COMPOUND SILICONICI PRESSE PICCOLE DIMENSIONI VINCONO GLI INVERNALI
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
MARZO 2010 - NUMERO 2
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SOMMARIO | ANNO 54 - 576 • MARZO 2010 • N. 2 23
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RICONSIDERARE LE DINAMICHE COMMERCIALI E PRODUTTIVE
SE DUE METRI DI DIAMETRO VI SEMBRANO POCHI
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VETRINA DELLE NOVITÀ
Una selezione delle realizzazioni della creatività italiana nel campo delle guarnizioni
UNA STELLA BLU SUL CAMMINO DEI SILICONI
Mix and Fix, il reparto dove si mettono a punto compound pronto uso in mescole di silicone su misura delle esigenze dei trasformatori
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L'intervista del mese
La Intermarp, attiva dal 1961 nel campo delle mescole e degli articoli tecnici, ha realizzato una guarnizione stampata del diametro interno di 2.000 mm
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ELASTICA: SOMMARIO
Secondo Pierantonio Agnelli occorre dare maggiore rilevanza al bagaglio culturale dell’azienda, alla sua storia, alle sue tecnologie e competenze, alla qualità dei servizi e soprattutto ai suoi uomini
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CONTENIMENTO DEI COSTI E RISPARMIO ENERGETICO
Un sistema di canali freddi che assicura il miglioramento delle potenzialità delle macchine | L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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L’INNOVAZIONE PASSA ANCHE DA PROCESSI PRODUTTIVI DINAMICI E VERSATILI
Flessibilità e costi ridotti sono i principali vantaggi delle presse di stampaggio di piccole dimensioni
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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio della Federazione Gomma Plastica Assogomma
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA
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Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile Eugenio Faiella
• Riparte l’impianto Lanxess di butile in Giappone • Automazione industriale a Parma in ottobre • Palle da golf più veloci con Buna CB21 • Il programma del 51° meeting dell’IIRSP • Seminari Thermo Fisher sulla reologia • Un po’ meno grave del previsto la caduta dell’industria tedesca • Gli 80 anni di Irene Engel • Alla DSM l’impianto di PA6 della NPC • Plast 2012 si svolgerà in maggio
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CALENDARIO
Redazione, amministrazione, pubblicità GESTO EDITORE srl viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@gestoeditore.it www.gestoeditore.it Segreteria di redazione segreteria@gestoeditore.it Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@gestoeditore.it Pubblicità adv@gestoeditore.it Traffico Silvia Pizzi - silvia@gestoeditore.it Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Arretrati € 5,00 Estero € 8,00 Abbonamento annuo Italia € 90 - Estero € 100 c/c postale 13590203 intestato a GESTO EDITORE srl Spediz. in abb. postale - pubbl. inf. 45% - art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - filiale di Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Registro degli operatori di Comunicazione numero 6002 La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli e dagli estensori dei testi delle inserzioni pubblicitarie.
Fiere, mostre, convegni, eventi in programma per i prossimi mesi GLI inserzionisti
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III COP. I COP.
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2010 n. 576 | L'INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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2010 n. 576
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SOMMARIO Gli sponsor di Elastica.................................................................................................................. 6 - 7 Abbiamo letto per voi........................................................................................................................8 Il triangolo magico dei pneumatici viene oggi variato con il Nanoprene ◊ Resistenza ai carburanti delle gomme acriliche ACM ◊ Influenza della polvere di FKM sulla permeazione dei carburanti ◊ Influenza del process oil sulle proprietà meccaniche ◊ Protezione contro microrganismi ◊ Proprietà dinamiche di mescole contenenti silice silanizzata ◊ Prescrizioni per realizzare membrane per dighe ◊ Dimensionamento della durata di frizioni a base siliconica ◊ Articoli di gomma resistenti al rigonfiamento in acqua ◊ Mixcont, processo dinamico di mescolazione ◊ Controllo ultrasonico dello stampaggio a iniezione con Curesense ◊ Analisi del materiale e delle difettosità
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I
l Prof. Dr. Werner Obrecht, autore dell’articolo qui recensito, è direttore dello sviluppo delle proprietà strategiche del Nanoprene presso la Lanxess Deutschland di Leverkusen. Egli prende qui in considerazione gli aspetti più caratteristici del mondo dei pneumatici, cioè i rapporti tra tenuta sul bagnato, resistenza al rotolamento e resistenza all’abrasione. Il significato di tali rapporti viene schematizzato mediante il cosiddetto “triangolo magico”, nel quale tali rapporti vengono quantificati su tre assi definendo una figura piana triangolare. L’importanza di tale schematizzazione deriva dal fatto che nelle mescole di battistrada un aumento della tangente dell’angolo di perdita (tandelta) tra 0°C e 20°C corrisponde ad un aumento della tenuta sul bagnato, mentre una diminuzione della tangente dell’angolo di perdita (tandelta) tra 50°C e 70°C corrisponde ad una riduzione della resistenza al rotolamento. Il problema è molto importante dal punto di vista pratico, perché la resistenza al rotolamento dei pneumatici incide per un quinto sul consumo di carburanti delle autovetture e ancor più sul consumo dei carburanti degli autocarri. La situazione sopra descritta ha avuto un sostanziale sviluppo da quando negli anni ‘90 si è affermata una logica delle mescole di battistrada che estende l’impiego su vasta scala anche nei pneumatici delle silici precipitate accanto al nero di carbonio; tale evento modifica in modo favorevole la componente di perdita del modulo dinamico, che si ripercuote appunto su tenuta sul bagnato, resistenza al rotolamento, resistenza all’abrasione. Dagli anni ‘90 sono in atto lavori di sviluppo sulla produzione di silici precipitate per sfruttare nel migliore dei modi l’effetto dinamico causato dall’impiego delle silici precipitate
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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
stesse, riducendo le innegabili difficoltà di lavorazione che intervengono. Un notevole contributo all’ottenimento di caratteristiche ancora più valide delle silici precipitate viene dato da un materiale silicico in polvere di dimensioni nanometriche sintetizzato dalla Lanxess di Leverkusen denominato Nanoprene, che viene considerato un valido additivo per aumentare e migliorare il rinforzo sugli elastomeri. Il Nanoprene è un materiale costituito da particelle sferiche con diametro di circa 50 nm (nanometri) caratterizzate da un nucleo altamente reticolato, che sulla superficie esterna è dotato di aggruppamenti ossidrilici in grado di aumentare la reattività con gli altri costituenti della mescola mediante la realizzazione di interazioni dipolo-dipolo e di formazione di legami di idrogeno. L’importanza di tale comportamento chimico-fisico ha forte effetto pratico, perché permette di creare la desiderabile compatibilizzazione tra prodotti altamente polari e prodotti tendenzialmente apolari come lo sono gli elastomeri, permettendo di ottenere innanzitutto una valida disperdibilità, normalmente difficoltosa con le silici, e in secondo luogo anche una valida interazione con gli altri costituenti della mescola, che procura un aumento dell’effetto rinforzante. Nei riguardi di tale azione viene puntualizzata anche l’interazione del Nanoprene con i gruppi silanolici delle silici precipitate. L’aggiunta in mescola di 10÷20 phr di Nanoprene dà luogo a una forte influenza sulle caratteristiche viscoelastiche e in particolare sull’andamento delle proprietà di smorzamento. Viene riportato che in una mescola con temperatura di transizione vetrosa 15°C tale aggiunta realizza un massimo di smorzamento (correlato con l’aumento di tandelta) nell’intervallo tra 0°C e 20°C, che ha per conseguenza un miglioramento della tenuta sul bagnato. Nonostante tale comportamento, tra 50°C e 70°C
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si realizza uno smorzamento (tandelta) più basso, e quindi una riduzione di resistenza al rotolamento, rispetto a quello di una mescola di battistrada contenente silice precipitata, ma senza Nanoprene. L’autore dell’articolo puntualizza che l’aggiunta di nanoparticelle descritto rappresenta una via per migliorare le prestazioni dei pneumatici senza dover ricorrere a variazioni importanti di ricettazione. Dal punto di vista pratico viene consigliato di aggiungere le nanoparticelle verso la fine della procedura di confezione della mescola. L’autore puntualizza inoltre che, oltre ai vantaggi sopradescritti, l’aggiunta delle nanoparticelle dà luogo a miglioramento di resistenza all’abrasione e a miglioramento di grip. Si dà notizia che un produttore di pneumatici giapponese si cimenta già con l’impiego di nanoparticelle soprattutto in pneumatici invernali, per sfruttare l’aderenza sia su strada asciutta che bagnata senza dover lamentare indurimenti delle mescole su terreno innevato o ghiacciato.
materie prime RESISTENZA AI CARbURANTI DELLE GOMME ACRILICHE ACM
Joshua R. Kelly,Paul E. Manley, Paul D. Tao - Zeon Chemical; Rubber World; 240/1-27-Aprile 2009. Rif. E2744.
L’
autore prende in considerazione le gomme acriliche di seconda generazione HT-ACM della Zeon Chemicals e in particolare il tipo HyTemp AR13FR. Tale elastomero presenta minore rigonfiamento in carburanti e minore permeazione rispetto a quanto non accada con le gomme ACM convenzionali e con le gomme AEM (gomme etilene acrilato). Il vantaggio si è particolarmente evidenziato per quanto riguarda la resistenza alla permeabilità ai carburanti leggeri, soprattutto nell’impiego in una guarnizione coprivalvola esposta all’azione di olio motore contaminato con carburanti, tenendo testa
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
a elastomeri molto più costosi come gomma nitrilica idrogenata (HNBR), gomme fluorosiliconiche (FMVQ), fluoroelastomeri (FKM). Nell’articolo viene riportato uno studio di confronto di mescole di HyTemp AR13FR, di HyTemp AR12 (normale ACM), HNBR, FKM, AEM. Nel confronto su tali elastomeri si nota che nel severo invecchiamento al calore di 504 ore a 150°C, HyTemp AR13FR mostra indurimento contenuto non superiore a quello ottenuto con FKM e una resistenza ai carburanti leggeri (fuel C) migliore di quella delle gomme AEM (gomme etilene acrilato). Nei riguardi della resistenza alla deformazione permanente a compressione (compression set) a 150°C la HyTemp AR13FR si colloca come la AEM (gomma etilene acrilato). La resistenza alle basse temperature (Gehman - T100) della HyTemp AR13FR è -25°C , cioè circa uguale a quella della FKM, tuttavia meno brillante di quella raggiunta dalla normale ACM HyTemp AR12 (~-32°C) e, come viene fatto notare, senz’altro migliore di quella indicata per le gomme AEM ( -20°C). Come testimonianza della situazione a basse temperature viene evidenziato il risultato ottenuto come Gehman T100 dopo una sequenza di trattamenti: immersione per 336 ore a temperatura ambiente in carburante Diesel o in miscela Diesel/bioDiesel (costituita da carburante Diesel corrente, Diesel/Rapeseed Methyl Ester 80/20, Diesel/Soy Methyl Ester 80/20), indi evaporazione spontanea. Dopo tali eventi la temperatura Gehman T100 più favorevolmente bassa viene registrata per la HyTemp AR12 (normale ACM) [nella fattispecie soprattutto con Diesel RME 80/20], ove per la HyTemp AR13FR sono indicati valori simili a quelli relativi alla AEM (gomma etilene acrilato). La prova di rilassamento del carico sotto compressione (CSR = Compressive Stress Relaxation) protratta per 1008 ore a 150°C mostra un risultato brillante, con una ritenzione del carico >25%.
L’articolo, in uno spazio relativamente contenuto, è fittamente documentato con moltissimi dati e con considerazioni sui confronti eseguiti, facendo brillare il comportamento della HyTemp AR13FR per la resistenza al Fuel C, migliore o uguale a quella della HNBR o della NBR a medio ACN però con migliore termoresistenza, e seconda solo a quella della FKM; viene poi evidenziato che la HyTemp AR13FR, nonostante la compatibilità chimica con l’etanolo, presenta effetti di ritenzione di quest’ultimo molto contenuti, presentando una eccezionale resistenza alla permeazione dei carburanti leggeri.
materie prime INFLUENZA DELLA POLVERE DI FKM SULLA PERMEAZIONE DEI CARbURANTI
James A. Shell - FRS; Rubber World; 240/1-14-Aprile 2009. Rif. E2745.
L’
aggiunta del 10% di etanolo al carburante C in sostituzione dell’MTBE (metil t-butiletere) provoca vistosi aumenti di permeazione dei vapori di carburante, soprattutto sulla NBR. Il fatto desta interesse dopo che il CARB (California Air Resources Board) ha designato la classe dei veicoli PZEV (Partially Zero Emissions Vehicles), per la quale viene prescritto che un veicolo, oltre a rispettare una serie di limiti sulle emissioni, debba anche assicurare permeazione zero dall’apparato del circuito del carburante. Nel testo dell’articolo qui recensito è riportato uno schema degli organi del veicolo interessati. L’autore dell’articolo nota che anche con i fluoroelastomeri il conseguente aumento percentuale di permeazione del carburante è vistoso, ma che esso, in termini reali di quantità assoluta permeata, è invece molto contenuto, in linea di massima dell’ordine di meno di un centesimo rispetto alla permeazione che si verifica con la NBR. L’impiego dei fluoroelastomeri rispetto alla NBR significa però come è noto un aggravio
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di costo di 25 dollari/kg, per cui non viene praticato. L’autore propone quindi di prendere in considerazione l’aggiunta in mescola di polvere FMP (= polvere di articoli in FKM) come extender in mescole fluoroelastomeriche, per esaminarne l’effetto sulle permeazioni realizzate. In una prima variante, una mescola di fluoroelastomero FKM completa di sistema vulcanizzante e contenente 30 phr di nero N990 viene additivata di 22% di polvere FMP della stessa composizione della mescola elastomerica a base di FKM. In una seconda variante, una mescola di fluoroelastomero FKM completa di sistema vulcanizzante e contenente 10,2 phr di nero N990 viene additivata di 567 parti di polvere FMP di composizione diversa rispetto a quella della mescola di FKM, in quanto contiene cariche minerali, ed è additivata di 2% di vulcanizzante, realizzando un contenuto di polvere FMP dichiarato come 85%. Nei riguardi delle caratteristiche meccaniche, delle caratteristiche di resistenza al calore, agli oli e ai carburanti, la mescola additivata del 22% di polvere FMP è risultata di caratteristiche paragonabili rispetto a quella della mescola originaria. La mescola contenente 85% di polvere FMP, rispetto alla mescola originaria è risultata invece di carico di rottura leggermente più basso, e conseguentemente con riduzione maggiore di cari-
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co di rottura e di resistenza agli oli e ai carburanti dopo invecchiamento, tuttavia mantenendo secondo l’autore le proprietà entro gli standard ASTM stabiliti per le gomme FKM. Le prove di permeazione ai carburanti vengono condotte secondo una procedura proprietaria schematizzata nel testo. La procedura consiste nel rilevamento, mediante un tubo di desorbimento termico, della quantità di vapore di carburante permeata attraverso una membrana di gomma sotto l’azione di una corrente di azoto. I vapori captati dal tubo di desorbimento termico vengono caratterizzati gascromatograficamente. L’autore interpreta che la performanza segnalata è molto simile, sia con la membrana di mescola originaria che con le membrane ottenute con le due mescole contenenti la polvere FMP. L’autore, sulla base di suggerimenti di Van Amerongen, ricorda che la impermeabilità ai vapori è regolata da un meccanismo meccanico e non energetico, per cui essa viene favorita dalla presenza sulla catena polimerica di sostituenti dotati di sufficiente impedimento sterico. Una riprova di ciò è presentata dalla impermeabilità della gomma butilica per la presenza di gruppi laterali ingombranti vinilici e isopropilenici, e in definitiva anche dalla impermeabilità dei fluoroelastomeri, che sono dotati di gruppi laterali -CF3 pur sempre più ingombranti dei gruppi -CH3 della gomma naturale.
’aggiunta di plastificante ad una composizione polimerica genera forze di repulsione entro la compagine polimerica stessa, che danno luogo ad un abbassamento della temperatura di transizione vetrosa e ad una variazione delle proprietà elasti-
che. I plastificanti idrocarburici sono a base di prodotti con costituzione paraffinica, naftenica, aromatica, ove la distribuzione è rivelabile secondo DIN 51738. I plastificanti idrocarburici vengono prodotti con processi di distillazione sotto vuoto, seguiti da processi di estrazione con solventi, da processi di eliminazione delle cere, nonché da processi di idrogenazione per correggere la presenza di prodotti idrocarburici aromatici indesiderati. I plastificanti considerati nell’articolo qui recensito sono fondamentalmente quelli impiegati nelle mescole di EPDM. Gli autori li rappresentano con 5 esemplari classificati come paraffinici (Catenex S946, Catenex S841, Catenex S541, Catenex T145, Ondina 941) e con 1 esemplare classificato come naftenico (Edelex 946), prodotti dalla Shell Deutschland Oil di Amburgo. Questi plastificanti comprendono tipi paraffinici idrogenati (hydrotreated) (Catenex T, Ondina), tipi paraffinici estratti con solventi (Catenex S), tipi naftenici (Edelex). Viene specificato che gli oli Ondina sono oli bianchi di uso farmaceutico. Catenex T e Ondina sono esenti di componente aromatica. Gli altri hanno componente aromatica 2%÷5%, componente paraffinica comunque molto elevata (68%÷70%), tranne che nel caso di Edelex 946 (54%) caratterizzato però da 41% di componente naftenica rispetto a 28÷30% di essa negli altri oli. L’aggiunta dei plastificanti dà luogo a riduzione della viscosità delle mescole, senza però che si verifichino rapporti con la viscosità dei plastificanti impiegati. L’aggiunta di plastificanti all’EPDM, specie in mescole a reticolazione perossidica, dà luogo ad interazioni anche con le proprietà di vulcanizzazione, perché durante il processo di vulcanizzazione il perossido tende a reagire con componenti del plastificante sottraendo pertanto parte della loro azione sul componente elastomerico. Importanti interazioni avvengono anche con le cariche contenute nella mescola in dipendenza della loro compagine, della loro morfologia e della loro bagnabilità.
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materie prime INFLUENZA DEL PROCESS OIL SULLE PROPRIETÀ MECCANICHE
K. Reincke, W. Grellmann, J. Friedel (katrin.reincke@iw.uni-halle. de); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/10- 506-2009. Rif. E2746.
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L’articolo comprende un lungo studio, descritto minuziosamente, sulle proprietà riscontrate su una mescola chiara di Buna EP-G-5450 caricata con caolino e reticolata con perossido, su una mescola di Buna EPG-6850 caricata con nero di carbonio e reticolata con zolfo, su una mescola a base di copolimero termoplastico a blocchi SEBS (Stirene-Etilene-Butilene-Stirene). L’aumento del tenore di aromatico nell’olio, peraltro in un campo di piccola entità da 0 a 5%, dà luogo ad aumento della viscosità della mescola. Ciò è presentato come conseguenza della interferenza delle componenti
dell’olio con la carica. Tale interferenza è più vistosa con il nero di carbonio, perché quest’ultimo è dotato di natura chimico-fisica più consimile a quella dell’elastomero rispetto a quanto accada con una carica minerale, la quale viene ritenuta inerte dal punto di vista della possibilità di trasferire variazioni di viscosità. Il grado di reticolazione reometrico (differenza tra livello massimo e livello minimo), riscontrato in presenza di contenuto crescente di aromatico, nelle mescole chiare diminuisce sensibilmente ad opera dell’assorbimento di perossido da parte delle insaturazioni aromatiche, mentre nelle mescole rinforzate con nero di carbonio
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aumenta gradatamente, ma in modo meno vistoso. L’influenza del tenore di aromatico dell’olio paraffinico-naftenico viene evidenziata anche su altri parametri. All’aumentare dell’aromatico il compression set aumenta vistosamente nelle mescole chiare, cioè peggiora, mentre rimane praticamente costante nelle mescole nere, mostrando quindi in queste maggiore elasticità. La descrizione prosegue indicando l’andamento delle caratteristiche meccaniche riscontrate anche nel caso di altri parametri. All’aumentare del tenore di aromatico, in mescole chiare la resistenza alla propagazione della lacerazione mostra andamento positivo con valori più alti, mentre nelle mescole nere mostra di non essere influenzata. Viene rappresentato anche l’andamento della componente elastica E’ del modulo dinamico a compressione in funzione della temperatura. I valori presentati non mostrano di essere influenzati dalle piccole entità di componente aromatica considerate. Lo studio pubblicato comprende anche un esame di una miscela termoplastica a base di SEBS/polipropilene 23%-6% additivata di 41% di Process Oil e caricata con 28% di calcio carbonato. L’interesse dell’articolo risiede anche nelle apparecchiature impiegate.
zione di biofilm, che risultano difficili da rimuovere. Per biofilm si intende una comunità di microbi aderente ad una superficie. Man mano che il biofilm cresce si possono staccare cellule dal substrato e dar luogo a colonizzazioni su nuove superfici. Vengono prese in considerazione due situazioni di crescita di biofilm: su pistoni di gomma siliconica in apparecchiature medicali che costituiscono parte di valvole NFV (Needle Free Valves), cioè su apparecchiature per inoculazione di farmaci con cateteri senza l’impiego di aghi, e su soffietti di gomma in lavatrici domestiche, attraverso i quali si caricano i materiali da lavare.
(L’articolo è in lingua inglese)
prodotti e processi PROTEZIONE CONTRO MICRORGANISMI
Carolina Mateus, David Morris, Bo Kerr - http://millikenchemical.com; Rubber World; 239/6-32-Marzo 2009. Rif. E2747.
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olti dei componenti degli articoli di gomma, come ad es. plastificanti, lubrificanti interni, ausiliari di lavorazione, cariche, sono veicoli tipici che possono costituire sorgenti di crescita di microorganismi. La crescita di batteri e di funghi ha luogo con forma-
Gli NFV sono costituiti da un involucro in policarbonato (PC) e da un pistone in gomma siliconica, che spesso contiene uno stelo di ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene) e che determina il percorso del fluido. Su tali parti è prevista una disinfezione con una soluzione al 70% di isopropanolo, iodio o cloroexidina. Gli additivi antimicrobici per i pistoni NFV, a base di mescole di gomma siliconica liquida LSR, sono prodotti inorganici a base di ioni di argento, usati fino a concentrazioni 1000 ppm (parti per milione), per i quali vigono approvazioni secondo regolamentazioni di USA ed Europa. Viene riportato che tali additivi realizzano una riduzione mi-
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crobica >90% contro lo Staphylococcus aureus ATCC 6538 e >99,9% contro la Klebsiella pneumoniae ATCC 4352. Per assicurarsi dell’efficienza della riduzione microbica anche nel percorso del fluido vengono eseguiti controlli nella apparecchiatura mediante inoculazioni intenzionali di Staphylococcus aureus ATCC 43300 (MRSA). Negli sportelli delle lavatrici si possono formare biofilm, soprattutto nei primi sei mesi di impiego, dovuti all’azione del calore, dei detergenti e dei residui rilasciati dai capi di vestiario introdotti: oli di uso cutaneo, cellule di pelle, particelle di fibre, sporcizia e microorganismi vari. Il fatto è aggravato dalla tendenza dei fabbricanti di apparecchiature domestiche di progettare lavatrici con impiego ridotto della quantità di acqua. La guarnizione circolare a soffietto dello sportello di una macchina lavatrice è sito tipico in cui si formano dei biofilm. Questi tendono anche a degradare la gomma del soffietto o quanto meno a provocare instaurazione di macchie e di odori sui materiali lavati. Gli additivi antimicrobici per i soffietti delle lavatrici a base di mescole di EPDM sono anch’essi derivati dell’argento, impiegati in ragione di 1000 ppm (parti per milione) nella mescola di EPDM, insieme a prodotti antifungini in ragione di 8000 ppm (parti per milione), realizzando protezione fino a 190°C per circa 10 anni con una riduzione >99,99% dei batteri Gram positivi e Gram negativi. Nel caso delle mescole di EPDM viene segnalata una interferenza nella attività antifungina dovuta alla presenza di mercaptobenzotiazolo. Nel caso dei soffietti a base di mescole di EPDM vengono però segnalati comportamenti vari di fronte alla resistenza ai microorganismi. Per esempio resistenza all’azione di P. aeruginosa ATCC12055, ottima resistenza di fronte a Aspergillus niger ATCC 6275, però scarsa resistenza di fronte a spore di colore nero su una mescola priva di trattamento antimicrobico. L’articolo ha importanza nel senso che segnala la necessità di preoccuparsi della protezione antimicrobica specie per articoli di gomma a contatto con acqua: però in esso si nominano soltanto in modo molto fugace i tipi di additivi
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da impiegare come protettivi, senza fornire particolari ulteriori.
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argomento trattato nell’articolo qui recensito è stato più volte considerato nella letteratura tecnica, ma, come affermano gli autori, non è mai stato trattato in funzione della silice precipitata Coupsil 8113 della Degussa, qui collocata nella categoria di “nanofiller”. La silice precipitata Coupsil 8113 è una preparazione a base di silice precipitata, perché è costituita da una opportuna miscela di quest’ultima e di TESPT [bis(trietossisililpropil)tetrasulfano]. La composizione di tale preparazione presenta un vantaggio di costruzione del meccanismo di rinforzo della silice precipitata, perché in essa la fondamentale solvatazione della silice precipitata operata per mezzo dei gruppi trietossi- del silano è già compiuta nel prodotto, superando quindi con certezza indesiderate anomalie , che possono intercorrere nel corso della mescolazione nel panorama complicato della struttura di una mescola. Coupsil 8113 contiene infatti 11,3% di TESPT, e in tal modo 2,5% di zolfo offerto dal TESPT, ha area superficiale 175 m2/g misurata con assorbimento di N2 e ha diametro di particella 20÷54 n (nanometri). La ricettazione delle mescole impiegate, una di SBR e l’altra di BR entrambe con 60 phr di silice silanizzata Coupsil 8113, è riportata nell’articolo. Viene compresa anche l’indagine su loro miscele, ottenute con rapporto SBR/ BR 3:1 in peso, mescolate con tempi differenti. Allo scopo di interpretare l’influenza delle composizioni polimeriche delle interfasi presenti in tali miscele, gli autori ravvisano la necessità di inoltrarsi in una lunga e minuziosa trattazione analitica basata sull’anda-
mento della capacità termica a pressione costante delle miscele espressa in funzione della temperatura (dCp/dT). Vengono forniti anche particolari sulla mescolazione, eseguita secondo Haake software versione 1.9.1. Il significato dell’articolo dipende dal fatto che il rapporto tra componente viscosa e componente elastica del modulo dinamico (tandelta) è un parametro molto importante dinamicamente per articoli come pneumatici, antivibranti, cinghie di trasmissione ecc., perché è direttamente correlato con la parte di energia dissipata durante una sollecitazione dinamica ciclica. Tandelta definisce infatti lo sviluppo di calore e la vita a fatica, e, nel caso dei pneumatici, anche la resistenza al rotolamento, la trazione e la tenuta sul bagnato. Appare quindi chiaro perché ogni variazione di isteresi, nella fattispecie ogni variazione di tandelta, provoca variazioni nel funzionamento in esercizio degli articoli sopramenzionati. La parte più significativa dello studio consiste in una numerosa sequenza di diagrammi, nei quali, per le miscele SBR/BR 3:1 in peso ottenute con diversi tempi di confezione (1; 7; 20 minuti), vengono rappresentati in funzione della ampiezza di sollecitazione a frequenza di 1 Hz e a diverse temperature gli andamenti del tandelta, della componente di perdita del modulo dinamico (modulo viscoso), della componente elastica del modulo dinamico. Inoltre, per le stesse mescole con gli stessi tempi di miscelazione viene rappresentato in funzione della temperatura da -100°C a 100°C l’andamento del tandelta determinato alla frequenza di 20 Hz con ampiezza di 256 μm (micrometri). Dallo studio appare confermato che un materiale ideale per battistrada di pneumatici deve presentare basso tandelta a 50°C÷80°C per ridurre la resistenza al rotolamento e per ridurre l’assorbimento di energia, nonché alto tandelta a -30°C÷0°C per presentare migliore tenuta e migliore grip su terreno bagnato.
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PROPRIETÀ DINAMICHE DI MESCOLE CONTENENTI SILICE SILANIZZATA
S. O. Movahed, A. Ansarifar, M. Song - Loughborough University; Rubber World; 239/6-23-Marzo 2009. Rif. E2748.
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Tra le mescole proposte se ne ravvisa una confezionata a 34÷54°C adatta per battistrada invernale e una confezionata 90°C÷105°C adatta per battistrada normale. Nel corso del lavoro eseguito, gli autori non escludono che in presenza di nanocariche si possano anche ravvisare possibilità di variazioni di interpretazione dell’effetto Payne.
prodotti e processi PRESCRIZIONI PER REALIZZARE MEMbRANE PER DIGHE
M.Maisner, M. Gebhardt, U. Gabrys - (matthias.maisner@baw. de); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/10- 537-2009. Rif. E2749.
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e dighe gonfiabili a base di tessuti gommati per la regolazione delle tenute del corso dei fiumi vengono applicate fin dalla fine degli anni ‘50. Tali dighe sono flessibili e sono realizzate con membrane costituite da tessuti gommati con composizioni elastomeriche ancorate a strutture in cemento. Le membrane delimitano camere interne, che vengono riempite con aria o con acqua per regolare il volume più conveniente per la funzionalità della struttura. Nell’articolo viene riportata una fotografia di un impianto funzionante a Marklendorf sul fiume Aller. Qui la membrana è costituita da due strati con spessore totale di 14 mm, con altezza 2,45 m e con larghezza di 30,30 m. Gli elastomeri impiegati sono sia elastomeri speciali come CR e EPDM, sia elastomeri tradizionali come SBR, NR e tagli SBR/NR. Il materiale del tessuto impiegato è sia PA, che PES. In analogia con il mondo dei nastri trasportatori a base tessile le caratterizzazioni sono state condotte secondo DIN EN ISO 283-1 sul materiale in spessore totale. Su questo, nella direzione più debole, si realizzano carichi di almeno 190 kN/m. Le tenute delle giunzioni delle membrane vengono provate secondo la stessa normativa trovando valori pari al 50% di quello realizzato sul materiale.
Abbiamo letto per voi | ELASTICA
Particolare attenzione viene riservata all’esame della presenza sulla membrana di pieghe più o meno strette. Un campione della membrana viene pertanto sottoposto ad un esame con l’apparecchiatura De Mattia. Difettosità potrebbero apparire nella sezione del provino già dopo 10000 cicli. Nel testo vengono rappresentate, evidentemente a scopo informativo, immagini del tipo di danno su provini sollecitati per 500000 cicli. Secondo l’articolo bisogna anche preoccuparsi dei rischi di atti vandalici. La presenza degli effetti di questi va quindi esaminata con test contro lo sparo, con test con punzoni e con test di propagazione alla lacerazione. Tali rischi sono causa di perdite di acqua fino a 2 m3/d. Viene riportata una immagine tridimensionale del danno provocato da un colpo sparato con una carabina Winchester 308-7,62x51 il cui proiettile è caratterizzato da velocità 842 m/s. Per assicurarsi dell’efficienza della impermeabilità dell’articolo viene consigliato l’esame secondo DIN EN ISO 11058. Gli autori raccolgono anche consigli pratici riguardanti l’installazione della membrana. La prima fase degli accorgimenti da applicare riguarda l’ancoraggio della membrana agli apparati di immorsettatura alle strutture di base in metallo e in cemento, curando la realizzazione dei fori nella membrana, tenendo conto della deformazione susseguente di essi in esercizio. Indi il corpo della diga va riempito regolando la quanti-
tà di riempitivo (aria o acqua) e regolando la pressione necessaria. La faccia inferiore della membrana è chiamata a realizzare una corretta tenuta al fluido di riempimento. La faccia esterna della membrana è sottoposta alle intemperie e ciò nonostante deve proteggere le funzioni portanti della struttura tessile. Infine occorre esaminare il problema della durata globale dell’opera, considerando gli aspetti dalla durata dell’accoppiamento tra membrana e copertura. Per lo strato di copertura sono importanti le proprietà di resistenza alla lacerazione, le proprietà di resistenza alla propagazione alla lacerazione, la resistenza al rilassamento del carico, il comportamento alle basse temperature, la resistenza all’ozono, la resistenza alla lacerazione. Gli autori dell’articolo sono esperti di organi federali preposti alla realizzazione di costruzioni, soprattutto a contatto con acqua.
prodotti e processi DIMENSIONAMENTO DELLA DURATA DI FRIZIONI A bASE SILICONICA
P. W. Gold, R. Schelenz, R. Mödder - (moedder@ime-aachen.de); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/10- 515-2009. Rif. E2750.
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li innesti a frizione vengono generalmente prodotti a base di gomma naturale. Per tali articoli sono però sempre più prese in considerazione anche le gomme siliconiche, perché viene apprezzato l’intervallo di temperatura della loro efficienza (-50°C÷200°C) e la loro resistenza a diversi mezzi chimici. Gli autori, dello Institut für Maschinen Gestaltung (IME) di Aachen, svolgono pertanto un esteso studio per caratterizzare meccanismi a frizione in gomma siliconica con sollecitazione a torsione: essi esaminano l’influenza sull’articolo della caduta di carico in esercizio, quella dell’invecchiamento termico e quella dell’invecchiamento in atmosfera di ozono. Lo studio, come già uno precedente degli stessi autori riportato in KGK
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60/12-689-2007 recensito con riferimento E2553 in I. G. 560 del LuglioAgosto 2008, viene intrapreso sulla base dei diagrammi di Wöhler, che rappresentano qui il numero di cicli a torsione che il sistema a diversi campi di sollecitazione sopporta. I diagrammi di Wöhler vengono qui ottenuti riportando le ampiezze imposte delle sollecitazioni a torsione in funzione del numero di alternanze sopportate sperimentalmente dai provini in esame. I provini sollecitati a torsione sono a forma cilindrica con attacco gommametallo. Viene assunto come numero di alternanze sopportate quello per il quale le screpolature che appaiono sui provini durante la prova arrivano alla lunghezza di 5 mm. Nell’articolo è riportata una fotografia descrittiva della apparecchiatura proprietaria per l’esecuzione delle prove dinamiche, con la quale il provino viene sottoposto a deformazioni cicliche torsionali di entità regolabile. Le prove vengono condotte su diverse mescole di gomma siliconica, la cui efficienza viene caratterizzata mediante l’andamento della perdita in peso nel corso di analisi termogravimetriche. Per tali mescole vengono riportati diagrammi di Wöhler, dai quali appaiono le ampiezze delle sollecitazioni a torsione sopportate secondo il criterio sopra descritto, in funzione del numero di alternanze imposto. In tali diagrammi l’andamento dell’ampiezza di sollecitazione sopportata segue un decorso lineare: appare però la possibilità di distinguere le differenze a favore o a sfavore a secondo della zona del provino cilindrico intorno alla quale vengono imposte le deformazioni. La situazione descritta viene interpretata dagli autori come una situazione favorevole della resistenza alla fatica delle gomme siliconiche. Viene dichiarato che le conclusioni tratte circa la dispersione dei risultati trovati al variare dell’elastomero siliconico e al variare della carica impiegata, peraltro non indicata, sono confortanti e lasciano intendere che la metodologia descritta viene considerata dagli autori un valido mezzo di investigazione nei riguardi della resistenza alla fatica di vulcanizzati devoluti ad impieghi dinamici sotto torsione.
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La parte interessante dell’articolo è quella che descrive le metodologie di prova basate sulla costruzione dei diagrammi di Wöhler. L’esposizione chiara di tali metodologie, più che convincere il tecnologo ad applicare innesti a frizione in gomma siliconica, lo invoglia piuttosto alla sperimentazione nei propri settori di studio. L’articolo comprende una bibliografia di 8 pubblicazioni.
a resistenza al rigonfiamento degli articoli in gomma è molto importante dal punto di vista pratico. Nell’articolo, della nota ditta Dätwyler, viene citata la costruzione di strutture in cemento armato, nelle quali durante la realizzazione vengono eseguite diverse colate in diversi turni di lavoro. La procedura vuole praticamente che venga preparata la colata di base e si aspetti che essa faccia presa. Poi vuole che si preparano le pareti in un turno successivo. Tra il piano di base e le base delle pareti si forma una zona di discontinuità, nella quale nascono dannosi pori e canali accessibili all’acqua. In tale spazio si frappongono perciò dei profilati, che hanno funzione di tenuta e di trasporto dell’acqua fuori dalla struttura e che costituiscono una sigillatura. Vengono descritti esempi consimili di sigillature tra segmenti di tunnel, che vengono effettuate per mezzo di foglie e di profilati di gomma, ove l’elastomero impiegato è EPDM. In molti casi, ove la sigillatura ha importanza particolare per situazioni idrologiche più difficili, vengono impiegati due tipi di profilati compressi tra di loro nella struttura per aumentare la tenuta, oppure vengono installati profilati bicomponenti, che sono ottenuti per coestrusione (Co-
exSwell), in modo tale da realizzare la tenuta con un solo semilavorato anziché con due. Secondo una concezione più moderna i profilati sono monocomponenti, ma sono costituiti da un prodotto elastomerico e da un prodotto polare superassorbente rigonfiabile in acqua, che ha lo scopo di assumere maggior volume in presenza del liquido, aumentando quindi la tenuta, e di riprendere il proprio volume iniziale allorché l’acqua si è scaricata. I prodotti superassorbenti sono materiali organici solidi polimerici in grado di assorbire liquidi, per lo più acqua o soluzioni di elettroliti, in ragione di parecchie volte il loro peso (fino a 1000 volte). Tipici sono copolimeri di acido acrilico e di acrilato di sodio insieme a reticolanti, che sotto l’azione dell’acqua danno luogo a struttura di Hydrogel. Questa è una struttura in equilibrio tra fase solida di gel e acqua in grado di assorbire ancora acqua fino a raggiungimento di un equilibrio che regge l’intero rigonfiamento. Nel testo vengono riportate immagini Röntgenmicrotomografiche di composizioni rigonfiabili costituite da una matrice elastomerica, da particelle superassorbenti, da particelle di polisaccaridi, in struttura microporosa, che permettono di decifrare differenze microstrutturali fra i vari campioni. Come parte analitico-sperimentale riguardante lo studio sulle composizioni rigonfiabili applicate in edilizia vengono riportati grafici che indicano l’andamento dei rigonfiamenti in volume di esse, fino a 700%, in funzione del tempo (giorni) e in funzione della temperatura (°C) sotto l’azione di varie concentrazioni di NaCl e inoltre sotto l’azione dell’acqua di fonte, dell’acqua di mare e dell’acqua in composizioni a base di cemento. Viene anche mostrato come con le composizioni rigonfiabili in acqua possano essere concepite “valvole intelligenti”, che manovrino deformazioni meccaniche delle strutture e che manovrino automaticamente il rigonfiamento stesso. Le composizioni rigonfiabili vengono concepite anche per forme elastomeriche stampate oltre a quelle estruse.
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prodotti e processi ARTICOLI DI GOMMA RESISTENTI AL RIGONFIAMENTO IN ACQUA
R.Randler - rudolf.randler@daetwyler-rubber.com ; Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/10- 622-2009. Rif. E2751.
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Il contenuto dell’articolo è per lo meno singolare, ma è interessante perché in esso, seppure con pochi dati aritmetici sulle composizioni quantitative, vengono riportate notizie utili per caratterizzare l’impiego di articoli in gomma nel mondo dell’edilizia e della cantieristica.
prodotti e processi MIXCONT, PROCESSO DINAMICO DI MESCOLAZIONE
Marina Sarbatova, Andrey Brassas MixCont AB (Svezia); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/10- 606-2009. Rif. E2752.
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a produzione delle mescole di gomma viene oggi eseguita su vasta scala nei paesi cosiddetti a basso costo. Gli autori presentano la descrizione di una metodologia di confezione mescola in mescolatore interno, che essi ritengono conveniente dal punto di vista economico e correttamente inquadrata dal punto di vista delle caratteristiche tecniche. La metodologia fa parte del sistema MixCont sviluppato dalla ditta svedese MixCont AB e si propone di migliorare la qualità, la produttività e la possibilità di semplificare i problemi di routne. Viene riportato che MixCont prevede un controllo del mescolatore, una analisi di tutti i dati rilevanti, una automatica supervisione sul laboratorio e sul macchinario, un sistema di registrazione, di valutazione e di previsione di dati riguardante la qualità (LIMS = Labor Management System), un sistema automatico di registrazione degli errori con la possibilità di elaborare consigli correttivi on-line e off-line. Il sistema MixCont è stato sperimentato presso Phoenix, ContiTech, Kraiburg, PTE, Rado, Trelleborg. Viene dichiarato che il sistema ha procurato risparmi di tempo e di energia, nonché miglioramenti qualitativi. Il sistema vagheggia la possibilità tecnica di creare un adattamento automatico alla variazione di un determinato evento mediante la possibilità di creare opportuni sensori che segnalino l’evento. Viene portato l’esempio della
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presenza di un tratto intermedio di strada ghiacciato di 1 km su un circuito di 10 km, e di provvedere alla riduzione della velocità solo in quel tratto in tutti gli altri giri del circuito. Così, nel processo di confezione di una mescola, il sistema MixCont raccoglie le informazioni assunte da sensori riguardo all’andamento di diversi eventi durante un ciclo, ad es. della temperatura, della posizione del pistone, dell’assorbimento di potenza, della velocità dei rotori, della pressione sul pistone. In base a ciò MixCont elabora i valori da mantenere durante la confezione della mescola per i seguenti parametri: velocità dei rotori, tempi relativi alla specifica di confezione riguardo alla introduzione dei componenti della mescola, tempi in cui la mescola deve essere rigirata e tempi di sollevamento e abbassamento del pistone. È comunque necessario stabilire se i tempi relativi ai passaggi di lavorazione
nel mescolatore chiuso vanno impostati in funzione della temperatura raggiunta, del tempo di lavorazione, dell’energia trasmessa alla mescola. L’articolo qui recensito esamina gli eventi nella mescola durante la mescolazione considerando il tempo e il modo di aggiungere il nero di carbonio, di aggiungere il plastificante senza incorrere nel fenomeno di sllittamento della massa sulla superficie dei rotori e puntualizza che tali ottimizzazioni vanno messe a punto a poco a poco durante confezioni successive, tenendo presente che il parametro fondamentale da privilegiare è il grado di dispersione del nero di carbonio. Il processo MixCont applica sostanzialmente il concetto di “lavorazione intelligente”, che viene sviluppata attraverso l’attenzione ai fenomeni che accadono entro il mescolatore interno, procurando di individuare quei fenomeni che provocano disturbi, di riusci-
re a chiarire il nesso tra fenomeno e disturbo, di stabilire le ragioni dell’insorgere di problemi e di riuscire ad analizzare le sequenze ottimali nell’aggiunta dei componenti.
prodotti e processi CONTROLLO ULTRASONICO DELLO STAMPAGGIO A INIEZIONE CON CURESENSE
J. Lundberg - (jonas.lundberg@reosense.com); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 62/10- 522-2009. Rif. E2753.
L’
argomento è già stato recensito come flash tecnico commerciale da European Rubber Journal 191/3-4-4-Maggio/Giugno 2009 con codice Elastica E2700 in I. G. 572 dell’Ottobre 2009. La recensione prosegue qui con i dettagli tecnici sulla base dell’articolo relativo alla presentazione del CureSense alla IRC di Nürnberg del 30. Giugno-2. Luglio. 2009. CureSense è un sistema informatico sviluppato dalla ditta Reosense AB (Lund - Svezia) in cooperazione con la Trelleborg Industrial AVS di Sjöbo (Svezia), e si propone di ottimizzare i tempi di vulcanizzazione nel corso dello stampaggio a iniezione. L’apparato comprende un trasduttore ultrasonico, una guida d’onda, una scatola di comando e un personal computer con uno schermo a contatto (touch screen). Una figura rappresenta come il trasduttore e la guida d’onda vengono inseriti attraverso le pareti dello stampo. La guida d’onda viene posta all’interno dello stampo a contatto con la cavità di esso. Il trasduttore viene posto all’esterno della guida d’onda, comunque in contatto con la stessa. Il sistema comprende un modello matematico che calcola e verifica il tempo in cui si raggiunge il massimo di vulcanizzazione e che a questo punto comanda l’apertura dello stampo. Il funzionamento del sistema è legato alla funzione principale del trasduttore, che è quella di trasmettere
marzo
un segnale ultrasonico e di registrarne l’eco dopo che il fascio ultrasonoro ha attraversato la massa elastomerica giacente nello stampo. Il sistema misura il tempo che intercorre tra l’emissione del segnale e il ritorno dell’eco. Tale tempo (TOF = Time Of Flight) è correlato con il grado di vulcanizzazione della massa elastomerica. Il TOF infatti assume variazioni positive all’aumentare della temperatura e della pressione. La Trelleborg Industrial AVS ha compiuto esperimenti con mescole di diversi elastomeri: NR, NR/SBR, NBR, CR, e inoltre con EPDM a reticolazione perossidica. L’apparato CureSense misura la temperatura, la pressione e l’andamento del TOF. La curva del TOF presenta diverse pendenze lungo il suo decorso e pertanto la derivata del TOF rispetto al tempo (δTOF/δt) presenta uno o più massimi. Il tempo al quale si verifica il
massimo significativo corrisponde al tempo di massima vulcanizzazione. Viene spiegato che a tale punto di massimo corrisponde un massimo di densità dovuto al massimo di reticolazione e corrisponde un minimo del coefficente di espansione termica. Il metodo mostra di essere molto sensibile. Vengono infatti riportate le curve della derivata del TOF rispetto al tempo nel corso di 5 stampate consecutive di un supporto antivibrante. Le stampate mostrano di non essere assolutamente equivalenti, perché per due di esse CureSense riesce a discriminare che arrivano a vulcanizzazione prima delle altre. Secondo le sperimentazioni eseguite con il metodo CureSense si evidenzia che al tempo di massima vulcanizzazione corrisponde anche il massimo di elasticità. (L’articolo è in lingua inglese)
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ELASTICA | Abbiamo letto per voi
prodotti e processi ANALISI DEL MATERIALE E DELLE DIFETTOSITÀ
Kurt Marchetti - kurt.marchetti@ Freudenberg.de - Freudenberg Forschundsienste KG, Weinheim; Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 62/10610-2009. Rif. E2754.
L’
articolo è una diretta conseguenza delle richieste di informazioni da parte dei clienti circa il contenuto di materie prime nelle mescole e se tali materie prime sono funzionali o se sono impurezze presenti in piccola entità. Il produttore di articoli di gomma si trova nella necessità di prepararsi dal punto di vista culturale e dal punto di vista della disponibilità di attrezzature per conoscere adeguatamente le caratterizzazioni chimiche dei materiali, le analisi delle emissioni, le analisi secondo specifiche da rispettare, le analisi delle superfici dei materiali anche in riferimento all’impatto sull’ambiente. Inoltre deve organizzarsi per poter caratterizzare parti elastomeriche, parti plastomeriche, parti gomma/metallo e parti metalliche. Per disporre di un reparto accreditato secondo DIN EN ISO / IEC 17025 occorre disporre di conoscenze e attrezzature di microscopia ottica, di microscopia eletttronica REM (Rasterelektronenmikroskopie) e di Mikrobereichsanalyse, di tomografia computerizzata, di metallografia, di analisi di superfici e di particelle.
La Freudenberg dichiara di ricevere le seguenti richieste. 1) La mescola ha composizione adeguata? 2) Si sviluppano prodotti dannosi? 3) Come è omogeneizzato l’elastomero? 4) Quali sono le impurezze? 5) Che aspetto ha la superficie dell’articolo? 6) Il quadro delle difettosità chiarisce qual’è la causa di esse? 7) Con quale gravità invecchia l’elastomero? 8) Il mezzo in cui l’articolo è chiamato a funzionare provoca rigonfiamento o estrazione? Nell’articolo qui recensito sono riportate le risposte logiche dell’autore. In particolare viene fatto riferimento ad analisi di spettroscopia infrarossa, di metodi termogravimetrici (TGA), di analisi cromatografiche e röntgenografiche, di analisi ottiche (es. per fogging), di analisi EDX (Energy Dispersive Xray Analysis) per valutare la distribuzione delle cariche, analisi al microscopio fino a 200000 ingrandimenti per valutare lo stato superficiale dell’articolo, analisi di microscopia elettronica ESCA (X-ray Photoelectron Spectroscopy) nel caso si debba indagare in campo nanometrico. E ancora, per stabilire fino a che grado l’elastomero è degradato occorrono operazioni di estrazione, analisi cromatografiche, analisi di spettroscopia infrarossa e di chemiluminescenza. Inoltre, per approfondire fenomeni di estrazione piuttosto che rigonfiamento occorre seguire una procedura analitica multipla per quantificare e identificare quali sono i
prodotti interessati al fenomeno: analisi alla fiamma, analisi termiche, analisi microscopiche e spettroscopiche, analisi reologiche, analisi fisiche varie come meltindex, applicazione di metodi FEM (Finite Element Method). Importanti indagini a base di esami particolaristici vanno applicate per l’interpretazione delle interfacce gomma/ metallo: analisi REM (RasterElektronenMikroskopie), analisi XPS (X-Ray Photoelectron Spectroscopy), oltre alle analisi IR, ESCA già citate. E ancora determinazioni di angoli di contatto e determinazioni interferometriche (WLI = Weißlichtinterferometrie). Molto interessante è la metodologia REM, perché con essa si ottengono immagini quotate della sezione degli strati che formano le interfacce di attacco, con la possibilità di interpretare con colori il costituente fondamentale dello strato: C per la gomma, Cl e Si per la copertura, Ti e Cl per il primer, Zn e P per la fosfatazione, Fe per il metallo. Mediante un nuovo tomografo computerizzato è poi possibile ottenere immagini tridimensionali, molto utili nella descrizione delle porosità. L’articolo è molto dettagliato e sostanzialmente ha quasi dell’incredibile. Certamente darà molto da pensare a chi è delegato ad organizzare un laboratorio accreditato secondo DIN EN ISO / IEC 17025 per indagini su vulcanizzati gomma/metallo.
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L'intervista del mese
Riconsiderare le dinamiche commerciali e produttive
La crisi che abbiamo attraversato (speriamo che sia corretto usare un verbo al passato) ha imposto alle aziende una sorta di esame di coscienza che ha messo in dubbio certezze acquisite alla ricerca di più solide prospettive per il futuro. Pierantonio Agnelli, direttore di produzione di T.S.F. di Adro, affronta il problema con straordinaria lucidità: occorre dare maggiore rilevanza al bagaglio culturale dell’azienda, alla sua storia, alle sue tecnologie e competenze, alla qualità dei servizi e soprattutto ai suoi uomini.
Si è chiuso un anno classificato, a sentire un po’ tutti, come il peggiore dell’ultimo decennio. Lei come lo giudica? Esattamente così. È stato il peggior anno degli ultimi tempi, non solo dell’ultimo decennio. Di anni particolarmente “lenti” ne ricordo alcuni (1991,1996 e 2003, tra i più recenti), ma nulla a che vedere con questo 2009. Si è parlato, ed ancora si parla, di recessione industriale a livello mondiale. Gli economisti sciorinano numeri e teorie: ma le falle nel sistema sono tante e tali che non è facile individuare i meccanismi scatenanti. Non ci rimane che prendere coscienza di questa depressione come un ricorso storico: in un certo senso è salutare che anche la nostra generazione si confronti con eventi che avevamo confinato al periodo prebellico dello scorso secolo, e ne sappia emergere senza gli stessi sconvolgimenti.
Più da vicino, parlando del nostro settore gomma, guarnizioni ed articoli tecnici: anch’esso è stato colto di sorpresa dall’improvvisa frenata nell’ultimo trimestre 2008, anno iniziato con ottime prospettive, ma che andava a chiudersi con un con un volume d’affari di circa 10% meno rispetto al 2007. Nel primo trimestre del 2009 addirittura una voragine: punte del 50% in meno rispetto alla normale capacità produttiva. E senza rilevanti differenze od eccezioni per i maggiori settori applicativi del mondo gomma: automotive, elettromeccanico, chimico, della fluidodinamica, alimentare. In questa situazione la maggior parte delle aziende ha potuto far ricorso alla cassa integrazione (per lo più ordinaria, fortunatamente) ed evitare parecchi licenziamenti. L’utilizzo di lavoratori interinali ha subìto
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una impressionante contrazione. Molte ditte stanno facendo i conti con i pagamenti, la liquidità e con l’inflessibilità (guarda caso…) degli istituti di credito; alcune, già barcollanti prima della crisi, stanno valutando se chiudere i battenti od iniziare procedure di fallimento. Oltre ad aver messo in fermento ogni funzione aziendale, alla spasmodica ricerca di costi da abbattere, di nuove nicchie, di progetti dimenticati nel cassetto, questo è stato un anno per ripensare… per ri-considerare le dinamiche commerciali e produttive con un diverso spirito critico. Le teorie dell’efficienza finalizzata allo sconto al cliente, dello scarto zero, del “just in time”, del miglioramento continuo-kaizen, che da anni fanno bella mostra di sé, elaborate in poster affissi qua e là nei nostri reparti ed uffici qualità, sono apparse d’un tratto vuote di significato, anacronistiche, quasi post-industriali, di fronte al vuoto ed al silenzio nelle fabbriche. Dare un valore “più umano” a tutto ciò che gravita intorno all’impresa: questo per molti è stato l’attimo di ripensamento, e di rammarico per non essere riusciti ad attuare in tempi propizi. Dare maggiore rilevanza al bagaglio “culturale” dell’azienda stessa, a partire dalla sua storia, dalle sue tecnologie e competenze, dalla qualità
L'intervista del mese
dei servizi, dalle proprie strutture e soprattutto dai suoi uomini. E valorizzarlo per ottenere non il minimo od il massimo, ma il giusto profitto. La ripresa (a più riprese promessa, intravista, anticipata) è davvero cominciata? Già dal secondo semestre 2009 è lentamente iniziata una certa ripresa. Gran parte degli stampatori del comparto gomma basso Sebino, come sapete, producono articoli per il settore automotive. Qualche incentivo concesso dai vari governi europei, uno
ancora prospettive a medio termine; la produzione industriale USA presenta numeri nuovamente positivi… sembrano esserci tutte le premesse per una ripresa vera e propria. Dopo il 2009, archiviato con la generale media contrazione del trenta percento, il 2010, sempre con luci ed ombre, riparte all’insegna di una certa normalità. Ma è ancora impossibile indovinare il trend dei prossimi mesi (vuoi mai che l’Italia manifatturiera sia la prima a riemergere?). Intanto conviene rinfrancarci il morale e “rimettere un po’ di fieno in cascina”.
Pierantonio Agnelli
sconto speciale per ridurre l’eccessivo parco automezzi delle case automobilistiche, l’innovativo modello ibrido arrivato in concessionaria… hanno un po’ ravvivato l’andamento delle vendite auto. Così abbiamo notato il ritorno di alcune produzioni, dapprima con numeri limitati, poi con brevi programmi. Alcuni nuovi progetti, soprattutto se realizzati con materiali speciali, congelati da mesi, prendono il via adesso. Anche altri settori sembrano volersi riallineare (chimica, fluidodinamica). L’economia reale ha dato qualche segno di stabilità, se non
Qualche osservatore ritiene che i distretti, a lungo considerati la chiave di volta del sistema industriale italiano, siano in declino e in generale non se la cavino meglio delle aree cosiddette non-distrettuali. La sua azienda opera al centro del polo produttivo del Sebino. Qui come stanno le cose? Non è facile rispondere. Anche un osservatore imparziale, con accesso a dati oggettivi, potrebbe trovare difficoltà nel comporre il puzzle. Devo dire che, nonostante l’individualismo che ha sempre contraddistinto produttori di mescole, stampatori, terzisti e quant’altri coinmarzo
volti nella fornitura di stampi, macchinari e servizi al comparto gomma Sebino, questo gode ancora, nel mondo, di una reputazione d’eccellenza. Ma la domanda che mi ha rivolto è un’altra, e dovrei dare un mio parere: sì, il distretto per ora “se la cava”, tutto sommato con minor sofferenza rispetto a quanto successo per tessile ed il metalmeccanico. Per quanto ancora ed a quali condizioni? A mio avviso (e concordo con altre voci più rilevanti) si dovrebbero formare, attraverso fenomeni aggregativi, nuclei aziendali di maggior peso. Passare dall’attuale frammentazione e sovrapposizione ad un insieme di vere filiere produttive, maggiormente specializzate ed accreditate. Secondo lei le piccole e medie imprese italiane del nostro settore escono o usciranno dalla crisi duramente ridimensionate o hanno ancora delle carte da giocare? Certamente la crisi produttiva, nel suo momento di maggiore impatto, è stata mitigata dal ricorso agli ammortizzatori sociali, dall’azzeramento o quasi del lavoro interinale. Alcune aziende di piccola-media dimensione sono state inglobate in altre, o chiuse, e vi sono stati licenziamenti. Numeri non estremamente preoccupanti, per ora, ma che inevitabilmente peseranno non solo sul livello occupazionale del comparto ma anche, psicologicamente sulla reattività degli imprenditori. Non smetto di avere fiducia nella loro capacità di inventarsi nuovi scenari, ma questi devono nuovamente muoversi, e con maggior metodo, individuare obiettivi di medio e lungo termine, strutturarli con un’adeguata programmazione, senza lasciarsi allettare da delocalizzazioni volte solo a sfruttare un costo lavoro inferiore a quello che grava sul nostro sistema. Cercando infine di creare maggiore cooperazione tra le innumerevoli realtà. È a loro, agli imprenditori, che va il mio più sincero augurio di saper ben operare per farci uscire da questo periodo negativo.
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Guarnizioni
Se 2 metri di diametro vi sembrano pochi
Intermarp Italia s.p.a. opera dal 1961 – l’anno della sua fondazione nel campo della gomma, ed è specializzata nel settore della confezione mescole per articoli tecnici e guarnizioni per uso industriale e civile di un’ampia gamma di dimensioni.
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in dall’inizio Intermarp si è concentrata nella produzione di guarnizioni di tenuta utilizzate in tubazioni per il convogliamento dell’acqua, che rimane il core business dell’azienda. Oggi Intermarp collabora con al-
cuni fra i maggiori produttori di tubi, offrendo non solo guarnizioni stampate fino ad un diametro interno di 2.000 mm, ma anche mescole ad alto valore aggiunto, studiate e prodotte internamente, per il contatto con
Guarnizione da 2 metri di diametro appena vulcanizzata.
marzo
l’acqua potabile e certificate nei più importanti paesi di riferimento, atte a soddisfare regolamenti severi e salvaguardare la salute umana. L’esperienza acquisita ha permesso all’azienda novarese, nel corso degli anni, di entrare con soddisfazione in altri settori applicativi, offrendo anche in questo caso articoli prodotti con processi innovativi, e con mescole i cui requisiti sono conformi alle principali normative europee, nonché alle sempre più esigenti richieste del mercato. Da qualche anno Intermarp si è proposta anche come produttore di mescole per conto terzi, mettendo a disposizione dei clienti, oltre al prodotto, le competenze sviluppate nei propri processi di stampaggio e di estrusione. L’azienda si sviluppa su un’area complessiva di 22.000mq, che comprende l’area di produzione degli articoli in gomma, l’area di produzione delle mescole, i magazzini, il laboratorio e gli uffici. Le mescole sono confezionate con una linea comprendente un mescolatore chiuso compenetrante Francis Shaw K5 da 115kg a carica, e due mescolatori aperti a valle, che garantiscono la migliore soluzione per ottenere mescole omogenee ed uniformi.
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Guarnizioni
Caratteristiche delle mescole e dei prodotti utilizzati come elementi di tenuta per il trasporto di acqua I requisiti delle proprietà fisiche degli elastomeri utilizzati come elementi di tenuta nei sistemi per il convogliamento di acqua potabile, acqua di scarico, fognarie e di acqua piovana sono contenuti nella Normativa europea UNI EN 681.1 La norma ne regolamenta le caratteristiche sia per acqua fredda, che per acqua calda (più restrittivi). È ovvio che il contatto continuo o temporaneo con acqua destinata al consumo umano non deve influire minimamente sulla qualità dell’acqua stessa. Per cui la scelta degli ingredienti di confezione della mescola deve essere molto oculata e ponderata. I materiali devono essere conformi ai requisiti nazionali in vigore nel paese di utilizzazione.
Purtroppo, non essendo ancora stata approvata a livello europeo una normativa comune (fortemente auspicata e richiesta, con una commissione al lavoro da qualche anno), ogni paese si attiene ad una direttiva generale, ma ha la possibilità di emanare norme assai più restrittive. C o s ì s o n o Guarnizioni di grande diametro alla posa in un cantiere nati enti omo- per un acquedotto. logatori e certificatori quali, tra i più importanti, Water Regulations Advisory Schepossiamo ricordare quello tedesco me), francese (Attestation de Con(DVGW – German Association for formité Sanitaire), olandese (KIWA) Gas and Water), inglese (WRAS – ed americano (NSF), i quali sono abiMescola Durezza (classe)
Sistema vulcanizzante
Normativa Nazione
Settore Applicativo
Standard
KTW
Materiali non-metallici a contatto con acqua potabile, fredda e calda
KTW Empfehlungen
D
W270
D
Acqua potabile
ACS
F
Elastomeri a contatto con acqua potabile
WRAS
GB
Materiali non-metallici a contatto con acqua potabile
EPDM EPDM NBR CIIR 60 70 70 50
Zolfo Zolfo Zolfo Zolfo
DVGW foglio di lavoro W270: crescita e moltiplicazione batterica in materiali a contatto con acqua potabile Standard Francese per applicazioni con H2O potabile AFNOR XP P41-250 parte 1-3
Standard Britannico BS 6920 e BS 2494
30°C 30°C 30°C 30°C
NL
Guarnizioni per connessioni e tubazioni per acqua potabile
NSF 61
USA
Applicazioni idrauliche alimentari e sanitarie
Standard e Criteri NSF (Materiali per giunzioni e tenute)
EN 681.1
Europa
Guarnizioni per applicazioni in condutture acqua
Requisiti per materiali di tenuta per condutture acqua e drenaggi
DIN 4807
Europa
Membrane per vasi di espansione
Norma DIN Parte 3 e Parte 5
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85°C
30°C 30°C
(Approvazione Tecnica per Requisiti di Tossicità)
Portafoglio mescole Intermarp con certificato di utilizzo per acqua potabile.
85°C
30°C
Acqua fredda e calda secondo BRL-2013-04; Certificazione ATA
KIWA
24
30°C
100°C
Guarnizioni
zione di tubi in elastomero. E proprio la stretta collaborazione con un cliente produttore di tubi di gomma per acqua potabile ha dato l’avvio ad un importante progetto di sviluppo ed omologazione di una mescola speciale, che possa andare a sostituire gli attuali costosi materiali termoplastici “semirigidi” e le mescole siliconiche con un prodotto che garantisca al tempo stesso migliore flessibilità in tutte le condizioni di utilizzo, e costi contenuti.
La produzione articoli tecnici Manicotti per lavatrici stampati con presse verticali.
litati alla certificazione dei materiali elastomerici per contatto con acqua destinata al consumo umano. L’iter di certificazione prevede procedure che partono dall’esame tossicologico degli ingredienti presenti in ricetta, fino ad arrivare alla valutazione microbiologica del materiale: test di proliferazione batterica e di assaggio dell’acqua a contatto con il materiale (è richiesto la non alterazione del sapore ed odore dell’acqua). L’elastomero principe in applicazioni quali le guarnizioni di tenuta e le membrane per vasi di espansione è l’EPDM, reticolato sia a zolfo che a perossido. Differenti classi di durezza IRHD sono richieste a seconda dell’applicazione, ed ognuna deve soddisfare le caratteristiche richieste dalla norma. La classe inferiore parte dal valore minimo di 40 punti IRHD, fino ad arrivare al massimo di 90. Le ottime proprietà di resistenza all’ozono, ai raggi UV e all’invecchiamento completano le caratteristiche delle gomme etilene-propilene. Laddove invece non è preminente mantenere le qualità di potabilità dell’acqua, trova largo impiego
il polimero acrilonitrile/butadiene (NBR), il quale possiede un’ottima resistenza agli oli, alle benzine ed alle sostanze organiche. Guarnizioni di grossi diametri (fino a 2 metri) sono prodotte da Intermarp per la realizzazione di acquedotti, reti fognarie e di drenaggio di grandi città e complessi industriali. L’elevato diametro di tali guarnizioni pone l’azienda tra i pochi produttori al mondo di articoli di tal genere, destinati soprattutto a paesi appartenenti alla Unione Europea ed alle opere infrastrutturali dei paesi del Medio Oriente. Intermarp possiede un portafoglio di mescole certificate KTW, W270, WRAS, KIWA, ACS ed NSF, a base sia di EPDM che di clorobutile (CIIR), che ne permette l’utilizzo globale nella realizzazione di sistemi di tenuta di raccordi, valvole, membrane e tubazioni. Il settore Ricerca e Sviluppo lavora a stretto contatto con i clienti per definire sia la migliore soluzione di scelta del materiale, sia le condizioni di processo e stampo. Intermarp sviluppa mescole per lo stampaggio ad iniezione, a compressione, oppure per la trafilatura in estrusore, come ad esempio per la produmarzo
Intermarp Italia dispone, nel reparto stamperia, di 21 presse. Le presse ad iniezione verticali sono 15 ed hanno capacità di iniezione da 600cc a 23.000cc. I piani variano da 600x600mm sino a 1.500x1.500mm con forza di chiusura da 400 Tonn a 1.200 Tonn. Le 2 presse bimescola in dotazione consentono di produrre guarnizioni con diametri da 75mm a diametri di 600mm completamente in automatico. Le guarnizioni stampate hanno la peculiarità di essere composte da una sezione di mescola ‘dura’ (80ShA) che funge da ancoraggio nella sede del tubo, ed una sezione a contatto con l’acqua potabile di durezza 60ShA che ha la funzione di assicurare la tenuta. Le due mescole sono unite fra loro in modo indissolubile in fase di vulcanizzazione senza perciò l’utilizzo di adesivi. Le 3 presse ad iniezione orizzontali hanno capacità di iniezione di 4.000cc e forza di chiusura di 450 tonn. e sono dotate di doppie spazzole per lo scarico automatico. La quasi totalità delle presse ad iniezione è equipaggiata con piastre a canali freddi con un numero di ugelli che varia da 4 a 24. L’utilizzo di piastre a canali freddi consente di ridurre in modo signi-
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Guarnizioni
La parola alla direzione di Intermarp
ficativo gli sfridi di stampaggio, di equilibrare con più accuratezza la quantità di mescola nelle impronte stampo, di diminuire i tempi di vulcanizzazione, ed infine permette una migliore processabilità delle mescole per acqua potabile di più recente generazione, notoriamente più difficili da iniettare. Le rimanenti 3 presse sono a compressione e di grandi dimensioni, con piani da 2.000x2.000mm a 2.500x2.500mm, e capacità di chiusura da 1.200 a 1.600 tonnellate per lo stampaggio di guarnizioni di grande diametro. Sono inoltre dotate di campana del vuoto per eliminare la
La crisi economica verificatasi lo scorso anno ci ha indotto ad accelerare la realizzazione di una serie di attività tese ad aumentare l’efficacia nella gestione marketing, sia vendite che acquisti, e l’efficienza nella gestione industriale. Le attività più significative sono: • Ampliamento e diversificazione di prodotti e mercati, anche con accordi di collaborazione con partner già presenti in settori di nostro interesse; modalità questa che ci consente di abbreviare il tempo per raggiungere il mercato. • Ampliamento del magazzino materie prime per una loro più efficiente movimentazione ma, soprattutto, per meglio gestire il loro mercato divenuto sempre più volatile. • Implementazione di SW per adeguare la pianificazione della produzione ai mutati comportamenti di acquisto dei clienti e per gestire i parametri di processo, tecnologici e quantitativi, in modo più rigoroso ed efficace. • Tutti i più recenti investimenti di aumento di capacità produttiva nello stampaggio sono stati effettuati con l’obiettivo di minimizzare i costi di manodopera (sostituzione del processo a Compressione con quello a Iniezione, consolidamento del processo dello stampaggio a bi-Iniezione e sistemi di scarico stampi quanto più automatizzati). Nell’attuale congiuntura economica, meno negativa di quella dello scorso anno ma che difficilmente ci farà tornare in breve ai livelli di attività avutisi sino al primo semestre del 2008, la sola ricerca della riduzione dei costi non è sufficiente a garantire il successo. È necessario individuare un percorso di sviluppo che garantisca vantaggi competitivi che prescindano dal solo costo. Percorso che noi abbiamo confermato nelle applicazioni per manufatti destinati al contatto con l’acqua potabile. Nel nostro portafoglio di articoli stampati sono presenti guarnizioni per tubature rigide e membrane per vasi di espansione conformi alle normative dei principali paesi europei in tema di acqua potabile. Le stesse tipologie di mescole da noi utilizzate nonché altre per settori applicativi e processi produttivi diversi dai nostri, quali ad esempio sottostrati per tubi flessibili, costituiscono la gamma alta del nostro portafoglio di mescole destinate alla vendita.
Ing. Roberto Soriano
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Gamma di prodotti stampati dalla Intermarp.
porosità nel manufatto. Sulle presse a compressione di grandi dimensioni si producono guarnizioni e/o o-ring fino a 2 metri di diametro interno e 40kg di peso netto. Le presse a compressione di grandi dimensioni sono asservite da linea di estrusione dedicata, composta da estrusore da 120mm che appronta i preformati per la successiva fase di stampaggio. La precisa definizione della geometria dei preformati e l’utilizzo del vuoto consentono di ottenere manufatti con bassissimo sfrido e scarto.
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Articoli tecnici: guarnizioni e altro ancora
Vetrina delle novità
Da una lunga esperienza nel settore gas nascono queste membrane per valvole di regolazione della A.G.P. s.r.l. (www.a-g-p.it). A.G.P. s.r.l. has produced these diaphgrams for gas control valves through a long experience in the gas sector.
La Effegi s.r.l. è distributore in esclusiva per l'Italia di piani isolanti in MATI-Therm 250 per presse a compressione ed iniezione, dedicate allo stampaggio gomma e termoindurenti (www.effegi-srl.it). Effegi s.r.l. is exclusive distributor for Italy of plans insulating MATI-Therm 250 compression and injection presses, dedicated to molding rubber and thermosetting.
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O-rings di precisione e guarnizioni a disegno sono la specializzazioni della Ber-Pa s.r.l. dal 1984 nelle mescole FKM, Viton AFLAS, HPSealing (FFKM). Magazzino on-line. (www.O-Rings.eu). Precision O-rings parts in FKM, Viton AFLAS, HPSealing (FFKM) are Ber-Pa’s specialization since 1984. Stock on-line.
Dogi s.r.l. produce articoli di precisione in gomma per i più svariati settori: automobile, grandi e piccoli elettrodomestici, rubinetteria, gas ecc. (www.dogi.it). Dogi s.r.l. manufactures precision rubber products for many different markets: automotive, small appliances, white goods, taps, gas flow etc.
Articoli tecnici: guarnizioni e altro ancora
Un esempio di guarnizioni in gomma in mescola poliacrilica per coperchi valvole in plastica, prodotte dalla Insit Industria s.p.a. (www.insitindustria.com). An example of rubber gaskets in polyacrylic compound for engine valve plastic cover, produced by Insit Industria s.p.a.
Guarnizione per filtri automotive olio/gasolio che può essere prodotta da Eurgomma s.n.c. in molteplici mescole, dall'NBR, al Vamac, al Viton ecc. (www.eurgomma.it). Rubber gaskets for automotive application in particular for oil and diesel filter, which can be produced by Eurgomma s.n.c. applying various compounds such as NBR, Vamac, Viton etc.
Gli articoli prodotti da N.I.R.A. s.p.a. trovano applicazione nei settori automobilistico, oleodinamico, pneumatico, elettrodomestico e rubinetteria (www.nira.it). Items produced by N.I.R.A. s.p.a.find their application in the automotive, hydraulic, pneumatic and electrical field.
Guarnizioni per impianto frenante di moto BMW fabbricata da Novotema s.p.a. (www.novotema.com). Technical rubber parts for BMW motorbike’s breaking system produced from Novotema s.p.a.
Sezione di O-ring rivestiti con prodotti lubrificanti fabbricati da Interseals s.r.l.; lo pessore del rivestimento superficiale è pari a pochi millesimi di millimetro (www.interseals.it). Section of O-rings coated with lubricant products manufactured by Interseals s.r.l.; the thickness of the coating surface is equal to a few microns (µm).
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Articoli tecnici: guarnizioni e altro ancora
Le guarnizioni con nasello di M.P. Industria della Gomma s.r.l. sono estremamente versatili in quanto risultano idonee sia per vasi destinati a contenere alimenti grassi che alimenti acidi (www.mpgomma.com). The M.P. Industria della Gomma s.r.l. tab rubber gaskets for glass canning jars are extremely versatile, because they are suitable for jars containing either oily or acid foods.
Prodotti in silicone per impianti meccanici e settori medicali, stampati dal Centro Guarnizioni Tiger s.r.l. (www.tigerguarnizioni.com). Silicone products for mechanical equipments and medical sectors, moulded by Centro Guarnizioni Tiger.
Una serie di articoli in gomma ed attacco gomma-metallo per applicazione nel settore automotive, ambito telai e sospensioni prodotti da Oldrati Guarnizioni Industriali s.p.a. (www.oldrati.com). A range of rubber and metal-rubber bonding items for application in automotive field, area chassis and suspensions, produced by Oldrati Guarnizioni Industriali s.p.a. Una delle categorie merceologiche in cui si è specializzata Parigi Industry s.r.l. è quella dei tubi antivibranti con treccia in acciaio zincato o inox per acqua fredda/calda per il collegamento tra la rete idrica e le caldaie, le pompe, le autoclavi e i depuratori. (www.parigispa.com). One of the product categories Parigi Industry s.r.l. has been specializing is the one of the antivibration hoses with galvanized or stainless steel braiding for cold/hot water for the connection between the water network and pumps, surge tanks and purification plants.
P6000 è il nuovo poliuretano Parker dalle elevate prestazioni destinato ad operare in condizioni gravose richieste dall'idraulica delle macchine movimento terra (www.parker.com). P6000, the new Parker high performance polyurethane well suit in heavy duty hydraulic applications for the earth moving machines market and mobile industry.
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Articoli tecnici: guarnizioni e altro ancora
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Guarnizioni per elettrodomestici prodotti dalla Iris Gomma s.n.c. (www.irisgomma.it). Gaskets for household appliances from Iris Gomma s.n.c.
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Unigomma s.r.l. produce tra l’altro articoli automotive certificati ISO TS16949:2009 (www.unigomma.it). Unigomma manufactures, among other things, also automotive items certified according to ISO TS 16949:2009.
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Materiali
Una stella blu sul cammino dei siliconi di Giuseppe Cantalupo
Fabbrica di Roussillon (Francia)
Bluestar Siliconi Italia fa parte del Gruppo Bluestar Silicones, uno dei maggiori produttori mondiali di prodotti siliconici: prodotti di qualità, progettati per rispondere alle specifiche esigenze della clientela. Ubicata a Caronno Pertusella, ovvero in una posizione geografica prossima agli utilizzatori, è in grado di effettuare forniture rapide e di offrire un’assistenza pronta e efficace ai clienti. La fabbrica di Roussillon (Francia). Bluestar Silicones June 2009
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luestar Silicones ha una lunga tradizione, che dura da più di 50 anni, nella fabbricazione di un’ampia gamma di prodotti siliconici per i più svariati settori industriali di alta tecnologia: aeronautico, paramedicale, automotive, cavi, isolamento elettrico, elettrodomestici, come anche di prodotti siliconici in forma di elastomeri, resine, gel, schiume, emulsioni e olii per altre applicazioni industriali. Un forte impegno economico e innovazioni continue nel campo dei prodotti, come anche in quello dei processi di produzione e della tecnologia chimica che ne è alla base, sono i principali fattori che hanno favorito e reso possibile il successo del gruppo a livello mondiale.
Il Gruppo e i siliconi Bluestar Silicones (fatturato : 600 milioni di euro, dipendenti : 3.000)
è uno dei cinque maggiori produttori mondiali di siliconi completamente integrato su tutta la catena chimica, dal silicio metallico ai prodotti di specialità. La sede operativa è a Lione, e da essa dipendono 10 siti produttivi distribuiti in quattro continenti (Asia, Europa, Nord e Sud America) e 9 centri di ricerca, la cui attività fa da supporto alle unità periferiche di produzione, concorrendo in tal modo alla realizzazione di un progetto industriale ambizioso: consolidare la presenza del gruppo sulla scena mondiale tra i fornitori leader del settore. La trasformazione del silicio metallico in silicone incomincia, in ambito gruppo, nei due siti maggiori di Roussillon in Francia e Xinghuo in Cina. “Svolgiamo, a livello Gruppo, tre principali attività di ricerca - dice con soddisfazione Pascal-Louis marzo
Caillaut, Responsabile della Comunicazione di Bluestar Silicones - nelle quali sono impegnati più di 200 ricercatori: · la ricerca di base, che per noi è fondamentale perché esamina le esigenze del mercato e, quindi, imposta lo sviluppo di possibili nuovi prodotti; · la ricerca applicata, che esamina i prodotti dal punto di vista applicativo per migliorarne prestazioni e caratteristiche; · la ricerca per il miglioramento processi, importante perché serve a mantenere alta l’efficienza dei nostri cicli produttivi”. Progetti che richiedono un impegno economico non indifferente, ma che sono di primaria importanza per un gruppo come Bluestar Silicones, che ha il suo principale punto di forza nella completa integrazione. Siliconi integrati e investimenti, dunque. Come dire doppia garanzia
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Materiali
per la clientela sul fronte della sicurezza e qualità delle forniture e dei servizi offerti, primo fra tutti l’assistenza tecnica. “Noi vogliamo - afferma Jean Pierre Lerat, General Manager di Bluestar Siliconi Italia - che i nostri clienti ci considerino il loro partner a lungo termine sul quale possono fare sicuro affidamento per la serietà e l’impegno con i quali lavoriamo per sostenere i loro sviluppi e per la qualità tecnica dei nostri suggerimenti innovativi tendenti a soddisfare particolari loro esigenze”. Tenere conto dei bisogni dei clienti, dunque, e soddisfarli con prodotti di qualità tailor-made è importante. Ma è altrettanto importante curare la “cultura della sicurezza”, che comprende tutto: salute, igiene e sicurezza sul posto di lavoro, tutela dell’ambiente e accompagnamento regolamentare del prodotto (attestazioni, schede di sicurezza, sicurezza nel trasporto, legislazioni internazionali).
Il Mix and Fix della Bluestar Siliconi Italia.
L’unità di Caronno Pertusella Costituisce una presenza storica nel nostro paese (lo stabilimento è stato fondato nel 1969 e completato così com’è nel 1972) e ad oggi è l’unico produttore di siliconi integrato che compounda mescole siliconiche in Italia sotto l’insegna del proprio nome. Tutto questo significa, per il cliente, maggiori garanzie sulla qualità, sulla continuità delle forniture e sulla capacità di investimenti industriali. Bluestar Siliconi Italia conta 60 dipendenti. Riceve dallo stabilimento di Lione gli olii, le gomme e le resine e li trasforma in un’ampia gamma di prodotti: mescole siliconiche, RTV2 per stampi, RTV2 per uso paramedicale e dentario, gel, schiume, paste e grassi lubrificanti, adesivi e sigillanti per uso industriale. 34
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La Bluestar Siliconi Italia di Caronno Pertusella.
Il Mix and Fix Il mercato di sbocco di Bluestar Siliconi Italia è, essenzialmente, il nord del nostro paese, dove è concentrata la maggior parte dei trasformatori italiani di prodotti in elastomero siliconico. Si tratta, quindi, di una realtà industriale importante, i cui protagomarzo
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nisti spesso si trovano nella necessità di dover adeguare le loro mescole o i loro processi a particolari nuove esigenze applicative. Di qui l’importanza, per il fornitore, di trovarsi vicino al mercato. E Bluestar Siliconi non fa mancare il suo appoggio. Al punto che, per far fronte con professionalità e tempestività alle richieste sempre crescen-
Materiali
ti di assistenza tecnica provenienti dal mercato, ha organizzato nel suo ambito un’apposita unità, il Mix and Fix, che da sola assorbe ben il 50% dell’intera attività dell’azienda di Caronno Pertusella. Di cosa si tratta? Il Mix and Fix è il reparto nel quale si studiano, si provano, si mettono a punto e si producono per i clienti italiani, ma anche esteri, compound pronto uso in mescola di silicone espressamente “su misura”, per le specifiche applicazioni dei clienti. Per esempio, mescole per cavi speciali (settore elettrico, aeronautico, ferroviario, eccetera) e per articoli tecnici come guarnizioni e tenute per applicazioni in vari campi, tra cui, oltre
ne come nell’assistenza tecnica. Perché, come afferma Jean Pierre Lerat, “…la qualità è un fattore vitale. E, a questo riguardo, Bluestar Silicones è molto attenta a due aspetti fondamentali: la costanza e l’alto livello della qualità delle materie prime in tutta la catena produttiva, dall’approvvigionamento del silicio metallico fino alla trasformazione in elastomeri siliconici per il cliente finale”. Un altro atout, quindi, come testimoniano le certificazioni ISO 9001:2008 e ISO 13485:2003 (quest’ultima per la produzione dei dispositivi medicali di classe II) conseguite dall’azienda molti anni fa. Basti pensare che la certificazione ISO 9001 risale al 1991.
all’automotive, anche l’alimentare e il medicale.
Le carte vincenti del sito di Caronno Pertusella Oltre all’unità del Mix and Fix, Bluestar Siliconi Italia dispone ancora di altre ottime carte da giocare, alcune già operative, altre da utilizzare in prospettiva. Ricordiamo, tra le principali: i laboratori attrezzati per l’assistenza tecnica ai clienti, che affiancano il Mix and Fix, e una camera bianca per la produzione di RTV2 per il settore medicale. Il tutto sempre all’insegna della qualità, in ogni stadio della produzio-
L'INDUSTRIA DELLA GOMMA / ELASTICA Periodico mensile di informazione tecnica ed economica 575 574573572571
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Questa brutta frenata dell’economia proprio non ci voleva ma lamentarsi serve a poco. La futura ripresa premierà chi ne ha saputo approfittare per riorganizzare
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la propria struttura, rendendola più efficiente con impianti e strumenti da laboratorio all’avanguardia. In poche parole: investire dove gli altri hanno tirano i remi in barca.
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Presse a iniezione
Contenimento dei costi e risparmio energetico
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nche in conseguenza della situazione economica mondiale, Desma, leader mondiale nella costruzione delle presse a iniezione, ha focalizzato negli ultimi tempi la sua attenzione e i suoi sforzi nella ottimizzazione dei sistemi di processo. I risultati di questo impegno sono documentati nello stand con il quale il costruttore tedesco partecipa, come ormai da diversi anni, alla rassegna Gutech di Montichiari. Il punto più importante è sia l’abbassamento dei costi di produzione mediante nuove tecnologie che anche il risparmio di energia e di materie prime. A fianco dell’uso di sistemi di movimento più efficienti dal punto di vista energetico applicati sulle macchine, anche il risparmio di materie prime ha un grande potenziale di recupero. Per questa seconda possibilità la tecnica dei canali freddi della Desma suscita un grande interesse. Infatti, mediante l’impiego di blocchi a canali freddi a due piani, la potenzialità di macchine già in produzione può essere sensibilmente migliorata. La produttività aumenta fino al 70% e anche lo scarto di materiale viene sensibilmente ridotto. Per poter sfruttare appieno il vantaggio della tecnologia dei canali freddi anche nella produzione di piccole serie di pezzi, il costruttore tedesco ha
presentato (già all’IRC di Norimberga nel 2009) un sistema di canali freddi completamente nuovo (e sotto brevetto): il sistema “Vario”, che presenta la possibilità di variare la distanza dei
vari ugelli tra loro. Questo naturalmente lasciando inalterata l’indipendenza dei vari ugelli tra loro. Gli ugelli possono essere facilmente posizionati in un punto qualunque
Riduzione dei costi e possibilità di risparmio con lavorazione a due piani.
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materiale dovuto alle carote. Il portastampi, di nuova concezione, garantisce una rigiditˆ assoluta e ottimi risultati. Le piastre riscaldanti, rotonde e con zone di riscaldamento circolari permettono di riscaldare solo la zona minima necessaria a seconda dello stampo. Si ha un risparmio del 50% dei costi di energia per il riscaldamento.
Presse a iniezione
Per poter sfruttare appieno il vantaggio della tecnologia dei canali freddi produzione di piccole serie di pezzi, il costruttore tedesco ha presentato (g Norimberga nel 2009) un sistema di canali freddi completamente nuovo ( sistema Ò VarioÓ , che presenta la possibilitˆ di variare la distanza dei vari u Questo naturalmente lasciando inalterata lÕ indipendenza dei vari ugelli tr Gli ugelli possono essere facilmente posizionati in un punto qualunque d cosicchŽ con un solo blocco possono essere prodotti diverse serie di pezzi degli ugelli non richiede nessun intervento di smontaggio. Un robusto sist permette lo spostamento in modo esatto e facile.
Blocco a canali freddi Desma Vario con 4 ugelli spostabili.
blocco a canali freddi Desma Vario con 4 ugelli spostabili.
Inoltre lo stand di Montichiari offrirˆ la possibilitˆ di essere informati su u
La macchina Desma 968.600 ZO/ZO, consegnata alla Ditta Motzener Kunststofftechnik. La macchina Desma 968.600 ZO/ZO, consegnata alla Ditta Motzener Kunststofftechnik (Motze, Berlino). I tecnici mostrano una guarnizione da 1.600 mm di diametro.
di una certa area cosicché con un solo su una grande macchina della Desma, blocco possono essere prodotti diverse adattissima alla produzione Altri temi trattati a Gutech sono la tecnologia degli ugelli a FlowControl (brevettato)di guarnio lÕserie iniettore ad alta pressione (3.500 bar). di pezzi. Il posizionamento degli zioni. È la D 968.600 ZO/ZO con la ugelli non richiede nessun intervento quale è possibile produrre guarniziodi smontaggio. Un robusto sistema di ni fino a 1.650 mm di diametro. I due comando permette lo spostamento in iniettori mobili permettono di variare modo esatto e facile. la posizione di iniezione. In questo moInoltre lo stand di Montichiari ofdo l’articolo può essere prodotto da due frirà la possibilità di essere informati posizioni riducendo al minimo, anche
della Desma, adattissima alla produzione di guarnizioni. é la D 968.600 Z senza l’uso del blocco a canali freddi, possibile produrre guarnizioni fino a 1.650 mm di diametro. I due iniettor di variare la posizione di iniezione. In questo modo lo spreco di materiale dovuto alle ca-lÕ articolo pu˜ essere p posizioni riducendo al minimo, anche senza lÕ uso del blocco a canali fred rote. Il portastampi, di nuova concezione, garantisce una rigidità assoluta e ottimi risultati. Le piastre riscaldanti, rotonde e con zone di riscaldamento circolari permettono di riscaldare solo la zona minima necessaria a seconda dello stampo. Si ha un risparmio del 50% dei costi di energia per il riscaldamento. Altri temi trattati a Gutech sono la tecnologia degli ugelli a FlowControl (brevettato) o l’iniettore ad alta pressione.
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gomma espansa foam | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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L’innovazione passa anche da processi produttivi dinamici e versatili di Rubber Hood
L’attuale crisi internazionale che continua a colpire un po’ tutti i settori industriali ha costretto molte aziende a ridimensionarsi ed in molti casi a ricorrere ai vari ammortizzatori sociali per poter continuare ad operare.
Boy XS orizzontale e Boy XSV verticale.
O
ra, alla luce di tale situazione, molte aziende del comparto gomma si sono adoperate per trovare soluzioni tecnologiche avanzate. Ad esempio, aziende nel settore dello stampaggio si sono orientate alla ricerca di nuovi materiali per applicazioni ad alta tecnologia piuttosto che nel miglioramento del ciclo produtti-
vo in termini qualitativi e quantitativi: utilizzo di nuovi formulati a basso impatto energetico oltre che ambientale, stampi a più alta resa produttiva ed infine acquisizione di nuove macchine per lo stampaggio, costruite per migliorare non solo il ciclo produttivo ma anche ridurre in modo significativo il consumo energetico. marzo
Lo stampaggio La maggior parte delle aziende di stampaggio gomma opera in tutti quei settori industriali dove il manufatto in gomma è di piccole dimensioni e con un peso pari a pochi grammi, ma necessita di uno stampaggio ad alta precisione per ottenere una stabilità e perfezione dimensionali d'alto livello. Ebbene, in tal senso la tecnologia moderna oggi disponibile offre macchinari ed apparecchiature in grado di garantire questo livello qualitativo. La maggior parte delle aziende per soddisfare tale esigenza mette in atto non solo il proprio know-how, ma utilizza mediamente macchine per lo stampaggio di elevato tonnellaggio per poter utilizzare stampi con numerose impronte perché si ritiene che in questo modo se ne avvantaggi l’efficienza produttiva. Ora tutto questo non sempre è vero. Il dilemma sulla dimensione della macchina da acquisire è da sempre una scommessa per lo stampatore. Individuare il modello di macchina che sappia conciliare elevata efficienza produttiva, costo del manufatto e qualità rimane una delle sfide più coinvolgenti per ogni stampatore. Se siamo di fronte a commesse
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Stampaggio
La Boy 35M.
che richiedono enorme quantità di pezzi in tempi relativamente brevi, allora la scelta di utilizzare macchinari di elevato tonnellaggio e quindi stampi con decine se non centinaia di impronte è da considerarsi la scelta corretta. Tuttavia l’efficienza produttiva è data da molti fattori, ed utilizzare unità produttive di piccole dimensioni può essere vincente anche quando dalla produzione di piccoli quantitativi improvvisamente si passa a commesse con elevati numeri. La modularità consente la rapida messa in funzione di altre linee produttive consentendo di non arrestare mai la produzione anche nel caso di manutenzioni o problematiche produttive che insorgono sempre sia a livello di macchine che di stampo quando le produzioni non devono mai fermarsi (l’esempio classico è quello della Lego dove per far fronte ad elevati volumi che dovevano comunque garantire le giuste tolleranze di ogni singolo pezzo l’azienda si è affidata a linee di macchine di piccole dimensioni). Quindi, il piccolo tonnellaggio può essere indicato non solo per le commesse che richiedono quantitativi limitati di prodotti in gomma e magari diversi piccoli ordinativi di articoli di forma diversa, dove risulta 40
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più evidente che l’utilizzo di macchine di ampio tonnellaggio risulta poco efficiente ai fini produttivi per gli elevati costi fissi da sostenere. Nell’ultimo decennio lo stampatore italiano ha dovuto affrontare enormi cambiamenti del mercato che la crisi ha solo accentuato: la globalizzazione e la delocalizzazione di produzioni a basso contenuto tecnico in aree a basso costo; lo spostamento dei volumi produttivi in aree in forte crescita. In questo scenario lo stampatore italiano può crearsi la sua nicchia sfruttando le peculiari caratteristiche dell’"italianità" che ci vengono riconosciute in tutto il mondo e cioè, creatività nello sviluppo di nuovi prodotti, flessibilità nel trovare le giuste soluzioni ai problemi produttivi, rapidità nel seguire le evoluzioni del mercato, servizio. La macchina di piccolo tonnellaggio, con elevato contenuto tecnico, può essere la risposta giusta che soddisfa e stimola quel dinamismo spesso frenato dagli elevati costi di start up.
in macchine per lo stampaggio ad iniezione di piccolo tonnellaggio (10, 20, 30, 40 ton) che utilizzano stampi più piccoli (meno costosi) e soprattutto occupano pochissimo spazio (da 1 a 2 mq). Sul mercato nazionale/internazionali sono già disponibili tali macchinari e già molte aziende di settore in Europa le utilizzano da diversi anni. In Italia è da circa tre anni che la State of Art Technologies di Treviglio, Bergamo (www.dr-boy. de) commercializza la Dr Boy tedesca, macchine per lo stampaggio ad iniezione di piccolo tonnellaggio, che è presente in Italia da 30 anni, soprattutto nel settore del termoplastico e silicone liquido; tuttavia a livello internazionale questo costruttore fornisce già importanti aziende di stampaggio della gomma.
I vantaggi delle macchine di piccolo tonnellaggio L’uso delle macchine per stampaggio ad iniezione di piccolo tonnellaggio offre molti vantaggi:
La flessibilità
Stampo per la Boy 35.
La soluzione del problema L’esperienza dell’attuale crisi internazionale ci insegna che per un’azienda di piccole/media dimensione aumenta la criticità in termini competitivi. Quindi, in tal senso per le PMI che operano nel settore degli articoli tecnici di piccole dimensioni e con richiesta di elevato standard qualitativo, potrebbe essere interessante e conveniente investire, dal punto di vista produttivo, marzo
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• avviamento della produzione più veloce, elevata modularità; • usando più macchine piccole, se una macchina oppure uno stampo ha un problema, si ferma solo una parte della produzione; • allo stesso modo si possono usare materiali oppure colori diversi sulle varie macchine; • produzioni parallele di pezzi da assemblare successivamente (riduzione degli stock); • c’è una flessibilità più elevata nell’ottimizzare le macchine e gli stampi in base alle richieste produttive; anche quando la richiesta cambia, si può produrre con maggior efficienza; l’aumento segue la richiesta; il rischio d’investimento
Stampaggio
è drasticamente ridotto; • ridotta richiesta di capitale nella fase di start-up; • durante la fase di espansione, step intermedi sono possibili evitando di dover investire in grandi infrastrutture come richiedono le macchine di più grande tonnellaggio; lo spazio disponibile per la produzione può essere ottimizzato; picchi di richiesta possono essere soddisfatti senza investimenti elevati in nuovi capannoni; • stampi più piccoli hanno tempi di consegna più veloci; • stampi pilota sono disponibili più velocemente e possono essere costruiti a costi inferiori; • macchine piccole possono essere facilmente spostate all’interno della fabbrica; il trasferimento della produzione o parte della produzione in un sito diverso è molto più semplice.
I costi • un cambio rapido dello stampo o dell’iniettore è molto più semplice senza l’ausilio di sistemi di sollevamento particolari con le gru; • le macchine piccole possono essere integrate in concetti di produzione in automatico; • la manipolazione può essere semplificata e velocizzata; si migliora la sicurezza produttiva; • tempi di ciclo e movimenti della macchina più veloci con il vantaggio di una maggiore efficienza nella regolazione della temperatura stampo; • minore necessità di cambio del colore dovuta alla possibilità di produzioni parallele dello stesso articolo su più macchine; • cambio colore più veloce grazie al volume inferiore e canali caldi più semplici; meno cavità rispetto a macchine più grandi; • minore spreco di materiale quando c’è il cambio colore; • macchine più grandi richiedono spesso pavimenti speciali per elevati carichi;
• se si utilizzano macchine piccole, si possono effettuare prove su una macchina senza fermare tutta la produzione; • mantenere uno stock di pezzi di ricambio per macchine piccole costa meno che con macchine più grandi; • le macchine piccole possono essere più facilmente vendute nel mercato dell’usato e mantenere un valore più elevato. Particolare di una Boy LSR per lo stampaggio di silicone liquido.
La qualità • una maggiore precisione si raggiunge con meno cavità; il processo è più accurato; elevata ripetibilità/riproducibilità e affidabilità; • nel caso di problemi qualitativi e deviazioni, questo non influenza tutta la produzione; • i problemi possono essere risolti più facilmente e più velocemente; trovare un problema in una/poche cavità è molto più semplice; • usando stampi ad una cavità senza canali si può scegliere il punto ottimale d’iniezione senza l’uso di canali caldi o addirittura l'utilizzo di uno stampo con terza piastra; • stampi meno complicati e più affidabili; • le piccole macchine per stampaggio ad iniezione possono essere equipaggiate con sistemi di sicurezza stampo molto sensibili ed economici; • pezzi tecnici con forme complicate spesso non sopportano un elevato numero di cavità, per esempio, quando si usano guance o martinetti; • aumento della sicurezza produttiva quando si fanno turni senza operatore; • quando si usano macchine per stampaggio di piccola dimensione, in generale il parco macchine viene aumentato per soddisfare la capacità necessaria.
CONCLUSIONI
Con la filosofia del piccolo, si possono usare macchine più nuove e tecmarzo
Articoli tecnici stampati con macchina ad iniezione Boy.
nologicamente avanzate, inoltre la sostituzione di vecchie macchine è facilitata da tempi di consegna molto rapidi. Le macchine di piccolo tonnellaggio, come già detto, mantengono nel mercato dell’usato una quotazione più elevata. L’utilizzo di tali apparecchiature produttive in un settore come lo stampaggio ad iniezione di articoli in gomma di piccole dimensioni può essere in grado di risolvere molti problemi in termini di efficienza produttiva, cui molto aziende vanno incontro specie in un periodo come questo di profonda crisi internazionale. Inoltre, una produttività così versatile e pronta potrebbe anche essere una significativa risposta, in termini di efficienza e di riduzione dei costi, ad una concorrenza internazionale con etica discutibile.
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Semilavorati
Mescole di gomma per componenti destinati al contatto con l'acqua potabile di Bernd Schultheis, tecnico e specialista della Kraiburg per mescole di gomma destinate al contatto con l’acqua potabile L'acqua potabile è l'alimento più importante ed è insostituibile. Ogni giorno dobbiamo disporne in quantità sufficiente e deve essere di buona qualità. In base alla normativa europea, l'acqua potabile deve avere caratteristiche tali da non nuocere alla salute umana di chi la consuma nell'intero arco della vita. Un risultato possibile solo se si adottano precauzioni adeguate.
L'
approvvigionamento di acqua potabile in perfette condizioni igieniche e in quantità sempre sufficiente è un presupposto indispensabile per le attività insediative e per lo sviluppo delle comunità e delle aziende agricole, commerciali e industriali. Ai sensi della normativa europea, è considerata "acqua potabile" tutta l'acqua, nello stato originario o dopo un trattamento, utilizzata per bere, cucinare, preparare cibi e bevande o per i seguenti ulteriori scopi domestici: cura e pulizia del corpo, pulizia di oggetti destinati al contatto con gli alimenti in base allo scopo d'uso previsto, pulizia di oggetti destinati a un contatto non temporaneo con il corpo umano in base allo scopo d'uso previsto. Questo vale indipendentemente dalla provenienza dell'acqua, dal
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suo stato di aggregazione e dalla modalità di trasporto: in condutture, in veicoli cisterna, in bottiglie o in altri contenitori. Gli elementi in elastomero, come le guarnizioni, rivestono una particolare importanza nell'approvvigionamento dell'acqua potabile e nel settore degli allacciamenti domestici. Provvedono infatti alla tenuta ermetica di tutti i punti di connessione e devono garantire questa tenuta per decenni con la massima sicurezza. Il loro contatto con l'acqua potabile, inoltre, non deve influire negativamente sulla qualità di quest'ultima.
Requisiti degli elementi in elastomero a contatto con l'acqua potabile A seguito del fallimento di tutti i tentativi promossi a livello europeo marzo
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Bernd Schultheis
per creare profili di requisiti omogenei per i componenti non metallici destinati al contatto con l'acqua potabile nell'ambito dell'EAS (European Acceptance Scheme), per il momento si applicano i requisiti delle singole nazioni. Kraiburg segnala due tra i più importanti regolamenti nazionali.
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Le raccomandazioni KTW (Kunststoff-Trink-Wasser, raccomandazioni per le materie plastiche e l'acqua potabile) (Repubblica Federale Tedesca) Tutte le parti di un impianto di fornitura dell'acqua potabile a contatto con quest'ultima, dall'impianto di estrazione fino al rubinetto dell'utente, sono articoli di prima necessità ai sensi del codice LFGB (codice inerente agli alimenti, agli articoli di prima necessità e ai mangimi) e pertanto sono oggetto delle raccomandazioni KTW. Le raccomandazioni KTW non sono norme giuridiche. In base allo stato attuale della scienza e della tecnologia, stabiliscono in quali condizioni un articolo di prima necessità non metallico destinato all'uso nel settore dell'acqua potabile è conforme ai requisiti dei paragrafi 30 e 31 del codice LFGB. Se gli articoli di prima necessità in materiali non metallici, come ad esempio la gomma, vengono prodotti con caratteristiche discordanti rispetto alle raccomandazioni KTW, la responsabilità totale ed esclusiva è a carico del produttore e dell'utente ai sensi delle norme del diritto alimentare (§ 5, § 30 n° 1-3 e § 31, cpv.1 del codice LFBG). Dal 1996, in Germania, la responsabilità per il settore dell'acqua potabile è affidata all'Istituto Federale dell'Ambiente. Dal 1996, un gruppo di lavoro congiunto della commissione sull'acqua potabile dell'Istituto Federale dell'ambiente e della commissione/gruppo di esperti sulle materie plastiche del BfR (Istituto Federale per la Valutazione del Rischio) si occupa di queste tematiche nell'ambito del gruppo di lavoro KTW, che è anche responsabile della valutazione delle condizioni igienico-sanitarie e dei livelli di esposizione degli articoli di prima necessità per l'acqua potabile. Attualmente, le raccomanda-
feriti alle parti in gomma, bensì coinvolgono anche i metodi di fabbricazione, il produttore e lo stabilimento di produzione. Per questa ragione, per un materiale in gomma non è possibile fornire un certificato di collaudo KTW generico. Kraiburg esegue i test KTW su campioni di gomma per garantire che il tipo di materiale sia idoneo a un test del componente. La composizione della mescola utilizzata per la produzione dei componenti finiti in gomma deve risultare conforme alle norme KTW, che includono, nelle cosiddette "liste positive", le materie prime o i materiali assimilati che sono sicuri dal punto di vista tossicologico, in funzione del
Parti in gomma.
Mescola di gomma.
zioni KTW relative alla gomma sono in fase di emendamento nell'ambito di una "linea guida sugli elastomeri", con la collaborazione di alcuni esperti di Kraiburg. I test KTW si applicano a tutti i materiali non metallici destinati al contatto con l’acqua potabile, quindi anche ai prodotti finiti in gomma. Questi ultimi, pertanto, devono essere considerati articoli di prima necessità ai sensi del codice LFGB. Si tratta di test che vengono eseguiti sul componente finito, il cosiddetto articolo di prima necessità. Questi test, inoltre, non sono solo ri-
campo d'impiego e con l'indicazione della tipologia e del limite massimo di dosaggio. Queste liste positive sono contenute nel capitolo 1.3.13 della KTW e nelle raccomandazioni, XXI lista base, inclusa la categoria 3. Il BfR è responsabile di entrambe le liste positive. Le ricette della mescola di gomma devono essere presentate a istituti di collaudo accreditati, che ne verificano la conformità alle direttive. Kraiburg propone esclusivamente mescole di gomma per la produzione di componenti finiti in gomma conformi a KWT D1 e D2.
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• D1 = guarnizioni per grandi superfici, ad es. valvole a saracinesca a tenuta morbida, guarnizioni per valvole d'arresto, valvole a pistone • D2 = guarnizioni per piccole superfici, come ad esempio labbri di tenuta, o-ring, guarnizioni per flange. A seconda dell'impiego del componente finito in gomma, vengono testate tre gamme di temperature (acqua fredda, acqua calda fino a 60°C e
Biofilm sulla superficie del cuneo di una valvola (Fonte DVGW ente di ricerca TUUH).
l'articolo di prima necessità viene testato in riferimento: • al suo influsso sulle caratteristiche esteriori dell'acqua (ad es. odore, gusto, colore, torbidità) • al rilascio di composti organici calcolati come carbonio (TOC, carbonio organico totale) • al rilascio di ammine aromatiche, formaldeide, fenoli, zinco e piombo • al consumo del cloro libero disciolto nell'acqua testata A seguito di una triplice esposizione all'acqua di prova non deve risultare alcun superamento dei valori limite. I valori calcolati, inoltre, devono presentare un carattere decrescente dal 1° stadio di esposizione (dal 1° al 3° giorno) fino all'ultimo e determinante stadio di esposizione (dal 7° al 9° giorno). Prima di richiedere l'esecuzione dei test KTW sui componenti finiti a un istituto di collaudo, è bene verificare con Kraiburg che le parti in
Proliferazione microbiologica su una superficie di tenuta (Fonte DVGW ente di ricerca TUUH).
acqua molto calda fino a 90°C). Nel corso di tali prove, gli istituti di collaudo verificano il passaggio delle sostanze dalla gomma all’acqua testata. Prima di procedere al test con acqua calda o molto calda, il materiale deve innanzitutto superare il test con acqua fredda. Nell'ambito dei requisiti KTW,
gomma siano state anche vulcanizzate in maniera ottimale. I tecnici della casa tedesca sono a disposizione per fornire assistenza affinché i test KTW abbiano un esito positivo. A seconda degli impegni dei due istituti di collaudo esistenti in Germania, occorre calcolare una durata dei test di circa 4 mesi.
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Come ulteriore requisito, la raccomandazione KTW afferma che il contatto dell'acqua con l'articolo di prima necessità in gomma non deve influire negativamente sul valore della carica microbica dell'acqua. Per effetto della proliferazione dei microorganismi sulle superfici degli articoli in gomma, possono verificarsi gravi problemi igienici nell'acqua potabile. Per questo un test igienico è realmente necessario per verificare se un materiale è responsabile o meno della crescita dei microorganismi. Da febbraio 2007 è disponibile la bozza del nuovo foglio di lavoro DVGW W 270, che è già convalidata per l'utilizzo immediato e sostituisce il foglio di lavoro DVGW W 270 (edizione nov. 1999). Da questo momento in poi, oltre ai certificati KTW per l'articolo di prima necessità in gomma, si devono presentare anche i relativi certificati o rapporti di prova previsti dal fogli di lavoro DVGW W 270. Il test condotto secondo il foglio di lavoro DVGW W 270 è un test dei materiali e non viene eseguito sul componente finito, bensì su campioni di gomma neutri e di norma viene predisposto dal produttore della gomma. Nel "test W270" i campioni di lastre di gomma vengono immersi in un'acqua di prova (acqua sotterranea) con una temperatura di 9-13°C, che viene sostituita 4-6 volte al giorno. Dopo 3 mesi (o 4 mesi in via opzionale) viene determinato il volume della biomassa adesa (film di microorganismi) mediante raschiamento delle superfici dei campioni di lastre. In linea di principio non si devono superare: un valore limite di 0,12 ± 0,03 ml/800cm² per il campo d'impiego D1; un valore limite di 0,20 ± 0,03ml/800cm² per il campo d'impiego D2 Per effetto dell'introduzione del foglio di lavoro DVGW W 270, la
Semilavorati
Test W 270: raschiamento della biomassa dalla lastra di prova.
Test W 270: immersione delle lastre di prova nell'acqua usata per il test.
Test di emigrazione delle sostanze nocive (KTW).
gomma EPDM è ormai la base polimerica preferita. Le mescole di NBR creano problemi per la scarsa resistenza all'ozono, che rende necessario l'uso di additivi. Kraiburg, per le sue attuali mescole di gomma per i componenti in elastomero destinati al settore dell'acqua potabile, si affida a mescole a base di gomma EPDM. Oltre alle buone proprietà fisico-meccaniche e agli eccellenti valori riferiti al rilassamento in seguito a sollecitazioni di compressione, i materiali in gomma EPDM presentano anche una valida resistenza all'invecchiamento e all'ossidazione.
• L'estrazione di metalli • La crescita di microorganismi Analogamente a KTW, anche in questo caso i test vengono eseguiti in acqua fredda e calda fino a 85°C a seconda dell'impiego dei componenti in gomma. Prima di procedere al test con acqua calda, anche qui il materiale deve superare con esito positivo il test con acqua fredda. La crescita dei microorganismi viene misurata con il controverso metodo MDOD. Nel corso di questo test viene misurata la quota di ossigeno disciolto in acqua che viene consumato dalla crescita dei microorganismi. Maggiore è la perdita di ossigeno disciolto in acqua, maggiore è il valore MDOD e tanto più elevata è la proliferazione dei microorganismi. In linea di principio, il valore MDOD deve essere inferiore a 2,4mg/l. Contrariamente alle norme KTW, per la BS 6920 non esiste una lista positiva per le materie prima in gomma sicure dal punto di vista tossicologico. Tuttavia, il test sulle sostanze che possono mettere a rischio la salute pubblica esclude già molte materie prime. Per un test secondo BS 6920 occorre calcolare una durata di circa 3 mesi. Anche in questo caso, per motivi analoghi a quelli descritti nella parte sulle norme KTW, si consiglia di contattare Kraiburg prima del test. Oltre ai requisiti inerenti alla qualità dell'acqua potabile, i componen-
ti in elastomero devono soprattutto garantire una tenuta ermetica sicura delle condutture nei punti di connessione per un periodo molto lungo: si parla di almeno 30 anni. Affinché ciò sia possibile, i componenti in elastomero devono essere progettati con un'elasticità e una capacità di ripristino tali da compensare in sicurezza le variazioni della lunghezza. I requisiti dettagliati sono definiti nella norma europea EN 681 parte 1 "Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per i giunti di tenuta nelle tubazioni utilizzate per l'adduzione e lo scarico dell'acqua, parte 1: gomma vulcanizzata". Per l'omologazione KTW di un componente è ampiamente sufficiente un'apposita conferma del produttore della mescola, attestante che il materiale di gomma utilizzato è conforme ai requisiti della EN 681 parte 1. Con la nuova generazione di mescole con durezze comprese tra 50 e 90 Shore A, Kaiburg è in grado di coprire quasi tutti i campi d'impiego previsti nella prassi. Attualmente, la casa tedesca sta sviluppando materiali in gomma da 55 e 75 Shore A idonei per i test dei componenti finiti secondo KTW, WRAS BS 6920 e ACS (Francia). A causa della lunga durata e dei costi elevati dei test di lavorazione, si prevede che le prime mescole e i primi componenti finiti omologati non saranno pronti prima del 2013.
BS 6920, Gran Bretagna Anche questi requisiti si riferiscono ai componenti finiti. Diversamente dalle norme KTW precedentemente descritte, in questo caso un'omologazione della mescola potrebbe risultare utile ai fini dell'omologazione dei componenti finiti in gomma. Con un certificato di collaudo positivo secondo BS 6920, si possono certificare le parti in gomma secondo il WRAS (Water Regulations Advisory Scheme). Il test secondo BS 6920 comprende i seguenti ambiti: • L'influsso sulle caratteristiche esteriori dell'acqua (odore, gusto, colore e torbidità) • L'estrazione di sostanze che possono mettere a rischio la salute pubblica
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Inverno in sicurezza
Solo con pneumatici invernali guida sicura nella stagione fredda di Giuseppe Cantalupo
D’
inverno vanno ancora bene gli estivi o è meglio usare quelli invernali? E quelli invernali è proprio vero che “funzionano” meglio degli estivi? Anche se non c’è neve e il fondo stradale è solo freddo, ma asciutto? La risposta a queste domande, che sono comunque solo un campionario di una gamma molto ampia, è una sola, e anche ovvia, ma sono ancora molti gli automobilisti che tardano a convincersene: i pneumatici adatti per una guida sicura d’inverno sono solo quelli invernali. Lo hanno dimostrato ancora una volta, e per la quinta stagione consecutiva, i test dinamici su pista e su strada organizzati da Assogomma/ Gruppo Produttori Pneumatici e Federpneus lo scorso mese di febbraio a Cortina d’Ampezzo nell’ambito della campagna “Pneumatici sotto controllo – Inverno in sicurezza”. Strada in salita (ma potrebbe anche essere, semplicemente, la rampa d’accesso al box di casa), ostacolo improvviso da evitare con frenata o sterzata brusca, immissione in una rotonda o effettuazione di una curva stretta: in qualunque situazione, affrontata con gli stessi mezzi che montavano sia gomme estive che gomme invernali, i pneumatici invernali hanno dimostrato invariabilmente una netta supe-
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Inverno in sicurezza
riorità di prestazioni rispetto a quelli estivi, trasmettendo anche una maggiore sicurezza di guida e padronanza del mezzo a chi era al volante. L’auto è una vettura ad alte prestazioni e, quindi, dà sicurezza con i suoi sistemi di controllo delle condizioni di marcia anche sulla neve? Non significa niente, se monta gomme estive. Una Jaguar XF (trazione posteriore) con gommatura estiva a 10 km/h ha perso aderenza al posteriore, mentre la stessa vettura con pneumatici invernali ha affrontato la pista innevata a 40 km/h senza problemi. Analogamente, una Porsche Cayenne Diesel con cambio automatico
su una pendenza di 30° circa si è impantanata con le gomme estive, mentre con quelle invernali non ha avuto nessun problema, nemmeno a ripartire da ferma in salita. E per quanto riguarda i veicoli di peso inferiore ai 35 q? Prove di frenata a 50 km/h su fondo innevato effettuate con due scuolabus gommati uno estivo e l’altro invernale hanno dimostrato che i pneumatici invernali sono efficaci anche con i van: il mezzo che montava gomme invernali si è arrestato in meno della metà dello spazio richiesto da quello che montava gomme estive. Altre prove ancora hanno arric-
marzo
chito la casistica delle situazioni che si possono presentare all’automobilista nella stagione fredda, e tutte hanno portato a una sola conclusione: indipendentemente dalla marca, dalla tipologia, dalla presenza a bordo di sistemi di assistenza elettronica alla guida, dalla cilindrata, dal tipo di trazione dei veicoli utilizzati nei test, i pneumatici invernali sono risultati indiscutibilmente superiori a quelli estivi in termini di tenuta di strada, spazio di frenata, aderenza. Anche se non c’è neve e il fondo stradale è bagnato o ghiacciato o soltanto asciutto. E anche senza la necessità di dover montare le catene.
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TA C C U I N O Auto in ripresa e veicoli commerciali leggeri in calo nel 2009
C
ontro ogni aspettativa, date le difficoltà generate dalla crisi economicofinanziaria, il mercato italiano dell’auto ha chiuso il 2009 in linea col 2008. Le nuove immatricolazioni sono state, infatti, 2.158.010 a fronte dei 2.161.682 dell’anno prima. Hanno fatto sentire il loro effetto positivo, dunque, gli eco-incentivi governativi, grazie ai quali il comparto, che al termine del primo semestre 2009 aveva accusato una contrazione dei volumi del 10,7%, ha chiuso l’anno in crescendo, con appena un –0,17% finale. Per questo risultato, incoraggiante quanto “inimmaginabile” a inizio anno, Eugenio Razelli, Presidente di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ritiene fondamentale che l’intervento delle pubbliche istituzioni a supporto del settore sia rinnovato anche per il 2010: la replica influirebbe positivamente non solo sull’economia del settore, ma anche sull’ambiente, perché porterebbe ad un aumento della diffusione di vetture a più basso impatto ambientale, con conseguente accelerazione del processo di svecchiamento del parco circolante. E proprio per questo motivo i principali paesi Eu-
Anno difficile il 2009 per i commerciali leggeri.
ropei hanno già deciso in questo senso. Un altro importante contributo positivo potrebbe provenire, sempre secondo Razelli, dall’inserimento anche del settore dei mezzi di trasporto tra i beneficiari della detassazione del 50% degli utili reinvestiti prevista dalla Tremonti-ter. Anche il portafoglio ordini ha registrato lusinghieri incrementi: +68% in dicembre (circa 260.000 i contratti stipulati nel mese) e +15% nell’anno (2.335.000 ordini circa). Notevole il risultato messo a segno dalle marche nazionali sia a dicembre che nell’intero 2009. A dicembre la crescita è stata superiore a quella dell’intero mercato (+19,4%, con 52.452 immatricolazioni contro 43.937) e la quota è salita dal 31% dello stesso mese del 2008 al 31,7%. Il progressivo dei dodici mesi 2009 ha regi-
strato, con 710.870 nuove immatricolazioni, un incremento delle vendite del 2,7% rispetto al 2008, quando le unità vendute erano state 692.133, e ha portato la quota a sfiorare il 33% (32,9% contro il 32%). Anno difficile, invece, il 2009 per i veicoli commerciali leggeri (LCV). Dicembre si è chiuso con una lieve flessione dello 0,8% rispetto allo stesso mese dell’anno prima (19.141 nuove consegne contro 19.303). Questo dato, però, non deve trarre in inganno, perché il termine di riferimento è il dicembre 2008, un mese, cioè, che aveva registrato una contrazione del mercato parecchio pesante, -24,6%, a causa dell’impatto negativo della crisi sulle vendite del comparto. Nell’anno le nuove immatricolazioni, 181.243, sono scese del 21,5% rispetto a quelle del 2008, quando le vendite erano state di 230.918 unità.
Anche per il settore degli LCV, quindi, una proroga degli ecoincentivi anche nel 2010 avrebbe, secondo Guido Rossignoli, Direttore Generale di ANFIA, un effetto salutare sulla ripresa economica del comparto. Le marche italiane hanno chiuso il dicembre 2009 con un –8,2% (9.576 consegne su 10.436) e l’anno con una flessione del 25,6% (92.458/124.196). Corrispondentemente, le quote di penetrazione sono scese dal 54,1% al 50,0% nel mese e dal 53,8% al 51,0% nell’intero anno. Ancora una volta, Piaggio Veicoli Commerciali si è confermata una positiva eccezione nello scenario nazionale in calo: in dicembre le consegne (415 unità) sono aumentate del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2008 e nell’anno sono cresciute del 5,4% grazie ai 5.332 veicoli venduti. In forza di questi risultati, la quota di mercato è salita dal 2,2% al 2,9%: un incremento dovuto principalmente al successo del Piaggio Porter e del Porter Maxxi per il nuovo design, il maggiore comfort e la superiore funzionalità, oltre che per le motorizzazioni ecologiche disponibili (elettriche e bi-fuel GPL e metano), che hanno superato il 75% delle vendite globali della società.
Licenza esclusiva di Heraflex P alla So.F.Ter.
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a So.F.Ter., che sviluppa e produce compound polimerici per l’industria manifatturiera, ha acquisito da Radici Group la licenza esclusiva di utilizzo del marchio Heraflex P, compound a base poliolefinica modificato con elastomeri, sviluppato in modo specifico per calzature sportive invernali. L’accordo prevede anche l’acquisizione da parte della azienda forlivese del know-how tecnico e commerciale detenuto in precedenza da Radici Elastomeri. In questo modo So.F.Ter. completa e integra la propria offerta nel settore calzaturiero dove è presente da 30 anni con le gomme termoplastiche a marchio Sofprene e più recentemente con il marchio Sofpur. La nuova linea Heraflex, grazie alle sinergie produttive e commerciali che si svilupperanno, consente alla So.F.Ter. di guardare con un certo ottimismo all’anno appena iniziato per il quale ha fissato l’obiettivo di produrre 80.000 tonnellate nel solo stabilimento di Forlì. 48
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Taccuino
Yokohama espande il sito cinese di Hangzhou
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a crisi economica mondiale sembra solo avere sfiorato il mercato cinese dell’auto che, a dispetto della generale incertezza economica e finanziaria, continua a registrare un trend delle vendite sempre in salita. Nel 2009 la Cina è risultata il paese col più alto numero di immatricolazioni di vetture nuove al mondo, e le previsioni parlano di una produzione nazionale di automobili che dovrebbe superare i 10 milioni di unità. Ovvio, quindi, che questa situazione si rifletta positivamente anche sul mercato dei pneumatici: le vendite hanno registrato un andamento favorevole e la domanda è prevista in forte aumento nei prossimi anni. Per far fronte alle crescenti richieste interne provenienti sia dai produttori di auto che dagli utenti, Yokohama ha deciso di ampliare la capacità produttiva del suo impianto di Hangzhou con un investimento di oltre 7 milioni di yen. Questo sito produ-
ce, attualmente, 3 milioni di pneumatici vetture e veicoli commerciali leggeri all’anno. A partire dal gennaio 2011 ne produrrà più di 5 milioni. Hangzhou Yokohama Tire Co. Ltd., che in Cina è per la casa madre anche una filiale commerciale oltre che la sede di uno stabilimento produttivo, è operativa dal 2003 e da allora la sua capacità ha già conosciuto varie fasi di espansione. Quella annunciata ora è la quarta della serie e consentirà a Yokohama Rubber di rispondere in tempi rapidi alle veloci mutazioni del mercato cinese. Oltre al sito di Hangzhou, la casa giapponese possiede in Cina anche un secondo stabilimento a Suzhou, dove produce, sempre per far fronte alla domanda interna, pneumatici per veicoli pesanti. Con questi due siti, quindi, Yokohama è in grado di offrire una gamma completa di pneumatici, per qualsiasi utilizzo, a un mercato, quello cinese, vasto e strategico come nessun altro al mondo.
Nuovo calorimetro adiabatico di reazione MMC 274 Nexus
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a calorimetria adiabatica sta diventando una tecnica sempre più importante in molti settori, come la ricerca e sviluppo di nuovi materiali e l’ingegneria della sicurezza industriale. Il nuovo MMC 274 Nexus della Netzsch, con la sua compatta struttura da bancone, riassume le funzionalità dei classici, grossi calorimetri adiabatici e dei piccoli calorimetri differenziali a scansione (DSC). Questo strumento infatti consente di analizzare campioni di volume relativamente grande, fino a diversi millilitri. Nel corso della misura possono anche essere iniettate sostanze additive e mescolate sostanze eterogenee. Contemporaneamente, le variazioni di pressione dovute alla reazione sono misurate in continuo. Inoltre, assieme alle misure puramente adiabatiche o isoterme, è possibile eseguire la modalità in scansione, per determinare con alta precisione proprietà caratteristiche come, ad esempio, il potere calorifico. L’ MMC 274 Nexus consente infine di quantificare anche gli effetti endotermici ed esotermici, offrendo pertanto una gamma molto vasta di applicazioni. L’apparecchio è costituito da un’unità base, con elettronica integrata, dal software operativo, e da diversi moduli calorimetrici facilmente intercambiabili dall’utente. Questi moduli permettono di adattare velocemente e in modo semplice lo strumento a diverse necessità di analisi. Tra i campi di applicazione il costruttore indica: la caratterizzazione dei materiali per la ricerca e sviluppo, lo sviluppo di processo nell’industria chimica, gli studi di comportamento dei composti chimici durante lo stoccaggio e il trasporto, l’analisi di batterie e dei loro componenti.
Dieci anni in Giappone dei siliconi Wacker
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acker Asahikasei Silicone Co. Ltd. ha festeggiato il suo decimo anniversario. L’azienda, con sede centrale a Tokyo e con un impianto di produzione in Akeno, è stata fondata nel 1999 come joint venture tra il La sede nipponica della Wacker. gruppo Wacker Chemie e Asahi Kasei Chemicals Corporation. La società ha circa 100 dipendenti che producono e commercializzano prodotti a base gomma siliconica, emulsioni e fluidi per applicazioni in campo elettronico, automobilistico, edilizia e industrie tes-
sili, per citarne solo alcuni. All’interno della rete di vendita Wacker, Wacker Asahikasei Silicone è responsabile per tutte le vendite e la commercializzazione di prodotti in silicone in Giappone. La joint venture ha visto una crescita significativa negli ultimi anni, con un fatturato nel 2008 quasi il doppio di quello del 2000. Nello stesso periodo, il volume della produzione è aumentato di oltre il 40 per cento.
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Taccuino
Il programma del 51° meeting dell’IISRP
Palle da golf più veloci con Buna CB21
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l produttore giapponese di articoli sportivi Kasco Corporation ha messo in commercio con successo alcuni mesi fa palle da golf contenenti Buna CB 21, una gomma neodimio polibutadiene (Nd-BR) della Lanxess. Questo elastomero ha caratteristiche di alta resilienza che trasformano l’energia di impatto in energia cinetica. Il risultato è che Kira Star (questo il marchio con cui sono commercializzate queste palle) percorre una distanza maggiore anche a basso impatto iniziale. Inoltre Kira Star è a solo due componenti, il che consente di contenere il prezzo di vendita.
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ome abbiamo già informato i nostri lettori, l’assemblea dell’International Institute of Synthetic Rubber Producers si svolgerà quest’anno per la prima volta in un paese del Medio Oriente, a Dubai, Emirati Arabi Uniti. Il tema generale “Tradizione, innovazione e visione del futuro” sarà sviluppato da una serie di interventi che si occuperanno anche, in apertura, della situazione e delle prospettive dell’industria petrolchimica negli Stati del Golfo. Sono poi previste relazioni della Dow Chemical sul problema della sostenibilità, della Toyota sull’industria automobilistica, della Michelin sul miglioramento delle performance dei pneumatici. In programma anche un confronto sull’impatto della politica doganale degli Stati Uniti sul commercio internazionale di pneumatici. Il quadro completo delle relazioni si può leggere su www.iisrp.com.
Plast 2012 si riposiziona in maggio
Un po’ meno grave del previsto la caduta opo due edizioni svoltesi in marzo, Plast D torna al mese di maggio, e precisamente dell’industria tedesca da martedì 8 a sabato 12 maggio 2012, sempre
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el 2009 l’industria tedesca delle macchine per gomma e plastica ha registrato una flessione delle vendite del 30%, pesante ma meno del 40% previsto. In valore si è passati dai 5,6 miliardi di euro del 2008 ai 3,9 miliardi dello scorso anno. Le vendite in Germania sono diminuite del 35%, mentre quelle all’estero hanno limitato la caduta al 28% e quelle dei paesi dell’UE al 28%. Gli unici dati positivi, si legge in un comunicato della VDMA, la federazione della meccanica tedesca, vengono dall’Asia, dove l’India è in crescita ed è salita al quarto posto tra i paesi clienti della Germania. Nell’Asia di sud-est e nel vicino e medio oriente le vendite sono risultate meno penalizzate che altrove.
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nel quartiere firistico di Rho/Pero. La ragione di questa decisione, ha precisato l’ente organizzatore Promaplast, si deve alle nuove date della triennale statunitense NPE (che passa da giungom a marzo) e la rinuncia di Ipack-Ima a far coincidere le proprie date con quelle di Plast. Un’indagine svolta tra gli associati di Assocomaplast ha confermato il gradimento delle nuove date da parte degli espositori. La mancata concomitanza con Ipack-Ima ha comportato il ripristino del repertorio merceologico di Plast 2012, che tornerà così a comprendere anche macchine e apparecchiature per il confezionamento in materie plastiche, la stampa su imballaggi plastici ecc. Gli organizzatori hanno infine reso noto che Fiera Milano ha messo a disposizione di Plast 2012, otto padiglioni monoplanari.
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Seminari Thermo Fisher sulla reologia
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a Thermo Fisher Scientific Inc., azienda leader a livello mondiale nel campo delle attrezzature di ricerca e laboratorio, ha messo a punto un articolato programma di seminari nel campo della reologia che interessano un gran numero di paesi, dall’Europa alla Cina, agli Stati Uniti per tutto il 2010. Per quanto riguarda il nostro continente i paesi coinvolti nel programma sono la Germania, la Francia, l’Olanda, il Regno Unito, l’Austria, la Norvegia, la Danimarca. Per maggiori dettagli: www. thermo.com/mc.
Alla DSM l’impianto di PA6 della NPC
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a DSM N.V. e la Shaw Industries Group hanno annunciato che il gruppo olandese ha acquisito il controllo totale dell’impianto di polimerizzazione del PA6 (marchio Akulon) della Nylon Polymer Company (NPC) di Augusta in Georgia, Stati Uniti. Shaw Industries e DSM Chemicals North America erano in precedenza partner in joint venture della NPC. Dal 1° gennaio 2010 la NPC è quindi pienamente integrata nelle attività della DSM Engineering Plastics. I termini finanziari dell’operazione non sono stati rivelati.
Taccuino
Riparte l’impianto Lanxess di butile a Singapore
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el giugno dello scorso anno la Lanxess aveva annunciato che l’inizio della produzione nel suo nuovo impianto di butile di Singapore era stato rinviato al 2014. Ciò come conseguenza della crisi mondiale e dei correlati fenomeni di destoccaggio delle scorte e di alta volatilità dei consumi. Negli ultimi sei mesi però la domanda si è stabilizzata e si prevede che nei prossimi tre anni il mercato mondiale della gomma butile crescerà in media di più del 3 per cento all’anno. D’altra parte i due siti produttivi attuali della Lanxess, quello di Zwijndrecht in Belgio e quello di Sarnia in Canada, lavorano oggi a soddisfacenti livelli di sfruttamento della capacità produttiva. Di qui la decisione di ripartire con il programma del nuovo impianto di Jurong Island, Singapore. La cerimonia di inizio dei lavori è stata fissata per il mese di maggio prossimo e l’entrata in produzione è prevista per il primo trimestre del 2013. La capacità produttiva prevista a pieno regime è di 100.000 tonnellate anno e l’investimento complessivo supera i 400 milioni di euro. L’occupazione sarà di circa 200 persone, da reperire per la quasi totalità localmente. Il nuovo impianto è destinato a soddisfare la prevedibile crescita della domanda di pneumatici nel continente asiatico e in particolare in Cina e India dove una classe media in continua espansione avrà esigenze di maggiore mobilità. Le previsioni della Lanxess sono in generale abbastanza ottimistiche. Le vendite di pneumatici torneranno al livello pre-crisi nel 2011. I pro-
duttori di pneumatici, dicono i responsabili della multinazionale tedesca, stanno pianificando un’espansione della loro capacità produttiva nei paesi BRIC e contano “sulla nostra capacità di produrre innovazione per soddisfare i nuovi standard di tutela ambientale e di sicurezza richiesti ai pneumatici”. Un’ulteriore prova dell’interesse di Lanxess per i mercati orientali è la decisione si spostare, nel corso del 2010, il quartier generale della divisione gomma butilica a Singapore dall’attuale sede svizzera di Friburgo. Il business della gomma butile genera per la Lanxess vendite per oltre 500 milioni di euro all’anno. A sua volta la Performance Polymers Unit, in cui il butile rientra, ha realizzato vendite per 1.663 milioni di euro nei primi nove mesi del 2009.
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Automazione industriale a Parma in ottobre
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i chiama SPS/IPC/Drives Italia il nuovo salone dedicato all’automazione industriale che Messe Frankfurt Italia organizza a Parma dal 19 al 21 ottobre sulla scia del successo dell’analoga iniziativa tedesca che si svolge a Norimberga. La manifestazione di concentrerà sull’utilizzo di sistemi di controllo, IPC, azionamenti, dispositivi di interfaccia uomo-macchina, comunicazione industriale, motion control, software industriale, tecniche di interfacciamento, sistemi meccanici/periferiche, tecnica sensoristica. Obiettivi sono il miglioramento dell’efficienza produttiva, il monitoraggio in tempo reale dei sistemi produttivi, il risparmio energetico.
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Taccuino
Gli 80 anni di Irene Engel
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C A L E N DA R I O 2 0 1 0
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
OTTOBRE 2009 - NUMERO 8
INCHIESTA MACCHINE
www.gestoeditore.it
sito inter net
Bangalore
Intern . Chemical & Rubber Exhib.
www.triuneexhibitors.com
23 - 24 marzo
Amsterdam
Latex & Synthetic Polymer dispersion
www.polymerconferences.com
25 - 27 marzo
Parma
Eurostampi 2010
www.senaf.it/eurostampi
26 - febbraio - 1° marzo
4 - 6 marzo
Johannesburg
Tyrexpo Africa
www.biztradeshows.com
9 - 13 marzo
Mosca
Tires & Rubber
www.maxima-expo.ru
15 - 18 marzo
Qingdao
China Rubber Conference
www.cria.org.cn
17 - 18 marzo
Schwertberg
Engel Medical Conference
www.engelglobal.com
22 - 26 marzo
Buenos Aires
Argenplas 2010
www.argenplas.com
Seul
Koplas Korea Int. Plastics & Rubber Show
www.koplas.com
12 - 15 aprile
Dubai
51a Assemblea generale dell’IISRP
www.iisrp.com
13 - 14 aprile
Parigi
Jec Show Composites
www.jeccomposites.com
19 - 22 aprile
Shanghai
Chinaplas
www.chinaplasonline.com
31 - marzo - 1° aprile
19 - 21 maggio
Tokyo
N-Plas 2010
www.n-plas.jp
13 - 14 settembre
Essen
Conferenza AVK sui plastici rinforzati
www.avk.tv.de
21 - 23 settembre
Cleveland
Int. Tire Exhibition & Conference
www.itec-tireshow.com
K 2010
www.k-online.de
Int. Rubber Conference & Exhibition
www.irc2010.com
China Mould Plastics and Rubber Fair
www.dmpshow.com
27 ottobre - 3 novembre
Duesseldorf
17 - 19 novembre
Mumbai
17 - 20 novembre
Donngguan
w w w. g e s t o e d i t o r e . i t 52
SBR IN SOLUZIONE SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO 100 ANNI DI GOMMA SINTETICA
Mensile - Spediz. in abb. postale - 45% - Art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano - ISSN 0019-7556
iglia di Ludwig Engel, fondatore, alla fine della seconda guerra mondiale, della società che porta il suo nome, Irene Engel Schwarz ha compiuto 80 anni nel gennaio di quest’anno. Entrata nell’azienda di famiglia sin dall’inizio, ha sposato nel 1951 Georg Schwarz, allora responsabile della produzione. Alla morte del padre, nel 1965, Irene e Georg Schwarz hanno assunto la guida della Engel che in quel momento aveva 380 dipendenti. Oggi il costruttore austriaco di macchine per lo stampaggio ad iniezione conta più di 3.000 collaboratori in tutto il mondo. L’ottantesimo compleanno di Irene Engel Schwarz, che tuttora partecipa attivamente alla gestione della società, è stato festeggiato nello stabilimento di San Valentin alla presenza di un migliaio di invitati. La Engel è un’azienda leader a livello mondiale nel campo delle presse ad iniezione ed ha raggiunto risultati particolarmente significativi quanto alle macchine elettriche. Proprio una di esse, la E-motion 100, è stata recentemente scelta dal costruttore di stampi svizzero Schoettli AG per integrare il parco macchine del suo centro tecnico; qui vengono identificati i parametri di stampaggio ottimali per i clienti e i dispositivi di controllo processo più adeguati. Alexander Anders della Schoettli ha spiegato: “Fino a poco tempo fa non avevamo macchine elettriche nel nostro Centro tecnico. Grazie a una macchina rapida e potente come la E-motion abbiamo potuto migliorare le nostre capacità nel campo sempre più importante dei test sugli stampi”.
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