L’INDUSTRIA GOMMA
RUBBER IN MOTION
MENSILE DEGLI ELASTOMERI
E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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GrafiCa e impaGinazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it
pubbliCità dircom@edifis.it
traffiCo pubbliCitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it
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EDITORIA DI SETTORE
SOMMARIO
ANNO 67 - NOVEMBRE
Abbiamo letto
10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
Mondogomma
18 GLI PFAS NON SONO TUTTI UGUALI
Il confronto pubblico “Euro 7 e revisione Reach - Il futuro dei PFAS”, che si è svolto il 17 ottobre a Sarnico (BG), ha puntato i riflettori sullo stato attuale e sul futuro delle filiere industriali legate alla mobilità e alla chimica a seguito dei provvedimenti che il Parlamento Europeo ha adottato, o è in procinto di adottare, al riguardo. Facciamo il punto e un po’ di chiarezza.
22 R-EVOLUTION DAYS: IMG PUNTA I RIFLETTORI SUI TOPIC DEL MOMENTO
Realtà virtuale, Intelligenza Artificiale, metaverso, ma anche geopolitica e temi ESG: un evento di due giorni organizzato dall’azienda produttrice di presse per stampaggio di Capriano del Colle (BS) porta spunti di pensiero grazie agli interventi di esperti di tecnologie, innovazione, informazione e comunicazione.
26 INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA PER IL K 2025
Spazio espositivo già tutto prenotato per la fiera K di Düsseldorf, che dall’8 al 15 ottobre 2025 aprirà le sue porte all’industria mondiale delle materie plastiche e della gomma. L’ultima edizione, nel 2022, ha registrato 3.020 espositori provenienti da 63 Paesi su una superficie espositiva netta di oltre 177.000 m² e 177.486 visitatori professionali, il 71% dei quali provenienti dall’estero.
FOCUS ESTRUSIONE
29 OTTIMIZZARE LA PRODUTTIVITÀ
Per creare articoli in gomma, dagli pneumatici alle guarnizioni, l’estrusione è un processo fondamentale, nel quale i macchinari sono utilizzati, oltre che per le attività tradizionali, anche per la devulcanizzazione. Nelle pagine che seguono vi presentiamo alcuni esempi di soluzioni innovative e sempre più automatizzate, che rispondono alle esigenze di qualità, efficienza, sostenibilità e risparmio energetico.
u COLMEC
u F.LLI MARIS
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u SUPREMA RUBBER MACHINERY
MENSILE DEGLI ELASTOMERI
E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
SOMMARIO
ANNO 67 - NOVEMBRE
Dalle Aziende
36 GS4PLASTIC: UNA STARTUP INNOVATIVA
NEL MONDO DEI POLIMERI
Nata nel 2020 e specializzata in progettazione, formazione e consulenza nell’ambito delle materie plastiche, GS4Plastic ha organizzato un seminario a Urgnano (BG) per approfondire il settore degli elastomeri vulcanizzabili e termoplastici, con focus su materiali e processi innovativi.
42 NUOVA MACCHINA DESMA PER LA PRODUZIONE DI GRANDI GUARNIZIONI
La 968.500 Zozo Twin (S3) è una nuova macchina speciale per la produzione di grandi guarnizioni che copre la gamma di forze di chiusura da 5.000 a 7.000 kN, offrendo una nuova flessibilità per le esigenze future e una notevole versatilità.
46 ZERO PFAS, MASSIMA QUALITÀ. TRATTAMENTI A IMPATTO ZERO
Di fronte alla possibile messa al bando totale delle sostanze poli- e perfluoroalchiliche (PFAS), Coating Technology si è attivata per ampliare la sua gamma di soluzioni in questa direzione, rispondendo alle numerose richieste.
Assogomma informa
48 NOTIZIE E AGGIORNAMENTI A CURA DELL’ASSOCIAZIONE
In questo numero ripercorriamo la storia del Laboratorio Cerisie, che quest’anno festeggia i suoi 50 anni di attività nel settore della gomma e celebra mezzo secolo di innovazione e competenza.
Normative
50 NUOVO PORTALE UE PER LE EMISSIONI INDUSTRIALI
Con l’obiettivo di migliorare l’accesso del pubblico alle informazioni, il regolamento UE 2024/1244 del 24 aprile ha stabilito le norme per la raccolta e la comunicazione dei dati ambientali riguardanti le installazioni industriali e ha istituito un portale UE sulle emissioni industriali.
61 PARITÀ DI GENERE: UNO DEI PILASTRI DELLA METRICA ESG
Sulla scorta della Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’UE, l’Italia ha varato la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, ponendola come una delle priorità trasversali del PNRR e come riferimento per l’attuazione della riforma del Family Act, al cui interno si inserisce la L. 162/2021. Quest’ultima ha introdotto nel nostro ordinamento la Certificazione per la parità di genere.
64 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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When SUSTAINABILITY drives TECHNOLOGY, INNOVATION thrives.
Innovation in 2024 is defined by the virtuous synergy between technology and sustainability. In this context, IMG is constantly moving towards our goal of a zero impact by developing high performance, customisable and environmentally friendly machinery.
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LSG è composta da un reparto di programmazione, la Software House e da un reparto Hardware che si occupa di server, reti, backup, disaster recovery. Nata nel 1999, LSG oggi conta su un team di 8 persone con esperienze decennali che, confrontandosi, risolvono quotidianamente quesiti, dubbi e problemi delle aziende creando soluzioni su misura mirate a semplificare il lavoro nei diversi settori manifatturieri di tutta la Lombardia e non solo.
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R.E.P., le iniziali di Robert Esnault Pelterie, pioniere dell’aviazione, grande teorico dell’astronautica e fondatore della società nel 1907, sono state la sigla di un aereo prima che l’impresa si riconvertisse nell’industria metallurgica la società REP commercializza presse a iniezione dal 1948. Avendo capito molto presto l’influenza dei polimeri e degli elastomeri nell’industria, si è rapidamente specializzata nell’iniezione della gomma
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VENDITA, DISTRIBUZIONE E ASSISTENZA TECNICA PER GOMME SINTETICHE, LATTICI SINTETICI E PRODOTTI CHIMICI PER L’INDUSTRIA
VENDITA, DISTRIBUZIONE E ASSISTENZA TECNICA PER GOMME SINTETICHE, LATTICI SINTETICI E PRODOTTI CHIMICI PER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
ABBONAMENTO online
Annuale Italia € 90,00
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Da oltre 40 anni PMG è tra i più qualificati produttori di mescole a base di elastomeri speciali ad alte prestazioni. In questi anni abbiamo consolidato la nostra presenza sui mercati globali con il sito produttivo di PMG East in Romania per fornire ai nostri clienti soluzioni innovative e personalizzate direttamente nelle loro aree di competenza. Dal 2016 PMG è presente in Cina con il sito produttivo di PMG Rubber Technology di Changshu con tre linee produttive di FKM e di mescole organiche nere, un team locale di esperti tecnici e commerciali ed una struttura di R&D per essere sempre più vicini ai nostri clienti nell’area Asia Pacifico.
Since 1976 with more than 40 years of experience PMG is a global leading rubber compounds. The production at PMG Italy is in three mixing plants to produce coloured compounds and the mixing unit dedicated to FKM compounds with compounds. PMG production is based on all specialty elastomers and the production of FKM compounds, for which PMG is a global leader for product
PMG SpA
Cenate Sotto (Bg) - Italia
Via Europa 3
Tel. +39 035 941046 - Fax +39 035 944157
PMG East S.r.l.
300645 Timisoara - Romania
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Tel. +40 356 425940 - Fax +40 356 425941
PMG Rubber Technology Changshu
Changshu - Cina
55 Yangguan Avenue
Building E 2-3, Fervent Industrial Park
Tel. +86 512 83861999
PMG East Srl. started operations in January 2006 at Timisoara (Romania) black compound. The site is equipped with a state of the art mixing line to Eastern Europe.
PMG Rubber Technology (Changshu) CO Ltd.
In December 2016, PMG Rubber Technology Ltd has started operations in Changshu in Fervent Industrial Park, north of Shanghai on an area of 7500sqm. The black and coloured FKM and a line for black compounds in operation by experienced technicians and sales professionals, laboratory facility and modern know-how represent a unique opportunity to be close to our customers in
Rassegna della stampa tecnica estera
DELLA DENSITÀ DI SCHIUMA DI GOMMA EPDM CON L’UTILIZZO DI MICROSFERE TERMOPLASTICHE ESPANDIBILI.
R. Frohberg, C. Wiesel, L. Leuchtenberger, H. Çelik, A. Limper, C. Hopmann, Institute for Plastics Processing (IKV) in Industry and Craft at RWTH Aachen University, Aachen (Germany) - email Richard,Frohberg@ikv.rwth-aachen.de - KGK 2/2024, pag. 60-65.
L’attenzione agli obiettivi climatici, da raggiungere entro il 2045, comporta la richiesta di maggiori requisiti ai prodotti tecnici, tra cui la riduzione del peso dei componenti, al fine di ridurre il consumo di energia nel processo produttivo e nella fase di utilizzo applicativo. Mentre molti approcci di progettazione leggera sono stati stabiliti per termoplastici e termoindurenti, nulla è stato fatto finora per componenti strutturali elastomerici, per i quali l’obiettivo è quello di sviluppare materiali di gomma solida o espansa con migliorate proprietà meccaniche relativamente al peso specifico, con rigidità a compressione e compression set innanzitutto. In particolare, combinare materiali di gomma con migliorate proprietà meccaniche e tecnologie dell’espanso può portare al risultato desiderato. L’introduzione dello studio mette in
Letter of the law
evidenza come i processi di espansione e vulcanizzazione di materiali elastomerici siano regolati essenzialmente dalla temperatura e avvengano simultaneamente (in realtà, anche se ci sono interazioni, essi dovrebbero essere considerati come due processi indipendenti). In particolare, le caratteristiche del processo di espansione sono definite dal tipo di agente espandente, che crea i pori dell’espanso, ricordando anche che, oltre ai parametri del processo (materiali, temperatura, tempo e pressione), anche la solubilità, i processi di diffusione e la velocità di cambio di pressione dell’agente espandente possono influenzare la morfologia dell’espanso di gomma.
Il processo di vulcanizzazione gioca un ruolo fondamentale nel processo di espansione, dal momento che deve essere sufficientemente veloce da impedire alla gomma da vulcanizzare di collassare fra i pori del materiale espanso ma, se la velocità di vulcanizzazione è troppo elevata, la viscosità aumentata impedisce l’espansione dei pori. D’altro canto, tipo e quantità dell’agente espandente influenzano il processo di espansione e quindi il potenziale di riduzione della densità dell’espanso. Esistono molti agenti espandenti: fra quelli chimici il più diffuso è l’azodicarbonamide, di facile dosaggio durante
I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti.
la mescolazione della gomma, ma costoso, tossicologico e dannoso per l’ambiente, mentre un’alternativa ecologica è l’utilizzo di agenti espandenti fisici, come acqua o gas inerti (azoto e anidride carbonica), che richiedono però attrezzature supplementari di dosaggio, che possono comportare costi di investimento più elevati.
In alcune applicazioni delle materie plastiche viene utilizzata la soluzione innovativa TEM (Thermoplastic Expandable Microspheres), che consiste in microsfere costituite da un involucro di (co) polimero acrilico, contenente l’agente espandente, un liquido bassofondente come l’isopentano.
Spiegato brevemente il funzionamento delle microsfere, utilizzate finora in poliuretano, termoindurenti e silicone liquido, lo studio presenta la formulazione a base EPDM (Keltan 6950C) utilizzata per le prove, messa a punto nelle due varianti per stampaggio ad iniezione e per estrusione, di ciascuna delle quali vengono preparate tre mescole con 1, 3 e 5 wt% di TEM, inserito nella mescola in modo graduale per assicurare una distribuzione omogenea. Il TEM usato è l’Expancel 920 DU 80 di Nouryon, le cui microsfere hanno un diametro medio da 18 a 24 μm e cominciano ad espandersi ad una temperatura da 121 a 131 °C, con espansione massima fra 177 e
192 °C. Lo scopo delle indagini sperimentali è quello di comprendere l’utilizzo di TEM come agente espandente, in gomma, EPDM nello specifico, analizzando la riduzione della densità dell’espanso in funzione della quantità di TEM usata, della temperatura del processo e della viscosità della gomma. La conclusione dello studio evidenzia alcuni risultati interessanti, relativamente alla riduzione di densità degli espansi di gomma: aumentare la temperatura del processo è più efficace dell’aumento del contenuto di TEM; la viscosità della mescola influenza solo la densità finale dell’espanso, ma non la velocità di espansione (entrambe le mescole, per stampaggio ed estrusione, raggiungono la loro densità finale nell’espanso agli stessi contenuti di TEM e di temperatura di processo); un aumento della temperatura di processo può servire per accelerare l’espansione quando, ad esempio, il processo di vulcanizzazione si verifica ad un’alta velocità di reazione; è tuttavia neces-
sario assicurarsi che la mescola abbia una sufficiente alta viscosità o prevulcanizzazione per evitare danni; questo si ottiene regolando la temperatura di processo o modificando il processo di vulcanizzazione con l’aggiunta di additivi; il contenuto di TEM, nel caso specifico dell’EPDM, ma verificato anche con il silicone liquido, non deve superare il 3 wt%, dal momento che una quantità maggiore non diminuisce la densità dell’espanso ma aumenta i costi di produzione.
Rimangono comunque necessari ulteriori studi sull’argomento, vista la sua complessità sia per le interazioni fra l’espansione e la vulcanizzazione in corso, sia per la possibile influenza della velocità di reazione della vulcanizzazione in corso sulla riduzione della densità, sia per gli effetti della riduzione di densità sulle proprietà meccaniche in funzione della porosità, sia per le proprietà morfologiche dell’espanso e la loro influenza sulle proprietà meccaniche come rigidità e robustezza.
PUNTA SUI PUNTA SUI CAMPIONI CAMPIONI
LUBRIFICAZIONE
Trattamenti lubrificanti trasparenti e colorati con resine + PTFE
Trattamenti lubrificanti PFAS free
ELASTOMERI E APPLICAZIONI
STORIA DEI SILICONI IN DISPOSITIVI MEDICI.
M. Goglia, Elkem Silicones, New Jersey (USA), A. Clark, Elkem Silicones, Oslo (Norway)RUBBERWORLD, giugno 2024, pag. 30-36.
Isiliconi sono considerati una famiglia di polimeri sintetici molto versatile e fin da poco dopo la loro introduzione sul mercato, verso la metà del Novecento, hanno giocato e giocano tuttora un ruolo fondamentale nel progresso della tecnologia medica. L’elemento fondamentale del silicone è il silicio, scoperto all’inizio dell’Ottocento, e alla metà degli anni ’40 del Novecento i materiali siliconici divennero disponibili, tanto che questa nuova chimica fu utilizzata durante la seconda guerra mondiale per proteggere i componenti elettrici degli aeroplani degli alleati.
L a struttura di base dei siliconi è costituita da poliorganosilossani, in cui gli atomi di silicio si attaccano all’ossigeno per legare il legame “silossano” e le
Trattamenti al plasma: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione Lavaggio ad alta pressione sotto cappa a flusso laminare (Cleanliness)
Micropulizia, Etching, Grafting
restanti valenze del silicio si attaccano a gruppi organici, perlopiù gruppi metilici (CH3), fenile, vinile o idrogeno. Grazie alle sue caratteristiche uniche, la biocompatibilità, la resistenza a temperature estreme e la flessibilità, il silicone si è rivelato idoneo ad una vasta gamma di componenti medicali, supportando sia il comfort del paziente che dispositivi vitali quali valvole e pacemaker: a parte i suoi usi comuni per liner ortottici, tubicini per prodotti da estrazione e rilascio, cateteri etc., in anni recenti il silicone ha consentito di realizzare dispositivi impiantabili come generatori di impulsi neurostimolanti e biosensori.
L e megatendenze a livello globale, che sostengono la crescita dei siliconi nell’ambito di dispositivi medici, riguardano l’invecchiamento della parte anziana della popolazione, che è prevista raddoppiare entro il 2060, le condizioni croniche (malattie del cuore, cancro, diabete etc.), che richiedono monitoraggio continuo, la salute gestita dal paziente stesso e la riduzione dei costi di ricoveri e ambulatori, il tutto con progressi di tecnologie avanzate nella produzione dei manufatti in silicone. Proprio per seguire queste megatendenze si sono sviluppati, per esempio, nuovi elastomeri siliconici, che consentono l’incorporazione di alcuni ingredienti farmaceutici attivi (API-Active Pharmaceutical Ingredients) nella matrice, e offrono un rilascio mirato in specifiche parti del paziente con un piccolo impianto. S ono molti i dispositivi medici realizzati in silicone o con componenti siliconici, dai cateteri ai tubicini, dai dispositivi impiantabili a quelli protesici, dagli attrezzi chirurgici agli apparecchi acustici etc.
I tipi di silicone utilizzati in ambito medico sono: siliconi RTV (Room Temperature Vulcanizing), facili da usare e adatti per produrre stampi, adesivi e rivestimenti di dispositivi medici; elastomeri liquidi SLR (Liquid Silicone Rubber), caratterizzati da purezza, limpidezza e consistenza, particolarmente adatti per progettare parti complesse ed ottenere efficienza produttiva; elastomeri ad alta consistenza HCR (Hi -
gh Consistency Rubber), utilizzati per produrre manufatti come profili e tubi, che offrono elevate proprietà fisiche ma sono difficili da lavorare.
I metodi di lavorazione dei siliconi sono quelli tradizionali, stampaggio ad iniezione, compressione e transfer, calandratura e stampa 3D. Alla fine di ogni processo è necessario sterilizzare il componente o il dispositivo, per mezzo di ossido di etilene, fascio di elettroni, raggi gamma, autoclave a vapore e riscaldamento a secco. Trattati in dettaglio gli argomenti sopracitati, con menzione di vantaggi e svantaggi dei vari materiali e metodi di lavorazione descritti, l’articolo passa a considerare in particolare la gomma SLR (lavorazione e processo, proprietà e applicazioni), perché è la famiglia di siliconi che ha sostituito la gomma HCR in molti casi, grazie ai vantaggi che offre in merito alle proprietà del materiale e alle applicazioni stesse. Gli argomenti più interessanti dell’articolo sono i tre successivi, che possono senz’altro attirare l’attenzione anche di chi già si occupa di dispositivi medici, dal momento che si tratta di: sostenibilità dei siliconi, in rapporto alle responsabilità ambientali, economiche e sociali; normative per i siliconi di grado medicale (FDA, 21 CFR Part 177, USP Class VI, ISO 10993); informazioni EU MDR, con un paragrafo molto specifico ed esauriente in merito alla Regulation (EU) 2017/745, che illustra le disposizioni che riguardano i siliconi di grado medicale, a cui sia i produttori che i fornitori devono attenersi.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI
ECCEZIONALI VANTAGGI DI GOMME SILICONE E POLIISOPRENE SINTETICO PER DISPOSITIVI MEDICI. A. Sarkar, Cirtec Medical, Minneapolis, Minnesota (USA) - RUBBERWORLD, giugno 2024, pag. 38-42.
La richiesta di materiali avanzati è molto importante nel panorama in rapida evoluzione delle industrie sanitarie e, fra gli elastomeri, sono la gomma siliconica e il poliisoprene sintetico a distinguersi per le loro caratteristiche, ideali per migliorare le applicazioni di dispositivi medici
e chirurgici. È la comprensione esaustiva dei loro vantaggi e limiti che determina l’ottimizzazione dei dispositivi innovati di cui fanno parte: questo articolo mira a esplorare e a chiarire le caratteristiche peculiari dei due elastomeri, per offrire a chi progetta e sviluppa i manufatti una valida risorsa per selezionare la gomma più adatta allo specifico dispositivo medico e chirurgico o sistema di somministrazione di famaci.
Partendo da un accurato elenco delle qualità intrinseche delle due gomme esaminate, fra cui risaltano in particolare la biocompatibilità del silicone e l’assenza di allergeni del poliisoprene sintetico, l’articolo offre poi un’esaustiva panoramica delle loro applicazioni in campo medico, con la considerazione che entrambe contribuiscono sensibilmente a rafforzare l’assistenza al paziente, grazie al miglioramento della prestazione del dispositivo medico e favorendo l’innovazione nell’ambito delle soluzioni sanitarie.
Di seguito, l’articolo espone i vantaggi dell’utilizzo di silicone e poliisoprene sintetico nei dispositivi medici, evidenziando in modo chiaro e semplice, anche per i lettori senza specifica competenza in merito, tutte le caratteristiche che rendono le due gomme idonee alle applicazioni citate in precedenza. I paragrafi successivi riguardano: le sfide che le due gomme devono superare in ambito sanitario (costi e assorbimento di proteine per il silicone, additivi di lavorazione e compatibilità per il poliisoprene sintetico), illustrando quali sono i metodi per superarle; le opportunità di crescita e le applicazioni innovative (davvero tante!); le convinzioni errate sulle due gomme, che derivano di solito da informazioni incomplete o incomprensioni; le ulteriori informazioni e i consigli per i produttori di dispositivi medici, con riferimenti alla selezione del materiale da utilizzare, alla collaborazione con esperti e progettisti in quest’ambito, all’impatto ambientale di dispositivi e materiali, all’esplorazione di opportunità per minimizzare gli scarti e il consumo di energia con l’adozione di pratiche sostenibili.
E LASTOMERI E LAVORAZIONE
SILICONI MEDICALI E PRODUZIONE DI PARTI DI PICCOLO VOLUME.
D. Testo, Specialty Silicone Products, Ballston Spa, New York (USA) - RUBBERWORLD, giugno 2024, pag. 44-45.
Isiliconi medicali, che soddisfano la normativa USP Class VI, sono utilizzati in molte applicazioni sanitarie e di assistenza ai bambini, per esempio rondelle, guarnizioni e valvole per dispositivi medici e prodotti come coppette assorbilatte, succhiotti e plantari, nonché per sovrastampare i manici di strumenti chirurgici e di spazzolini per bambini. È evidente che i progettisti devono scegliere materiali di comprovata biocompatibilità, ma è essenziale adottare un metodo di produzione, che risulti economico per le quantità richieste. Di solito i siliconi medicali USP Class VI sono adatti per produrre grandi volumi, mediante stampaggio ad iniezione e fustellatura a rotazione, che richiedono attrezzature troppo costose per piccoli volumi o per prototipi. In questi casi si scelgono altre tecniche di stampaggio o di fustellatura.
L’articolo illustra i vantaggi di stampi a compressione, flashcutting (taglio a lame oscillanti) e fustellatura a letto piano per produzioni di piccolo volume e prototipi, mentre osserva che lo stampaggio a transfer può essere utilizzato per il sovrastampaggio, minimizzando lo scarto di materiale e riducendo la necessità per la rifilatura post-stampaggio. Viene menzionato anche il taglio a getto d’acqua, senza utensili, spesso usato per trasformare lastre o rotoli di silicone in parti piatte.
In definitiva, questo articolo è semplicemente una generica informativa sull’argomento del titolo, adatto a chi conosce poco sulla casistica dei siliconi medicali.
MACCHINARI E ATTREZZATURE
UNA STRUTTURA FLESSIBILE PER LA PRODUZIONE DI PNEUMATICI.
R. McNabb, Zeppelin Systems, Friedrichshafen (Germany)RUBBERWORLD, luglio 2024, pag. 24-26.
Per tutti i produttori di manufatti e soprattutto, parlando di gomma, nel caso degli pneumaticisti, è essenziale disporre di dispositivi versatili, in grado non solo di soddisfare esigenze attuali ma anche di consentire progressi futuri. Per affrontare questa sfida, la giapponese Toyo Tires si è avvalsa dell’esperienza di Zeppelin Systems per costruire un nuovo stabilimento in Serbia.
Per chi non lo sa, nel corso del tempo il processo produttivo degli pneumatici è diventato un’attività molto complessa, regolata da una vasta gamma di procedure. Partendo dalle mescole, basti pensare che la produzione di un moderno stabilimento di pneumatici si basa su circa 40 mescole diverse, ciascuna delle quali contiene da 40 a 50 componenti, ai quali si de -
vono aggiungere già, o in prospettiva, materiali e additivi riciclati, senza contare poi gli eventuali influssi dei veicoli elettrici. Aumentare la capacità di lavorare più materie prime in minor tempo e mantenere una più alta precisione è una dura sfida, che comporta flessibilità dei processi di alimentazione. D opo aver citato questo esempio l’articolo, espressa la considerazione che occorre sempre tener conto dei principi di sostenibilità, riduzione dei costi e adesione alle norme della qualità, illustra la casistica di quanto realizzato nel nuovo stabilimento europeo di Toyo. Leggere questo articolo può sembrare inutile per chi non si occupa di pneumatici: siamo invece dell’idea che valga la pena di farlo, in quanto, oltre a conoscere qualcosa del mondo degli pneumatici, si possono forse trovare spunti per trasferire qualche soluzione a impianti produttivi di altri manufatti.
MACCHINARI E ATTREZZATURE
MONITORAGGIO DI UNA PULIZIA
DEGLI STAMPI RISPETTOSA
DELL’AMBIENTE.
S. Wilson, Cold Jet, Loveland, Ohio (USA)RUBBERWORLD, luglio 2024, pag. 28-35.
Quasi tutti i processi produttivi di manufatti in gomma devono ormai adeguarsi alle varie normative in materia e alla riduzione delle emissioni di gas serra. Trovare metodi di pulizia degli stampi efficaci, economici e rispettosi dell’ambiente, senza pulire i manufatti, contribuire alle preoccupazioni sul riscaldamento globale e avere prodotti per la pulizia che finiscono in discarica sono ormai realtà quotidiane.
Il processo di pulizia con ghiaccio secco si è rivelato un metodo non abrasivo, che migliora qualità e produttività, abbassando i costi: in questo articolo si evidenzia la sua natura rispettosa dell’ambiente e come sia l’attrezzatura che il processo possano essere monitorati da remoto.
I l processo è fatto con CO2 riciclata, che si può ottenere come scarto da vari processi industriali per una seconda vita utile, con il riconoscimento, da parte di alcune agenzie, di non contribuire all’emissione di gas ser-
ra. Al contrario, diversi metodi tradizionali utilizzano solventi, che spesso contengono gas fluorurati, che rimangono nell’ambiente più a lungo della CO2, coinvolgendo l’utilizzo di stracci e pennelli che possono finire in discarica, mentre il ghiaccio secco sublima e ritorna al suo stato naturale di gas. U n grafico interessante riporta le attuali emissioni globali di gas serra per tipo di gas: quelle causate dalla CO2, derivate da carburante fossile e processi industriali, contano per il 65% ma, per quanto riguarda l’incidenza sul riscaldamento globale, il metano (16%) è 80 volte più potente della CO2 e l’acido nitroso (6%) lo è 280 volte. L’articolo spiega che ghiaccio secco è il nome generico per la fase solida della CO2, così chiamato perché, quando si riscalda, sublima e ritorna allo stato gassoso senza passare attraverso la fase liquida dell’evaporazione. Da qui si sviluppa la vera parte introduttiva dell’articolo, che illustra esaurientemente che cos’è la CO2, quali ruoli svolge nella vita animale e vegetale e da dove deriva quella per ottenere il ghiaccio secco. Si passa poi alle applicazioni del ghiaccio secco, dal motivo per cui viene usato per la pulizia degli stampi alle considerazioni espresse in merito da due agenzie di normative (CARB-California Air Resources Board ed EPA-Environmental Protection Energy), con un caso di studio pratico, riferito all’azienda Vernay Manufacturing. L a parte successiva dell’articolo tratta il monitoraggio di macchine e processo, spiegandone a fondo l’importanza, e conduce alle conclusioni, che ribadiscono la qualità del metodo, efficace, veloce, non abrasivo e rispettoso dell’ambiente.
MACCHINARI E ATTREZZATURE
TAGLIARE I COSTI PER LA SBAVATURA CRIOGENICA. R. Wieland, Emsodur, Domat/Ems (Switzerland) - RUBBERWORLD, luglio 2024, pag. 36-37.
Un’operazione di sbavatura criogenica può tagliare i costi del materiale di sbavatura fino al 50% e oltre, con una corretta selezione del materiale e ricorrendo al suo ri -
ciclo. Due dei principali fattori di costo nell’operazione sono il gas criogenico e il consumo del materiale di sbavatura, che fornisce l’energia cinetica per rimuovere la bava delle parti stampate mentre vengono raffreddate, messe in circolo e colpite dal materiale nella camera di sbavatura per un certo periodo di tempo.
N el processo di sbavatura il materiale viene riciclato all’interno della macchina fino a quando si rompe e, di conseguenza, non ha più massa ed energia cinetica sufficienti per funzionare. La rottura è determinata dalle alte velocità e dagli elevati carichi d’impatto con le parti stampate durante il processo e causa tempi di ciclo più lunghi, che a loro volta riducono efficienza, capacità produttiva e aumento dei costi. D iventa così essenziale riciclare il materiale di sbavatura, la cui durata influisce direttamente su volume e costo del consumo annuale. Mentre in un precedente articolo (vedi numero della rivista del novembre 2022) era stata messa in rilievo l’importanza economica della selezione del materiale, in questo si mettono a confronto il prodotto Emsodur LT con quelli degli altri due maggiori produttori mondiali, tutti simili in prestazione e durata. Dalle prove condotte risulta evidente la superiorità qualitativa di Emsodur LT nella durata che, nonostante il costo iniziale più alto, consente un ritorno dell’investimento di solito inferiore a tre anni.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI
VALUTAZIONE DELL’UTILIZZO DI SILICONE LIQUIDO IN CONNETTORI ELETTRICI RITARDANTI DI FIAMMA DELL’AUTOMOBILE.
N. Mower Chang, Y, Cubides, D. Show, D. Ahn, Dow Chemical, Lake Jackson, Texas (USA)RUBBERWORLD, giugno 2024, pag. 46-52.
Iconnettori auto assolvono la critica funzione di fornire energia elettrica e controllo ai vari moduli di un veicolo. Le crescenti richieste di prestazione del veicolo, di efficienza del carburante, di requisiti di sicurezza e di funzioni di qualità della vita fanno sì che i progetti dei connettori diventino proporzionalmente più sofisticati.
L e guarnizioni dei connettori sono parti elastomeriche che funzionano in combinazione con alloggiamenti più grandi per assicurare isolamento elettrico e ambientale alle giunzioni dei connettori. Gli elastomeri siliconici sono stati ampiamente utilizzati in questa applicazione, grazie al loro eccellente bilanciamento di proprietà meccaniche, stabilità chimica e termica, facilità di lavorazione e autolubrificazione.
L’evoluzione della progettazione dei veicoli ha fatto sì che la densità dei componenti elettrici sia aumentata drasticamente, così come il veloce adeguamento delle tecnologie ai veicoli elettrici porta a requisiti di sicurezza antincendio sempre più severi per i componenti dei veicoli e moduli simili. Per soddisfare tali requisiti, i tecnopolimeri con cariche ritardanti la fiamma (FR) riscontrano un crescente utilizzo in sostituzione dei tradizionali gradi strutturali, soprattutto con cariche
prive di alogeni (HFFR - Halogen Free Flame Retardant).
Q uesta apparentemente semplice sostituzione ha causato, invece, interazioni secondarie non volute con i materiali circostanti, come le guarnizioni in silicone. Ci sono state, infatti, recenti segnalazioni di un’apparente degradazione precoce delle guarnizioni dei connettori quando una plastica FR viene usata per l’alloggiamento, mentre altri materiali, come i polimeri acrilici (AEM), rimangono praticamente inalterati. L’articolo descrive le valutazioni meccaniche e analitiche di elastomeri siliconici in contatto con tecnopolimeri FR, nonché gli sforzi formulativi per minimizzare l’apparente incompatibilità chimica fra i due materiali.
Per le prove vengono scelti i tecnopolimeri PA6, PA66 e PBT caricati con organofosfati, AEM e la gomma siliconica Silastic 9212-50 LSR. Partendo dalla correlazione fra durezza e compression set, si passa all’analisi IR dei substrati
plastici, all’utilizzo di additivi per migliorare la stabilità del compression set del silicone, alle proprietà meccaniche del silicone, alla reologia e allo stampaggio a iniezione per arrivare finalmente alle conclusioni.
Q uando gli elastomeri siliconici vengono sottoposti a invecchiamento in contatto diretto con tecnopolimeri FR, specialmente nel caso di additivi organofosfati, il compression set del silicone subisce un’accelerazione, correlata a una diminuzione della durezza superficiale e alla migrazione di fosfati dalla plastica sull’interfaccia fra i due polimeri. L’introduzione di additivi stabilizzanti e la modifica della formulazione del silicone consentono al grado Silastic 9212-50 LSR di stare in contatto con una grande varietà di tecnopolimeri FR, utilizzati per gli alloggiamenti dei connettori auto, con l’ulteriore vantaggio che questo grado di silicone può offrire proprietà e processabilità paragonabili a quelle dei polimeri AEM.
R UBBER DAY 20 25
L’evento sulla sostenibilità
L’INDUSTRIA
DELLA GOMMA
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di A.L. Spelta
Gli PFAS non sono tutti uguali
Il confronto pubblico “Euro 7 e revisione Reach - Il futuro dei PFAS”, che si è svolto il 17 ottobre a Sarnico (BG), ha puntato i riflettori sullo stato attuale e sul futuro delle filiere industriali legate alla mobilità e alla chimica a seguito dei provvedimenti che il Parlamento Europeo ha adottato, o è in procinto di adottare, al riguardo. Facciamo il punto e un po’ di chiarezza.
Il 17 ottobre scorso, nell’Auditorium dell’Istituto Superiore Serafino Riva di Sarnico (BG), nel cuore della Rubber Valley italiana (o del Sebino), si è tenuto un confronto pubblico sul futuro delle filiere industriali legate alla mobilità e alla chimica, a fronte dei provvedimenti che il Parlamento Europeo ha adottato, o è in procinto di adottare.
A partire da Euro 7, proposta di revisione del REACH, e futuro dei PFAS, ci si è posta la domanda provocatoria: i paesi extra UE ne traggono eccessivo vantaggio?
L’evento è stato organizzato dalla CDO (Compagnia delle Opere) di Bergamo, con l’Associazione dei Produttori di Guarnizioni del Sebino ed è stato
l’occasione per sentire e dialogare con Massimiliano Salini, membro italiano del Parlamento Europeo e in particolare membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, nonché membro sostituto della Commissione per gli affari esteri e membro sostituto della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia.
IL RUOLO DELLA COMUNITÀ
EUROPEA
Durante la presentazione e la discussione è emerso come la Comunità Europea sia un’associazione a gioco allo stesso tempo cooperativo e competitivo, non solo tra stati (per esempio Nord e Sud Europa), ma anche tra diverse esigenze (per esempio salute della popolazione e necessità produttive). Vale a dire che esiste la necessità di giungere a compromessi che, come noto, spettano alla politica.
Tali compromessi si possono ottenere trovando un accordo tra istanze divergenti oppure arrivando a sintesi basate sulla scienza e sulla ragionevolezza.
E qui l’interazione con la politica è necessaria ed auspicabile, perché essa stessa non si faccia solo portatrice di interessi umorali, finalizzati a non perdere il consenso nel breve periodo, ma persegua l’interesse dei cittadini italiani ed europei nel medio e lungo periodo. Che, un po’ banalizzando, si potrebbe riassumere in “produrre ricchezza in sicurezza”.
L’ESEMPIO EMBLEMATICO
DEGLI PFAS
Quando, nel 2023, abbiamo appreso che Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvergia e Svezia avevano chiesto all’European Chemicals Agency (ECHA) restrizioni all’utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), la prima domanda che ci eravamo posti era di cosa si stesse parlando. Come si ricorderà, le motivazioni della proposta di restrizione erano principalmente tre.
La prima è che tutti gli PFAS sono persistenti sia come tali sia come prodotti di degradazione.
La seconda è che la persistenza è dovuta alla forza del legame carbonio-fluoro (motivo, ad esempio, della grande resistenza termica degli FKM).
La terza è che gli PFAS rimangono nell’ambiente per decenni o secoli e possono essere definiti come “Forever Chemicals”. Non si fa quindi riferimento alla pericolosità, ma alla persistenza e, come conseguenza, all’accumulo, perché se si continua a
Rubber Trade
produrli e utilizzarli e non degradano in modo adeguato finiranno per forza di cose per accumularsi.
Si stima che nel 2020 nell’ambiente siano finite 75 mila tonnellate di PFAS.
Complessivamente si ritiene che ci siano più di 10.000 composti definibili come PFAS, e in quella fase non si faceva differenza tra molecole e polimeri.
L’ITER DECISIONALE
I comitati scientifici per la valutazione del rischio (RAC) e per l’analisi socio-economica (SEAC) dell’ECHA hanno verificato nel meeting di marzo 2023 che la proposta soddisfaceva i requisiti legali del REACH e hanno iniziato la valutazione scientifica della proposta, con una consultazione che è durata 6 mesi (fino al 22 settembre 2023).
Lo scopo della consultazione era permettere al RAC di formalizzare un parere riguardo l’opportunità della restrizione proposta nel ridurre i rischi per la salute delle persone e per l’ambiente, mentre il parere
del SEAC riguardava gli impatti socio-economici, vale a dire i benefici e i costi per la società, associati alla proposta. Entrambi i comitati dovevano formulare i propri pareri sulla base delle informazioni contenute nella proposta di restrizione e dei commenti che avrebbero ricevuto durante le consultazioni. I comitati erano anche tenuti a prendere in considerazione il parere del forum di applicazione sull’applicabilità della restrizione proposta. Una volta adottati, i pareri dovevano essere inviati alla Commissione europea che, insieme agli Stati membri dell’UE, avrebbe deciso in merito all’eventuale restrizione degli PFAS. A seguito della gran mole delle osservazioni ricevute, e dei tempi necessari per la loro valutazione, i tempi inizialmente previsti si sono di fatto di molto dilatati.
LA RESTRIZIONE RELATIVA
AGLI PFHxA
Non molto è successo fine allo scorso settembre, quando la Commissione Europea ha adottato misure per limitare l’uso dell’acido undecafluoroesanoico (“PFHxA”) e delle sostanze ad esso correlate in ambito regolamento REACH. Più precisamente viene stabilito che verrà vietata la vendita e l’uso di PFHxA nei pro-
dotti tessili di consumo (per esempio le giacche antipioggia), imballaggi alimentari (per esempio le scatole per pizza), articoli di consumo (per esempio gli spray impermeabilizzanti), cosmetici (per esempio prodotti per la cura della pelle) e in alcune applicazioni di schiuma antincendio. Il divieto non riguarderà, invece, altre applicazioni degli PFHxA, ad esempio nei semiconduttori, nelle batterie o nelle celle a combustibile per l’idrogeno verde.
La motivazione risiede nel fatto che questo sotto-gruppo di PFAS è molto persistente e mobile nell’acqua e quindi il suo uso in alcuni prodotti rappresenta “un rischio inaccettabile per la salute umana e l’ambiente”.
La restrizione è stata introdotta sulla base della valutazione dei comitati dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche ed entrerà formalmente in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella “Gazzetta ufficiale”.
La misura verrà definitivamente adottata dopo periodi transitori compresi tra 18 mesi e 5 anni, a seconda dell’uso, in modo da lasciare il tempo di trovare alternative più sicure all’acido undecafluoroesanoico e sostanze correlate.
Il fatto di iniziare focalizzarsi su specifici sottogruppi di PFAS è da cogliere, a pa-
rere di chi scrive, come un segnale di ragionevolezza: non considerare tutti i PFAS come uguali, ma valutarne una più appropriata segmentazione.
NON TUTTI GLI PFAS SONO UGUALI
Più recentemente, in un nuovo studio dell’Istituto Fraunhofer per la meccanica dei materiali (IWM) è stato messo in evidenza come le sostanze per- e poli-fluoroalchiliche (PFAS) siano di fatto insostituibili in applicazioni industriali in ambienti difficili e particolarmente nell’industria delle guarnizioni.
Lo studio, condotto col supporto dagli esperti di materiali di Freudenberg Sealing Technologies (FST), ha concluso che “una sostituzione completa degli PFAS nell’industria delle guarnizioni è attualmente impossibile senza subire penalizzazioni significative nelle proprietà dei materiali, nelle prestazioni e nella durata dei manufatti”.
Come noto, sono definibili PFAS oltre 10.000 composti chimici, i tecnici che hanno stilato lo studio hanno chiesto in un comunicato emesso il 19 settembre una “discussione differenziata e basata sui fatti relativamente alla regolamentazione di questa classe di sostanze”.
Secondo Raimund Jaeger, responsabile della business unit tribologia presso il Fraunhofer IWM, sarebbe invece preferibile valutare il ciclo di vita dei fluoropolimeri, che sono, tra l’altro, definiti “polimeri a bassa pericolosità” (low concern), come metodologia più adeguata a valutare realisticamente i potenziali rischi per la salute umana e per l’ambiente. Jaeger ha anche osservato che tutte le parti interessate (stakeholders) coinvolte nello studio concordano sul fatto che sia fondamentale adottare metodi di produzione e smaltimento sicuri degli PFAS polimerici, in modo da continuare a consentire l’uso industriale dei fluoropolimeri.
LE CONSEGUENZE DI UN DIVIETO GENERALIZZATO Sebbene non sia ancora stata stabilita una tempistica definitiva per l’introduzione di un regolamento europeo degli PFAS, l’industria si sta già interrogando sui potenziali cambiamenti che potrebbe comportare un divieto generalizzato degli oltre 10.000 composti chimici coinvolti.
I fluoropolimeri sono attualmente sottoposti a un intenso esame a livello globale, con una “regola di segnalazione” (reporting rule) che entrerà in vigore negli Stati Uniti nel 2026.
A partire dal 2026, le aziende statunitensi che hanno prodotto PFAS negli Stati Uniti o importato PFAS, o prodotti semilavorati o finiti contenenti PFAS tra il 2011 e il 2022, saranno soggette a una regola di segnalazione. Inoltre, anche i singoli stati degli Stati Uniti stanno iniziando a limitare l’uso degli PFAS o a richiedere la segnalazione, con ambiti e tempistiche che variano in modo significativo da Stato a Stato. In Europa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) continua a valutare l’ipotesi di un divieto radicale degli PFAS. Secondo FST, più di 4.400 parti interessate hanno fornito oltre 5.600 commenti e informazioni aggiuntive per l’indagine in corso e la posizione tenuta da FST è per un approccio differenziato e basato sul reale rischio delle varie sostanze chimiche PFAS.
RIVEDERE I METODI DI CALCOLO
A metà ottobre l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha comunicato che il comitato per la valutazione del
rischio (RAC) ha accettato di rivedere i metodi di calcolo per le emissioni di sostanze per- e poli-fluoroalchiliche (PFAS). La decisione è stata presa dopo l’incontro del 26 settembre tra il RAC e il comitato per l’analisi socioeconomica (SEAC) dell’ECHA, che, tra le altre cose, ha esaminato la proposta relativa alla limitazione degli PFAS a livello europeo.
Il RAC ha accettato di rivedere il modo di calcolare le emissioni di PFAS in diversi settori, concentrandosi in particolare sulle emissioni dei rifiuti, ad esempio nella fase di smaltimento e incenerimento. Secondo questo nuovo approccio si distinguerà tra le emissioni di particelle solide e quelle che vengono rilasciate dai materiali costituiti da PFAS. Secondo l’ECHA, la distinzione è fondamentale in quanto la pericolosità di residui derivanti da fluoropolimeri differisce da quella associata ai residui derivanti PFAS non polimerici.
Nella riunione, i due comitati hanno esaminato diverse applicazioni degli PFAS: in ambito petrolifero e nell’estrazione mineraria, nei tessuti, nella tappezzeria, nel cuoio, nell’abbigliamento e nei tappeti e anche nel materiale destinato al contatto con gli alimenti e all’imballaggio.
Al momento hanno raggiunto una conclusione provvisoria per la valutazione del settore petrolifero e minerario. Mentre le discussioni sugli altri settori proseguiranno nelle prossime riunioni. Per novembre, infine, sono previste ulteriori valutazioni, riguardanti i gas fluorurati e i settori dei trasporti e dell’energia.
CONCLUSIONI
L’argomento è alquanto complesso. Si è partiti da una eccessiva semplificazione iniziale (tutti gli PFAS), l’ECHA, come da procedura, ha coinvolto i competenti gruppi tecnici (RAC e SEAC) e gli stakeholders. Questi stanno provando a incanalare l’esame di questa classe di prodotti chimici nell’alveo tecnico/scientifico.
Questa metodologia è probabilmente la migliore per arrivare alle conclusioni più appropriate nell’ottica di continuare a fare manifattura minimizzando i rischi per salute e per l’ambiente.
In questa fase è impossibile sapere se i fluoroelastomeri saranno impiegati per sempre nella produzione delle guarnizioni della Sebino Valley, ma quello che emerge è che l’eventuale abbandono non potrà avvenire in tempi troppo brevi. u
di Daniela Garbillo
R-Evolution Days: IMG punta i riflettori sui topic del momento
Realtà virtuale, Intelligenza Artificiale, metaverso, ma anche geopolitica e temi ESG: un evento di due giorni organizzato dall’azienda produttrice di presse per stampaggio di Capriano del Colle (BS) porta spunti di pensiero grazie agli interventi di esperti di tecnologie, innovazione, informazione e comunicazione.
Due giornate di spunti e riflessioni sui temi più “caldi” del momento, dalla realtà virtuale all’intelligenza artificiale, dal metaverso alla geopolitica, fino ai temi ESG: sono i R-Evolution
Days organizzati a inizio ottobre dalla IMG di Capriano del Colle, azienda leader italiana nelle presse per stampaggio della gomma.
Due giornate volute dall’AD Barbara Ulcelli, secondo la quale “il tempo della riflessione è sempre ben speso e fa crescere la comunità nella sua interezza”. Idea di fondo, ha spiegato Ulcelli, è portare nella comunità industriale spunti di pensiero più ampi, che permettano non solo di affacciarsi a tematiche che nel prossimo futuro ci riguarderanno tutti, ma anche comprenderle meglio per superare le prime, comprensibili, reticenze.
“Capire significa trovare il modo per sfruttare al meglio i mutamenti che, volenti o nolenti, ci toccheranno nel profondo, prendendoli come spunto per migliorare noi, le nostre attività e i nostri territori di riferimento”.
Ulcelli da sempre promuove un approccio critico all’interno dello stabilimento: numerose sono le mostre e le iniziative proposte negli anni in azienda, da ultima l’attuale esposizione, tra cui spicca “Blue Banana”, una gigantesca banana visibile a tutti dalla strada, opera dell’artista neo pop Giuseppe Veneziano. La scultura allude alla dimensione economico-finanziaria dell’Europa occidentale, in cui si collegano le grandi capitali politiche, da
Londra a Francoforte, da Parigi a Bruxelles, da Basilea a Milano e Torino. Altre due le opere presenti: “Salvataggio” di Stefano Bombardieri, l’enorme rinoceronte legato, bendato e appeso a testa in giù noto per aver sorvolato lo scorso anno il lago d’Iseo per sensibilizzare sul tema del rispetto del creato, e “Creature di plastica” del pittore Tiziano Colombo, creata attraverso l’AI e stampata direttamente sul cancello di una pressa.
REALTÀ VIRTUALE, METAVERSO, IA
La prima giornata dei R-Evolution Days si è aperta con l’intervento di Lorenzo Montagna, tra i massimi esperti di tecnologie applicate alla comunicazione, che ha fatto provare speciali visori con diverse esperienze di comunicazione, tra cui quella di Prada che li ha usati per trasportare i clienti nel mondo artigianale della filiera produttiva. Successivamente Filippo Ghelfi, Cto di
40Factory, ha illustrato le tecnologie innovative studiate per IMG: “IMG Prime (Machine Learning) monitora lo stato di salute delle macchine per evitare guasti e ottimizzare gli interventi manutentivi; Wilson AI (Chatbot per assistenza virtuale) interpreta i dati raccolti dall’IoT e li arricchisce”.
Si tratta di strumenti, come ha sottolineato Ulcelli, che per essere usati devono essere nutriti dai dati e hanno quindi bisogno di rapporti più fiduciari tra i produttori e i clienti.
Oltre alle possibilità in termini di produzione, il tema della tecnologia è strettamente collegato anche a quello del lavoro: a fronte di aziende che faticano a trovare personale, ci sono lavori che oggi possono essere svolti dalle macchine. “Io credo sia un bene che alcuni lavori vengano svolti dai robot”, ha commentato Ulcelli a margine della prima giornata. “La tecnologia può essere attrattiva per i ragazzi perché è il loro linguaggio. Rendere le aziende più tecnologiche, vuol dire avvicinare i ragazzi a un mondo che più gli appartiene ed essere più attrattivi nei loro confronti, oltre ad essere un grande aiuto dal punto di vista della prevenzione di alcuni incidenti sul lavoro”, ha aggiunto.
LA SITUAZIONE GEOPOLITICA
Nel pomeriggio è intervenuto dagli Usa il giornalista Federico Rampini, con un
focus sulla situazione geopolitica attuale che, in un mondo globalizzato, non può non avere conseguenze anche sui sistemi economici locali, soprattutto in un territorio a trazione manifatturiera come quello bresciano. Rampini ha fatto un excursus sulla storia dell’Occidente e della democrazia, e sulla dicotomia tra democrazie e autocrazie ancora imperanti. Così sull’innovazione: “Troppo spesso nelle imprese italiane, che sono perlopiù piccole e piccolissime, prevale la diffidenza, un atteggiamento difensivo sulle rivoluzioni tecnologiche, mentre in Usa, do-
ve vivo, è il contrario: la prima cosa che ci si chiede qui è: cosa posso guadagnarci? Come posso migliorarmi grazie a questa novità? In Italia c’è troppa paura e i media favoriscono l’allarmismo. Stacchiamo la spina dal bombardamento di messaggi, silenziamo i social e viviamo la vita. Preferiamo la profondità di analisi all’immediatezza di reazione”.
IL PIANO TRANSIZIONE 5.0
Nella seconda giornata dei R-Evolution Days Emilio Moroni, esperto in Italia di sicurezza e Ceo di Moor Safety, ha spiegato il Piano Transizione 5.0 - fase evolutiva del 4.0 - sul quale ancora aleggiano punti piuttosto nebulosi. “Il 4.0 rimane, ma il 5.0 aggiunge l’efficientamento energetico. La norma dice che entro il 2025 il progetto da sottoporre per ricevere le agevolazioni debba essere concluso, quindi non più tardi di ottobre prossimo le macchine dovranno essere installate per dare il tempo ai periti competenti di confermare l’effettivo risparmio energetico”. Regole valide sul territorio italiano che, in sintesi, prevedono la certificazione ex ante, da comparare con la situazione di partenza dell’azienda che vuole usufruire dell’agevolazione e, una volta ottenuta, ex post sul nuovo macchinario una volta installato.
I TEMI ESG
È intervenuto poi Marco Pugliese, matematico e geoeconomista, con una re-
lazione sui temi ESG. Attraverso alcune delle case history più lungimiranti della storia industriale, Pugliese ha offerto uno spaccato sulla cultura finanziaria, che non deve più essere solo appannaggio dei tecnici e degli economisti. “Nel Rinascimento italiano l’estetica seguiva la funzionalità, erano parti integranti l’un l’altra. Questo ci ha reso grandi nel mondo. Arriviamo da anni recenti in cui l’Italia ha subito una narrazione negativa, ma dobbiamo essere fieri e consapevoli di aver lasciato il segno in tanti ambiti”. Pugliese ha parlato di Enel, Ferrero, Eni e di personaggi come Enrico Mattei e Adriano Olivetti, tutt’oggi fonte di ispirazione anche per nuove strategie aziendali sostenibili. La seconda giornata si è poi chiusa con un’attività di networking tra i partner IMG: 40Factory, Franciacorta Stampi, G. Robotica, Imago, Mongodi, Moor Safety, ORP Stampi e T. System.
IL PIANO DI
INTERNAZIONALIZZAZIONE DI IMG
Il processo di brand awareness di IMG negli ultimi anni sta dando i suoi frutti ben oltre il distretto del Sebino compreso tra Bergamo e Brescia, considerato a giusto titolo la Rubber Valley italiana. Il mercato italiano per IMG rappresenta l’80%, quello estero il 20%, e l’obiettivo è far crescere quest’ultimo al 30% entro 2 anni. La propensione all’apertura verso le piazze straniere, in aggiunta a quella domestica, sta avvenendo in maniera gra-
duale. Negli States, per esempio, IMG ha mosso un primo passo esplorativo attraverso la partecipazione, lo scorso settembre, all’International Elastomer Conference a Pittsburgh, in Pennsylvania, limitrofa al territorio considerato la rubber valley del Mid-West negli USA.
“L’America è un mercato vastissimo per il mondo della gomma, dove sono già presenti grandi player internazionali”, ha spiegato Ulcelli. “Dopo un’analisi preliminare, siamo pronti a una prima fase esplorativa e conoscitiva. Per continuare in questa direzione, dovremo dotarci di un agente in loco che funga da punto di
riferimento per l’area da servire e anche di un magazzino che possa garantire i ricambi in maniera puntuale, come quello che abbiamo già in Cina per il mercato orientale”.
Sul piano di internazionalizzazione in atto in azienda l’export manager Andrea Merlini ha aggiunto: “I Paesi su cui in futuro IMG auspica di entrare sono Usa, Canada, Messico, sud-est asiatico, Vietnam, Singapore, Malesia e Cina”.
L’azienda ha già confermato la partecipazione come espositore alla fiera K 2025 di Düsseldorf. “La Germania è il primo Paese estero in cui IMG si è inserita e nel quale l’intenzione è affermarsi con sempre maggiore autorevolezza”, ha sottolineato Ulcelli. “Un paese che vanta una tradizione manifatturiera di lunga data dal grande potenziale che, dopo l’Italia, è il nostro secondo mercato”.
Alle collaborazioni in Germania si affiancano partenariati commerciali con rappresentanti in altri Paesi europei e non. Il primo in ordine di approdo riguarda Gran Bretagna e Irlanda, particolarmente interessanti perché l’industria della gomma nel Regno Unito è caratterizzata da aziende specializzate che producono volumi e lotti di piccole dimensioni ma di molteplici tipologie, dalle guarnizioni O-ring a quelle per il settore oleodinamico, fino alle suole per calzature. I pezzi in gomma vengono prodotti per settori esigenti e con standard di qualità molto elevati,
come l’industria automobilistica, petrolifera, del gas e aerospaziale. La domanda principale è costituita dal comparto automobilistico, composto da note case, anche scuderie di Formula 1, e costruttori di motori. Il valore di produzione dei prodotti in gomma nel Regno Unito è stimato in oltre 4 miliardi di euro e il settore impiega oltre 20.000 persone. IMG si rivolge anche all’Europa Orientale, in particolare Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Slovenia; sul fronte opposto è presente nella penisola iberica in Portogallo e in Spagna con un buon potenziale: secondo le stime del Consorcio Nacional de Industriales del Caucho, il comparto iberico della trasformazione di elastomeri è costituito da circa 300 aziende con 22 mila addetti nel segmento pneumatici e in quello degli articoli tecnici. Infine, IMG è attiva in Corea del Sud ed è presente in Cina, nel distretto di Zhenhai, nell’est del Paese, dove vanta un magazzino per lo stoccaggio della ricambistica per i clienti in Oriente,
funzionale per essere più vicini e veloci nell’invio dei ricambi. “Queste partnership ci consentono maggiore prossimità e sono una garanzia di supporto costante ai clienti stranieri. Ci permettono
di comprendere e intercettare le loro esigenze per soddisfare al meglio le richieste di mercati molto diversi fra loro, che hanno caratteristiche altrettanto peculiari”, ha concluso Barbara Ulcelli. u
Iniziato il conto alla rovescia per il K 2025
Spazio espositivo già tutto prenotato per la fiera K di Düsseldorf, che dall’8 al 15 ottobre 2025 aprirà le sue porte all’industria mondiale delle materie plastiche e della gomma. L’ultima edizione, nel 2022, ha registrato 3.020 espositori provenienti da 63 Paesi su una superficie espositiva netta di oltre 177.000 m² e 177.486 visitatori professionali, il 71% dei quali provenienti dall’estero.
Tra poco meno di un anno, dall’8 al 15 ottobre 2025, la fiera K di Düsseldorf aprirà le sue porte all’industria mondiale delle materie plastiche e della gomma. Lo spazio espositivo disponibile è già tutto prenotato e la fiera offrirà una panoramica completa dell’offerta globale del settore. “L’anno prossimo tornerà a Düsseldorf
il meglio del meglio dell’industria delle materie plastiche e della gomma. Siamo molto soddisfatti del fatto che le aziende che non erano tornate nel 2022, a causa del perdurare della pandemia, siano ora nuovamente tornate a bordo”, afferma in una nota Thomas Franken, Direttore della fiera K, Portfolio Plastics & Rubber. Sono attualmente
in corso le discussioni per il posizionamento degli stand prima che il database degli espositori della fiera K 2025 venga messo online a gennaio. L’ultima edizione, nel 2022, ha registrato 3.020 espositori provenienti da 63 Paesi su una superficie espositiva netta di oltre 177.000 m² e 177.486 visitatori professionali, il 71% dei quali provenienti dall’estero.
I FOCUS DEL 2025
All’insegna del motto “The Power of Plastics! Green – Smart – Responsible”, durante la K 2025 il focus sarà posto sulle tendenze e le innovazioni relative all’economia circolare e alla digitalizzazione, nonché sulla responsabilità nei confronti delle persone e dell’ambiente. Tali argomenti saranno trattati negli eventi speciali consueti e in alcuni nuovi eventi.
I nnanzitutto, nella mostra speciale ufficiale “Plastics shape the Future” organizzata da Plastics Europe Germania. Anche l’anno prossimo la VDMA (associazione che rappresenta aziende attive nell’ingegneria meccanica e impiantistica) presenterà un forum completo nell’area esterna, questa volta con il titolo “The Power of Plastics”.
La Start-up Zone è stata un grande successo in occasione della sua prima edizione all’ultima fiera K. Nel 2025 questa zona sarà nuovamente presente e ampliata per offrire al maggior numero
possibile di nuove aziende, che si dedicano specificamente allo sviluppo di prodotti e soluzioni innovative nel campo delle materie plastiche e della gomma, una propria area di esposizione (le start-up hanno ancora la possibilità di iscriversi).
Le università, i college e gli istituti presentano i risultati più recenti delle loro ricerche sulle materie plastiche al Science Campus. Un nuovo concetto di Science Campus offre agli espositori l’opportunità di partecipare al Science Campus Center come opzione aggiuntiva, oltre ad avere un proprio stand espositivo. I noltre, è in fase di sviluppo un nuovo programma per i giovani visitatori e per chi si trova all’inizio della propria carriera, in modo che possano toccare con mano la diversità e l’attrattiva del setto-
re. In più, sarà organizzato un evento di networking specifico per le donne dell’industria delle materie plastiche e della gomma, per promuovere lo scambio, rafforzare le reti professionali e dare visibilità alle donne manager nel settore. Entrambi i formati saranno presenti per la prima volta in occasione della fiera K 2025. u
Querétaro - MEXICO
Ottimizzare la produttività
u Colmec
u F.lli Maris
u Sermac
u Suprema Rubber
Machinery
Per creare articoli in gomma, dagli pneumatici alle guarnizioni, l’estrusione è un processo fondamentale, nel quale i macchinari sono utilizzati, oltre che per le attività tradizionali, anche per la devulcanizzazione. Nelle pagine che seguono vi presentiamo alcuni esempi di soluzioni innovative e sempre più automatizzate, che rispondono alle esigenze di qualità, efficienza, sostenibilità e risparmio energetico.
Colmec
Macchinari all'avanguardia
L’ estrusione è un processo fondamentale nella lavorazione della gomma, essenziale per creare articoli di uso quotidiano, dagli pneumatici alle guarnizioni. In un mercato sempre più competitivo, Colmec si distingue per l’innovazione e la qualità dei suoi macchinari per l’estrusione e i suoi sistemi di vulcanizzazione.
Colmec offre macchinari all'avanguardia, con geometrie di viti di estrusione disegnate su misura per ottimizzare la produttività. Queste geometrie consentono un output maggiore a temperature inferiori, riducendo i consumi energetici e migliorando l’efficienza. Inoltre, la camera di alimentazione è progettata per garantire un feeding ottimale della gomma, migliorando la stabilità operativa e le velocità produttive. Un altro punto forte di Colmec è la sua esclusiva tecnologia ad aria calda ad alta velocità per la vulcanizzazione. Questa innovativa metodologia garantisce una distribuzione uniforme del calore, riducendo i tempi di ciclo e migliorando la qualità del prodotto finale. Questa tecnologia non solo aumenta l’efficienza energetica, ma integra perfettamente i macchinari di estrusione, ottimizzando l'intero processo produttivo.
Colmec progetta e realizza anche apparecchiature ausiliarie come taglierine e macchinari per il confezionamento, sviluppate internamente per garantire un controllo totale sulla qualità. Questa integrazione consente di fornire linee
complete dalla A alla Z, inclusi sistemi di controllo PLC/SW personalizzati, assicurando che ogni componente lavori in sinergia. L'azienda è costantemente impegnata nell'innovazione, investendo in ricerca e sviluppo per migliorare continuamente le proprie tecnologie. Collaborazioni con università e centri di ricerca permettono a Colmec di esplorare nuove soluzioni, assicurando prodotti sempre più performanti e sostenibili. Colmec, quindi, si distingue nel settore della gomma per le sue soluzioni innovative e complete, pronte a rispondere alle sfide del mercato, garantendo alta qualità e sostenibilità. u
F.lli Maris
Estrusori bivite corotanti
Grazie all’impiego di estrusori bivite corotanti, l’estrusione della gomma ha conquistato nuovi traguardi, garantendo una qualità costante e un notevole risparmio energetico tramite l’adozione di sistemi in continuo nel processo produttivo del compounding.
Rispetto al tradizionale processo discontinuo, questa alternativa offre molteplici vantaggi: semplicità, completa automazione, riproducibilità e risparmio energetico.
Il processo continuo richiede che l’ingrediente principale, la gomma, venga reso free-flowing attraverso la macinazione in un mulino, ottenendo una granulometria adatta all’ingresso nell’estrusore.
Grazie alla costanza di alimentazione l’estrusore garantisce la stabilità di processo, ed è possibile modificare in tempo reale i parametri di processo (profilo termico, giri delle viti, portata di estrusione), così da produrre un estruso con le qualità desiderate.
F.lli Maris propone due tipologie di processi continui per l’estrusione della gomma.
Il primo è il processo a due passaggi, utilizzando due estruso-
ri, consente una maggiore flessibilità produttiva. Con il primo estrusore viene prodotto un masterbatch di gomma, cariche e plastificanti, che viene granulato e alimentato insieme agli agenti di vulcanizzazione nel secondo estrusore. Il secondo è il processo a un passaggio, che presenta vantaggi economici in termini di investimento iniziale, spazio, consumi energetici (con un risparmio fino al 70% rispetto i sistemi tradizionali), oltre a una maggiore semplicità di processo. Il know-how aziendale ha consentito di ampliare lo spettro dei materiali processabili, ottimizzare le tecnologie di alimentazione di tutti i componenti delle mescole e la loro sequenza di introduzione, ottenere livelli di dispersione molto elevati grazie all’ottimizzazione del profilo vite e dei parametri di processo, definire il layout di processo sulla base del differente prodotto da ottenere, grazie alla modularità e alla flessibilità degli estrusori. Attraverso lo sviluppo interno di un processo avanzato di riciclo mediante devulcanizzazione, è possibile riutilizzare i compound gomma vulcanizzati con l’ottenimento di una materia prima seconda idonea alla produzione di nuovi articoli. u
Forni per linee di estrusione ad alta produzione
Sermac Forni Industriali vanta una notevole esperienza nel settore gomma, grazie alle competenze acquisite sul campo, in oltre 20 anni di collaborazione con le aziende del distretto industriale Sebino, nonché con i numerosi partner internazionali, che operano su scala mondiale. L’azienda offre forni a tunnel per linee di estrusione ad alta produzione; forni per trattamenti di post-curing e vulcanizzazione di articoli in gomma, gomma-metallo, gomma spugna, silicone, viton, o’ring, nonché servizio di manutenzione e assistenza tecnica e software 4.0 al servizio della produzione.
Forni a Tunnel tipo Air Jet - T. max: 250 °C
Forni a tunnel ventilati modulari per linee di estrusione ad alta produzione di profilati in gomme, siliconi e per tutti i materiali in genere. Le caratteristiche principali includono: camera interna del forno in acciaio Inox; riscaldamento con resistenze elettriche corazzate, di lunga durata ed al -
ta efficienza; sistema di isolamento e taglio termico di alta affidabilità, per il massimo contenimento dei consumi energetici; nastro trasportatore in
fibra di vetro caricato, con velocità regolabile; innovativo sistema di ventilazione e di termoregolazione a zone controllate; sistema di sicurezza in caso di sovra-temperatura.
Fornetto di prevulcanizzazione Shock Oven Mini R4
S hock Oven Mini R4 è un fornetto per trattamenti di prevulcanizzazione per linee di estrusione. Le caratteristiche principali includono: camera interna in acciaio Inox; struttura esterna in acciaio al carbonio trattato verniciato; regolazione altezza passaggio prodotto; portello di ispezione ad apertura pneumatica o manuale; serrande scorrevoli in materiale ceramico in entrata/uscita dal forno, per contenimento consumi energetici. u
Suprema Rubber Machinery
Pompe di estrusione e macchine ausiliarie
Suprema Rubber Machinery è un produttore di macchinari gomma che integra impianti propri, principalmente pompe di estrusione e macchine ausiliarie, a linee di estrusione realizzate con altri partner manifatturieri; la missione di Suprema è la progettazione e la realizzazione di macchine innovative per l’industria della gomma combinando diverse tecnologie utilizzate nello stampaggio e nella estrusione.
Nascono in tal modo macchine ibride che trovano applicazione in particolari campi produttivi, sia nello stampaggio che nella produzione di tubi e profilati estrusi.
Nel campo estrusori pompa Suprema offre un programma completo di pompe a ingranaggi autonome o da accoppia-
re a estrusori (da 30 a 180 mm), singoli o bivite. Le pompe sono disponibili con volumi variabili da 10 sino a 4.000 kg/h, con ingranaggi lineari, a spirale oppure a lisca di pesce. Tra le applicazioni più interessanti delle pompe il filtraggio mescole gomma a caldo o freddo, la preformatura di precisione e l’installazione ex novo o come retrofit su estrusori per la stabilizzazione della portata e l’incremento di rendimento e pressioni. Segnaliamo alcune tra le ultime realizzazioni nelle macchine ausiliarie a linee di estrusione gomma e silicone. Lo svolgitore filo e portamatrice per profilati estrusi con filo poliamidico/polimeri speciali è un’apparecchiatura con frizione motorizzata che sbobina e preriscalda il filo che viene estruso attraverso la testa idoneamente realizzata. Tale attrezzatura consente dunque di produrre profili in gomma e silicone con tale rinforzo. idoneo a garantire precisione di taglio, giunzione e resistenza al prodotto finito. Lo sbobinatore con frenatura per applicazione nastro biadesivo su profili estrusi. La micropompa da 18 cc per coestrusione di silicone e gomma; tale pompa è stata applicata ad estrusore da 30 mm per garantire la massima precisione di uno strato di rivestimento in silicone in tubi con diametro da ¼ a ¾ di pollice. Il nuovo forno shock ad aria calda ricircolata 500° - 3.000 mm con trasmissione a rulli motorizzati. u
di G. Brembati
GS4Plastic Una startup innovativa nel mondo dei polimeri
Nata nel 2020 e specializzata in progettazione, formazione e consulenza nell’ambito delle materie plastiche, GS4Plastic ha organizzato un seminario a Urgnano (BG) per approfondire il settore degli elastomeri vulcanizzabili e termoplastici, con focus su materiali e processi innovativi.
Si è svolto il 27 settembre scorso, ad Urgnano (Bergamo), il seminario organizzato da GS4Plastic, azienda specializzata in progettazione, formazione e consulenza nell’ambito delle materie plastiche, con una nutrita partecipazione di aziende interessate agli argomenti proposti nell’ambito di innovazioni e tendenze nel settore dei materiali
elastomerici, sia vulcanizzati che termoplastici.
COME NASCE GS4PLASTIC
G S4Plastic è stata fondata nel 2020 da Giovanni Sonzogni, attualmente AD dell’azienda, che dopo essersi laureato in Chimica Industriale nel 2000 con specializzazione sui materiali polimerici ha maturato un’esperienza di 17
anni nel settore degli imballaggi rigidi, per lavorare poi come consulente scientifico in ambito polimerico nello sviluppo di bottiglie in plastica (PET, PP, HDPE etc.), nelle tecnologie del riciclo e della depurazione, nei corsi di formazione e nei processi innovativi. N el corso della sua presentazione, Sonzogni ha illustrato la realtà attuale dell’azienda, la cui cultura si basa
sulla chimica e sulla plastica, sull’economia circolare, sul rispetto sociale e ambientale, passando attraverso ricerca e innovazione, formazione tecnica, ecodesign e progettazione, test e prototipazione.
COMPOUNDING E DEPOLIMERIZZAZIONE DI SCARTI DI GOMMA VULCANIZZATA
N ell’ambito dei progetti di ricerca e sviluppo, in merito al recupero degli scarti (già attuato per quelli tessili e plastici), si inseriscono oggi le soluzioni di compounding e depolimerizzazione di scarti di gomma vulcanizzata: è stato infatti realizzato un progetto che comprende, nello specifico, gli scarti di EPDM nella zona del Sebino che, differenziati dal cliente, polverizzati e compoundati con poliolefine e opportuni additivi, si trasformano in granuli idonei per stampaggio a iniezione come normali termoplastici.
I l processo di stampaggio, grazie alla buona miscibilità e omogeneità del compound, risulta facile, con una buona efficienza della pressa senza nessuna problematica e con una successiva buona riproducibilità dei provini stampati. P er altre possibili applicazioni si sono già realizzati vasi da giardinaggio, mentre sono previste prove di collaudo per mat -
tonelle/tappetini da giardino, pannelli espansi per isolamento termico e acustico, cordoli stradali di protezione e pavimentazione di parchi. I vantaggi del recupero consistono in: benefici ESG, con minori costi di smaltimento, possibilità di creare progetti in partnership utili per l’ambiente e con elevato impatto sociale; scarti zero, con riduzione degli scarti aziendali e creazione di articoli con minor impatto ambientale; miglior rating di sostenibilità azienda -
le, con benefici in termini di visibilità ambientale certificabili e minore produzione di CO2.
S ulla scorta dei buoni risultati ottenuti con l’EPDM, è ipotizzabile che il processo di recupero sia replicabile anche con altre tipologie di gomma, come SBR, NBR e silicone, progetto già in programma, insieme a test con nuove applicazioni e tecnologie alternative e con nuovi clienti, all’implementazione con autorizzazioni e certificazioni ambientali e alla creazione d’impresa con partner del settore.
LE ALTRE AZIENDE PRESENTI
I l workshop è stato un’occasione di presentazione anche di altre aziende attive nel settore dei materiali elastomerici, sia vulcanizzati che termoplastici.
A llod Werkstoff - Parti ibride TPE/ EPDM per Door Sealing Systems
P resentata da Roberto Molteni, Allod Werkstoff è un’azienda tedesca, esperta in soluzioni su base termoplastici (TPE) e compound termoplastici e attiva, con la sua gamma di materiali ALLRUNA®, nei settori automotive, elettronica e beni di consumo. Nell’ambito delle guarnizioni per automotive, essenziali per ga -
rantire la protezione dell’abitacolo da acqua, polvere, rumore e calore, l’azienda propone l’uso di gomme termoplastiche come prodotti più sostenibili, che offrono riciclo meccanico dei manufatti a fine vita, con alcuni gradi che utilizzano materiale riciclato da scarti di beni di consumo o industriali.
K raiburg TPE Italia - TPE: le applicazioni in costampaggio e le opportunità sostenibili
K raiburg TPE, azienda di Kraiburg Holding, forte di una capacità produttiva di 60.000 ton/anno con i tre stabilimenti in Germania, USA e Malesia, si rivolge al mercato dell’automotive, del consumo, industriale e medicale. Nella sua presentazione, Luca Triglia ha illustrato i vantaggi del costampaggio, con combinazione solido/morbido, in termini di funzionalità del componente, del processo produttivo e della personalizzazione, per mostrare poi il funzionamento del processo, con un’analisi dettagliata di quello che succede nella zona di contatto (superficie, mix dei due substrati fusi e interazione fra i due substrati). Sono state quindi menzionate le possibilità di adesione fra vari polimeri e i test di valutazione della forza di adesione. Particolare
risalto è stato dato al contenuto sostenibile dei TPE prodotti, che conta su materiali di base biologica e riciclati, con certificazione ISCC PLUS e approccio di bilanciamento di massa.
D irect 3D - Stampa 3D di TPE, utilizzando granulo anziché filamento
L a stampa 3D di TPE si può realizzare con l’utilizzo di granulo, per il quale Direct 3D produce e fornisce estrusori piccoli, leggeri ed economici, oltre a stampanti 3D personalizzate.
I vantaggi del sistema a granuli, come illustrati da Paolo Legnani, sono una più ampia selezione di materiali,
compresi TPE molto morbidi, una più alta produttività, ideale per articoli di media dimensione, più bassi costi di stampaggio e colorazione in linea.
C .S.I. - Formulazione di polimeri e additivi per applicazioni speciali con gomme vulcanizzate
A ristide Plebani, consulente gomma dell’azienda, ha presentato una panoramica delle linee guida per soddisfare applicazioni speciali, partendo dal polimero di base e prendendo in considerazione le caratteristiche che sono richieste di volta in volta per la specifica applicazione, ad esempio la temperatura di esercizio, il contatto con fluidi, la permeabilità ai gas e così via. È stata quindi affrontata la casistica della formulazione più adatta per ottenere il risultato desiderato con la scelta del polimero nell’ambito di materiali speciali, in riferimento a elastomeri fluorurati, fluoroetilenepropilene, perfluoroelastomeri, siliconi, fluorosiliconi e nitrilica idrogenata. L’ultimo argomento trattato è stato quello della compatibilità ambientale, con riferimento all’impatto di una gomma naturale, e alla direttiva CSRD dell’Unione Europea per migliorare la trasparenza delle informazioni ambientali, sociali e di gestione delle aziende.
E ngel Italia - Efficienza e innovazione nello stampaggio degli elastomeri G abriele Formenti ha esposto il por -
tafoglio di macchine (orizzontali e verticali) e di tecnologie Engel per lo stampaggio degli elastomeri, mettendo l’accento sulla vasta gamma di processi per applicazioni innovative. È stato fatto anche un accenno al piano Transizione 5.0, focalizzandosi sui potenziali risparmi in base al tipo di macchina utilizzata e all’efficienza energetica dei singoli componenti.
O R.P. Stampi - Direzione bava zero ed emissioni zero
L a presentazione di Leonardo Brevi è stata incentrata sul progetto di uno stampo a 64 cavità per passacavi in gomma siliconica liquida LSR che, partendo dalle specifiche iniziali, viene spiegato in dettaglio nelle varie fasi di realizzazione, comprendenti stampo pilota, struttura definitiva, funzionamento, materiali, studio di deformazione in fase di espulsione dei pezzi stampati e simulazione del
dgts 210x146 2018 TR ai 1 20/03/18 10 53 dgts_210x146_2018_TR.ai 1 20/03/18 10.53
processo di riempimento, fino ad arrivare all’avviamento presso lo stabilimento del cliente.
Wacker-Chemie Italia - Introduzione alla “Liquid Silicone Rubber” LSR
R oberto Waldner ha illustrato la gomma siliconica liquida nei vari aspetti di proprietà e qualità del materiale, di processo produttivo e di disponibilità di gradi specifici per l’applicazione richiesta. In particolare ha spiegato il processo di stampaggio a iniezione, che dà luogo a una grande varietà di applicazioni in diversi segmenti di mercato.
D opag Italia - Precisione e affidabilità nel dosaggio del silicone liquido
L’azienda si propone come partner per il dosaggio e la miscelazione di gomma siliconica liquida, processi che nella presentazione di Mario Vaglietti sono stati descritti con le due macchine Silcomix P20 pneumatica e Silcomix PE 200/20 elettrica, menzionando caratteristiche e vantaggi, tra cui l’alta efficienza energetica, la durata e la semplicità operativa.
U TP Vision - Le sfide del controllo qualità e l’AI
M ario Regazzoni ha presentato brevemente il portafoglio prodotti dell’azienda, leader di mercato dei sistemi di ispezione visiva per componenti in gomma e plastica, per i settori industriale, farmaceutico e cosmetico, per porre poi l’accento sull’intelligenza artificiale. Di particolare interesse la distinzione fra AI generativa e AI non generativa, con l’esempio di quella generativa applicata a una macchina per l’ispezione di difetti superficiali.
G ibitre Instruments - Preparazione di provini per test di laboratorio con elastomeri vulcanizzati e termoplastici
N ella presentazione di Mauro Belloni è stato trattato un argomento spesso trascurato, ma di cui è stata ribadita l’importanza allo scopo di ottenere risultati affidabili nelle prove di laboratorio. Occorre sottolineare che mai come oggi si sente la necessità
portafoglio
di controllo, in relazione all’adozione di nuove tecnologie di prodotto, cambiamenti delle fonti di approvvigionamento delle materie prime e inserimento di materiali riciclati nel processo produttivo. L’apparecchiatura presentata è la
pressa da laboratorio, di cui vengono illustrate le caratteristiche, oltre allo stampaggio di materiali elastomerici e di termoplastici in granulo, agli stampi per la preparazione di provini a norma e al dispositivo di caricamento automatico. u
la preparazione di provini per test di laboratorio con elastomeri vulcanizzati e termoplastici.
Nuova macchina Desma per la produzione di grandi guarnizioni
La 968.500 Zozo Twin (S3) è una nuova macchina speciale per la produzione di grandi guarnizioni che copre la gamma di forze di chiusura da 5.000 a 7.000 kN, offrendo una nuova flessibilità per le esigenze future e una notevole versatilità.
Desma ha recentemente consegnato a un cliente internazionale la 968.500 Zozo Twin (S3), una nuova macchina speciale per la produzione di grandi guarnizioni che copre la gamma di forze di chiusura da 5.000 a 7.000 kN, offrendo una nuova flessibilità per le esigenze future e una notevole versatilità. L’unità di chiusura completamente ridisegnata, con due cilindri idraulici di chiu-
sura di grandi dimensioni e fissi, garantisce un’enorme resistenza alla flessione, offrendo quindi i migliori risultati di iniezione. Questa piattaforma può essere configurata con una o due unità di iniezione Fifo-B. Opzionalmente, entrambe le unità di iniezione possono essere spostate in diverse posizioni tramite un sistema a scorrimento.
Nel caso specifico, è possibile passa-
re dall’iniezione doppia decentralizzata all’iniezione centrale in pochi minuti. Anche la conversione dal silicone solido alla gomma mediante dispositivo di carica può essere eseguita in tempi brevissimi. La macchina è disponibile con diversi volumi di iniezione e può essere equipaggiata con unità di iniezione ad alta pressione Fifo-A o Fifo-B con una pressione fino a 3500 bar, se necessario.
LA PIATTAFORMA ACCESSIBILE
Una piattaforma accessibile è prevista per la fornitura del materiale, dove possono essere posizionate le palette di materiale vicino all’alimentazione. A seconda del tipo di materiale, possono essere aggiunti dispositivi di alimentazione a nastro attivamente azionati.
La piattaforma accessibile offre anche l’opzione di posizionare serbatoi del vuoto aggiuntivi, pompe per il vuoto e unità di controllo della temperatura per un facile accesso.
IL DISPOSITIVO DI SPOSTAMENTO
DELLE PIASTRE
Un dispositivo di spostamento delle piastre dello stampo integrato consente l’estrazione dell’articolo o il posizionamento dell’inserto nella stazione esterna tramite due piastre base o piastre centrali, mentre il successivo ciclo di iniezione viene già completato all’interno della mac-
L’unità di controllo DRC 2023 TBM con schermata del generatore RFID con immagine del chip RFID e della carta RFID.
china. Le piastre di riscaldamento all’interno del portastampo e nella stazione esterna sono progettate con 6 zone di controllo per ottenere la massima omogeneità di temperatura possibile.
Questa macchina è disponibile con diverse dimensioni delle piastre di riscaldamento. Quando utilizzata con un dispositivo di spostamento, è disponibile una dimensione utile delle piastre di riscaldamento fino a 1.600 x 1.100 mm in una disposizione ampia.
Il nuovo dispositivo di spostamento delle piastre dello stampo è disponibile anche in una versione che può essere allontanata dall’unità di chiusura ciclicamente o solo quando necessario per consentire l’accesso all’unità di chiusura da entram-
bi i lati. Lo stampo può essere installato dalla parte posteriore della macchina senza punti di interferenza. Sono disponibili console per il cambio dello stampo o l’intero pacchetto stampo e canalizzatore a freddo può essere sollevato utilizzando un carrello elevatore.
In alternativa, lo stampo può essere installato piastra per piastra utilizzando il dispositivo di spostamento delle piastre.
L’UNITÀ DI CONTROLLO
DRC 2023 TBM
L’unità di controllo DRC 2023 TBM è stata dotata di nuove funzioni. In questo contesto, l’utente può ora decidere se il login dell’operatore e la definizione dei livelli di password devono essere effettuati trami-
te chiavetta USB o, come nuova funzione, tramite carte RFID. Inoltre, è stata integrata una funzione che consente all’utente di configurare carte RFID o simili direttamente sull’operatore della macchina.
IL SISTEMA ENERGYCONTROL+
Dal punto di vista idraulico, la macchina è dotata di due assi servo-assistiti per poter iniettare dinamicamente riserve di potenza sufficienti, inclusi volumi di colata maggiori. Il sistema EnergyControl+ sviluppato da Desma garantisce un consumo energetico ottimale e fornisce un quadro chiaro del consumo effettivo, compresi tutti i dispositivi collegati, attraverso misurazioni reali grazie a una tecnologia di sensori estesa. u
Coating Technology S.r.l.
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Oltre ad essere certificati ISO 9001, siamo anche ISO 14001, perchè per noi la sostenibilità è importante .
a cura della redazione
Zero PFAS, massima qualità Trattamenti a impatto zero
Di fronte alla possibile messa al bando totale delle sostanze poli- e perfluoroalchiliche (PFAS), Coating Technology si è attivata per ampliare la sua gamma di soluzioni in questa direzione, rispondendo alle numerose richieste.
Lo scorso anno, le autorità di alcuni Stati membri dell'Unione Europea hanno presentato all'ECHA, l'Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, una proposta per la messa al bando delle sostanze poli- e perfluoroalchiliche (PFAS). L'intento è di porre limiti al loro utilizzo, poiché alcuni di
questi composti possono rappresentare un rischio per la salute umana e avere un impatto significativo sull'ambiente.
Per comprendere appieno la questione, è opportuno fare un breve passo indietro e chiarire cosa siano queste sostanze e perché siano attualmente
sotto i riflettori. I PFAS costituiscono un vasto gruppo di composti chimici sintetici, caratterizzati da legami molecolari particolarmente forti. Questa specifica caratteristica conferisce loro una notevole resistenza a fattori come acqua, ossigeno, alte temperature e sostanze chimiche aggressive, ren -
dendoli adatti per numerosi impieghi, tra cui i trattamenti superficiali. È importante sottolineare che esistono distinzioni all'interno di questo gruppo; alcune sostanze, come i polimeri a base di PTFE e PFPE, presentano caratteristiche di basso rischio e non rappresentano, quindi, un pericolo né per l'ambiente né per la salute umana. D i fronte alla possibile messa al bando totale di queste sostanze, che ha generato una forte reazione e un'ampia domanda di prodotti privi di PFAS, Coating Technology si è prontamente attivata per ampliare la sua gamma di soluzioni in questa direzione, rispondendo alle numerose richieste.
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tamenti con te cnologia al plasma, tra cui il deposito di HMDSO. Questi particolari rivestimenti si distinguono per la loro resistenza chimica ed alle alte temperature, offrendo prestazioni eccezionali, riducendo notevolmente il coefficiente di attrito e proteggendo dall'usura. Inoltre, il deposito di HMDSO è a base naturale e rappresenta una valida soluzione ecosostenibile.
C oating Tecnology, infine, propone Revol-Sil®, un trattamento progettato e brevettato da Coating Technology per prodotti in mescole siliconiche, che garantisce una riduzione dell'usura e della forza di attrito senza l'utilizzo di alcun prodotto lubrificante.
S viluppare soluzioni PFAS-free che mantengano le stesse caratteristiche dei rivestimenti utilizzati finora, in termini di resistenza fisica e chimica anche in condizioni estreme, rappresenta una sfida impegnativa, di fronte alla quale la società non si è fatta cogliere impreparata, ma l’ha anzi valutata come un’opportunità per compiere un ulteriore passo verso una transizione ecologica, ormai necessaria e impres cindibile per un futuro più sostenibile. u
Notizie e aggiornamenti a cura dell’Associazione
In questo numero ripercorriamo la storia del Laboratorio Cerisie, che quest’anno festeggia i suoi 50 anni di attività nel settore della gomma e celebra mezzo secolo di innovazione e competenza.
Il 2024 rappresenta una tappa fondamentale per il Laboratorio Cerisie, che festeggia con orgoglio i suoi 50 anni di attività nel settore della gomma. Fondato nel 1974, il Cerisie si è evoluto fino a diventare un simbolo di eccellenza, qualità e innovazione, conquistando la fiducia di aziende e professionisti in tutta l’industria italiana e internazionale. Questo viaggio straordinario è testimone non solo di un percorso imprenditoriale, ma di una vera e propria passione per la scienza dei materiali e la ricerca continua di soluzioni innovative.
I l Cerisie è un asset di Assogomma la quale, sin dagli anni ‘60, ha favorito la collaborazione tecnico-scientifica e la formazione per permettere, soprattutto alle piccole e medie industrie della gomma, di certificare la qualità e l’affidabilità dei propri materiali e prodotti. Già nel 1964, Assogomma ha avviato contatti con il C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per valutare la possibilità di istituire congiuntamente un organo nazionale di ricerca nel campo degli elastomeri. Nel 1968, grazie a una cinquantina di aziende associate ad Assogomma, nacque A.I.R.I.EL. (Associazione Italiana per la Ricerca nell’Impiego degli Elastomeri), costituita allo scopo di finanziare nel 1974 la creazione del laboratorio CE.RI. SI.E. (Certificazione e Ricerca sui Sistemi Elastomerici). Il primo Direttore è stato l’ingegner Valentino Zerbini, inventore del “Pendolo Zerbini o Palinbalometro”, ancora utilizzato per lo studio delle proprietà elastiche della gomma. Successivamente Fausto Casa, direttore fino
all’anno 2010, ha perseguito lo sviluppo dell’allora CE.RI.SI.E. a livello internazionale e ha modificato la ragione sociale, trasformandolo nella società dal nome Laboratorio Italiano Gomma Cerisie s.r.l. o, più semplicemente, Cerisie, come noto al giorno d’oggi. Nel 2010 a Fausto Casa è succeduto Fabio Negroni, che ha curato il trasferimento presso la nuova e moderna sede di Monza nel 2017. Nel 2020 la direzione è stata assunta da Vincenzo Boffa che, unitamente al team del Cerisie, ha saputo rispondere alle sfide di un settore in costante evoluzione, aggiornando costantemente le proprie competenze e investendo nelle tecnologie più all’avanguardia.
Ogni anno il laboratorio ha accolto nuo-
ve sfide, portando avanti un impegno ininterrotto verso l’innovazione, qualità e competenza, nel settore dei polimeri, con particolare attenzione agli elastomeri.
Il Laboratorio propone una gamma completa di test per la caratterizzazione fisico/meccanica e chimica della gomma e dei materiali polimerici, fondamentali per valutarne le prestazioni e la qualità in condizioni operative reali. Per citare alcuni esempi, prove di durezza, trazione e compressione, basilari per la gomma; resistenza all’abrasione; resistenza all’invecchiamento accelerato, dove si simulano condizioni estreme, come temperature elevate ed esposizione ad agenti chimici, ozono e luce solare, per valuta-
re la durabilità dei materiali in ambienti aggressivi.
Per quanto riguarda le analisi del laboratorio chimico, va citata l’Analisi termogravimetrica (TGA) che permette di quantificare i polimeri, gli additivi e le cariche minerali. Tramite tecniche spettroscopiche (FTIR, utile anche per identificare il polimero stesso) e cromatografiche (HPLC e GC-MS) è possibile identificare e quantificare gli additivi quali plastificanti, antiossidanti, acceleranti, vulcanizzanti e ritardanti di fiamma. Con questi stessi strumenti si identifica, inoltre, la presenza di eventuali contaminanti o agenti indesiderati. La Calorimetria a scansione differenziale (DSC) permette di misurare le proprietà termiche dei materiali, come le temperature di transizione vetrosa, fusione e cristallizzazione. Tra ambiti più rilevanti per il Cerisie vi sono le prove MOCA (Materiali ed Oggetti a Contatto con Alimenti). In un contesto sempre più regolamentato, garantire la sicurezza dei materiali che vengono a contatto con alimenti è essenziale per la conformità alle normative europee, nazionali e internazionali; presso il Cerisie si eseguono test rigorosi per verificare l’idoneità dei materiali destinati al contatto con alimenti tramite prove di migrazione globale e specifica per controllare il rispetto dei limiti previsti dalle normative stesse. In questi ultimi anni, si è molto sviluppata la Failure Analysis, attività molto interessante e complessa, particolarmente apprezzata dalle aziende che desiderano comprendere le cause dei difetti riscontrati nei materiali o nei prodotti. Attraverso tecniche avanzate di analisi, il Cerisie è in grado di individuare le cause alla base del guasto, fornendo report dettagliati che supportano le aziende nell’implementazione di soluzioni correttive e nell’ottimizzazione dei processi produttivi. Grazie all’approccio personalizzato e orientato al cliente, il Cerisie fornisce consulenze per tutte le problematiche legate all’industria della gomma, lavorando a fianco delle aziende per risolvere tematiche tecniche, offrire supporto su formulazio-
ni e ottimizzare i processi produttivi, garantendo sempre soluzioni su misura per ogni specifica esigenza. In linea con le sfide ambientali del nostro tempo, il Cerisie è profondamente impegnato nella ricerca di soluzioni che riducano l’impatto ambientale dei materiali ed è in prima linea nel supportare un’industria della gomma più sostenibile
e responsabile. Dopo 50 anni di successi, il Cerisie guarda al futuro con lo stesso spirito pionieristico che ha caratterizzato la sua nascita.
Continuerà a investire nelle tecnologie e strumentazioni più avanzate, nel proprio team di esperti e nella formazione, da sempre portata avanti e oggi gestita in collaborazione con Assogomma, garantendo un supporto sempre più qualificato ai clienti. u
NORMATIVE di Beatrice Garlanda
Nuovo portale UE per le emissioni industriali
Con l’obiettivo di migliorare l’accesso del pubblico alle informazioni, il regolamento UE 2024/1244 del 24 aprile ha stabilito le norme per la raccolta e la comunicazione dei dati ambientali riguardanti le installazioni industriali e ha istituito un portale UE sulle emissioni industriali.
Il regolamento (UE) 2024/1244 del 24 aprile 2024, pubblicato nella Gazzetta UE del 2 maggio 2024, stabilisce norme per la raccolta e la comunicazione dei dati ambientali riguardanti le installazioni industriali e istituisce un portale UE sulle emissioni industriali. Il provvedimento, entrato in vigore il 22 maggio 2024, s’inserisce nel contesto della disciplina IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control).
Si applica a decorrere dal 1° gennaio 2028 e, con efficacia da tale data, abroga il regolamento (CE) 166/2006 relativo all’istituzione di un registro europeo delle emissioni e di trasferimenti di sostanze inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CE e 96/61/CE. I riferimenti al provvedimento del 2006 si intendono fatti al regolamento (UE) 2024/1244 e si leggono secondo la tavola di concordanza contenuta nell’allegato III di quest’ultimo.
OBIETTIVO
Il provvedimento in esame intende (art. 2) “migliorare l’accesso del pubblico alle informazioni, attraverso l’istituzione del portale, agevolando in tal modo la partecipazione del pubblico ai processi decisionali in materia ambientale e identificando le fonti di inquinamento industriale, nonché permettere il monitoraggio dell’inquinamento industriale allo scopo di contribuire alla sua prevenzione e riduzione”. Il portale, sotto forma di una banca dati online, consente un accesso pubblico ai dati ambientali delle installazioni industriali. La sua base normativa si ritrova nella Convenzione della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dl pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale (Convenzione di Aarhus), ratificata dalla Comunità europea il 17 febbraio 2005 con decisione 2005/370/ CE del Consiglio e nel protocollo UNECE sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, ratificato dal Consiglio con decisione 2006/61/CE. Tale protocollo è attuato dal regolamento che stiamo trattando.
DEFINIZIONI
L’art. 3 elenca le definizioni che si applicano al provvedimento in oggetto. Citiamo qui di seguito le principali. Installazione: l’unità tecnica permanente all’interno della quale sono svolte una o più attività elencate nell’allegato I (cfr. Tabella 1) o altre attività direttamente associate nello stesso sito, che hanno un collegamento tecnico con le attività elencate in tale allegato e che potrebbero incidere sulle emissioni e sull’inquinamento
Emissione: qualsiasi introduzione di una sostanza inquinante nell’ambiente in seguito a qualsiasi attività umana, volontaria
Allegato I del regolamento (UE) 2024/1244
Attività
1 Attività elencate nell’allegato I della direttiva 2010/75/UE (cfr. tabella 2)
2 Attività elencate nell’allegato 1 bis della direttiva 2010/75/UE (allevamenti)
3 Attività degli impianti di combustione di cui all’art.2 della direttiva (UE) 2015/2193 (se non contemplate dall’allegato I della direttiva 2010/75/UE)
4 Coltivazione sotterranea e operazioni connesse, compresa l’estrazione di petrolio greggio o di gas, sia sulla terraferma che in mare aperto (se non contemplate dall’allegato I della direttiva 2010/75/UE)
5 Coltivazione a cielo aperto ed estrazione in cava (se non contemplate dall’allegato I della direttiva 2010/75/UE)
S oglia di capacità
A l di sopra delle soglie di capacità applicabili d i cui alla direttiva 2010/75/UE
A l di sopra delle soglie di capacità applicabili d i cui alla direttiva 2010/75/UE
I mpianti di combustione con una potenza termica nominale pari o superiore a 20 MW e inferiore a 50MW
N essuna soglia di capacità (tutte le installazioni sono s oggette a obblighi di comunicazione)
A rea effettivamente sottoposta ad operazione estrattiva p ari a 25 ha
6 I mpianti di trattamento delle acque reflue urbane Capacità di 100.000 abitanti equivalenti o superiore
7 Acquacoltura basata su mangimi
8 I nstallazione per la costruzione e/o la demolizione di navi, e per la verniciatura o la sverniciatura di navi
Capacità di produzione annua superiore a 500 tonnellate
Capacità di lavorare su navi di 100 m di lunghezza
9 E lettrolisi dell’acqua per la produzione di idrogeno Produzione su scala industriale
I ndustrie energetiche
Allegato I della direttiva 2010/75/UE
- Combustione di combustibili in installazione con una potenza termica nominale totale ≥50 MW
- R affinazione di petrolio o di gas
- Produzione di coke
- G assificazione, liquefazione o pirolisi di carbone o di altri combustibili in installazioni con potenza termica nominale ≥20 MW
- Arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici
- Produzione di ghisa o acciaio, compresa la relativa colata continua di capacità >2,5 Mg all’ora
- Lavorazione di metalli ferrosi attraverso le attività specificate dall’allegato stesso
Produzione e trasformazione dei metalli
I ndustria mineraria
I ndustria chimica
- Funzionamento di fonderie di metalli ferrosi con una capacità di produzione >20 Mg al giorno
- Lavorazione di metalli non ferrosi, alle condizioni indicate
- Trattamento di superficie di metalli o materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume >30 m3
- Fabbricazione di batterie, con una capacità di produzione ≥15.000 tonnellate di celle di batterie
- Produzione di cemento, calce e ossido di magnesio alle soglie indicate
- Produzione di amianto o fabbricazione di prodotti dell’amianto
- Fabbricazione del vetro, compresa la fibra di vetro, con capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno
- Fusione di sostanze minerali con una capacità di fusione >20 tonnellate al giorno
- Fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura con una capacità di produzione >75 t al giorno e/o una capacità di forno >4 m3 e una densità di carica per forno >300 kg/m3
- Estrazione su scala industriali dei minerali specificati dall’allegato stesso
Per le categorie di attività di questa sezione s’intende per produzione la produzione su scala industriale attraverso trasformazione chimica o biologica delle sostanze o dei gruppi di sostanze qui di seguito elencate
-Fabbricazione di prodotti chimici organici, in particolare:
a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici o aromatici)
b) idrocarburi ossigenati, in particolare alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri e miscele di esteri, acetati, eteri, perossidi e resine epossidiche
c) idrocarburi solforati
d) idrocarburi azotati, in particolare amine, amidi, composti nitrosi, nitrati o nitrici, cianati, isocianati
e) idrocarburi fosforosi
f ) idrocarburi alogenati
g) composti organometallici
h) materie plastiche (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base di cellulosa)
i) gomme sintetiche
J ) sostanze coloranti e pigmenti
k) agenti tensioattivi e tensioattivi
- Fabbricazione di prodotti chimici inorganici, in particolare:
a) gas, quali ammoniaca, cloro e acido cloridrico, fluoro e acido fluoridrico, ossidi di carbonio, composti di zolfo., ossidi di azoto, idrogeno, tranne quando prodotti mediante elettrolisi dell’acqua, anidride solforosa, cloruro di carbonile
b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico, acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi solforati
c) basi, quali idrossido d’ammonio, idrossido di potassio, idrossido di sodio
d) sali, quali cloruro d’ammonio, clorato di potassio, carbonato di potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato d’argento
e) non metalli, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio, carburo di silicio
- Fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o potassio
- Fabbricazione d prodotti fitosanitari e di biocidi
- Fabbricazione di prodotti farmaceutici compresi i prodotti intermedi
- Fabbricazione di esplosivi
- Smaltimento e recupero dei rifiuti pericolosi, con capacità >10 tonnellate al giorno, che comportano il ricorso ad una delle attività di cui al punto 5.1 dell’allegato in oggetto
- Smaltimento o recupero dei rifiuti in impianti di incenerimento dei rifiuti o in impianti di coincenerimento dei rifiuti:
a) per i rifiuti non pericolosi con una capacità >3 tonnellate all’ora
b) per i rifiuti pericolosi con una capacità >10 tonnellate al giorno
- Smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con capacità >50 tonnellate al giorno che comporta il ricorso, salvo deroghe, ad una delle seguenti attività:
i) trattamento biologico, come la digestione anaerobica o la codigestione
ii) trattamento fisico-chimico
iii) pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento o al coincenerimento
iv) trattamento di scorie e ceneri
v) trattamento in trituratori di rifiuti metallici
- R ecupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità >75 tonnellate al giorno, che comportano il ricorso ad una delle seguenti attività:
i) trattamento biologico, come la digestione anaerobica
ii) pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento o al coincenerimento
iii) trattamento di scorie e ceneri
iv) trattamento in trituratori di rifiuti metallici
S e l’attività di trattamento dei rifiuti consiste solo nella digestione anaerobica, la soglia di capacità di tale attività è fissata a 100 tonnellate al giorno
- Discariche che ricevono più di 10 tonnellate di rifiuti al giorno e con una capacità totale >25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti
- Stoccaggio temporaneo di rifiuti pericolosi, nei casi indicati, con una capacità totale >50 tonnellate eccetto il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono generati i rifiuti
- Stoccaggio sotterraneo di rifiuti pericolosi con una capacità totale >50 Mg
- Fabbricazione in installazioni industriali di:
a) polpa di legno o da altri materiali fibrosi
b) carta o cartoni con capacità di produzione >20 tonnellate al giorno
c) uno o più dei pannelli di legno indicati dall’allegato, con una capacità di produzione >600 m3 al giorno
- Pretrattamento, tintura o finitura di fibre tessili o di tessili la cui capacità di trattamento supera le 10 tonnellate al giorno
- Concia di pelli e pellami, se la capacità di trattamento supera le 12 Mg al giorno di prodotti finiti
- G estione di macelli aventi una capacità di produzione di carcasse >50 Mg al giorno
- Trattamento e trasformazione delle materie prime elencate dall’allegato, destinate alla trasformazione di prodotti alimentari o mangimi
- Trattamento e trasformazione del latte, in quantità di latte ricevuto >200 tonnellate al giorno
- Smaltimento e riciclaggio di carcasse di animali o di sottoprodotti di origine animale con una capacità di trattamento >10 tonnellate al giorno
- Elettrolisi dell’acqua per la produzione di idrogeno quando la capacità di produzione supera 50 tonnellate al giorno
- Trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti utilizzando solventi organici, con una capacità di consumo di solventi organici >150 Kg all’ora o 200 tonnellate all’anno
- Produzione di carbonio o elettrografite mediante incenerimento o grafitizzazione
- cattura dei flussi di CO2 nei casi indicati dall’allegato in oggetto
- Conservazione del legno e dei prodotti in legno con prodotti chimici con una capacità di produzione >75 m3 al giorno eccetto il trattamento esclusivamente contro le macchie di legno
- trattamento e gestione indipendente di acque reflue, se del caso
o involontaria, abituale o straordinaria, compresi le fuoriuscite, l’emissione, lo scarico, l’iniezione, lo smaltimento o l’abbandono, o attraverso reti fognarie non attrezzate per il trattamento finale delle acque reflue
S ostanza inquinante: la sostanza o il gruppo di sostanze potenzialmente nocive per l’ambiente o la salute umana a causa delle loro proprietà e in esito alla loro introduzione nell’ambiente
Trasferimento fuori sito: lo spostamento oltre i confini di un’installazione industriale, di rifiuti destinati ad operazioni di recupero o smaltimento e di sostanze inquinanti contenute in acque reflue destinate al trattamento.
CONTENUTO DEL PORTALE
I l portale deve riportare i dati e le informazioni di cui alle seguenti lettere dell’art. 6, par. 1:
a ) i dati sull’emissione nell’aria, nell’acqua e nel suolo di ciascuna sostanza inquinante di cui all’allegato II (cfr. Tabella 3) per un quantitativo superiore alla soglia di cui allo stesso allegato;
b ) i dati sui trasferimenti fuori sito di rifiuti pericolosi per oltre due tonnellate anno per complesso o di rifiuti non pericolosi per oltre duemila tonnellate l’anno per complesso, per operazioni di recupero o smaltimento, salvo per quanto riguarda il trattamento in ambiente terrestre e l’iniezione in profondità di cui all’allegato I della direttiva 2008/98/CE.
Precisiamo che per “complesso” s’intende una o più installazioni, o parti di esse, presenti nello stesso sito e gestite dalla stessa persona fisica o giuridica;
c ) i dati sui trasferimenti fuori sito, in acque reflue destinate al trattamento, di qualsiasi sostanza inquinante di cui all’allegato II per quantitativi superiori alla soglia prevista; d ) i dati sull’utilizzo di acqua, energia e materie prime pertinenti. Un elenco di tali materie prime sarà adottato dalla Commissione, attraverso atti di esecuzione, entro il 31 dicembre 2025;
e ) informazioni che consentano la contestualizzazione dei dati visti sopra, compresi il volume di produzione e il numero di ore operative.
I noltre nel portale sono inserite:
- l e informazioni sulle singole installazioni comunicate dagli Stati membri alla Commissione ai sensi della direttiva 2010/75/UE, in particolare ai sensi dell’art. 72;
- i dati sulle emissioni di sostanze inquinanti da fonti diffuse, se disponibili (art. 8, par. 1)
I nfine contiene i link alle seguenti banche dati:
a ) i registri nazionali delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti istituiti dagli Stati membri in conformità del protocollo;
b ) altri registri, banche dati o siti web esistenti accessibili al pubblico, istituiti dagli Stati membri o dall’UE, in materia di cambiamenti climatici, p rotezione dell’aria, dell’acqua e del suolo e gestione dei rifiuti. u
RUBBER COMPOUNDS
RUBBER SHEETS
SILICONE COMPOUNDS
Allegato II del regolamento (UE) 2024/1244
N. Numero CAS S ostanza inquinante (1)
1
(colonna 1a)
(colonna 1 c)
Eteri di difenile polibromurati (PBDE) (12)
Nonilfenolo ed etossilati di nonilfenolo (NP/NPE)
87
come C totale) (13)
Idrocarburi policiclici aromatici (PAH) (14)
Carbonio organico totale (TOC) (espresso come C totale o COD/3)
(17)
Cloro e composti inorganici (espressi come HCl)
e composti inorganici (espressi come HF)
(PM10)
( 1) S e non altrimenti specificato, qualsiasi sostanza inquinante contenuta nell’allegato in oggetto è comunicata in base alla massa totale di tale sostanza o, qualora si tratti di un gruppo di sostanze, come la massa totale del gruppo.
( 2) I l trattino (-) significa che il parametro e il comparto non fanno scattare l’obbligo di comunicazione dei dati.
( 3) M assa totale di fluorocarburi idrogenati. La somma di HFC23, HFC32, HFC41, HFC4310mee, HFC125, HFC134, HFC134a, HFC152a, HFC143, HFC143a, HFC227ea, HFC236fa, HFC245ca e HFC365mfc.
( 4) M assa totale di perfluorocarburi. La somma di CF4, C2F6, C3F8, C4F10, c-C4F8, C5F12, C6F14.
( 5) M assa totale di sostanze elencate, compresi i loro isomeri, nel gruppo VIII dell’allegato I del regolamento (CE) n. 1005/2009, del 16 settembre 2009, sulle sostanze che riducono lo stato di ozono.
( 6) M assa totale delle sostanze elencate, compresi i loro isomeri, nei gruppi I e II dell’allegato I del regolamento (CE) n. 1005/2009.
( 7) M assa totale delle sostanze elencate, compresi i loro isomeri, nei gruppi III e VI dell’allegato I del regolamento (CE) n. 1005/2009.
( 8) Tutti i metalli sono comunicati come la massa totale dell’elemento in tutte le forme chimiche presenti nell’emissione.
( 9) Composti organici alogenati che possono essere assorbiti da carbonio attivato espresso come cloruro.
( 10) E spresso in I-TEQ (International Toxicity Equivalent).
( 11) S e è superata la soglia per i BTEX (parametro globale che fa riferimento a benzene, toluene, etilbenzene e xileni) occorre comunicare i dati relativi alle singole sostanze inquinanti.
( 12) M assa totale dei seguenti difenileteri bromati: penta-BDE, octa-BDE e deca-BDE.
( 13) M assa totale di fenolo e di semplici fenoli sostituiti, espressi come carbonio totale.
( 14) I n relazione agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), per la comunicazione dei dati sulle emissioni nell’aria devono essere misurati il benzo(a)pirene (50-32-8), il benzo (b) fluorantene (205-99-2), il benzo(k)fluorantene(207-08-9) e l’indeno(1,2,3-cd)pirene (193-39-5) ai sensi del regolamento (UE) 2019/1021, del 20 giugno 2029, relativo agli inquinanti organici persistenti.
( 15) M assa totale dei composti di tribuilstagno, espressa come massa di tributilstagno.
( 16) M assa totale dei composti di trifenilstagno, espressa come massa di trifenilstagno.
( 17) M assa totale di xilene (orto-xilene, meta-xilene, para-xilene).
Parità di genere: uno dei pilastri della metrica ESG
Sulla scorta della Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’UE, l’Italia ha varato la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, ponendola come una delle priorità trasversali del PNRR e come riferimento per l’attuazione della riforma del Family Act, al cui interno si inserisce la L. 162/2021. Quest’ultima ha introdotto nel nostro ordinamento la Certificazione per la parità di genere.
Icriteri ESG - acronimo di “Environmental”, “Social” and “Governance” - sono indicatori che permettono di analizzare l’attività di un’impresa o di un’organizzazione non solo su aspetti finanziari, ma ambientai, sociali e di buona gestione. Per diversi anni, l’attenzione di istituzioni e operatori è stata rivolta prevalentemente all’indicatore oggi rappresentato dalla E di “Environmental”, perché i rischi legati alla crisi climatica e la necessità di contenere il livello di emissioni hanno finito per mettere in ombra il valore e l’importanza dei temi relativi
alla S di “Social” e alla G di “Governance”, che rivestono un’importanza non meno cruciale nell’ambito della trasformazione sostenibile di ogni organizzazione o azienda.
Nella metrica ESG, uno dei pilastri fondamentali legati alla S di “Social” è la parità di genere.
Diverse istituzioni hanno inserito il raggiungimento della parità di genere quale loro obiettivo primario, che è uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e è uno dei principali punti Foto di designer491 da iStock.
dell’Agenda dell’ONU 2030. Anche l’Unione europea ha varato la “Strategia per la Parità di Genere 2020 – 2025”.
LA CERTIFICAZIONE PER LA PARITÀ DI GENERE
Sulla scorta della Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’UE, l’Italia ha varato la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, ponendola come una delle priorità trasversali del PNRR e come riferimento per l’attuazione della riforma del Family Act, al cui interno si inserisce la L. 162/2021. Quest’ultima ha introdotto nel nostro ordinamento la Certificazione per la parità di genere.
La finalità del Sistema di certificazione per le imprese è quella di favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e per il così detto empowerment femminile, migliorando la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro, di occupare posizioni di leadership, di armonizzare le esigenze del lavoro e della famiglia e di garantire la parità salariale e la tutela della maternità.
La certificazione avviene su richiesta dell’impresa ed è rilasciata da organismi accreditati, che operano sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022.
COSA PREVEDE LA LEGGE GRIBAUDO
I n base all’art. 5, comma 2, della Legge 5 novembre 2021, n. 162 (Legge Gribaudo), alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere è concesso un esonero dal versamento di una percentuale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.
Inoltre, sempre ai sensi della Legge Gribaudo (art. 5, comma 3), alle aziende che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione alla prassi UNI/PdR 125:2022 - rilasciata da un organismo di certificazione accreditato - è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione di proposte
progettuali da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.
Inoltre, con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, le amministrazioni aggiudicatrici indicano nei loro avvisi un maggiore punteggio legato al possesso della certificazione di genere.
I nfine, l’art. 106, comma 8, del nuovo Codice dei contratti pubblici prevede, per tutte le tipologie di contratto una diminuzione della garanzia del 20%, cumulabile con tutte le altre riduzioni previste dalla legge, in caso di possesso di certificazioni (riportate nell’allegato II. 13 al Codice) attestanti specifiche qualità, inclusa la certificazione della parità di genere.
I ntensificare gli sforzi per eliminare la disparità di genere (Gender Gap) non rappresenta soltanto un obiettivo di altro valore morale – tanto che dovrebbe costituire un vero e proprio imperativo - ma anche un’importante opportunità per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo. u
I nostri esperti
Lo Studio Legale Gealex – Guardamagna e associati (www.gealex.eu), che cura questa rubrica, è uno studio legale presente in tutta Italia e un network di studi legali affermati in tutto il mondo. Con sede a Milano (Italia), è uno studio di prima scelta per i clienti che cercano consulenti legali con una vasta esperienza e competenza in pratiche multidisciplinari, come il diritto commerciale e societario, il contenzioso civile, l’M&A, il diritto del lavoro, la proprietà intellettuale, il real estate, il recupero crediti, i rapporti bancari e, persino, il diritto dello sport. Gli autori dell’approfondimento sono il partner Alessandro Facchino (afacchino@gealex.eu), direttore del Dipartimento di Diritto del Lavoro di Gealex –Guardmagna e associati, e il collega di studio, avvocato Enzo Cardone.
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