retail&food 2009 04

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ANNO 4 • NUMERO 4 • APRILE 2009 • € 1,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Aeroporti: i conti non tornano. Pax in calo, scali semi vuoti. Ma le previsioni restano ottimistiche.

Osservatorio Prezzi • Star Trek retail+food • Dossier aeroporti Malpensa-Fiumicino Giochi Preziosi+Sarni Torino Caselle



News primae noctis

È il mercato, bellezza! i fronte alla formidabile crisi che stiamo D affrontando, le ricette di opinion maker veri ed improvvisati non mancano. Non vorremmo aggiungerci anche noi alla lista, ma il nostro dovere di imprenditori è pur sempre quello di prevedere e fare delle ipotesi. Che vorremmo condividere con gli imprenditori-lettori. Dunque, tenete ben presente che parliamo di ipotesi. I consumatori, almeno quelli delle società ex opulente, cambieranno pelle: più attenzione alla qualità ed al prezzo, interesse più selettivo all’immagine. Ciò “aggiusterà” le cose per il futuro, perché il sistema produttivo mondiale si adeguerà, seguendo le ben note leggi di Darwin. Ma... e il passato? Come rimborsare l’enorme stock di debito mondiale cumulato? Questo, temiamo che nessuno lo potrà fare: in certi Paesi (vedi Regno Unito) il debito è superiore al PIL... Rimborsare i debiti significherebbe quindi, al fondo di tutto, aumentare le tasse a livelli da rivoluzione. La soluzione probabile consisterà quindi nell’azzeramento del debito, o almeno in una sua sostanziale riduzione. Stiamo parlando di maxi-inflazione prossima ventura, ed anche questo è il mercato, bellezza! Se riteniamo credibile questa ipotesi, caro imprenditore-lettore, prepariamo fin da ora le nostre difese...

L’OPINIONE

EDITORIALE

Aeroporti milanesi: meglio 2 di 3? di Gianfilippo Cuneo* Periodicamente si presentano dei falsi problemi; è conveniente per Alitalia chiudere Linate? Ovviamente no, perché spostando i voli su Gianfilippo Cuneo Malpensa le compagnie concorrenti avranno uguali possibilità di intercettare i passeggeri provenienti dal sud per portarli in giro per il mondo e Alitalia perderebbe traffico pregiato per Roma a favore del treno. Chiudere Linate serve solo a dare fastidio a milioni di passeggeri che vogliono semplicemente andare o tornare da Milano. Alitalia è sotto pressione per aver scelto Fiumicino come hub, e deve trovare delle scuse per non operare più voli a lunga distanza su Malpensa; quindi presenta un falso problema e cioè l’impossibilità di avere un secondo hub a causa di Linate. Le correnti principali di traffico aereo sono da e verso il Nord America; non è logico pretendere che i passeggeri del Nord Italia debbano prima andare a sud (Roma) e poi a Nord; meglio andare direttamente a Francoforte, Parigi e Londra, dove si possono prendere voli diretti per oltre 50 destinazioni finali. Ormai il trasporto aereo a medio raggio evolve verso le destinazioni point-to-point offerte in modalità low cost (meno di € 100 per ora di volo quando Alitalia pretende € 300 sul Linate/Roma, dove è in monopolio). Per i voli intercontinentali è ancora necessario l’hub, ma non è possibile contrastare le posizioni di dominio (basate su prezzi attraenti, molteplicità di destinazioni, sicurezza di coincidenze ecc.) che ormai sono state acquisite dagli hub del Nord Europa. Dal punto di vista dell’economia della Lombardia eliminare Linate fa risparmiare i costi fissi ma peggiora la qualità del servizio e riduce il traffico; passeggeri di Piacenza e Parma sceglieranno Bologna e quelli di Milano useranno il treno per Roma. Alla Lombardia serve liberalizzare gli slots, aumentare la concorrenza, e avere prezzi più bassi, con i quali il traffico aumenterà. Linate non è un aeroporto saturo dato che Alitalia utilizza quasi 20% in meno degli slots che usava una volta; meglio darli ad altri vettori che tenerli congelati per aumentare i profitti di Alitalia. L’occupazione e l’indotto aumentano se aumenta il traffico, il traffico aumenta se si abbassano i prezzi; i prezzi si abbassano se aumenta la concorrenza. *Presidente del Comitato Investimenti per Il Fondo Sinergia con Imprenditori

retail&food - aprile 2009

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✔perSOMMARIO chi ha fretta Osservatorio prezzi

Tra e meglio sorvolare M

alpensa e Fiumicino ancora una volta a confronto. Il dualismo tra i due maggiori aeroporti italiani viene spesso riportato sulle capacità di traffico aereo o su quale dei due sia più strategico territorialmente, ma è forse più utile indagare sulle difformità di prezzo tra le offerte retail e della ristorazione che intercorrono tra lo scalo milanese e quello romano. Su questo fronte sarebbe lecito domandarsi se la riduzione dei voli che negli ultimi 12 mesi ha colpito entrambi gli aeroporti (soprattutto Malpensa vittima del forte ridimensionamento Alitalia) si sia in qualche maniera ripercossa anche sui prezzi che gli operatori applicano al pubblico, alla luce del divario di passeggeri che quotidianamente transitano nei due aeroporti internazionali.

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Shopping: passare da Fiumicino conviene La prima analisi si concentra su tipologie di prodotti no food, e cioè quegli articoli che possono trovarsi sia in area land-side che air-side e distribuiti sia dai negozi monomarca che nei duty free. A prima vista si percepisce nettamente che all’interno dell’aeroporto romano i prezzi sono praticamente sempre inferiori rispetto a quello milanese. Nei primi tre prodotti

ARTICOLO

Vodka Absolut Wiskey Ballantines Dior J'adore Eau de Parfum (100 ml) Swatch orologio (mod. più economico) Trolley (bagaglio a mano) Occhiali sole donna (Prada mod. più economico) Cravatta seta (Zegna o similare)

presi in considerazione (bottiglia di vodka, bottiglia di whiskey, profumo da 100 ml) la differenza è modesta. I prezzi praticati dal Good Buy Roma rispetto al Duty Free variano da un massimo di 3,50 euro (per Dior J’adore) fino a un minimo di 1,10 euro (per Wiskey Ballantines). Prezzi che addirittura arrivano ad equipararsi per l’item orologio (Swatch modello più economico presente) dove l’insegna, presente in entrambi i terminal, applica esattamente lo stesso importo. Gli articoli trolley (bagaglio a mano) e occhiali da sole donna (i più economici di Prada) danno invece un’indicazione molto più netta del divario che intercorre tra le due aree commerciali: se per l’accessorio griffato la differenza riscontrata sale a 11 euro (176 euro del multimarca Duty Free contro i 165 del monomarca Prada romano), per il bagaglio a mano lo scarto arriva fino a 60 euro. In pratica per acquistare lo stesso bene, a Malpensa (DutyFree) si deve pagare più del doppio rispetto a quanto si pagherebbe al negozio Benetton di Fiumicino. Tra gli articoli retail, la cravatta di seta firmata Zegna (95 euro negozio DutyFree) è l’unico prodotto riscontrato più a buon mercato in quel di Malpensa. Lo store del marchio biellese presente

MILANO MALPENSA Prezzo 15,00 17,00 89,50

romani. Tazza d’Oro, assieme a MyChef, alza fino a tre euro il prezzo della birra piccola alla spina da 20 cl, mentre Airport Elite risulta essere la più generosa : 2 euro per una bicchiere da 30 cl. Quest’ultimo operatore è anche il più conveniente per il mezzo litro in bottiglia di Coca-Cola (2,50 euro) ma il più costoso per il pani-

Brand Negozio

CAFFETTERIA E RISTORAZIONE item più esemplificativi, il caffè espresso: le tre insegne milanesi (Onama, Autogrill e MyChef) praticano 0,95 euro contro i quattro punti ristoro romani (Airport Elite, Autogrill, MyChef, Cremonini) che si attestano su 0,85 euro. La voce fuori dal coro è l’insegna Tazza d’Oro che chiede 1 euro a tazzina. Per i bar di Malpensa l’uniformità di prezzo si ritrova anche per il cappuccino (1.40 euro, il più caro contro 1,10 euro del MyChef di Fiumicino), il caffè decaffeinato (1,05) e il croissant (1,00). Per questi ultimi due prodotti i prezzi più bassi sono romani (0,95 di

all’aeroporto di Roma fissa un importo più alto di 20 euro (115 euro).

Malpensa si divide solo sulla pizza Più complessa la situazione in merito alla caffetteria e alla ristorazione, dove non esiste una netta demarcazione tra aeroporto più o meno economico anche se, a ben guardare, i punti ristoro di Fiumicino prevalgono per convenienza, soprattutto paragonando le stesse insegne. La prima differenza tra i due aeroporti arriva confrontando uno degli

ARTICOLO

MILANO MALPENSA ONAMA

Caffè espresso Cappuccino Caffè decaffeinato Croissant Spremuta Acqua (per 50 cl) Birra spina piccola (20 cl) Coca Cola (pet 50 cl) Panino base Toast base Pizza margherita trancio Primo piatto più economico Secondo piatto più economico Chewing gum vigorsol (astuccio) Red bull (lattina)

0,95 1,40 1,05 1,00 3,00 1,40 2,80 2,80 3,40 3,60 3,80 5,50 6,90 2,10 3,00

Prezzo più alto Prezzo più basso *cl 0,30 **Daygum n.d.= non disponibile

Autogrill per il primo e 0,90 di MyChef e Cremonini per il secondo). Importi più elevati a Malpensa anche per la spremuta (con i 3,00 euro di Onama e MyChef), 60 centesimi in meno invece per l’Autogrill di Fiumicino. Per gli articoli che riguardano gli snack veloci (pizza, panino e toast base), pasto (primo e secondo), acqua e bevande (birra e Coca Cola) si denota una sostanziale eguaglianza nelle tariffe tra le tre insegne di Malpensa prese a riferimento: in merito a questi 8 articoli spiccano solamente gli alti costi

ROMA FIUMICINO Prezzo

Brand Negozio

13,50 15,90 86,00

Good Buy Roma Good Buy Roma Good Buy Roma

Duty Free DutyFree DutyFree

te rilevate negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, l’aeroporto di Roma risulta quantitativamente il più basso: sui 15 articoli rilevati il Leonardo da Vinci strappa 13 prezzi inferiori, contro i due dell’aeroporto posto in provincia di Varese. Analizzando invece le due situazioni separatamente, si evince che

38,00

Swatch

38,00

Swatch

115,00 176,00

DutyFree DutyFree

55,00 165,00

Benetton Prada

95,00

DutyFree

115,00

Zegna

ROMA FIUMICINO

AUTOGRILL

MYCHEF

AIRPORT ELITE

0,95 1,40 1,05 1,00 2,70 1,40 2,80* 2,80 3,30 3,30 3,40 4,80 7,30

0,95 1,40 1,05 1,00 3,00 1,40 2,40 2,80 3,40 3,30 2,70 4,80 6,80

0,85 1,20 1,00 1,00 2,50 1,30 2,00* 2,50 3,80 3,30 3,10 5,50*** 6,50***

0,85 1,20 0,95 0,95 2,40 1,30 2,30 2,60 3,60 3,30 3,10 3,60 6,50

2,00**

2,20

2,70

2,00

2,10

2,90

3,00

3,00

2,70

2,90ì

***Rustichelli e Mangione

AUTOGRILL

MY CHEF

CREMONINI

0,85 1,10 1,00 0,90 2,50 1,30 3,00 2,90**** 3,50 2,20 3,30 4,30 6,80

TAZZA D’ORO

0,85 1,20 1,10 0,90 2,70 1,30 2,70* 2,60 2,80 n.d. 3,40 5,70 7,20

1,00 1,30 1,00 1,50 2,70 1,80 3,00 2,70 3,65 2,40 3,10 n.d. n.d.

2,10

2,20

2,95

3,50

****Pepsi

no base (3,80 euro), per il quale viene fissato un prezzo più basso di 1 euro nel format di Cremonini. L’Autogrill di Fiumicino rimane il ristoratore più economico in merito ai primi (3, 60 euro contro i 5,70 di Cremonini) e i secondi piatti (6,50 euro) ma anche negli “accessori” come il Chewing gum Vigorsol (2 euro contro i 2,70 di Airport Elite) e per la lattina di Red Bull (2,70 contro i 3,50 di Tazza d’Oro).

di Onama per toast base e pizza margherita trancio (rispettivamente 3,60 e 3,80 euro), quello di Autogrill per il secondo piatto (7,30 euro) e il prezzo più basso, sempre per il trancio di margherita, praticato da MyChef. Su questa porzione di paniere, infatti, la “battaglia dei prezzi” è sostanzialmente concentrata su Fiumicino. Tazza d’Oro si conferma ancora una volta l’insegna di fascia alta in un altro prodotto di riferimento come il mezzo litro di acqua, il quale viene portato a 1,80 euro contro 1,30 euro dei concorrenti

a Fiumicino c’è una vivace diversificazione dei prezzi e dei format presenti (i quali sono più numerosi come risulta nel numero di insegne presenti nella nostra rilevazione). L’Autogrill romano rimane in assoluto il punto ristorazione con la media di prezzi più bassi, mentre Tazza d’Oro nella nostra rilevazione risulta avere un listino prezzi più caro. Le offerte di Malpensa risultano invece mediamente più costose, ed i linea generale i prezzi tra i concorrenti presenti quasi mai hanno variazioni significative.

Concludendo

M as si mo C o zl a ni

Facendo un paragone tra le offer-

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retail&food - aprile 2009

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b&f NEWS Le ultime notizie su ristorazione, retail, luoghi di viaggio, spazi commerciali, fiere, aziende e personaggi.

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L'indice di retail&food Abbiamo selezionato le più importanti società di retail e ristorazione al mondo, analizzato le loro quotazioni, tirato le somme ed elaborato i risultati. L'indice di retail&food, lo strumento per comprendere al volo l'andamento dei mercati.

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Cosa occorre sapere per... La rubrica legale di r&f, questa volta affronta il tema clou degli accordi necessari per avviare una nuova presenza nei centri commerciali. Difficile improvvisare, importante l'esperienza e alcuni buoni consigli...

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Osservatorio prezzi: Fiumicino-Malpensa Il derby tra i due principali aeroporti italiani non vede né vinti né vincitori, anche se a Fiumicino risulta premiante l'offerta decisamente più ampia.

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Star Trek food: destinazione Sarni Dall’ultima volta che ce ne siamo occupati molte automobili sono transitate davanti agli “autogrill” dei fratelli Sarni. In questo periodo infatti quello che possiamo chiamare, seppure un po’ impropriamente, Gruppo Sarni, ha cambiato tutto: struttura societaria, strategia, dimensione ed immagine.

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Star Trek retail: destinazione Giochi Preziosi Con un ampio catalogo di nuovi personaggi, Giochi Preziosi si appresta a invadere il mercato americano dei giocattoli, nonostante la concorrenza del colosso Mattel e in un momento in cui gli USA sono l'epicentro della crisi. Una sfida possibile?

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Parola di esperto: David Jarach Per interpretare l'andamento del trasporto aereo, abbiamo incontrato il prof. David Jarach, managing partner di diciottofebbraio, docente di marketing presso l'Università Bocconi di Milano e docente senior presso la SDA Bocconi.

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Shopping mall: “Prima pietra” e “Taglio nastro” Sono iniziati i lavori per “Pr” Parma Retail, l’innovativo mall promosso da Parcor Srl e sviluppato dalla partnership Stores Development-Cesi Boldrin. Nel frattempo abbiamo visitato lo shopping center Porto Bolaro, pronto ad occupare una posizione leadership nella provincia di Reggio Calabria.

30-32

Beauty, profumo di tenuta Tra duty free e centri commerciali, per cosmetica e profumeria diminuiscono i margini ma tengono le vendite e cresce il numero dei negozi.

34

Retail telefonia: l’espansione è appesa a un filo La prima analisi di r&f sulle catene specializzati nella vendita di cellulari e servizi dedicati al mondo mobile.

36

Montezemolo: la trave e la pagliuzza Si parla con grande fierezza di italianità ma negli affari il nazionalismo conta molto poco. Come dimostrano le prese di posizione del fondatore di Nuovo Trasporto Passeggeri nonché presidente del Gruppo Fiat.

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Dossier aeroporti: Torino, bello da riempire Lo scalo torinese si presenta oggi come uno dei più moderni aeroporti regionali italiani ed è in grado di accogliere traffico fino a sei milioni di passeggeri. L'abbiamo visitato con Fulvio Fassone, direttore commerciale di Sagat.

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Resoconto fiere: Mia Si è svolta a metà febbraio a Rimini, Mia una delle fiere di riferimento per il food service e la ristorazione. Nell'anno della crisi non sono mancati apprezzamenti e critiche.

46

Star Trek food tab. 2

GARE VINTE NEL 2008 Area di servizio

Destinazione

Fatturato (€) stima

Autostrada

Alento est Canne est Giove ovest (con Mall ) Scudillo ovest Vesuvio sud Tiburtina Nord Cavour ovest Lanterna est Totale

Aspi Aspi Aspi Tang. Napoli Aspi A. dei Parchi Aspi Aspi

3.800.000 3.400.000 3.000.000 2.400.000 2.100.000 1.500.000 700.000 200.000 17.100.000

tab. 3

IL SISTEMA SARNI

20

FOLLIE & PROFUMI

TRIGNO EST

VESUVIO

AUTOSTOP

100 %

100 %

BRINDISI

100 %

100 % LE FONTI

100 %

100 % ALESSANDRO ANTONIO CARMINE TEODORO

100 % MAGLIONE

60 %

TRIGNO

60 % SANGRO

60 %

100 % 100 %

TORRE FANTINE

100 % VALLE ATERNO

DOLMEN

Società di ristorazione ed erogazione benzine possedute al 25% ciuscuno

ANDAMENTO DEI RICAVI (in migliaia di euro)

Dall’ultima volta che ce ne siamo occupati molte automobili sono transitate davanti agli “autogrill” dei fratelli Sarni. In questo periodo infatti quello che possiamo chiamare, seppure un po’ impropriamente, Gruppo Sarni, ha cambiato tutto: struttura societaria, strategia, dimensione ed immagine.

I

n origine il “sistema Sarni” era costituito da cinque fratelli, che elencheremo in ordine di età:

Antonio (57 anni), Potito (53), Teodoro (51), Carmine (49) ed Alessandro (47), tutti nati in pro-

vincia di Foggia. Ma è il padre che diede inizio, all’incirca 20 anni fa, all’avventura imprenditoriale della

famiglia. Il business iniziale era costituito dalla vendita di prodotti carbolubrificanti nelle aree di sosta, ma ben presto i cinque fratelli non si accontentarono di questo limitato settore. Un secondo ed importante campo di attività, anche questo affrontato assieme, venne individuato nella vendita di gioielli,

bigiotteria e cosmetici. I capitali accumulati in queste attività vennero poi utilizzati, sempre congiuntamente dal quintetto, per investimenti in attività immobiliari e nella gestione di centri commerciali.

La “scissione” Questa coesione familiare dura fino

Società Autostop Dolmen Le Fonti Maglione Sir 2 Torre Fantine Trignoest Vesuvio Tot. ristoro+oil Brindisi Follie e Profumi Tot. bigiotteria Totale generale

al 2007, anno in cui avviene il mutamento più importante, costituito dalla separazione di uno dei fratelli, Nicola Potito, rispetto agli altri quattro. Come si sa, Potito ha intrapreso una nuova strada per conto suo rilevando, assieme ad alcuni fondi e banche, il 51% della vecchia e gloriosa Finifast; la cosa

anno 2005 6.047 1.575 0 22.794 4.690 675 0 1.293 37.074 0 7.062 7.062 44.136

tab. 1

anno 2006

anno 2007

1.486 1.497 0 26.007 5.236 742 0 3.930 38.898 0 8.576 8.576 47.474

1.012 1.685 0 36.447 5.816 811 4.818 4.475 55.064 182 8.638 8.820 63.884

SIR 2

Società possedute individualmente da alcuni fratelli

ha implicato la netta separazione dei cinque fratelli Sarni in quasi tutte le altre attività, che sono state oggetto di un riordino e di una diversa ripartizione: Potito si è portato con sé soprattutto le aziende che si occupano di oreficeria e bigiotteria, cedendo agli altri quattro fratelli la maggior parte di quelle che operavano nel campo dell’erogazione di benzine e di somministrazione di servizi di ristoro. Oggi possiamo dire quindi che esistono due importanti gruppi (appunto Sarni e Finifast) che operano prevalentemente nello stesso settore (servizi di ristoro autostradali), che essi hanno avuto una origine familiare comune, ma che

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attualmente sono nettamente distinti e separati. In effetti un legame tra i cinque fratelli esiste ancora, ed è costituito dalla Finsud Srl, che si configura un po’ come il cuore del sistema Sarni: non è una vera e propria holding, in quanto non detiene né partecipazioni né il controllo delle società “industriali”. Essa però è partecipata pariteticamente al 20% dai cinque fratelli, anche se Antonio ed Alessandro sono più esposti degli altri in quanto a finanziamento soci (rispettivamente 3 e 2,2 milioni di euro, contro il milione di Teodoro, i 360mila di Carmine ed i 300mila di Potito). La Finsud è in realtà la holding del ramo immobiliare, costituito da retail&food - aprile 2009

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Star Trek retail GIOCHI PREZIOSI IN EUROPA

tab. 1

Fonte aziendale

tab. 2

GIOCHI PREZIOSI NEL MONDO

24

Destinazione Fonte aziendale

Trent'anni d'età e ancora in mezzo ai giocattoli

N

obilmantis, Sommo Luminescente, Grandalbero e Magmion: ecco i nomi dei nuovi conquistatori degli States. Con loro, il grande popolo dei Gormiti, i personaggi fantastici che vivono sull'isola di Gorm e sono amatissimi da tutti i bimbi del Vecchio Continente, la Giochi Preziosi si appresta a invadere il mercato americano dei giocattoli nonostante la concorrenza del colosso Mattel e in un momento in cui gli USA sono l'epicentro della crisi. Era nell'aria, e quest'anno sarà realtà: il gruppo fondato da Enrico Preziosi, quarto player mondiale nel comparto giocattoli dopo Mattel, Hasbro e Lego, esporterà negli USA il “fenomeno Gormiti” grazie a una joint venture con la società di distribuzione Playmetes Toys. L'accordo con la società statunitense (famosa per le Ninja Turtles, tartarughe guerriere che spopolarono tra i più piccoli un paio di decenni fa) consentirà all'azienda italiana di avere buone relazioni con le più grandi catene americane, tra cui anche Wal-Mart, per una diffusione capillare dei suoi prodotti . Oltre all'arrivo sugli scaffali dei negozi a stelle e strisce di questi pupazzetti dalle strambe fattezze, il cui successo in Europa ha raggiunto livelli clamorosi, tanto da valere ormai circa 120 milioni di euro su 770 di fatturato complessivo del gruppo, c'è un'altra novità: in questi mesi è in TV il cartone animato a loro dedicato, sviluppato dalla francese Marathon, che testato in Italia, sarà sicuramente un ottimo veicolo di marketing per l'oltreoceano. La scommessa vuole essere quella di esportare le vendite stratosferiche di questi pupazzetti ideati direttamente dalla ditta italiana (altri prodotti sono invece in licenza), cercando di replicare in America il fenomeno commerciale che in Italia e in Europa ha anche sviluppato un business, andato

ben oltre alle aspettative aziendali, che ormai spazia dai gadget ai dvd, ai cartoni animati fino alle rappresentazioni teatrali. Il mercato USA da questo punto di vista ha potenzialità enormi, nonostante la crisi, dal momento che anche piccole quote di mercato potrebbero avere un impatto di tutto rispetto sul volume d'affari dell'azienda. Ma non basta. In dirittura d'arrivo anche l'acquisizione della Kaleeto, catena commerciale cinese con oltre 300 punti vendita nell'ex Celeste Impero per la vendita dei giocattoli a marchio Preziosi in Estremo Oriente: primo passo per poi tentare la fortuna in Vietnam, Corea e Giappone. Con l'ingresso nel mercato statunitense e in quello cinese, Giochi Preziosi continua nel 2009 il progetto di espansione che nel maggio scorso ha portato all'acquisizione del 100% di Flair Leisure Products (11 milioni di euro di valore), “big” della distribuzione di giocattoli in Oltremanica, secondo mercato mondiale del settore. Le difficoltà finanziarie mondiali, insomma, non sembrano pesare più di tanto sui piani di crescita della società, che ha intenzione di raggiungere un miliardo di euro di giro d'affari alla fine dell'esercizio 2010 con un EBITDA in salita per arrivare a un margine del 12% sui ricavi. Per arrivare a questi risultati, la società prevede di investire 60 milioni nel triennio 2006-2010 di cui circa il 60% nell'area retail (obiettivo 130 punti vendita Toys Center nel 2010, lo scorso anno 97) che, insieme a quella della comunicazione e all'ampliamento strategico della presenza diretta del brand nei principali mercati non attualmente presidiati da filiali dirette, sono i binari su cui dovrà correre il treno aziendale per un ulteriore sviluppo della forza commerciale al livello internazionale.

Fondata da Enrico Preziosi nel 1978, come società per il commercio all'ingrosso di giocattoli, la Giochi Preziosi (ad oggi quasi 2000 dipendenti) si è rapidamente sviluppata, affiancando agli accordi per la distribuzione con importanti produttori internazionali la produzione diretta di giocattoli propri. Ad oggi l'azienda spesso cura integralmente il processo di ideazione e sviluppo e produzione di giochi. Per questo sono attive a Hong Kong e recentemente anche a Shenzhen, filiali che si occupano della parte produttiva, con ovvio risparmio sulla manodopera. Leader in Italia anche grazie a una indovinata politica di acquisizione e gestione di altre aziende del settore come Migliorati, GIG e Ceppi Ratti, l'azienda nell'ultimo decennio si è affermata anche nel mercato europeo: in alcuni paesi strategicamente più rilevanti con il proprio marchio e con partnership con aziende locali, negli altri, con accordi con distributori locali, di fatto meno rischiosi e vincolanti. Oltre ai progetti in Usa e Cina e alla già citata Flair in Gran Bretagna, la società italiana è presente con filiali dirette in Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Germania e Grecia (vedi tab.1 e tab.2). Ed è proprio nella distribuzione che si può trovare una delle ragioni di successo della creatura dell'attuale presidente del Genoa calcio: a metà 2008 l'azienda conta in Italia 97 negozi a gestione diretta a marchio Toys Center (91 al giugno 2007) e copre una quota di mercato di circa il 40% delle superfici specializzate, concentrandosi soprattutto nei bacini metropolitani. Da non dimenticare le quasi 500 insegne Giocheria e AmicoGiò,

prime catene di negozi in franchising in Italia, che fanno comunque riferimento al Gruppo Preziosi e hanno una capillare presenza sul territorio. Ma per avere una visione a 360° del modello di business del gruppo, oltre all'area Retail e alle quelle Toys relative al nostro Paese e all'estero, bisogna ricordare che il gruppo è diventato un importante player anche nell'ideazione e nella distribuzione di prodotti destinati ai bambini, non necessariamente giocattoli: dalla cartoleria con il brand Auguri Preziosi, al food con Dolci Preziosi, alla puericultura con lo storico marchio Giordani ad esempio (vedi tab.3). Ad oggi, infatti, una fetta importante del giro d'affari (24%) è riferibile alle altre categorie merceologiche, anche se il giocattolo tradizionale rimane la maggior parte della torta 76%).

Un 2008 da padroni del Monopoli Insomma, l'espansione di questo gruppo in fondo giovane ha radici legate a progetti precisi, che hanno permesso in questi ultimi tempi di sfidare la recessione globale, aggredendo nuovi mercati, certamente grazie alla sostanziale tenuta del comparto giocattoli poco influenzato dai cicli economici, ma anche grazie alla solidità del gruppo che ha archiviato il 2008 con un bilancio tutto in positivo. In dettaglio, la società guidata da Dario Bertè e Oddone Pozzi (consiglieri delegati con Alessandro Grimaldi vice presidente) e presieduta da Enrico Preziosi nel 2008 ha visto i ricavi a 771,2 milioni di euro (+6,6%), l'EBITDA a 94,4 milioni (+19,2%) con un risultato netto di di 6,2 milioni (+38% rispetto il 2008). Sul tavolo anche il miglioramento dell'indebitamento finanziario netto che passa da -153,4 milioni agli attuali 138,9.

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Novità di mercato

l’espansione è appesa a un filo Prezzi al ribasso per i cellulari, oggetti del desiderio dei consumatori, a causa della crisi che nel 2009 porterà un calo fino al 10% delle vendite. L’Italia, da sempre l’eldorado della telefonia, rischia di accusare il colpo anche se retailer e operatori del settore non si scoraggiano cercando di mantenere le posizioni e, quando possibile, espandersi.

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I

l mercato degli operatori di telefonia mobile in Italia è composto da Telecom Italia Mobile, Vodafone, Wind e H3G (più conosciuta come 3 Italia) che, secondo i dati di metà 2008, si contendono circa 90 milioni di contatti. Le quattro aziende, infatti, sono riuscite a sfruttare uno dei mercati più redditizi d’Europa, che, insieme alla Grecia, annovera un indice di penetrazione del 150 %.

Da questo si deduce che circa la metà della popolazione italiana possiede due SIM card a testa e, molto probabilmente, due telefoni cellulari. Il maggior operatore per numero di contatti rimane Tim (nonostante un calo del 2,7 % di clienti nell’ultimo anno) che ad oggi ne conta circa 35.300.000, seguono Vodafone, Wind ed infine H3G. Il boom della corsa ai cellulari

CLIENTI TELEFONIA MOBILE 1° SEMESTRE 2008

NEGOZI DI TELEFONIA NEL CANALE TRAVEL IN ITALIA Roma Fiumicino Milano Malpensa Milano Linate Bologna Marconi Roma Termini

VODAFONE 30.182.000 33%

Tim, Vodafone, Tre Vodafone Tim, Vodafone, Tre Vodafone Tim, Tre, Smartphone (3)

Tim Milano Centrale ha indotto ad Firenze S.M.Novella Tre entrare nel mercato della distribuzione tutti e quattro gli dita, infatti, gli operatori di telefooperatori, che a tutt’oggi sono i nia non solo offrono il cellulare in retailer di telefonia che contano il coppia al contratto telefonico, maggior numero di negozi sparsi cosa che tra l’altro avviene anche in Italia. Grazie ai propri punti vennei negozi di telefonia tradizionali attraverso partnership e accordi particolari, ma danno assistenza e supporto diretto alla propria clientela, dal cambio del piano tariffario fino all’attivazione delle mail sul proprio cellulare. Con circa 400 negozi gestiti direttamente H3g si segnala come l’operatore di telefonia più attivo in ambito retail, oltre a vantare circa 500 store 3 in franchising. Anche Vodafone presenta una vasta rete di negozi con ben 850 negozi Vodafone One, dei quali però solo 22 sono di proprietà (che rappresentano i flagship store posizionati nei luoghi più importanti, tra i quali gli aeroporti), mentre i restanti sono gestiti in franchising. Numerosi anche i rivenditori esclusivi Wind che arrivano a quota 333 comprendendo sia quelli presenti nei centri cittadini sia negli shopping center. Per quanto riguarda l’operatore italiano Tim, i negozi a insegna Il Telefonino sono 239 più numerosi affiliati. Se si riscontra una presenza capillare dei negozi nei canali tradizionali, la stessa cosa non si può dire per l’ambito travel, dove sia gli aeroporti che le stazioni non sono ancora luoghi presenziati da questo tipo di attività, anche se a Fiumicino e Linate si contano tre negozi ciascuno. Tim,

Vodafone e H3g presidiano infatti l’aeroporto romano e quello milanese, mentre Malpensa annovera un solo Vodafone One al T1. La società di telecomunicazioni inglese è anche l’unica ad aver piazzato un proprio store al Marconi di Bologna. Per quanto riguarda le stazioni, invece, oltre a Tim (Milano Centrale e Roma Termini) e H3g (Termini e Firenze Santa Maria

TIM 35.300.000 40%

H3G 8.450.000 9%

WIND 16.400.000 18%

Operatori nei luoghi di viaggio: vai dove ti porta il cliente Intervista a Massimo Tiana, Responsabile canali diretti. In Italia Vodafone è il secondo operatore italiano per numero di clienti. Tramite la rete di distribuzione Vodafone One, l'azienda è presente in Italia con 850 negozi dei quali 22 sono gestiti direttamente e il restante in franchising. Perché la decisione di aprire punti di vendita negli aeroporti? La decisione è frutto di una strategia che porta la struttura distributiva di Vodafone il più vicino possibile a dove le persone si trovano a passare. Non è più il mondo dove il cliente va a cercare il negozio dove poter fruire dei nostri servizi, ma è l'azienda che si porta il più vicino possibile ai luoghi di frequentazione della propria clientela. Quindi anche negli aeroporti, che sono per eccellenza luoghi di frequentazione di una clientela internazionale con vocazione al movimento. Che tipo di clientela avete in questi luoghi? Direi che ci sono due tipologie di cliente abbastanza diverse. La prima, quella un po' più continuativa nell'arco dell'anno, è una clientela business, e quindi i manager e professionisti che necessitano di spostamenti nazionali o internazionali per esigenze di lavoro. La seconda tipologia di clientela è quella turistica, e questa ha picchi di stagionalità molto forte e ci troviamo con fasce molto più ampie dal punto di vista socio-demografico. Qual è la differenza di offerta tra i negozi tradizionali e quelli aeroportuali? In realtà noi vogliamo offrire in tutti i nostri punti di vendita lo stesso livello di servizio e composizione dell'offerta. Però esistono zone dove i negozi vengono seguiti in maniera diversa, come gli aeroporti o su altri flagship store, dove ci sono tipologie di clientela che domandano prodotti e servizio a più elevato contenuto tecnologico. Come si articola la vostra presenza nel canale dei centri commerciali? Noi presidiamo i centri commerciali in tre modi differenti. La prima avviene attraverso le strutture classiche delle grandi superfici. Poi esistono i negozi specializzati nella telefonia, che hanno fatto la scelta di non legarsi ad una sola società di telecomunicazione. Infine la terza formula, che abbiamo sviluppato negli anni passati, è un investimento con negozi a marchio Vodafone One, e contiamo di raggiungere entro il 31 di marzo 100 centri commerciali.

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Novella) la novità è rappresentata dalla catena multimarca Smartphone che in prospettiva appare oggi come il retailer più impegnato nel canale travel con ben tre store nella principale stazione romana e con altri progetti in accordo con Grandi Stazioni. Smartphone, infatti, è intenzionato a fare il proprio ingresso (anche se le date non sono ancora state chiarite) nella rinnovata stazione di Milano Centrale, a Torino Porta Nuova e, in futuro, anche a Venezia Mestre, Padova, Treviso e all’aeroporto di Fiumicino. L’offerta del retailer romano integra la vendita dei telefonini e accessori con la possibilità di sottoscrivere i contratti con i gestori nazionali. Sul versante dei centri commerciali il mercato sembra chiaro il dominio di 4G Holding (più di 300 pdv), società che ha accorpato sotto il proprio tetto le insegne Sim, Mit, Wap e Voice: le prime due sono partner di Telecom Italia Mobile, mentre Wap e Voice raggruppano Vodafone, Wind e Tre. Ma il facoltoso mercato italiano della telefonia è stato una potente calamita anche per la grande distribuzione. Nel giro di circa un anno sono infatti comparsi in quantità operatori di telefonia virtuale (che non posseggono una propria rete ma offrono servizi attraverso accordi con i gestori nazionali) Auchan, Conad, Coop, Carrefour e a breve anche Erg Petroli commercializzerà la propria offerta attraverso la propria rete di distribuzione carburante. retail&food - aprile 2009

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a chiare lettere Tra amor di patria e business

MONTEZEMOLO: la trave e la pagliuzza

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I

Il 12 febbraio del 2007, il Corriere della Sera ci informava che Luca Cordero di Montezemolo, ancora Presidente di Confindustria, aveva sonoramente bacchettato Silvio Berlusconi: «Trovo umiliante che una persona così eminente e così attenta alla gente usi macchine straniere anche quando era presidente del Consiglio; è umiliante per la Fiat e per il nostro Paese». Il presunto misfatto del Cavaliere sarebbe stato quello di presentarsi alla folla milanese, in Piazza San Babila, a bordo di una lussuosa Mercedes e non già di un’auto «made in Italy». Non era la prima volta che Montezemolo stigmatizzava Berlusconi, e bisognerebbe aggiungere tanti altri governanti, per l'uso o il consumo di prodotti stranieri, diversamente da tutti i leader europei. Addirittura, nel 2002, per costringere l’allora presidente del Consiglio a dismettere l’Audi blindata, gli aveva donato una fantastica Maserati Quattro porte. Insomma, Luca Cordero si atteggia un patriota e ama dichiaralo: «Ha ragione Ciampi, diciamolo forte: patria, non ci vergogniamo di dirlo». Parole emozionanti e anche sagge.

Privatizzare con lo stato

Si parla con grande fierezza di italianità ma negli affari il nazionalismo conta molto poco. Come dimostrano le prese di posizione del fondatore di Nuovo Trasporto Passeggeri nonché presidente del Gruppo Fiat. Diego della Valle, Luca di Montezemolo, Gianni Punzo

Tuttavia, qualche tempo dopo queste nobili esternazioni, esattamente nel gennaio 2008, notizie di stampa ci Guillaume Pépy e Luca di Montezemolo informavano che la Nuovo Trasporto quella di Montezemolo, si appresterebbe a colonizzare le tratte più redditiViaggiatori, cioè l’impresa fondata da Montezemolo con Diego della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone, per inserirsi nella cosiddetta zie delle ferrovie altrui. Le parole di Moretti forse non sono campate all’aria, visto che, sulla mate«privatizzazione» del trasporto ferroviario che, grazie ai buoni uffici del ria, il vicepresidente della Commissione trasporti del Parlamento di neoliberista Pier Luigi Bersani, dovrebbe prender il via tra il 2009 e il 2011, aveva ordinato ben 25 treni, per un costo complessivo di 650 milioni di Strasburgo, Antonio Tajani, ha confermato l’apertura di un’indagine e Euro, alla francese Alstom, i cui legami con lo stato francese sono ben noti Roberto Castelli, sottosegretario ai Trasporti del governo Berlusconi, ha e che, nel 2000, aveva rilevato la Fiat industrie ferroviarie, per un importo sollecitato una commissione d’inchiesta sull’operazione Ntv. di 700 milioni di Euro. Luca Cordero di Montezemolo non crede che anche questa scelta possa Anche Fiat nel carniere francese essere umiliante per il nostro Paese e per l’Ansaldo. Alla fine del 2008, veniamo a sapere che nell’assetto proprietario di Ntv è Nel dicembre 2008, quando la crisi dell’auto stava entrando nella stagione entrata, con una quota del venti percento, pari a 80 milioni di Euro, la più nera, si incomincia a intravedere il trattato ineguale che il gruppo dirigente di Fiat sta negoziando con il gruppo Peugeot. Sergio Marchionne: Société Nationale des Chemins de fer Française (Sncf) cioè, nella sostanza, la Repubblica francese, la quale fornirà anche il sistema informatico di «Tra 24 mesi resteranno solo 6 costruttori, di cui due europei (…) La nostra prenotazione e gestione. strategia delle alleanze industriali mirate era un metodo per arrivare a un Sulla carta, l’impresa sarà controllata da soci privati italiani. Tuttavia, ci trocerto tipo di aggregazione. viamo di fronte a una cosiddetta “privatizzazione” nella quale un partner, Ma vista la situazione dei mercati e quel che ci aspetta in futuro, quanto il più rilevante dal punto di vista delle disponibilità, nonché della professiofatto finora non basta. Per fare soldi bisogna produrre almeno 5,5-6 milionalità, è nientemeno che lo Stato francese, che il materiale rotabile sarà ni di veicoli all'anno. È quindi necessario fare delle aggregazioni, in un francese, che il sistema di gestione sarà francese. modo o in un altro (…) in futuro sarà richiesto un nuovo modello di busiLa riconoscenza d’Oltralpe non si fa aspettare: il primo dicembre 2008, ness, ben diverso da quello attuale, dove l'indipendenza non è più sosteniLuca Cordero ha ricevuto dalle mani di Nicolas Sarkozy in persona le insebile.». Dopo queste parole, il 9 dicembre, il Corriere della Sera titola: «Il 2009 e la Fiat non più tutta italiana.». gne di Commandeur de la Legion d’Honneur, la più prestigiosa onorificenza della Repubblica. La più che informata Stampa commentava: «In riconoE, dalle dichiarazioni, si capisce che non sarà Fiat ad acquisire, né ci sarà matrimonio, bensì quel che bolle in pentola è una vendita. Chiarissime scimento non solo della sua attività industriale, ma anche per i suoi stretti sono, infatti, le parole del giovane John Elkann, il quale «non esclude l'ipolegami con la Francia.». tesi di essere azionista “più piccolo” in un gruppo “più grande”». La vicenda, come ovvio, non è sfuggita all’ottimo Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia. Tutto ciò benché, come hanno sottolineato attenti osservatori, ai prezzi attuali Fiat potrebbe essere il primo azionista della nuova società. Appena nominato presidente dell’Associazione delle compagnie ferroviarie Insomma, Luca Cordero di Montezemolo dovrebbe guardare alla trave nel europee, l’ingegnere ha con forza rilevato la contraddizione: lo stato fransuo occhio, piuttosto che alla pagliuzza in quello altrui. cese da una parte sta ostacolando i processi di liberalizzazione che insidieVi tt ori o Va el n za rebbero il dominio di Sncf e dall’altra, dietro lo schermo di società come

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ANNO 4 • NUMERO 4 • APRILE 2009 • € 1,00 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

In primo piano

Aeroporti: i conti non tornano. Pax in calo, scali semi vuoti. Ma le previsioni restano ottimistiche.

AEROPORTI, L’ALTRA METÀ DEL CIELO Aeroporti saturi, cieli inquinati, costi in aumento: il mercato del trasporto aereo è destinato a crescere notevolmente ma occorre guidare lo sviluppo con soluzioni aumentino la redditività, diminuendo i costi (anche ambientali). All'orizzonte la necessità di nuove infrastrutture e di un incremento delle attività non avio. Osservatorio Prezzi • Star Trek retail+food • Dossier aeroporti Malpensa-Fiumicino Giochi Preziosi+Sarni Torino Caselle

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r&f NEWS Nuance entra all’aeroporto di Dusseldorf Il gruppo Nuance ha sottoscritto un contratto con l’aeroporto di Dusseldorf per l’apertura di tre punti vendita di abbigliamento e accessori che copriranno un totale di 330 metri quadrati. Il contratto sarà valido a partire da questo mese e durerà fino ad aprile 2020. Nuance ha precisato che dopo Colonia-Bonn e Amburgo, lo scalo di Dusseldorf è il terzo aeroporto entrato a far parte del gruppo

nel giro di 12 mesi. I nuovi negozi saranno posizionati al Terminal A, di fronte alla lounge Lufthansa (pdv di 180 mq che aprirà in autunno) e al terminal C, dove aprirà nel 2010 uno store di abbigliamento multimarca Cult su 120 mq. Sempre al Terminal C, di fronte allo Store Cult aprirà un pdv Cult Accessori. “Siamo soddisfatti di dare il nostro benvenuto al gruppo Nuance all’interno del nostro scalo - ha dichiarato il direttore retail dell’aeroporto Ilse Ruffer - ci aspettiamo un grande successo dai nuovi store”.

Verona ha gusto per l’Expo Tutto è ancora in alto mare, ma l’Expo di Milano ha un potenziale attrattivo talmente forte che fa discutere di sé nonostante sia (per ora) un progetto sulla carta. Fiera di Verona, il punto di riferimento del settore agroalimentare, ha fiutato l’affare e si propone come una dei primi referenti per la sua vocazione agroalimentare: il tema dell’esposizione internazionale “Nutrire il pianeta” è un invito a nozze per creare una partenrship con Milano. Il nodo da sciogliere riguarderebbe semmai le modalità di gestione dei tre fiori all’occhiello dei padiglioni scaligeri: Vinitaly, Fieragricola e Agrifood. Intanto nel capoluogo lombardo si stenta a far partire la società di gestione dell’evento più importante dei prossimi anni, ma a Verona (e non solo) sanno già quali assi calare per salire rientrare in piena regola nei giochi che contano.

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NaraCamicie, venticinque anni senza una piega

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ompie 25 anni NaraCamicie, il celebre retailer della moda conosciuto in tutto il mondo festeggerà l’importante traguardo con una collezione a edizione limitata. Le camicie prodotte saranno destinate esclusivamente al mondo femminile, che compone il 70% del fatturato complessivo dell’azienda. La collezione esclusiva in organza di seta si aggiungerà a quella primavera/estate 2009 che riempirà i negozi fino al termine della bella stagione. L’importante anniversario, oltre ad essere celebrato attraverso una raccolta fotografica ad hoc e con l’inaugurazione della nuova sede veneziana di Santa Maria di Sala, è anche un’occasione per fare un bilancio della brillante attività iniziata nel 1984 dall’imprenditore Walter Annaratone assieme a Mario Pellegrino, stilista e titolare dell’azienda Passaggio Obbligatorio, e a Enzo Pellettieri, titolare della Camiceria E&G. Ma NaraCamicie guarda soprattutto al futuro e, nonostante un 2009 teso a mantenere la posizione raggiunta nell’anno passato (55 milioni di euro di fatturato nel 2008),

l’azienda milanese non ha in programma di arrestare l’espansione della propria rete di distribuzione rigorosamente in franchising. Dopo aver conquistato con 250 negozi la maggior parte dei centri cittadini medio-grandi ed essere entrato nei più importanti centri commerciali, NaraCamicie guarda all’estero con sempre più interesse tanto da essere presente in tutto il mondo con 150 pdv. Il mercato russo è senza dubbio una delle piazze che si è mostrata più sensibile allo stile e ai modelli realizzati da Pellegrino e Pellettieri, tanto da riuscire ad aprire all’interno del Golden Babilon Shopping Mall di Mosca un punto vendita accanto alle firme più importanti della moda internazionale. Il programma di espansione all’estero, che rappresenta il 35% delle nuove aperture, si rivolgerà in futuro soprattutto a quei paesi più interessanti per la moda italiana come il Brasile, l’Argentina e la Cina. Anche il mercato statunitense sarà interessato da nuove inaugurazioni a New York, San Francisco e Dallas. •

4Fly spa acquista Livingston L ’operatore milanese I Viaggi del Ventaglio ha venduto per 44,1 milioni di euro a 4Fly Spa la compagnia aerea Livingston, che sarà guidata da Gianni Sebastiani, già presidente dell’aeroporto di Parma, che è stato anche amministratore delegato di Meridiana e direttore generale di Alitalia ed AirOne. La cessione di Livingston rientra nella ristrutturazione del

gruppo Viaggi del Ventaglio. La compagnia aerea, era da tempo in cerca di un acquirente: tre anni fa trattò a lungo con Eurofly, che rinunciò però nel settembre 2006 . Una "due diligence" fu effettuata anche da Sky Broker, senza approdare a nulla. Nel settembre 2008 è stata annunciata una partnership commerciale con Eurofly. La compagnia, che opera con tre Airbus A330200 e altrettanti A321, ha presentato l’operativo per la stagione estiva IATA 2009. Punti chiave le 15 frequenze intercontinentali ogni settimana da Malpensa verso l’area Caraibi-Centro America e la collaborazione commerciale con Eurofly. Tutti riconfermati i collegamenti tradizionali con Cuba, dove sono serviti tre aeroporti; sul corto medio raggio Livingston collegherà sette città italiane con Egitto e Mar Rosso, ma anche Grecia, Baleari, Canarie e Capo Verde. Tra le novità estive i collegamenti da Catania per Tel Aviv da Verona; da Malpensa e Verona per Oujda e Dakar. •


Presentato il nuovo progetto dello stadio Delle Alpi

A Torino shopping e sport vanno a braccetto S arà una struttura unica nel suo genere e completamente innovativa: uno shopping mall all'interno dello stadio Delle Alpi di Torino che sarà ricostruito ed entrerà n funzione a partire dal settembre 2011. Il capoluogo piemontese come Monaco di Baviera, lo Stadio Juventus come l'Allianz Arena: un luogo che vive non solo durante le partite di calcio, ma anche in settimana come ritrovo e punto di riferimento per la città e come shopping center. Il nuovo progetto è stato presentato nella città sabauda lo scorso 4 marzo da Jean Claude Blanc, a.d della Juventus; Aldo Pisano, presidente di Nordiconad; Francesco Pugliese, direttore generale di Conad; Mauro Lusetti, amministratore delegato di Conad e da Alberto Rolla, l'architetto autore del progetto architettonico del centro commerciale e dell'inserimento urbanistico dell'intero complesso. Gli spazi commerciali all'interno del nuovo impianto sportivo saranno realizzati da Nordiconad, cooperativa del gruppo Conad, su una superficie complessiva di 34mila metri quadrati. “Abbiamo trovato un interlocutore dinamico e affidabile– ha sottolineato durante la conferenza di presentazione del progetto JeanClaude Blanc - che ha condiviso la visione comune da cui è nato un progetto innovativo di riqualificazione urbana. Lo stadio della Juventus sarà il primo impianto dedicato interamente al calcio ad avere un rapporto di assoluta continuità con uno spazio commerciale destinato al tempo libero e alle famiglie. La collaborazione con Conad proseguirà per garantire che stadio e area commerciale vivano in piena sintonia e sicurezza”. L'investimento complessivo della struttura ammonta a circa 90 milioni di euro: “La nostra insegna crede in questo progetto – ha commentato l'amministratore delegato di Nordiconad, Mauro Lusetti - e oggi per rispondere a una crisi che è globale, abbiamo scelto ancora una volta di investire sul futuro, invitando altri operatori del commercio a sperimentare insieme un percorso, unendo le forze. Daremo vita – ha concluso – a un luogo del tutto nuovo, che sarà una sfida per tutti, i soggetti coinvolti”. Il centro commerciale sarà costituito da tre corpi: in quello centrale ci sarà un ipermercato a marchio Leclerc-Conad che si estenderà su una superficie di 4.500 mq. All'esterno dell'ipermercato, numerosi servizi, e oltre 6 pdv. Nessun accordo ancora per quanto riguarda i marchi che entreranno a far parte dello shopping mall dello stadio: “Sappiamo solo – ha spiegato Lusetti – che il 30% sarà costituito da insegne di abbigliamento, il restante sarà suddiviso nelle altre categorie merceologiche. Ampio spazio sarà riservato anche ai

Mauro Lusetti

brand della ristorazione commerciale. Nei restanti due corpi invece saranno operative due medie superfici, una delle quali sarà un importante brand del fai da te e del bricolage. All'esterno della struttura, sarà presente un parcheggio di 50.000 mq che conterrà fino a 2000 posti auto. Non sappiamo ancora chi entrerà con precisione. Inizieremo a stringere i primi accordi a fine 2010, perché vogliamo aspettare per capire quali saranno le tendenze per quanto riguarda i consumi”. E' sicuro che l'area commerciale sarà inaugurata nell'estate del 2011, poco prima l'inizio ufficiale del campionato di calcio, insieme allo stadio. Tra le novità del centro commerciale, anche la presenza di un “drive in alimentare” che offrirà ai clienti la possibilità, una volta fatta la spesa, di assistere alla partita o di fare spese nei negozi della galleria, ritirando la spesa con tutta calma una volta finito il proprio giro. A pieno regime, lo shopping mall, in cui lavoreranno circa 800 persone, dovrebbe movimentare un giro d'affari annuo di 150 milioni di euro. Sono previsti, infine, 10.000 visitatoC. F. ri al giorno.

A pagamento anche la toilette

Ryanair: low cost, low style

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yanair continua il suo piano di espansio-

ne e dopo aver realizzato nel mese di gennaio un load factor del 71% annuncia che tra gli obiettivi della compagnia, c’è quello di arricchire la flotta di 300 aerei entro il 2012. Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair ha dichiarato, a proposito dell’accordo tra Airfrance e Alitalia, che l’elevato costo delle tariffe contribuirà, nel 2009, ad incrementare il traffico di 67 milioni di pax, di cui 17 milioni sulla sola Italia. Intanto, per far fronte alla crisi del trasporto aereo, O’Leary ha annunciato che nel

prossimo futuro, dopo l’eliminazione del check in, sui voli della compagni aerea irlandese, potrebbe esserci anche il bagno a pagamento. L’obiettivo è quello di poter continuare a offrire tariffe basse ai clienti: “Una cosa alla quale abbiamo pensato in passato e a cui stiamo pensando ancora è la possibilità di applicare una sorta di parchimetro alla porta del bagno dove i viaggiatori possano inserire una sterlina”. Secondo l'a.d. il bagno a tariffa non dovrebbe portare particolari problemi ai viaggiatori: ''Non penso ci sia nessuno nella storia di Ryanair che sia salito a bordo

con meno di una sterlina in tasca'', ha spiegato. Negli stessi giorni la compagnia irlandese ha comunicato al “The Daily Telegraph” che intende eliminare i banchi per il check in a partire dal 2010, per ridurre i costi. La decisione è stata presa dopo che la società si è resa conto che ormai, sul totale dei passeggeri che prenotano online, il 75% fa direttamente il check in da casa. Secondo la compagnia, questo permetterà ai viaggiatori di risparmiare sulle tasse. • retail&food - aprile 2009

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r&f NEWS Stagione invernale positiva per Neos E’ stato un inverno positivo per la compagnia charter Neos. Lo ha confermato anche l’amministratore delegato della società Carlo Stradiotti: “Abbiamo registrato ottime performance e un fattore di occupazione superiore del’85%. Contrariamente a quanto ci aspettavamo, la stagione tiene e su 12 rotazioni settimanali sul lungo raggio, con due aerei, ne abbiamo sospesa solo una, il Madagascar”. In controtendenza l’andamento della compagnia aerea charter di casa Alpitour, che si prepara invece a

un’estate impegnativa perché, a detta di Stradiotti “la capacità del medio raggio aumenta del 25% con il nuovo 737 e ci teniamo in casa anche il 767 che solitamente destinavamo all’estero durante la stagione calda”. Intanto si pensa già alla prossima estate: la flotta Neos si arricchirà infatti di due aeromobili in più.

Aste al ribasso per i voli Meridiana Meridiana-Eurofly stravolge le regole e sul suo sito internet vende i voli tramite aste al ribasso, la nuova tendenza secondo la quale vince chi offre di meno. Sono svariate le destinazioni: da Roma a New York, da Il Cairo a Fuerteventura, dalle Mauritius alle Maldive, in palio ci sono voli nazionali e internazionali, anche di lungo raggio e bonus di crediti da utilizzare per partecipare aste. Meridiana propone sul suo sito due tipi di aste, quella a tempo e quella a numero chiuso: la prima sancisce un tempo stabilito a priori per l’offerta, mentre per la seconda il termine è sancito dal momento in cui il numero delle offerte totali per quel prodotto si è azzerato. Si tratta quindi di un nuovo primato per Meridiana-Eurofly, visto che nessuna compagnia aerea prima d’ora aveva sperimentato un canale di vendita così innovativo.

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Ieri Airport Elite, oggi Airest (domani franchising)

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irport Elite – la controllata di Save per ristorazione e

retail - ha cambiato il suo nome in Airest, dando il via a un progetto di integrazione transazionale che potrà contare sui brand Rustichelli & Mangione, Culto, Decanto, Bricco, Ristop e l’Orto per quanto riguarda il settore Food& Beverage; Bottega dei sapori in ambito di fine food; Elite Travel Retail, Elite Fashion Store ed Elite Duty Free per il fashion, Hub e Ristop Market per i servizi ai viaggiatori. Tutti marchi presenti negli aeroporti, nei porti, sulle autostrade, nei centri commerciali e nelle stazioni di 8 paesi europei. Airest, che era già il nome del gruppo austriaco leader nell’aeroporto di Vienna per i concept stores dedicati al food&beverage, conta su un fatturato di partenza che supera i 200 milioni di euro. “Dopo la recente inaugurazione in Italia del centro di ricerca e produzione Very Italian Food –

ha dichiarato il presidente del gruppo Save Enrico Marchi - le attività si estenderanno dai poli di viaggio ai centri urbani e potranno essere affidati sia in gestione diretta che in franchising”. •

Stock option BUY

Geox Altro che crisi! I ricavi consolidati di Geox nel 2008 hanno raggiunto gli 892 milioni di euro, fecendo segnare un +16% rispetto al 2007. L'Italia copre oggi il 37% del giro d'affari, ottimi i risultati in Nord America dove si è toccato un +27,6% sull'anno precedente. Lufthansa Italia Sbarcati a Malpensa come marziani, nel mezzo di una delle crisi economiche più forti della storia, i manager di Lufthansa Italia stanno dimostrando di fare sul serio, e di farlo bene. Buoni coefficienti di riempimento, clienti soddisfatti e, alle porte, c'è già un incremento di offerta: ad aprile da Milano si volerà anche su Fiumicino, Bari e Napoli. LVMH Segno più sul 2008 del polo del lusso Luis Vuitton Moët Hennessy. L'esercizio 2008 si è chiuso con vendite totali per 17,2 miliardi di euro equivalenti a un aumento del 4% rispetto all'anno precedente. In particolare sono cresciute le vendite per moda e pelletteria (+7%) come per cosmetici e profumi (+5%). Negativo soltanto il comparto degli alcolici (-3%).

NEUTRAL

SELL

Cibus-Tuttofood Forse le crisi servono davvero a qualcosa. Dopo anni di guerra... tra i quartieri, si intravvede un'alleanza tra due importanti manifestazioni fieristiche dell'alimentare. Parliamo di Cibus (Parma) e Tuttofood (Milano) che, a quel che rivela il Sole24Ore, già quest'anno potrebbero organizzare insieme “Tuttofood-Cibus 2009 Special Edition”. Ci possiamo illudere? Autogrill Calano i consumi, si riducono gli spostamenti e per Autogrill il cielo si rannuvola. Se il traffico aereo americano dovesse continuare a calare, secondo Equita non è da escludere una rinegozia-

Ryanair I servizi low cost o no frills sono spartani e basilari e tutti gli optional, quando ci sono, si pagano. Siamo d'accordo per le bibite e i sandwich, passi per il check in prioritario e al limite per la spedizione del bagaglio in stiva ma far pagare 1 euro per andare alla toilette è davvero un ottimo danno d'immagine.

zione del debito contratto con le banche, per le acquisizioni del 2008. La partita è difficile ma ancora aperta.

Rocco Sabelli Rocco Sabelli, amministratore delegato della nuova Alitalia, soffre la concorrenza e con spirito davvero poco sportivo accusa le Ferrovie (e l'Alta Velocità) nientemeno che di essere state sovvenzionate dallo Stato. Non è successo qualcosa di simile nel trasporto aereo?

Verona-Venezia Guerra o pace? Nemici o soci? Non mancherebbero le ragioni per un'alleanza tra gli aeroporti di Venezia e Verona, strategiche ed economiche. Venezia non nasconde mire (e possibilità) espansionistiche, Verona vorrebbe mantenere una costosa indipendenza. Ci sarà un vincitore o due?

Aeroporto di Reggio Emilia Nel Centro-Nord abbondano gli aeroporti e scarseggiano i passeggeri, è un dato di fatto. E quindi a Reggio Emilia, in piena crisi, decidono di aprire un nuovo scalo per raggiungere la mitica soglia dei 450.000 passeggeri. Ci azzardiamo a dire che non se ne sentiva la mancanza.


nuova partnership

Centostazioni e Vidion: c’è l’accordo per la pubblicità

Costa-Ryanair

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osta Crociere ha stretto una partnership con Ryanair: la compagnia low cost irlandese inizie-

rà quindi a vendere, tramite il suo sito pacchetti crociere. "Ryanair e Costa Crociere ridurranno il prezzo delle crociere, tradizionalmente costose, e porteranno una maggiore scelta per coloro che cercano di battere la recessione e vogliono sfruttare il valore di

questi pacchetti vacanza crociera", ha dichiarato Sinead Finn, direttore commerciale di Ryanair. Secondo Angelo Capuro di Costa Crociere, l’accordo, che ha durata triennale: “consente di ampliare ulteriormente i nostri potenziali clienti raggiungendo una categoria di viaggiatori che usa regolarmente il web, cioè i professionisti tra i 25 e 45 anni di età. La strategia è in linea con il nostro programma di espansione della flotta, con cinque nuove navi prossime ad entrare in servizio, tre delle quali saranno consegnate nei prossimi dodici mesi”. La compagnia italiana, che ha trasportato 1,2 milioni di passeggeri l'anno scorso, si prefigge di trasportare 1,5 milioni di passeggeri entro la fine del prossimo anno. Costa Crociere ha recentemente investito 22 milioni di euro per l'adeguamento e la manutenzione della propria flotta, mentre la compagnia aerea prevede che trasporterà più di 67 milioni di passeggeri nel corso dell'anno corrente. •

È stato ufficializzato l’accordo tra Centostazioni e Vidion per la commercializzazione degli spazi pubblicitari tradizionali, attraverso impianti fissi, decor station e totem, che saranno installati all’interno delle stazioni del circuito. Il contratto è stato firmato lo scorso gennaio con i partner Vidion Fidia. Contemporaneamente alle installazioni tradizionali Centostazioni e Fidia hanno firmato un accordo per la realizzazione del nuovo Video Advertising Network: un nuovo sistema di videocomunicazione attraverso monitor Lcd installati nelle stazioni.

La Cina è vicina, a Enna (aeroporto) L a Cina sbarca in Sicilia per costruire un aeroporto intercontinentale di transhipment, interamente privato e a gestione mista Cina-Regione siciliana. Il pacchetto cinese prevede anche un ampliamento del porto di Augusta e dell’interporto di Catania, per costituire la più importante piattaforma logistica del Mediterraneo. Questi i contenuti di un accordo quadro siglato il 22 febbraio dal Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e da Tan Xiang Don∑g, AD della holding Hna. E il 4 marzo è giunta l’ulteriore conferma che la Sicilia per i cinesi è ok. Un fazzoletto di Sicilia orientale nella valle del Dittaino - contrada Centurie - a due passi da Enna, sarà attraversato da una pista di cinque chilometri. Più lunga della Malpensa quindi. Un’opera colossale da 400 milioni di euro che prevede 300 movimenti giornalieri e 30 milioni di passeggeri l’anno. Una tranche di finanziamento da 300 milioni verrà dal gruppo Hna, basato nell’isola di Hainan (Sud della Cina) attivo nella logistica, nelle gestioni aeroportuali, nel trasporto aereo, nel turismo e nel retail. Una conglomerata parastatale nella quale l’ungherese George Soros detiene un pacchetto del 28%.

Enna alta Con un capitale di 18 miliardi di dollari il Gruppo Hna gestisce nel mondo 14 aeroporti, 55 alberghi a cinque stelle, cinque compagnie aeree, fra le quali la la Hainan airlines, la quarta compagnia cinese. A far gola ai cinesi in Sicilia c’è anche il più grande polo petrolchimico d’Europa, il triangolo dei veleni Augusta-Priolo-Melilli controllato dalla holding di famiglia del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Dietro le quinte dell’operazione Cina il direttore dell’Istituto per il Commercio Estero di Pechino Antonino La Spina che a Enna ebbe i suoi natali. Gli studi preliminari sono stati effettuati dall’Università Kore di Enna, ultima nata tra le università italiane ma già fucina di idee con le ambizioni di chi pensa in grande. Il pool di tecnici della facoltà di Ingegneria di Enna, ha illustrato il progetto del futuro aeroporto e le potenzialità del porto di Augusta. A ruota

hanno accompagnato la delegazione cinese in una ricognizione in elicottero sui luoghi dove sorgerà il futuro scalo e quindi a Palazzo a Catania, chez Lombardo. E’ vero che la Sicilia ha già sei aeroporti appena rinnovati, con Comiso di prossima apertura e Pantelleria e Lampedusa con le nuove aerostazioni in costruzione. E’ vero che quanto messo sul piatto dai cinesi rappresenta solo una parte degli investimenti necessari. Ed è pur vero che a Centurie (Enna) arrivano solo una vecchia provinciale e un trenino monorotaia. Ma il governatore Raffaele Lombardo appare confidente: “nella realizzazione di questo progetto - ha concluso - la posizione geografica strategica della nostra terra, la disponibilità economica derivante dai fondi strutturali, l’autonomia speciale di cui godiamo possono candidare la Sicilia ad un ruolo importante”. Quando si dice esser creativi. • retail&food - aprile 2009

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r&f NEWS Cremonini torna in borsa con ChefExpress?

Pronto al raddoppio il Foc di Noventa Dovrebbe arrivare a breve l’ok dalla Regione Veneto per l’assegnazione di 8.751 metri quadri destinati al raddoppio del Foc McArthurGlen a Noventa di Piave. La prima parte dell’outlet è stata inaugurata nel settembre scorso e l’ottimo avvio della cittadella dello shopping ha indotto l’amministrazione pubblica regionale ad avvallare anche il secondo progetto, sostenendo così chi vuole investire nonostante il periodo di crisi. Ma i commercianti locali sono già sul piede di guerra.

D

opo essere uscito dalla Borsa nel giugno 2008, Cremonini potrebbe rientrarvi nel 2010: secondo fonti interne all'azienda infatti, l'obiettivo già pianificato sarebbe la quotazione del marchio Chef Express, per concentrare il business dell'azienda legato ala ristorazione commerciale in una sola società. “Se il mercato lo permetterà – ha spiegato l'amministratore delegato Luigi Cremonini – la Borsa sarà certamente un obiettivo, ma potremmo invece aprire a private equity. Vedremo. Ora ci concentreremo sullo sviluppo”. I numeri darebbero comunque ragione

Tavola rotonda Governo-Retail al gruppo, in caso entrasse davvero in Borsa: nel 2008 infatti ha visto crescere i suoi ricavi del 6,6% attestandosi a 2,12 miliardi di euro (ebitda 5% a 133 milioni di euro, ebit 2,3% a 86,8 milioni). L'utile ha toccato quota 39 milioni di euro. •

Fiere: tagliare per ripartire, è possibile

Si terrà il 6 maggio presso il Centro Congressi Montecitorio il prossimo incontro tra esponenti governativi e rappresentanti dei retailer. Tra le tematiche che saranno affrontate durante questa seconda edizione la politica economico-fiscale, la gestione dei costi e l'efficientamento della filiera produttiva, il sostegno ai consumi interni e il rafforzamento della presenza sui mercati esteri. Info: www.tavolarotondagovernoretail.com

A picco il mattone inglese In Inghilterra il mattone soffre, ed in particolare il settore dell’edilizia retail/residenziale nel 2009 subirà un brusco stop:da 835 mila mq sviluppati nel 2008, quest’anno si scenderà

Claudio Artusi

S

e il cambio di rotta non avviene entro breve il sistema fieristico italiano sarà preda degli enti stranieri. Ad ammetterlo è lo stesso Claudio Artusi, ad di Fiera di Milano, che in un’intervista riconosce le difficoltà del nostro sistema a riorganizzarsi e che i concorrenti d’oltralpe rischiano di conquistare il nostro mercato, manifestazione dopo manifestazione. Eventi importanti come Motorshow e Smau assieme ai poli di Padova e Torino Lingotto sono già passati sotto dominio transalpina (Gl Events) e sono in molti a chiedersi quale sarà il prossimo acquisto in terra italiana. Per porre rimedio allo scempio i quartieri fieristici devono rilanciarsi, cogliendo al volo le opportunità che la crisi più nera può mettere sul tavolo. Il nocciolo della questione sta tutto nel riprogettare le aziende, il futuro chiede accorpamenti e fusioni tra gli enti, una maggiore internazionalizzazione e soprattutto uno snellimento strutturale per operare con maggior efficacia ed

efficienza. A maggior ragione la crisi impone una riduzione forzata dei costi che, se accostato al perseguimento di una riorganizzazione strutturale, si traduce in un taglio delle numerose poltrone che affollano i direttivi fieristici. La chiave di volta per la modernizzazione, almeno stando alle dichiarazioni, è avere una corta catena di comando: responsabili (o interessati) pochi, decisioni molte (e mirate). Politici permettendo. Al di là dei buoni propositi, infatti, sembra un arduo compito sciogliere almeno in parte quella commistione tra pubblico e privato che porta ad incrementare, anziché ridurre, il numero di dirigenti. L’Expo 2015 insegna, è molto più facile bloccare la macchina organizzativa anziché indietreggiare su qualche nomina. A fine mese verrà rinnovato proprio il consiglio di amministrazione che controlla Fiera Milano e la corsa alle ambite poltrone è iniziata già da tempo, chi farà un passo indietro? •

fino a quasi 300 mila mq. Secondo i dati di Cushman&Wakefield, solo nel 2010 si inzierà a ripartire in quanto a progetti e investimenti, con circa 350 mila mq. A gonfie vele, vanno invece i mega progetti di centri commerciali urbani inaugurati negli ultimi mesi del 2008. La riqualificazione di Liverpool One, Il Westfield di Londra (che ha fatto lievitare la domanda di residenziale del 40% nei quartieri adiacenti) e il Victoria Square di Belfast hanno fatto scuola: investire durante la crisi non è peccato.

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r&f NEWS Cir Food lancia il budget 2009 Cir Food ha presentato lo scorso febbraio il budget per il 2009: per quest'anno Cir Food Italia si aspetta di raggiungere i 380,5 milioni di euro (+7,5% rispetto al 2008) con un risultato netto di 4,1 milioni di euro. Il fatturato consolidato del gruppo dovrebbe invece attestarsi a quota 388,4 milioni di euro. La linea di sviluppo dell'azienda emiliana prevede inoltre sessanta milioni di pasti, la gestione di 950 locali e l'impiego di 8.200 impiegati in 61 provincie e 15 regioni italiane. Intanto nuove nomine all'interno del gruppo: Giuliano Gallini è il nuovo direttore commerciale e marketing di Cir Food . Una scelta che ha l'obiettivo di consolidare la leadership nel mercato della ristorazione fuori casa di qualità.

Bologna si difende e pensa al marketing per affrontare il triennio 2009-2011. Le linee guida

B

festazioni di medie dimensioni e una focalizzazione al marketing nei confronti di espositori. L’obiettivo è

piano prevede anche un cambio di rotta sia dal lato dei ricavi che da quello dei costi: la revisione dei contratti con i fornitori sarà accompagnata da una lotta agli sprechi e a una riduzione degli investimenti immobiliari. Tra i punti più interessanti c’è anche una conversione tecnologica: gestione di database integrati, per la creazione di contat-

tracciate dal Cda dell’azienda per affrontare la pesante crisi internazionale mettono tra le priorità la difesa delle proprie manifestazioni fieristiche, l’acquisizione delle mani-

quello di arrivare al 2011, data in cui si auspica l’inizio della ripresa economica, in piene forze senza dover rinunciare o vedere sminuire l’importanza delle fiere bolognesi. Il

ti, attività ed eventi prima e dopo l’evento fieristico e un ammodernamento dei servizi e delle tecnologie per mantenere vivo il contatto con frequentatori tutto l’anno. •

olognaFiere getta le basi

Autogrill conquista anche New Delhi Autogrill consolida la sua presenza sui mercati asiatici, in particolare in India nel settore retail. Dopo l’apertura di attvità di ristorazione negli aeroporti di Hyderabad e Bangalore, il gruppo italiano si è aggiudicato anche la gestione del duty free dell’aeroporto internazionale di New Delhi. L’accordo, concluso con l’operatore indiano Pantaloon Retail e condotta attraverso la controllata Alpha Group, prevede che Autogrill rilevi il restante 50% di Alpha Future Airport Retail, la joint venture costituita nel 2006 per gestire il duty free del secondo scalo indiano dopo Mumbai.

La Laguna invasa di bollicine? Coca Cola conquista calli e campielli. Anzi no: alla fine l’accordo tra la multinazionale americana e il Comune di Venezia per installare decine di distributori automatici di bibite, snack e panini nel centro storico del capoluogo veneto è saltato. L’intesa prevedeva che, dal 2009, la Coca Cola versasse 500.000 euro (più Iva) l’anno nelle casse di Ca’ Foscari e 100.000 euro alla Oltrex di Giuseppe Mattiazzo, che ha curato l’accordo. E proprio quando pareva cosa fatta, il sindaco della città, Massimo Cacciari ha messo un freno all’accordo, per andare incontro agli assessori del Comune, che auspicavano una gara pubblica, e per placare l’ira dei commercianti per la presunta concorrenza sleale dei distributori. Il Comune aspetta quindi le offerte di altre aziende, mentre Coca Cola ha dato il suo tacito consenso. Attendiamo sviluppi…

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Londra: 3i abbandona l’asta per Gatwick

L

a cordata formata dal gruppo di private equity 3i e da due fondi pensione canadesi si è ritirato dall’asta per l’aeroporto londinese di Gatwick. Lo ha riferito una fonte che sta seguendo dall’interno la vicenda precisando che il consorzio non è disposto a offrire il prezzo richiesto da Ferrovial (il gruppo spagnolo a cui fa capo Gatwick) che ammonterebbe a circa 2 miliardi di sterline. Escludendo questa cordata, lo scalo londinese vede in corsa ancora tre consorzi: Global Infrastructure Partner (Gip), joint venture fra General Electric e Credit Suisse, che controlla già il London City

Airport; una partnership tra Rreef Infrastructure, divisione infrastrutture di Deutsche Bank, e Babcock Brown; un raggruppamento chiamato Lysander Gatwick Investement Group formato dalla divisione Citi Infrastructure Investors di Citigroup, Vancouver Airport Service e John Hancock Life Insurance Company. •

Miragica ha aperto i battenti

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stato aperto il 3 aprile a Molfetta il nuovo parco a tema Miragica – Terra di Giganti che si situa proprio a fianco dell’Outlet Fashion District. «Abbiamo rispettato i tempi previsti e l’apertura della nostra struttura è in linea con tutti gli altri parchi divertimenti in Europa» ha detto Gabriele Sancristofaro, direttore generale di Alfa Park, società che gestirà la struttura composta da 17 attrazioni.



r&f NEWS Heathrow T5

Mediamarket vuole espandersi Non si accontenta Mediamarket, gruppo presente a Roma con 5 pdv Mediaworld e 2 Saturn. Con un giro di affari di 200 milioni di euro e più di 400 addetti, la principale catena di elettronica ed elettrodomestici in Italia non si lascia spaventare dalla crisi e anzi, punta sull’espansione: “Non ci siamo fatti cogliere impreparati dall’attuale fase recessiva – ha dichiarato l’amministratore delegato di Mediamarket Pierluigi Bernasconi – Sfruttiamo il vantaggio competitivo conquistato sulla concorrenza, in termini di brand, punti vendita, servizi e assistenza al cliente”. Sarà quindi un 2009 importante per la società che ha in programma 8 nuove aperture su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al mercato laziale: “quello laziale – ha concluso Bernasconi – è un mercato al quale guardiamo con interesse. Puntiamo ad espanderci non solo nelle province dove non siamo presenti, ma anche a Roma, dove il mercato non è affatto saturo”.

Retailer, forza e coraggio La crisi dei consumi ha colpito pesantemente il settore retail nel 2008. Da una parte la difficoltà a reperire finanziamenti a causa del credit crunch bancario e dall’altra un atteggiamento di prudenza generale nelle spese hanno rallentato pesantemente il mercato degli shopping center. Ma anche nelle prospettive più nere c’è sempre un’occasione da cogliere, questo emerge dall’ultimo rapporto di Jones Lang LaSalle. «Vi sono all’orizzonte alcuni segnali positivi, soprattutto riguardanti i prezzi di vendita – afferma Davide Dalmiglio, responsabile del dipartimento Retail Capital Markets di JLLl – Sempre di più l’attrazione degli investitori verrà rivolta verso i centri commerciali con una solida “storia commerciale”, con forti fondamentali economici». Il mercato delle commercializzazioni ha registrato nel 2008 uno stop a livello di nuove aperture e di revisione dei progetti di espansione dei retailer, i quali sono in attesa di una ulteriore riduzione dei canoni di affitto, nonostante al termine del 2008 si sia stimato che i canoni dei centri commerciali, rispetto all’anno precedente, siano calati di circa il 10-20%.«I retailer non devono farsi condizionare dal pessimismo dilagante – ha affermato Simone Burasanis responsabile del dipartimento Retail Agency di Milano per JLL – e così rinunciare a priori ad una pianificazione attenta di una strategia di sviluppo che dev’essere rapportata alle proprie capacità finanziarie ed ai progetti disponibili che abbiano un rapporto equilibrato bacino potenziale/canoni di affitto».

12 retail&food - aprile 2009

Caos calmo DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE LONDRA - Gli inglesi, geneticamente predisposti per l’ordine e l’efficienza, rodono come topi di campagna quando qualcosa non va secondo i programmi. E se poi il disastro è pubblico la loro furia li trasforma da pacati ladies e gentleman in belve affamate e feroci. Per questo motivo marzo 2008 resterà, nella mente dei britannici, come una data da cancellare. L’inaugurazione del Terminal 5 di Heathrow è stata, tralasciando il matrimonio del principe Andrew con Sarah Ferguson, l’evento più disastroso degli ultimi 50 anni. C’erano voluti 20 anni per costruire il terminal. Disegnato da Lord Rogers l’aeroporto è una meraviglia del design, meglio secondo gli esperti perfino dei famosi aeroporti di Madrid e Shangai. Certo tutta questa bellezza non è costata poco. Ben 4.3 miliardi di sterline in un momento in cui pensare a cifre del genere fa venire i capogiri. Il giorno dell’inaugurazione sembrava tutto pronto. Gli impiegati avevano fatto un training di sei mesi e la regina era presente con tanto di assurdo cappellino. Willie Walsh, capo della British Airways (la compagnia che ha l’uso esclusivo del terminal), sorrideva a tutti pregustandosi il successo. Taglio del nastro e…ci fu il caos. Tutto è cominciato con i bagagli. La pagina web del terminal vantava “le vostre valigie si muoveranno molto più veloce di voi”. Beh, non quel giorno. Il sistema, capace in teoria di gestire 12.000 bagagli, collassò in meno di un’ora. I computer non riuscirono a leggere le fasce attaccate alle valigie e c’era soltanto un numero irrisorio di camioncini per trasportarle negli aerei. Nel pomeriggio si ruppero anche i nastri della consegna. I piloti non sono riusciti a mettersi d’accordo sui parcheggi e questo comportò la cancellazione di ben 34 voli. Cosa ancora più agghiacciante l’ingresso del Terminal, gioiellino dell’architettura moderna, non prevedeva la rampa per i disabili, che restarono fuori indignati. Fosse successo in Italia un disastro del genere i banconi del terminal sarebbero stati invasi da ammassi di clienti minacciosi e urlanti. Non qui. Qui c’erano

Facebook è diverso? O tu azienda che hai aperto un blog aziendale e non se l'è filato nessuno; che hai comprato l'isola su Second Life ed è rimasta deserta; che hai un account su Twitter dove segui tutti e nessuno ti segue anzi qualcuno ti blocca pure; o tu azienda cosa ti fa pensare che su facebook sarà diverso? (www.gaspartorriero.it)

soprattutto passeggeri british e, si sa, gli inglesi resterebbero calmi perfino in mezzo all’armageddon. In pochi minuti si sono sistemati nelle file corrispondenti ad aspettare pazientemente. E anche se alcune file durarono ore, nessuno di loro perse la compostezza. Fra una vita senza tè e una vita senza file gli inglesi senza dubbio sceglierebbero la prima. L’uomo di razza british sente un fisiologico desiderio di mettersi in fila che si attiva ogni sei o sette ore. Se questo desiderio non viene soddisfatto l’inglese camminerà fino alla prima fermata d’autobus e farà la fila. Si sa: “Un british da solo forma un’ordinata fila di uno”. Quel giorno 40 mila passeggeri aspettarono impassibili al posto loro come migliaia di guardie Reali. Dopo qualche ora il terminal riprese a funzionare ma molti non sono riusciti a partire. Proprio in questi giorni British Airways sta organizzando i compensi ai passeggeri danneggiati e si parla di 1,7 milioni di sterline. Quando dieci anni fa un pilota della British annunciò per sbaglio durante un volo che l’aereo stava per crollare la compagnia compensò i passeggeri soltanto con cioccolatini. A pensarci meglio forse non c’era bisogno di chiedere scusa. Probabilmente questi inglesi, anziché spaventarsi a morte e piangere disperati, si sono solo domandati se ci fosse un modo ordinato ed elegante di schiantarsi a terra. Nuria Perez Paredes

Cncc: come far ripartire il volano

I

l gotha dei centri commerciali si è radunato per il meeting Situazione e prospettive del mercato del Retail Real Estate, l’incontro organizzato dal CNCC per affrontare, discutere e capire cosa sta succedendo al mercato degli shopping center. Riflessioni tante, risposte poche. Ma è già un inizio, perché i centri commerciali in Italia, e nel mondo, soffrono e non ci può esser ripartenza senza un importante ripensamento sul ruolo degli operatori del mercato. «Tra le categorie del real estate il retail è quella che, nonostante tutto, va meno peggio» è il commento di Luca De Ambrosis Ortigara di Realty Partners, e se si mette in conto che il comparto food rimane stabile, vuol dire che non tutto è da buttare. La volontà è quella di capire di più (e meglio) i consumi, attraverso indagini mirate, per investire dove davvero c’è possibilità, altrimenti sarà difficile tornare ad avere i finanziamenti che ora le banche negano.



Indice retail&food2009

L

a crisi del nostro settore, in parallelo con la più generale crisi finanziaria ed economica, nel corso del mese di marzo si è ulteriormente aggravata. L’Indice Generale Retail&Food ha infatti perso dal 1° gennaio oltre 10 punti, arrivando a 89,45; e paradossalmente non si tratta di un risultato pessimo, se solo si considera che nello stesso periodo il Nasdaq ha perso più del 16% e lo S&PMib è arretrato addirittura del 26,2%. Naturalmente non si tratta di una grande consolazione, tuttavia possiamo dire che il comparto regge meglio di altri al rallentamento dell’economia. Il food cede leggermente di più rispetto al retail, confermando una tendenza che già avevamo constatato il mese scorso, ma si tratta di una differenza attorno al punto percentuale. Se poi spostiamo

l’analisi dal piano merceologico a quello geografico, constatiamo che l’Italia (Indice R&F 89,82) va leggermente meglio del resto del mondo (Indice 89,05); ma anche in questo caso si tratta di una differenza minima, a conferma che la crisi è veramente omogenea e globale. A livello individuale dobbiamo segnalare che nel comparto del food Papa John’s sta andando molto bene: è l’unica del settore che ha un segno positivo, guadagnando il 22%. Anche nel retail non mancano alcune Società brillanti: possiamo infatti vedere che Luxottica mette a segno una performance straordinaria, mentre anche Geox, Louis Vuitton, PPR e Swatch concludono il periodo con un segno positivo.

MERCATO QUOTAZ. DI BORSA AL HOLDING

PRINCIPALI SOCIETA'/ MARCHI POSSEDUTI

AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD'S PAPA JOHN'S STARBUCKS YUMBRANDS VIVARTIA INDICE FOOD AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA LVHM MARIELLA BURANI NIKE PPR RALPH LAUREEN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD'S INDICE RETAIL INDICE GENERALE RETAIL&FOOD

31-12-2008 04-03-2009

Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Diuty Free

Italia Nyse Usd Nyse Usd Nyse Usd Francia Nyse Usd Nyse Usd Nyse Usd Nyse Usd Xetra

Red Lobster, Olive Garden Applebee's, House of Pancakes Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter

KFC, Pizza Hut, Taco Bell Goody's, Flocafé Alberta Ferretti,Moschino, Pollini United Colors, Sisley

Zara, Pull and Bear,Massimo Dutti Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith,Guerlain Antichi Pellettieri,Braccialini, Facco Gioielli Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

Omega,Longines,Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay

Italia Xetra Italia Italia Italia Italia Xetra Xetra Italia Francia Italia Nyse Usd Francia Nyse Usd Xetra Italia Italia Xetra Nyse Usd Italia

5,37 23,88 28,18 11,56 2,77 62,19 18,43 9,46 31,50 25,00 100,00 0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 14,40 31,33 12,67 44,77 10,16 51,00 46,60 45,41 13,45 0,60 0,30 86,00 23,63 30,09 100,00 100,00

INDICI

3,29 22,16 25,49 7,28 2,49 53,15 22,63 8,83 25,71 23,7

61,27 92,80 90,45 62,98 89,89 85,46 122,79 93,34 81,62 94,80 88,34 68,66 84,64 81,31 74,66 97,59 112,39 64,93 89,40 150,04 105,52 87,11 83,43 104,64 74,90 71,60 64,67 93,33 110,37 77,36 97,01 89,82 89,45

0,46 22,93 4,96 3,3 0,81 4,9 9,35 28,01 19,01 47,24 8,85 42,55 48,76 34,01 9,63 0,388 0,28 94,92 18,28 29,19

L'indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. I cambi utilizzati sono: al 31/12/2008: 1 Usd = 0,779 euro; al 04/03/2009: 1 Usd = 0,789 euro

nell’anno

-30%

Indice food

Indice retail

Indice retail&food

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0

-11,66%

+30%

-30%

-10,18%

-10,55%

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+30%

Indice retail&food Italia

Indice retail&food mondo

0

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14 retail&food - aprile 2009

-10,18%

+30%

-30%

-10,95%

+30%

+30%


DUTY FREE WORLD

By Kevin Rozario - London

Creativity calls

Creatività cercasi

More bad news has been hitting European airport retailers it seems. In the last issue we talked about how regional airports could be affected by Ryanair’s decision to strictly enforce a one bag rule on its flights so that even an extra duty-free shopping bag would be denied cabin space. Now we hear that ceo Michael O’Leary is considering a one pound fee for passengers to use the onboard toilet! At tough times like these, we can see how ‘creative’ the airline industry is becoming in squeezing every last penny from the consumer’s purse. But generating extra revenue does not have to mean beating the passenger over the head with a stick; wooing them so they don’t begrudge parting with their cash is a far better option. In travel retail, airport authorities have been doing this through the fashion category as they have begun to understand the psychological importance to passengers – many who are not seasoned travellers – of seeing known and trusted brands in the retail mix.

Sembra che sempre più cattive notizie stiano colpendo i retailers degli aeroporti europei: nell’ultimo numero di retail&food avevamo parlato di come gli aeroporti minori potrebbero essere sfavoriti dalla decisione di Ryanair di ammettere sui suoi voli un solo bagaglio a mano, compresi i sacchetti con i prodotti duty free. Adesso sembra addirittura che l’a.d della compagnia irlandese, Michael O’ Leary, stia considerando di istituire una tassa di una sterlina per i passeggeri che vogliono utilizzare le toilette a bordo. In tempi difficili come questi, si può vedere come le varie compagnie aeree si stiano ingegnando a spremere fino all’ultimo centesimo le tasche dei viaggiatori. Ma questo modo di generare ricavi extra è come prendere i passeggeri a bastonate sulla testa. Piuttosto, la soluzione migliore è quella di corteggiarli, così che loro mettano mano al portafoglio più volentieri. Nel travel retail, le autorità aeroportuali l’hanno già fatto con i prodotti fashion, quando hanno compreso l’importanza psicologica che per i passeggeri – molti dei quali non sono frquent - riveste il fatto di trovare nel nel retail mix aeroportuale brand conosciuti e affidabili. Ma adesso si sta facendo un ulteriore passo avanti. Oltre ai brand più famosi come Boss, Esprit, Mango, Ferragamo e Zegna, stanno facendo la loro comparsa sul mercato anche marchi più di “nicchia”; come a significare che i retailers stanno diventando meno restii a correre rischi per migliorare poi i loro guadagni. Ad esempio, all’aeroporto di Tokyo Narita, al terminal 1, ha aperto uno store di t-shirt trendy Graniph, dando seguito così alla grande popolarità di una temporary pop-up unit. Allo stesso modo, a marzo, il gruppo Nuance ha aperto il suo primo corner per il marchio G-Star all’aeroporto di Colonia-Bonn, un segnale del fatto che i retailer vogliono andare oltre la solita lista di marchi “taglia e incolla” che si vedono negli aeroporti di tutto il mondo. Nuance ha inoltre aperto lo store Attitude all’interno dello scalo di Manchester verso la fine dello scorso anno – il più grande fashion store aeroportuale, 835 mq, e una sfida in grado di entusiasmare la clientela grazie all’utilizzo di un format multi brand su due piani. Servono progetti di questo genere in tempi incerti come i nostri. Non solo aggiungono vitalità, freschezza e originalità agli aeroporti, ma trasmettono un senso di fiducia pieno di ottimismo: segnali che i viaggiatori sarebbero ben felici di cogliere, a maggior ragione in tempi di crisi.

But now we are seeing that engagement move a step further. As well as the usual labels such as Boss, Esprit, Ferragamo, Mango and Zegna, more niche brands are appearing; a measure that retailers are becoming less reluctant to take risks for better the rewards. For example, at Tokyo Narita the airport authority has added a store at terminal one for trendy T-shirt brand Graniph, following the huge popularity of a temporary pop-up unit. The brand retails its colourful products like an artist would sell their paintings: gallery style. Likewise, in March, The Nuance Group opened the first airport corner for the G-Star jeans brand at Koln-Bonn airport, a sign that the retailer is looking beyond the usual list of cutand-paste fashion brands we see at airports the world over. Nuance also opened the impressive Attitude fashion store at Manchester airport towards the end of last year – the largest fashion emporium in an airport at 835sq m and a daring attempt to wow the consuming public using a double height multi-brand format. Other inspired projects like these are needed in these uncertain times. They not only add vibrancy, freshness and originality to airports, but convey a sense of confidence and upbeat optimism: cues that airport consumers today are only too happy to pick up on, amid the doom and gloom.

retail&food - aprile 2009

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r&f NEWS cosa occorre sapere per...

Nuovo aeroporto in Sicilia? Secondo quanto riferito dal quotidiano “La Sicilia”, la società cinese Hna, holding cui partecipa per il 28% anche il magnate Soros, sarebbe intenzionata a costruire un nuovo aeroporto nella regione. Per la struttura sarebbe previsto un investimento di 300 milioni di euro. La nuova aerostazione dovrebbe sorgere a Centuripe, in provincia di Enna, e avrebbe una pista di 5 km. Il progetto della società prevede anche l’allargamento del porto di Augusta e il collegamento con l’Interporto di Catania.

L’evoluzione dei supermercati vista da Garosci La grande distribuzione, dalle origini fino alle nuove prospettive. Franco Fava e Riccardo Garosci hanno condensato all’interno delle circa 150 pagine del libro “C’era una volta il supermarket..e c’è ancora” l’evoluzione in Italia degli ipermercati e, di conseguenza, dei suoi consumatori. Edito da Sperling & Kupfer, il volume si suddivide in tre parti: la prima, curata da Fava, fa una panoramica della grande distribuzione alimentare dal 1957 ad oggi, fino a proporne gli sviluppi futuri. La seconda e terza parte, scritte dal secondo autore, ripercorrono le tappe che hanno portato il Gruppo Garosci ad essere pionere degli shopping center nel Bel Paese. Riccardo Garosci, imprenditore, docente universitario ed ex europarlamentare, è oggi Consigliere speciale della Commissione Europea.

Venezia inaugura i nuovi collegamenti Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso ha reso noto che attiverà una nuova stagione di collegamenti: da Tessera su Atene (con Aegean Airline tre volte alla settimana), Montreal Toronto con Air Transat, Dusseldorf con Air Berlin, Copenaghen con Cimber Sterling, Edimburgo con Jet2.com, Palermo con Alitalia, oltre a Philadelphia, Atlanta, Helsinki, Oslo, Leeds, S.Pietroburgo, Olbia, Ibiza e Cagliari. Da Treviso invece partiranno voli Ryanair per Alghero, Cagliari e Trapani, quelli di Wizzair per Cluj, Sofia e Timisoara. Nel 2008 Save ha registrato 8.602.652 passeggeri con un calo dello 0,3% rispetto allo scorso anno. Nel mese di gennaio il sistema aeroportuale Treviso-Venezia ha perso il 10%, in linea con gli altri scali.

16 retail&food - aprile 2009

A cura dello Studio Legale Antonelli Cocuzza & Associati di Milano

Accordi preliminari fra commerciali: attenzione!

L

a prima fase di una operazione di sviluppo immobiliare si svolge naturalmente tra commerciali. Lo sviluppatore o il direttore retail di un operatore interessato si mette in contatto con il commercializzatore del centro, ove presente, o direttamente con la proprietà, per concordare gli aspetti commerciali dell’operazione. Vengono definiti punti importanti, quali naturalmente metratura, posizione, canone (minimo garantito e variabile), caparra, importo della garanzia bancaria, data di consegna e di apertura e durata. In alcuni casi vengono anche definiti altri aspetti più prettamente legali, quali ad esempio disciplina del recesso e diritto di svolgere i lavori ed entità dei medesimi, rimessione in pristino al termine della vigenza contrattuale, tetto massimo (o perlomeno stima) delle spese e service charges/pilotage. Spesso tali accordi vengono messi per iscritto, su documenti di tenore vario, che vengono scambiati tra le parti in vista della sottoscrizione del contratto. Spesso lo scambio viene corredato da dichiarazioni del tipo “siamo d’accordo” “accettiamo” o da altre simili dichiarazioni più o meno implicite. Nel nostro sistema, posto che il contratto di affitto di azienda richiede l’autentica notarile, solo ai fini della prova, può accadere che, qualora tali documenti preliminari contengano gli elementi essenziali del contratto, essi possano essere considerati vincolanti a tutti gli effetti sin da subito. Gli elementi essenziali del contratto sono l’accordo, la causa (vale a dire la finalità economica perseguita con l’operazione), l’oggetto (che deve essere determinato o almeno determinabile) e la forma quando richiesta per l’esistenza del contratto. In ogni caso, anche qualora non si possa dire sottoscritto un vero e proprio contratto definitivo, lo scambio di documenti anche via email può comunque rappresentare, sotto il profilo legale, un vero e proprio accordo preliminare tale da incidere sulle trattative successive, in modi diversi. In primo luogo, può accadere che, in una fase più

Successo tedesco per Zegna

B

ilancio positivo per lo store dual brand

Ermenegildo Zegna/Etro al Terminal 1 del-

l’aeroporto internazionale di Francoforte. Il pdv, che si estende su una superficie di 173 mq, gestiti dal retailer tedesco Gebr Heinemann, ha aperto a settembre dello scorso anno e secondo quanto riferito dai gestori dell’aeroporto attirerebbe una vasta clientela, che si ferma a Francoforte proprio per fare shopping all’interno dello store.

avanzata della negoziazione, una delle parti ritenga inaccettabili alcune richieste della controparte in quanto mai avanzate prima. È pertanto buona norma per le parti contraenti essere chiari sin da subito sulle clausole fondamentali che si vogliono incluse nel contratto, veri e propri “deal breaker”: ciò eviterà complicate discussioni successive. In secondo luogo, può accadere che aspetti su cui si pensava di aver raggiunto l’accordo, debbano essere ridiscussi alla luce di maggiori informazioni ottenute. Infine, non è infrequente che le parti cambino idea in merito all’operazione, e abbiano necessità di svincolarsi dalle trattative: quanto più il documento preliminare è vincolante, tanto meno ciò sarà facile e rimarrà senza conseguenze legali. Ciò che può essere utile specificare in tali documenti preliminari è l’impegno delle parti (i) a negoziare in buona fede il futuro contratto per un periodo definito in “esclusiva”, e (ii) a non divulgare a terzi le informazioni relative all’operazione: contrariamente agli altri punti, è bene che entrambi questi obblighi di esclusiva e segretezza siano vincolanti per le parti sin da subito. Concludendo, è buona norma rendere chiaro sin da subito che l’iniziale scambio di corrispondenza e documentazione fra commerciali è solo il punto di partenza per la conclusione di un futuro contratto. È all’uopo sufficiente aggiungere una clausola inequivoca del seguente tenore: “la presente riassume soltanto alcuni aspetti dell’operazione discussi tra le parti sui quali impostare le trattative finalizzate alla conclusione del contratto e non è vincolante, tranne che per segretezza ed esclusiva. Le parti negozieranno in buona fede il contratto di affitto di ramo di azienda contenente le clausole usuali in questo tipo di operazioni”. Avv. Alessandro Barzaghi



Osservatorio prezzi

Tra e meglio sorvolare M

alpensa e Fiumicino ancora una volta a confronto. Il dualismo tra i due maggiori aeroporti italiani viene spesso riportato sulle capacità di traffico aereo o su quale dei due sia più strategico territorialmente, ma è forse più utile indagare sulle difformità di prezzo tra le offerte retail e della ristorazione che intercorrono tra lo scalo milanese e quello romano. Su questo fronte sarebbe lecito domandarsi se la riduzione dei voli che negli ultimi 12 mesi ha colpito entrambi gli aeroporti (soprattutto Malpensa vittima del forte ridimensionamento Alitalia) si sia in qualche maniera ripercossa anche sui prezzi che gli operatori applicano al pubblico, alla luce del divario di passeggeri che quotidianamente transitano nei due aeroporti internazionali.

Shopping: passare da Fiumicino conviene La prima analisi si concentra su tipologie di prodotti no food, e cioè quegli articoli che possono trovarsi sia in area land-side che air-side e distribuiti sia dai negozi monomarca che nei duty free. A prima vista si percepisce nettamente che all’interno dell’aeroporto romano i prezzi sono praticamente sempre inferiori rispetto a quello milanese. Nei primi tre prodotti

ARTICOLO

MILANO MALPENSA Prezzo

Vodka Absolut Wiskey Ballantines Dior J'adore Eau de Parfum (100 ml) Swatch orologio (mod. più economico) Trolley (bagaglio a mano) Occhiali sole donna (Prada mod. più economico) Cravatta seta (Zegna o similare)

18 retail&food - aprile 2009

presi in considerazione (bottiglia di vodka, bottiglia di whiskey, profumo da 100 ml) la differenza è modesta. I prezzi praticati dal Good Buy Roma rispetto al Duty Free variano da un massimo di 3,50 euro (per Dior J’adore) fino a un minimo di 1,10 euro (per Wiskey Ballantines). Prezzi che addirittura arrivano ad equipararsi per l’item orologio (Swatch modello più economico presente) dove l’insegna, presente in entrambi i terminal, applica esattamente lo stesso importo. Gli articoli trolley (bagaglio a mano) e occhiali da sole donna (i più economici di Prada) danno invece un’indicazione molto più netta del divario che intercorre tra le due aree commerciali: se per l’accessorio griffato la differenza riscontrata sale a 11 euro (176 euro del multimarca Duty Free contro i 165 del monomarca Prada romano), per il bagaglio a mano lo scarto arriva fino a 60 euro. In pratica per acquistare lo stesso bene, a Malpensa (DutyFree) si deve pagare più del doppio rispetto a quanto si pagherebbe al negozio Benetton di Fiumicino. Tra gli articoli retail, la cravatta di seta firmata Zegna (95 euro negozio DutyFree) è l’unico prodotto riscontrato più a buon mercato in quel di Malpensa. Lo store del marchio biellese presente

Brand Negozio

all’aeroporto di Roma fissa un importo più alto di 20 euro (115 euro).

Malpensa si divide solo sulla pizza Più complessa la situazione in merito alla caffetteria e alla ristorazione, dove non esiste una netta demarcazione tra aeroporto più o meno economico anche se, a ben guardare, i punti ristoro di Fiumicino prevalgono per convenienza, soprattutto paragonando le stesse insegne. La prima differenza tra i due aeroporti arriva confrontando uno degli

ROMA FIUMICINO Prezzo

Brand Negozio

15,00 17,00 89,50

Duty Free DutyFree DutyFree

13,50 15,90 86,00

Good Buy Roma Good Buy Roma Good Buy Roma

38,00

Swatch

38,00

Swatch

115,00 176,00

DutyFree DutyFree

55,00 165,00

Benetton Prada

95,00

DutyFree

115,00

Zegna

item più esemplificativi, il caffè espresso: le tre insegne milanesi (Onama, Autogrill e MyChef) praticano 0,95 euro contro i quattro punti ristoro romani (Airport Elite, Autogrill, MyChef, Cremonini) che si attestano su 0,85 euro. La voce fuori dal coro è l’insegna Tazza d’Oro che chiede 1 euro a tazzina. Per i bar di Malpensa l’uniformità di prezzo si ritrova anche per il cappuccino (1.40 euro, il più caro contro 1,10 euro del MyChef di Fiumicino), il caffè decaffeinato (1,05) e il croissant (1,00). Per questi ultimi due prodotti i prezzi più bassi sono romani (0,95 di


romani. Tazza d’Oro, assieme a MyChef, alza fino a tre euro il prezzo della birra piccola alla spina da 20 cl, mentre Airport Elite risulta essere la più generosa : 2 euro per una bicchiere da 30 cl. Quest’ultimo operatore è anche il più conveniente per il mezzo litro in bottiglia di Coca-Cola (2,50 euro) ma il più costoso per il pani-

te rilevate negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, l’aeroporto di Roma risulta quantitativamente il più basso: sui 15 articoli rilevati il Leonardo da Vinci strappa 13 prezzi inferiori, contro i due dell’aeroporto posto in provincia di Varese. Analizzando invece le due situazioni separatamente, si evince che

CAFFETTERIA E RISTORAZIONE

ARTICOLO

MILANO MALPENSA ONAMA

Caffè espresso Cappuccino Caffè decaffeinato Croissant Spremuta Acqua (per 50 cl) Birra spina piccola (20 cl) Coca Cola (pet 50 cl) Panino base Toast base Pizza margherita trancio Primo piatto più economico Secondo piatto più economico Chewing gum vigorsol (astuccio) Red bull (lattina)

ROMA FIUMICINO

AUTOGRILL

MYCHEF

AIRPORT ELITE

0,95 1,40 1,05 1,00 3,00 1,40 2,80 2,80 3,40 3,60 3,80 5,50 6,90

0,95 1,40 1,05 1,00 2,70 1,40 2,80* 2,80 3,30 3,30 3,40 4,80 7,30

0,95 1,40 1,05 1,00 3,00 1,40 2,40 2,80 3,40 3,30 2,70 4,80 6,80

0,85 1,20 1,00 1,00 2,50 1,30 2,00* 2,50 3,80 3,30 3,10 5,50*** 6,50***

0,85 1,20 0,95 0,95 2,40 1,30 2,30 2,60 3,60 3,30 3,10 3,60 6,50

0,85 1,10 1,00 0,90 2,50 1,30 3,00 2,90**** 3,50 2,20 3,30 4,30 6,80

0,85 1,20 1,10 0,90 2,70 1,30 2,70* 2,60 2,80 n.d. 3,40 5,70 7,20

1,00 1,30 1,00 1,50 2,70 1,80 3,00 2,70 3,65 2,40 3,10 n.d. n.d.

2,10

2,00**

2,20

2,70

2,00

2,10

2,10

2,20

3,00

2,90

3,00

3,00

2,70

2,90ì

2,95

3,50

Prezzo più alto Prezzo più basso n.d.= non disponibile *cl 0,30 **Daygum

Autogrill per il primo e 0,90 di MyChef e Cremonini per il secondo). Importi più elevati a Malpensa anche per la spremuta (con i 3,00 euro di Onama e MyChef), 60 centesimi in meno invece per l’Autogrill di Fiumicino. Per gli articoli che riguardano gli snack veloci (pizza, panino e toast base), pasto (primo e secondo), acqua e bevande (birra e Coca Cola) si denota una sostanziale eguaglianza nelle tariffe tra le tre insegne di Malpensa prese a riferimento: in merito a questi 8 articoli spiccano solamente gli alti costi

***Rustichelli e Mangione

AUTOGRILL

MY CHEF

CREMONINI

TAZZA D’ORO

****Pepsi

di Onama per toast base e pizza margherita trancio (rispettivamente 3,60 e 3,80 euro), quello di Autogrill per il secondo piatto (7,30 euro) e il prezzo più basso, sempre per il trancio di margherita, praticato da MyChef. Su questa porzione di paniere, infatti, la “battaglia dei prezzi” è sostanzialmente concentrata su Fiumicino. Tazza d’Oro si conferma ancora una volta l’insegna di fascia alta in un altro prodotto di riferimento come il mezzo litro di acqua, il quale viene portato a 1,80 euro contro 1,30 euro dei concorrenti

no base (3,80 euro), per il quale viene fissato un prezzo più basso di 1 euro nel format di Cremonini. L’Autogrill di Fiumicino rimane il ristoratore più economico in merito ai primi (3, 60 euro contro i 5,70 di Cremonini) e i secondi piatti (6,50 euro) ma anche negli “accessori” come il Chewing gum Vigorsol (2 euro contro i 2,70 di Airport Elite) e per la lattina di Red Bull (2,70 contro i 3,50 di Tazza d’Oro).

Concludendo Facendo un paragone tra le offer-

a Fiumicino c’è una vivace diversificazione dei prezzi e dei format presenti (i quali sono più numerosi come risulta nel numero di insegne presenti nella nostra rilevazione). L’Autogrill romano rimane in assoluto il punto ristorazione con la media di prezzi più bassi, mentre Tazza d’Oro nella nostra rilevazione risulta avere un listino prezzi più caro. Le offerte di Malpensa risultano invece mediamente più costose, ed i linea generale i prezzi tra i concorrenti presenti quasi mai hanno variazioni significative. Massimo Colzani

retail&food - aprile 2009

19


Star Trek food

Destinazione

Star Trek food tab. 2

GARE VINTE NEL 2008 Area di servizio Alento est Canne est Giove ovest (con Mall ) Scudillo ovest Vesuvio sud Tiburtina Nord Cavour ovest Lanterna est Totale

Destinazione

Fatturato (€) stima

Autostrada Aspi Aspi Aspi Tang. Napoli Aspi A. dei Parchi Aspi Aspi

3.800.000 3.400.000 3.000.000 2.400.000 2.100.000 1.500.000 700.000 200.000 17.100.000

tab. 3

IL SISTEMA SARNI

AUTOSTOP

FOLLIE & PROFUMI

TRIGNO EST

VESUVIO

100 %

100 %

BRINDISI

100 %

100 % LE FONTI

100 %

100 % ALESSANDRO ANTONIO CARMINE TEODORO

Dall’ultima volta che ce ne siamo occupati molte automobili sono transitate davanti agli “autogrill” dei fratelli Sarni. In questo periodo infatti quello che possiamo chiamare, seppure un po’ impropriamente, Gruppo Sarni, ha cambiato tutto: struttura societaria, strategia, dimensione ed immagine. 100 %

MAGLIONE

100 %

100 %

TORRE FANTINE

DOLMEN

I

n origine il “sistema Sarni” era famiglia. Il business iniziale era costituito da cinque fratelli, che costituito dalla vendita di prodotti elencheremo in ordine di età: carbolubrificanti nelle aree di sosta, Antonio (57 anni), Potito (53), ma ben presto i cinque fratelli non Dall’ultima volta che ce ne siamo occupati molte automobili sono transitate Teodoro (51), Carmine edperiodosi infatti accontentarono di questo limitadavanti agli “autogrill” dei fratelli Sarni. In(49) questo quello che possiamo chiamare, seppure un po’ impropriamente, Gruppo Sarni, ha cambiato tutto: Alessandro (47), tutti nati in proto settore. Un secondo ed imporstruttura societaria, strategia, dimensione ed immagine. vincia di Foggia. Ma è il padre che tante campo di attività, anche quen origine diede il “sistema Sarni” era famiglia. Il business era fa, al assieme, 2007, anno in venne cui avviene indiil bigiotteria esto cosmetici. I capitali inizio, all’incirca 20iniziale anni affrontato costituito da cinque fratelli, che costituito dalla vendita di prodotti mutamento più importante, costiaccumulati in queste attività venneelencheremo in ordine di età: carbolubrificanti nelle aree di sosta, tuito dalla separazione di uno dei ro poi utilizzati, sempre congiuntaall’avventura maimprenditoriale della viduato nellafratelli, vendita di gioielli, Antonio (57 anni), Potito (53), ben presto i cinque fratelli non Nicola Potito, rispetto agli mente dal quintetto, per investi-

I

Teodoro (51), Carmine (49) ed Alessandro (47), tutti nati in pro-

vincia di Foggia. Ma è il padre che diede inizio, all’incirca 20 anni fa, all’avventura imprenditoriale della

si accontentarono di questo limitato settore. Un secondo ed importante campo di attività, anche questo affrontato assieme, venne individuato nella vendita di gioielli,

20 retail&food - aprile 2009

20 retail&food - aprile 2009

menti in attività immobiliari e nella gestione di centri commerciali.

La “scissione” Questa coesione familiare dura fino

altri quattro. Come si sa, Potito ha intrapreso una nuova strada per conto suo rilevando, assieme ad alcuni fondi e banche, il 51% della vecchia e gloriosa Finifast; la cosa

bigiotteria e cosmetici. I capitali accumulati in queste attività vennero poi utilizzati, sempre congiuntatab. 1 ANDAMENTO DEI RICAVI (in migliaia di euro) mente dal quintetto, per investiSocietà anno 2005 anno 2006 anno 2007 menti in attività immobiliari e nella Autostop 1.486 1.012 gestione di centri6.047 commerciali. Dolmen 1.575 1.497 1.685 0 22.794 4.690 675 0 1.293 37.074 0 7.062 7.062 44.136

La “scissione”

0 26.007 5.236 742 0 3.930 38.898 0 8.576 8.576 47.474

0 36.447 5.816 811 4.818 4.475 55.064 182 8.638 8.820 63.884

Questa coesione familiare dura fino

TRIGNO

60 % SANGRO

60 %

100 % VALLE ATERNO

SIR 2

al 2007, anno in cui avviene il mutamento più importante, costiattualmente sono nettamente diha implicato la netta separazione stinti edi separati. dei cinque fratelli Sarni in quasi tuito dalla separazione uno dei In effetti un legame tra i cinque tutte le altre attività, che sono fratelli esiste ancora, agli ed è costituistate oggettoNicola di un riordino e di fratelli, Potito, rispetto to dalla Finsud Srl, che si configuuna diversa ripartizione: Potito si è il cuoreha del sistema portatoquattro. con sé soprattutto le sira un altri Come sa,po’ come Potito Sarni: non è una vera e propria aziende che si occupano di oreficeholding, in quanto non detiene né ria e bigiotteria, cedendo agli altri intrapreso una nuova strada per partecipazioni né il controllo delle quattro fratelli la maggior parte di società “industriali”. Essa quelle che operavano nel campo conto suo rilevando,partecipata assieme adperò è pariteticamente al dell’erogazione di benzine e di 20% dai cinque fratelli, somministrazione di servizi di ristoalcuni fondi e banche,Antonio il 51% dellaanche se ed Alessandro sono più ro. esposti degli altri in quanto a Oggi possiamo dire quindi che vecchia e gloriosa Finifast ; la cosa finanziamento soci (rispettivamenesistono due importanti gruppi

Società di ristorazione ed erogazione benzine possedute al 25% ciuscuno

Le Fonti Maglione Sir 2 Torre Fantine Trignoest Vesuvio Tot. ristoro+oil Brindisi Follie e Profumi Tot. bigiotteria Totale generale

60 %

Società possedute individualmente da alcuni fratelli

(appunto Sarni e Finifast) che operano prevalentemente nello stesso settore (servizi di ristoro autostradali), che essi hanno avuto una origine familiare comune, ma che

te 3 e 2,2 milioni di euro, contro il milione di Teodoro, i 360mila di Carmine ed i 300mila di Potito). La Finsud è in realtà la holding del ramo immobiliare, costituito da retail&food - aprile 2009

21



Star Trek food ulteriori società, quali Edil Europa, Raffaello, Sviluppo Gargano, La Coccinella e Sige. Tutte queste società gestiscono a loro volta alcuni importanti centri commerciali (ad esempio La Mongolfiera di Foggia) e delle multisale, come la Città del Cinema di Foggia; alcune di queste società operative vedono la preSOCIETA' INDIVIDUALI RICAVI 2007 (in migliaia di euro)

tab. 4 Ricavi

Trigno (Alessandro) Sangro ( Carmine) Valle Aterno ( Teodoro) Totale

10.964 15.300 22.651 48.915

da sempre (e lo vediamo nel grafico della tabella numero 3), anche una società indipendente, tramite le quali ognuno di essi gestisce in maniera autonoma, e sempre nel core business, una parte non secondaria di ricavi ( vedi tabella numero 4). Questa parte costituiva alcuni anni fa il 55% del cumulo dei ricavi: significa che il business principale di ciascuno dei quattro fratelli era costituito dal proprio affare personale. Viceversa a partire dal 2008, salvo imprevedibili e per ora improbabili ulteriori “scissioni”, la parte “individuale” sarà scesa al 35% circa, mentre le attività gestite sotto un’unica bandie-

senza in partnership di Cooperativa Estense e Conad.

Un mutamento di pelle Oltre a questo cambiamento nella compagine sociale, il gruppo Sarni ha cambiato anche immagine e dimensione. Le sue attività infatti, fino ad alcuni anni fa molto disperse in settori di quasi analoga rilevanza economica, si sono via via concentrate nel campo della ristorazione e della distribuzione di prodotti petroliferi sulle aree autostradali. Infatti in questo settore i ricavi, come si vede dalla nostra tabella n. 1, sono aumenti del 50% in due anni, arrivando ad oltrepassare i 55 milioni di euro, e questa tendenza è destinata a rafforzarsi ulteriormente nei prossimi anni, in quanto il gruppo si è aggiudicato, nella tornata di gare Aspi del 2008, la gestione di altre 8 aree di servizio (vedi tabella 2 ), che porteranno un fatturato aggiuntivo di oltre 17 milioni di euro all’anno. Ciò significa che entro pochissimo tempo i ricavi del gruppo dipenderanno per il 90% dalla ristorazione e dall’oil, relegando ad un modesto 10% le attività nel campo della commercializzazione di articoli di bigiotteria e profumeria. Ma il gruppo si sta concentrando anche in un altro senso. Bisogna infatti considerare che ciascuno dei quattro fratelli possiede 22 retail&food - aprile 2009

ra saranno salite al 65%.

Un’analisi dei risultati Per comprendere appieno la struttura e la consistenza del gruppo Sarni occorre a questo punto fare ancora un paio di considerazioni. La prima: è difficile pensare che i quattro fratelli non sviluppino già ora delle sinergie fra le loro società individuali e quelle comuni, per esempio nel campo degli acquisti, della gestione dei marchi commer-

ciali, della gestione del personale e così via; stiamo quindi in realtà parlando di un “Gruppo” che oggi fattura più di 112 milioni di euro, e che si appresta a raggiungere la soglia dei 130 milioni: una realtà di tutto rispetto nel panorama della ristorazione autostradale, anche se si vuole considerare che una parte forse preponderante dei ricavi in realtà provenga dalla vendita di prodotti carbolubrificanti. La seconda è costituita da un anello debole della catena, anello per la verità comune anche a quasi tutte le Aziende che operano prevalentemente nella ristorazione autostradale, e consiste nel rapido ed importante deterioramento dei margini operativi. Lo vediamo nella tabella numero 5: nell’ultimo anno il margine complessivo del gruppo è diminuito della metà (in percentuale sui ricavi è addirittura passato dal 4,4% all’1,5%) e la situazione non sembra migliorata nel 2008 né presumibilmente migliorerà nel 2009. Anzi, tutti gli indicatori, a cominciare dalla diminuzione del

ANDAMENTO DEI RISULTATI (in migliaia di euro) tab. 5 Società Autostop Dolmen Le Fonti Maglione Sir 2 Torre Fantine Trignoest Vesuvio Utile ristoro + oil Brindisi Follie e Profumi Utile totale

anno 2005

anno 2006

90 -80 -1 1.204 226 29 0 23 1.491 0 13 1.504

122 -227 -5 2.085 262 55 -1 -217 2.074 -7 8 2.075

anno 2007 -10 -179 -5 894 219 23 162 -154 950 -48 91 993

traffico autostradale (pare che in questi giorni, per esempio, il traffico pesante segni su alcune tratte punte di diminuzione del 25%), puntano verso il basso. In questa situazione quindi occorre vedere le capacità di reazione che il gruppo saprà mettere in campo per affrontare un lungo periodo di magra, non certo alleviato dalle percentuali estremamente alte con cui sono state vinte le gare di certe aree di servizio.

La famiglia: punto debole o punto forte? Resta infine da considerare il punto costituito dalla natura “familista” di questo singolare “gruppo”. In effetti essa resta interpretabile, come ha dimostrato la “scissione” di Potito, in una duplice ottica. Da un lato la solidarietà tra i fratelli resta uno dei fattori fondanti del successo ottenuto finora dal gruppo: ed è certo che un’impresa che possiede quattro bravi imprenditori al vertice, anziché uno solo, è di certo maggiormente dotata di risorse umane necessarie al successo. Tuttavia, come già scrivevamo nella precedente analisi, se per un motivo qualsiasi la concordia venisse ad attenuarsi, mancherebbero i meccanismi tecnico-giuridici per risolvere velocemente eventuali dissidi; ed inoltre la mancanza di un vero centro decisionale dotato dei poteri necessari (quale sarebbe una holding di partecipazioni per esempio) conferisce innegabilmente una certa debolezza all’insieme e, almeno in potenza, potrebbe rendere difficoltoso o accidentato un qualsiasi processo decisionale. Luca Neri



Star Trek retail

Destinazione

Star Trek retail

GIOCHI PREZIOSI IN EUROPA

N

obilmantis, Sommo Luminescente, Grandalbero e Magmion: ecco i nomi dei nuovi conquistatori degli States. Con loro, il grande popolo dei Gormiti, i personaggi fantastici che vivono sull'isola di Gorm e sono amatissimi da tutti i bimbi del Vecchio Continente, la Giochi Preziosi si appresta a invadere il mercato americano dei giocattoli nonostante la concorrenza del colosso Mattel e in un momento in cui gli USA sono l'epicentro della crisi. Era nell'aria, e quest'anno sarà realtà: il gruppo fondato da Enrico Preziosi, quarto player mondiale nel comparto giocattoli dopo Mattel, Hasbro e Lego, esporterà negli USA il “fenomeno Gormiti” grazie a una joint venture con la società di distribuzione Playmetes Toys. L'accordo con la società statunitense (famosa per le Ninja Turtles, tartarughe guerriere che spopolarono tra i più piccoli un paio di decenni fa) consentirà all'azienda italiana di avere buone relazioni con le più grandi catene americane, tra cui anche Wal-Mart, per una diffusione capillare dei suoi prodotti . ben negozi oltre alle aspettative aziendali,echestrisce ormai spaziadi dai questi gadget ai dvd, ai obilmantis, Sommo Grandalbero ecco dei OltreLuminescente, all'arrivo suglie Magmion: scaffali a stelle pupazcartoni animati fino alle rappresentazioni teatrali. Il mercato USA da questo i nomi dei nuovi conquistatori degli States. Con loro, il grande nonostante la crisi, dal momento che punto di vista ha potenzialità enormi, popolozetti dei Gormiti , i personaggi fantastici che vivono sull'isola di dalle strambe fattezze, il cuianche successo in Europa ha raggiunto livelli clapiccole quote di mercato potrebbero avere un impatto di tutto Gorm e sono amatissimi da tutti i bimbi del Vecchio Continente, la Giochi rispetto120 sul volume d'affari dell'azienda. Preziosi si appresta a invaderetanto il mercato americano dei giocattoli nono- circa morosi, da valere ormai milioni di euro su 770 di fatturato Ma non basta. In dirittura d'arrivo anche l'acquisizione della Kaleeto, stante la concorrenza del colosso Mattel e in un momento in cui gli USA punti vendita della crisi. cinese con oltre 300mesi sono l'epicentrocomplessivo catena commerciale del gruppo, c'è un'altra novità: in questi è innell'ex TVCeleste il cartoImpero per la vendita dei giocattoli a marchio Preziosi in Estremo Oriente: Era nell'aria, e quest'anno sarà realtà: il gruppo fondato da Enrico e Giappone. Corea in Vietnam, la fortuna primo passo per poi tentare Preziosi, quarto giocattoli dopo player mondiale nel comparto Mattel , ne animato a loro dedicato, sviluppato dalla francese Marathon, che testaCon l'ingresso nel mercato statunitense e in quello cinese, Giochi Hasbro e Lego, esporterà negli USA il “fenomeno Gormiti” grazie a una di espansione che nel maggio scorso nel 2009 ildi progetto Preziosi continua di distribuzione joint venture con Toys. L'accordo con tola società in Italia, saràPlaymetes sicuramente un ottimo veicolo marketing per l'oltreoceaha portato all'acquisizione del 100% di Flair Leisure Products (11 milioni la società statunitense (famosa per le Ninja Turtles, tartarughe guerriere che i più piccoli un paio di decenni fa) consentirà all'azienda spopolarono trano. “big” della distribuzione di giocattoli in Oltremanica, di valore), di euro La scommessa vuole essere quella di esportare le vendite stratosferiche italiana di avere buone relazioni con le più grandi catene americane, tra cui secondo mercato mondiale del settore. più di anche Wal-Martdi insomma, non sembrano pesareprodotti Le difficoltà finanziarie . capillare dei suoi prodotti , perquesti una diffusionepupazzetti ideati direttamente dallamondiali, ditta italiana (altri tanto sui piani di crescita della società, che ha intenzione di raggiungere un Oltre all'arrivo sugli scaffali dei negozi a stelle e strisce di questi pupaz2010 con un EBITDA alla fine dell'esercizio d'affari di giro di euro miliardo ha raggiunto livelli clazetti dalle strambe fattezze, il cui successo in Europa sono invece in licenza), cercando di replicare in America il fenomeno comin salita per arrivare a un margine del 12% sui ricavi. Per arrivare a questi morosi, tanto da valere ormai circa 120 milioni di euro su 770 di fatturato triennio 2006-2010 di di investire 60 milioni risultati, società prevede novità: questi mesieè in il cartocomplessivo delmerciale gruppo, c'è un'altra che inin Italia inTVEuropa ha laanche sviluppato unnelbusiness, andato

Destinazione

N

ne animato a loro dedicato, sviluppato dalla francese Marathon, che testato in Italia, sarà sicuramente un ottimo veicolo di marketing per l'oltreoceano. La scommessa vuole essere quella di esportare le vendite stratosferiche di questi pupazzetti ideati direttamente dalla ditta italiana (altri prodotti sono invece in licenza), cercando di replicare in America il fenomeno commerciale che in Italia e in Europa ha anche sviluppato un business, andato

24 retail&food - aprile 2009

24 retail&food - aprile 2009

cui circa il 60% nell'area retail (obiettivo 130 punti vendita Toys Center nel 2010, lo scorso anno 97) che, insieme a quella della comunicazione e all'ampliamento strategico della presenza diretta del brand nei principali mercati non attualmente presidiati da filiali dirette, sono i binari su cui dovrà correre il treno aziendale per un ulteriore sviluppo della forza commerciale al livello internazionale.

tab. 1

ben oltre alle aspettative aziendali, che ormai spazia dai gadget ai dvd, ai cartoni animati fino alle rappresentazioni teatrali. Il mercato USA da questo punto di vista ha potenzialità enormi, nonostante la crisi, dal momento che anche piccole quote di mercato potrebbero avere un impatto di tutto GIOCHI PREZIOSI NEL MONDO tab. 2 rispetto sul volume d'affari dell'azienda. Ma non basta. In dirittura d'arrivo anche l'acquisizione della Kaleeto, catena commerciale cinese con oltre 300 punti vendita nell'ex Celeste Impero per la vendita dei giocattoli a marchio Preziosi in Estremo Oriente: primo passo per poi tentare la fortuna in Vietnam, Corea e Giappone. Con l'ingresso nel mercato statunitense e in quello cinese, Giochi Preziosi continua nel 2009 il progetto di espansione che nel maggio scorso ha portato all'acquisizione del 100% di Flair Leisure Products (11 milioni di euro di valore), “big” della distribuzione di giocattoli in Oltremanica, secondo mercato mondiale del settore. Le difficoltà finanziarie mondiali, insomma, non sembrano pesare più di Trent'anni d'età e ancora in mezzo ai giocattoli prime catene di negozi in franchising in Italia, che fanno comunque riferimento al Gruppo Preziosi e hannodi unaraggiungere capillare presenza sul territorio. tanto sui piani di crescita della società, che ha intenzione un Fondata da Enrico Preziosi nel 1978, come società per il commercio all'inMa per avere una visione a 360° del modello di business del gruppo, Paese e all'estero, alun nostro relative Retail e alle quelle Toys (ad oggi quasi 2000 dipendenti) si è all'area di giocattoli, la Giochi Preziosi oltre grosso miliardo di euro di giro d'affari alla fine dell'esercizio 2010 con EBITDA bisogna ricordare che il gruppo è diventato un importante player anche nelrapidamente sviluppata, affiancando agli accordi per la distribuzione con l'ideazione e nella distribuzione di prodotti destinati aiabambini, non necesimportanti produttori la produzione di giocattolidel pro- 12% in salita perinternazionali arrivare a un diretta margine sui ricavi. Per arrivare questi sariamente giocattoli: dalla cartoleria con il brand Auguri Preziosi, al food pri. di ideazione e Ad oggi l'azienda spesso cura integralmente il processo con Dolci Preziosi , alla puericultura con lo storico marchio Giordani risultati, la società prevede di investire 60esempio milioni nel triennio 2006-2010 di ad sviluppo e produzione di giochi. Per questo sono attive a Hong Kong e (vedi tab.3). Ad oggi, infatti, una fetta importante del giro d'affaprodutanche nel se il giocatanche a Shenzhen, filiali che si occupano della parte merceologiche, recentemente ri (24%) è riferibile altre categorie cui circa il 60% nell'area retail (obiettivotolo130 puntiallevendita Toys Center tiva, con ovvio risparmio sulla manodopera. tradizionale rimane la maggior parte della torta 76%). Leader in Italia anche grazie a una indovinata politica di acquisizione e 2010, lo scorso anno 97) che, insiemeUna2008 quella della comunicazione e gestione di altre aziende del settore come Migliorati, GIG e Ceppi Ratti, da padroni mercato europeo: del Monopoli l'azienda nell'ultimo decennio si strategico è affermata anche neldella all'ampliamento presenza diretta del brand nei principali in alcuni paesi strategicamente più rilevanti con il proprio marchio e con Insomma, l'espansione di questo gruppo in fondo giovane ha radici legate questi ultimi su tempi cui di sfidare la con distributori locache hanno permessoiin binari locali, negli altri, con accordipresidiati partnership con aziende afiliali progetti precisi, mercati non attualmente da dirette, sono recessione globale, aggredendo nuovi mercati, certamente grazie alla li, di fatto meno rischiosi e vincolanti. Oltre ai progetti in Usa e Cina e alla giocattoli poco influenzato dai cicli econocon filiali sostanziale tenuta del comparto la società italiana è presente già citata Flair in Gran Bretagna, dovrà correre il treno aziendale per un ulteriore sviluppo della forza commici, ma anche grazie alla solidità del gruppo che ha archiviato il 2008 con dirette in Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Germania e Grecia (vedi tab.1 un bilancio tutto in positivo. e tab.2). merciale al livello internazionale. Fonte aziendale

Fonte aziendale

Ed è proprio nella distribuzione che si può trovare una delle ragioni di successo della creatura dell'attuale presidente del Genoa calcio: a metà 2008 l'azienda conta in Italia 97 negozi a gestione diretta a marchio Toys Center (91 al giugno 2007) e copre una quota di mercato di circa il 40% delle superfici specializzate, concentrandosi soprattutto nei bacini metropolitani. Da non dimenticare le quasi 500 insegne Giocheria e AmicoGiò,

In dettaglio, la società guidata da Dario Bertè e Oddone Pozzi (consiglieri delegati con Alessandro Grimaldi vice presidente) e presieduta da Enrico Preziosi nel 2008 ha visto i ricavi a 771,2 milioni di euro (+6,6%), l'EBITDA a 94,4 milioni (+19,2%) con un risultato netto di di 6,2 milioni (+38% rispetto il 2008). Sul tavolo anche il miglioramento dell'indebitamento finanziario netto che passa da -153,4 milioni agli attuali 138,9. retail&food - aprile 2009

25



Star Trek retail GIOCHI PREZIOSI GROUP STRUCTURE CHART

Fonte aziendale

Lauro 21 S.p.A. 100% Lauro 23 S.p.A. 100% Ludica S.p.A. 100%

tab. 3

Giochi Preziosi S.p.A.

100% 100%

Holding dei Giochi S.p.A.

Cartaria SA.PI. S.r.l.

60%

60%

Giochi Preziosi Lux S.A.

Giochi Preziosi H.K. Ltd

60%

51%

55%

49%

Supergiochi S.r.l.

Giochi Preziosi East Europe S.r.o.

55%

Giochi Preziosi Hellas S.A.

Digital Preziosi S.r.l.

99%

Grani & Partners H.K. Ltd

60%

Mitica Food S.r.l.

60%

Dolci Preziosi S.r.l.

1%

6%

Dreamtoys R&D S.r.l. in liquidazione

Fantastiko S.r.l.

51%

Giochi Preziosi Germany

51%

Giochi Preziosi Espana S.L.

94%

Flair Leisure Products Plc

40%

25%

Dolci Preziosi Iberica S.L.

50%

40% Sweet S.p.A.

Enrico Preziosi

100%

100%

Palazzo Unione S.r.l. 51%

Flair International Ltd

100%

65% 100%

30%

Giochi Preziosi USA, Inc.

Giochi Preziosi Concentra do Brasil Ltda

Area Toys Estero

Easy Shoes & Wear S.p.A. Winter S.r.l.

100%

Area Toys Italia

29%

25%

Linea GIG S.p.A. in concordato

GIG Distribuzione S.p.A. in liquidazione

Elle Due S.r.l.

75%

Ars Food S.r.l. 100%

La Palla Giochi S.r.l.

Area Retail

Grani & Partners S.p.A.

G.p. Toys Inc.

55% 49%

51%

60%

100%

Giochi S.r.l.

Shenzen Giochi Preziosi Toys Design Ltd

Centro Infanzia e Giochi S.r.l.

Giochi Preziosi France S.a.s.

99%

Joys S.r.l.

W.K.I. S.r.l.

51%

40%

Como Giochi S.r.l. Mediagate S.r.l. in liquidazione

46%

GIT S.r.l.

100%

Licenservice S.r.l.

80%

Giocoplast Natale S.p.A.

Area Business Orizzontali

DATI DEL BILANCIO CONSOLIDATO “Stiamo preparando il miglior bilancio della DEL GRUPPO GIOCHI PREZIOSI tab. 4 storia di Giochi Preziosi” dichiarava gongolando alla stampa il presidente l'estate scor30-06-08 30-06-07 30-06-06 sa. ROE 3,00% 2,20% -10,70% Detto fatto: i dati dello scorso anno (il ROI 6,60% 5,00% -1,50% bilancio fotografa la gestione da giugno MOL su RICAVI 10,20% 9,50% 2,90% 2007 a giugno 2008), comunque, rispecUtili/perdite (€/000) 6.242 4.489 - 21.134 chiano il trend di questi ultimi due anni. Fatturato per 394,1 420 322 Dopo una chiusura del 2006 complicato, i dipendente (€/000) Valore aggiunto operativo 84 81,7 48,5 principali indicatori finanziari e di gestione ci per dipendente (€/000) Salerno, Cornigliano Calabro e descrivono una società in salute con una Fonte aziendale Serravalle Scrivia tra gli altri con il redditività in crescita, un'adeguata situaziorisultato di far crescere il peso relatine di liquidità, dopo gli squilibri di due anni vo dell'area nel business del gruppo (dal 16% al 23% sull'EBITDA complesfa, un indebitamento non elevato e comunque in diminuzione e incremensivo). I dati europei mostrano che il canale delle grandi superfici specializti di MOL su ricavi marcati che stanno a dimostrare le recenti performance zate nella distribuzione di giocattoli è in crescita rispetto alle altre tipologie commerciali (vedi tab.4 e tab.5). Ha aiutato senza dubbio l’andamento distributive: tendenza confermata dai Toys Center che segnano una quota della valuta europea rispetto al dollaro, utilizzato per gli acquisti di prodotdi mercato in Italia del 25,7 al dicembre 2007 con un 5 punti in più rispetti nell’area Far East, che ha fatto scendere l'incidenza del prezzo della merce to all'anno precedente, posizionandosi di fatto al primo posto come distrisulle entrate. butore specializzato. Ma non può essere questa l'unica chiave del successo. Crescono infatti Non deve inoltre trarre in inganno il passivo nel bilancio civilistico del tutte le aree di business in maniera equilibrata, con risultati sopra la media 2008 di 7,9 milioni di euro della capogruppo Giochi Preziosi Spa, perché la per quella Toys Estero, che ha recuperato rispetto al 2007 situazioni sfavoperdita è riconducibile interamente agli oneri straordinari connessi all'operevoli in Spagna e Grecia (con qualche problema però in Francia) e che si razione di leveraged buy out del maggio 2008 (a seguito del quale si è appresta con l'acquisizione di Flair per la Gran Bretagna e con i progetti per avuto un cambio di azionariato nel compagine sociale), senza la quale l'atil mercato americano e cinese a fare il salto di qualità (vedi tab.6 e tab.7). tivo del gruppo sarebbe stato superiore e sarebbe ulteriormente sceso l'inAumentano gli incassi per l'area Retail (+3,2% rispetto al precedente debitamento. esercizio) e sale il numero dei punti vendita diretti tra cui Roma Fiumicino, 26 retail&food - aprile 2009


GIOCHI PREZIOSI IN PILLOLE

tab. 5

tab. 7 Composizione % dei Ricavi di Vendita per Area di Business 30 giugno 2008 (*)

Composizione % dei Ricavi di Vendita per Area di Business 30 giugno 2007 (*)

(*) Dati gestionali al netto delle rettifiche di consolidamento

Fonte aziendale

DATI IN SINTESI

tab. 6

Composizione % dell’EBITDA per Area di Business 30 giugno

Fonte aziendale

tab. 8 Composizione % dell’EBITDA per Area di Business 30 giugno 2008(*)

(*) Dati gestionali al netto delle rettifiche di consolidamento

COMPAGINE AZIONARIA

Fonte aziendale

tab. 9

Fonte aziendale

Quando il gioco si fa duro, Clessidra, Banca Intesa e De Agostini cominciano a giocare. Nella primavera dell'anno scorso, con più grossa operazione di private equity degli ultimi mesi, è uscito di scena il fondo 3i liquidato con 340 milioni di euro per il suo 51,7% e la Fingiochi di Enrico Preziosi (con il 45% delle azioni) è tornato ad essere azionista di riferimento del Gruppo, con l'ingresso di Banca Intesa SanPaolo (15%) e dei nuovi soci, attraverso il veicolo Lauro22 (40%), capitanati dal fondo Clessidra (57,6% di Lauro22), Hvb Capital & Partners (Gruppo Unicredit con il 24,2% delle azioni del veicolo) e Hamilton Lane (fondo indipendente con uffici a San Francisco, Londra, New York e Tel Aviv con il restante 18,2%). Un rimpasto sostanzioso che pochi mesi dopo ha visto l'ingresso nell'azionariato con il 5% delle quote di IDeA Co-investement Found I sponsorizzato dal Gruppo De Agostini, con un aumento di capitale riservato e interamente sottoscritto. L'operazione, oltre che ridisegnare la compagine azionaria con la Fingiochi

che resta il primo socio al circa 42% (Lauro22 scende al 38%, Intesa SanPaolo al 14,25% e il nuovo arrivato si attesta al rimanente 5%), dimostra l'intenzione del Gruppo Preziosi di investire sulla comunicazione, dove De Agostini è uno dei player più importanti, per ampliare le prospettive commerciali con un occhio di riguardo anche alle edicole (vedi tab.8). Inoltre, questa sinergia per ora ha prodotto il cartone animato dei Gormiti trasmesso da ItaliaUno, poi sul tavolo ci potrebbero essere altri cartoons Fonte aziendale e programmi per i più piccoli studiati per il nuovo canale tv DeaKids che il gruppo di Novara, guidato da Lorenzo Pelliccioli, ha lanciato su Sky. In agenda anche una penetrazione maggiore in Spagna, mercato interessante per i due gruppi (De Agostini detiene una partecipazione della spagnola Antenna3) e la possibilità di accordi sul fronte delle vendite in edicola o attraverso altri canali distributivi “più agili” dei giocattoli a marchio Preziosi, con uno sguardo attento anche al Sud America. Tra le ultime news, Giochi Preziosi sarà il principale licenziatario per il giocattolo della nuova serie di cartoni animati di Geronimo Stilton, che andrà in onda in prima visione in Italia nell’autunno del 2009 e in Europa agli inizi del 2010 e sarà incentrata sulla vita e le avventure del famoso topo colto e goffo che ha conosciuto in questi ultimi anni un grande successo editoriale. Per quanto riguarda la parte finanziaria nei progetti di Giochi Preziosi c'è ancora la quotazione in Borsa, possibilità ventilata già da qualche tempo e poi accantonata. Nessuna novità per ora al riguardo, anche se è molto probabile che l'ingresso in pazza Affari sia uno degli David Montorsi obiettivi degli azionisti. retail&food - aprile 2009

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Parola di esperto

DAVID JARACH, classe 1972, è managing partner di diciottofebbraio, boutique di advisory strategica di alta direzione per il settore dell'aviazione con sede a Milano e nata nel 1999. Esperto internazionale dell'industria del trasporto aereo, è docente di marketing presso l'Università Bocconi di Milano e docente senior presso la SDA Bocconi.

28 retail&food - aprile 2009


David Jarach Scegliere il target e adottare un retailing mix evolutivo

N

on sono tempi facili per il trasporto aereo anche se il settore è abituato a incidenti e catastrofi, dimostrando però – dopo ogni evento – ottime capacità di ripresa. Basti pensare agli avvenimenti che, soltanto nell'ultimo decennio, hanno inflitto duri colpi e perdite agli attori di questo mercato (11 settembre 2001, aviaria, attacchi terroristici, guerra del Golfo ecc.). L'associazione mondiale dei vettori aerei, IATA, ha comunicato che nel 2008 le compagnie aeree hanno generato perdite per 8 miliardi di dollari. I dati per i primi mesi del 2009 riportano un calo di passeggeri del 5,6% su base annua, non a caso nello stesso mese 26 apparecchi sono stati dismessi e 73 sono stati fermati a causa della riduzione della domanda. Eppure le previsioni per il medio lungo periodo sono tutt'altro che negative. Per cercare di delineare le prospettive del settore nell'immediato futuro, abbiamo interpellato David Jarach, esperto di trasporto aereo e docente di marketing presso l'Università Bocconi di Milano.

Per il 2009 ACI Europe prevede un calo di traffico del 5% negli aeroporti europei. Quali sono le prospettive per gli scali italiani? Il dato di ACI è pesantemente influenzato dagli hub che, ragionevolmente, con la contrazione dei voli verso il Pacifico, perderanno più del 5%. Il nostro Paese dovrebbe assestarsi di circa due punti al di sotto di questo valore. Questo perché di solito le piattaforme regionali sono più resistenti ma anche perché di fatto non essendoci più hub in Italia saremo meno esposti alla caduta sul lungo raggio. Comunque è evidente che nel primo semestre 2009 ci sarà una contrazione del volato passeggeri che non va vista solo in ottica quantitativa ma in ottica qualitativa: quello che si sta già verificando è una flessione violenta dei passeggeri a valore: i biglietti premium segnano un calo a doppia cifra

su alcune rotte. Non è così per il traffico turistico e questo anche perché c'è un flusso di trascinamento verso il basso della classe affari, alla ricerca di tariffe più economiche. Per questo vettori low cost “ibridi” come Easyjet tengono meglio di altre? Queste compagnie stanno ampliando la componente corporate che oggi supera abbontemente il 50% anche in virtù della scelta di posizionamento sugli scali principali (Gatwick, Orly, Fiumicino, Malpensa, Linate...). Allo stesso tempo, la stessa Easyjet è la prima compagnia a dare un warning molto chiaro sullo sviluppo della capacity, bloccata fino a tempi migliori. I vettori aerei stanno oggi sulla difensiva in attesa di una svolta, che forse potrebbe arrivare già a partire dal secondo semestre 2009. Si possono intravvedere spunti per la ripresa? In proposito non ci sono segnali precisi ma alcuni studi affermano che se il pacchetto stimoli Obama assieme al pacchetto cinese, anch'esso molto significativo, abbinati a una forte presa di posizione dell'Unione Europea entrassero davvero in circolo, nel secondo semestre potrebbero esserci novità positive. Il Nord Italia vede una notevole concentrazione di scali. Come giudica il loro posizionamento? Stiamo parlando del mercato più premiante d'Italia e non è qui che stanno i problemi più gravi. Bensì in alcuni aeroporti delle isole e del Centro-Sud Italia che spesso vedono una maggiore presenza di soci pubblici nella compagine sociale e che quindi hanno più difficoltà a ricapitalizzare. Non vedo situazioni compromesse nel Nord Italia. Più in generale, il tema della governance degli aeroporti è in discussione da anni senza che si sia mai trovata una soluzione.

Non so se un periodo di crisi come questo possa costituire uno stimolo ulteriore per pensare a forme di aggregazione o meno, un primo passaggio per arrivare alla specializzazione su target precisi: impossibile se replicata a 50 km di distanza. Le prospettive per il “non aviation” sono diverse? Il non avio ha un problema molto chiaro, evidentemente correlato allo sviluppo del trasportato passeggeri. Il calo dei passeggeri ha ricadute evidenti su parcheggi e attività commerciali. In particolare, in questo periodo, assistiamo alla contrazione della domanda per gli operatori tradizionali, anche a causa dell'aumento di passeggeri che volano con il low cost: infatti tradizionalmente spendono di più i passeggeri che volano con vettori tradizionali. Tra l'altro in Italia il non avio è sempre e solo in-terminal: l'airport retailing potrebbe essere aperto a numerose classi di clienti (il concetto di aerotropoli, ndr) ma si rivolge quasi esclusivamente ai passeggeri: un aspetto di grossa debolezza in momenti come questo. Considerate queste tendenze il posizionamento dei retailer si abbasserà? Non è auspicabile un discorso generico ma è auspicabile un discorso di tipicizzazione dei singoli aeroporti: se uno scalo si connotasse per sua scelta o per naturale andamento del mercato per avere una componente sempre più crescente di trasportato low cost è evidente che il non aviation debba andare di conseguenza. Il T2 di Malpensa dovrebbe fare un'auspicabile ripensamento del suo non avio alla rincorsa del suo vettore di riferimento, Easyjet, e di quello che è il trasportato. Non c'è dubbio che il retailing mix debba essere evolutivo in funzione del posizionamento scelto o di quelli che sono le naturali evoluzioni del mercato. Ma di scelte, per il momento, se A. A. ne sono fatte poche. retail&food - aprile 2009

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Prima pietra

Pr Quando lo shopping va in palestra È in costruzione a Parma un centro commerciale open street style di nuova concezione: senza Gdo e cinema multisala punta tutto su sport e tempo libero. L’innovativo mall, promosso da Parcor Srl e sviluppato dalla partnership Stores Development-Cesi Boldrin, si basa sul concetto di shopping a tema, un formula commerciale ancora agli albori in Italia.

S

arà qualcosa di diverso dai soliti centri commerciali. Questo assicurano da Stores Development, società di consulenza e servizi nel settore immobiliare commerciale, quando si parla di PR Parma Retail, il nuovo progetto promosso da Parcor srl che sta sorgendo nei dintorni della città emiliana. «Il progetto, concepito tre anni fa, è una proposta azzardata, ma non per questo non valida – ha detto Corina Grandia Muñoz l’amministratore delegato di Store Development - È un concetto che funziona già all’estero e, adattato al territorio, funzionerà anche in Italia». Il concept infatti nasce dal-

l’idea di poter fare a meno dell’ipermercato, che tradizionalmente è il motore attrattivo dei centri commerciali, per concentrarsi su una proposta legata al divertimento e al leisure. «Il Parma Retail è un concetto diverso di vedere gli shopping center – continua Grandia Muñoz - perché non ruota attorno ad un’ancora commerciale o ad un cinema multisala, ma si basa su shopping, divertimento e sport». All’interno

PR PARMA RETAIL LOCALITA’ DATA APERTURA LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROGETTAZIONE COMMERCIALIZZAZIONE GESTIONE GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO ATTRAZIONI

TOTALE UNITA’ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) SPAZI RISTORAZIONE BACINO DI UTENZA A 10 MIN. (RESIDENTI) BACINO DI UTENZA A 20 MIN. (RESIDENTI) BACINO DI UTENZA A 30 MIN. (RESIDENTI)

30 retail&food - aprile 2009

PARMA AUTUNNO 2010 PERIFERICA COMPLESSO POLIFUNZIONALE DI MEDIE DIMENSIONI PARCOR SRL CESI BOLDRIN, STORES DEVELOPMENT STORES DEVELOPMENT STORES DEVELOPMENT 39.000 mq 2 2.500 Palestra con Piscina, Pista Skateboard, Pista Pattinaggio sul ghiaccio 92 10 163 mila 303 mila 590 mila

e all’esterno della struttura saranno presenti una palestra da 4 mila mq con piscina, una pista da skateboard gratuita e una pista di pattinaggio sul ghiaccio interna. Tutto questo sarà integrato, ovviamente, con i 92 punti vendita (di cui 10 destinati al food) per un totale di 39 mila mq di Gla. Il PR Parma Retail è progetto che si differenzia dai soliti centri commerciali anche per l’architettura e per un design industriale di tendenza, molto simile ai quartieri urbani. Lo shopping center, progettato da Cesi Boldrin e dalla stessa Stores Development , è stato concepito come mall all’aria aperta e si articola su due piani ma con vari livelli interposti tra le due sezioni. Anche le gallerie saranno diverse dal solito, con spazi di diverse dimensioni e con una forte presenza di piazze e


dizionale attività di forte attrazione verrà compensata da un’offerta commerciale basata su un adeguato mix di piccole e medie superfici. L’obiettivo di Stores Development è, infatti, quello di unire le insegne più conosciute dello shopping con proposte diversificate: all’interno delle varie superfici troveranno infatti posto un negozio di articoli per motociclisti, uno store sportivo specializzato e un punto vendita di abbigliamento casual di alto livello. La collocazione del Pr Parma Retail avverrà a nord del capoluogo parmense, in un’area non distante dall’Ikea, situato a ridosso del tratto emiliano dell’ A4. Nel calcolo del potenziale attrattivo la prossimità all’arteria autostradale viene considerato un punto di forza non indifferente. Infatti, oltre a disporre di un bacino di utenza primario di circa 163 mila abitanti (gran parte dei quali concentrati nel Comune di Parma), la vicinanza dello shopping center al casello di Parma Nord consentirà di “catturare” agevolmente i guidatori in transito sulla MilanoBologna. La proposta avanzata da Stores Development e Cesi Boldrin (già ideatori del recentissimo Soratte Outlet) si attesta come una delle

spazi verdi per il relax (28 mila mq di aree pedonali e giardini). La struttura sarà composta da più corpi, tutti collegati tra loro, e tra questi spicca una struttura in acciaio dalla forma ellittica che ospiterà al proprio interno una piazza sulla quale si affacceranno le superfici del primo e del secondo livello. La mancanza di una tra-

poche, se non l’unica, varianti di centro commerciale dedicate allo sport e al tempo libero in Italia e si colloca in un territorio dinamico e pieno di risorse come Parma. Una scelta oculata per dar vita anche nel nostro paese ad un concetto di shopping già presente in Europa da diverso tempo. Massimo Colzani

retail&food - aprile 2009

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Taglio nastro

si celebra il tutto esaurito In un periodo in cui slittano le aperture dei nuovi progetti e si fatica ipotizzarne di nuovi, inaugurare un centro commerciale in piena crisi e per di più in un territorio difficile dal punto di vista economico come quello calabrese, sembra essere un investimento al limite del rischio. Eppure, dati alla mano, lo shopping center Porto Bolaro sembra avere tutte le carte in regola per sovvertire il pronostico e trasformare la carenza di attività commerciali nella zona di Reggio Calabria nel proprio vantaggio competitivo.

A

perto al pubblico il 19 febbraio scorso, il nuovo centro commerciale di proprietà della società immobiliare Porto Bolaro Srl e realizzato grazie alla partnership tra Promocentro, Mall System e Cogest (rispettivamente promotore, commercializzatore e gestore del centro) può essere definito come l’unica struttura con un’offerta completa (GDO, elettronico, abbigliamento/calzature e attività di servizio) presente sulla costa calabrese dello stretto di Messina. L’esordio sul territorio di questa tipologia di mall unito all’intraprendenza imprenditoriale che ha dato vita all’iniziativa sono le chiavi di lettura per analizzare un centro commerciale che, oltre ad essere di piccole dimensioni (15.623 di Gla), può essere definito “standard” rapportato alle centinaia di mall presenti nel nordcentro Italia (senza inoltrarci in inu-

tili paragoni con le realtà europee più importanti). La bontà del progetto viene subito confermata alla conclusione della fase di commercializzazione: all’inaugurazione gli spazi disponibili a Porto Bolaro erano stati praticamente tutti venduti e tra i promotori c’è forse il rimpianto di aver avuto a disposizione “solo” una quarantina di spazi. «La richiesta è andata oltre le previsioni, tenendo soprattutto conto del difficile momento economico che stiamo attraversando - ha commentato Lino Guatteo, presidente di Promocentro Italia - nessuno ha chiesto sconti e siamo riusciti a procedere con il budget che ci eravamo prefissati. A dispetto di altre aree del Sud, come ad esempio il napoletano o alcune aree della Puglia, in Calabria saremmo pronti a fare un altro investimento, a Cosenza se ci fosse la possibilità».

L’offerta commerciale È chiaro quindi che esiste nei dintorni di Reggio Calabria una forte potenzialità inespressa per le proposte commerciali di questo peso, anche se gli operatori locali non sono stati pronti a sfruttare in pieno l’occasione, come ha ammesso lo stesso Guatteo «Pensavamo ad una risposta migliore degli operatori del posto, ma forse perché il mercato locale non è ancora abituato ad un centro così. Solo nell’ultimo periodo qualcuno si è fatto avanti capendo che si trattava di un progetto redditizio, ma PORTO ormai gli spazi erano tutti occuLOCALITA’ pati». A parte LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA l ’ i p e r m e rc a t o (Carrefour) e le PROPRIETA’ PROMOTORE medie superfici COMMERCIALIZZAZIONE (occupate da GESTIONE

BOLARO

GLA (SUPERFICIE LORDA AFFITTABILE) LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO IPERMERCATO ANCORE TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI) SPAZI RISTORAZIONE INSEGNE RISTORAZIONE PRESENTI

BACINO DI UTENZA A 20 MIN. BACINO DI UTENZA A 30 MIN.

Reggio Calabria Periferica Complesso polifunzionale piccole dimensioni Porto Bolaro srl Promocentro Mall System srl Cogest srl 15.623 2 1.200 Carrefour Mediaworld, Piazza Italia, Bata 45 5 Don Peppe ‘tressette, Frittolini, La Mimosa, Sottozero, House Coffe Shop 187 mila 238 mila

Mediaworld, Piazza Italia e Bata), tradizionalmente riservate

dalle insegne più navigate, nei 41 spazi di dimensione più piccola si percepisce la mancanza di un’iniziativa locale che contribuirebbe a diversificare il mix merceologico di Porto Bolaro, che appare già molto 32 retail&food - aprile 2009


simile a quello dei centri commerciali sparsi per l’Italia. Tra i retailer, spiccano per numero le insegne di abbigliamento e calzature (17 spazi). Consistente anche la presenza dei negozi di beni per la persona (13). Per quanto riguarda i servizi, invece, l’unica presenza è della catene di acconciature Tagliati per il successo, anche se possono essere annoverati all’interno della categoria l’erboristeria Nature House, che effettua consulenza nutrizionale, e l’ottico. La scelta di non far entrare altri servizi, come ad esempio un fotografo, una lavanderia o una sartoria, sembra andare in controtendenza rispetto ai tradizionali mall (dove questo tipo di attività tendono a persistere se non addirittura ad aumentare) e non appare pienamente coerente con la decisione del costruttore di affiancare al centro commerciale un complesso residenziale. I cinque punti ristoro presenti a Porto Bolaro appaiono più che sufficienti per le dimensioni dello shopping center e coprono quasi

COMMENTO Struttura e design

Accesso e parcheggio

Offerta commerciale e servizi offerti Spazi comuni e attrattive

indice valutazione: È = migliorabile

VALUTAZIONE

Struttura esterna un po’ anonima. Apprezzabili i materiali utilizzati (marmo, legno per i soffitti). Gradevole l'interno. Numero di parcheggi sufficienti. Però il collegamento con l'arteria viaria principale arriverà solo tra alcuni mesi. Ridotta la presenza di operatori locali. Area food varia e soprattutto ha aperto con il 100% degli spazi commercializzati. Standard i servizi alla clientela (es. baby area, carrelli per bambini e per disabili). I parcheggi esterni possono diventare aree eventi.

ÈÈÈ È ÈÈÈÈ ÈÈ

La valutazione è di carattere puramente indicativo

ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo

tutte le tipologie food: da bar alla gelateria, dal ristorante/pizzeria al take away. Da apprezzare la vista panoramica sullo stretto che si gode da Don Peppe Tressette nella food court posizionata al secondo piano.

Mare, sole e shopping La localizzazione a ridosso del mare di Porto Bolaro è uno degli aspetti più caratteristici del centro, anche se l’accesso all’intera area

rimarrà abbastanza limitato fin quando non sarà completato lo svincolo di uscita dalla Strada Statale 106. Per far fronte all’arrivo dei visitatori sono stati previsti circa 1200 posti auto, raccolti in diverse aree (piano interrato, raso a terra, primo piano e sul tetto) dalle quali si accede velocemente al mall. Esternamente il centro non eccede in accorgimenti estetici significativi, mentre le gallerie interne offrono spazi abbastanza

ampi e luminosi. In particolare, la parte centrale dove si incontrano gli ingressi dai vari livelli gode di luminosità naturale, grazie al grande lucernaio posto sul tetto che contribuisce a dare vivibilità all’ambiente. Alcuni elementi stilistici come il disegno dei soffitti, la fontana posta al primo piano, l’arredamento e i materiali utilizzati concorrono a rendere l’interno dello shopping center semplice e tutto M. C. sommato gradevole. retail&food - aprile 2009

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Bellezza in valigia (e nel carrello)

profumo di tenuta F

ino a un paio d’anni fa spa e centri benessere nascevano ovunque, e massaggi al cioccolato, bagni nel fieno o immersioni in tinozze di vino rosso parevano essere gli ingredienti ultimi di quella ricetta della felicità che parte dal corpo prima ancora che dalla mente, oggi “s’ha da campà!”. Giusto lo stretto necessario: shampoo, bagnoschiuma, deodorante e creme idratanti performanti sì, economici pure. Numeri alla mano, «quello della bellezza è stato un mercato per anni in ascesa; tuttavia quest’anno non si è visto nulla di veramente spettacolare» ha dichiarato Yngve Bia, Presidente di Generation Research, commentando quel 10,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2007 registrato nelle vendite di prodotti cosmetici nei duty free e travel retail di tutto il mondo, nei primi nove mesi del 2008. Il 10,4 solo nel terzo trimestre. Dieci punti percentuali che, è vero, non sono pochi se si considera la particolare congiuntura economica dell’ultimo periodo, ma che non danno certo il senso di essere un successo per un settore che rappresenta il 30% del fatturato totale tra le merci esposte all’in-

Tra duty free e centri commerciali, per cosmetica e profumeria diminuiscono i margini ma tengono le vendite e cresce il numero dei negozi. terno dei duty free (più di liquori e tabacco che, insieme, sono solo il 25,7%). Addirittura in Europa, che è il mercato da dove provengono il 46,8% dei guadagni delle vendite aeroportuali, nella prima metà del 2008 il beauty ha gestito solo un modesto 2,9% in più rispetto al primo semestre dell’anno precedente e «finora i guadagni della bellezza in Europa sono piatti – dice Bia – e anche se la transazio-

BRAND Bottega Verde Limoni Douglas Sephora Marionnaud La Gardenia Lively Pupa Totale

34 retail&food - aprile 2009

ne media mostra un incremento di valore, è evidente che in realtà il numero di passeggeri disposti ad acquistare prodotti di bellezza diminuisce, con un notevole calo nel tasso di penetrazione». Diversamente accade nel mercato asiatico, in quello pacifico e in quello medio orientale. In quest’ultimo, infatti, in due soli anni si è potuto notare un aumento nelle vendite di prodotti cosmetici nei duty free e travel retail pari al 65%. L’intero settore è poi dominato dalle leadership di tre grossi gruppi: L’Oréal, Estée Lauder e LVMH i quali, da soli, costituiscono il CENTRI COMMER.

CENTRI COMMER.

127 117 79 52 41 27 10 453

10 3 5 18

48,2% delle vendite globali. Seguono Procter&Gamble, Chanel, Coty, Shiseido, Clarins, Puig, Elisabeth Arden, Bulgari e La Prairie che forniscono il 95% dei prodotti distribuiti e venduti globalmente nei luoghi di grande passaggio. Un 2008 di crisi tuttavia fortunato per L’Oréal che ha venduto cosmetici per un totale di 17,5 miliardi di euro. «In un ambiente molto difficile, contrassegnato nel 2008 dalla crisi economica, L'Oréal continua a crescere in termini di vendite la propria quota di mercato – a parlare è Jean Paul Agon, Chief Executive Officer di L’Oréal -. L'Oréal ha rafforzato la

AEROPORTI 1 1

STAZIONI

TOTALE

2 1 3

139 117 82 53 41 27 10 6 475


punti vendita Bottega Verde risulta essere una realtà assai affermata nei canali di nostro interesse in Italia (fig. 1). Lo stesso dicasi per Limoni che ha all'attivo 117 punti vendita nei centri commerciali di tutta Italia. A quota 82 si posiziona invece Douglas che è presente anche negli outlet, mentre Sephora (Gruppo LVMH) nel nostro paese ha 52 negozi nei centri commerciali e 1 in stazione, a Roma

Termini. Infine parla francese anche Marionnaud che si attesta a quota 41. Per chiudere segnaliamo che per The Body Shop la recessione ha avuto come risultato quello di incrementare l’aumento delle vendite delle fragranze per l'ambiente… non sarà che gli italiani “al verde” passino più tempo a casa propria? Antonia Opipari

propria posizione nel 2008 ed aumentato la quota di mercato mondiale. C’è un 2009 da affrontare con realismo, fiducia e risolvibilità. Realismo, perché il contesto economico è sicuramente ancora difficile e siamo pronti per questo. Fiducia, perché il mercato dei cosmetici ha sempre mostrato resistenza nei momenti di crisi, e L'Oréal ha una situazione finanziaria solida». E anche l’altro colosso del beauty nei duty free, Estée Lauder, ha chiuso il 2008 con un aumento di dodici punti percentuali, spiegato così dal CEO William P. Lauder: «la nostra azienda ha ottenuto guadagni solidi per l’intero anno; importanti in questo senso sono stati gli investimenti strategici sui mercati emergenti». Per finire con LVMH che lo scorso anno ha guadagnato quasi tre miliardi di euro, in pratica con le sole vendite dei profumi a marchio Christian Dior: una crescita organica dell’8% e un margine operativo del 10. «I risultati ottenuti nel 2008 dimostrano l’eccezionale reattività della nostra Azienda alla crisi. Il gruppo è emerso fortificato anche dalle precedenti fasi di recessione e questa non può essere diversa; il segreto sta nella dinamica di innovazione dei marchi, nella qualità dei prodotti e professionalità della squadra. LVMH approccerà le sfide e le opportunità del 2009 con fiducia e determinazione, puntando al consolidamento della sua posizione di leadership nel settore dei beni di lusso in tutto il mondo» è il commento conclusivo di Bernard Arnault, CEO e Presidente del Gruppo. Citazione a parte meritano invece Bottega Verde e Collistar tra i marchi consumer più riconosciuti e acquistati, tanto da – è il caso di Collistar – essere venduti in 2.500 profumerie selettive e posizionarsi al primo posto nel mercato Globale Beauté. Con i suoi 139 retail&food - aprile 2009

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Novità di mercato

l’espansione è appesa a un filo Prezzi al ribasso per i cellulari, oggetti del desiderio dei consumatori, a causa della crisi che nel 2009 porterà un calo fino al 10% delle vendite. L’Italia, da sempre l’eldorado della telefonia, rischia di accusare il colpo anche se retailer e operatori del settore non si scoraggiano cercando di mantenere le posizioni e, quando possibile, espandersi.

I

l mercato degli operatori di telefonia mobile in Italia è composto da Telecom Italia Mobile, Vodafone, Wind e H3G (più conosciuta come 3 Italia) che, secondo i dati di metà 2008, si contendono circa 90 milioni di contatti. Le quattro aziende, infatti, sono riuscite a sfruttare uno dei mercati più redditizi d’Europa, che, insieme alla Grecia, annovera un indice di penetrazione del 150 %.

36 retail&food - aprile 2009

Da questo si deduce che circa la metà della popolazione italiana possiede due SIM card a testa e, molto probabilmente, due telefoni cellulari. Il maggior operatore per numero di contatti rimane Tim (nonostante un calo del 2,7 % di clienti nell’ultimo anno) che ad oggi ne conta circa 35.300.000, seguono Vodafone, Wind ed infine H3G. Il boom della corsa ai cellulari

NEGOZI DI TELEFONIA NEL CANALE TRAVEL IN ITALIA Roma Fiumicino Milano Malpensa Milano Linate Bologna Marconi Roma Termini Milano Centrale Firenze S.M.Novella

ha indotto ad entrare nel mercato della distribuzione tutti e quattro gli operatori, che a tutt’oggi sono i retailer di telefonia che contano il maggior numero di negozi sparsi in Italia. Grazie ai propri punti ven-

Tim, Vodafone, Tre Vodafone Tim, Vodafone, Tre Vodafone Tim, Tre, Smartphone (3) Tim Tre

dita, infatti, gli operatori di telefonia non solo offrono il cellulare in coppia al contratto telefonico, cosa che tra l’altro avviene anche nei negozi di telefonia tradizionali attraverso partnership e accordi particolari, ma danno assistenza e supporto diretto alla propria clientela, dal cambio del piano tariffario fino all’attivazione delle mail sul proprio cellulare. Con circa 400 negozi gestiti direttamente H3g si segnala come l’operatore di telefonia più attivo in ambito retail, oltre a vantare circa 500 store 3 in franchising. Anche Vodafone presenta una vasta rete di negozi con ben 850 negozi Vodafone One, dei quali però solo 22 sono di proprietà (che rappresentano i flagship store posizionati nei luoghi più importanti, tra i quali gli aeroporti), mentre i restanti sono gestiti in franchising. Numerosi anche i rivenditori esclusivi Wind che arrivano a quota 333 comprendendo sia quelli presenti nei centri cittadini sia negli shopping center. Per quanto riguarda l’operatore italiano Tim, i negozi a insegna Il Telefonino sono 239 più numerosi affiliati. Se si riscontra una presenza capillare dei negozi nei canali tradizionali, la stessa cosa non si può dire per l’ambito travel, dove sia gli aeroporti che le stazioni non sono ancora luoghi presenziati da questo tipo di attività, anche se a Fiumicino e Linate si contano tre negozi ciascuno. Tim,


CLIENTI TELEFONIA MOBILE 1° SEMESTRE 2008 VODAFONE 30.182.000 33%

Vodafone e H3g presidiano infatti l’aeroporto romano e quello milanese, mentre Malpensa annovera un solo Vodafone One al T1. La società di telecomunicazioni inglese è anche l’unica ad aver piazzato un proprio store al Marconi di Bologna. Per quanto riguarda le stazioni, invece, oltre a Tim (Milano Centrale e Roma Termini) e H3g (Termini e Firenze Santa Maria

TIM 35.300.000 40%

H3G 8.450.000 9%

WIND 16.400.000 18%

Operatori nei luoghi di viaggio: vai dove ti porta il cliente Intervista a Massimo Tiana, Responsabile canali diretti. In Italia Vodafone è il secondo operatore italiano per numero di clienti. Tramite la rete di distribuzione Vodafone One, l'azienda è presente in Italia con 850 negozi dei quali 22 sono gestiti direttamente e il restante in franchising. Perché la decisione di aprire punti di vendita negli aeroporti? La decisione è frutto di una strategia che porta la struttura distributiva di Vodafone il più vicino possibile a dove le persone si trovano a passare. Non èpiùil mondo dove il cliente va a cercare il negozio dove poter fruire dei nostri servizi, ma èl'azienda che si porta il piùvicino possibile ai luoghi di frequentazione della propria clientela. Quindi anche negli aeroporti, che sono per eccellenza luoghi di frequentazione di una clientela internazionale con vocazione al movimento. Che tipo di clientela avete in questi luoghi? Direi che ci sono due tipologie di cliente abbastanza diverse. La prima, quella un po' più continuativa nell'arco dell'anno, è una clientela business, e quindi i manager e professionisti che necessitano di spostamenti nazionali o internazionali per esigenze di lavoro. La seconda tipologia di clientela èquella turistica, e questa ha picchi di stagionalitàmolto forte e ci troviamo con fasce molto più ampie dal punto di vista socio-demografico. Qual è la differenza di offerta tra i negozi tradizionali e quelli aeroportuali? In realtà noi vogliamo offrire in tutti i nostri punti di vendita lo stesso livello di servizio e composizione dell'offerta. Però esistono zone dove i negozi vengono seguiti in maniera diversa, come gli aeroporti o su altri flagship store, dove ci sono tipologie di clientela che domandano prodotti e servizio a più elevato contenuto tecnologico. Come si articola la vostra presenza nel canale dei centri commerciali? Noi presidiamo i centri commerciali in tre modi differenti. La prima avviene attraverso le strutture classiche delle grandi superfici. Poi esistono i negozi specializzati nella telefonia, che hanno fatto la scelta di non legarsi ad una sola società di telecomunicazione. Infine la terza formula, che abbiamo sviluppato negli anni passati, è un investimento con negozi a marchio Vodafone One, e contiamo di raggiungere entro il 31 di marzo 100 centri commerciali.

Novella) la novità è rappresentata dalla catena multimarca Smartphone che in prospettiva appare oggi come il retailer più impegnato nel canale travel con ben tre store nella principale stazione romana e con altri progetti in accordo con Grandi Stazioni. Smartphone, infatti, è intenzionato a fare il proprio ingresso (anche se le date non sono ancora state chiarite) nella rinnovata stazione di Milano Centrale, a Torino Porta Nuova e, in futuro, anche a Venezia Mestre, Padova, Treviso e all’aeroporto di Fiumicino. L’offerta del retailer romano integra la vendita dei telefonini e accessori con la possibilità di sottoscrivere i contratti con i gestori nazionali. Sul versante dei centri commerciali il mercato sembra chiaro il dominio di 4G Holding (più di 300 pdv), società che ha accorpato sotto il proprio tetto le insegne Sim, Mit, Wap e Voice: le prime due sono partner di Telecom Italia Mobile, mentre Wap e Voice raggruppano Vodafone, Wind e Tre. Ma il facoltoso mercato italiano della telefonia è stato una potente calamita anche per la grande distribuzione. Nel giro di circa un anno sono infatti comparsi in quantità operatori di telefonia virtuale (che non posseggono una propria rete ma offrono servizi attraverso accordi con i gestori nazionali) Auchan, Conad, Coop, Carrefour e a breve anche Erg Petroli commercializzerà la propria offerta attraverso la propria rete di distribuzione carburante. • retail&food - aprile 2009

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a chiare lettere

MONTEZEMOLO: la trave e la pagliuzza

Si parla con grande fierezza di italianitĂ ma negli affari il nazionalismo conta molto poco. Come dimostrano le prese di posizione del fondatore di Nuovo Trasporto Passeggeri nonchĂŠ presidente del Gruppo Fiat. Diego della Valle, Luca di Montezemolo, Gianni Punzo 38 retail&food - aprile 2009


I

Il 12 febbraio del 2007, il Corriere della Sera ci informava che Luca Cordero di Montezemolo, ancora Presidente di Confindustria, aveva sonoramente bacchettato Silvio Berlusconi: «Trovo umiliante che una persona così eminente e così attenta alla gente usi macchine straniere anche quando era presidente del Consiglio; è umiliante per la Fiat e per il nostro Paese». Il presunto misfatto del Cavaliere sarebbe stato quello di presentarsi alla folla milanese, in Piazza San Babila, a bordo di una lussuosa Mercedes e non già di un’auto «made in Italy». Non era la prima volta che Montezemolo stigmatizzava Berlusconi, e bisognerebbe aggiungere tanti altri governanti, per l'uso o il consumo di prodotti stranieri, diversamente da tutti i leader europei. Addirittura, nel 2002, per costringere l’allora presidente del Consiglio a dismettere l’Audi blindata, gli aveva donato una fantastica Maserati Quattro porte. Insomma, Luca Cordero si atteggia un patriota e ama dichiaralo: «Ha ragione Ciampi, diciamolo forte: patria, non ci vergogniamo di dirlo». Parole emozionanti e anche sagge.

Privatizzare con lo stato Tuttavia, qualche tempo dopo queste nobili esternazioni, esattamente nel gennaio 2008, notizie di stampa ci Guillaume Pépy e Luca di Montezemolo informavano che la Nuovo Trasporto Viaggiatori, cioè l’impresa fondata da Montezemolo con Diego della quella di Montezemolo, si appresterebbe a colonizzare le tratte più redditiValle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone, per inserirsi nella cosiddetta zie delle ferrovie altrui. «privatizzazione» del trasporto ferroviario che, grazie ai buoni uffici del Le parole di Moretti forse non sono campate all’aria, visto che, sulla mateneoliberista Pier Luigi Bersani, dovrebbe prender il via tra il 2009 e il 2011, ria, il vicepresidente della Commissione trasporti del Parlamento di aveva ordinato ben 25 treni, per un costo complessivo di 650 milioni di Strasburgo, Antonio Tajani, ha confermato l’apertura di un’indagine e Euro, alla francese Alstom, i cui legami con lo stato francese sono ben noti Roberto Castelli, sottosegretario ai Trasporti del governo Berlusconi, ha e che, nel 2000, aveva rilevato la Fiat industrie ferroviarie, per un importo sollecitato una commissione d’inchiesta sull’operazione Ntv. di 700 milioni di Euro. Luca Cordero di Montezemolo non crede che anche questa scelta possa Anche Fiat essere umiliante per il nostro Paese e per l’Ansaldo. nel carniere francese Alla fine del 2008, veniamo a sapere che nell’assetto proprietario di Ntv è Nel dicembre 2008, quando la crisi dell’auto stava entrando nella stagione entrata, con una quota del venti percento, pari a 80 milioni di Euro, la più nera, si incomincia a intravedere il trattato ineguale che il gruppo diriSociété Nationale des Chemins de fer Française (Sncf) cioè, nella sostangente di Fiat sta negoziando con il gruppo Peugeot. Sergio Marchionne: za, la Repubblica francese, la quale fornirà anche il sistema informatico di «Tra 24 mesi resteranno solo 6 costruttori, di cui due europei (…) La nostra prenotazione e gestione. strategia delle alleanze industriali mirate era un metodo per arrivare a un Sulla carta, l’impresa sarà controllata da soci privati italiani. Tuttavia, ci trocerto tipo di aggregazione. viamo di fronte a una cosiddetta “privatizzazione” nella quale un partner, Ma vista la situazione dei mercati e quel che ci aspetta in futuro, quanto il più rilevante dal punto di vista delle disponibilità, nonché della professiofatto finora non basta. Per fare soldi bisogna produrre almeno 5,5-6 milionalità, è nientemeno che lo Stato francese, che il materiale rotabile sarà ni di veicoli all'anno. È quindi necessario fare delle aggregazioni, in un francese, che il sistema di gestione sarà francese. modo o in un altro (…) in futuro sarà richiesto un nuovo modello di busiLa riconoscenza d’Oltralpe non si fa aspettare: il primo dicembre 2008, ness, ben diverso da quello attuale, dove l'indipendenza non è più sosteniLuca Cordero ha ricevuto dalle mani di Nicolas Sarkozy in persona le insebile.». Dopo queste parole, il 9 dicembre, il Corriere della Sera titola: «Il gne di Commandeur de la Legion d’Honneur, la più prestigiosa onorificen2009 e la Fiat non più tutta italiana.». za della Repubblica. La più che informata Stampa commentava: «In riconoE, dalle dichiarazioni, si capisce che non sarà Fiat ad acquisire, né ci sarà scimento non solo della sua attività industriale, ma anche per i suoi stretti matrimonio, bensì quel che bolle in pentola è una vendita. Chiarissime legami con la Francia.». sono, infatti, le parole del giovane John Elkann, il quale «non esclude l'ipoLa vicenda, come ovvio, non è sfuggita all’ottimo Mauro Moretti, amminitesi di essere azionista “più piccolo” in un gruppo “più grande”». stratore delegato di Trenitalia. Tutto ciò benché, come hanno sottolineato attenti osservatori, ai prezzi Appena nominato presidente dell’Associazione delle compagnie ferroviarie attuali Fiat potrebbe essere il primo azionista della nuova società. europee, l’ingegnere ha con forza rilevato la contraddizione: lo stato franInsomma, Luca Cordero di Montezemolo dovrebbe guardare alla trave nel cese da una parte sta ostacolando i processi di liberalizzazione che insidiesuo occhio, piuttosto che alla pagliuzza in quello altrui. Vittorio Valenza rebbero il dominio di Sncf e dall’altra, dietro lo schermo di società come retail&food - aprile 2009

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Dossier aeroporti

bello da riempire Lo scalo torinese si presenta oggi come uno dei più moderni aeroporti regionali italiani ed è in grado di accogliere traffico fino a sei milioni di passeggeri.

P

er l'aeroporto di Torino Caselle la svolta più recente è giunta il 30 gennaio 2006 quando – in occasione delle Olimpiadi invernali, ospitate in Piemonte – è stata inaugurato la nuova aerostazione. In seguito ai lavori fatti in vista dell'evento olimpico, l'area imbarchi può contare oggi su circa 9.300 mq e offre, attraverso una vetrata di oltre 3.500 mq, una spettacolare veduta sulla pista e sugli aerei in arrivo e partenza. Per i lavori di ampliamento dello scalo, sono stati spesi circa 90 milioni di euro. Abbiamo visitato lo scalo torinese, in compagnia di Fulvio Fassone, direttore commerciale e marketing di Sagat Spa, uomo di grande esperienza nell'ambio del travel retail. Per rompere il ghiaccio, abbiamo chiesto a Fassone se, dal punto di vista commerciale, Sagat è coinvolta nella prossima apertura di un nuovo e grande centro commerciale che sorgerà a ridosso dell'aero-

porto. La risposta è stata negativa, non c'è nessun tipo di accordo né di collegamento tra le due attività. Peccato, ci siamo illusi che bollisse qualcosa di grosso in pentola, sulla scorta di quanto verrà discusso a fine mese (27-29 aprile) ad Atene, in occasione della Airport Cities World Conference & Exibition. Ma torniamo con i piedi per terra, Torino è storicamente una base votata al business e cioè alle aziende torinesi che hanno necessità di essere presenti su mercati stranieri, così come nelle città di casa nostra. L'aspetto critico per il “Sandro Pertini” è il leisure molto forte durante il periodo della neve con i PASSEGGERI A TORINO (aviazione commerciale) Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Passeggeri 2.802.203 2.806.992 2.775.356 2.809.866 3.132.716 3.138.758 3.248.230 3.500.728 3.412.789

tab. 1 Variaz. % anno preced. 12,8 0,2 -1,1 1,2 11,5 0,2 3,5 7,8 -2,5

charter ma che durante il resto dell’anno ha una incidenza decisamente inferiore. Torino e il Piemonte infatti – sono parole di Fassone – dopo le Olimpiadi stanno cercando di incrementare il flusso turistico incoming ma questo è un percorso lungo e non semplice.. Ciò ha impedito di mettere in moto il cammino virtuoso che unisce flussi business con catalizzatori molto forti di attrazione leisure. Come fanno altre realtà aeroportuali: Bergamo, Pisa, Treviso, solo per fare alcuni esempi. “Quindi, data per consolidata la nostra anima business – afferma il direttore commerciale – ci stiamo concentrando sul versante leisure. L'obiettivo per Fonte: Assaeroporti

40 retail&food - aprile 2009

noi è quello di sviluppare traffico low cost: i prezzi attuali dei biglietti low cost generano una propensione al viaggio davvero forte e ampia”. Un’ operazione che deve necessariamente essere messa in atto con il coinvolgimento del territorio e di tutti gli stakeholders. E infatti Fassone ci conferma che per stimolare questo traffico, Sagat sta mettendo in atto nuovi progetti di comunicazione e visibilità come ad esempio quelli realizzati in partnership con le compagnie aeree. Mentre per quanto riguarda gli enti locali, si lavora alla promozione del territorio o di alcune iniziative culturali o sportivi. “Le Olimpiadi hanno dimostrato, con ottimi risultati, la volontà e la capacità di lavorare in modo stretto e coordinato”.


tab. 2 36,51%

Di fronte alla crisi Prevedibile lo status quo rispetto alla crisi, non a caso Fassone ci conferma che ”già da prima di Natale c'è stata un'accelerazione nella diminuzione dei consumi mentre, per quanto riguarda il traffico, questa diminuzione è cominciata ancor prima, addirittura dalla dalla scorsa estate: prima sulla spinta dei fatti legati ad Alitalia-Cai poi su un fenomeno generale più generale che ha portato ad una diminuzione del volato”. Ma non solo, storicamente per Caselle i mesi invernali fanno segnare una forte presenza di voli charter che trasportano migliaia di turisti diretti verso le Alpi. La maggior parte di questi sono inglesi e costoro, come sappiamo, non vivono solo una crisi peggiore della

nostra ma subiscono anche una svalutazione della sterlina di circa il 25%. Inutile dire che si è riscontra36,81% to un minore flusso di arrivi nell'inverno appena concluso. Quindi si è verificata una straordinaria somma di fattori non positivi, a tal punto che a Torino la minor propensione all'acquisto ha contagiato anche i facoltosi turisti russi. Fassone infatti ci racconta che “analizzando le spese per passeggero, abbiamo visto che anche il passeggero russo spende meno”. Ovviamente questi fenomeni paralleli si fanno sentire molto fortemente non solo sul retail ma anche

Subconcessioni Parcheggi Retail gestione diretta Advertising

17,72% 8,96%

sui parcheggi, sulle attività di autonoleggio e su tutti i servizi. E' lo stesso Fassone a dire che “certo ci si aspettava un fenomeno negativo ma non in maniera così forte, con uno scalino così alto già a partire da gennaio”. Di fatto la sensazione è che la crisi sia rimasta in sospeso per parecchi mesi – anche se gli aeroporti hanno sofferto il lungo parto della crisi Alitalia – per poi colpire con durezza a partire dal-

l'inizio del 2009. A proposito di Alitalia invece, chiuso il passaggio a Cai, a Torino sono giunte buone notizie: Caselle è una delle basi che la best company ha riconfermato, reintroducendo lo schedulato attivo prima di agosto 2008. Un fattore positivo che però ha portato ad una situazione quasi paradossale: un numero di movimenti superiore a prima ma un load factor più basso, più o meno su tutti i voli. In retail&food - aprile 2009

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Dossier aeroporti sintesi un minor numero di passeggeri equivale, banalmente, a meno clienti che spendono nelle attività retail e di ristorazione.

Opportunità per nuovi operatori Evidentemente è impossibile sfornare soluzioni e in materia Fassone è molto chiaro quando afferma che “affrontare la crisi non vuol dire trovare risposte fantasiose o fantastiche. Secondo me le crisi si affrontano con la stessa propensione che si ha durante l'attività della gestione normale ma con maggiore attenzione: occorre essere più incisivi su aspetti ben determinati”. E prosegue: “In particolare stiamo agendo con tutte le leve di marketing che abbiamo. Tra l'altro da un anno l'organizzazione della direzione commerciale ha integrato il marketing e questo, fortunatamente, ci consente di agire insieme e di essere più flessi-

La direzione commerciale e marketing di Sagat Fulvio Fassone (a destra nella foto), classe 1962, inizia la sua esperienza lavorativa nel Gruppo Standa. Nel 1992 approda nel Gruppo Ligabue di Venezia e comincia ad occuparsi di travel retail. Nel 1995 diviene direttore commerciale di Linea Aeroportuale Sole (controllata di Ligabue) e si occupa di Duty free aeroportuale. Dal 2001 collabora con Airport Elite (Save) e nel 2004 passa a Sagat per ricoprire il ruolo di direttore commerciale. E' inoltre presidente dell’Associazione Italiana Travel Retail (ATRI) dal 2001. bili e rapidi nelle analisi e nelle azioni”. In concreto il team di Fassone è impegnato soprattutto sulla parte comunicazione e informazione, ma anche nella revisione degli approcci commerciali. Ma allo studio c'è anche un'importante novità. Infatti, il direttore 42 retail&food - aprile 2009

commerciale ci racconta che “stiamo valutando le ipotesi di sviluppo delle nuove aree commerciali. Abbiamo deciso in questo momento di cominciare a ragionare sul prossimo aeroporto”. In altre parole è prevista una ridefinizione di spazi e la fase progettuale parte in

questo periodo e dovrebbe essere messa in atto a partire dal prossimo anno. L'obiettivo dichiarato è quello di valorizzare tutte le nuove infrastrutture ampliate per l’evento Olimpico ma ancora poco sfruttate. Allo studio c'è anche un nuovo

indirizzo dei flussi verso le aree commerciali. Come a dire che, oltre al lavoro per una gestione più attenta delle attività, a Torino si ragiona sul dopo crisi. Tornando alla progettazione delle nuove aree, i lavori potrebbero cominciare nel giro di un anno, in funzione della parte finale della crisi e dello sviluppo del traffico: lo scopo è arrivare ad avere un'impostazione nuova nel momento giusto. Anche perché la ristrutturazione sarà abbastanza invasiva – secondo lo stesso Fassone – e quindi ci vorrà diverso tempo. A questo proposito sono in corso incontri con gli attuali sub concessionari perché, soprattutto con quelli che hanno partecipato alla fase delle Olimpiadi, da parte di Sagat c'è una forte volontà di coinvolgimento in questo processo. Fassone ci tiene a sottolineare di credere molto nelle partnership, a maggior ragione nelle realtà di questo livello, con chi opera in aeroporti. Gli operatori, secondo Fassone, non vanno considerati come elementi estranei che pagano il canone, ma piuttosto come un “elemento partecipante”. Di certo c'è che, in qualunque modo verranno modulati gli spazi, ci saranno opportunità per nuovi




Dossier aeroporti operatori: si dovrebbero ottenere 4-500 mq in più di superficie commerciale destinata sia al retail che alla ristorazione.

Scouting e nuovi formati Secondo il direttore commerciale di Sagat, la proposta di ristorazione aeroportuale in Italia è abbastanza standard. Ci sono formule molto consolidate, è più difficile provare strade diverse, soprattutto negli scali regionali. “L'anno scorso, nell'ambito delle nostre idee di sviluppo – rivela Fassone – avevamo una posizione scoperta per quanto riguarda l'area check-in e desideravamo completare l'offerta con un nuovo format f&b: ci siamo chiesti quale format mettere e abbiamo individuato Tramezzino”. Tramezzino è

Torino, ottimo retail shopping time di Renzo Gentile*

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egli ultimi anni, sempre più aeroporti hanno seguito la logica dello sviluppo del comparto retail, in grado di garantire introiti sicuri e più alti rispetto alla controparte dei servizi aviation. Tuttavia la crescita di un aeroporto non deve prescindere dallo sviluppo e dall’ottimizzazione dei servizi aeroportuali nei confronti del passeggero. Il motivo è semplice: il minor tempo di attesa in coda si riflette in migliore predisposizione per gli aspetti retail! Ma quanto tempo effettivo ha a disposizione l’utente di un aeroporto come quello di Torino per fare ‘shopping’? A questo proposito Sagat collabora con BDS per analizzare le performance del servizio ai passeggeri dell’aeroporto piemontese: dall’analisi dei dati, si rileva che in media un utente in partenza trascorre in aerostazione, prima della partenza del volo ed al netto del tempo necessario alle operazioni di accettazione ed imbarco, circa 90 minuti potenzialmente utili ad entrare in contatto con l’offerta retail dell’aeroporto. Considerando inoltre che lo scalo di Caselle è frequentato in prevalenza da utenti business (circa 58%), con una corposa frequentazione a carattere leisure stagionale (i.e. “charter della neve”), l‘offerta aeroportuale si è declinata su un mix di prodotti di qualità (abbigliamento e accessori). In termini approfonditi, tuttavia, i risultati fanno emergere come in molti casi, e non solo presso lo scalo torinese, gli acquisti effettivi siano spesso riferiti a generi di ristorazione, libri e riviste, con livelli di spesa contenuti entro i 7-8 ?/pax e con un tempo di acquisto di pochi minuti. Sembra quindi che il margine per attrarre passeggeri nel loro ‘retail shopping time’ sia potenzialmente altissimo ma che spesso si evidenzi distonia tra domanda e offerta. I margini di sviluppo delle logiche di attrazione dei passeggeri all’acquisto sembrano in sintesi, essere enormi. La futura sfida per l’aeroporto sarà quella di approfondire come coinvolgere maggiormente il passeggero, incrementando la relativa propensione all’acquisto, adottando politiche diverse di marketing mix, definendo approcci più o meno aggressivi (forzando i percorsi pedonali, studiando flussi walkingthrough, distribuendo in maniera oculata le postazioni a sedere) oppure oppure optando per una scelta di qualità elevando l’”esperienza aeroportuale”, ricreando le condizioni ‘abituali’ per favorire la propensione all’acquisto (l’impostazione seguita dai grossi centri commerciali). *Managing director, BDS

un'azienda torinese che si affaccia per la prima volta in aeroporto con un prodotto tradizionale e nello stesso tempo nuovo: il tramezzino realizzato con materie prime selezionate. Il concept è basato su una formula fast-food che offre il vantaggio di essere adatto sia al consumo in loco che al take away. “La proposta ci è sembrata interessante – dice Fassone – e quindi ci fa piacere lavorare in ottica di partnership aiutando l'operatore ad acquisire il know how necessario per lavorare in aeroporto. Più in

generale credo che la sperimentazione in aeroporto sia sempre molto importante”. Per tenere sotto controllo gli orientamenti del mercato, la direzione commerciale del Peritni, svolge ogni anno alcune indagini di mercato, affidando a Coesis il monitoraggio delle attività parte commerciali. E' noto di come che queste indagini rivelino spesso il desiderio della clientela di trovare qualcosa di nuovo in aeroporto, a maggiore in aerostazioni contraddistinte da una notevole presenza di frequent

flyer come Torino. “La fortuna di avere un'integrazione tra attività commerciale e marketing, ci consente di avere a disposizione diverse possibilità per individuare il format necessario. Dopo di che, come prassi, contattiamo sempre più aziende e scegliamo le più interessanti per offerta, layout ecc.” Il tema dell'innovazione deriva molto più dagli aeroporti che non dai brand e secondo Fassone, deve essere proprio l'aeroporto a sollecitare gli operatori ad innovare:

“l'azienda ha una sua necessità a standardizzare ed è comprensibile, ma questo rischia di bloccare lo sviluppo”. Per quel che riguarda il retail non food invece, Fassone suddivide l'attività in tre fasi: la prima corrisponde alla “fase della desertificazione, pre 2003, quando non c'era praticamente nulla”; la seconda invece ha coinciso col rinnovo delle strutture per le Olimpiadi del 2006; mentre adesso siamo alla terza fase, in cui – secondo Fassone occorre razionalizzare le attività esistenti, alcune delle quali possono non essere più adatte al nostro scalo e quindi andranno sostituite. “In particolare per il retail, quindi, vorremmo inserire qualche nuova proposta, se la troviamo... Stiamo anche verificando, sulla base delle analisi fatte, il corretto retail mix”. Per questo l'azione è orientata dal piano di marketing, diviso in avio e non avio. “Abbiamo un team giovane – dice con orgoglio Fassone – forte e motivato: per noi questo è un punto di forza. Ci sono persone con esperienza di gestione diretta del punto vendita, esperti di revenue management o di marketing: funzioni fondamentali per attuare un piano di sviluppo come quello che abbiamo in programma”. Andrea Aiello

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Mia Apprezzamenti e critiche nell'anno della crisi S i è svolta dal 14 al 17 Febbraio alla Fiera di Rimini la 39esima Mostra Internazionale dell’Alimentazione, dedicata agli operatori del settore ristorazione , in concomitanza con Pianeta Birra Beverage &Co (Esposizione internazionale di birre, bevande, snack, e arredamenti per pub e pizzerie), Mse SeaFood Processing (salone internazionale delle tecnologie e dei prodotti per la pesca), OroGiallo (Salone Internazionale dell’olioextravergine d’oliva) e DiVino Lounge, dedicata a vini spumanti e champagne. Nei quattro giorni di manifestazione quasi 1500 aziende dirette e rappresentate hanno occupato i 100.000 metri quadri del quartiere fieristico romagnolo. I visitatori professionali sono stati complessivamente 82.977, 5,8% in meno rispetto al 2008. Tra questi sono stati 2.832 gli operatori stranieri. A fine manifestazione ha così commentato il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni: “Sulle fiere del food&beverage abbiamo concentrato la massima attenzione e i massimi sforzi d'innovazione, affinché questa stagione di generali difficoltà non intaccasse l'autorevolezza di un appuntamento che rimane, nella sua globalità, il più importante d'Europa per l'alimentare extradomestico. La soddisfazione degli operatori a fine salone, che conta un minor afflusso di pubblico in termini assoluti, ma una presenza sempre più qualificata, conferma la bontà delle scelte compiute da Rimini Fiera, impegnata al fianco delle imprese per rilanciare i mercati”. Retail&Food ha visitato per voi la fiera e raccolto le opinioni (contrastanti) di alcuni dei più importanti espositori.

Stefania Liotti, responsabile marketing, Bonduelle Italia Divisione Food Service Al Mia quest’anno noi presentiamo il concetto di risparmio, senza rinunciare alla qualità. In particolare abbiamo fatto il confronto tra la placca di spinaci surgelata e gli spinaci surgelati foglia per foglia, dimostrando che, a prodotto finito, si ha la stessa quantità di o, ma di qualità diversa. Stiamo riscontrando interesse nei ristoratori e siamo soddisfatti di come è andata la fiera, pur notando una diminuzione dell’afflusso di visitatori. Per il 2009 abbiamo ridotto alcuni investimenti: la crisi c’è, noi siamo in una fase di standby e vogliamo vedere come evolve la situazione. Massimo Carollo, amministratore unico, Dolci Carollo Secondo me questa fiera dovrebbe essere biennale, perché ormai sembra proprio tramontata. Mancano tante aziende che, come me noi, hanno deciso di partecipare solo ogni due anni. L’afflusso è stato povero. Bisognava tenere conto di San Valentino: tanti operatori hanno preferito festeggiare piuttosto che venire a fare un giro in fiera. Nel 2009 vogliamo creare un volano di commercializzazione più forte all’estero verso i paesi in cui il nostro prodotto non è ancora diffuso.

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Franco Costa, presidente, Costa Group Per quanto ci riguarda l’attenzione è rivolta al mondo delle stazioni e degli aeroporti, con Autogrill stiamo ultimando un ACafè e un Ciao all’aeroporto di Napoli Capodichino. Sarà un compromesso interessante basato sulla semplicità. Abbiamo vinto anche la gara per la progettazione della food court dell’aeroporto di Barcellona, stiamo lavorando su questo progetto. In aeroporto stiamo facendo un buon lavoro ai voli internazionali a Roma dove stiamo ultimando un nuovo emporio: sarà un concept innovativo, un magazzino, più che in negozio che propone ai viaggiatori nuovi prodotti sfiziosi in chiave giocosa. Per quanto riguarda la fiera, ho visto meno gente al Mia, però noi crediamo fermamente in questo canale e siamo convinti che la fiera oggi sia l’unico modo per dimostrare quello che sai fare. Roberta Franchi, area ricerca sviluppo, Zini Siamo nati come produttori di pasta fresca nel 1956 e siamo passati poi al surgelato. Adesso ci stiamo affacciando alla produzione di sughi e di biologico sia per la pasta all’uovo laminata che per gli gnocchi. Siamo presenti in tutta Europa sia per il canale Ho.re.ca che con le industrie e forniamo i prodotti a grandi catene come l’Ikea. La fiera è abbastanza interessante anche perché abbiamo avuto anche contatti con paesi stranieri.


Giulio Anceschi, direttore vendite Italia, Surgital Noi siamo soddisfatti del lavoro svolto in fiera. Di sicuro i colleghi di altre aziende dicono che hanno notato meno affluenza, dato confermato anche da alcuni clienti. La fiera è l’occasione per presentare nuovi prodotti e qui il cliente coglie lo sviluppo del mercato. Per quanto ci riguarda abbiamo presentato i ravioli alla borraggine e l’accostamento pastafoglie di cacao, decisamente nuovo. Non solo, per la linea Fior di Primi per i bar, i centri commerciali e gli aeroporti, abbiamo presentato sei nuovi gusti. Nel 2008 la nostra crescita si è attestata sul +8% e per il 2009 siamo positivi. L’unica cosa che stiamo notando è che probabilmente ci sarà una dilatazione dei tempi di pagamento dei nostri clienti. Cinzia Vigliotta, direttore generale, Rispo Niente di nuovo per questa fiera, anzi sarà l’ultima volta che partecipiamo, penso sia superata, ha fatto il suo tempo anche se alla nostra azienda ha dato soddisfazione. Ma ora ci serve qualcosa in più. Il problema è che ci sono poche iniziative che permettono al pubblico di trovare interesse in quello che facciamo. Mi spiace non poter incontrare i players esteri, praticamente inesistenti. Oggi in Italia l’estero può essere una probabilità in più, che qui non è presente. Per questo stiamo pensando di partecipare a eventi fuori dall’Italia. Per noi è stato un 2008 positivo, registriamo un trend di crescita del 16% e ci auguriamo per il 2009 di crescere ulteriormente, siamo presenti all’interno dei supermercati in Campania e puntiamo al territorio nazionale. Daniela Serra, ufficio marketing, Coca Cola Hbc Tra le novità, al Mia lanciamo la nuova pet 25 cl per tutti i prodotti della linea Coca Cola, tornando così alle origini, quando la Cola veniva distribuita nelle bottigliette da 25 cl. La seconda novità è l’iniziativa “Prezzo positivo” che ci vedrà impegnati per tutto il 2009 nella riduzione dei prezzi nella grande distribuzione e nel canale Ho.Re.Ca. Quest’anno registriamo un calo di traffico in base al numero delle persone e dei clienti che hanno visitato lo stand. Rispetto agli anni scorsi il Mia è un evento che purtroppo non premia l’industria: siamo rimasti uno dei pochi grandi marchi. Quest’anno si sente la mancanza di big players come Heineken, Birra Peroni, Gruppo Nestlè e Gruppo San Pellegrino.

Giorgio Mazzoli, responsabile marketing food service, Conserve Italia Rispetto agli altri anni sembra che l’affluenza sia più qualificata, sia per quanto riguarda i distributori che gli utilizzatori. Durante il Mia abbiamo lanciato tre nuove linee di prodotto: la linea Valfrutta GranChef e Cirio Gran Cucina per catene e ristoranti privati, per far capire che in un momento di crisi vince chi punta sulla qualità non sulla quantità; la linea nuova di creme e vellutate in brik e il nuovo Rosso Pronto, ovvero la base per sughi già aromatizzata. L’unico timore per il 2009 è legato al fatto che le banche hanno i soldi ma non li prestano a chi ha bisogno di avviare un’attività commerciale. Questo è un grande rischio. Roberto Cappetti, direttore commerciale, Almar Il Mia è una fiera in decadenza, ciò implica minor afflusso di persone. Secondo me nell’arco di pochi anni morirà a meno a che si rivitalizzi, considerando anche i costi imposti. La crisi c’è, anche se si cerca di rimediare, mentre per il 2009 speriamo bene, visto che siamo legati alla stagionalità. Presentiamo per le nostre aziende distributrici la nostra nuova granita al cedro, che sta raccogliendo consensi.

Marco Merloni, direttore vendite canali gelati, Motta - Antica Gelateria del Corso Siamo qui perché il 2008 è stato positivo e vogliamo continuare a presentare i nostri prodotti di altissimo livello rivolti a ristoranti e gelaterie. Produciamo tutto con latte fresco italiano, burro italiano e tutto quello che raccogliamo vicino alla nostra sede di Parma e per le materie prime non badiamo a spese. Il 2008 non è stato un anno bellissimo, nel settore Bar il mercato è sceso all’8.5%. Noi come azienda invece abbiamo guadagnato quote di mercato grazie alle innovazioni di Motta come ad esempio i prodotti per i celiaci. E i consumatori ci hanno premiato. Eugenio Simioli, direttore commerciale, Freesystem La presenza di visitatori al Mia è stato sicuramente inferiore rispetto agli anni precedenti, ma registriamo un target più alto, più interessato e più interessante per il nostro mercato. Abbiamo anche lanciato una nuova gamma di prodotti di croissanteria innovativi per l’utilizzo del burro e del lievito naturale. Per il 2009 abbiamo previsto una crescita del 20%, ma già penso che il 15% sia facilmente raggiungibile. Vogliamo sfruttare al meglio le opportunità che verranno dalle fiere estere cui prenderemo parte. Ci rivolgiamo ai paesi del Mediterraneo che hanno abitudini alimentari simili alle nostre, quindi Francia, Spagna, Grecia e agli Stati Uniti che sono sempre molto attratti dal Made In Italy.

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Mia Franco Paterno, responsabile marketing, Let’s Pizza Presentiamo in anteprima mondiale la vending machine che fa la pizza in automatico grazie a tecnologia e prodotti rigorosamente italiani. L’obiettivo è posizionare le macchine nei luoghi di passaggio e di alta pedonabilità soprattutto all’estero. Abbiamo avuto tantissimi contatti. Ci auguriamo che nel 2009 la nostra proposta abbia grandi sbocchi perché è una novità e poi perché offriamo al cliente un servizio attivo 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. Pietro Sabato, amministratore delegato, VinFood Spa L’affluenza è inferiore rispetto all’anno scorso, anche perché a Pianeta Birra mancano molte aziende leader del settore. Notiamo una partecipazione inferiore anche per quanto riguarda gli espositori. Secondo noi è migliorabile la presenza internazionale: il settore food in Italia è importante, ma dobbiamo agevolare la presenza di operatori esteri. Nel 2008 abbiamo subito una leggera contrazione rispetto all’anno precedente perché i consumi sono stati più controllati. Per il 2009 abbiamo grande fiducia perché questo periodo passerà e ci sarà una crescita, ma nel frattempo siamo comunque prudenti perché non sappiamo quando succederà. Sicuramente la sofferenza ci sarà. Noi siamo ottimisti. Giovanni De Lucia, responsabile vendite Italia, Rummo Abbiamo notato che c’è una conoscenza maggiore del nostro prodotto, della nostra marca e questo non può che farci piacere, quindi il bilancio è assolutamente positivo. Operiamo da tempo food service con due linee di produzione e abbiamo presentato le nostre novità della linea biologica e biologica integrale per la clientela attenta a questa categoria e per chi si occupa di ristorazione collettiva. Nel 2008 abbiamo notato una tensione molto forte a livello finanziario per tutti i nostri clienti. I beni di prima necessità, come la pasta, non soffrono oltremodo perché si ritorna ai consumi ragionati, con consumatori attenti alle spese tradizionali. Le aspettative per il 2009 sono positive.

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Maria Teresa Matteucci, responsabile punti vendita, Rustichelli&Mangione In fiera lanciamo il prodotto di forno, quindi pasticceria secca e fresca, focaccia e pizza abbattuto al 90% e surgelato. E’ sufficiente scaldarlo pochi minuti per servirlo e notare che mantiene il sapore di una volta, poiché fatto esclusivamente con materie di prima scelta. Il nostro è un format che si presta bene anche nei luoghi di viaggio. Infatti abbiamo due pdv all’interno dell’aeroporto di Fiumicino dove fra un paio di mesi ne apriremo altri due. Siamo anche all’aeroporto di Venezia e all’outlet di Noventa di Piave. Ilaria Cappellani, trade marketing manager, GranMilano (Sanson, Mongelo, Tre Marie) In fiera lanciamo diversi prodotti nuovi tra i principali Ice Cofee, una granita al caffè con cuore di panna a stecco, poi Mister Black pensato per i bambini, perché è un ghiacciolo alla cola che colora la lingua di nero, il gelato di betty boop dedicato alle teenager e i nuovi ghiaccioli vintage Dadaumpa che propongono i vecchi gusti come cedrata, chinotto, granatina e anice. Rispetto agli altri anni è sicuramente diminuita la presenza di visitatori, basta vedere tutti i padiglioni che sono rimasti vuoti. Alessandro Gollinucci, ufficio marketing, Orogel Per quanto ci riguarda, il bilancio per questa fiera è positivo anche se si aspettava affluenza maggiore, sinonimo evidente della crisi. Per contrastarla noi abbiamo delle basi solide e un atteggiamento di crescita, sappiamo che comunque ci muoviamo in un mercato difficile ma speriamo che si risolva. Approfittiamo del Mia per presentare le nostre novità, tra le quali le “Gocce di Frutta”, cioè gocce di purea di frutta, congelate singolarmente, ottime per i bar e anche per le pasticcerie C. F. o per i privati.


FIERE

Interessanti novità per l'edizione 2009

e il : una grande opportunità per gli operatori

I NUMERI DI EIRE 2008 Espositori 395 Paesi presenti 51 Superficie espositiva (mq) 36000 Visitatori 19000 Giornalisti 400

estate italiano e dell'area Mediterranea, coinvolgendo tutta la filiera e tutti i soggetti, con particolare attenzione ai retailers. Milano, piazza della moda e del made in Italy, è una città particolarmente attraente per questo progetto, che intende mettere in forte relazione i principali brand internazionali con gli operatori in ambito commerciale, favorendo nel contesto

L'evento milanese del real estate internazionale apre al retail e alle novità del settore

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i svolgerà dal 9 al 12 giugno nel nuovo polo di FieraMilano (Rho-Pero) la quinta edizione di EIRE - Expo Italia Real Estate. Organizzata come sempre da Ge.Fi. - Gestione Fiere, EIRE si presenta come una fiera moderna che a partire dalla forte identità dei suoi protagonisti ha lo scopo di rafforzare e dilatare il mercato del real estate italiano e dell'area mediterranea. EIRE si è affermata in tempi rapidi come l'evento italiano del settore tra i più importanti a livello internazionale. Un contesto in cui è possibile mettere a disposizione il proprio know-how su aree e città in forte sviluppo in Italia ma anche Europa orientale, Medio ed Estremo Oriente, Africa e America Latina. EIRE è anche il luogo ideale per le società, gli enti pubblici, gli operatori e le associazioni di categoria che intendono promuoversi, presentarsi e collocarsi nell'ambito del mercato immobiliare internazionale. Alla scorsa edizione hanno partecipato 395 espositori (per una crescita pari al 19% rispetto all'edizione precedente) per un totale di 51 Paesi presenti, occupando una superficie espositiva di circa 36.000 mq, mentre hanno visitato l'expo oltre 19.000 operatori qualificati (+17% dall'edizione precedente) e circa 400 giornalisti italiani ed esteri. L'attività convegnistica della nuova edizione sarà come sempre

di alto profilo: i convegni istituzionali, in particolare, tratterranno il ruolo della finanza nel real estate, lo sviluppo delle città, il retail, l'eco-sostenibilità, EXPO 2015 e il social housing. In netta crescita le presenze estere con il coinvolgimento dei maggiori paesi in via di sviluppo come Turchia, India e Brasile e dell'Europa centro-orientale come Russia, Albania, Grecia e Montenegro. Confermata anche un'importante presenza di operatori dell'area medio-orientale. L'evento tratterà come in ogni edizione i temi di maggiore attualità del real estate. In particolar modo quest'anno protagonista assoluto sarà il settore del retail e degli operatori commerciali. EIRE infatti si propone come un'occasione per i marchi commerciali alla ricerca di nuove opportunità di espansione locale e internazionale. Un luogo dove i retailers potranno instaurare nuovi rapporti di partnership, individuare nuove aree di espansione per i propri punti vendita e presentare nuovi progetti al real estate italiano e dell'area Mediterranea. L'importante presenza del retail real estate in EIRE rappresenta un'opportunità anche per la Pubblica Amministrazione per pianificare la riqualificazione del proprio territorio, per impostare efficaci azioni di marketing territoriale e per rafforzare la visibilità internazionale come area d'investimen-

to per gli operatori. EIRE cercherà di facilitare queste iniziative promuovendo un'area espositiva dedicata alle Pubbliche Amministrazioni: Matchpoint City. Uno spazio per presentare opportunità di investimento ancora in fase progettuale, incontrare operatori del settore immobiliare e investitori e per conoscere nuove realtà imprenditoriali o istituzionali che possono diventare partner del progetto. EIRE vuol quindi affermarsi come punto di riferimento per tutto il comparto del retail real

della fiera incontri operativi oneto-one e organizzando un convegno internazionale, previsto per l'11 giugno, in collaborazione con il CNCC. Un momento di incontro tra gli operatori per confrontarsi sulla situazione generale del settore, condividere le esperienze e i rischi e lavorare sulle migliori strategie future. Un evento che contribuisce a tenere uno sguardo attento sul mercato, pronto a coglierne le opportunità reali e i protagonisti più capaci.

retail&food sar presente a EIRE con un proprio stand e per l’occasione verr realizzato uno speciale (numero di giugno) che offrir una panoramica sui progetti pi interessanti del retail real estate. Il numero con lo speciale verr distribuito in- fiera pre so i punti di maggior afflusso, in sala stampa e alla reception.

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r&f INTERNAZIONALE

Mobile on board, è boom! G

rande successo per Emirates: il servizio di telefonia mobile a bordo degli aerei della compagnia asiatica ha raggiunto circa 100.000 utenti, confermando così l’incremento delle telefonate effettuate on board durante gli ultimi mesi. In particolare, nei primi 9 mesi di lancio del nuovo sistema, ad utilizzare questo servizio sono stati 50.000 passeggeri, mentre i restanti 50.000 si sono registrati solo negli ultimi due mesi. Sono 31 complessivamente gli aerei della flotta Emirates equipaggiati con il sistema Aeromobile. Alla fine del 2009 sugli aerei sarà installato anche un sistema Gprs, così che i passeggeri potranno inviare e ricevere e-mail anche tramite smartphone. Nel frattempo la low cost irlandese Ryanair ha annunciato che, a bordo degli aerei della sua flotta, i passeggeri potranno utilizzare i cellulari per telefonare durante il volo. Inizialmente il servizio riguarderà 20 aeromobili che opereranno principalmente al di fuori della base di Dublino, poi sarà esteso al resto della flotta nei prossimi 18 mesi. La tecnologia sarà assicurata dalla società OnAir, azienda creata da Airbus e da un consorzio di compagnie aeree. Le tariffe saranno variabili: 0,50 euro per un sms, tra i 2 e i 3 euro al minuto per chiamata e circa 1,50 euro per consultare le email.

Easyjet diventa partner commerciale di Gate Total Solutions L

a Easyjet, la più grande compagnia aerea inglese per numero di passeggeri, ha ottimizzato le sue operazioni commerciali all’aeroporto di Luton a Londra, attraverso la partnership con Gate Total Solutions (GTS), che fa parte del gruppo Gatr Gourmet, per la fornitura di prodotti per il catering on board. Rob Pickering, direttore inflight catering ha spiegato così l’operazione: “Adesso dobbiamo sviluppare una maggiore interazione con i nostri fornitori per assicurare la disponibilità per tutte le basi europee di Easyjet. I fornitori, grazie a questa operazione, saranno in grado di interagire sia con Easyjet che con GTS attraverso campagne di vendita realmente integrate, che vanno dalle conferme di lettura delle email, alle pubblicità sul web, alle promozioni, agli omaggi e agli incentivi per lo staff”. Easyjet ha trasportato 44, 7 milioni di passeggeri da gennaio ad oggi e nell’ultimo quadrimestre 2008 i passeggeri sono aumentati del 10% con rendite incrementate del 31,5%, per un totale di 550 milioni di sterline (798 milioni di dollari).

Starbucks all’attacco della crisi

Gennaio in crescita per Abu Dhabi

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tarbucks si difende contro la crisi: la famosa catena statunitense ha

infatti deciso di tagliare i prezzi dei prodotti, primo step di una campagna che mira a mettere in evidenza come caffè, cappuccino e brioche negli states siano, contrariamente a ciò che si pensa, a buon mercato. Così come i suoi competitors anche Starbucks si trova a dover fare i conti con la crisi che sta riducendo le disponibilità economiche degli americani e per questo motivo a fissato a 3.95 dollari il prezzo netto della colazione (caffè e cornetto). L’azienda ha chiuso l’ultimo trimestre con vendite in calo del 6% e utili dimezzati (64,3 milioni di dollari contro i 200 dello stesso periodo dello scorso anno). Per far fronte alla crisi, Starbucks ha inoltre annunciato che chiudera 300 pdv, oltre ai 700 già annunciati di recente. 50 retail&food - aprile 2009

’aeroporto Internazionale di Abu Dhabi ha mantenuto, a gennaio, crescita a doppia cifra nonostante la crisi globale, aumentando del 10% il traffico dei passeggeri, rispetto allo stesso periodo del 2008. “Siamo contenti di questo risultato – ha dichiarato il presidente dell’aeroporto Khalifa Al Mazrouei – soprattutto perché continuiamo a crescere nonostante il rallentamento globale e la crisi e perché restiamo un aeroporto di prima scelta nel panorama mondiale”. Nel mese di gennaio, sono passati dallo scalo arabo circa 9 milioni di pax (nel 2008 erano stati 7 milioni circa).


OpenSkies rimpiazza l’Avion

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arà una primavera di grandi novità per Avion e OpenSkies. Le due compagnie all business hanno infatti deciso che a fine aprile definiranno le loro sinergie: sui velivoli apparirà solo il logo di Openskies. L’offerta sarà di tre voli giornalieri su New York da Orly e uno da Amsterdam.

KFC assume 9000 persone

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a catena di fast food Kentucky Fried Chicken ha in programma di aprire tra i 200 e i 300 ristoranti nuovi ristoranti, che creeranno 9.000 posti di lavoro nel Regno Unito e in Irlanda nei prossimi 5 anni. Secondo quanto riferito da fonti interne all’azienda, in ogni ristorante lavoreranno circa 40 persone e le aperture saranno concentrate nel Galles e nell’Inghilterra del nord. Per i ristoranti già esistenti inoltre, si prevede invece un restyling che costerà complessivamente tra i 100 e i 150 milioni di sterline. Dei nuovi ristoranti il 38% sarà di proprietà dell’azienda, mentre il restante 62% sarà in franchising.

Calano i profitti per il Retail Usa

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egli Stati Uniti i colpi della crisi si fanno sentire anche nella grande distribuzione. Home Depot ha chiuso il quarto trimestre con perdite per 54 milioni di dollari (pari a 3 centesimi per azione) rispetto agli utili di un anno prima che ammontavano a 671 milioni (40 centesimi per azione). In netto ribasso anche Target, che ha annunciato un calo di profitti del 41% a 609 milioni di dollari, pari a 81 centesimi per azione, rispetto agli 1,03 miliardi di un anno prima. Forte recessione anche per Macy’s passata da 750 a 310 milioni di dollari.

China Duty Free aumenta i ricavi e apre 15 nuovi pdv

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hina Duty Free, società di proprietà dello Stato cinese, ha registrato nel 2008 un incremento dei ricavi del 20% circa, pari a 877,5 milioni di dollari. Un ottimo risultato per il gruppo, nonostante il numero dei turisti in arrivo in Cina sia diminuito dell’1,4% a causa della crisi mondiale, del terremoto nello Wenchuan e della recessione dello Yuan. Li Gang, general manager di China Duty Free ha annunciato l’apertura di 15 nuovi duty free negli aeroporti del paese. Complessivamente nel 2008 sono stati 150 milioni i visitatori dei Duty Free nei principali aeroporti in Cina, a Hong Kong e a Taiwan. retail&food - aprile 2009

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Migliorare le performance

La sfida della In tempi difficili la possibilità di raggiungere gli obiettivi aziendali passa attraverso la capacità dell’impresa di conseguire raggiungere il massimo livello di efficienza e in particolare di conquistare la chimera chiamata costumer satisfaction.

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a conquista del consumatore avviene sul difficile terreno del libero mercato, un contesto in cui si parla spesso di “vantaggi competitivi”, “politiche di prezzi”, “riconoscibilità del brand” e in ultima analisi di soddisfazione del cliente. Quello che raramente si dice è che in estrema sintesi la costumer satisfaction non è altro che il sintomo evidente

della qualità prodotta da un’azienda. Si parli di servizi o prodotti il rapporto tra questi due dati è indissolubile al punto che due delle definizioni di qualità più diffuse nelle business school di mezzo mondo sono: “La soddisfazione delle esigenze dei Clienti” e “ Il grado in cui un prodotto specifico soddisfa i bisogni di uno specifico consumatore”.

In Italia il concetto di qualità è passato attraverso un momento di fulgore a metà degli anni Novanta, quando migliaia di aziende nostrane si sono certificate secondo lo standard ISO 9001 che definisce i requisiti del cosiddetto “Sistema di Qualità”. Dire che fu vera gloria appare molto azzardato poiché la causa scatenante di tanto entusiasmo non fu l’improvvisa scoperta della potenza dello strumento, ma la molto più prosaica necessità di avere “un pezzo di carta” che consentisse di partecipare alle gare d’appalto indetto dagli enti pubblici italiani che, proprio in quel periodo, resero la certificazione un requisito obbligatorio per partecipare alle gare d’appalto. Eppure la necessità di conquistare il proprio spazio su mercati nei quali i livelli di competizione sono ormai altissimi dovrebbe oggi spingere le imprese a guardare con un occhio diverso tutti quegli strumenti che permettono di migliorarsi. 52 retail&food - aprile 2009

Strumenti vecchi e nuovi Kaizen, 8D Problem Solving, Value Engineering, Hoshin Kanri Policy Deployment, TQM, Six Sigma sono tutte teorie di gestione della qualità totale più o meno sconosciute, ma che possono fornire reali e concreti vantaggi alle aziende. Tra queste quella che anche in Italia sta lentamente facendo il maggior numero di proseliti è Six Sigma (una caso famoso di applicazione è la Ferrari Auto). Ideata a metà degli anni Ottanta nella Motorola guidata da Bob Galvin, Six Sigma è una metodologia concepita per migliorare i processi industriali attraverso l’eliminazione dei difetti, ma in seguito il suo campo di applicazione è stato esteso a tutti i processi di business. In particolare secondo Six Sigma un difetto è qualsiasi cosa possa determinare l’insoddisfazione del cliente. Tuttavia il successo e la fama internazionale di questa metodologia


città ed ha un tempo di percorrenza medio di 20 minuti, il secondo passa per la periferia e richiede mediamente 28 minuti. Domanda: Quale strada conviene fare all’impiegato? Apparentemente la risposta più logica sarebbe quella che prevede il transito dal centro cittadino, ma in una realtà Six Sigma dovremmo dire che i dati così espressi non ci forniscono indicazioni sufficienti per rispondere. In effetti il problema del nostro impiegato è arrivare in ufficio puntuale, non dopo l’orario di entrata perché ne avrebbe degli svantaggi, ma neppure prima perché non ricaverebbe alcun utile. Per altro il valore medio non è attendibile in quanto se la media di venti minuti della prima opzione fosse il risultato di una sequenza con grossi scostamenti (per esempio, lunedì: 35 minuti, martedì: 25 minuti, mercoledì: 5 minuti, giovedì: 25 minuti, venerdì 10) non riuscirebbe mai ad essere puntuale. La questione, quindi, riguarda essenzialmente la distribuzione dei dati. Se trasferissimo questo esempio in un contesto di punto vendita potremmo domandarci cosa accadrebbe a una grande catena di fast food se

deriva dalla sua applicazione in General Electric ad opera del suo leggendario CEO Jack Welch, che

nella sua autobiografia attribuisce proprio all’applicazione di Six Sigma alcuni dei sui più grandi successi. In particolare a due anni dall’applicazione della metodologia, General Electric aveva conseguito una riduzione dei costi pari a 320 milioni di dollari che diventarono 750 l’anno successivo per raggiungere il miliardo il terzo anno. Il fatto che l’applicazione di questo framework abbia portato a dei risparmi considerevoli, incrementando la soddisfazione dei clienti potrebbe indurre in sospetto, nella realtà l’eliminazione dei difetti porta con se un inevitabile incremento dell’efficienza dell’organizzazione perché i due fattori sono indissolubilmente legati e appartengono alla definizione stessa di qualità: in definitiva la soddisfazione del cliente da un lato implica la capacità dell’organizzazione di

“fare le cose giuste” quindi senza sprechi, dall’altro la possibilità di poggiare su un mercato fidelizzato che le garantisce la realizzazione di programmi a lungo termine.

La media bugiarda Per comprendere la logica di base di Six Sigma esiste un esempio “classico”. Un impiegato può scegliere tra due differenti percorsi per recarsi da casa in ufficio: il primo attraversa il centro della

basasse l’approvvigionamento dei suoi locali sul venduto medio. Le prime e più banali conseguenze potrebbero essere una grande quantità di prodotti freschi sprecati (il ristorante li elimina all’arrivo delle nuove derrate) o una bassa soddisfazione dei clienti che, con una certa frequenza potrebbero lamentarsi della freschezza dei prodotti (il ristorante sospende l’approvvigionamento per utilizzare i prodotti avanzati). Six Sigma pone

una grande enfasi sugli aspetti di misurazione e analisi della propria attività di business alla ricerca delle aree di miglioramento. Non caso il nome della metodologia deriva dall’unità di misura della deviazione standard o varianza il cui simbolo è la lettera greca “sigma”. In particolare il valore “sei” è rappresentativo di una produzione praticamente priva di difetti o per essere precisi, riprendendo l’esempio della catena di fast food, con 3,4 difetti ogni milione di pasti serviti. L’importanza della misurazione di valori diversi dalla media è un primo elemento sostanziale per due ragioni. In primo luogo l’assenza di metriche che valutino le performance significa essere nell’impossibilità di capire l’andamento della propria organizzazione e quindi di averne un effettivo controllo a lungo termine. In seconda battuta è bene tenere presente che il percepito del cliente non è mai il valore medio bensì proprio la varianza. Se dovessimo rimodulare il nostro primo esempio sulla realtà di un punto vendita nell’ambito dei tempi di attesa a cui deve sottostare un cliente prima di essere servito risulta facile capire perché poco conta la media. Prendiamo in considerazione lo scenario di una pausa pranzo in cui il tempo a disposizione del cliente per consumare il suo pasto è di 40 minuti (al netto del percorso da e per l’ufficio e di quelle che possono essere altre piccole esigenze). Ipotizziamo ora che il tempo medio di attesa sia di 15 minuti, dato però dalle seguenti performance su base quotidiana: lunedì 30 minuti, martedì: 25 minuti, mercoledì: 5 minuti, giovedì: 10 minuti, venerdì 5). In buona sostanza i primi due giorni della settimana i clienti hanno passato la propria pausa pranzo in attesa e molto probabilmente i successivi tre giorni il miglioramento è dovuto alla riduzione dei clienti stessi, insoddisfatti del servizio. Ovviamente Six Sigma va ben oltre i suoi aspetti statistici e metrici, offrendo un approccio complessivo alla gestione d’azienda, tuttavia è proprio in questi aspetti che risiede la sua più importante peculiarità. Alessandro Curioni

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STAZIONARIO STAZIONARIO

Parma ha una nuova stazione ferroviaria

Sostituirà quella chiusa per ristrutturazione fino al 2012

E

’ stata inaugurata lo scorso 26 febbraio la

Temporary Station di Parma, la nuova stazione

temporanea che sarà attiva e funzionale fino alla primavera del 2012, quando sarà pronta la nuova riqualificata stazione a nord della città. L’iniziativa è stata realizzata da Area Stazione Società di Trasformazione Urbana Spa, sostenuta dal Comune di Parma, dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con Ferrovie dello Stato e Centostazioni. L’obiettivo è quello di creare un polo moderno per il trasporto urbano ed extraurbano ma non solo: “La Temporary Station – si legge nel comunicato diffuso da Area Stazione – costituirà un centro di incontro per l’interazione sociale dei cittadini, sfruttando la contaminazione positiva dei luoghi in modo da evitare i gravi problemi dell’isolamento e dell’emarginazione, che spesso rendono la stazione ferroviaria uno scenario di dinamiche sociali degradate”. All’interno della stazione quindi, oltre alla sala d’attesa e alla biglietteria, sono in funzione un bar, una tabaccheria, una piadineria, una libreria, un edicola e una parafarmacia. Tutti i pdv sono gestiti da privati. Secondo quanto confermato anche da Centostazioni, all’interno della nuova rinnovata stazione di Parma, dal 2012 saranno presenti diversi operatori per il food&beverage e per il retail, ma è ancora decisamente

In stazione due nuovi locali

McDonald’s e Chef Express: il food cresce tra i binari

troppo presto per sapere quali. La Temporary Station, il cui progetto è stato elaborato dagli spagnoli dello studio MBM Arquitectes è una grande piazza, che unisce visivamente due parti di città prima separate e che agevola l’accesso alla stazione dei treni e della metropolitana, fornendo anche strutture abitative, commerciali, direzionali e culturali. •

Trenitalia si fa in due?

L

’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha annunciato che entro il 2009 la società verrà

riorganizzata e verranno create due nuove compagnie: una per il mercato dell’alta velocità e aperta a partner esterni, un’altra per il servizio universale (con le tratte a lunga percorrenza attualmente in perita) che lo Stato dovrà decidere se sup-

C

entostazioni, la società costituita da Ferrovie dello Stato e dalla cordata privata Archimede 1 di cui fa parte anche Save, prosegue

senza sosta la sua attività di ristrutturazione e riqualificazione delle 103 stazioni del network. Ultima in ordine di tempo, la stazione di Modena, rinnovata da un punto di vista architettonico e funzionale. Lo scorso marzo è stato inaugurato il nuovo bar caffetteria di Chef Express (brand di proprietà del gruppo Cremonini). Disposto su due piani, su una superficie complessiva di 360 mq il nuovo locale offrirà ai viaggiatori l'abituale gamma di prodotti (pizza, insalatone, panini, caffetteria) da gustare nell’area sedute interna da 130 posti, o nel dehor sul lato binari. Alla caffetteria si affiancherà un ristorante McDonald’s, che consentirà di ampliare l’offerta contribuendo a rendere la stazione un punto di aggregazione per la città e non solo per i viaggiatori. I nuovi spazi sono stati completamente ristrutturati con un investimento di circa un milione di euro da parte del gruppo Cremonini e vedranno l’impiego di circa 40 dipendenti. Il fatturato previsto è di circa 2,5 milioni di euro, mentre sono attesi oltre 500.000 clienti l’anno. “Come anche nelle altre stazioni del circuito che sono già state riqulaificate, l’obiettivo – si legge in una nota diffusa da Centostazioni – è quello di migliorare sensibilmente l’offerta dei servizi utili per gli utenti e di contribuire anche alla più ampia riqualificazione della zona Tempio-stazione”. • 54 retail&food - aprile 2009

portare o meno. “Per rendere questa azienda una vera impresa – ha spiegato Moretti – bisogna distinguere il mercato dal servizio universale, con bilanci separati. Perciò avremo una riorganizzazione di Trenitalia entro la fine del 2009 con due business unit. Da un lato la divisione cui fa capo l’attività a condizioni di mercato dei treni passeggeri, che potrà diventare in futuro una società con partner esterni: abbiamo contatti con alcuni possibili soci italiani e stranieri. Fs manterrebbe comunque la maggioranza. Dall’altro lato, il servizio universale, cioè quei treni che non compensano i costi con i ricavi. Moretti è inoltre tornato sul tema dell’alta velocità dichiarando che i treni AV/AC hanno sottratto, nella tratta Milano-Roma, più del 40% di traffico ad Alitalia.



AI FERRY PORTI Catering e retail on board

Tra

e

procede tutto… a gonfie vele!

E

’ passato un anno da quando Grandi Navi Veloci dava il benvenuto, su alcune delle navi della sua flotta, ad Autogrill e dopo un primo periodo di “ambientamento”, l’estate e l’attività nei mesi successivi, le due società si preparano alla prossima stagione proseguendo la loro partnership. “Siamo soddisfatti del lavoro svolto finora – fanno sapere da Grandi Navi Veloci – perché tutto prosegue bene e le aspettative per la prossima estate sono decisamente positive”. La partnership con Autogrill, i cui pdv sono presenti a bordo delle motonavi La Suprema, La Superba, Excellent, Excelsior e Fantastic continuerà per altri 4 anni e riguarda non solo la gestione dello snack bar ma anche dei negozi on board, dove si vendono giornali e riviste, libri, snack, accessori vari, articoli di abbigliamento e prodotti da toeletta per l’igiene personale. Per la prossima estate le due aziende stanno studiando nuovi servizi ad hoc studiati apposta per i bambini e per le famiglie, a partire dai Menu Bambino (che si chiameranno”Pomodoro” e “Cotoletta”) che saranno in vendita negli snack bar e nel self service. Proprio ai passeggeri più piccoli sarà destinato un’area gioco

apposita sulle navi, dove i bambini potranno divertirsi e seguire programmi di edutainment accompagnati da istruttrici qualificate. Tra le ultime novità sui servizi di ristorazione a bordo, anche la decisione di Gnv di lasciare aperto il ristorante à la carte solo durante i periodi di alta stagione, per far fronte alla crisi dei consumi. L’attenzione di Grandi Navi Veloci è rivolta tutta alle famiglie: la compagnia di navigazione ha infatti lanciato il nuovo servizio “Pets, welcome on board” che offre la possibilità di viaggiare in compagnia dei propri animali in alcune cabine riallestite appositamente. Sulle navi inoltre sarà presente anche un “Fido Park”, uno spazio attrezzato con panchine, percorsi e fontanelle per tutti gli ospiti a quattro zampe. Il servizio sarà attivo sulle linee Genova - Palermo, Genova - Porto Torres, Genova – Olbia e Civitavecchia – Palermo. •

Napoli, Dassatti presidente dell’Authority

Corsica Sardinia Ferries in crescita

I

E

l ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli ha nominato Luciano Dassatti presidente dell’Autorità Portuale di Napoli e Castellammare di Stabia. Dassatti, ammiraglio in pensione nato a Riva del Garda, era già Commissario Straordinario dallo scorso dicembre ed è stato nominato su indicazione unanime del Comune di Napoli, della Provincia e della Regione Campania. Il 2008 è stato un anno decisamente positivo per il porto campano. Complessivamente il settore passeggeri, che comprende i passeggeri per le isole maggiori e per il Golfo, ha avuto nel 2008 un incremento del 2,11% rispetto all’anno precedente. Nel 2008 i passeggeri sono stati infatti 8.169.208, contro gli 8.000.633 del 2007.

’ un momento positivo per Corsica Sardinia Ferries che nel 2008 ha visto aumentare il traffico passeggeri sulle sue navi in direzione di Sardegna e Corsica. Per l’isola francese, la compagnia di navigazione ha registrato una quota di mercato sui collegamenti del 62%: in particolare a bordo dei traghetti sono saliti 2.482.271 passeggeri (con un incremento del 5,66% rispetto all’anno precedenti. Per quanto riguarda la Sardegna invece, la compagnia ha aumentato il numero dei passeggeri del 3,9% rispetto al 2007, raggiungendo quota 844.917. In totale, nel 2008 Corsica Sardinia Ferries ha trasportato oltre 3.327.000 passeggeri e realizzato un fatturato di 200 milioni di euro contro i 186 milioni dell’anno precedente.

Grimaldi inaugura una nuova autostrada del mare

G

Moby potenzia i collegamenti

rimaldi Lines, del gruppo napoletano Grimaldi, ha annunciato l’apertura della prima

autostrada del mare tra Alto Tirreno, Sicilia e Grecia, che si aggiungerà agli altri nove collegamenti passeggeri-merci già annunciati di recente dalla compagnia. Il nuovo servizio, che è partito lo scorso febbraio, collega i porti di Genova e Catania a quelli di Patrasso e Igoumenitsa: “Si tratta di un collegamento altamente innovativo – ha spiegato il co amministratore del gruppo Emanuele Grimaldi – che agevolerà lo sviluppo dei flussi commerciali tra Italia, Grecia, Turchia 56 retail&food - aprile 2009

e l’intera area dei balcani con evidenti vantaggi sia economici che ambientali”. Il servizio è aperto anche ai passeggeri che, specialmente durante la stagione estiva, avranno a disposizione una valida alternativa alle autostrade di terra... •

Moby pensa alla prossima estate e potenzia i collegamenti sulla tratta Livorno-Bastia-Livorno. Una scelta, quella della compagnia, conseguente “agli ottimi risultati raggiunti nel 2008, con circa 600.000 passeggeri trasportati, 40.000 in più rispetto al 2007 e un incremento percentuale del 7,3% e dettata dalla crescente domanda di collegamenti verso la Corsica” ha dichiarato Eliana Marino, direttore commerciale Moby, L’obiettivo della società è quello di diventare un punto di riferimento per l’isola francese.



AUTOSTRADE

Storie di Stretto

(e il ponte) delle promesse Tra la Calabria e la Sicilia si erano ormai perse le speranza di vedere completate le due opere infrastrutturali del Sud Italia. Ora dal dicasteropresieduto da Matteoli si snocciolano costi e tempistiche di realizzazione. Che sia la volta buona?

S

i stenta a crederlo ma a quanto riferiscono dal Governo, la A3 Salerno-Reggio Calabria sembra essere ad un punto di svolta. Il termine dei lavori di ammodernamento, che fino a qualche tempo fa era un miraggio irraggiungibile, ha ora una data da rispettare: il 2013, anno in cui verranno ultimati gli ultimi 70 chilometri del tracciato. L’intesa fra Cipe e Anas è arrivata lo scorso febbraio e definisce i 2,5 miliardi di euro di finanziamento per ultimare i 70, lunghissimi, chilometri finali. Dopo quasi 12 anni di cantieri (i primi lavori cominciarono nel 1997) si avvia dunque alla fase conclusiva una delle opere più travagliate degli ultimi decenni anche se molto è ancora da fare, soprattutto nella definizione di quelle che saranno le opere accessorie. E in questo discorso si introduce la secon-

Pedemontana avanza, Benetton meno

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rocede a rilento il progetto della Pedemontana, ma procede. La futura autostrada che collegherà Bergamo a Malpensa, e che sposterà parte del flusso di auto che transitano quotidianamente sull’A4, si avvia verso la stesura del progetto definitivo (in arrivo per l’estate) e si ridefiniscono anche i giochi di potere sulla società Pedemontana Lombarda. Se da una parte Intesa San Paolo, forte della propria quota del 26%, è tra i più convinti promotori dell’iniziativa, dall’altra c’è il Gruppo Benetton (tramite Autostrade per l’Italia) che rinuncia ad esercitare il diritto di opzione su una quota del 32%, confermando così la scarsa volontà del gruppo trevigiano di contribuire ad un opera cruciale per il sistema infrastrutturale lombardo. Una ritirata che arriva in un momento quanto mai cruciale, visto anche l’opportunità Expo 2015 che, forse, fornirebbe le risorse sufficienti per completare un’opera di cui si parla molto e di cui si costruisce (ancora) poco. • 58 retail&food - aprile 2009

da conferma che riguarderà la tanto agognata A3, ovvero lo stanziamento del pedaggio. Già, perché se autostrada dev’essere, la Salerno-Reggio Calabria necessita, alla pari del sistema autostradale italiano, un costo di attraversamento che comporterà l’aggiunta di una serie di servizi di livello che fino ad ora sono mancati alla più lunga arteria viaria del sud Italia. Ma i fondi decretati nei mesi scorsi non si fermano a Reggio Calabria, ma proseguono fino in Sicilia. Dal Ministero delle Infrastrutture fanno sapere, infatti, che il ponte sullo stretto rimane una priorità del Governo Berlusconi e che, nonostante la crisi economica, si farà, eccome. Dopo tre anni di stop il progetto si rimette in marcia e nell’autunno del prossimo anno vedranno finalmente la luce i cantieri grazie ai finanziamenti della legge obiettivo: 1,3 miliardi di euro istituiti dal Cipe per ultimare il progetto definitivo e dare inizio ai lavori. Poi serviranno altri 5 miliardi e circa sette anni di lavori per poter finalmente attraversare lo stretto. Chi vivrà vedrà. •

Le autostrade mettono i soldi sulla bilancia

S

arebbero disposte a far partire con un anno d’anticipo i cantieri in programma, purché ne valga la pena. Le concessionarie autostradali, secondo quanto affermato dal presidente di Aiscat, Fabrizio Palenzona, sono pronte a dare un forte sostegno al Governo in tempo di crisi investendo nuove risorse per ammodernare il paese. Nel frattempo, nonostante una smentita dello stesso Palenzona, sembra che le società siano propense a chiedere al Governo di mettere sull’altro piatto della bilancia un adeguamento delle tariffe dal 5 al 6%. Soluzione che molto probabilmente andrà in porto ma che, a conti fatti, non appare certo equa.

È tempo di virate per la Serenissima

C

ambio al vertice per una delle società controllate da

Autostrada Brescia-Padova, il gestore della Serenissima. La Infracom ha sostituito Rino Gambari con il nuovo ad Valerio Reboni. La causa delle dimissioni sarebbe la richiesta da parte dei maggiori azionisti della società (Intesa SanPaolo e Monte dei Paschi) di una brusca frenata agli sprechi, visto i conti non proprio

in ordine registrati durante la gestione Gambari.


Via libera al Bonsignore delle autostrade

S

ono in dirittura d’arrivo i finanziamenti pubblici destinati alla costruzione delle superstrade a pedaggio Ragusa-Catania e TermoliSan Vincenzo. L’opera siciliana (400 milioni) e quella molisana (675 milioni) non avrebbero nulla in comune se non il fatto che a vincere le gare di appalto è stata la Silec, una delle tante società facenti capo alla holding della famiglia Bonsignore, Vito Bonsignore la Management Engineering Consulting. Voci di corridoio holding familiare) e l’imprenditore danno per certo l’ingresso nel proFrancesco Gaetano Caltagirone: getto, una volta messo a cantiere, già tre anni fa i due erano intendel Gruppo Caltagirone. Di veczionati a erigere la faraonica autochia data è infatti l’amicizia che strada Orte-Venezia. Progetto che, intercorre tra l’eurodeputato Vito a differenza dei primi due, è da Bonsignore (capo cordata della tempo fermo ai box. •

Autostrade Service: nata con la camicia

N

ata da qualche mese come società di gestione e manutenzione stradale, Autostrade Service ha già raccolto accordi per quasi 70 milioni di euro. Creata dal Gruppo Atlantia per gestire pavimentazione, segnaletica, pubblicità della propria rete non autostradale, la giovane società guidata dall’ad Agostino Chisari ha acquisito in dote due sontuosi contratti dalla provincia di Firenze: nel primo accordo, da 46 milioni di euro in 9 anni, si tratta di amministrare 100 km della superstrada tra Livorno e il Capoluogo, mentre il secondo ammonta a 21,6 milioni per gestire un totale di 330 km di strade provinciali. Tra i piani della società c’è anche quello di aggiudicarsi altri contratti di viabilità in provincia di Napoli.

pubb sds retail&food - aprile 2009

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AEROPORTI

Invariate (e sorprendenti) le previsioni sul traffico aereo mondiale

l'altra metà del cielo Aeroporti saturi, cieli inquinati, costi in aumento: il mercato del trasporto aereo è destinato a crescere notevolmente ma occorre guidare lo sviluppo con soluzioni aumentino la redditività, diminuendo i costi (anche ambientali). All'orizzonte la necessità di nuove infrastrutture e di un incremento delle attività non avio.

N

ei prossimi 20 anni è atteso un raddoppio dei passeggeri con altre eclatanti fusioni tra vettori nazionali ma anche con la nascita di nuove compagnie low cost che potrebbero dedicarsi alle tratte a medio-lungo raggio e comprare velivoli a saldo da gruppi come Boeing e Airbus, con un'impellente necessità di far cassa. Gli aeroporti, dal canto loro, cercano di prepararsi come possono alla nuova ondata di frequent flyers ma secondo numerosi esperti, in mancanza di una strategia globale e di una razionalizzazione

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complessiva del sistema, l’Europa dovrà affrontare, presto, un capacity crunch aeroportuale dagli effetti potenzialmente devastanti.

Voli per aria, inquinamento a terra Nel 2030, secondo uno studio di Eurocontrol (organizzazione euro-

pea per la sicurezza della navigazione aerea), il 20% dei maggiori aeroporti europei sarà “completamente saturo, con l’11% dei voli impossibilitati ad atterrare per mancanza di spazio”. Si parla di 170 milioni di passeggeri all’anno che, in linea teorica, potrebbero

rimanere in aria a tempo indeterminato, volteggiando sulla testa dei “fortunati” che sono rimasti a terra. Mentre Commissione e Parlamento europeo si rimpallano documenti e necessarie autorizzazioni per rendere possibile uno sviluppo infrastrutturale che ormai appare sempre più urgente e necessario, lo studio lancia un allarme preciso: la forbice tra capacità al suolo e capacità nei cieli si allarga, perché il traffico aereo cresce più velocemente della capienza aeroportuale. Secondo Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe (organizzazione che rappresenta 440 aeroporti in 45 Paesi europei), “i primi a muoversi dovrebbero essere i governi locali e nazionali ancora troppo restii a fornire le necessarie autorizzazioni, soprattutto per i timori legati all’ambiente”. Le compagnie aeree, in questo senso, stanno continuando a fare esperimenti: con il bio-carburante per esempio, che potrebbe essere un notevole passo avanti sia per allentare la dipendenza dai Paesi produttori di petrolio, sia ridurre l’inquinamento ambientale. Dopo l’olio di semi di jatropha curcas testato da Air New Zealand è stata la volta di Continental Airlines, che ha provato un carburante a base di alghe. E a fine gennaio Japan Airlines ha utilizzato un olio ricavato dalla camelina,

antica pianta americana della famiglia della senape. Tuttavia esiste ancora un paradosso che fa sprecare combustibile: molti voli non possono ancora andare direttamente dalla città di partenza a quella di destinazione e devono seguire rotte tortuose, tenendo conto delle diverse regole di controllo aereo, dei confini nazionali e degli spazi controllati militarmente. A questo proposito una buona notizia arriva dai cieli nostrani. Dallo scorso 25 febbraio Enav (Ente nazionale per l'assistenza al volo) ha ridisegnato il tracciato delle rotte nazionali, anche se per ora sono interessati solo i voli notturni: di fatto, in un anno, verranno risparmiati circa 180.000 mila chilometri.

Concorrenza e chiavi di volta Quali che siano le misure, per adeguare le infrastrutture all'aumento dei passeggeri occorre far presto. Secondo uno studio della Intelligence Unit dell'Economist, nel 2009 i passeggeri aumenteranno solo del 2%, ma già dal 2010 dovrebbero crescere del 4,2% e da lì in poi a tassi esponenziali. Gli aeroporti europei, sotto scacco per ragioni interne, subiscono anche la concorrenza dei nuovi hub, in particolare quelli dei Paesi del Golfo e dell'Estremo Oriente. Aeroporti giganteschi come quello di Pechino, Singapore o Dubai beneficiano di politiche di aviazione


integrate e più evolute, sono stati più veloci nell’offrire ai passeggeri servizi e spazi commerciali moderni e si sono proposti come snodi di

transito alternativi agli hub europei. Si tratta di strutture mastodontiche, se comparate a quelle del Vecchio Continente: si pensi al Terminal 5 di Heathrow (Londra), presentato come uno dei maggiori progetti d’espansione aeroportuale mai varati in Europa. Il nuovo Terminal 3 di Dubai è grande il doppio, e ciò nonostante nella stessa città sta per essere costruito un aeroporto completamente nuovo, che sarà il più grande a livello mondiale, con sei piste e una capacità pari a 120 milioni di passeggeri l’anno - contro i 70 milioni circa di Heathrow. Negli ultimi anni, dunque, i business model aeroportuali sono cambiati e l’Europa non è stata al passo. Le società che gestiscono le aerostazioni europee si trovano ora a combattere una lotta impari contro i concorrenti più strutturati e secondo gli esperti di settore le parole chiave per ridurre lo svantaggio sono due: consolidamento e diversificazione. Una integrazione eclatante, per

esempio, è stata quella tra Parigi Charles de Gaulle e Amsterdam Schiphol (ottobre 2008), logica conseguenza dell’accorpamento tra le due compagnie di bandiera (Air France-KLM, maggio 2004) e presupposto di una collaborazione tattica e industriale che a regime permetterà, grazie alle sinergie, quasi 80 milioni di risparmi l’anno e consentirà agli azionisti pubblici e privati, in una fase economica delicata come questa, di fare cassa. Ma le fusioni, da sole, non bastano.

La soluzione: diversificare le entrate Gli aeroporti oggi coordinano funzioni molteplici che riguardano il transito dei passeggeri e la gestione della stessa infrastruttura ma anche lo shopping, la ristorazione, l'intrattenimento, l'advertising e i parcheggi. Per Robert O'Meara, communication manager di Aci Europe, gli aeroporti non possono sedersi aspettando che il traffico torni a crescere, ma devono “attirare

compagnie aeree, consumatori retail, società immobiliari; avviare servizi di consulenza, facilitare i trasporti con il centro città, ampliare i parcheggi: il potenziale sta lì, nei ricavi delle attività collaterali”. In Europa, a modello potrebbe essere presa la Fraport, gruppo integrato che gestisce 13 aeroporti in tutto il mondo, tra cui l’hub di Francoforte. Il suo approccio, dice O’Meara, “è vincente: nell'ultimo semestre del 2008 ha perso reddito per il calo delle commissioni sul traffico aereo, ma per contro è riuscita a guadagnare sulle forniture energetiche e sulle vendite immobiliari”. Innovazione e diversificazione dunque, come carte da giocare, per mantenere buoni margini di redditività. Ecco perché è necessario che le società di gestione aeroportuale concentrino sempre maggiore attenzione sul non avio. La strada da percorrere deve portare all'inversione della classica percentuale delle entrate aviation (60%) e non aviation (40%). E. A. e A. A.

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Sviluppo senza strategia

Campanilismo A

Courmayer i turisti inglesi sono arrivati a frotte nei fine settimana di gennaio e febbraio. Sono soprattutto londinesi che s’imbarcano su un volo low cost Ryanair da Londra, atterrano a Torino e poi in autobus vanno a farsi un week-end di neve. Provate nel frattempo a fare un giro a Malpensa in un giorno feriale che non sia durante un periodo di vacanza o ferie. Banchi d’accettazione semivuoti, pochi passeggeri che vagano per le immense sale. Ma non è solo colpa dell’addio di Alitalia. Risultato: nel Nord Italia vivono oltre 20 milioni di abitanti, e sono la fascia di popolazione col più alto reddito del Paese. Tuttavia questi

numeri non bastano a giustificare la miriade di scali: nel Nord Italia (ma più in generale in tutto il Paese) ci sono troppi aeroporti e nessuno in grado di poter fare il salto per essere uno scalo di livello internazionale e attrarre viaggiatori. Il campanilismo italiano, figlio della peggior eredità feudale, ha fatto sì che nei circa 600 chilometri di direttrice ovest-est che separano Torino da Venezia, una distanza minima per un mondo (e un mercato) ormai globale, si contano la bellezza di sette aeroporti (Caselle, Malpensa e Linate per Milano, Orio al Serio per Bergamo, Catullo per Verona, e ancora Padova e il Marco Polo di Venezia).

Adp cresce nel 2008

E

' stato un 2008 positivo per Aeroports de Paris, la società di gestione degli scali parigini che ha registrato una crescita del 10,2% dei ricavi, attestati a 2,53 miliardi di euro. Rispetto all'anno precedente inoltre gli aeroporti di Parigi hanno registrato una crescita di traffico dello 0,8%. Buon risultato anche per i ricavi del retail, aumentati del 9,5% (251,8 milioni di euro) grazie anche alla presenza de La Galerie Pariesienne, che ha attirato numerosi passeggeri. L'amministratore delegato della società, Pierre Graff, ha così commentato i dati sulla crescita dello scalo: “Aeroports de Paris, una delle cinque più grandi società di gestione dell'aeroporto, è l'unica a registrare una crescita per quanto riguarda il traffico dei passeggeri nel 2008. E' il risultato dello sviluppo del retail all'interno dello scalo e della rapida espansione di servizi per il passeggero. Ancora una volta questi risultati premiano la linea business del gruppo”.

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Negli ultimi 40 anni ogni Regione, Provincia o città ha voluto il suo aeroporto, in una miope e sconsiderata politica di trasporti e infrastrutture. In mano agli enti locali gli scali per decenni hanno significato poltrone, incarichi, spartizione partitocratica e clientelare del potere. Il risultato è che oggi i passeggeri che servirebbero per mettere in piedi un solo grande hub nel Nord Italia sono polverizzati su una miriade di scali, nessuno dei quali riesce ad avere la massa critica necessaria per fare dell’area più ricca del Paese una zona strategica in Europa per i trasporti aerei. Il rischio è un inesorabile isolamento: già oggi non ci sono quasi più voli diretti da Malpensa per Londra. Il Paese è sempre meno collegato e senza un hub vero diventerà un’area marginale in

Europa. L’unica città che ha le potenzialità per diventare uno scalo intercontinentale in grado di attrarre compagnie e viaggiatori da tutto il mondo è Roma: non solo perché la città è meta per milioni di turisti (che rendono Fiumicino l’aeroporto più grande d’Italia per numero di passeggeri), ma anche per la sua posizione, al centro del Mediterraneo. Ma i due scali romani (Leonardo da Vinci per i voli di linea e Ciampino per le low cost e charter) avrebbero bisogno di ingenti investimenti, di servizi all’altezza di un Paese moderno e di una vera politica dei trasporti, e non di contentini a pioggia per placare le brame di questo o quel partito, per poter candidarsi a hub. Simone Filippetti “Opinionista”


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La foto

Dubai Duty Free Il mito della crescita infinita

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r&f Last but not least

continuiamo a farci del male... La contestatissima nomina di Mario Resca alla valorizzazione del patrimonio culturale si inserisce in un momento di crisi dellagestione dei beni artistici. Tra business e cultura il matrimonio è possibile, ma va gestito con intelligenza.

I

altissimi (fig. 1). Basti pensare che il ritorno “commerciale” sugli asset culturali (RAC) degli USA corrisponde a 16 volte il RAC italiano, quello francese quattro e quello del Regno Unito otto. Su questo scenario, nelle ultime settimane, si è innestata la rovente polemica seguita alla nomina di Mario Resca a direttore generale per la valorizzazione dei Beni Culturali. Il fronte anti Resca è stato spazzato via, a partire da Salvatore Settis, ex presidente del Consiglio Superiore dei Beni

Il 10 febbraio Confcultura, Federturismo hanno presen-

tato a Roma un'interessante ricerca su “Arte, turismo culturale e indotto economico”, curata da PricewaterhouseCoopers (PwC). Siamo in tempi di crisi e dai beni culturali, una delle nostre principali risorse del Belpaese, appare logico e naturale aspettarsi chance di sviluppo. L'esito della ricerca è, manco a dirlo, critico e lo è soprattutto per quegli argomenti già affrontati più volte sulle pagine di questa rivista: i servizi aggiuntivi. Vale a dire quell'insieme di attività “collaterali” alla presentazione dei beni culturali, che vanno dai servizi di biglietteria, ai bookshop, fino alla ristorazione. Attività che affiancano l'offerta culturale, rendendo più piacevole la visita e offrendo una significativa fonte di ricavi per operatori privati e per la pubblica amministrazione (sgravandola da onerosi servizi). Lo studio riporta tra l'altro che secondo il Country Brand Index 2008, l'Italia è scivolata dalla prima alla quarta posizione tra il

Direttore responsabile Alessandro Curioni Redazione e Coordinamento editoriale Andrea Aiello Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Massimo Colzani, Paolo Crespi, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Claudia Fragapane, Walter Galbusera, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Antonia Opipari, Enrico Pazzali, Nuria Perez Paredes, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Vittorio Valenza, Mario Vigo

Segreteria Silvia Pizzi Pubblicità Alberto Sitia Tel. 02 8051511 alberto.sitia@retailfood.it Progetto grafico e impaginazione Giò Salvioni Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione ETA Edizioni – via Mercato, 28 20121 – Milano info@retailfood.it Prezzo di una copia € 1,00 – Arretrati € 5,00

2004 e il 2008. Questo, ad esempio, nonostante il nostro Paese continui a guidare la classifica mondiale relativa alla presenza di siti Unesco (43 su 878). Nel contempo, il focus della ricerca sulla valorizzazione museale dimostra che alcuni servizi, come la ristorazione, hanno margini di sviluppo

Visitatori Musei con ristorante 4,2 mln (totale 8) Caffetteria Musei con caffetteria 6,7 mln (totale 32) Bookshop Musei con bookshop 22,5 mln (totale 96) Audio guide Musei con audioguide 17,7 mln (totale 39) Visite guidate Musei con visite guidate 21,8 mln (totale 92) Prenotaz./Prevendite Musei con pren./prev. 22,7 mln (totale 136) Totale 34,5

64 retail&food - aprile 2009

Anno 4 numero 4 aprile 2009

Foto Archivio Eta, Contrasto, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica,

SERVIZI AGGIUNTI DEI SITI CULTURALI ITALIANI (Elaborazione PwC su dati SISTAN 2007)

Ristoranti self serv.

retail&food break

Clienti ser. agg.

Scontrino medio €

0,1 mln

17

1,2 mln

5,33

2 mln

10,6

0,7 mln

4,43

0,9 mln

3,33

4,5 mln 9,4 mln

1,78 4,61

Culturali. Lo stesso consiglio ha accolto nuovi membri tra cui Elena Ghedini, stimata archeologa nonché sorella di uno degli avvocati del Premier... fermiamoci qui, per carità di patria. Siamo fiduciosi – vogliamo esserlo – del fatto che Resca, da abile manager qual è, saprà portare a termine ciò per cui è stato chiamato. Appoggiandosi ad tab. 1 esperti, auspicabileincassi mente, e senza svili(€ mln) re in alcun modo il 1,7 valore culturale del patrimonio artisti6,4 co. D'altra parte ci aspettiamo che pro21,2 prio Resca sappia ampliare – in tempi 3,1 brevi – il valore e la diffusione dei servi3 zi aggiuntivi ricavandone benefici 8 anche, e soprattut43,5 to, per la tutela degli stessi beni culturali. •

Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri.

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