3 minute read

Orgogliosamente Italiani

Next Article
C arta stampata

C arta stampata

www. grupposerenissima .

Servizi Di Ristorazione Collettiva A Misura Di Persona

La nostra idea di ristorazione si basa su una chiara visione: promuovere una corretta cultura dell’alimentazione che soddisfi le esigenze di tutti i nostri clienti. Crediamo nella ristorazione ecosostenibile, responsabile e che si adatti alle richieste degli utenti. Ecco perché scegliamo soprattutto aziende e prodotti della nostra terra.

Novel food sì, no, forse…

Per novel food si intendono tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo “significativo” in UE, per i quali occorre dunque un’autorizzazione prima dell’immissione in commercio, necessaria a valutarne la sicurezza. Interpellato dalla Fondazione Veronesi, il professor Agostino Macrì, già direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori, sostiene che “la farina prodotta a partire dai grilli è fatta seguendo sempre le medesime procedure e dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio)”. L’esperto aggiunge che la farina di grillo e altri prodotti a base di insetti potrebbero sostituire alcuni alimenti di origine animale in futuro, ma per adesso si tratta di un prodotto di nicchia, che costa anche molto. Si parla di circa 70 euro al chilo, mentre quella di frumento ne costa 2 al chilo e la farina di soia, farina vegetale più vicina a quella dei grilli dal punto di vista nutrizionale, circa 3. Semmai, sostiene Macrì, “i prodotti a base di insetti potrebbero aiutarci nelle produzioni di origine vegetale. Basti dire che gli animali non sono gli unici a incidere sulle nostre risorse ambientali: anche l’effetto della produzione di soia e mais è devastante, come evidente nel fenomeno del disboscamento di aree immense dell’America Latina”. Non va però sottovalutato il fatto che con l’allevamento controllato degli insetti “si potrebbe ridurre il consumo degli animali selvatici anche nei paesi asiatici, riducendo il rischio di contaminazioni e problemi per la salute. Per stabilire i benefici nutrizionali di questo prodotto, invece, non ci sono ancora elementi sufficienti, trattandosi di un novel food”.

Oltre 125mila pasti donati

dalle mense di Hera

Più di 125 mila pasti in Italia recuperati dall’inizio del progetto, per un valore totale di oltre 520 mila euro, evitando la produzione di circa 55 tonnellate di rifiuti, equivalenti a oltre 120 cassonetti. Senza contare l’emissione di CO2, i consumi di acqua, energia e terreno che sarebbero stati necessari per confezionare quei pasti.

Sono questi i dati principali, diffusi in vista della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che riguardano CiboAmico , l’iniziativa nata nel 2009 grazie alla collaborazione di Hera con Last Minute Market per il recupero dei pasti preparati, ma non consumati, nelle sei mense aziendali della multiutility.

In particolare, dalla mensa Hera di Rimini, nel 2022 è stato possibile recuperare più di 650 pasti, per un valore di oltre 3 mila euro. Dal 2010, anno in cui CiboAmico è stato esteso alla mensa aziendale di via del Terrapieno, sono stati recuperati quasi 15 mila pasti, per un valore complessivo che supera i 60 mila euro. A Ravenna, invece, nelle mensa Hera di via Romea Nord dal 2021 sono stati recuperati oltre 800 pasti, per un valore complessivo che supera i 3 mila euro.

Flower Burger punta al raddoppio in Italia e sulla Francia

In un futuro a medio termine, Flower Burger punta ad aprire altri 20-30 ristoranti in Italia, con un sostanziale raddoppio rispetto a quelli attuali: a dirlo è Matteo Toto, fondatore della catena interamente votata a un menu al 100% vegano e colorato.

“Capire come si muoverà il mercato è complesso. Eppure nel segmento vegano ci sono ottime prospettive di crescita. Abbiamo già 9 unità soltanto a Milano, nel 2022 abbiamo venduto 1,2 milioni di hamburger, quindi in futuro vedo spazio per altri 20-30 ristoranti nel Paese” ha detto il manager in un’intervista alla testata francese L’Officiel de la Franchise. Proprio sul paese transalpino punta Flower Burger per il suo sviluppo estero. Già presente con i suoi pdv ad Amsterdam, Londra e Marsiglia, oltre al raddoppio nella città affacciata sul Mediterraneo, il brand, che è alla ricerca di partner locali per espandere la rete in franchising, mira ad aprire anche a Lione Parigi. Le opening saranno concentrati nel centri città, senza tralasciare i mall.

This article is from: