L'Industria della Gomma 2010 12

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NANOCARICHE SEBINO INNOVA ANALISI TERMICA

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

Mensile - Spediz. in abb. postale - 45% - Art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Milano - ISSN 0019-7556

K2010: LE MATERIE PRIME

DICEMBRE 2010 - NUMERO 10


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2.2.1 Nero di carbonio

Il nero di carbonio è stato impiegato come rinforzo nell’industria della gomma fin d del secolo scorso, ed ha attualmente una produzione di circa 10 milioni di tonnella all’anno. Il nero di carbonio, caratterizzato da uno specifico numero di CAS 1333 - 86 - 4, è prodotto dalla combustione controllata in deficit di ossigeno di oli combustibili, con lunga storia di sicurezza ed utilizzo. Molti parametri sono controllati durante il proc per ottenere specifiche gomma (uso questo termine “generico” per praticità e percombustione, indicare ogni tipologia di mescola adatta alla caratteristiche del prodotto finale. In particol l’olio combustibile è iniettato nel reattore ad altissima velocità (all’incirca a 900 m/ vulcanizzazione). viene pirolizzato ad alta temperatura (nell’ordine dei 1.800°C). La reazione di comb è controllata in modo tale che l’ossidazione del carbonio è solo parziale, generando particelle di nero. La reazione di combustione viene quindi bloccata con un process “quenching” (raffreddamento delle particelle con spruzzo di acqua). Il nero così ot infine filtrato e compresso in pellets dell’ordine del millimetro di dimensione (Figur

SOMMARIO | ANNO 54 - 584 • DICEMBRE • N. 10 17

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L’originale comprensorio del Basso Sebino

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ELASTICA: SOMMARIO

Durante i primissimi istanti dellapubblicazione reazione di combustione dell’olio, si formano parti Un volume di recente L'intervista del mese i settori di riferimento, erano rivolti anche a clienti europei e soprattutto tedeschi, evidenziando fin da allora una carboniose di dimensioni dell’ordine di 20nm fino a 100nm, a seconda della classe Gli articoli con essa prodotti non sarebbero stati destinati solo ad un mercato nazionale ma inevitabilmente, dato

prende in esame gli sviluppi delle analisi

che si vuole ottenere. Sulla base della definizione proposta, queste particelle posso K 2010 HA CONFERMATOPer i macchinari adatti allo stampaggio si potevano facilmente trovare soluzioni tra i produttori di presse, già in dunque essere considerate come nano-oggetti. la durata di vita di ques termiche applicate alla gomma eComunque ai particelle breve, poiché immediatamente - ed irreversibilmente - si fondon uso per le resine (ricordiamo i bottoni) o plastiche di allora. Si trattavaè dimolto aziende essenzialmente italiane, come CHE LA RIPRESA C’È materiali elastomerici e la loro interazione consistente vocazione all’esportazione delle aziende che sarebbero man mano sorte.

insieme per formare aggregati di dimensioni tra i 100 ed i 500 nm. Questi aggrega

Mapelli, BM, Rutil o la bresciana MIR, che sarebbero entrate a far parte della filiera del comparto e che La grande rassegna espositiva di successivamente ed immediatamente si combinano insieme per formare entità ben con metodi non termici avrebbero messo a disposizione soluzioni via via più innovative. Anche per gli stampi non sussistevano definite: gli agglomerati. Questi agglomerati di nero misurano tra 1 e 50 micron. Düsseldorf ha sanzionato ilproblemi: ritorno a unartigiano del settore era già specializzato il retroterra e preparato ad utilizzare macchine a controllo Questi aggregati ed agglomerati di carbon black così costituiti, possono essere con numerico (e successivamente CAD/CAM), suggerire e progettare stampi unamateriali certa competenza sul trend di crescita per l’industria europea - in senso latocon - dei nanostrutturati secondo la definizione data sopra. Ne comportamento delle gomme. aggregati le particelle di carbonio sono vincolate da legami covalenti; negli agglom delle macchine per la lavorazione della PNEUMATICI INVERNALI O CATENE gomma e della plastica. Esprime la A BORDO VERSO L’OBBLIGATORIETÀ sua soddisfazione Thorsten Kühmann, L’obbligo di circolare, in determinate segretario generale di Euromap condizioni atmosferiche, con pneumatici invernali o con catene da neve risponde a esigenze di prevenzione degli incidenti stradali e più in generale di sicurezza UNA FIERA APERTA ALL’OTTIMISMO stradale K di Düsseldorf ha presentato un mercato internazionale rivitalizzato dalle TACCUINO molte novità presentate da oltre 3 mila • Battuta d’arresto per la produzione. Bene espositori. In questo numero passiamo l’export in rassegna quanto si è visto nel campo • Lanxess aumenta la capacità produttiva delle materie prime di EVM • Al via la produzione di lattice Pliocord VP LA RUBBER VALLEY PUNTA in Cina • La Germania (e l’Europa) rivede al rialzo ALL’ECCELLENZA i tassi di crescita Aggregarsi per fare sistema: questo il • Compounding tecnico in Cina principio ispiratore del progetto Sebino • Allarme per la pirateria Innova, varato dalla Provincia di Bergamo • Wacker rafforza la presenza in Asia e dall’Associazione artigiani per diffondere • Sempre più Cina per Clariant l’immagine di alta qualità delle produzioni • Teknor Apex distribuisce Laripur in Nord delle microimprese della gomma e della America plastica che gravitano intorno al lago d’Iseo • IISRP aggiorna le statistiche della gomma sintetica LE CARICHE RINFORZANTI COME • Chiamata per il Reach POTENZIALI NANO COMPOSITI • Il marchio Rutil torna sul mercato Una nota pubblicata dalla European Tyre • A Styron il 50% di Sumitomo Dow & Rubber Manufacturers’ Association • Alla Lanxess gli acceleranti Flexsys discute di come potrebbe essere utile classificare come nano materiali cariche come la silice amorfa e il nero di carbonio

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UN CONTRIBUTO SCIENTIFICO Figura 3: Pellets di nero di carbonio. ALL’ANALISI TERMICA

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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio della Federazione Gomma Plastica Assogomma

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile Eugenio Faiella Redazione, amministrazione, pubblicità GESTO EDITORE srl viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@gestoeditore.it www.gestoeditore.it

• Zeon Italia diventa Zeon Europe • Maxi fusione nelle specialties • Hexpol ha acquistato il gruppo Excel Polymers • Cambiamenti nel management della Lanxess • Krauss Maffei Berstorff cambia Ceo • Alleanza nei copolimeri bio • Evonik cerca acquirenti per il carbon black • Pirelli: 1,9 miliardi di investimenti • Così la scarpa diventa ecosostenibile • Tecnologie avanzate per la sagomatura spettrale • Mettler Toledo presenta Good Titration Practice • Una Rubber Con in aprile a Bratislava • In maggio a Lione Caoutchouc 2011 • Nuovo logo per Plast 2012

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Segreteria di redazione Hilenia Principe segreteria@gestoeditore.it Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@gestoeditore.it Pubblicità adv@gestoeditore.it Traffico Silvia Pizzi - silvia@gestoeditore.it Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Arretrati € 5,00 Estero € 8,00 Abbonamento annuo Italia € 90 - Estero € 100 c/c postale 13590203 intestato a GESTO EDITORE srl Spediz. in abb. postale - pubbl. inf. 45% - art. 2, comma 20/b Legge 662/96 - filiale di Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Registro degli operatori di Comunicazione numero 6002 La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli e dagli estensori dei testi delle inserzioni pubblicitarie.

CALENDARIO

Le fiere, gli incontri, i congressi in programma per i prossimi mesi

GLI inserzionisti ANNUARIO DELLA GOMMA

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CONFERENZA TECNICA

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DOSS

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FAI

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INTERSEALS

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LTE

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elastica Comitato di redazione: Fabio Negroni, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.

SOMMARIO Gli sponsor di Elastica................................................................................................................... 6- 7 Abbiamo letto per voi........................................................................................................................8 Tagli NR/EVA compatibilizzati con NR innestata ◊ Poliuretani per guarnizioni in confronto con la gomma ◊ Difesa delle gomme termoplastiche TPE in tempi di crisi ◊ Gomme termoplastiche vulcanizzate TPV ◊ Le azidi come vulcanizzanti dell’elastomero EPM ◊ Dispersione e distribuzione selettiva di nano cariche ◊ Nanocompositi SBR/ caolino con caratteristiche di barriera ai gas ◊ Prospettive per gli oli plastificanti nell’industria della gomma ◊ Steelcord aramide ◊ Dopo anni di uso un cilindro di TPU è ancora rotondo ◊ Funzionalizzazione di elastomero e carica mediante plasma ◊ La durata sotto sollecitazione a taglio con un asse rotante

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ELASTICA | Abbiamo letto per voi

prodotti e processi TAGLI NR/EVA COMPATIBILIZZATI CON NR INNESTATA

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V

iene considerata l’attività come compatibilizzatori in tagli polimerici di diverse miscele polimeriche, basate su polimeri difficilmente miscibili. In tagli di polipropilene e gomma naturale maleinizzata (MNR/PP) sono già conosciuti come compatibilizzatori il polipropilene innestato con anidride maleica (PP-g-MA) e il polipropilene modificato con prodotti fenolici (PH-PP). Il polipropilene modificato con prodotti fenolici (Ph-PP) e il polipropilene innestato con anidride maleica (PP-g-MA) sono poi stati usati come compatibilizzatori anche in tagli di gomma naturale epossidata/polipropilene (ENR/PP). Inoltre è già noto che un copolimero di HDPE innestato con anidride maleica (HDPE-g-MA) e due tipi di HDPE modificati con fenoli (PhSPPE e PhHRJ-PE), che erano stati preparati con le resine fenoliche SP-1045 e HRJ-10518, in tagli ENR/HDPE hanno rivelato una buona compatibilità. Nel presente lavoro viene studiata la compatibilità di tagli crudi NR/ EVA per aggiunta di un copolimero innestato a base di NR innestata con poly[etil(meta)criloilossimetil] fosfonato (NR-g-PDMMMP). L’ i n t e r r e a t t i v i t à d e l N R - g PDMMMP viene visualizzata reologicamente mediante la misura, nell’arco di diverse frequenze di sollecitazione, dell’andamento della viscosità di un blend 50/50 NR/EVA per aggiunta del compatibilizzatore NR-g-PDMMMP stesso. Con 7% in peso di compatibilizzatore si nota in tutti i casi un massimo di viscosità, con valori di questa meno elevati quanto più elevata è la frequenza di sollecitazione durante la determinazione. Il modulo del materiale (crudo) cresce all’aumentare della frequenza di sollecitazione presentando un massimo con 7% di compatibilizzatore 8

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

come nel caso dell’esame della viscosità. A ciò fa riscontro, sul materiale crudo, la presenza di un minimo nel valore di tandelta, ove i valori più bassi si notano alla frequenza più alta tra quelle sperimentate. Gli autori presentano anche gli andamenti delle caratteristiche meccaniche, che, come in tutti i casi esposti, riguardano soltanto il crudo. Viene comunque riportata una constatazione interessante, cioè che la presenza di un massimo nel valore del modulo dovuta ad aggiunta di 7% di compatibilizzatore NR-g-PDMMMP, ovverossia il fatto che con aggiunta di quantità di NR-gPDMMMP maggiore di 7% si ottengano moduli e tra l’altro anche allungamenti a rottura più bassi, sono da attribuire all’instaurarsi di una struttura a micelle, cioè di una struttura discontinua. I parametri riscontrati per aggiunte di compatibilizzatore non superiori a 7% in peso sono comunque interessanti, perché, oltre a quanto sopra riportato, danno luogo anche a più bassi valori di perdita di allungamento a rottura.

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J. Hiber - (juergen.hieber@freudenberg-ds,com); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/5-285-2010. Rif. E2840.

I

poliuretani, che sostanzialmente derivano da una poliaddizione di un diisocianato e di un dialcol, vengono ottenuti con varie forme fisiche: schiume o sistemi compatti. Inoltre vengono ottenuti come adesivi fusibili, adesivi reattivi e lacche. I più diffusi sono quelli in forma di schiume, perché con essi si ricava la maggior parte di articoli finiti; di media diffusione sono i poliuretani per colata reticolati; di bassa diffusione sono i poliuretani impiegati in articoli sportivi e i poliuretani termoplastici, che sono impieati in prodotti di nicchia nel campo delle guarnizioni. I vari tipi di poliuretano sono carat-

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terizzati da varie temperature di transizione vetrosa e da vari moduli E (moduli a compressione). I poliuretani termoplastici hanno un temperatura di transizione vetrosa più elevata della temperatura ambiente. Così come i duromeri (polimeri termoindurenti) i poluretani termoplastici hanno modulo elevato, però a differenza dei duromeri, che con il loro modulo elevato sotto sollecitazione arrivano a rottura, i poliuretani termoplastici perdono le loro caratteristiche meccaniche per il sopravvenire della fusione, I poliuretani con caratteristiche elastomeriche e con caratteristiche di elastomero termoplastico hanno invece temperatura di transizione vetrosa al di sotto della temperatura ambiente. Esistono poi i TPU, che sono polimeri a blocchi, nelle macromolecole dei quali si alternano zone flessibili costituite da catene di polioli con struttura di polietere o di poliestere, e zone rigide costruite da diisocianati e dioli a corta catena. Le zone flessibili pilotano le caratteristiche di resistenza chimica e di comportamento a bassa temperatura, mentre le zone rigide pilotano la durezza, il comportamento dinamico e il comportamento alle alte temperature. I TPU sono adatti per ottenere guarnizioni: hanno carico di rottura di 45÷70 MPa e resistenza alla lacerazione di 60÷140 N/mm. Rispetto alla gomma i TPU presentano il vantaggio di avere elevate caratteristiche meccaniche. Nel-


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

del materiale Freudenberg 94TPUL1 in confronto con materiali a base di EPDM, FKM, HNBR,NBR.

materie prime DIFESA DELLE GOMME TERMOPLASTICHE TPE IN TEMPI DI CRISI

David Shaw - ERJ Staff - (dshaw@ crain.com); European Rubber Journal (ERJ); 192/4-14-Luglio Agosto 2010. Rif. E2841.

I le guarnizioni possono essere impiegati con durezza fino a 65 Sh D, tuttavia non con durezza inferiore a 80 Sh A, perché i TPU a bassa durezza sono caratterizzati da eccessive difficoltà di lavorazione per le caratteristiche meccaniche raggiunte. Tale aspetto costituisce uno svantaggio nei confronti della gomma. Per ottenere guarnizioni che lavorano in ambiente idraulico occorrono TPU a base di policaprolattone, perché con tale costituzione, rispetto ai poliuretani a base di poliesteri correnti, presentano vantaggi di resistenza all’idrolisi e di flessibilità alle basse temperature.. Per l’impiego in tali tipi di guarnizioni, i TPU sono più indicati delle NBR. I TPU si mostrano adatti anche per tutte le guarnizioni a contatto dell’acqua, ad esempio nel caso di valvole coniche, di guarnizioni per idranti, di anelli di tenuta scanalati (Nutringe). L’uso dei TPU è possibile anche per guarnizioni a contatto di acqua potabile: in tal caso viene enfatizzato il materiale Freudenberg che risponde alle caratteristiche previste dalla KTW e dalla W270. Oltre a ciò viene raccomandato il TPU 21700x della Freudenberg, che risponde a richieste di bassa deformazione permanente a compressione e di conformità secondo FDA per la resistenza ai mezzi CIP/SIP impiegati per la pulizia delle macchine interessate al contatto con alimentari. Nell’articolo è riportato un grafico che mostra la resistenza

n tempi di crisi si è verificato un rilancio dell’impiego, già peraltro ingente, di elastomeri termoplastici TPE nell’industria automobilistica. Si è infatti verificata una tendenza a riconsiderare le proprietà delle gomme termoplastiche, concettualmente interessanti per la possibilità di usarle con procedimenti snelli di produzione degli articoli, e addirittura la tendenza a riprogettare gli articoli stessi. La Kraton, sul mercato dei TPE fin dalle origini, ha trovato modo, dopo le riduzioni di produzione del 2008-2009, di espandere l’impiego delle SEBS (Stirene-Etilene/ButileneStirene) e di introdurre nuovi TPE con il nuovo acronimo HSBC (Hydrogenated Styrenic Block Copolymers), i quali abbracciano anche i già esistenti SEBS. Kraton ha recentemente già registrato successi innovativi nell’industria elettronica con sostituzioni del PVC. Negli USA la Elastocon TPE Technologies di Rochester (Illinois) con i TPE ha sviluppato una serie di articoli termoplastici a basso coefficiente di frizione per produrre tappi di sughero artificiale per l’industria alimentare, nel campo della produzione del vino e di diversi tipi di beveraggi. I tappi sono inodori e uno dei motivi di affermazione è dovuto al fatto che possono essere istoriati e colorati. L’esempio qui citato sottolinea la tendenza in tempi di crisi ad approfondire le proprietà dei materiali esistenti e a sfruttare le occasioni in campi diversi, non fosse altro come ha fatto Elastocon, che ha provveduto ad ottenere TPE, ordinariamente opachi, in varietà di traslucide o colorate. Un altro esempio si trova nella grande DuPont, che si appresta in modo

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convincente ad offrire dei tipi di Hytrel (gomme termoplastiche con struttura di poliestere) nelle varianti Hytrel RS, preparati da materie prime non di derivazione petrolifera. DuPont ne enfatizza specialmente due tipi: Hytrel RS40F3 NCO10, un tipo fluido adatto per stampaggio a iniezione che contiene almeno il 50% di materiali provenienti da fonti rinnovabili, e Hytrel RS40F5 NCO010 anch’esso a base per il 50% di materiali da fonti rinnovabili, stampabile a iniezione o estrudibile. Gli Hytrel sono in sé già introdotti da anni in determinate nicchie, che arrivano con successo anche nell’industria automobilistica. Kraiburg TPE e Lanxess lanciano un TPVE denominato Hipex con resistenza al calore fino a 170°C e con resistenza agli oli. Gli Hipex sono a base di Levapren (etilene vinile acetato EVM) e di un copoliestere polare. Con gli Hipex, Kraiburg e Lanxess si sono introdotte nel campo delle gomme termoplastiche “vulcanizzate” denominate TPV. Rispetto ad altre TPV, la gamma di durezze degli Hipex è ancora nei limiti di quella usuale degli articoli di gomma, comunque non elevata come altri tipi di elastomeri termoplastici analoghi per i quali la durezza 90 ShA è usuale. L’articolo è interessante soprattutto dal punto di vista culturale, perché elastomeri termoplastici vengono sempre più impiegati in articoli per i quali le richieste elastiche sono moderate, de-

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notando sempre più la tendenza al loro impiego soltanto in settori nei quali l’aspetto isteretico/dinamico lo permette.

ne che rientra in quella delle gomme acriliche, quindi con elevata resistenza al calore, ma ha costruzione di copolimero termoplastico TPV. Anche per lo Zeotherm si intravede una situazione di difesa in tempo di crisi. Le gomme acriliche hanno un mercato di 20 000 tonnellate/anno: lo Zeotherm ha un mercato pari a circa

il 10% di esso. Appare quindi confermato che lo Zeotherm è un materiale specialistico, che infatti è diffuso anche tra gli articoli dell’industria automobilistica pesante. Quindi il mercato per l’industria automobilistica ha reagito alla recessione investigando e sperimentando nuove strade e nuove soluzioni basate sull’impiego di nuovi materiali. In questo senso l’industria automobilistica ha incominciato ad usare dove possibile le gomme termoplastiche, appunto sotto la spinta della recessione e della considerazione della convenienza ad usare materiali diversi da quelli tradizionali, più costosi, ma più comodi, e ha incominciato a quantificare i benefici connessi con tale logica. Ha incominciato cioè a riprogettare gli articoli, mirando all’impiego di nuovi materiali La recessione ha infatti fatto emergere l’importanza di una più veloce validazione del processo di produzione, nonostante tale logica presupponga di operare in settori specialistici quantitativamente limitati, comportando anche la necessità di rinnovare il tipo di macchinario e l’impostazione di intere fabbriche. Con tutto questo si è evidenziato che lo Zeotherm negli articoli in cui viene usato tollera di essere impiegato fino a 150°C e comunque tollera di essere usato insieme a poliamidi anche più di quanto non lo tollerino gli elastomeri tradizionali. In altra parte dell’articolo si prende in considerazione la situazione presso la Sarlink, che è un fornitore di gomme termoplastiche vulcanizzate TPV, che gravita nella sfera della DSM. Si comprende come la Sarlink, come del resto la stessa DSM, siano interessate ad approfondire le possibilità di impiego dei TPV in alternativa agli EPDM, soprattutto nel campo dei profilati per l’industria automobilistica. Nell’articolo qui recensito compare una fotografia di un complesso composto da uno scheletro parziale di una portiera dotato non solo di cornici elastomeriche (evidentemente di TPV) di due finestrini, ma anche di un vetro fisso.

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prodotti e processi GOMME TERMOPLASTICHE VULCANIZZATE TPV

David Shaw - ERJ Staff - (dshaw@ crain.com); European Rubber Journal (ERJ); 192/4-16-Luglio Agosto 2010. Rif. E2842.

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ccanto alle gomme termoplastiche TPE sono sorte da molto tempo anche gomme termoplastiche TPV, dette gomme termoplastiche vulcanizzate, costituite da copolimeri termoplastici contenenti una fase reticolata ben compatibilizzata nella massa polimerica. Nell’articolo viene considerato lo Zeotherm della Zeon Corporation, che ha una composizio-

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materie prime LE AZIDI COME VULCANIZZANTI DELL’ELASTOMERO EPM

A. J. Zielinska, J. V. M. Noordermeer, W. K. Dierkes, A. G.Talma, M. van Duin - (j.v.m.noordermeer@utwente. nl); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 63/7-8-308-2010. Rif. E2843.

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a costituzione chimica delle azidi è molto sensibile alla natura del sostituente all’azoto. Le achilazidi RCON=N=N per effetto termico passano a isocianati RC=N=O + N2 già al di sotto di 100°C, mentre le alchilazidi R-N=N=N sono stabili fino ad almeno 200°C e tendono a formare un anello triazinico molto resistente al calore. Nell’articolo è inserito un lungo elenco di azidi prese in considerazione nello studio (alchil-, aril-, sulfonil- azidi, e azidoformiati) riportandone anche l’immagine degli spettri FTIR, degli spettri DSC e indicandone anche i punti di fusione e le temperature di decomposizione. Le mescole di EPM (copolimero etilen-propilene) utilizzate nello studio comprendono 4,4 millimoli phr di ciascuna diazide e naturalmente anche una carica rinforzante (nero di carbonio non indicato). Per confronto vengono esaminate anche corrispondenti mescole di EPM reticolate con perossido di cumile con e senza coagente (HVA2 metafenilendimaleimmide). (L’uso del coagente insieme al perossido appare necessario). Le mescole provate contenenti azidi sono indicate con una sigla che vuole rappresentare il tipo di azide introdotto: AHA esanammina-azide; 1,6DAH 1,6esandiazide; 1,12 DAD 1,12 dodecandiazide; NCS-PhA feniltiocianato azide; 2,6 DPhA 2,6 difenildiazide; 3,3’SDPhA 3,3’ sulfonildfenilazide, PhSA fenilsulfonilazide; ASA acetoanilinasulfonilazide; 1,3BDSA 1,3 benzendisulfonilazide; 1,6HDSA 1,6 esandisulfonilazide; PhAF fenilazidoformiato; BAFbenzilazidoformiato; MBAF met ossibenzilazidoformiato;4,4’DAF 4,4’ diazidoformiato; GDAF glicoleterediazido formiato. Normalmente le azidi presentano punti di decomposizione elevati e non usuali per considerarle di uso comune


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

nell’industria della gomma. Al contrario tra gli azido formiati esistono termini che presentano temperature di decomposizione più usuali per l’impiego in gomma tra 109°C e 115°C con massimi di picco esotermico tra 157°C e 161°C. Gli intervalli di temperatura consigliati per un impiego pratico come vulcanizzanti vanno dalla temperatura di on-set di decomposizione alla temperatura di massima decomposizione. Per PhAF tra 115°C e 159°C; per BAF tra 114°C e 161°C; per MBAF tra 109°C e 160°C; per 4,4’DAF tra 109°C e 157°C; per GDAF tra 104°C e 158°C. Gli autori prendono in considerazione anche 1,3BDSA tra120°C e 184°C. I carichi di rottura dell’ordine di quelli che si ottengono con dicumilperossido e HVA2 (metafenilendimaleimmide) vengono raggiunti impiegando GDAF o 1,3BDSA. In ogni caso non vengono però raggiunti i moduli. Nelle mescole vulcanizzate con sulfonilazidi o con azidoformiati vengono studiate anche le proprietà cinetiche basandosi sulla interpretazione dell’equazione dα/dt=kC0n-1(1- α)n dove α è il grado di conversione calcolato dal calore di reazione, t è il tempo, C0 è la concentrazione iniziale, n è l’ordine di reazione e k è la costante della equazione di Arrhenius k=A-E/RT, ove E è l’energia di attivazione e R è la costante dei gas. Nell’articolo viene indicato l’ordine progressivo delle temperature di reattività. (L’articolo è in lingua inglese)

prodotti e processi DISPERSIONE E DISTRIBUZIONE SELETTIVA DI NANOCARICHE

Sybill Ilisch, H. Hong Le, H.-J. Radusch - (sybill.ilisch@iw.uni-halle.de); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/5-289-2010. Rif. E2844.

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a mescolazione della gomma con il nero di carbonio avviene attraverso diversi processi: rottura dei pellets di nero, incorporazione nella gomma

degli agglomerati di nero, mescolazione dispersiva (rottura degli agglomerati cui consegue una variazione di morfologia), mescolazione distributiva (suddivisione dei componenti della mescola), diminuzione della viscosità per parziale abbattimento della struttura del polimero. Durante il processo di incorporazione ha luogo la solvatazione delle cariche e la disaggregazione degli agglomerati. Durante la fase di mescolazione dispersiva gli agglomerati di carica vengono frazionati per rottura o per erosione. Durante la dispersione delle cariche nanometriche si considerano invece tre aspetti: l’agglomerazione, la costruzione di un reticolo e la distribuzione selettiva. L’agglomerazione è in realtà un aspetto negativo della dispersione, la costruzione di un reticolo si estrinseca con la tendenza presentata dagli aggregati di nero ad assumere una configurazione tridimensionale basata su legami di Van der Waals e si estrinseca con la tendenza presentata dagli aggregati ad occludere il polimero. Come ausilio per interpretare il susseguirsi di tutti questi fenomeni gli autori ricordano l’esistenza di metodologie analitiche di per sé ormai note, comunque indicate nei riferimenti bibliografici. Il controllo della dispersione del nero di carbonio con il metodo ottico di Leigh-Dugmore, che si basa sulla possibilità di definire il contenuto di agglomerati con dimensioni al di sopra di 6 μm (micrometri): l’esame con la microscopia elettronica per trasmissione (TEM), l’esame con la microscopia elettronica AFM (Atomic Force Microscopy), l’esame con la DSC (Differential Scanning Calorimetry), l’analisi con procedimenti basati sulla pirolisi, l’analisi mediante misure di smorzamento dinamico, l’analisi con impiego di misure di conducibilità elettrica. (Quest’ultima metodologia viene particolarmente enfatizzata). Nell’articolo sono riportati diversi esempi. Viene mostrata una procedura basata sull’analisi dell’andamento della conducibilità elettrica, che si svolge preparando una mescola in un mescolatore interno di laboratorio attrezzato con sensori combinati di temperatu-

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ra e di conducibiltà elettrica installati in opportuna posizione nella zona della sella tra i rotori. Non viene indicato l’andamento di una traccia dei valori di conducibilità durante una misura, ma viene riportato che la conducibilità elettrica durante la mescolazione del nero di carbonio nell’elastomero, all’inizio della procedura aumenta sensibilmente (fino a 4 minuti), e che poi, allorché termina la solvatazione del nero di carbonio da parte dell’elastomero, la conducibilità elettrica incomincia a diminuire. Nella confezione di impasti elastomero/nero di carbonio, il tempo di solvatazione del nero da parte dell’elastomero dipende dal taglio polimerico. Il tempo più breve appare con un taglio NR/SBR, realizzando un valore di conducibilità elevato. Il tempo di solvatazione del nero da parte dell’elastomero SBR appare invece il più lungo, realizzando un valore di conducibilità basso, ma tendenzialmente crescente in funzione del tempo di mescolazione. Il tempo di solvatazione del nero da parte dell’elastomero NR rispecchia una situazione intermedia. Dopo studi con microscopia ottica, con AFM (Atomic Force Microscopy), con TEM e con SAXS (Small Angle Xray Scattering), viene documentato l’andamento della conducibilità elettrica anche in mescole di HNBR/NR 50/50 caricate con 10 phr di caolino organico. In questo caso la conducibilità elettrica non è dovuta a fenomeni di traspor-

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to elettronico, ma a fenomeni di instaurazione di composti ionici. Con analisi AFM viene interpretato che all’inizio il caolino organico, dato il procedimento di confezione particolare in presenza di caolino organico, risiede nella sola NR, ma che in seguito si instaura una fase co-continua con il caolino organico presente in entrambe le fasi. Ciò conduce a un valore massimo di conducibilità elettrica, che poi con tempi di confezione superiori denuncia valori di conducibilità via via più bassi, interpretati con il trasferimento di caolino organico verso la fase di HNBR. L’articolo è corredato di una documentazione bibliografica di 67 elementi. Di questi, 34 sono tratti da Rubber Chemistry and Technology.

l lavoro proviene dalla Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio USA). Secondo studi intensivi dello scorso decennio, nei nanocompositi polimerici bassi contenuti (fino a 10 phr) di cariche rinforzanti come i caolini sono in grado di instaurare miglioramenti di caratteristiche meccaniche, di caratteristiche termiche e di caratteristiche di impermeabilità ai gas. Tra questi, i caolini montmorillonitici, che sono silicati stratiformi nei quali fra gli strati sussistono interstrati di alluminati ottaedrici e di silicati tetraedrici. La montmorillonite come tale ha comportamento idrofilo, ove però sussiste la possibilità di sostituire cationi di sodio con ioni di alchilammonio e di acquisire in tal modo comportamento organofilo, ovvero di aumentare la compatibilità con le sostanze polimeriche. Nell’articolo vengono descritti i risultati ottenuti con mescole a base di SBR 1502 contenenti 5-10-20-30 phr

di diversi caolini organofili stratiformi vulcanizzate con la miscela zolfo/MBTS/cummate 2/1,5/0,1 phr. (per la voce cummate che compare nel gruppo di vulcanizzazione non si capisce se ci si riferisca al cumate di antico uso oppure a qualche altro chemical). Sulle mescole, confezionate in Brabender PL 2000, vengono eseguite misure di caratteristiche meccaniche, dinamiche con DMTA (Dynamic Mechanical Thermal Analyzer della Rheometrics per determinazione di E’, E”, tandelta), spettroscopiche per mezzo dell’analisi WAXD (Wide Angle X-ray Diffraction), TEM (Transmission Electron Microscopy), nonché con OX-TRAN 2/20 per la determinazione della trasmissione (pemeazione) di ossigeno. I caolini organici sperimentati sono la sodiomontomorillonite come tale (Na-MMT), la MMT modificata con octadecilammina (C18-ammina), la MMT modificata con octadecil-dimetilbetaina (C18-DMB), MMT modificata con prodotti cationici polimerizzabili caratterizzati con sostanze ad attività superficiale: vinilbenzil-octadecildimetil-ammoniocloruro (VODAC) o vinil benzil-dodecil-dimetil-ammoniocloruro (VDAC). Il sistema VODAC procura il maggior grado di reticolazione, per cui si deduce che il sistema VODAC-caolino prende parte al processo di vulcanizzazione. Spettri ottenuti con analisi Roentgen mostrano che tutti i sistemi di trattamento sopracitati danno luogo ad aumento della distanza tra gli strati, che però l’effetto è maggiore soprattutto con i sistemi VODAC e VDAC. Con il sistema VODAC la distanza tra gli strati, che può essere occupata dalla SBR, può arrivare a 3,15 nanometri. Nello studio viene mostrato che all’aumentare della concentrazione di caolino organico aumentano le caratteristiche meccaniche ottenute, sia in termini di modulo che di carico di rottura. Il trattamento VODAC realizza carico di rottura di 18 MPa sia con 20 phr che con 30 phr di caolino trattato,

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materie prime NANOCOMPOSITI SBR/ CAOLINO CON CARATTERISTICHE DI BARRIERA AI GAS

Paulo Meneghetti, Shoel Shaikh, Dr. Syed Outubuddin, (sxq@case.edu); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/7-405-2010. Rif. E2845.

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probabilmente a causa di una parziale esfoliazione. Panorama quasi analogo si annuncia con trattamento C18-ammina e con trattamento C18-DMB. Il trattamento VDAC, nonostante sia caratterizzato anch’esso da elevata distanza tra gli strati, non rivela caratteristiche meccaniche elevate: ciò viene interpretato come effetto dovuto alla catena più corta (dodecilica anzichè octadecilica) e alla minore disponibilità di gruppi fenolici attivi. A favore della preferenza del sistema di trattamento VODAC è anche la minore permeabilità all’ossigeno risultante. Il massimo di tandelta che appare con il sistema VODAC in zona di transizione vetrosa è il più basso tra quelli considerati, tuttavia senza che vari sensibilmente la temperatura alla quale esso si verifica. Ciò viene attribuito alla presenza di esfoliazione o di intercalamento.

materie prime PROSPETTIVE PER GLI OLI PLASTIFICANTI NELL’INDUSTRIA DELLA GOMMA

J. Trimbach - Hansen & Rosenthal - Hamburg - (juergen.trimbach@ hur.de); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/7-425-2010. Rif. E2846.

L’

argomento è stato più volte oggetto di recensioni e di meeting. Qui però l’articolo a cui ci si riferisce puntualizza la situazione attuale, commentando la regolamentazione dell’impiego nell’industria della gomma di oli plastificanti provenienti dall’industria petrolifera. Il problema riguarda la sostituzione degli oli DAE (Distillated Aromatic Extract). L’ETRMA (European Tire and Rubber Manufacturers’ Association), già BLIC, ha proposto due alternative: sostituzione con oli TDAE (Treated Distillated Aromatic Extract) ricavati da distillati sottoposti a previa correzione, oppure con oli MES (Mild Extract Solvate) frutto di estrazioni con solventi per separare le frazioni indesiderate. Nell’industria della gomma in USA da molti anni si usano sia oli naftenici


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

(NAP) sia gli stessi DAE. Gli oli NAP rispondono nella maggior parte dei casi alle prescrizioni di non cancerogenicità. Gli oli TDAE, MES e NAP hanno buona performance, ma presentano problemi di costo. Esistono tuttavia anche gli oli RAE (Residual Aromatic Extract), che derivano dalla estrazione con solventi di residui di distillazione sotto vuoto, che sono in realtà dei bitumi. Alla direttiva europea 76/769/EWG rispondono gli oli TDAE, MES e NAP, mentre per gli oli RAE l’approvazione è ancora problematica. Infatti la direttiva sunnominata prescrive un metodo di analisi IP 346, secondo il quale gli oli in questione devono presentare non più di 3% di aromatici in un estratto in Dimetilslfossido (DMSO). Gli oli RAE, che contengono asfalteni con estratti in DMSO > 5%, oltre a tutto, sono criticati anche per le caratteristiche conferite ai pneumatici. Viene oggi considerato anche un metodo di analisi secondo ASTM E 1687, che definisce un indice di mutagenicità MI, i cui valori, riportati per oli RAE, TDAE, MES, pur senza significato statistico, si mostrano interessanti. Comunque tra gli oli RAE esiste una variante TRAE, ovvero RAE riestratti, che rientra anche nelle caratteristiche imposte dalla IP346. Nel testo dell’articolo sono riportate le caratteristiche distintive degli oli DAE, MES, TDAE, RAE, NAP. Rispetto agli oli DAE, gli oli con punto di anilina più elevato, cioè i più lontani dalle caratteristiche di aromaticità, sono i MES e i NAP (97°C÷96°C contro 41°C), gli oli con contenuto di Carbonio aromatico più basso sono i NAP e i MES (13% e 15% contro 40%), gli oli con estratto in DMSO più basso sono i MES, TDAE, NAP (<2,9% contro 22%), gli oli con contenuto di benzo(a)pirene più basso sono i MES, TDAE, RAE, NAP (<1 ppm). Il problema coinvolge aspetti complessi, perché rispetto agli oli DAE gli oli MES, NAP e TDAE danno luogo ad un aumento della resistenza al rotolamento. Sotto questo aspetto invece gli oli RAE, che sono svantaggiosi sia per l’estratto in DMSO, sia per gli aspetti isteretici ad alta temperatura nonché per la annunciata diminuzione di disponibilità nei prossimi anni, appaiono vantaggiosi.

materie prime

prodotti e processi

STEELCORD ARAMIDE

David Shaw - ERJ Staff - (dshaw@ crain.com); European Rubber Journal (ERJ); 192/2-11-Marzo Aprile 2010. Rif. E2847.

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nsieme alla notizia della acquisizione delle attività della Bridgestone da parte della Bekaert nel 2010, viene comunicato che Bekaert ha stretto una joint-venture con DuPont per sviluppare un cord ibrido costituito da un cuore in poliammide aromatica circondato all’esterno da cord di acciaio. Nell’articolo non vengono divulgati dati tecnici, ma viene comunicato che tale cord si mostra eccezionalmente forte in confronto con tutti gli altri filati del mercato. Una immagine mostra la sezione di poliaramide strettamente serrata all’intorno da 8 cord di acciaio. ERJ (European Rubber Journal) presume che il materiale possa essere rivolto a pneumatici per applicazioni in miniera o anche in pneumatici per autocarro. La notizia è stata divulgata nel corso della Tire Technology Conference di Köln nel Febbraio corso (2010). Comunque viene riportato che le due case hanno lavorato insieme per governare e armonizzare l’allungamento a rottura dei due materiali, poliaramide e acciaio. Per ora potrebbe anche accadere che si arrivi ad accordi di riservatezza prima di sviluppare futuri eventi. Stijn Himpe, development manager di Bekaert, ha puntualizzato che l’attacco tra il cord metallico e la gomma è naturalmente eccellente; che però l’attacco tra poliaramide e gomma (così viene riportato) è meno buono. Viene anche supposto che, presentando la gomma valori di attacco così ottimali al cord metallico, la struttura risulti così serrata da permettere che la poliaramide riempia completamente gli spazi vuoti tra gli elementi di steel cord, in modo da non mettere in discussione l’interfaccia poliaramide/gomma. L’articolo qui recensito è comunque orientato a sottolineare l’importanza delle transazioni tra Bekaert, Bridgestone e DuPont.

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DOPO ANNI DI USO UN CILINDRO DI TPU È ANCORA ROTONDO

Thomas Decker - Faigle Kunststoffe GmbH (thomas.decker@faigle. com); Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK); 63/7-8-285-2010. Rif. E2848.

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a ditta austriaca Faigle Kunststoffe GmbH produttrice di cilindri industriali rivestiti di elastomero uretanico termoplastico TPU ha introdotto con successo l’uso di un materiale denominato PAS-TU-TCS in luogo di un analogo materiale poliuretanico denominato PAS-TU-TC. Il tipo speciale TCS ha mostrato proprietà vantaggiose. Infatti, oltre a sviluppare minore rumore in esercizio, esso si contraddistingue soprattutto perché non presenta sulla sua superficie l’insorgere di tipi particolari di bolle, denominate Dellen, che localmente provocano scabrosità. Vengono riportate fotografie del fenomeno sulla superficie del PAS-TU-TC in confronto alla superficie del PASS-TU-TCS, che invece rimane ineccepibile. Le fotografie fanno comprendere che tali scabrosità con l’uso, che provoca un aumento di temperatura superficiale combinato con una sollecitazione di compressione e di taglio, si rompono, causando piccoli crateri. Il fenomeno è molto criticato, perché il materiale poliuretanico viene normalmente preferito ad altri per la realizzazione e la conservazione della sua superficie liscia dopo sollecitazioni meccaniche anche ingenti. Tale aspetto caratteristico e inconfondibile dei materiali poliuretanici non è soltanto un fenomeno di aspetto, ma è legato alle possibilità di conservazione di caratteristiche funzionali e del loro trasferimento coatto su altri materiali Ciò esalta quindi vieppiù le proprietà del PASS-TUTCS rispetto a quelle del PASS-TU-TC. Proprietà come quelle del PASSTU-TCS interessano articoli ad esempio come i cilindri di comando delle porte di sicurezza antincendio, che per anni non vengono utilizzate, ma che all’occorrenza devono tempestivamente funzionare. Secondo il parere specialistico dell’autore dell’articolo qui recensito,

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ELASTICA | Abbiamo letto per voi

la presenza di “Dellen” può infirmare il funzionamento richiesto. Proprietà come quelle del PASSTU-TCS interessano anche ulteriori importanti casi, come quello della “gualcatura” (conformazione), che viene eseguita su certe categorie di articoli. La gualcatura meccanica coinvolge un riscaldamento del materiale. Cilindri di TPU convenzionale, sottoposti a funzionamento a 6000 giri/minuto sotto un carico di 500 N, si autoriscaldano a 90°C, mentre cilindri di PASS-TUTCS si autoriscaldano a 70°C, assicurando quindi migliore conservazione delle proprietà. I TPU trovano importanti applicazioni anche in articoli per i quali è richiesto che, dopo sollecitazioni a carico costante a lungo termine, non si verifichino fenomeni di creep. Ciò interessa quindi anche il settore degli articoli di smorzamento e di ammortizzazione. Vengono citati interessi in articoli per sollevatori, per macchine tessili, per l’industria automobilistica. L’uso dei nuovi materiali poliuretanici termoplastici TPU viene enfatizzato anche nel caso di cilindri ad elevata resistenza all’abrasione e a bassa resistenza al rotolamento, specialmente in attrezzature dotate di elevato numero di cilindri.

l lavoro si riferisce a uno studio, che ha condotto al miglioramento delle caratteristiche meccaniche di EPDM, SBR, NBR. Lo studio è basato sulla compatibilzzazione di cariche silicee (Ultrasil VN3) mediante trattamento con plasma di politiofene e sulla compatibilizzazione dello zolfo mediante trattamento con plasma di poliacetilene. La compatibilizzazione superficiale

della Ultrasil VN3 viene ottenuta sottoponendola a una radiofrequenza di 13,56 MHz e quindi all’azione di tiofene in forma gassosa alla pressione di 20 Pa. Gli effetti ottenuti con tale trattamento sulla superficie della Ultrasil VN3 vengono caratterizzati servendosi dell’analisi termogravimetrica (TGA), della spettrometria di massa a ioni secondari (TOF-SIMS) e della spettroscopia Röntgen a dispersione di energia (EDX). Inoltre vengono caratterizzati preparando mescole di SBR contenenti la Ultrasil VN3 così trattata e valutando su queste l’effetto Payne con Vulkameter RPA 2000, nonché determinando l’entità dello zolfo legato. Prove di penetrazione di acqua eseguite sulla Ultrasil VN3 trattata con plasma di tiofene mostrano una avvenuta crescita dell’energia superficiale. Con l’analisi TGA si riesce ad accertare la formazione di un film superficiale e con l’analisi TOF-SIMS si riesce ad accertare la formazione di un film di politiofene. Le mescole di EPDM, di SBR, di NBR, nelle quali era stato introdotta Ultrasil VN3 trattata con plasma (o anche con silano) presentano positivamente una diminuzione di effetto Payne. Allo stesso modo, le mescole di SBR e di NBR contenenti la Ultrasil VN3 trattata con plasma di tiofene rivelano un aumento di gomma legata all’elastomero. Risultati orientati a sottolineare l’effetto di aumento di interazione chimica superficiale vengono evidenziati in mescole di EPDM/SBR anche con trattamento a plasma dello zolfo. In questo caso il plasma viene preparato a partire di acetilene polimerizzato, impiegandolo sotto l’azione di una radiofrequenza di 13,56 MHz. L’azione della corrente ad alta frequenza sullo zolfo, che in presenza di acetilene si esplica favorendo la formazione di uno strato di poliacetilene sulla superficie dello zolfo stesso, porta a dar luogo ad un aumento del’effetto vulcanizzante dello zolfo, rivelando un forte aumento di coppia reometilica nel corso della vulcanizazione di

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materie prime FUNZIONALIZZAZIONE DI ELASTOMERO E CARICA MEDIANTE PLASMA

J. W. M. Noordermeer, R. N. Datta, W. K. Dierkes, R. Guo, T. Mathew, A. G. Talma, M. Tiwari, W. J. van Ooij - (j.w.m.noordermeer@ctw.utwente.nl); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/5-295-2010. Rif. E2849.

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mescole di EPDM/SBR 50/50. La caratterizzazione dei vulcanizzati certifica che con lo zolfo trattato a plasma di acetilene si ottiene aumento di caratteristiche meccaniche (carico e allungamento a rottura) valutato in 58%. Non vengono riportate le ricettazioni impiegate. L’asserto della validità dei trattamenti a plasma appare chiaro. Mentre però con la Ultrasil VN3 e il plasma di tiofene vengono mostrati aumenti vistosi di carico di rottura con valori di circa 12 MPa portati a 20 MPa di notevole effetto pratico, con lo zolfo e il plasma di acetilene l’aumento di caratteristiche meccaniche è rilevante in sé, ma non in senso assoluto, probabilmente per mancanza di una carica rinforzante nella ricettazione.

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l processo di deformazione può essere suddiviso in due fasi: una deformazione a taglio e una traslazione nella quale i piani non deformati vengono trasportati su un asse verticale. Esiste poi una deformazione per rotazione, con la quale la direzione risultante dalla deformazione varia. Ciò viene ascritto a una dissipazione di energia o a un rammollimento del materiale. La forza di deformazione può così essere interpretata in una configurazione, nella quale il vettore forza viene espresso con due grandezze, che definiscono una componente in direzione radiale e una componente in direzione circonferenziale. Rispetto alla direzione del movimento la componente in direzione radiale viene a trovarsi perpendicolare, l’altra componente viene a trovarsi in direzione parallela. La componente in direzione radiale non dà nessun contributo al bilancio energetico; la presenza di una componente di dissipazione porta poi a presupporre un danno nel materiale.


Abbiamo letto per voi | ELASTICA

Viene descritta una apparecchiatura in grado di scomporre le forze in gioco durante la rotazione. L’apparecchiatura è costituita da un sistema meccanico, nel quale esiste un corpo rotante costituito da diversi segmenti di gomma accoppiata al metallo, che vengono trascinati in un movimento di rotazione. A tali segmenti è possibile applicare

concomitantemente forze di deformazione trasversali in direzione centrifuga e in direzione centripeta. (schema di Gent). Nel testo è raffigurata una visione schematica. La sunnominata apparecchiatura secondo lo schema di Gent è costituita da tre aggruppamenti collegati fra di loro, ove all’aggruppamento centrale può essere applicata una deformazione in direzione radiale. Nel testo vengono illustrate le diverse sequenze delle sollecitazioni nel corso dell’andamento di una prova. Viene riportata la traccia della registrazione di una misura, fino a rottura, su un sistema EPDM/metallo, che indica l’andamento concomitante della forza radiale e della forza circonferenziale, espresse in Newton, in funzione del numero di alternanze di rotazione. Gli autori descrivono che durante i primi 10000 cicli si evidenziano effetti di deconsolidamento, ove tuttavia l’andamento sia della forza radiale che della forza circonferenziale assumono un aspetto quasi statico, fino poi ad arrivare alla rottura oltre i 200000 cicli. In realtà gli autori appurano che oltre i 10000 cicli la

forza radiale diminuisce, ma che appare costante per azione di fenomeni isteretici. La diminuzione di forza radiale testimonia una non trascurabile sollecitazione a fatica sul materiale. La registrazione riguarda anche l’andamento dell’angolo di fase. Viene interpretato che la forza radiale tende a diminuire al progredire del numero di cicli, ma che la forza circonferenziale rimane costante. Ciò viene interpretato col fatto che l’angolo di fase deve tendere ad aumentare, ma che ciò si evidenzia solo alla fine del processo di prova, allorché il provino è già praticamente distrutto. Un aumento dell’angolo di fase testimonia dissipazione di energia, che dà infatti come effetto la comparsa di screpolature con un andamento tendenzialmente circolare, come mostrato da una microfotografia. Il lavoro termina con una descrizione di risultati ottenuti con una sequenza di prove eseguite con un sistema di registrazione ad assi rotanti. Viene indicato che anche in questo caso si evidenziano variazioni dell’angolo di fase in funzione del numero di cicli di sollecitazione.

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L’INTERVISTA DEL MESE: THORSTEN KÜHMANN

K 2010 ha confermato che la ripresa c’è Le attese non sono andate deluse. La grande rassegna espositiva di Düsseldorf ha sanzionato il ritorno a un trend di crescita per l’industria europea delle macchine per gomma e plastica. Non nasconde la sua soddisfazione Thorsten Kühmann, direttore della VDMA, l’associazione tedesca dei costruttori, e segretario generale di Euromap, l’organismo rappresentativo a livello europeo. Thorsten Kühmann

Che giudizio dà dei risultati conseguiti da K 2010 in termini di espositori e di visitatori? Il giudizio è molto positivo. Il numero degli espositori e la superficie coperta sono stati appena al di sotto di quelli dell’edizione del 2007, quindi prima che la crisi si abbattesse sull’economia internazionale. I costruttori hanno presentato un’offerta fortemente innovativa e tale da soddisfare le esigenze di una domanda in ripresa. La loro soddisfazione è palese per i concreti contatti avviati e per gli ordini acquisiti. Si può dire insomma che K 2010 ha confermato la ripresa i cui primi segnali erano emersi nel quarto trimestre del 2009 e sono poi andati consolidandosi nel corso di quest’anno. Per cui è prevedibile una crescita, a fine 2010, intorno al 15%. È poi significativo il fatto che i visitatori stranieri sono cre-

sciuti fino a rappresentare il 46% del totale e che circa 30 mila siano venuti dall’Asia. I costruttori al di fuori dell’Europa, ed in particolare quelli asiatici, costituiscono una reale minaccia per quelli del nostro continente? La concorrenza dei paesi extraeuropei è sempre più agguerrita per quanto riguarda il prezzo dei prodotti. Infatti la quota dei costruttori europei sulla produzione globale è scesa lo scorso anno dal 50 al 45%. È anche da rilevare che i massicci investimenti pubblici cinesi hanno consentito ai costruttori di quel paese di recuperare rapidamente la caduta della domanda globale. Anche se la qualità dei prodotti asiatici sta migliorando, resta il fatto che la produzione europea continua ad avere punti di vantagdicembre

gio in termini di innovazione tecnologica e di servizio alla clientela. Veniamo alle previsioni di mercato per il 2010, che ormai sono quasi dei consuntivi, e a quello che ci si può aspettare per l’anno prossimo. Dopo la pesante caduta del 2009, che è stata di quasi il 25% in termini di valore, il 2010 ha registrato, come dicevo prima, una consistente ripresa. Vi hanno contribuito soprattutto le esportazioni verso l’Asia, con Cina e India in testa, ma la domanda è cresciuta anche altrove, come in Brasile e Messico. L’andamento dei cambi è però elemento di preoccupazione per i costruttori europei, perché la relativa forza della moneta europea crea dei problemi per la vendita di prodotti quotati in dollari. Per quanto riguarda il 2011 la sensazione è, in generale, che il trend positivo possa continuare. 

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K 2010

Una fiera aperta all’ottimismo a (1 parte: le materie prime) di Giuseppe Cantalupo

È stato il primo grande evento a livello mondo nei settori della gomma e della plastica in un periodo difficile per l’economia globale, ed era atteso come l’occasione più propizia per tastare il polso al sistema e verificare lo stato di salute dei due settori. Il K di Düsseldorf, svoltosi dal 27 ottobre al 3 novembre, ha presentato due mercati non bloccati dall’incertezza, ma anzi in ripresa, rivitalizzati dalle novità offerte dai produttori di materie prime e dai costruttori di macchine e apparecchiature. In questo numero parliamo di quello che si è visto di interessante nel settore delle materie prime. Seguiranno le apparecchiature da laboratorio e le macchine di produzione e di trasformazione.

tanza di 56 paesi, e la superficie espositiva totale è stata di 164.125 metri quadrati (168.167 nel 2007). Di questi, 66.074 (il 40%) sono stati occupati da espositori residenti in Germania (1.076). Tra gli altri paesi presenti, l’Italia si è distinta, anche in questa edizione come nelle precedenti, per essere stato il paese straniero con il maggior numero di espositori: ben 413, su una superficie netta di 27.319 metri quadrati. Molto staccate troviamo l’Austria con 8.118 metri quadrati, la Svizzera con 6.094, la Francia con 5.016 e l’Olanda con 4.200. Dagli Sta-

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a domanda d’attualità è sempre la stessa: la crisi c’è ancora o si è solo attenuata? O è finita? In altre parole: viviamo un periodo nel quale è in atto una fase di alleggerimento della situazione critica, come sostengono alcuni, o invece si è solo placata la turbolenza della congiuntura economica, come sostengono altri?

Uno sguardo alle cifre Prima ancora che sia il giro tra i padiglioni a suscitare un’impressione sicuramente positiva sulla situazione attuale, sono i numeri stessi del K a parlar chiaro, a confronto con quelli del 2007. Gli espositori sono stati 3.102 (3.114 nel 2007), in rappresen-

Oltre 220 mila sono stati i visitatori della grande esposizione di Düsseldorf.

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ti Uniti hanno partecipato 110 espositori su una superficie di 4.386 metri quadrati, leggermente maggiore di quella occupata nel 2007. Superiore a quella dell’ultima edizione anche la partecipazione della Cina (6.633 metri quadrati), dell’India (4.543 metri quadrati) e della Turchia (2.821 metri quadrati). Con 5.300 metri quadrati, Taiwan ha uguagliato il 2007, mentre è stata registrata per la prima volta la partecipazione del Cile, dell’Indonesia, del Pakistan e del Vietnam. I visitatori sono stati oltre 220.000 (242.000 nella precedente edizione). I costruttori di macchine e apparecchiature sono stati, come sempre, il gruppo più numeroso di espositori con ben 1.911 aziende (1.897 al K 2007) distribuite in 13 padiglioni su una superficie pari a circa i due terzi dell’area espositiva totale, mentre i fornitori di materie prime (635 contro 611) e i produttori di semilavorati e parti tecniche (371 contro 463) hanno impegnato 6 padiglioni Un risultato più che positivo, si può dire, e certamente superiore alle aspettative. Specie se si considera che il confronto avviene con un anno boom per l’industria.

spettive di concreti sviluppi commerciali che le trattative avviate agli stand lasciavano intravedere. Crisi ormai alle spalle, quindi? Un fatto è certo. Dopo la pesante congiuntura economica e finanziaria che ha gravato a lungo sui mercati, diversi espositori tra quelli da noi avvicinati hanno mostrato un cauto ottimismo. Altri, e di differenti settori, hanno affermato con convinzione che la ripresa è sicuramente in atto. “…….Non c’è dubbio che la ripresa c’è, e anche con un trend decisamente sostenuto, almeno nel nostro settore. E una conferma in più viene proprio da questa

Una suola contenente il Pebax Rnew di Arkema.

Andando in giro tra gli stand, si coglie una certa animazione diversa da quella che in alcune manifestazioni fieristiche è motivata da semplice curiosità: molti i visitatori sin dal primo giorno e, come ci hanno poi rivelato molti espositori, soprattutto motivati da interessi ben precisi, spinti dalla necessità di risolvere problemi di produzione o di migliorare la qualità dei loro articoli o di ampliare la loro gamma prodotti. Non pochi espositori, infatti, hanno dichiarato con soddisfazione, col passare dei giorni, che il K 2010 stava andando meglio dell’edizione 2007 per il numero di contatti e per le pro-

fiera per il numero e la professionalità dei visitatori ……” ci ha detto Ubaldo Colombo, Direttore Generale della Colmec di Busto Arsizio, azienda tra le maggiori fornitrici mondiali di linee di estrusione e vulcanizzazione della gomma. Sulla stessa lunghezza d’onda il parere di Riccardo Curti, Amministratore Delegato di Pomini Rubber & Plastics, parte dell’HF-Mixing Group di Castellanza, produttrice di chiara fama a livello mondo di apparecchiature e attrezzature per sale mescole per gomma e plastica. “…..Mi ha favorevolmente impressionato - è stato il commento di Curti parlando della fiera - l’affluenza dei visitatori e, soprattutto, il loro concreto interessamento alle proposte di avanzata tecnologia offerte dalla Pomini Rubber & Plastics ai mercati della gomma e della plastica. Segno evidente,

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La prima impressione

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anche questo, che la risalita è incominciata…”. Perfettamente in sintonia con questi commenti anche quello espresso da Riccardo Comerio, Amministratore Delegato della Comerio Ercole, l’azienda metalmeccanica di Busto Arsizio tra i maggiori produttori di risonanza mondiale di mescolatori a cilindri e mescolatori interni, di calandre e linee di calandratura per gomma e plastica. “….Molti i visitatori – ha detto Comerio a proposito del K - e tutti alla ricerca di informazioni ben finalizzate e concrete. La sensazione fondata è che la fiera stia confermando una tendenza sicuramente già in atto, e cioè che i mercati si stanno riprendendo dalla crisi…..”. Commenti positivi per il K anche da parte del maggiore produttore italiano di gomme e lattici sintetici sia per l’afflusso dei visitatori, in generale, che per i contatti avuti allo stand, in particolare, e valutazione altrettanto positiva per la situazione economica, che già da tempo mostra segni di ripresa, e a ritmo sostenuto anche. Al punto che adesso il problema è un altro – anche secondo altri e non pochi espositori - e paradossale, per di più: la domanda diventata di colpo eccezionalmente alta! Dopo un periodo di dormiveglia certamente non breve, in molti settori la sveglia è stata quasi improvvisa. È ricomparso l’ottimismo e, con questo, è ricomparsa anche la fiducia nel futuro e negli investimenti, e le richieste sono ripartite alla grande. Su tutti i fronti: materie prime, macchine per la trasformazione, macchine per la produzione, prodotti finiti. Con la conseguenza, lamentata (!!) da parecchi espositori, che i tempi di fornitura saltano, perché costruttori e produttori sono nell’impossibilità materiale di farvi fronte. È un risveglio facilitato anche da nuove idee che hanno migliorato in maniera significativa la competitività


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attraverso l’innovazione e l’ottimizzazione di processi e prodotti. Fattori chiave per accedere a una maggiore efficienza in termini di costi, produttività e risorse in tutti i segmenti industriali: auto, packaging, ingegneria elettrica e elettronica, elettrodomestici, tecnologia medicale e aerospaziale. Per citarne solo alcuni.

Materie prime Passeremo brevemente in rassegna gli aspetti a nostro avviso più interessanti per il settore della gomma, soffermandoci in particolare su-

sicomeccaniche - necessaria quanto ovvia premessa per superiori prestazioni dei prodotti finiti - . Vediamo alcuni casi.

Additivi, ausiliari, polimeri Con Arkema le ecotecnologie sono diventate realtà attraverso la realizzazione di materiali più efficienti e duraturi, in linea con gli sviluppi dei mercati e le esigenti richieste che ne provengono: uso crescente di materie prime da fonti rinnovabili, compound termoplastici e nanostrutturati per alleggerire le strutture portanti di mezzi di trasporto (auto e aerei, per

All'insegna del futuro lo stand di Polimeri Europa.

gli espositori non presenti nella nostra preview sul K pubblicata nel numero scorso della rivista. Si sono viste novità di un certo rilievo in numerosi settori, dall’industria dell’auto alla tecnologia medicale, dall’elettronica e elettrotecnica alla logistica e ai beni di consumo. Durante il periodo di crisi le aziende hanno sviluppato progetti di ricerca, dando corpo a idee innovative che hanno portato a nuovi sviluppi della nanotecnologia, a prodotti interessanti di derivazione biologica, come bioadditivi e biopolimeri, e anche a materie prime con migliori caratteristiche fi-

esempio), soluzioni per immagazzinare energia e migliorare la resa dei sistemi fotovoltaici. Arkema ha presentato in fiera nuovi polimeri da fonti biologiche e materiali ad alte prestazioni con i quali intende fronteggiare queste sfide. Basti pensare che le bioplastiche rappresentano il 30% del business dei tecnopolimeri dell’azienda francese. Nel campo degli elastomeri Arkema ha presentato il Pebax Rnew, un bioelastomero termoplastico derivato per oltre il 90% dall’olio di ricino. Si tratta di un copolimero a blocchi consistente in una sequenza di segmenti dicembre

di poliammide 11 e di polietere, e può essere usato sia puro che come additivo o in miscela con altri polimeri o gomme. Ma può essere anche rinforzato con cariche varie. Per le sue eccezionali proprietà meccaniche, fisiche e chimiche in un’ampia serie di applicazioni, questo polimero colma il vuoto tra le termoplastiche e le gomme. Dalla Basf due famiglie di poliuretani per interno auto che migliorano l’estetica e procurano una più gradevole sensazione tattile. Sono gli Elastoskin e gli Elastollan. Gli Elastoskin sono elastomeri poliuretanici aromatici che si spruzzano direttamente nello stampo a dare una pelle del colore voluto, applicato anch’esso nello stampo (processo IMC: InMold Coating), più somigliante al cuoio, ma più soffice, perché ricoperta di uno strato di schiuma sul retro. Ciò ne esalta le proprietà tattili in aree quali il pannello della strumentazione, i braccioli o il rivestimento interno delle porte. Gli Elastoskin di questa nuova generazione sono di un buon 20% più leggeri di quelli precedenti, perché il sistema PU viene fisicamente espanso con aria. E questo fa sì che la nuova pelle, oltre a essere più leggera, sia anche meno cara, grazie al risparmio di materiale. Gli Elastollan presentati al K sono poliuretani termoplastici alifatici modificati con una fase rigida (HPMTPU: Hard-Phase-Modified-aliphatic Thermoplastic Polyurethane), che tuttavia sono morbidi al tatto, resistenti alla luce e non hanno bisogno di processi di verniciatura. Sono utilizzati, per esempio, sempre nel settore auto, per le maniglie delle porte, i coperchi al centro della console, il reggi-bicchiere, eccetera. La Cabot ha presentato una speciale categoria di compound elettricamente conduttivi, i Cabelec. Formulati combinando carbon black conduttivo con resine termoplastiche, questi compound trovano impiego nei set-

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tori nei quali è importante lo scarico delle cariche elettrostatiche, come, per esempio, nei tubi delle pompe di carburante e in particolari applicazioni elettroniche. Daikin Chemical Europe, Düsseldorf, si è presentata con l’immagine del produttore di importanza mondiale di un’ampia gamma di prodotti fluorurati ad alte prestazioni, frutto di una tecnologia di alto livello. Meritano menzione, tra i polimeri, la famiglia dei Polyflon PTFE (politetrafluoroetilene) dalle eccellenti proprietà termiche, elettriche, meccaniche e chimiche; i Neoflon FEP, copolimeri

zioni, tra cui o-ring, guarnizioni, diaframmi e rivestimenti di cavi elettrici. La gamma dei prodotti Daikin comprende anche, tra gli altri, un ampio elenco di intermedi alifatici e aromatici fluorurati utilizzati nell’industria farmaceutica e agricola, nel settore dei coloranti funzionali, nella fabbricazione di materiali ottici e in numerosi altri campi ancora. Novità dalla Dow Elastomers, Midland (Michigan), nel campo degli adesivi per applicazioni hot melts. La società americana ha annunciato l’ampliamento della gamma degli elastomeri poliolefinici Affinity GA e dei

Oggetti per la prima infanzia in Elastosil LR 3040 della Wacker.

del tetrafluoroetilene e dell’esafluoropropilene capaci di ottime prestazioni in un ampio intervallo di temperature, da –200°C a +200°C; e poi i Neoflon ETFE (da etilene e tetrafluoroetilene), PFA (da tetrafluoroetilene e perfluoroalchilviniletere) e PCTFE (omopolimero del clorotrifluoroetilene), tutti caratterizzati da eccezionali proprietà chimiche e termiche. Nel campo dei fluoroelastomeri ricordiamo i DAI-EL, che per le loro proprietà di elevata resistenza chimica, termica e agli oli trovano impiego nell’industria automobilistica, aerospaziale e chimica in un’ampia serie di applica-

copolimeri olefinici a blocchi Infuse con il lancio di nuovi tipi specificamente messi a punto per soddisfare le crescenti esigenze dell’industria degli adesivi hot melt, principalmente nel settore dell’imballaggio e in quello dei prodotti per l’igiene. I nuovi Affinity GA soddisfano l’esigenza di prodotti con migliore lavorabilità, maggiore stabilità del colore, più alta resistenza termica e una più efficace adesione. Inoltre, sono stati progettati per la produzione di adesivi hot melt applicabili a temperature inferiori ai 250°F. Le formulazioni a base dei copolimeri olefinici a blocchi Infuse, invece, sod-

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disfano le attuali esigenze dell’industria dell’igiene, rivolte a prodotti più morbidi e con migliore adattamento al corpo. Eliokem, azienda francese leader nello sviluppo, nella produzione e nella vendita di polimeri in emulsione – commercializzati sia in forma solida che come lattici – e di antiossidanti, ha lanciato un nuovo polimero Sunigum, il P 2100, che va ad affiancare le numerose specialties presenti nella sua ampia gamma di prodotti. Ricordiamo, tra questi, le gomme nitriliche in balle Chemigum e loro miscele col PVC (Chemigum Polyblends) usati nell’industria dell’auto e degli articoli tecnici in gomma; i Chemigum Powder: NBR in polvere; i Chemigum Latex: lattici di NBR standard e carbossilata; i Pliolite HSR: la gamma di masterbatch di resine altostiroliche stirolo-butadiene; i Pliolite SB Latex: lattici di SBR sia standard che carbossilata. Il Sunigum P 2100 è un polimero speciale a base acrilica a migliorata resilienza che, additivato al PVC, consente di formulare guarnizioni flessibili per finestre di ogni colore, con un eccellente compression set. Oltre che col PVC, il Sunigum P 2100 può essere compoundato con una grande varietà di polimeri termoplastici, come TPU, COPE, ASA, ABS, PA e SEBS, migliorandone la lavorabilità e conferendo ai manufatti sofficità e una migliore resistenza agli agenti chimici, agli oli e ai grassi. Evonik Industries, Essen, è una società leader globale nel settore delle specialties. Le sue aree di business spaziano in molti campi, dai materiali termoplastici, tra cui il PEEK (polieter-etere chetone) - una plastica ad alte prestazioni sviluppata relativamente da poco - , agli elastomeri termoplastici, dai masterbatches e paste agli additivi, dai plastificanti agli ausiliari di polimerizzazione e a tanti altri ancora.


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Due annunci interessanti da questa società. Il primo riguarda il PEEK, che sta sempre più guadagnando terreno nella concorrenza al titanio e al cobalto-cromo nell’implantologia chirurgica. Questo materiale è ben tollerato dall’organismo e dura anche sufficientemente a lungo da coprire l’arco di tempo della vita. A differenza dei metalli, è trasparente ai raggi X e quindi rende possibile, dopo l’installazione di un impianto, il monitoraggio dei risultati e della guarigione attraverso l’aiuto della tomografia computerizzata (CT) o della imaging a risonanza magnetica (MRI). Inoltre,

calcinate. Sottoponendo a calcinazione il tipo standard Sillitin Z 86, una combinazione naturale di silice criptocristallina e amorfa e di caolinite lamellare, da tempo usata in una moltitudine di applicazioni, la casa tedesca ha eliminato dal prodotto l’acqua cristallina presente nella porzione caolinite, generando così una nuova fase minerale a più alto contenuto in parte amorfa e senza alterare la porzione di silice criptocristallina. Attualmente sono disponibili tre prodotti calcinati: il prodotto base Silfit Z 91, particolarmente indicato per gli articoli tecnici in gomma, nei quali migliora il bi-

Il nuovo coperchio per airbag stampato da Takata-Petri con l’elastomero termoplastico Hytrel RS di DuPont.

essendo più leggero dei metalli, non produce un significativo peso aggiuntivo per l’organismo. Il secondo annuncio riguarda un carbon black ultra puro adatto all’impiego in materiali compostabili per la sua capacità di assorbire le radiazioni ultraviolette e convertirle in calore, favorendo così una crescita più rapida delle piante. La Hoffmann Mineral, Neuburg, leader nella produzione di cariche minerali silicee, ha annunciato l’ampliamento della gamma dei suoi prodotti con l’inserimento di cariche silicee

lanciamento di importanti proprietà, quali il carico di rottura, il compression set e la resistenza alla lacerazione oltre alla qualità dell’estruso; e due prodotti col trattamento superficiale: l’Aktifit AM, trattato con amminosilano, e l’Aktifit VM, trattato con vinilsilano. L’Aktifit AM è l’additivo consigliato per le resine termoplastiche, preferenzialmente le poliammidi, e i polimeri tecnoplastici, come PE/ EVA, PVAC, eccetera, nelle applicazioni per le quali è richiesta un’alta stabilità dimensionale. L’Aktifit VM è indicato per gli elastomeri, nei settori dicembre

applicativi nei quali sono richiesti alto carico di rottura e alto modulo elastico e basso compression set, oltre a eccellente lavorabilità e estrudibilità. Nynas, l’azienda svedese specialista degli ausiliari di lavorazione delle gomme e delle plastiche, in generale, e degli oli naftenici in particolare sottolinea, in questo particolare settore, il suo profilo di leader mondiale. Gli oli Nynas vengono usati in molti polimeri in molte aree applicative per la loro caratteristica peculiare di essere compatibili con ogni tipo di elastomero, polare e non polare. È nota, infatti, la loro ottima compatibilità con gli elastomeri SIS, SBS e TPV in molteplici aree applicative, quali, per esempio, i pneumatici, la componentistica auto, cavi, calzature, tubi e sigillanti. Ma la gamma di prodotti Nynas comprende anche, tra gli altri, antischiuma, cariche inerti, flessibilizzanti, lubrificanti, agenti di distacco e plastificanti. In uno stand accattivante e dalle dimensioni ragguardevoli Polimeri Europa, società del Gruppo ENI leader nella produzione di gomme e plastiche, rivolge un originale “Benvenuti nel futuro” ai visitatori: la scritta campeggia sulla parte centrale dello stand affiancata dalla storica immagine del Cane a sei zampe realizzata in una maniera singolarmente nuova dal giovane e creativo fotorealista Roberto Bernardi. L’opera, su tela, presenta un Cane policromo mediante l’accostamento di fotografie a colori rielaborate dall’artista con una tecnica a olio, che costituiscono una sorta di variopinto mosaico di giocattoli e bottiglie di plastica, onde del mare e balle di fieno, fili d’erba e siti industriali, a significare le tipiche caratteristiche della plastica: flessibilità, ecosostenibilità e versatilità. Polimeri Europa occupa una posizione leader in Europa nel campo degli elastomeri, del polietilene e dei polimeri stirenici. Nel settore degli elastomeri vanta un portafoglio prodotti

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che attualmente è tra i più ampi tra quelli dei principali produttori europei: oltre 140 tipi raggruppati in otto famiglie – ESBR, SSBR, BR, SBC (che comprende SBS, SIS, SEBS), EPR, NBR e lattici CBW e SB - . L’attenzione era focalizzata su diverse importanti novità. Una riguarda l’Europrene SOL TH - l’SBS idrogenato - , caratterizzato da alta trasparenza e elevata purezza e dotato di eccezionale resistenza all’invecchiamento. Un’altra è rappresentata da un nuovo Dutral olio-esteso preparato con l’impiego di un nuovo olio paraffinico e specificamente messo a punto per il mercato dei TPV, ma utilizzabile altrettanto vantaggiosamente anche in altri settori. Altre novità riguardano direttamente il mercato dei pneumatici, con un occhio particolare alla realizzazione del miglior compromesso tra tenuta sul bagnato e resistenza al rotolamento: sono i nuovi tipi di Europrene SOL R, per un miglior bilanciamento risparmio energetico/alte prestazioni del battistrada; l’Europrene HV 80, il BR ad alto contenuto in vinile per pneumatici invernali e a bassa resistenza al rotolamento; l’Intene C30, il polibutadiene ramificato a basso cis, in grado di accogliere alte percentuali di carica. PolyOne Corporation - GLS Thermoplastic Elastomers, Cleveland (USA), leader globale nel settore di TPE ad alte prestazioni, ha lanciato due nuovi tipi di polimeri nell’ambito della famiglia degli OnFlex HFFR 300 (halogen-free, flame-retardant), particolarmente adatti all’impiego nel settore wire and cable mediante stampaggio a iniezione. Sono l’OnFlex HFFR 360 e l’OnFlex HFFR 361, che con i tipi attuali per estrusione OnFlex HFFR 310 e Onflex HFFR 320 completano una serie di prodotti progettati per sostituire il PVC nel mercato dei cavi elettrici, dei computer e delle apparecchiature elettroniche in genere.

In chiave con l’interesse sempre crescente che molti settori industriali mostrano verso i biopolimeri, la PolyOne ha sviluppato anche una linea di bioadditivi per polimeri a migliorata lavorabilità, più alte prestazioni e più alta resistenza alla degradazione, e ha lanciato due serie di compound a base di tali prodotti. Una è la famiglia dei reSound, che incorporano dal 30% al 50% in peso di materiale bioderivato e offrono prestazioni anche superiori a quelle delle convenzionali tecnoresine. L’altra è rappresentata da una linea di elastomeri termoplastici bioadditivati. Topas Advanced Polymers, Francoforte, ha presentato due nuovi tipi di copolimeri cicloolefinici (COC) che trovano il loro principale campo d’applicazione nel settore medicale. Si tratta di copolimeri di olefine cicliche e olefine lineari che, a differenza delle poliolefine parzialmente cristalline PE e PP, sono amorfi e trasparenti. Questi nuovi materiali esibiscono una combinazione unica di proprietà che possono essere adattate alle specifiche esigenze dell’utilizzatore variando la struttura chimica del copolimero. Uno dei nuovi prodotti Topas è costituito da una resina a base di elastomero termoplastico (TPE) che combina l’alta purezza del COC con la flessibilità ed è particolarmente adatto alla fabbricazione di numerosi articoli del settore farmaceutico e medicale. L’altro è il Topas 6013M-07 che offre, in aggiunta all’alta purezza e all’elevata resistenza termica - ha una temperatura di distorsione al calore (HDT) di 130°C - una migliorata lavorabilità nello stampaggio a iniezione in un ampio spettro di processi tra cui, per esempio, la preparazione di bottiglie sterili. Il prodotto è conforme ai requisiti della Classe VI della Farmacopea USA per l’uso medicale, della norma ISO 10993 per la biocompatibilità e dei regolamenti FDA per l’idoneità al contatto con gli ali-

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menti. Inoltre, è adatto a tutti i metodi standard di sterilizzazione, compresi i raggi gamma, l’ossido di etilene (EtO), il vapore e l’acqua ossigenata, e resiste anche alle temperature dello sterilizzatore a microonde. Sotto lo slogan “Dedicated to Performance” (traducibile con “Specializzati in prodotti ad alte prestazioni”), la Wacker, München, ha presentato una vasta offerta di prodotti per una numerosa serie di settori applicativi: circa 1.000 e per 20 campi di applicazione erano i prodotti che costituivano la folta gamma della società tedesca. Non meno impressionante il numero delle novità: più di una dozzina i prodotti nuovi presentati al K per la prima volta in assoluto, a testimonianza della capacità innovativa della Wacker. Alcuni esempi: adesivi ad alte prestazioni per coppe olio motore, siliconi solidi a basso attrito, siliconi UV-attivati sviluppati per i settori della cura della salute e dell’ingegneria elettrica e elettronica che, in virtù di una innovativa tecnologia, reticolano a temperatura ambiente senza emissioni. Tra questi prodotti ricordiamo il Silpuran 2149 UV, un adesivo siliconico che contiene un reticolante sensibile ai raggi UV ed è utilizzato nella fabbricazione dei cerotti per ferite e nel settore della cura della salute; il SilGel 613, un nuovo gel siliconico anch’esso UV-attivato, più fluido del predecessore, impiegato dall’industria della componentistica elettronica per auto nei sistemi di controllo basati su microchip, per i quali è importante la protezione contro le vibrazioni ad alta frequenza, l’umidità, la corrosione e le sollecitazioni termomeccaniche; l’Elastosil R 101 ad alta elasticità, appositamente sviluppato per l’industria automobilistica nel sistema di sospensione del motore per le sue eccellenti proprietà alle basse e alte temperature, per cui conserva la flessibilità anche a –50°C e resiste


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al calore fino a 180°C; i nuovi siliconi solidi che reticolano a dare elastomeri con bassissimo attrito superficiale Elastosil R plus 4366 per estrusione, Elastosil R plus 4066 per stampaggio e Silpuran 8630/60 ad alta purezza per il settore alimentare e medicale; l’Elastosil R 770, un silicone solido usato in tutte le applicazioni per le quali è richiesta la resistenza alla fiamma come, per esempio, nei profili e pannelli per vagoni ferroviari, metropolitane, aerei, navi e autobus; l’Elastosil LR 3040, un silicone liquido caratterizzato da un’alta resistenza alla lacerazione e, quindi, utile nel settore degli

suoi prodotti, la serie Apinat derivata da materiali naturali e già lanciata con successo sui mercati solo qualche anno fa. Si tratta di una nuova famiglia di compounds termoplastici biodegradabili morbidi. Biodegradabili e anche innovativi, perché, a differenza di altri materiali plastici simili, questi nuovi prodotti associano tra loro proprietà solitamente inconciliabili: una morbidezza eccezionale, per la quale rientrano nella categoria degli elastomeri (durezza ShA 48; ShD 60), e caratteristiche fisico-meccaniche confrontabili con quelle dei migliori termoplastici.

Tubi flessibili della Norres per le più diverse applicazioni.

articoli per la prima infanzia, ma anche nella produzione di articoli a pareti sottili come membrane o valvole nell’auto; infine, la serie dei Powersil UV e il Powersil Fluid TR20 utilizzati, rispettivamente, come materiali isolanti nel settore della trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica ad alto voltaggio e come liquido di raffreddamento e isolamento di trasformatori ad alte prestazioni.

Compound, prodotti finiti La API, Mussolente (VI), membro dell’European Bioplastics Association, ha enfatizzato, tra gli altri

La Argomm, Villongo (BG), ha sottolineato la sua professionalità e esperienza nel settore della lavorazione di un’ampia gamma di elastomeri vulcanizzati e termoplastici, fluoroelastomeri, tecnopolimeri, poliesteri termoplastici e LSR, che la configurano come leader europeo nella produzione di articoli tecnici e anelli toroidali di precisione e, soprattutto, nello stampaggio multi-componente gomma-plastica e gomma-plastica-metallo. Molteplici i settori di applicazione dei prodotti Argomm, dall’industria dell’auto a quella dell’aviazione e aerospaziale, dall’edilizia alla tecnolodicembre

gia medicale e biofarmaceutica, dalla meccanica di precisione all’ottica. Dalla Compounds AG, azienda svizzera specializzata nello sviluppo e nella produzione di compound elastomerici, arriva l’annuncio di nuovi compound a base di EPDM idonei al contatto con l’acqua potabile: i Sunaflex EPDM. Questi materiali di nuova generazione sono pienamente conformi alle più severe specifiche europee vigenti in materia di sicurezza igienica e fisiologica. Sono disponibili in tutte le forme utili per le successive lavorazioni e con tutti i metodi standard di produzione (estrusione, stampaggio a iniezione, per trasferimento e a compressione). Dalla collaborazione tra DuPont e la tedesca Takata-Petri, uno tra i maggiori produttori di innovativi sistemi di sicurezza per guidatori e passeggeri di veicoli, nasce un nuovo coperchio degli airbag stampato utilizzando un nuovo polimero di DuPont, ottenuto da fonti rinnovabili. Si tratta dell’Hytrel RS, un elastomero termoplastico etere-estere (TPC-ET) con segmenti rigidi di polibutilentereftalato e segmenti morbidi che contengono un poliestere derivato da biomassa non alimentare. Il nuovo materiale, che contiene un minimo del 35% in peso di prodotto rinnovabile, replica le caratteristiche tecniche degli elastomeri Hytrel DYM derivati dal petrolio ed è pienamente conforme ai requisiti stabiliti dall’azienda in termini di verniciabilità, resistenza all’invecchiamento e duttilità alle basse temperature. Non trascurabile, inoltre, il fatto che il nuovo coperchio per airbag realizzato con l’Hytrel RS crea un impatto ambientale molto minore rispetto a quello del suo predecessore derivato dal petrolio, e senza compromettere il livello delle prestazioni e della sicurezza. Da ricordare, infine, che oltre agli elastomeri termoplastici Hytrel RS, DuPont Performance Polymers

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Articoli stampati con Apinat, il nuovo compound termoplastico biodegradabile di API.

ha introdotto sul mercato anche altri prodotti realizzati da materie prime agricole rinnovabili, come mais, semi di ricino e biomassa non alimentare, invece che dal petrolio. Tra questi, i polimeri Sorona, i polimeri termoplastici Sorona EP e le poliammidi a catena lunga Zytel. Importante novità in casa Elasto (Gruppo Hexpol), UK. La casa inglese ha annunciato l’eliminazione degli oli paraffinici dai Mediprene, compound a base di TPE che trovano applicazione principale nel settore delle attrezzature medicali. Questi compound sono anche esenti da lattice, e quindi minimizzano il rischio di allergie. A questi vantaggi i Mediprene ne aggiungono, inoltre, numerosi altri: sono sterilizzabili con raggi gamma, con ossido di etilene (EtO) e con vapore, e rappresentano anche una valida alternativa ai compound a base di PVC. I tipi rappresentativi per l’impiego nel settore medicale hanno superato i test di sensibilizzazione agli allergeni e anche quelli di citotossicità secondo le norme ISO 10993-5 e di biocompatibilità secondo la Classe VI dell’USP. Accanto ai Mediprene, la Elasto ha enfatizzato la presenza nella sua gamma prodotti anche dei

Dryflex TPE. Questi compound sono anch’essi, al pari dei Mediprene, a base di SBS, SEBS, TPO e TPV e sono disponibili nel campo di durezze da zero shore A a 65 shore D. Le loro caratteristiche principali sono la trasparenza, l’utilizzo in un ampio intervallo di temperature, il buon compression set, la buona resistenza all’abrasione e alla lacerazione e - molto importante – la buona adesione ai tecnopolimeri, come PP, PE, PA, ABS, PC, PS, PMMA, ASA, SAN e loro miscele. Recenti sviluppi della ricerca, infine, hanno portato a tipi di Dryflex contenenti ritardanti di fiamma esenti da alogeni e antimonio. Loro preminenti settori di impiego sono, oltre a quello medicale, l’auto, l’elettronica, l’edilizia e i beni di consumo. Eurofoam, Lainate (MI), produce un’ampia gamma di articoli tecnici in gomma compatta e espansa per applicazioni industriali. Tra i prodotti compatti ricordiamo gli Eurogom e Eurolan stampati e trafilati estrusi; tra quelli espansi, molto numerosi, ricordiamo i Geraniocell, i Filtrocell, gli Evacell, i Siliconcell, i Vinylcell (per citarne solo alcuni). Numerosi anche gli elastomeri che Eurofoam utilizza nella sua produzione. Ne ricordiamo

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alcuni: NR, SBR, EPDM, CR, NBR, poliuretani e tanti altri polimeri ancora. Il processo produttivo si avvale di tutta una serie di operazioni, quali la spaccatura, il taglio profili, la fustellatura, il taglio a acqua, la fresatura, eccetera, in funzione dello specifico articolo richiesto. Al K l’azienda di Lainate ha presentato un nuovo impianto per la produzione di rotoli e lastre, entrambi in silicone compatto e espanso. I Rotoli in silicone compatto hanno un’altezza di 1.200 mm e una lunghezza di 10 m, con uno spessore da 0,5 a 12 mm; ma sono possibili anche altre misure con h fino a 2.000 mm max. Quelli in silicone espanso misurano 1.000 mm x 10 m e sono spessi da 2 a 12 mm. Le Lastre compatte misurano 1.000 mm x 1.000 mm, con spessori di 15–20– 25–30–50 mm, mentre quelle espanse hanno dimensioni di 1.000 mm x 1.000 mm (ma anche 1.000 x 1.800) e spessori di 12–15–20–25–30–40–50 mm. Curiosa novità dalla Krayburg TPE, che ha presentato per la prima volta al K un TPE profumato, realizzato mediante masterbatch aromatizzati. Praticamente senza limiti la scelta dell’aroma, dalla vaniglia alla mela, dal cuoio al legno, a seconda della destinazione del prodotto. Il masterbatch aromatizzato contiene il 50% di materiale base (l’aroma) e il 50% di un olio, e viene aggiunto al TPE in ragione del 3-10% in peso. Tra i primi articoli a essere prodotti col TPE profumato ci sarà un rasoio con la fragranza di un frutto tropicale. Sul fronte più propriamente prestazionale dei polimeri, la casa tedesca ha presentato la nuova generazione di due famiglie di compound. Una è quella degli Hipex ad alte prestazioni, migliorati rispetto ai tipi lanciati due anni fa per quanto riguarda la resistenza alla temperatura (i nuovi resistono fino a 170°C), il carico a rottura e la resistenza all’olio motore. Sono


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quindi adatti alla produzione anche con estrusione multi-componente di parti del sottocofano. L’altra è quella dei Thermolast M, particolarmente indicati per applicazioni farmaceutiche e medicali per il loro più basso coefficiente di attrito a contatto, per esempio, con ABS o PC, che li rende materiale d’elezione nella fabbricazione di penne per insulina o siringhe ipodermiche. Nanocyl, Belgio, tra i maggiori produttori di nanotubi al carbonio (CNT), ha presentato una nuova gamma di masterbatch di nanotubi in aggiunta a un rilancio del Nanocyl NC7000, il più conduttivo CNT attualmente disponibile sul mercato. L’NC7000 è in polvere, e ciò consente al prodotto di essere efficace anche a concentrazioni molto basse. I masterbatch, invece, sono i Plasticyl, dei concentrati termoplastici. Gli ultimi tipi entrati in gamma sono i masterbatch per le resine termoplastiche EVA, POM, TPU, SEBS, PEEK e PS, che vanno ad affiancare quelli per PA, PBT, PC, PET, PP, HDPE e LDPE già presenti sul mercato. Le applicazioni principali di questi materiali sono l’industria dei cavi e quella dei tubi, per la protezione contro le cariche elettrostatiche. Essi, inoltre, concorrono ad allungare la vita degli articoli nei quali sono introdotti, a rendere più lisce le superfici dei manufatti e ad aumentare la resistenza agli agenti chimici, all’abrasione e al calore. Integrati in mescole a base di elastomeri, poi, migliorano in maniera significativa le proprietà meccaniche e la durata di o-ring, nastri trasportatori e cinghie di distribuzione. Interessante uno sguardo alla produzione della Norres, di Gelsenkirchen. Questa azienda tedesca, fondata più di cento anni fa e gestita ancora oggi dai proprietari, è produttrice leader di un numero inimmaginabile di tubi flessibili, di tutti i tipi e per qualsiasi applicazione. E anche su richie-

sta per soddisfare esigenze specifiche. Alcuni esempi di tubi, tutti flessibili: tubi in poliuretano, resistenti all’abrasione e quindi particolarmente indicati per sostanze solide e abrasive come prodotti in polvere, trucioli, granulati, sabbia, ghiaia, per il trasporto di mangimi, per falciatrici, tosaerba e aspirafoglie e anche per prodotti gassosi e liquidi; tubi in PVC/EVA/PE, per impianti di ventilazione e climatizzazione; tubi antistatici e elettroconduttori, particolarmente indicati per ambienti a rischio di esplosione; tubi in poliuretano, difficilmente infiammabili per l’industria del legno e quindi adatti per impianti di aspirazione e depolverazione di ambienti nei quali si lavora questo materiale; per alimenti (approvazione FDA), indicati per l’industria alimentare e farmaceutica; per sostanze chimiche aggressive; per l’aspirazione di gas di scarico di motori in officine meccaniche; per protezione cavi, indicati per impianti elettrici, impianti di distribuzione, quadri elettrici, per la tecnologia dei robot; e poi fascette, elementi di raccordo e giunti per tubi flessibili; ….e tanti altri tipi ancora, sempre flessibili, in policloroprene, silicone, tessuto e anche metallo.

Concludiamo questo capitolo dedicato alle materie prime citando le aziende che hanno partecipato al K di cui abbiamo parlato in dettaglio nella preview del numero di ottobre della rivista: la DuPont, con i nuovi Zytel PA e HTN PPA e i nuovi Vamac Ultra Grades resistenti agli aggressivi chimici, un nuovo Hytrel per il settore sanitario e prodotti per il fotovoltaico; la Lanxess, che ha presentato le ultime novità delle sue unità di business; la Rio Tinto Minerals, con la sua gamma di talchi microcristallini; la Schill + Seilacher, con i suoi additivi specifici per mescole e emulsioni di lattici; la Silikoneurope, che produce articoli tecnici in silicone liquido LSR; la So.F.ter., che ha lanciato una nuova linea di compositi poliolefinici rinforzati con fibre vegetali; la Ten-Fluid, con le sue guarnizioni di varie dimensioni (da 1 a 1.000 mm); la Tovo Gomma, che opera nei settori delle mescole, delle lastre vulcanizzate e dei prodotti espansi con tutti i principali tipi di gomme sintetiche e con la gomma naturale; infine la Zeon, che ha presentato, tra gli altri, i nuovi polimeri cicloolefinici Zeonex e Zeonor e la nuova famiglia di HNBR Zetpol EP. 

La prossima edizione di K si svolgerà dal 16 al 23 ottobre 2013.

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L'INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA

Periodico mensile di informazione tecnica ed economica

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Progetto Sebino Innova

La Rubber Valley punta all’eccellenza

Aggregarsi per fare sistema. Questo il principio ispiratore del progetto Sabino Innova, varato dalla Provincia di Bergamo e dall’Associazione Artigiani per diffondere l’eccellenza delle microimprese della gomma e plastica che gravitano intorno al lago d'Iseo in quella che è ormai nota, e non solo in Italia, come la Rubber Valley. Il progetto si propone di intensificare il processo di compenetrazione dell’economia della conoscenza nell’economia lombarda delle piccole imprese, sperimentando un modello che veda aziende, amministrazione locale, università, centri di ricerca e mondo associativo lavorare come sistema. Dell’iniziativa abbiamo parlato con Marina Redondi, responsabile del servizio internazionalizzazione e progetti per la competitività dell’Associazione Artigiani di Bergamo.

Cosa è il progetto e che obiettivi si propone? Il documento di analisi e indirizzo per lo sviluppo del sistema industriale lombardo della Provincia di Bergamo ha attribuito una specifica priorità all’aggregazione delle piccole imprese. In questa ottica il programma regionale Driade-Artemide si è proposto di valorizzare e rafforzare le reti di eccellenza che caratterizzano alcuni segmenti specifici del tessuto produttivo locale. Uno dei distretti industriali storici dell’economia bergamasca è appunto quello della gomma e plastica (esteso anche alle lavo-

razioni meccaniche per la produzione degli stampi relativi) che si colloca nell’area del Sebino. Le aziende che ne fanno parte hanno evidenziato da tempo la necessità dell’introduzione e/o del miglioramento dell’Information and Communication Technology (ICT) come strumento per lo sviluppo della funzione marketing e della funzione commerciale al fine di accrescere la competitività sui mercati locali ed esteri. È così che è nato il progetto Sebino Innova (del valore di circa 430.000 euro) la cui finalità ultima è quella di rafforzare la specializzazione produttiva del territorio favorendo dicembre

Marina Redondi

la crescita di una imprenditorialità ad alta intensità di conoscenza. Quali sono le aziende coinvolte nel progetto? Come dicevo, i settori coinvolti sono quelli della lavorazione della gomma e della plastica e della meccanica, limitatamente alla fabbricazione degli stampi. L’iniziativa è stata accolta con favore se si pensa che ben 14 delle 24 imprese rappresentate nella rete vi hanno aderito. Sono B.F. Stampi, Brestil s.r.l., Elcomin s.r.l., Emplast, Faplast, Gammauno, La Meco s.a.s., LG Lavorazione Gomma, O.M.C. Stampi s.r.l., O.P. di Poli, Pisoni s.n.c., Punto Gomma s.n.c., Rilplast, Sartel di Ravasio Alberto. Sono aziende che hanno colto l’importanza dell’aggregazione per affrontare i cambiamenti sempre più veloci del mercato.

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Progetto Sebino Innova

gianato bergamasco, gli opinion leaQuali sono le fasi attraverso le quali si 2. indagine concernente l’utilizzo ders e gli altri soggetti coinvolti nella realizza il progetto? di Internet nell’ambito del marketing fase di ricerca e gli stakeholders del L’ipotesi progettuale prevede e della comunicazione aziendale delle territorio. una prima fase di analisi delle pospiccole imprese (mappatura opportusibilità di applicazione della tecnità applicative indagando anche oltre Ci sono strumenti specifici attraverso nologia internet per accrescere la i confini nazionali); i quali passa la realizzazione del procompetitività delle aziende sui mer-e per indicare 3. analisiogni dei fabbisogni mma (uso questo termine “generico” per praticità tipologia diformativi mescola adatta alla getto? cati locali ed esteri, attraverso un rivolti alle risorse umane delle azienanizzazione). Dalla metà di ottobre è attivo a modello applicativo adeguato alde alla quale seguirà l’erogazione forTrescore Balneario, presso la delegale caratteristiche e potenzialità del mativa (che favorisca i processi innozione dell’Associazione Artigiani, un distretto ed una seconda fase spevativi); laboratorio sperimentale dotato di rimentale in cui se ne testerà l’ef4. studio di un modello per metpersonale qualificato e attrezzature ficacia. tere a fuoco gli strumenti sperimeninformatiche che è un vero e proprio La sperimentazione programmata tabili per le imprese del distretto in nucleo operativo aperto al pubblico, implica l’introduzione nelle imprese termini di innovazione organizzativa

Sondrio Lecco

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Cremona Mantova

DelL’originale distretto del Sebino fanno 10Sebino Comuni della Provincia di Bergamo e 1 della Provincia di Brescia. comprensorio delparte Basso

punto di incontro per la raccolta di promotrici dell’iniziativa di un’innoe tecnologica. informazioni e l’erogazione di servizi. vazione articolata su molteplici livelli: Nella fase di intervento si avranno: Al suo interno opereranno consulenti quello delle strategie di marketing e 1. progettazione esecutiva e avvio qualificati con il compito di identificomunicazione dell’immagine aziendella sperimentazione attraverso l’atcare i mercati in cui operare, di defidale, quello strumentale e operativo tivazione di un laboratorio interaziennire la tipologiadato di potenziali clienti, con l’utilizzo delle tecnologie infordale attraverso il quale erogare i serarticoli con essa prodotti non sarebbero stati destinati solo ad un mercato nazionale ma inevitabilmente, di acquisire ulteriori contatti, di renmatiche, quello organizzativo, di supvizi consulenziali; tori di riferimento, erano rivolti anche a clienti europei e soprattutto tedeschi, evidenziando fin da allora una dere visibili gli aggiornamenti relatiporto alla messa in atto delle nuove 2. costruzione e attivazione sperisistente vocazione all’esportazione aziende sarebbero manointernet: sorte. savi al progetto. Inoltre sarà sede di un strategie promozionali, delle e quello della chementale degliman strumenti formativo cultura imprenditoriale. ranno create la soluzioni piattaforma i macchinari adatti allo stampaggio si potevano facilmente trovare trainformai produttori percorso di presse, già in che si svilupperà nei prossimi sei mesi per un totale di In concreto la fase di ricerca pretica e l’interfaccia (sito internet) del per le resine (ricordiamo i bottoni) o plastiche di allora. Si trattava di aziende essenzialmente italiane, come dieci incontri grazie al quale le azienvede: Laboratorio e gli strumenti specifici elli, BM, Rutil o la MIR, chee degli sarebbero a far dalle partesingole della filiera del comparto e che de coinvolte potranno apprendere le 1.bresciana analisi delle prassi stru- entrate utilizzabili aziende; ebbero messomenti a disposizione soluzioni più innovative. Anche per stampiverso non sussistevano tecniche di utilizzo, in chiave comutilizzati dalle aziendevia pervia pro3. divulgazione delgli progetto merciale, dei più moderni strumenti muovere i propri la propria le imprese artigiane ad delutilizzare Sebino non blemi: il retroterra artigiano delprodotti settore eera già specializzato e preparato macchine a controllo di comunicazione.  immagine sui mercati di riferimento; partecipanti al progetto stesso, l’artimerico (e successivamente CAD/CAM), suggerire e progettare stampi con una certa competenza sul

portamento delle gomme. 30

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Le cariche rinforzanti come potenziali nano compositi La silice amorfa ed il nero di carbonio sono cariche rinforzanti comunemente usate da decenni nell’industria della gomma. Il loro impiego negli elastomeri è fondamentale per ottenere prodotti resistenti all’invecchiamento e all’usura, con resistenza meccanica superiore e, in riferimento all’introduzione della silice nei pneumatici “verdi”, con riduzione dell’emissione dei gas ad effetto serra da parte dei veicoli equipaggiati con tali pneumatici. Questi fillers sono impiegati tutt’oggi nella stessa identica forma fisica dal loro inizio di impiego. Tuttavia con l’attuale sviluppo di nuovi nanomateriali e di nuove regole sia per la loro chiara definizione, sia per il loro impiego, può apparire valido classificare queste cariche tradizionali sotto la generale definizione di “nanomateriali”. Una nota pubblicata nel settembre di quest’anno dalla European Tyre & Rubber Manufacturers’ Association (ETRMA) fornisce alcuni dettagli supplementari per la completa definizione e classificazione di queste cariche utilizzate nel mondo industriale della gomma. Ringraziamo la ETRMA per avercene consentito la pubblicazione.

I

n campo industriale i vari gradi di nero di carbonio e di silice sono trattati in una forma fisica che supera abbondantemente ogni dimensione caratteristica della particella nei nanocompositi. La concentrazione delle parti più volatili nell’aria può essere misurata attraverso metodi standard. Studi approfonditi e ripetuti hanno fornito indicazioni rassicuranti sul rischio per la salute e l’ambiente dovuti all’impiego nell’industria della gomma di nero di carbonio e silice amor-

fa (nel rispetto dei limiti di esposizione di legge ed adottando le necessarie misure di igiene e sicurezza sul lavoro), pertanto il loro impiego non dovrebbe richiedere l’utilizzo della valutazione specifica HSE per i composti “nano”. Nei prodotti ed articoli in gomma la silice amorfa ed il nero sono contenuti in forma di agglomerati ed aggregati, legati irreversibilmente alla matrice polimerica: non esiste dunque la minima possibilità di esposizione amdicembre

bientale o detrimento alla salute umana dovute a particelle “nano” di carbon black o silice amorfa precipitata durante l’uso di tali articoli.

1. Il ruolo delle cariche di rinforzo nei pneumatici I pneumatici devono rispondere a un’ampia gamma di requisiti prestazionali. Devono sopportare il carico del veicolo che equipaggiano, possedere sufficiente aderenza su ogni tipo di strada, trasmettere a terra le forze per consentire di guidare il veicolo, smorzare i colpi e le asperità del terreno, consentirne l’utilizzo ad alte velocità e per lunghi periodi di tempo, possedere buona resa chilometrica e - non da ultimo - avere un impatto il più limitato possibile sul consumo di carburante. I pneumatici sono prodotti compositi assai complessi, che possono arrivare a contenere fino a più di 200 materiali differenti. Come mostrato nella Figura 1, sono costituiti da rinforzi di metallo, tessile e differenti tipologie di mescole, scelte secondo l’ottimizzazione dell’impiego. Le mescole costituenti il pneumatico sono a livello generale costituite da: polimeri, cariche di rinforzo, oli plastificanti, e numerosi ingredienti chimici atti a reticolare le catene

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polimeriche per conferire maggiore elasticità alle stesse. Un pneumatico è un assemblato di differenti mescole, ognuna con un compito assegnato ben definito e situata in un punto ben preciso, con una specifica combinazione di ingredienti atti a garantire le performance richieste a quell’area del pneumatico. A titolo di esempio, la mescola utilizzata per il rivestimento interno, l’inner liner, ha la funzione di trattenere l’aria senza alcuna perdita; la mescola del fianco è progettata per resistere alla flessione ripetuta, all’urto contro i marciapiedi e all’invecchiamento; il battistrada per garantire trazione meccanica e resistenza all’abrasione, minimizzando possibilmente il consumo di carburante. Le cariche di rinforzo sono fonda-

mentali per raggiungere le prestazioni prestabilite. Questo è particolarmente sentito nella mescola di battistrada, ove sono richieste più caratteristiche prestazionali, insieme ad una bassa usura. I fillers permettono di migliorare sensibilmente la resistenza meccanica dei polimeri, garantendo loro una maggiore rigidità, carico a rottura e resistenza all’abrasione. Tutto questo è consentito grazie ad un forte legame chimico e fisico con il network del polimero: per dare un’idea, le cariche inerti quali il carbonato di calcio, il talco non hanno nessuna o solo una lieve interazione con le catene polimeriche, perciò non forniscono alcuna proprietà di rinforzo. Il diagramma di Figura 2 mostra l’effetto di rinforzo sulla rigidità del-

Figura 1 - Parti e componenti di un pneumatico vettura.

Sforzo (MPa) 20

SBR caricata

15

2. Cariche rinforzanti come “nanomateriali”?

10 5 0

SBR non caricata deformazione % 50

150

250

350

450

Figura 2 - Diagramma sforzo-deformazione per SBR con e senza cariche rinforzanti.

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la gomma SBR caricata e vulcanizzata all’ottimo. Come si può notare, l’SBR con cariche rinforzanti ha un modulo elastico decisamente superiore - a parità di deformazione - rispetto all’SBR non caricata, assieme ad una maggiore resistenza e deformazione finale a rottura. Il risultato principale di questo incremento di resistenza meccanica è sicuramente legato ad una maggiore longevità del pneumatico, sia in termini di carico sopportabile, di durata, sia di resistenza all’abrasione ed all’usura. Un pneumatico prodotto senza l’impiego delle cariche rinforzanti non sarebbe sufficientemente resistente per sopportare il carico e contrapporsi alle forze richieste dai veicoli moderni. Lo sviluppo di pneumatici capaci di durare oltre i 50.000km è il risultato dell’impiego di cariche rinforzanti ad alte prestazioni. Senza di esse, i pneumatici dovrebbero essere sostituiti assai più spesso, incrementando i volumi di pneumatici fuori uso, l’energia richiesta per la loro produzione e le emissioni di gas serra per chilometro percorso. Un altro beneficio dell’incremento di resistenza meccanica è legato alla capacità di trasmettere le forze attraverso l’area di impronta del pneumatico; ciò incrementa il grip e riduce sensibilmente la distanza di frenata del veicolo. Senza cariche rinforzanti studiate appositamente, i veicoli in frenata sia su asciutto che bagnato non sarebbero in grado di fermarsi in spazi ridotti come quelli attuali, causando seri problemi di sicurezza sulle strade.

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2.1 Nanomateriali: discussioni scientifiche in corso sulla definizione Non esiste una definizione condivisa di nanomateriali al giorno d’og-


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gi. La definizione più esaustiva ed internazionalmente riconosciuta è stata presentata nella ISO/TS 27687:2008, la quale distingue due sottogruppi: nano-oggetti e materiali nanostrutturati. • Nano-oggetti sono definiti generalmente i materiali che esistono in forme singole ben definite, e che hanno almeno una dimensione in nanoscala (< 100 nm). Questi materiali includono nano-particelle (tutte e tre le dimensioni in nanoscala), nano-fibre (solo 2 dimensioni) e nano-lastre (una sola dimensione). • I materiali nanostrutturati sono materiali che possiedono aspetti strutturali nel campo della nanoscala, ma le cui dimensioni finali sono maggiori di 100 nm. Ne sono esempi i composti che principalmente hanno struttura e forma di aggregati e/o agglomerati. Gli aggregati sono formati da nano-particelle che sono legate insieme irreversibilmente: gli aggregati non possono essere disaggregati. A differenza degli agglomerati, che sono formati da aggregati tenuti insieme da deboli forze coesive. Sotto l’impulso di forze ad alta energia, gli agglomerati possono rompersi per dare vita ai singoli aggregati di cui erano inizialmente composti. La JRC ha recentemente pubblicato uno studio dal titolo “Considerazioni sulla definizione di nanomateriale per fini di regolamentazione” in cui suggerisce l’uso del più specifico termine “nanomateriale particellato” per identificare i materiali che sono composti da particelle in nanoscala, mobili nella loro stessa struttura, e perciò possibili cause di rischi per la salute e la sicurezza. JRC altresì riconosce che i materiali compositi quali le mescole utilizzate nei pneumatici sono oramai sul mercato da molto tempo, e non sono mai stati considerati materiali con “nano” ingredienti, nemmeno qualificati come prodotti di nanotecnologia.

2.2 Descrizione dei metodi di produzione delle principali cariche rinforzanti e loro caratteristiche 2.2.1 Nero di carbonio Il nero di carbonio è stato impiegato come rinforzo nell’industria della gomma fin dall’inizio del secolo scorso, ed ha attualmente una produzione di circa 10 milioni di tonnellate all’anno. Il nero di carbonio, caratterizzato da uno specifico numero di CAS 1333 - 86 - 4, è prodotto dalla combustione controllata in deficit di ossigeno di oli combustibili, con una lunga storia di sicurezza ed utilizzo. Molti parametri sono controllati durante il processo di combustione, per ottenere specifiche caratteristiche del prodotto finale. In particolare, l’olio combustibile è iniettato nel reattore ad altissima velocità (all’incirca a 900 m/s), dove viene pirolizzato ad alta temperatura (nell’ordine dei 1.800°C). La reazione di combustione è controllata in modo tale che l’ossidazione del carbonio è solo parziale, generando particelle di nero. La reazione di combustione viene quindi bloccata con un processo di “quenching” (raffreddamento delle particelle con spruzzo di acqua). Il nero così ottenuto è infine filtrato e compresso in pellets dell’ordine del millimetro di dimensione (Figura 3). Durante i primissimi istanti della reazione di combustione dell’olio, si formano particelle carboniose di dimensioni dell’ordine di 20nm fino a 100nm, a seconda della classe di nero che si vuole ottenere. Sulla base della definizione proposta, queste particelle possono dunque essere considerate come nano-oggetti. Comunque la durata di vita di queste particelle è molto breve, poiché immediatamente - ed irreversibilmente - si fondono insieme per formare aggregati di dimensioni tra i 100 ed i 500 nm. Questi aggregati dicembre

successivamente ed immediatamente si combinano insieme per formare entità ben definite: gli agglomerati. Questi agglomerati di nero misurano tra 1 e 50 micron. Questi aggregati ed agglomerati di carbon black così costituiti, possono essere considerati - in senso lato - dei materiali nanostrutturati secondo la definizione data sopra. Negli aggregati le particelle di carbonio sono vincolate da legami covalenti; negli agglomerati invece i legami tra gli aggregati stessi sono solo di tipo elettrostatico. Gli aggregati non possono disaggregarsi, mentre gli agglomerati di nero non possono disagglomerarsi durante la fase di immagazzinamento e trasporto, ma lo possono fare solo nella fase di mixing ad alta energia (alti shear) per produrre mescole. Dopo la formazione di questi aggregati di nero, il processo prevede il loro raffreddamento ed il passaggio in un estrusore “pelletizer” per la loro compattazione in pellets della dimensione di millimetri. Questa ultima fase è essenziale per garantire un migliore trasporto e stoccaggio del nero in silos o big-bags, unitamente alla possibilità di dosatura del nero con trasporto pneumatico.

2.2.2 Silice La silice amorfa precipitata, con numero di CAS 112926 - 00 - 8, non è solo utilizzata nella produzione di articoli elastomerici, ma anche in molte altre applicazioni, quali cosmetica (dentifrici), industria cartaria ed in prodotti per la salute ed alimentari. La produzione mondiale annua di silice amorfa precipitata si attesta intorno a 1,4 milioni di tonnellate, di cui 1/3 è utilizzato per la produzione di pneumatici. La silice è utilizzata come carica rinforzante nel battistrada dei pneumatici da più di vent’anni, con lo scopo di ridurre sensibilmente il consumo di carburante dei veicoli e di conseguenza le emissioni di gas ad effetto serra (CO2).

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Il nero di carbonio, caratterizzato da uno specifico numero di CAS 1333 - 86 - 4, è prodotto dalla combustione controllata in deficit di ossigeno di oli combustibili, con una lunga storia di sicurezza ed utilizzo. Molti parametri sono controllati durante il processo di combustione, per ottenere specifiche caratteristiche del prodotto finale. In particolare, l’olio combustibile è iniettato nel reattore ad altissima velocità (all’incirca a 900 m/s), dove viene pirolizzato ad alta temperatura (nell’ordine dei 1.800°C). La reazione di combustione è controllata in modo tale che l’ossidazione del carbonio è solo parziale, generando Materiali ausiliari particelle di nero. La reazione di combustione viene quindi bloccata con un processo di “quenching” (raffreddamento delle particelle con spruzzo di acqua). Il nero così ottenuto è infine filtrato e compresso in pellets dell’ordine del millimetro di dimensione (Figura 3).

nica. Durante la fase di precipita2 mm zione - come avviene per il nero di carbonio- si ha una fase iniziale di istantanea formazione di piccolissime particelle elementari (da 5 a 40 nm) di vita assai breve. Queste parAgglomerati di Nerofumo ticelle possono essere consideFigura 3 - Pellets di nero di carbonio. Figura 3: Pellets di nero di carbonio. rate ancora una volta come naDurante i primissimi istanti della reazione di combustione dell’olio, si formano particelle no-oggetti, sebcarboniose di dimensioni dell’ordine di 20nm fino a 100nm, a seconda della classe di nero bene a loro volta che si vuole ottenere. Sulla base della definizione proposta, queste particelle possono dunque essere considerate come nano-oggetti. Comunque la durata diistantaneamente vita di queste particelle è molto breve, poiché immediatamente - ed irreversibilmentesi- aggreghino si fondono tra insieme per formare aggregati di dimensioni tra i 100 ed i 500 nm. Questi aggregati di loro in modo successivamente ed immediatamente si combinano insieme per formare entità ben irreversibile per definite: gli agglomerati. Questi agglomerati di nero misurano tra 1 e 50 micron. aggreQuesti aggregati ed agglomerati di carbon black così costituiti, possonoformare essere considerati - in senso lato - dei materiali nanostrutturati secondo la definizione data sopra. gati benNegli definiti aggregati le particelle di carbonio sono vincolate da legami covalenti; negli agglomerati (da 50 a 300 nm di dimensione), i quali si legano ancora un volta Silice in microperle insieme per forFigura 4: Microperle di silice amorfa. Figura 4 - Microperle di silice amorfa. mare agglomerati da 1 a 50 miAlla fine processo di precipitata precipitazione della silice amorfa, si aggregati ottiene una pasta di silice Ladel silice amorfa è procron. Sia gli che gli agglomeagglomerata che, dopo lavaggio ed asciugatura, è trattata meccanicamente per produrre dotta attraverso un processo a due rati rientrano quindi nella definizione microperle o granuli (della dimensione massima di qualche millimetro) per facilitarne il stadi: la produzione di silicati, e la sopra riportata di materiali nanostruttrasporto e l’utilizzo. loro trasformazione successiva in siturati. Negli aggregati di silice trovialice precipitata. mo legami covalenti tra gli atomi di 2.3 Utilizzo delle cariche rinforzanti nell’industria della gomma I silicati sono ottenuti partendo da silicio; negli agglomerati invece - coIl nero di carbonio e la silice utilizzate nel mondo della gomma sono prodotti nella forma sabbia purasopra, miscelata con me accadeva eper il nerosono presenti fisica descritta ovvero in carbonato granuli, pellets o microperle, la loro dimensione spazia sodio.diLamillimetro miscela èa trasferita in for- nominale. solo legami di tipo elettrostatico tra gli daldidecimo qualche millimetro I fornitori in genere consegnano quantitativi: ferroviari, ni riscaldati ad oltre 1.000°C,leincariche modo in grandi aggregati si silice vagoni amorfa. Gli aggregaautotreni, big bags. Alla consegna, queste vengono prontamente trasferite e tale da generare silicati vetrosi. Il rati non possono assolutamente disagimmagazzinate in silos dedicati. Questi silos alimentano i mescolatori chiusi utilizzati per gregarsi, gli agglomerati pospido raffreddamento successivoattraverso porta un produrre le mescole elastomeriche, sistemamentre di trasporto generalmente pneumatico e di pesatura in linea. I mixer costituiti da camere chiuse equipaggiate rompersi solo se sottoposti ad alalla loro solidificazione, seguita dallasonosono conriduzione due rotoriincon forme geometriche tali da garantire tangenziali sulla ti sheargrossi comesforzi avviene nei mescolatori frantumi di pochi centimescola in via di produzione, sforzi che disgregano le cariche dosate e le “assorbono” nella metri cubici. durante l’incorporazione della carica mescola. I granuli di silicato vetroso sono polimerica. Il processo di produzione delle mescole avvieneina matrice batch, laddove i polimeri e le cariche di rinforzo sono introdotti nel mescolatore chiuso; la velocità deidel rotori causa un quindi disciolti in soluzione acquosa Alla fine processo di precipiriscaldamento dell’impasto, con la generazione di elevati sforzi disgreganti e disperdenti le e trasferiti in un reattore dove la silice tazione della silice amorfa, si ottiene cariche ed i chemicals. In particolare i granuli, i pellets di nero e le microperle di silice, a amorfa viene precipitata acidificaunaa disagglomerazione, pasta di silice agglomerata che, causa dell’alta energia fornitaper loro, sono soggette trasformandosi dapprima in agglomerati più piccoli,meccacon dimensioni 1 e 50 micron. Continuando il zione con continua agitazione dopotralavaggio ed asciugatura, è trattaprocesso di mescolazione, questi agglomerati si disgregano ulteriormente, fino a raggiungere la loro struttura di base: gli aggregati, alcuni dei quali possono risultare di dimensioni nanometriche tra 40 e 500 nm - più tra i 40 ed i 300 36 | L’INDUSTRIA DELLA(comprese GOMMA | ELASTICA | dicembre 2010inn.generale 584 nanometri per la silice amorfa, e dai 100 ai 500 nanometri per il nerodi carbonio). Rimane da sottolineare che comunque questi aggregati molto piccoli sono profondamente legati

ta meccanicamente per produrre microperle o granuli (della dimensione massima di qualche millimetro) per facilitarne il trasporto e l’utilizzo.

2.3 Utilizzo delle cariche rinforzanti nell’industria della gomma

Il nero di carbonio e la silice utilizzate nel mondo della gomma sono prodotti nella forma fisica descritta sopra, ovvero in granuli, pellets o microperle, e la loro dimensione spazia dal decimo di millimetro a qualche millimetro nominale. I fornitori in genere consegnano le cariche in grandi quantitativi: vagoni ferroviari, autotreni, big bags. Alla consegna, queste vengono prontamente trasferite e immagazzinate in silos dedicati. Questi silos alimentano i mescolatori chiusi utilizzati per produrre le mescole elastomeriche, attraverso un sistema di trasporto generalmente pneumatico e di pesatura in linea. I mixer sono costituiti da camere chiuse equipaggiate con due rotori con forme geometriche tali da garantire grossi sforzi tangenziali sulla mescola in via di produzione, sforzi che disgregano le cariche dosate e le “assorbono” nella mescola. Il processo di produzione delle mescole avviene a batch, laddove i polimeri e le cariche di rinforzo sono introdotti nel mescolatore chiuso; la velocità dei rotori causa un riscaldamento dell’impasto, con la generazione di elevati sforzi disgreganti e disperdenti le cariche ed i chemicals. In particolare i granuli, i pellets di nero e le microperle di silice, a causa dell’alta energia fornita loro, sono soggette a disagglomerazione, trasformandosi dapprima in agglomerati più piccoli, con dimensioni tra 1 e 50 micron. Continuando il processo di mescolazione, questi agglomerati si disgregano ulteriormente, fino a raggiungere la loro struttura di base: gli aggregati, alcuni dei quali possono risultare


Materiali ausiliari esistono tra le particelle di nero e nella silice, e che formano gli agglomerati e gli aggregati.

grandi produttori, senza alcun rischio forniti ai produtper la salute. tori di mescole in Come sopra esposto, tutti i gradi forma o di aggregati, o di agglodi nero di carbonio e di silice amorfa merati, dunque precipitata sono prodotti con processi sotto forma di che implicano la formazione succesmateriali nanosiva di particelle, aggregati, agglomestrutturati. rati ed infine ammassi compattati in Poiché tutte pellets, granuli e microperle; sul merle valutazioni di cato non esistono forme “nano”, ma rischio sull’uso solo “macro”. dei materiali Dal punto di vista dell’esposizioFigura 5 - Cariche di rinforzo nella matrice polimerica nanostrutturati ne al rischio, la forma fisica del nedopo la mescolazione con un internal mixer. hanno riguardaro e della silice alla quale i lavoratori to gli effetti podell’industria della gomma sono espotenziali delle sole forme “nano”, e dodi dimensioni nanometriche (compresti, è essenzialmente: pellets, granuli 5: eCariche di rinforzo matrice polimerica la po averdopo esaminato i processi di proseFigura tra 40 500 nm - più innella generale o microperle, nella scala di dimensiomescolazione con un internal mixer. duzione e l’utilizzo del nero e della tra i 40 ed i 300 nanometri per la silini micro o millimetrica. L’esperienza silice amorfa, risulta evidente che il ce amorfa, e dai 100 ai 500 nanomesuggerisce che i più grandi rischi di solocariche momento in cui in questi materia-polimerica tri Figura per il 5nero di carbonio). Rimane delle esposizione al nero di carbonio ed alLa mostra la tipica distribuzione di rinforzo una matrice dopo mescolazione impiego di un mescolatore (internal mixer). Si li esistono chiuso in forma di nano-oggetti da sottolineare chetramite comunque questi la silice sono limitati all’immagazziosservano alcuni piccoli di circa 40 nm, i quali comunque intimamente è limitato adsono intermedi di sintesi di aggregati molto piccoliaggregati sono profonnamento, allo spostamento manuale legati al polimero e non possono quindi essere rilasciati nell’ambiente. vita breve, o a particelle nano legate damente legati chimicamente e fisicadei materiali, pesatura, mescolazione chimicamente alla matrice polimerica. mente alla matrice polimerica (bound e pulizia/manutenzione dei dispositivi 3. Conclusioni A causa delle elevate forze di corubber) da legami molto forti. Con il con cui vengono a contatto. A questo esione delle singole particelle in un processo di mixing è dunque possibiriguardo la ventilazione e la filtrazione e tra il polimero e la carica le rompere forze covalenti e fisiche dell’aria dove si dosa il nero e la silice 3.1 Nero dilecarbonio e silice in qualitàaggregato, di “nanomateriali” nelle mescole, non è possibile otteneche esistono tra le particelle di nero e sono norme di sicurezza ampiamente Occorre fare presente innanzitutto che, a differenza di altri materiali dove possono esistere re chimicamente o fisicamente forme nella silice, e che formano gli aggloe misure di rischio accettadifferenti forme “nano” e “macro”, tutti i tipi di carbon black e di silice amorfa presentirispettate sul singole di nano-oggetti durante tutto te. Non esiste esposizione ambientamerati e gli aggregati. mercato sono sempre stati forniti ai produttori di mescole in forma o di aggregati, o di agglomerati, dunque sotto forma di materiali nanostrutturati. il ciclo di vita dei prodotti in gomma. La Figura 5 mostra la tipica dile di forme di nano-oggetti del nero Poiché tutte ledelle valutazioni di di rischio sull’usoDi deiconseguenza materiali nanostrutturati hanno di riguardato non esiste pericolo o silice amorfa usati come carica rinstribuzione cariche rinforgli effetti potenziali delle sole forme “nano”, e dopo aver esaminato i processi di esposizione per l’uomo o l’ambiente a forzante. Nelle mescole vulcanizzate zo in una matrice polimerica dopo produzione e l’utilizzo del nero e della silice amorfa, risulta evidente che il solo momento in forme di nano-oggetti di nero di caril nero e la silice sono chimicamente e mescolazione tramite impiego di un cui questi materiali esistono in forma di nano-oggetti è limitato ad intermedi di sintesi di vita breve, o achiuso particelle nano legate chimicamente alla matrice bonio o silice amorfapolimerica. precipitata, usati fisicamente legati al polimero, e permescolatore (internal mixer). A delle elevate forze di aggregati coesione dellecome singole particelle in un aggregato, e tra ilciò non possono assolutamente essere cariche rinforzanti negli articoli Sicausa osservano alcuni piccoli polimero e la carica nelle mescole, non è possibile ottenere chimicamente o fisicamente in gomma. rilasciati nell’ambiente sotto forma di di circa 40 nm, i quali sono comunforme singole di nano-oggetti durante tutto il ciclo di vita dei prodotti in gomma. Di nanoparticelle. que intimamente legati al polimero e conseguenza non esiste pericolo di esposizione per l’uomo o l’ambiente a forme di nano3.2 Valutazione non possono quindi essere rilasciati oggetti di nerodi carbonio o silice amorfa precipitata, usati come cariche rinforzanti negli Fintantoché l’industria dei pneuarticoli in gomma. della sicurezza e tossicità matici potrà sviluppare ed introdurre nell’ambiente. del nero di carbonio nel futuro nuovi nanomateriali, quale della silice nell’industria siasi impatto ambientale, di sicurez3. Conclusioni della gomma za e salute per l’uomo verrà valutato secondo le regolamentazioni delle Da un punto di vista prettamente 3.1 Nero di carbonio e silice sostanze chimiche. Le misure di gein qualità di “nanomateriali” chimico il nero di carbonio e la silistione del rischio verranno riviste con Occorre fare presente innanzitutce amorfa precipitata sono materiale autorità di vigilanza competenti, e to che, a differenza di altri materiali li inerti e stabili, e sono stati ogget- se necessario - introdotte nell’amdove possono esistere differenti forto di numerosi studi di tossicità nebito produttivo industriale per assime “nano” e “macro”, tutti i tipi di gli ultimi decenni. Più recentemente curare un uso sicuro dei nuovi nanocarbon black e di silice amorfa preentrambe le sostanze sono state regimateriali.  senti sul mercato sono sempre stati strate secondo il REACH da parecchi dicembre

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Un contributo scientifico all’analisi termica di Emilio De Tuoni

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e analisi termiche sono sorte nel tardo '800, allorché hanno iniziato ad essere impiegate per caratterizzare stati della materia in funzione della temperatura, in concomitanza con fenomeni esotermici e endotermici. Da allora le analisi termiche hanno subito molti sviluppi interpretativi, iniziati a partire dagli anni '40 con l'avvento di applicazioni di DTA (Differential Thermal Analysis) e continuati con lo sviluppo di TGA (Thermo Gravimetric Analysis), DSC (Differential Scanning Calorimetry), DTG (Derivative Thermogravimetric Analysis), DMTA (Dynamic Mechanical Thermal Analysis), TMA (ThermoMechanical Analysis), DETA (Dielectric Thermal Analysis). Gli sviluppi descritti in un volume di recente pubblicazione considerano anche l'avvento di applicazioni in combinazione con metodi non termici, come ad esempio metodi spettroscopici, metodi dilatometrici, o in combinazione con tecniche FT-IR o GC-MS (spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier e cromatografia in fase gassosa accoppiata con l'ausilio dello spettrometro di massa). Gli sviluppi a fondamento scientifico che si sono man mano diffusi nelle industrie ha portato all'impiego di analisi termiche mirato alla valutazione di parametri specialistici connessi

con interazioni polimero-carica e carica-carica, come ad esempio l'impiego dell'analisi termica dinamico-meccanica (DMA) per risalire a proprietà di viscoelasticità, o come ad esempio l'impiego di TMA usata come TDA (Thermodialometric Analysis), per arrivare alla valutazione del creep negli elastomeri in funzione della temperatura. In questo caso la TMA si affaccia anche al mondo della reologia. Tra le analisi termiche esistono anche procedure di microanalisi (μTA) adatte per intraprendere procedure di indagini di miscibilità tra fasi polimeriche, specialmente nello studio di composizioni di elastomeri termoplastici TPE, in base all'esame dell'andamento della Tg (temperatura di transizione vetrosa) e della Tm (temperatura di fusione). Importante è stato lo studio della cristallizzazione della NR (gomma naturale), esaminando anche l'influenza della presenza di acidi grassi e di punti di branching (ramificazioni). Inoltre, sulla base di dati ricavati con DSC, TGA, DMTA, hanno rivestito molto successo le valutazioni di resistenza alle intemperie e di resistenza all'ossidazione, di resistenza alla biodegradabilità, di resistenza al fuoco, anche in funzione della polarità e della reattività di determinati aggruppamenti chimici, anche ionici. dicembre

Viene in questo caso spiegata la necessità di valutare i risultati secondo interpretazioni strettamente chimiche, sulla base di comportamenti significativi, come ad esempio la maleinizzazione con innesto di anidride maleica sulla macromolecola della NR, che dà luogo a crescita di Tg probabilmente per interazione intermolecolare tra gruppi pendenti polari, ove invece la maleinizzazione sui gruppi pendenti di etiliden-norbornene nella macromolecola dell'EPDM dà luogo ad una diminuzione di Tg per effetto di un aumento della plastificazione delle catene intermolecolari. In questo volume congruo spazio viene riservato alla descrizione dei principi su cui sono basate e su cui funzionano le apparecchiature di analisi. La pubblicazione ha una impostazione a carattere strettamente scientifico-interpretativo e non vi si trovano pertanto notizie riguardanti la manualià delle apparecchiature stesse. Infatti non vuole essere un manuale d'uso ma un trattato, appunto, scientifico. L’analisi termica, secondo la ICTAC (International Confederation for Thermal Analysis and Calorimetry) è un gruppo di tecniche, in cui una proprietà del campione viene monitorata rispetto al tempo o alla temperatura, intanto che la temperatura stessa del campione viene programmata in una

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Libri

atmosfera specificata. Sulla base del primo e del secondo principio della termodinamica infatti, ove l’energia interna U di un sistema può essere variata fornendo una quantità di calore Q in concomitanza con un lavoro W [ΔU = Q + W], e ove in un processo a livello infinitesimale è dU = dQ + dW, da variazioni di energia interna del sistema durante l’esecuzione di una analisi termica si possono ricavare utili informazioni circa la struttura e le proprietà di un materiale anche eterogeneo. Da ciò gli autori sviluppano le metodologie di analisi termica (TGA, TGA-MS, TGA-FTIR, TGADSC, DETA, MTA, TMA, DMA,

DTA, DSC), mediante le quali si ricavano gli andamenti di singoli parametri, che interpretano la distribuzione spaziale e le interazioni elastomero-carica e carica-carica. Particolare significato viene ascritto alla MTA (Magnetic Thermal Analysis) per ricavare informazioni sulle costituzioni di aggregati e di networks di nero di carbonio. Vengono riportati studi molto approfonditi sull’impiego della DSC per interpretare gli effetti della cristallizzazione e per interpretare gli effetti della idrogenazione su NR, NBR, SBR. Come pure vengono riportati esami per caratterizzare mediante la DMA gli effetti di costituenti ionici (esempio componenti solfonici) nella composizione degli elastomeri, specialmente negli EPDM. La parte più importante del volume riguarda l’impiego delle analisi termiche per controllare le caratteristiche di diversi articoli elastomerici. Per gli antivibranti presentano importanza valutazioni con DMA e DMTA per accertare gli andamenti della componente elastica È e della componente di perdita E” del modulo dinamico a compressione E*, nonchè l’andamento della tangente dell’angolo di perdita δ. Durante l’esposizione vengono considerati interessanti aspetti di mescole di CR/ENR-50. Per le molle ad aria (air springs) risultano invece più caraterizzanti analisi termogravimetriche TG con interpretazione delle derivate dei dati (DTG = Derivative Thermo Gravimetric). Sugli organi di tenuta vengono segnalate opportunità con molti tipi di analisi termiche: TGA, DSC, TMA,

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“Thermal Analysis of Rubber and Rubbery Materials” a cura di Namita Roy Choudhury, Prajna P. De, Naba K. Dutta. Edito da Smithers Rapra Technology Ltd. (http://www.iSmithers.net), Shawbury, Shrewsbury, Shropshire. Pagine 546, 160,00 sterline (200,00 euro).

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DMA, sia per valutare il comportamento dal punto di vista ossidativo, che il comportamento meccanicodinamico. Gli elastomeri interessati in tale settore, per i quali vengono riportati ragionevoli intervalll di temperatura di impiego, sono FKM, FQM, NBR, HNBR, XNBR, CR, PU (Gomme Uretaniche), MQ e gomme siliconiche in genere, EPDM. Nel settore della tenuta viene mostrata l’opportunità della valutazione della Tg mediante DSC tra -100° e 50°C per dedurre il migliore comportamento alla tenuta stessa. Tra gli organi di tenuta vengono considerati anche i profilati per carrozzeria, per i quali vengono giudicate opportune analisi termiche DMA, valutando la temperatura dei picchi di tanδ, e analisi termiche DTG, valutando l’effetto provocato da raggi UV sui rivestimenti funzionali di poliuretano. Sono considerate poi applicazioni della DSC su rivestimenti di cavi elettrici per valutare la compatibilità con gli strati sottostanti, applicazioni della DSC e della DMA sugli adesivi a base elastomerica per valutare l‘andamento del modulo dinamico a torsione in fase di esercizio, e infine applicazioni di DSC, TGA, DMA su mescole per pneumatici, per valutare anzitutto gli aspetti isteretici in funzione della temperatura, inoltre per valutare aspetti di degradazione in funzione della temperatura (mediante TG-DTG). Si noti che dei 20 istituti di ricerca che hanno contribuito alla stesura del trattato, 6 sono giapponesi, 5 sono indiani, 4 sono australiani, 2 sono canadesi, 1 è della repubblica ceca (unico europeo), 1 è statunitense, 1 è cinese. Si direbbe pertanto che gli editori abbiano indirettamente puntualizzato la limitata partecipazione del nostro continente all'approfondimento delle tematiche che riguardano le analisi termiche. 


Inverno in sicurezza

Pneumatici invernali o catene a bordo verso l'obbligatorietà di Giuseppe Cantalupo

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al 15 novembre 2010 al 31 marzo 2011 sulle strade di Milano e Provincia bisognerà circolare con pneumatici invernali o con catene da neve a bordo. Lo stabilisce un’ordinanza dell’11 ottobre 2010 emessa dal Direttore del Settore Gestione Rete Stradale della Provincia di Milano E. Guglielmino. Questa ordinanza recepisce le modifiche al nuovo Codice della strada introdotte dalla legge del 29 luglio 2010 numero 120. Macchine col giusto assetto di marcia su neve o ghiaccio, quindi o, comunque, attrezzate con idonei mezzi antisdrucciolevoli (le catene) atti a superare queste difficoltà quando si dovessero presentare.

Questo significa, come l’ordinanza stessa precisa, che l’obbligo vale anche al di fuori del periodo di calendario indicato, se si verificano precipitazioni nevose. Il provvedimento intende prevenire innanzitutto gli incidenti e le possibili conseguenze sulla incolumità delle persone che vi rimarrebbero coinvolte. Poi sono da considerare anche altri fattori assolutamente non di poco conto, come i disagi e gli inconvenienti alla circolazione provocati durante e dopo le nevicate da mezzi in difficoltà, perché non equipaggiati per affrontare in sicurezza le condizioni del fondo stradale rese proibitive dalle avverse condizioni meteorologiche della stagione fred-

Un’auto con pneumatici invernali sul bagnato. dicembre

da. Disagi e inconvenienti che oltre a ostacolare il regolare deflusso del traffico, rendono anche difficoltoso l’intervento dei mezzi di emergenza là dove ce ne dovesse essere bisogno. “Non è tollerabile – ha detto l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Provincia di Milano Giovanni De Nicola in occasione della presentazione della nuova ordinanza - che autoveicoli sforniti di pneumatici invernali o catene da neve si blocchino sulle carreggiate provocando la paralisi della mobilità lungo le strade provinciali e la conseguente congestione dei centri urbani. E ancora meno tollerabili sono i troppi incidenti, originati dalle medesime cause….” Di qui l’auspicio dell’Assessore che gli automobilisti si dotino di pneumatici invernali, che sono l’equipaggiamento adatto per guidare d’inverno in condizioni di sicurezza. De Nicola ha anche avuto parole di apprezzamento per le numerose iniziative svolte da Assogomma nell’ambito della campagna “Pneumatici sotto controllo”. In particolare, per quelle sviluppate per sensibilizzare gli utenti della strada sull’importanza che ha, per la loro sicurezza e per quella degli altri, equipaggiare la propria vettura con le gomme specificamente indicate nelle condizioni climatiche avverse.

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Inverno in sicurezza

“Questa ordinanza – ha commentato Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma - è volta a migliorare in modo significativo la sicurezza sulle nostre strade nella stagione più a rischio per la mobilità a causa di freddo, ghiaccio, brina, pioggia e neve. Basti pensare che a 40 km/h una vettura di media cilindrata equipaggiata con gomme invernali frena sulla neve in uno spazio anche del 50% più breve di quello richiesto dalle gomme estive. E che con la stessa vettura, a 80 km/h in condizioni di pioggia e bassa temperatura, le gomme invernali riducono lo spazio di frenata del 15%.” Sono prestazioni dovute ai notevoli miglioramenti tecnologici che hanno interessato questi pneumatici negli ultimi anni, favorendone la diffusione. Perché nella stagione fredda “funzionano” meglio di quelli estivi. Anche se non c’è neve e la strada è asciutta. Questo, grazie alla maggiore morbidezza della mescola con la quale sono prodotti. Una mescola appositamente studiata per esibire al meglio le sue prestazioni alle basse temperature in termini di aderenza

in qualunque condizione di viabilità e anche in termini di grip. Questa caratteristica, inoltre, è migliore di quella delle gomme estive anche perché il battistrada presenta particolari lamelle sui tasselli, e questi, a loro volta, mostrano intagli profondi che concorrono a migliorarla ulteriormente. Ma come si distinguono i pneumatici invernali da quelli estivi? I pneumatici invernali, chiamati anche termici, da neve o lamellari, riportano sul fianco, per legge, la sigla M+S, che vuol dire Mud (fango) + Snow (neve). A questa marcatura talvolta si accompagnano anche dei disegni come, per esempio, una piccola montagna stilizzata con tre vette o un cristallo di neve. Questi simboli, però, non sono obbligatori per legge. L’inosservanza dell’ordinanza comporta l’applicazione di sanzioni che vanno dalla multa al fermo del mezzo, dal momento che l’equipaggiamento non adeguato del veicolo costituisce un pericolo per la circolazione, e all’eventuale sottrazione di punti sulla patente.

La Provincia di Milano ha deciso, il 7 novembre, di rinviare a data da destinarsi l’adozione dell’ordinanza di cui si parla nell’articolo. Le ragioni del rinvio sono state così precisate dal Presidente della Provincia, on. Guido Podestà: “I consumatori hanno, innanzitutto, sottolineato che, negli ultimissimi giorni, sono stati riscontrati casi di oscillazione verso l’alto dei prezzi di catene da neve e di pneumatici invernali interpretabili, a loro avviso, solo come tentativi di speculazione. Alcuni fornitori, poi, hanno segnalato l’impossibilità materiale di approvvigionarsi di catene e di pneumatici in modo da poter soddisfare tutte le richieste. È stata, infine, rimarcata l’esigenza, che l’Ente condivide in merito la necessità di installare gli apposito cartelli di divieto lungo l’intera rete delle Strade provinciali, di lanciare una campagna informativa tanto efficace da non mettere nessuno nelle condizioni di ignorare il provvedimento e di esporsi, così, alle sanzioni previste”. Come si vede, le ragioni del rinvio non riguardano il merito dell’ordinanza ma solo motivi contingenti e temporanei di opportunità. 

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TA C C U I N O Produzione • consumi • mercati

Battuta d’arresto per la produzione Bene l’export

to in collaborazione con Kraiburg TPE. Levamelt ha poi interessanti impieghi nel settore delle pellicole adesive trasparenti.

n settembre l’indice Istat della produzione industriale italiana ha registrato una flessione del 2,1% rispetto al mese di agosto. Resta positiva (+5,7%) la variazione dei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2009. Per quanto riguarda gli articoli in gomma e materie plastiche l’indice Istat segnala un calo dell’1,7% in settembre rispetto ad agosto. Nel periodo gennaiosettembre 2010 si è avuta una crescita del 2,2% su gennaio-settembre 2009. La crescita era stata del 2,7% nel periodo gennaio-agosto. Positivi i risultati delle esportazioni. Per gli articoli in gomma e materia plastiche nel periodo gennaio-settembre, sempre secondo i dati resi noti dell’Istat, l’export è aumentato del 16,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le importazioni sono a loro volta cresciute del 21,1%. Il saldo positivo della bilancia commerciale, sempre per i primi dieci mesi dell’anno, è stato di 3,35 miliardi di euro.

Al via la produzione di lattice Pliocord VP in Cina

I

Lanxess aumenta la capacità produttiva di EVM

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on un investimento di 9 milioni di euro Lanxess ha deciso di aumentare del 30%, a 15 mila tonnellate, la capacità produttiva del sito di Dormagen di copolimero etilene-vinilacetato (EVM) venduto con i marchi Levapren e Levamelt. Le nuove potenzialità saranno operative nella seconda metà del 2012. Secondo quanto ha detto Jürgen Gunther, responsabile della linea Technical Rubber Products del business Performance Polymer, il nuovo investimento è diretto a soddisfare la crescente domanda dell’industria dei cavi elettrici. Ma l’elevata resistenza del Levapren a oli e calore trova sempre maggiori applicazioni anche negli articoli tecnici per l’industria automobilistica. Inoltre ha prospettive di crescita con i polimeri come Hipex, il nuovo elastomero termoplastico vulcanizzabile (TPE-V) sviluppa-

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l gruppo francese Eliokem ha annunciato il completamento dell’impianto di Pliocord del Shanghai Chemical Industry Park di Caojing, Cina. L’impianto, che ha comportato un investimento di 25 milioni di dollari, ha iniziato le campionature e sarà pienamente operativo tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. In questo modo la capacità produttiva di questo lattice, prodotto anche nello stabilimento di Le Havre, arriverà a circa 50 mila tonnellate anno. Il principale impiego di Pliocord VP Latex è nella produzione di pneumatici per assicurare l’adesione del tessuto cord. Secondo Eliokem uno su tre pneumatici per autovettura prodotti nel mondo impiega lattice Pliocord. Eliokem ha recentemente lanciato sul mercato un nuovo grado di Sunigum, il P 2100, con accresciute caratteristiche di resilienza. Il nuovo prodotto è impiegato con il PVC flessibile e una estesa gamma di elastomeri termoplastici grazie alla sua lavorabilità e resistenza ad aggressivi chimici, oli e grassi. In estrusione offre ottima stabilità termica e resistenza dei prodotti finiti al calore e ai raggi UV.

Eliokem, nata nel 2001 dalla dismissione delle attività chimiche della Goodyear Tire & Rubber Company, è oggi proprietà di Axa Private Equity. A quest’ultima è stata formulata in ottobre una offerta di acquisto da parte di Omnova Solutions, gruppo chimico di Fairlawn, Ohio, quotato alla borsa di New York, che nel terzo trimestre 2010 ha realizzato un fatturato di 41,8 milioni di dollari. Omnova ha annunciato l’intenzione di integrare Eliokem nella sua divisione Performance Chemicals.

La Germania (e l’Europa) rivede al rialzo la crescita

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el periodo da gennaio ad agosto gli ordini di macchine per la plastica e la gomma sono cresciuti per l’industria tedesca del 77%. Merito soprattutto dei mercati esteri (Cina e India soprattutto, ma anche America Latina) nei quali la domanda è aumentata dell’87%. Sul mercato interno l’incremento è stato del 55%. Ciò ha portato l’associazione di settore (la VDMA) a rivedere al rialzo le stime per l’intero 2010: al 15% rispetto all’11% previsto a metà anno. Per il 2011 la previsione è di una crescita del 10%. L’ottimismo dei costruttori tedeschi è condiviso dai loro colleghi a livello europeo. Secondo una previsione di Euromap (l’associazione dei costruttori europei di macchine per gomma e plastica), dopo la pesante caduta del 2009, quest’anno la produzione dovrebbe registrare una crescita tra il 10 e il 15%. Il

L’impianto cinese di Eliokem.

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Taccuino

miglioramento dei livelli produttivi dovrebbe continuare anche nel 2011.

Compounding tecnico in Cina

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destinata a produrre inizialmente gradi a base di PPA Amodel, nonché di poliarilammide Ixef e Kalix, la nuova linea per compound che Solvay ha deciso di avviare a Changshu, nella provincia cinese di Jiangsu. L’impianto, che comporterà un investimento complessivo di 21 milioni di euro, entrerà in funzione negli ultimi mesi del 2012. Nelle intenzioni del gruppo belga servirà a soddisfare la crescente domanda di polimeri speciali per applicazioni nell’industria elettronica, automotive, prodotti di consumo e componenti industriali. L’impianto è stato progettato per consentire futuri ampliamenti, che potrebbero interessare anche compound a base di fluoropolimeri. Il crescente interesse di Solvay verso il mercato cinese è testimoniato da un dato: nei primi sei mesi dell’anno, il paese asiatico ha assorbito circa un quarto delle specialità polimeriche vendute dal gruppo a livello mondiale.

Allarme per la pirateria

N

el giro degli ultimi tre anni i costruttori europei di macchine per gomma e plastica hanno subito una perdita di 800 milioni di euro per effetto dei prodotti pirata introdotti sul mercato da alcuni paesi. Lo ha dichiarato Luciano Anceschi, vice-presidente di Euromap. Il quale ha aggiunto che il 18% delle aziende intervistate denunciano perdite di fatturato tra il 12 e il 20% per effetto della pirateria e che il 12% lamenta una incidenza ancora maggiore. A guidare la graduatoria dei paesi maggiormente implicati in queste operazioni di contraffazione è la Cina, seguita dalla Turchia e dall’India.

Bridgestone aumenta la produzione di fuoristrada

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a Bridgestone ha annunciato che intende aumentare da 80 a 130 ton

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al giorno la produzione di pneumatici radiali per veicoli cava e cantiere dello stabilimento di Kitakyushu. Le nuove capacità produttive saranno disponibili già nel gennaio del 2013 e saranno a pieno regime alla metà dello stesso anno. Il costruttore giapponese ha anche comunicato che verrà potenziata la potenzialità dell’impianto di cord metallico per questi tipi di pneumatici che sorge a Saga e che attualmente ha una capacità di 240 ton al giorno. L’investimento complessivo previsto è di 24 miliardi di yen (circa 213 milioni di euro). Ricordiamo che alla fine di marzo Bridgestone aveva ceduto a Bekaert due suoi impianti di cord in Cina e in Sardegna. Bekaert a sua volta ha annunciato in ottobre di aver completato l’ampliamento dell’impianto cinese di cord metallico (definito “il più verde del mondo”) di Shenyang. In tal modo la capacità produttiva del gruppo belga sale in Cina a 450.000 tonnellate anno.

Wacker rafforza la presenza in Asia

da parte della Wacker Chemicals Korea (sussidiaria della Wacker Chemie AG) del brand Lucky Silicone della Henkel Technologies e del relativo impianto produttivo di Jincheon, 100 chilometri a sud-est di Seoul.

Sempre più Cina per Clariant

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a svizzera Clariant continua a rafforzare la sua presenza in Cina con l’apertura, il 20 ottobre a Shanghai, di una direzione generale che comprende anche un centro tecnico pigmenti. Sempre nel campo dei pigmenti è stato annunciato il via all’impianto in joint venture di Hangzhou. Nel 2010 Clariant calcola che le sue vendie sul mercato cinese siano aumentate del 30%.

Teknor Apex distribuisce Laripur in Nord America

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azienda chimica italiana Coim s.p.a. ha nominato Teknor Apex distributore esclusivo dei composti per elastolla fine di ottobre Wacker ha inau- meri in poliuretani termoplastici (TPU) gurato ufficialmente il suo impianto Laripur di sua produzione per il mercato di polimeri siliconici (intermedi e pro- delle aziende produttrici di cavi negli Stadotti finiti) a Zhangjiagang in Cina. L’in- ti Uniti, in Canada e in Messico. vestimento è stato di 30 milioni di euro. L’accordo consente inoltre a Teknor Wacker produce siliconi in Cina dal Apex di ampliare il portafoglio di pro2004 per le più diverse applicazioni, in dotti tramite l’utilizzo dei TPU di Coim particolare automotive, edilizia ed elet- per sviluppare composti plastici destinati tronica. La sua presenza nel paese cre- a settori diversi da quello dei cavi. sce annualmente a due cifre. Nel 2009 I composti Laripur coprono un vasto le vendite nel mercato cinese (Taiwan campo di durezza compreso tra 60 Shocompresa) sono ammontate a 730 mi- re A e 75 Shore D. Presentano la flessilioni di euro. Altra operazione asiatica bilità intrinseca tipica degli elastomeri e del gruppo di Monaco è l’acquisizione non contengono plastificanti, tranne nel caso di formulazioni specifiche. Tra le applicazioni tipiche figurano i cavi per sensori e sistemi di frenatura antiblocco utilizzati nell’industria automobilistica e mineraria, per il monitoraggio sismico, le perforazioni petrolifere ed altre applicazioni che richiedono resistenza e prestazioni elevate in climi freddi. La Wacker ha inaugurato una fabbrica di polimeri siliconici in Cina.

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Taccuino

IISRP aggiorna le statistiche della gomma sintetica

L’

International Institute of Synthetic Rubber Producers ha pubblicato l’edizione 2010 del Worldwide Rubber Statistics. Il volume, di 87 pagine, si pubblica da 30 anni e contiene una analisi delle capacità produttive di gomma sintetica per tipo di elastomero, per area geografica e per società produttrici. Contiene anche le previsioni elaborate congiuntamente dall’IISRP e dall’International Rubber Study Group. Ulteriori informazioni sulla pubblicazione possono essere trovati su www.iisrp.com.

Chiamata per il Reach

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fine novembre è scaduto il termine per registrare le sostanze chimiche di uso più comune o più pericolose nell’ambito del nuovo regolamento Reach, mentre il 3 gennaio 2011 è l’ultimo giorno per notificare all’Agenzia europea per le Sostanze chimiche (Echa) la classificazione e l’etichettatura dei prodotti. Scadenze che non riguardano solo l’industria chimica, ma anche i settori a valle: sono infatti quasi 150.000 le imprese europee coinvolte in questi adempimenti. Al 10 settembre le dichiarazioni presentate all’Echa erano quattro mila. Sul tema è intervenuto Giorgio Squinzi,

presidente di Federchimica e consigliere incaricato per l’Europa di Confindustria, che ha apprezzato l’attività svolta dalla Commissione, e in particolare dal commissario Tajani “per gli sforzi compiuti per rendere più accessibile l’attuazione del Reach alle piccole e medie imprese” riconoscendo all’Echa l’impegno nel pubblicare tutta la documentazione di riferimento nelle 22 lingue dell’UE. “Le nostre imprese - ha aggiunto Squinzi - stanno facendo grandissimi sforzi per ottemperare alle scadenze previste dal Reach. Spesso, tuttavia, ci imbattiamo in problemi procedurali complessi da affrontare, che danno soluzioni incerte e risultano particolarmente costosi, soprattutto per le PMI, che sono circa il 90% delle imprese chimiche”.

Imprese • finanza

Il marchio Rutil torna sul mercato

È

stato per molti anni uno dei nomi di punta tra i costruttori italiani di macchine per la lavorazione della gomma. Poi all’inizio del 2009 il tracollo, la chiusura e la cessione dello stabilimento di Lonate Ceppino. Ora il marchio Rutil torna sul mercato dopo che la HT Mir ha rilevato dal curatore fallimentare il marchio, insieme con il magazzino, i disegni, un portafoglio ordini di 26 linee ed un parco installato, a livello mondiale, di 7.000 presse a cui fornire assistenza e ricambistica. L’acquisizione non ha compreso invece lo stabilimento produttivo di Lonate Ceppino, in provincia di Varese. La produzione sarà infatti trasferita presso l’attuale sede di HT Mir, a Brescia. “Fondendo l’esperienza di Rutil e di Mir, due marchi storici nello stampaggio della gomma, acquisiamo la leadership italiana nel settore delle presse per elastomeri” ha affermato Pietro Nicolazzi, patron di HT Mir. “Un altro passo verso la creazione, a Brescia, della cittadella della plastica e della gomma, a cui da tempo stiamo lavorando”. Per la HT Mir i risultati sembrano già arrivare: “Nei primi nove mesi di quest’anno il fatturato è risalito a 13,5 milioni di euro, con un incremento del +60% sul 2009 ed il piano industriale per il prossimo an-

no prevede di raggiungere 20 milioni di euro - ha dichiarato ancora Nicolazzi. Tra gennaio e settembre abbiamo venduto 86 macchine prodotte a Brescia, a cui vanno aggiunte un centinaio di macchine assemblate nel nostro stabilimento cinese, 41 delle quali esportate sul mercato europeo”. Tra le macchine consegnate quest’anno spiccano anche cinque “grandi”: una 2.500 tonnellate ed una 2.000 ton a due piani hanno preso la via del Brasile, dove saranno utilizzate per produrre componenti auto; due macchine da 1.800 ton sono state acquistate, rispettivamente, da uno stampatore italiano e da uno russo; una 1.600 ton per casalinghi è stata invece consegnata nelle Marche. Una buona accoglienza sul mercato hanno avuto anche le nuove elettriche a marchio Wave (distribuite ed in parte assemblate in Italia), presentate al Plast ‘09 e consegnate fino ad oggi in 26 esemplari. A supportare la ripresa, oltre alle vendite all’estero - che oggi rappresentano circa la metà del fatturato - anche il buon andamento del settore gomma. “Gli ordini più interessanti riguardano gli impianti multistazione. Abbiamo attualmente in costruzione due macchine da 4 e da 6 stazioni ed una multistation è stata appena consegnata a Eurosuole. Stiamo anche realizzando la pressa per gomma con la corsa piano mobile più lunga mai costruita: 3,2 metri per uno dei più importanti produttori europei”.

dicembre

A Styron il 50% di Sumitomo Dow

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tyron ha annunciato di aver acquisito la quota del 50% della joint venture Sumitomo Dow Ltd in precedenza posseduta da The Dow Chemical Company. La società, che opera nel settore dei policarbonati, è adesso a partecipazione paritetica di Styron e Sumitomo Chemical, continuerà ad aver sede a Tokyo e assumerà una nuova denominazione prima della fine dell’anno. Styron è una multinazionale da 3,7 miliardi di dollari di fatturato con venti siti produttivi in tutto il mondo. È nata nel giugno di quest’anno dall’accorpamento di quattro divisioni di The Dow Chemical Company (gomma sintetica, policarbonati, lattice per carta e tappeti, prodotti stirenici). Fa capo a una della maggiori società di private equity, la Bain Capital.

Alla Lanxess gli acceleranti Flexsys

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ue attività nel settore degli ausiliari per gomma della Flexsys (divisione dell’americana Solutia Inc di St. Louis, Missouri) sono stati acquistati da Lanxess. Si tratta degli acceleranti e dell’agente anti-reversione Perkalink 900. L’importo dell’operazione, che non prevedere trasferimento di personale, non è stato comunicato.

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affidato a una banca d'affa "Il nostro obiettivo è trova dipendenti e partner comm decisione di cedere quest investimenti, le prospettiv Engel, pur essendo un bu attività core del gruppo.

Taccuino

Lanxess integrerà gli acceleranti Flexsys nei suoi siti produttivi di Kallo (Belgio) e Bushy Park (South Carolina, Stati Uniti). Nell’impianto belga la multinazionale tedesca, cha ha a sua volta una linea di acceleranti con marchio Vulkacit, ha investito negli ultimi due anni 10 milioni di euro. Quanto al Perkalink, questo prodotto andrà ad integrare la linea di agenti anti-reversione Vulcuren di Lanxess. L’operazione nel suo complesso conferma la volontà di Lanxess di mantenere il proprio ruolo di fornitore di ausiliari di qualità per pneumatici e articoli tecnici a livello mondiale. Lo ha detto Luis LopezRemon, capo della business unit Rubber Chemicals di Lanxess.

Zeon Italia diventa Zeon Europe

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al 1° settembre Zeon Italia è stata incorporata nel suo socio unico Zeon Europe GmbH. Quest’ultima ha creato una sede secondaria in Italia, a Milano in via Mauro Macchi 27, denominata Zeon Europe GmbH. Responsabile della sede italiana continua ad essere Riccardo Musci.

Maxi fusione nelle specialties

È

stata completata la fusione tra la Momentive Performance Materials Holdings e Hexion, che ha dato vita ad una nuova realtà nel settore delle specialità chimiche e materiali avanzati. Momentive Performance Materials - questo il nome della nuova società - dispone di 117 siti produttivi, oltre 10 mila addetti e un giro d’affari di 7,5 miliardi di dollari, con un Ebitda stimato in 1,24 miliardi. Il quartier generale è stato fissato a Columbus, Ohio - attuale sede di Hexion -, mentre ad Albany, nello stato di New York, sarà mantenuta una significativa presenza, tra cui la direzione della divisione siliconi. Una volta completata l’operazione, si precisa in un comunicato, la nuova società sarà in grado di fornire ai clienti una gamma completa di specialità chimiche e materiali a livello mondiale. L’operazione non necessita di ulteriori finanziamenti e si tradurrà in importanti sinergie che miglioreranno la struttura finanziaria della nuova Momentive. Hexion Specialty Chemicals è stata creata cinque anni fa dalla fusione di Bor-

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den Chemical, Resolution Performance Products, Resolution Specialty Materials e Bakelite AG. Momentive Performance Materials nasce invece nel 2006 dall’acquisizione di GE Advanced Materials. A fine ottobre Momentive Performance Materials ha annunciato di aver dato il via alla costruzione di un nuovo impianto per la produzione di LSR (gomma siliconica liquida) a Leverkusen.

Hexpol ha acquistato il gruppo Excel Polymers

I

l gruppo svedese Hexpol ha annunciato di aver acquistato per 212,5 milioni di dollari il produttore di mescole Excel Polymers LLC di Solon, Ohio con stabilimenti negli Stati Uniti, Cina, Messico e Regno Unito e un fatturato previsto per quest’anno di 350/360 milioni di dollari. Con questa acquisizione Hexpol porta a nove i paesi in cui detiene attività produttive con 24 siti.

Cambiamenti nel management di Lanxess

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anxess ha annunciato cambiamenti al vertice di tre delle sue tredici business units. Hubert Fink è stato chiamato a succedere a Hans-Georg Schmitt alla guida dei Basic Chemicals. Michael Zobel sostituirà Fink ai SemiCrystalline Products, lasciando la guida del Ion Exchange Resins business a Jean-Marc Vesselle.

KraussMaffei Berstorff c Cam collaborare come consulente. Krau Esperto di macdi Kr chine e impiandivis ti, Hans Ulrich Golz Golz proviene da MAG PowerMan train, dove dal cont 2008 ricopriEspe va l’incarico di Pow CEO. In preceha g denza ha guidato due aziende Mikr della strumen- ricoperto anche cariche d tazione meccanica, la Studer Mikrocome consulente esterno. sa di Leipzig e la Vogtland di Plauen; nella sua carriera ha ricoperto anche cariche di responsabilità in Daimler e ha lavorato per un certo periodo nei comecopolimeri Alleanza consulente esterno.

Alleanza nei copolimeri bio

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rkema e Purac (gruppo CSM) collaboreranno allo sviluppo di copolimeri a blocco a base di lattidi destinati a migliorare le caratteristiche termiche e meccaniche di bioplastiche quali l’acido polilattico (PLA), al fine di ampliarne le possibilità applicative. I nuovi copolimeri saranno prodotti combinando i monomeri L- e D-lattide di Purac con la tecnologia di polimerizzazione per apertura di anello (ring-opening polymerization) a catalisi organica di Arkema, che consente di ottenere una struttura del polimero più controllata. In questo modo si ottengono copolimeri ad alta purezza partendo da composti ciclici quali lattidi e lattoni, con l’ulteriore vantaggio ambientale derivante dall’assenza di residui metallici.

KraussMaffei Evonik cerca Berstorff cambia CEO acquirenti al vertice della divisione per il carbon black Cambio estrusione del gruppo tedesco KraussMaffei: Hans Ulrich Golz entra a far parte del Managing Board di KraussMaffei Technologies come nuovo responsabile della divisione Estrusione e CEO della controllata KraussMaffei Berstorff. Golz (nella foto) prenderà così in carico le funzioni ricoperte da Manfred Reichel, che dopo 45 anni di carriera nel gruppo bavarese continuerà a

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ll’inizio di luglio Evonik Industries ha concentrato le attività nel nero di carbonio in una società indipendente, Evonik Carbon Black GmbH, in attesa di decidere cosa farne: se investire pur mantenendole autonome, cederle in blocco o trovare un partner per un’eventuale joint-venture. La decisione prevede la dismissione delle attività che valgono circa 1 miliardo


Taccuino

di euro e occupano 1.700 addetti in 17 siti presenti in dodici diversi paesi. L’incarico è già stato affidato a una banca d’affari. “Il nostro obiettivo è trovare una soluzione che sia altrettanto convincente per clienti, dipendenti e partner commerCSM) collaboreranno allo sviluppo di copolimeri bloccosocietà, a base ciali - ha spiegato il CEOa della are le caratteristiche termiche e meccaniche di bioplastiche quali Klaus Engel. La decisione di cedere quefine di ampliarne le possibilità applicative. ste attività offre la miglior piattaforma o prodotti combinando i monomeri L- e D-lattide di Purac con la ione per apertura di anello (ring-opening per garantire nuovi polymerization) investimenti, ale proa, che consente dispettive ottenere una struttura edel polimero più di crescita i livelli occupazioo si ottengono copolimeri ad alta purezza partendo da composti nali nelambientale lungo periodo”. Engel, con l'ulteriore vantaggio derivante Secondo dall'assenza di

estimenti i Pirelli prevede investimenti per 1,2 miliardi tra 2011 e 2013 e 15. Ciò consente di prevedere una crescita media annua dei ditività in aumento nel 2013 tra il 10,5 e l’11,5%. ettimo Torinese è in corso un investimento iniziale di 155 milioni. Provera, “racchiuderà tutta la nostra tecnologia più alta, avrà un pianto all’avanguardia e profittevole”. Il presidente del gruppo ha a crescita sarà interna, non sono previste operazioni di fusione e nche aumenti di capitale”.

pur essendo un business attraente e in crescita, il carbon black non rientra più nelle attività core del gruppo.

Pirelli: 1,9 miliardi di investimenti

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uovo piano industriale di Pirelli prevede investimenti per 1,2 miliardi tra 2011 e 2013 e 0,7 miliardi nel 2014 e 2015. Ciò consente di prevedere una crescita media annua dei ricavi dell’8% con una red-

materie prime • macchine • prodotti

Così la scarpa diviene ecosostenibile

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na sorta di “scarpa verde” con una ridotta impronta al carbonio grazie all’utilizzo di materiali performanti, ottenuti in larga parte da materie prime rinacchine prodotti novabili o, quanto meno, più sostenibili ostenibile per l’ambiente. Stiamo parlando di ‘Ecoe” con una ridotta impronta al carbonio grazie all'utilizzo di trekker’, prototipo concettuale svilupnuti in larga parte da materie prime rinnovabili o, quanto meno,

nte. Stiamo parlando di ‘Ecotrekker’, prototipo concettuale

di

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e

olventi, un blend di policarbonato e biopolimero, poliuretani essi su risorse rinnovabili. Materiali che risultano anche più pato da Bayer MaterialScience presso il ne. ersuola è stato impiegato sistema microcellulare base di di Globalun Footwear Competencea Center dove il contenuto Shanghai di materie prime rinnovabili le supera il 70%. apLa per mostrare possibilità

plicative di alcuni materiali polimerici di recente sviluppo. Lo scarponcino ideato dai ricercatori Bayer con la consulenza della società di design Simple Factory Group, contiene infatti prodotti green per quasi il 90%, tra cui materie prime poliuretaniche ottenute da feedstock rinnovabili, adesivi e coating privi di solventi, un blend di policarbonato e biopolimero, poliuretani termoplastici basati anch’essi su risorse rinnovabili. Materiali che risultano anche più salubri in fase di produzione.

ditività in aumento nel 2013 tra il 10,5 e l’11,5%. In particolare sul sito di Settimo Torinese è in corso un investimento iniziale di 155 milioni. Il sito, ha detto Tronchetti Provera, “racchiuderà tutta la nostra tecnologia più alta, avrà un mix sofisticato, sarà un impianto all’avanguardia e profittevole”. Il presidente del gruppo ha anche precisato: “La nostra crescita sarà interna, non sono previste operazioni di fusione e acquisizioni ed escludo anche aumenti di capitale”.

Per la suole esterna e l’intersuola è stato impiegato un sistema microcellulare a base di elastomero termoplastico, dove il contenuto di materie prime rinnovabili supera il 70%. La protezione anteriore (puntale) è realizzata con una lega di policarbonato e PLA (PC+PLA) Makroblend, materiale modificato all’impatto e più leggero, per il 40% ottenuto da risorse rinnovabili, ma completamente riciclabile. La protezione posteriore, le asole delle stringhe e il logo della suola sono invece stampati con TPU Desmopan, selezionando un grado con un’elevata quota di materie prime rinnovabili. La suola interna è rinforzata e decorata con un film a base di poliuretano termoplastico, in questo caso Dureflex privo di plastificanti, che forma una membrana permeabile al vapore. Per il logo anticontraffazione è stato invece scelto un film in policarbonato Makrofol ID, che consente l’incisione con laser ad alto contrasto e, nel caso, l’inserimento di ologrammi di sicurezza. Il prototipo Ecotrekker lo si è visto nello stand Bayer a K2010.

uniforme, entro una regione spettrale più ampia, migliorando così le prestazioni in termini di rapporto segnale/rumore. Questa tecnica si rivela particolarmente utile nelle applicazioni di assorbimento spettrale, in cui forti bande di assorbimento coesistono con bande di basso segnale all’interno dello spettro non bilanciato. Questo basso livello di segnale limita la densità ottica massima misurabile. Tradizionalmente l’uscita spettrale di una lampada caratterizzata da picchi pronunciati e stretti, tipica di alcune sorgenti utilizzate in spettroscopia, viene gestita a livello della sorgente stessa. Tuttavia, metodi come l’uso di dispositivi meccanici o di filtri ottici sulle sorgenti possono portare a una maggiore perdita di luce, nonché rivelarsi troppo costosi o poco pratici, in particolare qualora si desideri ottenere uniformità fra uno strumento e l’altro. Ora la tecnica di sagomatura spettrale esclusiva e brevettata di Ocean Optics modifica la luce all’interno dello spettrometro, per poter così attenuare selettivamente lunghezze d’onda o bande di lunghezza d’onda. In tal modo, si facilita l’ottimizzazione delle impostazioni dello spettrometro, in simultanea con l’illuminazione.

Tecnologie avanzate per la sagomatura spettrale

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cean Optics, leader del settore della fotonica miniaturizzata, ha formulato un’esclusiva tecnica di sagomatura ottica per i propri spettrometri in grado di equilibrare e uniformare l’emissione spettrale incostante dalle sorgenti UV-Vis utilizzate nelle applicazioni spettroscopiche. Ora gli utenti potranno misurare i livelli di emissione ottica in modo più

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2010 n. 584 | L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

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Taccuino

Mettler Toledo presenta Good Titration Practice

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a titolazione affidabile e sicura inizia ancor prima della pratica quotidiana in laboratorio: la scelta del sistema di titolazione, in base ai propri specifici requisiti, l’installazione professionale e l’adeguata formazione del personale preposto all’uso formano le basi imprescindibili per la titolazione sicura e senza rischi. Il programma GTP di Mettler Toledo copre l’intero ciclo di vita del sistema di titolazione, coprendo i seguenti aspetti: - la valutazione e la scelta dell’appro-

priata strumentazione analitica; - l’installazione e la qualifica del sistema; - le operazioni di routine; La società di Schwerzenbach (Svizzera) offre, con il pacchetto GTPSecure, la competenza ed i servizi necessari per

convegni • fiere • eventi

Una Rubber Con in aprile a Bratislava

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International Rubber Conference Organisation ha deciso l’anno scorso di affiancare alla grande conferenza che si svolge ogni anno in un diverso paese del mondo (nel 2010 la Corea e nel 2011 il Brasile) una manifestazione di minori dimensioni ma sempre di alto livello qualitativo. La prossima Rubber Con, così si chiamano questi eventi, si terrà a Bratislava (Repubblica Slovacca) dal 12 al 14 aprile e sarà organizzata dall’Università di tecnologia della capitale slovacca. La conferenza si terrà in contemporanea con la 4a Conferenza internazionale sui materiali polimerici per l’industria automobilistica (PMA 2011). Tema generale della manifestazione sarà la discussione dei più recenti sviluppi

8-11 gennaio 19-22 gennaio 25-28 gennaio 15-17 febbario 1-4 marzo 15-18 marzo 28-30 marzo 29-31 marzo 30-31 marzo 12-14 aprile 11-14 aprile 14-16 aprile

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delle applicazioni della plastica e della gomma nell’automobile. Ulteriori informazioni possono essere richieste al prof. Ivan Hudec dell’istituto dei materiali polimerici della facoltà di chimica dell’università di Bratislava (ivan.hudec@stube.sk).

| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |

mine delle iscrizioni fissato per il 31 marzo 2011.

In maggio a Lione Caoutchouc 2011

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a 4a Exposition Internationale du Caoutchouc et des Polymers (Caoutchouc Caucho Gomma 2011) si terrà dal 24 al 26 maggio del prossimo anno nel padiglione 3 di Eurexpo di Lione. La mostra è indirizzata alle materie prime, Tema generale della manifestazione sarà la discussione più recenti sviluppidi delleproduzione, ai semilavoalledeimacchine applicazioni della plastica e della gomma nell’automobile. Ulteriori informazioni possono essere richieste al prof. Ivaned Hudec dell’istituto dei materiali rati alle attrezzature di laboratorio. Sapolimerici della facoltà di chimica dell’università di Bratislava (ivan.hudec@stube.sk). rà affiancata da un forum che avrà come on l’appros- Nuovo logo per Plast 2012 tema “L’attuale evoluzione tecnico-ecosimarsi della nomica: una opportunità per la gomma”. fase organizzatiCon l’occasione l’associazione dei tecniva della prosci della gomma e della plastica in collaCon l'approssimarsi della fase organizzativa della prossima edizione di Plast (che si terrà a Milano dall’8 al 12 maggio 2012), è stato rinnovato il logo della mostra. s i m a e d i z i o n e Fiera borazione con SNCP (l’organismo rapÈ stato anche annunciato che è stata avviata l'attività promozionale in Italia e all'estero, con il primo delle iscrizioni fissato per il 31 presentativo marzo 2011. di Plast (che si terrà a termine Fiera Milano delle industrie francesi della dall’8 al 12 maggio 2012), è stato rin- gomma e dei polimeri) assegnerà il palnovato il logo della mostra. marès dell’innovazione nell’industria delÈ stato anche annunciato che è sta- la gomma. ta avviata l’attività promozionale in Per ogni ulteriore informazione: www.ccgItalia e all’estero, con il primo ter- expo.com.

Nuovo logo per Plast 2012

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