retail&food 12 2024

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Duty

free a tutta velocità, le vendite corrono più del traffico passeggeri

A Bergamo, ChorusLife apre le porte ai visitatori

Fimiani (R-Store): “Ecco perché siamo l’Apple partner n.1 in Italia”

Esordio in Italia per Popeyes: “Puntiamo alla leadership nel pollo fritto”

AREAS Italia

Un anno ricco di grandi aperture!

Perché sviluppare format non è solo il nostro lavoro… è la nostra Passione!

Michelangelo Bistrò & More Aeroporto di Milano Linate

Editoriale

AMMAZZA I COSTI!

L’altra mattina in radio ho ascoltato due spot, in sequenza. Il primo di IKEA, con una linea narrativa dolce, affettuosa, rassicurante comunicava che, anche se a Natale non hai soldi per andare in vacanza, con poca spesa puoi addobbare e abbellire casa per renderla una “vacanza”.

Il secondo, di McDonald’s, racconta di colleghi/amici al verde che vengono convinti da altri colleghi/amici a fare pausa pranzo da Mc perché ci sono sconti e promozioni con forti ribassi di prezzo.

Ma mi ha colpito il messaggio delle due aziende: siete più poveri ma da noi potete comprare ugualmente. Ho fatto una sintesi brutale, pazienza. Ma la comunicazione è questa, rivolta a un pubblico con sempre meno capacità di spesa.

Questo come si sta riverberando sulle aziende retail? Sicuramente con una spasmodica attenzione ai costi e con tagli orizzontali, verticali e diagonali. Non sperando di poter beneficiare a breve di crescite significative sulla linea dei ricavi. Per non parlare della marginalità.

Ma ci sono altri percorsi, un altro mondo è possibile (cit.).

Prendo a esempio, un gorsso esempio, lo store Eataly Smeraldo a Milano, completamente rivisto dal nuovo management guidato da Andrea Cipolloni. L’investimento sugli spazi interni, sui processi, sui nuovi team, sui prodotti, ha comportato tempo, competenza, denaro. Il risultato è davvero notevole, Eataly oltre Farinetti: ancora pop, ma decisamente più chic e soprattutto più bello, facile, fruibile. Ed ecco che “magicamente” i conti tornano in ordine.

Tagliare i costi è salutare, farlo spesso un buon esercizio. Ma non può finire lì.

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Anno 19 · numero 12 dicembre 2024

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arriva in Italia, obiettivo 50 punti vendita in

a tutta velocità, le vendite corrono più del traffico passeggeri

Aigrim, Riccardo Orlandi è il nuovo presidente

A seguito dell’improvvisa uscita di scena dal mondo della ristorazione del Past President Cristian Biasoni, l’Assemblea di Aigrim (Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione Multilocalizzate) ha nominato Riccardo Orlandi Presidente e Corrado Cagnola Vicepresidente. Dopo l’elezione all’unanimità, Orlandi ha dichiarato a r&f: “Sono davvero molto orgoglioso dell’incarico appena ricevuto. L’obiettivo è di lavorare, da subito, insieme al Vicepresidente Corrado Cagnola, continuando nell’attività di rilancio del settore, nell’interesse e con la collaborazione di tutte le imprese associate”. Di recente Autogrill ha comunicato la volontà di non rinnovare la propria adesione a partire dal 2025, una scelta motivata con la volontà di “razionalizzare la membership nell’ambito di enti e associazioni di categoria”. Ma sono attesi nuovi importanti ingressi in Aigrim, che attendono solo la ratifica del prossimo Consiglio Direttivo.

Stock Options

PANDORA

Pandora chiude il terzo trimestre 2024 con un giro d’affari di 6,1 miliardi di corone danesi (circa 810 milioni di euro), registrando una crescita organica dell’11%. Alzate le previsioni di crescita per l’intero esercizio a +11/12%.

PRIMARK

Buoni i risultati annuali della controllante Associated British Foods: 20 miliardi di sterline di ricavi (+2%) e 2 miliardi di utile operativo (+32%), con un +51% per la sola divisione retail, che comprende Primark.

MACY’S

Singolare incidente per il colosso Usa, che ha ritardo la pubblicazione della trimestrale (comunque in declino) dopo aver scoperto che un dipendente ha intenzionalmente nascosto 154 milioni di spese in un triennio.

RALPH LAUREN

Dopo il secondo trimestre fiscale con ricavi a 1,7 miliardi di dollari (+6%), Ralph Lauren rivede al rialzo il full year entro la forchetta di +3/4%. Bene Europa e Asia.

HUGO BOSS

Meglio del previsto il terzo trimestre, con ricavi a +1% (un miliardo di euro) grazie soprattutto ad America ed area Emea, mentre l’Asia Pacifico scivola del 7%. Ebit a 95 milioni.

BURBERRY GAP

La semestrale in perdita era prevista, ma il mercato scommette sul piano di rilancio chiamato “Forward”, definito “urgente” che passerà anche per il rilancio di pezzi icone del “lusso britannico senza tempo”.

Altro trimestre in ripresa per Gap, con vendite a 3,8 miliardi di dollari (+2%) e margine operativo al 9,3%. Però le vendite negli store sono in leggero calo (-2%).

KERING

Il titolo, dai 400 euro di inizio anni, veleggia intorno a 250. Per recuperare liquidità, il gruppo ha emesso un maxi bond decennale da 750 milioni, che segue un’altra emissione effettuata a marzo.

HOLDINGS

Sfumata la fusione con Tapestry, il secondo trimestre accusa un calo del 16,4% nel secondo trimestre con ricavi a 1,08 miliardi di dollari. L’utile netto è di 24 milioni di dollari (0,20 ad azione).

CAPRI

Rossopomodoro, avanti con le aperture tra Roma, Linate e l’America

Rossopomodoro ha inaugurato un nuovo ristorante all’interno della Galleria Alberto Sordi, a Roma. Il ristorante Rossopomodoro (foto) è disposto su due piani, con 110 posti a sedere, e il design è stato curato da Franco Costa della Costa Group, società che ha assistito Rossopomodoro anche in altre location qual Venezia – San Marco, Camden Town e Covent Garden a Londra, Milano Malpensa e Grand Tour (ex Fico di Bologna). In ambito travel, di recente Rossopomodoro ha anche inaugurato un nuovo ristorante all’aeroporto milanese di Linate, in partnership con Autogrill. Ma al di là dell’Atlantico, Rossopomodoro sta puntanto anche su quella che è considerata la nuova capitale mondiale della pizza, Denver (Colorado): qui, dopo una prima apertura a Central Park, è arrivata una seconda operazione, nel quartiere Arapahoe.

Cremonini lancia il format Roadhouse Express, per centri commerciali e travel

Al centro commerciale I Petali di Reggio Emilia ha aperto il primo punto vendita a marchio Roadhouse Express. Si tratta di una costola di Roadhouse, brand del Gruppo Cremonini, ideata per determinate location: “Il nuovo modello di ristorante, pensato per location come centri commerciali o contesti di viaggio, nasce dal know-how di Roadhouse Restaurant, garantendo velocità di servizio e un’offerta nuova e conveniente” spiega la società in una nota. Anche il layout del locale è stato rinnovato, con il colore rosso storico di Roadhouse affiancato da una policromia studiata per un ambiente informale. “Express è il locale ideale per una pausa pranzo, uno spuntino veloce o semplicemente per un pasto informale al giusto prezzo e nel giusto tempo, grazie alle nuove modalità di servizio” ha spiegato Nicolas Bigard, a.d. di Roadhouse.

La Birreria di Napoli, restyling ok per la nuova area food È stata inaugurata dopo un restyling la nuova area ristorazione del centro commerciale La Birreria, a Napoli. I lavori hanno riguardato le aree comuni, che ora sono dotate di divanetti e tavoli di forma diversa, tra cui postazioni singole, tavoli bassi con sedia e alti con sgabello, più arredi che contribuiscono a ridurre la rumorosità, grazie a ombrelloni fonoassorbenti e soffitti dotati di Baffle. La Birreria è lo spazio nato dal recupero industriale dell’ex Stabilimento Birra Peroni, che ultimamente ha accolto new entry come Arcaplanet, Miniso e Sweet Ben. “In questa direzione vanno i lavori in corso nelle aree esterne, che vedranno l’insediamento di un centro medico polidiagnostico e il recupero della Terrazza Peroni, destinata a diventare un’area ristorativa di grande richiamo” ha spiegato Caterina Esposito, Direttrice del centro. Il restyling è opera di Odos Servizi, gestore del centro, insieme allo studio di architettura Lombardini 22 e con il supporto del Gruppo Cualbu, proprietario della struttura.

BENU farmacie sbarca in Sardegna e punta a 180 insegne per la fine del 2025

Il franchising di farmacie BENU è arrivato in Sardegna, con cinque nuove aperture. Con questa operazione, il marchio del gruppo Phoenix Pharma taglia il traguardo delle 106 farmacia in Italia e aggiunge un’altra regione a quelle presenti nella rete in affiliazione, cui ora mancano soltanto Basilicata, Molise, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. Ora, l’obiettivo dell’azienda è arrivare a circa 130 farmacie affiliate entro la conclusione dell’anno fiscale. Mentre per il 2025, l’ambizione è superare le 180 farmacie, in particolare rafforzando il presidio nei territori forti quali Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, e Veneto. “La proposta del franchising BENU viene accolta favorevolmente dai farmacisti. E riscontrano la più grande attenzione i nostri servizi di prevenzione, in particolare il format Hub Salute” ha commentato Lorenzo Clerici, Group Customers & Channels Director PHOENIX Pharma Italia.

Geox, prosegue la riduzione dei negozi. Stop alle attività dirette

in Usa e Cina

Geox, nei primi 9 mesi dell’anno, ha ottenuto ricavi consolidati per 525,5 milioni euro, in discesa del 9,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. La flessione dei ricavi si deve a una performance tutto sommato in linea per il canale diretto (sia fisico, sia on line) e per una debolezza più marcata del canale “Multimarca”. Ma la contrazione del fatturato complessivo è anche frutto di una riduzione del perimetro, che nei nove mesi ha restituito un saldo negativo di 37 punti vendita, frutto di 58 chiusure a fronte di 21 aperture. Tra questi, sono stati chiusi 14 negozi diretti (passati da 261 a 247), mentre gli altri rientrano nella categoria più ampia Geox Shops (franchising o altri contratti di licenza). In totale, nel mondo, i negozi passano da 655 a 618. In virtù di questa strategia, la società guidata dall’a.d. Enrico Mistron ha deciso di chiudere le attività dirette in Cina e negli Stati Uniti. Questo non significa naturalmente che Geox non venderà più in questi mercato, ma che cambia il modello operativo.

Kryalos acquista il Forum Palermo. Multi rimane come

property management

Kryalos SGR ha acquistato il centro commerciale Forum Palermo, uno dei principali della Sicilia. L’operazione avviene attraverso il neocostituito fondo Sun, principalmente sottoscritto da fondi gestiti da Hayfin Capital Management. Si tratta della prima acquisizione effettuata dal fondo Sun, istituito proprio per investimenti in ambito retail. “Felici di tornare ad investire attivamente nel retail – ha affermato Paolo Bottelli, amministratore delegato di Kryalos SGR – grazie a questa operazione perfezionata attraverso il fondo Sun. Il 2024 è stato un anno particolarmente positivo per questa asset class, anche per merito dei livelli di rendimento e dei solidi fondamentali del settore, a dimostrazione della fiducia dei mercati in questo ambito e del crescente interesse degli operatori anche verso città considerate secondarie ma caratterizzate da intensi flussi turistici non stagionali”. Multi continuerà a prestare servizi di property management per il complesso.

Mastro Tortello, l’espansione retail passa per il crowdfunding

Mastro Tortello sbarca sulla piattaforma Mamacrowd, con l’obiettivo di raccogliere 1,2 milioni di euro. Mastro Tortello è un brand nato a Milano nel 2021, come bistrot di pasta fresca fatta a mano. L’obiettivo della raccolta è arrivare all’apertura di almeno due nuovi locali in zone particolarmente frequentate (centri commerciali o strade ad alto flusso) e alla creazione di un’unità produttiva centralizzata, per migliorare l’efficienza e continuare a garantire la massima qualità della pasta. Nel 2023 il brand ha registrato una crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Mastro Tortello nasce dall’idea di Marco Pagnussat, Riccardo Urso e dello chef stellato Umberto De Martino, ed è caratterizzato da un format che prende spunto dai “plin” piemontesi.

Jd Sports spinge sui centri commerciali, verso i 90 negozi italiani

Jd Sports cresce in Italia sulla scia del buon andamento del segmento sportswear/streetswear. Il brand del gruppo britannico, infatti, si appresta a chiudere il 2024 con quasi 90 punti vendita nel nostro Paese, mentre per il 2025 è previsto il restyling del sito eCommerce. Da inizio anno sono stati aperti punti vendita nei centri commerciali Vibo Center (Vibo Valenti), To Dream (Torino), Conca d’Oro (Palermo), Tiburtino (Roma), La Birreria (Napoli), Belvedere (Melilli) e Montebello (in provincia di Pavia). E stanno per arrivare le opening a Mondojuve, MaxiMall Pompeii e Buonvento. Sul fronte finanziario, Jd Sports ha da poco pubblicato conti record, con ricavi oltre i 5 miliardi di sterline nelle 26 settimane che terminavano il 3 agosto e con profitti prima delle tasse a 405 milioni di sterline. L’Italia vale circa 350 milioni di ricavi (dato, però, riferito al 2023 quindi a un diverso perimetro di negozi).

Poke House, arriva il credito di Ifigest e Sace a sostegno dello sviluppo

Banca Ifigest ha erogato un finanziamento di 5,5 milioni di euro garantito da SACE per supportare Poke House nel suo piano di sviluppo. La linea di credito è concessa nell’ambito del programma Garanzia Futuro di Sace, aperto alle aziende di ogni settore, per prestiti fino a un massimo di 50 milioni. “Siamo estremamente soddisfatti di aver ottenuto il supporto di SACE e Banca Ifigest. Questo accordo rappresenta un’importante conferma della nostra capacità di costruire, partendo dall’Italia, un’azienda leader a livello globale nel segmento delle healthy bowls. Grazie a questa operazione, potremo proseguire con il nostro percorso di crescita e consolidamento globale” ha commentato Matteo Pichi, CEO di Poke House.

MiiN Cosmetics, altre aperture in Italia, sull’onda del successo della k-beauty

Miin Cosmetics, società con casa madre spagnola, sta per aprire un nuovo punto vendita in Italia a Venezia. L’operazione fa parte di un piano più ampio di espansione, che dovrebbe portare a chiudere l’anno con una decina di store italiani, dove il brand è già presente con due negozi a Milano, due a Roma, uno a Bologna, Torino e Genova. A livello globale, il marchio partito dalla Spagna, punta a raggiungere 100 punti vendita in Europa entro il 2028. Il brand riflette il successo ormai planetario, nel settore della bellezza, della cosiddetta k-beauty, la cosmetica coreana. Si tratta di un insieme di tecniche, per lo più legato al trattamento della pelle, basate su prodotti naturali e su “rituali”, come le famose 13 applicazioni notturne da applicare prima di andare a letto. Il tutto, per ottenere l’effetto di pelle “specchiata” tipico appunto della k-beuaty.

Lavazza chiude su IVS Group: maxi operazione nel vending

Lavazza ha chiuso l’operazione di acquisto e delisting di IVS Group, leader italiano del vending con una quota di mercato superiore al 20%. Ora che il 100% del capitale è di Lavazza, si procede a revocare la quotazione. Per Lavazza si è trattato di un investimento da circa 180 milioni di euro. IVS Group è il secondo player nell’Unione Europea, con una quota di mercato nel Vending pari a circa il 7% e il principale in Italia con una market share del 21%. Ivs ha raggiunto nel 2023 ricavi consolidati per 726 milioni di euro. Stando alla nota di Lavazza, “il progetto si inserisce nel più ampio percorso che il Gruppo Lavazza ha intrapreso ormai da alcuni anni e che riguarda il canale OCS / Vending. Questo canale, infatti, continua a essere caratterizzato dalla presenza di una moltitudine di piccoli operatori locali o regionali, risultando quindi ancora estremamente frammentato. La possibilità, inoltre, di introdurre tecnologie e strategie di omnicanalità renderebbe sempre più agevole la costruzione di un presidio del canale end-to-end, facilitando così la vicinanza al consumatore finale”.

KFC compie 10 anni in Italia: superati i 100 negozi e ricavi 2024 a +26%

Kentucky Fried Chicken celebra i suoi primi dieci anni di attività in Italia con 102 ristoranti aperti dal 2014, anno di sbarco del brand nel nostro Paese. KFC conferma la chiusura prevista del 2024 con 33 nuove aperture, un giro d’affari di 179 milioni di euro (+26% sul 2023) e 27 milioni di clienti serviti. Da segnalare inoltre che l’Italia si prepara ad accogliere anche il primo flagship restaurant KFC in Europa, che aprirà nel 2025 nel centro di Roma, a conferma dell’attenzione che la Corporation rivolge al nostro Paese. “Siamo partiti come una vera start up, con 5 ristoranti aperti fra il 2014 e il 2015, e abbiamo raddoppiato già nel 2016. Oggi siamo a 102 locali in 16 regioni” ha commentato Corrado Cagnola, AD di KFC in Italia. “Una presenza sul territorio che ci ha consentito di contribuire allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali e di creare più di 2300 posti di lavoro”. “Nei prossimi anni puntiamo a mantenere un ritmo costante di almeno 30 nuove aperture all’anno con un investimento complessivo pari a circa 100 milioni di euro nei prossimi 3 anni” aggiunge Thomas Mari, Head of Development di KFC in Italia.

La Cina mette in difficoltà Pinko, verso la composizione negoziata della crisi

Cris Conf, proprietaria del brand Pinko, ha presentato al Tribunale di Parma un’istanza di applicazione delle misure protettive al patrimonio base. Alla base della difficoltà c’è la crisi del mercato asiatico, ma la situazione del business rimarrebbe sostenibile. Dopo il Covid, l’azienda nel 2022 presenta ricavi per 220 milioni di euro (+33% sul pre pandemia) e decide di investire sulla Cina, progettando un raddoppio della presenza. Cris Conf arriva a controllare in Cina circa 90 negozi diretti più un headquarter con circa 50 dipendenti, ma le vendite sono scese drasticamente. Nei mesi scorsi l’azienda aveva chiesto alle banche un piano di ristrutturazione del debito, ma un istituto ha fatto mancare il suo appoggio. Cris Conf ci tiene a spiegare che prima d’ora non aveva mai fatto ricorso alla cassa integrazione e che aveva scelto di onorare stipendi e pagamenti ai fornitori, sacrificando la possibilità di onorare il prestito.

Strategia

MediaWorld, fra negozi “smart” e shop-in-shop

MediaWorld ha operato una serie ravvicinata di nuove aperture, rappresentativa della strategia multiformato messa in campo dal marchio. Il primo punto vendita è Corridonia (negozio “core” layout Look & Feel), il secondo a Parma, in formato “Smart”, mentre a Torino si tratta della modalità “Xpress shop in shop” (in foto), che fa leva sull’accordo con Bennet. “Seguendo le customer journey dei clienti, a prescindere che inizino online o offline, offriamo un’esperienza integrata e senza soluzione di continuità. L’accordo con Bennet e l’espansione dei negozi Shop in Shop, Smart e Core ne sono la dimostrazione concreta. Continueremo con questo approccio bilanciato investendo parallelamente nei tre formati, aprendo nuove location strategiche e rinnovando quelle esistenti” ha dichiarato Guido Monferrini, AD di MediaWorld.

Il brand Soeur sceglie Milano per lo store più grande al mondo

Ha aperto nel salotto buono di Milano, fra via Hugo e Orefici, il primo negozio italiano del marchio di affordable luxury Soeur. Soeur è un marchio francese fondato dalle sorelle Brion, su cui ha investito l’anno scorso un fondo di Style Capital, la sgr italiana che vede come partner principale Filippo Cavalli. Lo store milanese, da 250 metri quadrati multipiano, è il più grande per il brand che solitamente si mantiene su circa 100 metri quadrati. Soeur conta circa cinquanta flagship store di proprietà nel mondo, di cui una quarantina in Francia, ma è presente con i suoi capi in oltre 500 negozi multibrand. Genera un fatturato annuo di circa 60 milioni di euro. L’apertura è avvenuta in collaborazione con RE Consulting. Style Capital è una sgr che ha in portafoglio altri marchi legati ad abbigliamento, calzature e lusso come Luisaviaroma, Autry, Re/Done, U-Power.

Che pacco, il Natale!

Berlino è sempre un passo avanti in quanto a soluzioni originali, ma l’altra settimana, uscendo da casa mia in zona Est, a Friedrichshain (n.d.r. no, non vivo in Germania, ma ho preso una casa qui, perché prendo sempre tanto da questa città e mi ci trasferirei pure, se imparassi a resistere al freddo e a pronunciare il tedesco), sono rimasta rapita da una trovata davvero divertente: un distributore automatico di pacchi misteriosi. Dopo aver inserito una banconota da 10€, compi una scelta randomica tra tanti pacchi visibili attraverso il vetro della vending machine e il tuo, l’eletto a caso, viene espulso dal basso. Guardandolo, si capisce che è ancora impacchettato come alla fonte, dalla fabbrica o dal magazzino da cui è uscito. I dati di chi lo aveva ordinato sono oscurati da vernice nera spray, tipo TAG da street art: molto urban, ma anche pratico ed economico. Ti porterai a casa (o getterai nella pattumiera?) un oggetto completamente a sorpresa, proveniente da resi o acquisti online, mai ritirati. Potrebbe essere un semplice cavo per smartphone, un set di mutandoni o un gadget di lusso. È l’apoteosi dell’inatteso, in cui la suspence è il vero prodotto venduto.

E mentre con gli amici sorridiamo e iniziamo a negoziare baratti improbabili, io penso ad una dolorosa verità, che già conosciamo, nella catena di valore della delivery. Mi riferisco al fatto che recuperare un reso o un ordine mai ritirato o consegnato, rigenerarlo e rimetterlo in vendita è un processo più costoso, che rivenderlo a scatola chiusa. È il lato meno glamour della logistica: i colossi dell’e-commerce generano tonnellate di resi e articoli abbandonati, che spesso finiscono per accumularsi nei magazzini o -peggio- nei rifiuti. E siccome io sul mio pacco ho riconosciuto le tracce dell’amico Amazon, capisco che deve essere una soluzione che fa gola anche a loro. Quindi, parliamo di uno smacco geniale e sostenibile, al consumismo? Forse no e infatti, informandomi meglio, scopro che c’è una società -non meglio identificatache rileva queste montagne di resi un tanto al chilo e a scatola chiusa (a sua volta!), li rivende così. Altro che smacco: è l’inception del consumismo. Cerco il lato positivo, visto che mi sto divertendo: la verità è che si tratta anche di un’esperienza ludica che funziona, tanto da attirare target molto eterogenei e con un ticket abbastanza basso da non allertare il cervello sull’inutilità della cosa.

E allora, nell’attesa che l’umanità inverta la marcia verso un mondo più sostenibile, proviamo a vedere il meglio di questa trovata, che ha un grande potenziale, soprattutto se lo si associa al periodo delle festività natalizie. Perché non trasformare questo modello in un’opportunità per centri commerciali e negozi? Distributori di secret packs piazzati strategicamente lungo il mall potrebbero essere un nuovo intrattenimento per i visitatori, in cerca di esperienze insolite e ci potrebbe aiutare a pilotare i flussi in galleria. Mentre i singoli negozi potrebbero smaltire stock invenduto, vecchie collezioni o gadget dimenticati, aumentando il traffico verso lo store fisico nelle città, perché il processo stesso è divertente e il baratto successivo lo è forse di più. L’amico Sebastian di Berlino ha deciso di fare così tutti i suoi regali del prossimo Natale e capisco che per chi cerca doni buffi all’ultimo minuto o non ha grandi budget, l’idea del pacco misterioso è anche una soluzione veloce, economica e soprattutto divertente.

In fondo, è un modo creativo per combinare sostenibilità, shopping e divertimento, pur senza ancora salvare il mondo. Certo, c’è sempre il rischio di scartare una roba orrenda ma, in fondo, non ci capita sempre durante le riunioni famigliari di Natale? Per la cronaca, io ho pescato e scartato un libro meraviglioso, peccato che sia in tedesco e quindi lo ammetto: il primo era un pacco, ma vedrai che ci riprovo!

ITAB conquista HMY. Nasce il colosso europeo

dei servizi al punto vendita

Con un’operazione destinata a ridisegnare il panorama del retail design, ITAB Shop Concept AB ha annunciato l’acquisizione di Financière HMY. Si tratta di un’operazione da 320 milioni di euro, che attende soltanto il via libera dell’Antitrust europeo per divenire definitiva. “Siamo entusiasti di annunciare l’opportunità di unire le forze, a tutto vantaggio dei nostri clienti e dipendenti. Riteniamo che si tratti di un’integrazione strategica e culturale con evidenti sinergie e valore che possiamo offrire ai nostri clienti e azionisti nei prossimi anni” ha affermato Andréas Elgaard, Presidente e CEO di ITAB Group.

Rimarrà aperto fino ai primi mesi del 2025 il Fondaco dei Tedeschi, polo del lusso di Venezia che appartiene e Dfs (gruppo LVMH), poi la luxury destination è avviata alla chiusura. In ballo ci sarebbero 226 addetti che rischiano il licenziamento. Sindacati e Comune di Venezia sono impegnati per aprire una trattativa con la proprietà o trovare un altro investitore. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha affermato di aver già alcuni potenziali partner da sondare per permettere alla location di proseguire le attività.

In Breve

Finiper Canova apre la strada retail per Giannasi

Il Gruppo Finiper Canova ha acquisito una partecipazione di maggioranza in Giannasi, storico chiosco milanese del pollo allo spiedo. “Questa collaborazione” specifica una nota, “vuole accompagnare il percorso di crescita di Giannasi che mira a espandere la propria presenza sul territorio, con l’apertura di nuovi chioschi e punti vendita, mantenendo intatta la sua identità e tradizione”.

Altarea al rilancio della stazione di Padova

Altagares (Altarea), che ha in gestione gli spazi retail della stazione ferroviaria di Padova, ha annunciato un piano di rilancio. Già entro fine anno dovrebbero aprire quattro nuove attività commerciali, in modo da azzerare gli spazi vuoti.

Land of Fashion diventa partner Volare

Volare, il programma fedeltà di ITA Airways, accoglie come nuovi partner i cinque “village” di Land of Fashion: Franciacorta, Valdichiana, Mantova, Palmanova e Puglia. Recandosi all’info point degli outlet, con gli scontrini degli acquisti effettuati, si potranno accumulare i punti del programma Volare.

eCommerce: tre quarti del mercato è fatto dai marketplace

Le piattaforme native digitali sono il primo canale di vendita in Italia: nel 2024, il 76,6% dei prodotti acquistati online passa attraverso un eRetailer o un Marketplace. Nel caso dei servizi digitali, invece, la percentuale si attesta al 21,5%. Sono dati diffusi in occasione dell’ultima edizione di Netcomm Focus Digital Export & Marketplace.

Microlog, i dati di Settembre tratti da un campione sul totale

La società Microlog precisa un dato, pubblicato sul numero di Novembre di retail&food, a pg. 42, nel servizio “Flussi, bene settembre. Il weekend stravince ancora”. Le percentuali e i dati forniti nell’articolo si riferiscono a un campione di centri commerciali selezionato dal totale delle gallerie (oltre 350 sul territorio nazionale) monitorate dai contapersone Microlog. L’elaborazione quindi non riguarda la totalità delle galleria, come erroneamente indicato.

Venezia, chiude il Fondaco dei Tedeschi

La Rubrica Legale

a cura di COCUZZA, Milano

Mediazione e contratto preliminare di preliminare: la Cassazione fa il punto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31431 del 13 novembre 2023, ha chiarito un aspetto cruciale per le trattative in ambito immobiliare: il cosiddetto contratto “preliminare di preliminare” non dà diritto a percepire la provvigione.

Ma cosa significa esattamente e quali sono le implicazioni pratiche per chi opera nel settore immobiliare?

Il contratto “preliminare di preliminare” è un accordo con il quale le parti si impegnano a sottoscrivere un futuro contratto preliminare. La giurisprudenza di riferimento ha già stabilito che questa tipologia di accordo è valida a condizione che sussista un effettivo interesse delle parti coinvolte ad una formazione progressiva dell’accordo. In altre parole, devono sussistere elementi di fatto che giustifichino questa struttura: qualora il contratto preliminare vero e proprio sia una mera ripetizione del contratto “preliminare di preliminare”, allora detto secondo contratto sarà colpito da nullità.

La sentenza in oggetto, mettendo un punto ad un risalente dibattito, ha stabilito che il contratto “preliminare di preliminare” non può ritenersi un vero e proprio affare concluso ai sensi dell’art. 1755 c.c. e non è quindi sufficiente per far scattare il diritto per il mediatore a percepire la provvigione.

Nel caso in esame, l’attore, un mediatore immobiliare, aveva richiesto il pagamento della provvigione per aver messo in contatto un acquirente e un venditore, che avevano poi firmato un contratto “preliminare di preliminare”. La Corte d’Appello aveva inizialmente riconosciuto il diritto alla provvigione, ma la Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che il “preliminare di preliminare” non è sufficiente per far scattare il diritto alla provvigione del mediatore.

Alla luce di quanto sopra, dal punto di vista dei mediatori immobiliari, è importante assicurarsi che l’accordo sottoscritto dalle parti costituisca un vero e proprio contratto preliminare, e non un documento preliminare che semplicemente mette un punto su alcune questioni, demandando ad un momento successivo la negoziazione e l’accordo sugli altri punti della trattativa. In tale ultimo

caso, infatti, il diritto a percepire la provvigione non è – ancora – maturato. I mediatori devono quindi prestare particolare attenzione alla natura degli accordi che facilitano, assicurandosi che rispettino i requisiti sopra descritti per far sì che il proprio diritto alla provvigione maturi.

Allo stesso modo, le parti assistite da un mediatore dovranno prestare la dovuta attenzione quando negoziano e sottoscrivono un contratto “preliminare di preliminare”, dettagliando al meglio quelli che sono gli elementi di fatto che giustificano l’esigenza di una formazione progressiva dell’accordo.

Qualora infatti tale esigenza non emergesse, il rischio sarebbe quello di una riqualificazione dell’accordo quale contratto preliminare vero e proprio, con un conseguente obbligo di corrispondere la provvigione al mediatore immobiliare. Un contratto “preliminare di preliminare” ben strutturato e ben giustificato, invece, metterebbe le parti al riparo da tale rischio, considerato che – come emerso dalla sentenza in oggetto – siffatto documento non è sufficiente a far sorgere il diritto del mediatore a percepire la provvigione.

In conclusione, la sentenza della Cassazione rappresenta un importante chiarimento per gli operatori del settore immobiliare, che molto spesso avviano trattative e negoziazioni proprio in forza di documenti che – sebbene non espressamente qualificati in tal senso – sono contratti “preliminari di preliminari”.

Preliminare di preliminare: buono a sapersi!

Capita che i formulari di proposte irrevocabili di acquisto specifichino che la proposta, una volta accettata, sia da qualificarsi come contratto preliminare: questa dicitura può rivelarsi utile, in quanto fornisce gli opportuni chiarimenti sulla qualificazione giuridica dell’accordo che si conclude con l’accettazione della proposta (escludendo quindi la riconducibilità al preliminare di preliminare).

Il vostro formulario contiene questo wording?

di Avv. Lorenzo Fabbri

News Opening

Starbucks inaugura a Roma il nuovo art-flagship in centro città

Starbucks ha aperto a Roma, in piazza San Silvestro, il primo flagship store ispirato al concetto “Where Coffee Meets Art”. La caffetteria è la settima nella Capitale e si trova a ridosso della Fontana di Trevi e della Galleria Alberto Sordi, da poco restaurata. Un negozio considerato iconico e importante per Starbucks, anche dal punto di vista delle metrature, dal momento che si estende su due piani, per una superficie totale di 800 mq, con 140 posti a sedere. Al piano terra si trovano il Main Bar e il Mixato Bar, mentre il piano superiore ospita il Coffee Lab, un’ampia lounge e aree dedicate a eventi e degustazioni. Tra gli elementi artistici, all’ingresso i visitatori trovano un murale dell’artista locale Lucamaleonte, ispirato al caffè, alla cultura romana e alla mitologia, affiancato da installazioni semi-permanenti che arricchiscono gli interni. In questo store, è stata avviata anche una collaborazione con Bialetti.

Cantiere Hambirreria: dopo New York arriva il raddoppio a Milano

Cantiere Hambirreria, format di ristorazione nato a Lecce, si espande con l’apertura di un nuovo locale a Milano. Il ristorante, da 500 metri quadrati, si trova in una delle arterie nevralgiche di passaggio e della vita notturna, corso Garibaldi. Fa il bis con il primo locale, l’Hambirstore, aperto nel 2022 sempre nel capoluogo lombardo, che adesso assume una nuova veste. Infatti, si chiamerà “Cantiere Hambirstreet To Go”: ossia un nuovo format, dedicato esclusivamente al delivery e al takeaway. Cantiere Hambirreria intreccia i sapori della Puglia, la passione per gli hamburger italiani e americani e la cultura birraia. Il nuovo spazio si sviluppa in tre aree distinte: un ampio dehor, una sala underground e una sala al piano terra. Tra i vari riconoscimenti, il Cantiere è anche partner d’eccellennza di Heineken per il progetto “Cellar Beer System”.

Eataly, per il prossimo anno già previste due operazioni in Florida

Eataly è pronta a espandersi ancora negli Stati Uniti e a debuttare, il prossimo anno, in Florida. In primavera dovrebbe arrivare il primo punto vendita all’interno dell’Aventura Mall di Miami. In autunno, invece, è prevista una prestigiosa apertura a West Palm Beach, all’interno dell’iconico palazzo Harriet Himmel a CityPlace. Si tratta di uno storico teatro, che sarà riprogettato secondo I canoni di Eataly e che al termine dei lavori ospiterà brand di ristorazione seduta, altri di tipo quick service, oltre alla parte di mercato con la miglior selezione dei prodotti italiani. “Sarà una vera lifestyle destination” ha commentato sui social Tommaso Brusò, Ceo di Eataly Nord America.

Lindt inaugura il 36esimo shop in provincia di Udine

Lindt Italia ha inaugurato lo scorso 21 novembre il suo 36esimo negozio monomarca in Italia, all’interno del centro commerciale Città Fiera di Torreano di Martignacco (Ud). Il nuovo store conserva il design di Lindt, caratterizzato dal binomio cromatico gold&brown, mentre dal punto di vista del servizio, anche qui sarà possibile sfruttare la modalità Pick&Mix, che consente di creare la propria selezione personalizzata di cioccolatini, da mettere nel sacchetto e pagare in cassa. L’area caffetteria arricchisce ulteriormente l’offerta, con un’ampia selezione di specialità Lindt e la Crema Gelata, disponibile in esclusiva nei Lindt Shop.

Michelangelo Citino riapre a Linate con Areas Italia

Rimasto chiuso per diverso tempo, la batosta del Covid, ha riaperto all’aeroporto milanese di Linate il ristorante dello chef Michelangelo Citino, gestito da Areas Italia. Il nuovo locale riparte in una versione più casual e con una denominazione diversa: Michelangelo Bistrò & More. L’ispirazione alla base del nuovo format è di poter ricevere i passeggeri in un contesto familiare attraverso un’atmosfera calda e accogliente, creando spazi “diversi” dal design ricercato pensati anche per le differenti occasioni di consumo, facendo sentire gli ospiti a casa propria. Il menù propone piatti noti della cucina italiana, con una singolare presentazione: ogni portata è servita con piatti e cocotte dedicati e pensati per ogni singola ricetta. È anche molto nutrita la carta dei vini, mentre il partner privilegiato per le bollicine è la nota cantina Ferrari di Trento.

Yogurteria, a Napoli il primo format Art Caffè insieme a Nescafé

A Napoli, in via Mazzocchi, il brand La Yogurteria di Alberto Langella ha aperto il primo esempio di un originale format, chiamato La Yogurteria Art Caffè. I clienti potranno ordinare caffè speciali e yogurt gelato, più un’esclusiva Limited Edition di Frozen Yogurt Nescafé. Questa apertura segna anche una collaborazione tra le due società. Infatti, per gli addetti de La Yogurteria, è prevista una formazione di caffetteria base presso la Nestlé Coffee Academy. “Questa collaborazione con Nescafé rappresenta un passo importante per noi” ha commentato Alberto Langella, CEO & founder de La Yogurteria. “Siamo entusiasti di collaborare con la Yogurteria con la nostra gamma di caffè in grani di altissima qualità, per offrire un menù ricco di bevande, dal tradizionale espresso a creazioni originali, calde e fredde che, combinate alla freschezza dello yogurt, daranno vita a esperienze di gusto davvero uniche”, afferma Paolo Pisano, Marketing Manager Nescafé & Starbucks Out of Home.

Tosca, il terzo store nella Capitale è al Maximo

Tosca Eccellenze Toscane annuncia l’apertura del suo terzo store a Roma, presso il Maximo Shopping Center. Un’operazione che segue quelle messe a segno nel travel alle Stazioni Termini e Tiburtina. Il punto vendita, che si trova nel cosiddetto “frood garden” del centro, avviene in collaborazione con il partner Sinergia Maximo Srl. “Questa apertura rappresenta un importante passo nell’espansione del brand, che continua a rafforzare la sua presenza sul territorio, portando le sue eccellenze toscane nelle case e nei cuori di un numero sempre maggiore di consumatori” afferma l’imprenditore Pietro Nicastro. “La partnership con il gruppo Tosca -spiega Paolo Aversa, amministratore delegato della Sinergia Maximo srl - ci ha consentito di rendere tangibile la nostra vision aziendale, unire l’autenticità della tradizione gastronomica Italiana con la tecnologia e l’automazione”.

Medi-Market sbarca al Porta di Roma

Medi-Market continua il proprio piano di espansione in Italia con una nuova insegna all’interno della galleria commerciale Porta di Roma. L’inaugurazione, che arriva dopo le recenti aperture del Centro Commerciale GranRoma e Maximo Shopping, è avvenuta sabato 23 novembre. Il punto vendita è di circa 150 metri quadrati, dedicati non solo ai farmaci OTC (Over The Counter) e SOP (senza obbligo di prescrizione) ovvero da banco, ma anche ad articoli per l’igiene e la cura della persona. In questo modo sono circa quaranta, oggi, i punti Medi-Market in Italia, in sette Regioni. Rispetto al personale, il brand impiega nel nostro Paese circa 350 dipendenti ed è sempre alla ricerca di nuove figure da inserire in organico, tra iscritti all’Ordine dei farmacisti e addetti alla vendita.

Unieuro, avanti con le aperture dopo l’operazione Fnac Darty

Unieuro, sul fronte finanziario, è impegnata nel percorso che porterà al delisting tramite la nuova proprietà Fnac-Darty. Ma non si arresta la strategia retail, con due nuove aperture. La prima è avvenuta all’interno del centro commerciale Grand’Affi Shopping Center, il principale nella provincia di Verona: 950 mq di superficie dedicata alla tecnologia e un team di 13 addetti alla vendita. L’insegna rafforza anche la sua presenza in Campania con l’apertura di un nuovo punto vendita a Melito (Napoli), sulla Appia: Il negozio, il sedicesimo in tutta la provincia, gestito dall’affiliato Gruppo Partenope, si sviluppa su un’area di vendita di circa 700 mq.

Ti aspettiamo in presenza ai nostri eventi del 2025. Otto occasioni imperdibili per costruire relazioni e riflettere insieme sul retail del futuro.

Milano, 22 gennaio ore 9.00-16.00

Milano, 11 febbraio ore 16.00-20.00

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Milano, 10 aprile ore 9.00-16.00

Baveno, 18-19 giugno

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Milano, 25 settembre ore 16.00-20.00

Milano, 15 ottobre ore 14.00-20.00

Milano, 19 novembre ore 9.00-16.00

Autogrill e PizzAut: ecco i primi risultati di un aiuto concreto

La società del gruppo Avolta ha una lunga tradizione di impegno a favore dell’inclusione. Dopo il primo anno, si rinnova la partnership con la Onlus che crea opportunità di lavoro alle persone con autismo

Il sostegno alle comunità locali e ai territori in cui opera è da sempre un obiettivo centrale per Autogrill, che, in linea con il framework di sostenibilità Avolta Journey Sustainably On, si impegna da anni nella creazione di connessioni e partnership che promuovano il progresso sociale e l’inclusione a tutti i livelli, compreso quello lavorativo, nel segno dell’accoglienza e della diversità che genera valore.

Il sostegno ai food truck

“Autogrill ha una lunga storia di impegno e di sostenibilità, dimostrandosi pioniera in questo campo. L’integrazione di progetti a sfondo sociale è da sempre tra i suoi obiettivi prioritari, in linea con la propria visione e con quella di Avolta”, commenta Luca D’Alba, General Manager Italy F&B Avolta. “L’inclusione è un valore chiave che guida tutte le nostre scelte, promuovendo un modello operativo e di business in cui la diversità è vista come un valore da celebrare in tutte le sue forme. Riteniamo, infatti, che la diversità rappresenti un vantaggio competitivo unico e che sia fondamentale riconoscere l’importanza di ogni individuo nel segno dell’accoglienza. A conferma di questa nostra visione, da anni portiamo avanti iniziative concrete

con diversi partner, credendo che fare sinergia con altre realtà sia la vera chiave per fare la differenza. Ci impegniamo ogni giorno, quindi, non solo per creare un ambiente inclusivo e consapevole, ma anche per sostenere l’integrazione delle persone che hanno maggiore difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro, attraverso la valorizzazione dei loro talenti”.

A sostanziare questa visione, negli anni Autogrill ha attivato diversi progetti con le realtà locali: tra i più recenti, spicca quello con PizzAut Onlus, associazione nata con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e la società sulla possibilità di lavoro per le persone con autismo. La partnership nasce dalla comune convinzione che il patrimonio più prezioso siano le persone e che sia necessario, oggi più che mai, realizzare organizzazioni orientate all’accoglienza, dove ogni individuo possa esprimersi nella sua unicità.

Ecco il panino che fa beneficenza

Avviata ad aprile 2024, la collaborazione tra PizzAut Onlus e Autogrill si è consolidata e rafforzata lungo tutto l’anno per continuare a sensibilizzare istituzioni,

che questa è una pubblicità oprodotta?

aziende e società civile sul tema dell’inclusione lavorativa e per favorire l’occupazione dei più fragili. Ad aprile, la partnership si è concretizzata con l’assunzione all’interno dello staff Autogrill di una persona con disabilità seguita dalla Onlus, che ha firmato il suo primo contratto a tempo indeterminato e che, attualmente, sta lavorando in distacco da PizzAut a Monza.

Nei mesi successivi, Autogrill ha deciso di rafforzare ulteriormente la propria partnership con PizzAut, ritenendola una realtà fondamentale per la creazione di un futuro sempre più inclusivo. Per questo, è stato sviluppato un prodotto inedito, il panino GourmAut (in foto) con l’obiettivo di dare un aiuto concreto all’attività istituzionale di PizzAut con un contributo di 1 euro per ogni panino venduto in tutti i punti vendita Autogrill sul territorio.

GourmAut, tra l’altro, è stato ideato e studiato in ogni dettaglio, non solo per regalare un’esperienza di gusto ai viaggiatori grazie al connubio di sapori autentici, Pro -

presentano
I ragazzi di PizzAut, la prima pizzeria gestita da persone autistiche, ci hanno aiutato a creare questo progetto di comunicazione.
Tra di loro c’è anche Beatrice, la bravissima fumettista che ha realizzato questa illustrazione per noi!

sciutto Praga, zucchine, Robiola di Bufala, pomodorini secchi, ma anche per essere un vero e proprio simbolo di inclusione in virtù della sua forma inedita e circolare, ideale da gustare in condivisione.

A coronamento del progetto, alcuni ragazzi di PizzAut con abilità particolari sono stati coinvolti nella realizzazione della campagna di comunicazione AUToprodotta curata da Connexia, il brand di marketing e comunicazione della MarTech Company Retex. Tra loro, Bea, una ragazza con la passione dei fumetti e delle illustrazioni, si è occupata di realizzare i disegni del materiale di comunicazione per gli store, mentre, per il video di presentazione del progetto, ha avuto il ruolo di speaker Edoardo, da aprile assunto in distacco da Autogrill.

Un’idea nata dal desiderio di valorizzare passioni e talenti dei ragazzi di PizzAut, che, in questo modo, sono riusciti a trasmettere i valori di inclusione e collaborazione del progetto.

L’iniziativa, a conclusione di questo primo

anno di partnership, ha permesso ad Autogrill di devolvere un totale di 200.000 euro per il raggiungimento delle finalità istituzionali dell’associazione. Tale importo contribuirà a supportare le attività dell’associazione e in particolare ad acquistare un nuovo Food Truck itinerante targato PizzAut, che farà parte della flotta di veicoli del progetto PizzAutoBus, allestiti per percorrere le strade della Lombardia e d’Italia per sensibilizzare e aumentare le occasioni di inclusion.

Fiducia che si rinnova

Un gesto importante che non solo ha permesso di i ncrementare il numero di Food Truck della Onlus, ma soprattutto di far lavorare ancor più ragazzi. Ogni mezzo è infatti dotato di una cucina attrezzata per la preparazione e la vendita dei prodotti della Onlus e permette di impiegare a regime fino a cinque persone.

L’obiettivo è portare lavoro alle persone affette da autismo anche nei territori in cui PizzAut non è direttamente presente con i ristoranti, attraverso il coinvolgimento e il supporto di associazioni locali.

“La partnership con PizzAut ci ha permesso di realizzare un importante progetto di sensibilizzazione, sostegno e promozione dell’inclusione lavorativa”, ha proseguito Luca D’Alba, General Manager Italy F&B Avolta. “Siamo orgogliosi di quello che abbiamo creato collaborando con PizzAut durante il 2024 e di aver portato un’iniziativa così importante in tutti i nostri punti vendita, raggiungendo migliaia di viaggiatori in tutto il Paese. Le attività con PizzAut rientrano nel nostro più ampio impegno a favore di Associazioni e Onlus, come dimostrano le numerose collaborazioni nel corso degli anni, come, ad esempio, quella con Cometa, una cooperativa sociale impegnata nell’accoglienza, nell’educazione e nella formazione di bambini e giovani in difficoltà nell’area di Como, o quella con San Patrignano, una comunità di recupero per persone con problemi di dipendenza. Il nostro obiettivo per il futuro è di continuare a investire in attività di sostegno e inclusione, valori che da sempre fanno parte del DNA di Autogrill, e realizzare sempre più un modello di business che nutra persone, territori e comunità”.

Popeyes arriva in Italia, obiettivo 50 punti vendita in tre anni

Il pollo fritto della Lousiana esordisce con due aperture a Milano e Roma già nel mirino. “Centri città e shopping center sono il focus dell’espansione” racconta il country manager Davide Gionfriddo

Il pollo fritto di Popeyes è ufficialmente sbarcato in Italia. I primi due punti vendita sono già stati aperti a Milano e, secondo quanto dichiarato dall’azienda, dovrebbe seguire un fitto programma di aperture, circa 50 in un triennio, per lo più basate sulla gestione diretta. Ma c’è di più, perché l’obiettivo dichiarato è diventare il leader del segmento fried chicken nel giro di cinque anni. Un avviso non velato a KFC, il concorrente più diretto, che sotto la guida di Corrado Cagnola si sta intanto avviando verso i cento ristoranti. Anche se, in realtà, la concorrenza è rappresentata da tutto il mondo fast food. Non a caso, in occasione della seconda apertura milenese (corso Buenos Aires), Popeyes si è “sistemato” nei

locali che prima erano di Five Guys.

Avvio guidato da

Restaurant Brands Iberia

L’avvio delle operazioni in Italia avviene tramite Restaurant Brands Iberia, che già dal 2019 segue lo sviluppo in Spagna. Il general manager prescelto per l’Italia è Davide Gionfriddo, che vanta anni di esperienze in Percassi, Autogrill e ultimamente era alla guida del brand Hamerica’s. “Il nostro piano è ambizioso” ammette Gionfriddo. “La prima fase coinvolgerà Milano, senz’altro apriremo anche a Roma, per poi proseguire in tutto il territorio nazionale con ristoranti di proprietà, in prevalenza, e anche avvalendoci del

franchising”. Il primo punto vendita milanese (via De Amicis), da oltre 120 posti a sedere, punta molto sulla tecnologia e sull’efficienza. Le ordinazioni si fanno solo tramite i totem touchscreen e anche per

le bibite (acqua a parte) c’è un grande distributore self, cui si procede dopo aver ritirato il cibo. Prossimamente, nel 2025, arriverà anche una app con i punti fedeltà e altre funzioni.

Gusto affinato per il pubblico italiano

Ma come mai la multinazionale ha finalmente optato per l’Italia? “Il consumo di pollo, nei prossimi anni, aumenterà in tutto il mondo. È un alimento diffuso, una proteina nobile, e un grande mercato come questo non poteva mancare. Ma vista la nostra attenzione al cibo, l’ingresso in Italia è avvenuto con una cautela particolare. Addirittura, per sei mesi abbiamo condotto dei test, per arrivare ad affinare il gusto perfetto per il pubblico italiano. Sempre fedele alla ricetta tradizionale di Popeyes, basata sulla marinatura del pollo in 12 spezie (segrete), ma calibrate in modo da incontrare il favore di casa nostra” prosegue Gianfriddo. Popeyes tiene a rimarcare il trattamento della materia prima. “Non usiamo pollo congelato, solo fresco, che viene tutto lavorato a mano e che rimane in marinatura per 12 ore prima di essere cotto e servito. Una preparazione lenta, che in parte contrasta con la rapidità del Qsr, ma che pensiamo garantisca gusto e qualità” ha spiegato Giovanni Laudadio, Senior brand Director Popeyes International. Inizialmente, il pollo sta arrivando ancora dalla Spagna. Ma il management sta trat -

tando con fornitori italiani per accorciare la catena di approvvigionamento.

Franchising sì, ma non determinante

L’espansione si basa per lo più sulla gestione diretta. “Il franchising arriverà, ma senza fretta. Stiamo valutando ogni tipo di partner, non per forza società multi unit o imprenditori già nel mondo food, l’importante è che rispettino requisiti patrimoniali e di capacità che un brand come questo richiede” ammette Gianfriddo. Quanto alle location, città e centri commerciali sono in prima fila. “Gli shopping center sono uno sbocco naturale per un brand come questo. Non abbiamo particolari preclusioni, l’importante è che si tratti di shopping center da almeno 4 o 5 milioni di visitatori l’anno”. Per ora non sono stati svelati i dettagli economici dell’investimento effettuato in Italia da parte del gruppo.

Investimenti diretti sui negozi nella strategia internazionale

RBI-Restaurant Brands International è il colosso americano che controlla PLK (Popeyes Lousiana Kitchen), insieme a Burger King, Tim Hortons e Firehouse Subs. Di recente, il gruppo ha messo a segno due operazioni indicative della strategia internazionale. A maggio, RBI ha acquisito per la maxi cifra di 1 miliardo di dollari Carrolls Restaurant , ossia il principale franchisee di Burger King degli Stati Uniti, con in portafoglio circa 600 ristoranti. Poi ha acquisito da Tims China le attività in Cina di Popeyes (una quindicina di ristoranti a Shanghai) per controllarle direttamente e dare maggiore impulso alla crescita. Tims China è una controllata da Rbi e da Cartesian Capital che prosegue invece lo sviluppo di Tim Hortons.

Da sinistra, Davide Gionfriddo, general manager per l’Italia di Pkl. A destra, Giovanni Laudadio, Senior brand Director Popeyes International

Duty free a tutta velocità, le vendite corrono più del traffico passeggeri

Premiato il focus sui prodotti “local”, che strizzano l’occhio al viaggiatore internazionale. Ora via a nuovi piani di restyling degli spazi. Le interviste ai protagonisti dei duty free in Italia. di A.L.

Le incertezze che avvolgono la tenuta dei consumi, che invitano alla cautela per il 2025, almeno per ora non sembrano riguardare il mondo del trasporto aereo. Il 2024, secondo alcune stime, si avvia a chiudersi con un boom nei cieli e con un volume complessivo dei passeggeri che potrebbe arrivare a 220 milioni. I dati dei primi 9 mesi (gli unici disponibili mentre scriviamo) registrano un aumento dell’11,5% sullo stesso periodo 2023 e del 13,3% sul 2019, con 169,3 milioni di pax. Ma alcune società di gestione aeroportuale hanno già diffuso i dati che comprendono anche ottobre, che ha fatto segnare al-

tri record. È il caso di Aeroporti di Puglia (+9,1% il dato congiunto di Bari e Brindisi nel periodo gennaio-ottobre). E ancora, 9,3 milioni per Bologna (+7,9%), mentre il singolo mese di ottobre è il migliore di sempre per il sistema aeroportuale della Toscana (874mila pax) e lo stesso vale per Palermo (850mila).

Questa mole di passeggeri va a tutto vantaggio dei principali operatori f&b di casa nostra, non solo per quanto riguarda la ristorazione ma anche a livello di duty free. Abbiamo registrato l’andamento del settore con queste tre interviste

LAGARDÈRE TRAVEL

RETAIL ITALIA

“Cresciuti più del traffico. E ora via ad altre opere di rinnovamento”

Lagardère, colosso internazionale, ha pubblicato da poco i dati finanziari del terzo trimestre, con 4,3 miliardi di ricavi per la parte “travel retail”, una crescita del 16,8%. Il gruppo non pubblica dati separati per Paese, ma l’Italia ha seguito un trend simile. Ecco il punto di vista di Alberto Niero, amministratore delegato

di Lagadère Travel Retail Italia.

Il 2024, come volumi di traffico negli aeroporti, sta andato bene: +11,5% nei primi 9 mesi rispetto al 2023 (20 milioni di pax in più rispetto a gen-set 2019). Questo si è riflesso sulle vendite al duty free in Italia?

Certamente, ma Lagardère è riuscita crescere più del traffico, raggiungendo quasi un +20% nei primi 9 mesi del 2024 rispetto al 2023, grazie ad un aumento della spesa media aeroportuale in diversi aeroporti italiani.

Approfondiamo alcuni elementi. La spesa per passeggero è cresciuta, al di là del dato generale sui ricavi? Possiamo indicare uno scontrino medio?

Sì, la spesa media è cresciuta del 4% circa rispetto al 2023. Lo scontrino medio si aggira intono ai 50 euro, ma cambia molto in base alla piattaforma oggetto di analisi e dalle diverse destinazioni.

E i prodotti più venduti?

Sono sempre quelli della profumeria e cosmesi seguiti dal fine food e confectionary, in particolare quello italiano.

Qual è l’attesa, quindi, per la stagione invernale, in modo particolare con il traffico legato al Natale?

Se la dinamica di traffico rimane sostenuta come questa estate le prospettive rimangono buone. Ricordiamoci che il mercato italiano del Travel Retail ha avuto ritmi di crescita superiori a molti altri mercati europei che invece hanno subito delle contrazioni

delle vendite causa traffico stagnante e minor spesa dei passeggeri. Quindi rimaniamo ottimisti per il Natale, ma sappiamo che nei mercati internazionali ci sono dei segnali negativi da tenere in considerazione legati anche al rallentamento dell’economica in Europa e in Cina.

In alcuni aeroporti il traffico degli stranieri è andato anche meglio del nazionale. E si stanno aprendo nuove rotte extra Ue. Questo, in prospettiva, darà ulteriore spinta alle vendite al duty free?

Decisamente. Il traffico extra UE è quello con la spesa media più alta e quindi la crescita delle rotte extra UE è fondamentale per il nostro business , in particolare per la parte Duty Free. Per il 2025 si attende un ulteriore incremento del traffico dal Nord America su diversi scali nazionali e questo dovrebbe dare un ulteriore impulso alle vendite.

Il tema dei “prezzi folli” in aeroporto è stato oggetto negli ultimi mesi di diverse inchieste giornalistiche, non riferito ai soli duty

free, ma in generale a tutto il segmento f&b/retail. Nei duty free che gestite in Italia, com’è stata la dinamica dei prezzi?

Nei duty free che gestiamo in Italia utilizziamo una politica prezzi molto attenta facendo benchmark continuativi con i principali aeroporti europei e garantendo prezzi più competitivi e comunque mai superiori alla media di mercato. Per quanto riguarda il food, abbiamo adeguato i prezzi in funzione dell’inflazione degli ultimi anni subita sui costi di acquisto della materia prima. Siamo in ogni caso convinti che l’F&B nel mercato travel in Italia continui ad avere un rapporto qualità prezzo assai più favorevole rispetto agli altri mercati europei.

Venendo agli spazi commerciali, ci sono gare in vista tra fine 2024 e inizio 2025, cui parteciperete?

La nostra intenzione è valutare tutte le opportunità che si presenteranno sul mercato per cui prenderemo in considerazione

tutte le gare previste nei prossimi 6-9 mesi in particolare negli aeroporti del centro-sud Italia, con un approccio sempre attento al ritorno sull’investimento e alla relazione di lungo termine con i landlord. Durante il corso del 2024 abbiamo vinto la gara per la gestione dell’intero Retail (Duty

Free e Travel Essentials) dell’Aeroporto di Verona.

E rispetto invece agli spazi in gestione, ci sono investimenti/lavori di ammodernamento da segnalare, prossimi a partire?

Stiamo proseguendo con un piano di rinnovamento importante dei nostri locali in particolare per citarne alcuni lavoreremo su alcuni negozi negli aeroporti di Fiumicino, Venezia, Treviso e Palermo.

HEINEMANN

“Dopo Lamezia, altre novità in arrivo su Bologna”

“Per Heinemann il trend del 2024 è molto positivo, grazie al lavoro di tutto il team commerciale, alla rimodulazione degli spazi retail di Bologna e Bari e all’acquisizione di due nuovi punti vendita: il nuovo duty free di Lamezia Terme, attivo dal luglio 2023, e lo specialist store “eyewear” inaugurato a luglio 2024 a Roma Fiumicino. Dovremmo chiudere il 2024 con una crescita intorno al 20%” spiega Fulvio Fassone, Managing director di Gebr. Heinemann in Italia. E come sono andate le vendite? “La spesa per pax ha visto trend di crescita significativi. A livello di prodotti, il mix vede prevalere con

il 55% delle vendite il comparto food, wine & confectionery, mentre il restante 45% è riferito al comparto beauty & accessories. Questo dipende molto dalla profondità locale dei nostri assortimenti, specialmente a Torino, Bari e Lamezia Terme, dove la promozione del territorio è un driver importante. Come aspettative, Heinemann vede una stagione invernale con un trend di crescita in continuità. E sui prezzi? Non mancano le polemiche sul livello troppo alto? “Qualche polemica sui prezzi alti, in aeroporto, ci sono da sempre, ma sono generiche e si fa spesso confusione tra duty free e ristorazione. Per quanto ci riguarda, poniamo molta attenzione insieme ai partner commerciali al posizionamento dei prezzi dei prodotti rispetto ai mercati in cui operiamo e rispetto all’online, per evitare situazioni di disallineamento e per creare opportunità d’acquisto vantaggiose per i clienti. Nel corso dell’anno mettiamo in atto numerose attività promozionali e abbiamo aree dedicate tutto l’anno ai prodotti con prezzi particolarmente vantaggiosi”.

AVOLTA

“Sale lo scontrino medio, più offerta legata al territorio”

Avolta , leader mondiale del travel retail, gestisce il servizio duty free attraverso il marchio Dufry ed è presente nei terminal T1 e T2 dell’aeroporto di Milano Malpensa, poi Milano Linate, Bergamo Orio al Serio e negli aeroporti di Verona, Genova, Firenze e Pisa. Anche in casa Avolta, il trend commerciale ha addirittura superato quello del traffico. “Nel 2024 abbiamo registrato

un trend di vendite in crescita rispetto al 2023. L’aumento dei volumi di traffico si è riflesso sulle vendite, che sono aumentate più che proporzionalmente alla crescita dei passeggeri. E insieme alla crescita del numero di acquirenti al duty free, è salito anche lo scontrino medio” spiega Enrico Marro General Manager Italia, divisione retail di Avolta. E per quanto riguarda le abitudini di acquisto? “Queste, nel 2024, non sono cambiate in modo significativo rispetto al 2023. I prodotti più venduti continuano a essere i profumi, seguiti da dolciumi e alimenti, liquori e tabacco. In particolare, nella categoria dei liquori la maggior parte delle vendite è trainata dagli alcolici e il resto dal vino”. Un trend che dovrebbe proseguire anche nei mesi inver-

nali, con qualche aggiunta legata al periodo natalizio.

“Per il periodo invernale ci aspettiamo un andamento positivo, in linea con il trend degli ultimi mesi. Tradizionalmente, la categoria che si vende meglio nel periodo natalizio, oltre all’enogastronomia, è la profumeria e i formati “set da viaggio”, ad esempio le confezioni regalo, sono molto apprezzati dai clienti. Anche l’acquisto di libri è un settore in crescita, sia per uso personale che per regali” aggiunge il manager. Rispetto invece alla dinamica dei prezzi, Avolta dichiara di mettere in campo una politica attenta a restare appetibile nei confronti dell’utenza. “In qualità di leader mondiale nel settore dell’esperienza di viaggio, ci impegniamo a offrire risparmi e valori costanti su un’ampia gamma di marchi e prodotti nei nostri negozi in aeroporto durante tutto l’anno. Uno dei modi per farlo è lavorare a stretto contatto con i nostri partner di marca per offrire prodotti esclusivi che non si trovano in commercio, oltre a iniziative promozionali e sconti dedicati”. A livello di strategia commerciale e di lavori sui negozi, i prossimi mesi saranno indirizzati verso alcune direttrici, come amplificare l’effetto “local” dell’offerta a potenziare il digitale. “Nei prossimi mesi continueremo a riorganizzare i nostri negozi, dove necessario, puntando sull’ampliamento dell’offerta, sul “senso del luogo” e sui prodotti legati al territorio, su aree digitalizzate che offrano intrattenimento e un coinvolgimento personalizzato e migliorato nell’esperienza di acquisto” conclude Marro.

R-Store compra i negozi Juice

Ora è l’Apple Premium Partner n.1

L’azienda napoletana acquista il concorrente più grande e ora gestisce una rete di 100 punti vendita. Nasce un gruppo da 900 dipendenti e un giro d’affari intorno ai 600 milioni. Colloquio con l’amministratore delegato Giancarlo Fimiani

R-Store è diventato il primo Premium Reseller partner di Apple in Italia. Il quarto in tutto il mondo, per estensione della rete dei negozi e giro d’affari.

R-Store, fondata a Napoli nel 2008 dall’attuale Ceo Giancarlo Fimiani, ha infatti acquisito il controllo di quattro società che appartenevano a Med Group Holding. Si tratta di Juice Spa, che opera a livello retail con negozi di vendita/assistenza Apple, Rekordata (che si occupa di servizi b2b per lo più per aziende, scuole, enti pubblici), Med Innovations (sviluppo sofwtare) e ICT Srl (distribuzione). L’ammontare dell’investimento non viene svelata. L’operazione è stata finanziata da un pool di banche che ha visto come arranger e agent Bnl-Bnp Paribas, con la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti e Medio Credito Centrale e l’intervento di Sace.

In poche parole, il “piccolo” ha finito per acquisire quello che era il concorrente più grande. Ora, a livello retail, R-Store esprime una capacità di circa 100 negozi sul territorio, da Nord a Sud, fra i circa 30-35 negozi a marchio R-Store e i circa 60 di Juice. Complessivamente il gruppo dopo la fusione presenta un giro d’affari vicino ai 600 milioni di euro. Abbiamo approfondito strategia e futuro del gruppo insieme al Ceo, Giancarlo Fiamiani.

A che cosa si deve il successo della vostra formula retail?

Per tutti gli utenti della Mela, rappresentiamo l’esperto Apple più vicino al cliente. Nei nostri negozi si fruisce di un’ottima experience a tutti i livelli, come assistenza pre, durante e post vendita. Se escludia -

mo l’on line e il negozio diretto Apple, ormai sul territorio ci siamo noi e i gli store della Gds/Gdo. Però abbiamo la certezza di offrire una qualità di servizio di gran lunga superiore, rispetto ai negozi in cui vengono venduti indistintamente tutti i prodotti di elettronica.

Come sarà la trasformazione dei negozi a marchio Juice entrati in portafoglio?

Dal punto di vista della ragione sociale,

già da gennaio diventeranno R-Store. Per quanto riguarda il rebranding, invece, vogliamo valutare con calma. È un aspetto su cui non c’è fretta e su cui, anzi, preferiamo non stravolgere abitudini consolidate dei clienti. Al momento, quindi, restano così.

Confermata la formula della gestione diretta?

Al 100%. Il franchising non fa parte del modello di business e non si confà al tipo di qualità che vogliamo mantenere.

Giancarlo Fimiani, fondatore di R-Store

Quanto curate la formazione del personale per mantenere un livello di assistenza così alto?

Garantiamo agli addetti non meno di 120130 ore di formazione l’anno, è indispensabile per distinguerci dagli altri. Proprio l’anno scorso abbiamo rivisto e migliorato il nostro piano di formazione, che ormai è sempre più simile a quello originario di Apple. Questa attenzione riguarda sia gli addetti dei negozi sia i nostri consulenti b2b, che vanno nelle aziende o nelle istituzioni. Il concetto chiave della formazione è che il nostro personale non insegna soltanto a usare un device, ma permette al cliente a 360 gradi di stare al passo con la digitalizzazione di oggi, che permea ormai le nostre vite in ogni aspetto.

Restiamo sul retail. Ora assisteremo a una fase di consolidamento o proseguiranno nuove aperture?

Se mi passa la battuta, il retail è una brutta bestia. Fermarsi è rischioso e dunque, dove ci saranno le possibilità, non mancheranno nuove aperture.

Quali sono i canali commerciali privilegiati e che differenze presentano?

Noi preferiamo stare in centri commerciali grandi, caratterizzati da un forte passaggio, e nei centri storici delle città, meglio ancora se nelle vie dello shopping di

lusso. Perché lì sappiamo di catturare un profilo di clientela adatta. Fra i due canali, non cambiano esigenze e richieste che riceviamo dall’utenza. È diverso il numero dei passaggi, perché nei negozi del centro commerciale entrano più persone, ma questo non corrisponde per forza a più fatturato, molti magari entrano per guardare. Ci sono negozi che performano ottimamente in entrambe le vesti.

Considera questo successo una bella storia di imprenditoria del Sud?

L’azienda è nata a Napoli, la sua anima è napoletana a qui in Campania mantiene il quartier generale. Ma se devo essere sin-

cero, questo è un tema più mediatico che reale. A Napoli è in tutto il Sud ci sono ormai tantissime aziende ottime e di grandi dimensioni, persino gli ultimi dati sul Pil hanno messo in mostra una crescita al Sud doppia rispetto a quella del Nord.

Dopo questa operazione, quale sarà il prossimo passo? L’estero?

In Italia ormai siamo i primi e in effetti i giochi sono fatti. Quindi la risposta è sì. Prima ottimizziamo al meglio le attività nei confini nazionali, dopo andremo a vedere quel che si può fare fuori. Abbiamo raggiunto una dimensione tale da permettercelo.

Pizza: tradizione ed evoluzione 2.0

Da Napoli a Milano, sono molti i format di pizzeria che stanno arrivando nella “capitale del nord”, terreno di conquista e trampolino di lancio verso uno sviluppo sulle ali della finanza e dei social, tra tradizione e sperimentazioni gourmet di Massimo Luigi Andreis

In origini fu Rossopomodoro , che il “biologo” Franco Manna , il compianto Geppi Marotta (poi uscito dal gruppo per creare e sviluppare Fratelli la Bufala) e Giuseppe Montella , fondavano nel 1997 a Napoli e portavano a Milano agli inizi degli anni 2000, dopo aver sperimentato il format di pizza napoletana doc “fuoricasa” con il calciatore Fabio Cannavaro nel 1998 in quel di Parma. Da allora ne ha fatta tanta di strada la pizza con il cornicione alto (rigorosamente ), e, se in passato era la tradizione a trionfare fuori dai “confini patri” dell’orgoglio di Napoli (prodotto doc, spirito imprenditoriale, sostegno dei fondi di investimento, per farla breve) decretandone il crescente successo nel resto d’Italia e in qualche caso in diversi avamposti all’estero, con il passare del tempo è stato sulle ali di internet che la carica di una nuova generazione di pizzaioli, anzi, pizzaiuoli napoletani, ha sfondato le porte della città di Partenope, per conquistare nuovi territori. Nella sua versione più recente, tale successo ha un nome (e un cognome): TikTok. È grazie al social made in China (sic…), che alcuni giovani pizza chef campani dapprima hanno creato delle solide basi in casa, per poi lanciarsi alla ricerca di nuove opportunità di business. Stavolta non solo affidandosi ancora a un prodotto tradizionale ma proponendo varianti gourmet del piatto principe della cucina partenopea.

Se la pizza è una proposta food di tendenza e moda come non mai in questo momento, adesso sono le sue declinazioni gourmet - raccontante esaltate rese virali

dai social - a fare da volano a questa nuova leva di pizzaioli campani, tanto che si stanno levando più voci a favore dell’attribuzione di stelle, tradizionali o speciali ancora è da capire, ai migliori di loro. Lo stesso imperatore della cucina francese, il pluristellato Alain Ducasse, ha invocato il macaron per i ristoranti che hanno in questa pietanza il cuore della loro offerta. E non si dica che l’ha detto solo (e quando) è di recente sbarcato con un suo ristorante nel Golfo di Partenope…

Da

Napoli alla Svizzera, passando per Milano

E da dove volevate che partisse questa “voglia di crescere” dei new comers se non dalla piazza meneghina, assurta negli ultimi anni a terra di conquista e allo stesso tempo a luogo di sperimentazione ideale per chi ha voglia di spiccare il salto con la sua proposta food?

“Milano è il miglior terreno di confronto e trampolino di lancio per i nuovi marchi della ristorazione”, afferma Antonio Schiena, general restaurant manager di DaZero Con un’identità visiva rinnovata e un menu che celebra le eccellenze territoriali, il format di pizza cilentana doc si espande proprio all’ombra della Madonnina, prima di lanciarsi sul proscenio europeo. Con l’apertura del nuovo ristorante in Piazza Oberdan a Porta Venezia, DaZero arriva a otto locali operativi tra nord e centro Italia, ponendosi come ambasciatrice della tradizione culinaria del Cilento, in primis delle sue materie prime di eccellenza.

DaZero nasce infatti dieci anni fa a Vallo della Lucania, nel cuore di questa area della Campania meridionale, con una missione: portare in tutta Italia il meglio della cultura agricola locale. Ogni ingrediente, dalla farina semi-integrale dell’impasto ai pomodori e olii extravergini, viene selezionato per raccontare una storia di sostenibilità e filiera corta. La proposta enogastronomica non si limita a esaltare la pizza, ma include anche prodotti come la crema di cipolla di Vatolla e la birra artigianale con grani cilentani, disponibili in tutti i locali attraverso la linea Incontro, tra cui spicca la farina con germe di grano di Mulino Casillo. L’obiettivo è chiaro: “Una filiera di produttori di nicchia e artigianali che vogliamo crescano insieme a noi, mano a mano che il brand verrà replicato in nuove location”, spiega Schiena. In questo modo, DaZero supporta un sistema locale basato su piccole realtà agricole che condividono la passione per il territorio e la biodiversità del Cilento.

Con l’apertura del locale in Piazza Ober -

dan, DaZero introduce una nuova identità visiva, firmata dall’agenzia 150UP, che rappresenta l’anima cilentana del brand. Il design del locale combina elementi tradizionali con dettagli audaci e contemporanei, tra cui sedute in velluto rosso, pareti dorate e neon che richiamano simboli iconici del marchio. I personaggi locali, raffigurati nelle tovagliette e nella carta da parati sotto forma di fumetti, raccontano le storie degli artigiani campani, celebrando le mani che lavorano ogni ingrediente. In un ampio open space da 155 mq, il fulcro del locale è il forno a legna, rivestito in mosaico di tessere dorate, che invita i clienti a immergersi nel processo di preparazione della pizza, osservando i pizzaioli all’opera. Nel 2023, DaZero entra a far parte del gruppo Food Finance , fondo svizzero guidato da Marco Zoppi, che possiede anche il marchio di boulangerie Égalité . “Moda, design e cibo sono i tre pillar del made in Italy apprezzati nel mondo”, afferma Zoppi, e DaZero incarna proprio questa visione. Per il fondo elvetico, investire nel format significa valorizzare l’agrifood tricolore, un settore che si promuove da sé, grazie all’elevata qualità della filiera. “DaZero basa la sua attività su materie prime provenienti da una filiera chiara, con un food cost elevato ma che ci dà la certezza di mettere in tavola un prodotto eccezionale”, aggiunge l’imprenditore italo-svizzero. A tale riguardo, Schiena sottolinea l’importanza dell’approvvigionamento: “Siamo semplici ma ci differenziano perché portiamo nei nostri ristoranti l’identità del Cilento con ricerca accurata della materia prima: l’85% delle materie prime sono di origine cilentani. I nostri fornitori quasi non possono stare dietro alle nostre richieste perché sono piccole realtà artigianali con capacità limitata ma viva la faccia va bene così!”. La crescita di DaZero prevede un’espansione verso le principali città del nord Ita-

lia, con un posizionamento in fascia alta, per poi approdare in Svizzera, dove c’è “fame di food format italiani autentici”, chiosa Zoppi.

Quattro pizzaioli in viaggio verso il Nord…

Salvatore Lioniello, il pizzaiolo col cappello e la sua pizza “a modo nostro”; Vincenzo Capuano, nonno Enzo e le forbici d’oro; Errico Porzio e la tradizione moderna che “s’adda sapè fà” e, last but not least, Gennaro Rapido, con la sua “A Rota ‘e Carretta” che porta Napoli a Milano: se DaZero viaggia sulle ali di un fondo, sono loro i pizzaioli-imprenditori della pizza napoletana che spopola sui social e che (anche) i social hanno permesso di diffondere ulteriormente al di fuori della terra natia negli ultimi anni.

La loro filosofia si basa su un mix di tradizione e innovazione che unisce tecniche antiche a sperimentazioni moderne, portando ognuno un tocco unico nella città meneghina.

Salvatore Lioniello è un visionario. Nato a Orta di Atella, in provincia di Caserta, è approdato a Milano con la sua “pizza a modo nostro”, creata a partire da un impasto a lenta lievitazione ideato dal padre Nicola. Questo impasto rende le sue pizze digeribili e leggere, tanto da avergli

fruttato numerosi riconoscimenti, tra cui i 3 spicchi nella Guida Pizzerie Gambero Rosso e una posizione tra i top 50 mondiali. Lioniello è famoso sui social come il “pizzaiolo con il cappello” e conta milioni di like, simbolo di una comunicazione autentica e diretta.

Il locale in via Friuli ripropone la carta di Succivo, con pizze fritte, tradizionali e la

particolare categoria “a modo nostro”. La sua pizza “My Dad”, dedicata al padre, e il “Sandwich di pizza” con Parmigiana sono solo alcuni dei capolavori che incantano i palati milanesi. La sua storia è segnata da un destino inizialmente avverso, che lo portò a intraprendere l’arte della pizza come un tributo alla memoria del padre. Oggi, Lioniello mira a trasformare il suo locale in un format con un’imminente variante da asporto, creando un’esperienza che coinvolge a 360 gradi.

Vincenzo Capuano , noto anche come Capvin, rappresenta il volto giovane e dinamico della pizza napoletana a Milano. La sua seconda pizzeria ha aperto in via Volta, una zona ricca di locali dove si trova – e sfida – la Crazy Pizza di Briatore Capuano affronta questa competizione a suon di pizza, seguendo le tracce di Gino Sorbillo, con cui condivide l’origine partenopea e il cornicione alto.

Il segreto di Capuano è simboleggiato dalle “forbici d’oro,” uno strumento distintivo con cui taglia le sue pizze, rispettandone l’estetica. Ogni pizzeria della catena of -

fre questo particolare taglio, pensato per preservare il gusto e l’alta qualità degli impasti, realizzati a lievitazione lenta. Con Vincenzo, a Milano non poteva mancare “nonno Enzo”, il portafortuna vivente della famiglia Capuano, il cui tocco magico viene celebrato con la pizza fritta e la pasta e patate. La sua formula vincente, basata su una tradizione rivisitata, ha conquistato non solo il palato milanese ma anche quello internazionale, con aperture che si estendono fino ad Amsterdam.

Errico Porzio è un autentico innovatore che ha trovato il modo di unire tradizione e accessibilità nella sua prima pizzeria milanese in via Solari. Con 15 locali aperti in Italia, Porzio ha un obiettivo chiaro: la sua deve continuare a essere una “pizzeria per tutti,” anche nella carissima Milano, dove i clienti possono gustare una Margherita al prezzo contenuto di 7,50 euro, identico a quello di Napoli. Porzio ha iniziato la sua carriera da giovane, affiancando lo zio, Mario Pellone , storico pizzaiolo napoletano.

L’offerta della pizzeria di via Solari, inaugurata a settembre, punta sulla qualità e accessibilità, con due forni classici napoletani e uno per il senza glutine, che garantiscono un flusso continuo di pizze tradizionali ma modernizzate, senza esagerazioni nel cornicione. Anche Porzio è una vera star dei social, con milioni di follower su TikTok e Instagram, che amano il suo spirito alla mano e la sua competenza. Da sempre, il suo motto è “s’adda sapè fà,” un hashtag divenuto virale che

esprime l’arte e la maestria di chi sa fare la pizza napoletana come si deve.

A Milano, in zona Città Studi, c’è fermento: Gennaro Rapido , pizzaiolo napoletano di lunga esperienza, sta per aprire la sua seconda pizzeria. Dopo il successo della prima location, inaugurata nel 2020 in via Inama, la sua pizza, che profuma di tradizione e innovazione, troverà presto casa in via Bartolini 36. Qui, con oltre 250 posti a sedere e due forni pronti a lavorare a pieno regime, i clienti potranno immergersi nel gusto della vera tradizione napoletana.

Rapido non è solo un cognome, ma un

marchio di qualità per chi conosce l’arte della pizza: nel ristorante già aperto nel capoluogo lombardo accoglie fino a 110 clienti, ma la domanda è cresciuta così tanto che una nuova sede era inevitabile. Il suo stile, inconfondibile, si rifà alla tradizione partenopea del formato “A Rota ‘e Carretta”, la pizza larga che sfora i bordi del piatto, un omaggio a Napoli e alle sue origini.

Gennaro ha imparato i segreti dell’arte bianca al fianco di Gino Sorbillo: per ben 13 anni ha lavorato con lui, aprendo nuove sedi e perfezionando la sua tecnica. Poi, la scelta di Milano, dove ha voluto portare una pizza che è omaggio ai quartieri popolari della sua città natale: impastata con farina doppio 0, lievito fresco e un tocco di lievito madre, viene cotta in soli 30 secondi nel forno di pietra, costruito da artigiani del posto.

Il cavallo di battaglia? La pizza Provola e Pepe, accompagnata dalla carne macinata, una ricetta che arriva dritta dai vicoli di Napoli. Non solo, il locale offre anche pizze fritte, tra cui spiccano il Battilocchio e il Cappello di Prete, preparati con ingredienti di primissima qualità. Fiore all’occhiello della casa è la Carrettiera, con salsiccia a punta di coltello, friarielli e provola dei Monti Lattari.

Nonostante la distanza dalla sua terra, Gennaro si assicura che ogni ingrediente arrivi direttamente dalla Campania: dalla provola della Latteria Sorrentina ai friarielli delle campagne vesuviane, fino ai liquori della distilleria Amato.

Apre ChorusLife, il nuovo Urban district di Bergamo

Consegnato alla città il progetto di Polifin, da mezzo miliardo di euro, che include residenze, hotel, attività commerciali e di ristorazione, più un’arena nuova di zecca da 6.500 posti. Il gruppo della famiglia Bosatelli mantiene la gestione

Anche Bergamo, adesso, ha il suo urban district. È stata inaugurata ChorusLife , l’opera di rigenerazione urbana alle porte di Bergamo, finanziata dal gruppo Polifin della famiglia Bosatelli . Tutta l’area è già aperta al pubblico. Si tratta un intervento che ha bonificato e riqualificato 70.000 metri quadrati di territorio, dove sorgevano i capannoni industriali della Ote. L’investimento, interamente pri -

vato, ammonta a circa mezzo miliardo di euro, e tutte le strutture sono state realizzate da Polifin, anche tramite le sue controllate Costim (che a sua volta comprende Impresa Percassi, Gualini ed Elmet) e Gewiss.

Nel progetto ChorusLife, la parte retail e di ristorazione non ha una parte predominante. Non ricade nella definizione di shopping center all’aperto. Anche se,

come alternanza di spazi vuoti e pieni, la presenza di verde e la dislocazione su più piani, ricorda in qualche modo CityLife a Milano. In questo caso, il progetto è dell’architetto Joseph Di Pasquale . Come detto, un investimento interamente privato, che va a beneficio del pubblico. Non a caso, in sede di presentazione ufficiale, non ha mancato di tesserne le lodi la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali.

A regime una trentina di negozi e ristoranti

Gli spazi aperti, fra strade e piazze, più le attività di commercio e ristorazione ammontano a circa 10mila metri quadrati. Alla data di apertura sono già attivi Rossopomodoro e Doppio Malto (entrambi gestiti da Autogrill ); Decathlon, con un negozio da 800 metri quadrati; OVS , con una superficie commerciale di 1.000 mq; dm Italia , che in quest’occasione segna il suo esordio nella città di Bergamo, con 307 mq di superficie su un unico piano; Arcaplanet . Prossimamente apriranno altre insegne tra cui Fancy Toast, La Yogurteria, ODS Store, Hygge . A regime, le attività commerciali dovrebbero essere una trentina. “Ci vorranno 6-8 mesi” ha spiegato durante la conferenza stampa il presidente di Polifin, Fabio Bosatelli , figlio del fondatore di Polifin Domenico Bosatelli, che aveva ideato il progetto. A queste, presto si aggiungerà anche un’importanza area Wellness/Spa.

ChorusLife comprende anche un residence con 74 alloggi, un hotel 4 stelle Radisson e soprattutto, un’Arena da 6.500 posti che potrà ospitare eventi sportivi, artistici e musicali. Un vero e proprio regalo alla città di Bergamo, che attualmente come impianti sportivi/eventi disponeva del Palacreberg da circa 1.500 posti, che però è sulla via della demolizione. Questo nuovo impianto cambia comple -

Trasporti e parcheggi, nodo centrale per la città

ChoruLife si colloca alla confluenza delle valli Brembana e Seriana. Ma soprattutto, si trova nel punto dove si snoderanno l’attuale tranvia T1 e la futura linea T2 , oltre a essere collegato con la stazione ferroviaria e, tramite questa, alla futura linea per l’Aeroporto di Orio al Serio. In corrispondenza di ChorusLife, infatti, verrà creata una fermata apposita della futura linea di tram T2, La Linea T2 da Bergamo a Villa d’Almè si sviluppa sul sedime della ex Ferrovia della Valle Brembana, attraversa 5 comuni (Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Almè, Villa d’Almè) e interessa una popolazione di oltre 240 mila abitanti. Inoltre, lo smart district è prossimo al rondò di accesso alle strade interurbane e da lì all’autostrada A4. Sia per questa vicinanza, sia a uso dei bergmaschi, il progetto prevede un numero consistente di parcheggi: 1.100 posti auto in totale, di cui oltre 700 convenzionati con il Comune.

tamente il panorama degli eventi che la città potrà ospitare in futuro. La commerciliazzazione degli spazi food retail è stata affidata a Sonae Sierra. Progetto CMR ha invece curato la progettazione architettonica definitiva ed esecutiva.

Occhio a verde e sostenibilità

Il verde e la sostenibilità energetica rivestono un ruolo importante. ChorusLife disporrà di 15.000 metri quadrati di verde piantumato con alberi d’alto fusto e arbusti. Sono stati anche installati 57.900 metri quadrati di superfici impermeabilizzate atte a favorire la raccolta di 42.980 metri cubi d’acqua piovana all’anno. Un approccio innovativo all’integrazione di spazi verdi e infrastrutture ricettive che gli è valso il riconoscimento ECOtech Iconic Landscape Award (2018) assegnato da Paysage, nella categoria “Verde tecnologico e ricettività”, quale esempio di architettura sostenibile e avanzata. Eni Plenitude è partner energetico del progetto. Una nota a parte merita la gestione dell’intero distretto. Infatti, Polifin ha deciso di mantenere in casa ogni aspetto di questa attività. “Attraverso il lavoro sinergico delle nostre aziende controllate siamo riusciti a sviluppare nuove competenze, nuove tecnologie e soprattutto un approccio digitale nella gestione dello Smart District, che ricordo rimarrà interna al gruppo, che diventerà un riferimento per altri progetti futuri in Italia e all’estero” ha detto Davide Albertini Petroni, amministratore delegato di Costim. Il gruppo, infatti, non nasconde l’intenzione di proporsi come partner per altri interventi del genere, sia in Italia, sia in Europa.

IgD, nel Piano 2027 ci sono 50 milioni di investimenti e 100 di dismissioni

La Siiq guidata da Roberto Zoia prosegue nell’abbattimento e rifinanziamento del debito. Al Porto a Mare di Livorno, attesi 20 milioni di introito per la vendita delle aree residue ancora da sviluppare

Migliorare la performance finanziaria, lavorare sul rapporto con i tenant, con un occhio (ma senza esagerare) verso eventuali opportunità di mercato. Sono le linee guida del Piano industriale 2024-2027 presentate di recente da IgD Siiq . In tre anni, la società guidata dal Ceo Roberto Zoia prevede di incrementare il Net Rental Income del 16% (quindi un Cagr intorno al 5% annuo) a perimetro omogeneo, con un Ebitda della gestione caratteristica da portare a 98 milioni (anche questo +16%) e gli FFO a 48 milioni (+41% rispetto ai 34 milioni attesi per fine 2024). Dovrebbe anche ritornare il dividendo, sulla cui entità non sono stati dati ulteriori dettagli.

Investimenti basati sulle specificità delle location e delle catchment area con possibilità di rimodulare gli interventi, anche in funzione dei risultati

IgD continuerà a lavorare sul debito, in modo da far fronte ai bond in scadenza, ri-

finanziare una parte importante del debito (sono in corso colloqui con un pool di banche, con Intesa Sanpaolo capofila) e portare l’Ltv a un livello considerato ottimale, intorno al 40%. Tra le leve messe in campo, altri 100 milioni circa di nuove dismissioni di asset non core, che proverranno per circa 70 milioni dal portafoglio della Romania, 20 milioni circa dalle aree ancora da sviluppare a Porta a Mare a Livorno (destinazione residenziale, ricettiva e legate alla nautica) e 10 milioni da asset minori.

Per quanto riguarda gli aspetti più legati al retail, “proseguiremo nell’attività maniacale di valutare asset per asset il bacino d’utenza, il mix merchandising e trovare la formula migliore” ha spiegato il Ceo, Roberto Zoia. Le premesse sono buone. Proprio a Livorno,

per esempio, l’investimento dispiegato per portare un brand come Primark sta dando i suoi frutti. “I passaggi si sono moltiplicati” ha detto il manager. Oggi, una zona commerciale che aveva esordito con circa 1,5 milioni e mezzo di visitatori annui ha raddoppiato l’orizzonte. “Oggi il retail va veloce e ci stiamo dimostrando altrettanto rapidi nell’aggiornare il merchandising mix dei nostri centri. Rispetto ai tenant, puntiamo a proporci loro in modo diverso dal passato. Tra app, strumenti digitali, co-marketing e altri modi di sfruttare i dati in comune, ci sono tantissime attività che si possono mettere in campo in sinergia” ha aggiunto Zoia. Uno degli obiettivi, rispetto alla condivisione dei dati, è raggiungere il 10% di utenti profilati nei rispettivi bacini di utenza in cui IgD è presente. Sui contratti d’affitto, IgD proverà ad allungare il cosiddetto Walb (Weighted Average Lease Break: durata minima dei contratti di affitto prima della break option del tenant).

Il foodservice italiano vale 82 miliardi e supera i livelli pre-Covid

I ricavi delle catene di ristorazione in Italia salgono del 6,5% tra 2022 e 2023, anche per effetto dell’inflazione. “Ora la vera sfida riguarda profittabilità e orizzonte estero” secondo Tomaso Nastasi di Deloitte di A.L.

Cresce il peso economico delle catene di ristorazione, ma con ancora tanto spazio da colmare. Il nostro mercato foodservice vale 82 miliardi di euro di ricavi (dato aggiornato al 2023), secondo l’edizione aggiornata del Foodservice Market Monitor prodotto da Deloitte. L’Italia ha così superato i valori del 2019, con una crescita di circa il 6,5% rispetto al 2022, in linea con il mercato mondiale, dove oggi il foodservice vale 2.797 miliardi, suddivisi all’incirca nel 42% appannaggio della regione Apac, seguita da Nord America al 26%, Europa al 20%, altri al 12%. Per quanto riguarda i segmenti, a livello mondiale la modalità Fsr (Full service restaurant) copre il 46% dei ricavi, il Qsr è al 33%, caffetterie/bar sono al 16% e chiude lo street food al 6%. Su questo aspetto, va notato che l’Italia è il quarto mercato al mondo a livello di Fsr, che da noi vale la metà del mercato complessivo. Il resto si divide tra 29% di Qsr, 20% caffetterie/bar e 1% di street food.

Ma quali sono le caratteristiche specifiche del mercato in Italia? Lo abbiamo approfondito con Tommaso Nastasi, Equity Partner, Value Creation Services Leader Italy di Deloitte.

Tra Qsr e High-end luxury

“Il mercato italiano è cresciuto e ha ancora molto spazio da colmare. Dal punto di vista dei volumi abbiamo assistito senz’altro a un rimbalzo negli ultimi anni, ma bisogna ammettere che in questi ultimi dati c’è anche una componente prezzo, legata all’inflazione, che ha senz’altro sorretto i ricavi” spiega Nastasi. Per quanto riguarda i ricavi dei singoli segmenti, in Italia il Full Service è cresciuto del 9,4% tra 2022 e 2023, a un ritmo superiore rispetto agli altri mercati di riferimento. I

bar-caffetterie sono cresciute del 12,8%, il Qsr soltanto del 3,6%, mentre lo street food è arretrato del 20% arrivando ormai a coprire una parte residua del mercato. Il dato sui volumi, però, non esaurisce il racconto.

“Va considerato, infatti, che un conto è il fatturato, altro è la profittabilità. Il miglioramento della redditività aziendale è la vera sfida dei prossimi anni, se pensiamo che il Covid aveva impresso una batosta importante, portando diversi player sull’orlo della crisi”. Ultimamente sul mercato si stanno sviluppando molto le catene caratterizzate dal prezzo abbordabile, che pur con le dovute differenze rientrano nel segmento Qsr. McDonald’s continua ad aprire, Kfc ha superato i cento negozi, è sbarcata il pollo fritto di Popeyes , mentre nel segmento della pizza al taglio Alice Pizza continua a correre sia con le aperture dirette sia con il franchising. E infatti, secondo lo studio Deloitte, guardando al Cagr medio del periodo 20192023, si scopre una crescita zero per il

Full Service, dello 0,4% per i Cafè-Bar e del 3,4% per il Quick service.

“Oggi vedo tre modelli principali di sviluppo delle catene” ragiona ancora Nastasi. “Il primo è quello che spinge sui prezzi iper competitivi. Il secondo si può definire high-end luxury, il terzo sta in mezzo ed è caratterizzato da una proposta value-for-money, leggermente tendente al premium. Forse questo è quello che ha più necessità di trasformare il business model per raggiungere la profittabilità”.

IL MERCATO FOODSERVICE NEL MONDO

Tommaso Nastasi, Deloitte Italy

I SEGMENTI IN ITALIA, TASSI DI CRESCITA

Dal report Deloitte emerge una volta di più il peso mondiale della cucina italiana, che tipicamente ricade nell’ambito della ristorazione servita. I brand che propongono piatti italiani coprono un quinto di tutto il Fsr mondiale, per un valore a livello di ricavi pari a 240 miliardi di dollari, e con tassi di crescita (Cagr 2019-2023) del 7,7% negli Stati Uniti, del 12,3% in Francia, del 19,5% in Germania, mentre non sorprende che da noi, con l’affermarsi di altri tipi di cucina, il valore sia in leggero decremento (-2,3%). Ed è su questo aspetto che sul mercato si impone da anni una domanda: perché sono gli stranieri a sviluppare la cucina tricolore, mentre è raro che un operatore di casa nostra vada a imporsi oltre confine? “Questo rappresenta una sfida e un’opportunità, per le imprese italiane, ma occorrono alcuni fattori preliminari imprescindibili” osserva ancora Nastasi di Deloitte. “Ci vuole un business veramente scalabile ed esportabile, condizione che passa per elementi quali capacità manageriali di qualità, efficienza nella supply chain e nel modello operativo,

un piano di marketing strategico”. Da questo punto di vista, l’ingresso della finanza e di operatori di private equity nelle catene è un fattore positivo, perché si suppone che questi soggetti abbiano nel loro orizzonte anche l’ingresso nei mercati esteri. Altri tre temi caratterizzeranno il prossimo futuro del foodservice, secondo il report. Uno di questi è l’intelligenza artificiale, che sarà sempre più utilizzata sia nell’ambito del servizio (ordini, delivery), sia per la profilazione del cliente e la gestione generale delle operazioni. Poi c’è il tema della proposta di menù salutari e più ispirati al green, dal momento che questo tipo di domanda è in continua crescita. Su un piano negativo c’è invece la difficoltà di reperimento del personale, che continua a farsi sentire nel

settore. In media, oggi il 26% delle ricerche di personale rimane inevasa.

Centri commerciali, ripartono i lavori Tenant e landlord alla prova del nove

I consumi sono ancora incerti. Ma arrivano note positive dal recente Retail Real Estate di Confimprese: nuovi investimenti sulle strutture e pronte le linee guida sullo scambio di dati

In un contesto di consumi ancora farraginosi, l’industria retail trova comunque elementi di spinta. “Siamo alla chiusura di un anno non facile, sia per lo scenario politico internazionale, sia per la situazione socio-economica generale italiana” ha sintetizzato Mario Resca, presidente di Confimprese, aprendo i lavori del recente summit Retail Real Estate, arrivato alla sua 12esima edizione.

“A livello di previsioni, i consumi delle famiglie appaiono in diminuzione anche nei prossimi anni. E nel contesto europeo, il nostro tasso di crescita, intorno all’1% previsto per il 2025, è in effetti inferiore alla media” ha ammesso Francesco Montuolo, vice presidente di Confimprese. “I prezzi saliranno anche nel 2025, pur con un tasso d’inflazione più blando rispetto al passato,

grazia al raffreddamento dei costi energetici” ha aggiunto Montuolo. Rispetto ai canali di vendita, dai centri commerciali provengono però note tutto sommato positive.

I centri commerciali

ripartono: 27 operazioni in arrivo

Tra novità assolute (15) e rinnovamenti, ci saranno 27 aperture entro il 2027 tra i centri commerciali italiani. Lo afferma l’Osservatorio realizzato ad hoc da Reno Your Retail Partners, presentato in occasione del summit. Il settore è composto da 1.346 strutture tra centri commerciali (997), parchi commerciali (319) e factory outlet (30). Sensibilmente diversi gli andamenti a livello di crescita. I centri commerciali mostra-

no un CAGR dello 0,9% negli ultimi 5 anni (2019-2024), mentre parchi commerciali e travel sono i canali ad oggi maggiormente in sviluppo con un trend del +10,1%, in leggero calo i factory outlet center (-0,6%). Rispetto ai nuovi progetti, Maximall Pompeii (foto rendering) e Chorus Life sono le novità più imminenti. Il prossimo anno arriverà il Walther Park di Bolzano e via via altri, come mostra la tabella pubblicata. Tutti i nuovi progetti “escono” con rating alti, dalla doppia A alla tripla B. Eppure, come segnala lo studio, sullo stock generale del settore italiano dominano ancora i rating bassi. Tra i 997 centri commerciali, a fronte di 74 strutture che hanno un rating A, AA o AAA, ce ne sono ben 629 con rating B o C. “Il mercato sta attraversando una fase di profonda trasformazione” commenta Gian

Enrico Buso, managing partner di Reno Your Retail Partners. “Le catene retail stanno innovando attraverso strategie multiple: nuove aperture, rilocazioni strategiche e un nuovo mix di mercati e brand, mentre i centri commerciali evolvono da pure destinazioni shopping a veri hub territoriali multifunzionali. La chiave del successo sta nella capacità di anticipare e soddisfare le nuove esigenze dei consumatori”.

Quanto all’analisi dei flussi commerciali dei visitatori, condotta su un campione di 160 centri commerciali con l’ausilio dei dati di geodata intelligence PlaceSense, emerge una crescita del 4,8% rispetto allo scorso anno per un cumulato del +20,5% rispetto al 2021. Nei mall l’evoluzione dei pattern di visita conferma e rafforza i trend emersi l’anno scorso: cresce il traffico nei giorni feriali e si riduce leggermente nel weekend, crescono le fasce mattutine a discapito di quelle serali.

L’evoluzione del mercato nell’ultimo anno vede un rafforzamento delle grandi strutture. Guardando al tasso di Vacancy, i centri AAA sono intorno al 3%, cioè sostanziale piena occupazione. Quelli compresi fra le classi A e BBB migliorano leggermente sul 2023, ma non recuperano sul Pre-covid. Quelli in classe BB passano da 12,2% a 13,3% di vacancy.

Tavola rotonda: lo stato dell’arte del travel retail

Fra aeroporti e stazioni, con il crescere dei flussi turistici, il peso del canale travel nei fatturati dei brand assume un ruolo sempre più importanti. Di contro, però, l’aeroporto e la stazione, uno distante, l’altra incastonata nella città, presentano punti di contatto, ma soprattutto differenze

nel tipo di utente e nel modo di fruizione. Anche per questo, si stanno sviluppando servizi nuovi. Uno su tutti: la gestione del bagaglio. Senza dubbio un ostacolo per lo shopping e per il consumo in generale. “Proprio per questo, lavoriamo a servizi nuovi che permettano al viaggiatore di liberarsi della valigia il prima possibile, durante il suo spostamento. Le nostre nuove proposte riguarderanno il collegamento aeroporto-stazione, ma anche quello stazione-porto per i crocieristi, che viaggiano mediamente con bagaglio da 30 Kg. E poi stiamo riqualificando degli spazi, anche per favorire il click&collect” ha testimoniato Armando Borsetti, ceo di Kipoint, il canale di vendita indiretto del gruppo Poste Italiane.

E il retail? “Nel travel i negozi hanno caratteristiche ben definite” spiega Anna Maria Piero, amministratore di Camomilla Ita-

lia, presente oggi in sette grandi stazioni italiane e tre scali. “Gli store sono più piccoli e il tempo di acquisto è molto rapido. Quelli aeroportuali sono canali di vendita, ma racchiudono anche una forte funzione di brand awarness, mentre i negozi delle stazioni rivestono quasi una funzione “sociale”, per le donne che viaggiano”. Poi c’è il food. Un bel rompicapo, accontentare il cliente. “C’è il viaggiatore che ha poco tempo e quello che ne ha troppo” sintetizza Corrado Cagnola, Ceo di KFC in Italia. “Quindi il servizio deve essere fast per tutti. E su questo, i kiosk di prenotazione danno una grande mano. Allo stesso tempo, ci vuole spazio e posto a sedere, per chi deve trascorrere una o due ore di attesa”. Un brand internazionale ha il vantaggio indubbio di avere una riconoscibilità che fa presa anche sul turista internazionale. E anche il pollo è un prodotto universalmente trasversale. “Però resta fondamentale la location, più ancora che in città. Nel travel il cliente non ha tempo di cercarti, deve trovarti agevolmente lungo il percorso” aggiunge Cagnola, che non maschera una punta critica rispetto al tema dei canoni d’affitto: “Ritengo che spesso oggi non ci sia bilanciamento tra landlord e tenant, dove il primo sovente guadagna più del secondo, mentre i nostri margini negli anni si sono contratti”. Anche le grandi librerie non rinunciano a una presenza nel travel. Pur in presenze di numeri di lettori magri, tra la popolazione italiana. Come si comportano i viaggiatori?

“In aeroporto il cliente privilegiato è donna, attratto dalla narrativa, spesso in lingua originale e vanno bene i libri per bambini. Come età, siamo su fasce adulte. Gli adolescenti entrano poco” suggerisce Bar-

bara Nardi, direttrice del polo retail di Feltrinelli. Anche in questo caso, stazioni e aeroporti sono diversi. In quest’ultimo caso, è fondamentale il visual merchandising per catturare al volo l’attenzione. “Nelle stazioni, invece, vendiamo quasi di più ai residenti che ai viaggiatori. Ecco perché queste in queste librerie ospitiamo eventi, mettiamo a disposizioni sedie, poltrone e aree co working”.

CNCC-Confimprese: il rapporto tenant/landlord riparte dall’accordo sui dati

Durante il summit, il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Confimprese hanno presentato le linee guida e le best practice comuni per la gestione dei centri commerciali. Le linee guida non andranno a regolare i rapporti tra le parti rispetto ai contratti, che continueranno a essere discussi in maniera individuale, ma forniscono indicazioni condivise sulla gestione quotidiana dei centri commerciali (dall’istituzione e gestione di assemblee e consigli direttivi all’implementazione di normative sulla sicurezza, dalla manutenzione degli impianti alla selezione dei fornitori e al marketing). Un punto nevralgico riguarda la condivisione dei dati a fini statistici, in cui ai tenant è richiesto di condividere dati relativi agli acquisti che generano traffico in negozio e quindi anche quelli ordinati online

Il Maximall di Pompei è una delle principali aperture del 2024

e ritirati in negozio per dare una visione globale della catchment area, mentre ai landlord si richiede di condividere dati relativi agli andamenti dei flussi e dei fatturati sia a eventi e attività che a eventi e attività di marketing in previsione. “È importante instaurare un dialogo continuativo tra landlord e tenant. Ad esempio, ai landlord è richiesta maggiore comunica -

zione mentre dai tenant ci si aspetta più partecipazione ai momenti comuni della vita del centro, come le assemblee” ha commentato Roberto Zoia, presidente di CNCC. “Si apre una fase di maggiore collaborazione tra retailer e proprietà immobiliari per il buon funzionamento dei centri commerciali e di trasparenza nella condivisione delle informazioni” secondo Mario Resca, presidente di Confimprese . Ha insistito sull’importanza dell’accordo anche Mirko Baldini, Ceo di Cbre Italy. Oltre alla condivisione dei dati, ci vuole una collaborazione più allargata tra tenant e landlord, che includa anche una certa flessibilità contrttuale e la gestione del personale, ha puntualizzato Stefania Criveller, direttore generale di Cigierre. Ci vuole uno sforzo a livello di marketing relazionale con il territorio, secondo Luca Verpelli, Ceo di Odos Group.

Da sinistra, Roberto Zoia, presidente CNCC, con Mario Resca, presidente Confimprese

A Seul il fast food 100% automatico è già realtà

La catena Lotteria, che in Corea del Sud è più diffusa di McDOnald’s, ha davvero inventato il punto vendita senza alcuna persona. Solo i clienti

Ci siamo abituati ai kiosk digitali di prenotazione, ai robottini nei corridoi e ai distributori self per le bevande. Ma a migliaia di chilometri da noi, ci sono fast food al 100% automatici, privi di qualsiasi interazione umana. Che sia questa la soluzione per la carenza di personale? Per adesso, lasciamola come battuta. Intanto, vediamo quel che la tecnologia permette.

Siamo in Corea del Sud. Lotteria, brand nato nel 1979, appartiene a Lotte Grs, a sua volta inglobato nella holding miliardaria Lotte, i cui interessi spaziano dalla chimica alla ristorazione. Un marchio con oltre mille punti vendita, più altri 500 in altri Paesi asiatici, pronto nel 2025 ad entrare anche a Singapore, grazie a un accordo con il master franchisee Katrina Group. Da qualche anno, a Seul, il brand ha svi-

luppato un format particolare chiamato L7, completamente automatico. In questo fast food, l’ordinazione si fa al kiosk digitale. Quando compare il proprio numero, si ritira l’ordine da uno sportello a muro, scansionando il bar code. Un po’ come avviene quando ritiriamo un pacco di Amazon al locker: si clicca e si apre lo sportello. Dentro si trova il vassoio, con tutto quanto richiesto, assemblato e cucinato nelle retrovie da macchine. Accanto, ci sono distributori di bevande, di salse, e l’immancabile sanitizer per le mani (che non è il bagno). Zero contatti, zero personale. Una pacchia, per chi ama far veloce. Una tristezza, per chi preferisce l’interazione. Di sicuro un risparmio di costi per la catena. Un modello replicabile? Da vedere. Intanto, in California, hanno inventato una via di

mezzo. A Pasadena, il fast food Caliexpress cucina hamburger e patatine solo con l’utilizzo di un robot, niente persone in cucina. Un addetto, però, si incarica di sistemare il vassoio e porgerlo al cliente.

Manca in classifica il classico hamburger di manzo. Perché anche gli americani, quando ordinano da casa, vanno sull’insolito, quasi esotico.

Più patatine fritte, mozzarella e pizza. Sembra un po’ parlare europeo l’evoluzione del gusto negli Usa, stando agli ultimi dieci anni di ordini delivery su Doordash (oltre 600 mln). Notato niente?

Retail building management, professionisti a confronto

Successo di partecipazione e tante aziende presenti durante l’edizione 2024 di RBM, l’evento organizzato da Spazio Progetto

Solo dalla visione comune fra studi di progettazione, società di gestione e proprietà possono nascere i migliori esempi di spazi retail. È stato questo il senso di R BM-Retail Building Management 2024 , l’appuntamento annuale organizzato da Spazio Progetto (con retail&food come media partner), che chiama a raccolta i migliori professionisti del settore, in una serie di incontri fra brand, centri commerciali, figure tecniche e altri stakeholder del building management.

Le case history

Sono stati numerosi gli spunti di confronto durante le tavole rotonde che hanno caratterizzato l’evento. Tra gli esempi che sono stati approfonditi, c’è stata la testimonianza di Costa Group , incaricata da Oscar Farinetti di ripensare il nuovo Fico di Bologna, ridisegnato sull’idea dei portici e dei ponti che caratterizzano tante città italiane. E che ora si pone come un luogo di divertimenti, non uno shopping center del cibo, che rientra nel filone del “lusso popolare”.

Leonardo Cavalli, Founder and Managing Partner di One Works, ha invece riper-

corso le tappe di ideazione e creazione di City Life Shopping District a Milano. “Un progetto che esprime bene il trend di oggi, dove il commercio riveste una parte ancillare, rispetto alla riqualificazione complessiva di un’ampia porzione di una città”. L’architetta Mouna Ghedamsi di Lombardini22 ha raccontato il restyling, proteso verso l’esterno, dell’outlet center Brennero, a cavallo del confine con l’Austria. Mentre Davide Natale (Head of AS Technical Department and PDS Shopping Center Projects di Cushman & Wakefield ) ha presentato il rifacimento del centro commerciale Carrefour di Limbiate, dove il restyling ha preso il nome di “The rainfo -

rest”, caratterizzato da tanti elementi verdi e naturali, anche in chiave di sostenibilità ambientale. Si è parlato anche di estero, con Yolanda Velasco (studio Mygg ) che ha risposto alla suggestiva domanda: come migliorare uno shopping center già in salute? È quello che è successo a Sant Cugat, fuori Barcellona.

E poi, tra le aziende che hanno partecipato ai vari panel (su sicurezza, retail-concept, real estate) vanno annoverate Contè, Sacchi Design, Tim Retail, Axa Reim, Savills, Cocuzza, Scarpe&Scarpe, Mussapi, Electrolux, studio Mussapi, Lindt, Ellisse, Cigierre.

Con Adcc sale sul palco (finalmente) l’approccio femminile alla gestione

Niente appelli alle quote rosa, ma un ragionamento su stili di lavoro che mettano al primo posto le persone. Di questo si è discusso in un evento sull’approccio “umano centrico” organizzato dall’associazione dei direttori dei centri

Nel mondo dei centri commerciali ci sono ancora poche donne. Non è tanto una questione di quote rosa. Quanto di approccio alla gestione, di valorizzazione delle persone, dell’uso di una leadership gentile. Partendo da questi presupposti Adcc (associazione direttori centri commerciali) ha organizzato il convegno dal titolo Gestione Centri Commerciali: Approccio Umano-Centrico. “Un momento storico per il settore, con leader straordinarie che hanno presentato visioni innovative e approcci orientati al valore umano nella gestione dei centri commerciali” ha commentato Gaetano Graziano, presidente dell’associazione.

Tante, infatti, sono le voci che si sono alternate durante le tavole rotonde, moderate

dal direttore di retail&food Andrea Aiello, in collaborazione con Sonia Coppolaro, Business Development Manager di Yawcom Media Builders.

Rispondere

ai bisogni delle persone

“Credo nella forza dell’applicazione di una leadership gentile, che non manca di assertività senza essere autoritaria, atta a coinvolgere tutti i professionisti impegnati in un progetto complesso quale è quello del management di un sito, per la generazione di un suo maggiore valore” ha spiegato Serena Vatalaro, Asset manager di Nhood Services Italy. In casa Nhood, Marcella Turco dirige uno degli asset più importanti, entrati

da poco in portafoglio, ossia lo Urban distrisct di Torino To Dream: “Luogo di una profonda rigenerazione urbana, in un’area storica della città (ex Michelin) in cui abbiamo portato un nuovo spazio di servizi, socialità, cultura e shopping. Abbiamo creato spazio per i nuovi uffici della Michelin, che proprio in questo asset hanno riaperto la loro sede”.

“Gestire un asset da donna, per me, ha come parola chiave il coraggio: il coraggio di non demordere quando riconosciamo i nostri errori e di riconoscere, in ogni pezzetto del nostro quotidiano, una scintilla di successo” ha aggiunto. Da un asset all’altro, il Bicocca Village vede impegnata Verdiana Scarpini di Svicom: “Gestire uno shopping place come Bicocca Village significa anda-

re oltre la gestione degli spazi fisici. Si tratta di creare esperienze e offrire servizi e contenuti che rispondano ai bisogni reali delle persone” ha commentato. Mentre, sempre da Svicom, la Client Service Director Iolanda Nicastro ha accennato ai percorsi interni: “Un approccio human-centered sia essenziale per costruire relazioni autentiche e garantire la crescita continua delle nostre persone. Valorizzare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso, garantire equità nei percorsi di formazione e di carriera”.

Questione di business responsabile

All’interno di Cbre Italy, la diveristà e l’inclusione sono tutelate attraverso una strategia interna che si basa su quattro pilastri (HERpowerment, iGeneration, Proud Network e Genitorialità), ha spiegato Elisa Gibertini, Head of Shopping Center Managers. Un approccio umano centrico che si ritrova anche nelle attività interne ai centri commerciali e nel coinvolgimento dei dipendenti. “Sono determinanti le attività di Responsbile business, anche per generare un impatto sociale sul territorio” secondo Chiara Malaguti, Head of Property Management Marketing di CBRE Italy.

Un’altra ottima case history è quella del Porte di Mestre, in cui Cushman & Wakefield ha dato corso a un’importante opera di restyling. Lo ha spiegato Angelica Romeri, Associate, Technical Property Manager presso Cushman & Wakefield, evidenziando il focus dell’operazione posto sull’aspetto umano e sull’interazione con tutti gli stkeholder. In casa Savills, invece, la necessità di operare sempre più in strretta collaborazione con i tenant ha dato vita alla creazione di una

La percentuale di donne nei centri commerciali (1/2)

La presenza delle donne nei centri commerciali è maggioritaria per quanto riguarda lo staff delle pulizie (73%), l’amministrazione (71%) e nel settore marketing e comunicazione (64%).

Nello staff di Direzione la presenza media di lavoratrici donne è pari al 41% del totale dei lavoratori.

Minoritaria, invece, la quota di donne presenti nella parte IT e nella sicurezza e manutenzione

nuova figura, il Retail Manager, in alcuni dei centri gestiti per conto di Eurocommercial. Una figura che non sminuisce il direttore, ma lavora di concerto, come spiegato da Raffaella Colacicco, Head of Retail Property Management di Savills. Detto in una parola: empatia è la chiave. Lavorare, anche dal punto di vista umano, sulle relazioni con il territorio e con le istituzioni, è stato il concetto di fondo espresso da Ketty Mercurio, Shopping center manager presso Cushaman & Wakefield. Anche Ethos è impegnata a trovare strategie innovative per una gestione dei centri commerciali sempre più attenta alle esigenze dei clienti. Ne ha parlato la Shopping center manager Alessandra Torretta.

Osservatorio terzo trimestre: sale la fiducia

Il 33% dei direttori dei centri commerciali, nel periodo luglio-settembre, ha osservato una moderata crescita delle presenze e il 44% stabilità, mentre rispetto al fatturato il 18% registra crescita, il 30% un aumento soltanto moderato e il 40% stabilità. Emergono quindi note positive dall’Osservatorio sul sentiment dei direttori dei centri, elaborato da Noto Sondaggi in collaborazione con Adcc. Un’edizione che questa volta ha prodotto un focus sulla presenza femminile nel settore. La presenza delle donne nei centri commerciali è maggioritaria per quanto riguarda lo staff delle pulizie (73%), l’amministrazione (71%) e nel settore marketing e comunicazione (64%). Nello staff di Direzione la presenza media di lavoratrici è pari al 41% sul totale. A livello di tenant, tra negozi e punti ristoro, la presenza media delle donne è nutrita, intorno al 77%, mentre scende al 66% nelle società di gestione (questa era una risposta spontaneo, non verificata). Il 61% dei direttori dei centri ritiene che siano da migliorare o implementare i servizi per le donne/mamme: fasciatoi, aree giochi e parcheggi rosa sono piuttosto diffusi, mentre postazioni relax per donne incinta sono ancora rari e andrebbero diffusi molto di più quelli relativi a servizio di baby-sitting o baby-park.

Gdo: i volti e i fatti

più importanti del 2024

Tra manager in ascesa, nuovi modelli di impresa e negozi autonomi, ecco i temi principali dell’anno della grande distribuzione. Dove, finalmente, assumono un ruolo sempre più importante le donne

di Mario Sassi senior advisor e blogger

Nel corso degli ultimi 12 mesi, nessuno dei protagonisti della GDO nostrana si è lamentato più di tanto. Quindi, significa che anche il 2024 è andato meglio del previsto. L’inflazione ha colpito i consumatori e, in parte, si è riflessa sui margini delle insegne. Eppure, i target di volumi e fatturati sono stati raggiunti da quasi tutti i protagonisti. Continua la crisi delle grandi superfici e si affacciano sempre più category killer che lavorano ai fianchi la GDO tradizionale nel petcare, nel toyware, nel kitchenware, nel tessile e, ultimo ma tra i primi per la sua penetrazione, il chimico per la casa.

Il profilo classico del retailer tuttologo costruito nel secolo scorso sta cambiando. Prosegue l’avanzata dei discount che, ostinatamente, qualcuno continua a considerare figli di un dio minore. C’è in atto una metamorfosi nel modo di fare la spesa. In termini di luoghi, tempi e consumi. Agli esperti il compito di leggere numeri e bilanci. Servirebbero analisi approfondite per capire se la mancata reazione dei retailer tradizionali a questi cambiamenti strutturali sia dovuta ad una crisi di idee o alla fine di un ciclo storico. In queste pagine, osserviamo progetti e persone che più ci hanno colpito durante il 2024. Non necessariamente ciò che è stato più importante in assoluto. Da appassionato di gestione delle risorse umane cerco talenti più giovani. Imprenditori che hanno passato il testimone con successo e manager di cui, forse, sentiremo parlare più avanti. Tocca quindi agli under 50 e, cosa importante, tra loro cominciano a imporsi sempre più manager donne.

Pippo Cannillo, presidente e amministratore delegato di Maiora-Despar Centro Sud

Giangiacomo Ibba, amministratore delegato di Crai

Giovanni Arena, a.d. gruppo Arena e presidente di Vegè

Tre nomi su tutti. Pippo Cannillo, Giangiacomo Ibba e Giovanni Arena . Tre personalità differenti, due isolani e un pugliese di Corato con la stessa voglia di crescere. Posizionati in tre centrali di acquisto differenti (Cannillo in Despar , Ibba in Crai e Arena in VéGé ) se giocassero nella stessa squadra e con gli stessi obiettivi, insieme, farebbero scintille. Ciascuno di loro, a suo modo, rappresenta un tassello importante del futuro del retail nel Sud e nel Paese. La nuova generazione di imprenditori che ha cominciato presto a lavorare in azienda e parlare un linguaggio differente dagli altri. C’è quindi un Sud senza complessi di inferiorità, protagonista del proprio destino e con una visione del futuro. Quello che hanno costruito fino ad oggi è, in larga parte, merito loro. Ciascuno dei tre potrebbe calamitare altre imprese regionali o sub regionali. Dotati della cosiddetta “garra” che nel linguaggio calcistico sportivo significa: grinta e spirito combattivo. Facile prevederne il successo.

costruendo il suo modello organizzativo proprio sul franchising. Per ora già tre ipermercati e 900 tra Express e Market sono gestiti da affiliati. Un modello complesso fatto da imprenditori, rapporti di fornitura, gestione economica, formazione, cultura aziendale. A Milano uno di questi imprenditori, Giovanni Dessena, ha deciso di assumere Adam Gaye, un senegalese di 52 anni che faceva il venditore ambulante nella via del punto vendita sollecitato anche dai clienti. Che lo abbia fatto un franchisee ascoltando i clienti non fermandosi davanti né ai pregiudizi né all’età della persona né al cliché del franchisee “sfruttatore” non è solo la dimostrazione di una sintonia con Carrefour e la sua cultura di integrazione ma è un bel segnale a tutta la GDO che è restia a prendere atto dei cambiamenti del mercato del lavoro.

Cominciamo con uno sguardo al Sud: tre imprenditori per il futuro del retail. Se togliamo Conad, Eurospin e le multinazionali, il Nord ha già dato il suo meglio, in termini di imprenditorialità GDO. Con Esselunga “imballata” alla ricerca di una nuova identità impossibile, Finiper che sta riprogettando con impegno il suo futuro e i veneti prigionieri del loro modello troppo locale per essere esportato, resterebbero solo PAM per la dimensione nazionale e Agorà network per le importanti realtà locali che vi convivono a rappresentare qualcosa di nuovo. Realtà importanti ma non abbastanza da immaginarle alla testa del futuro del retail italiano. Al Nord i passaggi generazionali non stanno producendo nuovi leader riconosciuti. Dovessi scommettere su chi guiderà dal Sud il turnaround definitivo rispetto alla leadership delle tradizionali insegne del Nord non avrei dubbi.

I TRE FATTI PIÙ INTERESSANTI IN ITALIA

Carrefour e il franchising

I franchisee non godono ovunque di buona stampa. Carrefour , al contrario, sta

A Trento Dao , la più piccola delle cooperative Conad ha aperto a maggio il secondo “autonomous store” . Confermo: l’impressione è stata ottima. Un negozio di vicinato di poco più di 200 metri quadri in piazza Santa Maria Maggiore, una piazza molto bella sottratta al degrado. Nel negozio si può pagare con l’apposita app, oppure con carta o bancomat. Il personale c’è. La tecnologia, come è evidente, non svuota il negozio dagli addetti. Il lavoro di queste persone è prestare attenzione ai clienti, non passare ore a scansionare prodotti seduti alla cassa. Interessante anche la bilancia per l’ortofrutta. Un avanzamento tecnologico esportabile anche nei supermercati tradizionali. Un passo in avanti verso la semplificazione della spesa quotidiana.

Gli “autonomous store” di Dao

Lo store a consumo zero di Lidl

A Villafranca di Verona, Lidl ha realizzato il nuovo store a consumo di suolo zero riqualificando un’area dismessa. L’edificio rientra in classe energetica A4, è dotato di ampie vetrate per favorire la luminosità naturale e dispone di un impianto fotovoltaico da 575.000 kWh/anno - corrispondenti al consumo di oltre 230 abitazioni. la struttura portante è costruita in legno proveniente da foreste gestite

in modo sostenibile e certificate PEFC. Il punto vendita dispone di un sistema di recupero dell’acqua piovana per uso irriguo che impiega cisterne sotterranee di raccolta. Tali cisterne alimentano il sistema di irrigazione dell’area verde consentendo una riduzione del 65% del prelievo da rete idrica. Per garantire la freschezza dell’assortimento necessaria ad un supermercato, il PDV è dotato di banchi frigo che impiegano la CO2 come refrigerante naturale. Il negozio offre un ampio assortimento e un’esperienza di acquisto semplice. L’ideazione e la realizzazione di questo punto vendita rappresenta qualcosa di unico per Lidl in Italia e per l’intero gruppo tedesco.

LE MIGLIORI DIREZIONI RISORSE UMANE

Come nel 2023, anche quest’anno le due migliori risorse umane in ambito GDO si confermano Carrefour e Lidl. Carrefour si distingue per un risultato positivo perché la fase di riorganizzazione che coinvolge l’azienda non lascia molto spazio a forti investimenti economici sulle risorse umane. Quindi i comportamenti agiti risaltano ancora di più.

Come la Certificazione per la Parità di Genere da Bureau Veritas che conferma l’impegno per l’uguaglianza di genere e la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo. Divenuta società Benefit nel 2023, Carrefour Italia ha implementato politiche efficaci per promuovere pari opportunità e politiche a sostegno dei neogenitori, che comprendono un congedo doppiamente retribuito rispetto alla legge per il secondo genitore, supporto psicologico dedicato e integrazione economica dell’indennità di congedo parentale per tre mesi. Altra caratteristica è il rispetto della parità di genere nei processi di selezione, assunzione e gestione delle Risorse Umane. Inoltre, Carrefour Italia ha istituito un Comitato guida per la Parità di genere, responsabile di fissare obiettivi, definire azioni per colmare i gap e revisionare periodicamente i risultati ottenuti.

Per Lidl Italia , catena di supermercati con oltre 730 punti vendita su tutto il territorio nazionale, la creazione di un ambiente di lavoro positivo orientato al benessere degli oltre 21.000 collaboratori e l’adozione di solide politiche di welfare rappresentano un fattore distintivo. A dirlo è il Top Employers Institute,

LE TRE MANAGER ITALIANE PIÙ CONVINCENTI:

Alessandra Grendele Merchandise, marketing and e-commerce Director Carrefour

Una delle top manager più giovani in circolazione con importanti margini di crescita. In tutti i progetti ai quali si è dedicata ha ottenuto i risultati attesi. Viene dal mondo bancario dove si è costruita una solida esperienza professionale nell’IT. In Carrefour dal 2019 ha via via allargato le sue competenze in forza dell’evoluzione dell’azienda che punta a diventare (non solo in Italia) una Digital Retail Company e che quindi pone il digitale e i dati al centro del modello di creazione di valore. A dicembre 2020 è entrata a far parte del Comitato Esecutivo con la più ampia responsabilità di Direttrice IT e Trasformazione Digitale e ad ottobre 2022 è stata nominata Direttrice E-Commerce, Marketing, Dati e Trasformazione Digitale. Aggiungo che sempre più vedremo nella GDO che conta, CEO provenienti dal mondo della logistica e dal digitale così come, nella seconda metà del novecento, e fino ai giorni nostri, la provenienza commerciale in senso lato è sempre stato un plus indiscutibile.

Rosanna Ungaro Neo-Direttore generale di Drug Italia

Comincia la sua carriera in Rewe dove l’ho conosciuta e apprezzata. Un altro talento per il quale non era difficile prevederne il successo professionale. Grinta e determinazione le sue caratteristiche principali. Dopo quattordici anni trascorsi in Rewe Italia , dove ha ricoperto diversi ruoli fino ad assumere la Direzione Marketing, nel 2016 approda in Nielsen come New Business Leader e Global Business Partner per importanti clienti poi passa a Risparmio casa e a Banco Fresco per ritornare infine come Direttore Commerciale a Risparmio Casa. Nel nuovo ruolo, Ungaro ha la responsabilità dei team dedicati alla comunicazione, al category management, al brand, al CRM e alla carta fedeltà, e si occuperà di proseguire il percorso di trasformazione digitale che punta a unire sempre più i canali fisico e digitale. Altro profilo che può puntare in alto.

Alessia Bonifazi Responsabile Comunicazione & CSR LIDL

Ho conosciuto Alessia fin dai suoi primi passi dopo la laurea. Ha iniziato la sua carriera proprio nel Gruppo REWE, dove ha maturato una esperienza decennale, ricoprendo differenti ruoli in Italia e all’estero nell’ambito del Project & Process Management. Oggi ha di fronte altre sfide ma l’impegno e la passione che mette in tutto ciò che fa sono rimasti gli stessi. Nel 2015 entra in Lidl Italia nella Direzione HR, come responsabile della Comunicazione Interna e di tutti i progetti dedicati al welfare e al miglioramento continuo del clima aziendale. Dal 2016 ricopre il ruolo di Responsabile della Direzione Comunicazione & CSR. Si occupa dello sviluppo e della tutela della reputazionale aziendale attraverso i suoi principali ambiti di responsabilità: la Comunicazione Interna, le Relazioni Istituzionali, la Comunicazione esterna e la CSR, considerata dall’Azienda un asset strategico di impresa. Lavorando a stretto rapporto con il CEO Massimiliano Silvestri fa il definitivo salto di qualità. Oggi è una delle migliori interpreti di una funzione sempre più strategica per le imprese.

LE TOP MANAGER DA TENERE D’OCCHIO NEL MONDO:

Christina Minardi Vicepresidente esecutivo per la crescita e lo sviluppo, Whole Foods Market e Amazon

È alla guida di tutto il settore immobiliare globale per Amazon, incluso Whole Foods Market. La sua carriera in azienda è iniziata a Millburn, NJ nel 1995, come responsabile dei punti vendita di Fresh Fields prima dell’acquisizione di Whole Foods Market. Minardi è entrata a far parte del Whole Foods Market Executive Team come Vicepresidente Esecutivo delle Operazioni nel 2018 e ha guidato con successo l’integrazione di Amazon, supportato la strategia immobiliare, guidato l’innovazione di prodotto, reinventato l’esperienza del cliente e fatto crescere le iniziative di e-commerce per Whole Foods Market. Il nuovo slancio di WFM e la sua riprogettazione in formati più piccoli e performanti conta sul suo impegno.

Bhardwaj

Guida le operazioni per Walmart Global Tech e la valorizzazione delle piattaforme tecnologiche, con l’obiettivo di creare un ecosistema di partner che consenta di incrementare la produttività, velocità e l’innovazione su larga scala. Inoltre, il suo team progetta, propone e implementa l’innovazione tecnologica, segue M&A e tecnologie emergenti per rafforzare ulteriormente i vantaggi competitivi di Walmart. Nel 2019 le è stato conferito il prestigioso premio “Sam’s Club Blue Coat” in riconoscimento della sua leadership e del suo contributo alla promozione delle vendite di eCommerce e dei ricavi derivanti dalle iscrizioni per Sam’s Club . Ha ricoperto una serie di ruoli nel corso della sua carriera presso Walmart, tra cui strategia, fusioni e acquisizioni e innovazioni di prodotto. Ha svolto un

ruolo fondamentale nel lancio di Walmart Commerce Technologies, un’azienda Software-as-a-Service (SaaS) incentrata sulla messa a disposizione di tutte le aziende delle tecnologie di Walmart, fornendo ai rivenditori e ai marchi gli strumenti per crescere in un mondo digitale.

Elodie Perthuisot

Direttore Esecutivo di Carrefour

Spagna, membro del Comitato

Esecutivo del Gruppo

È entrata a far parte di Carrefour come Chief Marketing Officer nel 2018. Successivamente ha ricoperto la carica di Direttore esecutivo e-commerce e marketing prima di essere nominata nel 2020 Direttore esecutivo e-commerce e E-Commerce Supply Chain per la Francia. Nel marzo 2021 viene nominata Group Executive Director E-Commerce, Data and Digital Transformation. In precedenza, Perthuisot è stata Direttrice commerciale presso Fnac e poi presso Fnac Darty per circa 6 anni.

L’iniziativa “fuori dagli schemi”: If It’s

Not Fresh, It’s Free

Loblaw Companies Limited, uno dei principali retailer del Canada, propone un rimborso riservato solo agli “insoddisfatti”. L’insegna non è nuova a idee che suscitano un certo interesse. Già nel 2016 aveva piazzato nel reparto ortofrutta cestini con banane e mele che i bambini potevano prendere e mangiare mentre erano nel negozio. Quest’ultima trovata, però, è fuori dagli schemi. In sostanza, se i clienti per una qualsiasi ragione non dovessero ritenersi soddisfatti della freschezza dei prodotti acquistati, potranno farseli sostituire e, in aggiunta, ottenere il rimborso sugli acquisti effettuati entro sette giorni. La “Fresh Promise” si applica a qualsiasi prodotto fresco acquistato presso le sedi Loblaw, Independent, Valu-mart e Zehrs, sia in negozio che online. Se i clienti restituiscono i prodotti, dovranno presentare solo la ricevuta di acquisto originale presso il negozio Loblaw da cui il prodotto ha avuto origine. Una garanzia gradita dai consumatori.

che certifica ogni anno i migliori datori di lavoro nel mondo. Lidl Italia si è, infatti, aggiudicata il titolo di “Top Employer Italia” per l’8° volta consecutiva a conferma del costante investimento a favore delle persone. Inoltre, nel 2024, il gruppo Lidl è stato nominato Top Employer in tutti i 31 paesi in cui l’Insegna è attiva ricevendo anche il sigillo di “Top Employer Europe”. Anche nel 2024 l’Azienda ha confermato il progetto “Lidl 2 your career” con cui l’insegna offre a ragazzi di tutta Italia l’opportunità di costruirsi un futuro professionale di successo. Un appuntamento fisso che coinvolge scuole distribuite in tutto il territorio con migliaia di candidature. Interessante Il programma “Lidl Per il Domani”. L’iniziativa di welfare aziendale, giunta alla 4a edizione che sostiene l’istruzione e lo sviluppo delle competenze dei figli dei collaboratori e degli studenti universitari assunti in azienda attraverso il finanziamento di più di 1.350 borse di studio e l’assegnazione di oltre 500 device.

E infine una menzione speciale alla pazienza di Mauro Lusetti per il suo lavoro di ricucitura tra le cooperative Conad che sembra essere in via di conclusione. Un “in bocca al lupo” particolare ad Apulia Distribuzione per il coraggio di lanciare una nuova insegna Rossotono al sud in un contesto molto competitivo con Michele Sgaramella giovanissimo neo direttore commerciale.

Focus Franchising

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titolare di SOFI

Brand food in Italia: storia di celebri in-successi

Nelle pagine di questa rubrica portiamo spesso di storie di sviluppo, di aperture, con note quindi prevalentemente positive. Ma il mercato non è fatto solo di tinte rosa. Perché tanti famosi brand stranieri, che hanno tentato di entrare in Italia, non hanno ottenuto il successo sperato.

Da un punto di vista di numeri, grandi all’estero, uno dei brand che ha fatto più notizia quando ha lasciato l’Italia è stato Wendy’s. Si tratta di una catena nata nel 1969 nel Midwest, a Columbus, in Ohio. (Nella cittadina accanto, Gahanna, nel 1963 era stata fondata Donatos Pizza). Chi ha qualche anno ricorderà che la catena era arrivata in Italia negli anni ‘80, senza però mai veramente decollare, tanto è vero che è poi stata acquistata dall’Italiana Burghy. Wendy’s, quotata a Wall Street, capitalizza oggi 4 miliardi di dollari con circa 7.000 punti vendita. Una curiosità: il simbolo della catena è una ragazzina con i capelli rossi e le trecce: si tratta di Wendy, la figlia del fondatore. Di dimensioni imponenti – ma che, allo stesso modo, in Italia non ha sfondato – è Dunkin’ Donuts, oggi nota semplicemente come Dunkin’. Arrivò in Italia nel 1999, ma dopo, qualche apertura a Roma chiuse i battenti. Con il passare degli anni Dunkin’ si è fusa con Baskin-Robbins, dando vita a Dunkin Brands. Ora questa società è parte di Inspire Brands. I due marchi di donuts messi insieme si trovano in oltre 20.000 location.

Storie di ice-cream. Aveva aperto alcuni locali Ben&Jerry, ma si è trattato di test isolati e non numerosi. Oggi il prodotto è ancora in vendita, ma non ci sono locali a marchio, ed è la stessa storia accaduta ad Haagen-Dazs e Dairy Queen, che all’estero vantano numeri importanti: oggi gli Haagen-Dazs al mondo sono quali mille, mentre sono 7.700 i Dairy Queen, aziende controllata dalla Berkshire Hathaway del leggendario Warren Buffet.Qualcuno forse ricorderà le aperture di Sbarro, catena fondata da emigranti campani che testò alcuni punti vendita a Milano grazie ad una collaborazione con AGIP. Sbarro allora era quotata al NASDAQ e contava oltre mille location. Ma la a risposta del pubblico italiano non fu entusiasta ed il test non durò a lungo.

Steak&Shake è una catena nata ben 90 anni fa ed oggi di proprietà dellì’investitore Sardar Biglari, attraverso Bjglari Holding, quotata a Wall Street. Gli Steak&Shake sono circa 500, con una interessante presenza in Francia. In Italia l’attività è cessata dopo 4 aperture. Una storia simile a quella di Fuddruckers, che oggi ha 200 location in Nord America. Nordsee, catena di oggi quasi 400 locali, buona parte dei quali in Germania, è stata presente per qualche anno al Vicolungo Outlet. Molto noto il caso di Domino’s Pizza, giunta in Italia nel 2015, che dopo qualche anno, raggiunta una trentina di location, ha chiuso dopo pochi anni. A fine 2023 i locali nel mondo erano 20.197 e la capitalizzazione di borsa mentre scriviamo è superiore ai 15 Mld US$.

Le aziende di cui abbiamo raccontato la storia italiana sono tutte con una presenza importante globalmente. Perché non hanno funzionato? Ci sono più fattori alla base. Il timing è importante. Forse alcune formule oggi risulterebbero amate dal

pubblico e forse sono arrivate fin troppo presto. È il caso di KFC. Qualche addetto ai lavori ricorderà un tentativo di approdo di KFC nel 1975. Non andò bene. Ma oggi KFC in Italia –ritornata nel 2014 - è una presenza ben consolidata, con oltre 100 locali. Certamente molto ha a che vedere col prodotto: vendere ice cream e pizza da noi significa confrontarsi con una tradizione antica. In alcuni casi potrebbero probabilmente esserci stati errori di gestione.

Ciò che questa volta volevamo sottolineare con queste storie (e proprio in queste pagine dove normalmente portiamo esempi di aperture e crescita) è che avere un brand forte in altre nazioni e fare sviluppo anche con Franchising – comparto che da anni registra importanti tassi di crescita – non sono automaticamente garanzie di buona riuscita. Perché arrida il successo occorre studiare il mercato in modo accurato, per capire se è ricettivo oppure no, e preparare l’organizzazione con la massima attenzione.

Calendario I prossimi appuntamenti di settore

L’unica fiera italiana dedicata alla marca commerciale, la grande vetrina dove si espongono i prodotti dell’eccellenza italiana a marca del distributore.

Bologna, 15-16 gennaio, Bologna Fiere - www.marcabybolognafiere.com/

SIGEP

Evento di riferimento e di ispirazione per l’intera community del Foodservice, attirando professionisti internazionali nei settori Gelato, Pastry&Chocolate, Coffee, Bakery e Pizza.

Rimini, 18-22 gennaio, Polo fieristico di Rimini – www.sigep.it

BEER & FOOD ATTRACTION

Evento che riunisce in un solo appuntamento la più completa offerta nazionale e internazionale di birre, bevande, food e tendenze per l’Out of Home.

Rimini, 16-18 febbraio, Polo fieristico di Rimini - www.beerandfoodattraction.it/

Evento del mercato del franchising

Parigi, 15-17 marzo, Parc d’Expo Porte de Versailles- www.franchiseparis.com

Evento dedicato alle soluzioni di marketing del retail.

Parigi 25-27 marzo, Parc d’Expo Porte de Versailles, www.shop-le-salon.fr

Il canto del marketing

cura di Beatrice Ramazzotti

Elena Tiziana Iori – Resp. Marketing e Comunicazione

DoggyeBag

C’è chi lo fa in auto, con la radio in sottofondo, chi sotto la doccia – è un classico – oppure su un palco, dall’altare di una chiesa, in completa solitudine o davanti a un pubblico. Cantare è un’azione intima e pubblica, aiuta a rilassarsi, a sfogarsi, a celebrare la gioia. Si può cantare per hobby o per lavoro, ma ogni volta che le corde vocali seguono una melodia si ripete una magia che accompagna l’essere umano fin dalla sua origine e lo accomuna ai suoi simili, nello spazio e nel tempo. E quella per il canto è la passione che accompagna da anni la vita di Elena Tiziana Iori, Responsabile Marketing e Comunicazione di DoggyeBag, azienda di Bagnolo Mella

(Brescia) ai vertici del settore Pet Food in quanto produttore di alimenti complementari per cani (snack, torte e biscotti realizzati con metodo artigianale). “Coltivo la passione per il canto dai tempi delle scuole superiori – racconta Elenain particolare musica sacra e Spiritual, da solista e in cori a cappella, per celebrazioni ed eventi di volontariato. Cantare è un’esperienza arricchente e educativa, sia dal punto di vista personale, che professionale. Mi ha aiutata a superare la timidezza, con fatica, ma col desiderio di donare qualcosa di bello, sapendo di essere in grado di farlo”. Già con queste parole, l’esperta di marketing - che prima di occuparsi di Pet Food era account pubblicitaria per poi entrare nel marketing della Indesit Company e, come Responsabile Comunicazio-

ne, a La Linea Verde DimmidiSì – fa venir voglia di intonare la nostra canzone preferita, e non importa il livello dell’esibizione perché tra lavoro e canto c’è una connessione che la manager sa spiegare benissimo. “L’esperienza del coro, soprattutto nel canto polifonico, è la palestra perfetta per imparare a lavorare in team. Si segue il maestro che decide dove mettere gli accenti, i piano e i forte, quando respirare e se cambiare tempo. Lo scopo si raggiunge insieme, fidandosi di chi ha la responsabilità della direzione. Soprani, contralti, tenori e bassi hanno fraseggi musicali diversi che insieme formano la melodia. E la tua voce, unica e particolare, svolge la sua funzione solo se in accordo con le altre, senza sovrastarle. Nel canto polifonico è corretto che ognuno si impegni al massimo delle proprie potenzialità, ma sempre ascoltando chi sta alla sua destra e chi alla sua sinistra, non seguendo la propria voce. Il risultato è corale come quello di una squadra”. Il parallelismo con le attività di marketing è chiaro, come le note scritte sul pentagramma. Il successo è garantito da un buon prodotto? “No, ovviamente – risponde Iori – il successo dipende anche dal contesto, dal target e da quando lo si intercetta. Ricordo con simpatia un’esperienza di esibizione deludente fatta insieme ad amici: eravamo pronti, i pezzi preparati, si apre il sipario, cantiamo - anche bene - ma quello che pensavamo fosse un pubblico pronto ad ascoltarci non lo ha fatto perché preso dal gustare una cena stellata! Eravamo noi fuori luogo con i nostri canti seri. Abbiamo fatto tesoro di quella serata alla luce dei concetti base del marketing: ci si è chiarito meglio chi siamo, quale scopo diamo al nostro prodotto e in quali contesti valorizzarlo”.

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News ESG

Corepla e Multi, collaborazione nei centri commerciali

Nei centri commerciali gestiti da Multi in Italia arriva Recopet, per promuovere la raccolta e il riciclo delle bottiglie in PET, contribuendo alla sostenibilità delle comunità locali. Si tratta in sostanza dell’installazione, all’esterno dei centri, di raccogliatori di materiale in plastica. Dopo l’installazione del primo ecocompattatore presso il centro commerciale Forum Palermo, la collaborazione tra Corepla e Multi porterà all’installazione degli ecocompattatori nei centri commerciali di Roma e Civitavecchia (GranRoma, Primavera e La Scaglia), procedendo poi alle installazioni nei centri commerciali di Marcon (Valecenter), Carpi (Il Borgogioioso), Brindisi (Colonne) e Siracusa (Belvedere). La collaborazione tra Corepla e Multi si concretizzerà inoltre, come successo già presso il centro commerciale Forum Palermo, in attività di sensibilizzazione sul riciclo rivolte ai più piccoli, alle famiglie e a tutta la comunità locale.

Pinalli premiata per la sostenibilità della filiera

Pinalli è la prima realtà italiana ad acquisire l’attestato “TIAKI Filiera”. Il riconoscimento viene rilasciato da TIAKI Logistics, la piattaforma di realtà virtuose che promuove lo sviluppo sostenibile dell’intera filiera in ottica ambientale, sociale e di governance, elaborata da EETRA srl SB (società di consulenza specializzata sulla gestione degli indicatori ESG) e promossa da Assologistica. L’attestato qualifica l’impegno dell’azienda nella promozione della trasparenza e della responsabilità sociale all’interno di ogni singola fase della filiera logistica. Si tratta di un traguardo significativo nell’ambito della sostenibilità aziendale e della gestione responsabile della supply chain e più in particolare testimonia l’attenzione di Pinalli verso una selezione di partner qualificati e impegnati nel raggiungimento di obiettivi condivisi di sviluppo sostenibile e conformità giuridico-amministrativa.

Vicolungo The Style Outlet facilita l’incontro domanda/offerta di lavoro

È partito IOLAVORO a Vicolungo, un progetto di collaborazione continuativa di Vicolungo The Style Outlets e Agenzia Piemonte Lavoro , l’ente strumentale di Regione Piemonte che coordina i Centri per l’impiego piemontesi. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Novara e dal Comune di Vicolungo, si pone come obiettivo quello di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro presso l’outlet. Proposto per la prima volta in un outlet in Italia, il servizio si svolge ogni giovedì dalle 10:00 alle 16:00, presso la Vico Lounge del centro, con un team di operatori specializzati del Centro per l’impiego di Novara a disposizione dei brand dell’outlet in cerca di personale e dei potenziali candidati interessati a lavorare presso i punti vendita del centro. In queste occasioni, le aziende potranno ricevere una consulenza ad hoc da parte degli esperti mentre le persone potranno conoscere le posizioni aperte.

Cbre e la campagna europea contro l’Alzheimer

Ha riscosso un notevole successo la campagna “Imagine Going Blank and...”, lanciata da CBRE in tutta Europa in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer. L’iniziativa, organizzata dal team European Property Management di CBRE, mirava a sensibilizzare il territorio su questa patologia neurodegenerativa cronica sempre più diffusa tra la popolazione. La campagna, durata una settimana con il coinvolgimento di 148 centri commerciali gestiti da CBRE e 38 suoi uffici in 15 Paesi, ha raggiunto 8,7 milioni di persone sia fisicamente che online, evidenziando il potere del coinvolgimento della comunità. Inoltre, il progetto ha promosso 58 collaborazioni con associazioni locali dedicate al sostegno delle persone affette da Alzheimer.

Iper promuove formazione e assunzione sui mestieri

Iper La grande i ha presentato il progetto Mestieri in Crescita, un percorso di formazione in aula e sul campo nella Gdo, ideato dall’insegna per trasmettere alle nuove generazioni le competenze nei principali mestieri della tradizione. Mestieri in Crescita mira a formare giovani, anche senza esperienza pregressa, in settori chiave dei reparti freschi tradizionali come macelleria, pasticceria, pescheria, panetteria, pizzeria, gastronomia, salumi e formaggi, ristorazione, cucina e somministrazione.bUn elemento distintivo del progetto è l’assunzione diretta con l’azienda sin dal primo giorno della formazione per offrire ai partecipanti l’opportunità concreta di entrare nel mondo del lavoro e ricevere da subito una retribuzione. Inoltre, al termine del percorso formativo, ai partecipanti potrà essere offerto un consolidamento della posizione lavorativa, una chance significativa per avviare una carriera stabile e duratura all’interno dell’azienda Iper La grande i.

Leroy Merlin accende la luce contro la violenza di genere

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Leroy Merlin Italia ha rafforzato il proprio impegno sociale e annuncia la collaborazione al fianco di Fondazione Libellula, impresa sociale impegnata nel contrasto della violenza di genere e nella diffusione della cultura del rispetto. Fino all’8 dicembre, per ogni lampadina della linea Lexman Natulight venduta, sia nei negozi Leroy Merlin Italia che online, sarà devoluto un euro alla fondazione, a supporto del progetto di cura “RinaSHEta”, un programma ideato per supportare le donne a rischio o vittime di violenza, o in condizioni di fragilità e vulnerabilità, nel percorso verso l’indipendenza economica. Le donne inserite nel progetto avranno accesso a percorsi di inserimento o ricollocamento nel mondo del lavoro, oltre ad essere coinvolte in iniziative di educazione finanziaria.

California Bakery, pausa dolce incolore

Abbiamo provato il punto vendita milanese con il format “Garden&Lounge” con un servizio risultato piuttosto lento e impreciso

Sabato 2 novembre abbiamo fatto un salto al punto vendita di California Bakery , in corso di Porta Ticinese 58 a Milano. È il locale che da qualche tempo ha preso il posto di un ristorante storico per la città, la vecchia Trattoria Toscana. Un format unico, Garden&Lounge, presentato un anno fa con tutti gli onori del caso. Uno spazio ampio, con vetrate e giardino, capace di ospitare eventi e piccole presentazioni, oltre alla ristorazione. Moderno e gradevole dal punto di vista estetico. Ma com’è stata l’esperienza?

Arriviamo in tre verso le 14.30, non per il pranzo, ma semplicemente per un dolce. Imbocchiamo il corridoio verso i tavoli, dove un’addetta (senza l’ombra di un sorriso) ci blocca: deve verificare ci sia posto. Aspettiamo molti minuti, quasi da indurci a rinunciare, poi finalmente “venite”, possiamo sederci. Che strano. Vista l’attesa, ci aspettavamo un pienone da matrimonio, invece ci saranno almeno altri tre tavoli liberi. Il resto dell’esperienza procede lenta e un po’ pasticciata. Ordiniamo un caffè

macchiato, un cappuccio e tre dolci. Dopo una buona attesa, arrivano i dolci, un caffè liscio e niente cappuccio. Bella l’idea del robottino che porta il vassoio, ma se poi l’ordine è errato, sembra solo una trovata. Rettificato l’ordine, riceviamo le bevande giuste. Con la cameriera che aggiunge: “Porto subito l’acqua”. Immaginiamo sia costume del brand fornire gratis la naturale. Invece, in cassa, scopriremo 3 euro di acqua nello scontrino, che non avevamo mai ordinato. Prima di andare via, chiediamo un sacchettino di carta per portare via un brownie avanzato. Ma anche qui, dopo alcuni minuti, ci stanchiamo e andiamo a pagare, avvolgendolo in fazzoletto di carta self-made.

Insomma, volevamo arricchire la passeggiata del sabato con una sosta dolce, possibilmente rapida. Siamo stati seduti dalle 14.30 alle 15.45 per tre dolcetti, con un servizio farraginoso. La qualità dei dolci è ottima, per carità. Questo aspetto è sempre rimasto. Ma l’esperienza non invita a tornare. Soprattutto immaginando quale sarebbe stata l’attesa arrivando per pranzo, nel pienone delle 13.

Il piano di rilancio resta a metà

Da marzo 2021, California Bakery è controllata da Cb Taste srl, società che fa capo al gruppo Orlean Invest Holding, dell’imprenditore ligure Gabriele Volpi. Al momento della presentazione del progetto, il piano di rilancio delineava l’obiettivo di 30 ristoranti a gestione diretta, più altrettanti in franchising. Ad oggi, il progetto affiliazione non appare neppure partito. Il brand conta su una ventina di punti vendita, per lo più in Lombardia, con Bologna, Genova, Lugano.

World Travel Retail

Avolta, nuovo contratto allo scalo di Shenzen

SHENZEN - Avolta si è aggiudicato un contratto per la gestione di spazi retail e ristorazione all’aeroporto internazionale Bao’an di Shenzen, che ha durata fino al 2030. Avolta svilupperà circa 1.000 metri quadrati ed è già stato deciso che, fra le attività, troveranno posto cinque punti vendita Hudson, differenziati secondo i vari marchi e funzioni (due Hudson Market, due Hudson Evolve e il primo Hudson Café in Cina). Accanto a questi ci saranno altre proposte food di marchi locali: Wolfgang Puck Kitchen + Bar e un Crystal Jade La Mian Xiao Long Bao. Quest’ultimo in particolare rappresenta una proposta di fascia alta, in collaborazione con Crystal Jade international catering group, che in Cina possiede anche dei ristoranti con stelle Michelin.

Chanel, in Corea del Sud il più grande negozio “Winter Tale”

INCHEON - Chanel ha attivato nella regione Asia Pacifico uno degli esempi più grandi al mondo di “Chanel Winter Tale”, uno spazio dove sono in vendita prodotti di bellezza del marchio del lusso, appositamente pensati per chi è inviaggio. Il negozio, 142 metri quadrati, offre un’esperienza originale ed è anche immaginato per ricreare l’atmosfera del Natale. Si trova nel duty free del Terminal 2, all’aeroporto di Incheon ed è frutto della collaborazione con Shinsegae Duty Free. L’attivazione dura fino al 26 dicembre.

Samsonite investe nelle aperture a Est

GIACARTA - Alcune recenti aperture nel canale travel testimoniano la strategia di espansione di Samsonite , con i suoi brand Samsonite, Samsonite Black Label e Samsonite RED. L’operazione più recente è il nuovo store a marchio Black Label all’aeroporto internazionale Soekarno-Hatta di Giacarta. Prima era arrivata quella dello scalo Changi di Singapore con il marchio RED. “Il canale travel rimane vitale per noi e stiamo procedendo con una strategia di aprire altri concept store nei principali aeroporti internazionali e regionali della regione” si legge in una nota della società”. In arivo anche Manila, nella Filippine, e Kuala Lumpur in Malesia.

Leone, accordo per la distribuzione nel travel in Asia

TORINO - Leone , il noto marchio piemontese di pastiglie, dolci e confetteria, ha stretto un accordo con Stevia Distribution per portare i propri prodotti nei canali travel dell’Asia-Pacifico. Questo accordo segue l’inizio di una strategia di penetrazione del mercato asiatico, che si è concretizzato anche con due recenti aperture in due importanti centri commerciali in Cina, a Shanghai e Hangzhou. In questo casa si trattava di store monomarca.

Sydney,

piano da 200 milioni di interventi

SYDNEY - L’aeroporto di Sydney ha annunciato un maxi piano di rinnovamento del Terminal 2, del valore di 200 milioni di dollari locali. Si tratta del maggior investimento degli ultimi 30 anni. Tra gli interventi, sarà migliorata la tecnologia di imbarco dei bagagli, che passeranno da una potenzialità di 1.500 bagagli gestiti all’ora, fino a 1.800. Verrà migliorato anche il processo di controllo sicurezza, con l’adozione di scanner di ultima generazione,che aumenteranno la velocità di imbarco. Previsto anche un rinnovamento degli spazi food e retail.

duty free world |

The latest commercial thinking from ACI ACI World, consigli per vendere di più in aerroporto

Global industry association Airports Council International (ACI) World has just published a new report featuring the latest ‘best practice’ in developing airport commercial revenue. It comes as a report from Kearney shows an alarming decline in spend per passenger due to a general indifference to the airport commercial offer; something all gateways needs to address urgently.

Called Airport Commercial Digital Transformation, the new ACI ‘how to’ guide offers airports and its concession partners insights designed to fasttrack digital strategies in retail and F&B while optimising passenger experiences.

According to the association, the commercial business at airports accounts for around 40% of total global airport revenue and helps finance crucial infrastructure upgrades. However, airports have not been making the most of a fast-evolving digital landscape because they are “constrained by legacy business models” that are preventing the delivery of a seamless experience, the publication said.

ACI World’s director general Justin Erbacci commented: “By leveraging digital technology and innovation, airports can unlock new partnerships and revenue models to really drive airport transformation, positioning themselves for long-term success in an increasingly competitive environment.”

Key to unlocking extra revenue will be digital infrastructure. This involves implementing robust high-speed connectivity throughout an airport, 5G and private wireless networks, cloud infrastructure, digital twins, asset lifecycle management, supply chain efficiency and sustainable practices to manage resources efficiently. It also encompasses the use of artificial intelligence (AI) to optimise all of the above.

The report suggests building closer cooperation with retailers by sharing content to attract more passengers into shops using promotional content on airport apps and mobile sites; collecting pointof-sale data to segment more efficiently; and tracking passenger activity through tokenisation (anonymous ID related to the payment method and boarding pass).

Among the contributors to the publication were airport commercial and digital experts, including key executives from airports/operators like Bahrain Airport Company, Bangalore International, Riga, London Heathrow, London Gatwick, and Lima Airport Partners, as well as key players such as Collinson and JCDecaux.

The new publication is one of several free reports from ACI designed to help airports strengthen their non-aeronautical revenue in areas from digital, retail, and F&B to concession agreements, ground access, leisure and hospitality.

L’associazione mondiale del settore Airports Council International (ACI) World ha appena pubblicato un nuovo rapporto che presenta le più recenti “best practice” per lo sviluppo delle entrate commerciali negli aeroporti. Il rapporto è stato redatto da Kearney e mostra un allarmante calo della spesa per passeggero, dovuto a una generale indifferenza nei confronti dell’offerta commerciale aeroportuale; un problema che tutti i gateway devono affrontare con urgenza. Denominata Airport Commercial Digital Transformation, la nuova guida ACI offre agli aeroporti e ai suoi partner in concessione spunti per accelerare le strategie digitali nei settori retail e F&B, ottimizzando al contempo l’esperienza dei passeggeri.

Secondo l’associazione, le attività commerciali degli aeroporti rappresentano circa il 40% delle entrate totali degli aeroporti a livello globale e contribuiscono a finanziare gli aggiornamenti cruciali delle infrastrutture. Tuttavia, gli aeroporti non stanno sfruttando al meglio un panorama digitale in rapida evoluzione perché sono “vincolati da modelli commerciali tradizionali” che impediscono di offrire un’esperienza senza soluzione di continuità, si legge nella pubblicazione.

Il direttore generale di ACI World, Justin Erbacci, ha commentato: “Sfruttando la tecnologia digitale e l’innovazione, gli aeroporti possono sbloccare nuove partnership e modelli di ricavi per guidare realmente la trasformazione degli aeroporti, posizionandosi per il successo a lungo termine in un ambiente sempre più competitivo”.

La chiave per sbloccare ulteriori entrate sarà l’infrastruttura digitale. Ciò comporta l’implementazione di una solida connettività ad alta velocità in tutto l’aeroporto, reti wireless private e 5G, infrastrutture cloud, gemelli digitali, gestione del ciclo di vita delle risorse, efficienza della catena di approvvigionamento e pratiche sostenibili per gestire le risorse in modo efficiente. Comprende anche l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) per ottimizzare tutto questo. Il rapporto suggerisce di instaurare una più stretta collaborazione con i rivenditori condividendo i contenuti per attirare un maggior numero di passeggeri nei negozi utilizzando contenuti promozionali sulle app aeroportuali e sui siti mobili, raccogliendo i dati dei punti vendita per segmentare in modo più efficiente e tracciando l’attività dei passeggeri attraverso la tokenizzazione (ID anonimo legato al metodo di pagamento e alla carta d’imbarco).

Alla pubblicazione hanno contribuito esperti di commercio e digitale aeroportuale, tra cui i principali dirigenti di aeroporti/operatori come Bahrain Airport Company, Bangalore International, Riga, London Heathrow, London Gatwick e Lima Airport Partners, oltre a importanti operatori come Collinson e JCDecaux.

La nuova pubblicazione è una delle numerose relazioni gratuite di ACI progettate per aiutare gli aeroporti a rafforzare le loro entrate non aeronautiche in aree che vanno dal digitale, al retail, al F&B, agli accordi di concessione, all’accesso a terra, al tempo libero e all’ospitalità.

News International

Blackstone compra la catena Jersey Mike’s Subs per 8 miliardi di dollari

Blackstone ha raggiunto un accordo per acquisire la maggioranza della catena americana Jersey Mike’s Subs per otto miliardi di dollari. La notizia, non smentita, arriva dal Wall Street Journal. E il valore dell’operazione comprende il debito. Oggi la catena Jersey Mike’s rappresenta un rete di almeno 3.000 punti vendita negli Stati Uniti e il gruppo aveva da poco raggiunto un accordo con un importante franchisee in Canada, per lo sviluppo di 300 ristoranti in dieci anni in quel Paese. Blackstone, che solitamente mette in pancia il mattone, più che le attività retail, nel solo 2024 ha già messo a segno altre due importanti operazioni in questo senso. Prima dei sandwich di Jersey Mike’s, infatti, aveva rilevato la catena Tropical Smoothie Cafe (circa 1.400 punti vendita negli Usa), per un controvalore stimato in circa 2 miliardi di dollari, e nella catena di caffetterie drive through 7 Brew Coffee.

Crisi Auchan in Francia, arrivano chiusure i tagli al personale

Arrivano decisioni drastiche in Francia per Auchan, dove il colosso affronta una crisi di vendite. Il management ha comunicato una riduzione del personale di circa 2.400 posti nel Paese, su circa 54mila totali, di cui 784 a livello di headquarter e un migliaio nei negozi. Inoltre dovrebbe iniziare una chiusura progressive di dieci punti vendita ormai non profittevoli e saranno chiusi anche tre magazzini che al momento servono soltanto l’eCommerce. Al loro posto, le spedizioni verso casa saranno gestite direttamente dai negozi. Si tratta di una ristrutturazione senza precedent per Auchan, ma considerata indispensabile da Guillaume Darrasse, al timone del comando da inizio anno.

H&M chiude il brand giovanile Monki

Il Gruppo H&M ha deciso di chiudere progressivamente gli store rimasti a marchio Monki (abbigliamento femminile per la fascia giovane), che verrà integrato nell’altro brand di gruppo Weekday, nel corso del 2025. L’integrazione riguarderà negozi fisici e on line. Monki attualmente ha circa 56 negozi in 15 mercati (Italia esclusa) e secondo i manager solo una parte limitate di questi store verrà ri-brandizzata con il marchio Weekday, ma per la maggior parte si ricorrerà alle chiusure. Dal canto suo, Weekday attualmente conta su 47 negozi in 14 mercati e vende on line già in 29 Paesi esteri. Sarà questo il marchio di punta per la fascia giovane.

Takko Fashion, dopo i conti record riparte lo sviluppo

Il marchio di abbigliamento discount tedesco Takko Fashion ha messo a segno un risultato record, nel primo semestre fiscale dell’anno, con vendite per 635 milioni di euro (+2%). Il margine operativo adjusted è balzato del 59% a 97 milioni e, sul fronte finanziario, Takko ha da poco rifinanziato il debito con le banche ed emesso un bond da 350 milioni. Stando al Ceo, Martino Pessina, ora che la parte finanziaria è più solida, si può riprendere ad accelerare sulle aperture e guardare a mercati non ancora toccati in Europa. Takko, presente anche in Italia, conta su una rete di circa 2mila negozi in 17 Paesi europei.

Starbucks cerca una soluzione per la Cina

La Cina per Starbucks è il secondo mercato mondiale, dopo quello domestico, ma ultimamente sta andando incontro a un calo di vendite, che si è protratto per tre trimestri fiscali consecutivi. “Dobbiamo capire quale sia la strada giusta per crescere in quel mercato” ha detto di recente al mercato il Ceo, Brian Niccol. Ufficialmente, la società ha dichiarato che sta valutando partnership strategiche, ma secondo alcune agenzie sarebbero già avanzati i colloqui per vendere una quota delle attività cinesi a soggetti locali di private equity, che avrebbero già manifestato interesse. A oggi sono circa 7.600 le caffetterie Starbucks in Cina, che però stanno subendo un generale indebolimento dei consumi e la concorrenza di marchi locali, come Luckin Coffee.

Centri commerciali, tanti investimenti in Serbia

C’è un mercato, l’Est Europa, dove i consumi hanno tanto spazio da recuperare rispetto ai mercati maturi. Uno degli esempi più vivaci è la Serbia. Sul fronte compravendite, Big Cee (controllata dall’israeliana BIG Shopping Centers) ha acquisito per 177 milioni di euro il Promenada Shopping Mall, tra le top destination retail del Paese, con circa 10 milioni di visitatori e tutti i principali marchi internazionali. Ma altre volte le operazioni, su una scala minore, sono condotte family office. Ne è un esempio la Serbia. Nella cittadina di Velika Plana, la famiglia Donic ha appena aperto il Riva Shopping Center, con tanti brand locali e alcuni internazionali, come la polacca SinSay o come Wurth.

New Travel Markets

a cura di Luca Esposito

luca.esposito@layline-consulting.it

China’s Golden Week: boom di viaggi ma consumi ancora deboli

I risultati della recente Golden Week in Cina hanno mostrato dati contrastanti circa lo stato di salute dell’economia e dei consumi cinesi.

La crescita economica della Cina è rallentata nel secondo trimestre del 2024 al 4,7% anno su anno, suscitando preoccupazioni sulla sua capacità di raggiungere l’obiettivo del 5%; le vendite al dettaglio hanno poi sottoperformato le aspettative degli analisti ad agosto, crescendo solo del 2,1%. Il Governo ha quindi stanziato diversi aiuti per favorire l’inversione di tendenza e l’attesa dei risultati relativi al periodo della Golden Week, generalmente preso come riferimento dei consumi, era molto alta. Quest’ultima, più propriamente denominata Public National Holiday, dura 7 giorni a partire dal 1ottobre, la giornata della festa nazionale della Repubblica Popolare Cinese che commemora l’anniversario della sua fondazione nel 1949 con Mao Zedong.

Quest’anno ha fatto registrare numeri molto positivi rispetto agli spostamenti: 177 milioni di persone hanno viaggiato in treno (+8% rispetto al 2023) con un nuovo record in un solo giorno di 21,5 milioni il primo ottobre. Anche i viaggi via acqua (1,8 milioni di spostamenti, +27%), in aereo (2,2 milioni, +12,5%) e in auto (262 milioni, +4%) hanno performato molto bene.

Al contrario, però, i consumi hanno disatteso le aspettative con comportamenti di spesa molto cauti e forte enfasi su esperienze diverse, con opzioni di viaggio e destinazioni più convenienti, evidenziando una domanda interna ancora debole e il continuo declassamento dei consumi a dimostrazione del persistente problema con la fiducia dei consumatori.

Infatti, nonostante gli incentivi profusi dai governi locali sotto forma di coupon (la sola città di Shanghai ha stanziato 500 milioni di yuan in buoni di consumo per sovvenzionare spese legate alla ristorazione, soggiorni e frequentazione dei cinema) e dai commercianti, che hanno offerto forti sconti e promozioni, la spesa pro capite durante il periodo preso in esame, come affermato dagli analisti di Goldman Sachs, è stata del 2,1% al di sotto del livello pre-pandemia.

Ci si aspetta ora un massiccio rinforzo delle politiche governative pro-crescita al fine di stimolare la domanda interna (principalmente il consumo), normalizzare i prezzi in continuo calo e ricostruire la fiducia. Tali politiche di rilancio promosse all’inizio di quest’anno con 300 miliardi di yuan, sono continuate a settembre e ora la preoccupazione è tale che il governo sta pensando ad un ulteriore pacchetto di stimolo di 10 trilioni di yuan (1,4 trilioni di dollari).

Da TSC Auto ID la nuova stampante per etichette termiche

TSC Auto ID, tra i leader nel settore della stampa di etichette termiche, ha presentato al mercato la nuova stampante mobile per codici a barre RE310. Con una misura di 3 pollici, è stata creata su misura per la stampa di ricevute ed etichette, con funzionalità essenziali per ottimizzare le operazioni mobili di tutti i giorni. La stampante presenta una robusta struttura esterna con gomma sovrastampata, resistente alla polvere e all’acqua e sopporta cadute da altezze fino al metro e mezzo. Con un peso di solo 440 g, è dotata di un display OLED. Inoltre è in grado di stampare ad una velocità di 4 pollici (102 mm/sec) con una risoluzione di 203 dpi. Per quanto riguarda le sue capacità di carico, può accogliere rotoli fino a 51 mm di diametro esterno e il suo supporto regolabile consente di caricare rotoli di larghezza compresa tra 20 e 80 mm. È anche possibile utilizzare nuclei da ½ pollice o ¾ pollice, il che la rende - tra le nostre stampanti da 3 pollici - l’opzione più adatta per supporti stretti.

Anche in Italia il lancio di Agentforce, l’AI di Salesforce

Nel corso di un evento con circa 1800 partecipanti, è stata presentata anche al mercato italiano Agentforce, la nuova soluzione della piattaforma Salesforce ora disponibile a tutte le aziende per creare e distribuire agenti AI capaci di operare in autonomia in qualsiasi area aziendale. Agentforce si propone di superare i classici chatbot e copilot, grazie a capacità avanzate di ragionamento che consentono agli agenti di prendere decisioni e agire, può risolvere le richieste dei clienti, qualificare i lead di vendita, ottimizzare le campagne di marketing e molto altro ancora. Senza bisogno dell’intervento umano per completare le attività, questi agenti AI possono essere attivati tramite l’aggiornamento dei dati, linee guida aziendali, automazioni predefinite o segnali ricevuti tramite API da altri sistemi. Agentforce include agenti preconfigurati, facili da personalizzare e distribuire grazie a strumenti low-code o no-code, operativi 24 ore su 24 su qualsiasi canale. Gli utenti possono adattare questi agenti preconfigurati a qualsiasi settore e caso d’uso, come la gestione ordini nel retail o il supporto alla fatturazione e ai pagamenti nei servizi finanziari.

I prodotti Led di Hikvision sono tutti certificati da TÜV Rheinland

Hikvision comunica che tutti i suoi prodotti LED indoor hanno ottenuto la certificazione Green Product Mark da TÜV Rheinland, diventando la prima azienda nel settore dei display LED a raggiungere questo riconoscimento. Basata sullo standard 2 PfG E 0052/06.2024, questa certificazione evidenzia la conformità a rigorosi criteri ambientali. TÜV Rheinland, con oltre 150 anni di storia, è un membro del Global Compact delle Nazioni Unite e della Global Ecolabelling Network. I prodotti certificati includono soprattutto le serie CW/BW e coprono diverse tecnologie di imballaggio mainstream. Questi prodotti hanno superato valutazioni complete in termini di conformità tecnica, controllo delle sostanze pericolose, impronta di carbonio e riciclabilità. Riconosciuti per le eccellenti prestazioni ambientali e la sostenibilità, questi prodotti rispettano infatti elevati standard ecologici. La nuova generazione di prodotti LED di Hikvision incorpora tre tecnologie per il risparmio energetico: flip-chip packaging, guida a catodo comune e sistemi di alimentazione intelligenti.

Ecco i dissuasori Pilomat per evitare le “spaccate”

L’impiego dei dissuasori è una soluzione efficace e a basso impatto per la protezione passiva di negozi, centri commerciali e showroom. È il caso della Security Line proposta da Pilomat, azienda italiana, che presenta un’ampia gamma di dissuasori che possono essere impiegati non solo per la gestione dei flussi veicolari e la sicurezza delle persone, ma anche per difendere i punti vendita. I dissuasori Security Line di Pilomat possono essere fissi, mobili (automatici o semiautomatici) o rimovibili. Sono composti da un basamento saldamente ancorato al terreno e da un cilindro metallico in elevazione, ad alta resistenza. Più comunemente utilizzati per selezionare l’accesso di autovetture e altri mezzi di trasporto ad aree pubbliche e private e per delimitare o impedire lo stazionamento dei veicoli, senza la necessità di mantenere un presidio locale, questi modelli risultano dunque di grande utilità anche per ridurre il rischio di furto e danneggiamento.

I chatbot di Infobip verso l’integrazione in Oracle Fusione Cloud

Infobip e Oracle stanno collaborando per integrare la piattaforma di chatbot-building intelligenti e le soluzioni omnichannel di Infobip con Oracle Fusion Cloud Responsys Campaign Management, piattaforma di gestione delle campagne cross-canale che fornisce informazioni avanzate su larga scala tale da consentire alle aziende di creare messaggi personalizzati in base agli interessi e alle preferenze individuali di clienti e prospect ossia. L’integrazione consente alle aziende e ai brand che utilizzano Oracle Responsys Campaign Management di offrire ai consumatori esperienze conversazionali complete e servizi di chatbot basati sull’intelligenza artificiale che migliorano la fidelizzazione e incrementano le vendite. I canali di messaggistica conversazionale come app di chat e RCS sono in crescita. Ad esempio, secondo Mobilesquared, circa 4,9 miliardi di utenti di messaggistica aziendale in tutto il mondo utilizzano i rich messaging, 2,8 miliardi WhatsApp e 1,5 miliardi gli RCS.

Da Cegeka arriva Grace, l’agente AI per la vendita che si fa in tre

Cegeka, It solution provider a livello globale, ha presentato al mercato Grace, una soluzione di Generative AI per la vendita che punta a cambiare la user experience dei clienti con interazioni multimodali e personalizzate. Grazie a un framework avanzato, il multi-agente AI di ultima generazione sviluppato da Cegeka è la prima soluzione SaaS in grado di offrire la migliore esperienza conversazionale a prova di cyber-security, adattandosi a qualunque esigenza. A differenza dei chatbot tradizionali, vincolati all’offerta di risposte generiche, Grace punta a fornire risposte puntuali o eseguire azioni per proseguire il processo di vendita. La sua struttura innovativa è composta da un Agente Orchestratore e tre Sub Agenti, che si chiamano Educatore (risponde alle domande su temi AI), Coach (analizza le esigenze aziendali e suggerisce soluzioni per ottimizzare i processi tramite AI), Assessment (valuta lo stato dei dati aziendali per proporre soluzioni su misura in base al livello di maturità tecnologica dell’azienda).

CAMBI DI POLTRONA

LINO ENRICO STOPPANI

Presidente

Fipe-Confcommercio

Lino Enrico Stoppani è stato riconfermato alla guida della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) per un nuovo mandato di 5 anni. Con oltre 330 mila imprese e 1,4 milioni di addetti, Fipe è la sigla principale di rappresentanza dei pubblici esercizi italiani. “Ringrazio tutti i nostri rappresentanti territoriali e di categoria per avermi rinnovato la fiducia, che voglio interpretare come il riconoscimento anzitutto alla serietà e responsabilità con cui insieme abbiamo affrontato momenti davvero drammatici” ha commentato Stoppani.

MARIO C BAUER

Non-Executive Director Arabica

La catena giapponese di caffetterie Arabica ha nominato Mario C Bauer come Non-Executive Director a support della crescita internazionale. Dal 2011 al 2016, Bauer aveva lavorato come capo dell’espansione internazionale in franchising di Vapiano, per poi far parte del consorzio di investitori che avevano rilevato il marchio nel 2020. È anche uno dei co-fondatori della società di consulenza specializzata nel foodservice WhiteSpace Partners. È basato ad Amsterdam.

GIORGIO BUSNELLI

Country manager Italia di Amazon

Giorgio Busnelli è il nuovo country manager per l’Italia di Amazon. La nomina arriva a seguito della promozione di Mariangela Marseglia, che diventa vice presidente Stores per l’Europa. Marseglia a sua volta sostituisce Jorrit Van der Meulen, che ha lasciato l’azienda dopo una carriera di oltre 20 anni. Busnelli lavora in Amazon da otto anni e dal 2022 guida il business dei beni di Largo Consumo a livello europeo. In precedenza aveva diretto la categoria “Media”.

CÉDRIC CHARBIT

Ceo di Saint Laurent

Cédric Charbit è il nuovo Ceo di Saint Laurent. In questo giro di poltrone interno al gruppo Kering, il manager lascia il ruolo di amministratore delegato di Balenciaga, cui gli subentra Gianfranco Gianageli. Entrambi riporteranno a Francesca Bellettini, che una volta deposto il timone di Saint Laurent, si appresta a diventare Kering deputy Ceo. Queste nomine saranno effettive dal 1 gennaio. Il presidente e amministratore delegato dell’intero gruppo del lusso rimane Francois-Henri Pinault, mentre Jean-Marc Duplaix è l’altro deputy Ceo, ma in più con il ruolo di Coo.

ALEXANDRA LAMPRECHT

General manager di Alberta

Ferretti

Alexandra Lamprecht è stata nominata general manager di Alberta Ferretti e si tratta della prima volta che un manager viene scelto per ricoprire questa casella, per il gruppo Aeffe. Lamprcht andrà ad affiancare Lorenzo Serafini, nominato da poco nuovo direttore creativo. Lamprecht vanta esperienze di rielievo in altri marchio del lusso/abbigliamento come Ferragamo, Valentino, Etro e Lorena Antoniazzi. Nel nuovo ruolo, riporterà direttamente al presidente del gruppo, Massimo Ferretti.

FRANCESCO MUTTI

Presidente di Centromarca

Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonima società agro alimentare, è stato riconfermato alla presidenza di Centromarca per il prossimo triennio (2024-2026). Cinquantasei anni, laurea in Finanza & Management all’Università di Cardiff, Cavaliere del Lavoro, Mutti è dal 1994 alla guida dell’azienda di famiglia (665 milioni di euro di fatturato nel 2023). Del Comitato di presidenza associativo fanno parte i Vicepresidenti Francesco Del Porto (Barilla), Marco Travaglia (Nestlé Italiana) e i consiglieri incaricati Silvia Bagliani (Mondelēz International), Alessandro d’Este (A.I.A.) e Debora Paglieri (Paglieri).

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