retail&food 11 2024

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Speciale Mapic, torna la fiducia. Il retail nel radar degli investitori

Aspi: “Come saranno i nuovi bandi per le aree di servizio”

Catene food: emergono più utili dai bilanci 2023

Effetto overtourism sugli aeroporti, tante strutture in tilt

Editoriale

E-COMMERCE, AVANTI PIANO.

PERCHÉ

IL

FISICO PIACE SEMPRE

I dati forniti dall’ultima edizione dell’Osservatorio eCommerce B2c (Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano), raccontano di una continua crescita delle vendite online.

Ma la velocità di questo incremento non brucia più, non corre. Cammina, avanti con calma. A fine 2024, gli acquisti online in Italia supereranno i 58,8 miliardi di euro, +6% rispetto al 2023. Un aumento a valore, che include inflazione & co.

Ciò che chiarisce meglio il quadro riguarda l’incidenza dell’eCommerce sul totale retail (online + offline): sale di mezzo punto percentuale, passando al 13% rispetto al 12,5% del 2023. Piano ma non pianissimo. Di certo non una corsa sfrenata, come alcuni digital entusiasti preannunciarono tempo addietro.

Soprattutto se considerando che una discreta fetta degli acquisti online, quella oggi più dinamica, non riguarda prodotti ma servizi (viaggi, intrattenimento e cultura, assicurazioni ecc.).

Questa “crescita controllata” dell’e-commerce ha sicuramente tante ragioni. Dal contesto economico non brillante, che certamente riduce lo shopping online serale da noia sul divano, al valore meno innovativo, più normalizzato, delle esperienze di acquisto online. Su quest’ultimo punto vale riflettere: emerge con maggiore frequenza che la “generazione Z” (i nati 1997-2012), quella cui tanti guardano per immaginare i trend di vendita futuri, è tornata a frequentare negozi e store con più interesse ed insistenza. Una rinnovata passione per l’esperienza fisica, ritenuta oggi nuovamente gratificante rispetto all’interazione digitale. Quindi se il guadagno di quote percentuali dell’e-commerce verso i negozi è destinato a crescere progressivamente, ciò non avverrà impetuosamente. Né ci saranno due canali sostanzialmente equivalenti a breve-medio termine.

In Italia la spesa e lo shopping in negozio restano preponderanti. E questo impegna i retailer a mantenere gli spazi di acquisto centrali per l’esperienza dei propri clienti. Se poi la redditività a punto vendita non entusiasma, meglio razionalizzare la rete e chiudere i negozi meno performanti. Senza ridurre il bello di fare la spesa (e lo shopping).

La congiuntura economica non è semplice e non è improbabile che i clienti tornino a seguire quanto diceva la stilista e “madrina del punk” Vivienne Westwood: “Compra meno, scegli meglio e fai durare a lungo ciò che compri. Punta sulla qualità, non la quantità.”

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Anno 19 · numero 11 novembre 2024

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le nuove gare di Autostrade per l’Italia. Intervista a Massimo

direttore Aree di servizio di Aspi

Doppio Malto punta al raddoppio dei locali e all’approdo

nella GDO

Doppio Malto approda in Serie A, in senso stretto, perché dalla stagione 2024-2025 il marchio di birra artigianale figura come Jersey Sponsor del Cagliari Calcio. La decisione è solo uno dei tasselli che fanno parte della strategia di crescita del brand, che è sia sia food retail sia produttore brassicolo, fondato e guidato da Giovanni Porcu. Il piano di espansione di Doppio Malto punta ad arrivare a 100 locali nei prossimi tre anni, espandendo la vendita della sua birra anche nella grande distribuzione. Con i suoi oltre 50 locali tra Italia e Francia, Doppio Malto ha già consolidato una solida presenza sul mercato, ma è solo l’inizio di un’espansione che guarda lontano. Il birrificio di Iglesias, con una capacità produttiva di 5 milioni di litri l’anno, è pronto a sostenere la crescita del marchio, sia sul territorio nazionale che internazionale. L’importanza del calcio in questo contesto è cruciale: i locali Doppio Malto sono pronti a diventare luoghi di ritrovo per i tifosi, non solo per gustare birra e piatti della cucina, ma anche per vivere insieme la passione per lo sport, a partire dalle partite del Cagliari.

Stock Options

UNIQLO

La capogruppo di Uniqlo, Fast Retailing, ha registrato una performance da record per il terzo anno consecutivo nell’esercizio fiscale 2024, con ricavi a +12,2% a 3,1 trilioni di yen (circa 19 miliardi di euro) e un utile operativo di 500,9 miliardi di yen (3,35 miliardi di euro), +31,4%.

HERMES

Hermes va in controtendenza rispetto alla debolezza del lusso. Nei primi nove mesi genera un fatturato consolidato a 11,2 miliardi di euro, in aumento del 14% a tassi di cambio costanti, e sale del 10% nel solo terzo trimestre (3,7 miliardi di euro).

CUCINELLI

Brunello Cucinelli prosegue il 2024 in controtendenza rispetto a parte del mondo del lusso chiudendo il terzo trimestre in crescita del 9,2% e archiviando i nove mesi dell’anno con un progresso del 12,4% a 920 milioni.

MCDONALD’S

L’allarme escherichia coli avvenuta negli Usa, che pare originato da un fornitore di McDonald’s, ha fatto male al titolo scivolato a fine ottobre. Il valore è comunque sui massimi storici, intorno ai 300 dollari.

PIQUADRO

Il primo semestre fiscale (che si chiude il 30 settembre) mostra ricavi a 87,8 milioni di euro, in aumento del 2,1%. Il marchio Piquadro sale dello 0,8% a 39,8 milioni di euro, mentre Lancel sale del 4,2% a 31,1 milioni di euro.

LEVI STRAUSS

Risultati fragili nel terzo trimestre fiscale, con ricavi netti flat a 1,516 miliardi di dollari, un margine operativo in calo (2%) rispetto al precedente esercizio fiscale (2,3%) a 30 milioni di dollari. Però cresce l’utile netto a 21 milioni.

KERING

Nei primi nove mesi dell’anno, i ricavi sono stati pari a 12,8 miliardi di euro, in calo dell’12%, mentre nel solo terzo trimestre del 2024, ricavi a -15% (3,8 miliardi di euro). Il calo ha superato le previsioni degli analisti.

NIKE

Male il primo trimestre fiscale dell’anno: il fatturato scende del 10,4% a 11,59 miliardi di dollari, calo atteso dal mercato. I ricavi diretti sono stati pari a 4,7 miliardi di dollari, in calo del 13%, mentre il wholesale ha registrato un arretramento dell’8% a quota 6,4 miliardi di dollari.

STARBUCKS

L’ultima trimestrale è ancora deludente, con ricavi in discesa del 3% a 9,1 miliardi e un Eps (0,80 cent) distante dalle attese di 1 dollari. Il nuovo Ceo Brian Niccol deve ancora lavorare prima di centrare il turnaround.

Nicolas Bigard è il nuovo amministratore delegato di Chef Express

Nicolas Bigard, già a.d. di Roadhouse, è il nuovo amministratore delegato di Chef Express. Prende il posto di Cristian Biasoni, che aveva lasciato la guida dell’azienda a fine estate. “Il mondo della ristorazione sta vivendo una fase di grandi cambiamenti e la sfida sarà di proseguire nello sviluppo dell’azienda interpretando al meglio le nuove tendenze e bisogni dei consumatori in tutti i canali dove siamo presenti. Nel contesto travel, dove Chef Express opera in posizione di leadership, proseguiremo l’importante sviluppo degli ultimi anni sui canali aeroportuali e ferroviari, in crescita esponenziale, e saremo pronti a cogliere le opportunità che il mercato autostradale offrirà con i prossimi bandi” ha commentato Bigard in concomitanza della sua nomina. “Inoltre, uno dei principali obiettivi sarà quello di sviluppare al massimo le sinergie tra le due “anime” di Chef Express, che oltre a leader del travel retail, è uno dei primi operatori negli altri canali della ristorazione commerciale strutturata” ha aggiunto.

Popeyes a Milano, il pollo fritto della Louisiana sbarca in Italia

Milano accoglie un’altra icona del fast food mondiale: Popeyes Louisiana Kitchen, celebre catena americana specializzata nel pollo fritto in stile Cajun. Il nuovo locale verrà inaugurato a metà novembre, nella zona delle Colonne di San Lorenzo, in via De Amicis 25. Una location di passaggio, ma che negli anni ha visto alternarsi diversi brand del panorama foodservice, da Cioccolatitaliani al recente Pizzikotto. Fondata nel 1972, il primo ristorante chiuse dopo pochi mesi, per poi riaprire come “Popeyes Mighty Good Chicken”, in omaggio al personaggio Jimmi “Popeye” Doyle del film “Il braccio violento della legge”. Da lì in avanti, Popeyes iniziò una rapida crescita, avviando il franchising già nel 1976 con l’apertura di un locale a Baton Rouge. Con oltre 4.300 ristoranti in più di 40 paesi, Popeyes ha saputo conquistare i palati di milioni di persone. Nel 2017, l’acquisizione da parte di Restaurant Brands International, che controlla anche Burger King e Tim Hortons. L’arrivo di Popeyes in Italia è condotto tramite Restaurant Brands Iberia. Un ruolo chiave per lo sviluppo in Italia è quello di Matteo Monguzzi, che figura come Real estate & Construction Director del brand.

Starbucks, mancava Venezia. Ecco lo store nel Sestiere di San Marco

Starbucks arriva anche nella laguna di Venezia, con l’inaugurazione dello store nella calle Marzarieta Due Aprile, arteria commerciale del Sestiere di San Marco. Il marchio sviluppato da Percassi era già presente in Veneto, ma mancava ancora la Serenissima nell’elenco delle città più turistiche d’Italia, che ora hanno tutte una (o più) bandierine del brand americano: Roma, Venezia, Milano, Firenze, Rimini. Si tratta del 45esimo negozio in Italia e questa apertura segue di pochi giorni quella effettuata a Firenze, in via del Corso (il quinto caffè nella città di Leonardo, il sesto in Toscana). Il nuovo locale di Venezia presenta cinque vetrate e una superficie di 150 mq distribuiti su due piani, con 50 posti a sedere. “Lo store di Venezia è un gioiello che segna il traguardo dei 45 store Starbucks in Italia. Venezia è per noi una città chiave, che gioca anche a livello globale un ruolo strategico nel posizionamento del brand grazie ai nostri clienti internazionali” ha commentato Matteo Morandi, CEO di Starbucks Italy.

Pizzium, esce Arbellini. Lo sviluppo prosegue con Saturnino ed Equinox

Il co fondatore Giovanni Arbellini è uscito dal capitale del gruppo Pizzium, lasciando le proprie quote al presidente del Cda Stefano Saturnino. L’imprenditore campano era titolare di circa il 15% delle quote del capitale di Pizzium, gruppo di pizzerie arrivato a circa 53 punti vendita a marchio Pizzium (tutti a gestione diretta), più alcuni a marchio Crocca. Ora Stefano Saturnino (con il veicolo societario Selador Spa) controlla una quota vicina al 60%, con le altre quote in mano invece al fondo di private equity Equinox (domiciliato in Lussemburgo ma con team e gestione italiani) che aveva fatto il suo ingresso nel capitale a settembre 2021. Massimiliano Monti (partner in Equinox) è oggi vicepresidente del Cda di Pizzium. Con questo passaggio dovrebbe arrivare una nuove di slancio, a livello di nuove aperture, con l’obiettivo finalmente di sfidare anche il mercato estero. Del gruppo Pizzium non fanno parte gli altri marchi di ristorazione, Locanda Carmelina e Felicetta, che appartengono al 100% ad Arbellini.

Eataly rinnova lo Smeraldo. E fa il suo esordio in mare con MSC

Dopo un lavoro di mesi, è terminato il restyling dei 4.500 metri quadrati di Eataly Smeraldo a Milano. Aperto da dieci anni, il negozio Eataly, dove una volta aveva sede il teatro Smeraldo, è uno dei più iconici. “Eataly sta vivendo un momento importante della sua crescita nel mondo e la ristrutturazione del flagship store di Milano conferma l’importanza del mercato italiano per il brand” ha commentato Andrea Cipolloni, Group CEO Eataly. Nel nuovo Eataly Smeraldo si trovano nel complesso 12 punti ristoro, tra cui Food & Pizza Theatre il grande ristorante da oltre 750 metri quadri completamente rinnovato. Tra le novità, una nuova caffetteria con 30 posti a sedere, il corner di Artisti del Vegetariano, nuovi banchi del fritto e dei salumi e formaggi, il laboratorio artigianale di pasta fresca Plin, il caseificio Miracolo a Milano. Nuova anche La Scuola di Eataly che si trasferisce al terzo piano. Eataly festeggia i dieci anni e questo rinnovamento con una serie di eventi, dal 3 al 13 ottobre. Su un altro versante, inizia una collaborazione di prestigio per il brand italiano. Sta arrivando quello che finora è l’unico ristorante in mare per Eataly, che aprirà su MSC World America, nuova ammiraglia del gruppo della famiglia Aponte, che debutterà ad aprile 2025.

Signorvino, già pianificate 10 aperture per il 2025

Prosegue costante la crescita di Signorvino, il brand food del gruppo Oniverse, che a fine 2025 conta di arriva a 50 locali. Due di queste dieci nuove enoteche saranno a Roma. Non a caso, l’annuncio è stato fatto da Federico Veronesi, rappresentante della proprietà, durante un evento che si è tenuto nel localo romano di piazza Barberini. “Signorvino crede fortemente nelle potenzialità del mercato italiano: apriremo presto nuovi locali in diverse città e organizzeremo numerosi eventi per coinvolgere i nostri clienti, restando fedeli al concept Signorvino Stories” ha spiegato Veronesi, riferendosi agli eventi in cui i clienti sono invitati a scoprire storie d’eccellenza del settore vitivinicolo italiano. “Inoltre, con una previsione di crescita ambiziosa, ci aspettiamo di avere 50 locali entro il 2025 e di raggiungere un fatturato di 85 milioni di euro nel 2024, partendo dagli attuali 40 punti vendita” ha aggiunto Veronesi. General manager, con in mano lo sviluppo operativo del marchio, rimane Luca Pizzighella che ricopre questo ruolo da metà 2022.

12oz, dopo il Porta di Roma arriva il Trentino Alto Adige con la formula franchising

12oz Coffee Joint ha aperto il suo primo punto vendita in Trentino Alto Adige, a Merano. Il corner di 12oz si trova all’interno dello Stadt Centrum, una piccola galleria commerciale nel centro città, ed è finora l’unica proposta food. La catena fondata da David Nathaniel si è appoggiata, per quest’operazione, a un affiliato, ossia la società Hd Food di Enrico Bianchi, franchisee attivo anche con altre catene retail e con esperienza pregressa nella ristorazione, che supporterà l’espansione della rete di 12oz sul territorio altoatesino con altre aperture. In estate, 12oz aveva fatto il suo ingresso anche in uno dei centri commerciali più frequentati d’Italia, il Porta di Roma (in foto). A livello di prodotto, intanto, è da segnalare una collaborazione attivata con una delle società food più vivaci, la piemontese Fiorentini Alimentari, specializzata in prodotti derivanti dal mais e sostitutivi del pane. Fino al 31 dicembre, 12oz propone la bevanda Choco Peanut Butter Latte, realizzata con la crema di nocciole dell’azienda torinese.

Al centro Campania il primo store italiano di

Footkorner, lo streetwear francese dei rapper

Aprirà a novembre a Marcianise, al centro commerciale Campania, il primo negozio italiano di Footkorner. Footkorner è un marchio francese di distribuzione di articoli sportivi, ma che vende anche un brand proprio, che ha raggiunto circa 70 negozi in Europa. La maggior parte di questi si trova in Francia, ma con qualche presenza anche in Germania e Belgio. Footkorner si è imposto presto sul mercato come uno dei principali brand che incrociano calcio, cultura urban e rap. Sono diverse le collaborazioni che coinvolgono l’azienda francese, artisti del mondo rap/trap e sovente anche squadre di calcio. Una delle ultime collezioni mette insieme Adidas, Juventus e il rapper Boro. Footkorner ha firmato anche una collezione per il più noto rapper lombardo Baby Gang. Non solo. Per anticipare l’arrivo in Campania, quest’estate il marchio ha fatto tappa in Campania con il suo FK European Tour, andando direttamente nel quartiere di Scampia dove ha distribuito gratuitamente completi sportivi.

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Bestseller (Jack&Jones), corrono i profitti. Tanta Italia nello sviluppo

Bestseller, il gruppo danese dei marchi Jack&Jones e ONLY, ha chiuso il 2023-2024 con profitti in crescita dell’8% a 5,3 miliardi di corone danesi (circa 700 milioni di euro). Il risultato è particolare, dal momento che i ricavi complessivi sono arretrati del 4% (35,6 miliardi di corone) ma a scivolare verso il basso sono state le vendite on line e quelle wholesale, mentre invece il dato “retail” ha mostrato un +5%. Addirittura, per il marchio ONLY, le vendite in negozio sono a +18%. Nell’anno fiscale, Bestseller ha aperto complessivamente 330 nuovi negozi, raggiungendo in totale 2.800 nel mondo per 44 Paesi. Molte delle nuove aperture hanno riguardato Francia, Italia e Portogallo. Nel nostro Paese, il gruppo è presente soprattutto con il brand Jack&Jones, che ha circa 60 negozi, mentre nel 2023 ha esordito anche ONLY che per ora ha solo 3 punti vendita. Ma il portafoglio internazionale comprende molti altri marchi, come Vila o Vero Moda, che potrebbero arrivare anche da noi. Da segnalare, inoltre, che prima dell’estate era avvenuta la nomina a responsabile del mercato italiano di Thibaut Demange, che ricopre anche la carica di country manager per la Francia.

Medi-Market, tris negli shopping center romani. Il pharma-retail al 21% del mercato

Medi-Market, il gruppo di farmacie e parafarmacie di origine belga, mette a segno un tris nei centri commerciali romani. Da pochi giorni è stata inaugurata una parafarmacia all’interno del centro commerciale GranRoma. Il prossimo 26 ottobre sarà la volta di un punto vendita al Maximo Shopping, sulla Laurentina, nella zona Sud della Capitale. Mentre per novembre è già pianificata l’apertura del terzo store, alla galleria commerciale Porta di Roma. Per il marchio, questo rappresenta in assoluto l’ingresso nella regione Lazio. Inoltre, Medi-Market (che attualmente conta circa 130 punti vendita tra Belgio, Lussemburgo e Italia) ha annunciato l’ingresso anche in Spagna e nei Paesi Bassi. Il segmento del pharma-retail di catena rappresenta uno dei più promettenti nel panorama non-food. Secondo la società di analisi Iqvia, le aggregazioni rappresentano circa il 21% sul totale delle farmacie e il 22% del fatturato, con previsione di arrivare al 24-26% nel 2026.

All’ex Odeon di Milano arriverà la mega “beauty destination” di Rinascente

Rinascente entra con un ruolo di primo piano nel progetto di rinnovo dello storico Odeon di Milano. Con un investimento di 40 milioni di euro, Rinascente darà vita a uno spazio inedito, Rinascente Odeon Beauty Hall, con l’apertura prevista a maggio 2027. La destinazione retail viene presentata come un hub esperienziale di oltre 3000 metri quadri dedicato alla bellezza in tutte le sue forme: 300 brand del settore make-up, skincare, fragranze e beauty bar; servizi in cabina; medicina estetica avanzata. Rinascente stima di attirare oltre 3 milioni di visitatori, con un turnover di circa 80 milioni di euro, già dal primo anno di apertura. “Dopo piazza Cordusio con Starbucks, piazza della Scala con Fendi Casa e molti altri, siamo entusiasti di poter inserire tra i successi di Kryalos un altro progetto che segna un landmark iconico e di grande valore per la città. L’immobile dell’Odeon, con una storia quasi centenaria e a pochi passi dal Duomo, è un simbolo delle tradizioni dei milanesi” ha commentato Paolo Bottelli, CEO di Kryalos. Il progetto è portato avanti dalla proprietà dello stabile, il Fondo Aedison gestito da Kryalos SGR, insieme a Progetto CMR che firma la Progettazione Integrata e la Direzione Lavori.

Scalo Milano, taglio del nastro per 9mila mq di ampliamento

Scalo Milano Outlet & More ha inaugurato la nuova area da 9mila mq, frutto dell’ampliamento annunciato a marzo 2023, con un investimento da 40 milioni di euro. La nuova struttura si sviluppa su tre livelli e una passerella collega la piazza sopraelevata al nuovo parcheggio multipiano di 20mila metri quadrati con ulteriori 700 posti auto. Trovano spazio in questa nuova ala 27 nuove unità commerciali. Ora l’intero outlet raggiunge una superficie di 44.000 mq. Tra i marchi presenti nella nuova area si possono citare Falconeri, Sunglass Hut, Montezemolo, Colmar, Adidas, Calvin Klein, Revolution Barber e un Mondadori Bookstore. La scelta rientra nella strategia di riposizionamento verso l’alto impressa dall’outlet. Da segnalare, anche 1.300 metri quadrati adibiti a zona co-working. “Oggi siamo l’unico Outlet a livello nazionale con una proprietà italiana e uno dei pochi progetti immobiliari attivi nel nostro Paese ma non solo, entriamo nei primi 3 Outlet d’Italia per dimensione e siamo l’unico a 4 piani” ha commentato Davide Lardera, amministratore delegato di Scalo Milano Outlet & More. La proprietà è del gruppo Lonati

Catania, la vecchia “città mercato” rinasce come L’Arena di Misterbianco

Dopo un lungo restyling, è stata inaugurata la nuova Arena di Misterbianco, noto centro commerciale di Catania, da 20mila metri quadrati complessivi. Frutto dell’investimento del Gruppo Arena, il centro commerciale ruota attorno a un grande punto vendita dell’ipermercato SuperConveniente, da 4mila mq, il più grande della Sicilia. Sul fronte della ristorazione, spicca il grande ristorante Spazio Sapore, con oltre 200 posti a sedere. Ma oltre a questi, il centro presenta vari brand food e retail e include marchi come Upim, Unieuro, Acqua & Sapone, Bellezza e Reale Bellezza. Presenti anche un McDonald’s (anche in versione drive), Diechmann, Hobbyzoo, Occhialissimo.

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FRANKFURT / MAIN

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Il lusso di concentrarsi sul lusso

Alcune battute rubate al Global Fashion Summit di Milano, nella suggestiva cornice della Torre Velasca ristrutturata da Hines, dove si respirava un’aria di serietà e ottimismo. Tra le mura di uno degli edifici simbolo della città, si sono snocciolati numeri e proiezioni che lasciano ben sperare per il futuro del lusso. Gli esperti ci hanno subito sedati: la domanda di beni esclusivi e di qualità tornerà a crescere, con una previsione del +20% in 5 anni, a partire dal 2026. Anche se la mancanza del consumatore cinese si fa ancora sentire, questa assenza è vista come un’opportunità per diversificare e allargare gli orizzonti in altri mercati, che prima non erano abbastanza considerati.

Uno dei primi temi toccati è stata la sostenibilità, intesa come protezione del patrimonio di arti e conoscenze dei produttori locali. La digitalizzazione infatti è necessaria anche per i piccoli artigiani, ma è comune responsabilità implementarla in modo sostenibile per loro, attraverso distretti che alleggeriscano i costi della nuova tecnologia. Una visione che unisce umanesimo e tecnologia, con la consapevolezza che non tutti devono essere inglobati dai pochi grandi gruppi del lusso, per poter contare davvero. Al contrario, l’onda del cambiamento può essere seguita mantenendo la propria identità distintiva.

Dopo le grandi crescite post-pandemia, il 2024 ha rappresentato un anno di riposizionamento, con una chiusura stimata del -3,5% per questo settore. Si prevede però un’inversione di rotta già a partire dalla seconda metà del 2025, fino a una ripresa decisa nel 2026. L’esempio di Moncler, guidato da Remo Ruffini, incarna questa capacità di dialogare con le diverse culture e di adattarsi alle priorità di ciascun mercato, trasformando un piumino in un capo da tutti i giorni, a volte un pezzo iconico. Dopo diversi anni di massimalismo, assistiamo ad un ritorno al lusso discreto, il cosiddetto quiet luxury, caratterizzato da eleganza e discrezione. Ruffini sottolinea come le nuove regole della moda, stravolte negli ultimi due anni, offrano l’opportunità di ricostruire secondo nuovi parametri, se il DNA del brand è forte. Questa la sua visione: coerenza e continuità, senza inseguire stravolgimenti sensazionalistici, puntando su consistenza e autenticità.

Anche altri grandi nomi del settore, come Renzo Rosso di OTB, affrontano di petto le sfide del presente ballerino (non a caso Only The Brave). Rosso ha condiviso la determinazione

a guardare oltre il 2024, in cui comunque i segmenti collaterali, come gioielleria e profumeria, continueranno a crescere. Per OTB, l’obiettivo non è la crescita finanziaria attraverso la borsa, ma piuttosto un rafforzamento strategico basato sulla bellezza e l’attrattività del prodotto, evitando la dipendenza da intrattenimento e testimonial, per mantenere un dialogo autentico con il consumatore, considerato sempre più come un influencer capace di guidare il brand.

L’intelligenza artificiale è un altro tema caldo. Non solo come strumento di ottimizzazione dei processi produttivi, ma anche come leva per anticipare le richieste del mercato, migliorando la gestione delle collezioni, a livello globale e attraverso tutte le geografie. Tuttavia, Diego Della Valle ha voluto porre l’accento sulla cruciale importanza dell’intelligenza artigianale, che rappresenta una risorsa insostituibile, un valore umano che si oppone all’eccessiva dipendenza dall’automazione e che contribuisce anche a valorizzare e tenere vivo il territorio.

Alfonso Dolce di Dolce & Gabbana ha ribadito l’importanza nella moda del rispetto delle differenze culturali, un concetto essenziale per chi vuole posizionarsi correttamente in un mercato globale sempre più complesso (e di certo D&G ha imparato lezioni importanti sul tema). Insomma, il futuro del lusso sembra ancora tracciato lungo una linea di equilibrio sottile: tra locale e globale, tra tecnologia e artigianalità, tra continuità e innovazione e quella cara vecchia costante ricerca di gratificazione e felicità. Solo che ora si concede un lusso vero: quello di concentrarsi su sè stesso, per continuare a crescere.

L’eCommerce cresce piano: è al 13% dei

consumi retail

A fine 2024, gli acquisti online in Italia supereranno i 58,8 miliardi di euro, +6% rispetto al 2023. L’incidenza dell’eCommerce sul totale Retail (online + offline) sale di mezzo punto percentuale, passando al 13% rispetto al 12,5% del 2023. Sono i dati contenuti nell’ultima edizione dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano. Analizzando le macro categorie, il comparto che assomma Turismo e trasporti e il Ticketing per eventi vale nel complesso 20,6 miliardi di euro ed è in crescita dell’8%. Il valore dell’eCommerce di prodotto aumenta invece soltanto del 5% e tocca i 38,2 miliardi di euro. In questo spaccato, i comparti più dinamici, con incrementi superiori alla media, sono l’Arredamento e home living (+12%), il Beauty&Pharma (+12%) e il Food&Grocery (+7%). Seguono Informatica ed elettronica di consumo (+5%), Abbigliamento (+5%) e Auto e Ricambi (+4%).

Arriva in Italia Dojo, nuovo player di pagamenti

Dojo, nome commerciale di Paymentsense Ireland Limited, ha lanciato le sue operazioni in Italia, portando nel mercato la sua tecnologia di pagamento. La piattaforma promette ai commercianti di ottimizzare i tempi di pagamento e semplificare la gestione operativa quotidiana. Tra le sue caratteristiche, la fintech integra connettività Wi-fi e 4G per transazioni rapide. Attualmente, Dojo serve oltre 150.000 aziende nel Regno Unito, in Irlanda e in Spagna. La sede italiana è situata a Milano e guidata da Antonio Di Berardino, nuovo Country Manager per l’Italia. Secondo l’azienda, le sue soluzioni sono pensato nello specifico per la “experience economy” e si prestano ad adattarsi al tessuto economico italiano, composto in prevalenza da Pmi.

In Breve

Da Napoli a Milano, arriva la proposta di TLB-kebab store

Ha aperto a Milano un punto vendita a marchio TLB – kebab store, piccola catena napoletana che inaugura il primo sito fuori dalla Campania. Il format take away, nato a Napoli, è specializzato nel kebab, con il menù formato da oltre dieci varietà diverse di pite, tutte a base di carne di pollo. A Napoli, il marchio TLB-kebab store (che nasce come ‘O Talebano kebab) conta già 7 punti vendita. A Milano, l’apertura avviene nella zona Duomo-via Torino.

Per la Polpetta lancia la sfida a Meatball

Per la Polpetta, ristorante noto a Rimini, si trasforma per diventare un brand retail replicabile. L’idea del progetto si deve a F Retail, società che ha all’attivo la creazione di diversi marchi come Rinaldini Pastry, Antonino-Il banco di Cannavacciuolo, La S romagnola. Sono pronte le prime due aperture, di cui una a Roma.

Apertura

con record per Anytime Fitness

Anytime Fitness ha aperto una nuova palestra a Milano, nel quartiere Rubattino. Si tratta dell’ottava presenza nel capoluogo lombardo, la 16esima in Lombardia. Secondo l’azienda, la nuova palestra ha centrato un record, con oltre 1.200 iscritti nei primissimi giorni di attività.

Mytheresa compra Yoox da Richmont

La piattaforma di vendita on line tedesca Mytheresa, quotata a New York, ha acquisito il 100% di Ynap (Yoox e Net-a-porter) da Richemont. Il colosso del lusso svizzero, che aveva rilevato Ynap nel 2018, avrà il 33% del valore delle azioni di Mytheresa, con l’obbligo di tenerle per un anno.

Unox, chiusura d’anno sopra i 330 milioni

Unox, produttore e fornitore di forni professionali per retail e ho.re.ca, ha fatto segnare nei primi 9 mesi del 2024 un fatturato consolidato di 240 milioni, in crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2023. La società si avvia a chiudere il 2024 con oltre 330 milioni di euro di ricavi, con una crescita attorno al 18% rispetto al 2023, più che raddoppiando il fatturato di 5 anni fa.

La Rubrica Legale

a cura di COCUZZA, Milano

Il recesso nel contratto di franchising: la Cassazione fa il punto

Con una recente ordinanza (la n. 11737 del 2 maggio 2024) la Corte di Cassazione si è espressa sul tema della legittimità del recesso dal contratto di franchising – nel caso di specie esercitato dal franchisor – stabilendo che, sia nei casi di contratti a tempo determinato sia indeterminato, il recesso non può comunque essere esercitato prima che sia decorsa la durata minima triennale del contratto. Nello specifico, il caso esaminato dalla Corte riguardava il rapporto contrattuale tra un franchisor attivo nel settore della telefonia e il proprio affiliato; le parti avevano stipulato un primo contratto di franchising nel 2008 e nel 2010 un connesso contratto di affitto di ramo d’azienda per la location del punto vendita in cui il franchisee avrebbe esercitato l’attività commerciale.

Nel mese di settembre 2011 le parti avevano poi rinnovato con modifiche il contratto di franchising.

Già a gennaio 2013 tuttavia il franchisor aveva comunicato con un preavviso di tre mesi al franchisee di voler esercitar il diritto di recesso, con conseguente cessazione di diritto anche degli effetti del contratto collegato di affitto di ramo d’azienda relativo ai locali in cui il franchisee esercitava l’attività.

Il franchisee aveva quindi adito il giudice competente, facendo valere, tra le altre cose, l’illegittimità del recesso per violazione dell’art. 3, comma 3 della legge sul franchising (n. 129/2004), norma secondo cui “Qualora il contratto sia a tempo determinato, l’affiliante dovrà comunque garantire all’affiliato una durata minima sufficiente all’ammortamento dell’investimento e comunque non inferiore a tre anni”. In particolare, il franchisee sosteneva che con il rinnovo sottoscritto, il primo contratto di franchising fosse stato integralmente sostituito dal nuovo, da considerarsi quale contratto autonomo e distinto dal precedente.

La Corte d’Appello si era pronunciata in suo favore ravvisando la violazione del periodo minimo di durata contrattuale, considerato che il rinnovo era avvenuto nel 2011 e il

franchisor aveva esercitato il recesso nel 2013. Il franchisor aveva presentato ricorso in Cassazione, sostenendo, tra le altre cose, che la durata minima triennale prevista dalla norma sopra citata fosse applicabile soltanto ai contratti a tempo determinato.

Nella pronuncia in esame, troviamo un’interessante analisi della Corte di Cassazione che ripercorre il proprio orientamento sul tema del recesso dal contratto di affiliazione commerciale, affermando anzitutto che l’interpretazione della norma in parola data dalla corte territoriale, pronunciatasi a favore del franchisee, è tesa ad evitare disparità di trattamento tra contratti di franchising a tempo determinato, per cui la disposizione di legge prevede espressamente la durata minima triennale, e a tempo indeterminato, per cui la norma non contiene esplicitamente una disciplina.

Nello specifico, la Corte ribadisce che l’esercizio del potere contrattuale di recesso riconosciuto all’autonomia privata deve comunque rispettare alcuni principi di carattere generale, quali la buona fede oggettiva, la lealtà dei comportamenti e la correttezza per evitare che l’esercizio di un diritto sconfini nell’abuso e nell’arbitrio di una delle parti. Proprio da tali principi, secondo la Cassazione, deriva il potere del giudice – in casi di particolare e provata disparità di forza contrattuale tra le parti – di valutare se l’esercizio della facoltà di recesso abbia in concreto eluso tali principi generali.

Nel caso di specie, è proprio alla luce dei principi di buona fede, lealtà e correttezza che la Corte ha, in ultima analisi, affermato l’illegittimità del recesso esercitato dal franchisor– con effetti anche sul collegato contratto di affitto di ramo d’azienda – affermando che, come nel contratto di franchising a tempo determinato, anche in quello a tempo indeterminato risulta contrario a buona fede e quindi abusivo e arbitrario il recesso dell’affiliante, prima che siano decorsi almeno tre anni dalla sottoscrizione del contratto, essendo questo il tempo minimo sufficiente a consentire al franchisee di ammortizzare l’investimento.

di Avv. Giorgia Innamorato

Oriocenter, il food corre (+6,2%) e aumenta la quota sui ricavi

Nei primi otto mesi dell’anno, il fatturato del settore food&beverage di Oriocenter è cresciuto del 6,2%. In totale, nel periodo considerato, sono stati staccati oltre 2,8 milioni di scontrini. Secondo i dati forniti dallo stesso Oriocenter, il dato è superiore del 18,8% anche rispetto ai primi otto mesi del 2019. Oggi la ristorazione copre il 13,9% dei ricavi complessivi del centro. Si tratta di un dato un po’ più alto rispetto alla media di mercato, stando almeno all’ultimo Rapporto Deloitte-Cncc-Aigrim, che fissava la media intorno all’11,2%. Oriocenter propone 2 food court per un totale di 56 ristoranti, bar, pizzerie e gelaterie con 20 brand nazionali, 20 internazionali e 16 insegne locali. Tra le proposte ci sono colossi come Mc Donald’s, Burger King, KFC, Roadhouse e Old Wild West, seguiti da Dispensa Emilia, Ca’Pelletti, Rossopomodoro la Bottega, Fresco Trattoria Pizzeria, Wagamama e I love Poke. Dopo le 5 nuove aperture del 2023 (Fresco, Rossopomodoro La Bottega, Macha Café, il secondo McDonald’s e Re Nero Caffè), a maggio di quest’anno altre due insegne: Giustospirito e Poke House.

Shopping center, il Freccia Rossa di Brescia trova un compratore

Si è conclusa positivamente la procedura negoziale che riguardava il Freccia Rossa Shopping Centre di Brescia, inaugurato nel 2008, quando venne presentato al mercato come il più grande centro commerciale della provincia. Ad aggiudicarsi il centro è MyCredit, società bresciana specializzata nell’investimento in portafogli di NPL. L’intero complesso sarebbe passato di mano per circa 16 milioni di euro. Già in primavera, la bresciana MyCredit aveva manifestato l’intenzione di stendere un business plan di rilancio per il centro, benché il suo core business sia di tipo finanziario e non legato alla gestione di immobili commerciali. Sarà da vedere se, nella fase di rilancio, verranno coinvolti altri soggetti. Il centro commerciale, che nel 2008 era iniziativa di Sonae Sierra, ormai era chiuso, nonostante alcuni piani di rilancio, di cui uno recente del 2021. Il Freccia Rossa Shopping Center è un complesso di circa 30 mila metri quadrati di superficie, per oltre 100 attività commerciali.

Dal Tabaccaio

L’IMPRESA ECCEZIONALE

Sveglio da tanto ancora buio fuori e prima che Milano cominci a correre e ad urlare, in quell’età dove un forte mal di schiena speri sia solo quello, dopo il degradante tour sui social che ti spinge a chiederti quando abbiamo sbagliato e se hai partecipato all’errore, penso.

Mi piacerebbe vincere alla lotteria per trasferirmi su un’isola e fare finta di niente pensando al cocktail con l’ombrellino?

O a Dubai come quei farabutti che hanno pianificato scientemente le truffe all’ erario per poi sparire e dileggiare chi le tasse le paga davvero dandoci dei cretini?

O l’imbecille, idolo dei ragazzini che si presenta da Montecarlo con migliaia di euro in banconote in ogni video mostrando quella che per lui è la bella vita.

Una serie di mostri in bellavista che donati in pasto agli sgraziati dementi che abitano le nostre strade generano degrado intellettuale irreversibile.

L’economia dei riccastri gira più veloce di prima e quella dei poveri diavoli è nella polvere.

Banalizzando, come sempre, bisognerebbe ripartire dalla scuola e dalla cultura.

Finché un pagliaccio che vende orologi o scarpe sul web viene preso ad esempio dai giovani e uno scienziato dileggiato da un politico dovremo stare qui a combattere come l’ultimo giapponese sull’isola del buonsenso.

Addio ombrellino purtroppo.

Magari andrà meglio ai nostri nipoti, ai nostri figli è andata peggio, almeno noi nei nostri sogni riponevamo la speranza.

Loro possono vederla? Possono vedere lo spiraglio in fondo a questo tunnel che abbiamo riempito di sterco?

Le sensazioni e i valori semplici.

Bisogna riapprodare alle basi, amore, affetto, solidarietà… Comprensione. Comprensione. Comprensione.

Come recitava uno speciale brutto anatroccolo di Bologna nel 1977 “…l’impresa eccezionale dammi retta è l’essere normale” (Lucio D).

Condivisione dati e co-marketing con i tenant: Savills introduce il Retail manager ai Gigli e al Carosello

Savills ha introdotto la figura professionale del Retail manager nei centri commerciali di Eurocommercial Properties, Carosello e I Gigli. Secondo Savills, si tratta di una nuova figura, che finora in Italia era utilizzata soltanto negli outlet. Compito del Retail manager è analizzare ed ottimizzare le performance dello shopping centre, fungendo da punto di collegamento tra proprietà, tenant e clienti. Gestirà numerosi strumenti, tra cui la mobile app Ecp Connect, e tramite incontri periodici monitorerà in modo costante le performance dei retailer. Inoltre, avrà una focalizzazione specifica anche sulle attività di co-marketing con i tenant. “Savills ed Eurocommercial Properties puntano a promuovere una maggiore innovazione e digitalizzazione nei centri commerciali, rafforzando l’interazione con i tenant” ha commentato Alberto Albertazzi, nominato in estate Head of Retail Management di Savills. “La finalità attesa dall’introduzione del Retail Manager è intervenire in modo sartoriale nelle scelte di leasing, marketing e management del centro commerciale e rendere più efficaci gli strumenti che Eurocommercial” secondo Salvatore Occini, Director Italy di Eurocommercial.

Franciacorta Village rinnova food court e Galleria

Al Franciacorta Village sono state inaugurate le nuove aree “food court” e la galleria attigua, completamente riprogettate. Si tratta di un’area di 450 metri quadrati, su cui affacciano alcune attività di ristorazione come Casa Angelesi (brand di Farinella), La Piadineria, Caffè Vergnano, con in comune circa 120 posti a sedere. “Il rinnovo della food court e della Galleria di Franciacorta Village è il terzo progetto del 2024, dopo la nuova Info Lobby di Palmanova Village e le nuove aree lounge di Valdichiana Village” ha commentato Benedetta Chiara Conticelli, CEO di Land of Fashion Villages. “A breve inaugureremo il restyling delle aree verdi di Palmanova Village”. Il progetto coinvolge aziende di design d’avanguardia come ad esempio Domiziani, Scab, Fermob, Vermobil, Scolaro. A livello di flussi, Franciacorta Village conta di chiudere l’anno con un footfall complessivo superiore a 5 milioni di visitatori. Intanto, tra le novità di Land of Fashion, c’è stata l’apertura al Puglia Village di Hyperspace trampoline Parks, nuovo concetto di palestra con tappeti elastici e percorsi ad ostacoli, che esordisce per la prima volta in un retail park.

Sono oltre 50 i corner Kasanova negli shop Unieuro

Dall’ottobre del 2023, è partita la collaborazione fra Unieuro e Kasanova, che ha già portato all’apertura di circa 50 corner Kasanova, all’interno di altrettanti punti vendita della catena di elettronica. Sullo scorso numero di retail&food, a pg. 32, abbiamo erroneamente scritto che l’accordo degli shop in shop nei negozi Unieuro riguarda il marchio dmail. Si è trattato di un refuso, di cui ci scusiamo con i diretti interessati e con i lettori.

News Opening

MediaWorld rinnova il Tech Village di Milano (con lo Studios)

Inaugurato nel 2020 come primo Tech Village al mondo, MediaWorld ha terminato il restyling completo del noto punto vendita milanese di viale Certosa. Ora, lungo un porticato interno, si susseguono 24 “botteghe” tecnologiche, ciascuno dei più importanti brand del settore. E tra le new entry, ci sono lo spazio del marchio Honor e quello di LEGO Italia, che nel suo corner di vendita esporrà anche modelli giganti. C’è anche un’area BetterWay dedicata a riuso e prodotti ricondizionati. Tra le novità più rilevanti, spicca MediaWorld Studios, un hub innovativo dove l’azienda produrrà video e podcast dedicati al mondo della tecnologia, che verranno poi diffusi sui canali social del brand e dei partner. Ma che si potrà anche affittare.

Il 17esimo Sinsay italiano è al Borgogioioso di Carpi

LPP ha aperto un nuovo negozio Sinsay a Carpi, presso il centro commerciale Il Borgogioioso. Con una superficie di circa 850 mq, il nuovo punto vendita offre tutte le referenze tipiche del brand. Questa nuova apertura conferma l’intensa espansione del marchio più giovane del gruppo LPP, oggi presente in 20 Paesi. A marzo di quest’anno è arrivato il millesimo in Polonia, mentre per ora in Italia ne sono stati inaugurati diciassette. LPP sviluppa anche altri marchi in Italia come Reserved e Mohito.

I fondatori di Pane & Trita sviluppano il format di pesce

TiPorto

Dopo il primo punto vendita a Monza, il format Tiporto arriva anche a Cantù, sempre in Brianza. Tiporto è un progetto nato dagli stessi fondatori di Pane & Trita. “Abbiamo trasferito nel mondo del pesce lo stesso approccio ludico e divertente con cui abbiamo creato Pane & Trita” commenta Pabel Ruggiero , co-founder del brand. Tra reti da pescatore appese e tavoli di legno, il menù spazia dai crudi ai primi di pesce della tradizione, dai secondi (griglia, padella o brace), all’immancabile fritto misto che viene servito al metro o mezzo metro. Non mancano i panini a base di pesce e pizze in stile marinaro. La serata si apre con un’originale “asta del pesce”. Il locale di Cantù è da 500 mq di superficie per oltre 200 coperti.

Decathlon inaugura mille mq a Torino città

Nuova apertura nel cuore della città per Decathlon , che ha aperto un nuovo punto vendita a Torino, nel popolare quartiere Borgo Filadelfia, non distante dallo stadio Comunale. Fedele alla nuova veste dei negozi, lo store dà spazio, oltre ai prodotti, a servizi di riparazione, noleggio e acquisto di seconda mano. L’offerta fisica si fonderà con l’esperienza digitale proponendo il 100% del catalogo di servizi e prodotti consegnati a domicilio o con ritiro gratuito presso il negozio. In tema di sostenibilità, il negozio di Torino si caratterizza per un impianto fotovoltaico presente su tutta superficie del tetto, più il verde vegetale a copertura di tetto, pensiline e facciate e la raccolta e riutilizzo degli appendini. Curiosità: la nuova direttrice dello store è l’ex giocatrice di calcio di Serie A, Jasmine Tabacchi.

Mondadori nel “salotto” della Galleria Sordi a Roma

Nuova apertura di prestigio, in forma diretta, per Mondadori Store , la più estesa rete di librerie in Italia con oltre 500 bookstore. Sono già 30, nel 2024, i nuovi punti vendita, compresi anche quelli in franchising. Il nuovo Mondadori Bookstore è situato nella Navata Tritone della Galleria Alberto Sordi, di proprietà del Fondo Megas (Fondazione Enasarco, gestito da Prelios SGR), che nel 2023 ha avviato un importante progetto di riqualificazione e restyling. “Questa apertura rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di espansione del nostro network, che si rafforza con un nuovo presidio socio-culturale nel cuore di Roma” ha commentato Carmine Perna , amministratore delegato di Mondadori Retail. La libreria copre una superficie di 450 mq.

iDO (Miniconf) accelera con sei aperture, tutte su strada

Il brand di abbigliamento per bambino iDO si avvia verso i sessanta store monomarca, con una serie di aperture ravvicinate di settembre. Agli oltre 50 flagship già presenti in Italia, si sono aggiunte sei novità: Foligno, Torino, Roma Trionfale, Mercato San Severino, Salerno e Pescara. Tutte queste nuove attività sono collocate nel centro storico della città oppure in quartieri densamente popolati, per rispondere all’esigenza dello shopping di prossimità. Gli store in questione vanno mediamente da 70 a 90 mq di superficie. Tutte queste aperture sono avvenute in franchising. Miniconf prevede una ventina di aperture nel corso dell’anno, basate sull’affiliazione, e un risultato 2023 complessivo che si attesa sui 70 milioni di ricavi.

Aree di sosta, arrivano le nuove gare di Autostrade per l’Italia “Il cliente al

centro. E auspichiamo le new entry”

Massimo Iossa, Direttore Aree di Servizio di Autostrade per l’Italia, spiega le caratteristiche dei prossimi affidamenti in concessione, quasi 300 da qui al 2026. Tre le novità: royalty solo variabili

Quasi 3mila chilometri di autostrade, percorse da oltre 2 milioni di veicoli ogni giorno, con a disposizione circa 204 aree di servizio. Questi pochi numeri rendono l’idea dell’estensione e del ruolo strategico, per l’Italia, della rete di Aspi-Autostrade per l’Italia. Rete in cui le aree di servizio giocano un ruolo cruciale, non solo per la funzione legata al rifornimento di carburante o energia elettrica, ma anche per l’offerta food & beverage che da sempre costituisce il cuore della pausa dal viaggio. Proprio le aree di servizio sono state spesso protagoniste di innovazione, sia come lancio di nuovi format, sia come sperimentazioni di servizi. Nell’ultimo biennio non sono mancate le frizioni fra operatori, Art e ministero dei Trasporti. Nel gennaio 2023, è arrivata la delibera dell’Art (Autorità di regolazione dei Trasporti) che di fatto apriva alla presenza di più operatori all’interno della stessa area di sosta. Poi è arrivato, da parte dell’Ente Terzo di Monitoraggio prezzi, il periodico aggiornamento del meccanismo di Prezzo Medio di Mercato. Frizioni a parte, il business ha continuato a correre. E l’estate appena conclusa ha fornito il consueto boost ai conti degli affidatari. Secondo dati di Fipe-Confcommercio, da giugno ad agosto i turisti hanno speso complessivamente 62 miliardi di euro in Italia, di cui 11,7 miliardi dedicati alla ristorazione.

Ora, nelle aree di sosta, si preparano le novità. Perché sta per arrivare una tornata di nuove gare, per il rinnovo di numerose aree in scadenza. La bellezza di quasi 300 gare da qui al 2028. In questa intervista Massimo Iossa, Direttore Aree di Servizio di Autostrade per l’Italia , spiega nel dettaglio quali novità sono in procinto di essere implementate nelle gare per l’affidamento delle stazioni di servizio sulla rete autostradale in concessione.

Quali sono le principali novità per quanto riguarda le prossime gare sulle aree di servizio?

Il contesto regolatorio è notevolmente cambiato negli ultimi anni, in virtù di alcuni provvedimenti come la delibera 1/2023 dell’Art (Autorità di regolazione dei trasporti) e il decreto interministeriale 181/2024 (ministeri Trasporti e Ambiente). Con queste novità, e grazie al Piano di trasformazione di Aspi-Autostrade per l’Italia, i servizi saranno incentrati su temi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il nostro obiettivo è riammodernare la rete delle aree di sosta con servizi più aderenti ai nuovi bisogni dei clienti, diminuirne l’impatto ambientale e al contempo consentire una congrua profittabilità agli operatori. Aspi, inoltre, è stato il primo concessionario autostradale ad avviare le procedure competitive per l’affidamento dei servizi di ricarica elettrica, insieme a un importante piano di elettrificazione ad alta potenza già avviato con una sua controllata.

Parliamo

di numeri.

Di quante gare stiamo ragionando?

Relativamente ai servizi “Oil e Ristoro” stiamo definendo tutti i dettami tecnici e contrattuali per proporli alle Autorità e agli Enti anche a valle del recente aggior -

namento del Decreto. Ragionevolmente, tenendo conto anche della “prima applicazione” del nuovo contesto regolatorio, ci avviciniamo ad una intensa stagione di procedure, dal momento che nel triennio 2024-2026 sono in scadenza 90 servizi, mentre nel successivo 2026-2028 più di 200.

Massimo Iossa, Direttore Aree di Servizio di Autostrade per l’Italia
Come cambieranno i bandi, rispetto al passato, in termini di format, di offerta, ma anche di meccanismi di rinnovo o subentro?

I nuovi bandi, più che in passato, saranno incentrati su nuovi format più aderenti al cambio di abitudini della clientela. Dal Covid in poi, infatti, l’utenza è molto cambiata e si aspetta un’offerta di qualità e varietà. Dalla clientela è stato apprezzato, per esempio, il “ritorno” al servizio di ristorazione “servito”, modalità che da tempo non era presente in questo canale. Ma ci sarà anche attenzione ai più piccoli, con aree dedicate a loro, alle persone a mobilità ridotta, fino alla possibilità di fermarsi in zone esterne, un’opzione evidentemente che non potrà essere concretizzata in tutte le aree, ma solo in quelle idonee. Fino ad arrivare a servizi convenience, dove il prezzo abbordabile costituirà la centralità dell’offerta. Nel complesso, il nostro progetto prevede di proporre aree differenti sulla rete, tali da consentire una scelta consapevole alla clientela. Inoltre, puntiamo ad arrivare a strutture e servizi che riescano a modularsi in funzione del flusso dei clienti, sia giornaliero sia stagionale. Sarà data, quindi, la possibilità di scegliere tra offerte premium e convenienti, grazie a meccanismi specifici che stiamo individuando anche a seguito dei provvedimenti citati all’inizio.

Quindi, quali saranno i principali criteri di scelta fra i concorrenti?

La formula della procedura sarà incentrata sulla selezione di operatori qualificati che dovranno proporre un’offerta tecnico-commerciale, definiti da ASPI, approvati dall’autorità competenti, che diventa ancor più centrale del passato. La procedura darà ampia possibilità agli operatori di proporre servizi e prodotti ulteriori a completamento l’offerta, in coerenza con quelli già presenti e con la localizzazione dell’area di servizio. Oltre a ciò, sarà prevista una componente economica che riguarderà principalmente l’offerta di prezzi dei principali prodotti oil e food, oltre che le royalty - propriamente dette - così come corrisposte in tutti in principali canali del travel retail.

A proposito di royalty, quelle previste per gli operatori saranno fisse?

No, anzi, una delle principali novità è che queste saranno esclusivamente variabili. Non sarà prevista, a differenza del passato, neppure una base d’asta e saranno unicamente previsti dei costi condominiali per la gestione delle aree comuni, per tutti i partner presenti sull’area di servizio, in linea con i principali canali del travel retail. Riguardo il rilancio sulle royalty si partirà da zero e ogni operatore qualificato potrà proporre la propria offerta economica, che combinata con quella tecnica consentirà di valorizzare la migliore proposta. La componente tecnica sarà prevalente ovvero la maggior parte del punteggio attribuibile all’offerta sarà dedicato alla proposta commerciale degli operatori.

In base a questo contesto, si può ipotizzare l’ingresso di nuovi operatori per le aree di ristoro?

Già con un primo slot di procedure competitive per il servizio elettrico c’è stato l’ingresso di un nuovo operatore specializzato, cui ne seguiranno altri per il medesimo servizio. Riguardo al Ristoro e all’Oil, auspichiamo ulteriori partner rispetto a quelli già presenti. Riteniamo che la diversificazione dell’offerta consentirà al cliente di scegliere in modo consapevole, anche grazie a dati e informazioni che Aspi metterà a disposizione. Un contesto competitivo sarà importante anche per gli operatori già presenti in quanto innescherà – ancor di più rispetto al con -

E invece, che cosa cambia rispetto ai requisiti richiesti agli affidatari?

Le nuove procedure hanno l’obiettivo della centralità del cliente, della sostenibilità ambientale e sociale, ma al contempo della sostenibilità economica dei servizi. Il canale autostradale è un settore labour e capex intensive e questi due fattori devono essere sempre tenuti in considerazione se vogliamo immaginare una nuova veste delle aree di servizio. Questi saranno, tra gli altri, elementi evidenti nelle procedure rispetto ai quali operatori, già presenti sulla rete o futuri, dovranno predisporre le offerte.

C’è anche Eni nella partita con il nuovo format ALT e con EniCafè

Un anno fa, Enilive aveva presentato il progetto dei ristoranti ALT_Stazione del Gusto . Un piano di aperture imponente, circa 100 punti vendita in quattro anni. Un format legato alle stazioni di servizio (ma non solo), che si presta anche per la partecipazione di queste gare autostradali. “Confermiamo che Enilive parteciperà alle gare food, sia con ALT Stazione del Gusto che con EniCafé ” ha spiegato a retail&food Giovanni Maffei , Responsabile Commerciale e Marketing di Enilive. E come procede lo sviluppo di ALT? “Il piano è confermato: nei prossimi mesi i nuovi store nati dalla collaborazione tra Enilive e Accademia Niko Romito inaugureranno nelle principali città italiane, che saranno poi seguite all’inizio del 2025 da quelle europee a cominciare da Austria e Germania. Le nuove aperture sono previste sia all’interno di stazioni di servizio Enilive che fuori dalla rete, anche all’interno di hub di mobilità (aeroporti, stazioni), mall o centri di grandi città; verrà valutata qualsiasi opportunità”. Il progetto di Enilive si basa sia sulla gestione diretta, sia sull’affiliazione. Il piano di franchising prevede una formazione presso l’Accademia Niko Romito, che permette ai franchisee di maturare la propria conoscenza tecnica in cucina oltre alle competenze necessarie per la gestione di sala, di marketing e comunicazione. Al momento sono stati aperti il primo ALT Stazione del Gusto all’Eur, seguito da un altro ristorante romano (corso Francia) e da quello di Ostia.

testo attuale - una efficace concorrenza di offerta.

Catene food, si rivede l’utile

Ma in tanti hanno margini bassi

Analisi dei bilanci di oltre 200 aziende con ricavi sopra i 5 milioni. Oltre la metà con un rapporto fatturato/ utili sotto il 2%

Di Emilio Fiorani

La ristorazione in Italia svolta e nei bilanci aggregati del 2023 mostra un deciso rimbalzo del fatturato, ma soprattutto un generale ritorno ai profitti. Abbiamo condotto un’analisi sui bilanci depositati riferiti al 2023, considerando le imprese con codice Ateco 56.10.11 e 56.3 e multilocalizzate, con focus soltanto su quelle con ricavi superiori a 5 milioni di euro e oltre 100 addetti. Si è ottenuto un panel di 200 aziende, esattamente il doppio rispetto alla precedente analisi sul 2022 che, con gli stessi criteri, si fermava a un campione di 101 imprese.

L’incremento è stato possibile per la somma

di due effetti congiunti; il ritorno alla piena normalità dei consumi dopo il Covid e l’aumento dei prezzi (anche a doppia cifra) impresso per affrontare la spinta inflazionistica delle materie prime. La somma di questi effetti ha incrementato vendite e ricavi. Il campione selezionato e suddiviso in tre categorie: Best Performer con utile maggiore o uguale al 5%; Normal Performer con utile tra 0 e 5%; Worst Performer con utile negativo. Il fatturato complessivo del panel raggiunge i 5,8 miliardi di euro, con un incremento del 17% e gli utili raggiungono i 68 milioni di euro, rispetto a un valore negativo per 49 milioni di euro dell’analisi precedente.

Un mercato in crescita con qualche criticità

Tuttavia, nonostante il forte aumento degli utili complessivi, la situazione tra le categorie del panel non è omogenea e il netto miglioramento del valore dell’utile, sostanzialmente deriva dalla riduzione delle perdite della categoria Worst performer, che recupera 71 milioni rispetto all’anno precedente.

Come riportato nella tabella a pg.24, il miglioramento dell’utile più significativo è ottenuto nel raggruppamento WORST Performer; il raggruppamento ha ridotto

l’incidenza del 35%, sia per il passaggio delle aziende nella categoria Normal Perfomer sia per l’eliminazione delle realtà che nel 2022 avevano registrato forti perdite e attualmente non hanno depositato il bilancio 2023. Se per le categorie Best e Normal performer possiamo vedere i risultati in linea con l’anno precedente (un miglioramento per i Best Perfomer ed un peggioramento per i Normal a livello di rapporto ricavi/utile), per i Worst Performer si assiste ad una importante riduzione delle perdite nonostante il 60% del panel non è riuscito a virare in territorio positivo. Nel dettaglio delle tre categorie, si nota che i Best performer sono raddoppiati in termini numerici a 42 aziende mantenendo la stessa quota di mercato al 21%; i Normal invece hanno incrementato del 24%, con 123 aziende diminuendo però l’incidenza dell’utile. Questo fenomeno è derivante dall’effetto di trascinamento tra i raggruppamenti, effetto che ha fatto passare nei Best le aziende che hanno avuto una redditività maggiore del 5% (inferiore al 5% lo scorso anno) e nell’attuale categoria le aziende sia con un utile compreso da 0 e 5% (negativi lo scorso anno) sia quelle aziende che hanno superato il fatturato di 5 milioni di euro che rappresenta la barriera di ingresso nel panel, andando così a modificare l’incidenza assoluta.

Infine i Worst performer sono aumentati a 34 aziende, ma la quota complessiva è scesa al 17%.

Il fast food in franchising continua a rivelarsi un business solido

Anche quest’anno le aziende presenti nel segmento Best sono ben rappresentate dai marchi di fast food di origine americana, seppure in contrazione (il 20% ha peggiorato i margini ed è sceso nei Normal) e dalle catene italiane, con l’ingresso di nuove realtà che negli ultimi anni hanno investito fortemente nelle aperture.

L’affiliazione alle catene di fast food rappresenta ancora una scelta vincente, seppure i dati evidenzino maggiori criticità sulla gestione dei costi, probabilmente perché il modello di business molto strutturato è meno flessibile nel governare la leva dei prezzi.

La seconda categoria, quella dei Normal, raggiunge un fatturato generato di 3,5 miliardi di euro; rimane un segmento molto eterogeneo che affianca grandi aziende multilocalizzate ad aziende che sviluppano marchi propri o marchi in affiliazione. Il nu-

L’ultimo segmento, quello che raggruppa i Worst performer, si caratterizza per un dato in forte miglioramento per un effetto congiunto dell’aumento delle vendite, con passaggio dell’utile in territorio positivo di aziende che nel 2022 erano in territorio negativo e dell’esclusione dal panel delle aziende che non risultano nel database nel ‘23.

Il business model sbagliato non perdona

Interessante notare come le aziende che presentavano perdite significative nel 2022, hanno mantenuto il trend anche nel 2023 nonostante l’aumento del fatturato. Questo aspetto può indicare diverse cause, un modello di business non corretto oppure una gestione manageriale scarsa. Se l’aumento di fatturato non genera miglioramenti, significa che si deve cambiare rotta, rivedendo profondamente il posiziomero di aziende aumenta a 123 (erano 51 nel 22) pertanto l’incidenza della categoria è al 62% del totale.

namento, l’offerta e la struttura organizzativa. L’alternativa non esiste. Purtroppo, questi anni dopo la pandemia hanno messo in evidenza come non sia più possibile improvvisarsi ristoratori poiché non basta l’idea, non basta il format e non basta la comunicazione, ma servono processi, organizzazione e struttura finanziaria robusta per affrontare le minacce esterne sempre più frequenti.

Le aziende che negli ultimi 24 mesi si sono affacciate al mercato grazie al successo di efficaci azioni comunicative, stanno iniziando ad avere difficoltà in parte derivante dal posizionamento che essendo molto social e meno ristorazione, accorcia molto velocemente il ciclo di vita del format.

Conclusioni

Lo scorso anno, il mercato ha vissuto una ripresa importante sul fronte dei ricavi, ma si possono iniziare a scrutare delle nubi all’orizzonte. Le aziende Best Performer non hanno un incremento degli utili nonostante l’incremento dei fatturati, evi -

denziando una situazione di aumento dei costi che ancora non sono stati del tutto ribaltati sul prezzo di vendita.

Gli aspetti critici della scorsa analisi che riguardava la carenza di personale e l’attrattività del settore, sono ancora problemi presenti con impatti diversi a seconda delle zone in cui insiste l’attività.

La ricerca di efficienze deve diventare la priorità delle aziende, cercando di prestare attenzione a inutili e controproducenti speculazioni sulle ricette che possono dare un risultato nel breve periodo ma disaffezionano il medio lungo periodo il cliente.

Il posizionamento diventa estremamente importante, soprattutto per i brand della ristorazione tematica stretti da politiche di pricing dei fast food sempre maggiormente percepiti come una valida alternativa all’uscita serale con la famiglia e dai ristoranti tradizionali che offrono un’esperienza forte e distintiva con un delta prezzo che nella percezione dei clienti si sta assottigliando.

FATTURATO > 5MLN€ 2023

Dati Circana sui consumi: l’inflazione traina i fatturati, ma le visite vanno a rilento

I consumi fuori casa, al netto dei turisti, sono spinti soprattutto dall’inflazione. A dirlo è un’elaborazione di Circana –Crest, relativa ai consumi di ristorazione Out of home (gennaio-luglio 2024). La spesa complessiva (che somma ristoranti e bar) è di 41 miliardi nel periodo considerati, in crescita del 3,4% sullo stesso periodo 2023 e dell’11,1% sul medesimo del 2019. Molto, come detto, si deve all’inflazione. Infatti, le visite (9,8 miliardi) crescono appena dello 0,9% sul 2023 e sono ancora indietro del 4,3% rispetto al pre-Covid. Lo stesso vale per il numero di prodotti acquistati (+0,4% sul 2019 e +0,8% sul 2023), mentre i prezzi medi si sono impennati del 15,5% rispetto al pre-pandemia. Ecco perché il 33% dei consumatori dichiara di voler uscire di meno per consumi al bar e al ristorante.

FATTURATO > 5MLN€ 2022

Shopping center di fronte alla sfida della gestione “flessibile”

Dal 26 al 28 novembre torna Mapic 2024, l’evento organizzato a Cannes da RX France. Tanti i temi sul tavolo: ripartono gli scambi immobiliari, avanza la richiesta di beauty e leisure, la sostenibilità è sempre in primo piano

Servizi a cura di Adriano Lovera

Icentri commerciali italiani ed europei cercano la strada per essere flessibili: aggiungere leisure, investire ancora sul food, coccolare il beauty e naturalmente non mollare l’abbigliamento, che rappresenta ancora una buona metà dell’offerta. Tutto per inseguire un consumatore volubile, informato, comunque desideroso di vivere l’esperienza fisica del negozio. E ancora, occorre lavorare in sinergia con i brand, elaborare i dati e curare tutto il tema della sostenibilità. Un lavoro che necessita di scelte, strategie e naturalmente di investimenti, compresi quelli sull’edificio. Capex, per dirla all’inglese.

Mercato davanti a un bivio

Il mondo del real estate commerciale arriva a Mapic Cannes 2024 in questo contesto in evoluzione. E con flussi di visitatori che, per alcuni portafogli di prima fascia, sono tornati ai livelli pre Covid. Ma nella media generale di mercato, no. “Il mercato immobiliare commerciale e l’industria retail si trovano oggi ad un bivio, con la necessità di adattarsi ad un mondo in rapida evoluzione” suggerisce Francesco Pupillo , direttore Mapic. Tra le principali variabili da considerare nelle strategie degli operatori, ci sono le nuove tipologie di progetti, principalmente a uso misto, la crescente importanza dell’im -

patto sociale e ambientale del retail e il boom dell’Intelligenza artificiale. “Gli operatori del mercato immobiliare e del retail dovranno dimostrare flessibilità per adattarsi e crescere in questa nuova era” aggiunge Pupillo.

“I tempi sono sicuramente cambiati. Oggi lo sviluppo di nuovi progetti procede meno veloce che in passato, ma c’è vivacità a livello di ricommercializzazione degli spazi” commenta Roberto Zoia , presidente CNCC e amministratore delegato di IgD Siiq . “Se guardiamo alle diverse categorie, l’intrattenimento si è ripreso, cinema compresi, mentre corrono il beauty e tutto quel che ruota intorno alla cura della persona, dalla profumeria alla palestra, segmenti che i centri stanno recependo con rapidità. Tutto questo rappresenta un traino positivo per il food, su cui c’è un continuo ricambio. Ma in realtà siamo soddisfatti anche del tessile-abbigliamento, con molti marchi anche internazionali che stanno aprendo in Italia, che si conferma un buon mercato. E poi c’è l’aspetto più strettamente immobiliare. Con gli scambi sul retail che stanno tornando, a livello europeo e anche italiano. “Questo è un elemento chiaro del mercato. Fino all’anno scorso il retail restava ancora un’asset class invisa agli investitori, ora non è più così” aggiunge Zoia.

Quanto alle strategie di gestione, il tema è creare un sistema sempre più sinergico tra proprietà/gestore e tenant, supportato dall’analisi dei dati. “Cbre sta lavorando su diverse iniziative all’interno del proprio portafoglio, tra cui l’analisi dei dati per ottimizzare le performance dei centri commerciali, la promozione della collaborazione tra brand e centri, nonché la sinergia tra l’anima tecnica e quella leasing” testimonia Pier Luigi Paolettoni, Head of Retail Out of Town di CBRE Italy. “Attualmente, il mercato mostra un vivace interesse per il food & beverage. Mapic sarà anche un’importante occasione per analizzare le tendenze emergenti nel settore dell’abbigliamento e per scoprire le nuove frontiere del leisure”.

Arriva l’osservatorio sui

brand internazionali

A Mapic sarà centrale il tema dell’internazionalizzazione. Tanti brand vogliono superare i confini nazionali e questo movimento riguarda anche l’Italia. A questo proposito, a Mapic sarà presentato un Osservatorio apposito, frutto di una mappatura dei cinque mercati continentali principali (Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia). Gli organizzatori hanno identificato una ventina di brand, di tutto il mondo, desiderosi di approcciare questi mercati e l’elenco definitivo verrà presentato durante la rassegna. Qualche nome da anticipare: la catena di matrice giapponese Arabica Coffe, o il noto marchio New Balance che sta investendo sui monomarca.

Francesco Pupillo, direttore Mapic

Tornano gli investitori

In effetti è così. Nel terzo trimestre dell’anno, in Italia, il volume degli investimenti sul Retail è stato di circa un miliardo, secondo World Capital, mentre Cbre spinge l’asticella fino a 1,3 miliardi. Dall’inizio dell’anno si tratta di oltre 2 miliardi, anche se, a onor del vero, il dato è “drogato” da un’operazione di fascia alta, ossia l’immobile di via Montenapoleone a Milano acquisito da Kering, per circa 1,3 miliardi, ceduto da Blackstone. E poi, i centri commerciali, a parte quelli di prima fascia, faticano ancora. “L’interesse degli occupier per il mercato high street è rimasto forte. Gli investitori istituzionali, invece, continuano a preferire grocery e retail warehouse, in particolare grazie a net-lease-buyer alla ricerca di opportunità a rendimenti competitivi su immobili in sale & leaseback con contratti a lungo termine. Torna l’interesse degli investitori, non più solo opportunistici, per i centri commerciali dominanti all’interno del proprio bacino di utenza, anche per ticket di grande dimensione” spiega una nota di Cbre . Qual è il valore aggiunto apportato da Mapic in questo panorama?

Pupillo:

“La nostra value proposition non cambia”

“Abbiamo aggiunto tante aree e iniziative, ma la value proposition dell’evento non cambia: Mapic rimane il punto di incontro tra brand e gestori o proprietà di spazi commerciali” proseuge ancora Francesco Pupillo . “Tutti i principali attori del mercato saranno presenti a Mapic e non mancano assolutamente i progetti. È cambiata però la natura dei progetti di sviluppo. Non si parla più di sviluppo di nuovi mall “regional”, ma in tutta Europa si ragiona su interventi di riqualificazione urbana, con un mix di funzioni, tra cui anche il retail. L’anno scorso abbiamo presentato 5 o 6 progetti di questo genere, quest’anno ne avremo ancora di più”. Tra questi, nomi noti e altri meno, come il Battersea Power Station (Londra), Galataport (Turchia), Entrecampos (Lisbona), WaltherPark (Bolzano) e Canopia (Bordeaux). Mentre, rispetto ai landlord e gestori, già confermata la presenza di player come Carmila, SCC, Nhood, Multi, IGD SIIQ, Cushman & Wakefield, CBRE, McArthur Glenn, Neinver, Nepi Rockastle, ECE, Pradera.

Il brand mix nei centri commerciali di oggi

Media italiana per centro (numero punti vendita) - 2023. Fonte: Savills

Il Gran Shopping Mongolfiera, rinnovato a inizio anno da Cbre

C’è anche la Academy per i nuovi brand

Mapic Academy, incubatore di nuovi brand, darà l’opportunità alle giovani aziende del settore retail di ottenere un sostegno finanziario e consulenza per sviluppare i migliori progetti. I finalisti selezionati, accompagnati da un pool di esperti del settore, presenteranno i propri concept durante una sessione dedicata nel corso della quale verranno scelti i vincitori che riceveranno un premio in denaro e la possibilità di beneficiare di un pop up store per sei mesi all’interno di uno dei centri delle property company partner dell’iniziativa: Nhood e Ingka Centres.

Nhood presenta il nuovo servizio di consulenza ai brand

Tra le grandi società di gestione, Nhood arriva a Mapic con una novità recentissima: parte il servizio di consulenza alle insegne interessate a svilupparsi nel retail, con un occhio particolare a brand italiani desiderosi di esplorare l’estero, e viceversa rispetto agli stranieri. In questo contesto, la catena asiatica Bokok ha scelto Nhood come consulente esclusivo per il territorio italiano, francese, spagnolo e portoghese, per lo sviluppo del suo brand. La prima apertura, un locale da circa 300 metri quadrati, avverrà a Milano a Merlata Bloom. Ma questo tipo di consulenza, tiene a precisare Nhood, viene svol -

to verso i brand non solo per aperture nei propri centri commerciali, ma a 360 gradi. Tornando alle attività consuete, Nhood di recente ha acquisito il mandato relativo a The Wow Side (Fiumicino). “Un sito che ha avuto nel passato delle difficoltà, ma poi si è ripreso, investendo molto sul l’esperienza leisure e concetti innovativi come Colors Hotel, e nell’ultimo biennio ha registrato circa il +40% come passaggi. Vogliamo comunicarlo al meglio” spiega Anand Remtolla , Chief Commercial Officer di Nhood Services Italy. Poi Nhood ha acquisito anche la parte di commercializzazione di To Dream (di cui già curava la gestione) nell’area Nord di Torino, ancora in fase di sviluppo e completamento. La cosiddetta “fase 2” è stata inaugurata. “Ma l’ampliamento non è terminato, c’è ancora spazio e puntiamo, per esempio, a rinforzare l’offerta sportiva e anche lì migliorare l’esperienza”. Non c’è troppa concorrenza in quell’area, tra Settimo Cielo, Torino Outlet Village e Porte di Torino? “Sì, ma la città è grande, la distanza tra zona Est e Ovest è ampia, con una catchment area completamente diversa. Adesso come Nhood gestiamo entrambi i siti e possiamo riflettere ancora meglio per trasformare lo spazio e rispondere al meglio ai bisogni dei nostri clienti, sia di To Dream sia di Porte di Torino , che comprende da Leroy Merlin a Primark. Quindi, l’idea di lungo periodo è di lavorare su una porzione ampia di territorio, anche in chiave di rigenerazione e beneficio per la comunità”.

E il Mapic? “Per noi resta un evento cru -

ciale. Negli anni è cambiato, proprio come accaduto alla clientela in fondo. Oggi è un luogo in cui confrontare le strategie provenienti da tutto il mondo, oltre che visionare il nuovo prodotto. Ma rispetto ad altri competitor che stanno riducendo la presenza, noi continuiamo a investire molto sulla fiera”.

Il licensing alla conquista di Leisure Up

Le “branded partnership” nella gestione degli spazi commerciali stanno vivendo una stagione di sviluppo senza precedenti. I clienti, di ogni latitudine, sono più attenti agli aspetti narrativi che commerciali. E in questo nuovo contesto le esperienze dei parchi a tema o delle animazioni nei centri commerciali diventano un laboratorio di innovazione. Ma si possono citare anche i casi di “upgrading” tramite licensing di catene di ristorazione, da Vogue Café in Cina a Netflix Bites a Los Angeles. Sulla scorta di questo, nell’edizione 2024 di Mapic Cannes, l’area dedicata al tempo libero LeisureUp è stata completamente ripensata per dare spazio a due nuovi cluster dedicati alla brand licencing e alle esperienze immersive. Un luogo di aggregazione in cui i proprietari di brand in licenza incontrano i professionisti del leisure e degli spazi commerciali. Durante le sessioni di conferenze si parlerà di come i siti dello shopping si stiano trasformando da semplici contenitori di punti vendita a palcoscenico da animare con una programmazione continua. (Paolo Lucci)

The Wow Side shopping center, gestito da Nhood

Le pratiche sostenibili nel retail

In vista dell’evento, MAPIC ha lanciato un white paper denominato “Innovation: Getting Physical in the Age of Technology”. Il documento offre uno sguardo approfondito su come la sostenibilità stia diventando parte integrante del retail, con l’obiettivo di offrire ai rivenditori un percorso chiaro e tangibile verso il successo, evidenziando gli strumenti, i servizi e le attività che possono garantire il raggiungimento degli obiettivi sostenibili. La blockchain , ad esempio, è utilizzata per garantire la trasparenza della catena di approvvigionamento, come dimostra

Waitrose che traccia il percorso dei prodotti dall’azienda agricola alla tavola, promuovendo una filiera etica che riscuota la fiducia dei consumatori. Parallelamente, le innovazioni nel settore degli imballaggi stanno giocando un ruolo cruciale nella riduzione dei rifiuti, con rivenditori, come il discount tedesco Aldi, che stanno introducendo imballaggi intelligenti contenenti tecnologie digitali per fornire informazioni dettagliate sull’origine dei prodotti, sugli ingredienti e sulle istruzioni per il riciclaggio.

Inoltre, l’ energia rinnovabile è diventata uno degli obiettivi principali per molte aziende del settore, con giganti come IKEA e Lidl che investono significativamente nell’energia solare, installando

pannelli sui tetti dei negozi e nei parcheggi, riducendo così i costi dell’elettricità e soprattutto le emissioni di carbonio. Anche l’installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici sta diventando un aspetto cruciale della sostenibilità nel retail, con catene come Lidl che offrono ai clienti comodi accessi all’energia pulita durante la spesa, un approccio già adottato anche dal Mall of Scandinavia, vicino

a Stoccolma, che alimenta le sue stazioni di ricarica per veicoli elettrici con energia solare, mostrando un approccio globale alla sostenibilità.

Inoltre, i distributori si stanno concentrando sulla conservazione dell’acqua: Zara, ad esempio, ha implementato tecnologie avanzate di riciclo e trattamento dell’acqua nei suoi impianti di produzione, riducendone significativamente il consumo e lo scarico delle acque reflue. Queste iniziative fanno parte di uno sforzo più ampio per ridurre al minimo l’impatto ambientale e promuovere pratiche sostenibili lungo tutta la catena di fornitura.

Esperimenti di economia circolare nel retail

Anche l’economia circolare sta giocando un ruolo sempre più significativo nel retail. Piattaforme come Vinted sono in prima linea, facilitando la compravendita di moda di seconda mano e contribuendo alla riduzione dei rifiuti. Anche grandi marchi come H&M e Burberry stanno seguendo questa tendenza, lanciando collezioni vintage e di seconda mano insieme ai loro prodotti nuovi. Questo orientamento non solo favorisce la sostenibilità ambientale, ma soddisfa anche la crescente domanda dei consumatori di scelte di acquisto ecologiche. Durante Mapic, l’area ampliata del Sustainability Lab riunirà esperti di pratiche ambientali, sociali e di governance (ESG) per condividere intuizioni e soluzioni.

Il punto vendita Lidl di Villafranca, nel veronese, è considerato tra i più sostenibili nella Gdo, grazie all’uso di sistemi moderni di refrigerazione

Il passaggio del centro commerciale Roma Est a Klepierre è una delle operazioni più consistenti del mercato italiano recente

L’industria real estate suona la sveglia al risparmio gestito

Occorre favorire gli investimenti sul “mattone” commerciale. Gli stranieri ci sono, manca la liquidità di casa nostra. Nel mirino anche il Mise, per estendere la tassazione agevolata delle Siiq

Quando e come ripartiranno le compravendite immobiliari, a livello di real estate commerciale? A detta degli operatori, le premesse ci sono tutte. Nei prossimi anni, però, lo scenario positivo va confermato dai fatti. Oggi il retail, in Europa, vale circa il 15% degli investimenti immobiliari. È un dato in recupero, rispetto al minimo storico del 10% del 2021, favorito anche dalla crescente propensione alla diversificazione degli istituzionali, che in questa fase stanno progressivamente abbandonando gli Uffici. Sempre nel panorama europeo, i centri commerciali rallentano, mentre a crescere sono soprattutto i retail park.

Certo, a livello di rendimenti il comparto fa gola. Gli Yield sono prossimi al 7% in Italia, toccano l’8 in Uk, mentre in Francia il rischio è minore, si sta sopra il 5%. “La componente retail può aver davvero toccato il suo minimo, dunque è pronta a ripartire. E, quel che più conta, oggi l’immobiliare commerciale è tornato ad essere un oggetto finanziabile” ha sintetizzato Silvia Gandellini, Head of Capital Markets di CBRE Italy, nel corso dell’Investor Day 2024 di CNCC.

Prodotto interessante, ma che necessita di capex

E in Italia? Come stanno e chi interessano

i centri commerciali? “Pur con le dovute differenze, parliamo senz’altro di un prodotto maturo. I nostri centri hanno un’età media di 24 anni” ha spiegato, supportata dai dati, Maddalena Panu , Head of Retail & Special Project di Savills Italia. Dunque, non bisogna mai smettere di investire per tenerli al passo con i tempi. E questo costa, in termini di capex. Sulla performance dei centri commerciali, è noto il fatto che i fatturati siano tornati ai livelli pre Covid e anzi abbiano superato l’asticella, ma in buona parte a causa dell’effetto inflazione/ rialzo dei prezzi. Perché, se guardiamo alla media di mercato del footfall, siamo anco-

ra a -8,6% di passaggi (gennaio-settembre) rispetto al 2019, secondo un Osservatorio congiunto Cncc-EY . E non è tutta colpa dell’Commerce, che ha stravolto i consumi, perché dopo la sbornia Covid, i dati mostrano come la crescita del commercio elettronico in Italia cresca in maniera lenta. Manca quella fascia di persone che frequentano il centro solo per andarci, a prescindere dall’acquisto. Ecco perché uno dei must di oggi è allargare la componente di richiamo leisure. Che cosa serve al nostro mercato per arrivare a un panorama vivace a livello di compravendite?

Riportare al mattone i risparmiatori

Almeno in teoria, il prodotto retail è perfetto per essere messo in un fondo che cerca rendimenti (e cedole) sul lungo periodo, senza l’assillo dell’uscita a breve. E oggi avrebbe anche un buon track record da mostrare. “I grandi assenti sul retail italiano, oggi, sono i capitali core” secondo Sandro Campora , country manager e Coo Italy di Cbre Investment Management. Ma non è una latitanza da attribuire agli stranieri, che già coprono oltre il 60% degli scambi. È la liquidità italiana a mancare. “Su questo segmento investe qualche cassa previdenziale, qualche fondo legato alle assicurazioni e stop” ha aggiunto Campora. Il tema, quindi, sarebbe riportare l’investitore retail su questo tipo di segmento. Ed ecco la sollecitazione al mondo del risparmio gestito a tornare a strutturare, e a proporre, prodotti ad hoc. Con l’auspicio, ovvio, che questo non si traduca nel bagno di sangue dei primi anni 2000, quando i fondi immobiliari retail erano andati incontro a perdite che ancora bruciano, anche (ma non solo) a causa delle crisi finanziarie del 2007-2008 e poi ancora del 2013.

Occorre allargare l’immobiliare quotato

Su un fronte differente, anche un cambio normativo, peraltro non complicato, potrebbe fare molto. Cncc, insieme ad altre sigle come Assoimmobiliare, preme per una modifica sull’attuale regolamento delle Siiq quotate. Regole che oggi, in sintesi, non concedono alle società non quotate, come ad esempio le “branch” italiane di operatori stranieri, gli stessi benefici fiscali garantiti alle stesse Siiq quotate. Uno squilibrio che frena di molto l’arrivo dei Reit internazionali e che pone l’Italia in condizione sfavorevole, in termini di convenienza e attrattività, rispetto

ad esempio a Francia e Spagna. Non a caso, da un’analisi comparata con questi mercati, emerge un livello di volumi sul retail ben diverso: nel primo semestre 2024, 1,2 miliardi sul retail spagnolo, 900 milioni per quello francese, 500 milioni per

l’Italia. “Il real estate quotato italiano ha bisogno di crescere” ha ammesso Roberto Zoia, nella doppia veste di presidente di Cncc e amministratore delegato di Igd Siiq, la principale tra le listed company italiane del settore.

Anche la cessione di Grandi Stazioni Retail rientra nell’interesse in atto verso il retail italiano
Recupero footfall sul pre Covid

Dopo

il successo di Londra

Bubble Hills arriva in Italia

Paolo Brugioni, spiega in questa intervista le caratteristiche del nuovo format ispirato alla tradizione italiana. Un marchio che si appresta a diventare un partner di successo per i landlord di casa nostra.

Che cos’è Bubble Hills?

Bubble Hills Prosecco Caffè rappresenta un concept innovativo nel panorama attuale della ristorazione. Diversi format presentano un focus su un singolo prodotto: pizza, pasta, piadine, poke o sushi, per esempio. Noi, invece, abbiamo scelto di partire dal consumatore e dal contesto in cui si trova. Nei centri commerciali e in altri spazi ad alto traffico, le persone sono bombardate da stimoli: musica, messaggi promozionali, pubblicità. Dopo un po’, però, c’è il bisogno di prendersi una pausa e staccare da tutto questo. Bubble Hills nasce proprio da questa esigenza: una pausa comoda, accogliente, con prodotti dolci o salati gratificanti. Non a caso, il logo unisce due simboli chiave della convivialità italiana: il Prosecco DOC e il caffè.

Come è nato il concept?

L’ispirazione viene da Venezia, dai suoi colori e dalla sua atmosfera unica, una città che ti accoglie e ti avvolge. Questo vogliamo trasmettere con Bubble Hills Prosecco Caffè. In più abbiamo pensato al concetto del “bacaro”, il tipico locale veneziano che propone cicchetti dolci e salati, accompagnati da un

calice di vino, uno spritz o un caffè.

Come si struttura il menù di Bubble Hills?

Il nostro menù si basa su un concetto semplice ma profondo: “Vivere all’italiana”. Per la colazione e le pause caffè offriamo una selezione di piccola pasticceria e dolci. Durante l’aperitivo o per il pranzo, proponiamo una varietà di piatti caldi e freddi, con un focus su salumi e formaggi accuratamente selezionati, accompagnati da focacce morbide e pane croccante. Inoltre, abbiamo creato una carta di Spritz che punta sul Prosecco DOC, ma non solo. I nostri cocktail sono pensati per esaltare i sapori italiani in modo raffinato. Ogni mese, il menù si arricchisce di eventi e tematiche particolari, come degustazioni di vini e cibi, aperitivi speciali, happy hour e collaborazioni con aziende alimentari italiane e cantine vinicole.

Quali sono i punti di forza del format?

Il primo è il design italiano. Gli spazi di Bubble Hills sono eleganti, confortevoli e ospitali. Il secondo è la qualità dei prodotti. Inoltre il format si distingue per l’efficienza operativa, grazie a un approccio “data driven”. Il processo di preparazione del prodotto è standardizzato in tutte le sue fasi, garantendo così costanza nella qualità. Utilizziamo le migliori tecnologie disponibili per la conservazione, rigenerazione e preparazione dei piatti, riducendo al minimo gli sprechi. Questo non solo garantisce alta qualità ai clienti, ma anche un notevole contenimento dei costi operativi.

Qual è lo sviluppo previsto per Bubble Hills?

Dopo le aperture di Londra, Westfield London Stratford e London Soho, apriremo il primo Bubble Hills Prosecco Caffè in Italia prima di Natale, presso il centro commerciale Elnos di Brescia. Il secondo è previsto presso il Torino Fashion Outlet di Arcus Retail. I punti di vendita saranno aperti da un nostro partner. La formazione verrà effettuata presso il negozio pilota di Londra Westfield e il team italiano supporterà il partner nella fase di apertura. Nei prossimi 24 mesi abbiamo in programma l’apertura di circa 10 punti di vendita.

Perché un operatore dovrebbe scegliere

Bubble Hills Prosecco Caffè?

Il format piace ai consumatori ed è trasversale. L’ambiente è bello, accogliente e diverso da quanto attualmente si trova sul mercato. Offre qualità a prezzi competitivi, dunque risulta inclusivo. Inoltre, il nostro approccio basato sui dati e sull’efficienza operativa lo rende anche un modello di business vincente per i landlord, con un ottimo potenziale di ritorno sull’investimento.

La moda chiede il centro città

Food ancora fedele al mall

Nelle scelte dei brand, fondamentale la location, più ancora del canone. Ma il “key money” è sempre più indigesto. Si risveglia il Sud. Ecco il punto di vista di alcune primarie società di consulenza

Il comparto moda-bellezza è in fase di spolvero. Il food tutto sommato resiste, il travel è un canale molto ambito, ma ormai è difficile trovare spazio. A livello di fatturati, c’è molta attesa per la fine dell’anno e per il Natale. Infatti, secondo l’ultimo Barometro Retail di Confimprese, il 54% delle imprese stima comunque una chiusura d’anno in crescita. Le catene non sono mai ferme e lo sviluppo dei nuovi negozi, o la ricerca di spazi nuovi da affittare, rimangono in cima alla strategia di business dei brand. Certo, però, il contesto generale dipinge una fase di riflessione, più che un periodo di crescita accelerata. Come emerge dalle testimonianze di alcune imprese che fanno parte del campo allargato della consulenza/inter-

mediazione a livello di immobiliare commerciale. Le quali, a seconda del tipo di clientela privilegiata cui si rivolgono, delineano uno scenario simile nel complesso, ma con alcuni distinguo interessanti.

“Buon segno: tornano le richieste di valutazione degli asset” Il punto di vista di Engel & Völkers

Un operatore come Engel & Völkers, molto forte nell’area lombarda e milanese ma attivo in tutta Italia, restituisce un panorama positivo a livello di real estate commerciale.

“Nella seconda metà dell’anno si è registrata una crescita più marcata degli incarichi, trainata da un crescente interesse nel settore retail. Questo incremento è stato accompagnato da una maggiore richiesta di valutazione degli asset, segno di un settore in fase di rinnovamento e trasformazione” ha spiegato Gianluca Sinisi, Licence Partner di Engel & Völkers Commercial Milano e Lombardia. Le richieste provengono principalmente da brand già esistenti, sia italiani che internazionali, sia quelle consolidate, sia i marchi che intendono avviare la propria attività in Italia.

“Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo assistito anche ad un incremento di nuove iniziative, tra cui start-up che cercano di affer-

marsi con concept innovativi. Nonostante un temporaneo rallentamento dovuto a un calo d’interesse da parte degli investitori, l’attività delle start-up nel settore continua” aggiunge Sinisi. Rispetto ai settori merceologici, la Gdo alimentare si sta sviluppando soprattutto nelle aree periferiche, con una preferenza per i formati piccoli focalizzati sul “ready to eat”. Sul food, c’è una forte crescita di nuovi format, specialmente nel fast-casual dining e locali dedicati al food delivery.

“E poi c’è il beauty-wellness, molto vivace negli ultimi mesi. Su benessere e cura della persona l’interesse continua a crescere, con nuove aperture sia di catene consolidate sia di nuovi concept store. E va compreso anche il fitness” aggiunge Andrea Ponti, Head of Retail Services | Engel & Völkers Commercial Milano e Lombardia. Quali spazi si cercano? Moda, Gdo e ristorazione puntano su ampi spazi. Per altri settori, ad esempio profumerie/accessori, la priorità è spesso legata alla posizione in aree ad alto traffico pedonale. “Il tema di un canone accettabile rimane comunque centrale, soprattutto per gli operatori che cercano di espandersi su più sedi” ammette Ponti. Che prosegue: “Stiamo osservando un interesse crescente anche verso aree più periferiche e nel Sud Italia, trend particolarmente evidente nella Gdo. Nel Sud, l’interesse è rivolto soprattutto ai centri commerciali, “contesti protetti”, dove c’è ancora spazio per espandersi e sviluppare nuove aperture”.

“Location rimane la parola d’ordine. Ma è raro trovare l’affare”

Burasanis di Rustioni & Partners

Rustioni & Partners è tra i leader della consulenza a 360 gradi per lo sviluppo retail. Abbiamo intervistato Simone Burasanis, Head of Shopping Centers, Retail Parks and Stand Alones di Rustioni&Partners.

Da inizio anno, e in modo particolare a partire dal secondo semestre, notate aumento o stabilità, rispetto al 2023, a livello di nuovi incarichi ricevuti?

In quest’anno gli incarichi per nuovi progetti si sono sicuramente ridotti a causa di numerosi fattori. Possiamo citare il costo del denaro, che nonostante gli ultimi tagli è sensibilmente più alto rispetto ad un paio di anni fa; l’aumento dei costi di costruzione registrato negli ultimi 5 anni a causa della pandemia; difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni commerciali sia per i negozi/ristoranti nel centro città, sia per nuovi progetti commerciali. E incide anche il te-

nore dei consumi, fiaccato dall’inflazione, un elemento che porta ad una stabilità o, in qualche caso ad una riduzione, dei canoni di affitto che possono sopportare gli operatori retail.

Quali sono i settori più dinamici?

In prima fila ci sono ristorazione e profumeria/bellezza. Il primo resta il segmento più interessante per lo sviluppo nei centri storici e nei centri commerciali, probabilmente per il continuo aumento dei pasti fuori casa. Il secondo è quello con maggiore spinta, dovuta alla crescente domanda di prodotti cosmetici anche per l’uomo e all’ingresso di nuovi operatori sul mercato che sta stimolando la concorrenza. La gdo alimentare, nonostante il calo dei consumi, continua a sviluppare anche se con tassi inferiori agli anni precedenti e sempre spinta dalle catene discount.

Chi

si muove, di più? Brand consolidati o new entry?

Non ci sono start up vere e proprie, ma tanti “newcomer” come ON Running, Nude Project a Milano, Blue Lemon a Varese e operatori arrivati da poco in Italia che continuano a spingere nello sviluppo, tipoi Rituals, Primor, Ecoalf, Muy Mucho, Salomon, Normal.

A seconda del tipo di brand, quali sono le caratteristiche dei locali che intendono sviluppare?

La “Location” rimane sempre l’elemento principale. I brand cercano l’“occasione” che, in determinate città, vie o centri commerciali, non è comunque facile da trovare. In generale la volontà di pagare dei diritti di ingresso è sempre meno accettata dagli operatori retail mentre un canone di affitto elevato può essere “digerito” se in linea con un business plan equilibrato.

Rispetto ai canali commerciali, che dinamiche osservate?

Il food cerca posizioni in tutti i luoghi. Gli operatori retail stanno invece spingendo più sui centri storici che sui centri commerciali, a patto che abbiano uno standing elevato e performance consolidate nel tempo.

E rispetto alla geografia?

Nel settore dei centri storici, rimane l’interesse anche per le maggiori città del Sud come Palermo, Catania e Napoli, mentre per i centri commerciali la localizzazione è meno importante. L’elemento fondamentale per la valutazione è la performance in termine di afflusso, fatturati e presenza di catene retail attrattive.

Le reti vendita con cui avete a che fare in questo momento si basano per lo più sulla gestione diretta o sul franchising?

Nella maggior parte delle negoziazioni che stiamo portando avanti in questi mesi, parliamo direttamente con le società, che in genere maggiore possibilità di investimento

rispetto al franchisee. Tranne alcune eccezioni, non registriamo una presenza rilevante di imprenditori locali interessati allo sviluppo in franchising e questo condiziona pesantemente lo sviluppo di molte catene retail.

Agat: “Sport e casa chiedono ancora grandi superfici”

La ripresa si vede, in particolare tra le start up e le imprese internazionali, c’è voglia di aprire. I segmenti più vivaci sono ristorazione, retail sportivo, accessori, cura della persona e videogiochi e tempo libero”. È la scommessa di Ariel Tasciuba, founder ed Head of shopping mall di Agat Retail. “Le caratteristiche dei locali ricercati maggiormente dalle aziende sportive e beni per la casa sono ampie superficie. Per quanto riguarda il segmento della cura della persona sono medie e grandi superficie e per il mondo degli accessori e della food le superfici ideali variano da 40 a 80 mq. Ho notato che l’interesse verso il mondo dei centri commerciali, retail park e travel è in aumento ma c’è più fiducia verso la strada. Sicuramente l’interesse per chi comincia lo sviluppo è sempre verso le piazze e i centri più consolidati ma negli ultimi tempi le persone guardano con più interesse al Sud.

Flussi, bene settembre Il weekend stravince ancora

Il 2024 è un anno di ripresa, rispetto a quello passato, per quanto riguarda i flussi di persone all’interno dei centri commerciali. Ma quali sono le abitudini dei consumatori? E come cambiano le dinamiche, a seconda del “contenitore”? Lo abbiamo chiesto a una società specializzata come Microlog , che ha elaborato questi dati su un campione di 350 centri commerciali italiani, monitorati con il contapersone. Ecco che cosa ci ha risposto.

Secondo il vostro punto di osservazione, come stanno andando i flussi di visitatori all’interno dei centri commerciali?

I dati raccolti dai nostri contapersone ci parlano di un trend in crescita nel mese di settembre, che segna fra l’altro il dato migliore da inizio anno: +5,2% di ingressi sul 2023. Il valore del terzo trimestre (luglio-settembre) segna un +2,4% sul 2023 e risulta essere il migliore dell’anno. Anche il valore Year to Date è positivo: per il periodo gennaio-settembre registriamo +1,6%.

Rispetto ai giorni della settimana e alle fasce orarie, è possibile delineare quali siano i momenti di maggiore afflusso?

I giorni della settimana di maggiore affluenza sono chiaramente il sabato e la domenica, con il sabato che registra mediamente un dato superiore. Dopo il weekend il giorno migliore è il venerdì. Per quanto riguarda le fasce orarie e prendendo a riferimento il mese di settembre, la fascia che va dalle 17.00 alle 19.00 risulta essere in assoluto quella più frequentata. A seguire si rileva un picco nella fascia che va dalle 10 alle 11 del mattino (più pronunciato il sabato), con una coda che può

estendersi fin verso le 12.00. Queste tendenze giornaliere ed orarie sono pressoché similari per ogni mese dell’anno. Solo agosto, mese predominante per le ferie estive, presenta una variabilità maggiore all’interno della settimana.

Ci sono differenze importanti tra “contenitori” diversi, quali centri commerciali, outlet, retail park?

Per quanto riguarda le performance dei retail park da noi monitorati non si rilevano differenze così sostanziali rispetto ai centri commerciali. Settembre guadagna un +4,1% su 2023, e anche il valore Year to

Date (gennaio-settembre) è positivo, assestandosi al +2,4%. Molto bene anche le affluenze negli outlet per settembre, che registrano un +6,8% su 2023. Il valore YTD (gennaio-settembre) è invece più basso, fermo al +0,3% su anno precedente.

I retail park mostrano inoltre le medesime tendenze dei centri commerciali per quello che riguarda i giorni di maggiore affluenza e le fasce orarie più frequentate. Gli outlet invece differiscono un po’: il giorno con maggiore afflusso di persone è la domenica, rispetto al sabato di centri commerciali e retail park, mentre l’orario con il picco di visite si sposta indietro di un’ora, ovvero dalle 16.00 alle 18.00, rispetto alla fascia 17.00-19.00 di centri e parchi commerciali.

Oriocenter: una destinazione da guinness dei primati

Oriocenter Selected Stores si conferma un vero e proprio colosso dello shopping e un mall da Guinness dei primati, con una storia di 26 anni costellata di successi e innovazioni che lo rendono il punto di riferimento nel panorama retail italiano ed europeo. Con i suoi 105.000 metri quadrati e oltre 300 negozi, Oriocenter è il più grande Selected Stores d’Italia e continua a evolversi per offrire un’esperienza di shopping e intrattenimento sempre all’avanguardia.

Nel corso degli anni, Oriocenter ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, a dimostrazione del suo impegno verso l’eccellenza e l’innovazione. Recentemente, è stata introdotta una mappa interattiva che semplifica l’orientamento all’interno del Mall. Con questa nuova funzione, i clienti possono facilmente trovare i punti vendita di loro interesse e calcolare il percorso più veloce da un ne-

gozio all’altro, rendendo l’esperienza di shopping più fluida e intuitiva. L’integrazione di questo strumento è un esempio del costante impegno di Oriocenter nell’offrire un servizio di alta qualità alla sua clientela, che si trova a orientarsi in un centro di grandi dimensioni.

Eventi e grandi brand

Oriocenter non è solo un luogo dove fare acquisti, ma anche un punto di ritrovo per eventi, attività e intrattenimento. Ogni anno, il mall ospita eventi tematici e manifestazioni che attraggono visitatori da tutta Italia. La varietà di opzioni di intrattenimento disponibili rende Oriocenter una destinazione completa per famiglie, amici e coppie in cerca di un’esperienza unica.

In fatto di shopping Oriocenter vanta alcuni importanti primati: è stato infatti scelto come sede per l’apertura del primo store italiano di marchi internazionali di rilievo come Wagamama, Under Armour, Natura, Plein Sport e, recentemente, Guess Jeans. Quest’anno, inoltre, ha accolto l’arrivo del celebre Hamleys, il leggendario negozio di giocattoli britannico, con il suo terzo punto vendita in Italia e il primo all’interno di un mall.

Inclusività e responsabilità sociale

Non solo shopping: Oriocenter si distingue anche per il suo impegno nella responsabilità sociale e nel promuovere iniziative a favore dell’inclusione, come il progetto Uci

Friendly Autism, che rende il cinema accessibile ai bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico. Questo progetto ha ottenuto il CNCC Italy Award 2024 nella categoria Corporate Social Responsibility. Per la stessa categoria il Mall ha ottenuto il premio nel 2023 con il progetto educativo Settima Arte Festival, che si propone non solo come esempio vincente di alternanza scuola-lavoro, ma anche come importante iniziativa che permette ai giovani studenti di esprimere la loro creatività attraverso la realizzazione di cortometraggi. Durante le settimane dedicate, i ragazzi, improvvisandosi cameramen, attori, registi, direttori di produzione, sviluppano le loro competenze trasversali, imparando come si vive su un set, lavorando in squadra e ovviamente divertendosi.

Oltre ai riconoscimenti nel campo del sociale, Oriocenter vanta due iscrizioni nel Guinness World Record: nel 2007, con la mostra di cracking art “Una mostra bestiale”, e nel 2011, con la pedalata energetica che ha generato 16,4 kilowatt di energia in 12 ore grazie alla partecipazione di 380 ciclisti. Un altro primato è stato raggiunto nel 2014 con la mostra “Il sesto continente”, che ha esposto 7.277 opere, diventando la più grande esposizione di cracking art mai realizzata in un mall.

In conclusione, Oriocenter è una destinazione da record dove la qualità, l’innovazione e la responsabilità sociale si intrecciano per offrire un’esperienza di shopping senza pari. Oriocenter continua a ridefinire il concetto di shopping, mettendo il cliente al centro di tutto e garantendo che ogni visita sia ricca di emozioni e scoperte.

Traffico aereo, altra estate boom Ma gli spazi sono al limite

Gli aeroporti italiani brindano a una nuova stagione estiva da record. Dall’Asia agli Stati Uniti, i vettori scommettono ancora sul Belpaese. Eppure, tra parcheggi, viabilità e spazi interni, tanti scali sono sovraffollati

A.L.

La stagione estiva appena trascorsa ha confermato una volta di più la dinamicità degli aeroporti italiani. La componente leisure ha permesso di registrare un altro vero e proprio boom di traffico sui nostri cieli, come mostra la tabella a fianco, a tutto beneficio delle attività retail e di ristorazione. Il mese di agosto, in particolare, ha permesso a tanti scali di centrare nuovi record.

Agosto record per molti

In ordine sparso, a Bologna ad agosto hanno volato 1.119.370 passeggeri, il 5,6% in più dell’anno scorso. Particolarmente importante l’agosto 2024 per il sistema di Toscana Aeroporti, che considerando i due scali di Pisa e Firenze, per la prima volta nella sua storia centra l’obiettivo del milione di passeggeri (356 a Firenze, il resto a Pisa), +6,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Poi c’è il Sud, dove la spinta delle vacanze è ancora più forte. Record agostano per Bari, con 826 mila passeggeri in transito, un incremento addirittura del 16,5%. Anche a Napoli l’ottavo mese del 2024 ha portato a un record di sempre, ossia 1,55 milioni di passeggeri (+5,2%). Altro record a Palermo, che vale doppio perché sia a luglio sia ad agosto il Falcone Borsellino ha superato per la prima volta il milione di passeggeri. E c’è gloria anche per Cagliari, che mette a segno il suo miglior risultato di sempre con 648.876 passeggeri (+9,3%). Questa mole di passeggeri, però, ha fatto anche emergere diversi problemi.

Caos, tra parcheggi e spazi piccoli

Quest’estate, nel picco di agosto, trovare un parcheggio all’aeroporto della Malpensa senza aver prenotato, era impossibile. A Roma, nei dintorni di Fiumicino ogni giorno ci sono code pericolose di auto, ferme

sulla A91 con le quattro frecce, in attesa di amici o parenti da recuperare. Ma sono solo piccoli esempi delle problematiche del sistema aeroportuale italiano, fra spazi dei terminal, parcheggi insufficienti, viabilità e modalità di accesso non al passo con le esigenze di oggi.

A Bologna , per esempio, è crisi dei parcheggi. L’a.d. del Marconi, Nazareno Ventola, si è addirittura mostrato in un video social in cui rassicura l’utenza sull’avanzamento dei lavori, che sta portando alla re-

alizzazione di un nuovo parking multipiano, che dovrebbe essere completato entro la prima metà del 2025, capace di 1.500 posti auto. Ma quest’estate a Bologna l’affollamento era anche interno, con decine di passeggeri seduti per terra.

A Milano Malpensa, invece, è arrivata anche in consiglio regionale la polemica sulla nuova area di sosta gratuita, da 60 minuti, che dovrebbe servire per accompagnare o aspettare all’arrivo amici e famigliari. Un centinaio di posti poco utilizzati, probabil-

mente perché scomodi. E il servizio navetta su gomma che collega i due Terminal fa quel che può, ma è lontano anni luci dalle modalità veloci di altri scali internazionali. Cantieri e code, in molte giornate, hanno caratterizzato anche lo scalo di Bergamo Orio al Serio. I lavori esterni per rivoluzionare la viabilità dovrebbero migliorare la situazione ed è partito il progetto di collegamento ferroviario, pronto non prima del 2026. Fuori, i parcheggi sono pochi, poco usato il piazzale gratis kiss&fly, discutibile la segnaletica per non parlare dell’angusto tunnel di collegamento con l’adiacente Oriocenter. Lo spazio interno del terminal ormai fatica a reggere i volumi di traffico. Anche Napoli ha problemi. Sul fronte collegamenti, nel 2025 aprirà finalmente la fermata Capodichino della metro. Eppure, lo scalo è ristretto, visti i 12 milioni di passeggeri l’anno. Anche Roberto Barbieri, a.d. di Gesac, in una recente intervista al Cor -

riere del Mezzogiorno ha ammesso che in certe giornate deve gestire fino a 50mila persone e farlo in un terminal da 25mila metri quadrati è un piccolo miracolo. È finalmente attivo lo scalo di Salerno, che dovrebbe riequilibrare la situazione, ma non basterà.

In Sicilia invece le polemiche istituzionali crescono di pari passo con il traffico. Catania e Palermo sono i due scali italiani ancora interamente pubblici. A Catania , ci sarebbe un piano da 150 milioni di euro per la costruzione di un nuovo terminal. Ma ci vogliono anni. E intanto volano gli stracci fra Unimpresa e Sac, con gli imprenditori che accusano la società di gestione di non aver portato avanti gli investimenti previsti per l’ammodernamento dello scalo. A Palermo , invece, gli ottimi risultati del Falcone e Borsellino hanno destato addirittura l’attenzione degli olandesi di Royal Schiphol Group. Ma servono almeno 50 milioni

per portare avanti i lavori concordati con Enac. Così si litiga fra favorevoli e contrari alla privatizzazione. E il presidente regionale Renato Schifani non trova di meglio che chiedere all’ex a.d. Vito Riggio di ritirare le dimissioni e tornare in sella. E Venezia ? Lo scalo della Laguna registra numeri piatti. Ospita tanti voli internazionali, ma intanto easyJet chiuderà la sua base dall’estate prossima. Il presidente di Save, Enrico Marchi, in una recente intervista ha detto che va bene così. “Preferiamo una crescita sostenibile, non drogata” ha detto. Ma perdere aerei non fa mai bene. Sul fronte societario, sembra tutto in stand by, in attesa che si concretizzi il riassetto che dovrebbe vedere l’uscita di Deutsche Asset Management e Infravia. E intanto Comune e Save si fanno la guerra, con la giunta che osteggia l’accordo di programma siglato dalla società di gestione e da Enac.

IL TRAFFICO PASSEGGERI IN ITALIA - GENNAIO-AGOSTO 2024

Roma-Fiumicino

Il traffico gennaio-agosto balza del 30%. Fiumicino è ormai di gran lunga il primo scalo italiano e vince gli Aci Europe Awards di categoria.

L’offerta food si è irrobustita, pronta a strizzare l’occhio alla clientela extra Ue. Ma il livello del servizio manterrà le promesse?

Milano Malpensa

Da Roadhouse a Comptoir Libanais, da Legami a Rinaldini, tanti brandi continuano a investire sull’hub milanese. Si aprono rotte (Boston, Abu Dhabi, Vietnam) e nuove lounge.

Tra i due Terminal, Malpensa potrebbe permettersi 37 milioni di passeggeri l’anno. C’è ancora tanto spazio. Mentre fuori, i parcheggi non bastano.

Bergamo Orio al Serio

Lanciato verso i 16 milioni di pax l’anno, è ormai uno scalo di prim’ordine. Con un’offerta food e retail che sale di livello

Non è piaciuta a Sacbo la decisione di Ryanair di togliere 4 aerei dalla base. Questione di soldi. Nei momenti di picco, fuori dallo scalo è caos tra code, lavori, parcheggi che non bastano.

Napoli Capodichino

Agosto 2024 segna il record storico di traffico. Il calo dei viaggiatori nazionali è più che compensato da quelli esteri. Arrivano nuovi diretti dagli Stati Uniti e anche la metropolitana.

Nei giorni di picco, il sovraffollamento è evidente. Fuori, le navette Alibus non bastano. L’a.d. di Gesac, Roberto Barbieri, ha lanciato l’idea di un nuovo terminal. Ma servono anni.

Catania Fontanarossa

Catania, dopo Roma, è è il secondo scalo per traffico nazionale. Ma ci sono anche tanti stranieri e dall’estate prossima arriva il diretto di Delta dagli Stati Uniti.

Lo scalo è datato e con questi ritmi di crescita gli spazi saranno presto al limite. Si litiga sulle responsabilità di chi, negli anni, non ha provveduto a portare avanti gli investimenti.

Bari Woytila

Al grido di Vieni a volare in Puglia, lo scalo barese macina record. E sommando il traffico di Brindisi, il sistema supera ormai i 10 milioni di pax/anno. Cresce la componente estera.

Qualche polemica dal Salento, dove lamentano che Bari si prenda tutto. Ma la società di gestione promette che a Brindisi ci saranno più voli.

Palermo Falcone e Borsellino

Record di traffico, conti in utile nel 2023 e 18 milioni in arrivo dall’Ars per lavori. Prospettive che hanno attirato l’interesse degli olandesi di Royal Schiphol Group.

In Sicilia si litiga tra favorevoli e contrari alla privatizzazione. Gesap è in stand by. Il presidente regionale Schifani ha chiesto a Vito Riggio di tornare, dopo le dimissioni.

Venezia Marco Polo

Shanghai, Chicago, ma anche Madrid, si moltiplicano i collegamenti nuovi o riattivati. Perché gli stranieri amano sempre Venezia.

Il dato sui passeggeri è piatto. easyJet abbandona la base. Ed è guerra in Laguna tra Comune, da una parte, e il duo Save/Enac sui programmi futuri.

Milano Linate

Il traffico vola, +15%, la metropolitana è arrivata e funziona e si sta per risolvere la questione slot di Ita-Lufthansa, che dovrebbero andare a easyJet.

I parcheggi costano caro. Gli spazi kiss&fly sono pochi e così, spesso, si passa sotto la sbarra anche per una sosta breve.

Bologna Marconi

Il Marconi macina record di traffico e mostra anche una semestrale ottima, con un utile di 10,8 milioni, +58% sullo stesso mese dello scorso anno.

Anche qui, 10 milioni di passeggeri l’anno sono troppi sia per la struttura sia per la viabilità intorno. Code e attese sono all’ordine del giorno nei giorni di punta.

L’AI migliora il retail, ma non sostituisce l’esperienza umana

Dibattito su investimenti nel digitale e futuro delle imprese. Le regole europee non siano un freno di Francesco Montuolo*

Lo scorso 26 settembre, a Milano, si è tenuta un’innovativa discussione sull’intelligenza artificiale, durante l’evento “Orbits Dialogues with intelligence”, con il contributo del Prof. Luciano Floridi, filosofo fra i massimi esperti di etica del digitale e dell’informazione. Si è parlato anche di applicazioni dell’AI nel retail, tema che non si può più ignorare, pena la sindrome dell’esclusione o, come dicono gli americani, Fear of Missing Out. La discussione è stata di recente alimentata anche dal richiamo di Mario Draghi a un “Piano Marshall sull’AI” per stimolare lo sviluppo e adozione dell’intelligenza artificiale da parte delle imprese europee. Il rischio di competitività legato all’AI Act è una preoccupazione concreta. La regolamentazione europea, pur necessaria per garantire un uso etico e sicuro dello strumento, non deve diventare un ostacolo all’innovazione. L’Europa deve evitare il rischio di rendere troppo complessa e costosa l’adozione dell’AI, soprattutto per le PMI, che costituiscono il cuore del nostro sistema economico.

Lavoro da compiere sulle risorse umane

Tra le imprese italiane la situazione in merito alla adozione dell’AI è molto diversa, in base alla loro “taglia” e al settore merceologico in cui operano. Per tutte, però, si pone il tema della governance e delle competenze. L’introduzione della trasformazione digitale e dell’AI richiede competenze nuove e diversificate, che vanno ben oltre la gestione tradizionale. I leader devono essere agili, orientati all’innovazione e capaci di adottare decisioni basate sui dati. Non si tratta di rimpiazzare le risorse umane con la tecnologia, ma piuttosto di favorire un processo di re-skilling e upskilling. L’equilibrio tra tecnologia e interazione personale è la chiave per il successo nel retail moderno. Se l’AI porta

innovazione e miglioramenti operativi nel retail, il tocco umano rimane cruciale per creare esperienze di acquisto memorabili e costruire relazioni durature con i clienti. Purtroppo, però, anche per figure professionali non così specializzate, il mismatch

Servono investimenti e incentivi

Nonostante queste difficoltà, gli investimenti in digitale da parte dei principali retailer italiani sono cresciti – secondo dati

Ci aspettano anni di scarsa crescita. Secondo questa infografica, nel prossimo decennio solo Italia e Germania presenteranno un Pil negativo.

Focus Franchising

Nel grande mercato cinese, i big americani scelgono modelli di governance diversi

Non è semplice descrivere un “universo” come la Cina in uno spazio ristretto. Ci proviamo. La popolazione è di 1,4 miliardi di persone. Circa la metà compone la forza lavoro. Il Pil 2023 è stato di 17.794 miliardi di dollari Usa (+5,2%), con un’inflazione allo 0,23%. Da segnalare la crescita della upper middle class, che significa maggiore spesa: McKinsey stima che tra il 2023 ed il 2025 in Cina aumenterà di 71 milioni il numero delle famiglie della upper middle class, che entro il 2025 rappresenterà il 54% delle famiglie cinesi (valore che era del 12% nel 2015).

In questo contesto è difficile quantificare il valore della ristorazione. Le stime indicano 5,2 miliardi di Yuan, circa 0,7 miliardi di dollari Usa. Nel settore ci sono grandi manovre in corso.

KFC ha raggiunto nel dicembre 2023 i 10.000 ristoranti e ha dichiarato di volerli raddoppiare entro il 2026. Significa un nuovo ristorante ogni 3 ore. McDonald’s ha investito molto a partire dal livello corporate. Infatti il colosso americano ha acquistato da Carlyle Group il 20% delle quote di McDonald’s China, raggiungendo così il 48%, mentre il partner Citic Capital mantiene il 52%. Big Mac, che globalmente vanta più di 40.000 ristoranti ed ha annunciato l’ambizioso traguardo di raggiungerne 50.000 entro il 2028, ne conta 6.000 nel Celeste Impero, con l’ambizione di arrivare a 10.000, diventando così per i Golden Arches il secondo mercato dopo gli Stati Uniti. Visitando i locali nel corso di un viaggio, abbiamo potuto constatare che nell’offerta il peso del pollo è decisamente maggiore rispetto all’Italia.

Burger King ha 1.600 locali in Cina ed è gestita da TFI – Tab Food Investments, società turca che in madre patria ne gestisce 1.700. Ma non sarà TFI a sviluppare Popeyes e Tim

Hortons (che fanno parte del gruppo Restaurant Brands International) in Cina, bensì una joint venture tra la stessa RBI e Cartesian Capital. Obiettivi: 500 Popeyes in 5 anni, destinati a diventare 1.700 in un decennio, mentre gli attuali 900 Tim Hortons per il 2026 secondo i piani saranno diventati 2.750.

Complessivamente, la quota di mercato in Cina delle grandi catene “made in USA” è del 12% per KFC, del 6,6% per McDonald’s e dell’1,2% per BK. Nella galassia che è il mercato cinese non mancano poi – ma con quote più piccole - anche altri noti marchi esteri come Subway, Dairy Queen, Five Guys, Shake Shack, Taco Bell, Pizza Hut (dove potete ordinare anche hamburger), Domino’s Pizza, Costa Coffee, Peet’s Coffee. Con due tratti in comune: la capacità di declinare l’offerta core con un adattamento ai gusti locali e da un impressionante utilizzo della tecnologia, sia nella relazione con il cliente, sia nelle Operations.

Veniamo al caffè. Dal 2017, il consumo pro capite di questa bevanda è triplicato in Cina. Per qualcuno, è anche merito della presenza crescente di Starbucks, che a sua volta ha trascinato altre catene. Starbucks in Cina opera con 6.804 locali. KFC si è accodato al trend e ha creato il K Coffee (mentre la presenza di McCafé è già consolidata).

Sono tutti grandi brand, con diversi modelli di governance: presenza diretta per KFC e Starbucks, in partnership con un grande player locale per McDonald’s, Popeyes e Tim Hortons, con un Franchisee per BK. A conferma di quanto abbiamo da sempre raccontato in queste pagine: per lo sviluppo all’estero non esiste “la” formula giusta, ma la strategia più adatta al contesto.

Calendario I prossimi appuntamenti di settore

12° RETAIL & REAL ESTATE

Confimprese organizza la 12esima edizione di Retail & Real Estate - Le grandi sfide del retail e i nuovi equilibri tra canali di vendita. Nell’occasione viene presentata la consueta indagine di Reno - Your Retail Partners

Arese (Mi), 6 Novembre, Museo Storico Alfa Romeo - https://www.confimprese.it/eventi/

L’associazione direttori dei centri commerciali organizza l’evento: Gestione dei centri commerciali – Approccio umano-centrico.

Milano, sede Confcommercio, 13 novembre - https://www.direttoricentricommerciali.com/

RBM EVENT

RBM Retail Building Management è l’evento di networking, formazione e aggiornamento sul settore, organizzato da Spazio Progetto, con tanti speaker esperti del retail.

Milano, Hotel Melià, 18-19 novembre - https://www.rbm-italy.com/rbmevent2024

MAPIC 2024

Mapic (Retail property market) è l’appuntamento internazionale di riferimento dedicato al settore immobiliare commerciale, con tutte le tendenze sulle migliori destinazioni per lo shopping e sviluppi, compreso il mixed use.

Cannes, Palais des Festivals, 26-28 novembre - https://www.mapic.com/

Lanciato nel 2016 da Abi, è il più importante appuntamento italiano dell’industria dei pagamenti, evento di riferimento per il settore del credito, istituzioni, imprese, PA, circuiti di pagamento, Gdo.

Milano , Allianz MiCO, 27-29 novembre - https://www.salonedeipagamenti.com/

Nell’ambito di Bto Firenze (Buy Tourism Online) Federfranchising-Confesercenti organizza il workshop: L’IA a supporto del franchising e del retail nella ristorazione.

Firenze, Stazione Leopolda, 28 novembre - https://www.bto.travel/

Congresso annuale Aism (Associazione italiana sviluppo marketing), dal tema: L’intelligenza artificiale al servizio del marketing - Evoluzione o rivoluzione?

Milano, Università Statale (Palazzo Greppi), 4 dicembre - www.aism.org

Un cammino per ascoltarsi

Marco Pesaresi, Direttore Generale Ferrarelle Società Benefit

Ascoltare sè stessi e gli altri, sedimentare pensieri e assimilare riflessioni. In un’epoca in cui interruzioni, distrazioni scandiscono con velocità le nostre vite, queste attività diventano sempre più difficili da mettere in pratica. E quando si è alla guida di una società possono diventare addirittura impossibili. Per questo Marco Pesaresi, Direttore Generale di Ferrarelle Società Benefit, ha deciso di fermarsi e per farlo si è messo in cammino: a metà ottobre ha percorso circa 170 km a piedi, tra la costa galiziana e Santiago De Compostela, la città spagnola meta di migliaia di pellegrini e camminatori provenienti da tutto il mondo. Da bravo ma-

nager Pesaresi ha pianificato il viaggio nei dettagli, ma non poteva prevedere un maltempo eccezionale rappresentato per alcuni giorni da un temibile compagno di avventure, Kirk, la violenta burrasca atlantica che ha flagellato la Galizia con raffiche di vento fino a 120 all’ora e piogge torrenziali. “Trovarsi in cammino con un tempo tanto avverso significa scoraggiarsi, imprecare, adattarsi e trovare la forza per rimettersi in marcia, traendo energia dall’incontro con tante persone belle” racconta Marco. “Abituato come sono a pianificare le giornate mi sono trovato in balìa degli eventi e ho lasciato che facessero il loro corso, smettendo di guardare le previsioni e affrontando il cammino passo dopo passo. E poi l’ascolto, tanto atteso, perché in solitudine non si

possono evitare i pensieri e si affronta un percorso interiore prima che geografico. Così ho imparato il valore dell’adattabilità, della pazienza e della serena accettazione degli eventi che non si possono controllare, mantenendo la direzione e la fiducia nelle mie forze: una lezione che mi porterò dietro anche nel lavoro”. Della sua formazione classica Pesaresi sottolinea l’importanza del latino anche per la straordinaria capacità di sintesi di questa lingua mai tanto attuale, mentre non nasconde l’avversione per gli inglesismi talvolta inutili, tipici del mondo aziendale. Certo con un passato in Unilever, Coca-Cola HBC e Peroni è stato impossibile evitarli, però dice: “Comunicare con le persone è fondamentale, dare valore all’ascolto e farsi comprendere, parlare con il cuore coi collaboratori è vitale per un’azienda. I leader oggi hanno il dovere di guidare le persone attraverso continui cambiamenti: coinvolgere, convincere, motivare e abbracciare il cambiamento è diventata una competenza essenziale. Dieci anni fa si parlava solo di resilienza, adesso di diversità e inclusione; siamo passati dall’immagine del fiore nel deserto, simbolo di persone sotto stress, alla foresta rigogliosa, metafora di esseri umani connessi e artefici insieme di un mondo migliore. La dimensione umana rimane centrale e con essa l’empatia e la capacità di entrare in sintonia con le persone”. Marco Pesaresi ne è convinto: nella sua vita ci sarà un prima e un dopo quel lungo cammino in solitudine tra pensieri, pioggia, vento e sprazzi di sole, e di una cosa è certo, non sarà l’unico.

Euronics Bruno rafforza la struttura manageriale valorizzando gli interni

Euronics Bruno riorganizza il modello di gestione in chiave manageriale, pur mantenendo le sue radici familiari. A giugno è stato creato un nuovo Cda, guidato da Diego Crisafulli (a.d. e d.g.). Ora, Francesco Crisafulli entra nel Cda come Co-Amministratore Delegato, con deleghe congiunte alle risorse umane e allo sviluppo, mentre il Professor Maurizio Decastri, docente presso l’Università di Roma Tor Vergata, mantiene la carica di Presidente e membro esterno. Vengono inoltre introdotti nuovi ruoli strategici, tra cui il Business Controlling Director, carica che viene assunta da Alessandro Barresi, in azienda dal 2006. Daniele Patania, entrato nel 2011, assume invece la Direzione Commerciale. Francesco La Terra è stato nominato Direttore Vendite, Martina Pino assume il ruolo di Responsabile Marketing, mentre Giorgio Moncada diventa il nuovo Vice Direttore Generale. La funzione di CFO è affidata a Stefano Santonocito.

Svicom fa scuola con il progetto La Casa Capovolta

Svicom ha ottenuto il massimo riconoscimento nella categoria “centri commerciali” durante l’ultima edizione degli Innova Retail Awards, contesto organizzato da Kiki Lab. Il riconoscimento per Svicom riguarda il progetto “La Casa Capovolta”, che ha fatto tappa in otto centri commerciali da maggio 2023 a settembre 2024. Si tratta di un’installazione posizionata nelle aree esterne degli shopping center, per un mese, che ha attirato un costante afflusso di visitatori, interessati dalla possibilità di vivere un’esperienza ‘’capovolta’’ non convenzionale. Svicom ha anche ricevuto una menzione per il progetto di crowdfunding “La Comunità Conta”, promosso e realizzato dal centro commerciale GrandApulia in collaborazione con Finsud, proprietaria dell’asset, e Ginger Crowdfunding, realtà specializzata nella consulenza e nella raccolta fondi tramite la piattaforma online chiamata Ideaginger.it.

Scelta D chiama altri brand: l’avviamento al lavoro femminile funziona

INSIEME NELLA SCELTA DI SOSTENERE LE DONNE CONTRO LA VIOLENZA.

A cinque mesi dal lancio, funziona la collaborazione tra la catena Scarpe & Scarpe e la rete D.i.Re, che hanno promosso Scelta D, progetto che si propone di salvare donne vittime di violenza e avviarle alla formazione/lavoro. Con la raccolta nei punti vendita del retailer, sono stati già raccolti 120mila euro e ci sono due donne avviate all’inserimento negli store del gruppo. Un progetto concreto, che si focalizza sul sostegno alla Rete nazionale e sull’autonomia economica delle donne, aiutandole nell’inserimento nel mercato del lavoro. Per questo Marcello Pace, Chief Executive Officer Scarpe&Scarpe, e Antonella Veltri, Presidente D.i.Re, hanno lanciato un appello ad altri marchi retail affinché sposino l’iniziativa.

Le Cafè di Louis Vuitton fa il suo esordio in aeroporto

LONDRA - Louis Vuitton ha inaugurato al Terminal 2 dell’aeroporto di Londra Heathrow un nuovo store ibrido, che rappresenta il primo concept di caffetteria del marchio di lusso nel Regno Unito. Lo spazio, che si estende per oltre 300 metri quadrati, è caratterizzato da un’accattivante facciata progettata da Marc Fornes, fondatore dello studio di arte e architettura Theverymany di New York. Le Café di Louis Vuitton si fonde con il suo negozio di lusso illuminato a giorno. Il design è in stile futuristico, con l’esterno a forma di cupola nei toni del blu e del bianco, mentre l’interno presenta accenni di rosso, giallo, blu e bianco. Le Café segue le orme della Louis Vuitton Lounge by Yannick Alléno, inaugurata lo scorso anno in collaborazione con Qatar Duty Free all’aeroporto internazionale di Hamad.

Heathrow, il retail batte il trend passeggeri di cinque punti

LONDRA - London Heathrow Airport, nei primi nove mesi dell’anno, ha raggiunto quota 572 milioni di sterline, in crescita dell’11,3%. L’aumento supera il trend relative ai passeggeri, che salgono del 6,2% a 63,1 milioni. Heathrow ha evidenziato il suo programma di entrate commerciali, che ha visto un investimento di 48 milioni di sterline in nuove proposte, con novità a livello retail, come Harrods al Terminal 3. Da notare, invece, che i ricavi complessivi sono in decremento di qualche punto percentuale, a causa di minori entrate della parte aviation, che la società di gestione attribuisce alla riduzione delle tariffe fissate dall’ente regolatore nazionale, solo in parte compensata dall’aumento dei passeggeri. Ad ogni modo, l’utile ante imposte tocca 350 milioni di sterline, contro la perdita di 19 milioni di sterline di un anno fa.

Anche Eataly tra le novità del JFK al T8

NEW YORK - L’Autorità Portuale di New York e del New Jersey, in collaborazione con American Airlines e Unibail-Rodamco-Westfield (URW) Airports, ha recentemente annunciato che 21 nuove attività (food, retail e intrattenimento), sono tra i primi selezionati nell’ambito del programma di riqualificazione commerciale da 125 milioni di dollari del Terminal 8 dell’Aeroporto Internazionale John F. Kennedy (JFK). Tra queste, marchi famosi come Eataly e Momofuku, oltre ai locali newyorkesi Black Tap, Alidoro, Harlem Chocolate Factory e molti altri. Completato nel novembre 2022, il nuovo Terminal 8, ampliato e modernizzato, è una componente della riqualificazione del JFK da 19 miliardi di dollari dell’Autorità Portuale.

Group ADP, balzo dei ricavi “travel essentials”

PARIGI – Nei primi 9 mesi dell’anno, i ricavi di Groupe ADP sono saliti dell’11,7%, a 4,6 miliardi di euro. La voce “retail e servizi” sale del 10,6% a 1,4 miliardi e batte il trend di traffico passeggeri, che mostra una crescita dell’8,1% con 275,11 millioni nel periodo. Da segnalare la spesa media per passeggero, nella joint venture Extime Paris, che fa segnare 31,4 euro, in aumento del 5,6%. Il balzo più grande è per Extime Travel Essential Paris (la ex Relay Adp) con ricavi che salgono del 58% a 139 milioni. La parte duty free (+8,5%) vale 598 milioni.

L’operazione Tastes on the Fly spinge i ricavi di Lagardère Travel Retail

PARIGI - Il fatturato di Lagardère Travel Retail ha raggiunto i 4,3 miliardi di euro per i primi nove mesi del 2024, in crescita del +16,8% su base reported e del +12,8% like for like. La differenza tra i dati riportati e quelli simili è principalmente attribuibile a un effetto di perimetro positivo di 134 milioni di euro, legato soprattutto all’acquisizione del player del settore food & beverage Tastes on the Fly. In Francia, la crescita dei ricavi è stata trainata dall’ammodernamento dei negozi e dall’impatto positivo dei Giochi Olimpici, ha dichiarato l’azienda. Altrove, il bilancio ha beneficiato dell’aumento del traffico, con “performance eccezionali” in Italia, Spagna e Regno Unito.

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“The” experience is everything L’esperienza è tutto

‘Experiential’ has become an overused word in retail – and more so in airport retail. Brands, retailers, and airport landlords love it, and they use it a lot. Just like another over-worked phrase ‘sense of place’, the word experiential has lost much of its impact.

However, it remains highly relevant, especially when talking about Gen Z shoppers, the first fully digitally native consumers (born between 1998 and 2012). This younger group is going to make up perhaps half of all travellers in the next decade and they have very specific needs and wants.

A recent NIQ Spend Z Report said that Gen Z’s spending power is projected to grow to an estimated $12 trillion by 2030. That means they will have a significant influence on the products manufacturers and retailers sell in the near future. Their online activity makes them more socially conscious, and they also demand authenticity and excitement – and that means experiences.

Airport retailers are in for a surprise if they have not addressed some key aspects of why this generation travels. They do it to improve mental health and well-being with a high 93% agreeing that travel positively impacts their mental state. Some 89% reported that vacations leave them feeling less anxious. This generation –who are generally not big drinkers – also like the idea of ‘dry’ alcohol-free trips, a key point for retailers to address.

All this means quite a change in how – and with what – retailers target Gen Z. At this year’s TFWA show in Cannes, travel retail research company M1nd-set and business development agency Blueprint presented EX.CEL, an experiential retail workshop.

The event drew retailers and brands including Avolta, Aer Rianta International, Coty, Starboard Group, Edrington, Nuxe Group, Storck, and Groupe Clarins, as well as airport landlords like Royal Schiphol Group and Munich Airport.

Using in-depth analysis of shopper behaviour, M1nd-set and Blueprint showed how engaging experiences – for example, Sol de Janeiro’s big pop-up at London Heathrow, or Rémy Cointreau installation at Paris Charles de Gaulle Airport celebrating Rémy Martin’s 300th anniversary –are enticing travellers.

Blueprint Partner Karl Walter, said: “Traditional in-store sales tools seem to be losing their impact underlining the need for an industry rethink. Experiential retail converts travellers into shoppers, increasing their spending, and driving loyalty.”

“Esperienziale” è diventata una parola abusata nel settore della vendita al dettaglio, soprattutto in quello aeroportuale. I marchi, i rivenditori e i proprietari degli aeroporti la amano e la usano spesso. Proprio come un’altra espressione, “sense of place”, anche l’aggettivo “esperienziale” ha perso molto del suo impatto originale. Tuttavia, rimane di grande attualità, soprattutto quando si parla di acquirenti della Gen Z, i primi consumatori completamente nativi digitali (nati tra il 1998 e il 2012). Questo gruppo costituirà forse la metà di tutti i viaggiatori nel prossimo decennio e ha esigenze e desideri molto specifici.

Secondo un recente rapporto NIQ Spend Z, si prevede che il potere di spesa della generazione Z crescerà fino a raggiungere una cifra stimata di 12.000 miliardi di dollari entro il 2030. Ciò significa che avranno un’influenza significativa sui prodotti che produttori e rivenditori venderanno nel prossimo futuro. La loro attività online li rende più consapevoli dal punto di vista sociale e chiedono anche autenticità ed eccitazione, il che significa, in effetti, esperienza.

I retailer aeroportuali andranno incontro a sorprese, se non avranno elaborato per tempo tempi e modi con cui questa generazione affronta i viaggi. Lo fanno per migliorare la salute mentale e il benessere, con un 93% di loro concorde sul fatto che i viaggi abbiano un impatto positivo sul loro stato mentale. L’89% ha dichiarato che le vacanze fanno sentire meno ansiosi. A questa generazione, che in genere non è una grande bevitrice, piace anche l’idea di viaggi “asciutti” senza alcol, un punto chiave da affrontare per i rivenditori.

Tutto ciò comporta un cambiamento nel modo in cui - e con cosa - i rivenditori si rivolgono alla Gen Z. Alla fiera TFWA di quest’anno a Cannes, la società di ricerca sul travel retail M1nd-set e l’agenzia di sviluppo commerciale Blueprint hanno presentato EX.CEL, un workshop sul retail esperienziale.

All’evento hanno partecipato protagonisti del settore come Avolta, Aer Rianta International, Coty, Starboard Group, Edrington, Nuxe Group, Storck e Groupe Clarins, oltre a proprietari di aeroporti come Royal Schiphol Group e Munich Airport.

Basandosi su un’analisi approfondita del comportamento degli acquirenti, M1nd-set e Blueprint hanno mostrato come le esperienze coinvolgenti - ad esempio il grande pop-up di Sol de Janeiro a Londra Heathrow o l’installazione di Rémy Cointreau all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi per celebrare il 300° anniversario di Rémy Martin - attirino i viaggiatori.

Karl Walter, partner di Blueprint, ha dichiarato: “I tradizionali strumenti di vendita in negozio sembrano perdere il loro impatto, sottolineando la necessità di un ripensamento del settore. Il retail esperienziale converte i viaggiatori in acquirenti, incrementando la loro spesa e favorendo la fidelizzazione”.

News International

Per ora è bloccata la maxi fusione Tapestry-Capri

Un giudice federale americano ha bloccato quella che sarebbe stata una delle fusioni più importanti del segmento luxury. Tapestry è la holding che controlla i marchi Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman e cha ha manifestato l’intenzione di rilevare Capri, cui fanno riferimento i marchi Versace, Jimmy Choo e Michael Kors . La fusione avrebbe un valore stimato in 8,5 miliardi di dollari, ma la Ftd (Federal Trade Commission) per ora ha bloccato l’operazione a causa del rischio di eccesso di concentrazione nel mercato di riferimento. L’operazione era concordata quindi il due Tapestry/Capri presenterà istanza in corte d’Appello.

JD Sports, arriva l’ok per l’acquisizione di Courir

Annunciata da qualche mese, ha ricevuto l’ok dell’Ue l’acquisizione da 520 milioni di dollari della francese Courir da parte di JD Sports Fashion PLC . Il regolatore antitrust dell’Ue ha dato il via libera all’acquisto dopo che le aziende hanno sottoscritto impegno per evitare l’eccessiva concentrazione di mercato. Tra le misure proposte, la cessione dei negozi Courir in Portogallo, mentre diversi negozi in alcune zone della Francia passeranno a Snipes , proprio un concorrente diretto nel mercato degli articoli sportivi.

QSRP compra i noodles di Chopstix. Derycke sale a ruolo di Coo

QSRP ha acquistato la catena inglese di noodle restaurants Chopstix. Il gruppo specializzato nel quick service, guidato da Alessandro Preda, ha acquisito una quota di maggioranza del capitale, in cui restano ancora i due fondatori. Chopstix è una catena composta da circa 150 noodle bar distribuiti fra Regno Unito, Irlanda e anche Romania, dove di recente è stato aperto un punto vendita all’aeroporto internazionale di Bucarest. Questo passaggio servirà a favorire l’espansione della catena in Europa, anche se al momento non è chiaro se l’Italia possa essere coinvolta. All’interno del gruppo QSRP c’è un’altra novità recente, che in parte riguarda anche il mercato italiano. Kevin Derycke, che dal 2022 ricopre il ruolo di responsabile per Burger King Restaurants Italia, è salito a ruolo di COO (Chief operating officer) di QSRP, con la responsabilità globale sulle aree di business Burger, French Tacos e Seafood.

Deichmann salva Esprit, almeno per le scarpe

Deichmann sta acquistando i diritti del marchio Esprit per l’Europa e gli Stati Uniti. Non è stato reso noto il valore economico dell’operazione. Il gruppo tedesco ha però precisato che si concentrerà sulle calzature, considerando che Deichmann ed Esprit stanno già sviluppando insieme collezioni di scarpe dal 2019. I diritti per l’abbigliamento e il tessile verranno invece “girati” a Theia Brands, brand management company multinazionale. La holding proprietaria di Esprit, a Hong Kong, era alla ricerca di un acquirente per i diritti del marchio da aprile, quando una dopo l’altra le filiali nazionali hanno dovuto dichiarare bancarotta.

Cassis Paprika finisce nel portafoglio di Futura Capital

Cassis Paprika (dalla fusione dei brand Cassis e Paprika) ha trovato un nuovo proprietario, che porterà avanti una versione ridimensionata della catena. È stato il fondo Futura Capital a rilevare il 70% del capitale. Il nuovo azionista di maggioranza ha però confermato le voci che circolavano, ossia che molti negozi verranno chiusi. Al momento, sono 89 quelli confermati. In Belgio, si salvano 37 negozi e 189 dipendenti, mentre 23 store chiuderanno. In tutta Europa, l’investitore lussemburghese rileva 89 negozi e 396 dipendenti: oltre ai negozi belgi, si tratta di 21 filiali nei Paesi Bassi, 14 in Francia, 12 in Germania e 5 in Lussemburgo. Nell’esercizio finanziario 2022-2023 Cassis Paprika aveva registrato una perdita netta di 7,8 milioni, ma soprattutto accumulato debiti bancari per 28 milioni

Anche la Ue contro Temu sui prodotti contraffatti

La Commissione europea sta incalzando il popolare rivenditore on line Temu, famoso per i prezzi ultra scontati, che ha affermato di aver intrapreso una politica di contrasto alla vendita di prodotti contraffatti e non sicuri. Bruxelles ha chiesto chiarimenti, poiché sospetta che Temu non stia facendo sufficienti sforzi. A maggio, diverse associazioni europee di consumatori avevano presentato delle denunce, accusando il marketplace di utilizzare tecniche illegali e manipolative. Diversi Stati membri hanno anche chiesto alla Commissione europea di tenere sotto controllo Temu in base al Digital Services Act. Temu di recente ha annunciato l’intenzione di aprire il suo webshop ai retailer, una sfida diretta ad Amazon.

New Travel Markets

a cura di Luca Esposito

luca.esposito@layline-consulting.it

Hong Kong Food Expo Pro, fra tecnologia e piatti “cotti” in 3D

Le tre fiere, Food Expo, Beauty & Wellness Expo e Home Delights Expo, organizzate dall’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) si sono concluse lo scorso agosto in modo molto positivo. I 1.860 espositori provenienti da 30 Paesi hanno offerto significative opportunità commerciali ai numerosi buyers in un contesto vibrante e divertente per gli oltre 500.000 visitatori.

In concomitanza con le fiere sopra citate, hanno avuto un crescente successo anche due eventi concomitanti: il Food Expo PRO e l’Hong Kong International Tea Fair (visitate da 20.500 buyers provenienti da 60 paesi).

Il Food Expo PRO ha ospitato espositori internazionali provenienti, oltre che da Hong Kong, da Cina, Indonesia, Giappone, Corea, Malesia, Tailandia, Filippine, Polonia, Messico. Tema trasversale dell’esposizione sono state le ultime tendenze del settore e le esigenze del mercato con un punto di forte interesse rappresentato dalla zona dedicata alla scienza e tecnologia alimentare, la Food Science and Technology zone, che ha presentato prodotti alimentari alternativi e futuribili. Una particolare attenzione è stata prestata alla crescente popolarità dei piatti pronti, nonché ai prodotti certificati Halal che stanno facendo registrare un aumento di consumatori in tutto il mondo. Per la cucina Halal, cioè preparata rispettando la legge islamica, si prevede infatti una forte crescita del mercato nel prossimo decennio, grazie anche al contributo delle tendenze vegane, alla ricerca della sostenibilità e alla percezione negativa dei consumatori riguardo alla macellazione e alla sofferenza degli animali. Inoltre, la certificazione Halal, essendo ottenuta grazie ad un rigoroso controllo del prodotto e del processo di produzione, garantisce quella qualità e sicurezza aliementare sempre più ricercate dai consumatori, anche al di là delle proprie convinzioni religiose.

Inoltre, Il Food Tech Symposium ha consentito ai visitatori di saperne di più sugli ultimi progressi tecnologici, sulle innovazioni tecnologiche nella produzione alimentare, sugli alimenti del futuro e sulla sostenibilità del settore. In particolare, si sono segnalate alcune start-up con pro-

dotti innovativi come, ad esempio, la Technological and Higher Education Institute of Hong Kong (THEi), che ha presentato una “lingua elettronica”, un dispositivo intelligente che effettua una gamma completa di analisi quantitative e qualitative del gusto e la Elevatefoods Technology che ha brevettato un sistema di stampa e cottura 3D in tempo reale e una piattaforma di progettazione digitale degli alimenti che riduce gli sprechi.

Infine, la fiera del tè, con prodotti selezionali di alta qualità provenienti da diverse parti del mondo, ha fatto, come detto, anch’essa da corollario proponendo una competizione internazionale sui tè con il miglior aroma e gusto che potevano essere degustati sul luogo (tra cui il famoso KamCha, tè al latte di Hong Kong) e un concorso sul design degli spazi commerciali in cui i partecipanti hanno potuto presentare i loro concept creativi per il servizio del tè.

Entrambe questi eventi, aperti al grande pubblico durante l’ultimo giorno, hanno continuato ad adottare il modello ibrido Exhibition Plus che affianca alla visita fisica una piattaforma di business matching che permette ai visitatori di programmare e condurre incontri online con gli espositori ed una applicazione che permette di selezionare come preferiti gli espositori di interesse ed approfondire le informazioni sui prodotti anche dopo la fiera.

Da M-Cube il touchscreen per il negozio che “aggira” il sito internet

M-Cube presenta una nuova soluzione digitale in grado di valorizzare l’intero catalogo prodotti di uno store o negozio, con l’obiettivo di potenziare il servizio in chiave di omnicanalità. Si tratta di un touchscreen, tramite cui gli addetti vendita possono mostrare tutti i prodotti del retailer, compresi gli articoli non presenti fisicamente in negozio, con molti dettagli e informazioni per il consumatore. Ma questo sfoglio avviene senza ricorrere al sito web, che potrebbe rendere l’esperienza più lenta e negativa per il consumatore. E la soluzione si presta a diversi usi. Ad esempio, un brand di design sarebbe in grado di mostrare infinite combinazioni per l’arredamento di uno spazio, mentre un negozio di abbigliamento può proporre l’intera gamma di capi di ogni marchio, presentati per collezione, taglia, modello e colore. La soluzione è stata ideata in collaborazione con Cloudshelf

Ecogentra per la rendicontazione della sostenibilità lungo la filiera

È arrivato sul mercato Ecogentra , nuovo tool sviluppato da GS1 Italy Servizi e GreenRouter che permette alle aziende di rendicontare la sostenibilità delle proprie attività e filiere, grazie ad un’unica piattaforma. Ecogentra calcola sia le emissioni di Scope 1 e 2, sia quelle di Scope 3 sviluppate dai fornitori lungo la filiera, realizza report di rendicontazione, e, soprattutto, permette di condividere queste informazioni con i clienti, utilizzando un linguaggio standard comune che rende i dati confrontabili. La piattaforma offre tre tipologie di licenza con diverse funzionalità, così da rispondere alle necessità, tanto delle grandi imprese e PMI soggette agli obblighi della Direttiva Europea CSRD, quanto a quelle PMI o microimprese non soggette alla Direttiva, ma chiamate alla condivisione delle proprie emissioni da parte dei clienti.

Da Mowi la linea di salmone fresco e surgelato studiata per l’ho.re.ca

Mowi , realtà norvegese tra i leader nel settore del salmone, offre una linea pensata per la ristorazione. Si chiama Mowi Professional e si compone di diverse referenze. La più tradizionale è quella di salmone affumicato a freddo su legno di faggio e salato manualmente a secco, preaffettato a fresco e senza pelle o muscolo bruno, ideale per antipasti o secondi leggeri. L’assortimento include anche una varietà di prodotti surgelati: Cubetti di salmone Cryo 2 Kg, in cubetti regolari da 12x12 mm, ottimi per arricchire insalate o poke; Burger di salmone con panatura da 150 g l’uno, ottimi per una preparazione veloce in padella o al forno; Burger al naturale da 100 g, composti al 98% da salmone, anche questi ideali per essere pronti in pochi minuti.

Zebra Technologies lancia tre nuovi strumenti per il retail

Zebra Technologies annuncia tre nuove soluzioni per negozi e operazioni di magazzino: Zebra Kiosk System, la nuova versione della piattaforma Zebra Workcloud™ Actionable Intelligence 7.0, e i nuovi tablet rinforzati Windows ET60W/ET65W (ET6x Windows). Zebra Kiosk System è una soluzione modulare per il self-service di consumatori e dipendenti nei settori retail e non solo, che ruota intorno al computer Kiosk Android KC50, disponibile con schermi da 15” e 22”, dotato di funzione tap-to-pay e compatibile con tutti i principali terminali di pagamento. L’aggiornamento della piattaforma Zebra Workcloud Actionable Intelligence 7.0 introduce nuove capacità di analisi basate su IA e coperte da brevetto, progettate per i negozi. Infine, i nuovi tablet ET60W/ET65W offrono nuove capacità di accelerazione dell’IA. Inoltre, il nuovo Zebra Control Hub per Windows consente una configurazione facile da portare a termine, permettendo sia ai lavoratori che all’IT di accedere alle impostazioni dei tablet da un’unica applicazione.

I supermercati Gala adottano le soluzioni di VusionGroup

Tutti i 43 punti vendita a insegna Gala della società L’Abbondanza stanno adottando le soluzioni digitali di VusionGroup : tecnologie nel campo dell’IoT, Intelligenza Artificiale e Data management per elevare l’efficienza operativa dei punti vendita. L’implementazione si appoggia sull’infrastruttura Wi-Fi Cisco Meraki già presente in negozio, che si integra alla piattaforma VusionCloud. Inoltre, L’Abbondanza implementerà anche la soluzione Captana, in grado di migliorare la disponibilità dei prodotti a scaffale e la gestione dell’inventario in tempo reale. Un’altra tecnologia adottata all’interno dei negozi saranno gli Engage Rails, display digitali dedicati ad attività di Retail Media direttamente allo scaffale. I punti vendita del gruppo si trovano in Umbria, Toscana e nelle Marche.

Goldplast, il boccale di birra è personalizzabile

Goldplast è tra le principali aziende italiane di fornitura di accessori per la tavola per hospitality ed horeca. In questo periodo ha presentato la sua linea di bicchieri da birra per la ristorazione, infrangibili, testati per resistere a molteplici cicli di lavaggio in campo domestico e professionale, e riciclabili in quanto realizzati con materie prime termoplastiche. La linea è composta da varie referenze a livello di forma: boccale, bicchiere conico, tumbler conico, calice, tutte disponibili con diverse capacità. Inoltre i bicchieri Goldplast sono personalizzabili con un logo, un messaggio o un design speciale, con la possibilità di utilizzare fino a 5 colori.

IKEA for Business apre anche al noleggio personalizzato

IKEA for Business è la divisione che mette a disposizione i propri prodotti e la propria expertise per studiare soluzioni personalizzate per l’organizzazione e l’arredamento degli ambienti di lavoro, tra cui negozi, ristoranti e bar. Ora è arrivato un nuovo servizio. Si tratta del noleggio operativo offerto in collaborazione con Grenke Italia. Questa novità permette ai clienti possessori di partita Iva di noleggiare mobili IKEA per un periodo di tempo determinato. È prevista una prima fase, con lo sviluppo di un progetto d’arredo su misura, relativo a design, tempi di consegna, montaggio e decorazione, con i consulenti IKEA for Business che seguono ogni fase. Una volta verificata la fattibilità del progetto, il cliente potrà sottoscrivere il contratto con GRENKE e utilizzare l’arredamento IKEA per un periodo di tempo determinato, da 13 a 36 mesi, a fronte di un canone mensile/trimestrale fisso e predeterminato.

Menù digitali, MyCIA acquisisce il 100% di Dishcovery

La holding HealthyFood ha acquisito il 100% delle quote societarie di uno dei suoi principali competitor, Dishcovery . Nata nel 2018, HealthyFood ha dato vita a Carta d’Identità Alimentare e MyCIA , con la missione di migliorare l’esperienza culinaria delle persone con esigenze dietetiche particolari, che si è evoluta nel tempo integrando servizi sempre diversi. Dishcovery è specializzata in soluzioni digitali, di cui la più nota è il menù digitale, ma in realtà l’elenco comprende anche ordini dal tavolo, delivery e asporto, pagamenti digitali, raccolta dati dei clienti e gestione delle promozioni. I due brand, MyCIA e Dishcovery, continueranno a operare sul mercato separatamente, ma entrambe possono ora arricchire il ventaglio di soluzioni proposte. La somma dei due portafogli raggiunge ora il volume di circa 3.000 clienti, con oltre 30 milioni di utilizzi registrati.

Datalogic

e Worldline trasformano ogni dispositivo in un punto di pagamento

Datalogic annuncia una partnership strategica con Worldline. Il fulcro di questa collaborazione riguarda la certificazione dei dispositivi portatili Memor di Datalogic con Worldline “Tap on Mobile”. In questo modo, commercianti e integratori possono trasformare qualsiasi punto di interazione in un punto di pagamento nei segmenti della logistica (consegna a domicilio), del retail e dell’ospitalità. L’innovativa funzione SoftPos consente di sfruttare al massimo la versatilità dei dispositivi Memor, nuovi o già esistenti, senza bisogno di investire in ulteriore hardware. La nuova famiglia Datalogic di Memor 30-35 è progettata specificatamente per soddisfare le crescenti esigenze di mobilità aziendale. È dotata di un lettore NFC multi-side a 360° che consente transazioni da diverse angolazioni del dispositivo e offre opzioni di self-service.

CAMBI DI POLTRONA

Sea Aeroporti

Luigi Battuello è il nuovo Chief Commercial Officer di SEA Aeroporti. Il manager, in questo modo, assume la responsabilità commerciale dei due settori core, della società, la parte non Aviation, che già presiedeva, cui ora si aggiunge l’Aviation. La nomina di Battuello fa seguito all’uscita di Andrea Tucci, che prima si occupava dei rapporti con i vettori aerei. “Battuello, manager di alto livello con un’esperienza in SEA di oltre 14 anni, raccoglie il testimone e accetta la sfida di sviluppare ulteriormente la crescita degli aeroporti di Milano” recita una nota diffusa dalla società. Battuello, napoletano di nascita, lavora in SEA dal 2010. Prima aveva maturato esperienze importanti in McArthurGlen e prima ancora in Dufry.

ANDREA ROSSI

Chief Marketing Officer di QSRP Group

Andrea Rossi è stato nominato a capo della divisione Marketing di tutto il gruppo QSRP. Il manager lavorava in QSRP già dal 2021, dove si era occupato di alcuni marchi (Burger King, Quick, O’tacos, Nordsee) prima come Head of digital channel e poi come responsabile marketing. Ora amplia il ruolo delle sue responsabilità. In precedenza, aveva lavorato in Nestlè Nespresso e prima ancora in Autogrill, sempre in area digital collegata al food & beverage. Dal 2009 al 2015 aveva lavorato in Mondadori.

ALESSANDRO CARLUCCIO

Managing Director di Bauli Retail

Alessandro Carluccio è stato scelto dal gruppo Bauli come Managing director di Bauli Retail. Questa costola del gruppo veneto è quella incaricata di sviluppare il format “Minuto di Bauli” già presente in alcune strade cittadine, tra cui Milano, e in alcuni centri commerciali. Carluccio proviene da diverse esperienze in ambito ristorazione, tra cui quella in Sebeto, come direttore delle operations di Rossopomodoro, Hanagroup, e un passaggio di un anno in Lagardere Travel Retail con il ruolo di direttore Marketing & Format e Tech.

GIOVANNI MONTRUCCOLI

Franchising e Travel Retail Manager di Mc2 Saint Barth

Giovanni Montruccoli è diventato il nuovo Franchising e Travel Retail Manager di Mc2 Saint Barth, il brand italiano noto per l’abbigliamento estivo, partecipato anche da Percassi e Peninsula. Mc2 Saint Barth sta allargando la rete dei negozi monomarca, anche grazie all’affiliazione. Montruccoli vanta numerosi anni di esperienza nel retail. Per molti anni ha lavorato in Max Mara come Senior Area e Retail manager, dopo ha fatto un breve passaggio come supervisore retail e vendite internazionali del marchio di moda Elisabetta Franchi.

GIULIANO STRONATI

Direttore generale di Risparmio Casa

Risparmio Casa ha nominato Giuliano Stronati nel ruolo di Direttore Generale. Laureato in Economia e con Master in Management e Leadership, il nuovo D.g. vanta un’esperienza di oltre 30 anni maturata nel settore della GDO e nella distribuzione specializzata in ruoli di top management in aziende multinazionali (Rinascente-Auchan), alla guida di operazioni di turnaround, nello sviluppo di catene e da ultimo in Arcaplanet, nonché nella conduzione con successo dell’integrazione con Maxi Zoo Italia.

GIANFRANCO TIBOLLO

Direttore sviluppo retail

Panino Giusto

Gianfranco Tibollo è stato nominato direttore della strategia di sviluppo retail della società, impegnata in un piano di rilancio, anche dopo l’avvento di un nuovo socio. Tibollo vanta una solida esperienza in ambito retail, sia legato alla ristorazione, sia non food. In passato è stato a capo dello sviluppo retail delle librerie Red Feltrinelli e per alcuni anni è stato Business developmet manager di Alice Pizza.

AREAS Italia

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