoga. Preziosa e rituale come un gioiello
Artistry
81 dalla meccanica al bijou
Punto di riferimento per l'Art Déco negli ornamenti, Jean Després ebbe l'intuizione di applicare il design dei motori alla gioielleria
InsideJewellery
89 anche il lusso diventa digital
27
Prada, Kering, Chanel: sono sempre più numerosi i luxury group che cambiano strategia promozionale investendo sul web, sui social network e sui giovani influencer
71
94 finalmente una svolta
A fronte di assenze imporanti tra le fila degli espositori, Messe Basel ha deciso di abbreviare la durata della manifestazione
96 tra moda e sport
Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360° nel mondo dei media
98 sotto il sole d'africa
È stato annunciato il rinvenimento di un nuovo deposito di smeraldi a Shakiso, Etiopia: il che suscita un paio di domandine irriverenti
100 english text 108 brands in this issue
89
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l'Orafo 2017
6
maggio/giugno
Quando il lusso si eleva oltre l’esclusività diventa eccezione. Dealer di diamanti unici d’altissima qualità (Certificati GIA, HRD, IGI), di gemme di colore (Certificati GUBELIN, GRS) e one-of-a-kind-jewels, Luxury’s Finest è l’epitome di una ricerca elitaria che appaga una clientela alla ricerca dell’”introvabile” e che vuole sempre distinguersi in ogni occasione.
Elogio della bellezza, la perla è il tocco di stile e di raffinatezza che prende forma nel gioiello. Veste di luce la donna che la indossa, ne innalza ed illumina il fascino e l’eleganza in lei innati. Opera è sintesi di “opera d’arte” di cui la perla è assoluta protagonista. Opera è selezione accurata di perle uniche, di altissima qualità provenienti dai mari giapponesi, tahitiani e australiani. Opera è rarità e perfezione, all’insegna del lusso oltre ogni ostentazione.
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Un tesoro inestimabile di gemme rare e preziose prendono forma in gioielli esclusivi, in cui l’unicità di un autentico Design Italiano e l’abilità di prestigiosi maestri orafi confermano ancora una volta l’essenza originale, incomparabile di un marchio Leader mondiale nell’alta gioielleria, rinomato in tutto il mondo.
Know-how, esperienza e passione per l’eccellenza. ADB consulting è la vera consulenza globale per aziende esclusivamente profilate nell’alto di gamma e nei beni di lusso.
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Efficienza nella gestione ed efficacia nei risultati sono parole d’ordine che trovano nei nostri servizi la soluzione più attuale e performante in un mercato in cui distinguersi è oggi l’unica vera opportunità di esserci, di crescere.
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NUOVI PUNTI DI DISTRIBUZIONE - Dubai Gold Center - Vip Lounge degli aeroporti di Linate, Malpensa, Bologna, Verona, Firenze, Venezia e Napoli - Hotel di Milano a 5 stelle - Clubhouse Brera - Hong Kong Jewellery & Gem Fair - JCK Las Vegas, JA New York - Baselworld - Selezionati buyer internazionali di gioielli - I migliori retailer italiani e internazionali - Edicole aeroportuali e ferroviarie WWW.ORAFOITALIANO.IT
RJC_Layout 1 07/02/17 14:52 Pagina 1
Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera
ANNO LXX - NUMERO 5/6 - MAGGIO/GIUGNO 2017 direttore editoriale direttore responsabile
Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer
Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for supply chain integrity and su- stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 900 Members and more than 600 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/
Andrea Aiello
in redazione
Antonella Garello
collaboratori
Rosa Chiesa, Luigi Costantini, Simona Infantolino, Sonia Sbolzani
iniziative speciali
Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 900 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 600 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/
Ilaria Danieli
Cristina Fagioli - cristina.fagioli@edifis.it
progetto e grafica
Cristiano Guenzi
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traduzioni
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Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it
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Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:
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NEL REGNO
DEL CORALLO Torre del Greco ha ospitato una serie di eventi per celebrare i 150 anni dal Trattato di Amicizia Italia Giappone: 150 anni di consolidato rapporto col Paese del Sol Levante
Lo scorso 20 Aprile Torre del Greco ha celebrato i 150 anni dal Trattato di Amicizia Italia Giappone e il lunghissimo rapporto con questo Paese, da sempre partner privilegiato per i locali produttori di corallo. Tra le varie iniziative, da citare la presentazione del libro La Via del Sol Levante a cura di Mario Vattani, ex Console Generale a Osaka e oggi coordinatore per i rapporti con i Paesi dell'Asia e del Pacifico presso la Direzione Generale per la Mondializzazione del Ministero degli Affari Esteri, e la rievocazione, tramite pannelli fotografici e documenti d'epoca posizionati nella centrale Via Roma, della visita effettuata a Torre del Greco nel 1921 dal principe ereditario del Giappone Hirohito. Inoltre, due funzionari di Poste Italiane hanno eseguito l'annullo filatelico con bollo speciale di cinque cartoline create per l'occasione, rappresentative della cittĂ , dell'evento e della lavorazione artigianale del corallo a Torre del Greco. A sinistra: spilla di D'Elia in oro, diamanti e corallo. A destra: orecchini in corallo rosso del Mediterraneo e zaffiri multicolor della collezione l'Orafo 2017
Dreams di De Simone Fratelli. â– Last 20 April, Torre del Greco celebrated the 150 years since the Italy-Japan Friendship Treaty and the long relationship with Japan, an everlasting privileged partner for the local coral producers. Among the initiatives, we should mention the presentation of the book La Via del Sol Levante by Mario Vattani, former General Consul in Osaka and currently co-ordinator for the relationship with Asian and Pacific Countries at the General Directorate for Globalisation of the Ministry of Foreign Affairs as well as the recollection, through photographic panels and documents of the period in the central Via Roma, of the visit of Japan Crown Prince Hirohito to Torre del Greco in 1921. Moreover, two Italian Mail officials have performed the philatelic obliteration with a special stamp on five postcards, representing the town, the event and the coral craftmanship at Torre del Greco. Left: brooch by D'Elia in gold, coral and diamonds. Right: earrings in Mediterranean coral and multicolor sapphires by De simone Fratelli, Dreams collection. 14
maggio/giugno
Global Round Up
Chopard punta su Rihanna
Una love story iniziata sul red carpet, quella tra Chopard e Rihanna, sfociata nella collezione Rihanna ♥ Chopard in edizione limitata a 9 pezzi. «Sono sempre stata innamorata dei gioielli di Chopard – ha affermato la star – tanto che disegnare una collezione con loro è una gioia che ancora non riesco a descrivere». Grazie a questo speciale connubio la maison si proietta verso un design moderno e audace, con motivi lineari in oro rosa etico (certificato Fairmined) e blocchi di ceramica verde giungla. La collezione debutterà a maggio 2017, in occasione del 70° anniversario del Festival di Cannes di cui Chopard è partner
ufficiale da 20 anni (festeggiati proprio quest’anno). Una piccola anteprima della collezione è stata però già data durante l’ultima edizione dei Grammy Award dello scorso 12 febbraio. ■ The love story between Chopard and Rihanna started on the red carpet and culminated in the Rihanna ♥ Chopard collection, a 9-piece limited edition. «I have always been in love with Chopard’s jewel - the celebrity stated - so much that designing a collection with them is a joy I am still unable to describe». Thanks to this special alliance, the maison projects itself towards a modern and original design, with linear patterns in ethical rose gold (Fairmined certified) and blocks of jungle green china. The collection will make its debut in May 2017, on the occasion of the 70th anniversary of the Cannes Festival: Chopard has been an official partner of the Festival for 20 years (celebrated just this year). A small preview of the collection, however, has already been displayed during the last edition of the Grammy Awards, last 12 February.
Swarovski a tutela dell’estinzione
I Bracciali Unici di Trollbeads
Leoni, tigri, e gorilla di cristallo sui nuovi bracciali disegnati da Fiona Swarovski
Dal workshop alla filantropia, i bead volano in India
Un viaggio in Africa e l’amore per gli animali hanno spinto Fiona Pacifico Griffini-Grasser, direttore creativo del marchio By Fiona, a realizzare la nuova collezione Swarovski Endangered by Fiona. Si tratta di sette bracciali che raffigurano animali africani realizzati con cristalli Swarovski. Parte del ricavato andrà alla
Il viaggio di Trollbeads e dei suoi Bracciali Unici approda in India dove Lise Aagaard, fondatrice del brand, ha dato vita a un workshop per insegnare a un gruppo di rifugiati tibetani disoccupati come realizzare i famosi bead in vetro. Il workshop si è poi trasformato in un vero e proprio progetto filantropico da cui è nato il libro Unici che racconta la storia dell’idea e la collezione di bead in edizione limitata. ■ The journey of Trollbeads and of its Unique Bracelets comes to India, where Lise Aagaard, the founder of
L’alta gioielleria della maison francese incontra l’estro della cantante barbadiana in una speciale collezione in edizione limitata
Black Jaguar-White Tiger Foundation per la tutela degli animali in estinzione. ■ A trip to Africa and her love for animals prompted Fiona Pacifico Griffini-Grasser, creative manager of the By Fiona brand, to design the new Endangered by Fiona Swarovski collection, consisting of seven bracelets representing African animals, made of Swarovski crystals. Part of the proceeds will go to the Black JaguarWhite Tiger Foundation for the protection of animals threatened with extinction. l'Orafo 2017
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maggio/giugno
the brand, has started a workshop to teach a group of Tibetan refugees how to manufacture the famous glass beads. The workshop has then transformed into a real charitable project that has spawned the Unici book, which recounts the history of the idea and of the limited edition bead collection.
Nuova licenza per le Bebé
nuova acquisizione per Graziella
Il nuovo progetto dell’azienda presenta le due prime camerette ispirate alle favole
Nasce la società Graziella&Braccialini con una nuova strategia di sviluppo
In occasione del Salone del Mobile milanese leBebé ha affidato a Baby Expert, azienda che si occupa di arredamento per l’infanzia, la produzione e distribuzione delle sue camerette. Il nuovo progetto arricchisce la grande famiglia leBebé con due collezioni ideate dalla designer Alessandra Baldereschi e presentate nello spazio che ospiterà il primo monomarca del brand, in Corso Garibaldi 22 a Milano. Le due camerette dalle forme arrotondate utilizzano plexiglass trasparente e colorato combinato con legno e si ispirano alle favole classiche e ai luoghi incantati
Dopo le numerose voci di corridoio la notizia sull’acquisizione del brand Braccialini da parte del Gruppo Graziella è diventata ufficiale. Il gruppo aveva vinto il 24 febbraio l’asta del tribunale fallimentare per rilevare il brand fiorentino di pelletteria e nell’ultimo mese aveva ridefinito i dettagli dell’operazione. Il passaggio di proprietà ha dato vita alla nuova società Graziella&Braccialini che si è fatta carico di tutti gli ottantaquattro lavoratori dell’azienda fallita. Le due realtà inizieranno adesso a integrare le rispettive risorse per pianificare una nuova strategia di sviluppo che coinvolga sia il settore del gioiello
sia quello della pelletteria. ■ After many unconfirmed reports, the news about the acquisition of the Braccialini brand by Graziella Group has now become official. On February 24, the group won the bankruptcy court auction to take over the Florentine leather goods brand and in the last month it re-defined the details of the operation. The transfer of ownership originated the new Graziella&Braccialini company, which took on itself all of the eighty-four workers of the bankrupt company. The two businesses will now start integrating their respective resources to plan a new development strategy involving both the jewellery and the leather goods sector.
I gioielli Kouture per l’estate Collezioni dai colori vivaci e dalle forme geometriche per la prossima stagione
dell’immaginario infantile. ■ On the occasion of the Milan Furniture Exhibition leBebé trusted Baby Expert, a company engaged in children’s furniture, with the production and distribution of its children’s rooms. The new project enlarged the great leBebé family with two collections, conceived by the designer Alessandra Baldereschi and presented at spaces that will host the first leBebé singlebrand shop, in Corso Garibaldi 22 in Milan. The two children’s rooms are characterized by rounded shapes, make use of transparent and colored Plexiglas combined with wood and take inspiration from the classical fables and from the enchanted places of children’s imagination.
La tecnica di preservazione del gioiello rimane la cataforesi a nanoceramica, i colori invece diventano quelli accesi dell’estate. Kouture si tinge di arancione, viola e verde acqua per affrontare la luce del sole della bella stagione che sta per iniziare. Le tre collezioni del brand, Waves, Le Due Lune e Chevron, si trasformano quindi per look più leggeri e solari, con forme squadrate e tondeggianti. A queste si aggiunge la collezione Flos, realizzata in bronzo e smalto, ispirata al mondo della natura grazie all’aggiunta dell’elemento floreale. ■ The jewel preservation technique still is nanoceramic cataphoresis, but colors become the strong summer shades. Kouture is tinged with orange, violet and aqua green to face the sunlight of the summer that is about to start. The three collections, Waves, Le Due Lune l'Orafo 2017
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and Chevron, of the brand change towards lighter and sunny looks with boxy and round shapes. An addition to the foregoing is the Flos collection, made of bronze and enamel and taking inspiration from the world of nature thanks to the addition of the floral element.
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Pople & Brands ONE OF A KIND
FROM THE VILLAGE
TO THE JET SET In 50 anni di tenacia e determinazione Giuseppe Picchiotti ha creato gioielli per principesse ed ereditiere di tutto il mondo. Un libro celebra l'anniversario di tanti successi di Ilaria
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People & Brands
S
e oggi Picchiotti è uno dei pochi brand di alta gioielleria che non ha ancora ceduto al downsizing del prodotto e dell’entry-price per tamponare gli effetti della crisi sul mercato del lusso, è anche perché fino a oggi il suo pubblico di riferimento non ha particolarmente risentito delle difficoltà economiche mondiali. Da sempre il marchio fondato cinquant’anni fa e tuttora guidato da Giuseppe Picchiotti si rivolge a principi ed ereditiere del cosiddetto old and new money che possono permettersi di non scegliere in base al prezzo ma in base al design elegante e alla lavorazione raffinata di tradizione italiana, o meglio ancora valenzana. Un risultato ottenuto con grande determinazione in cinque decadi di attività che oggi vengono celebrate da un libro riccamente illustrato e introdotto da un testo di Vivienne Becker, esperta di gioielleria e jewelry editor del Financial Times. Il testo ripercorre la storia di un tipico selfmade man italiano che aveva solo 13 anni quando iniziava il suo apprendistato al banco orafo, nonostante i musi lunghi del padre che lo avrebbe voluto studente di chimica per garantire il futuro della farmacia di famiglia. Ma più degli analgesici e dei rimedi contro la tosse, al giovane Giuseppe interessavano le soluzioni creative: non tutte, sia chiaro, bensì le sue, in cui credeva ciecamente. Ambizioso, instancabile perfezionista, il “jeweler to be” ha frequentato una scuola orafa in Italia e in seguito ha perfezionato gli studi a Londra, imparando così anche la lingua che gli ha reso più semplici i rapporti con il mercato estero, cui è principalmente rivolta la sua produzione. A 20 anni, nel 1967, Giuseppe Picchiotti era già in grado di rendere concreta la sua vocazione: risale a quell’anno infatti la fondazione della sua maison, grazie anche al fondamentale aiuto della sorella Annamaria per la gestione amministrativa. Nata famigliare, l’azienda Picchiotti è rimasta tale e oggi i membri coinvolti non sono più due ma sette, tra genitori, figli e nipoti: oltre al fondatore con la sorella, sono impegnati in azienda la moglie Matilde (Marily), la figlia Maria Carola, i due figli Filippo e Umberto e la nipote Francesca. Può sembrare strano che nessuno in famiglia abbia finora voluto seguire strade diverse dalla gioielleria ma chi nasce a Valenza è in qualche modo predestinato a lavorare nel settore orafo perché tutto, a Valenza, ruota attorno alla gioielleria. Viene da qui la famiglia Damiani e qui esiste un quartiere molto sorvegliato, il Co.In.Or (che si pronuncia come il famoso diamante storico da oltre 100 carati), in cui si concentrano le aziende del settore e i piccoli atelier specializzati. Un terril'Orafo 2017
In apertura, un momento di lavorazione e, in primo piano, anello della collezione Art of Baguette in oro con diamanti. In questa pagina, dall'alto, collana La Colonna Romana in oro bianco e giallo con diamanti, rubini e onice; spilla Rosa in oro bianco e diamanti; anello Marily con diamanti bianchi e diamante bruno giallastro, realizzato nel 2007 per il 40esimo anniversario dell'azienda. n Opening page: a detail of craftmanship and, in the foreground, gold ring from the Art of Baguette collection with diamonds. This page, from top, La Colonna Romana necklace in white and yellow gold with diamonds, rubies and onyx; Rose brooch in white gold and diamonds; Marily ring with white diamonds and yellowish brown diamond, made to celebrate the 40th anniversary of the company in 2007.
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torio di nemmeno 50 chilometri quadrati con poco più di 19 mila abitanti, il distretto orafo conta circa 800 aziende orafe e dà lavoro a 4.700 addetti: nonostante la posizione decentrata e poco servita dai mezzi di trasporto, nonostante la scarsa offerta formativa e le poche distrazioni possibili (a parte le emozioni enogastronomiche, siamo pur sempre in Piemonte), proprio qui Bulgari, maison italiana di grande fama internazionale acquisita nel 2011 dal gruppo francese LVMH, ha recentemente insediato la sua più grande struttura produttiva. Molto concentrato sulle gemme preziose di rara dimensione e qualità, il marchio Picchiotti si è sempre distinto per un design molto femminile, tradizionale e decorativo, con occhio sempre attento al comfort e alla vestibilità. Da questo intento è nata lo scorso anno la collezione Xpandable™, composta da anelli e bracciali tempestati di diamanti sorretti da una struttura leggera ed elastica, adattabile alle diverse misure del dito e del polso. Fedele ai tempi lunghi e meditati della gioielleria, Giuseppe Picchiotti non sembra avere fretta: ogni sua creazione, che in genere debutta al salone annuale di Basilea, è frutto di un pensiero e una
maestria artigianale che in genere arrivano sempre a raggiungere i risultati desiderati. ■ If today Picchiotti is one of the few high jewellery brands that have not yet surrendered to the product and entry price downsizing to counterbalance the effects of the crisis on the luxury market, is also because, so far, its reference public has not been particularly affected by the global economic difficulties. The brand founded fifty years ago and still led by Giuseppe Picchiotti, has always addressed to princes and heiress of the so-called old and new money, coming from the old and new world that can afford to not choose based on the price but on the elegant design and the refined working of the tradition of Italy, or better from Valenza. A result obtained with great determination over five decades of activities that, today, are celebrated through a richly illustrated book with a preface by Vivienne Becker, a jewellery expert and jewellery editor of the Financial Times. The article tra-
In alto, collana della collezione Unique Art in oro bianco con diamanti e rubini. n Above, white gold necklace from the Unique Art collection with diamonds and rubies.
In alto, orecchini Titan Rose della collezione Titanium in oro bianco e titanio anodizzato con diamanti e rubini; a sinistra, anello L'Anfiteatro con rubino e diamanti, realizzato nel 2017 per il 50esimo anniversario dell'azienda. n Above, Titan Rose earrings from the Titanium collection in white gold and anodized titanium with diamonds and rubies; left, L'Anfiteatro ring with ruby and diamonds, made to celebrate the 50th anniersary of the company in 2017.
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People & Brands ces back the story of a typical Italian self made man who started working as an apprentice at the goldsmith desk when he was only thirteen, despite his father’s long faces who wanted him to study chemistry in order to ensure the future of the family business, being the owner of a chemist's for generations. However, young Giuseppe was not interested in analgesic or cough medicines, but in creative solutions: not all, obviously, but his own in which he blindly believed. The “jeweller to be” was an ambitious and hard-working perfectionist who after attending a goldsmith school in Italy concluded his studies in London, also learning a language that simplified the relationships with the foreign market, to which his production is mainly addressed. By 1967, the twenty-year-old Giuseppe Picchiotti had already been able to make his vocation come true: in fact, the foundation of his maison dates back to that same year also favoured by the critical help of his sister Annamaria for the administrative management. Established since the beginning as a family-run enterprise, the Picchiotti company has remained unchanged and today the involved members are no longer two, but seven among parents, sons and grandsons: beside the founder with his sister, also his wife Matilde (Marily), his daughter Maria Carola, his two sons Filippo and Umberto and his granddaughter Francesca are part of the company. It may seem strange that, so far, no one in the family has decided to follow different paths from jewellery, but those who are born in Valenza is in a sense predestined to work in the goldsmith sector as everything in Valenza, revolves around jewellery. The Damiani family comes from here and in this city a well monitored district exists, the Co.In.Or (pronounced as the famous historical 100 ct diamond) where the companies in this sector, along with the small specialised workshops, are located. The goldsmith district comprises a territory less than 50 square kilometres hosting a little more than 19000 inhabitants as well as 800 goldsmith companies employing 4,700 people: despite its decentralized position not well served by the means of transport, despite the poor training offer and the few possible amusements (except for gourmet emotions, we are still in Piedmont), here Bulgari, Italian maison with a great international fame, acquired in 2011 by the French Group LVMH, has recently built its biggest production facility in this district. The Picchiotti brand has always been especially focused on precious gems of rare sizes and quality and has always stood out for a very feminine design, both traditional and decorative, paying particular attention to comfort and wearability. This intent has led to the creation of the Xpandable™ collection consisting in beautiful rings and bracelet studded with diamonds and supported by a light and elastic frame that can be adapted to the different sizes of ring and wrist. Always faithful to long and meditated times, Giuseppe Picchiotti jewellery does not seem to be in a hurry: each creation, in fact, which is usually previewed at the annual exhibition held in Basel, originates from an idea and an artisan mastery that can usually meet the expected results. l'Orafo 2017
Dall'alto, orecchini Enchanting Colour della collezione Essentially Colour in oro bianco con diamanti e zaffiri rosa e blu; anello Red Titan della collezione Titanium in titanio placcato oro rosa con opali etiopi rosa e multicolor e diamanti. n From top, Enchanting Colour white gold earrings from the Essentially Colour collection with pink and blue sapphires; Red Titan ring from the Titanium collection in rose gold-plated titanium with pink and multicolored Ethiopian opals and diamonds.
In basso, a sinistra, anello della collezione Art of Baguettes con diamanti e smeraldi; in basso, a destra, bracciale XpandableT con diamanti e zaffiri. n Below, left, ring from the Art of Baguettes with diamonds and emeralds; below, right, XpandableT bangle with diamonds and sapphires.
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People & Brands LA MAISON
LA GRANDE PASSIONE
DI TESSERE SOGNI Da mezzo secolo Stefan Hafner crea gioielli raffinatissimi, che continuano a incantare per la maestria dell'esecuzione, la leggerezza e gli audaci cromatismi di
Antonella garello
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People & Brands In apertura: anelli Promise in oro con diamanti bianchi, neri e brown, rubini e zaffiri rosa, blu e azzurri; vincitori ai Couture Awards 2011, sezione Bridal. In questa pagina, a sinistra Stefan Hafner, fondatore del brand e, sotto, Francesco Cosentino, direttore creativo. A sinistra: anello Pillow, versione in oro rosa con diamanti, rubini, zaffiri rosa e diamanti. In basso: anello Turandot, versione in oro bianco con diamanti e rubini.
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n perfetto equilibrio tra tecnica e creatività, cromatismi audaci e inaspettate armonie, preziosità e leggerezza, i gioielli Stefan Hafner da 50 anni sono protagonisti sulla scena internazionale della gioielleria haute de gamme. In mezzo secolo di vita, infatti, questa azienda, fondata a Bologna nel 1967 e dal 2011 acquisita dal colosso indiano Gitanjali, ha sempre saputo distinguersi grazie a una carica innovativa che ben pochi possono vantare. «Stefan Hafner, fondatore del marchio omonimo, ha capito che per creare qualcosa di veramente diverso non bastano le modifiche estemporanee o qualche cambiamento di superficie, ma è necessario cambiare prospettiva, ribaltare le convenzioni e i canoni stilistici più mainstream» spiega Francesco Cosentino, da 11 anni designer e direttore creativo della maison. E’ un passo di certo non semplice che richiede umiltà, un grande studio, curiosità e cultura, ma è così che negli Anni Novanta, quando sono quasi d’obbligo i gioielli massicci e impreziositi da pavé di diamanti, Stefan Hafner stupisce con creazioni completamente diverse, preziosissime ma tutte giocate sulla leggerezza, con più spazi vuoti che pieni, grazie all’introduzione delle famose bacchette con le griffe. Il successo è immediato e il passo successivo è la realizzal'Orafo 2017
zione di gioielli ugualmente innovativi e ancora più eterei e morbidi, caratterizzati dalle reti intessute di diamanti e gemme. «Stefan Hafner è stato un grande innovatore anche nella scelta e negli abbinamenti delle pietre - continua Cosentino - che sapeva accostare con un gusto infallibile realizzando combinazioni cromatiche esplosive. Del resto l’audacia dei colori è tuttora uno dei segni distintivi e più apprezzati del marchio. Hafner era un uomo di grande forza e di grande visione, oltre a essere supportato da un inseparabile team creativo: tre designer che lo accompagnavano ovunque e che lui non mancava mai di menzionare e di elogiare. In un’intervista ebbe e chiamarli “i miei angeli”... Questo già negli Anni Novanta e in un settore che ancora oggi è affollato di titolari troppo spesso restii a riconoscere il valore dei loro creativi». Nei suoi lunghi viaggi, soprattutto in Medio Oriente e nel Far East, Stefan Hafner osservava le donne per conoscerle e creare gioielli il più possibile vicini ai loro sogni, servendo personalmente, proprio come un sarto, principesse, regine, nobildonne, mogli di emiri per le quali disegnava gioielli ad hoc. La filosofia dell’azienda, chiosa Francesco Cosentino, è rimasta 24
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Opening page: Promise rings in gold with white, black and brown diamonds, rubies and pink, blue and light blue sapphires; awarded at Couture Awards 2011, Bridal section. Page alongside, on the left Stefan Hafner, founder of the brand and, below, Francesco Cosentino, creative director. On the left: Pillow ring, version in rose gold with diamonds, rubies, pink sapphires and diamonds. At the bottom: Turandot ring, version in white gold with diamonds and rubies. In questa pagina: disegni di bracciali e ornamenti per capelli degli Anni Ottanta, in oro, diamanti e smalti. ■ This page: drawings of bracelets and head pieces from the Eighties, all in gold with diamonds and enamels.
la stessa: «Il legame con la moda per esempio fa parte del Dna del brand e quando parlo di legame con la moda intendo una sintonia profonda, non una banale traduzione. Un gioiello potrebbe ispirarsi per esempio alla struttura di un tessuto piuttosto che riproporre banalmente i colori o le forme di un vestito. Insomma, è una questione di lettura, decodificazione e interpretazione del mondo attuale, per cui bisogna capire cosa e come guardare». Chi acquista un gioiello Stefan Hafner ne ama l’esclusività, la qualità delle gemme, i colori, la maestria d e l l ’ e s e c u z i o n e, senza bisogno di ostentazione e senza snobismi. «Con molte clienti si viene a stabilire un rapporto personale che va oltre il discorso commerciale; una signora russa che aveva acquistato un bracciale decisamente importante mi ha scritto personalmente l'Orafo 2017
per ringraziarmi “di averle regalato un sogno”. Ma potrei citare tante altre occasioni in cui la spontaneità e la semplicità dei gesti delle nostre clienti mi hanno davvero stupito» conclude Francesco Cosentino. I festeggiamenti per il 50° anniversario del marchio si tradurranno in una progressiva rivisitazione, attuale e consapevole, degli elementi iconici del brand: è già stata proposta una collezione giocata sul fiorellino di gemme, per l’anno prossimo probabilmente entreranno in scena le bacchette e il tessuto. «La sfida è sempre la stessa - conclude Francesco Cosentino - Immaginare cose nuove, distinguersi, interpretare la realtà: e continuare a regalare sogni». English translation: see pag. 101 25
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People & Brands DESIGNER
avantgarde
pugliese
A dieci anni dal primo grande successo, le creazioni di Gianni De Benedittis mantengono un forte legame con la sua terra di
Simona Infantolino
U
omo di mondo legato alle sue origini pugliesi, Gianni De Benedittis cela dietro il suo brand futuroRemoto un forte attaccamento alla terra d’origine. Nato a Nardò (Lecce) quarantaquattro anni fa, si è diplomato maestro d’arte all’Accademia Le Arti Orafe di Firenze per poi specializzarsi in Tecniche celtiche al City College di Manchester e in Lavorazione dei Metalli all’Istituto Statale d’Arte P. Selvatico di Padova. Dopo aver lavorato con gli artisti dell’oro Francesco Pavan e Graziano Visintin a Padova e Giò Carbone a Firenze, si è segnalato nel 2007 con la vittoria del concorso di Vogue Italia Who’s on Next? nella categoria gioielli. Una grande soddisfazione che lo ha spinto a superare i propri limiti. «Già dal giorno successivo mi sentivo quasi svuotato – confessa lo stesso De Benedittis – con un impellente bisogno di un’altra carica di adrenalina, per inseguire nuove idee e progetti, per ricominciare una nuova avventura creativa». Sarà stato forse questo “impellente bisogno” a spingere il designer a mettersi in gioco confrontandosi con mondi complementari a quello del gioiello. Dopo soli due anni dal concorso inizia, infatti, la sua collaborazione con Guillermo Mariotto, direttore creativo della Maison Gattinoni, Dall'alto, anello Livella della collezione riconfermata anche quest’anPalingenesi in oro e diamanti; anello no in occasione della sfilata Etilometro della collezione Equilibrio di Altaroma 2017. «L’espePrecario in argento con bagno in oro e diamante nero; il designer Gianni rienza della moda mi è serDe Benedittis; collana Spaghetti della vita per approdare, poi, al collezione incubEAT in argento con cinema e al teatro, monbagno in oro. ■ From top, Livella ring di che mi permettono di from the Palingenesi collection in gold with diamonds; Etilometro ring from confrontarmi con la scethe Equilibrio collection in gold plated na in modi diversi: con la silver and black diamond; the designer moda tento di esprimere Gianni De Benedittis; Spaghetti necklace il desiderio di indossare from the incubEAT collection in gold plated silver. un gioiello, la bellezza e la vanità; per il cinema invece realizzo gioielli più ricercati che possano trasmettere un’emozione anche attraverso il grande schermo». A conferma del grande successo delle sue creazioni De Benedittis viene scelto per la realizzazione dei
Da sinistra, manale in argento, onice e diamanti e anello in argento con finitura in foglia d'oro, entrambi della collezione Falene. ■ From the left, hand accessory in silver, onyx and diamonds and silver ring with gold leaf finishing, both from the Falene collection.
gioielli per le pellicole di Ferzan Ozpetek, mentore e con il passare del tempo anche amico, che lo ha «educato ad avere un’ulteriore attenzione al dettaglio, al contesto nel quale esprimerlo e un grande rispetto per tutte le persone con cui si lavora». Dal film Mine Vaganti, alle messinscene d’opera di Aida e Traviata fino ad arrivare ai giorni nostri e all’ultimo film del regista, Rosso Istanbul. Proprio sulla locandina di quest’ultimo Ozpetek ha deciso di far comparire il Pumo, una delle ultime creazioni del designer ispirata al tradizionale oggetto ornamentale della cultura pugliese: si tratta di un bocciolo di rosa che sta per schiudersi, simbolo di nascita, cambiamenti e novità nella vita. Il Pumo è solo l’ultimo esempio di quanto forte sia il legame che unisce De Benedittis alla sua terra. «Solo la vita appartata dei luoghi periferici riesce a restituirmi sensazioni uniche, emozioni pure e intatte, incontaminate dalle troppe sovrastrutture dei luoghi oramai inflazionati. Si ha bisogno delle proprio radici, per creare; ogni nostro atto creativo è sempre un ritorno alle origini». Passato che si mescola a presente e futuro dando vita a gioielli cinetici dal design d’avanguardia; oggetti audaci e istintivi, quasi terapeutici – li definisce così lo stesso designer – in grado di dare la possibilità a chi li indossa di esprimere parti nascoste della propria personalità. Proprio l’idea di mostrare se stessi e il proprio stile, senza cedere alla via troppo facile della copia o dell’interpretazione di creazioni già esistenti, è il suggerimento che il designer si sente di dare ai giovani talenti che hanno deciso di intraprendere la sua stessa strada: «Inventate sempre nuovi stili e rivoluzionate radicalmente l’immaginario estetico collettivo!». Guardando invece al proprio futuro sono in arrivo grandi novità: l’apertura di un nuovo show room a Lecce, la distribuzione della sua ultima collezione Falene da LuisaViaRoma a Firenze e un sogno nel cassetto, l’apertura di una scuola di oreficeria e design del gioiello proprio in Salento. Pensando ancora più in là, fra altri cinquant’anni, «mi immagino vecchio e decadente, buttato sul mio solito divano e circondato da tutte le mie donne di sempre, amiche e clienti, come nella delirante Città delle donne di Fellini, pronte a esibire i miei gioielli ancora attuali».
A destra, anello Burqa della collezione Latitudini Improbabili in argento e diamanti neri, foto di Federico Barbieri; in basso, collana Pumo in oro e locandina del film Rosso Istanbul. ■ Right, Burqa ring from the Latitudini Improbabili collection in silver with black diamonds, photo by Federico Barbieri; below, Pumo gold necklace and the Rosso Istanbul film's poster.
English translation: see pag. 101 l'Orafo 2017
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Desires
flash
TREND
geometrie
creative Il mondo delle linee perfette è da sempre fonte inesauribile di ispirazione per artisti e designer di
Antonella Garello
C
roce e delizia per tanti studenti di ogni ordine e grado, la matematica e la geometria con le loro regole e logiche sono state alla base di infiniti capolavori artistici nel corso del tempo. La modularità, regolarità e ripetitività degli schemi e delle costruzioni, la linearità e le proiezioni perfette conferiscono a dipinti e manufatti asciuttezza, coerenza e una razionalità che richiamano l’idea stessa della perfezione. Gli orafi hanno spesso attinto a questo linguaggio fatto di ordine e precisione ingentilendo le proprie creazioni con un uso sapiente del colore o al contrario accentuando proprio l’essenzialità della composizione, giocando con superfici lisce o interrotte da tagli che, come nella grande pittura, costituiscono possibili aperture verso nuove dimensioni. ■ Over time, mathematics and geometry, a mixed blessing for many students of any grade, have been the basis for infinite art masterpieces thanks to their rules and logics. The modularity, uniformity and repetitiousness of diagrams and constructions, the linearities and the perfect projections bestow paintings and artifacts with sharpness, coherence and rationality reminding the very same idea of perfection. Goldsmiths have often taken inspiration from this language made of order, refining their creations with a savvy use of colour or, on the contrary, emphasizing the very essentiality of shapes and compositions, playing with surfaces either smooth or interrupted by cuttings that, as in important paintings, represent possible openings towards new dimensions.
Dall'alto in senso antiorario: orecchino in oro giallo della linea Lighteen di Claudia Oddi. Orecchini a spirale placcati in oro di Uncommon Matters. Orecchini in argento 925 della collezione Galaxy di Diva Gioielli. Orecchini in oro della collezione Cuts di Mattioli. Anello Sailing Heart della collezione Tales di Francesca Mo: i gioielli di questa linea sono disponibili in bronzo, argento, o, su richiesta, in oro.
From top, counter clockwise: yellow gold earring from the Lighteen line by Claudia Oddi. Gold plated spiral earrings by Uncommon Matters. Sterling silver earrings from the Galaxy collection by Diva Gioielli. Gold earrings from the Cuts collection by Mattioli. Sailing Heart ring from the Tales collection by Francesca Mo: the jewels in this line are available in bronze, silver, or, upon request, in gold.
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Desires close up A PLACE, A JEWEL
IT'S ALL
SO CAPRIFUL! Coralli e turchesi danno vita a creazioni glamour e vivaci come la meravigliosa isola del Mediterraneo, famosa fin dai tempi antichi per la sua bellezza e la dolcezza del clima Danieli e Antonella Garello
Photo Courtesy Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
di Ilaria
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Photo Courtesy: Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
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Pagina a lato: collana in corallo rosso e diamanti della collezione Chérie di Chantecler. In questa pagina, a destra: collier di De Simone Fratelli in corallo aka e diamanti della collezione Icon. Qui sotto: anello di Zydo by Andrea del Borgo in oro rosa con zaffiri, diamanti e corallo centrale taglio cabochon. ■ Page alongside: necklace in red coral and diamonds from the Chérie collection by Chantecler. This page, on the right: necklace by De Simone Fratelli in aka coral and diamonds from the Icon collection. Below: a ring by Zydo by Andrea del Borgo in rose gold with sapphires, diamonds and cabochon coral at the centre.
Capri è sacra. L’obiettivo non è vederla, ma avvertirvi una certa qualità di emozione. Jean-Paul Sartre
Qui sopra: orecchini Damiani Masterpiece della collezione Anima in oro bianco con diamanti bianchi, zaffiri viola e azzurri e corallo centrale. A sinistra: anello di Oro Trend in oro rosa con diamanti bianchi e cognac e corallo Mediterraneo taglio cabochon. Collezione Sardinia. ■ Above: Damiani Masterpiece earrings from the Anima collection in white gold with white diamonds, violet and blue sapphires and coral at the centre. Left: a ring by Oro Trend in rose gold with white and cognac diamonds and cabochon cut Mediterranean coral. Sardinia collection.
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In basso a sinistra: anello Raffaello di Rovian in oro bianco, corallo rosso e diamanti. Sotto: orecchini Campanelle di Angeletti in oro bianco, corallo rosso e diamanti. â– Below, left: Raffaello ring by Rovian in white gold, red coral and diamonds. Below: Campanelle earrings by Angeletti in white gold, red coral and diamonds.
Pagina a lato: collana montata in oro bianco con corallo rosso Sardegna e diamanti di Scala Gioielli. In questa pagina, qui sopra: collier Cupido di Rajola in corallo moro, diamanti e oro bianco. In alto a destra: anello di D'Elia in oro bianco, diamanti e corallo. â– Page alongside: a necklace mounted in white gold with red Sardinia coral and diamonds by Scala Gioielli. This page, above: Cupido necklace by Rajola in moro coral, diamonds and white gold. Top, right: a ring by D'Elia in white gold, diamonds and coral.
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Photo Courtesy: Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
In questa pagina, dall'alto in senso orario: bracciale Rosario di Amen in argento 925 e grani in corallo bambù. Collana in oro giallo e diamanti con corallo cerasuolo e onice di Mattia Mazza. Anello di Alcozer & J in ottone dorato con sirena e corallo, collezione Opera Unica. ■ This page, from top clockwise: Rosary bracelet by Amen in sterling silver with bamboo coral beads.Yellow gold necklace with diamonds, cerasuolo coral and onyx by Mattia Mazza. Ring by Alcozer & J in gold plated brass with mermaid and coral, Opera Unica collection.
Pagina a lato: Ingrid Bergman e Pietro Capuano, fondatore di Chantecler, a Capri nel 1954. Qui sotto: orecchini Raffaello di Rovian in oro bianco, corallo peau d'ange e diamanti bianchi e brown. ■ On the page alongside: Ingrid Bergman with Pietro Capuano, founder of the maison Chantecler, in Capri in 1954. Below: Raffaello earrings by Rovian in white gold, peau d'ange coral, white and brown diamonds.
La campanella di Capri era un oggetto iconico ancora prima che la maison Chantecler la rendesse il proprio atout. Vuole la leggenda che un povero pastorello dell’isola, cercando la sua unica pecora purtroppo smarrita, sia stato attirato da un suono e per raggiungerlo quasi cadesse in un burrone. Da quel burrone però emerse San Michele in persona che donò al pastorello una campanella in grado di fargli trovare la sua pecora ma anche di proteggerlo da tutti i mali. Sul luogo di quell’apparizione il medico svedese Axel Munthe, grande personaggio dell’isola, fece costruire la propria dimora, battezzata villa San Michele, e seguendo la simbologia della protezione dai mali nel 1945 il gioielliere Chantecler donò una campana al presidente Roosvelt, all’indomani della liberazione d’Italia dal nazi-fascismo. Per tutta la seconda metà dell’Ottocento e il primo novecento, comunque, guerre o non guerre, Capri aveva goduto di una fama crescente, non tanto come luogo di vacanza, turistico come è oggi, quanto come rifugio di una comunità eccentrica e cosmopolita, tendenzialmente ricca, composta da medici riservati come Axel Munthe e nobili bizzarri come Dado Ruspoli, pittrici bisessuali come Romaine Brooks e scrittori di ambigua fede politica come Curzio Malaparte. Tutti questi animi in pena riuscivano a trovare pace e ispirazione a Capri, rendendola un piccolo paradiso nell’immaginario comune. Tra i “principi” dell’isola, oltre all’imperatore Tiberio e al grande Totò (alias principe De Curtis), la figura di Pietro Capuano, il fondatore della boutique Chantecler assieme al socio Salvatore Aprea, emerge sia come inesauribile animatore della mondanità del luogo, sia come creatore di piccoli e grandi oggetti del desiderio. Le sue collezioni degli anni ’50 e ‘60, così come l’attualità del marchio passato in mano ai figli di Salvatore Aprea (Gabriele, Costanza e Maria Elena), sono raccontate nel volume edito da Rizzoli qualche anno fa e oggi riproposto dalla maison per celebrare i suoi 70 anni. Oltre al fascino della piazzetta frequentata da Grace Kelly, Ingrid Bergman, Jackie Kennedy e molte altre personalità internazionali che qui si spogliavano degli abiti couture per indossare sandali piatti e calzoni corti alla caviglia, risplendono tra le pagine del libro anche i faraglioni e la Certosa, gli smeraldi e gli smalti, la Grotta Azzurra e i preziosi collier che il gioielliere caprese concepiva e produceva grazie alla sua inesauribie creatività e alla grande competenza degli artigiani napoletani. Non stupisce che ancora oggi sia vivo e brillante il mito della campanella Chantecler e che anche le guide turistiche menzionino la boutique omonima come una tappa irrinunciabile di ogni gita nell’isola.
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Photo Courtesy: Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
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A sinistra: Jackie Kennedy Onassis con Salvatore Aprea e Pietro Capuano, 1970. Al centro: Grace Kelly indossa pantaloni Capri, poco prima del suo matrimonio con Ranieri di Monaco. In basso: Sophia Loren a Marina Grande di Capri, 1960. Qui a destra: collier in oro bianco con diamanti e corallo della collezione Daphne Corallo di Salvini. â– Left: Jackie Kennedy Onassis with Salvatore Aprea and Pietro Capuano, 1970. At the centre: Grace Kelly with Capri pants, soon before her marraige with Rainier Prince of Monaco. Below: Sophia Loren at Marina Grande, Capri, 1960. Right: white gold necklace with diamonds and coral from the Daphne Corallo collection by Salvini.
Qui sopra: L'Ora di Capri, orologio Stella Marina in acciaio con cinturino in pelle. A destra: orecchini Anima 70 di Chantecler in oro giallo, diamanti e corallo salmone. Qui attorno: collana in oro e corallo mediterraneo di Misani, scomponibile in collana e bracciale. â– Above: L'Ora di Capri, Stella Marina watch in steel with leather strap. Right: Anima 70 earrings by Chantecler in yellow gold, diamonds and salmon coral. Here around: necklace by Misani in gold and Mediterranean coral, made up of necklace and bracelet..
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Photo © Marka
Capri è un bocconcino minuscolo, ma delizioso. Il fatto è che qui vedi subito, in un sol giorno, tanta di quella bellezza che ne rimani come ubriaco, inebetito, e non riesci più a fare nulla. Continui a guardarti intorno e a sorridere. Maksim Gor'kij
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Photo Courtesy: Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
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In nessun luogo al mondo ci sono tante occasioni di deliziosa quiete come in questa piccola isola. Charles Dickens
In alto a sinistra: orecchini di Zoppini in acciaio e turchese, collezione Pepita. In alto: anello in oro brunito con turchese e diamanti della collezione Fortaleza di Salvini. Qui sopra: bracciale in metallo argentato e pietre azzurre di Ottaviani. ■ On this page, top left: earrings by Zoppini in steel and turquoise from the Pepita collection. Top : a ring in burnished gold with turquoise and diamonds from the Fortaleza collection by Salvini. Above: bracelet in silver plated metal and stones by Ottaviani.
Pagina accanto: Campanella Enchanté di Chantecler in oro rosa con rubini e diamanti. Qui accanto: anello in oro bianco con perla e turchese della collezione Tenerife di Bliss. ■ Page alongside: Campanella Enchanté pendant by Chantecler in rose gold with rubies and diamonds. Aside: white gold ring with pearl and turquoise from the Tenerife collection by Bliss.
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Photo Courtesy Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
Pagina accanto: disegno preparatorio per un elaborato gioiello di Chantecler. In questa pagina. al centro: una modella indossa gioielli della collezione Logo di Chantecler. A destra: collana Persia Corallo della collezione Lanterne di Namida by Gold Sisters, interamente lavorata a mano in oro, corallo e perle. â– Page alongside: preparatory drawing for an elaborate jewel by Chantecler. This page, at the centre: a model wearing jewels from the Logo collection by Chantecler. Right: Persia Corallo necklace from the Lanterne di Namida by Gold Sisters, entirely hand made in gold, coral and pearls.
Qui sopra: anello della collezione Lotus di Ole Lynggaard Copenhagen in oro giallo e rosa con corallo rosso cabochon. A destra: orecchini Ibiza di Giovanni Raspini in argento 925 e corallo rosso. â– Above: a ring from the Lotus collection by Ole Lynggaard Copenhagen in yellow and rose gold with red cabochon coral. Right: Ibiza earrings by Giovanni Raspini in sterling silver and red coral.
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Photo Courtesy: Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
L’imperatore Tiberio governava da Capri quel mondo antico di cui il Mediterraneo era il centro, libero di realizzare qualsiasi capriccio della sua immaginazione. Aveva la certezza fisica di essere il vero padrone di tutto ciò su cui il suo sguardo poteva spaziare. Richard Newbury
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Photo Courtesy: Chantecler, The Love and Creation of Beauty, Rizzoli 2015
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Pagina a lato; anelli della collezione DiAmour di Chantecler in oro con diamanti, corallo e pietre naturali. In questa pagina, variazioni sul tema dei portafortuna. A sinistra: collier in oro bianco e rosa 9 carati, smalto e diamante della collezione Be Happy Lucky di Salvini. ■ Alongside: rings from the DiAmour collection by Chantecler in gold with diamonds, coral and natural stones. This page, variations on amulets. Left: 9 carat white and rose gold necklace, with enamel and diamond from the Be Happy Lucky collection by Salvini.
The Capri bell was an iconic item even before maison Chantecler made it their symbolic asset. Legend tells us that a poor shepherd, seeking his only sheep which he had lost, was attracted by a sound, and while trying to get closer to it, nearly fell into a ravine. From the ravine, out came Saint Michael himself, who gave the shepherd a little bell which not only allowed him to find his sheep again, but also to protect it against every evil. On the site of the apparition, the Swedish doctor Axel Munthe, a great personality of the island, built himself a house and called it villa San Michele; faithful to the symbolism of protection against evil, in 1945 the jeweller Chantecler made a gift of a bell to President Roosevelt, just after the liberation of Italy from Nazi-Fascism. Throughout the nineteenth and early twentieth centuries, however, war or no war, Capri enjoyed a rising fame, not only as a tourist resort as it is today, but also as a refuge for an eccentric and cosmopolitan community, prevalently well-off, consisting of discreet physicians like Axel Munthe and bizarre noblemen like Dado Ruspoli, bisexual painters like Romaine Brooks and writers of ambiguous political loyalties like Curzio Malaparte. All these anguished souls found relief and inspiration in Capri, making it a little paradise in the common imagination. Among the “princes” of the island, besides Emperor Tiberius and the great Totò (alias Principe De Curtis), the figure of Pietro Capuano, founder of the Chantecler boutique together with his partner Salvatore Aprea, stands out as the untiring animator of high society life on the island, as well as creator of minor and major items of desire. His collections of the 1950s and 1960s, as well as recent history of the brand now in the hands of Salvatore Aprea’s children (Gabriele, Costanza and Maria Elena), are the subject of a book published by Rizzoli a few years ago and proposed again by the maison now to celebrate its 70th birthday. Besides the charm of the "piazzetta" where Grace Kelly, Ingrid Bergman, Jackie Kennedy and many other international celebrities used to replace their haute couture mise with flat sandals and trousers short at the ankle, the book also shows us the Faraglioni and the Certosa, the emeralds and glaze, the Grotta Azzurra and the precious colliers which the Capri jeweller designed and produced, thanks to his inexhaustible creativity and the great skill of Neapolitan craftsmen. It comes as no surprise then that the myth of the Chantecler bell is still alive and shining, and that tourist guides mention the namesake boutique as an essential stopover during every excursion on the island.
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Sopra: bracciale con simboli portafortuna della collezione Enjoy di Morellato in acciaio, smalto e cristalli. In basso: portachiavi in argento 925 di Giovanni Raspini. In basso a sinistra: charm in argento 925 e smalto rosso di Rosato, collezione My Luck. ■ Above: bracelet with good luck symbols from the Enjoy collection by Morellato in steel, enamel and crystals. Below: sterling silver keyholder by Giovanni Raspini. Below, left: charm in sterling silver and red enamel by Rosato, My Luck collection.
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EVENTI
vocazione
all'arte Dopo Baselworld coi suoi capolavori del lusso, Basilea si appresta a ospitare Art Basel di
Antonella Garello
A
ppena archiviata Baselworld, Basilea si prepara ad accogliere a breve, dal 15 al 18 Giugno, il suo secondo fiore all’occhiello, Art Basel, il grande evento fieristico internazionale cui ogni anno partecipano le principali gallerie d’arte da tutto il mondo per presentare le opere di oltre 4000 artisti. Anche in questa occasione Messe Basel saprà coinvolgere tutta la città, con mostre ed eventi organizzati nei musei, nelle gallerie e nelle location più autorevoli. Capitale mondiale dell’arte a Giugno, Basilea è stata a Marzo capitale mondiale del lusso con Baselworld, registrando la presenza di marchi prestigiosi dell’orologeria e della gioielleria mondiale che hanno presentato veri e propri capolavori di arte orafa, gioielli sontuosi scintillanti di diamanti e delle gemme più rare e preziose che hanno stupito per lo sfarzo, la creatività e la perfetta esecuzione. In questa pagina, dall’alto in senso orario: anello della collezione Flora di Gucci, in oro bianco 18 carati con diamanti e madreperla. Anello della collezione Papaveri di Nouvelle Bague in oro, smalti e diamanti neri. Anello Blue Titan di Picchiotti interamente realizzato in titanio azzurro con diamanti e madreperla e uno zaffiro centrale taglio cushion di 5 carati. Anello di Mattioli in oro rosa e rodolite, dalla collezione Les Epoques. Nella pagina a lato, dall’alto: anello della collezione Happy Hearts di Chopard in oro rosa 18 carati con diamanti mobili, diamanti e malachite, disponibile anche con occhio di tigre. Anello in oro bianco con diamanti e pietre semipreziose della collezione Aria di Stefan Hafner. Anello Velluto di Stenzhorn in oro con rubini e diamante, collezione Mosaic, linea Classical. Anello in oro bianco con zaffiri blu e diamanti della collezione Haute Couture di Roberto Coin. ■ With Baselworld just finished, Basel is getting ready to welcome its second most important event: Art Basel, from June 15th to 18th, the great international fair attended every year by the main art galleries around the world, presenting works by over 4000 artists. Messe Basel will once again find a way to involve the whole city, with shows and events organised in museums, art galleries and the most authoritative locations. World art l'Orafo 2017
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Qui accanto, Under the Volcano (1992), pennelli e pittura acrilica su tela di Arman, ar tista più volte presentato ad Ar t Basel. In basso, mount fuji with cloud (after Hiroshige), 2014, opera di Billy Childish presentata ad Ar t Basel 2015. ■ On the side, Under the Volcano (1992), paintbrushes and acrylic paint on canvas by Arman, an ar tist presented at Ar t Basel on several occasions. Below: mount fuji with cloud (after Hiroshige), 2014, a work by Billy Childish presented at Ar t Basel 2015.
capital in June, Basel in March was the world luxury capital with Baselworld, attended by prestigious watch making and jewellery brands from all over the world, who presented true masterpieces of goldsmithery, sumptuous jewellery shining with diamonds and the rarest and most precious gems with amazing splendour, creativity and perfect crafting. Page alongside, from top clockwise: ring from the Flora collection by Gucci, in 18 carat white gold with diamonds and motherof-pearl. Ring from the Papaveri collection by Nouvelle Bague in gold, enamel and black diamonds. Blue Titan ring by Picchiotti entirely made of blue titanium with diamonds and motherof-pearl and a 5-carat cushion cut sapphire at the centre. A ring by Mattioli in rose gold and rhodolite from the Les Epoques collection. On this page, from top: a ring from the Happy Hearts collection by Chopard in 18 carat rose gold with moving diamonds, diamonds and malachite, also available with tiger's eye. Ring in white gold with diamonds and semiprecious stones from the Aria collection by Stefan Hafner. Velluto gold ring by Stenzhorn with rubies and diamonds from the Mosaic collection, Classical line. White gold ring with blue sapphires and diamonds from the Haute Couture collection by Roberto Coin.
Desires
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L'ACCESSORIO
un grande
ritorno
NICITTA Spilla in carta di cotone e lino, disponibile in diverse misure e varianti di colore. ■ Cotton and linen paper pin, available in various sizes and variations of colour.
Le spille bijoux tornano alla ribalta nella loro veste più colorata e glamour di
Antonella Garello
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AYALA BAR Spilla Begonia in metallo silver plated, strass e tessuto. Collezione Essentia. ■ Begonia brooch in silver plated metal, strass and fabric. Essentia collection.
alle passerelle delle ultime sfilate alla vita di tutti i giorni, le spille bijou sono tornate alla ribalta come originale e inaspettato ornamento per abiti, camicie, fusciacche, borse e cappelli e le proposte sono davvero inesauribili, pensate per ogni look e stile di vita, perfette in qualunque occasione e ora della giornata. Trasformate da oggetti di comune utilità ad accessorio glamour, coloratissime, richiamano la flora e la fauna primaverili, come quelle di Giulia Barela e Ornella Bijux, oppure rimandano agli allegri astrattismi di Paviè o alle elaborate strutture compositive di Ayala Bar. Nicitta le realizza partendo da ritagli di tessuto, in carta di cotone e lino, nel pieno rispetto delle persone e dell'ambiente. ■ From catwalks to the latest fashion shows, bijou pins and brooches are back under the spotlight as an original and unexpected ornament for dresses, shirts, sashes, bags and hats. There is no end to proposals, designed for every look and lifestyle, perfect for every situation and time of day. From everyday practical items, they have become highly coloured glamour accessories, reminiscent of springtime flora and fauna, like those by Giulia Barela and Ornella Bijoux, or else the cheerful abstract creations by Paviè or the elaborate compositions of Ayala Bar. Nicitta makes them starting from fabric cuttings, made of cotton and linen paper , fully respecting people and the environment.
PAVIÈ Spilla della linea Anastasia, realizzata con pietre Swarovski dai volumi importanti. ■ A brooch from the Anastasia line with large Swarovski crystals. ORNELLA BIJOUX Spilla aigrette dalle delicate tonalità, dedicata al risveglio di primavera. ■ Aigrette brooch with delicate hues, dedicated to the reawakening Spring.
GIULIA BARELA Spilla Butterfly in bronzo dorato della collezione Obladì Obladà, in versione azzurra. ■ Gilded bronze Butterfly pin from the Obladì Obladà collection, in blue version.
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Desires close up INDIA
ONE THOUSAND
AND ONE NIGHTS Viaggio sul tappeto volante attraverso le bellezze dell'India, tra templi dorati ed elefanti decorati, in compagnia di gioielli ispirati alla cultura del luogo di
Simona Infantolino
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Desires
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NERI ROMUALDO Collana della collezione Cupola Stellata in oro giallo e rosa con diamantatura. ■ Yellow and rose gold necklace from the Cupola Stellata collection with diamond milling.
Come le storie raccontate da Shéhérazade per far innamorare il re persiano Shahriyãr, il viaggio in India compiuto in questo servizio dal tappeto volante attraversa luoghi da Mille e una notte. Partendo da una delle tappe più amate del Paese, il mausoleo del Taj Mahal, si attraversano le abitazioni avvolte dai riflessi dorati del deserto e la foresta di mangrovie per raggiungere il Tempio d'Oro di Amritsar, il lago Gadi Sagar (meta del Rajasthan amata dai turisti per i suoi templi sull’acqua) e il coloratissimo Tempio di Meenakshi Amman. Gli elefanti che attraversano le vie delle città sono decorati da tappeti le cui frange ricordano quelle dei tassel jewel. Superati gli elefanti, si vola vicino ai grandi palazzi di Maharaja e Maharani che l’iconografia tradizionale ci ha restituito adorni di perle, grandi collier e preziosissimi orecchini chandelier. Si prosegue verso i templi al cui interno le statue di Ganesha, Shiva, Kali e delle altre divinità induiste dalle mille braccia indossano bracciali e anelli dalla vestibilità inconsueta. Il tappeto volante mostra un’India colorata i cui simboli rievocano nell’immaginario la gioielleria che potrebbe essere stata esposta nel mercato di Chandni Chowk a Delhi così come durante una fiera di gioielleria in giro per il mondo. L’attrazione per l’India è una costante della cultura del Novecento, e si perpetua a tutt’oggi: lo dimostra il fascino ancora molto intenso delle foto di Henri Cartier-Bresson visibili alla mostra India in full frame aperta fino al 31 maggio al Rubin Museum of Art di New York. ■ The journey to India on the flying carpet illustrated in this feature, like the stories Shéhérazade told to make the Persian king Shahriyãr fall in love with her, goes through places like those of The Thousand and One Nights. Starting from the Taj Mahal, one of the most beloved locations in the whole country, it goes across the houses engulfed in the golden reflections of the desert and the mangrove forest to reach the Golden Temple of Amritsar, the Gadi Sagar Lake (a Rajasthan destination loved by tourists because of its lakeside temples) and the colorful Meenakshi Amman Temple. The elephants travelling through the city streets are festooned with carpets sporting fringes looking like those of tassel jewels. Past the elephants, the carpet flies close to the great palaces of the Maharaja and Maharani, which traditional artwork depicts adorned with pearls, big necklaces and priceless chandelier earrings. It continues towards the temples: inside them, the statues of Ganesha, Shiva, Kali and of the other thousand-arm Hindu deities are embellished with bracelets and rings of unusual wearability. The flying carpet shows a colourful India, whose symbols evoke in our imagination the jewellery that could have been sighted either in the Chandni Chowk market of Delhi or even during a jewellery fair around the world. The fascination for India is a constant of the Twentieth Century culture and continues to this days: as it is proved by the still strong appeal of Henry Cartier-Bresson’s pictures on display at the India in Full Frame exhibition, open up to May 31 at the Rubin Museum of Art in New York. l'Orafo 2017
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REBECCA Collana in bronzo placcato oro rosa con sfere metalliche. ■ Rose gold plated bronze necklace with metallic spheres.
UTOPIA Orecchini della collezione Aqua in oro giallo con perle d’acqua dolce. ■ Yellow gold earrings from the Aqua collection with freshwater pearls.
MEWO Orecchini in rame placcato oro rosa con cristalli. ■ Rose gold plated copper earrings with crystals.
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Desires
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AUTORE Collana Comet della collezione Stardust in oro bianco con diamanti e perle South Sea. ■ Comet necklace from the Stardust collection in white gold with diamonds and South Sea pearls.
BOUCHERON Orecchini Nagaur della collezione Indian Palace in oro bianco con diamanti e perle giapponesi. ■ Nagaur earrings from the Indian Palace collection in white gold with diamonds and Japanese pearls.
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TIFFANY & CO. Collana della collezione Great Gatsby in platino con perle coltivate d’acqua dolce e diamanti. ■ Necklace from the Great Gatsby collection in platinum with cultivated freshwater pearls and diamonds.
SALVINI Collana della collezione Euforia in oro bianco con diamanti. ■ White gold necklace from the Euforia collection with diamonds.
MARTINI ITALY Collana della collezione Tessa in argento con zirconi. ■ Silver necklace from the Tessa collection with zircons.
ARTLINEA Orecchini in argento con rodio nero. ■ Black rhodium plated silver earrings.
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Desires
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CHOPARD Collana della collezione Precious Chopard in oro bianco con zaffiri e diamanti. â– White gold necklace from the Precious Chopard collection with sapphires and diamonds.
STENZHORN Collana in oro bianco con diamanti e smeraldo cabochon. â– White gold necklace with diamonds and cabochon emerald.
BOUCHERON Collana reversibile della collezione Jodhpur in oro bianco con diamanti, zaffiri, marmo e cristalli di rocca. â– Reversible white gold necklace from the Jodhpur collection with diamonds, sapphires, marble and rock crystals.
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CASATO Collana della collezione Vie en Rose in oro bianco con diamanti. â– White gold necklace from the Vie en Rose collection with diamonds.
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MESSIKA Collier della collezione Swinging Paris in oro bianco e diamanti. â– White gold collier from the Swinging Paris collection with diamonds.
ROBERTO COIN Collana della collezione New Barocco in oro rosa con diamanti. â– Rose gold necklace from the New Barocco collection with diamonds.
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GRAZIELLA Accessorio da polso-dita Sugar Skull della collezione Simboli in argento dorato. ■ Sugar Skull wrist-finger ornament from the Simboli collection in gold plated silver.
BULGARI Anello-bracciale Divas’ Dream Bellezza in oro rosa con madreperla e diamanti. ■ Divas’ Dream Bellezza ring-bracelet in rose gold with mother-ofpearl and diamonds.
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MESSIKA Anello Sortija Doble della collezione Madeleine in oro bianco con diamanti. ■ Sortija Doble ring from the Madeleine collection in white gold and diamonds.
STEFAN HAFNER Ornamento da polso-dita in oro bianco con diamanti e zaffiri. ■ Wrist-finger ornament in white gold with diamonds and sapphires.
VAISHAL JARIWALA Ornamento da polso-dita in oro bianco con diamanti, tanzanite e smeraldi. ■ Wrist-finger ornament in white gold with diamonds, tanzanite and emeralds.
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MORAGLIONE Anello flessibile della collezione Margherita in oro rosa con dettagli in oro bianco e diamanti. â– Flexible rose gold ring from the Margherita collection with white gold details and diamonds.
UTOPIA Anello della collezione Night Fever in oro rosa con diamanti bianchi e perle South Sea. â– Ring from the Night Fever collection in rose gold with white diamonds and South Sea Pearls.
MATTIOLI Anello della collezione African Queen in oro nero e diamanti neri. â– Black gold ring from the African Queen collection with black diamonds.
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CHOPARD Orecchini in oro bianco della collezione Precious Chopard con diamanti. â– White gold earrings from the Precious Chopard collection with diamonds.
VAN CLEEF & ARPELS Orecchini Main de Fatma della collezione Palais de la Chance in oro bianco con diamanti e turchese. â– Main de Fatma earrings from the Palais de la Chance collection in white gold with diamonds and turquoise.
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PICCHIOTTI Orecchini della collezione Unique Art in oro bianco con diamanti e rubini della Birmania. ■ White gold earrings from the Unique Art collection with diamonds and Burma rubies.
MOUSSON Orecchini in oro nero della collezione Gothic con granato, rubini e zaffiri. ■ Black gold earrings from the Gothic collection with garnet, rubies and sapphires.
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AUTORE Orecchini Taj Mahal della collezione Metropolitan in oro bianco con rubini, diamanti, granato, topazi e perle South Sea. ■ Taj Mahal white gold earrings from the Metropolitan collection with rubies, diamonds, garnets, topaz and South Sea pearls.
LEO PIZZO Orecchini in oro della collezione Merletti con diamanti e zaffiri rosa. â– Gold earrings from the Merletti collection with diamonds and pink sapphires.
GIOVANNI FERRARIS Orecchini in oro bianco della collezione Polvere di Stelle con diamanti e zaffiri blu. â– White gold earrings from the Polvere di Stelle collection with diamonds and blue sapphires.
BLISS Orecchini della collezione Catwalk in argento placcato rutenio con cubic zirconia. â– Earrings from the Catwalk collection in ruthenium-plated silver with cubic zirconia.
CHANEL Orecchini Moisson d’Or della collezione Les Blés de Chanel in oro bianco e giallo con zaffiri gialli e diamanti bianchi. ■ Moisson d’Or earrings from the Les Blés de Chanel collection in white and yellow gold set with yellow sapphires and white diamonds.
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Heritage
EXHIBITION
LES BIJOUX
DES MAHARAJAS Cinque secoli di gioielleria indiana riuniti in una mostra da Mille e una notte. Il Grand Palais di Parigi apre le porte a 250 pezzi unici appartenenti alla collezione Al Thani di
Rosa Chiesa
Heritage
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isveglia l’immaginario collettivo da Mille e una notte la mostra allestita a Parigi fino al 5 giugno grazie agli sforzi congiunti della Réunion des musées nationaux - Grand Palais, con la collaborazione del Museo nazionale delle arti asiatiche – Guimet. Partendo dai fasti dell’epoca Moghul, antecedente la penetrazione britannica in India, nota per lo sfarzo della corte imperiale oltre che per magnifiche testimonianze come il fiabesco Taj Mahal, la mostra intreccia cinque secoli di storia della gioielleria indiana narrati attraverso l’esposizione di più di 250 pezzi appartenenti alla collezione Al Thani. Un percorso scandito da gemme preziose e leggendarie, ma anche da originali objets de vertu, che si snoda dall’age d’or del XVII secolo al successivo periodo Darbâr, passando attraverso il periodo coloniale per arrivare infine alle creazioni contemporanee. La curatela della mostra si muove su un doppio registro, da un lato esibendo la finezza artistica della tradizione indiana, dall’altro evidenziando i suoi rapporti con l’Europa a partire dal Rinascimento. Divisa in quattro sezioni, la mostra dedica intere parti alle straordinarie creazioni Moghul, alle creazioni in pietre dure dal cristallo di rocca alla giada, alle raffinatissime tecniche tradizionali, dallo smalto policromo al kundal, che permette l’incastonatura di pietre preziose senza l’utilizzo dei griffi. Non solo gioielli ma anche preziosi mobili, come lo scrittoio in oro massiccio incrostato di pietre preziose e l’appoggia piedi prestato dall’Ermitage, compongono la terza sezione, mentre alla gioielleria più spettacolare, dalle parure reali di diamanti e gioielli di eccezionale valore, databili dal XVII al XX, agli ornamenti per l'Orafo 2017
turbante, è interamente dedicata la quarta sezione della mostra. È proprio qui che l’Europa entra in scena grazie ai lavori di talentuosi gioielleri che hanno saputo mixare le geometrie Déco con il gusto indiano, come attesta l’aigrette smaltata a forma di pavone creata da Mellerio dits Meller e le eccezionali creazioni di Jacques Cartier come l’Oeil du Tigre del 1937, realizzato per il Maharajah Digvijaysinhji, uno straordinario diamante cognac montato su platino come ornamento per turbante e il maestoso collier Art Déco realizzato, sempre nel 1937, utilizzando rubini appartenenti al tesoro reale. La mostra termina con un occhio al contemporaneo, esponendo creazioni di gioielliera indiana ed europea, ribadendo come anche un’altra mostra recente dedicata all’Orientalismo (GAMManzoni - Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea, Milano) quanto il fascino esotico rappresenti una fonte inesauribile di ispirazione per le creazioni di artisti, gioiellieri, pittori, e letterati. ■ It arouses the collective imaginary world of a Thousand and One Nights the exhibition set up in Paris until 5th June, thanks to the joint forces of Réunion des musées nationaux - Grand Palais, with the collaboration of the Musée Nation a l des arts asiatiques – Guimet. Starting from the pomp and splendour of the Mughal era, prior to the British penetration into India, famous for the magnificence of the Imperial court as well as for the superb traces left behind such as the fabulous Taj Mahal, the exhibition weaves a five-century long story of Indian jewellery, narrated by the 68
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In apertura: allestimento della mostra Joyaux de la collection Al Thani. © Rmn-Grand Palais. Pagina precedente, dall'alto: allestimento della mostra Joyaux de la collection Al Thani. © RmnGrand Palais; ornamento da turbante l’Oeil du Tigre di Cartier della collezione The Al Thani in platino con diamanti bianchi e diamante Oeil du Tigre. Foto di Laziz Hamani; spilla Aigrette di Mellerio dits Meller della collezione The Al Thani 2015 in oro e platino con diamanti e smalti. Foto di Prudence Cuming Associates Ldt.
n Opening page: view of the exhibition Joyaux de la collection Al Thani. © Rmn-Grand Palais. Previous page, from top: view of the exhibition Joyaux de la collection Al Thani. © Rmn-Grand Palais.; l’Oeil du Tigre turban ornament by Cartier from The Al Thani collection in platinum with white diamonds and Oeil du tigre diamond. Photo by Laziz Hamani; Aigrette brooch by Mellerio dits Meller from The Al Thani 2015 collection in gold and platinum with diamonds and enamels. Photo by Prudence Cuming Associates Ldt.
exhibition of over 250 pieces from the Al Thani collection. A tour, marked by precious legendary gems but also by original objets de vertu, winding its way from the golden age of the XVII century up to the following Darbâr Period, passing through the colonial period to finally arrive at contemporary creations. The exhibition curatorship moves on a parallel, on the one side displaying the artistic refinement of Indian tradition, on the other highlighting its relationships with Europe starting from the Renaissance period. Divided into four sections, the exhibition devotes entire portions to the extraordinary Mughal creations, to creations in hardstone from rock crystal to jade and to the extremely refined traditional techniques, such as al kundal polychrome enamel that makes it possible to set precious stones without using claws. Not only jewels but also precious furniture, such as the writing desk in solid gold encrusted with precious stones and footrest lent by the Hermitage, comprised in the third section, whilst the fourth section in the exhibition is entirely devoted to the most spectacular jewellery, from the royal diamond parures
and jewels of exceptional value, datable from the XVll to the XX century, to ornaments for turbans. And it is precisely here where Europe comes onto the scene thanks to the works of highly talented jewellers, expert in mixing Déco geometries with Indian taste, as proved by the enamelled aigrette in the shape of a peacock created by Mellerio dits Meller and the exceptional creations of Jacques Cartier such as his Oeil du Tigre of 1937, made for Maharajah Digvijaysinhji, an extraordinary cognac diamond mounted in platinum as an ornament for a turban and the fantastic Art Déco collier made, always in 1937, with rubies belonging to the royal treasury. The exhibition ends with an eye to the contemporary, exhibiting Indian and European jewellery creations, reasserting, as done by another recent exhibition on Orientalism (GAMManzoni - Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea, Milan), the degree whereby exotic fascination represents a never ending source of inspiration for the creations of artists, jewellers, painters and men/women of letters.
In questa pagina, dall'alto: ornamenti da turbante della collezione The Al Thani 2013 in oro con diamanti, rubini e spinelli e in oro con spinelli, diamanti, rubini, smeraldi e smalti. Foto di Prudence Cuming Associates Ldt; allestimento della mostra Joyaux de la collection Al Thani. © RmnGrand Palais. n This page, from top: turban ornaments from The Al Thani 2013 collection in gold with diamonds, rubies and spinels and in gold with spinels, diamonds, rubies, emeralds and enamels. Photo by Prudence Cuming Associates Ldt; view of the exhibition Joyaux de la collection Al Thani. © Rmn-Grand Palais.
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Heritage A sinistra: Copricapo della collezione The Al Thani 2013 in tessuto con perle, vetro colorato, diamanti, smeraldi, rubini e piume. A destra: ornamento da turbante della collezione The Al Thani 2013 in oro e argento con smeraldi, diamanti e perle, clip di Cartier. Foto di Prudence Cuming Associates Ldt. n Left: Fabric headpiece from The Al Thani 2013 collection with pearls, colored glass, diamonds, emeralds, rubies and feathers. Right: turban ornament from The Al Thani 2013 collection in gold and silver with emeralds, diamonds and pearls. Clip by Cartier. Photos by Prudence Cuming Associates Ldt.
In alto: ritratto del Maharaja Sir Krishnaraja Wodeyar Bahadur, olio su tela (1906). Š Victoria and Albert Museum, London. A sinistra: spilla Aigrette della collezione The Al Thani 2016 di Robert Linzeler su disegno di Paul Iribe in platino con smeraldo, zaffiri, diamanti e perle. Photo di Prudence Cuming Associates Ldt. n Above: portrait of Maharaja Sir Krishnaraja Wodeyar Bahadur, oil on canvas (1906). Š Victoria and Albert Museum, London. Left: Aigrette brooch from The Al Thani 2016 collection by Robert Linzeler based on Paul Iribe’s drawing in platinum with emerald, sapphires, diamonds and pearls. Photo by Prudence Cuming Associates Ldt.
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Visual THE EXOTIC MUDRA
TALKING
HANDS
Il linguaggio delle mani, con le sue posizioni simboliche, è un'arte disciplinata che la cultura indiana pratica nella danza e nello yoga. Preziosa e rituale come un gioiello By Close Up Studios
Visual
FASCINO E CULTO DEL Mudra, la gestualità simbolica delle mani di Rosa Chiesa Non se ne conosce l’origine esatta, ma sono diffusi nel mondo intero con la danza indiana, nello yoga e non solo. In particolare in India i mudra, le posizioni simboliche delle mani – il termine sanscrito significa anche sigillo – sono parte di qualunque attività religiosa e si ritrovano usualmente nell’iconografia delle divinità induiste. Specialmente nel Kundalini Yoga (che punta al risveglio della forza spirituale che riposa alla base della colonna vertebrale), i mudra rivestono un ruolo fondamentale poiché si considera che ogni zona delle mani rifletta una parte del corpo o del cervello, e le mani siano dunque uno specchio del corpo e dell’anima. Praticare i mudra, per lo yoga, significa da un lato impiegare alcune zone del cervello e dell’anima, ma contemporaneamente giovarsi di un effetto benefico generato dall’applicazione delle posizioni stesse. Il chin mudra per esempio, la base dello yoga e la posizione più nota, significa l’incontro, il sigillo, tra la consapevolezza cosmica (il pollice) e quella umana, individuale (indice). Questo movimento esprime il desiderio di armonia tra il microcosmo e il macrocosmo, o tra l’umano e il divino. Il prithivi mudra invece pare sia efficace nel combattere la carenza di energia nel chackra della radice, o il vayu mudra aiuta nel prevenire il gonfiore in ogni parte del corpo. Esistono però anche i mudra spirituali che si utilizzano durante le meditazioni, come l’atmanjali mudra, l’unione delle mani davanti al chackra del cuore che favorisce l’equilibrio, l’armonia tra i due emisferi destro e sinistro del cervello e dona pace, o il dharmachackra mudra nel quale le mani formano una ruota, che nella mitologia induista significa il completamento, la ruota della vita. I mudra sono altrettanto presenti nella danza indiana, nella quale occhi, mani e movimento del corpo reggono una narrazione che non necessita di parole. Attraverso l’uso delle mani la danzatrice o il danzatore esprimono “la vita dell’universo”, significati ancestrali e simbolismi, superando con il linguaggio gestuale qualsiasi spiegazione verbale. E non a caso un grande coreografo come Béjart negli anni ’70 ha chiamato la sua scuola di danza e teatro a Bruxelles proprio Mudra. Le posizioni mistiche delle mani, nell’arte della rappresentazione delle divinità indiane, hanno un forte ruolo comunicativo, nel rafforzare i caratteri peculiari, i punti di forza attribuiti alle divinità. Se è vero che il linguaggio gestuale ha una innegabile forza comunicativa, come ci ricorda in modo certo laico ma efficace e ironico anche Bruno Munari nel 1958 con il Supplemento al dizionario italiano, stilando un decalogo dei gesti e forme espressive non verbali, la grande differenza tra noi occidentali di scuola illuminista e la cultura indiana, risiede nell’effetto che viene attribuito ai mudra, capaci secondo alcuni di modificare gli stati d’animo e quelli di coscienza, migliorando la qualità della vita.
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■ Their exact origin is unknown, but mudras have actually been spread throughout the world by Indian dancing, yoga and not only. Particularly in India the mudras, mystic positions of hands – the Sanskrit term also signifying seal and symbol - are part of any religious rite, and can usually be found in the iconography of Hindu divinities. Mudras in particular play an essential role in Kundalini Yoga (based on awakening the spiritual force resting at the bottom of the spine), as it is believed that each zone of the hand reflects a part of the body and brain and so the hands are the mirror of body and soul. To practice mudra in yoga signifies on the one side using several zones in the brain and soul, but at the same time enjoying a beneficial effect generated by taking up these positions. For example, chin mudra, the basis of yoga and the best known position, signifies the meeting, seal, between cosmic consciousness (the thumb) and the human, individual one (index). This movement expresses the desire for harmony between microcosm and macrocosm, or between the human and divine. Whilst prithivi mudra appears to be effective in fighting lack of energy in the chackra of the root, or the vayu mudra helps to prevent swelling in all parts of the body. But there are also spiritual mudras, used during meditations, such as joining the hands together in front of the chakra of the heart to foster equilibrium, harmony between the two hemispheres to the right and left of the brain and donate peace, or the dharmachackra mudra in which hands form a wheel, in Hindu mythology signifying completion, the wheel of life. Mudras are likewise found in Indian dancing, where eyes, hands and movement of the body bear a narration not necessitating words. The dancer expresses “the life of the universe” through the use of their hands, ancestral meanings and symbolism overriding, with gestural language, any verbal explanation. And it was by no chance that in the 70’s the great choreographer Béjart called his dancing and theatre school in Brussels, precisely Mudra. In the art of representing Indian divinities, the mystical positions of hands have a pronounced communicative role in highlighting the peculiar features and strong points attributed to divinities. If it is true that gestural language has an undeniable communicative force, as we are also reminded in a decidedly secular but effective and ironic manner by Bruno Munari in 1958 with the supplement to the Italian dictionary, in drawing up a guide on gestures and non-verbal expressive forms, the great difference between we westerners of the Enlightment school and the Indian culture, lies in the effect attributed to mudras, able, according to some, to change the states of soul and those of consciousness, improving the quality of life.
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Pagina precedente: Anello Occhio di Angry in oro bianco e giallo con diamanti bianchi e neri, zaffiri blu e zaffiri azzurri. Sullo sfondo un'opera dell'artista Jangarth Singh Shyam tratta dal libro Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. In questa pagina, Baciamano di Gold Art in oro rosa, giallo e bianco con beads dalla particolare finitura diamantata. Sullo sfondo, un'opera dell'artista Mayank Kumar Shyam tratta dal libro Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012 l'Orafo 2017
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Visual
Handpiece di RCM in oro bianco e diamanti. Sullo sfondo di entrambe le pagine un'opera di Jivja Soma Mashe tratta dal libro Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. â– Handpiece by RCM in white gold and diamonds. On the background of both pages a work of art by Jivja Soma Mashe taken from Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. l'Orafo 2017
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Da sinistra, anello bidita e anello multinocca Fiori arabi di Angry in oro bianco e diamanti bianchi e verdi. â– From the left, multi-finger and multi-knuckle Fiori arabi rings by Angry in white gold and white and green diamonds.
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Visual
A sinistra, anello in diamanti bianchi e zaffiri su oro bianco di Palmiero. Sulo sfondo di entrambe le pagine, un'opera di Jivya Soma Mashe tratta dal libro Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. â– Left, a white gold ring in white diamonds and sapphires by Palmiero. On the background of both pages a work of art by Jivja Soma Mashe taken from Indian Contemporary Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. l'Orafo 2017
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A destra, anello in oro bianco di Palmiero con diamanti bianchi e colorati, zaffiri e pietre semipreziose. â– Right, a white gold ring by Palmiero with white and coloured diamonds, sapphires and semi-precious stones.
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Visual
Anello multi-dita di Falcinelli Italy in oro bianco con diamanti, paraiba, peridoto e topazio azzurro. Sullo sfondo di entrambe le pagine, un'opera di Ratna Raghia Dhusalda tratta dal libro Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. â– White gold multi-finger ring by Falcinelli Italy with diamonds, paraiba, peridoto and blue topaz. On the background of both pages a work of art by Jivja Soma Mashe taken from Indian Contemporary Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. l'Orafo 2017
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Bracciali di Pierduca Gioielli a un filo in oro rosa e diamanti brown, a tre fili in oro rosa e diamanti brown, a cinque fili in oro rosa e diamanti brown e bianchi, a tre fili in oro bianco e diamanti bianchi, a cinque fili in oro bianco e diamanti bianchi, brown e neri.â– Bracelets by Pierduca Gioielli: one string in rose gold with brown diamonds, three strings in rose gold with brown diamonds, five strings in rose gold with white and brown diamonds, three strings in white gold with white diamonds, five strings in white gold with white, brown and black diamonds.
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Visual
Bracciale e anello della collezione Rio di F.A. Gioielli in oro rosa con diamanti, zaffiri rosa e tormaline rosa. Sullo sfondo, un'opera di Ram Singh Urveti tratta dal libro Indian Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012. â– Bracelet and ring from the Rio collection by F.A. Gioielli in rose gold with diamonds, pink sapphires and pink tourmalines. On the background a work of art by Ram Singh Urveti taken from Indian Contemporary Contemporary Art, Five Continents Editions, Milano 2012.
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Artistry THE MASTER
DALLA MECCANICA
AL BIJOU
Punto di riferimento per l'Art DĂŠco negli ornamenti, Jean DesprĂŠs ebbe l'intuizione di applicare il design dei motori alla gioielleria, trasformando bulloni e ingranaggi in orecchini e spille. Una lezione imitata ancora oggi di I laria
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Danieli
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Artistry Pagina precedente: Jean Després al tavolo di lavoro ad Avallon negli anni '30. A destra: il negozio di oggetti d'arte e da regalo della famiglia Després ad Avallon nel 1890. Tutte le immagini di questo servizio sono tratte dal libro di Melissa Gabardi Jean Després, Idea Books, Milano 1999. n Previous page: Jean Després at his desk in Avallon in the Thirties. On the right: the art and gift item shop runned by the Després family in Avallon in 1890. All the pictures of this feature are taken from the book Jean Després by Melissa Gabardi, Idea Books, Milano 1999.
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ssere nato a Souvigny, cittadina nota a tutta la Francia per la sua arte vetraia, una sorta di piccola Murano tra i vulcani d'Alvernia, ed essere cresciuto ad Avallon nel negozio di oggetti da regalo dei genitori, deve essergli servito per capire che la creatività non prende solo la via delle arti accademiche considerate “nobili” ma anche delle arti cosiddette applicate, cioè vicine alla vita e agli oggetti di tutti i giorni. Jean Després nasce nel 1889 e diventa presto un ragazzo vivace come la sua epoca e indisciplinato come i movimenti avanguardistici che si andavano formando a cavallo del nuovo secolo. Dopo varie esperienze scolastiche approda in un istituto religioso dove si fa notare per le doti che dimostra nel disegno, soprattutto nella riproduzione puntigliosa di pezzi meccanici. È inoltre molto sportivo, instancabile ciclista, sport in cui eccelle anche a livello agonistico. A 16 anni deve però abbandonare le due ruote perché il padre lo manda a Parigi ad apprendere il mestiere di orafo in un laboratorio nel Marais. Ovviamente qui respira il clima eccitante della città e frequenta il quartiere degli artisti di Montmartre dove lega con i pittori cubisti e il loro circolo. Nel 1917 viene richiamato alle armi e passa in aviazione, dove lavora inizialmente come meccanico. Più tardi, grazie all’abile uso della matita, diventa disegnatore di motori e questa esperienza resterà alla base, per quanto paradossale possa sembrare, anche della sua futura carriera di gioielliere. Alla fine della guerra raggiunge la famiglia ad Avallon e assume la gestione del negozio, dove riesce a organizzare un piccolo laboratorio orafo nel retrobottega. In un primo tempo lavora soprattutto il peltro, poi sempre di più anche l’argento e altri metalli preziosi. Nel 1924 diventa proprietario dell’attività e inizia la sua produzione di gioielli, che si distinguono per un rivoluzionario rinnovamento di forme e idee: oggetti originali e d’avanguardia, per nulla basati sull’importanza delle gemme e dei metalli. Oggetti grintosi, espressi con un linguaggio autonomo ispirato al meccanicismo. Després modella anelli e spille in forme di ingranaggi e manovelle, bielle e pistoni: i suoi bijoux moteurs evocano in modo inequivocabile l’esperienza maturata come disegnatore di motori di aerei. Al Salon des Artistes Decorateurs del 1928 purtroppo tutti i suoi gioielli vengono rifiutati, ma entra poco dopo nel circolo di artisti protetti dal sarto Jacques Doucet, che gli commissiona alcuni lavori e gli fa conoscere Etienne Cournault, grande incisore su vetro, con il l'Orafo 2017
Dall'alto, in senso orario: bracciale in argento con lacca e inserti di vetro inciso da Etienne Cournault; Jean Després con la madre; la moglie di Jean Després, Simone, a un vernissage. n From top right, clockwise: silver bracelet with lacquer and glass elements engraved by Etienne Cournault; Jean Després with his mother; Jean Després wife, Simone, during a vernissage.
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A destra: modella che indossa la spilla in argento, onice, oro e pietra verde opaca del 1920 riprodotta qui sotto. n On the right: a model wears the brooch in silver, gold, onyx and green opaque stone shown below.
Sotto: orecchini a clip in argento, vermeil, pietre verdi semiopache. n Below: clip earrings in silver and vermeil with green semiopaque stones.
quale inizia a collaborare creando i cosiddetti bijoux glaces: anelli, spille, braccialetti, pendenti e collane soprattutto in argento con inserti in oro che includono vetri incisi o dipinti da Cournault. Nel 1932, al Salon des Artistes Decorateurs, arriva finalmente il momento di Després: infatti vengono molto apprezzati i suoi “gioielli democratici”, che incontrano il desiderio comune di oggetti decorativi ma più accessibili dei preziosi tradizionali. «Io non sono gioielliere, non lavoro in finezza, ma in forza…», diceva il designer, sottolineando l’aspetto rigoroso e tecnico dei suoi prodotti, che erano un continuo esperimento su metalli e materie prima sconosciute all’impiego in gioielleria come acciaio, bronzo e ceramica. Se il grande pubblico ha oggi scordato il suo nome, il suo segno creativo resta tuttavia un punto fermo per la gioielleria contemporanea e le sue espressioni più nord-europee, così vicine al rigore della meccanica e delle linee Art Déco: non dobbiamo dimenticare infatti che è proprio nell’ambito di questo momento estetico tra gli anni ’20 e i ‘40, tanto elegante quanto astratto, che Jean Després esprime le sue realizzazioni migliori, oggetto di retrospettive anche in anni recenti. ■ Being born in Souvigny, a village known throughout France for its glass making art, a kind of little Murano among Auvergne volcanos, and having grown up at Avallon in his parents’ gift shop, seems to have helped him to understand that creativity does not only take the shape of reputedly “noble” academic arts, but also that of so-called applied arts, close to life and to everyday items. Jean Després was born in 1889 and soon became a boy as lively as his times, and undisciplined like the avant-garde movements which were developing at the dawn of the new century. After various kinds of schooling, he ended l'Orafo 2017
up in a religious institution where he was noticed because of his gift for drawing, especially for accurate reproduction of mechanical items. He was also a great sportsman, an untiring cyclist, a physical activity where he competed professionally. At the age of 16, he had to give up cycling, since his father sent him to Paris to learn the goldsmith’s art at a workshop in Marais. There of course he breathed in the exciting climate of the city, and here he spent time in the artist’s district in Montmartre where he associated with the Cubist painters. In 1917, he was called to arms and joined the air force, where he first worked as a mechanic. Later, thanks to his skilful use of the pencil, he became an engine designer, and this experience – however paradoxical it may seem – laid the foundations for his future career as a jeweller. At the end of the war, he joined his family ay Avallon and took over the shop, where he managed to organise a small jeweller’s workshop in the back room. First, he worked especially with pewter, then increasingly with silver, but also with precious metals. In 1924 he became owner of the business, and started making jewels on his own, which stood out because of the revolutionary way they renewed shapes and ideas: original and avant-garde items, which owed nothing to the importance of gems and metals. Aggressive items, expressed in an independent way, inspired by mechanics. Després modelled rings and pins in the shape of gears and knobs, rods and pistons: his bijoux moteurs unmistakably evoke the experience he developed as designer of aeroplane engines. At the Salon des Artistes Decorateurs in 1928, all his jewels were rejected, but he soon after joined the circle of artists protected by fashion designer Jacques Doucet, who commissioned 83
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Artistry A destra: modella che indossa, tra gli altri gioielli, il braccialetto in argento, onice e cristallo di rocca del 1930 riprodotto qui sotto. n On the right: a model wearing, among the other jewels, the bracelet in silver, onyx, and rock crystal, 1930, shown below.
him some works and let him meet Etienne Cournault, a great glass engraver with whom he started working. Together, they created so-called bijoux glaces: rings, pins, bracelets, pendants and necklaces, especially using silver with gold inserts including glass engraved or painted by Cournault. In 1932, Després finally found his moment at the Salon des Artistes Decorateurs: in fact, his “democratic jewels” were highly ap- preciated, since they satisfied the common desire for items which could be decorative but at the same time more accessible than traditional jewels. «I am no jeweller, I don’t work with finesse, but with force…», the designer used to say, emphasising the strict and technical aspect of his products, which were a way of constantly experimenting with metals and raw materials hitherto unknown for use in jewellery, such as steel, bronze and ceramic. While the public at large has forgotten his name today, his creative sign is still a landmark for contemporary jewel making and its more northern European expressions, so close to the strictness of mechanics and the lines of Art Déco: we must not in fact forget that it was in the context of this elegant and abstract aesthetic movement, between the 1920s and 1940s, that Jean Després expressed his best creations, the subject of retrospective exhibitions even in recent years. l'Orafo 2017
A sinistra, dall'alto: anello in argento e anello "pièce moteur", sempre in argento, entrambi del 1931. A destra, dall'alto: spilla in argento, oro, corallo e onice del 1931. Spilla in argento, oro, turchese e onice, sempre del 1931. n On the left, from top: silver ring and "pièce moteur" silver ring, both dated 1931. On the right, frow top: silver brooch with gold, coral and onyx dated 1931. Silver brooch with gold, turquoise and onyx dated again 1931.
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erikagioielli.com
Inside Jewelry MARKETING
ANCHE IL LUSSO
DIVENTA DIGITAL Prada, Kering, Chanel: sono sempre piĂš numerosi i luxury group che cambiano strategia promozionale investendo sul web, sui social network e sui giovani influencer di Ilaria
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Danieli
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Inside Jewelry Pagina precedente, da sinistra in alto in senso orario: street style da Thesartorialist.com; Patrizio Bertelli con Miuccia Prada, selfie moment. In questa pagina, a destra, François-Henri Pinault, Ceo di Kering; in basso bracciale in oro rosa e diamanti di Mattioli, collezione Tagli. Pagina a lato, da sinistra in alto in senso orario: alcuni scatti dal profilo Instagram di Anum Bashir (@desertmannequin), influencer molto seguita in Qatar, e, in basso, orecchini Happy Hearts di Chopard in oro rosa, diamanti e malachite.
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e anche Fabrizio Bertelli, patron di Prada assieme alla moglie Miuccia, cede al richiamo digitale vuol dire che il mondo della comunicazione è proprio cambiato, anche nell’Olimpo del lusso. Il brand che per quasi tutto il primo decennio degli anni 2000 ha snobbato il web, apparendovi solo con una welcome page quando maison come Dior e Chanel già concentravano sui rispettivi siti le loro campagne promozionali più innovative, ha infatti deciso di rivedere tutta la sua strategia digitale entro l’anno, come Bertelli ha dichiarato in una recente conferenza stampa contestuale alla presentazione dei risultati annuali, i più bassi mai registrati. Perciò la maison italiana ha deciso di rinfrescare l’appeal del propri siti al fine di presentare nuovi prodotti, renderli disponibili alla vendita online e creare “excitement”, che in termini un po’ più concreti significa coinvolgimento, inclusione e condivisione di esperienze. La riserva del luxury world nei confronti di Internet, che non può offrire il medesimo impatto visivo di una foto stampata a colori su un magazine patinato, è quindi ormai caduta di fronte all’efficacia della disponibilità commerciale omnichannel e del cosiddetto inbound marketing, cioè l'abilità di farsi trovare invece di andare alla ricerca del consumatore d’elezione; omnicanalità e inbound marketing si sono dimostrati infatti driver strategici di business anche in case histories molto blasonate, come Burberry, Gucci, Louis Vuitton ed Hermès. Del resto, chi lo sa più chi è il “consumatore tipo” di un determinato brand? Ormai il fashion buzz è globalizzato e nelle più periferiche città del Far East si cercano gli stessi prodotti e gli stessi valori venduti nelle capitali europee; sono passati i tempi delle specificità territoriali e grazie ai mobile device tutti hanno la sensazione di poter essere al centro del mondo, giusto laddove accade ciò l'Orafo 2017
che fa tendenza. «I consumatori non desiderano più che gli si venda qualcosa, vogliono essere parte di qualcosa», ha detto Rhea Saran, editor-in-chief di Condé Nast Traveller Middle East. Inoltre, se fino a una decina d’anni fa erano i cosiddetti trendsetter e le icone di stile a dettare le mode, spesso dalle pagine delle riviste patinate, oggi può capitare che incredibili successi di vendite siano guidati da un drappello di giovanissimi influencer (una categoria recentemente entrata nelle classifiche periodiche del Forbes), spesso appartenenti alla generazione Z nata dalla fine degli anni ’90 in poi. Generalmente “figli (fratelli, nipoti) di”, famosi fin dalla nascita, da belli a bellissimi, ben vestiti e iperconnessi, velocissimi nella gestione delle informazioni che quotidianamente ricevono o generano loro stessi sui loro smartphone. È chiaro infine che negli ultimi anni il successo commerciale dei luxury brands si gioca nei mercati orientali e del Far East: «La prima ondata del nostro e-commerce globale – ha dichiarato Bertelli - partirà entro la fine dell’anno in Cina, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Russia, per proseguire negli altri paesi l’anno prossimo». In altre parole, l’Europa e per certi versi anche gli Usa stanno diventando una periferia creativa, dove si crea e si produce un lusso da vendere a fusi orari diametralmente opposti, a pubblici quasi sconosciuti, sfruttando Internet. Tra i fenomeni degni di nota segnalati sull'ultimo 90
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mente meno efficace in termini di vendite. Ma chi sono questi influencer? Utilizzatori esperti di Instagram, innanzitutto, soprattutto se si vogliono raggiungere i ricchi mercati arabi. Secondo diversi studi i consumatori di queste aree, soprattutto i più giovani, leggono i consigli degli infuencer prima di fare acquisti, tanto che Instagram in Egitto, Libano, Arabia Saudita, Tunisia ed Emirati Arabi è cresciuto del 24% dal 2013 al 2016, mentre Twitter è diminuito del 17%. Può essere quindi strategico essere menzionati da giovani Insta-star come Saufeeya Goodson (@Feeeeya), che divide il suo tempo tra Dubai e gli Stati Uniti, con un seguito di 256 milioni di follower. Oltre a essere bella e abilissima nel make up, come tutta la selfie generation, Saufeeya è la co-creatrice dell’account @hijabfashion, che intende mostrare la grandeur della moda occidentale da un punto di vista periferico. La sua influenza tra le giovani abbienti del Medio Oriente è tale da averle fatto conquistare un servizio su Teen Vogue, una intervista su Paper Magazine e un ritratto nel libro del fashion photographer Alexi Lubomirski, Diverse beauty. Un po’ più fuori dagli schemi, ma molto promettente, è Anum Bashir, che dirige l’ufficio comunicazione della Qatar Museum Authority e gestisce il suo blog e il suo instagram account (@Desertmannequin) con una au-
"Digital Download", report mensile di Wgsn, la piattaforma web di riferimento rispetto ai forecast sui fashion and business trends, si menziona il fatto che testate come Esquire, baluardo dello stile maschile più tradizionale, abbia lanciato il suo Snapchat Discovery Channel nel tentativo di offrire contenuti di qualità a una fascia di consumatori giovani ancora sconosciuta al magazine. Ma questa non è che una delle iniziative avviate dalla casa editrice di Esquire, Hearst, che ha formato un team di 10 persone native digitali per studiare lo sviluppo di applicazioni funzionali alle proprie testate attivate direttamente dalla voce dell’utente. Sempre in quest’ottica esperienziale, neologismo inventato dal marketing, si inserisce il fatto, non trascurabile, che la playstation in modalità VR (virtual reality) di Sony ha venduto 915 milioni di cuffie in soli quattro mesi. Fenomeni che nemmeno il mondo artistico-intellettuale può ignorare, infatti il Festival del cinema di Venezia ha lanciato quest’anno il primo concorso per le opere di realtà virtuale. Ma è sempre il “consumatore-questo-sconosciuto” a stupire più di tutto se è vero che, sempre secondo Wgsn, il 41% dei commercianti preferisce le campagne basate sul marketing degli influencer piuttosto che sull’advertising tradizionale, evidentel'Orafo 2017
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Inside Jewelry In questa pagina: alcune immagini tratte dal profilo Instagram di Saufeeya Goodson (@Feeeeya), co-creatrice dell'account @hijabfashion, molto seguita soprattutto negli Emirati Arabi. La sua audience conta 256 milioni di followers.
dience di 36 milioni di follower. Citata dal Tory Daily, dall’Evening Standard Magazine e dal digital outlet di American Vogue, Anum è diventata una firma di Vogue Arabia, testata in cui è nota per aver introdotto al mercato locale molti brand occidentali. Se tuttavia nei mercati medio-orientali «gli abiti sono più interessanti se offerti con un po’ di intelligenza», come recita il payoff del blog di Anum Bashir, nell’occidente che crede ancora agli incantesimi della fata di Cenerentola è sempre la bellezza la miglior garanzia di qualità per un prodotto. Infatti al top delle liste di influencer per le giovani e giovanissime generazioni si trovano famiglie baciate da Venere nel patrimonio genetico, come la sorellanza Hadid (Gigi e Bella) e la fratellanza Hills (Taylor, Mackinley e Chase), tutti modelli e instagrammer di successo. Ciò che queste fanciulle o fanciulli toccano, o citano, o indossano, come per magia diventa un best seller. Difficile dire quanto possa durare questo fenomeno, ma di sicuro non si può ignorare. Prima ancora di trovare i giusti influencer, tuttavia, bisogna dotare i propri team aziendali dei migliori talenti digitali, per sviluppare una corretta internet strategy e applicare le più innovative tecnologie. La ricerca dei migliori guru del social webworld è scattata tra i grandi brand del lusso con una forte spinta competitiva, e tutti sembrano essersi accorti, con sorpresa, che ha ragione Floriane de Saint-Pierre, cacciatrice di teste parigina molto stimata dal mondo del lusso, quando afferma che «i talenti digitali si trol'Orafo 2017
vano fuori dal luxury sector». Del resto anche François-Henry Pinault, patron di Kering, ha ammesso: «Abbiamo dovuto cambiare strategia negli ultimi anni perché sono radicalmente cambiati i paradigmi del lusso. Eravamo convinti che il lusso dovesse mantenersi a una certa distanza dal consumatore per conservare la sua aura di mistero e desiderabilità, eludendo il dialogo diretto, soprattutto rispetto alle scelte creative». Ma progetti come #24HourAce, voluto da Alessandro Michele, art director di Gucci, in cui una serie di artisti vengono coinvolti per postare sull’Instagram account del marchio i loro short film sulle Ace sneaker, lo hanno fatto ricredere. «Questo genere di interazione creativa – ha detto Pinault – risponde a una crescente domanda di coinvolgimento, soprattutto da parte dei Millennials, che i tradizionali consulenti del lusso non riescono a intercettare, diversamente dai giovani talenti digitali che dobbiamo oggi riuscire a identificare e inserire nei nostri team, offrendo loro la necessaria libertà di manovra». Può essere che il boss di uno dei più importanti gruppi del lusso al mondo, oltre al patron di Prada Patrizio Bertelli, abbia avuto una illuminazione notturna rispetto al mondo digitale, ma forse varrebbe la pena di rifletterci, anche e soprattuto nel settore della gioielleria che negli ultimi tempi sempre più spesso segue la scia del fashion world, anche se a debita distanza e con tempi più rilassati. English translation: see pag. 101 92
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A sinistra, dall'alto al basso: la blogger Chiara Ferragni, le sorelle top model Bella e Gigi Hadid, una modella consulta il suo tablet appena uscita dalla sfilata.
A destra, dall'alto al basso: Kim Kardashian scatta un selfie, i fratelli Hills (da sinistra,Taylor, Chase e Mackinley), tutti attivi come fashion model, una immagine di food blogging.
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Inside Jewelry BASELWORLD
finalmente
una svolta
Qui sotto: collana in oro bianco con diamanti e rubini della collezione Mosaic di Stenzhorn, linea Floral. Al centro: bracciale di Georg Jensen in oro giallo con inserti di pietra di luna azzurra. In basso: anello della collezione Cushion di Ole Lynggaard Copenhagen in oro giallo, diamanti e pietra naturale.
A fronte di assenze importanti tra le fila degli espositori, Messe Basel ha deciso di abbreviare la durata della manifestazione di
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a splendida centenaria ha festeggiato il compleanno col dovuto fasto, un’organizzazione senza sbavature e l’allure internazionale che le è propria; ma a celebrare l’avvenimento mancavano invitati importanti e le assenze non sono passate inosservate. Fuor di metafora, Baselworld ha raggiunto con onore il secolo d’età e si è certamente confermata come un appuntamento fondamentale per i grandi brand dell’orologeria e della gioielleria, ma - mala tempora currunt - ha dovuto registrare un calo nelle presenze dei visitatori e degli espositori, e non solo tra i marchi della gioielleria ma anche tra quelli dell’orologeria, storico punto di forza della manifestazione. Era nell’aria: molti espositori dichiaravano da tempo di patire i costi notevoli di partecipazione alla fiera e quelli, altrettanto notevoli, della permanenza in Svizzera, senza contare lo spostamento di personale e tutti gli oneri accessori: il tutto a fronte di scenari internazionali sempre più difficili, di mercati ed equilibri politici in continuo cambiamento, di consumatori in progressivo allontanamento dalle gioiellerie e, insomma, di ordini in calo. Il problema, ovviamente, non riguarda solo Baselworld ma in generale il ruolo delle fiere ai tempi di internet e della globalizzazione e infatti è un tema ampiamente dibattuto. Quello che conta è che, preso onestamente atto della situazione, gli organizzatori della fiera svizzera hanno annunciato un importante cambiamento per la prossima edizione. Nel 2018 Baselworld, anticipata dal tradizionale press day, si svol-
gerà dal 22 al 27 Marzo: due giorni in meno di manifestazione e costi di partecipazione che verranno corrispondentemente diminuiti. Sylvie Ritter, managing director della manifestazione, sottolinea come in questo modo Baselworld potrà andare incontro alle esigenze degli operatori senza nulla perdere in attrattività e nell’impatto globale sul settore. Resta da vedere come risponderanno gli operatori, considerando che, costi quel che costi, a livello europeo la fiera di Basilea resta a tutt’oggi l’appuntamento di gran lunga più importante per l’industria dell’orologeria e della gioielleria. Al di là delle doverose premesse, infatti, Baselworld si è confermata anche quest’anno come un momento di grande visibilità per le aziende, un appuntamento davvero interessante e una formidabile finestra sul lusso internazionale: praticamente ogni brand in fiera ha presentato nuove collezioni o estensioni significative, fornendo indicazioni sui trend delle prossime stagioni. Le gemme, in particolare, si sono guadagnate la luce dei riflettori, illuminando gli orologi più prestigiosi e impreziosendo la gioielleria, mai come quest’anno eterogenea e variegata: da gioielli di una linearità quasi stilizzata a creazioni da mille e una notte, con una presenza importante dell’oro giallo e di quarzi e topazi in tutte le loro sfumature, oltre naturalmente a quella delle più classiche pietre preziose. Diverse collezioni, infine, si sono distinte per un utilizzo raffinatissimo della madreperla e delle perle - che saranno tra l’altro protagoniste di un servizio nel prossimo numero della nostra rivista. La fiera ha anche inaugurato un nuovo spazio espositivo, “Les Ateliers”, dedicato esclusivamente a brand indipendenti di orologi. L’appuntamento, come si diceva, è fissato per il prossimo 22 Marzo. ■ Although the wonderful centenarian celebrated its birthday with the due splendour, a flawless organization and the international allure it is characterised by, important guests were not present at the event and such absences did not go unnoticed. To be explicit, Baselworld honourably reached hundred years of age and though it certainly confirmed as a critical event for the big brands of watchmaking and jewellery,
On this page, above: white gold necklace with diamonds and rubies from the Mosaic collection by Stenzhorn, Floral line. At the center bracelet by Georg Jensen in yellow gold with blue moonstone. Aside: a ring from the Cushion collection by Ole Lynggaard Copenhagen, in yellow gold with diamonds and a large natural stone. l'Orafo 2017
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A destra: orecchini di Marco Bicego in oro giallo e madreperla, collezione Lunaria. Sotto: anello di Carrera y Carrera in oro giallo con quarzo Palmera, zaffiri gialli, granati spessartite e diamanti. In basso: bracciale della collezione Essential di Annamaria Cammilli in oro arancio e diamanti. Aside: earrings by Marco Bicego in yellow gold and mother-of-pearl, Lunaria collection. At the center: a ring by Carrera y Carrera in yellow gold with Palmera quartz, yellow sapphires, spessartite garnets and diamonds. Below: a bracelet from the Essential collection by Annamaria Cammilli in orange gold with diamonds.
mala tempora currunt, it evidenced a drop in the attendance of visitors and exhibitors alike, not only among the jewellery brands, but also in the watchmaking ones, historical strong points of the exhibition. It did not come unexpected: many exhibitors had long been claiming to not tolerate the high cost of attendance to the fair and those, equally remarkable, of the stay in Switzerland, not to mention the transfer of personnel and all accessory charges: all this against increasingly difficult international scenarios, continuously changing markets and political balances, consumers that are gradually detaching from jewelleries and, in brief, decreasing orders. This problem does not obviously concern only Baselworld, but in general the role of fairs in the age of Internet and globalisation and, as such, it is a highly debated issue. What counts is that, honestly acknowledging the situation, the organizers of the Swiss fair announced an important change for the future. In 2018 Baselworld, preceded by the traditional press day, will be held from 22nd to 27th March: two days of exhibition less leading to a consequent decrease in attendance costs. Sylvie Ritter, managing director of the event, underlines that, in this way, Baselworld will be able to meet the needs of the operators
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without compromising on attractiveness and global impact on the sector. We should wait for the operators’ response, considering that, no expenses spared, on a European level, the Basel exhibition is still today the most important event by far for the watchmaking and jewellery industry. Beside the due premises, in fact, Baselworld confirmed also this year as a moment of great visibility for companies, a really interesting event and an extraordinary window on international luxury: practically every brand attending the exhibition presented new collections or remarkable extensions, providing indications on the trends for the following seasons. Gems, in particular, won the spotlight, lighting the most prestigious watches and embellishing jewellery, in this period particularly heterogeneous and varied: from jewels characterised by a nearly stylized linearity to opulent creations, with a predominance of yellow gold, quartzes and topazes in all their hues, beside obviously the one of the classic precious stones. Finally, different collections stood out for the highly refined use of mother-of-pearl and pearls that will be the protagonists of an article in the next issue of our magazine. The fair also launched a new exhibition area, “Les Ateliers�, exclusively dedicated to watchmaking independent brands. The event, as mentioned before, will open on next 22nd March.
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Inside Jewelry COMMUNICATION
La nuova campagna Swarovski dedicata alla collezione Sparkling Dance è ambientata a Parigi, protagonista la top model americana Martha Hunt. ■ The new Swarovsky campaign dedicated to the Sparkling Dance collection is set in Paris with the American top model Mar tha Hunt as protagonist.
tra moda
e sport Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360° nel mondo dei media di
Antonella Garello
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a tutto l'incanto della Ville Lumière la nuova campagna Swarovski dedicata alla collezione Sparkling Dance. A indossare questi gioielli scintillanti, disegnati dalla direttrice creativa Nathalie Colin, è infatti la top model Martha Hunt, fotografata sullo sfondo di un bistrot parigino, degli Champs-Élysées e di Place Vendôme, perfetta interprete dello spirito della collezione. Giovanni Raspini traduce invece in immagini la continua evoluzione e trasformazione del brand nella nuova campagna Primavera Estate che vede protagonista la modella Elodie Christ, fotografata da Lucia Giacani in un interno abbandonato che si intuisce ricco di fascino e di storia. I colori dei gioielli risaltano sul nero degli abiti e sullo sfondo scuro, in un insieme di grande naturalezza. L'anno scorso a Tokyo l'attaccante del Barcellona Neymar si presentò, del tutto a sorpresa, nella boutique GaGà Milano, di cui era un grande estimatore: da quella passione è nata una collaborazione a tutti gli effetti e il super campione è oggi il testimonial della nuova campagna del marchio, lanciata a Baselworld. Tag Heuer punta invece sulla bellezza e la personalità non convenzionale di Bella Hadid, nuovo volto femminile del brand svizzero. La giovanissima supermodella, eletta lo scorso Dicembre Model of the Year, indossa gli orologi Tag Heuer in immagini accatttivanti, opera della fotografa Cass Bird. ■ The new Swarovski campaign dedicated to the Sparkling Dance collection is endowed with the charm of the Ville Lumière. These shining jewels, designed by the creative director Nathalie Colin, are in fact worn by top model Martha Hunt, portrayed against the background of a bistrot in Paris, of Champs-Élysées and Place Vendôme, the perfect interpreter of the collection spirit. Giovanni Raspini, instead, translates into images the continuous evolution and transformation of the brand in the new Spring-Summer campaign with Elodie Christ as protagonist, photographed by Lucia Giacani in an empty interior perceived as full of charm and history. The colours of jewels stand out on the black clothes and background, in a combination characterised by a great naturalness. Last year in Tokyo Neymar, the forward of Barcelona, visited, as a surprise, the GaGà Milano boutique, which he particularly admired: from that passion, a true collaboration started and the super champion is now the ambassador of the new brand campaign, launched at Baselworld. Tag Heuer, instead, relies on the unconventional beauty and personality of Bella Hadid, the new female ambassador of the Swiss brand. The young American supermodel, elected last December Model of the Year, wears the Tag Heuer watches in captivating and highly sensational images, by photographer Cass Bird. l'Orafo 2017
Un insieme di assoluta naturalezza per la nuova campagna Giovanni Raspini, dove il colore dei gioielli - novità dell'anno per il brand - è gradevolmente accostato alle tonalità scure. ■ The new campaign by Giovanni Raspini is a combination of absolute naturalness where the colour of jewels – a novelty of the year for the brand - is pleasantly matched to dark hues.
Dalla passione di Neymar per gli orologi GaGà Milano è nata una vera e propria collaborazione e oggi il fuoriclasse brasiliano è il nuovo testimonial del brand. ■ From the passion of Neymar for GaGà Milano watches a true collaboration star ted and today the Brazilian champion is the new brand ambassador.
Bella Hadid, giovanissima supermodella americana, è il volto femminile della nuova campagna Tag Heuer, presentata in anteprima alla scorsa edizione di Baselworld. ■ Bella Hadid, the young American super model, is the female ambassador of the new Tag Heuer campaign, previewed during the last edition of Baselworld.
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Inside Jewelry GEMMOLOGIA
sotto il sole
d'africa
È stata annunciata la scoperta di un nuovo deposito di smeraldi a Shakiso, Etiopia: il che suscita un paio di domande irriverenti di Luigi
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Costantini - coordinatore formazione italia igi anversa
o avrete già capito. La pietra dalla bella faccetta verde non può che essere uno smeraldo. E il Paese d’origine è l’Etiopia, brama delle italiche mire colonialiste degli Anni Trenta del secolo andato. I tempi, quelli nostri. Strano che si sia atteso tanto. Nel maggio del 2009 scrissi, per questa rivista, l'articoletto “Smeraldo à la coque”, in cui almanaccavo su rudimentali trattamenti condotti - in quel di Addis Abeba - su «smeraldi che da non lunga pezza han fatto la loro comparizione tra gli Amba di quegli altipiani e che di là se ne escono”. La notiziola venne da me raccolta a Bolzano, per bocca d’un italo-etiope che frequentava quel Paese rimestando tra pietruzze varie, tra cui, appunto, smeraldi oliati alla "berembembè”. Ora leggo, in un recentissimo rapporto d’un terzetto di preclari gemmologi americani: 1. Che è stato rinvenuto un nuovo deposito di smeraldi nel distretto di Seba Boru, in prossimità dei villaggi rurali di Kenticha e Dermi, nei paraggi della cittadina di Shakiso, a 12 ore d’auto da Addis Abeba. È su quella tratta (A.A.- Shakiso) che i pietrai etiopi s’affannano a correre avanti e indietro come solerti formichine. M’è consentito un quesito? Visto che, ufficialmente, circa altre fonti etiopi nulla è trapelato, non è che il materiale in possesso di quel nipote d’una principessa abissina e d’un espatriato bellunese provenisse proprio da lì? E se così fosse, come mai son trascorsi ben 7 anni da che comparvero, sino all’annuncio dell’exciting discovery di questa new source? 2. Che nelle sopraccitate località, accanto a una gran parte di materiale di qualità cosiddetta commerciale - di tonalità più sul chiaro che sul medio/ scuro, e di trasparenza alquanto compromessa dalla presenza, da moderata a forte, di inclusioni - han fatto la loro comparsa cristalli d’eccezionali dimensioni (sino a 315,61 ct nel grezzo e 10,64 ct nel tagliato), colore e trasparenza. Trasparenza talmente unica da non richiedere, una volta tagliati, trattamento alcuno. Ma di quel materiale chiaro e incluso, che ne è stato? Messo in vendita come Dio l’ha fatto, oppure trattato e poi smerciato alla “berembembè”, alla chetichella? 3. Che gli smeraldi “di Shakiso” fanno il paio con quelli riconducibili a genesi di tipo scistoso-metamorfico, in ispecie del Brasile e dello Zambia: interessati cioè dalla presenza di numerose inclusioni multifasi “a blocchetto” e inclusioni cristalline irregolari di biotite (le più comuni caratteristiche interne), oltreché d’un moderatamente elevato tenore di ferro rilevabile dalla tipica reazione definibile come inerte sia agli UV a onda lunga che a onda corta. l'Orafo 2017
4. Che le risultanze delle analisi spettroscopiche agli UV al Visibile e all’Infrarosso (NIR) condotte sui campioni “Shakiso” puntano dritte in direzione del cromo e del vanadio, quali agenti cromofori di questa varietà di berillo. 5. Che della specie mineralogica berillo si tratta, indiscutibilmente, stando allo spettro FTIR (Spettroscopia Infrarossa in Trasformata di Fourier). 6. Che, di grazia, anche degli indici di rifrazione stabili su rassicuranti valori di 1,581-1,589, nonché una tranquillizzante densità media gravitante sui 2,73 g/ cm3, contribuiscono a rasserenarci, circa l’identità della bella pietra verde abissina. 7. Che tutti i summenzionati dati, addizionati alla presenza in traccia, nel reticolo cristallino, d’alcuni metalli alcalini e di certi metalli di transizione, permettono la sicura individuazione dell’origine geografica del materiale, nettamente separandolo da altre provenienze di genesi scistoso-metamorfica, e segnatamente quella brasiliana e zambiana. 8. Che, al momento, l’estrazione viene ancora effettuata avvalendosi d’attrezzatura manuale, senza far ricorso a macchinario pesante. Il che significa, a parer mio, che la produzione è ancora limitata e che, prima di buttar giù soldoni, gli eventuali investitori vogliono vederci chiaro, in quanto a potenza del giacimento. E a ragione, direi. Qualche precisazione sulla situazione in loco: l’area estrattiva è stata spartita tra un certo numero di - chiamiamole così - “associazioni”, ciascuna delle quali consiste d’un capoccia e di “soci” che esercitano un controllo mica male sulla produzione e distribuzione del grezzo. A cernita avvenuta, le pietrozze raggiungono Shakiso e, di qui, i borselli dei pietrai di Addis Abeba. Da un paio di mesi, comunque, chi s’avventuri nei paraggi di Shakiso, straniero o etiope che sia, necessita d’un permesso scritto, non ho capito se da parte del governo centrale o locale. Fatto sta che se vi dovessero beccare da quelle parti, non credo basterebbe dichiarare di far parte d’un safari fotografico. P.S. M’incuriosiscono queste scoperte a scoppio ritardato, in Etiopia. Mi sovviene quanto mi narrò - saranno ormai trent’anni - un vecchio friulano rimasto dopo la guerra al servizio del Negus come esperto in preziosi: da qualche parte, colà, aveva portato alla luce dei bei noccioloni di diamante, e il Negus gliene aveva regalato un paio, come “buona mano”. In cuor mio pensai d’aver a che fare con un vecchio folle. Sta’ a vedere che mi toccherà invece ricredermi! English translation: see pag. 101 98
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The art of giving dreams See Page 23 In a perfect balance between technique and creativity, bold colours and unexpected harmonies, precious and lightweight, for the last 50 years, Stefan Hafner’s jewels have been starring on the international haute de gamme jewellery scene. In half a century of life, in fact, this company, founded in Bologna in 1967 and become the property of the Indian giant Gitanjali in 2011, has always known how to distinguish itself, thanks to an innovative power which few others can claim. «Stefan Hafner, founder of the brand of the same name, understood that in order to create something truly different, it would not be sufficient to make extemporary or superficial changes; one needs to change one’s outlook, overthrowing prevailing conventions and canons of style» explains Francesco Cosentino, designer and creative director of the maison for the last 11 years. This is anything but a simple step and calls for humility, great study, curiosity and culture, but this is how, in the 1990s, when massive jewels enriched with diamond pavés were nearly obligatory, Stefan Hafner amazed with completely different creations, very precious but all played out on lightness, with empty rather than full spaces, thanks to the introduction of his famous soft links and griff. He was immediately successful, and the next step was to make equally innovative and even more aethereal and delicate jewels, with “webs” of diamonds and gems. «Stefan Hafner was also a great innovator in the way he picked and combined stones - continues Cosentino – and he knew how to match an infallible taste, making explosive colour combinations. After all, bold colours are still one of the outstanding and most appreciated features of the brand. Hafner was a man of great force and great vision, and was also supported by an inseparable creative team: three designers who used to follow him everywhere and whom he never failed to mention and praise. In one interview, he called them “my angels”... This already in the 1990s, and in a business which today is still crowded with owners who too often fail to acknowledge the value of their creative staff». In his long trips, especially in the Middle and Far East, Stefan Hafner used to observe women, in order to get to know them and create jewels as close as possible to their dreams, serving them personally, just like a tailor – princesses, queens, noblewomen, the wives of emirs for whom he designed custom jewels. The company philosophy, explains Francesco Cosentino, has always stayed the same: «Connection to fashion for example is part of the DNA of the brand and when I speak of connection to fashion, I mean profound harmony, not a simple translation. A jewellery item may draw its inspiration, for example, from the structure of a fabric rather than simply repeat the colours or shapes of a clothing item. In other words, a question of reading, decoding and interpreting today’s world, so first of all we need to understand what to look at and how». Those who buy a Stefan Hafner jewel love
its exclusive character, the quality of its gems, its colours, its craftsmanship, with no need to show off and no snobbery. «With many customers, we have developed a personal relationship which goes beyond a business relationship: a Russian lady who bought a very important bracelet wrote to me personally to thank me for having “given her a dream”. But I could mention many other cases in which spontaneity and simplicity of gestures of our customers truly surprised me» concludes Francesco Cosentino. Celebrations for the 50th anniversary of the brand will involve a progressive review, up to date and based on awareness, of the iconic elements of the brand: we have already proposed a collection based on a little flower of gems, next year will probably see stick pin and lightness come on stage. «The challenge is always the same concludes Francesco Cosentino – Imagining something new, standing out, interpreting reality: and continuing to give dreams».
Always go beyond limits See Page 26 A man of the world bound to his Puglia origin, behind his futuroRemoto brand Gianni De Benedittis conceals close ties with his homeland. Born in Nardò (Lecce) forty-four years ago, he was qualified Master of Art at the Accademia Le Arti Orafe goldsmith’s academy in Florence to then go on with specializing in Celtic techniques at the City College in Manchester and in Working Metals at the Istituto Statale d’Arte P. Selvatico school in Padua. After working with goldsmith artists Francesco Pavan and Graziano Visintin in Padua and Giò Carbone in Florence, in 2007 he made a name for himself by winning the Vogue Italia Who’s on Next? competition in the jewellery category. A great satisfaction compelling him to go beyond his limits. «I was already feeling drained out the following day – confesses De Benedittis – with an urgent need for another shot of adrenalin, to pursue new ideas and projects, to start a new creative venture again». Perhaps it was this “urgent need” that induced the designer to measure himself against other worlds complementary to jewels. In fact, just two years after the competition he began his collaboration with Guillermo Mariotto, creative director at Maison Gattinoni; reconfirmed again this year for the Altaroma 2017 fashion show. «The fashion experience helped me to then approach the cinema and theatre, worlds enabling me to measure myself against the scene in differing ways; with fashion I endeavour to convey desire to wear a jewel, beauty and vanity; whilst for the cinema I create more elegant jewels able to convey emotions also through the screen». As a confirmation of the great success of his creations De Benedittis is chosen to create jewellery for films directed by Ferzan Ozpetek, mentor and successively friend with the passing l'Orafo 2017
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of time, who «taught me to pay even greater attention to detail, to the context where to convey it and a great respect for the all the people with whom you work». From the film Mine Vaganti, to the staging of the operas Aida and La Traviata up to the present day and the director’s latest film, Rosso Istanbul. And it was precisely for the poster of his latest film that Ozpetek decided to conjure up the “Pumo”, one of the designer’s latest creations inspired by the traditional ornamental object in Puglia culture: a rosebud about to flower, symbol of birth, change and novelty in life. The Pumo is only the latest example of just how strongly De Benedittis is bound to his native land. «Only a secluded life in out of town places succeeds in restoring to me unique sensations, pure and intact emotions, uncontaminated by overuse of places by now become commonplace. You need your roots to create; each creative act of ours is a return to our origin». A past mixing with the present and future creating kinetic jewels with state-of-the-art design; audacious, instinctive objects, almost therapeutic – as the designer himself describes -, offering those who wear them the possibility to express the hidden parts of their personality. And precisely the idea of showing yourself and your own style, without giving in to the way, too easy, of copying or interpreting creations already existent, is what the designer feels he should suggest to young talents who took the decision to tread the same path he trod: «Always invent new styles and radically revolutionize the collective aesthetic imagination!» Whilst looking to his future, great novelties are in the making: the opening of a new showroom in Lecce, distribution of his latest Falene collection at LuisaViaRoma in Florence and a secret dream, open a school for goldsmiths and jewellery design right in Salento. Thinking even further ahead, in another fifty years, «I can see myself old and decrepit, lolling on my same old sofa surrounded by all my women of always, friends and customers, like Fellini’s outrageous City of Women, ready to show off my jewels still in fashion».
English Text
Luxury becomes digital See Page 89 If also Fabrizio Bertelli, owner of Prada together with his wife Miuccia, surrenders to the digital call, it means that the world of communication has changed also in the Olympus of luxury. The brand that for nearly all the first decade of the years 2000 snubbed the web, being present only with a welcome page when such maisons as Dior and Chanel were already focusing their most innovative promotional campaigns on their sites, has in fact decided to reconsider its whole digital strategy within this year, as Bertelli has declared in a recent press conference during the presentation of the company annual results, the lowest ever obtained. Therefore, the Italian maison has decided to smarten up the appeal of their sites to present new products, making them available for on line sale and creating “excitement” that, practically speaking, means involvement, inclusion and experience sharing. The reserve of the luxury world towards the Internet, which cannot offer the same visual impact of a colour printed picture, has then dropped when confronted with the efficiency, the omnichannel commercial availability and the so-called inbound marketing, that is the capacity of being found instead of trying to find the elite consumer; omnichannels and inbound marketing, in fact, proved to be strategic business drivers also in such titled case histories as Burberry, Gucci, Louis Vuitton and Hermès. All in all, who knows who is the “typical consumer” of a specific brand? The fashion buzz is now globalised and in the most peripheral cities of the Far East the same products and the same values sold in the European capitals are sought after; it is no longer time for territorial specificities and thanks to digital devices, everybody has the feeling of being in the centre of the world. precisely where trends are. «Consumers no longer want to be sold something, they want to be part of something”, said Rhea Saran, editorin-chief of Condé Nast Traveller Middle East. Moreover, if until around ten year ago the so called trendsetters and the style icons led the fashion, often from the pages of magazines, today incredible sale successes can be obtained by a group of young post-millenials influencers, that is belonging to the Z generation born at the end of the nineties onwards. Usually “sons (brothers, grandchildren) of ”, famous since their birth, from beautiful to gorgeous, elegant and hyperconnected, fast in the management of information that they daily generate or receive on their smartphones. It is finally clear that over the last few years the trade success of luxury brands has been played on eastern and Far East markets. «the first wave of our global
e-commerce - declared Bertelli - is due to start by the end of the year in China, South Korea Australia, New Zealand and Russia to continue in other countries over the next year». In other words, Europe and, to some extent, also the US, are becoming a creative suburb, where they generate and produce a luxury to be sold in diametrically opposed time zones, to almost unknown publics, exploiting the Internet. Among the phenomenon that are worth noticing on Digital Download, monthly report of Wgsn, the reference platform on fashion and business trend forecasts, they mention the fact that such papers as Esquire, a bastion of the most traditional men's style, launched their Snapchat Discovery Channel in the attempt of offering quality content to a young range of consumers still unknown to the magazine. However, this is just one of the initiatives started by the publishing House of Esquire, Hearst, that formed a team of 10 native digital people to study the development of applications that could be functional to their papers directly activated by the user's voice. The non negligible fact that playstation in VR mode by Sony has sold 915 million earphones in only four months is part of this experiential view, a neologism invented by marketing. Such phenomenon can not be ignored by the intellectual and artistic world. In fact, the Venice Film Festival has launched this year the first contest for virtual reality works. However, what astonishes more is still the “consumer, this unknown individual”, if it is true, again according to Wgsn, that 41% of traders prefers campaigns based on the marketing of influencers than traditional advertising, clearly less efficient in terms of sales. But who are these influencers? Expert users of Instagram, in particular if one wants to win the rich Arabian markets. According to various studies the consumers in
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these areas, especially the youngest, read the influencers’ advice before making any purchase, so much that in Egypt, Lebanon, Saudi Arabia, Tunis and Arab Emirates Instagram increased by 24% from 2013 to 2016, while twitter decreased by 17%. Being mentioned by young Insta-stars like Saufeeya Goodson (@Feeeeya), who lives between Dubai and the US and has 256 million followers, can therefore be strategic. Beside being very pretty and able in the makeup, like all the selfie generation, Saufeeya is the co-creator of the account @hijabfashion whose aim is that of showing the grandeur of western fashion from a peripheral point of view. Her influence among the young affluent of Middle East is as such that she earned an article on Teen Vogue, an interview on Paper Magazine and a portrait in the book of the fashion photographer Alexi Lubomirski, Diverse beauty. Anum Bashir is a bit unconventional, though very promising and runs the communication office of Qatar Museum Authority managing her blog and instagram account (@ Desertmannequin) with 36 million followers. Mentioned by Tory Daily, the Evening Standard Magazine and by the digital outlet of American Vogue, Anum started writing for Vogue Arabia, a magazine where she is famous for introducing many western brands into the local market. If, however, on middle east markets «clothes become more interesting if they are offered with a bit more of intelligence», as the payoff of Anum Bashir's blog reads, in the western world who still believes to the spells of Cinderella's fairy, the best warranty for the quality of a product is always beauty. In fact, on top of the list of influencers for the young and very young generations we find families with a very fortunate genetic heritage, as Hadid (Bella and Gigi) sisters and Hills siblings (Taylor, Mackinley and Chase), all successful models and
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instagrammers. Everything these young people touch, mention or wear, is turned into a best seller as if by magic. However, even before finding the right influencers, you should equip the company teams with the best digital talents to develop a proper internet strategy and apply the most innovative technologies. The search for the best gurus of the social web world has started among the big luxury brands with a strong competitive drive and they all seem to have realised that, surprisingly, Floriane de Saint Pierre, head-hunter from Paris, well appreciated by the luxury world, is right when she affirms that «digital talents are to be found outside the luxury sector». After all, also François-Henry Pinault, owner of Kering, admitted: «Over the last few years we have had to revolutionize our strategy as the paradigma of luxury has completely changed. We thought that luxury had to keep a certain distance from the consumer to maintain its air of mystery and desirability, escaping the direct dialogue, in particular as far as creative choices are concerned». However, such projects as #24HourAce, invented by Alessandro Michele, art director of Gucci, where a number of artists are involved to post on the instagram brand account their short films on Ace sneaker, got him to change his mind. «This kind of creative interaction – Pinault said – meets an increasing demand of involvement, especially from Millennials, that the traditional luxury advisors are not able to intercept, unlike the young digital talents that we must identify and introduce in our teams, offering them the required freedom of movement». May be the boss of one of the most important luxury groups in the world beside the owner of Prada, Patrizio Bertelli, had an overnight enlightenment on the digital world, but we should reflect on it, even and above all in the jewellery sector that, over the last period is increasingly often following the path of the fashion world even if at arm's length and with more relaxed timings.
Bolzano from an Italo-Ethiopian frequenting that country raking among opals and various small stones including, precisely, the emeralds oiled “like a thief in the night”. In a recent report drafted by a trio of American distinguished gemmologists I have read that: 1. A new deposit of emeralds was discovered in the district of Seba Boru, in the proximity of the rural villages of Kenticha and Dermi, near the small town of Shakiso, a 12 hours’ drive from Addis Abeba. The Ethiopian stonecutters are fussing about that specific line (A.A. – Shakiso) as industrious as ants. May I ask a question? Given that, officially, nothing leaked out about other Ethiopian sources, I wonder if the material owned by that grandson of An Abyssinian princess and an expatriate from Belluno came just from there. And if so, why 7 years have passed since they first appeared, until the announcement of the exciting discovery of this new source? 2. In the above-mentioned places, beside the majority of material considered as having a so called commercial quality – with lighter than middle/ dark hues and a transparency quite compromised by the strong to moderate presence of inclusions - some crystals of exceptional sizes (from 315.61 in the raw version and 10.64 when cut), colour and transparency have appeared. This transparency was so unique that, once the crystals were cut, no treatment whatsoever was required. Let me ask an impertinent question: what happened to that clear material full of inclusions? Sold as God made it or treated and then sold, “like a thief in the night”, on the sly? 3. the "Shakiso” emeralds are a fine pair with those that can be traced back to a scysthosemetamorphic genesis, in particular in the Brazil and Zambia areas: that is, evidencing the presence of numerous "block-like" multiphases and irregular crystal inclusions of biotite (the most common internal characteristics), as well as a moderately high percentage of iron that can be observed in the typical reaction, defined as inert to both long and short wave UVs. 4. The results of the UV Visible and Infrared (NIR) spectroscopic analyses carried out on the “Shakiso” samples evidence the presence of chrome and vanadium as chromophore agents of this type of beryl. 5. We are dealing
Under the sky of Africa See Page 98 You have certainly already understood it. The stone with the nice green face can be nothing but an emerald. And its country of origin is Ethiopia, lust of Italian colonial designs in the thirties of the past century. Let's go back to our age. It seems strange that we had to wait for such a long time. In May 2009 I wrote for this magazine a short article entitled “A soft-boiled emerald” where I speculated on primitive treatments carried out – in the vicinity of Addis Abeba – on “emeralds that not so long ago appeared among the Amba from those high plains, where they come from". I had heard the news in l'Orafo 2017
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with the mineral species called beryl, based on the FTIR spectrum (Fourier Transform Infrared Spectroscopy). 6. Also the refraction indexes, stable at the reassuring values of 1.581-1.589, along with a tranquillizing average density fluctuating around 2.73g/cm3 , contribute to brighten us up about the identity of the beautiful Abyssinian green stone. 7. All the above-mentioned data, complemented by the presence of traces of some alkali and transition metals in the crystal lattice, allow for the sure identification of the geographical origin of the material, clearly separating it from other proveniences of scysthose-metamorphic genesis, in particular in the Brazil and Zambia areas. 8. The extraction is currently being carried out by means of manual tools, without employing heavy machinery. This means, in my opinion, that the production is still limited and that investors, if any, want to look further into the power of the field before agreeing to a financial commitment. Rightly, I should say. Some clarifications on the situation on site: the extraction area was divided into a certain number of so-called "associations", each of them consisting in a taskmaster and various "partners" that have quite a control on the production and distribution of the raw material. After the selection the stones reach Shakiso and from here the bags of the stonecutters in Addis Abeba. Since a couple of months, however, anyone who ventures in the proximity of Shakiso - either a foreigner or an Ethiopian - needs a written permit, I haven’t understood if by the central or the local government. The fact is that if you were caught down there, I don't think that declaring of taking part to a photographic safari would be enough. P.S. I am always filled with curiosity for these delayed discoveries (first the opal then the emerald) in Ethiopia. On this topic I remember what thirty years ago an old Friulan remained at the service of the Negus after the war as an expert of precious items told me: somewhere, he had dug out some nice big diamonds and the Negus gave him some as a “reward”. In my heart I thought I was dealing with an old man the sun of Africa had made mad. May be I will have to change my mind, instead!
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IGI
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JA NEW YORK
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MESSE FRANKFURT
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MEWO – KLEO
II copertina, 1
MINERALIENTAGE
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RAIKA
IV copertina
RELAIS I MIRACOLI
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RESPONSIBLE JEWELLERY COUNCIL
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SEA
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SILVER STAR
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UNOAERRE
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