retail&food ANNO 6 NUMERO 4 APRILE 2011 • e 3,00
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano
LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Nonostante TUTTO, il traffico aereo aumenta
Vogliamo volare alto? In aeroporto occorre migliorare subito servizi e redditività: storie, inchieste e testimonianze
Nuove sfide
Hotel per travel e mall
Parola di... Ryanair
Dossier Aeroporti
Bologna-Heinemann
News primae noctis
Razzismo d’Oltralpe ario Draghi non deve essere nominato presidente della M BCE “perchè è un italiano”: questa l’opinione del quotidiano tedesco Bild, condivisa, sembra, da una larga parte
dell’opinione pubblica locale. È un altro segno, oltre che dell’inguaribile pregiudizio tedesco nei nostri confronti, del nostro declino come potenza economica ed industriale. Nel contempo, deve essere un ulteriore stimolo ad invertire la marcia e ad affrontare le riforme che sono ormai diventate improrogabili. A cominciare, per essere pratici ed aderenti ai temi trattati dalla nostra rivista, dall’ammodernamento di tutte le infrastrutture nazionali, specialmente quelle autostradali ed aeroportuali. Un paradosso per esempio: se calcoliamo su base regionale i metri lineari di autostrade per abitante, scopriamo che la Lombardia è, riguardo a questo parametro, il fanalino di Mario Draghi coda a livello europeo tra quelle di livello comparabile. E parliamo della Lombardia: immaginatevi cosa succede al Sud! Oggi, anche in Europa, non contiamo più quasi nulla: ma questa non è la nostra posizione “naturale”. Siamo ancora una grande nazione, con molte potenzialità inespresse, ma dobbiamo affrettarci a salire sugli ultimi treni di passaggio: finiti questi, resteranno solo alcune barche per la traversata del Mediterraneo.
EDITORIALE
4
L’OPINIONE F2i, aeroporti e autostrade per il futuro di Vito Gamberale* Ritengo che la realizzazione di un network di aeroporti di secondo livello (cioè di aeroporti con un traffico inferiore a 5 milioni di passeggeri all’anno) consentirebbe di integrare ed efficientare la gestione dei vari scali, creando uno standard di servizio evoluto. Ciò permetterebbe di superare il principale limite del settore aeroportuale italiano, cioè la frammentazione dell’offerta in tante piccole realtà locali, inefficienti, spesso in concorrenza tra loro e prive delle risorse per finanziare gli investimenti necessari. Insomma, il settore potrebbe passare da una strategia “di pista” ad una strategia “di rete aeroportuale nazionale”, nella quale la localizzazione e la specializzazione dei vari aeroporti risponda effettivamente alle esigenze dell’intero Paese e non ad interessi localistici. F2i, che ha per obiettivo la realizzazione di un siffatto network, ha già mosso il primo passo in tal senso con l’acquisizione della maggioranza di GESAC, la società che gestisce l’aeroporto di Napoli-Capodichino, e proponendosi, quindi, come polo d’aggregazione nel settore. La rete autostradale invece è già, per sua natura, un network. F2i ha investito, attraverso la holding Infracis, nelle tre autostrade del Lombardo-Veneto (Autobrennero, Serenissima, Autovie Venete), tuttora pubbliche. La presenza di soci pubblici nel capitale delle società, già partecipate dal Fondo, apre importanti prospettive future per F2i. Infatti gli enti pubblici, in questo come in altri settori, incontrano sempre maggiori difficoltà a partecipare allo sviluppo degli asset gestiti, a causa di vincoli sempre più stringenti sui propri bilanci (“patto di stabilità interno”, ecc.). Questo determina, per tali enti, la necessità di cedere le proprie partecipazioni nelle società e, per F2i, l’opportunità di subentrargli, magari con altri soci istituzionali, per incrementare le proprie quote ed assicurare lo sviluppo degli asset. * Amministratore delegato F2i, Fondi italiani per le infrastrutture
retail&food - aprile 2011 1
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Fabrizio Patti, Andrea Penazzi
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Anno 6 numero 4 aprile 2011
Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI. design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica, iStockphoto
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retail&food
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A retail&food hanno collaborato tra gli altri: Giuseppe Bonomi Gianfilippo Cuneo Luigi de Montis Fulvio Fassone Vito Gamberale Antonio Intiglietta Paolo Lombardi Pietro Malaspina Pierre Marin Enrico Pazzali Mario Resca Vito Riggio
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Lettori di Retail&Food
Diffusione regionale (aree Nielsen)
5% Enti e Ministeri 15% Servizi
20% Gestori aree
AREA 3
AREA 4 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
Toscana Marche Umbria Lazio
32% Retail
LOCALITà __________________________ PROVINCIA __________ TEL. UFFICIO ____________ TEL. CELLULARE __________________ FAX __________________ E-MAIL ___________________________ NOTE O RICHIESTE _________________________________________
48%
__________________________________________________________
25%
28% Ristorazione
2 2 retail&food - settembre ottobre 2010 2010
Trentino Friuli Ven. Giulia Veneto Emilia Romagna
AREA 2
SOCIETà _________________ FUNZIONE _____________________ INDIRIZZO ______________________________ CAP ____________
8% 19%
NOME ___________________ COGNOME _____________________
Piemonte Liguria Valle d’Aosta Lombardia
AREA 1
Da inviare per posta ordinaria, fax, allegato e-mail a: retail&food - Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy T +39 02 3451230 F +39 02 3451231 - info@retailfood.it - www.retailfood.it Legge Privacy Informativa resa ai sensi dell’art. 675/96 Richiesta dati anagrafici. I dati saranno utilizzati con mezzi automatizzati e non a fine di informazione, ricerca e statistica e di promozione commerciale e non saranno per nessun motivo divulgati all’esterno. Titolare del trattamento dei dati è Edifis Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano. Chi comunica i propri dati personali gode dei diritti di cui all’art. 13 della legge 6/5/96 tra cui il diritto di ottenere la modifica o cancellazione dei dati forniti. Il conferimento di tali dati è facoltativo e l’accesso a tale servizio è subordinato alla prestazione del consenso.
n° 4 aprile 2011
SOMMARIO
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62 news primae noctis Razzismo d’Oltralpe
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l'opinione di Vito Gamberale F2i, aeroporti e autostrade per il futuro
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R&f news
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catene, due tendenze accelerate dalla crisi. Nei centri commerciali insegne e indipendenti possono convivere, mentre gli aeroporti si confermano una vetrina fondamentale.
innovativo, che dice addio alla galleria coperta. La passeggiata en plen air è stata realizzata come naturale proseguimento del paesaggio urbano di Castel Maggiore Eire cala il Settebello
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cosa occorre sapere per... La concessione di spazi commerciali negli aeroporti
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indice retail
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osservatorio prezzi Aeroporti a prova di businessmen L’analisi sui listini nei luoghi di viaggio ha portato r&f a confrontare i prezzi applicati ai servizi aeroportuali. Interpellati i gestori per conoscere i dati specifici, lo scalo più caro risulta Malpensa, che tuttavia è anche il più fornito. Orio al Serio si conferma low cost.
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Tra travel e mall crescono gli hotel Chi dorme prende il volo Alzatacce per il primo aereo del mattino, trasferimenti indigesti per gli equipaggi, un fiume di taxi per partecipare a una conferenza. A questo e altro pongono rimedio gli airport hotel. Fino a ieri rarissimi ma oggi in grande spolvero, dopo l’apertura dello spettacolare Sheraton di Malpensa. Anche autostrade e porti si muovono, ma a tutt’altro ritmo.
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star trek Destinazione Panino Giusto
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Dossier aeroporti speciale Heinemann, a Bologna un antipasto di Italia Come anticipato a dicembre da r&f, il travel retailer tedesco, il maggiore in Europa, ha aperto due duty free nell’aeroporto di Bologna. Una festa che ha sancito la consacrazione dello scalo tra i grandi aeroporti italiani e che fa parte di una strategia di espansione nel nostro Paese.
prima pietra Le Officine, fabbrica di retail L’inaugurazione è prevista per la fine del 2011 ma la commercializzazione è quasi ultimata. Il complesso polivalente, promosso da Unieco, sorge sulle “rovine” dell’area industriale ex Metalmetron a Savona. L’offerta mira a riqualificare un territorio fortemente sfruttato
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Storie d'Impresa Boggi da Milano nel mondo
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Taglio nastro Fiordaliso diventa maggiorenne Inaugurato lo scorso novembre, il complesso commerciale Le Piazze promosso da Unieco si caratterizza per il format
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Mistery on board Vueling, low cost di nuova generazione Parola di melisa corrigan Ryanair: sempre disponibili, alle nostre condizioni
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analisi mercato Ottica, tempo di occasioni Il mercato langue, ma a prendere le correnti giuste si corre. Soprattutto se si punta sul low cost e sull’organizzazione in
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Dossier aree di servizio Chef Express
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international
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Vetrina
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stazionario
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ferry porti
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LA pulce nell'orecchio
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LA foto
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LAst but not least
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Rubriche Obiettivo personale Stock option Orient express Aviation outlook Mistery on board Retail station Mercati in fiera
4 6 8 10 35 59 64
retail&food - aprile 2011
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r&f news Eurelia: strano ma vero, l’Italia sorride
Italia e Belgio sono le due nazioni che escono meglio dal “barometro” per l’anno 2010 della società francese Eurelia. La rilevazione tiene conto dell’andamento dei fatturati di 90 catene di negozi nel continente. Con un indice a quota 103 (quindi +3% rispetto al 2009) come il Belgio, l’Italia ha avuto un inizio del 2010 difficile ma si è ripresa a partire dallo scorso maggio e ha registrato vendite in crescita anche a dicembre, a differenza della maggior parte dei Paesi europei. In territorio positivo, anche se con performance meno brillanti, ci sono la Germania (102), la Francia (101,6), la Polonia e la Svizzera (entrambe a 101). Risultato piatto (100) per il Portogallo, mentre la Spagna ha perso terreno (98) e non vede una ripresa nel 2011, se non i benefici portati dall’atteso aumento del turismo.
Larry Smith, maxi progetto su Lubiana
Centro commerciale e stadio, questa volta in Slovenia. Lo sviluppo di centri polifunzionali vede un nuovo capitolo, con protagonista Larry Smith Italia. La società è stata incaricata dal developer Sloveno Grep della commercializzazione dello Športni Park Stožice a Lubiana. Questo progetto integra uno shop-
Franchising, le associazioni bussano al governo
I
fatturati tengono anche in periodi di crisi, ma sul fronte legislativo il settore dell’affiliazione lamenta l’immobilismo di Esecutivo e Parlamento. Assofranchising, Confimprese e FifConfesercenti hanno creato infatti un tavolo di lavoro permanente per presentare al Governo la necessità di un riconoscimento per le imprese che operano in franchising. «La prima istanza – ha spiegato Patrizia De Luise, presidente FIF – è la richiesta di un codice Ateco per il franchising al fine di monitorare sempre meglio la dimensione del settore, che anche in un periodo di forte contrazione economica ha continuato a mostrare un andamento positivo». I numeri parlano chiaro sull’impor-
tanza di questo mercato: dall’ultimo Rapporto sul Franchising emerge che in Italia rappresenta 21,7 miliardi di euro di fatturato, conta 180.525 addetti e 53.313 punti vendita. «Ci chiediamo come mai – sostiene quindi Francesco Montuolo, vice presidente di Confimprese –, in un momento in cui la formazione professionale e le reti di impresa sono temi di grande attualità, non venga riconosciuto dal legislatore il valore di una formula che fa leva proprio su questi asset». Per superare la fase di stallo, le tre Associazioni firmatarie hanno chiesto una serie di incontri istituzionali al ministero del Lavoro, dell’Economia e Finanza e a quello dello Sviluppo Economico. •
Obiettivo Personale
A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com
Selezione e accompagnamento: chi ben comincia...
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ping center da 65.000 mq di Gla, all’interno dei quali sorgeranno 120 negozi, con il nuovo stadio della città da 16.000 posti e con un palazzetto dello sport da 14.000 posti. L’apertura è prevista per la fine del 2011. Il complesso ha trovato un’importante vetrina in occasione del Mipim di Cannes (8-11 marzo), dove Larry Smith è stata presente con un proprio stand.
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e persone sono il vero motore dell’organizzazione e ciò che garantisce la creazione e l’erogazione di servizi e prodotti di qualità. La scelta di un dipendente è un compito delicato perché la sua introduzione può mettere in discussione gli equilibri presenti, può generare nuove dinamiche e ridefinire l’intera organizzazione (e/o il team nella quale viene inserito). È necessario quindi identificare a priori il profilo della persona desiderata, le aspettative dell'organizzazione e i criteri di selezione per la sua individuazione, valutando non soltanto il compito che viene chiamata a svolgere ma anche il ruolo e le funzioni della stessa in relazione al resto dell’organizzazione. La selezione è un'azione propedeutica indispensabile al fine di valorizzare e tutelare sia il soggetto che verrà selezionato, sia l'organizzazione e i fruitori dei suoi servizi; è necessario valutare non solo le competenze specifiche del selezionando ma anche il suo desiderio di collaborare con
altri, la motivazione al lavoro, la professionalità. La selezione è un processo complesso di analisi organizzativa, che deve proiettarsi nel futuro, considerando, da una parte, se l’individuo saprà aderire ai valori e alla cultura dell’organizzazione e investirvi in maniera duratura e, dall’altra, se l’organizzazione sarà in grado di accoglierlo e di valorizzarlo. Selezionato il nuovo dipendente, è strategico per l’organizzazione definire un percorso di accompagnamento al ruolo (coaching) sia per facilitare l’inserimento all’interno dell’organizzazione sia per velocizzare e qualificare sin da subito la sua operatività. Durante l’accompagnamento è bene che un primo passaggio sia quello di una presentazione dei colleghi, che parta dai ruoli ricoperti da ciascuno e dalle funzioni svolte, a partire da quello che è l’organigramma organizzativo.
Eugenia Montagnini eugeniamontagnini@studioexcursus.com
…e prepara 1.000 fast food in Cina
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Airest scommette sulla formazione…
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nvestire sulla formazione per preparare i dirigenti del domani. Questo è l’obiettivo di Airest Campus, ideato da Airest in collaborazione con Metis e rivolto a 25 giovani con età compresa tra 20 e 25 anni. Il corso, avviato il 28 febbraio, prevede 234 ore di lezione in aula presso il porto di Venezia e 160 ore di training on-the-job presso i punti vendita Airest dell’aeroporto Marco Polo, gestito dalla capogruppo Save, e in altre location limitrofe. Durante le dieci settimane saranno approfonditi i valori e la mission aziendale, l’offerta commerciale, il prodotto, il servizio al cliente, la relazione con i colleghi, la gestione e amministrazione del punto vendita. Terminato questo periodo, ai migliori partecipanti verrà offerto un interessante inserimento in azienda. •
l test di un BriccoCafè all’Expo di Shanghai era andato benissimo, ma era difficile aspettarsi un piano di espansione in Cina così ambizioso per Airest. La società veneziana del gruppo Save è infatti in procinto di stringere un accordo, per lo sviluppo di centinaia di locali a insegna BriccoCafè, con il colosso Maxim’s Caterers Limited. Lo stesso gruppo di Hong Kong che è concessionario in Cina di catene del calibro di Starbucks. Nell’ex Celeste Impero Airest è presente dal 2006 e inaugurerà a breve il quinto punto vendita diretto, nell’aeroporto di Shanghai. Dodici bar e fast-food saranno poi aperti entro l’anno ad Abu Dhabi e Dubai, in aeroporti e centri commerciali. •
BK alla conquista della Slovenia
Gli hamburger grigliati alla fiamma portano il loro sapore al di là di Trieste. La prima apertura di un ristorante Burger King in Slovenia
avverrà nella città di Lubiana, all’interno del centro commerciale Citypark. Il punto vendita dovrebbe generare 25 nuovi posti di lavoro. Il motore dell’iniziativa è stata la società Sportina Group, specializzata anche in attività commerciali, turistiche e di catering. Il piano di opening del marchio di fast food per i mercati d’Europa, Medio Oriente e Africa prevede ulteriori aperture in Slovenia nel 2011 e in seguito.
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r&f news Sonae Sierra e Igd: su l’utile netto
S
Gianmario Tondato
Autogrill, profitti triplicati Profitti triplicati, portati a 103 milioni di euro, debito ridotto a 1,57 miliardi, tagliato di 800 milioni in due anni. Sono positivi i numeri del bilancio 2010 di Autogrill, che è potuta tornare a distribuire un dividendo (24 centesimi ad azione) dopo due anni di digiuno. Nonostante i dati brillanti, nel giorno della pubblicazione del bilancio il titolo ha perso il 5% a Piazza Affari. Gli analisti si aspettavano un utile maggiore (penalizzato da una svalutazione da 22 milioni di alcune attività in Olanda) e guardano con preoccupazione gli eventi in Medio Oriente e il caro-petrolio, per gli effetti che potrebbero avere sul traffico aeroportuale e su quello autostradale.
i chiude positivamente l’esercizio 2010 per due importanti operatori nel settore dei centri commerciali. Nelle settimane scorse Sonae Sierra e Igd hanno comunicato i dati relativi al 2010, dove si evidenzia rispettivamente un utile netto di 8,7 milioni di euro e di 29,3 milioni di euro. In entrambi i casi i risultati mostrano il segno "più" rispetto all’esercizio precedente, quando Sonae Sierra fece registrare una maxi perdita da 111 milioni di euro e Igd toccò quota 20,4 milioni di euro di utile netto. Nel frattempo la multinazionale iberica ha annunciato la vendita di due centri commerciali storici in Spagna a Doughty Hanson & Co Real Estate per 120 milioni di euro. Gli shopping center in oggetto sono Plaza Éboli (oltre 31mila mq di area commerciale per 95 punti vendita) ed El Rosal (più di 50mila mq di gla per 144 negozi). Il contratto di cessione prevede per Sonae il mantenimento dei servizi di gestione e leasing per i prossimi quattro anni. •
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Ducati, 40 caffè nel mondo
Sarà l’effetto Valentino Rossi, che sta infiammando i cuori dei ducatisti di mezzo mondo. Fatto sta che la casa motociclistica bolognese ha annunciato di voler
aprire una quarantina di caffè-ristoranti nei prossimi tre anni. Nove potrebbero essere inaugurati già entro il 2011. Le richieste stanno arrivando soprattutto da America Latina e Asia, meno da Europa e Stati Uniti. La Ducati metterà il marchio, un layout architettonico e i suoi prodotti licenziatari, per il resto il gruppo cerca sviluppatori. La società ha attualmente dei negozi, come quello presente nell’aeroporto di Bologna, che vendono abbigliamento e articoli da regalo.
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Original Marines Il brand campano di abbigliamento per casual per tutta la famiglia mette a segno un bel colpo con l'apertura di un kid store all'interno della stazione di Firenze. Ma la pentola bolle e altre aperture di rilievo sono attese a breve. Sea Con utile e fatturato in crescita, la Società di gestione degli aeroporti milanesi fa un nuovo passo verso la quotazione in Borsa. Traguardo fissato a giugno ma di mezzo ci sono le elezioni comunali. Morellato & Sector Massimo Carraro continua a far correre la sua società e archivia un 2010 con segno più: 190 milioni di fatturato, +6% rispetto al 2009. Le soddisfazioni maggiori sono attese dall'estero, Europa Orientale, Russia e tanta Cina.
Subway / McDonald's I panini di Subway superano quelli di McDonald's, quantomeno per il numero di locali in cui sono in vendita: 33.749 contro 33.737. Numeri impressionanti che subiranno un'impennata con le nuove aperture previste in Cina. Grandi Stazioni Si fanno insistenti le voci sulla vendita del pacchetto azionario (60%) in mano a FS. Si tratta di una delle più grandi privatizzazioni degli ultimi anni. Dopo anni di investimenti (e costi) arrivano i ricavi e si prospetta una vendita bomba. Il prezzo sarà giusto? Percassi Per il suo Mall of Italy il Gruppo Percassi è a caccia di soci. Il progetto è più che ambizioso, per dimensioni e investimenti richiesti. Tanti gli interessati, ma per ora tutti alla finestra.
Bulgari La maggioranza di uno dei nomi più celebri del made in Italy passa ai francesi di Lvmh. Tante buone ragioni, immaginiamo soprattutto economiche. E però la notizia non lascia un buon sapore. Expo 2015 Questo boccone, sempre più amaro, proprio non va giù. Dopo le stelle e le stalle, ora è il silenzio ad avvolgere la vicenda Expo. Un silenzio inquietante visto che la società di gestione ha già eroso una buona parte dei propri capitali. E mo' chi paga? O' Leary & Riggio Il ceo di Ryanair non demorde e continua a stuzzicare il presidente di Enac che risponde per le rime. La lite è infinita e anche gli osservatori più attenti cominciano a dimenticare quando e perché sia nata. Dicono che a una certa età si ritorni un po' bambini...
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r&f news Orient Express
a cura di Stra_branding - www.strabranding.com
Post 80's generation Nel 2010 la Cina conferma il positivo trend di crescita nelle vendite retail dei beni di consumo. In particolare, nell’abbigliamento le vendite hanno superato del 20% i valori dell’anno precedente. Nella segmentazione della popolazione per fasce di età, sta crescendo il gruppo denominato “Post 80’s generation” che comprende oltre 500 milioni di consumatori con una età inferiore ai 30 anni, dei quali 240 milioni vive in contesti urbani. Secondo un recente studio di CTR market research, questo gruppo si sta imponendo come uno dei tre principali drivers dello sviluppo dei consumi nelle città cinesi. Gli altri due drivers sono l’innalzamento del reddito pro-capite ed la crescente importanza della figura femminile. A seguito della “one-child policy”, nell’ambito delle famiglie cinesi che vivono in contesti urbani, le nuove generazioni sono composte da un figlio unico che beneficia del supporto economico di 6 adulti (i genitori ed i nonni). Quest’ultimo ha conseguito una formazione superiore, per i suoi acquisti usa la carta di credito ed effettua spesso acquisti on-line. La “Post 80’s generation” dispone quindi del più alto e crescente livello di reddito rispetto alle altre fasce di età (vedi tabella).
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Ancona e Forlì nel mirino di Save
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Inoltre, i consumatori di questo gruppo sono propensi a spendere per affermare la propria individualità, aspirano ad un “lifestyle” di riferimento e sono sensibili all’influenza dei marchi occidentali. Storicamente gli operatori dei Department Stores cinesi hanno prestato poca attenzione alla segmentazione dei marchi. Quindi oggi la presenza dei marchi giovani e trendy di riferimento risulta penalizzata nell’ambito della loro offerta. In parallelo, si assiste allo sviluppo dei centri commerciali che hanno recepito questo bisogno del mercato dedicando a quest’ultimo aree importanti nel contesto del loro sviluppo.
Per favorire l’incontro tra la domanda di marchi e l’offerta di spazi commerciali stanno nascendo in Cina nuove iniziative fieristiche dedicate a quel segmento di consumatori. In particolare, possiamo citare Novomania, evento fieristico organizzato per la prima volta lo scorso Marzo dal gruppo Novo retail con cui abbiamo sviluppato diversi progetti. L’evento ha avuto successo ed è stato riproposto anche quest’anno. Gli organizzatori attendono la presenza di oltre 3.000 potenziali retail buyers, distributori ed agenti, nonché oltre 2.500 Department Stores, catene retail, shopping mall e negozi multimarca di tutta la Cina. Luca Esposito
econdo La Repubblica l’espansione di Save, gestore degli aeroporti di Venezia e Treviso, non si fermerà allo scalo friulano di Ronchi dei Legionari, non lontano da Trieste. Sull’asse adriatico sarebbero nel mirino anche gli aeroporti di Forlì, che oggi versa in difficoltà economiche e si avvia alla privatizzazione, e di Ancona. In entrambi i casi le amministrazioni locali cercano accordi con i gestori più grandi per trovare sinergie industriali e crescita di traffico. Sullo sfondo rimane il piano nazionali aeroporti. Finora è lettera morta, ma se sarà attuato costringerà i piccoli aeroporti in perdita a una gestione efficiente, possibilmente tramite una privatizzazione, per evitare la chiusura. •
Nell’Acquario di Roma anche aree commerciali Forse non tutti sanno che sotto il laghetto dell’Eur, a Roma, sorgerà il nuovo Mediterraneum-Acquario di Roma. L’apertura è prevista nel 2012, e l’area, da 14.000 mq, ospiterà, oltre all’acquario, un progetto multipiano interrato e aree museali commerciali. Il progetto, curato dalla società Mare Nostrum Romae, rientra nell’ambito dello sviluppo del Secondo Polo Turistico di Roma ed è stato interamente finanziato con capitale privato e finanziamenti bancari: 46,5 milioni sono da poco arrivati da un pool di banche finanziatrici.
Brooks Brothers, doppietta da Sea
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n negozio a Linate e uno a Malpensa T1. Così Brooks Brothers, marchio americano famoso per le sue camicie “bottom down”, ha segnato la seconda fase dell’espansione nel canale aeroportuale italiano. Dopo una prima apertura a Venezia in collaborazione con McArthurGlen, l’ad di Brooks Brothers Europa, Alberto Camerlengo, ha spiegato a Italia Oggi che i prossimi obiettivi sono gli scali di Roma Fiumicino e Napoli. L’apertura di Malpensa rientra in un progetto di arricchimento dei marchi di moda, nell’ambito dei quali sono prossimi accordi con altre firme internazionali. •
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r&f news Fiumicino, Matteoli fa marcia indietro…
Cambia la linea del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, sulle tariffe aeroportuali per Adr. Parlando ai margini di un’audizione al Senato, Matteoli ha detto che «gli aumenti tariffari verranno autorizzati dal Cipe quando ci sarà un piano completo che consenta di effettuare i lavori. È assurdo autorizzare prima questi aumenti, non è giusto far pagare ora a chi vola». Una retromarcia rispetto alle rassicurazioni (e soprattutto a una norma votata) degli scorsi mesi sulle anticipazioni tariffarie di 3 euro a passeggero. In questo scenario la fusione tra Gemina e la sua controllata Adr è stata rinviata. Nel bilancio 2010 appena pubblicato da Gemina si legge, come già annunciato, che gli investimenti saranno ridotti a 110 milioni di euro (contro i 140-150 previsti) per protesta contro i mancati aumenti tariffari. L’obiettivo dell’anno, quindi, sarà soprattutto il contenimento dei debiti. L’anno scorso si è chiuso con ricavi in crescita (+6,7% a 597 milioni), Mol in salita del 18% a 245 milioni, mentre la perdita si è ridotta da 43,7 a 37,2 milioni. Da Adr, nonostante tutto, nelle scorse settimane sono arrivate delle indicazioni sui tempi per la costruzione dell’aeroporto di Viterbo: è stata indicata la data del 2019, come racconta il Corriere di Viterbo. Tuttavia, le perplessità sul rispetto di questa data così ravvicinata sono doverose.
…e Colaninno va all’attacco
Anche un combattivo presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, è entrato a gamba tesa sugli scali romani. «Gli investimenti teorici su Fiumicino, ha detto, «sono inesistenti», mentre «Francoforte ne prevede per 7,2 miliardi, Madrid per 2,9, Monaco per 3, Istanbul per 4,4, Dubai per 9,5». Il presidente di Alitalia se l’è presa anche con il treno Leonardo Express che collega Fiumicino e la stazione Termini, definito «da terzo mondo». Non poteva poi mancare l’attacco a Ryanair. «Cominci a pagare le tasse in Italia e a gestire i lavoratori secondo il contratto italiano», ha dichiarato ai giornalisti in risposta alle critiche mosse dal ceo del vettore low cost Michael O'Leary in merito agli scioperi nel settore.
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Klepiérre fa shopping in Riviera
N
uove acquisizioni per Gruppo Klepiérre nel nostro Paese. Attraverso Klefin Italia l’operatore francese ha acquistato per 69 milioni di euro le società proprietarie del Romagna Retail Park, situato a Savignano sul Rubicone (FC). I soggetti venduti sono due società del gruppo Pradera, Pradera HoldCo S.A e Commercial Investment Svignano Srl. A favorire la transazione è stata Jones Lang LaSalle, che ha agito in qualità di advisor per conto di Pradera European Retail Fund. Il Romagna Retail
Park è stato inaugurato nel 2004 e vanta una Gla di circa 40mila metri quadrati. Di questi si annoverano oltre 25.000 mq di unità commerciali locate a Decathlon, Scarpe&Scarpe, Maisons du Monde, Casa, Conbipel, Piazza Italia e più di 13.000 mq di proposte per il leisure, tra cui un cinema UGC Cine Citè, un bowling e una food court. Klepierre, attiva in tredici paesi nell’Europa Continentale, completa la sua presenza su quel territorio essendo già proprietaria del Centro Commerciale Romagna, adiacente al Retail Park. •
Aviation outlook
Crisi geopolitiche, istruzioni per l'uso Le recenti turbolenze che, a macchia di leopardo, hanno coinvolto numerosi Paesi del Medio Oriente e contribuito a dare vita a nuovi assetti di governo, hanno avuto altresì un immediato impatto sul settore delle aerolinee. Nello specifico, si è assistito ad un logico quanto fisiologico shock di traffico sulle principali destinazioni charteristiche del Nord Africa che, soprattutto nel caso dell’Egitto, rappresentano in realtà la principale destinazione outgoing a valenza leisure di breve raggio nel periodo invernale. Logica, altresì, una caduta dei flussi su quegli scali a maggiore vocazione turistica e, altresì, sulle dinamiche di spesa media per passeggero in attività non avio per i primi mesi del 2011. Ancora una volta, dunque, è confermato come l’industria delle aerolinee sia, oltreché direttamente correlata ai valori ascendenti o discendenti di PIL, anche pesantemente subordinata a qualsiasi manifestazione geopolitica di rilievo. Basti pensare alla litania di eventi macro con impatti più o meno nefasti sull’airline industry che si sono succeduti nell’ultimo decennio: dalle guerre in Iraq ed Afghanistan all’effetto “Torri Gemelle”; dalla SARS alle ceneri vulcaniche; e, ora, ai tumulti politici nel Medio Oriente. E come questi, puntualmente, si siano tradotti in perdite gestionali per l’industria delle aerolinee. L’elemento di novità dell’ultimo biennio, in questo senso, consiste forse nella polarizzazione dei casi nel bacino europeo, che già sperimenta nel caso delle aerolinee un’uscita dalla crisi molto più lenta rispetto ai mercati dell’Asia e delle Americhe. In questo senso, dal punto di vista gestionale varrebbe forse la pena di chiedersi se, già a livello di azioni di budget previsionale di traffico e ricavi per l’anno successivo, i vettori aerei – e forse gli stessi aeroporti – non dovrebbero includere una componente ribassante nelle loro stime a causa di eventi geopolitici imprevedibili. Laddove, come visto, la combinazione di cause appare certamente imprevedibile nella sostanza ma chiara nella sua dinamica di impatto economico-
reddituale. Una tale condotta, in verità, porterebbe in dote due benefici: da un lato, l’ottimizzazione del rapporto ricavicosti, con la possibilità di una più realistica e prudente curva di ricavo abbinata ad una più incisiva azione di controllo sui costi, laddove necessaria. Dall’altro, la possibilità di allestire ex ante dei “contingency plan” finalizzati sia a gestire la struttura di operazioni straordinarie (come il rimpatrio di passeggeri da un mercato terzo, per esempio), piuttosto che l’identificazione di nuove rotte e destinazioni da offrire per contrastare il calo dell’utilizzo della capacità. Una tale fattispecie di condotta sarebbe certamente tanto più utile per i vettori charter che, già a rischio di estinzione su alcuni mercati a causa della competizione dei vettori low cost, potrebbero così almeno parzialmente prevenire un lucro cessante che si verifichi in un picco di stagionalità. Solo a valle di iniziative gestionali di questo tipo avrebbe senso inserire operazioni di contact marketing, quali educational con stampa ed operatori, finalizzati a dimostrare come la calma in quei territori sia ritornata già, come per magia, nel giro di pochi giorni. Peccato che queste azioni, purtroppo molto diffuse come l’evidenza dei passaggi sui media dimostra, non contrasti che minimamente le percezioni negative dei clienti e la loro paura per quella destinazione. È meglio ristrutturare proattivamente il network, che insistere su una rotta con troppe complessità. Salute a tutti! Prof. David Jarach www.diciottofebbraio.it
retail&food - aprile 2011 11
r&f news A caccia di lavoro nello shopping center
Non solo shopping e divertimento, ma anche strumenti utili per trovare lavoro. Il centro commerciale diventa sempre più un luogo da vivere a servizio della comunità. In quest’ottica nel complesso Le Due Torri a Stezzano (Bg) è stato organizzato dalla società di gestione Cogest Italia l’evento “Bergamo lavora”. L’iniziativa, presentata lo scorso 24 marzo, vede come patrocinatori Confindustria Bergamo, Ascom, Bcc Treviglio e il Comune di Stezzano. Per quattro giorni, dal 31 marzo al 3 aprile, Le Due Torri ospiterà convegni dedicati ai temi del lavoro, dell’orientamento e della formazione. L’obiettivo della manifestazione è quello di offrire gratuitamente agli abitanti del territorio, e non solo, servizi di orientamento e consulenza professionale. Gli eventi si terranno alla base di una delle due torri che si innalzano dal livello terreno.
12 retail&food - aprile 2011
Feltrinelli diversifica con la Focacceria
H
a ottenuto un maxi prestito da 180 milioni da sette banche e ha cominciato a fare acquisti. Feltrinelli, con la sua holding Effe2005, esce però dal perimetro dei due canali tradizionali, quelli dell’editoria e della gestione di librerie. Da una parte sta puntando sull’immobiliare, dall’altra si è lanciata sulla ristorazione, con l’acquisto del 49% dell’Antica Focacceria San Francesco di Palermo, divenuta negli ultimi anni bandiera antiracket e già sbarcata a Milano e nell’aeroporto di Fiumicino. L’acquisto servirà a sviluppare entro cinque anni dei corner della Focacceria in una trentina di punti vendita Feltrinelli. Ma lo sviluppo sarà anche in città: sono circa 25 i ristoranti previsti nei prossimi anni in Italia e all’estero. Un’idea interessante ma anche rischiosa: ci saranno le competenze, in una come nell’altra società, per sviluppare una catena così complessa e ambiziosa? Sul fronte delle librerie, intanto, è freschissimo l’accordo con la catena spagnola La Central. Per ora Feltrinelli ha acquisito il 17% della società, ma aumenti di capitale nel corso dei prossimi cinque anni, permetteranno a Effe 2005 di arrivare a circa il 44. L’obiettivo di questo accordo è l’apertura di una decina di nuove librerie in alcune delle principali città spagnole e dell’America Latina. •
Acqua Marcia verso l’addio a hotel e aeroporti
U
Stefano Beraldo
Gruppo Coin in chiaroscuro
B
ilancio ok, ma salta la trattativa con Bc Partners. Se da una parte i risultati annuali del Gruppo Coin mostrano una crescita del margine operativo lordo del 34%, per un totale di 200 milioni di euro, dall’altra è saltata la trattativa che avrebbe portato la quota di maggioranza da Financiére Tintoretto a Bc Partners. Come spiega Financiére Tintoretto attraverso un comunicato stampa, è terminato senza che sia stato raggiunto un accordo il periodo di esclusiva concesso dal fondo Pai a Bc Partners nell’ambito del processo volto alla possibile cessione della partecipazione in Gruppo Coin. •
na crisi di liquidità dovuta al mancato pagamento di 95 milioni di euro per un immobile da parte di Vegagest ha portato Acqua Marcia a chiedere alle banche di rimodulare il debito. La società guidata da Francesco Bellavista Caltagirone dovrà anche dismettere alcuni degli asset. Rimarranno i porti e il business immobiliare, mentre ci saranno cessioni sugli altri fronti. Entro il 2012 toccherà agli aeroporti, che dovrebbero portare 63 milioni. Dal 2013 sarà la volta degli hotel, esclusi i Golf Club, per un ammontare di 690 milioni. Intanto agli istituti di credito è stata chiesta nuova finanza per circa 40 milioni e un prestito ponte per il porto di Fiumicino da 20 milioni, in attesa che sia deliberato da un pool di banche un finanziamento da 215 milioni. •
Virtual Market arriva a 2.4
Il geomarketing diventa più evoluto. La società di consulenza Sincron Inova ha elaborato la nuova versione di VirtualMarket on line, lo strumento informatico interattivo, raggiungibile dal sito www. virtual-market.it, che consente di acquisire tutte le informazioni quali-quantitative necessarie ai fini dell’inquadramento di uno specifico bacino. La versione 2.4 ha ampliato la sua offerta di strumenti con il modulo GeoVIEWER, che tra le varie cose permette all’utente di ottenere informazioni socio-demografiche con riferimento sia a un singolo elemento territoriale sia a una selezione multipla. Consente inoltre di generare mappe con differenti tematismi cromatici, relative a gruppi creati manualmente o automaticamente attraverso l’importazione di dati esterni. In questo modo si evita il ricorso ai tradizionali strumenti GIS, che richiederebbero un impegno in tempo e risorse decisamente maggiore.
retail&food - aprile 2011 13
r&f news cosa occorre sapere per...
Musei, avanti i bandi
I ricorsi al Tar non sono mancati, ma sono considerati fisiologici. Per questo le 23 gare in corso per l’affidamento dei servizi aggiuntivi dei musei vanno avanti, nonostante i tribunali amministrativi del Lazio e della Calabria abbiano censurato uno stesso punto del bando di gara, relativo all’affidamento dei servizi di ristorazione. Il mini-
stero delle Attività Culturali
ha quindi deciso di procedere con le lettere di invito alla selezione vera e propria, dopo che a settembre si è chiusa la fase di preselezione. La soluzione trovata è stata quella di invitare alla selezione anche le società ricorrenti che erano state escluse. Il ministero ha invece fatto marcia indietro su un altro bando, quello per il Polo museale fiorentino, per la ricerca di un consulente a cui affidarsi per le gare dei servizi museali. Troppo il costo (158mila euro il valore del bando), secondo il Tar della Toscana. Meglio far scegliere a qualcuno di interno.
Renzi alla guerra della pista
Riuscirà il rottamatore Matteo Renzi, sindaco di Firenze, ad avere la meglio sui suoi colleghi di partito che amministrano i comuni della piana fiorentina e della provincia di Prato? La partita è aperta e la posta in gioco è la realizzazione di una seconda pista, parallela all’autostrada, nell’aeroporto di Firenze. Una striscia di 2,4 chilometri che sarebbe più sicura dell’attuale pista da 1,75 chilometri perpendicolare all’autostrada. Renzi e il governatore toscano Enrico Rossi sono favorevoli. Contrari i già citati sindaci, preoccupati dall’aumento del traffico, e l’assessore regionale Idv Anna Marson. L’alternativa è però bizzarra e molto costosa: l’allungamento dell’attuale pista e l’interramento di parte dell’autostrada. Ma ancora più bizzarre sono le ragioni di altri contrari: il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, Pd come gli altri protagonisti, teme che lo scalo pisano risulti penalizzato. E Rossi deve aver pensato che il suo progetto di integrazione tra gli scali di Firenze e Pisa non deve essere stato preso molto sul serio da quelle parti.
14 retail&food - aprile 2011
A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
La concessione di spazi commerciali negli aeroporti
I
l contratto tra operatore (retailer, esercizio di somministrazione) e concedente/locatore per l’utilizzo commerciale di locali aeroportuali non intercorre generalmente con la proprietà dell’aeroporto, ma con la società di gestione, la quale a sua volta usufruisce degli spazi grazie ad un titolo autorizzatorio o una convenzione stipulata in base ad una legge. Il contratto tra operatore e società di gestione è pertanto un contratto subordinato rispetto al contratto principale di utilizzo e gestione degli spazi. L’eventuale proprietà demaniale degli aeroporti e il carattere derivato della concessione in utilizzo non precludono automaticamente la possibilità di stipulare contratti di locazione ordinaria, vale a dire disciplinati dalla legge sulle locazioni non abitative: lo testimonia proprio l’art. 35 della legge 392 del 1978 che disciplina tale tipo di locazioni, stabilendo che l’indennità per la perdita dell’avviamento abitualmente dovuta al conduttore alla cessazione della locazione, pari a 18 o 36 mensilità, non deve essere corrisposta se gli immobili sono “complementari o interni a stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, aree di servizio stradali o autostradali, alberghi e villaggi turistici”. La Corte di Cassazione in due recenti sentenze (2852 del 2005 e 972 del 2007) ha sancito l’astratta compatibilità tra il contratto di locazione e la demanialità aeroportuale. Le stesse sentenze hanno però chiarito che il rapporto tra operatore e società di gestione può assumere la forma di sub concessione o locazione ordinaria, a seconda che il bene abbia e conservi la strumentalità rispetto ai servizi aeroportuali oppure venga goduto dall’operatore per scopi propri, non collegati o collegati solo in via eventuale ed indiretta con le esigenze dello scalo. Qualora invece “il terzo si trovi in posizione analoga alla concessionaria, impiegando ed essendo tenuto ad impiegare il locale per attività, comprese fra quelle che il concessionario avrebbe potuto svolgere direttamente, che siano componenti del servizio
Nel food si paga slow Nei settori della grande distribuzione, alimentari, ristoranti e bar meno del 28% delle aziende pagano puntualmente, contro una media del 40% di tutto il settore del commercio. Lo rivela un’indagine di Cribis D&B, società del gruppo Crif specializzata nella business information. I ritardi nel settore food si concentrano nella fascia “fino a 30 giorni”, con punte del 58,47% dei ristoranti e dei bar. Lo studio sottolinea come le imprese che hanno una dilazione media superiore ai 90 giorni siano presenti soprattutto nei comparti dell’abbigliamento (2,97%) e dei ristoranti-bar (2,09%).
aeroportuale unitariamente inteso”, il rapporto sarà configurato come sub concessione. È chiaro che tale strumentalità in ambito aeroportuale ricorra abitualmente. Sarà pertanto necessario in concreto indagare il contenuto del contratto, ai fini della configurazione. Qualora l’operatore sia tenuto a perseguire l’interesse pubblico insito nel bene aeroporto, il rapporto sarà di sub concessione. Un valido indice del perseguimento dell’interesse pubblico è l’imposizione di obblighi comportamentali al terzo sub concessionario, che possono essere i più vari: quello di sottoporsi a verifiche e controlli anche contabili (assai comune nei contratti dei centri commerciali), di conformarsi alle prescrizioni autoritative vigenti, oppure di attenersi alle istruzioni che la società di gestione dovesse impartire per assicurare la qualità del servizio, garantendo l’accesso ai locali degli incaricati ai controlli. La componente di ingerenza del concedente/locatore nell’attività dell’operatore diventa pertanto determinante. Come già illustrato in questa Rubrica (R&F gennaio/ febbraio 2009), la qualificazione di un contratto come vera e propria locazione soggetta alla legge 392/78 e fortemente protettiva del conduttore, o come contratto atipico non soggetto a tale disciplina, e pertanto del tutto libero soprattutto nelle sue componenti fondamentali (durata, canone, rinnovi, recesso, ecc.) riveste grande rilevanza nella pratica, come si può immaginare.
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
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indice retail 2011 L'Italia ha messo il turbo nel motore L
a caratteristica saliente di questo mese è l'improvviso e repentino balzo in avanti dei titoli italiani del lusso, che mettono a segno un guadagno dell'11,3% dall'inizio dell'anno; e ciò è estremamente significativo, in quanto l'indice generale della borsa italiana FTSEMIB ha viceversa, nel mese, segnato il passo, pur essendo ancora largamente positivo. Sono assolutamente stazionari, invece, i titoli del lusso nel resto del mondo, che evidentemente stanno recuperando energie dopo la galoppata del 2010; la tendenza è in leggero contrasto con l'andamento delle borse mondiali, che registra invece un leggero progresso. Ovviamente, in un caso come nell'altro, è ancora presto per prefigurarsi uno scenario attendibile per tutto l'anno: ma se osserviamo l'andamento dei singoli titoli italiani, con i loro incrementi spesso a due cifre (tranne che per Safilo Group), non possiamo fare altro che trarre ottimi auspici. I migliori del comparto: Aeffe e Bulgari; i peggiori: Dufry e Puma.
PRINCIPALI SOCIETA’ MARCHI POSSEDUTI
HOLDING Aeffe Bulgari Damiani Geox Luxottica Safilo Group Stefanel
INDICE ITALIA
QUOTAZIONI AL
MERCATO 03/01/11
Alberta Ferretti • Moschino • Pollini
Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia
09-03-11
0,71 7,67 0,86 3,77 22,07 13,11 0,57
0,95 12,12 1,04 4,45 23,27 12,83 0,52
indice
190,00% 148,35% 120,93% 129,74% 102,74% 94,41% 104,00%
100,00
98,11
Xetra Xetra Svizzera Nasdaq Xetra Xetra
47,51 44,32 125,80 72,69 50,00 56,17
47,52 41,74 113,80 76,59 49,50 54,76
47,28 42,22 102,70 83,21 49,10 52,38
99,52% 95,26% 81,64% 114,47% 98,20% 93,25%
Francia
118,66
116,40
114,85
96,79%
Nyse Francia Xetra Xetra Nyse Italia
85,59 111,65 118,83 237,76 313,96 62,11 73,80
86,66 114,39 114,85 228,40 303,00 62,81 76,86
89,19 126,60 110,60 218,70 309,20 63,70 77,30
104,21% 113,39% 93,07% 91,98% 98,48% 102,56% 104,74%
100,00
97,92
97,90
97,90%
INDICE RETAIL ALL COUNTRY
100,00
97,93
FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY
20.436 313.611
22.703 326.248
Adidas C.F.Richemont Dufry Fossil Hugo Boss Inditex LVHM Nike Polo Ralph Laureen PPR Puma Swatch Group Tiffany & Co Tod's
0,50 8,17 0,86 3,43 22,65 13,59 0,50
07-02-11
Reebok Vacheron Constantin • Cartier • Dunhill Valentino • Permira Zara • Pull and Bear • Massimo Dutti Louis Vuitton • Moet Chandon • Hennessy • Fendi • Dior • Zenith • Guerlain Puma • Fnac • Gucci • Redcats • Conforama Omega • Longines • Tissot Valentina • Elsa Ferretti • Paloma Picasso Hogan • Fay
INDICE RESTO DEL MONDO
L’indice Generale Retail è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
111,30 111,30%
98,32 98,32% 22.506 328.549
110,13% 104,76%
© Edifis Intelligence
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osservatorio prezzi
Aeroporti a prova di businessmen
L’analisi sui listini nei luoghi di viaggio ha portato r&f a confrontare i prezzi applicati ai servizi aeroportuali. Interpellati i gestori per conoscere i dati specifici, lo scalo più caro risulta Malpensa, che tuttavia è anche il più fornito. Orio al Serio si conferma low cost.
O
ttimizzare il tempo trascorso in aeroporto, dall’arrivo all’imbarco, in termini di comfort ed efficienza. Questo cercano i viaggiatori, d’affari ma non solo, che usufruiscono dei servizi “premium” messi a disposizione dalle società aeroportuali. Le proposte non mancano, sin da quando si approda nell’aerostazione. Pensato per gli amanti della comodità o per i viaggiatori dell’ultimo minuto, il car valet consente ad esempio di consegnare le chiavi a personale qualificato che si preoccupa del parcheggio e della custodia del veicolo sino al ritorno del proprietario. Occhio al prezzo però, il fee giornaliero può essere impegnativo. Il servizio più diffuso è quello delle sale vip: qui si trovano comode poltrone, buffet, televisori, connessione wi-fi a internet, giornali e personale qualificato. Spesso quest’area è accessibile gratuitamente se il cliente esibisce il biglietto o la tessera rilasciati dal vettore con cui vola, cosa che capita in particolare con i ticket di business class. Negli altri casi è usufruibile a pagamento, una formula che si è andata diffondendo in particolare negli scali che hanno visto incrementare i voli delle compagnie low cost, utilizzate sempre più dai viaggiatori per affari. Un’altra facility interessante è il fast track, utile per
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aggirare le lunghe code dei check-in. L’indagine dell’Osservatorio Prezzi ha confrontato i listini per queste funzioni, oltre a quelli per l’affitto di sale riunioni e per il deposito bagagli.
Gli operatori in gara
Tutti questi servizi, e altri, sono al vaglio e talvolta già operativi in alcuni aerodromi italiani. Per capire dove sono erogati e quanto costano, r&f ha contattato le società di gestione dei maggiori aeroporti del Paese, ricevendo da loro il listino dettagliato dei servizi a pagamento. Con l’aggiunta di informazioni complementari che mettono in luce l’offerta rivolta soprattutto ai businessmen. Il confronto ha visto protagonisti l’aeroporto varesino/milanese di Malpensa gestito da Sea, l’aerodromo di Roma Fiumicino (Adr), il Guglielmo Marconi di Bologna (Sab), lo scalo bergamasco di Orio al Serio (Sacbo), il Fontanarossa di Catania (Sac) e il Cristoforo Colombo di Genova (Aeroporto di Genova Spa).
La vera sfida è nella Vip Lounge
Quando la lounge è vip, l’aeroporto più attrezzato e allo stesso tempo più caro non poteva che essere quello milanese di Malpensa. Qui l’ingresso ha un
prezzo pari a 36 euro al T1, mentre al T2, dove opera quasi esclusivamente il vettore low cost easyJet, l’importo scende a 24 euro. Presso la Vip Lounge del T1 dello scalo lombardo Sea ha segnalato la presenza di buffet self service, informazioni in tempo reale dei voli, tv, internet wi-fi, quotidiani e magazine, personale dedicato, un ambiente di classe e rilassante con comode sedute dal design italiano e quadri d'autore, docce e kit docce nelle lounge il cui accesso è prevalentemente dedicato ai passeggeri dei voli a lunga percorrenza. Al contrario il listino più economico è quello proposto da Sacbo, che chiede 18 euro. La società di gestione dello scalo bergamasco ha comunicato la presenza di buffet, giornali, sky news, internet e a breve anche wi-fi gratuito. Presso l’aeroporto di Genova la Vip Lounge è gratis per i possessori di tessere rilasciate dai vettori, mentre costa 20 euro al passeggero che compra il coupon in biglietteria. Al suo interno sono presenti snack bar self service, giornali, tv, telecheck-in per passeggeri con solo bagaglio a mano, informazioni sui voli, toilette, fax incoming e wireless. Tra i prezzi intermedi si distingue l’offerta di Ata Hotel a Fiumicino, la seconda più cara con 28,80 euro, che include check-in AZ e Skyteam, prenotazioni alberghiere, prenotazione taxi e limousine,
Rilevazioni prezzi servizi aeroportuali (in Euro) Vip Lounge
Malpensa Fiumicino Bologna Genova Catania Orio al Serio * prezzo calcolato con Iva al 20%
connessioni internet, telefono, fax, fotocopie, snack e catering. La lounge dello scalo emiliano, accessibile per 23,40 euro, si segnala per l’ampio spazio, 500 mq, e per la ricca dotazione di servizi mirati per i businessmen. Inaugurata nel 2006, la Marconi Business Lounge dell’Aeroporto di Bologna offre una confortevole zona relax con caffetteria e una office-area completa di pc, fax, stampanti e internet point. Presso il banco accettazione si annoverano la possibilità di fare il check-in con bagaglio a mano e il servizio informazioni con prenotazione taxi e parcheggi in aeroporto. L’accesso riservato alla sala imbarchi, tramite corsia dedicata, completa l’esperienza di viaggio.
Sale riunioni, un prezzo per tutte le ore
Un vero e proprio labirinto di numeri caratterizza i listini delle sale riunioni. Le offerte variano dalla singola ora, proposta in qualche scalo, al minimo di due ore, quattro ore o la mezza giornata, sino a un massimo di 8 ore o la giornata intera. Nel dettaglio sia la soluzione oraria minima sia la soluzione massima sono più care a Malpensa per la sala Albinoni. Allo scalo gestito da Sea il minimo
Sale riunioni
ingresso singolo
tariffa oraria (minima)
tariffa giornaliera
36 al T1 - 24 al T2* 28,80 23,40 20 n.d. 18
500** 120* 133***** 250*** 100** 60*
700 540* 425 500**** 150 300*
** mezza giornata
*** validtità 4 ore
**** validità 8 ore
Fast Track
Car valet
Deposito bagagli
utilizzo singolo
tariffa giornaliera base
tariffa giornaliera
5 n.d. n.d. n.d. n.d. 4
***** fino a 2 ore
30 37 20,50 n.d. n.d. n.d.
4 6 6 n.d. n.d. 4 © Edifis Intelligence
richiesto è di 500 euro, per la mezza giornata, e il massimo è di 700 euro, per la giornata intera. Il prezzo meno oneroso si ritrova ancora presso Orio al Serio, con un listino di 60 euro all’ora, mentre la giornata intera più economica è proposta all’aeroporto di Catania, che chiede soltanto 150 euro. Il Fontanarossa si distingue anche per la mezza giornata più economica, a soli 100 euro. Tra i dati che non rientrano in tabella si annovera l’offerta articolata dell’Ata Hotel (Area B) di Roma Fiumicino, che chiede da un minimo 250 a un massimo di 400 euro per la mezza giornata e dai 450 agli 800 euro per la giornata intera. Come segnala il gestore, questi prezzi sono Iva esclusa.
presenta invece il numero in blu assegnato all’importo più economico. Per quanto riguarda il car valet è sensibile la forbice tra la tariffa più elevata, fissata dall’aeroporto di Roma, e quella più economica, proposta dalla scalo di Bologna. Il primo chiede 37 euro mentre il secondo 20,50. Sempre in tema di car valet Sea precisa che al T1 l’accesso è dedicato a tutti i soci Club Sea e ai passeggeri business delle compagnie che hanno richiesto il servizio. Tra i prezzi non in tabella si segnalano quelli proposti dal gestore milanese per l’altro aeroporto. A Linate il car valet costa al giorno 28 euro e il deposito bagagli 3,50. Meno che a Orio al Serio…
Rari gli altri servizi
Conclusioni
Fast track, car valet e deposito bagagli: più assenze che presenze. Purtroppo, prima ancora che le variabili di prezzo, è evidente come solo Malpensa offra tutti e tre i servizi citati. Fiumicino e Marconi non dispongono del fast track, Orio al Serio non offre il car valet, Fontanarossa e Cristoforo Colombo rimangono all’asciutto. Per quanto è possibile, i listini danno ancora ragione a Orio come scalo più economico, ma Malpensa non è più il più costoso nelle sezioni “car valet” e “deposito bagagli”. In quest’ultimo
Come già citato, Malpensa si distingue dai competitor per una gamma di servizi più completa. È l’unico scalo tra quelli in analisi a soddisfare tutte le voci del paniere. Tuttavia è anche il più caro in quattro colonne su sei. Al contrario Orio al Serio fa segnalare quattro numeri in blu, sposando in toto la linea low cost. Per quanto riguarda il car valet e il deposito bagagli si segnala come il più caro lo scalo romano di Fiumicino. Generalmente il secondo più expensive dopo quello milanese. A. P.
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Star Trek food
L
a saracinesca del primo Panino Giusto si alza nel febbraio nel 1979 nel centro di Milano in Corso Garibaldi, strada di artisti e designer, a due passi dal quartiere Brera, nel centro storico della capitale industriale italiana che da lì a poco sarebbe diventata la frenetica 'Milano da bere', dove manager, commerciali e creativi consumano pranzo e cena in fretta e furia, per poi tornare al lavoro, senza però voler rinunciare al buon cibo. È Enzo Iannetti, un giovane di origini abruzzesi, primo proprietario del bar milanese, a trovare il mix vincente per sfidare una città che in quegli anni era alle porte di una radicale trasformazione: “70 grammi di affettato fresco, 70 grammi di verdure e salse prelibate. Il tutto sigillato in uno scrigno di 70 grammi di pane speciale”. La ricetta caba-
ce di qualità”, formula di notevole successo nelle capitali internazionali, perchè adatta alle nuove esigenze degli abitanti delle metropoli occidentali: dal business lunch, ad esempio, al quick dinner pre cinema o late dinner post teatro. Tre decenni di storia significano tre padroni per l'emblema araldico della famiglia Montagu, che capeggia le vetrine e decora le maioliche dei Panini Giusto, in onore di Lord John de Montagu IV, conte di Sandwich, gran lavoratore e giocatore d'azzardo. Si narra che il nobiluomo inglese, per evitare di staccarsi dal tavolo al quale era affaccendato per affari o per faccende di gioco, abbia inventato il tramezzino, adatto per la sua leggerezza al suo stomaco stressato, diventato a breve uno status symbol per gli uomini di mondo. Così, dopo aver avviato il locale (nei
Destinazione
Panino Giusto listica del Panino Giusto traghetta così la vecchia Milano delle osterie a quella del boom economico e commerciale, cercando di fondere la ristorazione moderna, sempre più attenta ai tempi sincopati dei clienti, all'artigianalità della confezione dei prodotti. In mezzo più di un trentennio, in cui sotto l'insegna verde del locale storico di Corso Garibaldi, passano gli anni delle brigate rosse, dei paninari, degli yuppies, di Tangentopoli, della moda e del lusso, per arrivare ai giorni nostri alla sfida dell'Expo. Trent'anni in cui la ricetta basata sulla qualità delle materie prime presentate con eleganza ha determinato lo stile di un marchio che oggi conta più di trenta di locali in Italia e nel mondo, tanto da meritarsi un libro 'Un sogno milanese alla conquista del mondo', scritto da Raffaele Panizza, edito da Sperling & Kupfer.
Panini nella terra del sushi e del kebab
Insomma, la storia Panino Giusto, dove 'giusto' può intendersi come una versione milanese dell'americano 'cool', può essere letta nell'ottica di un fenomeno sia di costume nella capitale commerciale italiana, sia di imprenditoria italiana. Da un bar per i nottambuli milanesi, che sforna panini di pregevole fattura, a una catena di locali di “ristorazione velo-
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primi anni '90 il giro d'affari è di 1,8 miliardi di vecchie lire l'anno), il fondatore Enzo Iannetti, a seguito di un grosso e sfortunato investimento nel settore della pellicceria, a metà degli anni '80 passa la mano a Silvano Allambra, responsabile vendite di un prosciuttificio di Langhirano, già frequentatore del bar di Corso Garibalidi, che ne diviene proprietario prima in società con un gruppo di investitori (tra cui Domenico Apruzzi, vecchio socio di Iannetti), poi con Giovanni Roma, in qualità di unico socio di minoranza. Allambra non parte subito con il piede giusto e il primo Panino Giusto aperto fuori dalle mura meneghine, a Parma, è un flop. Il format non sembra adatto, nonostante gli investimenti in marketing e l'attenzione al lancio del proprietario, alla provincia emiliana dove il panino è una michetta tagliata in due con qualche bella fetta di coppa, senza l'interesse per gli accostamenti forbiti e le ricercatezze dei gourmet milanesi. La chiusura del locale dopo un anno di attività in perdita rende assai prudenti le successive strategie espansive di Allambra fuori da Milano, mentre all'interno della metropoli lombarda l'azienda cresce: nel 1993 si inaugura il secondo locale a insegna Panino Giusto, in piazza Beccaria tra corso Vittorio Emanuele e via Larga, nel pieno centro cittadino in una zona di uffici, shopping e cinema, seguito
due anni dopo da quello in piazza Panino Giusto in pillole XXIV Maggio, nel Data di nascita 1979, Milano, fondata da Enzo Iannetti Ticinese, la zona Proprietà La famiglia Civita controlla l'80%, Giovanni Roma al 20% della movida Sede Milano milanese, di cui Management Antonio Civita amministratore delegato Business Ristorazione veloce di qualità il gestore è quel Locali Una quarantina, di cui 12 in franchising, Giovanni Roma gli altri a gestione diretta che entra in socieFormat 'Restaurant & cafè' e 'Prima Classe' tà con Allambra. Dove Milano, Italia soprattutto al Nord, Barcellona, Tokyo e Istanbul L'idea di trasforGiro d'affari L'azienda dichiara 28 milioni di euro lo scorso anno mare un locale Fonte aziendale con una identità forte in un frandifferenze culturali. chising di successo socio di maggioranza della società Intanto, cambia anche il format: PG per una realtà metropolitana prende che ha in gestione il marchio fonda paninoteca di qualità diventa un quota: nasce la PG commerciale sas, dato a Milano nel 1979: la famiglia “restaurant & cafè” come si legge antenata della Panino Giusto srl, Civita così va a controllare la Panino sotto l'araldo stampato sulle vetrine Giusto, mentre rimane nella nuova che avrebbe seguito le svariate aperdei punti vendita: al menu classico compagine con circa 1/5 delle quote ture successive, a partire da quella dei sandwich vengono associati piatGiovanni Roma, socio storico. di Porto Cervo, secondo tentativo di ti caldi, di norma molto semplici, dal Ad oggi, infatti, tutti i locali diretti mettere il naso fuori dalla città d'oriroast beef con patate alle zuppe, per (circa 30 negozi, mentre i locali in gine, questa volta perfettamente arrivare cinque anni dopo alla pasta totale sono una quarantina), fanno riuscito, nonostante le difficoltà inifatta in casa. capo a un'unica società, la Panino ziali di ambientamento in una realtà Giusto srl, nata dalla fusione della totalmente diversa, soprattutto per Erreci (circa 25 locali) con la vecchia l'acquisto delle materie prime, come Dopo i centri Panino Giusto srl (titolare del marquella insulare. commerciali, il ritorno chio e dei locali milanesi), mentre Poi nel '99 il boom delle affiliazioni alla tradizione un'altra dozzina sono in franchising, con l'apertura in quattro mesi di Poi, la new entry Antonio Civita, tra i quali i 4 in Giappone, quelli in cinque locali, di cui uno addirittura napoletano trasferitosi a Milano Turchia, Varese, Barcellona (sulla via a Tokyo, in Giappone, la patria del dopo l'esperienza del format di Leitana, zona porto, di recente apersushi, all'interno di un centro comfocacceria 'la Saporita' che acquista tura) e Porto Cervo. merciale (ad oggi ci sono quattro le spazio in breve tempo nei centri Il network prevede principalmeninsegne PG nell'ex Impero del Sol commerciali, ottiene in concessione te due format: da una parte il Levante). la distribuzione del marchio milaneMa parallelamente alla crescita tra se negli shopping mall. Si parte proRestaurant & cafè, location ideale mura milanesi con il locale di via prio da quello milanese di Assago, le zone di prestigio delle principali Malpighi in zona Porta Venezia, il dove ha la sede la Erreci srl, la città, con preparazione al momento brand milanese fa capolino anche a di tutti i prodotti (panini e piatti nuova società che in tre anni riuscirà Istanbul nel quartiere commerciale caldi), servizio al tavolo e una metraad aprire più di 20 insegne Panino di Masak, grazie alla partnership con tura di circa 200mq. Dall'altra il Giusto in tutta Italia. Un succesun imprenditore locale entusiasta so che l'anno scorso porta Civita Prima Classe, progettato comunque dell'idea, dove adesso è un locale all'acquisto delle quote di Allambra per una preparazione al momento di successo, nonostante le evidenti di Panino Giusto srl, per diventare dell'ordine ma inserito in contesti
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Star Trek food di viaggio e passaggio, come aeroporti, stazioni e centri commerciali, senza servizio al tavolo e con metrature molto più ridotte. Se andiamo a vedere la densità della rete, Milano la fa da padrona, con 14 insegne, incluse le 6 presso i centri commerciali dell'hinterland, ed esclusi i 4 PG Prima Classe che presidiano gli aeroporti di Linate, Malpensa (franchisee My Chef) e Orio al Serio, oltre che la Stazione Centrale, di recente inaugurazione. La novità più recente è l'Accademia
del Gusto a Milano, nata in collaborazione con le scuole professionali della regione Lombardia per la formazione del personale dei punti vendita PG e operativa a breve. Il target dichiarato da Civita, diverso dalla provenienza dal franchising negli shopping mall, è l'espansione nei centri delle principali città italiane e internazionali: sull'estero si vuol far prevalere la modalità di affiliazione con partnership selezionate per mantenere alto il valore del marchio made in Italy, mentre in Italia il
progetto è più attento alla gestione diretta. Un occhio di riguardo è rivolto all'America, patria dell'hamburger, nelle sue città a elevato target business, e al mercato asiatico che dopo i 10 anni in Giappone, con i dovuti adattamenti alle esigenze culturali locali, può essere terreno fertile per uno sviluppo di successo.
Obiettivo: crescita del 20% all'anno
Due facce di una stessa medaglia di una società che dai due dietro il
›In Italia gestione diretta, intervista
per l'estero franchising
Intervista a Antonio Civita, amministratore delegato di Panino Giusto La crescita del numero di insegne Panino Giusto negli ultimi anni è stata importante: quali sono le vostre principali direttrici di crescita, territoriali e settoriali? Il nostro modello di sviluppo per i prossimi anni prevede una crescita annua in fatturato del 20% e l’apertura di una media di 8 locali annui con l'obiettivo primario dell’espansione nelle grandi città internazionali, sia in Italia che all’estero. Dopo l’apertura di Milano Montenero e quella di Milano Centrale pensiamo che nella nostra città ci sia spazio per almeno 3 o 4 locali posizionati in quei punti nevralgici non ancora presidiati come Cadorna, San Babila e via Manzoni. In Italia intendiamo aprire altri locali a Torino, Roma e Venezia, senza dimenticare Firenze, Trieste, Treviso, Genova, Como, Verona, Bergamo, Cagliari Catania e Palermo e naturalmente i principali aeroporti italiani. Non saranno meno importanti gli investimenti all’estero, in cui prevediamo la formula del country franchising: Londra, Mosca, Berlino, gli Stati Uniti, ovunque insomma si apprezzino cucine alternative a quelle nazionali. Ci parli dell'Accademia del Panino Giusto. L’inaugurazione a breve della prima Accademia del Panino Giusto, 1200mq a Milano in zona Bocconi, permetterà di uniformare la preparazione degli addetti di PG a tutti i livelli, in Italia come all’estero. L’apertura di un nuovo locale sarà sempre preceduta da un corso di formazione, aggiornamento e approfondimento sulla filosofia del PG in Accademia. Tutti, dal manager al semplice
addetto al servizio al tavolo, saranno consapevoli anche della qualità delle materie prime e delle tradizioni alimentari che hanno fatto di PG un must. Per Panino Giusto è meglio il franchising o la gestione diretta? La formula a gestione diretta è senz’altro più facile in Italia, dove è più agevole controllare direttamente i locali e la loro conformità ai nostri standard elevati, tuttavia consideriamo anche locali in franchising, se viene garantita la nostra formula e le città proposte sono di nostro interesse. All’estero cerchiamo partner monomandatari con caratteristiche di affidabilità ed esperienza tali da garantire tutti gli standard richiesti dalla proprietà del marchio anche in caso di più aperture nello stesso mercato. Nel futuro prossimo ci sono delle novità al livello di format? In linea di massima i format, soprattutto quelli cittadini e quelli dei luoghi di transito, come aeroporti e stazioni, resteranno invariati, anche se già oggi stiamo apportando notevoli migliorie sia ai servizi che all’arredamento e ai menu. A Milano tutti i locali sono già dotati di wifi e da poco nei menu di tutta Italia sono ricomparse le golose tartine firmate Panino Giusto: al salmone, al paté, al lardo d’Arnad, accompagnate da aperitivi e cocktail.
bancone nel 1979, oggi conta circa 320 dipendenti (480 di gruppo) e serve 2 milioni di clienti all'anno, per un business, secondo le dichiarazioni del management, di circa 28 milioni di euro per il 2010, in crescita sull'anno precedente del 10%. In attesa dei dati economici definitivi sull'ultimo esercizio, che possono dare un'idea più complessiva (ma ancora parziale, considerato che l'operazione di acquisizione risale all'estate dell'anno scorso), uno sguardo sull'andamento economico di Erreci, la società gestita da Civita, con in gestione il marchio per i centri commerciali, mostra un trend positivo dalla fine del 2005, anno di nascita, all'ultimo bilancio disponibile del 2009. Gli ultimi 3 esercizi sono in attivo, il giro d'affari in crescita esponenziale (da circa 2 milioni di euro nel 2006 a circa 9,7 milioni tre anni dopo), come il fatturato per dipendente (salito da 40mila euro nel primo esercizio a tre volte tanto nell'ultimo bilancio depositato), mentre il rapporto MOL su ricavi è stabile su percentuali positive a due cifre. Sono numeri complessivamente importanti (anche se il 2009 ha presentato una flessione soprattutto per il Return on Investement, finito in rosso dopo un triennio positivo), che però presentano il tallone d'Achille di un alto rapporto di indebitamento, stabile sul 96-97% circa, cosa abbastanza normale in aziende giovani con una crescita così repentina, sostenuta necessariamente da forti investimenti iniziali. L'obiettivo è il raggiungimento a regime di un EBITDA del 25% che permetterà il sostenimento delle spese per l'acquisto del marchio Panino Giusto, operazione conclusa l'anno scorso. Già, perchè intanto la società Panino Giusto srl, che ha gestito il brand negli ultimi anni, è stata un vero gioiello di redditività con indici da applausi: 540mila euro di attivo nel 2009 in trend di crescita costante (erano 161mila nel 2005), a fronte di un valore di produzione di 1,3 milioni, MOL/ricavi stabili al 50/60% e un Return on investment tra il 70 e l'80%, il tutto con un rapporto di indebitamento basso (stabile al 50% circa). Insomma, le premesse per un buon risultato della fusione ci sono tutte, non solo di format, ma anche di sostenibilità economica, considerati i trend positivi degli ultimi anni, in attesa che Civita metta in pista anche il nuovo management, che dovrà accompagnare il marchio meneghino nella sfida dell'esportazione sia in altri centri urbani italiani, sia all'estero, senza commettere più l'errore di Parma. David Montorsi
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prima pietra
Le Officine , fabbrica di retail L
e riqualificazioni urbanistiche con soluzioni a destinazione commerciale, ma anche direzionale o ricettiva, rappresentano una concreta via di sviluppo nel nostro Paese. Un’ulteriore opportunità è data dall’ammodernamento dei centri commerciali obsoleti (vedi articolo di taglio nastro, pag 28), per i quali i costi di ampliamento e restyling possono comportare investimenti paragonabili a quelli per strutture nuove. Entrambe le tipologie di intervento risultano in significativo aumento in Italia e all’estero, come si è potuto verificare durante la scorsa edizione del Mapic. Sul primo filone si inserisce a pieno titolo il retail park con annesso centro polifunzionale promosso dalla società reggiana Unieco. Nato dalla riqualificazione dell’area industriale dismessa ex Metalmetron, alle porte di Savona, il complesso di “Le Officine” rappresenta la “Cittadella del commercio e dell’artigianato”. Un polo integrato da 70milioni di euro di investimento realizzato in stile moderno che, nei piani del promotore, «ridà vita a una parte del territorio urbano, un nuovo pezzo di città che ricuce la continuità urbana e che rappresenta la naturale estensione del percorso del centro storico. L’ambizione è quella di riqualificare anche il tessuto residenziale locale, aumentando le possibilità occupazionali e di sviluppo dell’economia locale». Un ulteriore plus deriva dalla varietà delle destinazioni d’uso: Le Officine ospiterà non solo attività commerciali ma anche artigianato, un albergo, spazi per la ristorazione, parcheggi, uffici, servizi e aree verdi. Il sito si trova nella zona di Legino, in prossimità dell’arteria di grande scorrimento di via Stalingrado, a poca distanza dal centro storico della
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L’inaugurazione è prevista a fine del 2011 ma la commercializzazione è quasi ultimata. Il complesso polivalente, promosso da Unieco, sorge sulle “rovine” dell’area industriale ex Metalmetron a Savona. L’offerta mira a riqualificare un territorio fortemente sfruttato città ligure e dall’ingresso dell’Autostrada dei Fiori A10, che collega Genova a Ventimiglia. La posizione conferisce al centro visibilità sul territorio e accessibilità rispetto sia alla popolazione residente sia ai flussi turistici. Tra questi spicca l’indotto dei crocieristi, stimati in un milione di unità per il 2011. Oltre ad intercettare potenziali nuovi consumatori, il progetto in questione dovrà conquistare quote di mercato a scapito dei due competitor che presidiano attualmente Savona nei lati nord-est e sud-ovest. Il bacino d’utenza dichiarato da Unieco, interamente posizionato nel capoluogo e nella relativa provincia, si attesta sui 70mila residenti nell’isocrona dei 10 minuti e sui 180mila nei 20 minuti. Su una distanza di 30 minuti il dato tocca le 210mila unità, con l’interessamento della provincia di Genova. Tuttavia, osservando la conformità del territorio e la posizione di Le Officine, il dato più significativo è quello dei 20 minuti.
Un condominio di marchi
Il complesso è composto da una serie di edifici autonomi con destinazione d’uso mista. Sono cinque le medie strutture di vendita e 17.500 i mq di gla per unità commerciali, che si integrano con circa 10.000 mq di locali destinati ad attività di artigianato e servizi e 3.400 mq di direzionale. Le Officine ospita inoltre una struttura alberghiera da
4.000 mq, realizzata architettonicamente con uno sviluppo verticale a torre. Di importante valenza sociale sarà lo spazio pubblico: una piazza utilizzabile per spettacoli, eventi ed attività espositive. Entrando nel merito dell’offerta retail, oltre alle cinque medie superfici sono previste altrettante attività di somministrazione di cibi e bevande, accessibili dalla piazza scoperta. La galleria prevede complessivamente 44 punti vendita, distribuiti su due livelli. Non sono state incluse, invece, particolari attività di intrattenimento. Un indicatore sulla validità dell’iniziativa è dato dalla percentuale di commercializzazione, arrivata quasi al 100% nonostante manchino diversi mesi all’apertura. Al momento della stesura dell’articolo era in via di definizione l’ultimo marchio. Rimangono
da assegnare spazi con destinazione artigianale, terziaria/direzionale e ricettiva. Tra gli accordi già ufficializzati si annoverano quelli con Conad, Pittarello, Brico ed Euronics. Va segnalato, inoltre, che i contratti in questione non sono di locazione ma di vendita. Questa strategia, ci spiegano da Unieco, è realizzata in genere per migliorare da subito il conto economico e per semplificare la gestione del complesso. Complesso che a questo punto diventa un vero e proprio condominio di marchi.
Da migliorare l’aspetto ambientale
Qualcosa è stato pensato, ma ci sono margini per soluzioni più impattanti. Dopo aver analizzato altri progetti di Unieco, tra cui Le Piazze di Castel Maggiore (vedi articolo di taglio nastro, Retail&Food di marzo, ndr) sul fronte dell’eco-sostenibilità è lecito attendersi di più. Al momento, in conformità alla LR22/2007 della Liguria, sono previsti la produzione di acqua calda sanitaria con solare termico e limiti di trasmittanza delle superfici opache inferiori alla legge nazionale. I 1.500 parcheggi sono fuori terra ai livelli terreno, ammezzato, primo e secondo. Ci sarà l’impianto per la raccolta dell’acqua, per conferimento in pubblica fognatura, ma non sono previsti ricircoli. È positivo il collegamento diretto con i mezzi pubblici: l’autobus si ferma infatti su via Stalingrado, fronte principale dell’intervento.
Il progetto in pillole Apertura prevista Investimento complessivo Promotore Progettazione Commercializzazione Progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici) Àncora alimentare
fine 2011 70 milioni di euro UNIECO Soc. Coop. e ALFA costruzioni edili Teknos Progetti srl, Design International UNIECO e ALFA costruzioni 5+1AA, I2, AI Group, Taccini Savona Urbana Retail park e Centro polifunzionale circa 35.000 mq GLA 1.500 2 5 5-6 44 CONAD
Urbanizzazione in chiaroscuro
«Le Officine, il progetto che sorge a Savona sull’area dell’ex Metalmetron, è un’interessante proposta di riqualificazione urbana e rappresenta una sfida all’interno del territorio savonese e della Regione Liguria – spiega Ing. Tiziana Bardi, titolare StudioBardi/Cad38 – In primo luogo perché il territorio provinciale è stato caratterizzato nel passato da uno sfruttamento industriale pesante e ora risulta oggetto di numerose iniziative di riqualificazione che si scontrano con esigenze di bonifiche dei terreni, non sempre di facile e corretta realizzazione. In secondo luogo perché le autorizzazioni commerciali in Regione Liguria non sono cosa semplice, tenendo conto che le grandi superfici di vendita sono bloccate da tempo dalla legge regionale e che le medie superfici sono sottoposte all’approvazione dei singoli comuni». Pro e contro, dunque, con as petti da migliorare per ottimizzare i flussi. Il sito del progetto, il lungo iter che l’ha caratterizzato e ancora la riqualificazione di un’area particolarmente sensibile hanno meritato un intervento approfondito da parte dell’urbanista e giudice nell’Indice di innovazione. «Il centro polifunzionale Le Officine – continua Bardi – è un progetto di grande interesse, grazie alla sua posizione urbana e alla scarsa concorrenza presente sul territorio. È importante, però, tener conto di alcune considerazioni. Il sito è posizionato oltre la ferrovia, che crea una vera e propria frattura urbana fra il centro storico ad est e la costa a sud. Se si punta sulla prossimità al centro storico per incrementare il bacino di utenza bisognerà creare un vero circuito fra corso Tardy-corso Mazzini verso il Priamar a est, via PaleocapaPiazza del Popolo-stazione a nord e la zona di Costa Crociere, che rimane un po’ lontana. Particolare attenzione dovrà poi essere riservata al cavalcavia verso via Nizza e a Via vittime di Brescia, che saranno soggette a un incremento notevole di traffico e potrebbero rappresentare dei punti di blocco. Per quanto riguarda il parcheggio, dalla brochure di progetto
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi)
7,3
8 7 6 8
Valutazione da 1 a 10
non si evince dove si sviluppa e come vi si accede: il rischio è che porti ancora più traffico sulla rotonda, punto nevralgico d’accesso. Capitolo
a parte per l’hotel: attualmente l’offerta di Savona si concentra nel centro e nella zona della Darsena, ma c’è spazio e richiesta per nuove unità
nella parte più a ovest. È però fondamentale, se si vuole puntare sul pubblico misto di turisti, crocieristi e target business, creare un vero circuito attrattivo fra il centro storico, la stazione e il porto».
Nel cuore della città
Analizziamo ora i dati sull’inquadramento territoriale, ottenuti attraverso VirtualMarket di Sincron Inova, presentati nella tabella. Da questi si evince, in primis, che l’indice di reddito (Nir) e soprattutto di consumo (Nic) sono superiori alla media nazio-
retail&food - aprile 2011 25
prima pietra Competitor nelle fasce isocrone dei 20 minuti, con autostrada, traffico medio
00' - 05'
Format
Insegna
Provincia
Comune
Indirizzo
Superficie (mq)
Distanza (minuti)
Centro Commerciale IL GABBIANO SV SAVONA
Corso Agostino Ricci 203/R
23.858
3,4
Centro Commerciale
MOLO SV VADO LIGURE
Via Tristre
21.000
6,9
Centro Commerciale
CORTE DI MARE SV VARAZZE
Via Monte Grappa 45
5.580
18,1
05' - 10'
10' - 15'
15' - 20'
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Fasce Isocrone
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Inquadramento territoriale della localizzazione
nale. In particolare i valori comunali sono maggiori rispettivamente del 18% per il Nir e del 21% per il Nic. Questi dimostrano una più spiccata propensione al consumo. Esaminando le variabili socio-demografiche è possibile notare la maggior percentuale di femmine e per contro la minor presenza maschile rispetto al dato italiano. A livello comunale vi è inoltre una maggior presenza di stranieri rispetto alla media regionale e nazionale. La dimensione del nucleo familiare è inferiore di quasi mezzo punto rispetto alla media italiana, al contrario l’età anagrafica media risulta più elevata, di circa 5
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anni, sia a livello comunale e provinciale che regionale. Gli abitanti con meno di 25 anni sono sempre inferiori al 19%, contro il 23,9% del dato nazionale, mentre la fascia over 64 supera sempre il 26%, con una punta del 28,3% a livello comunale, contro il 19,8% della media italiana. La composizione anagrafica della popolazione incide ovviamente sui consumi perché le due categorie, meno di 25 e più di 64 anni, presentano comportamenti di acquisto differenti, sia come modalità che come bisogni. Il bacino di attrazione del centro, che consideriamo dato dai 20 minuti di percorrenza con
automobile e traffico medio, è illustrato nella mappa. Da notare come nell’isocrona ricadano comuni esclusivamente della provincia di Savona. Nel bacino sono presenti altri tre centri commerciali, di cui uno, il “Corte di Mare”, di dimensioni decisamente inferiori è peraltro il più lontano, mentre Il Gabbiano e Molo 8.44 presentano un Gla più estesa rispetto a Le Officine, quindi un’offerta maggiore e potenzialmente una maggiore capacità attrattiva. Inoltre sono entrambi posizionati lungo arterie principali, il primo intercetta i flussi da nord-est mentre il secondo da sud-ovest. Abbiamo quindi chiesto
a Sincron Inova di analizzare la baricentricità (il valore derivante dalla ponderazione del dato demografico dei residenti del bacino considerato in funzione inversa della distanza della popolazione dalla location) del centro in analisi rispetto a questi due competitors. Ne è risultato che Le Officine gode di una buona baricentricità, specialmente se paragonato al Molo 8.44, poiché può contare su una più favorevole distribuzione della popolazione all’interno della sua area di attrazione, quasi il 73% degli consumatori potenziali del bacino risiede infatti nell’isocrona dei 10 minuti. A. P.
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taglio nastro
Fiordaliso diventa maggiorenne Anche per i centri commerciali l’età adulta comporta un cambiamento, che non può prescindere da un’offerta aggiornata ai parametri attuali. Ma lo storico shopping center di Rozzano ha fatto molto di più: restyling, ampliamento e infrastrutture sono i driver per conquistare il bacino sud di Milano
C
orreva il settembre del 1992 quando è stato inaugurato a Rozzano (Mi), il centro commerciale Fiordaliso. Da allora sono trascorsi oltre 18 anni, gli ultimi dei quali scanditi dalla costruzione di nuove strutture retail ed entertainment nel medesimo complesso. Tra questi si segnala un retail park da 21mila mq di gla e un multisala, prima a insegna Medusa e poi a marchio The Space, in seguito all’unione di Medusa Multicinema e Warner Village Cinemas. Con l’evolversi dell’assetto urbanistico della zona, che comprende l’area sud di Milano, il comune di Rozzano e quello limitrofo di Assago, e con il potenziamento di competitor come il centro commerciale di Milanofiori, si era creata la necessità di ammodernare anche la “vecchia” galleria di 70 negozi. Come ha spiegato a retail&food il direttore del centro commerciale, Daniele Vincenzi, i lavori di ampliamento del Fiordaliso sono iniziati a inizio marzo 2009 e sono terminati nell’autunno 2010. L’inaugurazione ufficiale ha avuto luogo lo scorso primo dicembre ma le nuove aree sono state aperte poco alla volta già nei mesi precedenti.
28 retail&food - aprile 2011
«Durante i lavori lo shopping center è sempre rimasto operativo – ha precisato Vincenzi – il cantiere procedeva per micro-lotti. A mano a mano che le aree venivano completate e aperte al pubblico registravamo un aumento dei visitatori rispetto al periodo ante-lavori». I numeri parlano chiaro: con il completamento della food court, lo scorso ottobre, il flusso dei visitatori è cresciuto del 14% rispetto allo stesso mese del 2008, a novembre l’aumento è stato del 14%, a dicembre del 48%, a gennaio del 44% rispetto allo stesso periodo del 2009 e a febbraio il dato parziale dei primi 20 giorni superava il 40 per cento. Da notare lo “sbalzo” tra novembre e dicembre, merito della forte campagna promozionale che ha toccato anche alcuni quartieri di Milano. In attesa che aprano le ultime unità retail già commercializzate o in via di contrattualizzazione, l’iniziativa da 80 milioni di euro promossa da Fiordaliso S.p.a. e commercializzata da Gallerie Commerciali Italia ha registrato i primi riscontri positivi. L’obiettivo fissato dalla gestione è quello di aumentare del 50% il giro d’affari, passando
da 250 milioni di euro annui a 370-380 milioni. Questo comporterà ricadute occupazionali già nel breve termine, con il numero degli addetti che dovrebbe passare da 800 a 1.200.
Un lavoro ai fianchi…
Anche i migliori lifting lasciano delle tracce, ma non quello di Fiordaliso. I nuovi 18mila metri quadrati di gla si inseriscono perfettamente nel mall, che arriva così a 53mila mq complessivi con 130 negozi, 8 medie superfici e l’ipermercato. Il progetto non ha comportato il classico raddoppio della passeggiata, con una parte vecchia riconoscibile per l’altezza e la distribuzione degli spazi, ma al contrario ha determinato l’aumento della superficie lorda affittabile soprattutto agli estremi della galleria e sul retro. Ciò ha permesso la realizzazione di due ampie piazze laterali circondate da negozi, che si contraddistinguono per le numerose sedute, le palme alte diversi metri e l’illuminazione naturale proveniente da grandi coperture in vetro. Inoltre hanno guadagnato spazio alcuni punti vendita, tra cui quello di MediaWorld (passato da 2.700 a 5.000 ma di gla) e l’ipermercato (arrivato a 11.800 mq di superficie di vendita). Sul fronte anteriore della galleria, invece, ha conquistato metri la foodcourt. Anch’essa è illuminata da luce naturale, proveniente dalla grande parete frontale in vetro. Il restyling interno ha riguardato anche i materiali e le finiture. In particolare sono stati rifatti i controsoffitti, l’illuminazione, i pavimenti, dove è stato posato marmo bianco, e le vetrine, alzate a 3,5 metri.
…ma anche a facciata, parcheggio e infrastrutture
Innanzitutto colpisce la nuova facciata, ricoperta da un giardino verticale alto circa 8 metri ed estesa complessivamente 1.250 metri quadrati. Oltre all’elemento estetico, non di poca importanza,
questa soluzione dovrebbe migliorare il bilanciamento termico dell’edificio, riducendone i consumi energetici. Il parcheggio è stato potenziato con 1.700 nuovi posti, che si sommano ai 4.300 precedenti. Va sottolineato che 900 posti sui 6.000 totali sono gestiti dal multisala. Salendo dal livello -1 dell’area parking è possibile inoltre accedere alla galleria, tramite tapis roulant che portano direttamente nella piazza della ristorazione. Questo accesso, il terzo della struttura con un obiettivo di flussi del 20%, consente in prospettiva di allungare l’attività della food court anche dopo la chiusura dei negozi. «L’intenzione per le ore serali – conferma il direttore Vincenzi – è
CoMMENTO Struttura e design
Interni uniformi e fronte esterno green. Le piazze sono il valore aggiunto
Accesso e parcheggio
6.000 parcheggi sono una bella dote. L'ingresso dal livello -1 garantisce comfort
Attrezzato per gareggiare tra i migliori centri commerciali. Offerta commerciale Tra pochi mesi il top…
Di giorno shopping, di sera cena nella food court Spazi comuni e dopo cinema. La macchina non si tocca e attrattive indice valutazione a cura di r&f:
= migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
Il progetto in pillole Data di apertura Data di apertura ampliamento Investimento complessivo ampliamento Promotore Commercializzazione PROGETTAZIONE Gestore Località Localizzazione Tipologia Gla retail park Gla centro commerciale GLA galleria pre ampliamento GLA aggiuntiva post ampliamento Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici) Totale unità ampliamento (piccole, medie
VALUTAZIONE
settembre 1992 1/12/2010 80 milioni di euro Fiordaliso S.p.a. Gallerie Commerciali Italia Sviluppo Srl Gallerie Commerciali Italia Rozzano (Mi) Extraurbana Centro commerciale + retail park 21.000 mq 53.000 mq 16.000 mq 18.000 mq 6.000 (di cui 900 di The Space Cinema) 1 8 20 130
e grandi superfici)
Àncora alimentare
quella di chiudere il resto della galleria e di tenere in funzione l’area della ristorazione. Al momento un solo punto food può tenere aperto dopo l’orario di chiusura del centro perché gode di accesso esterno. Tuttavia per creare un’offerta di ristorazione di forte richiamo anche dopo cena è necessario che tutti gli esercizi rimangano aperti». Ultimo a essere completato, ma di fondamentale importanza, è stato lo svincolo della Tangenziale Ovest di Milano “Rozzano-Quinto Stampi”. L’infrastruttura ha visto un investimento da parte di Fiordaliso di 7 milioni di euro ed è stata vincolata alla realizzazione dell’ampliamento. Il nuovo tratto risulta determinante per decongestionare il traffico sia in direzione del centro commerciale che verso il paese.
L’offerta retail cresce di livello
Da 70 negozi si è arrivati a 130 complessivi, incluse le piattaforme Decathlon, Leroy Merlin e Botanic del retail park. La sola galleria è passata da 16mila mq di gla a 34mila mq, con 55 nuovi punti vendita. In questa fase di cambiamento sono pochi i punti vendita che hanno lasciato il centro: Spizzico e Ciao di Autogrill e Elena Mirò. Quest’ultimo è stato sostituito da Gruppo Miroglio con un altro marchio in portafoglio, per evitare la cannibalizzazione tra brand della medesima azienda presenti al Fiordaliso. Altre catene sono arrivate: Ck Jeans, H&M
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi)
(circa 2.400 mq), Zara (circa 2.000 mq), Scarpe&Scarpe (2.300 Iper (19.000 mq di gla) mq), Ovs, Bershka, Mango, Piazza Italia, Deichmann e ancora Jean Louis David, Douglas, Swarovski e Toyota. La commercializzazione ha seguito tre strategie in particolare. Riequilibrare il mix merceologico aumentando soprattutto la presenza di abbigliamento, prima percentualmente scarso. Consolidare la presenza di brand di medio livello con soluzioni di forte appeal, H&M e Zara su tutti. Importare marchi di posizionamento medio-alto. Contestualmente ai lavori in galleria, da parte di quasi tutti i marchi già presenti c’è stata la volontà di ammodernare il layout dei punti vendita e, talvolta, di cambiare location per aprire in unità più estese. «In un periodo dove si preferiscono soluzioni piccole per abbattere i costi – ha aggiunto Vincenzi –, si può notare come le catene abbiano scelto metrature grandi rispetto ai propri format tradizionali. Questo dimostra che credono nel progetto di Fiordaliso». A completamento dell’offerta sono in fase di apertura uno shop di Gap (prevista per fine aprile) e uno di Bialetti. La commercializzazione è ancora attiva per un’unità da 180 metri quadrati. Ma a destare attenzione nei prossimi mesi sarà l’apertura, su una superficie di 700 mq, di un importante marchio: «L’operatore che tutti vorrebbero avere ma che in pochissimi hanno», ci spiega con orgoglio il direttore. 55
Il food perde Autogrill
La ristorazione ha visto l’uscita dalla galleria di
6,8
5 8 6 8
Valutazione da 1 a 10
Autogrill e il trasloco di McDonald’s dalla food court al parcheggio, con la formula McDrive. In ambito fast food la concorrenza è davvero spietata grazie alla presenza ravvicinata del competitor Burger King. «Complessivamente la food court ha visto una leggera diminuzione della gla, a cui si è contrapposta una migliore resa al metro quadrato», ha puntualizzato Vincenzi. Tra le numerose sedute in comune (300), colorate di rosso, giallo e arancione, si annoverano i punti Promò, Da Giovanni, La Bottega del Caffè, Cibiamo, Gourmet Panda, Il Lupo, Wiener Haus e Rococò.
Aumentano anche i servizi
L’operazione upgrading non riguarda solo i negozi. Per favorire l’afflusso sono stati potenziati i servizi gratuiti di navetta da Rozzano, attivi tutti i giorni nei quali è aperto Fiordaliso. Inoltre è al vaglio del gestore la creazione di un nuovo servizio, contraddistinto da un maggiore numero di fermate anche all’interno del comune di Assago. Guardando alle esigenze dei genitori, è presente un centro di baby parking per bambini da 3 a 10 anni, gratuito per la prima ora e mezza. A pagamento, invece, è disponibile un servizio per i più piccini, da 6 mesi a 3 anni. Entrambe le aree sono custodite e con personale qualificato. Tra le altre utilities si annovera l’ingresso di uno studio dentistico, mentre erano già presenti sia lo sportello bancomat che la farmacia. È da destinarsi, inoltre, una superficie di 500 mq, dove sono in trattativa due soluzioni: un poliambulatorio o due scuole, una di musica e una di inglese. «La trattativa con la scuola di inglese è in stato avanzato», conclude il direttore Vincenzi. Andrea Penazzi
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A giugno la nuova edizione della manifestazione milanese
Eire
cala il Settebello M
aggio 2010. La sesta edizione di Eire era prossima all’apertura, in un momento difficile per il mercato. Molti operatori guardavano alla fiera milanese con diffidenza, non celando perplessità sulle sue reali capacità di riattivare un business che giaceva bloccato dal pessimismo su consumi e finanza. Ma la tre giorni ha colto tutti, o quasi, di sorpresa. Ha generato entusiasmo e riscon-
trato l’apprezzamento di espositori e visitatori. I numeri lo hanno confermato: 35mila mq di area espositiva, 473 imprese e istituzioni presenti, 14mila operatori professionali provenienti da circa 50 paesi, 326 giornalisti, 65 tra convegni e presentazioni che hanno registrato circa 3.300 presenze. Questi dati sono la base su cui la società Ge.Fi intende partire per organizzare l’edizione 2011 (7-9 giugno): un evento che dia continuità alla ripresa proponendo aree tematiche, dibattiti e confronti. Per arrivare a questo risultato sta puntando innanzitutto sui servizi permanenti e temporanei, anche online. «A supporto di questa continuità – comunicano da Ge.Fi – stiamo sviluppando alcuni strumenti web che permettono agli
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operatori di fare networking: conoscersi, interagire e sviluppare nuove opportunità di business. Un primo strumento è L’Eire Forum, ovvero la sezione di www.italiarealestate.it dedicata a dibattiti, contributi, interviste, articoli e approfondimenti. Il secondo, nuovissimo, è l’EIRE One To One. Si tratta di una piattaforma virtuale per tutti gli espositori e visitatori di Eire 2011, creata allo scopo di dare visibilità ai progetti della
manifestazione». Tuttavia, se la preparazione all’evento assume un ruolo di grande importanza, determinanti restano i tre giorni nei padiglioni di Rho Fiera Milano. In questo senso la rassegna meneghina si propone come un luogo unico di sintesi e visibilità delle reali opportunità presenti sul nostro territorio. A queste si aggiungono le prospettive sui mercati esteri, perché è la crescente internazionalizzazione degli espositori la leva attraverso cui gli organizzatori mirano a conquistare maggiore visibilità. Durante la settima edizione di Eire vi saranno quindi focus sui mercati emergenti, dove i tempi delle operazioni di sviluppo immobiliare e urbanistiche sono più rapidi e le professionalità italiane trovano
molta considerazione. Un ruolo di primo piano sarà assunto dall’attività convegnistica. L’incontro dedicato al Retail Real Estate si svolgerà mercoledì 8 giugno e sarà organizzato da CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) e Popai Italia, in collaborazione con il Comitato Scientifico di Eire. Fra i temi più interessanti si affronterà quello dell’evoluzione parallela dell’immobiliare commerciale e del retail. A un livello più macro, che include tutto il comparto real estate, si segnala Il convegno inaugurale. Organizzato da Ge.Fi. in collaborazione con Property Investor Europe, Quotidiano Immobiliare e il Comitato Scientifico di Eire, darà voce a importanti investitori provenienti dall’Italia, dall’Europa,
dall’America e dal Far East. Il tema sarà: “Quali condizioni per investire in Italia”. Nel nostro Paese la riforma del federalismo demaniale delega alle amministrazioni pubbliche la responsabilità nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio immobiliare. Il convegno avrà quindi l’obiettivo di evidenziare le opportunità economico-urbanistiche che tale processo genera e soprattutto di indicare perché e a quali condizioni un investitore dovrebbe interessarsi al nostro Paese e all’Europa in generale. Forte attenzione sarà ancora dedicata al mondo della pubblica amministrazione. «Eire ha sempre avuto una cura speciale per favorire l’incontro fra pubblica amministrazione e operatori della filiera – hanno aggiunto da Ge-Fi –, creando momenti di confronto sulle opportunità di valorizzazione del territorio attraverso il “commercio”. Quando la PA e gli operatori, al contrario, non seguono questo percorso di relazione, rallentano lo sviluppo del territorio e scoraggiano l’ingresso degli investitori internazionali. Eire ambisce a fare un lavoro di connessione fra questi soggetti generando un dialogo positivo e proficuo». Per favorire questo dialogo sarà allestito un ricco palinsesto di corsi di formazione, di cui i temi principali saranno: la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, il nuovo governo del territorio e gli strumenti finanziari per il governo del territorio. A. P.
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Tra travel e mall crescono gli hotel
Alzatacce per il primo aereo del mattino, trasferimenti indigesti per gli equipaggi, un fiume di taxi per partecipare a una conferenza. A questo e altro pongono rimedio gli airport hotel. Fino a ieri rarissimi ma oggi in grande spolvero, dopo l’apertura dello spettacolare Sheraton di Malpensa. Anche autostrade e porti si muovono, ma a tutt’altro ritmo.
Chi dorme prende il volo
L
o scorso gennaio l’inaugurazione del grande Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel & Conference Center ha riacceso i riflettori sul tema degli alberghi nei luoghi di viaggio. Dentro i sedimi degli aeroporti, dei porti o delle autostrade, o sempre più spesso nelle loro immediate vicinanze, queste strutture vivono un periodo di grande dinamismo. Solo per stare in Italia, gli ultimi mesi hanno visto un susseguirsi di annunci che riguardano gli aeroporti: a Malpensa pochi mesi prima dell’inaugurazione della struttura alberghiera nel T1, è comparso un secondo bando, per la creazione di un albergo “low cost” nei pressi del Terminal 2. Aeroporti di Roma ha anticipato che per Fiumicino sono in fase di valutazione una serie di progetti di sviluppo Real Estate tra i quali alcuni finalizzati all’incremento della capacità ricettivoalberghiera. Nello scalo di Lamezia Terme, in Calabria, il 4 marzo è scaduto il bando per la costruzione e/o la gestione (c’era una doppia possibilità di partecipazione) di un hotel posto nel sedime dell’aeroporto. Altri progetti riguardano
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invece le immediate vicinanze degli aerodromi: uno tra tutti la costruzione, giunta ormai quasi alla fine, di un travel hotel nei pressi dell’aeroporto di Ancona-Falconara. Si tratta di un’accelerazione del tutto anomala: il primo hotel in un sedime aeroportuale in Italia risale al 1994, quando aprì lo Sheraton nell’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. Da allora, però, fino all’inaugurazione dell’albergo a Malpensa c’erano state solo le aperture una manciata di anni fa dell’Hilton Rome Airport e Garden Inn Rome Airport, nello scalo di Fiumicino.
Malpensa, Lamezia e gli altri
Lo Sheraton di Malpensa davvero non passa inosservato: fronteggia buona parte della facciata del Terminal 1. Non potendo per regolamento essere più alto della struttura dell’aeroporto, si sviluppa in altezza per 22 metri (tre piani), mentre la lunghezza è di 420 metri. Le sue 433 camere, tra cui 19 suite, ospitano sia viaggiatori d’affari sia personale degli equipaggi. Ai primi sono riservati
i 200 mq del Club Lounge, la maggiore dei 300 alberghi della catena, e le 30 sale riunioni per conferenze, per un totale di 2.000 metri quadrati di superficie. Specifica per gli equipaggi è invece la “crew lounge”, che con i suoi 400 metri quadrati è la più estesa d’Europa. L’abbiamo visitata nel tour per la stampa: la contraddistingue la presenza di tre cucine - grazie alle quali i lavoratori possono risparmiare sulla diaria - diverse sale riunioni e luoghi di relax, con tv e videogiochi. Tra i particolari si segnalano le tende argentate che al tramonto creano dei giochi di luce suggestivi. «Le grandi città europee sono tutte dotate di alberghi negli aeroporti – ha detto alla presentazione il sindaco di Milano Letizia Moratti -. Milano è la prima città di turismo congressuale in Europa e questo tipo di viaggiatori ha la necessità di accorciare i tempi di permanenza. Questo albergo è importantissimo e come azionisti di Sea abbiamo sostenuto l’investimento (di 70 milioni di euro, ndr), anche se era un obiettivo a cui credevano in pochi, perché abbiamo dato il via libera nel 2008, in coincidenza con il dehub-
Orio al Serio, il turista punta al centro commerciale I mondi del travel e dei centri commerciali si incrociano a pochi chilometri da Bergamo. Di fronte all’aeroporto di Orio al Serio è presente il grande Oriocenter, che conta 200 negozi. A fianco dello shopping center c’è l’hotel Nh Orio al Serio (non distante c’è anche una struttura di Una), che ha una peculiarità: è preso d’assalto da turisti stranieri che hanno come unico scopo la caccia all’affare nel mall. «Il nostro cliente medio ha tra 25 e 45 anni, viene dai Paesi nordici e da Germania e Belgio – spiega il direttore dell’hotel Marco Scola -. Gli ospiti si dividono in due fasce: quelli che visitano Bergamo e quelli che arrivano solo per l’Oriocenter». Questi ultimi si presentano il venerdì o in settimana e si fermano una o due notti. «L’afflusso c’è soprattutto duranti i saldi. Ritroviamo le stanze piene di scatole di scarpe e confezioni, tante volte arrivano senza bagaglio e tornano con valigie comprate sul posto». Tra i clienti una buona fetta è rappresentata da equipaggi di aerei. «Anche loro – dice Scola – vengono qui per la comodità ma soprattutto per la vicinanza del centro commerciale».
tare i lavori entro la fine del 2011 e inaugurare l’albergo all’inizio del 2012». La creazione di un hotel low cost è una novità nel territorio italiano. All’estero, invece, si è segnalato nel febbraio del 2010 l’annuncio dell’aeroporto di Auckland, in Nuova Zelanda, dell’apertura di un hotel Formule 1, la catena più economica del gruppo Accor. Aprirà i battenti il prossimo luglio e, anche in quel caso, sarà a complemento di un albergo di fascia alta, targato Novotel (sempre di Accor). A Malpensa T2, comunque, le caratteristiche dell’albergo descritte nel bando, fanno sapere esperti del settore, lasciano pensare a un tre stelle e non a un complesso di livello inferiore. La struttura di Lamezia Terme, invece, ha visto scadere il bando lo scorso 4 marzo. Al momento della scrittura dell’articolo non era ancora chiaro chi fosse il vincitore. Quello che la società di gestione Sacal ha comunicato è che si tratterà
di un 5 stelle da 110 camere, distante circa 400 metri dal terminal ma nel sedime aeroportuale. La motivazione per la sua costruzione, spiega Eugenio Sonni, direttore commerciale di Sacal, è la carenza di alberghi nei dintorni. Sarà utilizzato sia per gli equipaggi sia per superare le difficoltà in caso di riprotezione dei passeggeri per voli cancellati. Altre iniziative riguardano invece i paraggi degli scali. Ad Ancona-Falconara, presso l’aeroporto delle Marche, è in fase di completamento la costruzione del nuovo hotel 4 stelle che sarà aperto entro la fine del 2011. L’albergo, comunicano da Aerdorica, disporrà di circa 100 camere, di un centro spa e di parcheggio interno ed esterno. Si trova a circa 500 metri dal terminal arrivi dell’aeroporto e sarà facilmente raggiungibile attraverso un viadotto dedicato. I dintorni degli aeroporti, d’altra parte, sono
bing di Alitalia». Le ha fatto eco il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi: «Diventerà un punto di riferimento per tutto il turismo d’affari di Milano, ha una grande offerta non solo alloggiativa, ma anche dal punto di vista congressuale e dei servizi, dato che ha la spa più grande di tutta Milano».
T2, spazio al low cost
All’inizio di ottobre sono intanto scaduti i termini della procedura di selezione per individuare il soggetto realizzatore e gestore di una infrastruttura alberghiera al Terminal 2 (non è una gara in senso formale). «Le offerte – fanno sapere dalla società di gestione aeroportuale – sono state analizzate dalla struttura di Real Estate di Sea sulla base della qualità della soluzione architettonica presentata, del ritorno economico per l’aeroporto e delle caratteristiche dei diversi proponenti. Siamo nella fase finale del processo di selezione. L’obiettivo è di avviare la realizzazione dell’iniziativa nell'estate del 2011, comple-
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Tra travel e mall crescono gli hotel Aeroporto
Nome hotel
Amsterdam Schiphol Sheraton Amsterdam Atene Sofitel Athens Airport Baku Airport Hotel Barcellona Renaissance Airport Hotel Bruxelles Sheraton Airport Hotel Chicago O'Hare Hilton Chicago O'Hare (T2) Dallas/Fort Worth Grand Hyatt DFW Dallas/Fort Worth Hyatt Regency DFW Detroit Days Inn & Suites Airport Detroit Quality Inn & Suites Airport Dublino Clarion Hotel Airport Dublino Radisson SAS Hotel Francoforte International Sheraton Frankfurt Hotel Helsinki Hilton Helsinki Airport Hong Kong Regal Airport Hotel Johannesburg Intercontinental Kuala Lumpur The Pan Pacific Hotel Lione NH Lyon Airport Londra Gatwick Courtyard London Gatwick Londra Gatwick Hilton London Gatwick Londra Gatwick Sofitel London Gatwick Londra Heathrow Sofitel London Heathrow (T5) Londra Heathrow Hilton London Heathrow (T4) Londra Luton Holiday Inn Express Luton Londra Stansted Radisson SAS Hotel Madrid High Tech Madrid Hotel Manchester Radisson SAS Airport Melbourne Hilton Melbourne Airport Monaco Kempinski Munich Airport Mosca Domodedovo Aerotel Domodedovo Hotel Mosca Sheremetyevo Novotel Sheremetyevo Oslo Radisson SAS Hotel Parigi Charles De Gaulle Ibis Paris CDG Aeroport Parigi Charles De Gaulle Hilton De Gaulle Airport Parigi Charles De Gaulle Sheraton Hotel CDG Airport Pechino Hilton Beijing Capital Airport (T3) Praga Ramada Airport Hotel (T2) Praga Courtyard by Marriott (T2) Rio De Janeiro Luxor Aeroporto Hotel Seul Incheon Hyatt Regency Incheon Shanghai Pudong Ramada Pudong Airport Singapore Changi Crowne Plaza Changi Airport Stoccolma Radisson Sas Arlandia Stoccolma Radisson Sas Skycity Hotel Tokyo Narita Hilton Narita Airport Varsavia Courtyard by Marriott Zurigo Radisson Blu Hotel Airport Fonte: elaborazione retail & food dal sito http://www.airporthotelguide.com/
logicamente affollati di strutture ricettive. A Malpensa sono decine, ora preoccupati dall’arrivo della nuova struttura. A Olbia, vi sono 2 hotel molto vicini al sedime aeroportuale (Jazz Hotel 4 stelle e Hotel Savoia 3 stelle) e c’è un progetto presentato al Comune da privati per la realizzazione di un terzo hotel. Geasar, la società di gestione, ha inserito inoltre nel suo piano di sviluppo quarantennale la previsione di realizzare un hotel all'interno del sedime aeroportuale, ma
ciò non avverrà nell'immediato. Nei pressi dell’aeroporto di Firenze 4 esiste una variegata offerta di cate4 goria e di prezzo, compresa tra un 5 chilometro, massimo due, dall’ae3 roporto, in particolare l’Hilton 4 Garden Inn di Novoli ed il Novotel 3 4 dell’Osmannoro. 4 L’elenco potrebbe andare avanti a 3 lungo. Basti pensare che la Aiport 3 Hotel Guide ne segnala 3.200 3 nel mondo. Nella tabella in pagina 4 abbiamo riportato, per i principali 5 aeroporti europei e mondiali, quelli 4 2 contrassegnati come “At airport” o 4 “On site” (non è però sempre chia4 ro se si tratti di strutture in regime 3 di concessione). I marchi più affe3 zionati a questo tipo di strutture 3 sono Hilton (9 alberghi compreso 3 Fiumicino), Radisson (7), Sheraton 3 4 (5 compresa Malpensa), Sofitel 2 e Courtyard (3 ciascuno). Dei 47 4 hotel analizzati, solo due hanno 4 due stelle, mentre 18 tre stelle, 24 3 quattro stelle e tre cinque stelle. 4 Tra gli esperimenti stranieri più 5 interessanti, sul fronte ricettivo, 4 ci sono i mini-hotel di Yotel. 3 4 Si tratta di cabine, grandi più o 3 meno quanto un vagone letto, 4 ospitate all’interno degli aeroporti: 4 nel T4 di Londra Heathrow e nel 4 South Terminal di Londra Gatwick 3 sono nel landside. Ad Amsterdam 4 Schiphol è nell’area transit, e vi ci 4 4 si accede con passaporto e carta di 3 imbarco. Ci sono camere premium 4 (doppia), twin (due grandi singole) 4 e standard (una singola). Hanno 4 doccia, tv a schermo piatto e wi-fi 3 gratuito. Il pagamento è in base 3 alle ore di occupazione. Da Yotel 3 fanno sapere a r&f che sarebbero interessati a un ingresso sul mercato italiano, ma di non avere al momento progetti concreti. Un altro modo alternativo di dormire negli aeroporti è stato pensato nel nuovo T1 di Barcellona El Prat: si tratta di una decina di stanze (prezzi dai 130 euro in su) ospitate nel business center, a pochi passi dal centro fitness e dalle sale riunioni. Stelle
canale degli alberghi in viaggio è quello delle autostrade: l’Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali, ha inviato a r&f un elenco delle 18 strutture alberghiere presenti all’interno delle aree di sosta della rete a pagamento italiana (figura pagina 33). Cinque di queste si trovano lungo la A1 e quattro lungo la A4. A sud di Roma si ritrova un hotel nell’area Mirabella, provincia di Avellino, nella A16 Napoli-Canosa. Due sono anche in tangenziali, a Milano e Mestre.
Dentro e (sempre più) fuori dalle autostrade
Fuori dal mondo aeroportuale, l’altro grande
Outlet, la convenzione è scontata Tra i luoghi di grande afflusso di persone ci sono anche gli outlet, e nei loro pressi si sono sviluppati diversi hotel. A spiegare il rapporto tra i villaggi commerciali e gli hotel è Letizia Palma, responsabile delle partnership turistiche di Fashion District Service. «Il primo passo – racconta – è prendere contatto con il territorio e distribuire negli hotel i “leaflet” promozionali del centro, per attrarre il turista che passa per l’albergo e si guarda intorno». Il visitatore riceve una “tourist card” che dà diritto al portatore di ottenere il 10% di sconto nei negozi e uno shopping kit che contiene dei gadget. «Abbiamo avuto – continua – un ottimo successo, tanto che è allo studio uno spazio sul nostro sito dedicato alle strutture alberghiere. La visibilità e i vantaggi sono infatti reciproci». Ma ci sono alberghi nati appositamente per l’outlet? «Io ho preso accordi con strutture preesistenti – risponde Letizia Palma –, successivamente ne sono nati altri ma non saprei dire se siano nati per noi».
Oliver Bonke 34 retail&food - aprile 2011
essere un punto di servizio anche della realtà locale. Le attività commerciali possono quindi beneficiare di una clientela più ampia, cosa che rende molto più attraenti queste destinazioni dal punto di vista alberghiero».
Stazioni lontane, per i porti lavori in corso
Le insegne più presenti nel canale autostradale sono due: Holiday Inn con cinque alberghi e Una Way con quattro. Proprio Una Hotels&Resort è stata in passato la catena che più ha creduto negli alberghi in autostrada. «Frutto dell’unione tra il know-how alberghiero di Una Hotels&Resorts, Autostrade per l’Italia e il prestigioso design di Giugiaro Architettura», si leggeva nei comunicati stampa di un paio di anni fa, «il progetto Una Way Hotels è nato nel maggio del 2004, quando Una Hotels & Resorts si è aggiudicata la procedura indetta da Autostrade per l’Italia per l’affidamento, fino al 2028, di servizi alberghieri in 12 aree di servizio dislocate lungo la rete autostradale italiana, nei tratti A1, A4 e A14». La costruzione degli alberghi, da 80 a 112 camere, rientrava nel piano di restyling delle aree di servizio lungo la rete autostradale, che ha previsto l’investimento di 800 milioni di euro da parte di Aspi nel periodo 2002-2009. Si trattava, ci spiega Gerardo Petretti, analyst & franchise development at Una Hotels & Resorts, di rivalutare la tradizione dei Motel Agip, rivolgendosi a un pubblico di uomini d’affari, famiglie e gruppi di amici. Il piano, tuttavia, non è andato a concludersi, perché dopo le prime realizzazioni sono sopravvenuti dei ritardi. «Eravamo pronti – dice Petretti – alla costruzione di nuovi alberghi, a oggi saremmo dovuti arrivare al sesto. Ma ciò non ha visto la concretizzazione per diversi motivi» spiega, preferendo non entrare nel merito delle vicende. Il risultato è che, continua, «il progetto non è andato avanti, ha subito una battuta d’arresto che per quanto ci riguarda è definitiva. Da qualche mese abbiamo interrotto i contatti con Autostrade per l’Italia». Ora la strategia del marchio Una Way consiste nello sviluppo di alberghi fuori dalla rete autostradale, in particolare negli svincoli. Nel 2010 è
stato ad esempio aperto un hotel a Cesena Nord, e in precedenza uno all’uscita di Occhiobello (A13, non lontano dall’outlet di futura apertura) e uno a Bologna Fiera, presso l’omonimo svincolo sulla A1. Il prossimo ad aprire i battenti sarà all’uscita di Fabro, sempre sull’Autosole, tra Firenze e Roma. «Il riscontro del mercato è molto positivo – commenta Petretti – perché c’è una forte esigenza di servizi standard in località simili. Per questo stiamo favorendo l’affiliazione anche di alberghi indipendenti». Meno convinto del canale autostradale è stato da sempre Lorenzo Iorio, amministratore delegato di Accor Hotels Italia. Anche se il gruppo è famoso in Europa per la catena low cost Formule 1, che si sviluppa lungo le autostrade, in Italia, ci spiega, la situazione è diversa: «Ci abbiamo pensato, ma non riteniamo che siano localizzazioni così premianti. Rispetto a Paesi come gli Stati Uniti, per esempio, le aree di sosta sono a poca distanza le une dalle altre, e soprattutto sono vicine a centri abitati molto belli». Non solo: «credo che l’esperienza degli alberghi in autostrada sia in esaurimento: era un modello di sviluppo degli anni Sessanta, quando i tempi di percorrenza del tragitto Nord-Sud erano maggiori e la macchina era il mezzo più rapido per le famiglie. Ora non è più così. Vedo, invece, molto di più lo sviluppo in prossimità dei centri urbani, per esempio negli svincoli». L’alternativa è l’area di sosta autostradale “aperta”. È il caso di quelle in programma nell’autostrada Pedemontana Lombarda (si veda retail&food di gennaio-febbraio 2011), pensate come accessibili anche dalla città e affiancate a servizi commerciali e di intrattenimento. «Stiamo parlando con Pedemontana – continua Iorio –. Questo tipo di area è un’evoluzione rispetto alle precedenti. Essendo una piattaforma di servizi aperta, potrà
Mentre il gruppo Accor ha sviluppato alberghi nei pressi degli aeroporti, ma non nel sedime aeroportuale, è stata presa in considerazione l’ipotesi di svilupparsi all’interno del circuito delle stazioni ferroviarie. «Con Grandi Stazioni – racconta – ci sono stati in passato dei contatti per realizzare alberghi dentro i terminal. Personalmente ritenevo che avesse molto senso ma sono sopraggiunti degli ostacoli, rappresentati dal fatto che la redditività al metro quadrato di un albergo non è paragonabile con quella della ristorazione o dei negozi». Anche in questo caso la soluzione è lo sviluppo nei dintorni delle stazioni, preferibilmente con i marchi Mercure o All Season, che avendo standard meno rigidi degli Ibis e dei Novotel permettono di affiliare anche alberghi esistenti. L’ultimo dei canali di viaggio, quello dei porti, è ancora diverso. Non sono molti i casi di alberghi presenti nelle aree demaniali. A Genova, forse l’esempio più interessante, l’Nh Marina è nell’area del Porto Antico. Gli sviluppi più significativi, in generale, sembrano riguardare i porti turistici. Si segnalano soprattutto i piani sul fronte turistico-portuale del Gruppo Acqua Marcia, guidato da Francesco B. Caltagirone. Nel porto “Marina di S. Lorenzo”, a S. Lorenzo al Mare (Imperia), ci sarà tra le realizzazioni una grande struttura ricettiva-commerciale costituita da hotel, ristorante, emporio commerciale con numerosi negozi e depositi e uno Yacht Club. Le scelte architettoniche per l’albergo e l’area residenziale, si legge nel sito della società, punteranno a materiali che ben si adattano all’ambiente marino circostante, quali il vetro ed il legno per le finiture, mentre le linee dovranno essere semplici e “pulite” al fine di non appesantire il paesaggio naturale. Anche nel “Porto della Concordia” di Fiumicino sono previsti diversi impianti turistici: albergo, residence, centro congressi, spa, impianti sportivi con piscine, due yacht clubs e spazi commerciali in vendita. Un’area ricettiva è (o era) anche in programma nel nuovo porto “Marina di Archimede” di Siracusa. Dopo l’approvazione della Sovrintendenza, però, la Regione Siciliana si è opposta. Gesualdo Campo, direttore del dipartimento regionale Beni culturali, ha spiegato che l’autorizzazione per l’hotel è da ritenersi “nulla”, in forza della legge che tutela le aree adiacenti alla costa (con l’impossibilità di costruire all’interno dei 150 m dal mare). Ma a sostegno dell’opera, secondo il Giornale di Siracusa, è però scesa in campo Stefania Prestigiacomo, potentissima nella provincia: «Viene bloccato il Porto Turistico? Questo non va bene – ha detto – perché quando un’opera parte non dovrebbe mai avere degli intoppi perché altrimenti si traduce in un danno per la città e la collettività». Tutto legittimo. Tuttavia che a chiedere di costruire in deroga a una norma ambientale sia proprio il ministro dell’Ambiente è uno dei grandi paradossi all’italiana. Fabrizio Patti
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dossier aeroporti speciale
Heinemann , a Bologna un antipasto di Italia I
l clima è stato delle grandi occasioni, con reporter stranieri e tutto lo stato maggiore dell’aeroporto Marconi di Bologna e di Gebr Heinemann, e la solennità non è stata fuori luogo, perché l’evento ha segnato la definitiva entrata dell’aeroporto nel club dei grandi scali italiani. Lo scorso giovedì 3 marzo sono stati inaugurati i primi due duty free in Italia del travel retailer tedesco, il maggiore in Europa con due miliardi di fatturato, 230 negozi in 50 aeroporti di 20
Paesi nel mondo, oltre a essere fornitore di mille rivenditori in 72 Paesi. Il primo dei due punti vendita è agli imbarchi in area Schengen, esteso su circa 120 metri quadrati. Il secondo, poco più piccolo (100 mq) si trova invece negli imbarchi extra-Schengen, una delle zone dello scalo fin qui meno sviluppate dal punto di vista del retail. Come ogni duty free che si rispetti, i punti vendita, sotto l’insegna “Travel Value & Duty Free”, sono focalizzati soprattutto sui grandi marchi della cosmetica e profumeria, sui liquori di pre-
Come anticipato a dicembre da r&f, il travel retailer tedesco, il maggiore in Europa, ha aperto due duty free nell’aeroporto di Bologna. Una festa che ha sancito la consacrazione dello scalo tra i grandi aeroporti italiani e che fa parte di una strategia di espansione nel nostro Paese. 36 retail&food - aprile 2011
gio, accessori di marchi internazionali, tabacchi, dolciumi. Ci sono però anche prodotti tipici della gastronomia italiana, una scelta su cui sia il gestore aeroportuale che il retailer hanno messo molta enfasi, convinti che tali prodotti abbiano grandi potenzialità di espansione. Per convincere il gruppo guidato dalla famiglia Heinemann a scendere da Amburgo e insediarsi nella Pianura Padana, infatti, i vertici di Sab hanno mostrato i risultati conseguiti nell’ultimo anno e quelli attesi. Li ha riassunti all’inizio
›Perché Bologna intervista
Intervista a Jens Degner, direttore sviluppo Gebr Heinemann Quali sono le principali innovazioni in termini di prodotti che avete introdotto nei due duty free? Abbiamo un focus sui marchi internazionali, ma è parte della nostra politica l’introduzione in tutti i negozi di marchi locali. Saranno sia dell’Emilia Romagna sia italiani. Calcoliamo il 10-20% dello spazio retail per marchi locali e probabilmente questa quota si espanderà in futuro. In alcuni vostri duty free c’è la possibilità di prenotare i prodotti online. Ci sarà qualcosa del genere a Bologna? Stiamo iniziando il sistema del pre-order e dell’home delivery. Lo facciamo negli aeroporti tedeschi, e lo porteremo anche in altri aeroporti. Ma non è un acquisto online, solo un ordine di prodotti che poi si prendono nel duty free. Sull’home delivery stiamo discutendo, è un servizio molto speciale. Qual è il vostro livello di prezzo? La nostra strategia di prezzo prende come base l’aeroporto di Francoforte, che ha i listini tra i più bassi d’Europa. Abbiamo gli stessi prezzi in tutti gli scali tedeschi. Avremo più o meno gli stessi prezzi a Bologna, forse con degli aggiustamenti sul confectionary, per effetto di confronti sia con gli altri punti in aeroporto che con il centro città. Nei nuovi duty free nell’airside rinnovato dell’aeroporto di Bologna ci sarà anche spazio per negozi specializzati? Sì, lavoreremo in cooperazione con l’aeroporto. Sicuramente avremo degli spazi in cui introdurremo marchi di lusso e di accessori. Ci potranno essere dei corner, degli shop in shop. Nei prossimi anni cambieremo probabilmente anche nome ai duty free, chiamandoli Heinemann Duty Free. Ci sono colloqui in corso con altri aeroporti? Sì, certamente. Siamo in contatto con alcuni scali, con il supporto del commerciale dell’aeroporto di Bologna. Speriamo e crediamo fortemente che accresceremo le attività in Italia nei prossimi 12-24 mesi. Alcuni scali in questo periodo faranno delle gare. Ci sono poi degli aeroporti come Firenze che gestiscono in proprio i duty free, ma forse loro potrebbero volere dei fornitori. Bergamo e Pisa sono in pole? Si, sono certamente interessanti, ma l’operatore esistente ha un contratto. Come avete chiuso il 2010 come fatturato e cosa vi aspettate dal 2011? Abbiamo un consolidato per le attività retail e distribuzione di 2 miliardi di euro, da 1,8 miliardi dell’anno prima. Per il 2011 ci aspettiamo un’ulteriore crescita tra il 5 e l’8 per cento. La crescita deriva dall’esistente, ma allo stesso tempo cerchiamo nuovi business. Sono numeri superiori al 2008? Sì. Si sono moltiplicati ultimamente gli atti di violenza negli aeroporti. Siete preoccupati per questi episodi? Fa parte del nostro lavoro. Quello che è successo a Francoforte e Mosca Domodedovo può succedere in tutti gli aeroporti. Per noi è un problema, perché gestiamo negozi negli aeroporti e cose come la nube vulcanica o l’11 settembre purtroppo possono capitare. La crisi nel Nordafrica cambia i vostri piani? Non ancora. Abbiamo negozi in Tunisia e a Tripoli. Il mercato del Nordafrica è sicuramente interessante, ma ovviamente siamo cauti nel valutare proposte.
›Perché Heinemann
della conferenza stampa la presidente di Sab, Giuseppina Gualtieri: +15,3% di passeggeri nel 2010, aumentati di 700mila unità fino a sfondare la soglia psicologica di 5 milioni (5.503.106 per l’esattezza). Da decimo scalo nazionale, lo scorso anno è diventato l’ottavo, e a gennaio 2011 è già salito al sesto posto. C’è poi il piano di ristrutturazione del terminal, da 25 milioni di euro, i cui lavori stanno iniziando in questi giorni e dureranno per circa 22 mesi. Al loro termine si invertiranno le proporzioni tra l’airside, che oggi copre circa il 30% degli spazi, e il landside, e soprattutto le superfici dedicate al retail si allargheranno dai 3.600 metri quadrati attuali a 5.300. Un piano, ha spiegato più tardi Stefano Gardini, il direttore business non aviation di Sab, che ha tra gli scopi quello di aumentare la
intervista
Intervista a Stefano Gardini, Intervista a Stefano Gardini, direttore business non aviation Sab Come avete fatto a convincere Heinemann ad aprire a Bologna? Noi innanzitutto abbiamo deciso di fare una gara informale, per una questione di trasparenza e per essere sicuri di scegliere l’operatore migliore. All’inizio dell’anno scorso siamo andati in giro per l’Europa a presentare il progetto della riqualificazione del terminal a tutti i grandi retailer. Sono rimasti entusiasti perché è un’iniziativa molto importante, realizzata con la consulenza di Portland. Abbiamo poi fatto una selezione concorrenziale in cui abbiamo ricevuto 12 offerte. Dopo vari step di selezione sono arrivati in finale con un altro concorrente e hanno vinto loro. Devo dire che hanno coinvolto i massimi livelli di Heinemann fin dai primi incontri, quindi erano molto convinti del progetto. Perché l’idea di puntare su un operatore internazionale? Proprio perché l’aeroporto di Bologna negli ultimi 4 o 5 anni ha bruciato record su record e soprattutto si è convinto che c’è una grande novità nel mercato aeroportuale, che si chiama concorrenza. Per essere pronti a dare sempre il massimo del servizio e avere sempre crescenti ricavi non aviation, abbiamo deciso di rivolgerci a partner eccellenti. Non ci siamo fermati ai retailer nazionali ma abbiamo fatto una selezione che coinvolgesse i più grandi retailer del mondo. È stata una scelta obbligata. Avete già un’idea di come saranno i prossimi walk through, da 600 mq in area Schengen e di 300 mq in area non Schengen? Assolutamente sì, perché tutti i partecipanti alla gara dovevano presentarci un progetto architettonico e di layout molto convincente e quindi hanno dovuto investire molte risorse nella progettazione. Volevamo essere sicuri di quello che ci sarebbe stato dopo. Noi ci
aspettiamo due Walk through, uno in area Schengen e uno in extra Schengen, particolarmente importanti, dove ci sarà all’interno un’unica linea di flusso dei passeggeri, sia a destra che a sinistra, scaffali, promozioni e soprattutto prodotti tipici, che sono stati fin dall’inizio un criterio importante di scelta. Il mio personale convincimento è che questa categoria in termini di vendite incrementerà moltissimo, e quindi ci aspettiamo un mix bilanciato tra prodotto tipico e grandi brand. Ci saranno aree tematizzate? Sì, ci saranno delle aree specifiche per special promotion, per tipical products, stiamo addirittura pensando a una zona per i bambini. Qual è il livello di investimento a carico di Heinemann? L’investimento che hanno già fatto nelle attuali aree è di oltre 500mila euro. Nella seconda fase del nostro accordo avranno un investimento di circa 2,2 milioni, su tutto il walk through. In questo ampliamento avete commercializzato altre aree? Siamo in una fase molto calda. Da una parte gli attuali tenants ci chiedono più spazi. Dall’altra abbiamo numerose richieste di entrare nella nuova riconfigurazione. La nostra selezione va nella direzione di scegliere nelle diverse merceologie l’offerta ricercando il migliore rapporto qualità/prezzo per il nostro passeggero, tenendo anche conto della continua evoluzione delle abitudini al consumo.
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dossier aeroporti speciale e 300 in quello non Schengen. Entrambi saranno disposti secondo una logica walk-through, in modo da intercettare il più possibile il flusso dei passeggeri. Quella del walk-through, d’altra parte, è la forma più diffusa per i nuovi duty free aeroportuali, adottata di recente anche a Malpensa, nei terminal 1 e 2. Grande soddisfazione, come d’obbligo in questi casi, è stata espressa dal socio del retailer tedesco Claus Heinemann, che però ha voluto chiarire che su Bologna, il 50esimo scalo in cui sono presenti, e l’Italia puntano molto. «Siamo venuti a Bologna per il cibo e perché mia moglie ha vissuto dieci anni in Italia e mi ha obbligato» ha scherzato all’inizio, ma ha poi aggiunto: «Siamo rimasti subito colpiti dalla vicinanza di visione con le persone dell’aeroporto e abbiamo avuto l’impressione che ci sarebbe stato un buon rapporto. Per noi che siamo un’azienda familiare è fondamentale. Crediamo che Bologna abbia grandi potenzialità. Contiamo di far aumentare la spesa pro capite e il tasso di penetrazione». Jens Degner, direttore sviluppo di Heinemann, non ha nascosto che convincere il board della bontà dell’operazione, soprattutto all’inizio, non è stato semplice. «Ma poi ho esposto buone cinque ragioni per entrare: il fatto che l’aeroporto stava facendo grandi investimenti nel retail; l’aumento notevole dei passeggeri; la forte connettività, con quasi 70 destinazioni raggiunte, tra cui Londra e Parigi; il mix, per noi perfetto, tra viaggiatori low cost e tradizionali: infine il fatto che il retail management fosse molto professionale». Ora resta da capire se lo sviluppo di Heinemann, fortemente orientato verso l’Asia, l’Europa Centrale e dell’Est e i Paesi scandinavi, proseguirà ulteriormente in Italia. A retail&food Claus Heinemann ha confermato che ci sono contatti in corso con diversi aeroporti di media taglia (intorno ai 5 milioni di passeggeri), soprattutto nel centro e nord Italia. «Ci piacerebbe molto investire ancora in Italia, perché i prodotti italiani che vendiamo sono moltissimi, paragonabili solo a quelli francesi. Non è detto, però, che apriremo come gestori di duty free. Potremmo anche avere un ruolo da fornitori, che da sempre rappresenta una parte importante del nostro business». F. P. piacevolezza dell’esperienza per il viaggiatore, condizione perché questi sia maggiormente predisposto agli acquisti. Con questo progetto in mano, circa un anno fa è iniziato il processo di scouting del retailer, che ha portato a un giro d’Europa e a raccogliere 12 offerte tra gli operatori internazionali. Il pacchetto proposto agli operatori interessati alla gara informale ha interessato anche – se non soprattutto – lo sviluppo successivo al restyling. Heinemann ha quindi in questa fase aperto due duty free e si è impegnata ad aprirne altri due al termine dei lavori. Investirà di tasca propria per allestire le aree: 500mila euro sono già stati messi, altri 2,2 milioni saranno posti sul piatto per la seconda fase. Tra poco meno di due anni ci saranno due nuovi duty free, in sostituzione degli attuali, che avranno tutta un’altra dimensione: si estenderanno 900 metri quadrati in totale, di cui 600 nel negozio in area Schengen
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Storie d'Impresa
Boggi da Milano nel mondo B
asta un’occhiata - ritmo di apertura di nuove vetrine, qualità “commerciale” degli indirizzi conquistati e numero complessivo degli esercizi gestiti - per capire che la vicenda del marchio Boggi Milano, e delle altre due insegne introdotte negli ultimi anni, è una case history di successo. Sommando anche le due aperture di questa primavera a Forte dei Marmi e all’aeroporto di Linate (precedute a dicembre da quella a Monaco di Baviera) il totale dei punti vendita gestiti dalla
glianti di abbigliamento titolare di una catena di 11 negozi marcati Brian & Barry con fatturato attorno a 15 milioni di euro) e da Sergio Longoni (anch’egli retailer brianzolo ma nel settore vestiario e abbigliamento sportivo). Il marchio Boggi aggiunge il suffisso Milano, sinonimo nel mondo di competenza fashion, e la tradizionale casa incomincia a sfornare piani di riposizionamento internazionale sia del prodotto sia delle forme distributive. Alla fine del 2009 Longoni esce dalla BBB spa di Monza, costituita
I punti vendita BOGGI (primavera 2011) BOGGI Milano
BOGGI Resort
Factory Store
8 5
6 2
1 1
1 1
1 1
2
23 2 1 2 2 2 1 4
3
ITALIA: 42 - Lombardia 22 - Piemonte 3 - TriVeneto 6 - Liguria 1 - Emilia Romagna 2 - Toscana 2 - Lazio 5 - Sicilia 1 ESTERO : - Irlanda - Regno Unito - Francia - Svizzera - Germania - Grecia - Medio Oriente
7
- India
6
1 2
Fonte: Sito internet BOGGI
BOGGI nei luoghi del viaggio BOGGI Milano
BOGGI Resort
Aeroporti Linate Malpensa Orio al Serio Venezia Fiumicino
1 2 1 1 2
1 2
Dublin Athens Dehli
1 1 1
Stazioni Milano Centrale 1 Torino Porta Nuova 1 TOTALE
12
3
Fonte: Sito internet BOGGI
società nel mondo è arrivato a 88: 58 sono in Italia distribuiti in dieci regioni, con la maggior concentrazione in Lombardia (in particolare a Milano), 15 in altri sette paesi europei, 7 in cinque paesi del Medio Oriente e 6 in capital towns dell’India. Il fatturato nel 2009 ha raggiunto 107 milioni di euro. Il logo bianco in campo blu recita “casa fondata nel 1939”; nei fatti gli oltre settanta anni di presenza ininterrotta sul mercato registrano due distinte fasi societarie: nel 2003 il marchio Boggi e i 28 negozi (famosi tra la media borghesia di Milano e Lombardia per il rapporto qualità/prezzo e per il contenuto moda vagamente british) attivi in Italia e in 3 paesi esteri, oltreché in 3 aeroporti italiani, sono ceduti da Finpart a una cordata composta dai quarantenni fratelli Zaccardi (terza generazione di una famiglia monzese di detta-
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per gestire l’acquisizione, che rimane controllata dai fratelli Carlo, Claudio e Roberto Zaccardi, rispettivamente nei ruoli di amministratore delegato, presidente e responsabile buyer, responsabile logistica. A proposito di vendita al dettaglio in strutture innovative oggi Boggi ha punti vendita in 5 tra i maggiori aeroporti italiani (Linate, Malpensa, Orio al Serio, Venezia, Fiumicino) in 3 all’estero (Dublino, Atene, Delhi) e in 2 stazioni ferroviarie (Milano Centrale e Torino Porta Nuova); inoltre gestisce 10 spazi in primari outlet specializzati (7 in Italia, 2 in Svizzera e 1 in Galles). Incontriamo Fabrizio Fassino, il giovane general manager della BBB Spa, e a lui chiediamo di raccontarci il caso Boggi, partendo dal suo ruolo in azienda. «Sono il general manager del gruppo da otto
anni, da quando Brian&Barry ha acquisito la catena Boggi; lavoro per questa azienda da ventuno anni… da quando nacque il terzo negozio Brian&Barry; allora ero store manager di un negozio, poi mi sono occupato anche di acquisti, gestione di più punti vendita e dal 2003 seguo tutto il retail dei negozi Brian&Barry e Boggi: tanto impegno, tanta passione, tante soddisfazioni». Come sintetizza oggi la strategia attuale del business Boggi? «Noi dividiamo in tre il nostro business: Boggi Formal (negozi di grandi dimensioni nei centri storici), Boggi Resort (negozi di metratura inferiore dislocati nelle principali città turistiche, ad esempio Cannes, Saint Tropez, Santa Margherita, Jesolo e, ultima apertura, Forte dei Marmi). Il terzo settore lo chiamiamo Travel Retail e raccoglie tutti i punti vendita negli aeroporti e nelle stazioni di maggior traffico». Quale l’idea forte ed i motivi pratici per cui Boggi sviluppa con metodo e impegno punti vendita nei luoghi del viaggiare? «Il motivo è legato strettamente alla nostra clien-
tela… Boggi si rivolge a uomini d’affari con sempre poco tempo a disposizione per gli acquisti; dove c’è un uomo che lavora e si muove… lì c’è di sicuro una parte importante del nostro mercato e potrebbero esserci i nostri clienti, fidelizzati e da conquistare». C’è un piano a medio termine e con quali linee di sviluppo? «In Italia stiamo cercando di portare la linea Resort anche a Fiumicino, mentre vorremmo essere presenti nei principali scali europei con la linea Travel. Diciamo che per ogni città internazionale dove è presente almeno un negozio Formal dovrebbe esistere il negozio Travel nel rispettivo aeroporto».
In termini di prodotto è in arrivo anche una linea Donna, vista l’importanza delle donne che viaggiano per lavoro, o il core business resta l’Uomo? «Uomo, siamo specializzati in questo settore». Quali sono le fiere di riferimento in cui gli uomini di Boggi si documentano? «Per il prodotto certamente Pitti Uomo e le fiere internazionali del retail e del visual». La specifica linea Resort è disegnata da Alessandro Matteoni: chi disegna Boggi Milano? «Il prodotto è sviluppato da sempre dallo staff interno di Boggi». Da un lato il prodotto dall’altro le strutture di vendita; a chi Boggi affida il concept e l’evoluzione del concepì dei suoi negozi? «Eliana Citterio».
Fabrizio Fassino
Oggi quanto pesa lo specifico canale del luogo di viaggio sul fatturato Boggi? «La linea Travel pesa attualmente l’11% del nostro totale». Pensate di passare dalla specializzazione aeroporti ad una generale presenza in altri luoghi: rete Grandi Stazioni, terminal marittimi, impianti sportivi polivalenti, centri com-
merciali, outlet? «Oggi l’aeroporto rappresenta un nostro specifico business, come domani lo sarà la stazione ferroviaria (abbiamo già due negozi, uno a Milano Centrale e uno a Torino Porta Nuova). Per quanto riguarda i centri commerciali è un mercato che non ci interessa, mentre siamo ben presenti nei più importanti centri outlet specializzati».
La Primavera 2011 inaugura due ulteriori punti vendita: il nuovo Boggi Milano a Linate e il Boggi Resort a Forte dei Marmi; quali le tappe successive? «Apriremo a Parigi in Boulevard Saint Germain e entreremo in Austria nella internazionale Salisburgo. Questo sarà anche l’anno in cui festeggeremo il superamento delle 100 insegne Boggi nel mondo». Gennaro Esposito
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r&f mistery on board
Vueling,
Vueling
low cost di nuova generazione
T
ratta Malpensa Terminal 1 – Barcellona El Prat Terminal 1. Già l’origine e la destinazione del volo della Vueling (il primo febbraio alle 9.30) la dicono lunga sul carattere sui generis del vettore low cost. «La compagnia aerea di nuova generazione» si definisce negli annunci, e non a torto. I fronzoli non ci sono, ma neanche le ruvidezze delle budget airlines. Anzi, c’è anche qualche comodità, per un volo pagato 39 euro + 24 di tasse, con prenotazione effettuata una settimana prima della partenza. Nel check-in online, ad esempio, la sorpresa positiva è la possibilità di scegliere gratuitamente il posto a sedere. Un supplemento è previsto solo se si scelgono dei posti “premium”, come quelli extralarge. Giudizio discreto sulle procedure d’imbarco. Cominciano con una decina di minuti di ritardo sull’orario previsto, con un annuncio letto prima in spagnolo, poi in italiano ma molto velocemente
spagnolo e italiano. Sembra esserci spazio adeguato per il bagaglio a mano, ma è facile dirlo quando l’aereo è pieno solo a metà e chi viaggia ha solo delle valigette di lavoro. Nessun dubbio, invece, sulla comodità delle poltrone. Di pelle grigia, larghe quanto quelle delle compagnie tradizionali piuttosto che quelle delle low cost, sono vivacizzate da dei poggiatesta colorati di pelle. I loro colori, verde pistacchio, arancione scuro e giallo, sono anche quelli della compagnia e sono ripresi nei menu per la ristorazione. Una finezza: ciascuna poltrona ha un bottone appendiabito. Una tasca rigida, posizionata in alto in ogni posto, contiene il menu e la rivista Ling. Non male, nella grafica e nei contenuti, tra cui spiccano i reportage di viaggio non eccessivamente patinati (tra cui uno divertente sul cibo da strada di Palermo) e le segnalazioni culturali. Non sembra un caso che sia anche proposto l’abbonamento, a 40 euro per 12
> check-in online Velocità
> Imbarco Chiarezza avvisi Speedy/priority boarding Assistenza famiglie ecc Gentilezza Velocità Code
n.d. n.d.
> Accoglienza a bordo Saluto, benvenuto Sistemazione Velocità Spazio bagaglio a mano Ordine/pulizia poltrona Magazine ecc.
> Arrivo Annunci Cordialità e professionalità Assortimento carrello Qualità prodotti Prodotti acquistati: menu desayuno dulce: caffè americano, succo d'arancia Minute Maid Servizio Offerta duty/free n.d. > Sbarco Puntualità Annunci di sbarco Assistenza famiglie ecc Legenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
e senza troppa chiarezza. Non ci sono priorità di imbarco (inutili, vista la possibilità di scegliere il posto) né particolari assistenze alle famiglie. D’altra parte è un volo di martedì mattina, in cui non si vedono bambini. Proviamo a mettere alla prova la flessibilità dell’equipaggio: non abbiamo messo il secondo nome sul biglietto, e non abbiamo problemi. Teniamo in borsa la seconda copia della carta d’imbarco, richiesta dalle procedure. Anche in questo caso riceviamo un bonario invito a fare più attenzione la volta successiva, ma nient’altro. Operazioni veloci, dopo 5 minuti l’intera coda è smaltita. Breve attesa nel finger. Altri 4 minuti e siamo seduti. A bordo dell’Airbus A320-200 si vede in prima fila un famoso e glorioso giocatore del Milan (un viaggio di piacere o un cambio di casacca in vista?), altro dettaglio non riscontrabile in altre low cost. L’accoglienza è calorosa: due hostess, una all’inizio e una a metà aereo, danno il benvenuto in
numeri (77 fuori dalla Spagna). Il ritardo si accumula e raggiunge i 20 minuti. Poi arrivano gli annunci, prima in spagnolo, poi in inglese e in italiano (stentato, da parte del pilota). Gli annunci di sicurezza sono declamati da una voce registrata. Gli stewart danno le loro indicazioni sulla sicurezza solo quando tocca all’inglese. Nelle comunicazioni si dà del “tu”, in coerenza con lo stile informale della compagnia, e forse in generale della Spagna dell’ultimo decennio. Finalmente si parte e poco dopo passa il carrello con l’offerta culinaria. Il non food, invece, è totalmente assente. Scelta netta, che la differenzia fortemente dai concorrenti easyJet e Ryanair. Mancano, per fortuna, anche tutte le comunicazioni su lotterie, collegamenti bus e nuove rotte aperte. Scegliamo un “menu desayuno”: caffè solubile (voto 4), succo d’arancia Minute Maid (voto 7) e una sorprendente brioche compatta e scioglievole in bocca (voto 7). Il tutto a 5,50 euro. Anche le altre pietanze, d’altra parte, non costano molto: panini da 4 a 5,50 euro, mela tagliata
n.d.
© Edifis Intelligence
a fette a 2 euro (1,50 se unita a un menu), tè o snack a 2 euro, uno strano salamino con grissini a 2,50, birra a 3,50 e così via. Più cari i cocktail (4,50-5,00), a dimostrazione che il menu vuole valorizzare il cibo salutare. Nota di merito: tra le pietanze alcune sono fornite da “Cuina Justa”, cooperativa di disabili mentali. Proviamo a pagare con una banconota di grosso taglio: non hanno il resto, si rimedia ricorrendo alla carta di credito (ignote al momento le commissioni). Capatina al bagno: piccolo, ma pulito. Predomina il color beige. L’acqua c’è e non schizza dappertutto, la presa elettrica funziona, non c’è il sapone liquido ma è sostituito da saponette incartate. Sufficienza guadagnata. In volo il ritardo viene recuperato, per cui si arriva al minuto previsto. Si esce solo davanti, ma per un motivo: si sbarca direttamente dal finger, e in un minuto si può ammirare il Terminal 1 di Barcellona, che è anche hub di questa strana e simpatica compagnia. F. P.
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Parola di Melisa Corrigan
Melisa Corrigan, Metà irlandese e metà italiana, è Sales & Marketing Manager per Italia, Grecia, Croazia, Romania e Cipro. Si è laureata nel 2004 in Relazioni Pubbliche e Pubblicità all’Università Iulm di Milano e ha conseguito un master in marketing e comunicazione presso l’Università Bocconi. Prima di entrare in Ryanair, ha ricoperto la carica di Licensing and Communication Manager di Cartoon One a Roma (2008-2010) e precedentemente la posizione di Account Manager in Euro RSCG e Ogilvy & Mather (2005-2008).
44 retail&food - aprile 2011
Ryanair:
sempre disponibili, alle nostre condizioni
P
er soli 100mila passeggeri Alitalia gli è ancora davanti, 23,4 contro 23,3 milioni. Ma è solo questione di tempo il sorpasso di Ryanair e la sua affermazione come primo vettore in Italia. La convivenza con le altre compagnie, con gli enti, Enac in testa (il cui presidente Vito Riggio qualche mese fa definì Micheal O’Leary “un buffone”) e con gli aeroporti è tutt’altro che semplice. Uno dei motivi di tensione riguarda la partita delle vendite a bordo, con gli scali che accusano Ryanair di fare dumping su alcuni prodotti. C’è poi la questione della “one bag rule”, che per i retailer aeroportuali danneggia le vendite in aeroporto. Di certo i ricavi accessori vanno a gonfie vele: nei tre mesi terminanti il 31 dicembre 2010 le “ancillary revenues” avevano raggiunto i 167,1 milioni (28,8% del totale), il 20% in più rispetto a un anno prima. Di questo e altro abbiamo provato a parlare (alla fine di febbraio) con Melisa Corrigan, italoirlandese, sales and marketing manager di Ryanair per Italia, Grecia, Croazia, Romania, Cipro. Partiamo dal tema dei ricavi ancillari. Ci può dare un’indicazione sul loro andamento in tutto il 2010 e sulle previsioni per il 2011? Purtroppo noi non diamo queste informazioni, anche perché il nostro anno fiscale finisce a marzo, non a dicembre. Non forniamo previsioni sui ricavi ancillari. È da poco partito un servizio di roaming sviluppato con MaxRoam, grazie al quale non si paga per le chiamate e gli sms ricevuti. Quali conseguenze vi aspettate in termini di traffico e ricavi? La nostra partnership con MaxRoam permetterà ai passeggeri di Ryanair di risparmiare ancora più soldi con le migliori tariffe di roaming quando si viaggia. Noi cerchiamo sempre di dare una serie di servizi aggiuntivi ai nostri clienti. Vale per tutte le intese che facciamo, da quella con Booking.com a quella con Hertz. Ora a Milano abbiamo fatto un accordo con Autostradale per i servizi di autobus tra Orio al Serio e Milano. Grazie a uno di questi nell’aeroporto di Bologna i passeggeri di Rynair parcheggiano a prezzi convenzionati nel sedime aeroportuale. Ci saranno altre iniziative di questo tipo? Sì. Nella rubrica Osservatorio Prezzi dello scorso settembre abbiamo messo a confronto i listini praticati da sei compagnie. Su 18 prodotti food, Ryanair è risultata la più cara in 11 prodotti. Nel non food, invece, non era mai la più costosa. Come mai questa politica di prezzo? La strategia è di tenere le tariffe più basse rispetto a quelle dei ristoranti all’interno degli aeroporti. Ora non è più possibile portare liquidi dopo i controlli di sicurezza, la maggior parte delle persone fa shopping in aeroporto. Quindi non vi preoccupa il confronto con le altre compagnie, ma con gli altri aeroporti? L’aeroporto è la nostra base di partenza per decidere
i prezzi applicati. C’è una certa tensione con i retailer aeroportuali, derivante dalla one bag rule. Si vedono minacciati dal fatto che i viaggiatori non possano portare i prodotti acquistati se non stanno in una sola borsa. Ci sono degli spazi per degli accordi con aeroporti? Su questo non posso risponderle. Siamo in work in progress. La vostra è percepita come una compagnia economica, molto efficiente ma rigida su più fronti (documenti, disabili, bagagli etc), a scapito della customer care. Vale la pena di continuare su questa strada? Quando un cliente acquista i biglietti Ryanair accetta una serie di condizioni, dalla grandezza al peso del bagaglio, alla carta d’identità. Non è una questione di essere rigidi. È una questione di rispettare le regole. Anche perché stiamo parlando di aviazione e l’obiettivo è quello di far viaggiare i nostri passeggeri nella massima sicurezza Mi pare di capire che l’impostazione non cambierà. Altre compagnie però vogliono giocare su questo aspetto per smarcarsi da voi. Non potendo competere sui prezzi dovranno trovare qualcos’altro su cui competere con noi. Ci sono trattative in corso per nuove basi Ryanair in Italia? Noi siamo sempre aperti a cogliere tutte le opportunità possibili e siamo in continuo dialogo con tutti gli aeroporti, che serviamo e che non serviamo. Nel 2010 sono state aperte due basi, Bari e Brindisi. I risultati sono eccezionali. I tre aeroporti che sono cresciuti di più in Italia, rispetto all’anno precedente, sono Trapani, al primo posto, cresciuto del 57%, Brindisi, + 47% e Rimini, + 44 per cento. Del 57% di Brindisi, visto che immagino le piacciano i numeri, Ryanair ha contribuito al 95 per cento. Si parlava di Ancona tra le nuove possibili basi. Noi in Italia al momento abbiamo dieci basi, che mi sembra un ottimo numero, tenendo conto che in Europa sono 44. Vediamo, se c’è la possibilità assolutamente sì. Bisogna vedere se un aeroporto riesce a reggere un incremento di flussi turistici. Nel nord est d’Italia manterrete sia Bergamo che Verona che Treviso? Sì, c’è spazio per tutti. Tutti e tre stanno crescendo e vanno bene. Il caso di Barcellona-Girona, da cui Ryanair è uscita, ha ricordato a tutti che senza finanziamenti (ora di co-marketing) Ryanair non vola. Finora a tutti sembra convenire finanziare. Ma che succederà con il federalismo italiano, se le regioni, soprattutto del Centro-Sud, non avranno più le stesse risorse da investire?
Anche questa domanda preferirei non commentarla. Vedremo cosa succede, Ryanair è una compagnia che non mette mai le mani avanti. Si parlava anche della chiusura di 24 piccoli aeroporti, ma finché non si fa è inutile parlarne. Ci stanno parlando della chiusura di Ciampino da anni. Però l’aeroporto di Viterbo non è ancora stato costruito, per cui ne parleremo al momento opportuno. Come giudicate il progetto per il nuovo Piano aeroporti? Vale la stessa cosa. Tra l’altro il progetto non è ancora stato presentato. Dopo l’esperienza di Trapani, pensate che la Sicilia possa essere meta di un vostro arrivo anche a Comiso? Visto l’ottimo lavoro che stiamo facendo su Trapani e Palermo, sicuramente sarebbe interessante un’apertura di voli su Comiso. Ma l’aeroporto deve ancora aprire. Vediamo, c’è da aspettare anche in questo caso. Come giudicate l’esperienza dell’aeroporto low cost Billi di Bordeaux? È un esempio per gli scali italiani? Purtroppo non conosco quell’aeroporto. Però l’aeroporto di Verona sta costruendo il terminal low cost, che a marzo verrà inaugurato. Sicuramente ci darà molti spazi. A quel punto credo che sarà naturale un’espansione. Quali sono gli aeroporti italiani in cui vi siete trovati meglio, dal punto di vista del management? E in quali peggio? Noi abbiamo degli ottimi rapporti con il management di tutti gli aeroporti. Ovviamente lavoriamo sempre assieme per migliorare i servizi offerti ai clienti. Non le dirò mai chi è più bravo e chi è meno bravo (ride). Accetti le risposte diplomatiche. L’aumento delle tariffe aeroportuali in Italia è ancora bloccato. Sono illegittime le aspirazioni degli aeroporti italiani? Ci rendiamo conto che c’è una crisi macroeconomica in corso e che i fondi di tutti sono stati tagliati. È ovvio che ogni soggetti cerchi di reperire dei fondi per andare avanti. Dall’altra, per esperienza in altri mercati, ci rendiamo conto che l’aumento di costi per il turista in arrivo, che siano tasse sul turista, aeroportuali o qualsiasi altro tipo, va a influire sui flussi turistici. È quello che è accaduto in Irlanda. Molti dicono che le tasse italiane siano però più basse che in Germania o in altri Paesi. È comunque un cambiamento rispetto ai prezzi che trovavano precedentemente. Non voglio commentare quello che fanno gli aeroporti, perché non siamo noi a dire se le loro aspirazioni siano illegittime o meno, non ci permetteremmo mai, però tendenzialmente siamo contrari. Fabrizio Patti
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analisi mercato
Ottica , tempo di occasioni Il mercato langue, ma a prendere le correnti giuste si corre. Soprattutto se si punta sul low cost e sull’organizzazione in catene, due tendenze accelerate dalla crisi. Nei centri commerciali insegne e indipendenti possono convivere, mentre gli aeroporti si confermano una vetrina fondamentale.
U
n 2010 vissuto bene solo da chi li occhiali li vende all’estero. Un 2011 segnato da punti interrogativi e da un prevalente pessimismo. Così è la fotografia, iper-sintetica, del mercato dell’ottica in Italia. Dove per una volta le statistiche hanno premiato la produzione e non i consumi. Eppure, dietro la staticità dei numeri aggregati, il settore è attraversato da correnti che si muovono in direzioni e a velocità diverse.
Vendite e produzione, dati strabici
Partiamo dalle buone notizie, diffuse al termine del Mido, il salone dell’occhialeria che si è tenuto ai primi di marzo alla Fieramilano (Rho). La produzione lo scorso anno ha raggiunto un valore di 2.448 milioni di euro, con un aumento dell’8,7% rispetto al 2009. A incidere su questa crescita è stato il rilancio delle esportazioni (+17,3% sul 2009). Il mercato interno, invece, è stato ben poco dinamico e ha chiuso l’anno con una flessione del 2,5 per cento. Questo ci porta ai dati sui consumi,
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diffusi negli stessi giorni da Gfk Retail: lo scorso anno sono calati dello 0,5% in Italia, un dato migliore del -4,8% della Spagna ma lontano dalla ripresa che si respira al di là delle Alpi, in Germania (+3,3%) e Francia (+2,1%) in particolare. Quello che è successo nel segmento degli occhiali da sole (-7% in Italia e -9% in Spagna) spiega dove sta andando il mercato: sono andati meglio quelli maschili (+3% su base europea), mentre la flessione si è registrata nei modelli sopra i 180 euro, prevalentemente rivolti a un pubblico femminile. Stabili, invece, i consumi di occhiali femminili sotto i 99 euro.
I protagonisti e la forza delle catene
Che sia il momento del low cost lo dice chiaramente il produttore-distributore Polinelli, specializzato in occhiali da sole e lenti da lettura. «C’è nettamente uno spostamento della domanda verso il basso del prezzo e aggressivo in tutte le tipologie di occhiali che trattiamo» dice il titolare, Riccardo Polinelli.
Secondo l’imprenditore il lieve calo dei consumi nel 2010 è realistico e per il 2011 non ci sono troppe illusioni da farsi: «La situazione è molto incerta. Si sente parlare di una ripresa, ma dopo un primo momento di euforia con i saldi ci sembra di vedere che i consumi quest’anno stiano seguendo una tendenza di difficoltà». Se lo sguardo si sposta sul fronte dei negozi, il trend inequivocabile nel settore è il rafforzamento delle catene rispetto agli indipendenti. Secondo stime di esperti del settore, tra i 10.500 negozi di ottica in Italia, il 50% è rappresentato da insegne di società organizzate e il 50% restante da punti vendita indipendenti, compresi quelli organizzati in gruppi d’acquisto. A livello di fatturato, invece, la bilancia pende per il 70% sul piatto delle catene. In questa situazione l’Italia è arrivata con anni di ritardo rispetto ad altri Paesi europei, ma la crisi sembra aver svolto un ruolo di acceleratore. «Gli indipendenti oggi devono essere particolarmente bravi per restare sul mercato – commenta Anna Mussa,
partner di Microsectors, società di consulenza che da questo mese ha avviato una collaborazione con r&f per l’analisi dei bilanci delle società nei diversi settori –. Non devono necessariamente posizionarsi su una fascia alta di mercato, ma devono essere ben riconoscibili per una specifica qualità. Non dimentichiamo che nell’ottica conta ancora la fiducia per quanto riguarda l’aspetto medicale». L’analisi di Microsectors permette di individuare ulteriori dinamiche. Innanzitutto la divisione degli operatori presenti sul mercato in quattro macrogruppi: ci sono anzitutto i gruppi d’acquisto con insegna, dove società cooperative, come nel caso di Free Optik (200 soci) o consorzi, come Green Vision (500 ottici) forniscono a ottici indipendenti servizi logistici e di marketing, oltre alla possibilità di avere sconti con i fornitori convenzionati e di utilizzare prodotti a marchio. Ci sono poi le catene composte principalmente da punti vendita diretti, come Salmoiraghi & Viganò (411 diretti su 504 negozi del gruppo), Ottica Avanzi e le insegne del gruppo Angelo Randazzo (Randazzo, Optissimo e Ottica Romani). Seguono le catene in franchising, dove operano Vision Service Group e Vision Is Group, recentemente avvia-
te a una fusione attraverso la creazione di una joint-venture. Infine ci sono le “catene low cost con punti vendita diretti e in franchising”, categoria a cui appartengono VistaSì (gruppo Salmoiraghi & Viganò), Mister Optik e Nau! Ottica. Quest’ultima si è dimostrata la realtà più aggressiva sul mercato (si veda l’intervista in pagina): la catena monomarca che vende occhiali a marchio proprio ha chiuso sia il 2009 sia il 2010 con una crescita del 60% del fatturato e prevede di chiudere il 2011 con almeno un ulteriore aumento di 50 punti percentuali. Analizzando la figura 1 a volo d’uccello, si evidenzia come MisterOptik abbia avuto un forte dinamismo: su 27 negozi totali, si sono registrate nel 2009 6 chiusure e 11 aperture. Le tre insegne con più negozi di proprietà (Salmoiraghi & Viganò, Avanzi e Randazzo) hanno invece chiuso con i rapporti Mol/ricavi più alti, tutti e tre sopra il 10 per cento. Avanzi ha segnato il picco (14,4%) e si è distinta anche per l’assenza di debiti bancari, essendo gli investimenti finanziati con mezzi propri o con debiti verso fornitori.
I centri commerciali
Nell’evoluzione del mercato degli ultimi anni un ruolo di primo piano è stato
›Coi MaxiStore aggrediamo intervista
il mercato
Luca Citroni, direttore Sviluppo di Gruppo Salmoiraghi & Viganò È il primo gruppo di negozi di ottica italiano, con 190 milioni di euro di fatturato. In un anno di non particolare forma conta di aprire circa 50 punti vendita tra diretti e indiretti. Con un nuovo progetto in tasca: i MaxiStore Salmoiraghi & Viganò. Ne parliamo con il direttore Sviluppo di Gruppo, Luca Citroni. Come si è chiuso il 2010? È stato un anno complicato. Doveva essere l’anno della ripartenza, invece ha confermato come i consumatori abbiano cambiato la propria confidenza rispetto al consumo. Di conseguenza i dati di fatturato sono stati minori delle aspettative. Abbiamo avuto un giro d’affari di 199 milioni di euro tra canale diretto e indiretto. C’è una lieve regressione, ma non un crollo. Malgrado questo il nostro Mol è di tutto rispetto, perché abbiamo guardato con grande attenzione i costi e i programmi di investimento. Quali sono i programmi di espansione? Abbiamo tre marchi: i negozi diretti di Salmoiraghi & Viganò nel 2010 sono saliti di 5 unità, quelli di VistaSì di 8, quelli di Spaccio Occhiali di 7. Gli affiliati sono invece aumentati di 11. Nel 2011 contiamo di salire di 30 negozi affiliati e di 20 diretti a marchio Salmoiraghi & Viganò e MaxiStore Salmoiraghi & Viganò. Sono andati meglio i negozi nei centri commerciali o in città? Sicuramente il canale cittadino ha dimostrato più fre-
›E ora alla conquista
schezza dei centri commerciali. Questo sia perché gli iper hanno sofferto la crisi, sia perché le città hanno registrato un’attività urbanistica molto ben condotta, con parcheggi, zone pedonali e vie risistemate. Ora hanno strade simili per offerta ai mall. Hanno inoltre proposto orari e aperture domenicali più simili ai centri commerciali. Confermate l’interesse per le stazioni? Nelle 20 aperture dirette previste ce ne saranno un paio anche nelle stazioni, se non ci saranno ritardi. Quali e quando non so ancora dire, perché Grandi Stazioni non ha ancora comunicato il programma di espansione dei locali che stanno sistemando. Come pensate di intercettare la domanda per il low cost? In questi anni abbiamo notato su strade di grosso traffico la presenza di capannoni, outlet e spacci aziendali. Abbiamo comprato 3 anni fa Spaccio Occhiali, una catena di questo tipo diffusa soprattutto nel Triveneto. I 37 negozi contengono dai 3.500 ai 5.000 pezzi, anche griffati, e adottano una politica di prezzo aggressiva ma con un servizio di qualità. Per sottolineare ulteriormente questo servizio abbiamo deciso di avviare il rebranding della catena, che si chiamerà MaxiStore Salmoiraghi & Viganò.
intervista
del mondo
Fabrizio Brogi, presidente Nau! È stato 8 anni in Salmoiraghi & Viganò, dove era direttore per l’Italia. Poi, nel 2005, Fabrizio Brogi ha dato il via a un ambizioso progetto di catena monomarca low cost. Viene definita la Zara dell’ottica, ma nel format c’è anche un po’ di Ikea, perché a dare dei suggerimenti c’è stato anche Mathias Kamprad, figlio del fondatore dell’Ikea, conosciuto durante un master a Losanna e diventato rapidamente un amico. Brogi ci ha accolto nella sede di Castiglione Olona, in un clima decisamente informale. La domanda italiana è pronta per il low cost? La gente è sempre più pronta e capace di capire il rapporto qualità prezzo. La nostra qualità è al livello massimo sul mercato. Quanto al prezzo non ci interessa essere i più bassi, ci interessa avere il rapporto maggiore tra qualità e prezzo. Chi è il vostro pubblico? È decisamente più femminile. Apprezza le forme che cambiano spesso e le edizioni limitate. Le donne, poi, investono due minuti in più per capire la qualità di un prodotto. Non sai cosa c’è dietro, ma la qualità la percepisci. Come riuscite a tenere bassi i prezzi? Il costo che pratichiamo non è basso, è giusto. Quelli degli altri sono alti, perché la loro catena del valore non è efficiente. La nostra produzione di montature è in Cina, come quella di tutti gli altri, anche di chi non lo ammette. In Cina poi ci possono essere produttori di diverse categorie, noi andiamo dalla Champions League. Abbiamo poi le lenti Zeiss, azienda attaccata alla nostra sede,
così come la Mazzucchelli, leader nel mondo nelle stanghe di plastica. Abbiamo scelto di stare nella valle dell’ottica. Condivide i dati ufficiali sul mercato? Non ne sarei sicuro che il calo sia stato lieve: non mi stupirei se fosse del 20%, con punte del 30 per cento. Come vede invece il 2011 in generale? Il mercato scenderà ancora. Il fattore positivo è però che i magazzini si sono svuotati. E la vostra azienda? Noi nel 2010 siamo cresciuti del 60% circa rispetto al 2009. Se anche oggi ci fermassimo qui, nel 2011 faremmo un +50 per cento. Abbiamo 40 punti vendita, nel 2011 l’obiettivo è di arrivare a 60. I 20 nuovi sono 8 in città e 12 nei centri commerciali, dove siamo visti complementari con le ottiche tradizionali. Avete appena aperto a Cannes. È prevista un’espansione nel mondo? Sì. A Dubai, Abu Dhabi, Bahrein. Apriremo 30 punti vendita in 5 anni, con operatori locali. Lo sviluppo sarà poi verso Est Europa e Sudamerica. Entro fine anno ne avremo 2-3 all’estero. Non sappiamo nemmeno noi cosa sia successo, ma a un certo punto hanno iniziato ad arrivare tanti stranieri. Ho il sospetto che c’entri con un corso fatto da Luxottica, in cui eravamo citati come case history. Forse ha influito anche avere punti vendita a Malpensa e Verona. Gli operatori della Sea devo dire che sono stati lungimiranti.
svolto dai centri commerciali. Un’analisi per r&f della società di consulenza Reno ci permette di effettuare una fotografia dettagliata. Sono 589 i punti vendita dedicati all’ottica, distribuiti in 442 shopping center, 19 factory outlet, 10 retail park, 7 multiplex. La Lombardia (prima per numero di centri commerciali) è la regione con la più alta numerica di ottica, con 150 punti vendita totali, seguita dal Piemonte, con 61 punti vendita, e dal Lazio, con 58, che per numero di mall si trovano rispettivamente al secondo e settimo posto. A differenza di altre merceologie, la distribuzione dei punti vendita di ottica nelle strutture commerciali non risulta direttamente proporzionale alle dimensioni del centro. Troviamo quindi spesso grandissime strutture che hanno al loro interno 1/2 insegne e altri centri, di dimensioni inferiori, con 4 punti vendita. Protagonisti del mercato sono i network che, in percentuali diverse, detengono le maggiori quote rispetto ai negozi indipendenti. In Lombardia la loro quota è del 61% (suddivisa fra 9 grandi catene), una percentuale che in Piemonte, tra network nazionali e regionali arriva al 77 per cento. Leader indiscusso del settore ottica nei centri commerciali è Salmoiraghi & Viganò che, con 138 punti vendita, detiene la maggior percentuale di
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analisi mercato I bilanci delle principali catene e gruppi d'acquisto Nau! 2008 Variazione % fatturato Variazione reddito operativo Margine commerciale % ricavi Personale % margine commerciale Affitto e canoni % margine commerciale MOL/ricavi Ricavi/magazzino Debiti bancari/mezzi propri Debiti bancari/MOL Disponib./debiti bancari a breve
60,2
1.820 63,0 693 38,1 240 13,2 5,5 10,8 1,8 1,8 0,7
VistaSì
2009
2008
3,3 90,7 2.994 20.040 64,7 55,7 1.507 11.970 50,3 59,7 455 5.347 15,2 26,7 6,4 5,1 13,5 4,6 1,1 1,4 0,7 4,3 1,5 0,6
Fig. 1
Mister Optik
2009
2008
-17,5 22.958 61,8 12.638 55,0 5.436 23,7 4,1 5,5 1,3 5,0 0,3
2009
7,4
-10.533,3 4.306 4.512 69,1 67,5 2.249 2.738 52,2 60,7 823 1.090 19,1 24,2 8,5 -10,1 5,1 3,0 0,2 -2,6 0,4 -1,6 0,7 0,4
Green Vision (COI) Angelo Randazzo Salmoiraghi&Viganò Ottica Avanzi consolidato consolidato
Free Optik 2008
2009
1,2
2008
-341,9 672 44,4 218 32,4 -3,3 6,1 0,6 -3,5 0,0
672 45,0 199 29,6 4,2 6,0 0,5 3,0 0,0
5,0
3.656 65,1 608 16,6 5,2 1,5 7,2
2009 52,5 3.981 67,6 612 15,4 6,2 1,9 7,7
2008
2009
2008
2009
-0,7
3,3 97,9 18,8 65.164 66.738 112.259 126.198 62,3 64,2 63,2 68,8 35.182 34.895 56.596 56.272 54,0 52,3 50,4 44,6 472 283 21.313 23.820 0,7 0,4 19,0 18,9 9,3 11,7 10,6 11,2 5,5 6,4 4,0 4,9 1,7 1,5 2,0 1,8 6,0 4,4 4,4 3,6 1,0 1,6 0,1 0,1
2008
2009
6,7
52.775 74,5 21.856 41,4 11.120 21,1 14,4 7,4 0,0 0,0
39,7 56.391 74,6 22.560 40,0 11.599 20,6 14,9 7,0 0,0 0,0
Fonte: MicroSectors
La distribuzione delle prime tre insegne nei centri commerciali Insegna
Totale PV
Salmoiraghi&Viganò Avanzi Optissimo
138 77 47
AA
Rating AAA 7 5 5
7 8 5
Fig. 2
A 15 6 11
BBB
BB
B/C
N.C.
28 18 12
40 25 9
38 11 4
3 4 1
Fonte: Reno. Il rating indica la grandezza dei centri commerciali dai maggiori (AAA) ai minori (B/C).
I negozi di ottica negli aeroporti Aeroporto
Fig. 3
La presenza delle principali insegne nei centri commerciali Fig. 4
Insegna
Ancona Adriatica Outlet Bergamo Orio al Serio PuntoOttico Brindisi Casale Sarah OpticsSrl Catania Fontanarossa Occhialeria Angiolucci Firenze In Vista Milano Malpensa T1 Dufry Sun Glasses, Nau! Milano Malpensa T2 Nau! Napoli Sole & Vista Palermo Optissimo Gruppo Randazzo Pisa Salmoiraghi & Viganò Roma Fiumicino T 1-2 Vasari, Solissimo Roma Fiumicino T3 Alpha Sunglasses, Optissimo, Solissimo, Vasari, Xray Venezia Vogart Verona Nau!
OTTICA RANDAZZO; 12
NAU!; 17
OPTISSIMO; 47
AVANZI OTTICA; 77
fonte: Edifis Intelligence
quota di mercato nazionale, con il 48 per cento. L’insegna è diffusa in tutta Italia, con zona calda in Lombardia (37 punti vendita), Piemonte (15), Lazio (13) e Toscana (11). Segue a una buona distanza Ottica Avanzi (77 store), insegna diffusa prevalentemente nel Centro-Nord Italia, con punti vendita in 10 regioni e con una mag-
Fonte: Reno
gior penetrazione in Lombardia (24), Emilia Romagna (14), Piemonte (12). Al terzo posto tra i player nazionali si trova invece l’insegna Optissimo (facente capo al Gruppo Randazzo), con 47 punti vendita, dei quali la maggior parte concentrati in Lombardia e Lazio, regione dove si riscontra una forte penetrazione anche dei negozi
Chi è MicroSectors La società di consulenza MicroSectors, che da questo mese collabora con r&f, nasce per volontà di un gruppo di consulenti senior con 20 anni di esperienza nel campo della ricerca e dell’analisi di mercato in diversi settori. Grazie ad un’organizzazione basata su un network di professionisti, MicroSectors è in grado di offrire numerosi servizi in ambito socioeconomico, studiati sulle specifiche esigenze dei Clienti. I servizi sono rivolti alle imprese, alle associazioni e agli enti locali. Per le imprese sono: marketing & business information, country highlights, market potential, valutazione di attività economiche e servizio statistico. Per le associazioni: osservatori annuali e monitoraggio delle dinamiche congiunturali, valutazione della soddisfazione degli associati, instant survey. Per gli enti locali: marketing territoriale (set di strumenti conoscitivi che consentono agli amministratori di realizzare le proprie scelte); imprese e crisi, servizio che fornisce indicazioni sulle strategie di uscita dalla crisi delle imprese locali. Per informazioni www.microsectors.eu o anna.mussa@microsectors.eu .
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SALMOIRAGHI&VIGANO; 132
VISTASI'; 20
Vistasì. Nau! è tra le realtà più in crescita: è diffusa ad oggi prevalentemente nelle regioni settentrionali con 16 punti vendita in centro commerciale fra Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto e un punto vendita in Sicilia. Segue Ottica Randazzo, che percorre la nazione da sud a nord, con 5 punti vendita nelle strutture commerciali siciliane e un punto vendita per regione in Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Puglia e Veneto. Molte catene hanno invece carattere prevalentemente regionale ma raggiungono numeriche interessanti. Tra queste, Angiolucci, con 8 punti vendita in Sicilia, Reverchon, con 7 in Piemonte, Ottica Romani con 5 nel Lazio, Vision Is con 8 in Puglia.
Gli aeroporti e le stazioni
Non sono invece troppo diffusi i negozi negli aeroporti e nelle stazioni. Da una rilevazione effettuata sui siti degli associati di Assaeroporti, sono risultati 20 punti vendita di ottica in 12 aeroporti.
Tra questi si contano pochi rappresentanti di catene: tre shop di Nau! (a Malpensa T1 e T2 e a Verona), due di Optissimo (Fiumicino T3 e Palermo) e uno di Salmoiraghi & Viganò a Pisa. Quest’ultima società ha anche una presenza nel canale delle stazioni, a Roma Termini, dove è presente con un punto vendita dell’insegna VistaSì, e nella Stazione Centrale di Milano, con il marchio principale. Nei progetti del gruppo, tuttavia, c’è l’espansione in altri otto terminal del circuito di Grandi Stazioni, di cui almeno un paio apriranno nel corso del 2011. La sottovalutazione dei canali travel può essere dovuta all’alto costo degli affitti. Tuttavia il caso di Nau! dimostra come possano essere strategiche tali location: sembra che sia proprio l’apertura di shop presso gli scali di Malpensa e Verona ad avere acceso l’interesse di una serie di potenziali master franchisee all’estero, primo passo verso il progetto di espansione internazionale intrapreso dal marchio varesino. F. P.
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dossierareediservizio2011
A cura di Fabrizio Patti
Chef Express È
dedicata a Chef Express, Gruppo Cremonini, la terza puntata della rubrica focalizzata sui formati della ristorazione e sui market in autostrada. Ogni mese una società di ristorazione in concessione risponde alle domande di r&f circa le caratteristiche salienti delle formule Bar, Pizzeria al trancio, Ristorante self service/free flow e Market. Chef Express è il secondo operatore per numero di esercizi nelle aree di sosta autostradali, che ammontano a 38. I formati Mokà e Chef Express sono presenti in tutte le aree e sono stati creati di recente, nel 2007. La pizzeria al trancio Pizza e Vizi (14 presenze) è stata introdotta da poco, nel 2010, in sostituzione del brand Leone Cose Buone. Il cambio di insegna è ancora in corso. È del 2006, invece, il Gusto Ristorante. Il market si distingue per la collaborazione con l’insegna di supermercati Crai. Tra la scontistica si segnalano le tessere fedeltà per camionisti e autisti di pullman Truck Drivers e Bus Drivers.
I formati della ristorazione e del market in autostrada Formato Bar nome mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) sedute min-max clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato Pizzeria al trancio nome formato mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) sedute min-max clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato Ristorante self service/free flow nome formato mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) sedute min-max clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato Market
nome formato mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza di prodotti locali/regionali (della regione in cui è presente il punto vendita) presenza area con prodotti freschi per pendolari presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato
*solo posti in piedi con tavolini di appoggio
50 retail&food - aprile 2011
Mokà e Chef Express 40 - 160 2007 38 (ovvero tutti quelli in cui è presente l'offerta di ristorazione) € 5,80 0*-50 N.D. menu colazione (sprint, colazione golosa) menu snack (dolce tentazione, del viaggiatore, carnet caffè (5 + 1 gratis) inoltre Truck Drivers e Bus Drivers (tessere fedeltà per camionisti e autisti di pullman) rinnovo totale assortimento snack e bar e rinnovo stili comunicativi Pizza e Vizi 30-80 2010 (passaggio dal brand Leone Cose Buone e Pizza e Vizi) 2010 e ancora in corso di estensione a tutti i pdv 14 € 6,70 € 10 - 50 N.D. menu pizza + fritti, pizza + torta, pizza + macedonia pizze con prodotti tipici regionali, fritti a ridotto contenuto calorico Gusto Ristorante 30-160 2006 7 € 12,00 € 20 - 160 N.D. Truck Drivers e Bus Drivers (tessere fedeltà per camionisti e autisti di pullman) menu dedicati ai bambini, assortimenti regionali Il Mercatino Crai 20-181 2003 attualmente in corso 30 N.D. N.D. Linea Piaceri Italiani Crai, ai quali si aggiungono corner dedicati ad aziendre locali corner prodotti freschi, nati dalla collaborazione con Montana N.D. "Angolo delle Occasioni" con idee regalo per tutta la famiglia © Edifis Intelligence
retail&food - aprile 2011 51
international Anche Swissport nelle mani di Pai
Dopo essere uscito dal Gruppo Coin e avere acquisito il 50% di The Nuance Group da Stefanel, il fondo di investimento Pai ha ora comprato Swissport. Si tratta di un grande fornitore
di servizi di handling negli aeroporti, presente in 38 Paesi in tutti i continenti. Tra i vari servizi offerti ci sono anche quelli di inflight catering e gestione delle sale lounge. Ancora da vedere se ci potranno essere sinergie con Nuance, gestore di negozi duty free.
Per Deichmann 2010 col botto
Complice la crisi il gruppo di calzature a basso costo Deichmann ha chiuso il 2010 con una crescita sostenuta: +12,5% di fatturato, giunto a 3,93 miliardi di euro, e +10% di scarpe vendute, pari a 152 milioni di paia. Abbastanza bene anche il risultato in Italia: +5,40% e 13 nuovi punti vendita, ora arrivati a 41. Ma la corsa, ha detto l’ad della società tedesca, Matthias Sommer, non si è fermata: «Nel 2011 – ha detto – prevediamo un’ulteriore espansione nel
Nord e Centro Italia. A partire da questo mese (lo scorso marzo, ndr) apriremo store a Sacile (Pn), Astuti (Al), Trevi (Pg) e Forlì, a cui seguiranno altri opening nel resto della Penisola, tra cui un negozio in provincia di Napoli».
52 retail&food - aprile 2011
duty free world
By Kevin Rozario - London
Are low cost carriers taking over? I vettori low cost stanno vincendo? In the past, duty free sales depended largely on passenger profiles that were from the higher A and B socio-economic groups. Which is why luxury brands were often the first to rush into the airport retail space; they saw, and still see, the channel as the perfect advertising window for their target customers – the affluent and the welltravelled. Then low cost carriers came along and brought a new model, and new passenger profile, into the market that shook up the aviation industry in a way that no-one could have predicted. As well as bringing air fares down – which is what they are chiefly know for – LCCs also changed some structural and operational aspects of the business. They tend to pay just for the services they use at airports, which is why some gateways are building separate low cost terminals for them that lack the sophistication of those used by rival full-service carriers, without, for example, lounges or boarding bridge access. More importantly for duty free retailers, the type of passenger is changing. At Singapore Changi airport, LCCs now account for 22% of the total passenger mix as compared with 19% in 2009 and just 12% 2008. One retailer at the hub says: “The influx of LCC passengers continues to accelerate and dilute aggregate spending due to their poorer spending rates. This is a concern for travel retail operators because concession fees are pegged to passenger numbers.” At the 3rd Annual ACI Economics and Finance Conference in London in March, ACI Europe director general Olivier Jankovec noted the increasing prominence of LCCs describing them as “a challenge to the hub and spoke model”. His organisation forecasts that the LCC market share of European aviation will reach 50% by 2013, four full years ahead of its previous estimation of 2017. “This will result in a greater focus on ancillary revenues and more pressure on charges, which will be a challenge to airports’ own revenues.” The strength of LCCs could also overwhelm some airports. At the same conference Tim Coombes, managing director of consultancy Aviation Economics, referred to the situation when he said: “Smaller airports are taking more risks to keep traffic – especially where one airline dominates.” So as airports and airlines battle it out over ancillary revenues and charges, they are also increasingly pushing for ‘ownership’ of the passenger. And as that fight gets dirtier, airports will have to be careful that their airport retail sales don’t lose out.
In passato, le vendite duty free dipendevano in gran parte dal profilo relativo ai passeggeri appartenenti ai segmenti socio-economici più elevati. È per questo che i marchi del lusso sono stati spesso i primi a infilarsi nelle aree del retail aeroportuale; essi hanno visto, e ancora vedono, questo canale come la finestra di pubblicità ideale per i loro clienti target - benestanti e 'well-travelled'. Quindi sono arrivati i vettori low cost (LCC) che hanno portato un nuovo modello, e un nuovo profilo di passeggeri, in un mercato che ha scosso l'industria aeronautica con intensità che nessuno avrebbe potuto prevedere. Oltre a portare le tariffe aeree verso il basso – ciò per cui sono principalmente noti – i LCC hanno anche modificato alcuni aspetti strutturali e operativi del business. Essi tendono a pagare solo per i servizi utilizzati negli aeroporti, motivo per cui alcuni gate sono in edifici separati, terminal low cost loro riservati che non hanno la raffinatezza di quelli utilizzati dai vettori rivali fullservice, senza, per esempio, sale lounge o accessi tramite ponti d'imbarco (finger). Ancora più importante per i retailer duty free, è il fatto che il tipo di passeggero sta cambiando. Presso l'aeroporto di Singapore Changi, le compagnie LCC ora rappresentano il 22% del mix totale di passeggeri rispetto al 19% nel 2009 e appena il 12% del 2008. Un retailer di questo hub ha dichiarato: «L'afflusso di passeggeri LCC continua ad accelerare e diluire la spesa aggregata a causa dei tassi di spesa più bassi. Questa è una preoccupazione per gli operatori del travel retail, perché i canoni di concessione sono agganciati al numero dei passeggeri». Alla 3a Annual ACI Economics and Finance Conference tenutasi a Londra nel mese di marzo, Olivier Jankovec direttore generale di ACI Europe ha preso atto della crescente importanza dei LCC descrivendoli come "una sfida al modello hub and spoke". La sua organizzazione prevede che la quota di mercato LCC del trasporto aereo europeo raggiungerà il 50% entro il 2013, quattro anni prima della stima precedente fissata al 2017. «Questo si tradurrà in una maggiore attenzione per le entrate ancillari e in una crescente pressione sulle tariffe, il che costituirà una sfida per le entrate stesse degli aeroporti». La forza dei LCC potrebbe travolgere alcuni aeroporti. Alla stessa conferenza Tim Coombes, direttore dei servizi di consulenza Aviation Economics, si riferiva a questa situazione quando ha affermato: «Gli aeroporti più piccoli stanno assumendo più rischi sul mantenimento del traffico, soprattutto dove una compagnia aerea risulta dominante». Quindi come gli aeroporti e le compagnie aeree si sfidano su ricavi ancillari e oneri, essi stanno anche sempre più premendo per la 'proprietà' del passeggero. E man mano che la lotta si fa dura, gli aeroporti dovranno stare attenti a che le loro vendite retail non crollino.
Alpha e Lsg, alleati in UK I
due concorrenti nel campo dell’inflight catering Alpha Flight Group e Lsg Sky Chefs hanno siglato un memorandum d’intesa per creare una joint-venture al 50%, che sarà operativa solo nel Regno Unito. L’intesa è soggetta all’approvazione antitrust da parte della Commissione Europea e al via libera finale dei cda delle due aziende. La nuova società avrebbe un fatturato atteso di circa 330 milioni di sterline (384 milioni di euro) e si occuperebbe del catering e delle vendite a bordo e dei servizi accessori. Sono invece escluse dall’accordo le attività che Alpha gestisce a Londra Gatwick per British Airways e negli scali irlandesi. Lsg Sky Chefs vanta un fatturato di 2,1 miliardi di euro, ed è il primo operatore al mondo. Alpha ha invece un giro d’affari di 420 milioni di euro ma è molto più presente nel Regno Unito, dove si concentra la maggior parte della sua attività.
Áreas, otto ciliegine a Barajas…
Aveva già 51 ristoranti e quattro negozi, ma Áreas nell’aeroporto di Madrid Barajas non si sazia mai. Il maggior travel retailer spagnolo ha vinto una gara per la gestione di otto punti vendita, che saranno distribuiti tra i terminal 1, 2 e 3. I precedenti shop erano nel T4. Tra le nuove entrate c’è l’italiana Piquadro, che già era presente a Barcellona El Prat. Gli altri sono due negozi di Sibarium (fine food, al T1 e T2), due di Aïta (gioielli e accessori, T1 e T3), due di Adidas (T1 e T3) e il nuovo marchio The Sweet Market, che vende cioccolati e dolciumi, al T1. Con questa operazione Áreas quadruplica gli spazi retail e porta i ricavi attesi a 30 milioni di euro nei prossimi 5 anni.
…e Ssp fa il pieno a Londra e a Parigi
Cinque locali nel City Airport di Londra, uno Starbucks al Charles de Gaulle di Parigi e un Millie’s Cookies alla stazione ferroviaria Gare de Lyone di Parigi: è il bottino recente di Ssp, operatore americano specializzato nella ristorazione nei luoghi di viaggio. A Londra gestirà due nuovi caffè che saranno operativi entro l’estate e tre bar e ristoranti esistenti che saranno ristrutturati entro agosto. Si tratta del City Bar and Grill, specializzato in vini e birre di alta qualità; di un locale di rhubarb, ristorante con servizio i cui pasti possono essere ordinati agli operatori presenti con palmari in tutto lo scalo; di una caffetteria Espressamente Illy e di due panetterie Panopolis. In Francia, invece, lo Starbucks aperto nel T2 del Charles de Gaulle è il terzo nel Paese dopo quello nel T1 dello stesso scalo e quello nella stazione di Montparnasse. Millie’s Cookies, invece, è una catena britannica che conta 80 locali in patria e quattro in Francia, tra cui uno all’aeroporto di Lione.
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international A Heathrow Olimpiadi for sale
Un negozio da 2.300 metri quadrati dedicato alle Olimpiadi di Londra 2012 ha aperto nel nuovo Terminal 5 dell’aeroporto Heathrow di Londra. Venderà una infinita varietà di merchandising. È il primo negozio del genere ad aprire in un
aeroporto ed è al momento il più grande punto vendita dedicato ai giochi del prossimo anno. Protagonisti sono le due (brutte) mascotte, Wenlock per i giochi olimpici e Mandevill per quelli paralimpici, a cui è stato dedicato un film trasmesso durante l’inaugurazione.
Risiko degli scali, Parigi vuole Lione
Aéroports de Paris, gestore degli scali Charles de Gaulle e Orly, sarebbe interessato ad acquistare l’aeroporto regionale di Lione, se il governo dovesse vendere la sua partecipazione. Lo ha detto l’amministratore delegato di Adp Pierre Graff in un'intervista alla tv Lci. «L'aeroporto di Lione ci appare l'obiettivo migliore, perché ci sono evidenti sinergie per noi», ha continuato Graff. Le vendite al dettaglio e i ricavi per servizi di Adp sono aumentati del 15% nel 2010, rispetto a un aumento dello 0,4% nel traffico passeggeri.
Extra a pagamento, non è più cosa da low cost A
nche le grandi compagnie aeree tradizionali hanno preso il vizio di considerare optional a pagamento una serie di servizi. Li ha riassunti un servizio de La Repubblica, a firma Paola Coppola: per i sedili che si reclinano del 50% in più Delta Airlines si fa pagare da 80 a 160 dollari, e la stessa opzione è stata introdotta da Klm. British Airways prevede invece un sovrapprezzo fino a 40 euro per chi siede vicino all’uscita di sicurezza. Delta chiede anche un extra tra 5 e 13 dollari per poter usare il wifi, mentre con JetBlue si pagano 6 dollari per vedere una prima visione a bordo. United Airlines fa pagare quasi il doppio per un passeggero obeso, mentre la low cost statunitense Southwest, come le europee Ryanair e easyJet, chiede un supplemento per l’imbarco prioritario. Oggi i ricavi accessori valgono il 5,4% di quelli totali delle compagnie, ma in futuro si avvicinerà al 20% che oggi vanta Ryanair.
È boom dei super-deal immobiliari
Crescono e di molto gli investimenti immobiliari in Europa: nell’ultimo trimestre del 2010 l’aumento è stato del 57% rispetto ai tre mesi precedenti. A dirlo è la società Cbre, che fa notare come a trainare la carretta siano stati i superdeal dal valore superiore ai 100 milioni di euro. Sono state 79 le transazioni superiori a tale cifra, mentre quelle sopra i 500 milioni di euro sono state nel quarto trimestre superiori a tutto il restante 2010. Sono però affari che riguardano quasi esclusivamente (ossia per i due terzi) solo Regno Unito, Francia e Germania. Soprattutto sono in corsa Londra e Parigi, che se nel primo quarter del 2009 registravano due deal superiori ai 100 milioni a testa, nell’ultimo del 2010 ne hanno avute rispettivamente 16 e 20. E l’Italia? Bocciata: solo tre grandi transazioni per uffici (a Milano e Roma) e due centri commerciali, a Cagliari e Roma. Pochi (28%) anche se in crescita i capitali cross border (stranieri), che in genere contribuiscono a realizzare grandi transazioni.
Iata, la festa è già finita?
Finlandia, eldorado dei mall…
Lontana e poco popolata, la Finlandia è tuttavia al centro di una corsa alla costruzione di centri commerciali. Nella sola regione di Uusimaa, che ospita la capitale Helsinki, ne sono stati pianificati 35, di cui tre grandi quanto l’attuale maggiore finlandese, l’Ideapark da 104mila metri quadrati. In tutto il Paese, se nel 2009 i progetti erano stati 80, nel 2010 sono incrementati a 149. Il perché di questa esplosione? Un emendamento in discussione alla Commissione Ambiente del Parlamento dovrebbe imporre delle limitazioni alle permissive norme attuali. I nuovi mall, se la legge passerà, potranno essere costruiti solo in aree delimitate e 31 dei progetti pendenti non sarebbero in regola.
…e Dubai scopre di averne abbastanza
«Quando è troppo è troppo». A dirlo è Laura Watts, direttrice del Mega Mall di Sharjah, un Emirato a nord di Dubai. Alla domanda del sito arabianbusiness. com se il mercato retail negli Emirati Arabi Uniti potesse sostenere altri mall, ha risposto: «Personalmente la mia risposta è no. Il Dubai Mall è già un osso duro da battere». Il riferimento è all’enorme centro commerciale inaugurato nel 2009, il più grande del mondo per area occupata, per un totale di 1.200 negozi e 16.000 posti auto. È poi in costruzione il Mall of Arabia, anch’esso tra i maggiori nel globo, la cui apertura era prevista alla fine dello scorso anno. Sono seguiti ritardi, per la crisi finanziaria che ha colpito Dubai e al momento pare che sia stato fatto poco. Nello stesso emirato, d’altra parte, è stata anche rimandata l’apertura del terminal passeggeri dello scalo Al Maktoum Airport di Dubai. Sarà operativo solo dal 2012. A regime sarà, neanche a dirlo, il maggiore nel mondo, con una capacità di 120 milioni di passeggeri.
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I passeggeri aumentano, nubi vulcaniche non si vedono all’orizzonte, ma la Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, ha un’altra grana: il prezzo del petrolio. L’aumento del greggio a seguito della crisi libica farà sì che i profitti del settore del trasporto aereo siano destinati a dimezzarsi nel corso di quest’anno. L’associazione, ipotizzando per l’anno in corso un prezzo medio del Brent di 96 dollari al barile contro i 79,4 del 2010 e gli 84 stimati a dicembre, prevede che i profitti scendano dai 16 miliardi di dollari del 2010 a 8,6 miliardi (a dicembre erano stimati in 9,1 miliardi). A conti fatti il profitto netto è dell’1,4% dei ricavi, contro il 2,9% dell’anno prima. «Cifre più degne di un’associazione di beneficenza che di un’azienda», ha masticato amaro il numero uno della Iata Giovanni Bisignani.
Giovanni Bisignani
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r&f vetrina Addio freddo con la grappa Delmè Il Pos è “touch all-in-one”
Potente e efficiente sotto il profilo energetico. Così si presenta l’ultimo ritrovato di NCR, che ha presentato i nuovi terminali POS touch allin-one. Grazie al nuovo processore, RealPOS 50 è in grado di gestire le più recenti applicazioni grafiche per touchscreen, fornendo un servizio rapido e personalizzato.
Un sorso intenso di Trentino con la nuova grappa della Distilleria Pilzer. Nelle versioni bianca (Delmè) e invecchiata (Delmè d’Or) si esalta la bottiglia: decisamente innovativa e di spiccata riconoscibilità. La formula sposa vinacce più e meno aromatiche per esprimere l’eccellenza del territorio.
È dolce il 150° d’Italia da Chef Express
Colori e sapori per festeggiare il 150° dell’unità d’Italia. A partire da marzo, per tutto il 2011, sono disponibili nei locali Chef Express di Gruppo Cremonini alcuni prodotti a tema. Il pasto è più dolce con il dessert “Tricolore”: goloso, fresco e leggero con fragole, kiwi e crema di yogurt.
La patatina è su misura
Alla ricerca della “giusta” misura, McCain lanca Fry’n’Dip: gli sfiziosi bastoncini dall’innovativo taglio concavo e dalla caratteristica forma a “U”, perfetto connubio fra bordi sottili e croccanti con all’interno un soffice cuore di patata. I bastoncini Fry’n’Dip sono adatti a tutti i tipi di menù.
Comenda raddoppia con Xlc
Lo spazio è lo stesso ma raddoppia la portata di carico. Da Comenda è arrivata Xlc: una macchina in grado di sostituire una lavastoviglie a capote tradizionale. Con soli 10 cm aggiuntivi in larghezza presenta una capacità di lavaggio superiore del 50 per cento. I piatti per ciclo diventano 26 anziché 18.
La nuova linea è da Faraone!
Non poteva che essere BaselWorld, il Salone Mondiale dell'Orologeria e della Gioielleria di Basilea, il palcoscenico scelto da Faraone per lanciare le sue novità. Tra queste brilla la collezione One of Kind: una storia di bellezza ed esclusività raccontata attraverso gli accostamenti armonici di diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi.
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stazionario Retail Group dà Vyta alle stazioni
Dopo Roma Termini e Milano Centrale, Vyta Boulangerie Italiana continua il suo progetto di espansione con le aperture nelle riqualificate stazioni di Torino Porta Nuova e Napoli Centrale. L’iniziativa è curata da Retail Goup, che prevede i “tagli nastro”
Arenaways su un binario minato
P
artita il 10 novembre scorso con un’offerta mutilata, che collega Torino e Milano, Arenaways si trova già davanti a uno scambio. L’obiettivo è quello di superare il semaforo rosso che le impedisce di effettuare le soste nelle stazioni intermedie. Privato del bacino di riferimento, quello dei pendolari, il vettore guidato da Giuseppe Arena si sta muovendo su due fronti. Il primo riguarda la rimodulazione dell’offerta, che da una parte ha visto il dimezzamento “temporaneo” del numero delle corse, scese a quattro, e dall’altra ha registrato la richiesta a Rfi di cambiare gli orari per le restanti quattro corse. Il secondo fronte si gioca nei tribunali, con i ricorsi all’Antitrust e al Tar del Lazio. Il
mese di marzo potrebbe rivelarsi determinante per l’esito della battaglia legale. Nel frattempo pesano, e non poco, i numeri di affluenza. Eloquente è il comunicato diramato dal vettore: «Il consuntivo dei primi 3 mesi evidenzia una media passeggeri che si attesta a circa 110 al giorno, con un media settimanale che oscilla tra gli 800 e i 1.000. Se in termini assoluti si tratta di numeri ancora lontani dal potenziale, il dato va analizzato ponendolo in relazione agli orari concessi da RFI, che di fatto tagliano fuori quasi tutti i viaggiatori della Torino‐Milano, e soprattutto al divieto imposto dall’URSF di effettuare le fermate intermedie». •
per giugno 2011. Gli spazi, rispettivamente di 150 mq e 100 mq, riflettono la filosofia del marchio Vyta: dare raffinatezza e qualità sia ai locali che ai prodotti. L’offerta food prevede infatti ricette gustose, ingredienti semplici e un’ampia selezione di vini dalle cantine Santa Margherita. I locali saranno aperti tutti i giorni e verranno formulati per attrarre visitatori non solo durante l’ora di pranzo, ma anche per la colazione e l’aperitivo.
Autogrill gioca il 3 su Napoli
Ancora tre aperture per Autogrill nel circuito di Grandi Stazioni, in particolare nel terminal di Napoli Centrale. Le date non sono ancora sicure, anche se dalla multinazionale di Milanofiori fanno sapere che dovrebbero rientrare entro la prima metà di aprile. Oltre al “solito” Time Café (120 mq), situato al piano interrato fra l'atrio principale di stazione e l'area commerciale metropolitana, le due soluzioni più innovative riguardano uno snack bar, dotato di piccolo laboratorio di gelateria, chiamato Tentazioni, e un chiosco con offerta multipla: da un lato gelateria Jelì&là e dall'altro Sfizi. Quest’ultima proposta si estende su circa 25 mq e si trova nelle immediate vicinanze dei binari. La formula sarà compatta e molto flessibile: sull’atrio di stazione avrà una caratterizzazione da gelateria mentre sui binari avrà un'offerta grab & go dolce e salata, caratterizzata da prodotti tipici del territorio.
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Sosushi diventa Train
S
empre più snodi internazionali: nei terminal ferroviari la ristorazione ha sapore d’oriente. Lo scorso 15 marzo la catena in franchising Sosushi ha aperto un punto vendita a Torino Porta Nuova. Il locale in questione è il primo ristorante di cucina giapponese presente in una stazione italiana, a cui ne seguiranno altri nei principali asset di Grandi Stazioni. La catena ha annunciato, infatti, di aver raggiunto un accordo con la controllata di Fs per l’apertura di vari punti vendita. Il “movimento” sarà al centro del ristorante Sosushitrain: un posto dove ci si potrà servire velocemente e dove ci si potrà fermare anche per dolci colazioni o per controllare la posta elettronica grazie al servizio di Wi-Fi. Il successo della catena Sosushi è dovuto
alla sua capacità di offrire assieme a sashimi e wasabi le tipicità di ogni regione che attraversa. Un “local sushi” possibile a Porta Nuova grazie alla contaminazione tra tradizione giapponese e cucina piemontese. •
Retail Station
NTV
Tutti in carrozza, il treno sta per partire. Entro il 2011 il vettore guidato da Luca Cordero di Montezemolo dovrebbe lasciare la stazione e fare concorrenza, sulla tratta ad Alta Velocità, a Trenitalia. I servizi on board costituiranno uno dei principali ambiti di rivalità tra i due competitor, a beneficio, si spera, dei viaggiatori. Con un occhio di riguardo ai businessmen, che specialmente sulla tratta da Milano a Roma dovranno scegliere tra aereo e treno e la compagnia con cui spostarsi. Dietro alla scrivania, tra le menti del progetto Ntv, c’è Giuseppe Bonollo, direttore marketing, vendite e servizi di Ntv, al quale abbiamo provato a “scucire” i dettagli dell’offerta. ciale che abbiamo in programma nei prossimi mesi. Ci saranno comfort particolari per la prima classe? Preferiamo non parlare di ‘classi’, ma di ambienti. La sfida è quella di offrire uno standard di grande qualità per tutti i tipi di viaggiatori: famiglie, turisti, uomini d’affari, studenti. Abbiamo voluto esprimere questa filosofia nello slogan: ‘Italo, il tuo treno’.
Partiamo dai fondamentali. Quante saranno le corse giornaliere? Inizieremo con 8 coppie di treni al giorno sulla tratta Napoli – Milano, per arrivare a regime nel 2012, quando disporremo della flotta completa di 25 treni Italo. La partita con Trenitalia si giocherà anche sui servizi a bordo. Come stupirete la clientela? Puntiamo su alta tecnologia, comfort, pulizia e un personale di assistenza che sappia gratificare il cliente durante il viaggio. Italo, ad esempio, è dotato di un sistema satellitare che consente un’ottima connettività a internet in tutte le condizioni. Inoltre, le soluzioni tecnologhe adottate ci consentiranno di offrire, per la prima volta in assoluto, anche la TV live a bordo treno e una carrozza Cinema per vedere anche film in prima visione. Stiamo investendo nella formazione del personale e abbiamo creato, a questo scopo, una Scuola di Ospitalità. La conoscenza dell’inglese è un pre-requisito essenziale. E la ristorazione come si declinerà? Stiamo sviluppando un approccio innovativo, puntando su un servizio prevalentemente al posto. Ma, per il momento, non possiamo dire altro. Vi diamo appuntamento alla presentazione ufficiale dell’offerta commer-
Il treno ad Av sta diventando un mezzo sostitutivo dell’aereo per la tratta Milano-Roma. Come affronterete anche questa sfida? È proprio nel confronto con l’aereo che emergono le caratteristiche differenziali, a vantaggio del treno. Tra queste, in particolare, il fatto di poter iniziare il viaggio comodamente dal centro città, nelle stazioni servite da Casa Italo, e di poterlo proseguire nel massimo comfort che stiamo prevedendo per i nostri interni. Tra le stazioni, vorrei sottolineare il fatto che avremo un’offerta in grado di coprire bacini geografici allargati e differenti, sia a Milano, dove opereremo a Porta Garibaldi e a Rogoredo, sia a Roma, dove offriremo collegamenti da Tiburtina e da Ostiense. Quali saranno dunque i servizi a terra? Il viaggio comincerà prima di salire sul treno, già nel momento in cui ci si connetterà al nostro futuro sito di vendita per acquistare il biglietto. A questo si aggiungeranno i numerosi altri canali di vendita, tra cui le agenzie di viaggio, le biglietterie self-service in stazione ed il nostro Contact Centre. Allo stesso modo, non necessariamente finirà con l’arrivo alla stazione di destinazione. Stiamo sviluppando infatti dei servizi di terra, che servano a completare il viaggio, e pacchetti turistici molto vari nell’offerta e accattivanti nel prezzo. Ci può spiegare in cosa consiste Casa Italo? Casa Italo sarà un vero e proprio centro servizi, all’insegna dello stile e della funzionalità. Consideriamo un valore fondamentale essere contattabili dai viaggiatori: un’azienda ‘amica’ è, innanzitutto, un’azienda con cui si può parlare. Dentro Casa Italo i viaggiatori potranno chiedere informazioni, chiarire dubbi e ovviamente disporre di servizi e del comfort necessario anche per una eventuale attesa. A. P.
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ai ferry porti Eataly sulla ruota di Genova
La selezione del personale è già iniziata. Dopo la prestigiosa apertura a New York, il marchio Eataly torna nel Belpaese sbarcando a Genova. La catena aprirà il 25 aprile su 2mila mq, utilizzando il terzo piano della storica Palazzina Milla, al Porto Antico. Presso lo stesso stabile sono già presenti alcuni negozi e il museo nazionale dell’Antartide “Felice Ippolito”. All’interno di Eataly lavoreranno inizialmente una cinquantina di persone, che potranno aumentare sino a 400. L’offerta comprenderà quattro piccoli ristoranti tematici e informali, un ristorante specializzato sulle ricette di mare, una panetteria con forno a legna, una caffetteria e una gelateria “alpina”artigianale situata al piano terra. Vi saranno due aree dedicate alla produzione olearia e alle eccellenze enogastronomiche, in entrambi casi specifiche della Liguria. L’iniziativa, con protagonista Slow Food, poterà ulteriore lustro con la creazione di aree per incontri, lezioni ed eventi.
Privatizzazione Tirrenia: fine dei giochi?
Tra scioperi, indiscrezioni e “teorici” calendari, la privatizzazione di Tirrenia continua. Al momento della stesura dell’articolo mancavano pochi giorni alla prima data importante: il 15 marzo. Per allora era fissata la presentazione dell’offerta economica e delle relative garanzie bancarie da parte dei 13 operatori rimasti in gara. A questa data dovrebbe seguire la scelta, da parte del commissario straordinario Giancarlo D`Andrea, di una short list. Come si ipotizza negli ambienti marittimi, i “finalisti” dovrebbero essere tre. Dopo la prima scrematura, il calendario della privatizzazione lascia pensare a un’ulteriore offerta a fine marzo/inizio aprile, determinante per arrivare all’acquisizione della compagnia entro il 15 di aprile. Entro la metà del mese in corso, quindi, si dovrebbe conoscere la cordata di imprenditori che avrà il compito di far uscire Tirrenia dalla palude della gestione pubblica. Tra i contendenti quello favorito alla vigilia sarebbe CIN (Compagnia Italiana di Navigazione), presieduta da Ettore Morace.
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Salpa il progetto di Ponte Parodi
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fine 2010 il primo passo in avanti, nelle settimane scorse quello decisivo. Il progetto di riqualificazione dell’area di Ponte Parodi ha finalmente ottenuto le firme. L’Autorità Portuale di Genova, Porto Antico di Genova Spa e Altaponteparodi hanno sottoscritto l’accordo relativo al crono programma. Tuttavia, prima che sia depositata la prima pietra, saranno necessarie altre autorizzazioni. Se l’inizio del cantiere non è dunque imminente, la strada per arrivarci appare sgombra da ostacoli. Al termine di questo lungo percorso vi sarà la realizzazione di un progetto da 160 milioni di euro, che porterà nel capoluogo ligure nuove aree retail, di intrattenimento e sorprendentemente di spazi verdi, proprio di fronte al mare. La struttura sarà realizzata secondo le tecniche del project financing, con concessione di 90 anni dall’avvio dei lavori da parte di Altaponteparodi. L’apertura al pubblico è prevista tra il 2015 e il 2016. Promotore dell’iniziativa è la società francese Altarea, che dopo un lungo e prudente silenzio ha potuto commentare positivamente l’accordo. Al riguardo ha parlato l’amministratore delegato di Altarea Italia, Ludovic Castillo, che ha espresso: «profonda soddisfazione per
Crociere, tutti pazzi per il Mare Nostrum
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’area del Mediterraneo sta acquisendo sempre maggiore importanza per gli operatori mondiali delle crociere, a tutto vantaggio del mercato Italia. A partire dai nuovi terminal, presenti e futuri. Passando per i marchi dell’alta moda, che possono posizionarsi sia a bordo delle navi che a terra, e per gli operatori della ristorazione, soprattutto fornitori. Arrivando ai complessi ricettivi. Tutto questo, ed altro, è il comparto delle crocie-
la formalizzazione dell’intesa, che permette di dare il via libera all’iter autorizzativo e a quello operativo. Ora ci auguriamo che la cantierizzazione e i lavori procedano rapidamente in modo da restituire l’area alla città e agli operatori il più presto possibile». Nel dettaglio il progetto presentato dall’architetto olandese Van Berkel & Bos si sviluppa su una superficie di oltre 67.000 mq, di cui 40.000 di spazi commerciali e di intrattenimento, e prevede la riqualificazione del molo. All’interno dell’area retail ci sono 60 negozi, 14 punti di ristorazione e 7 medie superfici. Inoltre è prevista la costruzione di una palestra solarium, di servizi di vicinato con lavanderia e farmacia, di un teatro all’aperto posizionato sul tetto, di un percorso vita e sport all’aperto e di una zona free climbing. Il parcheggio ospita 1.200 posti auto, al servizio di un bacino d’utenza calcolato in circa un milione di persone. Nelle intenzioni del promotore il Polo multifunzionale Ponte Parodi rappresenterà una forte attrattiva sia per il cittadino che per il turista. Sono inclusi, infatti, spazi destinati ad attività ludico-culturali, librerie multimediali, spazi espositivi e una particolare copertura del sito interamente trasformata in area verde. • re che cresce nel nostro Paese, sul quale graviteranno per il 2011 circa cinquanta compagnie e 150 navi, con oltre 60 porti interessati in dodici regioni. Dalle elaborazioni di Cemar, agenzia marittima genovese specializzata in analisi di settore, si evince che il 2011 farà registrare un forte incremento sulla movimentazione dei crocieristi nei porti italiani, con una previsione di quasi 11 milioni di passeggeri (+16,98%) e 5.089 toccate nave (+4,82%). A partire da quest’anno aumenteranno la propria presenza le compagnie Carnival, che controlla Costa Crociere e una decina di altri marchi, e Royal Caribbean, secondo operatore mondiale. Quest’ultimo porterà nel Mediterraneo le tre navi della classe Voyager, tra le top ten per dimensioni. Per le flotte Royal Caribbean, Celebrity Cruises e Azamara Club Cruises i porti di scalo in Italia aumenteranno da 17 a 19, per un totale di 689 scali contro i 497 del 2010. Nel 2012 i riflettori saranno puntati su Costa Fascinosa, gemella dell’ammiraglia “Favolosa”, che uscirà dal cantiere di Marghera di Fincantieri. Avrà una stazza di 114.500 tonnellate e potrà ospitare 3.780 passeggeri. All’interno avrà attrazioni per ogni gusto: centro benessere, cinema 4D e sala giochi. Non mancherà, ovviamente, un’ampia offerta retail. •
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La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Cinema,
la guerra è dietro lo schermo
L
e famiglie che la domenica portano i bambini al cinema hanno visto solo la punta dell’icerbeg, che poi è quello che va a toccare il portafoglio. Il rincaro dei prezzi del biglietto del cinema (dal prossimo luglio un euro a ticket) è una mini-stangata (lo Stato conta di racimolare 45 milioni). Ma quello che all’italiano medio sfugge è che dietro le quinte dell’ennesima pseudo-tassa è in corso una guerra: la guerra dei cinema. Da una parte Silvio Berlusconi, ormai sempre più intenzionato a riempire ogni spazio nell’industria dei media e dell’intrattenimento, dall’altra le multinazionali. E se sulla pay-tv è ormai battaglia a viso scoperto tra il super-magnate Ruper Murdoch, il re mondiale di tv e giornali, e il presidente del consiglio, nel caso delle sale lo scontro è con un gigante finanziario, il fondo di private equity Terra Firma, un colosso da 13 miliardi di investimenti, proprietario di Uci Cinemas. Nato dalla fusione di due grandi catene britanniche (dove i multisala esistono da parecchi decenni prima del debutto in Italia), Odeon e Uci, il big inglese si contende, in un tenace testa a testa, il controllo del mercato italiano dei cinema. Ma Berlusconi da tempo ha messo gli occhi sull’industria dell’intrattenimento di Hollywood: prima ha fatto confluire dentro la corazzata Mediaset la vecchia Medusa (la storica casa cinematografica rilevata dal gruppo del Biscione) e poi ha creato
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una divisione apposta per le sale chiamata Medusa Multicinema e infine si è alleato con un altro big, i Benetton, attraverso il loro braccio finanziario 21 Investimenti (il fondo di private equity, guidato dal delfino di Ponzano Veneto, Alessandro Benetton). L’asse di ferro FininvestEdizione ha prima rilevato i vecchi Warner Village (la prima catena aperta in Italia, nel lontano 1999, dal colosso Time Warner) e poi ha iniziato a acquistarne altri riunendo tutto sotto la denominazione The Space Cinema. La battaglia si combatte a suon di sale comprate lungo la Penisola ed è senza esclusione di colpi: a cavallo di Natale e della fine dell’anno gli inglesi si sono comprati il mini-circuito Pathè Vis (che contava 39 schermi). Non un nome altisonante, ma con strutture in città nevralgiche e soprattutto così facendo Uci è diventato il più grande in Italia: 28 multiplex per un totale di 303 schermi, scavalcando lo Space del tandem B&B. Uci vuole arrivare al tetto dei 40 multisala e 400 schermi, la soglia per poter di fatto comandare il mercato dell’intrattenimento in Italia. La risposta degli italiani non si è fatta attendere: Berlusconi-Benetton si sono
accaparrati CineCity della famigla Furlan (con l’appoggio finanziario del socio Morgan Stanley), per un totale di 343 schermi e 34 strutture che hanno permesso di ristrappare lo scettro (usurpato per poco più di un mese) ai britannici. Dopo il duopolio Rai-Mediaset sulla vecchia tv analogica generalista (ormai destinata a morire con l’avvento delle nuove tecnologie e dell’intrattenimento on demand); dopo il nuovo duopolio sulla tv a pagamento (Sky sul satellite contro Mediaset Premium sul digitale terrestre), ora il terreno dell’ultimo duopolio è sul grande schermo. È vero che gli italiani sono quelli che vanno di meno al cinema in Europa (da noi le sale sono affollate praticamente solo a Natale, per il classico
cinepanettone di turno); è vero che la pirateria e i download illegali dilagano (non solo in Italia peraltro), ma l’industria del cinema è fiorente (il mercato vale oltre 400 milioni di euro) e quantomai trasversale. Il concept del multisala (strategico per Medusa che è anche una casa di produzione di film e quindi controllare le sale significa assicurare successo a ogni suo film imponendo le proprie pellicole nelle sale) è quello di un grande mall, dove ci si reca per vedere un film ma poi si finisce per fare shopping e cenare in uno dei ristoranti fast-food interni. Senza contare poi gli introiti del marketinglaterale (snack e bibite venduti al botteghino; merchandising legato ai film in proiezione). Chi vincerà la guerra? Si accettano scommesse. •
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La foto
Cairo, aeroporto, 1 febbraio 2011 La folla preme per lasciare il paese
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r&f last but not least
Aeroporti, muoviamoci prima della crisi
I
massacri compiuti in Libia dalle truppe di Gheddafi e i bombardamenti sotto l'ombrello dell'Onu che ne sono seguiti. Le rivolte pacifiche e in nome della libertà ma dagli sviluppi ancora incerti nel resto del Nordafrica e Medio Oriente. Il dramma della terribile triade terremoto-tsunamiincubo nucleare in Giappone. Sono eventi che, per motivi e con prospettive diverse, hanno sconvolto il mondo e condizioneranno la nostra vita nei prossimi anni. Parlare degli effetti sul travel retail di tutto questo può apparire cinico, ma è doveroso. Non c’è dubbio, infatti, che gli effetti sul settore si sentiranno. Sono prevedibili non solo i danni diretti per le compagnie aree di linea e charter che servono il Nordafrica (si veda la rubrica Aviation Outlook a pagina 10), per quelle che effettuano le crociere e per gli operatori che hanno negozi negli scali della sponda sud del Mediterraneo. Ma anche quelli indiretti dovuti al nuovo balzo del prezzo del petrolio, e in questa chiave vanno lette le previsioni al ribasso sugli utili delle compagnie aree stilate dalla Iata e il ribasso in Borsa che ha colpito nel giorno della presentazione del bilancio una società come Autogrill (che non ha nascosto le sue preoccupazioni nelle previsioni per il 2011), esposta sia sul settore aereo che in quello autostradale. Se aggiungiamo anche le ordinarie beghe italiane, registriamo la paralisi sul tema delle tariffe aeroportuali e la necessità acuita, per gli scali, di reperire le risorse sempre più attraverso il settore non aviation. Bisogno ulteriormente acuito nelle realtà che secondo il piano aeroporti di futura (o futuribile) realizzazione costringerà gli aeroporti minori e meno efficienti a reggersi sulle proprie gambe. In questo contesto, occorre essere rapidi nel reagire e ad anticipare i contraccolpi della crisi. Un primo passo opportuno è quello di mettere mano al sistema di affitti e di royalties dovuti dai retailer ai gestori degli aeroporti. L’obiettivo è quello di
eliminare le rigidità e creare circoli virtuosi nel rapporto tra landlord e tenants. Qualche mese fa il nostro corrispondente londinese Kevin Rozario ha descritto la strategia, rivelatasi vincente, attuata nel nuovo Terminal 2 dell’aeroporto di Dublino. La Dublin Airport Authority ha sviluppato un modello di partnership con i negozianti consistente in una percentuale delle vendite invece di affitti annuali fissi. Una struttura, spiegava, che si adatta bene alle situazioni di incertezza o quando i numeri calano, perché la commissione fissa è un peso di piombo attorno al collo del retailer che può paralizzare la sua attività perché non ha spazio di manovra. Da noi ci stiamo arrivando: Luigi Battuello, direttore commerciale non aviation di SeaAeroporti di Milano, ha detto nel Dossier Aeroporti dello scorso dicembre che il percorso intrapreso va in questa direzione. «I ricavi di Sea nei prossimi 3-5 anni – ha commentato – dovranno essere generati da un’altissima redditività al metro
Mercati in fiera
quadrato, derivato dalla royalty sul fatturato. Il minimo garantito si dovrà indicizzare negli anni e dovrà essere allineato alle performance dei brand». Si è spinto oltre il suo omologo di Aeroporti di Roma, Marco Treggiari. La sua idea, esposta nell’ultimo workshop di Atri (Associazione italiana travel retail) è quella non solo di superare le rigidità dei minimi garantiti, ma di premiare i retailer che vanno meglio. Oggi il sistema è quasi punitivo, perché più il negozio va bene e più paga. Domani, invece, al crescere del fatturato potranno diminuire le royalties. Per l’aeroporto il gioco varrebbe la candela solo in presenza di un forte aumento del volume d’affari e questa scommessa sulla crescita costringerebbe tutti a remare dalla stessa parte. Molto semplicemente, è ora e non tra dieci anni il momento di rendersi conto che procedure snelle sia in tema di traffico sia in tema di politica commerciale sono necessarie. Il mondo del travel retail deve cambiare perché a cambiare oggi è il mondo intero. Fabrizio Patti
Calendario APRILE 2011 - GIUGNO 2011
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64 retail&food - aprile 2011