l'Orafo Italiano 09 2015

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€ 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

L’ORAFO ITALIANO 9 2015

ANNO LXIX SETTEMBRE 2015 - € 5,00

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GlobalRoundUp

16 news

Istanboulli Gioielli/ Crieri / Talento Italiano / Nomination Sicis/ Fabergé / Cielle / Treesse/ RV/ Gioielli in tavola - Museo del Gioiello di Vicenza

Desires

28 il colore viola

Illustration and Photo by Close up Studios

L'ametista, gemma poliedrica e terapeutica, seduce i gioiellieri con le sue nuance

41 dancing hoops

Bracciale Tennis 121 di Crieri in oro giallo e diamanti gialli. ■ Bracelet Tennis 121 by Crieri in yellow gold and yellow diamonds

La perfezione del cerchio d'oro, un classico della gioielleria, trova eco nelle simmetrie della danza

l'Orafo Plus

34 paris in blue

I colori di Jodhpur, di Samarcanda e dei mari del Sud nella Haute Joaillerie presentata in Place Vendôme

40 come nasce un masterpiece

Dalla gemma sciolta al gioiello finito: storia di una sinergia tra fornitore e designer

People&brands

28

56 un'italiana negli usa

34

Autrice di gioielli poco convenzionali, la designer Federica Rettore conquista il mercato americano. E Couture Las Vegas la premia

58 la certezza dei dubbi

Creatore di pezzi "one of a kind" che esprimono la sua passione per il colore, Alessio Boschi è sempre stato refrattario a schemi rigidi e realtà codificate

41

Heritage

65 il gioielliere dei re

Quasi un simbolo della grandeur francese, la maison Cartier ha montato le gemme più preziose del mondo e creato i tesori di molte corti orientali

73 la fabbrica degli affetti

Nel 2016 Unoaerre, storica azienda aretina, compie 90 anni: una storia indissolubilmente legata alle fedi nuziali e alla medaglia dell'amore

79 sconosciuto oriente l'Orafo 2015

4

Meraviglie delle arti applicate cinesi e giapponesi in una monografia di Five Continents Editions

settembre


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Sommario

85

Visual

85 wes anderson's wonderland

Viaggio nell'immaginario rétro, dove i gioielli non possono mancare, del regista più amato dal fashion world

InsideJewelry

91 il segreto è far sognare

Inchiesta annuale de l'Orafo Italiano sul gradimento e il riconoscimento delle campagne pubblicitarie orafe

97 l'export non ha più stagioni

Le ricorrenze nelle vendite non sono più prevedibili, così le imprese sono costrette a programmarsi meglio

104 leggi orafe: avanti adagio

27

91

73

La senatrice Donella Mattesini fa il punto sulle normative che riguardano il settore orafo

106 fiere

Vicenza, Milano, Hong Kong, Bangkok: gli appuntamenti di settembre con le manifestazioni di settore

107 dal web alla smorfia

Nuove campagne, eventi, ambasciatori: i brand della gioielleria si muovono a 360° nel mondo dei media

108 le gemme impazzite

Diamanti sotto le palme, che piovono dal cielo, di sintesi: tra curiosità e truffe

111 english text 114 brands in this issue

65 l'Orafo 2015

6

settembre


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Una luminosità mai vista prima.

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RJC_Layout 1 28/04/15 14:29 Pagina 1

Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera

ANNO LXVIII - NUMERO 9 - SETTEMBRE 2015 direttore editoriale

Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 600 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 400 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

direttore responsabile

Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for sup ply cha in integrity and su stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 600 Members and more than 400 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

Ilaria Danieli Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Lorenza Arzenton, Emanuela Chiesa, Luigi Costantini, Simona Infantolino, Franco Marchesini, Vittorio Montieri, Marianna Redaelli, Sonia Sbolzani, Diego Soprana

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close up Studios

traduzioni

Promo-Est

pubblicitĂ

dircom@edifis.it

traffico pubblicitario stampa e-mail web site prezzo per copia arretrati abbonamenti

Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it â‚Ź 5,00 â‚Ź 10,00 Italia â‚Ź 40,00 Europe â‚Ź 80,00 Resto del mondo â‚Ź 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalitĂ redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltĂ di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council (RJC) ()* "%%( (%$*4 %$ %$4 ? @ E * ""4

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Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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Global Round Up UNA STORIA DI FAMIGLIA

TRADIZIONE

SCINTILLANTE Un tripudio di pietre preziose, la cura di ogni dettaglio e una grande passione per l'arte orafa rendono uniche le creazioni Istanboulli Gioielli, brand giovane ma già seguitissimo di

Simona Infantolino

Il brand Istanboulli Gioielli nasce a Milano nel 2011 dalla lunga esperienza nel settore del fondatore, Krikor Istanboulli, che gestisce a Milano da cinquant'anni l'azienda Art.Or. Affiancato dai due figli Vace e Zarmine, Krikor Istanboulli porta avanti gli antichi insegnamenti appresi in giovane età da maestri orafi. Ogni gioiello, realizzato su misura o parte di collezioni, è frutto della selezione di pietre preziose di altissima qualità, di una impeccabile lavorazione artigianale e di tante competenze acquisite nel corso del tempo. Le creazioni Istanboulli, caratterizzate da uno stile senza tempo, sono fatte per essere tramandate di generazione in generazione e sono impreziosite da diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri e altre pietre colorate. l'Orafo 2015

■ The Istanboulli Gioielli brand was established in Milan in 2011 from the long experience in this field acquired by its founder Krikor Istanboulli, the owner of Art.Or. company for 50 years. Supported by his two children Vace e Zarmine, Krikor Istanboulli maintains the old teaching learnt when young working with master goldsmiths. Each piece of jewellery, either tailor made or part of a collection, is fruit of a selection of very high quality precious stones, of an impeccable artisan working and of many skills acquired over time. Istanboulli creations, characterised by an ageless style, are made to be passed from generation to generation and are enriched with diamonds, rubies, emeralds, sapphires and other coloured stones.

16

settembre


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Global Round Up Il nuovo punto vendita Crieri all'interno del Brian and Berry Building in pieno centro a Milano.

sicis nella grande mela

crieri apre in san babila L'azienda valenzana ha inaugurato il primo flagship store in pieno centro a Milano, cogliendo l'occasione di Expo In occasione di Expo 2015, la maison Crieri ha aperto il suo primo flagship store in un punto strategico del quartiere milanese della moda, all'interno del The Brian and Berry Building in piazza San Babila. Il punto vendita, coi gioielli Crieri in oro e diamanti bianchi e colorati, è pronto a coinvolgere i clienti durante tutto l’anno attraverso l’organizzazione di eventi e presentazioni.

■ On the occasion of Expo, Maison Crieri, based in Valenza, opened its first flagship store in a strategic area of the fashion district in Milan, inside the Brian and Berry Building in central piazza San Babila. The store with its wellknown Crieri jewels in gold and white and coloured diamonds, is ready to involve its clients all over the year thanks to the organisation of several events and presentations.

sartori va in oriente

nuovo store nomination

Talento Italiano (nella foto il titolare, Antonio Sartori) rafforza il processo di internazionalizzazione aziendale attraverso la collaborazione con un protagonista del settore in Cina, il Gruppo Cuilu Jewelry Co. È prevista l'apertura di 7 flagship store Talento Italiano e di 35 corner all'interno dei negozi esistenti. ■ Talento Italiano (in the picture the owner Antonio Sartori) strengthens the process of company internationalisation through the collaboration with an industry player in China, the Cuilu Jewelry Co Group. The opening of 7 Talento Italiano flagship stores along with 35 corners inside the existing ones is envisaged.

Nomination ha aperto a Roma un nuovo negozio monomarca: lo store si è così aggiunto agli oltre cinquemila negozi al mondo aperti dal brand fiorentino, famoso per i gioielli in acciaio e oro, componibili e personalizzabili. ■ Nomination opened in Rome a new monobrand store: this store adds to the over five thousand shops in the world opened by the brand from Florence, famous for its modular and customisable steel and golden jewels.

l'Orafo 2015

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settembre

Entro la fine dell'anno verrà inaugurato un nuovo showroom di 5 piani sulla Fifth Avenue Sicis The Art Factory sbarca nella Grande Mela con uno showroom di 5 piani sulla Fifth Avenue. Per questa nuova apertura l'azienda ravennate, dal 1989 leader nell'arte del mosaico, ha scelto il quartiere newyorchese Nomad, dalla forte connotazione artistica e famoso per i suoi eventi culturali. Il palazzo di Manhattan ospiterà gioielli, mosaici e tutte le collezioni di arredi, illuminazioni e accessori, destinati sia a spazi residenziali che commerciali. L'imponente showroom sarà ultimato entro la fine del 2015 e accoglierà anche pezzi d'arte unici e sperimentali in edizione limitata. L'apertura, dopo quella del 2006 a Soho, va a rafforzare la presenza dell'azienda nel mercato americano. ■ Sicis The Art Factory arrives in the Big Apple with a five-floor showroom on Fifth Avenue. For this new opening the company from Ravenna, since 1989 a leading player in the mosaic art, chose the Nomad quarter in New York, with a strong artistic connotation and famous for its cultural events. The building in Manhattan will host jewels, mosaics and all the collections of furnishings, lights and accessories for both residential and commercial spaces. The imposing showroom will have been completed by the end of 2015 and will also host unique and experimental pieces of art in limited edition. The opening, after the one in Soho in 2006, is meant to strengthen the company presence on the American market.


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Global Round Up

il nuovo "gioiello" di cielle

LA PROVENZA di fabergé I fiori e i colori della campagna francese hanno ispirato la nuova collezione della maison La Provenza d’estate, con i suoi fiori e i suoi colori, ha ispirato orologi e gioielli della nuova collezione di Fabergé High Jewellery. Le creazioni sono realizzate, con la grande competenza degli artigiani della maison, in smalto e pietre preziose con evidenti richiami alla campagna. Sono disponibili anche le versioni in zaffiri e diamanti, con perle, smeraldi e tormaline. ■ Provence in summer with its flowers and colours inspired watches and jewels of the new Fabergé High Jewellery collection. The creations are realised with great skill by the artisans of the maison in enamel and precious stones with evident references to the country. They are also available in the sapphire and diamond versions with pearls, emeralds and tormalines.

L'ultimo progetto di Cielle, dal 1978 nel campo dell'incisoria professionale, è la Epsilon Gold versione 2015. Realizzato insieme a Ompar, è uno strumento in grado di tagliare in modo netto e preciso, senza necessità di ulteriori passaggi o rifiniture, che rende quindi possibile lavorare direttamente su lastre già lucide. Maggiori informazioni su www.cielle.it ■ The latest project by Cielle, since 1978 in the professional engraving field, is the 2015 Epsilon Gold version. Realised together with Ompar, it is an instrument able to cut in a very neat and precise

way without the need for further cutting or finishings, making then possible to work directly on already polished sheets. Further information at www.cielle.it

l'oro di treesse Dal laboratorio di Bassano del Grappa escono gioielli di pregiata finitura, interamente lavorati a mano Dal 1987 il laboratorio TreEsse di Bassano del Grappa realizza gioielli nei diversi colori dell'oro, arricchito da smalti o pietre naturali. L'intero processo di lavorazione - dal disegno ai prototipi al gioiello finito - è seguito all'interno dell'azienda. Nella foto, orecchini Bubbles in oro, con collana in parure. ■ Since 1987 the Treesse laboratory of Bassano del Grappa has been realising jewels in the various colours, of gold, enriched with enamels or natural stones. The whole working process, from sketching to prototypes, to the finished jewel, is carried out in-house. In the picture, Bubbles golden earring with necklace as a set.

gli intrecci dorati di rv L'azienda aretina ha lanciato una collezione di monili multifunzione, con un'anima in termosilicone Collane e bracciali multifunzione compongono la Collezione Memory dell'azienda arentina RV, che opera nel settore orafo dal 1978. I gioielli sono realizzati con un'anima contenitiva in termosilicone rivestito da microfili in oro. ■ Multifunction necklaces and bracelets are included in the Memory Collection of the RV company from Arezzo operating in the goldsmith sector since 1978. l'Orafo 2015

20

settembre

The jewels are realised with a thermal silicone core coated with gold micro threads.


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Global Round Up

A VICENZA LA GIOIA DEI gioielli in tavola In Basilica Palladiana una mostra inconsueta, tra food e accessori preziosi di Lorenza

October, 2nd - 5th

Arzenton

Cibo e gioia, cibo è gioia e divertissement: un accostamento insolito per un progetto originale che ha esplorato due ambiti lontanissimi come quelli del gioiello e del food, in una mostra-capsule svoltasi al Museo del Gioiello a Vicenza e progettata da Fiera di Vicenza con il patrocinio di Expo 2015 (di cui Matteo Marzotto, presidente di Fiera Vicenza, è ambassador). Il percorso espositivo – curato da Livia Tenuta e Viola Vecchi – presentava pezzi inediti, a partire dalle prime mele e pere innamorate di James Rivière del 1968, ai celeberrimi spaghetti di Gaetano Pesce (anelli del 1995, bracciale del 2006), per arrivare al blob ring dell’Aragosta Presbite del 2009 di Barbara Uderzo. Percorsi altri, sotto il segno della creatività di firme famose o giovani designer, lontani dai canoni dell’ortodossia del gioiello per presentare una nuova geografia dell’ornamento, possibile, portabile, ironico. Un giovane museo (aperto il 24 dicembre scorso) che fa stretching tra la ricchezza dei materiali e la ricchezza dei progetti, come ha ricordato Alba Cappellieri introducendo il lavoro delle curatrici, e che diventa così punto di incontro tra food, pop, luxury design, creatività e sostenibilità. Nella foto: gioiello Green Sugar di Annamaria Zanella. ■ Food and joy, food is joy and divertissement: an unusual matching for an original project that explored two fields apart as those of jewel and food, in a capsule-show held at the Museo del Gioiello in Vicenza and organized By Fiera di Vicenza with the patronage of Expo 2015 (Matteo Marzotto, presidente of Fiera di Vicenza, is Expo ambassador). The exhibition path, curated by Livia Tenuta and Viola Vecchi, presented unreleased items, starting from the first apples and pears in love by James Rivière dating back to 1968, to the famous spaghetti by Gaetano Pesce (1995 rings, 2006 bracelet) to the 2009 blob ring Aragosta Presbite by Barbara Uderzo and the 2015 Ruff and Vods necklace made of pasta and lace, by Beatrice Montalbetti. Different paths under the sign of creativity of famous labels or young designers far from the orthodox canons of jewels telling an idea that is neither easy nor expected to present a new geography of ornament, possible, wearable, ironic. A young museum (opened on 24th December) stretching between the richness in materials and in projects, as Alba Cappellieri underlined introducing the works of the curators, thus becoming a meeting point for food, pop, luxury design, creativity and sustainability. In the picture: Green Sugar jewel by Annamaria Zanella.


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Il gioiello diventa oggetto di design. X Jewellery è un progetto di design contemporaneo che trae ispirazione dall’iconica catena a maglie in argento. In delicato equilibrio tra arte, forma classica e funzionalità, X Jewellery è un brand in cui l’alta artigianalità si sposa con i migliori materiali. Una visione innovativa del gioiello che attraverso un meccanismo unico che consente di unire i vari link, permette di creare bracciali e collane dallo stile unico.

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Desires

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GEMME

il colore

viola

MIMÌ BROGGIAN MILANO Anello in oro rosa, argento, ametista e zaffiri viola. ■ A ring in rose gold, silver, amethyst and purple sapphires.

Pietra spirituale e terapeutica, l'ametista trova da sempre ampio utilizzo in gioielleria grazie alle sue nuance veramente uniche di

Antonella Garello

G

ià utilizzata ai tempi dell'Antico Egitto per forgiare gioielli e sigilli, l'ametista fu molto amata anche da Greci e Romani, che ne fecero preziose coppe da vino e che la ritenevano capace di contrastare l'ebbrezza. Tra le tante capacità che le riconosce oggi la cristalloterapia, primeggia quella di favorire il sonno e di scacciare gli incubi, ma anche quella di rafforzare autostima, autocontrollo e memoria, di allontanare pensieri negativi e di combattere acne, infezioni agli occhi e emicranie. Ma l'aspetto estetico è ancora più importante in gioielleria: l'ametista infatti, con le sue nuance dal lilla pallido al viola carico, ha dato vita a creazioni fantastiche, delicate o sontuose, sempre accompagnate da un'aura di spiritualità che le rende vive e uniche. ■ Used since the times of the ancient Egyptians to forge jewellery and seals, amethyst was popular among the Greeks and Romans, who used it to make precious cups of wine and believed it was able to counter drunkenness. According to crystal therapy, this stone offers a host of benefits, including the ability to promote restful sleep and drive away bad dreams, to strengthen self-confidence, self-control and memory, to ward off negative thoughts, to fight acne, eye infections and migraines. Amethyst has always been one of the most widely used gemstones in jewellery because of the beautiful shades ranging from pale lilac to deep violet. It has been used to make both delicate and sumptuous creations, always surrounded by an aura of spirituality that makes them vibrant and unique.

MARCO BICEGO Anello in oro rosa inciso a mano a bulino, con ametista taglio rose cut cushion. Collezione Jaipur. ■ Burin hand engraved ring in rose gold, with a rose cut cushion cut amethyst. Jaipur collection.

FALCINELLI ITALY Dalla collezione Venezia, anello in oro rosa con ametista, cristallo di rocca e diamanti. ■ From the Venezia collection, a rose gold ring with amethyst, rock crystal and diamonds.

DK - DAVIDE MAULE Anello Glicine in oro bianco, ametista rosa naturale da 51,2 carati, diamanti brown e zaffiri rosa. ■ Glicine ring in white gold, a natural pink 51.2 carat amethyst, brown diamonds and pink sapphires.

DAMIANI Damiani Masterpiece, collezione Anima: anello in oro bianco con ametista centrale contornata da diamanti e ametiste di diversa tonalità. ■ Damiani Masterpiece, Anima collection: white gold ring with an amethyst at the center, diamonds and amethysts all around. l'Orafo 2015

28

settembre


CARRERA Y CARRERA Dalla collezione Origen, anello in oro giallo, diamanti e ametista. â– From the Origen collection, a yellow gold ring with diamonds and amethyst.

MATTIOLI Anello in oro rosa e ametista scura. â– Rose gold ring with dark amethyst.

l'Orafo 2015

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settembre


UNICO ED ESCLUSIVO

diamante

di cuori Arriva in Italia, grazie a Osigem, un diamante di taglio quadrato con qualità e caratteristiche finora esclusive del taglio brillante rotondo

N

on si erano mai viste prima in Italia tante qualità così uniche insieme in un solo diamante. Otto lati, 8 cuori, 8 frecce, 68 faccette. Se la perfezione non esiste, il taglio Ideal Square della collezione Forever Unique è quanto più vi si avvicina nel mondo dei solitari. «Si tratta di un taglio rivoluzionario - afferma Alberto Osimo, amministratore delegato di Osigem, gemmologo e diamantaire di lunga esperienza - con una doppia riflessione della luce resa possibile dalle perfette proporzioni di taglio. Ciò conferisce alla pietra una luminosità superiore a quella già ottimale del taglio brillante». Infatti, l’Istituto di certificazione creato da De Beers (IIDGR) International Institute of Diamond Grading and Research, un nome di massima autorità nel settore l'Orafo 2015

a livello mondiale con sede ad Anversa, ha verificato e garantito che Ideal Square è l’unico taglio ideale di forma quadrata con proporzioni e simmetrie perfette che mostra all’analisi gemmologica il gioco di cuori e frecce creato dalla luce che lo attraversa. La collezione Forever Unique enfatizza gli elementi intrinseci di questo taglio: sette parure di solitari, collier e orecchini, oltre a due splendidi anelli iconici che riprendono nelle montature il tema “cuori e frecce” caratteristico di Ideal Square. Ogni pezzo una storia unica e perfetta, come tutte le promesse d'amore. n So many unique qualities had never been seen before in Italy in a single diamond. Eight sides, 8 hearts, 8 arrows, 68 facets. If perfection does not exist, the Ideal Square cut of the Forever Unique collection comes nearest to it in the world of so30

settembre


«L'UNICO SOLITARIO CUORI E FRECCE DI TAGLIO QUADRATO»

litary rings. «It is a revolutionary cut - says Alberto Osimo, Osigem Managing Director, gemmologist and diamantaire with a long experience - with a double reflection of light made possible by the perfect cutting proportions. This bestows the stone with brightness greater than the already optimum one of the brilliant cut». In fact, the Certification Institute created by De Beers, (IIDGR) International Institute of Diamond Grading and Research, a name of maximum authority in the sector at a global level with headquarters in Antwerp, checked and guaranteed that Ideal Square is the only ideal square cut with perfect proportions and symmetries, showing, during the gemmological analysis, the play of hearts and arrows created by the light passing through it. The Forever Unique collection highlights the inner elements of this cut: seven sets of solitaire rings, necklaces and earrings, besides two outstanding iconic rings matching in the settings the “hearts and arrows” theme of Ideal Square. Each item is a unique and perfect story, as all love promises.

In alto, solitario My Gift. Nella pagina accanto, dall'alto in senso orario, anelli Hug, Balance e Pure, collezione Forever Unique con diamanti Ideal Square. Al centro, l'anello Flower of Love e, attorno, il diamante Ideal Square.

«68 FACCETTE DI SOLA LUCE E MASSIMA PUREZZA» l'Orafo 2015

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l'Orafo 2015

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Azzurra e Paolo Cesari settembre


HAUTE JOAILLERIE

PARIS

IN BLUE I colori di Jodhpur, di Samarcanda, dei mari del Sud e dei talismani orientali offrono alle grandi maison di Place Vend么me lo spunto per un viaggio intorno al lusso che vede zaffiri, acquemarine e tanzaniti come protagonisti di Ilaria

Danieli - Illustrazioni e Artwork di Diego Soprana

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Collier Lagune Précieuse della collezione Seven Seas di Van Cleef & Arpels in oro bianco, diamanti, zaffiri e acquemarine. Pagina a fianco: bracciale cuff della nuova collezione Opera di Buccellati in oro giallo con diamanti e zaffiri. ■ Collier Lagune Précieuse from the Seven Seas collections by Van Cleef & Arpels in white gold, diamonds, sapphires and aquamarines. Aside: cuff bracelet of the new Opera collection by Buccellati in yellow gold with diamonds and sapphires.

l'Orafo 2015

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Orecchini della collezione Secrets & Lights di Piaget in oro bianco con zaffiri e diamanti (taglio brillante e taglio marquise). â– Earrings from the Secrets & Lights collection by Piaget in white gold with sapphires and diamonds (brilliant and marquise cut).

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Anello Aigrette Impériale della collezione Joséphine di Chaumet in oro bianco, diamanti e zaffiro centrale. ■ Aigrette Impériale ring from the Joséphine collection by Chaumet in white gold, diamonds and a sapphire at the center.

l'Orafo 2015

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Collier Hypnotique della collezione Les Talismans de Chanel in oro bianco e giallo con una tanzanite blu violetto di 10 carati, diamanti e lacche multicolore. â– Hypnotique necklace from the Les Talismans de Chanel collection in white and yellow gold with a 10 carats blue violet tanzanite, diamonds and multicoloured lacquer.

l'Orafo 2015

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Anello Aigle de Jodhpur in oro bianco con diamanti e zaffiri della collezione Bleu de Jodhpur creata da Boucheron sotto il patrocinio del Maharaja di Marwar Gaj Singh II. â– Aigle de Jodhpur ring in white gold and sapphires from the Bleu de Jodhpur collection created by Boucheron under the Patronage of the Maharaja of Marwar Gaj Singh II.

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FROM THE STONE TO THE JEWEL

come nasce un

masterpiece

I

l fascino che un gioiello unico esercita su chi lo comprerà e lo indosserà è una storia che inizia quando l’oggetto è ancora un’ipotesi ma la sua gemma è già una realtà. Il primo incantesimo si verifica infatti quando un designer incontra la forza seduttiva di una pietra preziosa, la studia e ottiene dalla sua creatività l’immagine di ciò che quel pezzetto di minerale potrebbe diventare. E’ andata così infatti tra Giovanna Broggian, art director dell’azienda milanese omonima gestita assieme ai fratelli, e l’opale di fuoco che Azzurra Cesari, responsabile del progetto Masterpiece della Cesari & Rinaldi Gemmai, le stava proponendo. «Ho visto subito - racconta Giovanna - che quell’opale aveva una luce e un taglio assolutamente originali e magici, caratteristiche che lo rendevano perfetto per un pezzo unico della nostra collezione via Gesù, venduta solo nella boutique di Milano. Azzurra ha permesso che io tenessi la gemma per qualche giorno prima di decidere se acquistarla e così ho potuto “metabolizzarla” e avere tutto l’agio necessario per disegnare il progetto. L’opale è diventato un anello molto particolare, destinato a un cliente che sappia coglierne la suggestione». Intuire il potenziale estetico di una pietra e saperla proporre al cliente giusto è del resto il mestiere di Azzurra, che sa di poter offrire un prodotto e un servizio unici nel settore, forte di una rete di fornitori eccellenti e con il plus di due taglierie di proprietà. «Bisogna però saper gestire bene l’incontro tra persone e gemme, in un certo senso bisogna capire i caratteri di entrambe le parti. E riuscire a favorire i colpi di fulmine imprevisti: i matrimoni organizzati non sono sempre i migliori!». ■ The deep fascination exerted by a unique piece of jewellery on those who will buy it and wear it begins when the final object is nothing but a dream, but the gemstone already exists. The first spell is cast when designers meet the seductive power of a precious stone, examine it carefully and use their creativity to imagine what that little piece of mineral could turn into. That is exactly what happened between Giovanna Broggian, art director of the eponymous Milanese company she runs together with her brothers, and the fire opal pale introduced to her by Azzurra Cesari, in charge of the Masterpiece project by Cesari & Rinaldi Gemmai. «I immediately realised – says Giovanna – that that opal had an absolutely origi-

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Dall'alto, l'opale di fuoco scelto da Giovanna Broggian, il disegno e la realizzazione del gioiello unico. ■ From top, the fire opal chosen by Giovanna Broggian, the sketch and the final unique piece.

nal, magic cut and light, which made it perfect to create a unique piece for our Via Gesù collection, sold exclusively in our Milan boutique. Azzurra let me to keep the gem for a few days before deciding whether to buy it or not, so I could «process it» and have all the time I needed to design my jewel. That opal turned into a very special ring designed for customers who can really grasp its evocative power». After all, understanding the aesthetic potential of a stone and offering it to the right customer is Azzurra’s job, as she knows she can provide a top-quality product and service, supported by a network of excellent suppliers and two fully-owned cutting factories. «However, we need to know how to properly manage the encounter between people and gems; in a sense, you have to understand the personalities of both, and be able to make them fall in love at first sight. Arranged marriages are not always the best way to go!».

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Desires close up ARMONIE VISIVE

DANCING

HOOPS La perfezione del cerchio, un classico della gioielleria, trova eco negli equilibri e nelle simmetrie dinamiche delle performance di danza che animano i teatri italiani di

Antonella Garello e Simona Infantolino

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Desires

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A rovereto il bello della diversità Da più di trent'anni il Festival Oriente Occidente di Rovereto rappresenta un punto di incontro tra culture accomunate dalla stessa passione per la danza contemporanea e il teatrodanza. Nel corso degli anni sono andate in scena le reciproche contaminazioni artistiche tra il mondo orientale e quello occidentale attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi. “Corpi in conflitto 2. La bellezza della diversità” è il titolo dell'edizione di quest'anno (27 agosto-18 settembre), che vedrà tredici compagnie impegnate a esprimere attraverso la danza la visione positiva del corpo e della diversità. Il programma del Festival viene inoltre arricchito da incontri, conferenze, concorsi e laboratori, con una sezione dedicata interamente ai giovani e l’obiettivo di offrire occasioni creative e produttive per nuovi coreografi e danzatori.

Nella pagina precedente/ Previous page DAMIANI Bracciale D.Icon in oro rosa con D in oro bianco e diamanti. ■ D.Icon bracelet in rose gold with D in white gold and diamonds.

ARTLINEA Dalla collezione Spring, bracciale in oro giallo lucido. ■ From the Spring collection, a polished yellow gold bracelet.

Danzatrice della Moving Into Dance Mophatong, gruppo sudamericano di danza in scena a Rovereto il 30 agosto. Foto di Gil Shani


Una scena di Fragilità: Manuale di giardinaggio della compagnia tutta al femminile Cafelulé che quest'anno apre il Festival Oriente Occidente. Foto di Juri Ronzoni

FABULA ETRUSCA Orecchini discoidali in microfusione a cera persa in oro. La decorazione è ripresa da una fiasca etrusca custodita al Museo Guarnacci di Volterra, Collezione del Guerriero. ■ Disc-shaped gold earrings made with the lost wax casting technique.The decoration is taken from an Etruscan flask preserved in the Museo Guarnacci of Volterra, Warrior Collection.

FALSINI ART Orecchini in oro giallo con inserti di palline fresate. ■ Yellow gold earrings with milled beads.

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Desires

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torinodanza, focus sul contemporaneo Anche quest'anno il Teatro Stabile di Torino accoglie il Torinodanza Festival (9 settembre-4 novembre), manifestazione rivolta non solo ai fedelissimi della danza contemporanea ma in generale a tutti coloro che amano le armonie del movimento. In aggiunta ai piĂš tradizionali spettacoli coreografici, il festival offre performance che combinano la danza con gli aspetti piĂš espressivi del teatro, del cinema, della poesia e dell'arte circense, accogliendo anche influenze hiphop e proiezioni sperimentali in 3D. Un approccio alla danza che spazia nei differenti ambiti della creazione, concentrandosi non solo sulla scena italiana, ma anche su quella internazionale, con 15 compagnie provenienti da 7 diverse nazioni. Una manifestazione originale che si caratterizza per il senso di scoperta e curiositĂ .

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Acrobazie e virtuosismi circensi nello spettacolo Il n'est pas encore minuit della Compagnia XY in scena a Torino il 2-3 ottobre. Foto di Christophe Raynaud de Lage.

GIORDINI Orecchini in oro giallo della collezione Classic, eseguiti in elettroformatura con particolari satinati a mano. â– Yellow gold earrings from the Classic collection, made with the technique of electroforming with details satin-finished by hand.

GRAZIELLA Dalla collezione Intrecci, orecchini Loop in oro giallo 18 carati; disponibili anche nella versione a 14 carati. â– From the Intrecci collection, Loop earrings in 18 carat yellow gold. They come out also in 14 carat gold.

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Hearts and Arrows, spettacolo della compagnia diretta da Benjamin Millepied - L.A. Dance Project, in scena a Torino il 3-4 novembre. Foto di Rose Eichenbaum.

POLELLO Anello in oro rosa della collezione Eterno. ■ Rose gold ring from the Eterno collection.

ROMA 1947 Dalla collezione Décolleté, anello placcato in oro giallo 18 carati. ■ From the Décolleté collection, a 18 carat yellow gold plated ring.

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Una danzatrice del L.A. Dance Project in Quintett, coreografia di William Forsythe, che chiuderà l'edizione 2015 di Torinodanza. Foto di Laurent Philippe.

TREEMME Bracciale Elements elastico in oro giallo. ■ Elastic yellow gold Elements bracelet.

SALVINI Anello in oro giallo 9 carati con diamante della collezione Golden Cage. Disponibile anche in oro rosa o bianco. ■ 9 carats yellow gold ring with a diamond from the Golden Cage collection. Also available in rose and white gold.

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romaeuropa in ri-creazione

Danza e arti acrobatiche si fondono in Nos Limites (30 settembre-4 ottobre) del coreografo Radhouane El Meddeb. Foto di Christophe Raynaud de Lage.

Un caleidoscopio di arti e nuove tecnologie quello che si svolge durante il RomaEuropa Festival. Teatro, danza, circo contemporaneo, arte, tecnologia e musica si incontrano per 75 giorni in occasione della trentesima edizione del Festival che, quest'anno, si svolgerĂ dal 23 settembre all'8 dicembre in quattordici diversi spazi di Roma, articolandosi in un calendario fitto di incontri e progetti. Il programma di quest'anno ruota attorno al tema della RiCreazione, concetto che allude all'aspetto ludico e gioioso delle arti e, allo stesso tempo, alla reinvenzione delle forme, dei tempi e delle estetiche, parte della creazione artistica. Si incontreranno cosĂŹ arti differenti, ma anche Paesi diversi che racconteranno la propria visione del mondo e dei suoi cambiamenti.a scena internazionale.

MAROTTO RICCARDO Orecchini in oro giallo della collezione Evergreen, lavorati a mano in canna vuota con finitura zigrinata. â– Hand made hollow tube earrings in yellow gold with knurled finish, from the Evergreen collection.

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GIMET Orecchini in argento rosato microfuso con glitter. ■ Microcast rose gold plated silver earrings, with glitter.

La compagnia di Marie Chouinard in Gymnopédies (10-11 ottobre) su musiche di Erik Satie

LOTO PREZIOSI Orecchini in oro a canna vuota della collezione Creola. ■ Hollow tube gold earrings from the Creola collection.

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una fiaba che sorprende ancora Alla fine dell’Ottocento, quando la Russia aristocratica guardava alla Francia come massimo esempio di lusso ed eleganza, a San Pietroburgo andò in scena La Bella addormentata, un sontuoso balletto nato dalla collaborazione fra il coreografo Marius Petipa, il compositore Piotr Ilic Ciajkovskij e il direttore dei teatri imperiali Vsevolozskij. Era il trionfo della dorata e favolosa grandezza della corte del Re Sole, con la ballerina italiana Carlotta Brianza nella parte della protagonista, la principessa Aurora. Alexei Ratmansky, un maestro nella ripresa creativa dei classici, si è confrontato con questo capolavoro di repertorio con il rispetto e la passione che gli sono propri, allestendo una Bella Addormentata che ha visto la luce proprio nel 2015. Scene e costumi, basati sul lavoro di Léon Bakst per la storica produzione dei Balletti Russi di Diaghilev del 1921, l'Orafo 2015

sono del vincitore di un Tony Award Richard Hudson. La Scala di Milano offrirà questo spettacolo dal 26 settembre al 23 ottobre, impegnando il suo Corpo di Ballo e l’étoile Svetlana Zakharova che danzerà con l’artista ospite David Hallberg nelle serate del 26 settembre, 2 e 6 ottobre. L’allestimento sarà anche una nuova occasione per apprezzare il talento degli artisti di punta del Balletto scaligero, diretto da Makhar Vaziev. Tra loro, meritano attenzione i primi ballerini Nicoletta Manni e Claudio Coviello, noti e seguiti anche a livello internazionale, i primi ballerini Mick Zeni e Antonino Sutera, due punti di riferimento per la compagnia, le soliste Virna Toppi e Vittoria Valerio, promosse a ruoli primari a soli tre anni dall’arrivo alla Scala, e infine le new entries tra le stelle scaligere Angelo Greco e Timofej Andrijashenko, poco più che ventenni. 50

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A destra, Alexei Ratmansky, che ha curato la messa in scena e le integrazioni coreografiche della Bella Addormentata di Marius Petipa. Foto Gene Schiavone. ■ Right, Alexei Ratmansky, curator of the mise-en-scene and the choreographic integrations of the Sleeping Beauty by Marius Petipa. Photo by Gene Schiavone.

Qui sopra e a destra, alcune scene da La Bella Addormentata che andrà in scena alla Scala di Milano dal 26 settembre al 23 ottobre. Foto Gene Schiavone. ■ Above and right, stage images of the Sleeping Beauty featured by La Scala Theatre in Milan from 26th September to 23rd October. Photos by Gene Schiavone.

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A sinistra e sotto, a destra: Claudio Coviello e Timofej Andrijashenko. Foto Brescia e Amisano. â– Left and below, right: Claudio Coviello and Timofej Andrijashenko. Photos by Brescia and Amisano.

A destra e sopra, a sinistra: Angelo Greco e Nicoletta Manni. Foto Brescia e Amisano. â– Right and above, left: Angelo Greco and Nicoletta Manni. Photos by Brescia and Amisano.

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ORIENTE OCCIDENTE rovereto The Oriente Occidente festival in Rovereto has been representing for over thirty years a meeting point of cultures, genres and languages sharing the same passion for the world of contemporary dance and dance theatre. In fact, over the years, the show has put on stage the mutual artistic contamination between the eastern and western worlds by experimenting with new languages. Thinking back last year path, this year edition will be entitled "Corpi in conflitto 2. La bellezza della diversità" ("Conflicting bodies 2. The beauty of diversity"). The thirteen attending companies will therefore exploit dance to exalt the positive vision of corporeity and beauty emerging from diversity and biodiversity. The Festival program is also complemented by meetings, conferences, contests and workshops aiming at offering creative and productive opportunities for new choreographers and dancers.

UNOAERRE Bracciale rigido in oro giallo della collezione Unoaerre. ■ A yellow gold bangle from the Unoaerre collection.

TORINODANZA TURIN Also this year the Teatro Stabile of Turin hosts the Torinodanza Festival, an event addressed not only to the loyal audience of contemporary dance, but also to a public fond of dance in general. Besides the more traditional choreographic shows, the festival offers performances matching dance to the evocative aspects of theatre, cinema, poetry and circus art, also including hip-hop influences and 3D experiments. Then, here is a festival using dance to range over the various fields of contemporary creation, focusing not only on the Italian scene, but on the international one as well, with 15 companies coming from seven different countries. An original event characterised by its sense of discovery and curiosity.

P.V.Z. NEONERO Bracciali in oro della collezione Pizzo d'Oro - Neonero. ■ Gold bracelets from the Pizzo d'Oro - Neonero collection.

ROMAEUROPa ROME A kaleidoscope of arts and new technologies animates the RomaEuropa Festival. Theatre, dance, contemporary circus, art, technology and music meeting for 75 days at the thirtieth edition of the Festival that, this year, will be held from 23 September to 8 December in fourteen different areas in Rome, following a calendar crowded with meetings and projects addressed to the audience. This year the Festival revolves around the theme of Re-creation, a title hinting at the playful and joyful aspect of the event and arts and, at the same time, at the reinvention of shapes, times and aesthetic elements, part of the artistic creation. In this occasion, different arts will meet along with different countries telling their vision of the contemporary world and its changes, transforming the festival into an excellence showcase for the international scene.

PRESTIGE Bracciale in oro lavorato "a nido d'ape": ogni esagono viene lavorato e aggiunto singolarmente e va a comporre una superficie perfettamente liscia, compatta e al tempo stesso leggermente flessibile. ■ Gold bracelet realised using the “honeycomb” technique: every hexagon is worked and added individually to create a perfectly smooth, compact and slightly flexible surface.

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a still surprising fairy tale The Sleeping Beauty, a sumptuous ballet and the result of a collaborative effort between choreographer Marius Petipa, composer Piotr Ilyich Tchaikovsky and imperial theatre director Vsevolozskij, was staged in Saint Petersburg at the end of the nineteenth century, when the Russian aristocracy looked to France as a true example of luxury and elegance. It was a triumph of the fabulous, golden grandeur of Louis XIV and his court, with Italian ballerina Carlotta Brianza dancing the role of the protagonist, Princess Aurora. Alexei Ratmansky, a master at reinterpreting classic ballets with a creative twist, dealt with this repertoire masterpiece with all due respect and passion, staging a Sleeping Beauty that was produced in 2015 with sets and costumes by TonyAward-winner Richard Hudson, inspired by the work of Léon Bakst for the historic production of Diaghilev's Ballets Russes in 1921. The Sleeping Beauty will be staged at La Scala in Milan from September 26 to October 23, with the Company of the theatre and prima ballerina Svetlana Zakharova, who will dance with guest star David Hallberg on September 26 and October 2 and 6. This production will also be a new opportunity to appreciate the leading talents of La Scala’s company, directed by Makhar Vaziev. These include principal dancers Nicoletta Manni and Claudio Coviello, known and appreciated worldwide, principal dancers Mick Zeni and Antonino Sutera, solo dancers Virna Toppi and Vittoria Valerio, promoted to leading roles just three years after arriving at La Scala, and, finally, La Scala newcomers Angelo Greco and Timofej Andrijashenko, in their early twenties.

GIACOMOBURRONI Anello a spirale in argento 925 placcato, versione gold vintage. ■ Wrapped spiral ring in plated sterling silver, gold vintage version.

GIOVANNI RASPINI Bracciale Serpente in argento dorato. ■ Serpente bracelet, in gilded silver.

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P AV Ăˆ collection

erik ag i o i e l l i . c o m


People & Brands THE OUTSIDER

un'italiana

negli usa Autrice di gioielli poco convenzionali e molto fashion oriented, Federica Rettore ha conquistato le americane. E Couture l'ha premiata di Ilaria

P

Danieli

ietre irregolari trasformate in gioielleria da una irregolare del settore, almeno nel senso italiano del termine. Federica Rettore, designer arrivata al gioiello dopo un apprendistato come scultrice, è poco conosciuta in Italia se non tra gli insider, ma a Newport Beach in California oppure a Naples in Florida le frequentatrici degli shopping boulevard la conoscono benissimo. Le sue collezioni infatti non passano inosservate perché utilizzano pietre dure come materia prima e non come elemento decorativo o centrale di un oggetto in oro. Per esempio la manchette premiata dal Couture Award di Las Vegas usa pezzi di diaspro tagliato ad hoc come maglie di un bracciale unite tra loro da piccoli elementi in oro rosa che risultano assolutamente secondari nell’impatto estetico dell’oggetto. «Il mio è un genere - spiega Federica Rettore - che sfrutta materiali non necessariamente preziosi da un punto di vista “accademico” ma che attraverso il design e la lavorazione con oro e altre gemme diventa un gioiello a tutti gli effetti. Scelgo pietre diverse dalle usuali, materie che vedo durante i viaggi e le fiere a cui partecipo, oppure che mi vengono proposte dai miei fornitori di fiducia, come è accaduto per l’amazzonite, la labradorite, la riolite: mi affascinano i colori, le venature, i pattern che la natura ha disegnato su questi minerali». Una sensibilità molto vicina al mondo della moda, che infatti ha portato il brand Federica Rettore a introdursi nel filone delle tendenze, con una produzione che segue l’alternarsi delle stagioni sulle passerelle internazionali. «I miei non sono i gioielli “classici e senza tempo” che piacciono al pubblico italiano: io non proporrò mai piccoli anelli con il solitario o fili di perle e mi sono presto resa conto che non ero allineata con il gusto standard. Le mie collezioni funzionano bene dove le clienti delle gioiellerie hanno già il coffret à bijoux completo di tutti i “fondamentali” e anche di molti capricci, dai diamanti ai cocktail ring. Queste signore (negli USA ce ne sono tante più che in Italia) vengono da me per trovare il pezzo fashion da portare ogni giorno, il tocco di originalità che completa il look senza renderlo impegnativo». Attenzione però ad avvicinare i gioielli Rettore al mondo bijoux, tradizionalmente parallelo ai fashion trend: qui si parla di gioielli che vanno dai 3000 ai 20 mila euro, quindi alla portata di chi veste Prada o Gucci e non si accontenterebbe mai di un accessorio senza valore. Infatti proprio Frida Giannini, all’epoca art director di Gucci, scelse Federica Rettore come designer per la start up di gioielleria della maison. «Un’esperienza molto interessante, un incarico che ho tenuto dal 2005 l'Orafo 2015

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Da sinistra, in senso orario: bracciale Alba Panthère in diaspro, riolite, legno fossile, oro rosa e diamanti. Anello in oro rosa, avorio vegetale e diamanti. La designer Federica Rettore e, nella pagina a fianco, orecchini in oro rosa con tormaline del Madagascar, rubellite, tormaline rosa e rodolite.

al 2008 senza abbandonare il mio brand. L’impegno con Gucci mi ha consentito di sperimentare direttamente i ritmi e le esigenze produttive della moda». ■ Unconventional gemstones made into jewellery by an unconventional designer Federica Rettore, a designer who got into jewellery after serving her apprenticeship as a sculptor, is little known in Italy except among insiders, but boulevard shoppers in Newport Beach, California, or Naples, Florida, know her very well. Her collections never go unnoticed, as she uses semi-precious stones as raw materials and not as central or decorative elements of gold pieces. For example, the cuff bracelet that won a Couture Design Award in Las Vegas uses specially cut jasper pieces to make the meshes of a bracelet held together by small pink gold elements, which play only a minor role and don’t really affect the visual impact of the end product. l'Orafo 2015

«My style – says Federica Rettore – is based on materials that are not necessarily precious from an «academic» standpoint, but they become jewels in every respect through design and a combination of gold and other gems. I choose unusual materials, which I discover during my travels or at the exhibitions I take part in, or stones that are shown to me by my most trusted suppliers, as was the case with amazonite, labradorite, rhyolite; I am deeply fascinated by the colours, the veins and patterns that nature has drawn on these minerals». Very close to the fashion world, her sensibility has led the Federica Rettore brand to get into trends, with collections that follow the fashion seasons on international catwalks. «I don’t make the “classic and timeless” jewellery that Italians love; I will never offer traditional solitaire rings or classy pearl strands. My collections work well in places where customers have their jewellery boxes full with all the "essentials", as well as many fancy pieces, from diamonds to cocktail rings. These ladies – who are many more in the US than in Italy – come to me to find a fashionable piece to wear every day, an original touch to complete their outfit without making it look too serious». But be careful not to compare Rettore jewellery with costume jewellery, which also follows fashion trends: we are talking about pieces ranging from 3000 to 20 thousand euro, affordable for women who wear Prada or Gucci and would never settle for a worthless accessory. In fact, it was precisely Frida Giannini – then Art Director at Gucci – who chose Federica Rettore as a designer for the fashion house’s jewellery start-up. «I held the position from 2005 to 2008 without leaving my own brand, and it was a very interesting experience. Working at Gucci gave me the opportunity to experience the pace of fashion first-hand and understand the production requirements of this special industry». 57

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People & Brands IL PERSONAGGIO

la certezza

dei dubbi

Pluripremiato autore di straordinari pezzi unici, Alessio Boschi è sempre stato refrattario a schemi rigidi e realtà codificate. di

Antonella Garello

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a quando, nel 1994, si è diplomato all'Accademia di Costume e di Moda di Roma, Alessio Boschi ha collezionato una lunga serie di premi e riconoscimenti, tributo a una qualità impeccabile e a un gusto e uno stile fin dagli inizi originalissimi. Dopo aver lavorato con diversi marchi in Italia e all'estero, adesso è titolare di un proprio brand con base a Bangkok e non smette di sorprendere con gioielli multifunzione, oppure pieni di porticine e cassetti che nascondono sorprese e piccoli segreti: creazioni coloratissime, esagerate anche, ma sempre vive e appasssionate. «Non ho alle spalle una famiglia di gioiellieri e ho un approccio molto libero alla creazione dei miei gioielli, poco strutturato, non ho mai in mente un risultato da raggiungere. Posso decidere di sviluppare un'intera collezione per espandere un segno, un concetto, o qualcosa che ho visto e mi ha colpito. Oppure, al contrario, posso partire da una delle tante pietre particolari che ho sempre a disposizione e costruire intorno ad essa un gioiello. Credo fermamente nell'energia delle pietre, in un loro potere intrinseco: spesso non sono io a scegliere le gemme, sono loro a "chiamarmi" e da qui parte la sfida per sorprendere sempre e per cercare di creare qualcosa di diverso, femminile e nuovo». A guardare la varietà e la ricchezza dei suoi gioielli, sembra che le sue fonti di ispirazione siano le più diverse. «In un certo senso è così, basta guardarsi intorno con un minimo di curiosità per trovare ispirazione. La natura è stata per me fin da bambino un rifugio sicuro, una fonte di serenità che mi ha sempre permesso di volgere in positivo i momenti di difficoltà. E ancora adesso mi affascina in tutte le sue manifestazioni; penso agli animali e alle piante ma anche ai fenomeni vulcanici, al ghiaccio, alle stelle, agli organismi viventi, alla biologia... La mia collezione Naturalia è figlia l'Orafo 2015

di tutto questo, mentre Historica nasce da un background culturale, architettonico, storico e artistico: per una serie di anelli che hanno riscosso grande interesse, per esempio, mi sono ispirato alla storia di Casanova e al Palazzo Ducale di Venezia. L'altra mia collezione, Thalassa, è invece direttamente collegata alla bellezza incredibile delle profondità marine, che mi hanno definitivamente catturato con un corso sub». A Baselworld i suoi gioielli hanno attirato l'attenzione per l'opulenza, la fantasia, gli accostamenti di gemme meravigliose... Ha qualche pietra che ama più delle altre? «Posto che il mio colore preferito è il viola, quelli che prediligo sono in generale tutti i materiali insoliti, particolari. In questo senso ho una predilezione per l'opale nero, una pietra "difficile", mai uguale a se stessa, che mi affascina perché cambia aspetto a ogni minima variazione di angolazione e esposizione alla luce; forse mi affascina proprio perché mi rappresenta! E poi amo molto la tanzanite, col suo blu cobalto intenso tinto di viola, nelle cui sfumature ti perdi, la Paraiba che ricorda le acque dei mari tropicali, la labradorite, la pietra di luna, le perle...». Ha in mente una "acquirente ideale" quando si accinge a disegnare un nuovo gioiello? «Mi si passi una battuta che non vuole assolutamente 58

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A sinistra: anello della collezione Surprise me, con sorpresa nascosta, in oro bianco e rosa con diamanti bianchi, zaffiri blu e rubini. n Left: a ring from the Surprise me collection, with a hidden surprise, in white and rose gold with white diamonds, blue sapphires and rubies.

Collezione Historica: anello The Star of Taj, in oro bianco e rosa con zaffiri blu taglio a pera, diamanti bianchi, gialli e neri e smeraldo rotondo al centro. n Historica collection: The Star of Taj ring in white and rose gold, pearshaped blue sapphires, white, yellow and black diamonds and a round emerald at the center.

Anello Lotus Essence Green della collezione Naturalia, in oro rosa e bianco con diamanti bianchi, tsavoriti, zaffiri viola e tormalina verde centrale. n Lotus Essence Green ring from the Naturalia collection, in rose and white gold with white diamonds, tsavorites, purple sapphires and green tourmaline at the center.

A lato: anello Peony Aqua della collezione Naturalia, in oro bianco, diamanti bianchi, tsavoriti, smeraldi, tormaline Paraiba e acquamarina centrale. n Page alongside: Peony Aqua ring from the Naturalia collection, in white gold with white diamonds, tsavorites, emeralds, Paraiba tourmalines and aquamarine at the center. l'Orafo 2015

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People & Brands Orecchini Coral Rubellite in oro bianco, diamanti bianchi e neri, rubini, zaffiri rosa e arancio, rubellite taglio cushion. Collezione Thalassa. n Coral Rubellite earrings in white gold with white diamonds, black diamonds, rubies, pink and orange sapphires, cushion rubellite. Thalassa collection.

essere altezzosa: io non ho un target, ho uno stile, uno stile che è cresciuto con me e che ormai mi appartiene e mi rende riconoscibile. Penso solo a creare gioielli che siano femminili, delicati, che sappiano suscitare emozioni. Sinceramente mi sarebbe difficile lavorare avendo in mente una rigida fascia di prezzo o di età». Qualche compromesso dovrà pur farlo... «Ma certo! Per esempio, io lavoro molto con la Cina, e lì sono richieste pietre di un certo tipo, quelle codificate come preziose, a parte alcune eccezioni come le rubelliti e le tanzaniti. Le altre gemme - magari anche rarissime o estremamente particolari - vengono percepite come troppo cheap, quindi è inutile insistere. Dico solo che, dove possibile, preferisco approcci non "matematici"». E la scelta di spostarsi a Bangkok? «Bangkok è il centro mondiale delle pietre, sia come taglio, sia come immensa disponibilità di materiale e di selezionatori esperti a costi ragionevoli. Basti pensare alla quantità di gemme che ci vogliono per poter selezionare quelle necessarie a un gioiello di certe dimensioni con pietre digradanti e sfumature di colori, come spesso è il mio caso! E poi, rispetto all'Italia, è una società che in generale è più veloce, dinamica, propositiva e aperta ai cambiamenti. Per non parlare poi del sistema di tassazione italiano e delle scarse agevolazioni sulle esportazioni». Ma ha ancora senso, in queste condizioni, parlare di "Made in Italy"? «Oggi più che mai. E parlo per esperienza, avendo lavorato praticamente sempre all'estero. La gioielleria "Made in Italy" è richiestissima perché è sinonimo di raffinatezza, di ricerca e rispetto delle proporzioni, di un gusto che non è mai estrel'Orafo 2015

mo - come è a volte quello nordeuropeo - né approssimativo - come invece osserviamo in certi gioielli orientali. E questi non sono luoghi comuni, è la realtà, perché la nostra gioielleria è impregnata della nostra storia e della nostra cultura. I miei gioielli vengono realizzati a Bangkok, ma io coordino un team internazionale e seguo personalmente, maniacalmente, ogni singolo passo della realizzazione, dal disegno ai modelli in cera e così via. Naturalmente questo è un tema quanto mai attuale di discussione, ma personalmente mi interessa più il "come" che il "dove" viene realizzato un gioiello». E quali sono i gioielli che le piacciono? «Al di là dei nomi, mi emozionano i gioielli straordinari, che osano andare al di là delle convenzioni; o, al contrario, quelli che mostrano la più classica delle perfezioni, quella delle proporzioni» Lavora da tanto in questo settore e gli ultimi anni non sono certo stati facili. Non si è ancora stancato? «I momenti di difficoltà o sconforto vengono regolarmente spazzati via ogni volta che vedo un mio gioiello finito - ognuno di loro richiede mesi di lavoro. Ogni volta è la stessa emozione, e ogni volta l'emozione è diversa. Penso che non mi stancherò mai. E poi io sono una persona piena di ambizione, dove ambizione ha per me una connotazione positiva: lontanissima dalla prosopopea, dall'arroganza, dall'arrivismo, è la spinta ad andare sempre avanti, a migliorarsi. Ed è figlia dei dubbi - su quello che ho fatto, che potrei o avrei potuto fare: l'unica vera certezza che ho!» English translation: English translation: see pag. 111 60

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LA JOAILLERIE

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Una storia di splendori senza miserie, inziata in Francia per poi espandersi alle corti di tutto il mondo, sempre cercando, e trovando, il meglio. Per i ricchissimi, ma non solo: soprattutto oggi di Ilaria

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Heritage

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roprio lei, l’imperatrice Eugenia, lo manda a chiamare, perché desidera ordinare un servizio da tè in argento. In quel giorno del 1859 Louis-François Cartier capisce di aver conquistato Parigi e di avere davanti a sé il tappeto rosso del lusso internazionale. Con intuito, un grande talento nelle pubbliche relazioni e un senso del bello non inferiore a una potente ambizione, il gioielliere parigino era riuscito a trasformare il piccolo laboratorio di Mastro Adolphe Picard in una maison di alto prestigio, in grado di incontrare i gusti esigenti dell’aristocrazia elegante di Parigi. Tanto che qualche anno dopo, con l’aiuto del figlio Alfred, LouisFrançois Cartier avvia un piano di internazionalizzazione che tocca New York e Londra, città in cui la maison ottiene il titolo di “Gioielliere dei Re, Re dei gioiellieri” dal principe di Galles, futuro re Edoardo VII. Da lì il viaggio arriva alle corti di Russia e di Persia, d’Egitto e del Siam, fino all’India dei Maharaja che affidano alla creatività degli atelier parigini i loro tesori di pietre preziose consentendo a Cartier di misurarsi con la miglior materia prima del mondo e di mettere a punto uno stile che dopo la grazia delle collezioni Ghirlanda trova la sua massima espressione nel rigore architettonico delle astrazioni Déco. E’ il momento in cui esplode la passione esotica per i colori brillanti e saturi importata nella Ville Lumière dai Balletti Russi, ma anche dalla scoperta della tomba dorata di Tutankhamon in Egitto. Cartier usa onice e corallo, lacche cinesi e lastre di madreperla per decorare le sue famose pendole e pendulette, sviluppando un know how nella misurazione del tempo destinato a diventare un asset fondamentale della maison. I primi anni del secolo vedono infatti la nascita di alcuni modelli da polso destinati a fare la storia dell’orologeria, dal l'Orafo 2015

In alto, a sinistra: Alfred Cartier, figlio del fondatore, e i suoi tre figli. Qui a fianco, il disegno di un anello con smeraldo e diamanti datato 1936. n Above, left: Alfred Cartier, the founder's son, and his three sons. Aside, the sketch of a ring with emerald and diamonds dated 1936.

Santos creato per Alberto Santos-Dumont, pioniere dell’aeronautica, fino al Tank lanciato nel 1917, chiamato così perché la sua forma quadrata ricordava i carri armati della Prima Guerra Mondiale. Dietro le quinte di questa scalata al successo figurano alcuni personaggichiave della tecnica orologiera, come il geniale maestro Maurice Couët, e dell’innovazione estetica nel design, come Jeanne Toussaint, amica di Coco Chanel e per molti anni direttore artistico dell’Alta Gioielleria Cartier, dove è diventata famosa per aver rinnovato e femminilizzato, con un tocco sensuale, la gioielleria europea. È sua l’idea di tradurre la vague esotica del momento in una esplorazione della fauna più selvaggia, proponendo alla duchessa di Windsor le pantere tempestate di diamanti e zaffiri che diventarono un’icona delle collezioni Cartier e che conquistarono i favori di socialite e gentildonne come Barbara Hutton e Nina Dyer. I diversi passaggi di proprietà, dagli anni ’60 in poi, dalla famiglia Cartier ad acquirenti internazionali e infine al Luxury Group 66

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A sinistra, le vetrine della storica boutique parigina Cartier al 13 di Rue de la Paix, nel 1915. In basso, una delle prime Panthère (in platino, diamanti bianchi e fancy gialli, zaffiri) ideate da Jeanne Toussaint per la duchessa di Windsor. Questa è del 1949. n Left, the windows of the historic Parisian Cartier boutique at number 13 of Rue de la Paix. Below, one of the first Panthère (in platinum with white and yellow diamonds, sapphires) created by Jeanne Toussaint for the Duchess of Windsor. This one was made in 1949.

Richemont, non compromisero il prestigio del brand né il suo livello stilistico, che anzi continuò a evolversi fino alla creazione dei Must, ovvero nuove linee di prodotto come borse, penne e profumi. Negli anni più recenti un filone di design essenziale e incisivo segna l’apertura di Cartier anche ai gusti della clientela più giovane e del mercato internazionale penalizzato dalla crisi ma non per questo rassegnato a rinunciare alla classe e alla qualità: è il caso della collezione Love e Juste un Clou, ma anche della rilettura di alcuni classici come l’anello Trinity nei tre colori dell’oro. Questo heritage, riassunto in 600 capolavori di gioielleria, è andato in scena al Grand Palais di Parigi nella stagione natalizia del 2013: una occasione unica, la più grande e completa mai organizzata, per rivivere i fasti del Novecento secondo Cartier. È storia recente invece la linea Amulette, che esplora con estrema semplicità il gioiello inteso come talismano, stilizzando un lucchetto in un elemento circolare (declinato come anello, ciondolo oppure orecchino) ricavato da pietre naturali di diversi colori, tutti carichi di significati: opale per la gioia di vivere, malachite per la fortuna, lapislazzuli per la serenità, corniola per la vitalità e crisoprasio per la prosperità, ma anche onice per il coraggio. Nel frattempo i tesori della maison non cessano di arricchirsi di nuovi masterpiece tempestati di diamanti e rubini che si svelano agli happy few, spesso orientali, in grado di spendere somme considerevoli e di frequentare la Biennale des Antiquaires oltre alle boutique Cartier delle metropoli occidentali. Come quella di Milano, recentemente ampliata, distribuita su quattro piani che dispongono di ampi corridoi per far sentire a proprio agio anche un gran numero di clienti. Nonostante il rallentamento del mercato interno degli ultimi anni, infatti, Milano resta una destinazione strategica per lo shopping turistico proveniente dalla Russia e dalla Cina, tanto che gli headquarters della maison hanno deciso di porre alla guida dell’Europa del Sud (Italia, Grecia e Turchia) uno dei manager più giovani e promettenti, François Marc Sastre, quarantenne con una esperienza già quasi ventennale nel Gruppo Richemont che ha fatto proprie le parole di Winston Churchill: «Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista l’opportunità in ogni difficoltà». L’ultima sfida custodita nella boîte l'Orafo 2015

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Da sinistra, il primo Tank del 1917, il bozzetto di un orologio per la principessa Mdivani (1935) e un Tank Américaine di forma rettangolare. n From left, the first Tank (1917), the sketch of a watch for the Mdivani Princess (1935 and a rectangular shaped Tank Américaine.

rouge bordata d’oro si chiama Clé de Cartier ed è un orologio ispirato al cerchio perfetto, niente di meno. Precisione ed equilibrio delle forme per un modello arrotondato con numeri romani che viene proposto sia in oro rosa e cinturino in pelle sia in oro bianco tutto pavettato di diamanti: anche le icone tentano il ricambio generazionale ma serviranno almeno 50 anni per stabilire se il Clé potrà competere, o sostituire, un evergreen come il Tank. n It was Empress Eugenie in person who sent for him, because she wanted to order a silver tea set. On that day in 1859, Louis-Francois Cartier realised that he had conquered Paris and he had the red carpet of international luxury lying ahead of him. With some insight, a natural talent in public relations and a keen sense of beauty, as well as overriding ambition, the Parisian jeweller managed to transform Master Adolphe Picard’s small workshop into a prestigious jewellery shop that could meet the demanding tastes of Paris’s elegant aristocracy. So much that a few years later, with the help of his son Alfred, Louis-François Cartier undertook an internationalisation plan that reached New York and London, where he was described as “the Jeweller of Kings and the King of Jewellers” by the Prince of Wales, the future Edward VII. His journey continued from there to the courts of Russia and Persia, Egypt and Siam, and all the way to India’s Maharaja, who entrusted their treasures and precious l'Orafo 2015

stones to Paris’s most creative ateliers, allowing Cartier to deal with the world’s best raw materials and develop a style that found its highest expression in the architectural rigour of Déco abstractions, as well as in the grace of Garland collections. In those years, the Ballets Russes, but also the discovery of Tutankhamun’s golden tomb in Egypt, brought an exotic wave of passion for bright and saturated colours to the City of Lights. Cartier used onyx and coral, Chinese lacquer and mother of pearl plates to decorate its famous clocks and pendulette table clocks, developing a timekeeping expertise that later became a key asset for the company. The early years of the century saw the creation of some wrist models that made the history of watchmaking, from the Santos model designed by aviation pioneer Alberto Santos-Dumont, to the Tank watch launched in 1917, so named because its square shape evoked the tanks used in World War I. Behind the company’s rise to fame were some key personalities including talented watch-makers, such as master Maurice Couët, and innovative designers, such as Jeanne Toussaint, a friend of Coco Chanel and artistic director of Cartier’s High Jewellery Division for many years. It was his idea to translate the exotic wave of the moment into an exploration of wild fauna, enchanting the Duchess of Windsor with the diamond and sapphire studded panthers that later became an icon of Cartier collections and won the favour of socialites and gentlewomen 68

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Bracciale in oro bianco con onice, smeraldi e diamanti. Collezione Panthère de Cartier. n White gold bracelet with onyx, emeralds and diamonds. Panthère de Cartier collection.

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Heritage Dall'alto a sinistra in senso orario: anello Amulette in oro con diamante e lapislazzuli; immagine di campagna con orecchino della stessa collezione; i nuovi orologi Clé de Cartier e la borsa C de Cartier. n From top, left, clockwise: Amulette ring in gold with diamond and lapis lazuli, a campaign image with earrings of the same collection, the new Clé de Cartier watches and the C de Cartier bag.

such as Barbara Hutton and Nina Dyer. The changes of ownership that involved the company from the 60s onwards, from the Cartier family to international buyers, and finally the Richemont Luxury Group, did not affect the brand’s prestige or style, which continued to evolve with the creation of “Must de Cartier”, the new lines featuring bags, pens and perfumes. In recent years, a number of minimalist yet powerful pieces allowed Cartier to reach out to younger customers and the international market, heavily affected by the crisis but unwilling to sacrifice class and quality; this was the case of Love and Juste un Clou collections, but also the reinterpretation of some classic pieces, such as the Trinity ring in the three colours of gold. Summed up in 600 jewellery masterpieces, this precious heritage was staged at Paris’s Grand Palais in the 2013 Christmas season, a unique opportunity – the largest and most comprehensive ever organised – to relive the glories of the twentieth century according to Cartier. On the other hand, the Amulette line is a recent production that explores the concept of jewellery as a charm in a very simple way, with stylised natural stone locks coming in different colours full of meaning: opal, standing for the joy of living, malachite for luck, lapis lazuli for peace and serenity, l'Orafo 2015

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A destra, François Marc Sastre, Direttore generale Cartier Sud Europa (Italia, Grecia e Turchia) dall'aprile 2013. n Right, François Marc Sastre, Ceo Cartier South Europe (Italy, Greece and Turkey) from April 2013.

Qui sopra, anello in oro rosa, malachite e opali di fuoco; sotto, anello in oro rosa, morganite, perle coltivate d’acqua dolce e spinelli. Entrambi della collezione Paris Nouvelle Vague. n Above, rose gold ring with malachite and fire opals; below, rose gold ring with freshwater pearls and spinels. Both from the Paris Nouvelle Vague collection.

carnelian for vitality, and agates for prosperity, but also onyx for courage. Meanwhile, the brand’s treasures are constantly enriched with new diamond and ruby studded masterpieces that are revealed to a happy few, often from the East, who can spend huge sums of money and go to the Biennale des Antiquaires, or to Cartier boutiques in big western cities. One example is Milan’s recently expanded boutique, covering four floors with wide aisles to make even a large number of customers feel at ease. Despite the recent slowdown in the domestic market, Milan is still a strategic shopping destination for tourists from Russia and China, so much that the brand’s headquarters decided to give the lead of its Southern Europe division (Italy, Greece and Turkey) to one of its youngest and most promising managers, François Marc Sastre, a fortyyear-old with almost twenty years of experience in the Richemont Group who took Winston Churchill’s words as his motto: «A pessimist sees the difficulty in every opportunity; an optimist sees the opportunity in every difficulty». The last challenge in the little red box with gold lace borders is called Clé de Cartier, a watch inspired by the perfect circle, no less. Accurate and balanced shapes create a rounded model with Roman numerals, which comes in either rose gold with leather strap or diamond studded white gold; even big icons are trying to start a generational change, but it will take at least 50 years to tell whether the Clé watch will ever be able to compete with, or replace, an evergreen like Tank.



Heritage STORIA D'IMPRESA

LA FABBRICA

DEGLI AFFETTI L'anno prossimo ricorre il novantesimo anniversario della Unoaerre: una storia indissolubilmente legata alle fedi matrimoniali e alla medaglia dell'amore di

Antonella Garello

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Heritage

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La lunga e sotto tanti aspetti straordinaria storia della Unoaerre è legata a doppio filo alla storia e alla cultura del nostro Paese ed è anche emblematica di un modo tutto italiano di fare impresa, sopravvivendo ai momenti peggiori con coraggio, cultura e spirito d'innovazione. Prima fabbrica orafa della città di Arezzo, viene fondata nel 1926 da Lopoldo Gori e Carlo Zucchi come "Gori & Zucchi" e riceverà nel 1934 il primo marchio di fabbrica della provincia, 1AR, che, scritto per esteso, negli anni '50 sarà registrato come nuovo marchio aziendale. Negli anni dell'"Oro alla Patria", la Gori & Zucchi fu uno dei principali fornitori di fedi autarchiche in ferro e materiali poveri e durante la seconda Guerra Mondiale i laboratori degli esordi vennero bombardati e danneggiati. Negli anni '50 i fondatori, pare ispirati dall'anello nuziale della Vergine, un unico cerchio in onice custodito nella Cattedrale di Perugia, legano indissolubilmente il nome della 1AR alle nuove fedi nuziali, prive di saldature e dunque simbolicamente prive di impurità. Nel logo attuale è ancora una fede nuziale a racchiudere il nome dell'azienda; e non a caso la Unoaerre è ancora oggi leader nel settore italiano delle fedi, con oltre 4000 punti vendita serviti: ogni anno in Italia oltre 200 mila matrimoni vengono celebrati con fedi Unoaerre. Gli anni Sessanta, creativi e aperti agli stimoli culturali, sono quelli della celeberrima Medaglia dell'Amore, vero e proprio fenomeno con oltre 15 milioni di pezzi venduti in Italia in più di 25 anni. Le parole "+ di ieri - di domani", tratte da alcuni versi della poetessa Rosemunde Gérard, furono incisi sulle medagliette (primo prodotto orafo a essere pubblicizzato nei quotidiani nazionali e nelle riviste di settore e addirittura nel "Carosello") e declinate in una vastissima serie di varianti. Quegli anni sono segnati anche dalla collaborazione con artisti di fama internazionale, come Giacomo Manzù, Giò Pomodoro, Bino Bini, Salvador Dalì. Grazie ai concorsi internazionali per la Medaglia e la Placchetta d'Arte, Arezzo diventa Capitale della Medaglia d'Arte. «La Unoaerre ha sempre avuto effetti positivi di crescita sociale e benessere economico nel distretto, anche attraverso l'enucleazione di nuove imprese - afferma Luca Benvenuti, CFO Unoaerre Industries - Il rapporto con la città è sempre stato fortissimo e vi è ancora un grande rispetto l'Orafo 2015

Pagina precedente: la fabbrica 1AR negli anni '50 e una coppia di fedi. In questa pagina, a sinistra: la prima sede della 1AR, in via di Seteria; qui sopra, operai e operaie al lavoro negli anni '50. ■ Previous page: The 1AR headquarters in the '50s and two wedding bands. This page, left: the first 1AR headquarters, in Via di Seteria. Above: factory workers in the Fifties.

reciproco. Il recupero della continuità aziendale e quindi il salvataggio dell'azienda, negli anni scorsi, è stato fortemente voluto dalla città e soprattutto da un imprenditore, Sergio Squarcialupi, che aveva quel senso di appartenenza, di forti contenuti etici, morali e di riconoscenza verso un'azienda che ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo di un'intera provincia». Negli anni Novanta furono lanciate le medaglie dell'Amore create da due artisti del calibro di Salvatore Fiume e Pietro Cascella. Ma a far definire la Unoaerre "fabbrica degli affetti" furono anche il solitario detto "Anello dell'Amore", le fedine "Anninsieme" e tutta una serie di gioielli dedicati all'amore, con i simboli del cuore, dei lucchetti, degli intrecci e dei nodi. Oggi la Unoaerre resta una delle principali aziende orafe al mondo (insieme a Chimet SpA vanta un fatturato consolidato che sfiora i due miliardi di euro), presente sui principali mercati internazionali con una produzione vastissima di prodotti in tutte le carature dell'oro, ma anche in argento e materiali non preziosi, realizzati con la massima attenzione alla qualità e adatti a un pubblico più giovane, attento alle sempre nuove tendenze della moda. Nel 1998 è stato inaugurato ad Arezzo il Museo aziendale, primo museo dedicato all'arte orafa. «Il Museo è il luogo in cui si materializza l'identità dell'azienda in tutta la sua complessità e ricchezza e in cui diventa tangibile la memoria dell'impresa - spiega ancora Luca Benvenuti - attraverso la rac74

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In questa pagina: la parure Nuvole è stata realizzata da Giò Pomodoro nel 1999 e oggi è custodita nel Museo aziendale Unoaerre. In basso: Sergio Squarcialupi, attuale amministratore delegato di Unoarre Industries SpA. ■ This page: the Nuvole set was created by Italian artist Giò Pomodoro in 1999 and it is now exhibited inside the Unoaerre Museum. Below: Sergio Squarcialupi, actual managing director, Unoaerre Industries SpA.

colta, la conservazione, lo studio, la messa in mostra degli oggetti, degli strumenti, dei macchinari, dei luoghi stessi, dei prodotti. Il senso del Museo nasce proprio a partire da chi lavora in azienda ed è patrimonio degli stessi lavoratori». ■ The long and, in many ways, extraordinary story of Unoaerre is tightly linked to that of our country and it is also symbolic of an all Italian way to make business, surviving the worst moments with courage, culture and an innovation spirit. The first goldsmith company in the city of Arezzo, it was founded in 1926 by Leopoldo Gori and Carlo Zucchi as “Gori & Zucchi” and in 1934 it would receive the first brand name of the province, 1AR, that, written in full, in the ’50s would be registered as the new company trademark. During the years of “gold to your country”, Gori & Zucchi was one of the first suppliers of autarchic wedding rings made of iron and other poor materials, while during World War II the laboratories where it began were bombed and damaged. In the fifties, the founders, probably taking inspiration from the Virgin wedding ring, a single onyx circle preserved in the Cathedral of Perugia, link indissolubly the name of 1Ar to the new wedding rings, with no welding and so symbolically free from impurities. The current logo is still a wedding ring enclosing the name of the company and it is not by chance that Unoaerre is still today a leading company in the Italian field of wedding rings, with over 4000 stores served: every year in Italy 200 thousand weddings are celebrated using Unoaerre rings. The 60s, a creative decade open to cultural stimuli, see the famous Medal of Love, a true phenomenon with over 15 million items sold in Italy over more than 25 years. The l'Orafo 2015

words "+ than yesterday - than tomorrow", taken from some lines of the french poet Rosemunde Gérard, were engraved on some small medals (the first goldsmith product to be advertised on national newspapers and on industry magazines and even in "Carosello") available in a wide range of variations. Those years were also marked by the collaboration with internationally acknowledged artists such as Giacomo Manzù, Giò

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Heritage In questa pagina: un bracciale delle ultime collezioni e una serie di medaglie storiche dedicate all'Amore. ■ This page: a bracelet from the latest collections and a series of historical medals, dedicated to Love.

Pomodoro, Bino Bini, Salvador Dalì. Thanks to international contests for the Art Medal and Plate, Arezzo becomes the capital of the Art Medal. «Unoaerre has always had positive effects on the social growth and economic wealth of the district even through the enucleation of new companies - says Luca Benvenuti, CFO Unoaerre Industries - The relationship with the city has always been very strong and there is still a mutual respect. The recovery of the company continuity and then its saving over the last few years was strongly wanted by the city and above all by entrepreneur Sergio Squarcialupi, who had that sense of belonging, of strong ethical, moral contents, of gratitude towards a company that contributed in a decisive way to the development of a whole province». In the nineties the love medals were launched, created by two such artists as Salvatore Fiume and Pietro Cascella. However, the solitary ring named "the ring of love", the wedding rings "years together" and a whole series of jewels dedicated to love with the symbols of heart, locks, weavings and knots contributed to the definition of Unoaerre as the “factory of affections”. Today Unoaerre remains one of the most important goldsmith companies in the world (along with Chimet Spa it has a consolidated turnover approaching two billion euros), present on the international markets with a wide range of products in all gold caratages, but also in silver and non-precious materials, realised with the utmost attention to quality and suitable to a younger public, attentive to fashion trends. In 1998 the company museum, the first to be dedicated to the goldsmith art, was opened in Arezzo. «The museum is the place where the company identity becomes visible in all its complexity and richness and its memory is tangible continues Luca Benvenuti - through the collection, the study and the display of objects, tools, machinery, places and products. The sense of the Museum develops starting from those working in the company and is a heritage belonging to these same workers”. l'Orafo 2015

I fondatori Leopoldo Gori e Carlo Zucchi, raffigurati in un grande tondo, opera dello scultore Enzo Scatragli, posto all'ingresso esterno dell'azienda. ■ Founders Carlo Zucchi and Leopoldo Gori, depicted in a large roundel by sculptor Enzo Scatragli placed at the entrance to the company building.

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La Unoaerre ha legato indissolubilmente il proprio nome alle fedi matrimoniali e alle celeberrime Medaglie dell'Amore. In questa pagina, alcune storiche campagne pubblicitarie e una coppia di vere, che restano uno dei cavalli di battaglia aziendali.

jamcommunication.it

The name of Unoaerre is indissolubly linked to the wedding rings and to the world-famous Medals of Love. This page: some historical ad campaigns and a couple of wedding rings, still a featherin-the-cap of the Arezzo company.



Heritage ALFRED BAUR, PIONNIER ET COLLECTIONNEUR

SCONOSCIUTO

ORIENTE

Meraviglie delle arti applicate cinesi e giapponesi in una originale monografia di Five Continents Editions di Emanuela

Chiesa

A

lfred Baur, collezionista svizzero vissuto tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, sembra uscito dalle suggestive pagine di un romanzo di Rudyard Kipling, il cantore dell'India coloniale di Kim e de Il libro della giungla. Stabilitosi giovanissimo a Ceylon (Colombo, Sri Lanka), come impiegato in una compagnia commerciale, Baur nel 1897 fondò una propria attività e parallelamente si dedicò alla ricerca e alla collezione di oggetti rari e preziosi provenienti da tutto l'estremo oriente: porcellane cinesi di varie epoche, dalla dinastia Tang (618-907) alla dinastia Qing (1644-1911), più di 500 snuff bottles (flaconcini usati per contenere tabacco da fiuto) in cristallo, agata, calcedonio, porcellana, lacca e avorio, e poi vasi, incensieri e altri oggetti in giada, lacche giapponesi, tsuba, fuchi e kashira (ornamenti per spade giapponesi), tabacchiere, astucci, Netsuke (amuleti benauguranti e taumaturgici), stampe e tessuti del XVIII secolo. Tutti questi objets de curiosité ora compongono una sorprendente e unica collezione di più di 9000 pezzi custodita a Ginevra alla Fondation Baur - Musée des Arts d'Extreme-Orient, che ha sede in un elegante palazzo della fine del XIX secolo. A 150 anni dalla nascita del collezionista, un libro di Five Continents Editions curato dalla storica dell'arte Monique Crick e da Helen Loveday, conservatrice del museo Baur e storica dell'arte cinese e giapponese, illustrato da splendide foto di Hughes Dubois, propone una scelta dei pezzi più significativi raccolti da Baur. Non si tratta di un comune volume fotografico, bensì di un libro d'arte, un vero e proprio gioiello tipografico in cui la qualità e l'efficacia delle riproduzioni consentono un'esperienza quasi tattile con gli splendidi oggetti fotografati (e questo giustifica il prezzo di 250 euro). Una lettura colta e insieme avvincente che trasporta nel mondo rarefatto, esotico ed elegante dell'arte cinese e giapponese di due secoli fa ma anche nella sensibilità estetica di un cultore del genere, attentissimo nel selezionare oggetti di grande perfezione tecnica e bellezza.

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Heritage In basso, la copertina del volume Alfred Baur, pionnier et collectionneur edito da Five Continents Editions. n Below, the cover of the book Alfred Baur, pionnier et collectionneur published by Five Continents Editions.

Alfred Baur, Swiss collector who lived between the end of the nineteenth and the first half of the twentieth century, seems to have come out from the enthralling pages of a novel by Rudyard Kipling, the singer of colonial India in Kim and The Jungle Book. As a young boy he settled in Ceylon (Colombo, Sri Lanka) working as a clerk in a trading company. In 1897 he founded his own business simultaneously devoting to the search and collection of rare and precious objects coming from the entire Far East: Chinese porcelain of various ages, more than 500 snuff bottles (small bottles used to store snuff), and then vases, incense burners and other items in jade, Japanese lacquers, Netsuke (well-wishing and thaumaturgical amulets), XVIII century prints and fabrics. All these objets de curiosité are now included in a collection of more than 9000 items preserved in Geneva in the Fondation Baur - Musée des Arts d'Extreme-Orient. For the 150th anniversary of the collector’s birth, a book by Five Continents Editions curated by the art historian Monique Crick and by Helen Loveday, conservator of the Baur Museum and historian of Chinese and Japanese art, illustrated by the magnificent pictures of Hughes Dubois, proposes a selection of the most remarkable items collected by Baur. It is not an ordinary photo book, though an art one, whose quality allows for a nearly tactile experience with the outstanding photographed objects. A cultured as well as enthralling reading that takes you to the exotic and elegant world of Chinese and Japanese Art of more than two centuries ago, but also to the aesthetic sensitivity of a lover of this kind of objects, able to select items of a great technical perfection and beauty.

Bottiglia "en forme de lune" decorata con smalto giallo e motivo di uccelli in blu cobalto. Epoca Qing (1722-1735). n Bottle "en forme de lune" with a decoration of yellow enamel and birds in cobalt blue. Qing Epoch (1722-1735).

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Da sinistra, in senso orario: oggetti finemente decorati in lacca e smalti del diciannovesimo secolo. n From left, clockwise: small objects finely decorated with lacquer and enamels (Nineteenth century).

Qui sopra, dettaglio della decorazione di una coppa da SakÊ del periodo Edo (XIX° secolo). A destra, coppia di vasi dipinti a smalti di epoca Qing (1735-1796). n Above, detail of the decoration of a SakÊ cup from the Edo Epoch (Nineteenth century). Right, a couple of vases with enamels decorations of the Qing epoch (1735-1796). l'Orafo 2015

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Heritage Dettaglio della decorazione di un piccolo piano da scrittura in lacca di epoca Edo (18011868). n Detail of the decoration of a writing little table in lacquer. Edo epoch (1801-1868).

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WONDERLAND Il codice colore è vintage, l'immaginario è rétro, il dinamismo è futuristico: nel mondo del regista più amato dal fashion world i gioielli non possono mancare Di Marianna Redaelli - Foto di Close up studios

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ra colori caramella e inquadrature che sembrano uscire da un film muto o da un varietà televisivo anni ’60, il regista Wes Anderson si è imposto con un linguaggio cinematografico che trova il suo punto di forza nelle scelte formali più che nella trama o nei personaggi. La realtà distante da qualsiasi schema, le simmetrie scenografiche curate nei minimi dettagli e le coreografie teatrali dei movimenti di gruppo esprimono una sensibilità estetica che non poteva sfuggire all’occhio attento di Miuccia Prada, da sempre molto vicina al mondo artistico come mecenate e collezionista. Infatti la stilista lo ha voluto come progettista del Bar Luce, il locale sempre aperto al pubblico posto all’interno della nuova Fondazione milanese del brand, in largo Isarco 2. ■ Among candy colours and shots reminding those of a silent movie or a ‘60s TV show, the film director Wes Anderson distinguished himself for a cinematographic language having its strong points in formal choices more than in plot or characters. The reality far from any pattern, the symmetries of scenery studied in their utmost details along with the theatrical choreographies of the group movements express an aesthetic sensitivity that could not go unnoticed to the keen eye of Miuccia Prada, who has always been very close to the artistic world as a patron and collector. In fact, the fashion designer chose him as planner of Bar Luce, the place always open to the public located within the new brand Foundation in Largo Isarco 2, Milan.

Alcune immagini dell'arredamento del Bar Luce a cura di Wes Anderson per la Fondazione Prada di Milano, recentemente inaugurata. Sullo sfondo delle immagini che seguono, inquadrature tratte dai film The Tenenbaums e Grand Budapest Hotel. ■ Interiors of the Bar Luce by Wes Anderson for the Prada Foundation, recently opened in Milan. In the backgroud of the following pictures, frames from The Tenenbaums and Grand Budapest Hotel movies. l'Orafo 2015

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A pagina 63: orecchini Chantecler della collezione Paillettes in oro rosa e smalti. Décolletée di Jimmy Choo ricoperta in pizzo di seta. In questa pagina: Orecchini New Italian Art in oro rosa con diamanti, ametista, kunzite e quarzo lemon. Ballerine in broccato di seta e applicazioni di Swarovski. ■ Page 63: earrings by Chantecler in rose gold and enamel from the Paillettes collection. Pump by Jimmy Choo covered with silk lace. This page: earrings by New Italian Art in rose gold with diamonds, amethyst, kunzite, and lemon quartz. Flat shoes by René Caovilla in brocade and Swarovski decorations.

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Visual Orecchini in oro bianco, diamanti, zaffiri gialli e danburite di Stefan Hafner. Ballerine di Jimmy Choo in pelle metallizzata effetto craquelé con applicazione di cristalli. ■ White gold earrings with diamonds, yellow sapphires and danburite by Stefan Hafner. Flat precious shoes by Jimmy Choo in leather with metal craquelé effect and crystal decorations.

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Orecchini di Leo Pizzo in oro con diamanti, zaffiri e topazi blu. Clutch di Jimmy Choo in suede azzurro polvere con chiusura a scultura effetto nodo. â– Gold earrings by Leo Pizzo with diamonds, sapphires and blue topaz. Clutch bag by Jimmy Choo in light blue suede with a sculpture clasp like a knot.

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Visual Orecchini di Zydo in oro e diamanti a forma di cuori con finitura in colorazione nanoceramica. Micro clutch di Benedetta Bruzziches in vitello rosa effetto matelassĂŠ con fermaglio scultura in metallo dorato. â– Gold and diamonds heart-shaped earrings by Zydo with nanoceramic coloured finishing. Micro clutch bag by Benedetta Bruzziches in rose matelassĂŠ leather with a gilded metal sculpture.

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Inside Jewelry ADVERTISING

IL SEGRETO È

FAR SOGNARE Torna la nostra inchiesta su gradimento e riconoscimento della comunicazione orafa: con Tiffany & Co. über alles di Vittorio

Montieri

GRADIMENTO ANNUNCI STAMPA 2014 ▪ LIKEABILTY OF PRINT ADS 2014

3,5

Tiff

Car any t &C Pan ier o. do ra Bro s Mo way rel Vis lato c Sw onti aro vsk Ra spi i Gu ni ess Re ca Mi rlo lun a Do d Eas o y Jac k& Str Co. o Bo ili cc Bu adam lga o ri Cri vel l Vh ern i ier Da mi a Sal vin ni i D& D S’A gap So ò ldi ni Cri sta lN 4Y et ou Am e Le n Be b Ro sa é Tro to llb ead My s Jew Art els lin ea

molto 4

così così 3

2,5

poco 2

1,5

per niente 1


Inside Jewelry

I

l 640 di Park Avenue è uno degli indirizzi più esclusivi di Manhattan: dodici appartamenti di un intero piano da oltre 20 milioni di dollari. Freja Beha Erichsen è una supermodel danese: ha posato e sfilato per tutti i grandi nomi, a cominciare da Prada dieci anni fa per finire con Louis Vuitton qualche settimana fa. Lo scorso autunno è stata immortalata da Craig McDean, fotografo inglese tra i più rinomati, mentre transitava con un elegante e sconosciuto accompagnatore sotto la pensilina d’ingresso della prestigiosa residenza. A prima vista sembra una paparazzata d’altri tempi, forse per la sciccheria dell’insieme, forse per il bianco e nero, ma il quadratino blu “uovo di pettirosso” poco sotto ci riporta subito dalla realtà alla pubblicità. Di fatto è uno dei fotogrammi conclusivi della campagna video per il lancio della collezione T di Tiffany disegnata da Francesca Amfitheatrof, il nuovo direttore creativo che a un incredibile cognome unisce una altrettanto incredibile somiglianza proprio con la Audrey Hepburn che per colazione piluccava un danese davanti alla vetrina del celebre gioielliere. Dei 32 annunci sottoposti al nostro annuale sondaggio sul gradimento della pubblicità di gioielleria e bigiotteria è l’unica immagine non in posa, l’unica in esterni, l’unica a figura intera e una delle pochissime con una figura maschile. Insomma è una rarità, concetto che dovrebbe essere familiare al settore, ma evidentemente in comunicazione non lo è poi così tanto. Nonostante alla gente piaccia, visto che la pagina di Tiffany è l'Orafo 2015

risultata la preferita dal pubblico italiano tra quelle apparse sulla stampa periodica nel corso del 2014 (Grafico 1 e 2), replicando il successo di tre anni or sono con uno scatto stilisticamente simile: coppia, in quel caso lei era Letitia Casta, ambientazione, era la Public Library di New York, movimento. Ai lettori piace che accanto al pane ci sia del companatico, per dare più gusto al prodotto, magari insaporendolo con l’utopia di una sontuosa passeggiata notturna in cui i ruoli di genere sembrano invertiti e lei, figura dominante, precede un lui che la scorta ammirato. Far sognare premia anche al tempo dei social e della iperconnettività. Le altre pubblicità, al contrario, sono un carosello di esercizi di postura per far vedere il bracciale, l’anello, la collana, una specie di Pilates da studio fotografico, quando non pure e semplici teche grafiche dell’oggetto in cui la marca brilla della luce riflessa del prodotto. Tra queste le più gradite sono state Cartier, che ha accostato un’autentica pantera, simbolo della maison, all’anello da 205.000 euro IVA inclusa che la raffigura; Pandora, con l’inserzione più apprezzata dalle lettrici donne (e viene da chiedersi perché considerata la disarmante semplicità della composizione); Brosway, con la modella croata Nevena Dujmovic, e Morellato con la portoghese Sara Sampaio e l’inserzione più apprezzata dai signori uomini (e qui non viene da chiedersi perché se consideriamo che al secondo posto tra le preferenze maschili si piazza l’indossatrice in bikini di Guess: il gra92

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RICONOSCIMENTO ANNUNCI STAMPA 2014 ▪ RECOGNITION OF PRINT ADS 2014

Pan do ra

100%

str oi Sw li ar Tiff ovsk i any Car &C ti o. S’A er gap Bro ò s Mil way u Am na en Gu ess Do do S al vi Da ni mia ni Bu lg Bo ari cc Mo adam rel lat o Eas o y Tro llb ead Cri s ve D& lli D Vis con t Vh ern i ier S od i Ro ni sat Rec o a Ras rlo pin i Cri st Art al Ne t li 4Yo nea u My Jew Le Beb els é Jac k& Co.

90%

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RICONOSCIMENTO ESATTO ▪ Correct Attribution

VISTA NON RICONOSCIUTA ▪ Seen not recognized

RICONOSCIMENTO ERRATO ▪ Wrong attribution

MAI VISTA ▪ Never seen

dimento è proporzionale alla generosità della scollatura e tutto il resto è un dettaglio). Tre firme di questo quintetto le ritroviamo anche nelle primissime posizioni del test sul riconoscimento “cieco” delle stesse campagne (Grafico 3), con Pandora mattatore assoluto e Tiffany e Cartier alla quarta e quinta piazza. Sul podio salgono Miranda Kerr in rappresentanza di Swarovski, già medaglia d’argento nella classifica della likeability lo scorso anno, e la “top” spagnola Ariadne Artiles per Stroili. Sorprendono in positivo le ottime performance di S’Agapò, che nata da una costola della marchigiana Brosway si toglie lo sfizio di sorpassarla, e soprattutto dell’aretina Amen di Giovanni Licastro, che in poco tempo ha fatto miracoli, forse per la singolarità di una preghiera che si fa monile. Non all’altezza degli investimenti e della popolarità appare invel'Orafo 2015

ce il legame, per quanto duraturo, tra Salvini ed Eva Longoria, tra Bulgari e Carla Bruni, e tra Morellato e la Sampaio di cui sopra, più facilmente associata ai costumi da bagno Calzedonia grazie all’onnipresente campagna affissioni degli ultimi mesi. Come Morellato, anche Davite e Delucchi e Le Bebè hanno risentito di una significativa quota di attribuzioni mancate o errate. Nel complesso, a dominare le classifiche sono comunque nomi eccellenti della gioielleria e della bigiotteria. Se il 2013 era stato contrassegnato dalla “rivincita dei piccoli”, nell’ultimo anno i grandi brand sono tornati a farla da padroni. Lo dimostra anche una semplice domanda aggiuntiva che abbiamo sottoposto senza pretese di scientificità agli intervistati: “Conosce, anche solo per sentito dire, la marca di cui le è appena stata mostrata la pubblicità?”. Le sette marche che 93

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RICORDO (riconoscimento corretto - riconoscimento errato - vista non riconosciuta) AD RECALL (correct attribution - wrong attribution - seen not recognized)

Inside Jewelry RICORDO PUBBLICITÀ/CONOSCENZA MARCA 2014 ▪ AD RECALL/BRAND AWARENESS 2014

70% Pandora

60% Stroili

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Swarovski Tiffany & Co.

40% Cartier

Miluna

30% Easy Amen

S’Agapò

Salvini Le bebé

Brosway Morellato

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Rosato Recarlo Cristal Net D & D Jack & Co.4 You Sodini Boccadamo 10% Crivelli Vhernier Visconti Trollbeads Artlinea Raspini My Jewels

0% 0%

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Damiani

Guess Dodo Bulgari

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50%

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CONOSCENZA DI MARCA/ BRAND AWARENESS

figurano ai primi cinque posti nelle classifiche del gradimento e del riconoscimento fanno tutte parte della top ten delle marche più conosciute (Grafico 4). Ne avanzano tre: Bulgari, che con il 98% di awareness totale è top of mind ex aequo con Tiffany, ma che quest’anno non ha brillato né per approvazioni né per identificazioni, S’Agapò, che comunque consacra numericamente la sua rapida ascesa, e Guess, la cui fama si giova della presenza nei mercati della moda e che se non altro, come abbiamo visto, si è posizionata quasi in cima al ranking nelle preferenze maschili. A proposito di genere, anche nella familiarità con i nomi di marca si riscontra una discreta differenza tra uomini e donne, con Vhernier più sbilanciato tra i primi e Giorgio Visconti, assieme a Dodo, più affermati tra le seconde. Dopo i big, nella classifica comune emergono risultati di tutto rispetto per altri marchi relativamente nuovi come Boccadamo, Sodini, 4You, My Jewels e lo stesso Amen, tra i pochissimi ancora sotto la media della categoria in termini di notorietà della marca, ma sopra la media per la notorietà della campagna pubblicitaria. Sostenere che l’una possa agevolare l’altra è ragionevole, ma stabilire se la celebrità del brand faciliti la memorizzazione della campagna o viceversa è un po’ come decidere se viene prima l’uovo o la gallina. Certo tra le due variabili il rapporto è di uno a due, cioè a un punto percentuale di ricordo della pubblicità corrispondono in media due punti percenl'Orafo 2015

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80%

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RICORDO (riconoscimento corretto - riconoscimento errato - vista non riconosciuta) AD RECALL (correct attribution - wrong attribution - seen not recognized)

RICORDO/GRADIMENTO ANNUNCI STAMPA 2014 ▪ RECALL/LIKEABILITY OF PRINT ADS 2014 70%

Pandora

60% Stroili

Swarovski

50% 40%

Miluna

30%

Amen Le Bebé

20%

Salvini

Easy

Morellato

Cartier Brosway

Cristal Net Rosato 4 You

10% 0% 1

S’Agapò

Tiffany & Co.

My Jewels Artlinea

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D&D Recarlo Damiani Bulgari Guess Jack & Co. Dodo Boccadamo Sodini Vhernier Crivelli Raspini

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Visconti

3

3,5

GRADIMENTO (VALUTAZIONE MEDIA) / AD LIKEABILITY (AVERAGE EVALUTATION)

tuali nella conoscenza del brand, ma nel mondo reale questo è vero solo per Tiffany. Per marchi come Bulgari, Guess, Dodo e My Jewels, più rinomati come logo che per la visibilità delle ultime uscite, il rapporto è all’incirca di uno a dieci, mentre per i fanalini di coda la cui popolarità come nome è ancora in fase di costruzione (Cristal Net, Jack & Co. Easy, Artlinea) ma le cui campagne sono state quanto meno avvistate, la relazione s’inverte in favore dell’advertising awareness: a un punto di conoscenza di marca ne corrispondono tre di conoscenza della pubblicità, addirittura otto nel caso di Cristal Net. Un fattore ben più importante nel determinare il ricordo dovrebbe a regola essere proprio la gradevolezza del comunicato, ma come al solito dipende: mentre Pandora è riuscito a capitalizzare al massimo la buona accoglienza riservata all’annuncio, il numero di consensi per Raspini e Marco Visconti, più o meno agli stessi livelli di Pandora, si è tradotto in una reminiscenza dieci volte inferiore (Grafico 5). Il punto è che alla qualità del messaggio va accoppiata la quantità dell’investimento, dettaglio non trascurabile affinché la comunicazione possa lasciare una traccia (grafico 6). Dividendo allora lo stanziamento pubblicitario del 2014 destinato ai periodici per il dato sul ricordo ottenuto dall’annuncio sottoposto a test, scopriamo che per farsi notare da un italiano su cento ogni inserzionista del settore ha speso mediamente ventimila euro, un bel 30% in l'Orafo 2015

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RICORDO (riconoscimento corretto - riconoscimento errato - vista non riconosciuta) AD RECALL (correct attribution - wrong attribution - seen not recognized)

Inside Jewelry RICORDO/INVESTIMENTO STAMPA PERIODICA 2014 ▪ AD RECALL/MAGAZINES AD SPENDING 2014

70% Pandora

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Tiffany & Co.

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Amen S’Agapò D&D

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Easy

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Recarlo Rosato Cristal Net Guess Dodo Bulgari 4 You Crivelli Sodini Trollbeads Vhernier Visconti My Jewels Raspini Artlinea

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Brosway Le Bebé

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INVESTIMENTI PUBBLICITARI STAMPA PERIODICA 2014 (€ .000) MAGAZINES AD SPENDING 2014 (€ .000)

più dei quindicimila dello scorso anno: apparire costa. Anche in questo caso il dato per le singole marche è puramente indicativo e grossolano e dobbiamo far finta di non considerare l’ingiustizia di mettere sullo stesso piano chi ha perpetuato una campagna già vista in anni precedenti e chi ne ha lanciata una nuova, chi ha ripetuto lo stesso soggetto su altri mezzi e chi non, chi lo ha mantenuto per i dodici mesi e chi ha fatto ruotare format, claim, collezioni e prodotti (tipo Sodini, che ha stabilito il record del turn-over avvicendando una quantità industriale di uscite stilisticamente diverse e difficilmente riconducibili alla stessa marca). Sta di fatto che la metà esatta dei 32 brand in graduatoria ha avuto più spesa che resa e l’altra fortunata metà il contrario, e che le differenze tra un Miluna e un S’Agapò, che hanno sborsato meno di diecimila euro per ogni punto percentuale di recall, e un Boccadamo, top spender sui magazine, che per ottenere lo stesso risultato ha sborsal'Orafo 2015

to dieci volte di più, beh… sono davvero inquietanti. E’ la pubblicità, bellezza! Più di un secolo fa l’inventore dei grandi magazzini ebbe a dire che la metà del denaro speso in pubblicità è buttato via, ma il problema è che non si sa quale metà. Ahinoi, la frase non è mai passata di moda, tant’è che è stata fatta propria a decenni di distanza dal fondatore della Lever, da Henry Ford e infine da Umberto Agnelli. Possiamo ancora sottoscriverla. Nota: gli annunci selezionati appartengono alle 32 marche che, secondo i dati Nielsen, hanno investito sulla stampa periodica nell’arco del 2014 una quota superiore all’1% del totale della categoria Gioielleria-Bigiotteria. Intervistati:320 Sedi: Milano, Gorizia, Roma Data: maggio-giugno 2015 Femmine: 78%; maschi: 22% Età 18-34: 69%; età oltre 34: 31% English translation: see pag. 111 96

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Inside Jewelry EXPORT

NON CI SONO PIĂ™ LE STAGIONI

DI UNA VOLTA Ma con la diminuzione delle ricorrenze prevedibili nelle vendite all'estero le imprese hanno beneficiato di una migliore programmazione del ciclo produttivo di Franco

Marchesini - Asi Analisi e Studi Industriali

l'Orafo 2015

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Inside Jewelry Pagina precedente: fedine Tennis Forever di Crieri in oro e diamanti bianchi e colorati. Qui sotto: ciondolo di Artlinea in oro giallo con finiture cioccolato.

STAGIONALITÀ EXPORT MENSILE

RISPETTO ALLA MEDIA = 100 ANNO 2014 MESI

dati mensili

media annua

GENNAIO 74,3 100 FEBBRAIO 100,9 100 MARZO 112,8 100 APRILE 94,3 100 MAGGIO 123,2 100 GIUGNO 90,1 100 LUGLIO 104,6 100 AGOSTO 58,6 100 SETTEMBRE 111,3 100 OTTOBRE 128,4 100

I

NOVEMBRE 112,1 100

n corso d’anno, il discontinuo andamento mensile delle vendite di gioielleria - delineato dai dati statistici (ISTAT) - dalla produzione alla distribuzione (all’interno e all’estero) è la risultante degli effetti di cause diverse: del reale evolversi delle spedizioni dei produttori (che mediamente avvengono dopo due/tre mesi dalla conclusione dei contratti d’ordine) e delle oscillazioni della domanda finale legata a ricorrenze, festività, eventi particolari ripetitivi. Di conseguenza, perdono di significato i raffronti temporali del dato di un mese (o di un periodo di più mesi) rispetto al dato del mese (o del periodo) precedente (per convenzione, tali raffronti si definiscono come “congiunturali”). Talvolta, per evitare gli inconvenienti degli effetti distorsivi delle oscillazioni stagionali della domanda, il dato statistico del periodo in esame è messo a confronto con il corrispondente dato di un anno prima (in tal caso il raffronto è definito “tendenziale”). Anche in questo caso non è comunque possibile avere la misura certa dell’andamento reale delle vendite nel breve periodo, in quanto il raffronto e la correlata variazione tendenziale è la sintesi di due andamenti: del periodo sotto osservazione e del periodo corrispondente di un anno prima. Ecco quindi la necessità di isolare dai dati statistici rilevati le componenti di stagionalità e di accidentalità per fare emergere il reale andamento congiunturale delle spedizioni di gioielleria nei periodi sotto esame. Oltre alla stagionalità, si possono richiamare almeno altri due fattori esterni che possono forzare la domanda di preziosi espressa in valore e quindi perturbare l’analisi dei dati. Si tratta, in primo luogo, delle variazioni dei prezzi internazionali delle materie prime il cui costo è determinante nella fissazione dei listini del produttore e nella politica delle scorte presso i vari anelli della catena distributiva. Inoltre, egualmente importanti sono le oscillazioni dei cambi dell’euro con il dollaro statunitense, che è la moneta di riferimento dei prezzi dell’oro e l'Orafo 2015

DICEMBRE 89,4 100 Fonte: Asi, elaborazione su dati Istat

di altre materie prime preziose su scala internazionale. In pratica, sottraendo dalla serie storica originaria la componente relativa alla stagionalità, è possibile ottenere la serie “destagionalizzata”, che presenta un andamento meno oscillante della serie “grezza”, pur mantenendo al suo interno una componente irregolare. Se si elimina anche quest’ultima, si ottiene la stima del cosiddetto “ciclo-trend”, che rappresenta la tendenza di medio-lungo termine della serie storica, non influenzata, quindi, da oscillazioni di breve periodo. Ad esempio, con riferimento all’export orafo-argentiero, la serie “grezza” presenta - per note ragioni - brusche e profonde cadute in alcuni mesi e punte alte in altri. Quella “destagionalizzata” mostra, invece, una dinamica molto più omogenea nel corso dell’anno, pur manifestando oscillazioni significative, dovute sia a fattori di natura ciclica, sia alla presenza di componenti irregolari. Per eliminare (in tutto o in parte) le distorsioni delle serie “grezze” mensili dei dati statistici sono disponibili modelli di destagionalizzazione molto complessi, che non sono utilizzati in questa nota. La stagionalità mensile delle vendite alla distribuzione è storicamente elevata e nell’ultimo decennio 2004-2014 si è presentata disomogenea. Dal lato delle esportazioni il volume degli scostamenti mensili rispetto alla media annua si è ridotto del 16%. Il frazionamento degli acquisti nei vari mesi si è realizzato anche per alleggerire il peso finanziario delle scorte nei magazzini (per contro, la stagionalità delle vendite all’interno è cresciuta (nello stesso decennio), portandosi su un 98

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STAGIONALITÀ EXPORT MENSILE

RISPETTO ALLA MEDIA = 100 ANNO 2014

GEN DIC

FEB MAR

NOV OTT

APR

SET

MAG AGO

Qui sopra, ciondolo in oro rosa di Massimo Raiteri. In basso, anelli di Mattioli. Da sinistra, anello New York in oro rosa, diamanti, zaffiri rosa e opale rosa, collezione New York.; anello Anni '60 in oro rosa, morganite e smalto colorato della collezione Les Epoques.

GIU LUG

dati mensili

stero rimangono la primavera (marzo, maggio) e soprattutto l’autunno (settembre-novembre), che coincide con i rifornimenti delle scorte in vista dei tradizionali acquisti di fine anno. Per contro, rimangono le ben note riduzioni (quasi la metà della media) delle esportazioni in gennaio e in agosto. Intorno alla media (più o meno il 10%) le spedizioni negli altri mesi dell’anno. ■ During the year, the discontinuous monthly trend in jewellery sales – as outlined by statistical data (ISTAT) – from production to distribution (in the country and abroad), is the result of a number of different causes, including the actual evolution of shipments from manufacturers – on average, two to three months after the conclusion of order contracts – and fluctuations in the final demand due to special occasions, holidays, recurring events. As a result, it becomes meaningless to make comparisons between data for one month, or a period of several months, and the previous month or period (conventionally known as “cyclical” comparisons). Sometimes, to avoid the drawbacks of seasonal fluctuations in demand, statistical data for the period under review are compared to the same period a year earlier (in this case, we are talking about a “trend” comparison). Again, this will not allow us to reliably measure the actual performance of sales in the short term, because this comparison and the related trend change is a combination of two trends – the period under review and the same period a year earlier. Hence the need to isolate seasonal and accidental components from statistical data in order to bring out the actual trend in jewellery shipments in the periods under review. In addition to seasonality, there are at least another two external factors

media annua

livello superiore di un terzo a quello calcolato per le vendite all’estero. Ritornando all’export - che copre circa due terzi del totale - con la diminuzione della stagionalità le imprese hanno beneficiato di una migliore programmazione del ciclo produttivo. Com’è noto, il mercato in cui si muove l’azienda orafa (e non solo orafa) è cambiato: richiede presenze continue, vicinanza al consumatore, flessibilità e velocità di reazione in tutti i periodi dell’anno. Le imprese orafe più dinamiche si sono organizzate per dare continuità di supporto al business dei distributori finali. Il graduale ridimensionamento della stagionalità per l’economia di un comparto come la gioielleria, sempre più industrializzato e globalizzato, è una conseguenza anche del crescente impiego del telelavoro inteso in senso lato. Oggi le aziende sono prudenti, lavorano con il just in time, o comunque sono orientate a gestire un magazzino sempre più leggero. Il mercato richiede quantitativi unitari minori rispetto al passato. Pertanto anche la programmazione produttiva risente di lotti più piccoli e orizzonti temporali inferiori. In sostanza, diventerebbe pericoloso sospendere l’accoglimento degli ordini (che possono arrivare in ogni momento dell’anno) e quindi le spedizioni. Come è rappresentato nel grafico, nel corso del 2014 (fatta 100 la media mensile dell’anno) i periodi di maggiore intensità delle spedizioni all’el'Orafo 2015

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Inside Jewelry In questa pagina: collana di Alcozer & J della collezione Classic, in ottone dorato con cammeo centrale, microperle, granati e cristalli Swarovski.

SCOSTAMENTI DELLE ESPORTAZIONI MENSILI RISPETTO ALLA MEDIA = 100

MESI

2004 2014

GENNAIO 56,9 74,4 FEBBRAIO 78,2 100,9 MARZO

107,8 112,8

APRILE

79,7 94,2

MAGGIO

105,5 123,1

GIUGNO

121,9 90,0

LUGLIO

130,3 104,5

AGOSTO

79,7 58,6

SETTEMBRE 115,9 111,3 OTTOBRE 120,4 128,3 NOVEMBRE 109,3 112,1

that may affect jewellery demand (expressed in value) and skew the analysis of data. These include, first of all, the changes in international prices of raw materials, the cost of which is crucial when determining the price lists of manufacturers and the stock policies of the various links in the distribution chain. Equally important are the exchange rate fluctuations of the euro against the US dollar, which is the reference currency for the price of gold and other precious raw materials worldwide. Basically, by subtracting the seasonal factor from the original series, we can get a “seasonally adjusted” series, which has a less unstable pattern than the “raw” series, while also maintaining an irregular component. If we remove the latter, we get an estimate of the so-called "trend-cycle", that is the medium to long-term trend of the original time series, which is therefore unaffected by short-term fluctuations. For example, with regard to exports of gold and silver, the “raw” series has abrupt and deep falls in some months and high peaks in others (for known reasons). However, the “seasonally adjusted” series reveals a much more consistent trend during the year, despite significant fluctuations due to both cyclical factors and to the presence of irregular components. Some particularly complex seasonal adjustment models can be used to eliminate all or part of the distortions in monthly “raw” series of statistical data, but they will not be used in this report. The monthly seasonality of sales to distributors is historically high and was discontinuous in the last decade (2004-2014). In terms of exports, the volume of monthly variances fell by 16% compared to the annual average. Purchases were also spread several months to reduce the financial burden of stocks in warehouses. By contrast, the seasonality of domestic sales increased (in the same decade), reaching more l'Orafo 2015

DICEMBRE 94,1 89,3 Fonte: Asi, elaborazione su dati Istat

than one-third of that calculated for foreign sales. Back to exports - which cover about two-thirds of the total - the reduction in seasonality allowed businesses to better plan their production cycle. As is known, the market in which jewellery companies (and not only) operate has changed; it now requires constant presence, proximity to consumers, flexibility and prompt reaction at all times of the year. The most dynamic jewellery companies got their act together to provide constant support to end distributors.The gradual downsizing of seasonality in an increasingly industrialised and globalised sector like the jewellery industry is also due to a growing use of telework in the broad sense. Companies are being more cautious today; they are adopting justin-time methods, or tend to reduce their inventories. The market requires smaller stocks than in the past. Therefore, even the planning of production was affected by smaller lots and shorter time frames. Basically, it would be dangerous to suspend the acceptance of orders (which may arrive at any time of the year) and therefore shipments. As shown in the chart, in 2014 (with the monthly average of the year being 100) shipments abroad were more intense in spring (March, May) and especially autumn (September to November), which coincides with the period when stores stock up before traditional year-end purchases. By contrast, the well-known reduction in exports (nearly half the average) is still noticeable in January and August. Shipments remain around the average in the rest of the year (roughly 10%). 100

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NEXT TRADE AND 2015 DELIVERY SHOW 5 - 9 SEPT

FALL

7 - 9 NOVEMBER 2015

PALAKISS INTERNATIONAL BUSINESS CENTER

WINTER

22 - 27 JANUARY 2016


A NEW LIFE OF EXHIBITION M A D E I N I TA LY

14 S 20 ONO MYK

VICENZAORO - VICENZAORO DUBAI - BASELWORLD


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Inside Jewelry NORMATIVE

avanti

adagio Donella Mattesini, prima firmataria di alcuni disegni di legge di rilievo per il settore orafo, fa il punto sui lavori parlamentari in corso di

Sonia Sbolzani

N

ei mesi scorsi la Commissione Industria del Senato ha ripreso l’esame di alcuni disegni di legge che toccano da vicino il settore orafo. In particolare questi provvedimenti riguardano il mercato dell’oro/compro oro (AS 237), i titoli e marchi di identificazione dei metalli preziosi (AS 987), la regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici (AS 683). Per sapere a che punto sono i lavori parlamentari (apparentemente caratterizzati da una certa lentezza, per non dire stasi), abbiamo intervistato la senatrice Donella Mattesini, che è la prima firmataria di queste tre proposte legislative di rilievo. Senatrice Mattesini, a quali obiettivi mirano le disposizioni concernenti la tracciabilità delle compravendite di oro e di oggetti preziosi usati? «Gli obiettivi della proposta di legge sono tre: a) la tutela del cittadino da eventuali truffe o sottovalutazione degli oggetti venduti, anche attraverso la tenuta delle bilance in vista, il rilascio di dettagliata ricevuta comprovante l'acquisto di oggetti e contenente dati personali del cedente e copia della carta di identità, luogo e data dell'acquisto, descrizione dettagliata dell'articolo venduto e quantificazione del suo valore; b) la qualificazione dell'attività dei compro oro, anche attraverso l'istituzione di un apposito registro denominato "Registro delle attività di compravendita di oro" tenuto dalle C.C.I.A.A.; c) la trasparenza del percorso, da quando il cittadino entra in un "compro oro" a quando l'oro esce dal banco metalli, al fine di garantire piena legalità, applicando anche le norme antiriciclaggio». E’ prevista un’azione di informatizzazione massiccia a fronte dell’introduzione delle nuove norme sulla tracciabilità? Sarà istituito un registro di Pubblica Sicurezza telematico? «E' prevista l'informatizzazione ed esattamente il "registro telematico di pubblica sicurezza" degli operatori che commerciano o detengono oggetti e metalli preziosi, registro le cui modalità operative sono stabilite con decreto del Ministero degli Interni. Entro 24 ore dall'acquisto, gli operatori (compro oro) dovranno inviare in formato telematico alla Questura del territorio segnalazione dell'avvenuto acquisto indicando nome e cognome dei venditori e dei compratori, data dell'operazione, specie di merce comprata e dettagliata descrizione, indicazione del prezzo, foto dell'oggetto e fotocopia del documento di identità del l'Orafo 2015

La senatrice Donella Mattesini, prima firmataria di alcuni disegni di legge (sul mercato dell'oro, i titoli e marchi, i materiali gemmologici) per il settore orafo recentemente ripresi in esame dalla Commissione Industria del Senato.

soggetto cedente». Il fenomeno dei compro oro ha generato un mercato sommerso che non di rado ha finito per alimentare ricettazione e riciclaggio, anche se ovviamente non mancano gli operatori che agiscono in modo trasparente e serio. L’estensione delle norme anti-riciclaggio è la soluzione? «L'applicazione delle norme antiriciclaggio è necessaria, ma sono altrettanto importanti la tracciabilità e la trasparenza di tutto il percorso». Le associazioni orafe ritengono fondamentale che il legislatore distingua tra chi esercita l’attività di compro oro come prevalente e chi la svolge a margine dell’attività di commercio al dettaglio di oggetti preziosi nuovi. Il disegno di legge AS 327 ha previsto però regimi di autorizzazione diversi: da un lato la legge 17/1/2000, n. 7, dall’altro l’art. 127 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (regio decreto 18/6/1931, n.773). «Su questo punto ci sono divergenze tra le norme; personalmente ritengo che non debba esserci distinzione tra chi esercita l'attività di compro oro in via occasionale e prevalente, perché la tracciabilità è elemento dirimente per cercare di evitare che si verifichino quegli episodi di riciclaggio e ricettazione». La proposta di istituire un borsino dell’oro usato da quali motivazioni è dettata? «La proposta del borsino dell'oro usato nasce dal fatto che non esiste una quotazione dell'oro usato; quindi rappresenta uno strumento di tutela del consumatore». Sono previste anche misure per la promozione del settore orafo nazionale. In cosa consisteranno e su quali 104

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risorse si baseranno? «E' prevista l’istituzione presso il Ministero dello Sviluppo Economico di un Fondo per la promozione del settore orafo e per la riqualificazione dell'attività di compro oro: Fondo con dotazione pari a 2 milioni di euro. Tale articolo nasce con la proposta di legge e cioè più di 5 anni fa, mentre nel frattempo si è sviluppata una attiva collaborazione tra il Ministero e le categorie economiche interessate». E’ inoltre contemplata l’istituzione di un Comitato Consultivo Nazionale con compiti di indirizzo, per il processo di riqualificazione del settore orafo. E’ già stato compiuto qualche passo concreto in questa direzione? «La previsione di un Comitato consultivo Nazionale composto da rappresentanti del MISE, dell'ISTAT, della Banca di Italia e delle Associazioni nazionali di categoria, con l'obiettivo di proporre linee di intervento relative alla tracciabilità e alla tutela dell'origine dei prodotti di oreficeria e gioielleria interamente realizzati in Italia, appare a mio parere, anche oggi, uno strumento utile alla promozione e valorizzazione della nostra produzione. Preciso che in questi ultimi anni si è molto sviluppato un confronto tra Ministero e categorie economiche, ma ritengo questo strumento rilevante, perché normato da leggi e non legato alla discrezionalità dei singoli Governi». Per quanto riguarda il disegno di legge sui titoli e marchi di identificazione dei metalli preziosi, come sarà condotta l’auspicata sistemazione della materia nel suo complesso? Come si tiene conto della pesante crisi competitiva e valutaria che ha colpito il settore negli ultimi anni, provocando la perdita della leadership quantitativa italiana nel mondo? l'Orafo 2015

«Anche questa proposta di legge è stata definita e condivisa con tutte le categorie economiche interessate. La sistemazione della materia nel suo complesso dipenderà dal parere di cui siamo in attesa da molti mesi da parte del Ministero (cosa che vale per tutte e tre le proposte di legge: compro oro, marchi di identificazione e gemmologia) e dal successivo iter di approvazione degli emendamenti». Non posso non chiederle un commento sulla spinosa questione dei dazi doganali che penalizzano fortemente il nostro settore orafo. A livello legislativo interno si può fare qualcosa o la questione è affrontabile solo a livello sovranazionale? «L'Italia sta recuperando in questi ultimi tempi la propria leadership anche quantitativa, ci sono sensibili dati di miglioramento nella commercializzazione verso l'estero. Sul tema dei dazi - tema complicato che chiama in causa anche l'Europa - si riscontra, anche grazie al lavoro di Ministero e categorie, una possibilità concreta di accordi bilaterali, che lasciano ben sperare». Infine, in merito alla proposta di legge sulla regolamentazione dei materiali gemmologici, si è giunti a un accordo tra tutte le parti in causa? Quali tempi si prevedono per l’approvazione di questa e delle altre disposizioni che interessano il settore orafo? «Sulla gemmologia, come sugli altri testi, c'è un’intesa consistente con le categorie interessate; si sono manifestate alcune valutazioni diverse sulla certificazione, ma l'atteggiamento prevalente è quello del dialogo. La cosa essenziale è che questi disegni di legge possano ritrovare la strada dell'iter di approvazione». English text page 111 105

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Inside Jewelry FIERE

VicenzaOro September ripropone The Boutique Show, il format espositivo inaugurato a Gennaio. n VicenzaOro September features The Boutique Show, the exhibition format launched in January this year.

le città

in mostra Vicenza, Bangkok, Milano, Hong Kong: i principali appuntamenti del settore orafo con le manifestazioni di Settembre di

Antonella Garello

L

a stagione fieristica si apre con VicenzaOro September, un'edizione focalizzata sul dettaglio orafo, in programma nella città berica dal 5 al 9 Settembre. La manifestazione ripropone il format espositivo The Boutique Show, inaugurato lo scorso Gennaio, che prevede cinque aree espositive: Icon, Look, Creation, Essence ed Expression. L'Impact Exhibition & Convention Center di Bangkok ospiterà invece, dal 10 al 14 Settembre, la 56a edizione della Bangkok Gems & Jewelry Fair. Il governo tailandese ha annunciato un intervento particolarmente invitante per gli espositori stranieri, che potranno importare e vendere in fiera gemme e gioielli con la formula duty free. Di sicuro interesse anche il Padiglione del Design. A Milano, meta di grande appeal grazie a Expo, dal 12 al 15 Settembre torna Homi, il Salone dedicato alla persona e agli stili di vita. La fiera è articolata in dieci satelliti che rappresentano in maniera fluida e con una serie di contaminazioni e interazioni altrettante visioni dell'abitare e del vivere. Tra questi, Fashion & Jewels ruota intorno al mondo dei gioielli, del bijou e degli accessori. Last ma certamente not least, la Hong Kong Jewellery & Gem Fair, che dal 16 al 22 Settembre si ripresenta all'appuntamento col settore con oltre 3600 espositori e 60 mila visitatori attesi da tutto il mondo, forte di un'offerta espositiva praticamente unica al mondo per varietà e completezza. n The exhibition season is opening with VicenzaOro September, an event focused on jewellery retailers, to be held on September 5 to 9. The show will feature The Boutique Show exhibition format, launched in January, with its five exhibition areas: Icon, Look, Creation, Essence and Expression. On September 10 to 14, the Impact Exhibition & Convention Center in Bangkok will host the 56th edition of the Bangkok Gems & Jewelry Fair. The Thai government announced an initiative particularly interesting for foreign exhibitors, who will be able to import and sell gems and jewellery duty-free during the trade fair. The Design Pavilion is also sure to arise interest. A particularly appealing destination this year thanks to Expo 2015, Milan will be home to Homi, the show dedicated to personal care and lifestyle, on September 12 to 15. The exhibition is divided into ten satellites, representing ten visions of lifestyles, with a series of influences and interactions. Among these, Fashion & Jewels is all about the world of jewellery and accessories. Last but certainly not least, the Hong Kong Jewellery & Gem Fair comes back to the fore on September 16 to 22 with over 3600 exhibitors and 60 thousand visitors expected from around the world, with a one-off exhibition offer in terms of variety and completeness. l'Orafo 2015

Gli espositori stranieri della Bangkok Gems & Jewelry Fair godranno della formula duty free. n Foreign exhibitors at the Bangkok Gems & Jewelry Fair will be able to use the duty-free system.

A Milano torna Homi, Salone dedicato alla persona e agli stili di vita, articolato in dieci Satelliti. n Homi, the event dedicated to personal care and lifestyles, is back to Milan. The show is divided into ten Satellites.

La Hong Kong Jewellery & Gem Fair vanta oltre 3600 espositori da tutto il mondo e una ricca offerta espositiva. n The Hong Kong Jewellery & Gem Fair is going to host more than 3600 exhibitors and offer an impressive range of products.

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Inside Jewelry COMUNICAZIONE

La modella e attrice Elisa Sednaoui è la protagonista della nuova campagna Buccellati, opera di Peter Lindbergh. n Model and actress Elisa Sednaoui appearing in Buccellati’s new campaign by Peter Lindbergh.

dal web alla

smorfia

Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360 gradi nel mondo dei media di

I

Antonella Garello La collezione "Nummeri" di Queriot si rifà alla tradizionale Smorfia napoletana, interpretata da sei ritratti di Mauro Balletti. n Queriot’s "Nummeri" collection reinterprets Italy’s traditional “La Smorfia” with six portraits by Mauro Balletti.

luoghi culto di quella Milano che da quasi un secolo accompagna e ispira la gioielleria Buccellati - dalla Galleria Vittorio Emanuele al Camparino, dalla casa del Manzoni al Museo del Novecento - fanno da sfondo alla nuova campagna della maison. Gli scatti in bianco e nero di Peter Lindbergh e la bellezza di Elisa Sednaoui trasmettono con immediatezza un messaggio di raffinata eleganza. Dall'uno - l'Italia - al 90 - 'a Paura - i numeri della Smorfia napoletana sono invece i protagonisti della campagna di Queriot, centrata sulla linea Nummeri del suo marchio Civita: 90 monete in argento e oro, accompagnate da uno scaramantico cornetto in corallo, recano incisi in smalto rosso un numero e il corrispondente significato. Il fotografo e artista Mauro Balletti ha interpretato 6 "Nummeri", ritraendo altrettanti personaggi a rappresentarne i simbolismi. G-Shock, brand di orologi super resistenti, ha rinnovato la collaborazione con Red Bull ed è stato official time-keeper del red Bull BC One National Cypher, prima fase della competizione mondiale di breakdance "uno contro uno" che si concluderà il 14 Novembre a Roma. Infine, Carlo Pignatelli apre nuove porte virtuali del suo e-commerce. Il debutto arriva a pochi mesi dal lancio della prima collezione di bijoux e rappresenta un ulteriore step nella strategia di brand extension della maison. ■ After inspiring the Buccellati jewellery company for almost a century, Milan’s main landmarks – like Galleria Vittorio Emanuele, the Camparino bar, the house of Manzoni and Museo del Novecento – are the backdrop to the brand’s new campaign. Peter Lindbergh’s striking black and white shots and Elisa Sednaoui’s beauty deliver an immediate message of refined elegance. On the other hand, Queriot’s new campaign, which focuses on the Nummeri (numbers) line of the brand’s Civita collection, features the numbers of Italy’ La Smorfia system from 1 (Italy) to 90 (Fear): decorated with a horn-shaped charm, 90 silver and gold coins come with a red enamel number and the corresponding meaning engraved on them. Photographer and artist Mauro Balletti reinterpreted 6 Nummeri, drawing as many characters to represent their symbolic meaning. G-Shock, a brand of super-resistant watches, has renewed its partnership with Red Bull and was the official time-keeper of Red Bull BC One National Cypher, the first stage of the global one-on-one b-boying competition that will end in Rome in November. Finally, Carlo Pignatelli opens new virtual doors of its e-commerce. The debut takes place a few months after the launch of the first custom jewels collection and represents a further step in the brand extension strategy of the maison. l'Orafo 2015

G-Shock è stato official time-keeper del Red Bull BC One National Cypher, prima tappa della nota competizione mondiale di breakdance. n G-Shock was the official time-keeper of Red Bull BC One National Cypher, the first stage of the global b-boying competition.

Debutta lo shop-on-line della nuova linea Carlo Pignatelli Bijoux. n The online shop of the new Bijoux line by Carlo Pignatelli makes its debut.

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Inside Jewelry FENOMENI

le gemme

impazzite Diamanti che piovono dal cielo; che si trovano sotto le palme; mostruosi da sintesi; trattati con colore mutante. Tra curiosità e truffe di Luigi

E

Costantini

chi più ne ha più ne metta... Partiamo dai diamanti che piovon dal cielo. Penso d’aver sperimentato qualcosa di simile nel luglio del 2001 durante l’eruzione dell’Etna a Trecastagni. Camminavo con l’ombrello aperto sotto una pioggia di cenere vulcanica, e il ticchettare, anche sul fogliame degli alberi, era qualcosa di mai avvertito prima. Nel caso nostro, le gocce di pioggia, invece che esser composte da H2O, son composte da C (carbonio) puro, diamante insomma. Come dite? Dove si situa il luogo, ché volete prenotare subito un volo? Spiacente, la tratta per Urano e Nettuno non è ancora operativa... Passiamo ai diamanti sotto le palme, anzi, la palma. Una palma che cresce solamente su camini kimberlitici, ove ha trovato il proprio habitat ideale banchettando col magnesio, col potassio e col fosforo messi copiosamente a disposizione da quel tipo di terreno. Scoperta recentemente in Liberia, la Pandanus candelabrum è un raro albero spinoso, giustappunto simile a una palma che, coi suoi 10 metri d’altezza, le sue ampie aculeate fronde e le sue radici aeree assai sviluppate a mo’ di mangrovia, può benissimo assurgere - e sarebbe la prima volta nella storia della scienza - al rango di “pianta-guida” per i diamanti. Lo ha scoperto il geologo americano Stephen Haggerty, che s’è avvalso della consulenza del britannico Royal Botanic Garden e dello statunitense Missouri Botanical Garden. Peccato che il raro e misterioso arbusto alligni - pare - solo nei 3000 Km che vanno dal Camerun, Africa Centro-Occidentale, al Senegal, Africa Occidentale. Già che ci siamo, si plani ora sui mostruosi diamanti da sintesi. Secondo voi, non è qualcosa di mostruoso il diamante tagliato da 10,02 ct, taglio a gradini “a smeraldo” quadrato, certificato dall’IGI di Hong Kong come Very Good/Excellent, purezza VS1, colore E, ricavato da un grezzo sintetico di 32,26 ct, del tipo IIa (“de-azotizzato”), prodotto col metodo HPHT dalla New Diamond Technology LLC di San Pietroburgo? Ditemelo un po’ voi: in 330 ore, nel marzo scorso, gli ingegneri Alexander Kolyadin e Andrey Katrusha hanno infranto ogni record in fatto di tempi di produzione e di qualità: è pur vero che il De Beers Diamond Research Laboratory, nel 1992, era riuscito a sfornare un diamantone da 34,80 ct, ma questo era giallo, del tipo Ib, miserabilmente pieno d’azoto, oltre che di inclusioni metalliche grosse come patacche, e poi non era neanche di qualità da gemma, e in sovrappiù c’avevan messo 600 ore a farlo. Insomma, in riva alla Neva si fan le cose sul serio: 30 presse cubiche HPHT da 5.000 ton., capacità di produzione di monocristalli fino a 4050 ct (fra breve) su larga scala, mica bazzecole! Hai voglia a dire che: “le principali applicazioni saran rivolte all’elettronica, all’otl'Orafo 2015

tica, alla robotica e all’industria aerospaziale; che i produttori in grado di mettere a punto monocristalli incolori da gemma assommano, sull’intero globo terraqueo, a una dozzina; che sul pianeta si contano solo un migliaio di unità HPHT oppure CVD d’una certa potenza e che pertanto la produzione mondiale è alquanto limitata; che quindi non v’è nulla di che preoccuparsi". A ‘sto punto fa quasi ridere l’annuncio della Scio Diamond Technology Corporation del South Carolina, che a breve riuscirà a raddoppiare i quantitativi, con grezzi del tipo IIa da 3-5 ct i quali, una volta tagliati, daran luogo a pezzature da 1-2 carati... E adesso attenzione, se prima scappava da ridere, ora vien da piangere. Vi passo la patata bollente com’essa mi è piombata tra capo e collo, e mi riprometto di tornarci su non appena si saprà qualcosa di più preciso: ai primi di maggio il laboratorio GIA di Ramat Gan, in Israele, riferisce che in 500 diamanti da incolori a quasi incolori analizzati - per la maggior parte al di sopra del carato, certuni pure nella gamma dei 3-5 carati - risulta presente un non ben identificato trattamento del colore capace d’alterarlo temporaneamente: un miglioramento del colore fino a tre gradi che dopo un certo tempo (anche breve) svanisce riportando la pietra allo stato originario. Un trattamento instabile, reversibile, che una volta dileguatosi non lascia traccia alcuna di sé. E per di più di difficoltoso rilevamento, sinora. Il GIA ha dato il tutto in mano agli uffici investigativi della polizia israeliana. Anche il GIA sta investigando. Non è tutto. L’IGI di Anversa annuncia d’aver “sgamato”, già lo scorso ottobre, diverse pietre di basso colore recanti una ricopertura pellicolare (coating) visibile, e neanche sempre, solo a 500 ingrandimenti e capace di migliorarne il grado. I diamanti così trattati non salivano, nella scala del colore, al di sopra del grado H o G (anche quelli esaminati dal GIA di Ramat Gan s’aggiravano su quei valori, talvolta pure nell’F). Anche l’IGI denunciò il fatto a chi di dovere, rimettendosi nelle mani delle competenti autorità e trattando il tutto con discrezione, essendoci un’investigazione in corso. Ora c’è da stabilire se le pietre siano pervenute al GIA e all’IGI dalle stesse fonti, attraverso gli stessi canali, per quanto pare non sia il caso. Fatto è che il trattamento del colore tramite ricoprimento un tempo s’identificava con la semplice rimozione a mezzo alcool oppure, nei casi più pertinaci, con la bollitura in acido. Ora si tratta di stabilire che altra diavoleria si siano inventati, e chi siano “i furbetti del quartierino”, da risultare visibile, la diavoleria, solo ai 500 X. In attesa di migliori riscontri, incrociamo le dita… English translation: see pag. 111 108

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t ve ke ! Sa tic now e li n nt o n co u s di Photo: Fa. Hans D. Krieger, Idar-Oberstein – Paraiba-Rings

Meet the international Gemworld in Munich.

Europe‘s top show for gems & jewellery in autumn. www.gemworldmunich.com


English Text People & Brands IL PERSONAGGIO

la certezza

dei dubbi

Pluripremiato autore di straordinari pezzi unici, Alessio Boschi è sempre stato refrattario a schemi rigidi e realtà codificate. di

AntonellA GArello

D

a quando, nel 1994, si è diplomato all'Accademia di Costume e di Moda di Roma, Alessio Boschi ha collezionato una lunga serie di premi e riconoscimenti, tributo a una qualità impeccabile e a un gusto e uno stile fin dagli inizi originalissimi. Dopo aver lavorato con diversi marchi in Italia e all'estero, adesso è titolare di un proprio brand con base a Bangkok e non smette di sorprendere con gioielli multifunzione, oppure pieni di porticine e cassetti che nascondono sorprese e piccoli segreti: creazioni coloratissime, esagerate anche, ma sempre vive e appasssionate. «Non ho alle spalle una famiglia di gioiellieri e ho un approccio molto libero alla creazione dei miei gioielli, poco strutturato, non ho mai in mente un risultato da raggiungere. Posso decidere di sviluppare un'intera collezione per espandere un segno, un concetto, o qualcosa che ho visto e mi ha colpito. Oppure, al contrario, posso partire da una delle tante pietre particolari che ho sempre a disposizione e costruire intorno ad essa un gioiello. Credo fermamente nell'energia delle pietre, in un loro potere intrinseco: spesso non sono io a scegliere le gemme, sono loro a "chiamarmi" e da qui parte la sfida per sorprendere sempre e per cercare di creare qualcosa di diverso, femminile e nuovo». A guardare la varietà e la ricchezza dei suoi gioielli, sembra che le sue fonti di ispirazione siano le più diverse. «In un certo senso è così, basta guardarsi intorno con un minimo di curiosità per trovare ispirazione. La natura è stata per me fin da bambino un rifugio sicuro, una fonte di serenità che mi ha sempre permesso di volgere in positivo i momenti di difficoltà. E ancora adesso mi affascina in tutte le sue manifestazioni; penso agli animali e alle piante ma anche ai fenomeni vulcanici, al ghiaccio, alle stelle, agli organismi viventi, alla biologia... La mia collezione Naturalia è figlia l'Orafo 2015

di tutto questo, mentre Historica nasce da un background culturale, architettonico, storico e artistico: per una serie di anelli che hanno riscosso grande interesse, per esempio, mi sono ispirato alla storia di Casanova e al Palazzo Ducale di Venezia. L'altra mia collezione, Thalassa, è invece direttamente collegata alla bellezza incredibile delle profondità marine, che mi hanno definitivamente catturato con un corso sub». A Baselworld i suoi gioielli hanno attirato l'attenzione per l'opulenza, la fantasia, gli accostamenti di gemme meravigliose... Ha qualche pietra che ama più delle altre? «Posto che il mio colore preferito è il viola, quelli che prediligo sono in generale tutti i materiali insoliti, particolari. In questo senso ho una predilezione per l'opale nero, una pietra "difficile", mai uguale a se stessa, che mi affascina perché cambia aspetto a ogni minima variazione di angolazione e esposizione alla luce; forse mi affascina proprio perché mi rappresenta! E poi amo molto la tanzanite, col suo blu cobalto intenso tinto di viola, nelle cui sfumature ti perdi, la Paraiba che ricorda le acque dei mari tropicali, la labradorite, la pietra di luna, le perle...». Ha in mente una "acquirente ideale" quando si accinge a disegnare un nuovo gioiello? «Mi si passi una battuta che non vuole assolutamente

ALESSIO boschi NATURE &STONES

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See Page 58 Since he graduated in 1994 at the Accademia Costume & Moda in Rome, Alessio Boschi has been collecting a long series of awards and acknowledgements, a tribute to an impeccable quality, a taste and a style evident from his early beginning. After working with several brands both in Italy and abroad, he is now the owner of his own Bangkok-based brand and he keeps on surprising with multi-function jewels, or items full of small doors and drawers hiding surprises and small secrets: very colourful creations, even exaggerated, though always lively and passionate. «I do not come from a family of jewellers and I have a much freer, little structured approach to the creation of my jewels as I never have in mind a result to achieve. I can decide to develop a whole collection to widen a sign, a concept, or something that I saw and that struck me. Or, on the contrary, I can start from one of the many particular stones that I always have at my disposal to build a jewel around it. I firmly believe in the energy of stones, in their inner power: often I am not the one who chooses the gems, they «call me» and from here a challenge starts always to surprise and to try to create something different, feminine and new». Looking at the variety and richness of your jewels, it seems that your sources of inspiration are the most diverse. «They are, in a sense. Just look around with a minimum of curiosity and you will find inspiration. Since I was a child

Alessio Boschi - Cathedral rings

nature has always been a safe shelter to me, a source of serenity that has always allowed me to turn difficult moments into positive occasions. It still fascinates me in all its manifestations; I’m thinking about animals and plants, as well as volcanic phenomena, ice, stars, living organisms, biology... My Naturalia collection stems from all this, while Historica develops from a cultural, architectural, historic and artistic background: for a series of rings that aroused a great interest, for example, I took inspiration from the story of Casanova and the Ducale Palace in Venice. My other collection, Thalassa, is directly connected to the incredible beauty of sea depths I was completely charmed by during a diving course». At Baselworld your jewels caught attention for their opulence, imagination, the matching of wonderful gems... Is there any gem you love more than all the others? «Given that my favourite colour is violet, as a rule I prefer all unusual and peculiar materials. Therefore, I am fond of black opal, a «difficult» stone, never equal to itself that fascinates me as it changes its aspect at each slight variation of angle and exposure to light; may be it fascinates me as it represents me! Then I love tanzanite, with its deep cobalt blue with violet touches in whose hues you get lost, paraiba that reminds the waters of tropical seas, labradorite, moonstone, pearls... Do you have in mind an «ideal buyer» when you start designing a new jewel? «I hope you will excuse me for the joke that does not mean to be arrogant: I have no target, I have a style, a style grown with me and that now belongs to me and makes me recognisable. I only think about creating jewels that are feminine, delicate, able to arouse emotions. To be honest, I would find it difficult to work having in mind a rigid range of price or age». You will probably have to compromise in a way… «Of course! For example, I work a lot with China where certain kind of stones are requested, those classified as precious, apart from some exceptions such as rubellites and tanzanites. The other gems, even very rare or extremely peculiar, are seen as too cheap, so there is no point in insisting. I only say that, where possible, I prefer non «mathematical» approaches». What can you tell me about your choice l'Orafo 2015

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of moving to Bangkok? «Bangkok is the world centre for stones, both for cutting and for the wide availability of material and expert selectors at reasonable prices. Just think about the quantity of gems needed to select those necessary for a jewel of certain dimensions with degrading stones and hues of colours, as it is often my case! And then, when compared to Italy, it is, all in all, a faster, more dynamic and proactive society open to changes. Not to mention the Italian tax system and the poor export rebates». In these conditions, does it still make sense speaking of «Made in Italy»? «Today more than ever. And I am speaking based on my experience as I have practically always worked abroad. "Made in Italy" jewellery is extremely requested as it is synonym of refinement, research and respect of proportions, of a taste that has never been extreme, as sometimes the north-European one is, nor approximate, as we notice in some oriental jewels. These are not common places but reality as our jewellery is imbued with our history and culture. My jewels are realised in Bangkok but I coordinate an international team and I personally follow each single step of the realisation, from the design to the wax mould and so on in a maniacal way. Of course this is a currently debated issue, but I am personally more interested in «how» than in «where» a jewel is realised». Which jewels do you like? «Besides names, I am moved by extraordinary jewels daring to go beyond conventions, or on the contrary, those showing the most classic among perfections, that concerning proportions» You have been working for so long in this sector and the last few years have certainly not been easy ones. Haven’t you got tired yet? «The moments of difficulty or dejection are regularly swept away every time I see one of my jewels completed, each of them taking months of work. Every time is the same emotion and every time this emotion is different. I think I will never get tired. And then, I am a person full of ambition where the word ambition has a positive connotation to me: far from presumption, arrogance, careerism, it is the drive to go always on, to improve oneself. It stems from doubts, from what I have done, I could do or I could have done: it is the only certainty I have!».


English Text

adv: the most beloved

Inside Jewelry PUBBLICITÀ

IL SEGRETO È

FAR SOGNARE Torna la nostra inchiesta sul gradimento e riconoscimento della comunicazione orafa: con Tiffany über alles di Vittorio

Montieri

GRADIMENTO ANNUNCI STAMPA 2014 ▪ LIKEABILTY OF PRINT ADS 2014

3,5

Tiff

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per niente 1

See Page 91 640 Park Avenue is one of Manhattan’s most exclusive addresses: twelve apartments on an entire floor worth more than $20 million. Freja Beha Erichsen is a Danish supermodel: she posed and walked down the runway for a number of big labels, from Prada a decade ago to Louis Vuitton just a few weeks ago. Last autumn, renowned British photographer Craig McDean took a picture of her under the marquee of the prestigious building with an elegant, mysterious partner. At first glance, it may look like a paparazzi shot from another time, perhaps for the extremely snazzy ensemble, or the use of black and white, but the little robin's-egg blue square below it takes us from reality to the world of advertising. In fact, it is one of the final frames of the video campaign for the launch of Tiffany’s T collection, designed by Francesca Amfitheatrof, the brand’s new creative director who combines an amazing surname with an equally amazing resemblance to Audrey Hepburn, the actress who nibbled at a Danish pastry for breakfast while gazing at a Tiffany's window. Of the 32 ads submitted to our annual survey of jewellery and costume jewellery ad likeability, this is the only unposed photograph, the only one shot outdoors, the only full-length picture, and one of the very few with a male figure. In short, it is a rarity, a concept that should be familiar to the industry, but clearly not so much in terms of communication. Yet people like it, given that Tiffany’s page was a crowd favourite among those that appeared in magazines in 2014 (Figure 1 and 2), repeating the success of three years ago with a stylistically similar shot: a couple, featuring Laetitia Casta in that case, a setting (New York’s Public Library), movement. Readers like to see some atmosphere to add a touch of flavour to the product, perhaps even spicing it all up with a utopian, sumptuous night walk in which gender roles are almost reversed as she – the dominant figure – comes before him, who admiringly escorts her. Making people dream is rewarding even in the era of social networks and hyperconnectivity. By contrast, other ads are a carousel of posing exercises to show off bracelets, rings and necklaces, some sort of photo studio Pilates, if not mere and simple graphic showcases, in which the brand shines with the reflected light of the

product. Among these, the most popular were Cartier, which showcased a real panther – the brand’s symbol – next to the € 205,000 ring (VAT included) that represents it; Pandora, with the most popular ad among female readers (and we wonder why, given its disarming simplicity); Brosway, with Croatian model Nevena Dujmovic, and Morellato with Portuguese Sara Sampaio, the most popular ad among gentlemen (and this time we don’t wonder why, considering that men’s second favourite is Guess’s model in bikini; their appreciation is proportional to the depth of the neckline, everything else is a detail). Three of these five favourites are also in the top positions of the “blind” brand recognition test carried out on the same campaigns (Figure 3), with Pandora flaunting a first place, and then Tiffany and Cartier in fourth and fifth place. Miranda Kerr lands on the podium for her Swarovski campaign – which got a silver medal in the likeability ranking last year – joined by Spanish top model Ariadne Artiles for Stroili. Positive surprises came from the excellent performance of S’Agapò, a Brosway spin-off, which proudly outperformed its parent company, and Giovanni Licastro’s Arezzo-based Amen, which has done wonders in a very short time, perhaps for the uniqueness of a prayer that turns into a jewel. On the other hand, high investment didn’t yield the expected results for the relationship, albeit long-standing, between Salvini and Eva Longoria, between Bulgari and Carla Bruni, and between Morellato and the above-mentioned Sampaio, more easily associated with Calzedonia swimwear due to their ubiquitous poster campaign in recent months. Just like Morellato, Davite & Delucchi and Le Bebè ads were also affected by a significant amount of missing or wrong associations. Overall, the charts are still dominated by top names in the jewellery and costume jewellery industry. While 2013 was marked by the “revenge of the small”, big names got back in the spotlight last year. This was also demonstrated by another simple question that we asked our respondents, with no claim to scientific answers: “Do you know the brand advertised in the campaign we have just showed you, even by hearsay?” The seven brands occupying the top five positions in likeability and brand recognition rankings are also some of the top ten best known brands (Figure 4). Only three are left out: Bulgari, which is top-of-mind with 98% of total awareness, on par with Tiffany, but this year didn’t shine in terms of neither likeability nor recognition; S’Agapò, which is however continuing its rapid rise in numbers, and Guess, the reputation of which is supported by a strong presence in fashion markets and, if anything, was near the top of the ranking in men's preferences, as we mentioned l'Orafo 2015

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above. Speaking about gender, there are some differences in familiarity with brand names between men and women; Vhernier was better known by the former, while Giorgio Visconti and Dodo were more popular among the latter. After the big names, the rankings revealed some respectable results for other relatively new brands such as Boccadamo, Sodini, 4You, My Jewels and Amen itself, one the very few that is still below the average of its category in terms of brand awareness, but above average for the reputation of its advertising campaign. It is reasonable to think that one thing supports the other, but determining whether it is brand popularity that makes it easier to recall a campaign or vice versa is a bit like the question of whether it was the chicken or the egg that came first. Of course, the ratio between the two variables is one to two, i.e. one percentage point of advertising awareness corresponds on average to two percentage points of brand awareness, but in the real world this is only true for Tiffany. For brands like Bulgari, Guess, Dodo and My Jewels, more famous for their logo than for the visibility of their latest campaigns, the ratio is approximately one to ten, while for stragglers whose name popularity is still under construction (Cristal Net, Jack & Co. Easy, Artlinea) but with campaigns that have at least been spotted once, the ratio is reversed in favour of advertising awareness: one point of brand knowledge corresponds to three points of advertising awareness, or even eight in the case of Cristal Net. A much more important factor in helping people recall an advertising campaign should be its likeability, but again it depends: while Pandora managed to capitalise on the good reception of its ad, the consensus received by Raspini and Marco Visconti, more or less on the same levels as Pandora, resulted in a ten times lower recollection (Figure 5). The point is that the quality of the message should be seen against the amount of the investment, which is an important detail for a communication campaign to leave a mark (Figure 6). By dividing the amount spent for magazine advertising in 2014 by the data on advertising awareness we obtained from the surveyed ad, we found out that to be noticed by one Italian in one hundred every brand spent € 20,000 on average, a good 30% more than the € 15,000 spent the previous year: appearing is expensive. Again, the data for individual brands is merely indicative and approximate, and we must pretend not to consider the injustice of equating brands that continued a campaign already seen in previous years and those that launched a new one, brands that repeated the same subject on other media and those that didn’t, brands that used the same campaign for twelve months and those that


alternated different formats, claims, collections and products (like Sodini, which set the record by alternating a huge number of stylistically different ads that can be hardly linked to the same brand). The fact is that exactly half of the 32 brands in the ranking spent more than what they earned, and the other lucky half did the very opposite; the difference between brands like Miluna or S’Agapò, which paid less than € 10,000 for each recall percentage point, and Boccadamo, a top spender in magazines that spent ten times more to get the same result… well, is quite unsettling. That’s the glorious world of advertising! More than a century ago, the inventor of department stores once said that half the money he spent on advertising was wasted, but the trouble was he didn’t know which half. Alas, that saying has never gone out of fashion, so much that it was echoed decades later by the founder of Lever, by Henry Ford, and then even Umberto Agnelli. And we ourselves can still agree to that. Note: the selected ads are from the 32 brands that, in 2014, accounted for more than 1% of the total investment in magazine advertising for the Jewellery/ Custom Jewellery category (Nielsen data). Respondents: 320 Locations: Milan, Gorizia, Rome Date: May-June 2015 Females: 78%; males: 22% Age 18-34: 69%; over 34: 31% Inside Jewelry FENOMENI

le gemme

impazzite Diamanti che piovono dal cielo; che si trovano sotto le palme; mostruosi da sintesi; trattati con colore mutante. Tra leggenda e truffa di Luigi

E

Costantini

chi più ne ha più ne metta... Partiamo dai diamanti che piovon dal cielo. Penso d’aver sperimentato qualcosa di simile nel luglio del 2001 durante l’eruzione dell’Etna a Trecastagni. Camminavo con l’ombrello aperto sotto una pioggia di cenere vulcanica, e il ticchettare, anche sul fogliame degli alberi, era qualcosa di mai avvertito prima. Nel caso nostro, le gocce di pioggia, invece che esser composte da H2O, son composte da C (carbonio) puro, diamante insomma. Come dite? Dove si situa il luogo, ché volete prenotare subito un volo? Spiacente, la tratta per Urano e Nettuno non è ancora operativa... Passiamo ai diamanti sotto le palme, anzi, la palma. Una palma che cresce solamente su camini kimberlitici, ove ha trovato il proprio habitat ideale banchettando col magnesio, col potassio e col fosforo messi copiosamente a disposizione da quel tipo di terreno. Scoperta recentemente in Liberia, la Pandanus candelabrum è un raro albero spinoso, giustappunto simile a una palma che, coi suoi 10 metri d’altezza, le sue ampie aculeate fronde e le sue radici aeree assai sviluppate a mo’ di mangrovia, può benissimo assurgere - e sarebbe la prima volta nella storia della scienza - al rango di “pianta-guida” per i diamanti. Lo ha scoperto il geologo americano Stephen Haggerty, che s’è avvalso della consulenza del britannico Royal Botanic Garden e dello statunitense Missouri Botanical Garden. Peccato che il raro e misterioso arbusto alligni - pare - solo nei 3000 Km che vanno dal Camerun, Africa Centro-Occidentale, al Senegal, Africa Occidentale. Già che ci siamo, si plani ora sui mostruosi diamanti da sintesi. Secondo voi, non è qualcosa di mostruoso il diamante tagliato da 10,02 ct, taglio a gradini “a smeraldo” quadrato, certificato dall’IGI di Hong Kong come Very Good/Excellent, purezza VS1, colore E, ricavato da un grezzo sintetico di 32,26 ct, del tipo IIa (“de-azotizzato”), prodotto col metodo HPHT dalla New Diamond Technology LLC di San Pietroburgo? Ditemelo un po’ voi: in 330 ore, nel marzo scorso, gli ingegneri Alexander Kolyadin e Andrey Katrusha hanno infranto ogni record in fatto di tempi di produzione e di qualità: è pur vero che il De Beers Diamond Research Laboratory, nel 1992, era riuscito a sfornare un diamantone da 34,80 ct, ma questo era giallo, del tipo Ib, miserabilmente pieno d’azoto, oltre che di inclusioni metalliche grosse come patacche, e poi non era neanche di qualità da gemma, e in sovrappiù c’avevan messo 600 ore a farlo. Insomma, in riva alla Neva si fan le cose sul serio: 30 presse cubiche HPHT da 5.000 ton., capacità di produzione di monocristalli fino a 4050 ct (fra breve) su larga scala, mica bazzecole! Hai voglia a dire che: “le principali applicazioni saran rivolte all’elettronica, all’otl'Orafo 2015

tica, alla robotica e all’industria aerospaziale; che i produttori in grado di mettere a punto monocristalli incolori da gemma assommano, sull’intero globo terraqueo, a una dozzina; che sul pianeta si contano solo un migliaio di unità HPHT oppure CVD d’una certa potenza e che pertanto la produzione mondiale è alquanto limitata; che quindi non v’è nulla di che preoccuparsi". A ‘sto punto fa quasi ridere l’annuncio della Scio Diamond Technology Corporation del South Carolina, che a breve riuscirà a raddoppiare i quantitativi, con grezzi del tipo IIa da 3-5 ct i quali, una volta tagliati, daran luogo a pezzature da 1-2 carati... E adesso attenzione, se prima scappava da ridere, ora vien da piangere. Vi passo la patata bollente com’essa mi è piombata tra capo e collo, e mi riprometto di tornarci su non appena si saprà qualcosa di più preciso: ai primi di maggio il laboratorio GIA di Ramat Gan, in Israele, riferisce che in 500 diamanti da incolori a quasi incolori analizzati - per la maggior parte al di sopra del carato, certuni pure nella gamma dei 3-5 carati - risulta presente un non ben identificato trattamento del colore capace d’alterarlo temporaneamente: un miglioramento del colore fino a tre gradi che dopo un certo tempo (anche breve) svanisce riportando la pietra allo stato originario. Un trattamento instabile, reversibile, che una volta dileguatosi non lascia traccia alcuna di sé. E per di più di difficoltoso rilevamento, sinora. Il GIA ha dato il tutto in mano agli uffici investigativi della polizia israeliana. Anche il GIA sta investigando. Non è tutto. L’IGI di Anversa annuncia d’aver “sgamato”, già lo scorso ottobre, diverse pietre di basso colore recanti una ricopertura pellicolare (coating) visibile, e neanche sempre, solo a 500 ingrandimenti e capace di migliorarne il grado. I diamanti così trattati non salivano, nella scala del colore, al di sopra del grado H o G (anche quelli esaminati dal GIA di Ramat Gan s’aggiravano su quei valori, talvolta pure nell’F). Anche l’IGI denunciò il fatto a chi di dovere, rimettendosi nelle mani delle competenti autorità e trattando il tutto con discrezione, essendoci un’investigazione in corso. Ora c’è da stabilire se le pietre siano pervenute al GIA e all’IGI dalle stesse fonti, attraverso gli stessi canali, per quanto pare non sia il caso. Fatto è che il trattamento del colore tramite ricoprimento un tempo s’identificava con la semplice rimozione a mezzo alcool oppure, nei casi più pertinaci, con la bollitura in acido. Ora si tratta di stabilire che altra diavoleria si siano inventati, e chi siano “i furbetti del quartierino”, da risultare visibile, la diavoleria, solo ai 500 X. In attesa di migliori riscontri, incrociamo le dita…

very strange diamonds

English translation: see pag. 111 108 settembre

See Page 108 And so on and so forth, so much so that I don’t even know where to start. So let’s start with those raining down from the sky. It must be a very peculiar feeling. I think I experienced something like that in July 2001, when the Etna erupted in Trecastagni, Catania. I was walking with my umbrella under a rain of volcanic ash, which ticked even on the foliage of the trees; it was something I had never experienced before. Not to mention the effects on my umbrella. In our case, instead of H2O (water), our raindrops consist of pure C (carbon), id est diamond. What did you just say? You want to know where this place is and book a Ryanair flight right away? Sorry, my friends, flights to Uranus and Neptune are not yet operational. We’re gonna have to wait another little while before reaching those planets and

those skies. Now let’s talk about diamond under palm trees, or rather, the palm tree. To stand out from its fellow palms, this tree grows exclusively on kimberlitic fireplaces, where it found its ideal habitat feasting greedily with the magnesium, potassium and phosphorus galore provided by that type of land. Recently discovered in Liberia, Pandanus Candelabrum is a rare, 10-metre-high thorny tree that looks just like a palm tree, with wide prickly fronds and strong aerial roots as a mangrove, which may very well rise to the rank of “guiding plant” for diamonds – and it would be the very first time in the history of science. It was discovered by American geologist Stephen Haggerty, after taking advice from the British Royal Botanic Garden and the Missouri Botanical Garden. Too bad that, apparently, this rare and mysterious shrub thrives only within a 3,000 Km radius going from Cameroon, Central and Western Africa, to Senegal, West Africa. So dear friends, look well in your gardens and orchards, for you never know…perhaps that strange little plant you’d never noticed before or you used to cut down… But now, let’s move on to the third item in the title, our monstrous synthetic diamonds. Don’t you think that the 10.02 ct diamond with square “emerald” step cut, certified by Hong Kong’s IGI as Very Good/Excellent, VS1 clarity, E colour, made from a synthetic rough stone of 32.26 ct, type IIa (“diazotised”), produced with the HPHT method by the New Diamond Technology LLC in St. Petersburg, Holy Mother Russia, to be something really monstrous? You tell me; in only 330 hours, engineers Alexander Kolyadin and Andrey Katrusha managed to break all records in terms of production time and quality in March this year. It is true that back in 1992, the De Beers Diamond Research Laboratory managed to churn out a big 34.80-ct diamond, but it was yellow, type Ib, miserably full of nitrogen as well as huge metallic inclusions, and it wasn’t even of gemstone quality; on top of that, it took them 600 hours to make it. In short, in spite of pretentiously severe fines, they take things seriously by the banks of the Neva: thirty 5,000-ton HPHT cubic presses, a single-crystal production capacity of up to 40-50 ct, almost ready for large-scale roll-out… that’s no small feat! Quite useless to keep dropping water on the fire by saying that they are mainly for electronic, optical, robotic and aerospace applications; that manufacturers that can create colourless single crystals from gems are just around a dozen on the entire terraqueous globe; that there are only about a thousand HPHT or CVD units with a certain power in the whole planet, and therefore the world’s production is quite limited; that, l'Orafo 2015

113

settembre

for all these reasons, there’s nothing to worry about. At this point, it’s almost funny to read the announcement made by another manufacturer – the Scio Diamond Technology Corporation from South Carolina – stating that they will soon double their capacity to create diamonds by using Type IIa, 3 to 5-carat rough gems, which will then be cut and finished into 1 to 2-carat stones... And now listen up... if this made us laugh a bit, what comes next will make us cry. I’ll give you this hot piece of news the way I got it myself, out of the blue, and I promise I will deal with it again as soon as I get some more accurate information about it. In early May, the GIA laboratory in Ramat Gan, Israel, reported that in 500 analysed diamonds ranging from colourless to almost colourless – most of them bigger than 1 carat, some even ranging between 3 to 5 carat – there were traces of an unidentified treatment that temporarily altered their colour. In other words, a colour enhancement of up to three grades that faded away after a certain amount of time (even short), bringing the stone back to its original colour. In short, an unstable, reversible treatment that vanished without leaving a trace, like a ghost. And what's more, it’s even difficult to detect for now. Are you still there? So the GIA handed it all over to the investigation offices of the Israeli police. The police are investigating. The GIA is investigating. They are all investigating. And we await the outcome of these investigations. But that’s not all. The International Gemological Institute in Antwerp, Belgium, announced that, in October last year, they had already “rumbled” several low-colour stones with a film-like coating, which was visible – but not always – at 500x magnification and enhanced their colour grade. Such treated diamonds ranged between grade H or G on the colour scale (even those examined by the GIA in Ramat Gan were around those values, sometimes even F). Even the IGI reported the fact to the proper authorities, leaving it in their hands and treating it all with discretion, as there is an ongoing investigation. Now we need to determine whether these stones got to the GIA and the IGI from the same sources, through the same channels, although it doesn’t seem likely. The fact is that colour treating coatings were once identified by simply removing them with alcohol or, in the most obstinate cases, by boiling them in acid. Now the question is who are “the scoundrels of the neighbourhood” and what other devilish thing they have managed to invent this time, for it to be only visible at 500x magnification. As we wait for more accurate findings, we keep our fingers crossed, we touch wood, we light candles, we look for a lucky charm… We’ll catch up next time.


Brands In This Issue

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FALSINI ART

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AMEN ARTLINEA

91, 93-96 42, 91, 93-96, 98

30, 31 53 91-96

BANGKOK GEMS

106

G-SHOCK

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36

BENEDETTA BRUZZICHES

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GIA

108

POLELLO

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GIACOMOBURRONI 54

PRESTIGE

53 107

BOCCADAMO

91, 93-96

BOUCHERON

39

GIMET

49

QUERIOT

BROGGIAN

40

GIORDINI

45

RECARLO

BROSWAY

91, 93-96

BUCCELLATI

34, 107

BULGARI

91, 93-96

CARLO PIGNATELLI CARRERA Y CARRERA CARTIER

RELAIS I MIRACOLI

118

45

ROMA 1947

46

GUESS

91-96

ROSATO

91, 93-96

107

HOMI

106

RV

29

HONG KONG JEW FAIR

106

S’AGAPO’

IGI

108

SALVINI

65-71, 91-96

CESARI & RINALDI

33, 40

GIOVANNI RASPINI

54, 91, 93-96

91, 93-96

GRAZIELLA

ISTANBOULLI

16

20 91, 93-96 47, 91, 93-96

SCIO DIAMOND TECH

108

CHANEL

38

JACK & CO.

91, 93-96

CHANTECLER

87

JIMMY CHOO

87, 88

CHAUMET

37

LE BEBE’

CIELLE

20

LEO PIZZO

89

STROILI

91, 93-96

18, 97

LOTO PREZIOSI

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SWAROVSKI

87, 91-96

CRIERI

91, 93-96

SICIS

18

SODINI

91, 93-96

STEFAN HAFNER

88

CRISTAL NET

91, 93-96

MARCO BICEGO

28

TALENTO ITALIANO

CRIVELLI

91, 93-96

MAROTTO RICCARDO

48

TIFFANY

MASSIMO RAITERI

99

TREEMME

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TREESSE

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CUILU JEWELRY CO. D&D DAMIANI

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MATTIOLI

29, 99

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MILUNA

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DE BEERS DK – DAVIDE MAULE

108 28

MIMI' BROGGIAN MILANO

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MORELLATO

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MUSEO DEL GIOIELLO VICENZA

EASY

91, 93-96

MY JEWELS

22

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FABERGE'

20

NEW DIAMOND TECH.

108

FABULA ETRUSCA

43

NEW ITALIAN ART

87

l'Orafo 2015

114

settembre

TROLLBEADS

18 91-96

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UNOAERRE

53, 73-77

VAN CLEEF & ARPELS VHERNIER

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VICENZAORO SEPTEMBER VISCONTI

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AL RELAIS I MIRACOLI SCORCI MOZZAFIATO Un palazzo storico affacciato su Piazza dei Miracoli a Pisa ospita suite e camere esclusive per pochi, fortunati "viandanti" Suites e camere esclusive, i cui nomi riportano alle glorie del passato, ricavate in una residenza storica ubicata in uno dei luoghi più prestigiosi del mondo: Piazza dei Miracoli a Pisa. Una raffinata caffetteria, ricavata nel piano terra, accoglie gli ospiti con salette interne dagli originali soffitti decorati, che anticipano lo splendido “giardino coperto” realizzato a pochi metri dal più antico Orto Botanico Universitario d’Europa, destinato a ospitare eventi culturali e artistici. Sono questi i segni caratteristici del Relais e della Caffetteria “I Miracoli”, motivo di grande orgoglio per una città che ha sempre praticato l’arte dell’accoglienza. Accedendo al Relais si percepisce immediatamente cosa abbia dato origine a questo progetto di elegante attività ricettiva: offrire una full immersion nella storia senza rinunciare ai più moderni comfort. È questa l’essenza della mission di chi ha voluto creare per pochi fortunati “viandanti” il prestigioso Relais i Miracoli, realizzato su parte di quella struttura che era sede dell’Università dei Cappellani edificata nel XVI sec. su precedenti opere laterizie datate XIII sec. Oggi come allora, chi ha la fortuna di aprire le finestre di questo palazzo può stabilire un contatto quasi fisico con la bianca marmorea materia che ha dato forma e sostanza alla Torre Pendente, una meraviglia famosa in tutto il mondo. Ogni dettaglio ci parla della cultura e delle gesta della gloriosa Repubblica Marinara, a partire dall’Exclusive Room, denominata non a caso Torre Pendente, realizzata attenendosi al concetto abitativo caratteristico di quei meravigliosi “grattacieli” che furono le celeberrime case-torri pisane del Medioevo. Lo sviluppo in verticale, su due piani, di questa “camera” trasmette la netta sensazione dell’essere a bordo di una nave che solca un mare di pietra. Tutte le componenti e gli arredi, infatti, sono stati realizzati con legni pregiati e materiali di grande qualità, che riconducono al calore e al colore di quelle “pietre preziose” che dall’esterno continuano a raccontarci secoli di storia.

Fondato sulla storica sede dell'Università dei Cappellani del XVI sec., il Relais I Miracoli offre un'esperienza irripetibile e unica, in un contesto di grande pregio storico adattato alla più moderna richiesta di comfort e benessere. Affacciato su uno dei più bei luoghi al mondo, Piazza dei Miracoli a Pisa, il Relais rappresenta una sintesi perfetta tra lo stile della più rinomata accoglienza e la visione di uno spettacolo da gustare di giorno e di notte.



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