FOCUS GOMMA SINTETICA UN SALONE PER LA GOMMA
DOSAGGIO DELLE POLVERI
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
giugnO 2011 - NUMERO 5
INCHIESTA MESCOLE 21-09-2004
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SOMMARIO | ANNO 55 - 589 • GIUGNO N. 5 5
ELASTICA: SOMMARIO
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L’intervista del mese
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Rispondendo alla nostra inchiesta, i produttori di mescole denunciano la difficile situazine determinata dal continuo rincaro delle materie prime
GOMMA SINTETICA: UNO SCENARIO MONDIALE IN FORTE EVOLUZIONE
Antonio Protopapa, neo-presidente dell’International Institute of Synthetic Rubber Producers, traccia un quadro dettagliato della situazione e delle prospettive del mercato degli elastomeri
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DALLA CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI AL COMPORTAMENTO AL FUOCO
Una realtà italiana che ha assunto un ruolo importante nell’ambito della strumentazione da laboratorio per le industrie, i centri di ricerca e certificazione, gli enti per la prevenzione e la sicurezza
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23 39
LA CORSA DEI PREZZI METTE A RISCHIO LA RIPRESA
QUANDO UNA PICCOLA IMPRESA DIVENTA INTERNAZIONALE
La storia di una crescita esemplare da piccola realtà artigianale locale alla partnership con una azienda estera
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IL CERISIE SI PREPARA AD AFFRONTARE IL 2012 DA SRL
L’assemblea del laboratorio per la Certificazione e la Ricerca sui Sistemi Elastomerici ha varato il passaggio a società a responsabilità limitata a partire dall’inizio del prossimo anno
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IL DOSAGGIO DELLE POLVERI NELLA PREPARAZIONE DELLE MESCOLE
Accuratezza dei dosaggi, ripetibilità degli stessi, controlli incrociati pesata su pesata, formazione di report per ogni dosaggio: sono alcune delle caratteristiche dell’impianto messo a punto da Color Service per il compounding della gomma
51 27
55 TORNA A MILANO UN SALONE DELLA GOMMA
Dalla collaborazione tra Plast 2012 e la nostra rivista nasce Rubber 2012, manifestazione espositiva dell’intera filiera, dalle materie prime alle macchine, dagli ausiliari al prodotto finito 2|
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SI SPERIMENTANO A TORINO NUOVE INIZIATIVE PER LA FORMAZIONE
L’attività dell’Associazione Patrizia Rizzi nella preparazione delle nuove leve di tecnici specializzati per le materie plastiche e la gomma
60 TACCUINO • Prosegue la crescita di produzione ed esportazioni • Nuovi limiti di CO2 per i commerciali leggeri
Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio della Federazione Gomma Plastica Assogomma
• Segnali di ripresa per la componentistica auto • Al via “Vacanze sicure 2011” • Lanxess aumenta elastomeri verdi e cloroprene • Espansione della capacità di Continental in Brasile • La corsa dei prezzi • Un sito tutto nuovo per la Kraiburg • Solutia cede le attività italiane • Il nero di carbonio Evonik passa di mano • Battenfeld consolida l’integrazione nel gruppo Wittmann • Lanxess completa l’acquisizione degli elastomeri DSM • Styron decide di cambiare nome • Negri Bossi acquisisce Sytrama e Roboline • Maplan apre una sede in India • Una conferenza sulle gomme siliconiche • Una ricerca sull’utilizzo dei PFU nel calcestruzzo • Le proprietà termiche dei polimeri in un poster • Dow lancia nuovi TPO nell’automotive • Patrocinio del Ministero per Plast 2012 • Rubber Conferences nel 2012 in Norvegia e Corea • Tutto sui lattici a Kuala Lumpur in marzo 2012 • 200 espositori di 20 paesi a Tiprex di Bangkok
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CALENDARIO
Fiere, manifestazioni, eventi in programma per i prossimi mesi
Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella Direttore responsabile Eugenio Faiella Redazione, amministrazione, pubblicità
Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@edifis.it www.edifis.it Segreteria di redazione Hilenia Principe gomma@edifis.it Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Libera Carlini - libera.carlini@edifis.it
GLI inserzionisti BLUESTAR BOSCH REXROTH HÄGGLUNDS COLMEC COMET DE GRANDI DOSS ENGEL EURORUBBER HEXPOL IMCD INTERMARP INTERSEALS KRAIBURG LTE OCS PARKER ITR PMG STATE OF ART TECHNOLOGIES THERMO SCIENTIFIC TORCHIANI TOVO GOMMA TSF
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57 44 I COP. 21 46 46 22 53 III COP. IV COP. 26 38 37 38 45 61 28 50 1 53 50 II COP.
Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Arretrati € 5,00 Estero € 8,00 Abbonamento annuo Italia € 90 - Estero € 100 Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Registro degli operatori di Comunicazione numero 6002 La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori degli articoli e dagli estensori dei testi delle inserzioni pubblicitarie. GARANZIA DI RISERVATEZZA Il trattamento dei dati personali riguardanti gli abbonati viene svolto nell’ambito della banca dati dell’editore e nel rispetto di quanto stabilito dal D.L.vo 196/2003 sulla tutela dei dati personali. I dati non saranno comunicati o diffusi a terzi se non per le procedure inerenti la spedizione della rivista e gli interessati potranno chiedere in qualsiasi momento la modifica o la cancellazione al direttore responsabile, che è il responsabile del trattamento. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati per uso redazionale è il direttore responsabile cui ci si potrà rivolgere per i diritti previsti dal D. L.vo 196/2003. Stampa: Pirovano srl - San Giuliano Milanese (MI)
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elastica Comitato di redazione: Fabio Negroni, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.
SO M M A R I O Gli sponsor di Elastica...........................................................................................................................................6- 7 Abbiamo letto per voi...............................................................................................................................................8 Struttura e lavorabilità di EPDM metallocenici
Attacco della gomma al metallo
Caratteristiche meccaniche, dinamiche e rigonfiamento di NR/EPDM
Meccanismo reologico di mescole contenenti polverino
SSBR della Styron a Schkopau
CV joints della Freudenberg
Vulcanizzazione di EPDM/PP con resine fenoliche
Cariche rinforzanti per resistenza alla fatica e proprietà dinamiche
Mescolazione avanzata di silice e silani Migrazione degli antiozonanti sulla SBR Flocculazione della silice nelle mescole di gomma
Dosatura di acceleranti e di additivi nel ciclo di mescolazione
La rottamazione dei veicoli fuori uso, di Beatrice Garlanda................................................................16
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ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
rassegna della stampa tecnica estera materie prime STRUTTURA E LAVORABILITÀ DI EPDM METALLOCENICI W. Liang, S. Tang, R. Vara, S. Daniel, C. Bette, T. Clayfeld e altri (Dow Chemical) (e-mail: liangw@dow. com); Rubber Chemistry and Technology; 82/5 506-2009. Rif. E2899.
G
li EPDM prodotti con catalisi metallocenica in fase gassosa si distinguono per diversi vantaggi: struttura granulare friabile, struttura regolare, alto peso molecolare senza necessità di estensione con olio, buona dispersione delle cariche, bassi residui di catalizzatori, basso odore e soprattutto basso compression set e basso contenuto di gel. A ciò si aggiunge la possibilità di limitare il contenuto di terzo monomero (ENB). Gli autori considerano a titolo esemplificativo diversi tipi di EPDM e ne discutono le interrelazioni tra determinati parametri fondamentali: la viscosità Mooney, il peso molecolare (MW), la distribuzione dei pesi molecolari (MWD) data dal rapporto (Mw/Mn) tra peso molecolare medio ponderale e peso molecolare medio numerico, l’entità della tendenza alla reticolazione. Quest’ultimo parametro viene interpretato anche secondo un meto-
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do statistico (Monte Carlo simulation). Il metodo statistico rivela che gli EPDM con stretta MWD sono più veloci in vulcanizzazione e soprattutto sono più efficienti, nel senso che sviluppano prodotto di reazione maggiore, o quanto meno coppia reometrica maggiore. Un altro fattore importante nella costituzione dell’EPDM è la percentuale di etilene, che può essere rilevata con l’ausilio della DSC (Differential Scanning Calorimetry). Infatti per un copolimero etilenico random vale la relazione (1/Tm)-(1/Tm0) = (R/ΔH).ln(Xb) dove Tm0 è la temperatura dell’equilibrio di fusione del polietilene, ΔH è il calore di fusione del polietilene, R è la costante dei gas, Xb è la frazione molare delle unità etileniche, Tm è la temperatura dell’equilibrio di fusione del copolimero etilenico. Da ciò gli autori calcolano la temperatura di cristallizzazione Tc e dimostrano che essa per gli EPDM ottenuti in fase gassosa è più bassa rispetto a quella presentata dagli EPDM ottenuti in soluzione metallocenica (82°C contro 111°C). In sintesi gli autori hanno gli elementi per puntualizzare perché gli EPDM metallocenici prodotti in fase gassosa hanno elevato peso molecolare (MW), hanno stretta distribuzione dei pesi molecolari (MWD), elevata omogeneità di composizione, il che li rende adatti per produrre articoli finiti nel campo delle basse durezze. Gli autori danno indicazioni di massima anche per articoli a basso sviluppo di N-nitrosoammine con accelerazioni a base di zolfo, ZnDBC (zinco-dibenzilditioarbammato), ZnDBP (zinco-o,o-di-n-butiltiofosfato), MBTS (mercaptobenzotiazol disolfuro). Viene fatto notare che la mescola a base di EPDM metallocenico prodotto in fase gassosa mostra viscosità Mooney più elevata, più lungo tempo di scottatura, maggiore coppia reometrica massima e maggiore differenza tra coppia reometrica massima e coppia reometrica minima (grado di reticolazione). Nel contempo viene fatto notare che la mescola a base di EPDM con alto contenuto di terzo monomero (ENB) è caratterizzata da più breve tempo di scottatura.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA | giugno 2011
Viene anche fatto osservare che la mescola a base di EPDM metallocenico nella vulcanizzazione a 160°C presenta leggero svantaggio nella costante di velocità di reazione, ma che a 200°C, che è temperatura di riferimento tipico per le vulcanizzazioni in continuo, tale costante è invece favorevole. Le condizioni più desiderabili, tenendo conto anche delle caratteristiche meccaniche ottenute, si ritrovano con EPDM metallocenico prodotto in fase gassosa con alto peso molecolare e con stretta distribuzione dei pesi molecolari.
materie prime CARATTERISTICHE MECCANICHE, DINAMICHE E RIGONFIAMENTO DI NR/EPDM K. Sahakaro, K. Sengloyluan, J. W. M.Noordermeer (e-mail: skannika@bunga.pn.psu.ac.th); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 63/12-775-2010. Rif. E2900.
I
tagli NR/EPDM sono sempre di vivo interesse nel tentativo di caratterizzare le condizioni in cui si riescono a sfruttare le buone caratteristiche meccaniche e dinamiche della gomma naturale (NR) e le buone caratteristiche di resistenza al calo-
ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
re e all‘ozono dell‘EPDM. Nell‘articolo viene riportato uno studio basato su tagli di STR20/Keltan 512. Viene ricordato che il Keltan 512 contiene 55% in peso di etilene e 4,3% in peso di etilidennorbornene (ENB). Con tagli dei due elastomeri succitati vengono ottenute mescole vulcanizzate con S/TBBS (zolfo/N-terziariobutil2-benzotiazilsulfenamide) preparandole però in due modi differenti. Mescolando in diversi rapporti la NR premasticata con l‘EPDM, indi aggiungendo nell‘ordine ZnO (4 phr), acido stearico 2 phr, TBBS 0,95 phr, S 2,55 phr. Oppure disperdendo nell‘EPDM nell‘ordine la quantità totale di acido stearico, ossido di zinco, TBBS, zolfo e quindi completando la composizione. Le mescole confezionate con questa seconda procedura vengono denominate mescole „reattive“. Per confronto vengono anche confezionate mescole di uguale ricettazione basate su sola NR e su solo EPDM. Vengono eseguite prove reometriche a 150°C (Monsanto ODR 2000), prove meccaniche su provini ricavati da placche vulcanizzate all‘optimum di vulcanizzazione (1,5 min a 150°C), prove di immersione in esano, cicloesano, toluene per 5 giorni a temperatura ambiente per determinare il rigonfiamento. Vengono eseguite prove dinamiche con il Dynamic Mechanical Thermal Analyzer (DMTA) con sollecitazione alla frequenza di 1 Hz e ampiezza di deformazione di 0,1%, nell‘intervallo di temperatura tra -100°C e +70°C. Inoltre anche prove particolari con il Moving Die Processablity Tester (MDPT), portando il provino crudo al t90 a 160°C, indi raffreddandolo a 100°C e lasciandolo in tale condizione per 1 minuto, per poi sollecitarlo a torsione a diverse frequenze da 0,1 a 30 Hz con pretensione del 7%. Generalmente l‘andamento delle caratteristiche delle mescole „reattive“ si discosta poco da quello delle caratteristiche delle mescole correnti. Però viene mostrato che Il modulo elastico ricavato dai provini delle mescole „reattive“ sottoposti al test in MDPT, sia a 5 Hz, sia a 25 Hz, diminuisce all‘aumentare del tenore di NR, ove per tenore di NR superiore al 30-40% la diminuzione è sensibilmente lineare. Viene commentato che la diminuzione di modulo elastico all‘aumentare del tenore di NR è dovuta al fatto che la NR costituisce il materiale
a durezza inferiore. Viene trovato logico che il modulo elastico alla frequenza di 25 Hz sia più elevato che alla frequenza di 5 Hz, perché alla frequenza maggiore il materiale ha meno possibilità di rilasciarsi. Viene anche puntualizzato che all‘aumentare della temperatura il fattore di perdita (tandelta) diminuisce sia nella mescola di NR, sia nella mescola di EPDM, descrivendo valori più bassi per la mescola di NR come da aspettativa. Che però, in mescole NR/EPDM l‘aggiunta di EPDM cambia completamente il panorama, provocando aumento di tandelta all‘aumentare dell‘EPDM. L‘aspetto fisico-visivo dei vulcanizzati lascia dedurre una migliore compatibilizzazione fra i due elastomeri per le mescole „reattive“, ma rivela pur sempre l‘esistenza di due fasi ben distinte.
materie prime SSBR DELLA STYRON A SCHKOPAU David Shaw - (dshaw@rain.com); European Rubber Journal; 193/117-Gen Feb 2011. Rif. E2901.
I
n European Rubber Journal gli articoli di informazione tecnico commerciale sono numerosi e da essi un lettore può seguire o intuire gli sviluppi in atto importanti su scala mondiale nell’industria della gomma, o anche gli sviluppi remoti, che possono apparire dalle intenzioni generali o particolaristiche di singole so-
cietà produttrici di gomme sintetiche o di chemicals. Il significato di queste notizie va al di là di quello che è l’interesse tecnico e specialistico del lettore che abbisogna continuamente di approfondire problemi risolti o irrisolti, allo scopo di scoprire spiegazioni o analogie con la propria realtà e di trovare un ausilio per la sopravvivenza. Pensieri di questo genere intercorrono quando si evidenziano grovigli di situazioni remote, in parte vissute, in parte immaginate, in parte subite. È quanto succede ad esempio quando ci si trova di fronte a un titolo, in sé laconico: “Styron preannuncia una crescita del 10% per la S-SBR” (gomma stirolica polimerizzata in soluzione). Il titolo però è tutt’altro che laconico quando si apprende che il fatto riguarda l’impianto di Schkopau in Germania. Sckopau è una cittadina della SassoniaAnhalt oggi di circa 11000 abitanti, che è nota per la produzione di gomme sintetiche. Il marchio Buna veniva usato anche per le gomme di Schkopau, costituite dapprima da polibutadiene polimerizzato con sodio (Na) e poi negli anni a partire dai ‘30-’40 anche da polibutadiene-stirene polimerizzato in emulsione. Quest’ultima versione, divenuta subito in quegli anni materiale strategico solo per usi militari, ha avuto poi seguito come è noto in tutto il mondo, dapprima solo con marchi di fabbrica militari (es. GRS), poi con marchi liberi assimilati nella categoria SBR (Styrene Butadiene Rubber) correlati con progressi tecnici rilevanti, nati con la polimerizzazione in soluzione e più recentemente con i tipi con frazione polibutadienica presente in parte con polimerizzazione stereospecifica in 1,2 anziché in 1,4 per ottenere bassa rolling resistance, equilibrio isteretico e processabilità. Tutto questo scorre rapidamente nella mente quando nell’articolo qui recensito si apprende che Marco Levi, capo del business elastomeri della Styron subentrata in luogo della Dow Chemical, ha annunciato un investimento di 125 milioni di dollari (95,7 milioni di euro) per la costruzione a Schkopau di una nuova linea di produzione della S-SBR, per la quale, secondo una proiezione, è previsto un consumo di 1000 milioni di tonnellate entro il 2020. Secondo Levi la sede di Schkopau è preferita da Styron per la produzione, perché,
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ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
sia per spedire il materiale in Asia e nella regione del Pacifico, sia per l’approvvigionamento delle materie prime, è quella che comporta il minore rischio. A quanto pare quindi, i tecnici di Schkopau, per tanti anni “ibernati” nel baratro della DDR, avranno la possibilità di riprendere ad esprimersi secondo le loro capacità.
materie prime VULCANIZZAZIONE DI EPDM/PP CON RESINE FENOLICHE C. F. Antunes, A. V. Machado, M. van Duin (cfm@dep.uminho.pt); Rubber Chemistry and Technology; 82/5 492-2009. Rif. E2902.
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e miscele EPDM/Polipropilene hanno proprietà diverse se prevale il polipropilene o se prevale l’EPDM, inoltre assumono proprietà diverse in funzione del grado di reticolazione. L’aggiunta di EPDM al polipropilene assume morfologicamente l’aspetto di particelle di PP in una matrice continua di EPDM. Se si opera una reticolazione, la morfologia cambia invece con aspetto di EPDM reticolato disperso in una matrice di polipropilene. Quest’ultima è la configurazione delle gomme termoplastiche vulcanizzate denominate TPV, ove la fase di EPDM consiste di particelle piccole di diametro di circa 1 nm (nanometro) ed è altamente vulcanizzata. Miscele di EPDM/PP, in cui l’EPDM è a basso contenuto sia di etilene sia di diene ed è a basso peso molecolare, danno luogo a basso compression set, mentre miscele di EPDM/PP in cui l’EPDM ha alto contenuto sia di etilene sia di diene e ha alto peso molecolare danno luogo ad alto carico di rottura e alta resistenza a lacerazione. In quest’ultimo caso però, se l’EPDM ha elevato grado di reticolazione, eccelle anche il compression set. La reticolazione normalmente applicata nelle miscele EPDM/PP è quella che viene ottenuta reticolando l’EPDM mediante resoli (resine fenoliche a struttura bidimensionale) in presenza di cloruro stannoso,
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ossia mediante una reazione ben nota nel campo elastomerico nel mondo degli articoli di gomma butilica resistenti al vapore acqueo ad alta temperatura. (come resolo viene infatti citata la resina SP1045 della Schenectady). In questo caso infatti la reticolazione avviene con chiusura di anelli cromanici sui doppi legami isoprenici, creando una struttura particolarmente resistente sia al calore che all’idrolisi. Lo stesso meccanismo avviene sui doppi legami dell’EPDM. Ciò accade in presenza del cloruro stannoso, che è un attivatore acido. L’ambiente acido degrada i resoli a unità monofenoliche con cationi benzilici pendenti, i quali, unitamente al meccanismo cromanico sopradescritto, aggiungono ulteriori connessioni su unità etilenpropileniche di catene polimeriche diverse. Gli autori interpretano la procedura di reticolazione, ma in sostanza puntualizzano anche la concomitante degradazione del polimero, che tuttavia fa parte del percorso per giungere alla reticolazione. Gli autori caratterizzano il processo di mescolazione di miscele 70/30, 50/50, 30/70 EPDM/PP crude usando polipropileni a diverso MFI (Melt Flow Index). Mediante analisi SEM (Scanning Electron Microscopy) essi appurano che al crescere del MFI da 0,3 a 47 (g/10 min a 230°C con carico di 2, 16 kg) si nota la tendenza a formazione di compagini diverse in funzione della composizione e in funzione del melt index del polipropilene. Nelle miscele 70/30 si nota in ogni caso la tendenza a dar luogo a una matrice di EPDM contenente una fase dispersa di PP, ove la tendenza è più spiccata con melt index del PP basso. Nelle miscele 30/70 si nota invece che la matrice è di PP, tuttavia in modo veramente inequivocabile con melt index del PP alto. Lo studio viene completato confrontando la velocità di formazione di gel (reticolazione) di mescole di solo EPDM operando in condizioni statiche, con la velocità di formazione di gel (reticolazione) di miscele EPDM/PP in condizioni dinamiche. In condizioni dinamiche la reticolazione appare più spinta, il che fa dedurre agli autori che la degradazione dell’EPDM gioca un ruolo fondamentale nel procedere della reazione. La degradazione dell’EPDM risulta minimizzata se l’EPDM è la fase di-
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spersa e/o se la matrice di PP ha bassa viscosità. L’articolo è orientato ad approfondire aspetti propri delle gomme termoplastiche, ma interessa anche per gli spunti di interpretazione di meccanismi di formazione di gel in mescole di EPDM.
materie prime MESCOLAZIONE AVANZATA DI SILICE E SILANI Oliver Klockmann - (Evonik Degussa); Rubber World; 241/6-21-Marzo 2010. Rif. E2903.
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engono descritte le caratteristiche del silano VP Si 363. È un mercaptosilano ad alto peso molecolare di concezione relativamente recente (vedi codice Elastica E2472 in I.G. 553 del Novembre 2007 recensito da Kautschuk Gummi Kunststoffe (KGK) 60/4-184 del’Aprile 2007), che ha struttura di mercaptopropilsilano, ove sull’atomo di silicio, oltre a un gruppo etossi, compaiono anche due sostituenti alcossi di formula C13H27(OCH2CH2)5O-. Rispetto ai noti silani Si69 e Si266, il silano VP Si 363 dà luogo a riduzione della resistenza al rotolamento di un ulteriore 10% e della emissione di sostanze organiche volatili (VOC) di 80%. Inoltre dà luogo a vantaggi anche in funzione delle caratteristiche di mescolazione. L’autore espone quindi uno studio, nel quale vengono esaminati gli effetti provocati dalla confezione in mescolato-
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re interno con geometria tangenziale, piuttosto che con geometria intermeshing. Lo studio viene condotto con una mescola di S-SBR (SBR polimerizzata in soluzione) contenente 50 phr di silice precipitata, 6 phr di silano VP Si 363, 3 phr di ZnO, 2 phr di acido stearico, 1,5 phr di antiossidante, 0,4 phr di TBzTD, 1,5 phr di CBS; 1,2 phr di zolfo. La confezione avviene in 3 stadi in mescolatore interno W&P da 1,5 l con geometria tangenziale e alternativamente in mescolatore interno W&P da 1,5 l con geometria intermeshing. Nel primo stadio vengono introdotti i componenti meno gli acceleranti e lo zolfo caricando la silice in due tempi (nel secondo tempo insieme al silano). Il secondo stadio si svolge come ripresa e ha solo lo scopo di arrivare a scaricare alla temperatura di 141°C come il primo stadio. Il terzo stadio è molto breve (2 minuti) e prevede lo scarico a 95°C su mescolatore aperto. Particolare importante è il coefficiente di riempimento: nei tre stadi rispettivamente 0,73/0,70/0,67 con la procedura tangenziale e rispettivamente 0,56/0,53/0,50 con la procedura intermeshing. Nei primi due stadi la velocità dei rotori è rispettivamente 60 rpm e 70 rpm con la geometria tangenziale, mentre 85 rpm e 90 rpm con la geometria intermeshing. Il tempo di mescolazione con entrambe le geometrie è il medesimo, rispettivamente 4’/3’/2’ nei tre stadi. Lo studio qui esposto si focalizza sul meccanismo di azione dei silani e sulla possibilità di interpretarla per ottenere più bassa viscosità Mooney mediante un aggiustamento del processo di mescolazione. Viene fatto rilevare che con la geometria intermeshing la produttività risulta più bassa che con la geometria tangenzale, che però viene ottenuto effetto Payne più basso. Inoltre viene fatto rilevare che con la geometria intermeshing, usando il mercaptosilano Si 363, dopo il primo stadio si ottiene normalmente viscosità Mooney più alta che con il silano Si 266 (bistrietossisililpropildisulfano TESPD), facendo interpretare che durante il primo stadio con il silano VP Si 363 si verifica
un maggiore trasferimento di energia. Tale circostanza si rivela favorevole nei risultati nel terzo stadio di mescolazione con geometria intermeshing, mostrando che la viscosità Mooney finale della mescola risulta alla fine favorevolmente bassa. L’autore nota che appare una differenza di effetti provocati dal mercapto silano VP Si 363, rispetto a quelli provocati dal Si 266 che è sostanzialmente un disolfuro. L’autore interpreta quindi che Il VP Si 363 agisce sulla silice con le sue lunghe catene etossiliche e con i suoi gruppi mercaptanici, e ciò spiega l’aumento di viscosità della mescola dopo il primo stadio con lavorazione a geometria intermeshing. Viene evidenziato che ciò richiede un raffreddamento più efficiente. Lavorando con geometria tangenziale invece, il silano VP Si 363 si mostra favorevole solo se vengono applicate modifiche di ricettazione. L’autore, prevede una piccola aggiunta di zolfo nel primo stadio (0,2 phr). Incredibilmente ciò dà luogo a una diminuzione di viscosità Mooney.
materie prime MIGRAZIONE DEGLI ANTIOZONANTI SULLA SBR R. Terragnosa-Coque, S. Alvarez Garcia, J. Donate-Robles, J. M. Martin-Martinez (e-mail: jm.martin@ua.es); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 64/01-32-2011. Rif. E2904.
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a gomma stirene-butadiene (SBR) ha notevole importanza per gli articoli di gomma, perché rappresenta il 40÷50% del consumo distribuito in varie categorie di articoli: pneumatici, calzature, adesivi, articoli stampati, articoli estrusi. Tra gli additivi che vengono impiegati nelle mescole di SBR hanno molta importanza le cariche, i plastificanti, le cere, gli antiossidanti e gli antiozonanti. Le cere hanno ad esempio il compito di migrare sulla superficie degli articoli costituendo uno strato protettivo di barriera di fronte all’aggressione da parte di agenti atmosferici, per cui la loro efficacia è strettamente connessa con le caratteristiche di compatibilità e di solubilità negli elastomeri, nonché con
le loro caratteristiche di mobilità sulla superficie. Inoltre l’efficacia delle cere dipende anche dalle caratteristiche di adesione sulla superficie e dalla durata risultante dei film. Le cere sono caratterizzate da lunghe catene paraffiniche, che ne determinano il punto di rammollimento, la resistenza del film che si forma e l’equilibrio tra solubilità nell’elastomero e l’incompatibilità con esso, da cui dipende la migrabilità dagli strati profondi fino sulla superficie. Per esaminare la situazione hanno molta importanza tecniche di analisi strumentali di spettrometria di massa SSIMS (Surface Static Secondary Ion Mass Spectrometry), perché permettono di valutare la composizione delle miscele di paraffine che costituiscono gli strati protettivi e permettono di correlare la loro efficacia pratica con la composizione chimica di microstruttura e con l’energia di superficie della superficie elastomerica, da cui dipendono i fenomeni di migrazione. Sono indicati in bibliografia anche riferimenti riguardanti possibilità di miglioramenti dell’adesione alla gomma di tali strati protettivi, ad esempio mediante trattamenti superficiali con alogeni, con trattamenti con effetto KoroNell’articolo qui recensito vengono poi descritti metodi di spettroscopia infrarossa ATR per caratterizzare la migrabilità superficiale sulla SBR di strati paraffinici e di zincostearato. Su una superficie vulcanizzata di BR/NR contenente 33 phr di silice vengono va-
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lutate le caratteristiche di adesività superficiale mediante misure di angoli di contatto con glicol etilenico allo stato di vapore, inoltre mediante caratterizzazione con spettroscopia ATR-IR (spettroscopia infrarossa in Attenuated Total Multiple Reflection) e con microscopia elettronica SEM (Scanning Electron Microscopy). Sono riportati nel testo diversi grafici di spettroscopia ATR-IR, che mostrano i picchi ricavati sulla superficie di gomma tal quale, sulla cera tal quale e sulla superficie di gomma trattata con tale cera. Tali grafici mostrano chiaramente la possibilità di interpretare la presenza di efficaci gruppi reattivi sulla superficie della mescola vulcanizzata, anche in funzione di trattamenti termici che ne comprovano la stabilità. Ciò viene confermato da microfotografie SEM, che confermano anche visivamente gli avvenuti effetti. Viene anche riportato un grafico, nel quale vengono mostrati gli angoli di contatto dei menischi di glicol etilenico: gli angoli diminuiscono di ampiezza in funzione della temperatura, ciò che comprova acquisizione di potere bagnante e pertanto di acquisizione di caratteristiche favorevoli all’adesione superficiale di strati protettivi. Un ulteriore grafico che descrive la diminuzione di perdita di peso di uno strato di trattamento superficiale all’aumentare della temperatura fa dedurre una stabilizzazione del trattamento stesso.
materie prime FLOCCULAZIONE DELLA SILICE NELLE MESCOLE DI GOMMA S. Mihara, R. N. Datta, J. W. M. Noordermeer (e-mail: j.w.m.noordermeer@utwente. nl); Rubber Chemistry and Technology; 82/5 524-2009. Rif. E2905.
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e silici precipitate hanno particelle elementari con diametro tra 10 e 40 nm (nanometri). Le particelle elementari sono contraddistinte da funzionalità chimiche polari, date dalla presenza di silanoli sulla loro superficie, che determinano forti proprietà idrofile e tendenza ad agglomerazione, forman-
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do aggregati con diametro tra 100 e 500 nm. Anche gli aggregati hanno tendenza ad agglomerazione (flocculazione), formando agglomerati con diametro da 1 a 40 μm (micrometri). Nella pratica della mescolazione vengono come è noto applicati processi di idrofobizzazione della silice mediante l’impiego di silani riuscendo a moderare gli sgraditi fenomeni di aggregazione e di flocculazione, Il fenomeno della flocculazione è evidenziato anche nel tracciato iniziale della curva reometrica con un aumento di coppia ed in sé ha luogo anche dopo il termine della mescolazione come conseguenza di tendenza alla riagglomerazione. Gli autori presentano uno studio sull’intervento della flocculazione di diverse silici precipitate in SBR vinilica polimerizzata in soluzione (Buna VSL5025 HM1), prendendo in considerazione sia parametri intrinseci delle silici (area superficiale BET e CTAB, assorbimento di DBP), sia parametri relativi alla composizione delle singole mescole, come il contenuto di bound rubber determinato sulle mescole a diverse temperature di scarico, il dosaggio del silano e il contenuto di zolfo nel silano. La procedura per il calcolo della bound rubbber è dettagliatamente descritta. Il valore della bound rubber considerato è un valore specifico ricavato dal rapporto tra il valore di bound rubber dopo trattamento con ammoniaca e il valore del CTAB della silice (assorbimento di cetiltrimetilammoniobromuro). Per caratterizzare la flocculazione della silice mediante parametri cinetici, sulle mescole, otre alle caratteristiche generali, viene determinato l’effetto Payne, cioè la diminuzione della componente elastica del modulo dinamico in funzione dell’ampiezza di sollecitazione, dovuta a una progressiva degradazione del network carica-carica. Per la misura dell’effetto Payne viene descritta una procedura rapida servendosi della determinazione con lo RPA 2000 della coppia reometrica a 0,56% di ampiezza di sollecitazione a diverse temperature (da
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90°C a 140°C per 1 minuto) eseguendo la misura con riscaldamento del provino per 1 minuto e per 12 minuti. Inoltre viene verificato l’aumento della velocità di flocculazione della silice in funzione dell’aumento della temperatura determinandone anche il valore dell’energia di attivazione, nonché l’aumento del valore della coppia reometica a strain costante in funzione dell’area superficiale della silice espressa come CTAB. Gli autori dimostrano che la flocculazione della silice avviene anche in presenza di silano e che da essa non si può prescindere nei riguardi della dispersione. Inoltre dimostrano che la cinetica della flocculazione della silice può essere interpretata ancora una volta in funzione dell’effetto Payne. Inoltre puntualizzano che un aumento di area superficiale della silice espressa come CTAB corrisponde a una maggiore forza del networking e pertanto a una maggiore velocità di flocculazione. Ulteriore importante puntualizzazione è che la velocità di flocculazone diminuisce all’aumentare del valore della bound rubber sulla silice. L’articolo richiede attenta lettura, ma è molto importante perché contiene interessanti spunti per l’esecuzione di valutazione di caratteristiche, oltre che fisiche, anche di processo.
materie prime ATTACCO DELLA GOMMA AL METALLO Brian D. Stull (Lord) - e-mail: brian.stull@lord.com; Rubber World; 242/1-18- Aprile 2010. Rif. E2906.
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attacco di composizioni a base di gomma su superfici di diversi substrati ha compiuto diversi passi, a partire dall’impiego di sottostrati di ebanite, di strati ottonati, di rivestimenti multipli e di poliisocianati, finché nel 1956 è avvenuta una svolta decisiva con l’avvento del sistema Chemlok 205/220 intro-
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dotto dalla Lord. Oggi si è avuto grande sviluppo nel settore e sono disponibili numerosi sistemi di adesivi gommametallo mono- e bicomponenti, a base solvente “low-HAP” (low Hazardous Air Pollutans) o anche a base acquosa. Inoltre gli MSDS (Materials Safety Data Sheets) provvedono le informazioni per un uso sicuro Impiego tipico è quello del primer costituito da una composizione polimerica filmogena comprendente resine reticolabili e cariche; inoltre è quello di un “topcoat” costituito da un sistema polimerico reattivo sia con il primer, che con la composizione di gomma. Gli strati primer/adesivo sono caratterizzati da modulo via via decrescente verso lo strato elastomerico, allo scopo di creare il meno possibile discontinuità di caratteristiche meccaniche. Prima della applicazione del primer la superficie metallica viene preparata adeguatamente eliminando tracce di oli e grassi e applicando trattamento meccanici (sabbiatura) e/o chimici. Trattamenti chimici prevedono l’uso di fosfato di Zn o di Fe per l’attacco all’acciaio, trattamenti con acidi per l’attacco all’acciaio inossidabile, trattamenti con cromati per l’alluminio. I trattamenti con fosfato di Zn e con fosfato di ZnCa (Scholzite = CaZn2 (PO4)2 2H2O) o con il fosfato di Zn (Zn3 (PO4)2 4 H2O) sono consigliati con applicazioni da 125 a 400 mg/ft2. L’uso di trattamenti fosfatici è conveniente rispetto all’uso di trattamenti meccanici, perché viene favorita la durata dell’efficacia del trattamento prima dell’applicazione del primer. L’articolo fornisce accorgimenti dettagliati per la messa a punto della preparazione degli adesivi del commercio, ad esempio accorgimenti da osservare durante l’agitazione, e fornisce accorgimenti nei riguardi delle procedure di applicazione degli adesivi nonché nei riguardi delle procedure di stampaggio. Vengono infine riportate norme da seguire consigliate dalla Lord per i controlli, specialmente degli spessori applicati misurati a umido. Ad esempio un film di adesivo secco di spessore 1 mils richiede che lo spessore misurato a umido nel caso dell’impiego di composizioni al 25% di solidi sia di 4 mils. Nel caso dell’uso di adesivi a base ac-
quosa l’autore raccomanda di riferirsi agli standard F-21 (Standard Method of Test for Hydrophobic Surface Film by the Atomizer Test) e F-22 (Standard Method of Test for Hydrophobic Surface Film by the Water-Break Test).
materie prime MECCANISMO REOLOGICO DI MESCOLE CONTENENTI POLVERINO E. Djagarova (djagar@uctm.edu); Gummi Fasern Kunststoffe (GAK); 64/01-39-2011. Rif. E2907.
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autrice si correla con gli sviluppi nel campo della fisica di sistemi eterogenei conseguenti a quelli fondamentali introdotti da A. Einstein nel 1908 e continuati da G. I. Taylor fino al 1954 (dettagli in bibliografia). Tali sviluppi sono arrivati a stabilire che, quando un sistema eterogeneo di fluidi contiene particelle a forma sferica e quando il raggio della particella e la velocità di deformazione imposta sono sufficientemente grandi, la geometria della particella liquida viene deformata e anche distrutta. Tale principio significa semplicemente che la geometria della particella sferica viene distrutta quando l‘entità delle forze in gioco conseguente alle proprietà viscose del fluido è sufficientemente grande. L‘autrice si rifà quindi all‘espressione del numero di Weber We = ηm. r. (gammapunto) / σ dove ηm è la viscosità del mezzo, η d è la viscosità della particella, r è il raggio della particella, (gammapunto) è il gradiente di scorrimento, σ è l’estensione della superficie, p è il rapporto ηd/ ηm. Nell’articolo esamina mescole di SBR contenenti diversi quantitativi di diversi polverini (5-10-15-20-50 phr), caratterizzati da diversi assorbimenti di dibutilftalato: 158/110/110/220 ml di DBP. Nelle mescole contenenti polverino con elevato assorbimento di DBP l’autrice mostra di avere trovato momenti reometri-
ci leggermente crescenti in modo quasi lineare in funzione della concentrazione di polverino. In una delle mescole contenenti polverino a basso livello di DBP. dichiara invece di avere notato valori discendenti. Soprattutto trova però la tendenza a dar luogo a un minimo di momento reometrico con basso contenuto di polverino (10 phr). Tale tendenza è però mascherata se nella ricettazione oltre al polverino compare anche nero di carbonio, ove il momento reometrico registrato risulta ascendente in funzione della quantità di polverino introdotto. Cioè in presenza di nero di carbonio la concentrazione di polverino determina sia il minimo di momento reometrico, sia il suo susseguirsi. Tale tendenza viene incentivata in presenza di acido stearico. Una delle caratteristiche determinanti del polverino sono però anche le costituzioni delle particelle. Queste hanno consistenza forte negli strati profondi in quanto essi risultano vulcanizzati e consistenza debole negli strati superficiali in quanto sono crudi. Le sollecitazioni dovute alla mescolazione a agli scorrimenti durante il flusso modificano la morfologia, dando luogo a particelle con superfici esterne sulle quali sono presenti terminali liberi di macromolecole vulcanizzate, che riducono quindi l’entità della fase dispersa perché danno luogo a superfici di separazione. Viene anche dedotto però che durante il flusso creato dalla mescolazione si verifica un passaggio a morfologia con particelle di polverino di maggiore finezza, che sono caratterizzate da una temperatura di coalescenza delle particelle più favorevole.
prodotti e processi CV JOINTS DELLA FREUDENBERG David Shaw - (dshaw@rain.com); European Rubber Journal; 193/1-6Gen Feb 2011. Rif. E2908.
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a Freudenberg ha sviluppato una nuova serie di giunti omocinetici a base elastomerica I giunti omocinetici, ovvero Constant Velocity Joints, sono giunti di trasmissione per terminali di alberi rotanti, configurati in modo da trasmettere potenza su alberi orientati in direzioni variabili, assicurando la
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A seguito delle prime serie di successi presso BMW, la divisione Vibracoustic della Freudenberg ravvisa per il CVJ un potenziale significativo anche per i prossimi anni e ha pertanto in animo di estendere il business in America e in Asia. Nell’articolo qui recensito compare una significativa fotografia, nella quale si distinguono 3 + 3 boccole di trasmissione contrapposte sulle quali è basato il funzionamento cardanico..
materie prime CARICHE RINFORZANTI PER RESISTENZA ALLA FATICA E PROPRIETÀ DINAMICHE M. Brindha, D. Mahapatra (Hi-Tech Carbon); Rubber World; 241/6-34-Marzo 2010. Rif. E2909. trasmissione ad una velocità di rotazione costante. Gli usi più comuni sono nell’industria automobilistica, ad esempio nella trasmissione sulle ruote anteriori, nella trasmissione su quattro ruote motrici e nelle trasmissioni a ruote indipendenti. I CVJ della Freudenberg hanno incominciato ad essere prodotti nel Dicembre 2010 e vengono forniti alla BMW: essi si affiancano a CVJ di altro tipo, finora fabbricati da un solo produttore. Secondo Frank Hofhansl, capo del centro antivibranti di Neuenburg, l’articolo è nato dalla capacità di sviluppo tecnico di Marius Dürre e del suo team. Il giunto è calettato sull’albero di trasmissione ed assicura la trazione su tutte le ruote. Nei veicoli a trazione posteriore esso protegge poi dalle variazioni della velocità di rotazione del motore. Il giunto costituisce una interfaccia tra il motore e l’albero di trasmissione e, essendo elastico, funziona come ausilio per isolare dalle vibrazioni e dai rumori. Sulla medesima boccola sulla quale è montato il CVJ è montato anche un altro particolare di gomma, che isola dai movimenti nella direzione assiale e da quelli dati da riallineamenti angolari. Una ulteriore caratteristica specialistica del CVJ della Fredenberg è la luce tra la parte in gomma esterna e il supporto di alluminio. Ciò permette che il CVJ sia efficace nell’isolamento della vibrazioni sotto l’azione di coppie differenti e che sia regolabile con precisione in tutte le situazioni di guida.
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articolo è dedicato alla composizione delle mescole di gomma per fianchi di pneumatici. In esso si esamina l’influenza di cariche rinforzanti sulla resistenza alle flessioni ripetute e sulle proprietà dinamiche. I fianchi dei pneumatici hanno il compito di proteggere la carcassa durante il funzionamento del veicolo e pertanto devono essere dotati di resistenza meccanica, di resistenza dinamica, di resistenza all’ozono, di resistenza alla temperature, di resistenza alla durata senza denunciare screpolature. Le mescole per fianchi sono a base di un taglio di gomma naturale e di una gomma butadienica. Nell’articolo qui recensito viene esposto uno studio basato su mescolanze di gomma naturale in taglio con cis-1,4-polibutadiene (NR/BR 50/50) vulcanizzate con sistema CBS/zolfo (1/2 phr). Vengono esaminate le caratteristiche rinforzanti conferite da una serie di miscele di neri di carbonio: Nero N 550, N650, N660, N683. La composizione polimerica è caratterizzata da cristallizzazione sotto stiro, elevato allungamento a rottura, bassi incrementi di modulo agli alti allungamenti, bassa isteresi, alte caratteri-
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stiche meccaniche, alta resistenza alla lacerazione. Dei singoli neri di carbonio sono riportati i valori dei parametri fisici determinati sugli stessi neri secondo norme ASTM. I valori, raccolti in una tabella di minimo ingombro, riguardano il numero di iodio, correlabile con il diametro della particella elementare, l’assorbimento di dibutilftalato (DBPA), correlabile con la struttura o OAN ovvero con la lunghezza delle catene di particelle elementari, l’assorbimento di dibutilftalato su campione preventivamente sollecitato con deformazioni che intendono riprodurre gli effetti demolitivi della mescolazione (CDBPA ovvero crushed DBPA), l’area superficiale determinata mediante assorbimento di azoto, l’area superficiale determinata per assorbimento di cetiltrimetilammoniobromuro (CTAB) più realistico dell’zoto nell’esprimere l’entità dell’area superficiale effettivamente a contatto con il polimero gomma, il potere coprente o TINT che, nell’ambito di determinati diametri di particella, esprime la regolarità della forma e delle dimensioni degli aggregati di particelle, la colorazione ceduta al toluene, che esprime la quantità di residuo di “feed stock”, il pH, che si correla con effetti secondari sulla velocità della vulcanizzazione. La parte più cospicua dell’articolo raccoglie poi in diverse serie di istogrammi una serie di valori dei parametri meccanici ottenuti con le singole mescole, evidenziando con un sistema intuitivo di lettura immediata le differenze tra mescola e mescola, ovvero tra gli effetti dei vari tipi di nero di carbonio. Gli effetti sono espressi come viscosità Mooney, scottabilità Mooney, optimum di vulcanizzazione, durezza IRHD, resa elastica, perdita per abrasione, modulo, carico e allungamento a rottura anche su invecchiati, resistenza alla lacerazione, isteresi (tandelta a diverse temperature), isteresi (heat build up), resistenza alle flessioni ripetute a diverse temperature. Lo studio ha molta importanza pratica, perché raccoglie anche le caratteristiche ottenute con tagli vari dei singoli neri. Il modo sintetico ed espressivo con cui sono raccolti i dati suggerisce di tenere in evidenza il testo dell’articolo a scopo di consultazione.
ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
prodotti e processi DOSATURA DI ACCELERANTI E DI ADDITIVI NEL CICLO DI MESCOLAZIONE Guido Fona - (Color Service); Rubber World; 241/6-19-Marzo 2010. Rif. E2910.
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l sistema è basato su una doppia fila di silos, ove in una sono contenuti gli acceleranti e nell’altra gli altri additivi. La dosatura avviene in celle di carico poste accanto ai silos e gli ingredienti dosati vengono introdotti mescola per mescola in un sacchetto. Il funzionamento dell’impianto di dosatura è pneumatico e non elettrico. Ciò viene ritenuto vantaggioso. Le posizioni di dosatura occupano uno spazio limitato: 8 metri x 3 metri. . La caratteristica fondamentale dell’impianto qui descritto è che la dosatura di tutti i prodotti avviene nello stesso tem-
po, perché ogni silo funziona come cella di carico indipendente. Ciò permette di ottenere la dosatura destinata ad ogni singola mescola in un solo sacchetto nel tempo di circa 1 minuto. Il tutto è retto da un software che dirige le operazioni di trasferimento di materiale e di dosatura per ogni ricettazione. I tempi di dosatura risultano regolati in funzione del tempo per la pesata più elevata. Se nel corso delle operazioni di dosatura delle polveri si verifica la formazione di agglomerati che possono causare imprecisioni entra in funzione automaticamente un dispositivo che lavora sotto vuoto. Il ciclo prevede un robot che prepara un sacchetto di EVA da un film tubolare, raccoglie i materiali dosati, sigilla il sacchetto dopo aver estratto l’aria residua dall’interno. Il sacchetto viene stampigliato con le informazioni riguardanti le lavorazioni e viene passato alla mescolazione. Sempre a cura degli automatismi dell’impianto vengono preparati i documenti relativi alla dosatura e alla confezione, do-
cumentando le informazioni riguardanti l’accuratezza delle operazioni eseguite. I documenti vengono inviati al management. È previsto anche un allarme nel caso le pesate abbiano rilevato irregolarità ed è prevista anche la possibilità di intervenire con pesate fatte a mano, se occorrono ingredienti non contenuti nei silos. Tutte le operazioni sono controllate automaticamente certificando con un codice a barre la regolarità o meno: ciò comprende anche le operazioni di carico dei silos. Queste avvengono mediante una pompa vuoto, certificando in questo caso anche la rispondenza alle norme ambientali nei riguardi del contenuto di polveri nell’aria. Il sistema è veloce nel funzionamento e si risolve anche con un aumento di produttività. Apprezzata è la raccolta di dati che l’impianto automaticamente indica, perché è utile per stilare documenti per l’assicurazione della qualità atti a garantire che il 100% delle procedure sono corrette.
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Desidero ricevere copia del testo in lingua originale. Numero di riferimento e titolo........................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................... Segnalati nella sezione “Abbiamo letto per voi” apparsa nel numero..........................................................................di “L’industria della Gomma /Elastica”. Nome e Cognome.......................................................................................................................................... Azienda.......................................................................................................................................................... indirizzo.......................................................................................................................................................... Cap.....................Città...............................................................................Prov.............................................. Data................................Firma.......................................................................................................................
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ELASTICA | Normativa
La rottamazione dei veicoli fuori uso di Beatrice Garlanda
La Gazzetta UE del 31 marzo 2011 pubblica la direttiva 2011/37/CE che sostituisce l’allegato II della direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai veicoli fuori uso. Prima di trattare questo nuovo provvedimento, ci pare utile riprendere i tratti salienti della direttiva base.
Obiettivi, campo d’applicazione e definizioni della direttiva 2000/53/ce
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l provvedimento vuole prevenire la produzione di rifiuti derivanti dai veicoli e incentivare il reimpiego, il riciclaggio ed altre forme di recupero dei veicoli fuori uso e dei loro componenti così da ridurre il volume dei rifiuti da smaltire. La direttiva si applica ai veicoli e ai veicoli fuori uso, compresi i loro componenti e materiali. Per veicolo s’intende: - veicoli a motore con almeno quattro ruote, destinati al trasporto di passeggeri e aventi al massimo nove posti a sedere (categoria M1) - veicoli a motore con almeno quattro ruote, destinati al trasporto merci e aventi un peso massimo di 3,5 tonnellate (categoria N1) - veicoli a motore a tre ruote. Per veicolo fuori uso s’intende un veicolo che costituisce un rifiuto, ai sensi della direttiva 75/442/CE e successi-
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ve modifiche. Per facilità di lettura, riportiamo anche le definizioni seguenti: - reimpiego: le operazioni in virtù delle quali i componenti di un veicolo fuori uso sono utilizzati allo stesso scopo per cui erano stati originariamente concepiti - riciclaggio: il trattamento in un processo di produzione dei materiali di rifiuto per la loro funzione originaria o per altri fini, escluso il recupero di energia - recupero: le operazioni d cui all’allegato II, parte B, della direttiva 75/442/ CEE - trattamento: attività eseguite dopo la consegna di un veicolo fuori uso ad un impianto di depurazione, demolizione, tranciatura, frantumazione, recupero o preparazione per lo smaltimento dei rifiuti frantumati, nonché tutte le altre operazioni, eseguite al fine del recupero e/o dello smaltimento del veicolo fuori uso e dei suoi componenti
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Prevenzione Per limitare la formazione dei rifiuti, gli Stati membri incoraggiano: i costruttori di veicoli, insieme ai costruttori di materiali e equipaggiamenti, a limitare l’uso di sostanze pericolose nella costruzione dei veicoli e a ridurle il più possibile fino dalla fase di progettazione una progettazione e produzione di veicoli nuovi che agevoli la demolizione, il reimpiego, il recupero e soprattutto il riciclaggio dei veicoli fuori uso e dei loro componenti e materiali i costruttori di veicoli, in collaborazione con i produttori di materiali e equipaggiamenti, a reimpiegare una quantità crescente di materiale riciclato nei veicoli e negli altri prodotti, così da sviluppare il mercato dei materiali riciclati.
Raccolta Ai sensi della direttiva 2000/53/ CE, gli Stati membri devono adottare i provvedimenti necessari ad istituire sistemi di raccolta dei veicoli fuori uso e a garantire che tali veicoli sia-
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no trasferiti ad impianti di trattamento autorizzati. Il proprietario o il detentore di un veicolo fuori uso riceve un certificato di rottamazione quando il veicolo è trasferito ad un impianto di trattamento autorizzato. I requisiti minimi di tale certificato sono stabiliti dalla decisione 2002/151/CE (vedi Tabella A).
Trattamento È prevista l’ adozione di provvedimenti volti ad effettuare lo stoccaggio e il trattamento dei veicoli fuori uso conformemente ai requisiti stabiliti dalla direttiva 75/442/CE e a quelli dell’allegato I della direttiva 2000/53/CE. Prima del trattamento, gli impianti autorizzati provvedono a disassemblare i veicoli fuori uso ed al recupero dei componenti nocivi per l’ambiente.
Reimpiego e recupero La direttiva mira ad incoraggiare il reimpiego dei componenti idonei, il recupero di quelli non reimpiegabili, nonché, come soluzione preferibile, il riciclaggio, se sostenibile dal punto di vista ambientale, fatte salve le norme sulla sicurezza dei veicoli e gli obblighi ambientali come il controllo delle emissioni atmosferiche e del rumore. Obiettivo è quello di aumentare la percentuale di reimpiego e recupero. La percentuale di reimpiego e recupero fissata dalla direttiva madre (in peso medio per veicolo e per anno) è la seguente: 85% entro il 1° gennaio 2006 95% entro il 1 ° gennaio 2015 La percentuale di reimpiego e riciclaggio da raggiungere (annualmente in peso medio per veicolo ) è: l’80% entro il 1° gennaio 2006 l’85% entro il 1° gennaio 2015 Per gli anni successivi al 2015 gli obiettivi di cui sopra sono definiti dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Gli obiettivi di reimpiego/recupero e di reimpiego/riciclaggio fissati dalla direttiva madre vengono calcolati in base ai materiali reimpiegati, recuperati e riciclati ottenuti da operazioni di bonifica, demolizione e post-frantumazione. A tal fine gli Stati membri completano le tabelle dell’allegato alla decisione
2005/293/CE, inserendo una adeguata descrizione dei dati utilizzati. Le tabelle vanno compilate annualmente ed inviate alla Commissione entro 18 mesi dalla fine dell’anno cui si riferiscono.
Codifica e informazioni per la demolizione Gli stati membri adottano le norme necessarie a fare in modo che i produttori utilizzino norme di codifica dei componenti e dei materiali. Tali norme identificano i diversi componenti e materiali, facilitandone la demolizione. In questo ambito è stata adottata la decisione della Commissione 2003/138/CE riguardante l’etichettatura e l’identificazione di componenti e materiali in materie plastiche di veicoli, di peso superiore a 100 grammi. Ad essi si applica la seguente nomenclatura: - ISO 1043-1 Materie plastiche- simboli e abbreviazioni parte 1: polimeri di base e loro caratteristiche speciali - ISO 1043-2 materie plastiche- simboli e abbreviazioni Parte 2: cariche e materiali di rinforzo - ISO 11469 materie plastiche- identificazione generica e marcatura di prodotti di materie plastiche Per l’etichettatura e l’identificazione di componenti e materiali in elastomero di veicoli, di peso superiore a 200 grammi , ai sensi della decisione sopra citata,si applica la seguente nomenclatura: - ISO 1629 Gomme e lattici Nomenclatura, Non si applica all’etichettatura di pneumatici
Relazione e informazione Ogni tre anni gli Stati membri trasmettono alla Commissione una relazione sull’applicazione della direttiva 200/53/CE. La relazione è redatta sulla base di un questionario (vedi decisione 2001/753/CE) o di uno schema elaborato dalla Commissione, secondo la procedura di cui alla direttiva 91/692/ CEE per costituire banche dati sui veicoli fuori uso e sul loro trattamento
Divieto d’uso dei metalli pesanti: dalla direttiva 2000/53/CE alla direttiva 2011/37/CE Si precisa che il provvedimento del
2000, e successive modifiche, vietano l’uso di piombo, mercurio, cadmio e cromo esavalente nei materiali e nei componenti dei veicoli immessi sul mercato dopo il 1° luglio 2003, tranne nei casi del’allegato II del provvedimento stesso e alle condizioni da questo specificate (vedi art.4, paragrafo 2, lettera b). L’allegato II, con disposizione introdotta dalla direttiva 2008/33/CE, è periodicamente modificato per tener conto del progresso tecnico e scientifico, al fine di: i) fissare, se necessario, valori di concentrazione massimi fino ai quali è tollerata la presenza di piombo, mercurio, cadmio e cromo esavalente in materiali e componenti di veicoli ii) non applicare il divieto di utilizzo dei metalli pesanti, per determinati materiali e componenti di veicoli, qualora sia inevitabile iii) eliminare materiali e componenti di veicoli dall’allegata II se l’impiego di tali sostanze è inevitabile in relazione ai punti i) e ii), specificare qui materiali e componenti di veicoli che possono essere rimossi prima di un ulteriore trattamento. La versione vigente dell’allegato II è stata approvata, con direttiva 2011/37/CE, per fare in modo che alcuni materiali e componenti contenenti metalli pesanti continuino a godere di un’esenzione al divieto di cui all’art.4 della direttiva 2000/53/CE, in quanto l’uso di tali metalli è ancora inevitabile (nelle Tabelle da B a F riportiamo la versione attuale dell’allegato di cui si tratta).
Considerazioni finali Le numerose norme di rinvio contemplate dalla direttiva 2000/53/CE sono state solo parzialmente adottate. In Italia la direttiva 2000/53/CE è stata recepita dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n.209 modificato dai decreto legislativo 149/2006. Anche la legislazione nazionale prevede norme di rinvio che speriamo possano presto vedere la luce (es. prevenzione della produzione di rifiuti o attività di trattamento dei veicoli fuori uso).
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Tabella A Requisiti minimi per il certificato di rottamazione rilasciato ai sensi dell’art.5 della direttiva 2000/53/CE Nome e indirizzo, firma e numero di registrazione identificazione dello stabilimento o dell’impresa che rilascia il certificato Nome e indirizzo dell’autorità competente che rilascia l’autorizzazione (ai sensi dell’art.6 della direttiva 2000/53/CE) per gli stabilimenti o le imprese che rilasciano il certificato di rottamazione Se il certificato viene rilasciato da un produttore, un distributore o un operatore addetto alla raccolta per conto di un impianto di trattamento autorizzato, nome, indirizzo e numero di registrazione o identificazione dello stabilimento o dell’impresa che rilascia il certificato Data di rilascio del certificato di rottamazione Segno distintivo nazionale e numero di immatricolazione del veicolo Classe, marca e modello del veicolo Numero di identificazione de veicolo (telaio) Nome, indirizzo, nazionalità e firma del detentore o del proprietario del veicolo consegnato ALLEGATO II DELLA DIRETTIVA 2000/53/CE (VERSIONE VIGENTE, AI SENSI DELLA DIRETTIVA 2011/37/CE) Materiali e componenti cui non si applica l’art 4, paragrafo 2, lettera a) della direttiva 2000/53/CE
Tabella B Ambito d’applicazione e termine di scadenza dall’esenzione
Materiali e componenti
Da etichettare o rendere identificabili in base all’art.4, paragrafo.2, l ettera b), punto iv) della direttiva 2000/53/CE
Piombo come elemento di lega 1 a) Acciaio destinato a lavorazione meccanica e componenti di acciaio galvanizzato per rivestimento discontinuo per immersione a caldo, cotenente in peso, lo 0,35% o meno di piombo 1 b) Lamiera di acciaio galvanizzato di continuo contenente in peso lo 0,35% o meno di piombo 2 a) Alluminio destinato a lavorazione meccanica contenente, in peso, il 2% o meno di piombo 2 b) Alluminio contenente, in peso, l’1,5% o meno di piombo
Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2016 e pezzi di ricambio per tali veicoli Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2005 Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2008
2 c) Alluminio contenente, in peso, lo 0,4% o meno di piombo
(2)
3 ) Leghe di rame contenenti, in peso, il 4% o meno di piombo
(2)
4 a) Cuscinetti e pistoni 4 b) Cuscinetti e pistoni utilizzati nei motori, nelle trasmissioni e nei compressori per impianti di condizionamento
Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2008 1° luglio 2011 e pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2011
Tabella C Ambito d’applicazione e termine di scadenza dall’esenzione
Materiali e componenti
Piombo e composti di piombo nei componenti 5) Batterie 6) Masse smorzanti 7 a) Agenti di vulcanizzazione e stabilizzanti per elastomeri utilizzati in tubi per freni, tubi per carburante, tubi per ventilazione, parti in elastomero/metallo del telaio, e castelli motore 7 b) Agenti di vulcanizzazione e stabilizzanti per elastomeri in tubi per freni, tubi per carburante, tubi per ventilazione, parti in elastomero/metallo del telaio, e castelli motore contenenti in peso, lo 0,5% o meno di piombo
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Da etichettare o rendere identificabili in base all’art.4, paragrafo.2, lettera b), punto iv) della direttiva 2000/53/CE
(2) Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2016 e pezzi di ricambio per tali veicoli Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2005 Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2006
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7 c) Agenti leganti per elastomeri utilizzati nell’apparato propulsore contenenti, in peso, lo 0,5% o meno di piombo 8 a) Piombo nelle saldature per collegare componenti elettrici e elettronici a schede elettroniche e piombo nelle rifiniture su terminazioni di componenti diversi dai condensatori elettrolitici in alluminio, su pin di componenti e su schede elettroniche 8 b) Piombo nelle saldature in applicazioni elettriche diverse dalle saldature su schede elettroniche o su vetro
Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2009 Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2016 e pezzi di ricambio per tali veicoli
Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2011 e pezzi di ricambio per tali veicoli Veicoli omo logati prima del 1° gennaio 2013 e pezzi 8 c) Piombo nelle rifiniture di terminali di condensatori elettronici in alluminio di ricambio per tali veicoli Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2015 e pezzi 8 d) Piombo utilizzato nelle saldature su vetro nei sensori di flusso di massa dell’aria di ricambio per tali veicoli 8 e) Piombo in saldature ad alta temperatura di fusione (ossia leghe a base di (3) piombo contenenti l’85% o più di piombo in peso) 8 f) Piombo in sistemi di connettori a pin conformi (3) 8 g) Piombo in saldature destinate alla realizzazione di una connessione elettrica valida tra la matrice del semiconduttore e il carrier all’interno dei circuiti integrati (3) secondo la configurazione “Flip Chip” 8 h) Piombo nelle saldature per fissare i dissipatori di calore al radiatore in assemblaggi di semiconduttori di potenza con un circuito integrato con un’area di (3) proiezione minima di 1 cm2 e una densità di corrente nominale minima di A/mm2 di superficie del circuito integrato di silicio 8 i)Piombo nelle saldature in applicazioni elettriche su vetro ad eccezione delle Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2013 e pezzi saldature su lastre di vetro laminate di ricambio per tali veicoli (4) 8 j )Piombo nelle saldature su lastre laminate (3) Come pezzi di ricambio per tipi di motore sviluppati prima 9) Sedi di valvole del 1° luglio 2003 10 a) Componenti elettrici e elettronici contenenti piombo in vetro o in ceramica, in un materiale vetroceramico o in matrici di vetroceramica. Quest’esenzione non si applica all’uso di piombo in: - vetro delle lampadine e delle candele - materiali ceramici dielettrici di componenti indicati ai punti 10b,10c,10d
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10 b) Piombo in materiali ceramici dielettrici PZT di condensatori appartenenti a circuiti integrati o a semiconduttori discreti 10 c) piombo nei materiali ceramici dielettrici in condensatori per una tensione nominale inferiore a 125 V CA o 250 V CC
Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2016 e pezzi di ricambio per tali veicoli
10 d) Piombo nei materiali ceramici dielettrici di condensatori utilizzati per compensare le deviazioni, dovute all’effetto termico, di sensori in sistemi sonar ultrasonici
(3)
11) Inneschi pirotecnici
Veicoli omologati prima del 1° luglio 2006 e pezzi di ricambio per tali veicoli
12) Materiali termoelettrici contenenti piombo utilizzati nell’industria automobilistica per ridurre le emissioni di CO2 mediante il recupero dei gas di scarico
Veicoli omologati prima del 1° gennaio 2019 e pezzi di ricambio per tali veicoli
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Tabella D Materiali e componenti
Ambito d’applicazione e termine di scadenza dall’esenzione
Da etichettare o rendere identificabili in base all’art.4, paragrafo.2, lettera b), punto iv) della direttiva 2000/53/CE
Cromo esavalente 13 a) Rivestimenti anticorrosione
Come pezzi i ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2007
13 b)Rivestimenti anticorrosione negli insiemi di dadi e bulloni dei telai
Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2008
14) Come anticorrosivo nei sistemi di raffreddamento in acciaio al carbonio nei frigoriferi ad assorbimento ei camper fino allo 0,75% in peso nella soluzione refrigerante, salvo sia praticabile l’uso di altre tecnologie di refrigerazione e non vi siano impatti negativi sull’ambiente, sulla salute e sulla sicurezza dei consumatori
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Tabella E Ambito d’applicazione e termine di scadenza dall’esenzione
Materiali e componenti Mercurio 15 a) Lampade a luminescenza per i proiettori 15 b) Tubi fluorescenti utilizzati nei visualizzatori del quadro strumenti
Da etichettare o rendere identificabili in base all’art.4, paragrafo.2, lettera b), punto iv) della direttiva 2000/53/CE
Veicoli omologati prima del 1° luglio 2012 e pezzi di ricambio per tali veicoli
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Veicoli omologati prima del 1° luglio 2012 e pezzi di ricambio per tali veicoli
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Tabella F Ambito d’applicazione e termine di scadenza dall’esenzione
Materiali e componenti
Da etichettare o rendere identificabili in base all’art.4, paragrafo.2, lettera b), punto iv) della direttiva 2000/53/CE
Ca dmio 16. Accumulatori per veicoli elettrici
Come pezzi di ricambio per i veicoli immessi sul mercato prima del 31 dicembre 2008
(1) Rimozione se, in correlazione con la voce n.10 lettera a), sui supera un livello soglia medio di 60 grammi per veicolo. Per l’applicazione della presente disposizione non vengono presi in considerazione i dispositivi elettronici non installati dal fabbricante nella linea di produzione (2) Quest’esenzione sarà riesaminata nel 2015 (3) Quest’esenzione sarà riesaminata nel 2014 (4) Quest’esenzione sarà riesaminata prima del 1° gennaio 2012 (5) Rimozione se, in correlazione con la voce n.8 lettere da a) a j), si supera un livello soglia medio di 60 grammi per veicolo. Per l’applicazione della presente disposizione non vengono presi in considerazione i dispositivi elettronici non installati dal fabbricante nella linea di produzione Note: - è ammessa una concentrazione massima dello 0,1% i peso e per materiale omogeneo di piombo, cromo esavalente e mercurio e una concentrazione massima dello 0,01% in peso e per materiale omogeneo di cadmio - è ammesso senza limitazioni il riutilizzo di parti di veicoli già sul mercato alla data di scadenza di u’esenzione, in quanto il riutilizzo non è contemplato dall’art.4, par 2, lettera a) - ai pezzi di ricambio immessi sul mercato dopo il 1° luglio 2003 e destinati ai veicoli immessi sul mercato anteriormente al 1° luglio 2003 non si applicano le disposizioni dell’art.4, par.2, lettera a) (eccetto che per le masse di equilibratura delle ruote, le spazzole di carbone dei motori elettrici e le guarnizioni dei freni)
L'INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA Periodico mensile di informazione tecnica ed economica 575
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L’INTERVISTA DEL MESE: ANTONIO PROTOPAPA
Gomma sintetica: uno scenario mondiale in forte evoluzione L’organizzazione internazionale dei produttori di gomma sintetica (International Institute of Synthetic Rubber Producers, IISRP) ha eletto alla presidenza, nel corso dell’assemblea generale che si è svolta in aprile in Corea, un manager italiano. È Antonio Protopapa direttore commerciale di Polimeri Europa (Eni). Con lui abbiamo parlato dell’attività dell’Istituto, ma soprattutto di come sta cambiando il quadro mondiale del
Vuole riassumerci brevemente, ingegnere, ruolo, obiettivi e programmi immediati dell’IISRP? L’istituto è il maggior organismo esistente su scala mondiale nel campo della gomma sintetica. Raggruppa una cinquantina di produttori che rappresentano, direttamente o indirettamente, circa il 90% delle capacità produttive esistenti. Manca ancora tra gli aderenti qualche importante protagonista e stiamo lavorando per colmare la lacuna. Ma in compenso ci sono molti nuovi ingressi dai paesi emergenti, dall’Asia all’India, ai paesi dell’ex impero sovietico, dove assistiamo a un vivace sviluppo delle attività nel campo dei polimeri e della gomma sintetica in particolare. Suo compito è quello di valorizzare il ruolo svolto nell’economia mondiale dai produttori di gomma sintetica, di rappresentarli e di fornire loro tutta una serie di servizi di supporto. Servizi che possono essere di advocacy, come dicono gli americani, a difesa degli interessi degli associati, ma che coprono anche molti altri campi, da quello della salute dei lavoratori dell’industria della gomma a quello della raccolta e diffusione di dati statistici riguardanti capa-
mercato. E quindi di produzione, di consumi, di prezzi. Le risposte che l’ing. Protopapa ha dato alle nostre domande configurano uno scenario in forte movimento, ricco di luci e di ombre, destinato a incidere profondamente sull’economia del nostro paese ma più in generale su quella di tutto il mondo occidentale. Rendersene conto è certamente la prima cosa da fare per poter guardare al futuro senza eccessivi timori.
cità produttive, produzione e consumi oltre a quelli più strettamente tecnici. Infatti, molto importante è poi l’azione che svolge in materia di uniformizzazione degli aspetti normativi. In questo campo l’esempio più recente è quello della classificazione delle nuove gomme SBR olio estese, per cercare di porre rimedio al caos determinato dall’arrivo di tutta una serie di nuovi oli estensori utilizzati dai produttori di gomme in emulsione. Va sottolineata, infine, l’attività nel campo degli aspetti tossicologici e dell’impatto ambientale di alcuni dei componenti più importanti della filiera della gomma sintetica, non ultimi isoprene, cloroprene e butadiene. L’istituto, che opera ormai da oltre cinquant’anni essendo nato nel 1960, ha una struttura molto snella. La sede è a Houston, in Texas, dove risiede il segretario generale Jim McGraw, e ci sono poi due sedi distaccate, a Milano e a Tokyo. Tre le sezioni geografiche (America, Europa e Far East), ciascuna con un comitato esecutivo, un presidente e un vicepresidente che coordinano le attività locali e in particolare quelle dei comitati tecnico-scientifici e dei comitati statistici. Per quanto riguarda la sezione europea, quest’anno a Seul ne sono
Antonio Protopapa
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L’INTERVISTA DEL MESE: ANTONIO PROTOPAPA
stato eletto alla presidenza per il periodo 2011-2012. Questa carica mi è stata conferita in quanto l’anno prossimo il congresso annuale si svolgerà in Italia. Sarà in particolare mio compito sovraintendere alla organizzazione del General Meeting che si terrà dal 16 al 19 aprile 2012 a Venezia, sede che è stata scelta perché questa città esercita un forte richiamo a livello mondiale e ha la possibilità di favorire l’arrivo di partecipanti da ogni paese. Ci aspettiamo, infatti, la presenza di 150/200 delegati e stiamo già raccogliendo i papers che verranno presentati e che coinvolgeranno tematiche sia economiche che tecniche. Posso dire sin d’ora, senza entrare in particolari, che si parlerà della situazione economica, finanziaria e produttiva del nostro continente, dell’industria dell’automobile, dei problemi legati alla situazione delle materie prime. Ma il tema probabilmente di maggiore richiamo sarà quello della green chemistry e del suo ingresso nel campo degli elastomeri. Qualcosa è già stato detto al meeting di Seul, ma a Venezia ci si impegnerà ad approfondire e allargare il discorso. Le aziende trasformatrici sono allarmate per il continuo aumento dei prezzi delle loro materie prime, gomma sintetica compresa. Che cosa sta succedendo e che cosa si può prevedere per il prossimo futuro? Proviamo a fare una analisi degli elementi che hanno portato alla situazione attuale prima di occuparci di cosa potrà succedere. Negli ultimi diciotto mesi si è avuto un forte recupero della domanda. Come si è potuto leggere anche sulla vostra rivista, tutti sono concordi nel dire che i consumi di gomma sintetica sono cresciuti nel 2010 e hanno continuato a farlo anche nei primi mesi di quest’anno. Questo è frutto dei maggiori consumi dei paesi asiatici, che hanno guidato la domanda del settore auto e dei prodotti correlati, ma secondo me vi è stato anche un significativo fenomeno di ristoccaggio di prodotti per ripristinare le scorte che erano state tenute particolarmente basse nel corso del 2009. Questi due fenomeni, agendo insieme, hanno fatto probabilmente salire la domanda più 24 |
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di quanto sia stato il consumo effettivo. Questa situazione non poteva continuare all’infinito, e in effetti si è esaurita nel momento in cui le scorte si sono ricostituite. Occorre anche tenere presente che gli stoccaggi non torneranno più ai livelli ante crisi, perché nessuna azienda vuole correre il rischio di un’altra svalutazione del suo magazzino come quella che si è avuta nel corso del 2009, quando il crollo del valore sia delle materie prime che dei prodotti finiti è stato dell’ordine del 40%. Quindi, per cercare di limitare l’impatto di una nuova eventuale crisi, si lavora con stoccaggi molto più bassi rispetto al passato. Questo è tanto più vero se si tiene conto anche degli effetti legati al capitale circolante: si vuole diminuire il più possibile l’esposizione e la liquidità per evitare di trovarsi con un magazzino sempre più impegnativo, con in sovrappiù il rischio di una improvvisa svalutazione. Con una filiera molto meno ricca di prodotto, qualsiasi mutamento del mercato che possa ingenerare una crescita dei consumi immediatamente porta a un surriscaldamento dei prezzi. Se prima il fatto di avere degli stoccaggi lunghi agiva come una specie di sistema calmierante (consentendo di diluire nel tempo gli aumenti richiesti alla clientela), oggi ci si deve approvvigionare con materie prime che crescono a tassi e a velocità maggiori che in passato. Inoltre, anche il surriscaldamento dei prezzi dei monomeri (etilene, propilene, butadiene, cioè tre dei quattro monomeri di base per la gomma sintetica) ha contribuito a questa situazione, determinando la necessità di ribaltare sul mercato l’aumento dei costi. Ecco, insomma, il meccanismo complesso che porta a un aumento dei prezzi che si può calcolare intorno al 30/40 per cento negli ultimi diciotto mesi. Entra poi in gioco anche l’aumento del prezzo della gomma naturale. Non dimentichiamo che la gomma sintetica rappresenta solo la metà del fabbisogno di gomma del mondo. La scarsità di prodotto e l’elevato aumento del prezzo della gomma naturale (dovuto anche a fenomeni climatici incontrollabili) ha influito sul riscaldamento dei prezzi della gomma sintetica. L’effetto è immediato per quelle gom-
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Ravenna, una veduta aerea dell’impianto petrolchimico.
me che consideriamo commodities (SBR in emulsione o polibutadiene) che possono, in parte, sostituire la gomma naturale sempre più costosa. Un discorso a parte meritano le cosiddette gomme sintetiche speciali. Prendiamo l’EPDM, che non è soggetta agli sbalzi del butadiene e non è influenzata dall’andamento della gomma naturale. Qui hanno agito la chiusura di alcuni impianti, la riduzione degli investimenti, il forte incremento della domanda. Così i prezzi sono saliti in maniera significativa forse anche al di là delle aspettative dei produttori. Se questa è la situazione attuale, cosa si può prevedere per il futuro? Difficile dirlo. Per quello che sappiamo, per l’EPDM non c’è da aspettarsi un raffreddamento per i prossimi mesi, perché l’aumento dei prezzi è stato determinato soprattutto da una carenza dell’offerta rispetto alla domanda, e questo quadro non è destinato a cambiare nei prossimi mesi. Quanto alle altre gomme speciali, come il policloroprene e le gomme nitriliche, che hanno normalmente un andamento più stabile, ci si può ragionevolmente attendere una tenuta dei prezzi. Per le gomme direttamente legate al butadiene, la loro sorte seguirà quella della materia prima di base, che resterà sotto forte tensione anche per i prossimi mesi. Non dimentichiamo che una delle ragioni storiche per cui il butadiene è corto sul mercato è la carenza della frazione C4, che ha ridotto il feedstock da cui il
L’INTERVISTA DEL MESE: ANTONIO PROTOPAPA
butadiene viene ricavato. La situazione non cambierà in Asia, dove la frazione C4 manca e addirittura peggiorerà in America, dove si stanno studiando alternative importanti ai cracker da nafta utilizzando gas che hanno provenienza diversa dal petrolio e non hanno frazione C4. In Europa non sono prevedibili cambiamenti quanto a disponibilità di butadiene, per cui ci aspettiamo prezzi sostenuti anche per i prossimi mesi. Ciò vuol dire che ci saranno altri aumenti oppure che i prezzi si manterranno sugli attuali livelli alti? Aumenti come quelli visti di recente li ritengo improbabili, perché siamo ormai a livelli difficilmente sostenibili dall’industria e soprattutto difficili da ribaltare sul consumatore finale. È però probabile che il livello attuale tenga ancora per diversi mesi. Ci sarà forse qualche aggiustamento, ma non impennate. I trasformatori avranno quindi margini di tempo per ribaltare i rincari sui propri clienti. Credo proprio che non dovrebbero più esserci inasprimenti, a meno di eventi internazionali non prevedibili. Si parlava prima di un rapporto 50/50 tra gomma naturale e gomma sintetica sul totale dei consumi. È ipotizzabile qualche cambiamento? No, non credo. Ci possono essere variazioni legate a fenomeni stagionali o climatici, ma niente di più. Questo perché il consumo di gomma naturale è anch’esso in crescita e perché le caratteristiche intrinseche della gomma naturale sono tali che la gomma sintetica non riuscirà
Venezia è stata scelta come sede dell’assemblea generale dell’IISRP che si svolgerà nel 2012.
mai a replicarle. Un secondo fattore da tenere in conto è che ci sono paesi le cui economie vivono sulla gomma naturale e non abbandoneranno mai un prodotto che per loro è di vitale importanza. Quindi potranno esserci variazioni percentuali ridotte, ma non vedo come il rapporto attuale possa essere stravolto. L’incidenza della produzione di gomma sintetica in Asia sul totale mondiale è passata dal 44 per cento del 2007 al 56 per cento del 2009. D’altro canto i consumi asiatici di gomma sintetica sui consumi mondiali sono passati dal 49 per cento del 2007 al 56 per cento del 2009. È un fenomeno destinato a continuare? Lo spostamento del mercato verso l’Asia è ormai un fatto acquisito ed è destinato a continuare. Oggi la Cina è diventato il più grande produttore ed esportatore di pneumatici. Inoltre, le prospettive di sviluppo dell’industria automobilistica asiatica sono tali per cui non potrà che aumentare fortemente la produzione di tutta la gamma di prodotti in gomma legati all’automobile. Gli investimenti principali sono ormai fatti in quell’area del mondo. Discorso analogo a quello dell’automobile si può fare per molti altri comparti, dall’edilizia all’elettrodomestico e così via. Indubbiamente, il mondo della gomma deve ormai fare i conti con l’area asiatica. Non a caso l’IISRP continua ad espandersi in Asia, mentre fa fatica a mantenere i suoi numeri in Occidente. Il centro di gravità si è già spostato nell’area del Far East. Il che vuol dire che l’Europa sarà sempre più spinta ai margini dello sviluppo economico del mondo? Non c’è dubbio che la grande fabbrica del mondo è ormai la Cina. Pensiamo a quello che è successo in Europa con il tessile o le calzature, che sono rimaste in Europa solo con le produzioni di nicchia. Tuttavia, noi assistiamo oggi anche a un fenomeno inverso da non sottovalutare. Quello di aziende cinesi, e non solo, che vengono in Europa a investire e acquisire partecipazioni, perché il mercato europeo è ancora un mercato a forte valore aggiunto e in possesso di tecnologie
avanzate. I cinesi ne sono fortemente interessati. Da qui la loro attenzione ad investire nel nostro continente. Negli ultimi tempi c’è stato un forte incremento degli investimenti in nuove capacità produttive di gomma sintetica (anche se i protagonisti sono pochissimi e sempre gli stessi). Inoltre, assistiamo anche a una crescente attività di Merger & Acquisition, cui spesso partecipano società di private equity. Come si spiega tutta questa effervescenza? Il mondo dei polimeri in generale ha subito fortissimi cambiamenti per quanto riguarda gli attori presenti sul mercato. Pensiamo al disimpegno di alcuni protagonisti (come la BP, la Basf o la Ciba) o al forte ridimensionamento di altri (come la Dow) che hanno deciso di concentrasi solo su prodotti ad alto valore aggiunto e a forte prospettiva di crescita. Questo fenomeno ha riguardato anche gli elastomeri; si pensi a quanto avvenuto nel campo dei lattici. Cosa spinge in questa direzione? Anche per gli elastomeri la globalizzazione procede. Mentre prima avevamo realtà diversificate tra Stati Uniti, Europa e Asia, dove gli unici interlocutori erano prima il Giappone e poi la Corea, adesso la Cina è entrata prepotentemente in scena come protagonista. Per cui i leader di mercato mondiale cercano, investendo, di non perdere battute e cioè di non arretrare. Intanto però, le aziende cinesi, e anche di Taiwan, si fanno più aggressive, beneficiando anche del fatto che oggi le barriere tecnologiche di ingresso sono più basse che in passato. I contraccolpi non sono mancati e forse lo scotto maggiore è stato pagato dagli Stati Uniti con il drastico ridimensionamento, oltre che dell’industria della gomma sintetica, anche di quella del pneumatico e dell’automobile. Io credo che da questa complessa evoluzione emergerà sempre più uno scenario a due velocità. Da un lato le aziende leader tecnologiche che puntano a prodotti ad alto valore aggiunto (si pensi nel nostro caso, ad esempio, alle gomme in soluzione o al polibutadiene al neodimio), dall’altro le aziende che guardano esclusivamente ai volumi e puntano sulle commodities.
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Dalla collaborazione tra Plast e la nostra rivista nasce Rubber 2012
Torna a Milano un salone della gomma di Eugenio Faiella
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rano almeno vent’anni che in Italia mancava una manifestazione espositiva che avesse al suo centro gli elastomeri. L’ultima volta era stata nel 1991, in occasione dell’edizione di Plast di quell’anno, e c’è da scommettere che le nuove generazioni di imprenditori e operatori nemmeno se la ricordano. Al contrario di quanto accadeva all’estero, i “gommai” italiani dovevano peregrinare un po’ qua e un po’ là alla ricerca di una visibilità adeguata alla importanza che avevano saputo conquistarsi sul piano internazionale. Adesso c’è una novità. Accogliendo una proposta di Promaplast, l’ente organizzatore di Plast 2012, la nostra rivista collaborerà alla realizzazione di Rubber 2012, salone internazionale della gomma che si svolgerà, nel quadro appunto di Plast 2012, dall’8 al 12 maggio 2012 nel polo espositivo di Fiera Milano a Rho/Pero. Si tratterà di un salone specializzato nel quale troverà posto l’intera filiera della gomma, italiana ed europea.
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non ostante le difficoltà degli ultimi tempi, restano uno strumento efficacissimo per stabilire un contatto diretto, personale, senza intermediari tra tutti gli operatori”. E l’amministratore delegato Andrea Aiello aggiunge: “I tempi sono stretti, data la complessità dei meccanismi propri delle fiere. Tuttavia pensiamo che l’interesse suscitato dal lancio di Rubber 2012 sia la dimostrazione migliore che il salone colma una lacuna molto sentita e che quindi sarà possibile procedere molto rapidamente. Noi ci stiamo impegnando a fondo”. Oggi l’industria italiana della gomma sta uscendo da una crisi molto pesante e sta ancora combattendo con difficoltà rilevanti, non ultima quella della crescita incontrollata dei prezzi delle materie prime. Rubber 2012 può essere un’importante occasione, da un lato, per fare il punto degli sviluppi tecnologici in corso e, dall’altro, per un rilancio della nostra presenza sui mercati internazionali.
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Materie prime
La corsa dei prezzi mette a rischio la ripresa C’è una preoccupazione apertamente dichiarata nelle risposte date dai compounder italiani (e non solo) alle nostre domande: la crescita ininterrotta del costo delle materie prime, leggi in particolare elastomeri sintetici speciali. Il produttore di mescole si trova così stretto in una morsa alla quale è difficile sottrarsi. Da un lato deve confrontarsi con poche potenti multinazionali in grado di controllare prezzi e forniture. Dall’altro non può non tenere conto delle difficoltà di una clientela composta soprattutto da piccole e medie imprese che non riescono a trasferire al mercato finale gli incrementi di costo delle materie prime. La conseguenza è un mercato ingessato o per meglio dire paralizzato da reciproche diffidenze e timori. Ed è un peccato (ma forse non è un caso) che ciò accada proprio in un momento in cui sembra si possa dire che la ripresa è partita in modo consistente. Il rischio è di sprecare una grande occasione.
Seguiamo con molta preoccupazione l’evoluzione dei prezzi delle materie prime, consapevoli delle difficoltà che ne derivano per l’industria della trasformazione 1. I primi mesi del 2011 sono andati molto bene. Meglio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Hexpol Compounding è sempre più presente, rispetto al passato, nel mercato italiano, attenta a cogliere nuove ed interessanti opportunità di business. Prevediamo per il 2011 un altro anno di sviluppo di rapporti con nuovi clienti nazionali conso-
INCHIESTA TRA I PRODUTTORI DI MESCOLE Le nostre domande 1. Che bilancio si sente di tracciare per questi primi mesi del 2011 rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso? E che cosa prevede per la restante parte dell’anno? 2. Negli ultimi mesi si è affacciato prepotentemente il problema della crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime e in qualche caso anche dello shortage di alcune di esse. Lei come valuta la situazione, anche per le conseguenze che ne derivano per i vostri clienti e cioè per le industrie trasformatrici? 3. Tornando alla situazione congiunturale, la domanda è oggi più sostenuta in Italia o all’estero? E in particolare per quali paesi e per quali segmenti di mercato? 4. Sui mercati internazionali quale è la posizione competitiva delle mescole di produzione italiana in termini di prezzo e di qualità?
lidando ed aumentando le attività commerciali con i clienti già esistenti. 2. La tendenza alla crescita inarrestabile dei prezzi delle materie prime è nota già dalla prima metà del 2010. In quel periodo le vendite di Hexpol Compoun-
Enrico Pantano
Hexpol Compounding
ding nel mercato USA e Cina furono, seguendo la domanda locale dopo la crisi del 2009, molto più importanti in volume rispetto allo stesso periodo del 2009. Inoltre la chiusura di alcune linee di produzione di polimeri, tipo EPDM, a fine 2008 inizio 2009 contribuì a condurre verso l’attuale situazione. Personalmente già dalla scorsa primavera-estate informavo i clienti di questa tendenza. Nella seconda metà del 2010 anche il mercato europeo (soprattutto tedesco, che ne ha trascinato poi altri) ha ripreso una certa vitalità con aumento della domanda rendendo sempre più evidente e “drammatico” questo problema. Seguiamo con molta attenzione e pre-
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Materie prime
occupazione l’evoluzione dei prezzi delle materie prime consapevoli delle difficoltà per l’industria della trasformazione (date le caratteristiche organizzative di questo comparto) nel ribaltare sui mercati finali tali aumenti. Quello che possiamo auspicare è che le grandi compagnie che detengono la produzione di buona parte delle materie prime utilizzate nell’industria delle mescole possano arrivare a stabilizzare per un certo periodo di tempo i prezzi dando modo a tutta la filiera di poter gestire al meglio questa nuova realtà. 3. Per quanto riguarda il gruppo Hexpol Compounding, potremmo affermare che a livello europeo la domanda continua ad essere molto forte in Germania, soprattutto per il settore auto motive, nel Regno Unito e nella Repubblica Ceca. In Italia il livello di domanda non è omogeneo. A livello macro si può dire che le aziende che mantengono una presenza export verso altri mercati vivono una maggior vivacità. Nel nostro paese, settori come le costruzioni e l’auto non hanno ancora dato segnali di ripresa effettiva. 4. A livello internazionale si nota la vivacità di alcune aziende nazionali produttrici di mescole soprattutto nel settore delle mescole speciali. Il livello qualitativo e tecnologico in questo campo è sicuramente elevato.
Ci aspettiamo una leggera flessione degli ordini nei prossimi mesi per poi riprendere con i soliti picchi a luglio e settembre
pur essendo l’Europa il nostro mercato di riferimento, la globalizzazione rende il quadro più complesso e certamente le esportazioni dei manufatti finiti ottenuti dalle nostre mescole verso paesi in forte crescita sono un fattore non trascurabile e tale da cambiare il risultato totale. Ci aspettiamo una leggera flessione degli ordini nei prossimi mesi per poi riprendere con i soliti picchi a luglio e settembre (legati alla pausa estiva del mese di agosto ); l’anno dovrebbe poi scemare leggermente fino a dicembre. 2. Anche in questo caso il quadro risulta molto complesso. Per quanto ci compete l’aumento dei polimeri fluorurati era un evento prevedibile, teniamo conto che era da circa un decennio che i prezzi di tali prodotti non subivano una crescita e le richieste di aumenti erano già state preannunciate nel 2009: la profonda ed improvvisa crisi aveva poi bloccato tale richiesta. Il problema di quest’anno è rappresentato dalla forte penuria in generale dei chemical coinvolti nella chimica del fluoro a partire dai monomeri che sono utilizzati non solo per la produzione di elastomeri ma anche di polimeri speciali quali ad esempio il PTFE, il PVDF e dei gas refrigeranti sia per uso industriale che di largo consumo. Molti produttori si sono trovati inoltre impreparati di fronte ad una ripresa a due cifre dopo un periodo di crisi che aveva portato alla mancata manutenzione, alla chiusura di alcuni impianti, all’ azzeramento dei magazzini. Il quadro, già critico per quanto sopra, è diventato ancora più critico a fronte di recenti decisioni governative relati-
1. Nel primo trimestre del 2011 abbiamo registrato una notevole crescita di fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno 2010; ritengo però che questo dato sia anomalo e non sia la autoveicoli e della vendita di elettrodomestici (settori trainanti ) sono in calo. Occorre infatti tenere presente che, 30 |
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Enrico Parietti TSF
ve alle politiche di esportazione, ed alla chiusura di alcuni impianti in Cina . E come se non bastasse la situazione si è ulteriormente aggravata a seguito del disastro giapponese che ha amplificato un problema che sicuramente durerà tutto l’anno. Non trascurerei in questa situazione anche un effetto psicologico: la mancanza di materie prime; lo shortage di polimeri è nota e quindi si tende ad ordinare più della reale necessità per il timore di non poter far fronte ai futuri ordini. Ci sono annunci di sbottigliamenti, nuovi impianti etc. che però sono attesi a partire dal 2012-2013. Per quanto riguarda la classe merceologica delle mescole siliconiche, il prezzo è per ora stabile e non ci sono problemi di approvvigionamento: i nostri clienti possono stare tranquilli. 3. Il nostro mercato di elezione è certamente l’Italia dove stiamo vedendo sicuramente una forte tensione verso l’alto sia dei consumi che dei prezzi. Teniamo presente che l’Italia è tra i primi due produttori in Europa di manufatti in gomma: se nel quadro europeo consideriamo anche la Germania, ritengo che la situazione sia analoga. I settori più coinvolti in questa situazione congiunturale ci risultano essere l’automotive e la perforazione petrolifera . 4. Ritengo che l’Italia continui ad essere un ottimo bacino per l’acquisto di manufatti in gomma di qualità a prezzi competitivi. Per quanto riguarda TSF, grazie alla specializzazione, all’attenzione alla qualità, all’efficienza produttiva ed alle accresciute competenze tecniche, abbiamo sicuramente acquisito un ottimo know-how con formulazioni di ultima generazione sulle mescole fluorurate (FKM), perfluorurate (FFKM), siliconiche (VMQ), fluorosiliconiche (FVMQ). Estendendo lo sguardo alla nostra consociata Ligom riteniamo che anche nell’ambito delle gomme organiche sicuramente abbiamo sul mercato degli ottimi prodotti con mescole nitriliche idrogenate (HNBR) ed EPDM perossidiche.
Materie prime
La situazione è spiacevole ma soprattutto rischia di divenire drammatica a causa della mancanza di certezze sugli approvvigionamenti di alcune materie prime
Cesare Finazzi Mesgo Polska
Giorgio Cabrini Mesgo spa
1. Il primo trimestre del 2011 si è chiuso con un incremento significativo di volume rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dove comunque avevamo registrato un incremento notevole rispetto al 2009. Quasi tutti i paesi da noi serviti hanno contribuito a questa crescita ,in particolare i paesi dell’ Est Europa, del Medio Oriente e la Germania. Ottima la crescita anche in Italia, mentre la Spagna ha mostrato segnali di frenata (almeno per quello che concerne il segmento industriale di nostra pertinenza). La restante parte dell’anno appare incerta nel complesso; anche la nostra clientela è divisa abbastanza equamente tra coloro i quali prevedono un mantenimento del trend di crescita e coloro che già intravedono segnali di rallentamento del flusso degli ordini. Riteniamo sia molto difficile e rischioso fare delle previsioni, la nostra visione è piuttosto pessimistica per quanto concerne la capacità dei nostri clienti italiani di mantenere questo andamento di crescita, soprattutto se dovesse frenare l’entusiasmo della “locomotiva Germania”; più ottimistica per quanto concerne i paesi in via di sviluppo, che comunque stanno beneficiando di una cre-
scita costante ed importante del loro Prodotto Interno Lordo (crescita di cui beneficeranno di riflesso anche quelle poche realtà industriali italiane che hanno sedi produttive o commerciali in tali paesi). 2. La situazione è spiacevole ma soprattutto rischia di divenire drammatica a causa della mancanza di certezze sugli approvvigionamenti di alcune materie prime. Spiacevole perché in qualità di compoundatori siamo chiamati a fare da cuscinetto tra i fornitori di materie prime, in genere multinazionali che aumentano i listini senza troppe discussioni, ed i clienti, che fanno una fatica tremenda a ribaltare a loro volta gli aumenti sul mercato, anche a causa di un mercato estremamente frammentato e competitivo, e ci considerano “responsabili “ di questa situazione. Drammatica perché non ce la sentiamo di acquisire nuove opportunità che ci si presentano, in quanto non saremmo in grado di mantenere le promesse di fornitura e rischieremmo di penalizzare i nostri clienti storici: l’acquisizione di nuovi progetti/clienti è fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile di un’azienda, e consente anche un sano ricambio o bilanciamento del posizionamento in alcuni segmenti di mercato. I segnali che ci arrivano quotidianamente dai fornitori di materie prime non sono incoraggianti, e si parla di una situazione che potrebbe durare ancora per un paio di anni, tempo necessario al ripristino di una capacità produttiva adeguata. Come conseguenza immaginiamo un ulteriore aggravarsi dello scenario competitivo da parte di quelle aziende che non possono assolutamente permettersi di perdere volume…con tutte le conseguenze che ne derivano. 3. Come già detto, stiamo avendo ottime soddisfazioni nei paesi dell’Est, in particolare Russia e Polonia, e nei paesi del Medio Oriente, in particolare in Turchia. Il segmento di mercato che più ci sta dando soddisfazione è quello delle mescole speciali in silicone per cavi elettrici di sicurezza, quello delle mescole in fluoroelastomeri per il settore automotive, ed in
generale le mescole tradizionali sia per elettrodomestico che per il settore automotive. 4. Non è possibile generalizzare, dipende dal paese, dalla tipologia di mescola, dalla maturità del segmento di mercato. Possiamo dire che come filosofia di base la Mesgo s.p.a. non è attratta da segmenti a basso valore aggiunto, dove esiste una grande competitività anche di produttori locali, ma piuttosto si orienta a colmare quelle lacune tecnologiche o di servizio che consentono di valorizzare il prodotto: pertanto ne deriva che la nostra “proposizione di valore” ci fa uscire dall’ambito della competizione estrema, e ci posiziona in segmenti di mercato con un ciclo di vita decisamente in salita e premiante.
La complessità della situazione esige un maggiore sforzo per monitorare la redditività delle vendite e, soprattutto, l’esposizione creditizia dei clienti
Cristina Ceriani Intermarp
1. Il bilancio dei primi quattro mesi è sicuramente molto positivo non soltanto rispetto all’anno 2010, ma anche rispetto alle aspettative per l’anno in corso. Come sempre è difficile fare previsioni fino alla fine dell’anno. Abbiamo comunque un portafoglio ordini, che in alcuni casi, traguarda la pausa estiva. I dati in nostro possesso ci fanno comunque guardare con fiducia al futuro e la conferma di ciò sono gli investimenti in corso di realizzazione, in particolare la sostituzione dei due mescolatori aperti con altrettanti estrusori bivite. Con l’in-
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Materie prime
stallazione del primo, programmata per la fine di maggio, saremo quindi in grado di offrire mescole ancora più affidabili da un punto di vista di costanza delle caratteristiche tecniche, dei parametri di stampaggio e quindi di qualità. 2. La situazione è molto critica non solo per i nostri clienti ma per l’intera filiera produttiva. I produttori di mescole devono avere risorse maggiori del passato per investire in magazzino di materie prime sia per l’inflazione, come evidenziato nella vostra domanda, sia per coprirsi in termini di quantità, stante il rischio di “shortage”. I nostri clienti sono altrettanto sotto pressione dovendo ribaltare nei loro prezzi di vendita gli aumenti dei costi delle mescole. In questa situazione di equilibrio instabile è facile che anelli deboli della catena cadano in crisi economica o finanziaria. Da parte nostra non abbiamo avuto problemi nel finanziare un’adeguata scorta di magazzino; probabilmente la cosa ha favorito i nostri lusinghieri risultati nelle vendite. La complessità della situazione esige, però, un maggiore sforzo per monitorare la redditività delle vendite e, soprattutto, l’esposizione creditizia dei clienti. 3. La domanda dei manufatti in gomma è probabilmente più sostenuta all’estero ma la nostra visibilità è limitata ai clienti mescole che nel nostro caso sono prevalentemente italiani. 4. La nostra dimensione prevalentemente domestica non ci mette in posizione di valutare il quesito.
Previsioni per il secondo semestre? Difficile… (meglio dire impossibile??). A parte il fisiologico rush pre-chiusura estiva, la speranza è che l’anno prosegua bene come visto finora. Dovessimo incorrere in un (lieve) rilassamento del trend, saremmo comunque soddisfatti. L’importante è che non vi siano inversioni di tendenza (vedi fine 2008). 2. In veste di venditore posso assicurarvi che gestire l’attuale situazione di mercato non è così semplice: oltre all’impossibilità di fare un “punto zero” sui prezzi delle materie prime (e conseguentemente valutare l’aumento da applicare alle mescole), si fatica a capire quanta merce si potrà garantire a ciascun cliente (specie EPDM ed SBR). Di giorno in giorno arrivano nuove indicazioni, nuovi forecast, nuove allocazioni di polimero che contribuiscono solo ad aumentare la confusione. Le conseguenza sui trasformatori non sono certo rosee, lo si può ben capire. Quel che mi rammarica di più è che un mercato così “isterico” fa perdere il focus sugli obiettivi non dico annui ma almeno semestrali; da una parte lo shortage di materie prime limita l’acquisizione di nuovi lavori presso i clienti storici e la vieta presso clienti nuovi o potenziali (riceviamo richieste in continuazione!), dall’altra i continui aumenti accorciano la validità delle offerte rendendole fondamentalmente cartastraccia. 3. Il nostro export rappresenta circa il 10% della quantità totale fornita (dato al 30 aprile) ed è suddiviso in ordine di importanza fra Germania, Spagna, Polonia.
Oltre all’impossibilità di fare il punto sui prezzi delle materie prime, si fatica a capire quanta merce si potrà garantire a ciascun cliente (specie EPDM ed SBR) 1. I primi quattro mesi mostrano un incremento del 15%. Maggio e giugno sembrano continuare sulla falsa riga del quadrimestre. 32 |
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La Germania offre potenzialità enormi ma per la situazione di shortage EPDM appena esposta stiamo solamente consolidando la nostra presenza, quasi frenando, anziché accelerare in un momento simile (la Germania si mostra più recettiva quando si trattano gli aumenti di prezzo). Data l’elevata incidenza del trasporto, forniamo solo camion completi di mescola destinata al settore estrusione. 4. All’estero ci si scontra con realtà che storicamente riescono a vendere a prezzi molto bassi, perciò possiamo affermare di non essere sicuramente i “primi” per competitività. L’esperienza vissuta ci sta appagando degli sforzi compiuti per fare del “tailor made” il nostro punto di forza anche all’estero. La costanza di qualità accompagna il nome Co.me.t. da molti anni ormai e, anche in questa situazione di approvvigionamento materie prime, facciamo molta attenzione affinché ciò non sia mai smentito.
Le previsioni per il prossimo semestre sono pesantemente influenzate dagli aumenti consistenti dei prezzi delle materie prime e dalle difficoltà di reperimento per alcune di esse
Marzio Bussola
Parker Itr Techno Compounds B.U.
Emanuele Goffi CO.ME.T
1. Abbiamo registrato un consistente incremento dei volumi di vendita sia in Italia sia per i mercati esteri rispetto all’analogo
Materie prime
periodo del 2010. Le previsioni per il prossimo semestre sono pesantemente influenzate dagli aumenti consistenti dei prezzi delle materie prime e dalle difficoltà di reperimento per alcune di esse. Stanno giungendo i primi segnali negativi da parte degli utilizzatori finali che si trovano ad affrontare degli aumenti che, in alcuni casi, portano ad una perdita di competitività soprattutto sui mercati internazionali. 2. Come già ribadito nella risposta alla domanda precedente la scarsa reperibilità di alcuni elastomeri, prevalentemente associata alla crescente domanda dei paesi del Far Est e alla ridotta capacità produttiva della maggior parte dei produttori mondiali, costituisce una spada di Damocle per la maggior parte delle industrie trasformatrici che potrebbero non avere la disponibilità di prodotto per far fronte alla domanda del mercato a vantaggio dei paesi che risentono in minor entità di questo shortage. 3. Almeno inizialmente l’incremento della domanda è risultato sostenuto sia in Italia sia all’estero. Per il prossimo futuro si ritiene che potrebbe esserci un calo del mercato estero a causa della crescente competizione di produttori internazionali di mescole che possono disporre di materie prime che potrebbero subire aumenti più contenuti di costo. 4. Nei mercati in cui esportiamo generalmente le mescole di produzione italiana vantano una posizione competitiva in termini di prezzo mentre, non sempre, hanno un’immagine positiva dal punto di vista qualitativo. In molte aree di nostro interesse abbiamo trovato delle difficoltà a fare riconoscere l’elevato know-how insito nella produzione di mescole con prestazioni speciali.
Il problema generato dallo shortage della materia prima e il conseguente aumento dei prezzi, al di fuori di ogni logica e di carattere puramente speculativo, hanno fatto sì
che la ripresa subisse battute d’arresto
Gianfranco Toschi CM Manzoni
1. Il primo trimestre del 2011 sembrava finalmente aprire le porte alla tanto attesa ripresa, ma il problema generato dallo shortage della materia prima e il conseguente aumento dei prezzi, al di fuori di ogni logica e di carattere puramente speculativo, hanno fatto sì che la millantata ripresa subisse battute d’arresto. Nel primo trimestre del 2010, detto shortage era già in incubazione anche se particolarmente concentrato su alcuni tipi di “gomma”, di impiego generale, ma relegato a questi soltanto (vari gradi di EPDM ). Durante il corso dell’anno poi, questa situazione si è diffusa, abbracciando i più svariati tipi di gomme (sintetiche e non) compresi i vari componenti chimici necessari a produrre le mescole. La conseguenza è stata un aumento costante, ritmico e incontrollato dei prezzi che ha portato le aziende a una sorta di impasse, e a fronteggiare una situazione che ha dell’assurdo: la impossibilità di soddisfare le richieste per carenza di materia prima. Pertanto, il 2011, che doveva essere l’anno del riscatto, è diventato piuttosto l’anno della burla. Previsioni, a fronte di un panorama simile, sono quanto mai difficili, se non impossibili. Possiamo solo azzardare che, se la speculazione che sta a monte di tutto ciò avrà termine, potremo sicuramente volgere lo sguardo verso una vera crescita e ripresa … 2. Il problema dello shortage e dei prezzi coinvolge le aziende trasformatrici, in particolar modo, ci consenta questa espressione, “ il secondo e il penultimo anello della catena “. Rimangono perciò fuori i grandi produttori di materia prima (ormai pochi, che la giocano da padroni) che impongono il prezzo e contingentano le quantità da
distribuire e le grandi multinazionali nei settori automotive, elettrodomestico etc. che, grazie alla loro forza, non accettano aumenti dal loro indotto. La “partita” pertanto si gioca al “centro” con notevoli difficoltà e nessun vincitore. 3. Crediamo sia una questione di proporzioni e potenzialità. La domanda è sicuramente più sostenuta all’estero, se nell’estero includiamo paesi come l’India, la Cina, il Brasile … motivo per il quale la vecchia Europa soffre … I segmenti di mercato sono molteplici dall’articolo tecnico, ai cavi, ai tubi idraulici. 4. Stiamo perdendo posizioni in termini di competitività, visti e considerati gli alti costi e le “rigidità” del nostro sistema … Ci salviamo perché, come al solito, abbiamo fantasia … e riusciamo a fornire una buona qualità e un buon servizio nonostante tutte le difficoltà sopra citate
Le aziende italiane confermano i loro punti di forza tradizionali quali la rapidità e la flessibilità nell’adattarsi alle richieste dei clienti e alle variazioni dei mercati
Corrado Zardi Eurorubber
1. La seconda parte del dello scorso anno ha visto i volumi produttivi ritornare a valori elevati e i primi mesi del 2011 confermano questi livelli. Le prospettive a breve sono sostanzialmente positive quindi, salvo circostanze ad oggi imprevedibili, la rimanente parte dell’ anno dovrebbe confermare i dati del primo quadrimestre.
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2. Relativamente all’ incremento dei prezzi delle materie prime i nostri clienti hanno quasi tutti ritarato i prezzi del prodotto finale, unica soluzione a fronte di un fenomeno così diffuso e repentino. Fanno eccezione pochi settori in cui, a mio giudizio, lo scarso valore aggiunto della catena manifatturiera non lo ha consentito. Circa lo shortage occorre fare degli importanti distinguo: per talune materie si è trattato di problemi di scorte insufficienti quindi è un fenomeno controllabile, per altri come i più diffusi gradi di EPDM il fenomeno è molto più articolato e i problemi sono stati e sono tuttora seri, al punto di congelare interi settori. 3. La parte preponderante è per noi relativa al mercato nazionale ma i mercati europei tradizionali come Germania, Francia e Spagna hanno incrementato i livelli di ordinativi. I settori dell’ industria mineraria ed estrattiva in genere sono in assoluto i più vivaci sia come volumi che come richiesta di nuove tipologie di mescola. 4. Le aziende italiane confermano i loro punti di forza tradizionali quali la rapidità e la flessibilità nell’adattarsi alle richieste dei clienti e alle variazioni dei mercati. Per contro il consueto gap nei costi di trasformazione (energia elettrica ) rispetto alle nazioni concorrenti penalizza tutto il settore. Negli ultimi tempi si è ancora aggravato il costo di trasporto delle materie prime causa lo spostamento di molti siti produttivi fuori dall’ Europa.
Consigliamo ai nostri clienti di dimostrare flessibilità, di darci possibili forecasts in tempo, di prendere in considerazione eventuali modifiche delle ricette 1. La disponibilità limitata delle materie prime è diventata evidente nei primi mesi del 2011. Un aumento costante dei prezzi e un accordo sui prezzi spesso vincolato per solo un mese da parte dei fornitori fronteggiava una domanda globale sempre più elevata e, come risultato da34 |
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Ciro D’Auria Kraiburg
gli anni critici in passato, una riduzione del assortimento di prodotti di tanti fornitori. Sempre più materie prime vengono prodotte da sempre meno fornitori o già rimpiazzate completamente a causa della loro inclusione nella lista SVHC. Di conseguenza questo comporta una modifica delle ricette di molte mescole. Crediamo che questa tendenza andrà avanti per un bel po’ di tempo. Bisogna solo pensare al fabbisogno costantemente crescente che proviene dall’Asia dell’est. E infine si aggiunge il fondamentale problema della speculazione sulle materie prime alzando i prezzi ulteriormente. 2. Ogni ritardo dal fornitore di materie prime fino al cliente finale passa attraverso tutta la catena di fornitura (supply chain) dell’industria della gomma. Per questo motivo riteniamo di particolare interesse di garantire la disponibilità delle materie prime ai nostri clienti usando i nostri contatti eccellenti con i fornitori. Inoltre la Kraiburg si può dire fortunata perché dispone di un reparto tecnico molto ampio. Questo ci rende molto flessibile e ci permette di reagire più rapidamente alla disponibilità limitata delle materie prime. In questa situazione consigliamo ai nostri clienti di dimostrare flessibilità anch’essi, di darci possibili forecasts in tempo, di prendere in considerazione eventuali modifiche delle ricette e di dimostrare flessibilità nel loro processo di produzione. 3. Pensiamo che, paragonando l‘Italia con il resto d’Europa, si trovi su un livello congiunturale molto buono. Tutti i segmenti di mercato appaiono superiori alla media.
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4. Secondo noi la qualità e i prezzi di mescole standard sono piuttosto buoni. D’altro canto pensiamo che sia difficile quando si tratta di mescole specificate o altamente specificate perché l’Italia investe poco nella ricerca e nell’innovazione, cioè nella formazione di personale specializzato necessario a realizzare questo obiettivo. Kraiburg ritiene il settore tecnico e innovativo una delle sue colonne portanti per assicurare il futuro e i successi dei suoi clienti.
Nei primi mesi dell’anno la domanda in Italia è tornata ai livelli pre-crisi mentre nei mercati esteri c’è stato un notevole aumento da parte del segmento automotive
Stefano Siviglia Lte
1. Abbiamo notato un incremento della domanda sia in Italia che all’estero; nei primi mesi dell’anno l’aumento del turnover è stato del 10%. Questo è stato possibile grazie ad un’intensa attività di marketing cominciata negli scorsi anni che sta iniziando a dare i suoi frutti. Per i prossimi mesi abbiamo già buoni ordinativi, soprattutto per quanto riguarda il comparto automotive. 2. LTE ha saputo gestire la carenza di materia prima ed assicurare ai propri clienti gli ordinativi richiesti. Grazie ad accordi commerciali con i nostri fornitori possiamo assicurare le forniture anche per la seconda metà dell’anno senza alcun problema.
Materie prime
Il fatto di non aver avuto problemi di reperibilità di materia prima ci ha aiutato ad ottenere nuovi business sia in Italia che nei mercati esteri. 3. Possiamo dire che nei primi mesi dell’anno la domanda in Italia è tornata ai livelli pre-crisi mentre nei mercati esteri c’è stato un notevole aumento da parte del segmento automotive. Al momento la percentuale di export è di circa il 40% della nostra produzione, i mercati più interessanti sono per noi la Germania, Spagna, Svezia ma anche l’est Europa la Turchia e l’India. 4. L’esperienza dei compoundatori italiani unita alla stretta collaborazione con le aziende stampatrici della Rubber Valley hanno permesso lo sviluppo di mescole qualitativamente elevate e facilmente lavorabili sui mercati internazionali. Per quanto riguarda la competitività in termini di prezzo a livello internazionale possiamo dire che la concorrenza locale ha spinto noi compoundatori ad ottimizzare la produttività e rendere le nostre aziende più competitive sui mercati internazionali.
Se il trend di questi mesi continuerà prevediamo una ulteriore crescita nella restante parte dell’anno in corso
Cristina Vincenzi VM
1. Direi che rispetto ad un 2010 già di per se stesso buono abbiamo ulteriormente aumentato il nostro fatturato; i costanti sforzi di tutto il team di lavoro, tesi a migliorare continuamente il nostro prodotto, hanno dato i loro frutti. Se questo trend continua prevediamo una ulteriore crescita nella restante parte dell’anno in corso 2. Purtroppo è stato ed è un grosso problema, anche se il nostro prodotto di “nicchia” tutto sommato è stato meno esposto rispetto ad altri polimeri.
Se questo andamento proseguirà sarà molto difficile riversare sui nostri clienti gli aumenti che si verificheranno. 3. Dai nostri dati appare che la domanda è ripartita abbastanza equamente fra Italia ed estero 4. Il segmento del PUR Millable è abbastanza particolare, risulta difficile fare dei confronti a livello internazionale, anche se riteniamo che il nostro prodotto si possa collocare in una fascia di elevata qualità nei confronti del prodotto estero
Stiamo assistendo impotenti ad una serie giornaliera di “pretese” da parte dei fornitori con decurtazione delle nostre richieste anche del 50-60% e aumenti indiscriminati dei prezzi
Giovanni Montanari
3. La tipologia di mescole prodotte da Mixer portano ad avere una richiesta più sostenuta in Italia anche se poi il mercato dei nostri clienti è rivolto principalmente verso paesi esteri. Produttori extra Italia di cavi in gomma sono molto limitati e con capacità produttive molto basse se si escludono i grandi gruppi che sono autosufficienti. 4. La nostra posizione è particolarmente competitiva prova ne sia che esportiamo in qualsiasi paese del mondo Cina compresa; ciò premesso il rapporto qualità/prezzo non sempre viene valutato correttamente dal cliente.
Nel settore automotive la domanda maggiormente in crescita proviene da oltre frontiera, anche se il mercato italiano presenta positivi segnali di ripresa
Mixer
1. Il primo trimestre dell’anno si è mantenuto in linea di massima come l’anno precedente. Stiamo assistendo invece da aprile ad una fase di difficoltà dei nostri clienti dovuta all’incertezza del mercato della materia prima rame. Prevedo che questa flessione si manterrà per il restante periodo dell’anno. 2. La situazione è iniziata da oltre un anno e si sta sempre più deteriorando negli ultimi mesi. Stiamo assistendo impotenti ad una serie giornaliera di “pretese” da parte dei fornitori con decurtazione delle nostre richieste anche del 50-60% e aumenti indiscriminati dei prezzi. La mia valutazione è estremamente negativa anche perché manchiamo di interlocutori che ti possano dare indicazioni sulle strategie delle aziende che rappresentano, ma si limitano ad esporti solo quelle dell’oggi. Questo ci mette in grosse difficoltà nell’aggiornamento dei listini verso la nostra clientela.
Carlo Nolli Pmg
1. La domanda di mercato e i volumi di vendita per PMG Group dei primi mesi del 2011 si sono confermati in crescita nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si mantengono tuttora a livelli importanti e anche superiori ai periodi pre-crisi 2009. Considerando l’andamento del secondo trimestre appena iniziato possiamo supporre che possano rimanere tali almeno fino alla fine di settembre. Difficile prevedere cosa possa succedere nell’ultima parte dell’anno, considerata la situazione particolarmente critica delle materie prime, che potrebbe avere un’influenza negativa sui consumi.
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2. I prezzi delle materie prime, come ormai tutti possono verificare, soprattutto da inizio 2011 ma anche parzialmente nell’ultimo trimestre dello scorso anno, hanno evidenziato un trend al rialzo mai visto i precedenza e non solo per le cosiddette “commodities”, più suscettibili di influenze globali e di speculazioni, ma anche sui materiali più speciali o di nicchia. La ripresa della domanda a livello globale, più marcata in alcune aree geografiche un tempo esportatrici, per alcuni casi la ridotta disponibilità di capacità produttiva rispetto agli anni 20072008 pre-crisi e alcuni feedstock ancora in forte crescita stanno trascinando i prezzi delle gomme e degli ingredienti mescola più importanti verso livelli probabilmente mai raggiunti in precedenza. A questo si aggiunge la mancanza di disponibilità anche per materiali che in passato hanno sempre beneficiato di una situazione di disponibilità/offerta superiore o comunque sufficiente a garantire anche crescita di mercato importanti. Le conseguenze per chi lavora nella “filiera” sono problematiche e comportano situazioni difficili da gestire specialmente con alcuni settori produttivi. Inoltre è la prima volta che il nostro mercato è costretto ad affrontare una situazione di “shortage” così grave e ciò comporta notevoli preoccupazioni e maggiori tensioni per gli operatori del settore. La mancanza di disponibilità di alcune materie prime pregiudica inoltre ogni possibilità di crescita e di sviluppo, dal momento che in tale situazione l’obiettivo principale rimane quello di garantire il soddisfacimento dei bisogni correnti dei clienti. 3. Per quanto riguarda i settori applicativi nei quali PMG Group è più attiva, e tra questi quello più importante che è il settore automotive, la domanda maggiormente in crescita proviene da oltre frontiera, anche se il mercato italiano presenta positivi segnali di ripresa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Possiamo comunque confermare, come ribadito da i più importanti indicatori economici, che la Germania e i clienti tedeschi stanno trainando la domanda più di ogni 36 |
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altro paese. Comunque anche da altre zone d’Europa come il Regno Unito e i paesi dell’Europa Centrale la richiesta di prodotto è sensibilmente cresciuta rispetto ai consumi registrati nello stesso periodo del 2010. 4. Per quanto riguarda PMG possiamo affermare che la qualità delle mescole per i settori merceologici più importanti è allineata con quella europea, forse con una maggior attenzione da parte nostra all’aspetto trasformativo derivante dall’esperienza fatta nel nostro mercato, dove l’aspetto produttivo ha ed ha sempre giocato un ruolo importante specialmente nel settore dello stampaggio ad iniezione. Per quanto riguarda la competitività direi che l’apertura dei mercati con la moneta unica ha comportato un allineamento dei prezzi, salvo casi molto particolari.
Il primo trimestre si è concluso con un aumento dei volumi rispetto al 2010. Quasi tutti i settori, forse con l’unica eccezione dell’edilizia, hanno ricominciato a girare
Matteo Tovo TOVO GOMMA
1. 2. Rispondo alle prime due domande unitamente, perché le previsioni sono molto legate ai prezzi delle materie prime, allo shortage di alcune di esse e alla gestione dei costi tra il produttore di mescole e il fornitore di materia prima a monte. Il primo trimestre si è concluso con un aumento dei volumi rispetto al primo trimestre 2010. Quasi tutti i settori, forse con unica eccezione dell’edilizia, hanno
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ricominciato a girare verso valori pre-crisi congiunturale. Significativo è stato l’aumento di prezzo delle materie prime e la difficile reperibilità di alcuni polimeri, in particolare l’EPDM e per alcuni gradi di carbon black. Difficile è fare previsioni anche a breve termine in questa fase turbolenta del mercato, si naviga a vista, i clienti non hanno portafoglio ordini di lungo periodo, i prezzi delle materie prime sono talmente in aumento che rischiano di raggiungere il punto di rottura tra quello che è il costo dei prodotti e ciò che il mercato è in grado di sostenere; e oltretutto c’è il rischio di fermare le produzioni per la disponibilità non sufficiente di materiale. Tutto sommato, una ripresa sembra in atto, salvo smentite dell’ultimo minuto. 3. La domanda è egualmente sostenuta in Italia quanto nell’Europa centrale; si notano crescite maggiori nei paesi dove per ragioni logistiche, di costo della manodopera o per logiche fiscali esistono dei vantaggi a produrre. 4. Dipende molto dall’orientamento dell’azienda di trasformazione. In generale, quando parliamo di prodotti finali di qualità, i clienti, considerato il generale allineamento dei prezzi delle materie prime in tutta Europa, sono disposti a pagare uno spread in più per la trasformazione della mescola a favore di maggiori performance in fase di trasformazione dell’articolo finito e di una maggiore “sicurezza” dei requisiti delle mescole piuttosto che nella costanza qualitativa delle forniture. In altri casi, parlo di quelle aziende orientate esclusivamente al prezzo, la posizione competitiva delle mescole italiana occupa una posizione bassa nelle graduatorie perché è difficile competere con costi di manodopera diverse volte più bassi dei nazionali. In generale il mercato è sempre più posizionato su prodotti dove la qualità è più importante del puro prezzo e questo potrebbe riposizionare verso posizioni più brillanti i produttori nazionali di mescole.
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Apparecchi di prova e laboratorio
Dalla caratterizzazione dei materiali al comportamento al fuoco di a.d.p.
Noselab Ats produce e commercializza apparecchiature per prove nei vari campi applicativi del comparto gomma/plastica e non solo. La conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta il 29 marzo presso Assocomaplast, è stata un’occasione per conoscere una realtà esclusivamente italiana che ha assunto, negli ultimi dieci anni, un ruolo di riferimento nell’ambito della strumentazione da laboratorio per le industrie, i laboratori di ricerca e di certificazione, gli enti per la prevenzione e la sicurezza.
UNA CRESCITA COSTANTE, VERSO UN PROFILO INTERNAZIONALE Noselab si distingue nella produzione di strumenti per test da laboratorio sui materiali polimerici e nello sviluppo di apparati per applicare i metodi di classificazione alla reazione al fuoco dei materiali. Forte di esperienza sia nella produzione che nella commercializzazione di apparecchiature da laboratorio, la società crede fermamente nelle possibilità di sviluppo anche all’estero di prodotti esclusivamente italiani. Gli standard produttivi, garantiti da una sensibilità verso le innovazioni elettroniche e da competenze specifiche in questo campo del management, hanno facilitato l’entrata in molti mercati esteri, proprio perché la filosofia di progettazione e costruzione tradizionale è ad un livello competitivo rispetto ai concorrenti più noti in campo internazionale. La fiducia in queste nuove prospettive di sviluppo e il confronto con la clientela che richiede alti livelli qualitativi hanno favorito la presenza in fiere internazionali e l’inserimento, in breve tempo, di nuove linee di prodotti. L’azienda è cresciuta investendo in personale tecnico di notevole esperienza nel settore, la produzione viene eseguita internamente sia la parte meccanica che quella elettronica e strumen-
tale. La capacità progettuale consente inoltre forniture di strumentazione dedicata alle esigenze specifiche del singolo cliente, applicando anche personalizzazioni o modifiche dimensionali. Il reparto commerciale, completamente al femminile, ha dimostrato con la propria competenza e volontà, di poter sviluppare importanti contatti con distributori e clienti in tutti i paesi di rilevante importanza sia nel mercato europeo che in Asia e in Medio Oriente.
LE APPARECCHIATURE DI PROVA L’azienda produce e commercializza fondamentalmente tre diverse categorie di strumentazioni/sistemi: strumentazioni/sistemi per prove di comportamento al fuoco di materiali polimerici (gomma/ plastica) e non, strumentazione per la caratterizzazione dei materiali termoplastici comprese le gomme termoplastiche ed infine strumentazioni per la caratterizzazione dei materiali elastomerici. Qui di seguito porteremo degli esempi per ogni categoria di apparecchiature.
Strumentazioni/sistemi per prove di comportamento al fuoco In questo campo Noselab Ats ha maturato una grande ed importante esperienza nella progettazione di strumentazioni per prove da laboratorio e
La sede di Noselab Ats.
nella ricerca e sviluppo di apparati per applicare i metodi per la classificazione alla reazione al fuoco dei materiali. Il team tecnico di Noselab Ats ha sviluppato e realizzato oltre quaranta strumenti ed apparati che permettono di eseguire i vari test nel modo più professionale e ripetitivo, garantendo alle aziende e ai laboratori di certificazione sia la validità del processo che la semplificazione della gestione del laboratorio. Un ruolo decisivo che garantisce l’esecuzione delle apparecchiature di prova è la conoscenza ed il continuo aggiornamento delle normative di riferimento, gli standard internazionali: UNI, ASTM, DIN, CEI, IEC, ISO che affrontano le analisi dei parametri del com-
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Apparecchi di prova e laboratorio
La cabina AA06 per test di infiammabilità.
L’indice di ossigeno misura le caratteristiche di infiammabilità dei materiali.
portamento al fuoco dei materiali. Tra le prove più conosciute si possono ricordare: test di infiammabilità, indice di ossigeno (%), densità ottica dei fumi con prelievo per tossicità fumi con analisi all’FTIR, prove all’esposizione radiante, prove al fuoco per cavi elettrici e altro ancora.
Cabina per test di infiammabilità Il modello AA06, apparecchiatura base secondo la norma EN ISO 119252 tra le più diffuse e prodotte da Noselab Ats, fa parte della gamma di cabine per realizzare i test di infiammabilità sui materiali polimerici e compositi. La norma europea specifica un metodo di prova per determinare l’infiammabilità dei prodotti da costruzione all’azione diretta di una piccola fiamma, senza irraggiamento usando provini in posizione verticale. AA06 è una camera di combustione di acciaio 40 |
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA
inossidabile da posizionare sotto una cappa di aspirazione. La sorgente di accensione è ottenuta da un bruciatore alimentato da gas propano, dotato di una valvola di aggiustamento fine per un controllo accurato dell’altezza della fiamma (20 mm+0,1), e da un portaprovetta in acciaio, sospeso verticalmente ad un supporto, che deve permettere il montaggio di provette aventi lunghezza di 250 mm, larghezza 90 mm e spessore massimo di 60 mm. Per ogni condizione di prova occorrono almeno 6 provette rappresentative del prodotto: tre provette devono essere ricavate in senso longitudinale e tre in senso trasversale. Una volta stabilizzata e regolata l’altezza della fiamma in posizione verticale, il bruciatore deve essere inclinato a 45° rispetto al proprio asse verticale e avanzato in orizzontale fino ad applicare la fiamma sulla provetta. Sono possibili due tempi di applicazione della fiamma: 15 e 30 sec. Ai fini della classificazione può necessitare una o più condizioni di esposizione, sia l’esposizione superficiale che l’esposizione del bordo. Il test permette di osservare e quantificare i tempi di presenza della fiamma sul materiale.
Indice di ossigeno Lo strumento determina le caratteristiche di infiammabilità dei principali materiali isolanti, guaine e riempitivi elastomerici e plastomerici costituenti i cavi elettrici. Determina e misura in modo completamente automatico in una miscela di ossigeno ed azoto la concentrazione minima di ossigeno necessaria per mantenere la combustione secondo le normative CEI, ISO, ASTM. Noselab Ats ha sviluppato una tecnologia innovativa che riduce le difficoltà di utilizzo e di regolazione da parte dell’operatore. Questo metodo permette, con una notevole riduzione dei tempi, di controllare la percentuale di ossigeno in continuo ed in modo automatico tramite un unico ma molto sofisticato dispositivo.
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La camera densità dei fumi determina la densità ottica specifica del fumo generato da materiali polimerici e non.
Camera densità ottica dei fumi Questo strumento determina la densità ottica specifica del fumo generato da materiali polimerici e non allo scopo di soddisfare i requisiti di diverse normative di riferimento utilizzate nel settore aeronautico, ferroviario e dei locali pubblici, non trascurando le caratteristiche dei gas prodotti nella combustione attraverso l’analisi spettroscopica FTIR utilizzata in molti sistemi a media e grande scala. Il fumo prodotto dal provino si accumula nella camera a tenuta stagna, un sistema fotometrico ne determina le variazioni e i dati di prova e le caratteristiche della densità ottica specifica sono elaborati e visualizzati a monitor.
Laboratorio prove al fuoco su cavi elettrici I test realizzati per classificare i cavi elettrici secondo gli standard CEI, IEC sono sempre più importanti (le maggiori aziende, infatti, sviluppano anche i test a larga scala e si avvalgono della collaborazione di aziende specializzate in questo ambito). Noselab Ats ha realizzato l’apparato AB03 per verificare il grado di resistenza alla fiamma e comportamento al fuoco di un singolo conduttore secondo le norme CEI EN 60332-1-1/ 1-2. Un singolo cavo che, in un qualunque punto del suo percorso, si trova esposto all’azione della fiamma, può incendiarsi e, agendo come una mic-
Apparecchi di prova e laboratorio
cia, trasmettere il fuoco. Per evitare questo pericolo è sufficiente che, appena fuori dalla zona di esposizione diretta alla fiamma, il materiale non metallico da cui è costituito cessi di bruciare. La prova di “non propagazione della fiamma” prevista dalle norme di riferimento simula questa situazione. La fiamma di un Bunsen da 1 KW viene applicata ad uno spezzone di cavo posto in posizione verticale per un tempo proporzionale alla sua massa. La prova s’intende superata se, allo spegnimento della fiamma, il cavo smette di bruciare e le tracce della combustione non si estendono oltre un certo limite. Per testare invece il comportamento al fuoco di un fascio di cavi a larga scala si impiega l’apparato AB05 che si riferisce agli standard IEC 60332-3-10: un fascio di cavi, ognuno dei quali del tipo non propagante la fiamma, può, infatti, propagare ugualmente l’incendio a causa dell’azione di mutuo rinforzo che si verifica fra i vari componenti del fascio. Anche in questo caso, per evitare che ciò accada, occorre che, appena fuori dalla zona in cui il fascio si trova direttamente esposto al fuoco, la combustione dei materiali non metallici, da cui sono costituiti i cavi, non si propaghi oltre un determinato limite. In una struttura standard la prova di non propagazione dell’incendio avviene in una camera verticale di 1 m x 2 m x 4 m h. La sorgente di calore è costituita da un bruciatore di propano a nastro con una potenza nominale di 73.7±1.68 MJ/h, il ricambio d’aria all’interno della camera deve essere pari a 5000 ± 500 l/min, la temperatura viene mantenuta costante a 750°C. A seconda del volume di materiale non metallico (combustibile) per metro lineare, avremo una classificazione nelle seguenti categorie: A F/R, A, B, C, D. Il cavo deve auto-estinguersi una volta eliminata la fonte della fiamma, inoltre, il fuoco non si deve propagare per più di 2,5 m dal punto di contatto del bruciatore.
Sopra, l’apparato AB05 si impiega per testare il comportamento al fuoco di un fascio di cavi a larga scala. A destra, A-MeP è un plastometro automatico ad estrusione per la determinazione del MFR e di MVR. (Melt Indexer MeP).
Strumentazioni per la caratterizzazione di materiali termoplastici e gomme termoplastiche In questo settore Noselab Ats propone apparecchiature da laboratorio in grado di soddisfare molte delle esigenze del comparto dei materiali termoplastici in termini di controllo qualità piuttosto che in ricerca e sviluppo di nuovi materiali/compound. Il knowhow acquisito da Noselab Ats permette soluzioni per affrontare i vari aspetti delle prove di laboratorio, nell’ambito delle normative di riferimento, che stabiliscono i criteri per l’analisi e la caratterizzazione dei materiali. La società offre una linea per il controllo e la ricerca su materiali polimerici: caratterizzazione, prove fisico-meccaniche, invecchiamento, prove termiche ecc., come ad esempio il MFR, HDT, Vicat, pendolo Izod/Charpy, stufe, dinamometri oltre ad attrezzature per la preparazione dei provini.
Melt Indexer A-MeP è un plastometro automatico ad estrusione per la determinazione del MFR e di MVR. Lo strumento è di grande
affidabilità e può soddisfare le più sofisticate esigenze di laboratorio sia per controllo qualità che per ricerca e sviluppo. A-MeP permette di determinare con procedure automatizzate l’indice di fluidità a caldo - Melt Flow Rate, prova fondamentale di caratterizzazione dei materiali termoplastici (vedi gomme termoplastiche), in accordo con svariati standard internazionali. Ecco le caratteristiche tecniche: - interfaccia touch-screen, LCD a colori; - microprocessore integrato per la gestione della prova; - sistema di termoregolazione elettronica ad azione PID, digitale ed a microprocessore -risoluzione 0,1°C, Temperatura d’esercizio: da 50°C a 400°C; - configurazione dei parametri di prova (temperatura, tempo di preriscaldamento, spazio di acquisizione, densità del materiale, peso applicato), memorizzabili 28 configurazioni pre impostate; - sollevatore automatico dei pesi (4 masse) direttamente asservito all’elettronica di comando per facilitare le operazioni di compattamento materiale, preriscaldamento con o senza o peso, ripetibilità della posizione di partenza della prova;
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Apparecchi di prova e laboratorio
Tutti gli apparecchi HDT-VICAT serie MP3 consentono di determinare la temperatura di flessione (Heat Deflection Temperature) e di rammollimento (Vicat) di materiali termoplastici come anche le gomme termoplastiche.
nell’estrusione, e la parte iniziale delle velocità proprie dello stampaggio ad iniezione. In generale, i dati così rilevati sono adeguati ai fini del controllo della qualità, e della caratterizzazione dei materiali. Da qui sarà possibile costituire una banca dati inserita in un sistema d’elaborazione e controllo dei processi di produzione.
HDT -VICAT
Degradazione termica - masse predefinite 2.16, 5, 10, 21.6 kg (pesi diversi disponibili su richiesta); - stabilità termica di +/- 0,2°C nella zona di prova; - dimensioni e materiale della matrice: diametro 9,55 mm (+/- 0,007), d’acciaio (52/55 HRC); - dimensioni e materiale del pistone: diametro 9,47 mm (+/- 0,007), altezza della base premente 6,35 mm (+/0,0025), d’acciaio (45/50 HRC), dotato di doppio collare di guida isolato termicamente, peso 0,325 g, d’acciaio (45/50 HRC); - dimensioni e materiale dell’ugello: diametro del foro 2,095 mm (+/- 0,005), altezza 8 mm, d’acciaio (60/65 HRC); - lo strumento è dotato di un dispositivo di taglio del materiale estruso, costituito da un temporizzatore elettronico che aziona la lama automaticamente in base agli intervalli impostati da programma, oppure manualmente ed in qualsiasi momento, attraverso la pressione di un pulsante. Intervalli di taglio secondo ASTM D 1238: 15 - 30 -60 -120 -180 -360”; - fornetto ribaltabile per facilitare la pulizia della camera. Il sistema è dotato di opportuno software per la gestione sia della prova che dei dati prodotti e relativi calcoli anche statistici. Il programma consente anche altre determinazioni, utili nell’ambito della ricerca, o del controllo della qualità come la degradazione termica e le determinazioni reologiche. 42 |
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Per verificare la qualità dei materiali in esame, il programma possiede un’applicazione con la quale è possibile rilevare variazioni di MFR in funzione del tempo di permanenza del materiale in camera di prova con aumento o diminuzione del peso sul pistone, o ancora, con l’uso di ugelli con il diametro del foro più piccolo. I valori ottenuti, in forma numerica o di grafico, forniscono importanti elementi per la caratterizzazione e la verifica della qualità del materiale, in caso di degradazione dovuta alla temperatura. Anche qui è possibile il salvataggio degli archivi ed il loro successivo richiamo.
Determinazioni reologiche Offrono valori di prova simili a quelli che si ottengono con un reometro capillare, fino al massimo carico delle normative relative alla misura del Melt Flow Rate. Il programma è in grado di elaborare valori di gradiente di scorrimento (Shear Rate), di sforzo di taglio (Shear Stress) e di viscosità del materiale in esame. È evidente che tali funzioni prevedano la sostituzione dell’ugello standard con altri con un foro di diametro diverso. Può essere anche necessario variare il peso che grava sul pistone fino ad un massimo di 21,600 kg, per ottenere velocità di scorrimento superiori. Utilizzato in queste configurazioni, lo strumento copre il campo delle velocità di scorrimento che si rilevano
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Tutti gli apparecchi a 3 o 6 posti consentono di determinare la temperatura di flessione (Heat Deflection Temperature) e di rammollimento (Vicat) di materiali termoplastici come anche le gomme termoplastiche, secondo le norme ASTM D 648 e ASTM D 1525 e simili, ISO 75-2 e ISO 306, DIN 53460 e DIN 53461, UNI EN ISO 75-2, UNI EN ISO 306. In altre parole, gli strumenti determinano la temperatura di flessione (HDT) e di rammollimento (Vicat) di provini sollecitati da un carico costante ed immersi in un bagno la cui temperatura aumenta con una velocità standard. La misura della resistenza alla temperatura di deflessione è un dato di grande importanza nella caratterizzazione dei prodotti, sia per il controllo qualità, sia per la valutazione della loro conformità alle applicazioni previste. I modelli della serie MP sono controllati e programmati da un microprocessore. Ciò consente di prevenire errori d’esecuzione, migliora la precisione, l’affidabilità e la ripetitività dei risultati, contenendo i tempi di prova. L’opzione con calcolatore offre, inoltre, la possibilità d’ottenere grafici in cui sono riportati gli andamenti delle deformazioni dei singoli provini in funzione della temperatura. Questi apparecchi consentono lo studio, in dettaglio, delle proprietà di resistenza al calore dei polimeri e sono particolarmente adatti per attività di Ricerca e Sviluppo e produzione. HDT-VICAT serie MP3 è un modello con 3 stazioni di prova completo di: - microprocessore, tastiera e display a cristalli liquidi (24 caratteri su 2 righe);
Apparecchi di prova e laboratorio
ne elettrica (230 V a 50 Hz, monofase, 0,5kVA). Accessori e ricambi: fustella per ricavare i provini, completa di codolo per l’applicazione ad un trapano, foglio di carta abrasiva secondo norma DIN 53516 (da calibrare con il sistema descritto di seguito), sistema di calibrazione della carta abrasiva: piastra di mescola standard, secondo DIN 53516, dispositivo di calibrazione della carta abrasiva (ricambio).
Brittleness
L’Abrasimetro Din permette di valutare il comportamento all’abrasione di un provino con diametro di 16 mm. e spessore di 6 mm. circa.
- 3 testine per la prova HDT; - 1 centratore per testine HDT; - 3 pesiere binarie composte ognuna di 12 pesi per la prova HDT (1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, 512, 1024, 2048g cad.) per ottenere 455 o 1820 kPa; - 3 testine per la prova Vicat; - 3 set composti di 2 pesi per la prova Vicat (910 -4000g cad.) per ottenere 9,85 o 49,5 N - capacità del bagno: 8 litri; - gruppo alimentazione acqua completo di filtro; - rubinetto per lo scarico dell’olio della vasca; - alimentazione: 230V, monofase, 50Hz, 1,6kVA; - dimensioni: 450x650x500h mm; - peso: 86 kg circa, completo d’accessori (senza calcolatore)
Strumentazioni per la caratterizzazione di materiali elastomerici Noselab Ats in questo specifico settore offre una serie di strumentazioni comunemente utilizzate nei laboratori delle varie società che operano nel settore gomma come i produttori di elastomeri, società di trasformazione/ compoundatori, stampatori di articoli tecnici. Ecco alcuni esempi di apparecchiature.
Abrasimetro Din L’apparecchio permette di valutare il comportamento all’abrasione di
“Brittleness+TR Tester” consente la determinazione del ritorno elastico e gli effetti di cristallizzazione su campioni sottoposti a deformazione in ambiente condizionato.
un provino con diametro di 16 mm. e spessore di 6 mm. circa. La determinazione avviene attraverso il controllo della variazione di volume a seguito del contatto con una superficie di materiale abrasivo, per una lunghezza di 40 m e con una forza applicata pari a 10 N sul provino. La calibrazione del sistema viene eseguita con provini standard di gomma (non inclusi). Le caratteristiche tecniche dello strumento si possono riassumere come di seguito: struttura metallica verniciata con resine epossidiche, equipaggiato con un rullo per il supporto della carta abrasiva di Ø 150 mm., a 40 giri/min., dispositivo portaprovino dotato di sistema automatico per lo spostamento laterale e di supporto per il peso aggiuntivo, regolazione micrometrica della taratura, percorso totale del provino sul rullo abradente pari a 40 m, carico a peso diretto di 10 N sul provino, completo di: un foglio di carta abrasiva da tarare con provino campione, un dispositivo per la rotazione del provino durante lo spostamento laterale, un contrappeso da 5 N, un dispositivo di calibrazione della carta abrasiva, dimensioni: 600x300x400h mm, peso di 20 kg. circa, alimentazio-
Realizzato per l’esecuzione di prove secondo i metodi ISO 812, ISO R 974, ASTM D 746, ASTM D 2137 metodo A e B - DIN 53546, questo apparecchio consente la determinazione della temperatura alla quale il 50% dei provini esaminati si rompe alle condizioni prescritte, oppure presenta screpolature superficiali sul materiale ricoprente. Per attuare l’impatto, lo strumento sfrutta una mazza vincolata ad una estremità che, in caduta libera, ruotando attorno alla estremità vincolata colpisce il provino. La velocità di un corpo che cade partendo da fermo e regolata dalla equazione V = 2 gh per cui con questo strumento si ha la certezza della velocità di impatto evitando errori dovuti ad altri sistemi di attuazione quali solenoidi, elettromeccanici ecc.. Un dispositivo posto di fronte all’operatore consente inoltre di controllare che tale velocità sia stata mantenuta anche nei successivi mm 6 dopo l’impatto, garantendo in tale modo una ineccepibile conduzione della prova. La ripetibilità e costanza delle prove stesse è inoltre ulteriormente assicurata da un sistema di sgancio automatico della mazza d’impatto nell’istante in cui il morsetto porta-provini viene estratto dal bagno di termostatazione. La dotazione di un sistema di non ritorno della mazza e di tre distinti bloccaggi di sicurezza assicura un unico impatto per ogni prova ed una assoluta protezione per l’operatore nella fase di sistemazione dei morsetti porta-provini. Va infine evidenziata la possibilità di recupe-
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Apparecchi di prova e laboratorio
Un momento della presentazione alla stampa delle apparecchiature della Noselab Ats .
Prestazioni ed affidabilità nelle applicazioni più impegnative.
ro totale dei frammenti generati dalla rottura dei provini i quali, grazie all’applicazione di un apposito riparo, non possono ricadere nel bagno di termostatazione. È, inoltre, evitato in questo modo il contatto tra i frammenti, l’elica dell’agitatore ed il termometro, che in alcuni dei casi potrebbe portare alla deformazione o alla rottura di tali componenti. Questo apparecchio è usato soprattutto per materiali elastomerici o tecnopolimeri per impieghi a basse temperature. Noselab Ats offre anche la versione che comprende il TR Tester, “Brittleness+TR Tester” per la determinazione del ritorno elastico e gli effetti di cristallizzazione su campioni sottoposti a deformazione in ambiente condizionato.
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Aziende che crescono
Quando una piccola impresa diventa internazionale di Giuseppe Cantalupo
Lo scorso mese di maggio ATG srl ha inaugurato la nuova sede di Castello d’Argile, Bologna. È la prima fase di un ambizioso progetto che prevede in futuro un ulteriore esteso ampliamento delle strutture che permetterà all’azienda di soddisfare, al momento giusto e con la tecnologia giusta, richieste certamente più esigenti di quelle attuali.
P
iù spazio per meglio gestire il futuro. È la chiave di lettura dell’inaugurazione della nuova sede di ATG avvenuta il 6 maggio scorso. La superficie coperta dell’azienda bolognese è ora di 4.700 metri quadrati totali: ai 1.400 metri del vecchio capannone si sono sommati i 3.300 del nuovo edificio. Ma il lotto acquistato dalla società - ben 13.800 metri quadrati consentirà ulteriori ampliamenti dell’insediamento produttivo di Castello d’Argile. Arriverà così a compimento un progetto che conferma il livello di eccellenza raggiunto dall’azienda in campo nazionale e quello altrettanto superlativo acquisito sui mercati internazionali. Frutto, questo, della proficua collaborazione dell’azienda con la consociata austriaca Starlim// Sterner, leader mondiale nello stampaggio di articoli tecnici in gomma siliconica liquida (LSR), ma anche dell’accorta strategia con la quale il management aziendale guida la società. Anche in momenti di particolare difficoltà economica come quelli attuali. Tra partner, clienti provenienti da ogni parte del mondo, pubbliche autorità e fornitori, erano presenti oltre 130 persone, che hanno sottolineato con la loro partecipazione l’importanza dell’evento. Numerosi sono stati gli ospiti arrivati dall’Austria, sia con mezzi propri che in pullman. Tra questi, anche un gruppo di allegri componenti di una banda musicale nei loro tradizionali costumi,
La nuova sede di ATG a Castello d’Argile.
che con i loro strumenti hanno allietato la cerimonia. Durante la pausa conviviale, naturalmente.
LE TAPPE DEL PERCORSO VERSO IL SUCCESSO Per l’azienda, che ha superato brillantemente i suoi primi quarant’anni di attività, l’evento rappresenta una pietra miliare decisiva nel percorso che l’ha portata al successo. ATG snc nasce nel 1970 a Bologna come una piccola realtà artigianale a carattere locale impegnata nella produzione di articoli tecnici in gomma. Nel 1997 viene rilevata da un management di estrazione industriale, e la società assume la configurazione di una srl, indirizzando i nuovi investimenti verso la ricerca e l’utilizzo di moderni macchina-
ri di produzione. Subito chiari, quindi, i suoi programmi: crescita e espansione nel segno dell’innovazione e del continuo miglioramento tecnologico. Il principale settore di interesse è l’automotive. Nel 2000 dà vita alla partnership con la Starlim//Sterner, e nel 2004 la positiva collaborazione commerciale con questo produttore trova la sua naturale conclusione nell’integrazione di ATG nel Gruppo del leader austriaco. È un passo importante sulla strada della crescita aziendale che darà presto i suoi frutti, perché l’azienda bolognese avrà l’opportunità di affacciarsi sui mercati internazionali e di offrire ai clienti una più ampia gamma di prodotti e servizi. Nel 2005 inizia la collaborazione con Silcos GmbH per lo sviluppo di co-stampati in silicone e plastica.
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Aziende che crescono
Nel 2010 viene costruito il nuovo stabilimento a Castello d’Argile, a circa 25 km a nord di Bologna. Nel 2011 inizia il progressivo trasferimento di attrezzature e macchinari nella nuova sede di produzione.
LA NUOVA SEDE La nuova struttura risponde all’esigenza avvertita dall’azienda di meglio servire una clientela diventata col tempo più numerosa e anche più esigente nelle sue richieste. La disponibilità di nuovi e più ampi locali ha consentito una riorganizzazione dell’attività produttiva e della logistica oltre a quella del controllo delle materie prime e della produzione. Il vecchio capannone (1.400 mq), collegato direttamente col nuovo edificio, è stato adibito a magazzino materie prime e prodotti finiti, con una razionalizzazione degli spazi che ha portato a una maggiore efficienza delle operazioni di movimentazione e controlli vari e di manutenzione degli stampi. La produzione è stata trasferita interamente nella nuova struttura (3.300 mq), dove i macchinari hanno trovato più comoda e razionale collocazione. Un moderno impianto di climatizzazione, inoltre, migliora notevolmente le
Il Presidente Alessandro Magri (a sinistra) e il Direttore Generale Roberto Angeletti parlano ai partecipanti.
condizioni ambientali di lavoro, specie nella stagione estiva, con conseguente maggiore comfort e sicurezza per gli operatori e di qualità del prodotto. Naturalmente, anche la reception e altre funzioni aziendali, quali gli uffici amministrativi e commerciali, hanno tratto beneficio dalla nuova sede, guadagnandone in efficienza e funzionalità. In questa realtà, di fronte alla quale si sviluppa un’ampia e calma distesa
Il taglio del nastro (da sinistra: Karl Grossalber, Vice Presidente Starlim//Sterner; Alessandro Magri, Presidente ATG srl; Franz Sterner, fondatore Starlim//Sterner; Roberto Angeletti, Direttore Generale ATG srl; Thomas Bründl, Presidente Starlim//Sterner).
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verdeggiante, trovano impiego, complessivamente, quarantacinque dipendenti.
I PRODOTTI E LA STRATEGIA AZIENDALE ATG produce articoli tecnici in elastomeri vulcanizzati, avendo sempre i più elevati standard qualitativi come obiettivo primario. Appunto ligia a questo dovere verso la clientela - come peraltro è nella sua tradizione - dal 1997 a oggi l’azienda ha rinnovato completamente il parco presse a iniezione con macchine sia orizzontali che verticali di moderna concezione con forza di chiusura da 130 a 400 tonnellate. La gamma prodotti comprende un’ampia varietà di articoli tecnici in massima parte destinati al settore auto, quali soffietti, guarnizioni di ogni tipo - per motore e chiusure - , componenti per cablaggi, cappucci copricandele, eccetera. E ampia è anche la tipologia dei polimeri utilizzati: EPDM, NBR, HNBR, VMQ, FKM, ACM, LSR. Il 50% della produzione va all’export Europa, Africa, Asia, Nord America e America Latina - , alimentando un fatturato che dal ’98 a oggi è in crescita costante “con percentuali a doppia cifra”, come dice con giustificata punta d’orgoglio il Direttore Generale Roberto Angeletti nel suo intervento rivolto ai partecipanti, e
Aziende che crescono
Alcuni esempi degli innumerevoli articoli prodotti.
che nel 2011 è previsto superiore ai 7 milioni di euro. ATG è tra le prime aziende dello stampaggio di elastomeri nella provincia di Bologna per fatturato e quantitativo di polimeri trasformati - 300.000 kg circa - e vanta di essere uno dei maggiori fornitori del settore automotive. Nel 2010 l’azienda ha prodotto ben 287 milioni di pezzi per diversi settori applicativi, con uno scarto vicino allo zero. È il risultato dell’elevata attenzione che la società presta al controllo dei cicli di produzione e degli investimenti realizzati in macchinari all’avanguardia: premesse e condizioni essenziali per raggiungere alti livelli di qualità. Lo testimoniano le numerose certificazioni conseguite: UNI EN ISO 9002 dal 1999; UNI EN ISO 9001 dal 2002; UNI EN ISO 14001 dal 2004; ISO TS 16949 (specifi-
ca per la produzione di parti per l’industria automobilistica) dal 2005. “Negli ultimi tre anni - dice sempre Angeletti - la ATG ha investito in tecnologia oltre 3 milioni di euro, nonostante la crisi e un mercato conseguentemente in sofferenza, a dimostrazione del fatto che l’azienda è protesa verso il futuro - e al futuro si guarda solo disponendo della migliore tecnologia - , rimanendo, tra l’altro, sempre legata al suo territorio e fedele alla sua tradizione e alla sua cultura”. L’arma vincente della strategia adottata dall’azienda per crescere e competere, anche in momenti di difficoltà socioeconomica, è la capacità di cambiare e innovare. E questo è possibile solo lavorando a stretto contatto e in collaborazione continua col cliente. Lavorare col cliente per il cliente è,
Alcuni modelli di autovetture sulle quali sono assemblati componenti ATG.
appunto, il criterio al quale l’azienda di Castello d’Argile ha sempre ispirato, sin dalla nascita, la sua strategia. È l’intesa reciproca col cliente che permette di conoscere le tendenze e gli sviluppi del mercato e di trasferire in azienda nuove, specifiche esigenze da soddisfare. E dalle quali partire per innovare. Dall’esigenza dell’utilizzatore nascono, nella simbiosi produttore-cliente, l’idea, il disegno e il progetto di un componente nuovo, e da questi si passa poi allo stadio più propriamente di competenza del produttore: la realizzazione finale dell’articolo. L’innovazione tecnologica, quindi, per arrivare all’innovazione di prodotto: è la traccia lungo la quale trova applicazione la politica aziendale della casa bolognese. Ed è questa traccia che ha permesso alla ATG di attrarre investimenti dall’estero, attirando nel suo ambito il leader austriaco Starlim//Sterner. Con tutti i vantaggi che prevedibilmente ne potevano derivare e ne sono effettivamente derivati: una accresciuta capacità innovativa e una lusinghiera visibilità internazionale come leader mondiale nel settore dello stampaggio di articoli tecnici in gomma. E non poteva essere diversamente, perché, come ha detto il Presidente Alessandro Magri nel suo discorso di benvenuto ai partecipanti all’inizio della cerimonia, l’azienda ha puntato da subito “…all’eccellenza, alla professionalità del personale, per essere in grado di innovare col ricorso alle migliori tecnologie e con una politica aziendale di realizzazione continua di sinergie. Principalmente con clienti e fornitori. Una strategia che ha procurato non poche soddisfazioni. Tra queste, appunto, l’integrazione di ATG nel Gruppo Starlim//Sterner”.
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Assemblea
Il Cerisie si prepara ad affrontare un 2012 da srl
di Antonino Di Pasquale
Il 20 prile scorso si è svolto il consueto appuntamento dedicato all’assemblea del CERISIE (Laboratorio per la Certificazione e la Ricerca sui Sistemi Elastomerici). Presenti all’assemblea, oltre ai soci e ospiti, il direttore della Federazione Gomma/Plastica Angelo Bonsignori, il presidente Assogomma Sergio Vergani e il direttore del Cerisie Fabio Negroni. L’assemblea è stata presieduta da Sergio Vergani.
I
l presidente Vergani, presentando alla assemblea il bilancio consuntivo 2010 di CERISIE, sottolinea l’importanza dei risultati positivi ottenuti dal Cerisie rispetto al 2009. L’assemblea approva poi i programmi di attività per il 2011. Nella relazione presentata da Giovanni Mainardi sono stati posti in evidenza alcuni punti come la proposta di sospendere il contributo associativo per il 2011 (Il Consiglio Direttivo valuterà ogni anno se applicare o meno la richiesta di contributo), passare al Cerisie la partita (Fondo) relativa all’assegnazione di Borsa di Studio. Il presidente Sergio Vergani dichiara che il Cerisie è sicuramente più qualificato alla gestione di tale fondo per istituire Borse di Studio. L’argomento chiave della relazione di Mainardi riguarda la costituzione di Cerisie srl. Tale argomento è stato affrontato in passato con l’approvazione dell’Assemblea ma ad oggi non ancora attuato. Il passaggio da associazione a società a responsabilità limitata comporta un assetto organizzativo che lo rende totalmente autonomo sotto l’aspetto finanziario e non solo. L’assemblea approva il passaggio del Cerisie da Ente a srl a partire dal 1° Gennaio 2012.
Da sinistra: Giovanni Mainardi, Fabio Negroni, Sergio Vergani, Angelo Bonsignori.
La formazione
L’ATTIVITÀ DEL CERISIE NEL 2010 Terminata l’assemblea, il direttore del CERISIE, Fabio Negroni, ha illustrato l’attività del laboratorio svolta nel corso del 2010. Ecco una sintesi della sua relazione.
Prestazioni tecniche del laboratorio I dati di sintesi mostrano un trend positivo nelle prestazioni tecniche del Laboratorio, dedicate alle aziende del settore, che hanno prodotto emissioni di .“Rapporti di prova”, con un incremento significativo rispetto agli anni 2008 e 2009; si registra anche un incremento del numero di aziende in portafoglio.
Il 2010 vede confermata la partecipazione di tecnici al ben conosciuto “Corso di Tecnologia della Gomma”, tenuto nel mese di Maggio con la partecipazione di 12 corsisti di10 aziende del comparto gomma. Per quanto riguarda il “Corso di Base sulla Tecnologia della Gomma”, tenuto a Novembre, tale corso è stato introdotto nel 2010 come versione “compatta” del corso precedente (la durata è di una sola settimana), ha visto la partecipazione di 20 corsisti in rappresentanza di 13 aziende.
Servizi per la qualità
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Da molti anni il Cerisie opera a fa-
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Assemblea
aziende che partecipano a tali cicli. Ai cicli hanno partecipato 12 aziende (23 aziende nel 2008 e 10 aziende nel 2009). In tale occasione il CERISIE ha preparato e fornito ai partecipanti i materiali necessari per l’espletamento delle prove di laboratorio.
Ecco il quadro degli organi direttivi eletti dall’assemblea:
Consiglio Direttivo · Roberto Dalpedri (Alga SpA) · Johan Laureys (Action Technology) · Dario Porta (Trelleborg Engineered System Italy) · Antonio Serra (Pirelli Tyre) · Massimo Vironda Gambin (Michelin Italiana) · Angelo Monsignori (Direttore Federazione Gomma Plastica) · Giovanni Ricci (Istituto di Chimica delle Macromolecole)
Strumentazione Per quanto riguarda la strumentazione, il laboratorio nel corso del 2010 si è arricchito di apparecchiature come il “Forno programmabile per prove di temperatura”. Lo strumento è utilizzato per la certificazione delle mescole per le nuove prove che richiedono l’esecuzione di cicli di riscaldamento tra la temperatura ambiente e una temperatura superiore ai 120°C, per tempi lunghi. E’ stata acquisita, inoltre, un “Vasca in acciaio inox e sistema di termoregolazione” per l’applicazione del test tedesco per l’acqua potabile “Standard DVGW 270: Microbial Enhancement on Materials to Come Into Contact with Drinking Water”
Collegio dei Revisore dei conti · Nicola Frangi, Giorgio Leone, Giovanni Mainardi (Effettivi); · Riccardo Lagonigro, Ilaria Chiapparini Sacchini (Supplenti).
Biblioteca
Collegio dei Probiviri · Gianpaolo Giuliani, Enzo Lo Scalzo, Bruno Pantosti Bruni (Effettivi); · Alberto Bertani, Emilio De Tuoni (Supplenti). Il Consiglio postassembleare ha poi provveduto a nominare Presidente Sergio Vergani e Vice Presidente Massimo Vironda Gambin.
vore delle aziende attraverso l’organizzazione di speciali cicli di prove interlaboratoriali (22° e 23° ciclo) relative al controllo di parametri di base per la verifica dell’affidabilità dei dati prodotti su strumentazioni di base utilizzate dalle 52 |
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Sarà disponibile entro la fine di Maggio un servizio online di consultazione del catalogo dei manuali/volumi disponibili presso il Cerisie. Il servizio prevede il rilascio all’azienda associata che ne fa richiesta, di una password che consentirà la ricerca online mediante parole chiave.
Relazioni e contributi a convegni e iniziative internazionali - Relazione Cerisie al Convegno: “Gli scarti di lavorazione nelle Industrie degli articoli tecnici in gomma: un problema o un’opportunità?” - Assogomma; Milano, 30 Novembre 2010; - Relazione Cerisie al convegno: “PFU Quale Presente e Quale Futuro - Quadro normativo, applicazioni, limiti, opportunità” - Assorigom; Perugia, 22-3 Aprile 2010; - Relazione Cerisie al convegno: “La Gomma Ieri, Oggi & Domani” - Z-Lab; Nembro, 13 Maggio 2010. - Partecipazione al meeting annuale del
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I partecipanti all’assemblea.
Technical Committee ISO 45: “Rubber and Rubber Products”. - Partecipazione al crosscheck ISO sulla reometria (norma ISO 6502); hanno partecipato all crosscheck 27 laboratori
Omologazioni Il direttore conclude la sua relazione confermando anche questo anno il ricco elenco delle omologazioni ottenute che consente al Cerisie di poter emettere certificati in merito a specifiche prove di laboratorio. È importante sottolineare che nel 2010 il Cerisie è stato riconosciuto dalla “Associazione Europea dei Produttori Articoli in Gomma” (ETRMA) come laboratorio abilitato ad eseguire le analisi sulla conformità degli oli plastificanti nei pneumatici, secondo le norme REACH. Alla fine della presentazione della relazione del direttore del Cerisie si apre una discussione su vari argomenti ed in particolare sui risultati di una valutazione effettuata da ERTMA, sull’eventuale contenuto di oli altamente aromatici (high-PAH oils) su 110 pneumatici di 45 marchi diversi introdotti nel mercato Europeo. Ebbene l’11% di pneumatici testati sono risultati non conformi alle nuove direttive europee in vigore dal 1° gennaio 2010. In tal senso il presidente Sergio Vergani pone l’accento sull’opportunità per il Cerisie di essere un laboratorio di riferimento per il controllo di conformità dei pneumatici. Oggi, conclude il presidente, le varie associazioni sono sensibilizzate su questi temi.
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Impianti
Il dosaggio delle polveri nella preparazione delle mescole di Guido Fona e Renato Silva, ColorService
L’impianto ColorService per il dosaggio delle polveri per la preparazione delle mescole a base gomma nasce dalla collaborazione tra un’azienda che ha prodotto più di 500 dispositivi di dosaggio di coloranti nel settore tessile e aziende produttrici di mescole elastomeriche che ne hanno guidato la progettazione.
L
e esigenze divenute via via più ambiziose hanno condotto a disporre di un impianto in grado di produrre i sacchetti contenenti le ricette, al ritmo di 1al minuto; la volontà di separare il personale dalle polveri in oggetto ha condotto ad escludere la necessità di interventi salvo che per le operazioni di carico e di controllo periodico. In questo spirito è stata realizzata anche
Questo articolo riprende la relazione presentata il 22 febbraio all’incontro tecnico “K2010 e dintorni” organizzato da Assogomma e dalla nostra rivista.
un’unità che provvede a formare il sacchetto da tubolare di EVA (Etilen Vinil Acetato), a foderarlo nei contenitori di raccolta, ad estrarlo a fine ciclo, svuotandolo dell’aria, stampigliandolo e depositandolo negli appositi cestoni dopo averlo sigillato. Queste prestazioni hanno fatto sì che il ritorno sull’investimento sia giudicato assai rapido, anche solo limitando i benefici al risparmio di personale altrimenti addetto alle operazioni di manipolazione delle polveri.
Grazie all’accuratezza dei dosaggi, alla ripetibilità degli stessi, ai controlli incrociati pesata su pesata, alla formazione di report per ogni dosaggio, questo impianto è stato giudicato anche un importante strumento di marketing nei confronti delle aziende più esigenti del settore dell’automotive, i cui auditors pretendono di verificare non solo la qualità del prodotto, ma anche il rigore del processo, ed in questo impianto hanno trovato la più elevata soddisfazione alle loro esigenze.
L’impianto di dosatura Color Service. giugno 2011
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Impianti
La dosatura
Schema e ingombro di un impianto di dosatura tipo.
La garanzia offerta per cicli di lavoro di 24 ore al giorno ha condotto ad una progettazione meccanica di una semplicità e robustezza straordinarie, e l’elettronica, di per se impegnata a controllare le molteplici bilance, gli strumenti di erogazione, le operazioni di controllo, ha visto un estendersi dell’impegno ad operazioni di verifica per la messa in atto di manutenzione preventiva e guida agli interventi dei manutentori. Ciò ha assecondato la disponibilità del personale di ColorService nell’avviamento a fronte di prodotti che non hanno mancato di produrre ogni genere di difficoltà alla loro erogazione ed alla precisione della stessa, modificando la natura dei problemi al solo cambio dei fornitori. Alla fine la soddisfazione dei nostri clienti ci ha dato ragione, e le trattative che si stanno rinnovando testimoniano come questo impianto sia considerato sempre più come un partner di grande importanza per la conduzione dell’attività di produzione delle mescole.
L’IMPIANTO Una esigenza fondamentale di un impianto per la dosatura delle polveri è la velocità produttiva (non maggiore di un sacchetto al minuto) con la certezza di una elevata precisione nel dosaggio, soprattutto un impianto deve essere capace di gestire la grande varietà di sostanze chimiche necessarie per la pro56 |
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duzione di ogni tipologia di mescola a base gomma. Non trascurabile il problema relativo ai vari comportamenti, dal punto di vista delle caratteristiche chimico-fisiche, di ogni singolo prodotto. In tal senso ColorService è stata capace di risolvere sia il problema del dosaggio dei singoli ingredienti, nonostante il loro diverso comportamento chimico-fisico (polverosità, tendenza all’impaccamento ed altro ancora), sia il problema dovuto all’impatto ambientale attraverso l’utilizzo di un sistema di aerazione/ aspirazione idoneo a soddisfare le vigenti normative in termini di sicurezza ambientale.
L’impianto è provvisto di una serie di sili in funzione del numero e della varietà di ingredienti da dosare. L’impianto è dotato di un numero di bilance adeguato all’esigenza del singolo cliente e per ogni bilancia è prevista una coppia di sili che permette una dosatura differenziata per tipologia di chemical non compatibili fra loro. Inoltre, l’impianto utilizza il sistema “Passo Pellegrino” che consente di dosare contemporaneamente un numero di sacchetti pari al numero di bilance presenti nell’impianto. Se, per esempio, un impianto prevede 14 bilance, i sili saranno 28; quindi si possono dosare, in un minuto, 14 sacchetti contenenti 14 diversi chemical compatibili tra loro per poi poter ancora dosare, sempre in un minuto altri 14 sacchetti, diversi dalla serie precedente, di differenti 14 chemical sempre compatibili tra loro. In altre parole la coppia di sili rende non solo economico il sistema, ma in termini di spazi l’impianto risulta essere molto più compatto . Il caricamento di tutti i sili avviene attraverso un sistema di aspirazione sotto vuoto a garanzia di un ottimale riempimento rispettando al tempo stesso tutti i fattori legati alla riduzione dell’impatto ambientale.
Il Sistema ColorService Contrariamente al classico sistema di trasporto polveri, che risultava non idoneo al trasporto dei chemical utilizzati per il settore gomma, ColorService ha realizzato un sistema di trasporto polvere basato su un silos verticale contenente un sistema che frantuma continuamente le polveri eliminando in modo definitivo il problema dell’impaccamento del prodotto durante il trasporto e quindi il dosaggio del chemical. La precisione della quantità di prodotto da pesare è garantita dall’apertura elettromeccanica di una griglia posta all’interno del silos che consente dosature che vanno da 1 grammo fino a 15 kg.
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Avanzamento dei contenitori a “Passo Pellegrino”.
Impianti
prevede la realizzazione, da una bobina di EVA, di sacchetti nella misura necessaria alla capacità massima dell’impianto. Il sistema provvede automaticamente in linea alla realizzazione del sacchetto che viene movimentato in automatico e posto direttamente dentro i contenitori d’acciaio sotto il silos per la dosatura del prodotto. Il sistema prevede, inoltre, l’estrazione automatica del sacchetto dalla macchina, l’estrazione dell’aria, dopo termo-saldatura ed etichettatura diretta sul sacchetto, esso viene posto Formazione automatica del sacchetto da film tubolare. su un nastro trasportatore per essere stoccato su appositi contenitori pronti La realizzazione del sacchetto per il ciclo produttivo mescole. ColorService non trascura proprio Tutto l’impianto è gestito da un sinulla, infatti, allo scopo di eliminare stema computerizzato sia per la geanche la gestione e movimentazione stione delle varie formulazioni sia per dei sacchetti da utilizzare per il do- la tracciabilità dei sacchetti e dei relasaggio degli ingredienti, ha inventa- tivi chemical utilizzati (tipo, lotto proto un sistema a bordo macchina che venienza ecc.). 1 Mix&Fix_180x130_IT_07_2010 16/07/10 15:23 Page
Sistema a “Passo Pellegrino” Tale sistema risulta essere molto funzionale perché la movimentazione dei vari contenitori avviene contemporaneamente in tutte le stazioni dell’impianto (ogni stazione è provvista di cella di carico) e contemporaneamente i rispettivi sili aprono la griglia (in funzione della quantità di prodotto da pesare) per il dosaggio del chemical. Il ciclo completo dura, come già detto, non più di un minuto. L’avanzamento del contenitore avviene, appunto, passo dopo passo fino a compiere un giro completo su tutte le stazioni della giostra. La capacità di stoccaggio dei sili è pari a 250 litri che è il volume mediamente utilizzato per soddisfare le esigenze della maggior parte delle società che operano nel settore gomma. Si possono comunque utilizzare big bag o silos di capacità superiore per gestire i prodotti usati in grosse quantità.
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FORMAZIONE
Si sperimentano a Torino nuove iniziative L’Associazione Torinese delle Materie Plastiche ha negli ultimi anni ulteriormente rafforzato il suo tradizionale impegno nel campo della promozione della formazione e dell’istruzione tecnica settoriale con l’adesione all’Associazione “Patrizia Rizzi” e per mezzo di nuove collaborazioni con enti e istituti tecnici del territorio.
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a competizione internazionale, l’esigenza di compensare il gap dovuto alle inefficienze del sistema Italia anche in tema di formazione e di orientamento scolastico, nonché i problemi indotti dalla crisi economica non ancora superata hanno indotto l’Associazione Torinese delle Materie Plastiche (per iniziativa del Consiglio direttivo e del Presidente Dario Gallina) a sostenere la necessità di un vero e proprio cambio di marcia negli investimenti in formazione delle giovani leve e nella creazione di competenze settoriali. Cambio di marcia che è dipeso, da un lato, dalla semplice ma non scontata consapevolezza che la vera crescita la fanno le imprese e i loro investimenti in ricerca, innovazione, macchinari e capitale umano e, dall’altro, dall’impegno strategico dell’Associazione di uscire dalla quella logica dell’emergenza che per necessità di cose ha contraddistinto il recente passato, attraverso lo sforzo comune di guardare lontano, riscoprendo la centralità dell’industria e investendo con convinzione e con forza anche sulla formazione del personale occupato e sull’orientamento dei giovani. Di qui la decisione non soltanto di rafforzare la sua storica collaborazione con l’Istituto Tecnico Industriale “Giulio Natta” di Rivoli e di partecipare attivamente ai Poli Tecnolo-
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gici Formativi Regionali, ma anche e so prattutto di aderire all’Associazione “Patrizia Rizzi”. Nata nel 2007 a Torino con lo scopo di dare impulso e sviluppare iniziative sul fronte dell’istruzio- Alternanza scuola/lavoro: studenti dell’Istituto Natta in visita all’ITR Group. ne e della formazione rivolta al settore materie plastiche e della percorso scolastico con discipline ingomma, l’Associazione “Patrizia Rizzi” dirizzate verso i polimeri. In seguito è stata fondata in ricordo della giova- a questa esperienza positiva, in occane Presidente dell’Associazione Tori- sione dell’apertura, a Rivoli alla porte nese delle Materie Plastiche, prema- di Torino, di un nuovo Istituto Tecnico Industriale, è stata assegnata a queturamente scomparsa nel 2003. Molto attiva nell’associazioni- sta scuola, cui non a caso è stato attrismo industriale, la Presidente Rizzi buito il nome “Giulio Natta”, la vera e aveva proprio caratterizzato il suo propria Specializzazione Materie Plaimpegno associativo per una par- stiche, con una significativa dotazioticolare attenzione alla formazione ne di laboratori. Con l’aggiunta di Rivoli, sono così continua e al mondo dell’education nei suoi rapporti con le imprese. Tra diventati tre gli Istituti Tecnici Indule attività promosse in questa dire- striali, in Italia, dotati di un indirizzo zione nel quadriennio di presidenza rivolto alle materie plastiche. Un nu1995-1999, si ricorda l’avvio, presso mero certo insufficiente, se si riflette un Istituto Tecnico Industriale Mec- sul fatto che l’Italia è il secondo pacanico, della sperimentazione di un ese trasformatore europeo, dopo la
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FORMAZIONE
Germania. La situazione scolastica dedicata alle materie plastiche è poi ulteriormente aggravata dallo scarso numero di iscrizioni da parte dei ragazzi, nonostante la buona qualità delle scuole tecniche interessate; situazione -questa- certamente condizionata dal continuo “attacco mediatico” di cui le materie plastiche sono continuamente oggetto da parte della comunicazione non specializzata. L’Associazione “Patrizia Rizzi” si pone l’obiettivo di dare un segno di reazione alla situazione, affiancando concretamente le attività dell’Istituto “Giulio Natta” e cercando di intervenire anche sul piano nazionale.
ne. Tutti i ragazzi coinvolti erano già stati precedentemente accompagnati in visita al padiglione “Mondi di Plastica” del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, con relative attività di laboratorio interattivo. Per quanto riguarda il risvolto nazionale, l’Associazione “Patrizia Rizzi”, con l’aiuto dell’Associazione Torinese delle Materie Plastiche, ha affrontato i problemi aperti dall’arrivo della riforma della Scuola Media Superiore, che ha ridotto gli indirizzi degli Istituti Tecnici. Con il nuovo ordinamento, infatti, la Specializzazione Materie Plastiche non è più prevista come percorso autonomo, ma come par ticolare opzione nell’ambito dell’Indirizzo Meccanica/Meccatronica. L’Associazione è inter venuta nel corso del 2010 con una proposta per un nuovo piano di studio e di quadro orario scolastico, inviata al Ministero dell’Istruzione, al fine di declinaAlternanza scuola/lavoro: uno studente dell’ITI Natta all’opera re al meglio i tepresso il gruppo torinese Cornaglia. mi inerenti la lavorazione dei Sotto il primo aspetto, le iniziatipolimeri, all’interno del corso “bave sono state, in questi anni, moltese” meccanico, tenendo conto delle plici: azioni di Orientamento; docenpercentuali di flessibilità che la riforze da parte di esperti aziendali; visima consente per le specializzaziote in azienda; intervento in percorsi ni di nicchia. Dopo un lavoro molto scolatici in Alternanza Scuola/Lavocomplesso, il piano elaborato proporo; acquisto di manuali tecnici; finanne, all’interno delle 1683 ore totali di ziamento di docenze specialistiche; discipline professionalizzanti nell’arcontributi alle spese scolastiche per co di tutto il triennio, la seguente rile famiglie dei ragazzi iscritti; borse di partizione: 297 di Meccanica e Macstudio universitarie. Proprio in questi chine (396 nell’Indirizzo Meccanico giorni, per esempio, l’Associazione ha “puro”); 231 di Sistemi e Automazione organizzato un incontro di orienta(330 nel Meccanico); 396 di Tecnolomento rivolto a tutti gli studenti delgia Meccanica di Processo e di Prole seconde classi dell’Istituto di Rivoli, dotto (495 nel Meccanico); 396 di Dicoinvolgendo imprenditori del settosegno, Progettazione e Organizzaziore ed utilizzando strumenti mediatici ne Industriale (uguale al Meccanico) coinvolgenti per un pubblico giovae, infine, 297 di Chimica dei polimeri
(che ovviamente è assente nel Meccanico). Nella materia di Disegno e Progettazione, verrà trattata anche la progettazione stampi, mentre le Tecnologie di Trasformazione verranno inserite in Tecnologia Meccanica di Processo e di Prodotto, salvo essere riprese, negli aspetti ausiliari, anche in Disegno, Progettazione e Organizzazione Industriale. Il fatto che l’Indirizzo Materie Plastiche sia diventato un’Opzione dell’Indirizzo “base” Meccanica/Meccatronica può rappresentare un’occasione per una più ampia diffusione di questa specializzazione di studi nell’ambito della Scuola Tecnica Superiore. In tal modo, infatti, essa potrebbe venir percepita come una specializzazione aggiuntiva ed ulteriormente arricchente del titolo di studio in Meccanica, sicuramente più “forte” dal punto di vista dell’immagine e della diffusione. Le attività dell’Associazione “Patrizia Rizzi” vengono progettate e pianificate da un Comitato Tecnico Scientifico, dove docenti universitari e scolastici, esperti di impresa, imprenditori si confrontano direttamente; esse vengono poi realizzate in collaborazione con l’Ufficio Scuola dell’Unione Industriale di Torino. Attualmente, l’Associazione si sta impegnando in un’indagine, concordata con la Federazione Nazionale Gomma Plastica, tesa a definire, nel modo più preciso possibile, il quadro dell’offerta formativa universitaria e delle attività di ricerca relative ai polimeri presenti negli atenei del paese. All’Associazione “Patrizia Rizzi”, sostenuta dalle Associazioni delle Materie Plastiche e della Gomma dell’Unione Industriale torinese, possono inscriversi sia persone fisiche che enti ed aziende; la quota è libera. Per maggiori informazioni, ci si può rivolgere all’Ufficio Scuola/Università dell’Unione Industriale di Torino (tel. 011/5718524; mail uniscuola@ui.torino.it), o direttamente all’Associazione “Rizzi” (tel. 011/9968204; mail a.patriziarizzi@alice.it).
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TACCUINO Produzione • consumi • mercati
Prosegue la crescita di esportazioni e produzione
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ei primi tre mesi dell’anno le esportazioni di articoli in gomma sono aumentate del 16,8% rispetto allo stesso periodo del 2010. In crescita un po’ più sostenuta le importazioni (+20,3%). Secondo i dati resi noti dall’Istat nel trimestre il saldo positivo della bilancia commerciale è stato di 1.216 milioni di euro. Per quanto riguarda la produzione, l’Istat ha rilevato che per la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche si è avuto in marzo un miglioramento dell’1,7% su mese precedente. Nei primi tre mesi dell’anno l’aumento sullo stresso periodo del 2010 è stato del 2,4% (in linea con la crescita registrata dall’intero comparto manifatturiero italiano che è stato della stessa entità).
Nuovi limiti alla CO₂ per i veicoli commerciali leggeri
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l Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea hanno varato nuovi limiti per le emissioni di CO₂ da parte dei veicoli commerciali leggeri con peso totale fino a 3,5 t. Tra il 2014 e il 2017 le emissioni di anidride carbonica dovranno scendere da 200 g/km a 175 g/km, per arrivare, entro il 2020, a 147 g/km. Sono traguardi importanti – sia sul piano economico che su quello ecologico – sui quali influiscono, in modo particolare, la corretta pressione dei pneumatici (ne abbiamo parlato nella nota “CO2 in meno con i pneumatici alla pressione giusta” pubblicata a pagina 63 nel numero dello scorso mese di aprile della rivista) e, in misura maggiore, una bassa resistenza del pneumatico al rotolamento. Secondo la Commissione Europea, una bassa resistenza al rotolamento procura una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 7 g/km circa, mentre l’adozione del monitoraggio della pressione dei pneumatici abbassa le
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emissioni di 5 g/km. Questo significa che le due tecnologie messe insieme porterebbero a un abbassamento totale delle emissioni di CO₂ di ben 12 g/ km. Un dato da non sottovalutare al fine di garantire, secondo lo spirito della normativa europea, una migliore qualità dell’aria riducendo, al tempo stesso, l’impatto delle emissioni nocive sul cambiamento climatico.
Segnali di ripresa per la componentistica auto
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l settore della fornitura di componenti auto ha registrato nel 2010 in Italia un fatturato complessivo stimato tra i 39 e i 40 miliardi di euro. Lo rende noto l’ufficio stampa di ANFIA-Autopromotec. Rispetto al 2009 si tratta di un aumento del 5% che, anche se riferito a un anno che aveva subito una flessione del 16% sul 2008, è pur sempre importante, perché in uno scenario economico ancora incerto assume il significato di un accenno alla ripresa del comparto. Ripresa che inizialmente è stata avvertita soprattutto sul fronte delle esportazioni. Nel periodo gennaio-settembre 2010 l’export di parti e accessori per autoveicoli è stato, in valore, di 12 miliardi di euro circa (+25,7% rispetto ai primi nove mesi del 2009), con un bilancio positivo di oltre 4 miliardi di euro (+45,2% sullo stesso periodo dell’anno prima). Anche il fatturato della componentistica aftermarket è cresciuto nel 2010: +5,6% sul 2009 (che era calato del 5,4% rispetto al 2008). Segno, anch’esso, di un settore in uscita dalla crisi e capace di soddisfare le esigenze di trasformazione e innovazione nelle quali la produzione di autoveicoli è fortemente impegnata per superare le difficoltà degli ultimi anni. Segnali di ripresa vengono anche dall’indice degli ordini di macchine utensili che nel primo trimestre del 2011 ha registrato una crescita del 19,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’associazione di categoria Ucimu, che tuttavia segnala con un certo allarme come la ripresa interessi solo i mercati di esportazione. Gli ordini raccolti all’estero sono infatti cresciuti del 32,7%, men-
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tre gli ordini raccolti sul mercato interno siano ancora in calo dell’1,3%.
“Vacanze Sicure 2011” al via
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nche quest’anno Assogomma e Federpneus in collaborazione con la Polizia Stradale rinnovano l’iniziativa “Vacanze Sicure” promossa nell’ambito della campagna nazionale “Pneumatici sotto controllo”. Lo hanno annunciato il 28 aprile scorso a Roma il Direttore del Servizio Polizia Stradale Roberto Sgalla e il Direttore di Assogomma Fabio Bertolotti. Lo scopo è sempre lo stesso: sensibilizzare gli automobilisti sull’importanza che ha il controllo dei pneumatici sui quali si viaggia ai fini della sicurezza della guida. Un controllo che è sempre importante, ma che lo è ancora di più se effettuato prima di intraprendere un viaggio lungo. Come può essere quello delle vacanze estive. Un periodo giusto, quindi, quello scelto dalle associazioni organizzatrici per la loro iniziativa per l’intensità di traffico e l’alta criticità della circolazione.
I controlli da parte delle Forze di Polizia interesseranno le gomme dei veicoli in transito su strade e autostrade di tre regioni, importanti mete turistiche: Liguria, Lazio e Sicilia. Particolare attenzione verrà dedicata all’omologazione dei pneumatici. A questo scopo, gli agenti della Polizia Stradale hanno ricevuto una specifica formazione a cura di Assogomma, che ha posto sotto la lente di ingrandimento la marcatura dei pneumatici, che testimonia, appunto, l’omologazione delle gomme.
TACCUINO
Ma l’uso di pneumatici non conformi da questo punto di vista non è l’unica irregolarità riscontrata nei numerosi precedenti controlli effettuati dalla Polstrada. Come ha detto Fabio Bertolotti, dei 48 milioni di veicoli che rappresentano, in base a dati ACI, il parco mezzi in circolazione in Italia e di cui 36 milioni sono auto con una età media di circa 7 anni e mezzo, dall’8 al 10% circolano su pneumatici lisci, dal 3 al 10% con gomme che recano danni visibili, dal 7 all’8% su pneumatici con pressione di gonfiaggio inferiore del 20% a quella corretta. Controllare periodicamente le gomme, quindi, è importante ed è una buona norma di utilizzo dei pneumatici. Lo ha ribadito, a sua volta, Roberto Sgalla, sottolineando che l’attenzione che si riserva alle gomme sulle quali si viaggia non è mai troppa, soprattutto se si considerano le importanti funzioni che esse svolgono: aderenza, tenuta di strada, sicurezza di guida, comfort. Il tutto esplicato attraverso un contatto di soli pochi centimetri quadrati col fondo stradale.
prima della scadenza del precedente contratto, di S-SBR e Nd-PBR con il produttore sudcoreano di pneumatici Hankook Tire. “Questo nuovo accordo rafforzerà la già vincente partnership a lungo termine tra Hankook e Lanxess”, ha affermato Jeong Ho Park, vice presidente Global Purchasing di Hankook Tire. Il gruppo chimico è infatti fornitore di Hankook già da sei anni e, grazie a questo accordo, il produttore di pneumatici sudcoreano sarà in grado di pianificare i processi produttivi dei prossimi anni, alla luce dell’importante piano di investimento che sta realizzando per potenziare i suoi siti produttivi in Sud Corea, Cina, Indonesia ed Ungheria. Oltre che nell’industria dei pneumatici, le gomme butadieniche ad alte prestazioni sono impiegate nella modifica delle materie plastiche, in particolare polistirene antiurto (HIPS) per stampaggio ad iniezione, o per realizzare svariati articoli, dalle palle da golf alle suole per scarpe e nastri trasportatori. Il potenziamento delle capacità produt-
tive di Lanxess non si ferma qui. All’inizio di maggio il gruppo tedesco ha annunciato un espansione del 10% a 63 mila tonnellate della produzione di gomma cloroprene solida nell’impianto di Dormagen. L’investimentoè di 17 milioni di euro e sarà realizzato entro la fine del 2012.
Espansione della capacità produttiva di Continental in Brasile
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ontinental ha deciso un investimento di 210 milioni di dollari per l’espansione della capacità dei suoi impianti di produzione pneumatici autovetture e veicoli commerciali di Camaçari, a Bahia, in Brasile. Dopo i 264 milioni di dollari stanziati nel 2004, questo è il secondo investimento della casa tedesca in questo stabilimento, con l’obiettivo del raddoppio della capacità produttiva entro il 2015. Nel 2010 la fabbrica dell’area industriale
Lanxess aumenta elastomeri “verdi” e cloroprene
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er rispondere alla crescente domanda di polimeri sintetici per pneumatici a bassa resistenza al rotolamento, Lanxess ha programmato l’aggiunta di 20 mila tonnellate di capacità produttiva per le gomme stirene-butadiene in soluzione (S-SBR), presso il sito produttivo di Orange, in Texas, già dal terzo trimestre del 2012. Nella stessa fabbrica è per altro già stato completato un progetto, annunciato a marzo dell’anno scorso, di incremento di 15 mila tonnellate/anno della produzione di polibutadiene catalizzato al neodimio (Nd-PBR). L’obiettivo complessivo di Lanxess è accrescere la capacità produttiva di NdPBR di circa 50 mila tonnellate all’anno, investendo 20 milioni di euro in tre siti produttivi: Orange in Texas, Dormagen in Germania e Cabo in Brasile. In Germania e Brasile l’azienda prevede di entrare a pieno regime produttivo già nel primo trimestre del 2012, e stima che anche a Port Jérôme, in Francia, di riflesso, si verificherà un aumento della produzione di S-SBR. Sullo sfondo del progetto d’investimento vi è sicuramente anche l’accordo di fornitura rinnovato fino al 2015 e già
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di Camaçari ha prodotto circa 4,5 milioni di pneumatici per autovetture e circa 350.000 pneumatici per veicoli commerciali, consentendo un incremento delle vendite rispetto al 2009 del 25% nel segmento autovetture e del 38% in quello dei veicoli commerciali.
La corsa dei prezzi
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ontinuano i ritocchi al rialzo dei listini delle materie prime. Ecco alcuni
degli annunci pervenuti dai produttori nelle ultime settimane. Dal 1° aprile Ashland Performance Materials ha aumentato di 100 euro per tonnellata le resine poliesteri e vinilepossidiche e di 150 euro i gelcoat e derivati per l’Europa, Medio Oriente e Africa (i mercati EMEA). La società ha precisato che si tratta del terzo aumento da gennaio 2011. Sempre dal 1° aprile Lanxess ha aumentato di 250 euro per tonnellata il prez-
zo delle gomme sintetiche Perbunan e Krynac. In maggio l’aumento è stato portato a 300 euro e si è esteso ai prodotti Baymod e Nanoprene. Dal 1° maggio Oxea Corporation ha aumentato di 150 euro per l’Europa e di 220 dollari per l’Asia gli ossi-derivati di sua produzione. Ashland Aqualon Functional Ingredients ha aumentato dal 5 al 9 per cento il prezzo dei tensioattivi Dextrol e Strodex.
Imprese • finanza tenfeld Italia e da luglio fornirà al mercato italiano l’intera gamma delle macchine del gruppo austriaco dal quale è interamente posseduta. Si tratta, oltre che delle presse a iniezione, dei robot , dei controlli della temperatura Tempro e di altre attrezzature e impianti ausiliari. La sede resta a Solaro, dove è previsto un rafforzamento della struttura operativa anche in termini di personale.
Solutia cede attività italiane
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l gruppo statunitense Solutia ha annunciato la cessione a Performance Additives Europe, società tedesca del gruppo Behn Meyer Chemical Holding, delle attività nei ditiocarbammati (DTC) e bisolfuro di tiruame (TBzTD), la cui produzione avviene presso gli stabilimenti di Termoli, in Italia. Il valore della transazione è di 26 milioni di dollari. Il disinvestimento viene motivato dalla società con la volontà di focalizzare il portafoglio su specialità chimiche ad alto valore aggiunto. Le attività passate di mano valgono circa il 2% del giro d’affari di Solutia nel 2010.
Un sito tutto nuovo per Kraiburg
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Il nero di carbonio Evonik passa di mano
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all’inizio di quest’anno la Kraiburg si presenta con una totale rielaborazione del suo sito web. I criteri determinanti nella concezione del nuovo sito, oltre a un completo rifacimento della veste grafica, sono stati soprattutto la facilità di navigazione e la praticità per gli utenti. Le informazioni sui diversi rami d’impiego della gomma come la ricerca di materiali innovativi e sulla società in generale sono state accuratamente sintetizzate e strutturate al fine di agevolare la lettura. In pochi clic è possibile consultare una panoramica chiara e completa dell’attività del compounder tedesco, ma anche tante news interessanti. Il portale offre inoltre ai clienti una rapida pro62 |
cedura di ordinazione. Schede tecniche aggiornate, informazioni sui compound, specifiche e molto altro può essere scaricato in ogni momento nel portale dei clienti. Il nuovo indirizzo è www.kraiburg-rubber-compounds.com.
lla metà di aprile Evonik Industries AG ha annunciato di aver ceduto le sue attività nel campo del nero di carbonio al fondo di private equity americano Rhône Capital. Il valore dell’operazione è indicato in più di 900 milioni di euro. Il fatturato di Evonik nel nero è stato di 1,2 milioni di euro nel 2010 e ha interessato 16 siti produttivi in 11 paesi e 1.650 dipendenti. La società tedesca ha comunicato che intende concentrare le sua attività in altri settori della chimica.
Battenfeld consolida l’integrazione nel gruppo Wittmann
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all’inizio di maggio Battenfeld Italia ha cambiato nome in Wittmann Bat-
Lanxess completa l’acquisizione degli elastomeri DSM
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e autorità di controllo della concorrenza hanno dato il via all’acquisizione da parte di Lanxess degli elastomeri della DSM (si veda IG, gennaio/febbraio pagina 59). L’esborso del gruppo tedesco è di 310 milioni di euro e sarà interamente finanziato dalla liquidità esistente. DSM Elastomers, che impiega circa 420 persone nella varie parti del mondo, produce gomma EPDM nello stabilimento olandese di Sittard-Geleen che ha una capacità di 160 mila tonnellate/ anno. Ha un secondo impianto, da 40 mila tonnellate, a Triunfo in Brasile. Lanxess ha confermato che gli elastomeri EPDM saranno commercializzati con i marchi Buna EP e Keltan. La direzione delle operazioni interessate sarà trasferita a Sittard-Geleeen.
Styron ha in programma di cambiare nome
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ntro la fine di quest’anno Styron LLC assumerà la nuova denominazione di Trinseo.
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La decisione è stata presa perché l’attuale ragione sociale è troppo legata all’idea della catena stirenica e quindi non rispecchia più la varietà di business nei quali il gruppo chimico è interessato. Trinseo si richiama al concetto di “intrinseco” e vuole sottolineare l’intimo ruolo giocato nella realizzazione dei prodotti della clientela. La società manterrà l’icona della freccia nel suo logo così come la gamma colori. Il marchio Styron continuerà ad essere utilizzato come denominazione commerciale dei prodotti polistirenici.
Negri Bossi acquisisce Sytrama e Roboline
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l costruttore milanese di presse ad iniezione Negri Bossi (Gruppo Sacmi di Imola) ha annunciato di aver acquisito due società: Sytrama e Roboline, due aziende operanti nel settore dell’automazione asservita alle macchine per la trasformazione dei materiali plastici. Da più di trent’anni Sytrama realizza nello stabilimento di Vignate robot ad assi cartesiani, assi lineari e motori line-
ari, con una forte specializzazione nei manipolatori per il prelievo e la movimentazione di pezzi stampati ad iniezione. Sempre a Vignate ha sede Roboline, attiva nella distribuzione, installazione e assistenza di robot cartesiani. L’integrazione di queste due importanti aziende costituisce un passo necessario nel processo intrapreso da Negri Bossi per essere sempre più un fornitore di soluzioni complete per i propri clienti, consentendo di sviluppare “soluzioni d’automazione integrate e performanti”. Sytrama, forte di un organico composto da progettisti, tecnici informatici e di assistenza post vendita, oltre che da una struttura commerciale altamente specializzata, resterà nell’attuale sede di Vignate che dista soli pochi chilometri da Cologno Monzese, dove si trovano la sede e gli stabilimenti Negri Bossi.
di sviluppo dell’industria automobilistica fanno guardare con sempre maggiore interesse al mercato indiano da parte delle industrie europee. Ne è una ulteriore riprova la decisione di Maplan di aprire a New Delhi un ufficio vendite e assistenza tecnica che curerà la penetrazione nel subcontinente indiano dei suoi impianti per la lavorazione degli elastomeri.
Maplan apre una sede in India
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a crescita del tenore di vita della popolazione e le accelerate prospettive
materie prime • macchine • prodotti
Una conferenza sulle gomme siliconiche
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l 16 e il 17 marzo scorso si è svolta, presso il centro della plastica del SudGermania di Würzburg (SKZ – South German Plastics Center), una interessante conferenza sugli elastomeri siliconici. Organizzata da Karlheinz Baumgärtel dell’SKZ e condotta da Udo Wachter della Wacker di Burghausen, la conferenza ha svolto il tema dei recenti sviluppi nelle tecnologie di lavorazione e nei trend applicativi di questi innovativi materiali. I relatori erano esponenti di importanti produttori di siliconi - Wacker, Dow Corning e Momentive - e hanno illustrato l’impiego sempre crescente che questi elastomeri stanno trovando nell’industria alimentare e in quella degli articoli medicali, come anche nell’industria dell’auto e, in generale, nelle applicazioni industriali. Particolarmente interessante, per gli sviluppi sempre più importanti che sta avendo, la tecnologia dello stam-
paggio bi-componente nel quale il materiale rigido e quello flessibile combinati insieme nello stesso unico processo sono una resina termoplastica e, appunto, un silicone.
Una ricerca sull’utilizzo nel calcestruzzo di derivati da PFU
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n convegno svoltosi nella Facoltà di Ingegneria all’Ecotekne di Lecce sono stati presentati i risultati di un progetto di ricerca basato sull’utilizzo dei materiali derivati da PFU nel calcestruzzo. I risultati più interessanti dell’aggiunta nel normale conglomerato di cippato, granuli o polverino di gomma si sono avuti nella realizzazione di mura impermeabili o barrire stradali a prova di scontro Anche le fibre metalliche presenti nei PFU trovano impiego in tal senso, poiché l’acciaio di cui sono costituite, se inserito nel calcestruzzo, ne migliorano le proprietà, limitando il processo di fessurazione e impeden-
do alle barre di ferro contenute nel cemento di arrugginire. In una nota Ecopneus rileva come questa nuova sperimentazione sia tanto più importante, oltre che per le possibilità pratiche di applicazione su larga scala, per il contesto in cui è maturata, la Puglia, terra flagellata dagli sversamenti illegali di PFU nell’ambiente, al punto di essere la prima regione nella triste classifica delle regioni con il maggiori numero di discariche abusive sequestrate nel periodo 2005-2010, con ben 239 discariche illegali, pari al 29,1% del totale.
Le proprietà termiche dei polimeri in un poster
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a conoscenza delle proprietà termiche dei materiali termoplastici, termoindurenti ed elastomerici è fondamentale sia nella loro produzione che lavorazione. La Netzsch-Gerätebau GmbH ha rea-
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lizzato un poster che consente di avere immediatamente sotto occhio parametri fondamentali quali temperature di transizione vetrosa, entalpie di fusione, temperature di decomposizione, modulo elastico, coefficienti di dilatazione termica, calore specifico, conduttività termica e densità Per riceverlo gratuitamente gli interessati possono ordinarlo su www.netzsch. com/tpop.
Dow lancia nuovi TPO nel campo automotive
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a Dow Chemical Company ha di recente lanciato sul mercato la serie Engage XLT, un nuovo grado di elastomero poliolefinico per i TPO di impiego in componenti automobilistici sia da in-
terno che da esterno. Se mescolato con polipropilene, questo nuovo prodotto garantisce caratteristiche non realizzabili con i classici modificanti di impatto dei TPO. Engage XLT permette di ottenere la stessa resistenza all’impatto di altri softeners, semplicemente impiegandone un livello inferiore, e garantendo al tempo stesso buona processabilità soprattutto a caldo. Questo quantitativo limitato permette di raggiungere maggiori durezze e rigidità nei TPO, consentendo sia la riduzione del peso dei componenti automobilistici (si stima fino al 10% di decremento di peso), sia - di conseguenza - il risparmio di carburante. In aggiunta, questi nuovi modificanti di impatto garantiscono sia un migliore aspetto superficiale, sia un minor sporcamento stampi, caratteristica da non
sottovalutarsi per gli stampatori. “Engage XLT è il risultato dell’impegno di Dow nel creare soluzioni e prodotti innovativi per l’industria automobilistica del presente e del futuro, a partire dai compounders fino ad arrivare ai consumatori finali” ha dichiarato Dave Mitchell, marketing manager di Dow Elastomers. “Questi nuovi prodotti rappresentano un passo in avanti esemplare per i modificanti di impatto dei TPO. La capacità di realizzare gli stessi componenti automobilistici con minor peso e tempi di stampaggio più veloci, permetterà ai produttori di mescole e di auto di produrre veicoli a ridotto consumo energetico, senza comprometterne la qualità”. Engage XLT è un prodotto commercializzato in forma di pellets, e può essere facilmente trasportato e dosato con sistemi pneumatici.
CONVEGNI • fiere • eventi
Patrocinio del Ministero per Plast 2012
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n considerazione del suo rilievo internazionale, Plast 2012 ha ottenuto il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. La sedicesima edizione della manifestazione si svolgerà nel polo di Rho/ Pero di Fiera Milano dall’8 al 12 maggio del prossimo anno e si preannuncia come la maggiore esposizione europea di settore del 2012. A fine marzo, e quindi a più di un anno dall’evento, gli espositori avevano già superato quota settecento.
Rubber Conference nel 2012 in Norvegia e Corea
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ue i congressi previsti per il 2012 nel quadro delle International Rubber Conferences.
15-17 giugno 5-7 luglio 25-27 agosto 31 agosto-3 settembre 7-9 settembre 13-14 settembre 27-29 settembre 64 |
Dal 21 al 24 maggio si terrà a Jeju in Corea l’annuale IRC. Qualche giorno prima, dal 14 al 16 maggio, si svolgerà a Oslo, in Norvegia, la RubberCon 2012. Quest’ultimo evento è organizzato dall’Istituto norvegese di Tecnologia della Gomma (NGF) e avrà come tema “La tecnologia della gomma nelle applicazioni petrolifere ed energetiche”. Gli interessati a presentare una relazione potranno sottoporre a NGF un breve estratto degli argomenti che si intendono trattare prima del 31 ottobre di quest’anno.
Tutto sui lattici a Kuala Lumpur in marzo 2012
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i svolgerà dal 13 al 14 marzo 2012 a Kuala Lumpur la settima conferenza internazionale sui lattici organizzata da Smithers Rapra. I temi discussi saranno relativi ai lattici di gomma naturale, ai lattici sintetici,
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San Paolo Brasile Chennai India Qingdao Bangkok Shanghai Düsseldorf Birmingham
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ai prodotti chimici e additivi di lavorazione, ai prodotti finiti (dai rivestimenti agli articoli sanitari) e alle legislazioni relative. Gli interessati a presentare una relazione devono inviare il titolo dell’argomento trattato e un estratto di circa 150 parole a hcharlesworth@ismithers.net entro il prossimo 5 settembre.
200 espositori di 20 paesi a Tiprex di Bangkok
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prevista la presenza di più di 200 espositori di 20 paesi a Tiprex , terza esposizione thailandese della plastica e della gomma che si terrà dal 31 agosto al 3 settembre 2011 alla Bangkok International Trade & Exhibition Center, organizzata da enti locali e dalla Messe Düsseldorf. Informazioni dettagliate possono essere reperite su www.tiprex.com oppure scrivendo a Lee Ai Ling ailing@ mda.com.sg.
International Rubber Conference Tyrexpo India China Plastics & Rubber Exhibition Tiprex China Inter. Tire Expo Nanopolymers 2011 Interplas 2011
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