INCHIESTA MACCHINE NUOVE MESCOLE EPDM
RICICLO IN CONTINUO
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
APRILE 2013 - NUMERO 3
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SOMMARIO | ANNO 57 - 606 • APRILE - N. 3 7 18
Federazione Gomma Plastica
ASSOGOMMA
ELASTICA: SOMMARIO
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L’intervista del mese BIOECONOMIA: PERCHÉ RIGUARDA ANCHE LA GOMMA
C’è un rapporto sempre più stretto tra green economy e gomma. Lo sottolineano le voci di due aziende protagoniste in campo internazionale delle trasformazioni in atto: Giulia Gregori di Novamont e Gianni Girotti di Versalis
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NUOVE MESCOLE IN EPDM PER APPLICAZIONI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
Utilizzando i prodotti Rhenogran di Rhein Chemie, Oldrati, uno dei grandi leader nel campo degli articoli tecnici, realizza mescole apprezzate in tutto il mondo
IL RICICLO IN CONTINUO DELLA GOMMA
Riciclare gomma vulcanizzata utilizzando un estrusore bivite co-rotante e reintrodurla nel processo produttivo. Questo l’obiettivo realizzato dalla Maris con un processo completamente termo-meccanico
NUOVE SCHEDE DI SICUREZZA, ISTRUZIONI PER L’USO
Un corso organizzato in gennaio da Assogomma, in collaborazione con il Centro Reach, ha affrontato il tema delle modifiche alle schede di sicurezza introdotte dal regolamento del 2010
IL 2013 È UNA INCOGNITA MA SI CONTA CHE POSSA CHIUDERE IN POSITIVO
Prima parte di una nostra inchiesta tra i costruttori di macchine. Rispondono, tra preoccupazioni e speranze, i fabbricanti di impianti e accessori per lo stampaggio
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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio di
OBIETTIVO: CONSOLIDARE LA BASE PRODUTTIVA E QUELLA FINANZIARIA
Un nuovo sito produttivo a Carobbio degli Angeli, l’ingresso nel capitale del FII, l’acquisto di Iride Color: queste le mosse salienti della strategia di sviluppo di Mesgo
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DOVE ANDARE AD ESPORTARE
Una rassegna ragionata del sistema fieristico internazionale della gomma
LA CORRISPONDENZA COMMERCIALE? LA AFFIDO IN OUTSOURCING
Ecco come Italian Gasket ha affrontato, e risolto, il problema della gestione intelligente del flusso dei documenti commerciali
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
aprile 2013
INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE
• Una joint venture tra Pirelli e Clean Diesel Technology • Cavi italiani per le windfarm del Mare del Nord • Solvay e Akzo Nobel insieme per le rinnovabili
SICUREZZA DEI PRODOTTI E SORVEGLIANZA DEI MERCATI
In febbraio la Commissione Europea ha adottato un pacchetto di proposte in materia di trasparenza dei mercati
Federazione Gomma Plastica
ASSOGOMMA
promuovono CONFERENZA TECNICA
INNOVAZIONE E AMBIENTE (PRODOTTI E TECNOLOGIE) Fornitori dell’industria della gomma e trasformatori si incontrano e dibattono due temi ai quali le aziende italiane sono particolarmente interessate sia per il loro impegno in materia di nuovi materiali e tecnologie sia per la loro crescente attenzione alla sostenibilità ambientale.
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e t n e m l a r u t a N a t r a c io la Le foreste europee sono il 30% in più rispetto al 1950*. In pratica, ogni anno sono cresciute dell’equivalente di 1 milione e mezzo di campi da calcio. Inoltre la fibra di cellulosa può essere riciclata fino a 7 volte. E con 2.000 chili riciclati al secondo**, la carta è il materiale più riciclato in Europa. Lunga vita alla carta!
* elaborazione Two Sides su dati FAO 2010;
(Le foreste europee forniscono l’88% del legno usato per fare la carta in Europa)
** fonte ERPC 2010
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TACCUINO
• Pirelli e Versalis insieme per un progetto sulla gomma
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA
da guayule • A gennaio la produzione a +0,7% e l’export tiene • ETRMA chiede un mercato delle materie prime equo e sostenibile
Comitato di redazione: Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Antonino Di Pasquale, Eugenio Faiella, Riccardo Oldani
• Macchine italiane: un buon 2012 grazie all’export
Direttore responsabile Eugenio Faiella
• In calo i consumi su scala globale
Redazione, amministrazione, pubblicità
• Verso il 35% la quota dei pneumatici verdi • Surplus cinese per gli scambi di presse a iniezione • La crisi del pneumatico in Francia e Italia • Cresce del 2,3% l’export di macchine tedesche • Un centro per la tecnologia italiana in India • Prysmian tra i protagonisti del Premio Leonardo • ContiTech apre un centro ricerca in Cina • Acquisizione italiana nel campo dei ritardanti di fiamma
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• Lanxess vira in Brasile su SBR in soluzione
Redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it
• Battistrada da trattore per uno scarpone innovativo
Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it
• Una nuova pressa Engel a Eurostampi
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Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. Stampa: Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI)
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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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elastica Comitato di redazione: Fabio Negroni, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani.
SO M M A R I O Gli sponsor di Elastica...........................................................................................................................................8- 9 Abbiamo letto per voi.............................................................................................................................................10 Caratteristiche di EPDM con micro polvere di PTFE Modifica con Electron Beam del polietilene clorurato
Studio delle frequenze udibili di gomme magneto-sensibili
Olio dalle noci di caju come plastificante in NBR
Lavorazione delle gomme siliconiche liquide
La Goodyear pensa all’uso all’olio di soia nei pneumatici
Controlli end-of-line per eliminare i difetti di produzione
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| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
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con il patrocinio del C.N.R.
Un laboratorio specializzato al servizio dell’industria della gomma Il Cerisie
dal National Bureau of Standards U.S.A. per verificare la ripetitibilità e la riproducibilità dei risultati.
È un laboratorio costituito dall’AIRIEL (Associazione Italiana per la Ricerca nell’Impiego degli Elastomeri) e dall’ASSOGOMMA con il patrocinio del CNR.
Gli utenti
I servizi
I trasformatori di materiali elastomerici ed affini; i produttori di materie prime, macchinari e apparecchiature di prova; gli utilizzatori di prodotti finiti.
I collegamenti
Collabora con Enti di Normazione quali UNI e ISO. Partecipa a prove interlaboratoriali organizzate
Prove fisico-meccaniche, analisi chimiche, collaudi, consulenze e sperimentazioni, formulazione di mescolanze, ottimizzazione di cili produttivi, corsi di addestramento e aggiornamento, ricerca applicata.
Le agevolazioni
Sulle prove e sui servizi, i soci AIRIEL godono di uno sconto del 40% Per i soci ASSOGOMMA lo sconto è del 15%.
Via Privata Cadore,13 - 20098 San Giuliano Milanese (MI) - Tel. 0298804.43 - Fax 029880975 - info@cerisie.it www.cerisie.it
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elastica
ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
rassegna della stampa tecnica estera materie prime CARATTERISTICHE DI EPDM CON MICROPOLVERE DI PTFE Ch. Hopmann, J. P. Dering, G. Cöllen – IKV Aachen – e-mail: dering@ikv.rwth-aachen.de; Gummi Fasern Kunststoffe; (GAK) 65/10-648-651-2012. Rif. E3115.
C
on gli articoli di EPDM viene spesso richiesto di migliorare la resistenza all’abrasione ed è il caso dei profilati che costituiscono le guide dei finestrini degli autoveicoli, dei profilati per le portiere e delle spazzole dei tergicristalli. Nei profilati per i finestrini laterali la sollecitazione all’abrasione viene ridotta mediante l’applicazione di una floccatura sul labbro del profilato, oppure con l’applicazione di una lacca di scivolamento. Viene anche usato un nuovo accorgimento: l’introduzione di polvere di PTFE (politetrafluoroetilene) nella mescola del profilato. Ciò riduce il coefficiente di sfregamento e in tal modo, con ogni probabilità, anche la sollecitazione all’abrasione. La micropolvere di PTFE viene preventivamente sottoposta a un trattamento con agenti chimici e con radiazioni che, sulla micropolvere con granulometria
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
10 µm, dà luogo alla formazione di una superficie favorevole all’attacco sull’elastomero. Nell’articolo viene esposto uno studio con due mescole di EPDM, entrambe a base di Buna EP G 6850/8450 contenenti 6,2% di etilidennorbornene vulcanizzate con zolfo, che vengono provate sia nella forma comprendente nero N550/Sunpar 2280/Zonyl MP1100, sia nella forma di gum stock. Zonyl MP1100 è una micropolvere di PTFE a basso peso molecolare fornita da DuPont, che presenta limitata tendenza alla agglomerazione e che pertanto presenta favorevoli proprietà di dispersione. Le mescole contenti nero di carbonio e olio presentano carico di rottura e allungamento a rottura rispettivamente di 9,8 MPa e di ~800%. L’aggiunta di PTFE fino a 4 phr÷8 phr dà luogo a un leggero aumento di tali caratteristiche, ma per contenuti maggiori di 10 phr danno luogo progressivamente a diminuzione. In assenza di nero di carbonio e di olio le caratteristiche meccaniche rilevate sono molto basse: solo con contenuti di PTFE superiori a 8 phr÷10 phr il carico di rottura incomincia ad aumentare. Gli autori constatano quindi che il nero di carbonio esercita il rinforzo in modo dominante, mentre il PTFE, che esercita pur esso un rinforzo, lo fa in modo secondario. Nei riguardi della resistenza all’abrasione si deduce che l’introduzione di PTFE è efficace, raggiungendo un massimo di efficacia con 60 phr di PTFE. La resistenza all’usura però non viene migliorata con l’aggiunta di PTFE, perché l’usura riscontrata diviene via via maggiore aumentando la concentrazione di PTFE nella mescola e raggiunge un massimo con 20 phr di PTFE. I valori considerati nell’articolo sono espressi come µm/km. La conclusione tratta dagli autori è che l’aggiunta di polvere di PTFE ha un potenziale positivo nei riguardi della resistenza all’abrasione, ma non nei riguardi della resistenza all’usura.
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materie prime MODIFICA CON ELECTRON BEAM DEL POLIETILENE CLORURATO K. Mandal, N. R. Mongal, Nikhil, K. Singha – Rubber Technology Centre, HT, Kharagpur – India – e-mail: nks@rtc.iitkgp.ernet.in; Rubber Chemistry and Technology; (RCT); 84/2-137-146-2011. Rif. E3117.
I
l polietilene clorurato (CPE) è un elastomero introdotto nel 1970 dalla Dow Chemicals noto per la sua resistenza agli oli, alle intemperie, alle alte temperature (~150°C). Esso contiene 33÷42% di cloro: quando il contenuto di quest’ultimo è circa 35% il polimero è esente da cristallinità. Il CPE potrebbe essere reticolato con perossidi, ma la presenza di cloro nel polimero crea molte interferenze, che fanno preferire l’uso di radiazioni (EB = electron beam). Viene consigliata la presenza contemporanea di sensibilizzanti come triallilcianurato (TAC) o di trimetilolpropano trimetacrilato (TMPTMA). Nel lavoro qui recensito il CPE viene caratterizzato con FT-IR (Fourier Transform Infrared analysis), con DSC (Differential Scanning Calorimetry), con TGA (ThermoGravimetric Analysis) e con analisi elementare. I campioni per l’esecuzione delle prove vengono preparati mescolando su mescolatore
ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
a cilindri il CPE con il TAC o con il TMPTMA stampando poi il ricavato a 150°C e lasciandolo raffreddare sotto compressione di 2000 psi allo spessore di 2 mm. ll film ricavato viene sottoposto a irraggiamento con electron beam RDI Dynamitron DPC-2000 con dosi di 6, 9, 12, 15 Mrad a 25°C, con energia 1-3 MeV, potenza 0,5-150 kW, 100 KHz, 150 kW. Su provini di CPE irradiati e non irradiati viene determinato il contenuto di Cl. Con analisi FTIR viene notato che il contenuto di Cl diminuisce all’aumentare del’irraggiamento con EB a causa della deidroclorurazione del CPE. Inoltre viene notato che il carico di rottura subisce un aumento in funzione della dose di irraggiamento, raggiungendo un massimo di 4,8÷5,2 MPa con 2÷4 phr di TAC e dose di irraggiamento di 12 Mrad, e raggiungendo circa 8 MPa con 2÷4 phr di TMPTMA e dose di irraggiamento di 9 Mrad. Viene quindi dedotto che la generazione e la propagazione di radicali liberi è più efficiente con TMPTMA che con TAC, ciò che viene spiegato dal fatto che il TMPTMA ha struttura più lineare del TAC, il quale invece, contenendo gruppi aromatici, ha struttura più stabile e quindi meno reattiva. Quanto considerato nell’articolo serve agli autori anche per fare importanti deduzioni in riferimento all’importanza sensibilizzatrice soprattutto del TMPTMA, ma anche del TAC, nell’andamento della costante dielettrica. Quest’ultima, all’aumentare della dose di irraggiamento, tende a diminuire fino a livelli di circa 6 Mrad; a questo punto la costante dielettrica tende ad aumentare a causa dell’inizio della degradazione del polimero. Gli autori estendono il significato di quanto esposto anche nell’andamento dei termogrammi della analisi termica TGA. In presenza di TAC (triallilcianurato) compare un picco a 225÷375°C dovuto alla deidroclorurazione, ove poi il picco fondamentale di degradazione totale del polimero viene fatto notare a temperatura maggiore di 400°C.
materie prime OLIO DELLE NOCI DI CAJÙ COME PLASTIFICANTE IN NBR Ratan Sing, P. S. Bhattacharya – e-mail: ps_bhattacharya@yahoo. com; Rubber World; 243/6-20-25Marzo 2011. Rif. E3118.
L’
olio delle noci di cajù, detto anche CNSL o olio di anacardio, è classifi-
cato con CAS No. 8007-24-7. Il CNSL raffinato contiene per lo più 90% di acido anacardico, che è decarbossilato a cardanolo (m-pentadecadienilfenolo) e per il 10% a cardolo. Nel corso degli anni si sono succeduti lavori sull’impiego dell’olio CNSL, focalzzati su passati successi nelle mescole per articoli devoluti al contatto con carburanti. Nell’articolo qui recensito è riportato un nuovo studio in merito. Vengono considerate tre ricettazioni, non espressamente riportate. Ricettazione A di NBR/PVC con durezza 55 Shore A contenente 32 phr di uno o più plastificanti scelti tra la terna CNSL/ DOP/TP95. Ricettazione B rispondente a SAE J-30/ R7 a 125°C. Ricettazione C con resistenza a Fuel C e a sue miscele con metanolo e etanolo. Con la ricettazione A si nota che il carico di rottura diminuisce e l’allungamento a rottura aumenta quando il DOP viene sostituito con CNSL. Un rinforzo del sistema accelerante aumenta la densità di reticolazione nella mescola contenente solo CNSL: ciò viene evidenziato dal valore di compression set a 100°C. La differenza tra coppia reometrica massima e coppia reometrica minima nella mescola contenente solo CNSL, sinonimo di grado di reticolazione, presenta un valore basso, ma viene riportata a un valore migliore con l’aumento di accelerante. Con la ricettazione B si nota che la sostituzione di TP95 con CNSL dà un leggero abbassamento di carico di rottura e un leggero aumento di allungamento a rottura, ma il valore di durezza rimane il medesimo. Però a vantaggio dell’impiego del
CNSL si nota che è l’unico per il quale, dopo immersione in olio ASTM 3, si riscontra un aumento di volume, denotando con ciò una maggiore resistenza all’estrazione (leaching). Con la ricettazione C si nota che la mescola contenente il CNSL presenta inizialmente il carico di rottura più basso, che però risulta il più alto dopo permanenza al calore, all’olio ASTM 3 o al caburante C. La durezza della mescola contenente il CNSL dopo permanenza in carburante è la più bassa, ma gli autori pensano che probabilmente ciò sia dovuto alla caratteristica tipica dell’olio CNSL di presentare più bassa estraibilità da parte dei carburanti. La mescola contenente olio CNSL presenta elevato compression set in accordo con la bassa differenza tra coppia reometrica massima e coppia reometrica minima, sinonimo di minore grado di reticolazione, ma il compression set viene riportato a un valore migliore mediante aumento di accelerante. La valutazione generale è quindi che l’olio CNSL è un buon plastificante per mescole di NBR resistenti ai carburanti. L’articolo è molto intressante, sia per il contenuto, ad esempio nei riguardi del confronto dell’olio CNSL con gli ftalati, recentemante criticati per ragioni ambientali, sia soprattutto per il modo con cui gli argomenti vengono esposti, ordinati e ben commentati, mostrando una prassi applicabile anche ad altri problemi di esami della sostituzione di componenti di mescole, sulla base di risultati di prove di laboratorio ordinarie nell’industria della gomma.
materie prime LA GOODYEAR PENSA ALL’USO DI OLIO DI SOIA NEI PNEUMATICI Louise McHenry – e-mail: lmchenry@crain.com European Rubber Journal 194/5-8-8-Settembre-Ottobre 2012. Rif. E3119.
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a Goodyear Tire & Rubber Co. ha sviluppato uno studio che le ha permesso di ridurre l’impatto sull’ambiente riducendo la quantità di olio di origine petrolifera nei pneumatici. La Goodyear ha con ciò realizzato anche un miglioramento nella vita del battistra-
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ELASTICA | ABBIAMO LETTO PER VOI
materie prime PLASTIFICANTI EPOSSIDATI NATURALI Kannika Sahakaro, Annuwa Beraheng – Songkla University – e-mail: skannika@bunga.pn.psu. ac.th; Rubber Chemistry and Technology; (RCT); 84/2-200-2142011. Rif. E3120.
da. I tecnici del Centro US Innovation hanno trovato che usando olio di soia nei pneumatici si realizza un aumento della durata del battistrada del 10%. L’operazione dà luogo a una riduzione del consumo di plastificanti di origine petrolifera fino a 6 milioni di galloni (26,5 milioni di litri). Nell’impianto di Oklahoma City, Goodyear ha verificato in seguito a questa innovazione miglioramenti nel processo di mescolazione: usando olio di soia ha trovato vantaggi nel corso della dispersione della silice, che porta anche a una riduzione del consumo di energia. L’attività di sviluppo della Goodyear con i plastificanti derivati dall’olio di soia viene condotta anche nell’impianto di San Angelo (Texas). Se i risultati delle prove continueranno ad essere positivi, la vendita di pneumatici Goodyear contenenti olio di soia prenderà il via all’inizio del 2015. Accanto all’articolo riguardante Goodyear è riportato un comunicato della Bridgestone Americas, nel quale si riferisce dell’attività nello stabilimento Farm Progress Show di Boone (Iowa). In questo impianto vengono prodotti pneumatici per agricoltura contenenti 10% di olio di soia. Quest’ultimo viene impiegato anche nell’impianto di Des Moines, anch’esso dedicato alla produzione di pneumatici per agricoltura. Anche Bridgestone Americas conta di passare all’impiego sistematico di olio di soia alla fine del 2013.
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’articolo qui recensito segnala possibilità di sostituzione di plastificanti aromatici (PAH) nelle mescole di gomma in riferimento alla nota direttiva 2005/69/ EC e alla Commission Regulation (EC) No. 552/2009 al riguardo della classificazione ufficiale di 8 tipi di PAH (polycyclic aromatic hydrocarbons) come prodotti cancerogeni: benzo(a)pyrene (BaP), benzo(e)pyrene (BeP), benzo(a)antracene (BaA), crisene (CHR), benzo(b)fluorantene (BbFA), benzo(j)fluorantene (BjFA), benzo(k)fluorantene (BkFA), dibenzo((a, h)antracene (D BahA)). L’autore ricorda che si impone la sostituzione degli oli sunnominati, precisando che tale operazione può anche essere eseguita con altri plastificanti, che però presentino contenuto di aromatici PAH inferiore al 3% determinato per estrazione con dimetilsolfossido (DMSO) secondo il metodo IP346. Plastificanti che rispondono a tale particolarità sono gli oli TDAE (treated distillate aromatic extract), gli oli MES (mildly extracted solvate), oppure gli oli naftenici (NAP). Gli autori dell’articolo qui recensito considerano poi la possibilità di sostituzione con oli vegetali EPO (olio di palma epossidato) ed ESBO (olio di soia epossidato), pubblicando uno studio in merito in mescole di NR, SBR 1502 e in mescole di NR/ SBR 1502 in rapporto 50/50, in ogni caso caricate con 60 phr di nero HAF (le formulazioni impiegate sono riportate nell’articolo). Oltre che con le prove meccaniche correnti, sulle mescole vengono eseguite caratterizzazioni con analisi DTMA (Dyna-
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mic Mechanical Thermal Analysis) sotto tensione di 0,08%, alla frequenza di 1 Hz, velocità di riscaldamento 5°C/minuto in un intervallo di temperatura da -150°C a +100°C. Inoltre vengono eseguite caratterizzazioni con SEM (Scanning Electron Microscopy) con energia di 20 kV. Per gli oli EPO, ESBO e DAE (Distillate Aromatic Extract) vengono riportati e commentati a lungo lo spettro 1H NMR (risonanza magnetica nucleare rispetto al protone), lo spettro FTIR (Fourier Transformed Infra Red) e il termogramma DSC (Differential Scanning Calorimetry). Da tali spettri e da analisi spettroscopiche con analisi elementare CHNS-O gli autori realizzano che, ferma restando la presenza di indesiderati composti aromatici negli oli DAE, in questi ultimi appare la caratteristica presenza di derivati dello zolfo. Si può quindi pensare di ottenere caratteristiche analoghe impiegando oli EPO e/o ESBO. Nell’articolo è riportato uno studio in cui vengono indicate le proprietà meccaniche e dinamiche ottenute sulle 3 mescole sopra riportate a parità di sistema vulcanizzante. La viscosità delle mescole contenenti olio DAE risulta più bassa di quella nelle mescole di NR/SBR e di quella nelle mescole di SBR, mostrando per l’olio DAE maggiore compatibilità con l’elastomero. La differenza di coppia reometrica tra massimo e minimo, indice di grado di reticolazione, con olio ESBO è notevolmente minore che negli altri casi, cui corrispondono un modulo, un carico di rottura di rottura e una resistenza all’abrasione più bassi, con allungamento a rottura più alto. Per rendere ragionevole la sostituzione dell’olio DAE con gli oli EPO ed ESPO occorre che a 60°C tanδ (tangente dell’angolo di perdita), che esprime la resistenza al rotolamento, risulti adeguatamente più bassa rispetto a quanto succeda con olio DAE; occorre poi che a 0°C tanδ (tangente dell’angolo di perdita), che esprime la tenuta sul bagnato (wet grip), risulti adeguatamente più alta rispetto a quanto succeda con olio DAE. Queste due condizioni, soprattutto quella a 60°C, si verificano soprattutto con olio EPO, ma non con olio ESBO. Per correggere la situazione gli autori osservano che gli anelli ossiranici (anelli epossidici) nell’olio ESBO aumentano particolarmente la polarità dell’accelerante, il che può portare a un particolare assorbimento e/o a una
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particolare deattivazione dell’accelerante stesso. Su tale base gli autori studiano una modifica del gruppo accelerante, da CBS/ DPG/Zolfo 0,8/0,25/1,9 a 1,25/0,5/2,5 phr/ phr/phr nella mescola di NR e una modifica del gruppo plastificante da 10 phr a 6 phr nella mescola di SBR. Gli autori ritengono che quanto riguarda lo studio della mescola contenente l’olio ESBO richieda ancora un proseguimento dello studio. L’articolo è molto interessante per la spiegazione dell’utilizzo di dati di analisi strumentali.
materie prime COMPOSITI DI NR ED EPDM CON FIBRE CORTE ARAMIDICHE M. Shirazi, J. W. M. Noordermeer – e-mail: j.w.m.noordermeer@ utwente.nl; Rubber Chemistry and Technology; (RCT; 84/2-187-1992011. Rif. E3121.
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compositi elastomerici contenenti fibre corte sono caratterizzati dal tipo di elastomero, dal materiale e dal tipo della fibra, dalla dispersione e dal rapporto di aspetto della fibra, dall’adesione e dall’orientamento della fibra rispetto all’elastomero. Nell’articolo viene presentato uno studio in mescole di NR contenenti 55 phr di nero N220 insieme a 8 phr di un olio naftenico vulcanizzate con S/TBBS 1,5/1,5 phr oppure con Perkadox 14/40/TRIM 7,5/4 phr; e uno studio in mescole di EPDM (Keltan 8340) contenenti 105 phr di nero N550 insieme a 60 phr Sunpar 2280 (olio paraffinico) vulcanizzate con Perkadox 14/40/ TRIM 7,5/4 phr. Le fibre impiegate sono costituite da Twaron (Teijin) con lunghezza iniziale di 3 mm e diametro di 10÷12 µm (micrometri). Le mescole di studio sono state confezionate preparando in un mescolatore interno da 150 litri un master batch, completando poi quest’ultimo con i vulcanizzanti e con le fibre su un mescolatore da laboratorio con distanza fra i cilindri di 1,5 mm
per 6-7 minuti. In tal modo viene ottenuto un orientamento delle fibre, che viene stabilizzato a porzioni di 20 g con un trattamento sotto compressione. Sono rappresentate curve di trazione dei vari provini di composito, che mostrano le differenze tra i vari sistemi adesivi impiegati sulle fibre visualizzando gli andamenti dei valori di attacco delle mescole sopra descritte sulle fibre aramidiche stesse. Singolari sono i buoni attacchi ottenuti con le mescole di EPDM in presenza di sistema di aderizzazione RFL (Resorcina Formaldeide). La caratterizzazione viene poi eseguita anche in condizioni dinamiche servendosi della analisi DMA (Dynamic Mechanical Analysis). Viene concluso che il sistema di attacco alle fibre di aramide (Twaron) più favorevole si riscontra con il trattamento delle fibre con sistema RFL in presenza del sistema vulcanizzante perossidico Perkadox 14/40, in ragione di 7,5 phr attivato con 4 phr di TRIM (trimetilolpropanotrimetacrilato). Ciò vale soprattutto per compositi di EPDM, ma anche per compositi di NR, perché il sistema accelerante sopra nominato dà luogo alla fomazione di favorevole interazione chimica tra fibra ed elastomero. Un elemento di favore è il fatto che le fibre di Twaron sono sufficientemente lunghe per risultare incorporate nella matrice ed evitare lo sfilamento nelle condizioni dinamiche realizzate.
materie prime STUDIO DELLE FREQUENZE UDIBILI DI GOMME MAGNETOSENSIBILI Jonas Lejon, Leif Karl – Royal Istitute of Technology (Stoccolma) - e-mail: jole02@kth.se; e-mail: leikarl@kth.se; Kautschuk Gummi Kunststoffe; (KGK); 65/10-31-35Ottobre 2012. Rif. E3125.
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’articolo considera le caratteristiche dei fluidi magneto-sensibili (fluidi MS) e dei fluidi elettro-sensibili (fluidi ES). Tali fluidi sono caratterizzati dal fatto che sono in grado di variare rapidamente e reversibilmente le loro proprietà quando vengono introdotti rispettivamente in un campo magnetico o in un campo elettrico di determinate frequenze. L’utilità di tali materiali è nei sistemi di smorzamento e di supporto.
Nell’articolo qui recensito viene studiato l’effetto dell’applicazione di una deformazione sotto compressione parallelamente a un campo magnetico, valutando il modulo di scorrimento a taglio in un ampio intervallo di frequenze. Interessa conoscere l’effetto dell’applicazione di una predeformazione (prestrain) per riuscire a interpretare il comportamento del materiale. Il materiale di studio consiste in una mescola di NR (SMR GP) vulcanizzata con S/ MBT 3,5/0,5 phr contenente 40 phr di plastificante Nytex 480 e polvere di ferro in ragione di una frazione volumica di 33% per rendere il materiale magnetosensibile. La granulometria del Fe è 77,7% tra 0 e 38 µm, 15,6% tra 38 e 45 µm, 6,7% tra 45 e 63 µm. Le misure dinamiche vengono eseguite con una attrezzatura raffigurata nel testo, con la quale viene rilevata l’ampiezza di deformazione dinamica a diverse frequenze tra 200 Hz e 800 Hz a sezioni di 10 Hz. Le modalità esatte sono descritte nel testo. In una serie di grafici sono rappresentati gli andamenti del contributo di perdita con quattro prestrain e senza prestrain in funzione della frequenza, avendo l’accortezza di attendere 10 minuti tra una determinazione e l’altra per permettere al materiale di recuperare le sue condizioni; inoltre avendo l’accortezza, prima di ogni determinazione, di sollecitare i provini ad un prestrain maggiore di quello di misura per evitare l’influenza dell’effetto Mullins. Le determinazioni vengono eseguite sia in assenza di flusso magnetico, sia in pre-
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senza di flusso magnetico di 0,3 T (Tesla), di 0,5 T, di 0,75 T, di 1 T (1 Tesla = densità di flusso magnetico espresso in Weber/m2) Viene quindi interpretato che in un materiale magnetosensibile l’aumento di prestrain dà luogo ad una diminuzione anche del 50% del modulo di scorrimento. Oltre tale valore il modulo di scorrimento diminuisce ancora ma in modo meno sensibile. Viene però concluso anche che con un aumento del campo magnetico, mantenendo costante il prestrain, il modulo dinamico aumenta. L’articolo è molto importante, perché avvia alla comprensione dei criteri di progettazione di ammortizzatori e di supporti dinamici. (L’articolo è in lingua inglese)
prodotti e processi LAVORAZIONE DELLE GOMME SILICONICHE LIQUIDE Thomas Siegel – Arburg GmbH + Co KG – Lossburg - e-mail: thomas_siegel@arburg.com; Gummi Fasern Kunststoffe; (GAK) 65/10-632-635-2012. Rif. E3116.
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a Harburg produce presse robotizzate con forza di chiusura da 125 a 5000 kN per la produzione di articoli per l’industria automobilistica, per l’industria dell’imballaggio, per l’industria delle comunicazioni, per l’elettronica di consumo, per la tecnica medica e per gli elettrodomestici. L’azienda ha 2150 dipendenti, di cui 1800 in Germania e 350 in varie organizzazioni. Essa fruisce di certificazioni ISO 9001 nel campo della qualità, ISO 14001 nel campo ambiente e ISO 50001 nel campo energia. Nell’articolo qui recensito la Harburg si concentra sulle gomme siliconiche liquide (LSR) nel settore delle gomme termoplasiche TPE, enfatizzandone la resistenza al calore, che la Harburg non esita a dichiarare “talvolta anche a 180°C”, e ricordandone specialmente le prestazioni a bassa temperatura (-50°C), di isolamento elettrico e in campo fisiologico. L’autore sottolinea la versatilità delle LSR,
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perché esse si prestano a possibilità di numerosi accoppiamenti con vari materiali, sia oleoresistenti sia con materiali che durante l’uso cedono, ad esempio, antiadesivi, realizzando catteristiche speciali. Le LSR vengono in genere fornite in due componenti da miscelare al momento dell’uso in rapporto 1:1 in volume, per operare ad esempio in una apposita pressa dosatrice, potendo eventualmente realizzare anche miscelazioni di porzioni di opportuni colori. I due componenti vengono generalmente miscelati a 20÷25°C e quindi vengono iniettati in uno stampo a 160÷220°C attraverso canali freddi (Kaltkanalsysteme), in modo da ottenere stampate ineccepibili e veloci. Il sistema di stampaggio delle LSR avviene con procedimento opposto a quello che si usa per i correnti materiali termoplastici, con i quali bisogna lavorare con cilindro (barrel) ad alta temperatura per fluidificare il materiale e con la cavità dello stampo sotto raffreddamento per bloccare le caratteristiche alle temperature di impiego degli articoli. Con le LSR bisogna invece operare con un processo simile a quello in uso per gli elastomeri, cioe con il cilindro (barrel) alla temperatura alla quale non si innestano reazioni irreversibili di reticolazione (per le LSR 20÷25°C), e con la cavità dello stampo a 160°C÷220°C. Con le LSR è tuttavia possibile lavorare anche senza disporre di stampi con sistema a canali freddi, impiegando ugelli di iniezione che permettono di separare in modo efficiente la zona fredda del barrel dalla zona calda dello stampo. Ciò viene ottenuto con speciali ugelli di iniezione con chiusura ed apertura comandata ad ago pneumaticamente o idraulicamente, che quindi presuppone che non vengano utilizzati i canali freddi. In una figura riportata nell’articolo sono fotografati dall’esterno alcuni tipi di tali ugelli. La Arburg ha sviluppato poi un dispositivo denominato Einfach-Kaltkanaldüse comandato ad ago con sistema idraulico, che permette anche una iniezione diretta. Per la lavorazione delle LSR possono essere usate macchine idrauliche con tecnica a due pompe, sia orizzontali che verticali con unità di chiusura che permettano l’innesto di robot, l’innesto di sistemi evacuanti o di dispositivi di riduzione della
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forza di chiusura durante l’iniezione, ovvero anche in grado di permettere la variazione del profilo della chiusura. Le LSR sono oggi sempre più impiegate sia per la produzione di articoli per la tecnica medica che per articoli di consumo: viene citato l’esempio di collegamenti elettrici multipli con parti in elastomero termoplastico e con parti in LSR.
prodotti e processi CONTROLLI END-OF-LINE PER ELIMINARE I DIFETTI DI PRODUZIONE Marcus Jarchow – Dyna-Mess Prüfsysteme GmbH (Stolberg bei Aachen) – email: info@dyna-mess. de; Gummi Fasern Kunststoffe; (GAK) 65/10-640-641-2012. Rif. E3122.
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e richieste dei clienti riguardo alla qualità e alla affidabilità dei processi di produzione aumentano sistematicamente e nello stesso tempo gli oggetti prodotti divengono sempre più complicati. Ad esempio le boccole per gli autoveicoli e i supporti motore contengono anche parti metalliche e parti in materia plastica. La produzione è complicata e ciascun passaggio, mescolazione/vulcanizzazione/applicazione di adesivi/applicazione di inserti o riempimento con glicole, presenta cause di errori. Accanto a tali tipi di errore ne esistono anche altri: ci sono intrappolamenti di aria che causano scarti o diversità secondarie nel processo. Per esempio le cavità degli organi di ammortizzazione da alcuni produttori vengono riempite con un fluido per minimizzare il pericolo di cattura di aria. Altri produttori organizzano la loro produzione con riempimenti senza liquidi, ma in ogni modo gli intrappolamenti di aria sono comunque difficili da localizzare. Anche controllando sistematicamente con gran dispendio di forze rimane sempre una dose di insicurezza. Né risulta efficace eseguire il controllo su tutti i pezzi prodotti.
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La Dyna-Mess Prüfsysteme GmbH usa un altro sistema. Al termine della linea di produzione vengono misurate le caratteristiche dinamiche di ciascun pezzo prodotto e ciò assicura la fornitura senza errori. L’azienda ha sviluppato una nuova generazione di servomacchine pneumatiche end-of-line che realizzano automaticamente determinazioni statiche e dinamiche, ad esempio dell’angolo di perdita e della rigidità dinamica di ciascun pezzo a 4÷25 Hz o, in casi speciali, fino a 400 Hz, segnalando la necessità di scarto del pezzo se necessario. Il circuito delle servomacchine fa parte integrante della linea di produzione, per cui il sistema prevede anche il posizionamento automatico del pezzo da controllare sulla linea. L’articolo è interessante e corredato di fotografie di alcune apparecchiature della Dyna Mess. Una macchina combinata con parte meccanica e parte elettronica che comprende anche un software, una macchina per la valutazone a 400 Hz di un supporto idraulico gomma metallo, un isteresimetro che presenta contemporaneamente cicli di isteresi in diverse condizioni, una apparecchiatura elettromeccanica integrata direttamente in un impianto di produzione in grado di registrare e di spedire i dati. Da quando gli utilizzatori hanno inserito le apparecchiature nel circuito end-of-line non hanno più avuto problemi nel rispettare le specifiche di ogni pezzo prodotto. Oltre a ciò le attrezzature pneumatiche si rivelano meno costose di quelle idrauliche.
prodotti e processi RIVESTIMENTI LISCI SU PARTI ELASTOMERICHE Heiko Friedrich – O.VE. Plasmatec GmbH – email: heiko.friedrich@ ove-plasmatec.de; Gummi Fasern Kunststoffe; (GAK) 65/10-645-6472012. Rif. E3123.
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na prassi comune per ridurre la ruvidità di una superficie consiste nel trattarla con oli, grassi, talco. Ciò dà però luogo a inconvenienti o addirittura ad errori. Ad esempio, se si usa troppo grasso si provocano macchie sull’articolo, si sporca l’ambiente e l’apparato in uso, inoltre
si creano danni ai sensori di controllo. Se si usa troppo poco grasso si corre il pericolo di danneggiare l’articolo con tagli o corrugamenti. I grassi sono poi volatili e non sono applicabili durevolmente sugli articoli. Le superfici elastomeriche però, al contrario di quelle metalliche, hanno la proprietà di adsorbire in profondità le sostanze con le caratteristiche fisiche di grasso. Gli oli di silicone ad esempio, deposti su una superficie elastomerica, vengono captati totalmente. Esistono tuttavia sostanze che disturbano tale proprietà impedendo ad esempio una distribuzione uniforme di lacche sulla superficie elastomerica ed evidenziando crateri sulla superficie delle lacche. Sono sostanze soggette a LABS (LackBenetzungsStörende Substanzen). Per realizzare rivestimenti lisci occorre prima assicurarsi della assenza di LABS. La riuscita di strati di lacche lisce applicati su superfici elastomeriche interessa l’industria automobilistica, l’industria meccanica, l’industria degli articoli sanitari, l’industria degli alimentari, l’industria degli articoli sanitari, l’industria degli articoli medicali. La preparazione delle superfici da laccare e quella delle lacche avviene sotto controllo computerizzato, in modo da ottenere strati flessibili di spessore 3÷8 µm (micrometri) resistenti a svariati prodotti chimici. Vengono nominati diversi tipi di materiali per laccature specializzati. PTFE (politetrafluoroetilene) rispondente alla legge tedesca sui prodotti a contatto con alimentari (LMBG) e a quella della FDA. PTFE trasparente, fornito come dispersione acquosa in due componenti contenente leganti organici e corredato di un indurente. PTFE in dispersione nera migliorata per resistenza all’abrasione. O-ring laccati sotto raggi UV che evidenziano il vantaggio della laccatura. L’autore, dal punto di vista concettuale, sconsiglia laccature a base solvente. I materiali elastomerici di base considerati per gli articoli sono NBR, FPM, EPDM, ACM, Siliconi.
L’autore dà anche consigli generali. L’uso dei materiali e il procedimento di laccatura degli elastomeri coinvolgono finezze che non sono una routine, per cui non verrà mai raccomandato abbastanza di affidare il lavoro a collaboratori qualificati e motivati. Anche con una produzione di milioni di pezzi al mese non è infatti tollerabile che si cada nella routine.
prodotti e processi METODI AVANZATI DI PRODUZIONE DI ARTICOLI DI GOMMA SILICONICA Harald Schmid – Klöckner Desma – email: herald.schmid@desma.biz; Gummi Fasern Kunststoffe; (GAK) 65/10-636-639-2012. Rif. E3124.
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a Desma-Formenbau è specializzata nella produzione di stampi e di sistemi a canali freddi per siliconi e fruisce di una lunga tradizione per la fabbricazione di articoli di medio volume (100÷1000 cm3) e di grande volume (1000÷20000 cm3). La sua esperienza verte soprattutto su guarnizioni di precisione per l’industria automobilistica, per articoli di isolamento elettrico per impianti a media e alta tensione e per articoli correlati con impianti medici. Nel campo automobilistico si tratta spesso di guarnizioni di grande superficie, che vengono stampate su supporti metallici. Per contenere le perdite di pressione negli Anguss si usano quasi sempre sistemi di stampaggio a canali freddi, che spesso vengono offerti nelle presse di nuova generazione. Nell’articolo qui recensito vengono presentate informazioni su utility relative all’impiego delle presse Desma più recenti. Nella nuova pressa DRC 2020 HT con touchscreen (schermo manovrato per contatto con le dita), il cilindro di alimentazione della mescola permette di alimentare il silicone HTV o qualunque altro elastomero a bassa viscosità in forma di strisce.
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In due figure viene visivamente descritto il funzionamento di un regolatore automatico della plasticità della striscia da alimentare. La regolazione automatica viene gestita da un servomeccanismo ausiliario, che organizza la regolazione della plasticità facendo apparire un messaggio significativo nell’uso delle presse a iniezione: “azionare la vite (Schnecke drehen)” oppure “fermare la vite (Schnecke Stopp)”. A partire dall’anno 2006 nelle presse della Desma è inserito un sistema brevettato, che permette di pilotare il flusso della mescola nel corso dell’uso del procedimento a canali freddi (Kaltkanalsystem). Tale sistema permette di organizzare con meccanismo idraulico la regolazione di ciascun ugello di iniezione, nonché quello del volume iniettato. Un vantaggio di tale metodo consiste nel fatto che nelle zone di Anguss non è presente alcun ago O TUIT GRA O I Z I ERV UN S
di regolazione, per cui si evita di provocare perdite di pressione. Nell’articolo sono poi riportate anche notizie riguardanti un dispositivo denominato Vario-Kaltkanal, con il quale è possibile variare la distanza dell’ugello di iniezione, rendendo così possibile regolarne il funzionamento anche in un altri stampi. Nelle nuove presse a iniezione della Desma è inserito il programma ZeroWaste ITM-Topf (ITM = Injection Transfer Moulding) già descritto dalla Klökner Desma a Fridingen nel corso dello svolgimento di una Open House e già segnalato nel DKT 2012 di Nürnberg. ZeroWaste ITM-Topf realizza direttamente un procedimento di stampaggio a iniezione senza scarti per mezzo di un sistema idraulico con chiusura ad ago. Caratteristica enfatizzata per tale procedimento è che, rispetto al sistema Kaltkanal, può utilizzare molti ugelli
di iniezione. Uno speciale software è di ausilio. Altre utility ricordate nell’articolo sono il DesFlex Ausgleich Kissen, che provvede a livellare in modo omogeneo la forza di chiusura della pressa, e l’introduzione di sensori nei Nestern (nidi) con cui vengono ottenute opportune correzioni di rifinitura. Con presse Desma sia verticali che orizzontali è possibile organizzare lo stampaggio su due piani, ottenendo quindi un aumento di produttività. L’articolo è molto fitto di notizie tecniche importanti e aggiornate riguardanti lo stampaggio a iniezione e ne è raccomandabile la lettura, sia dal punto di vista dello sviluppo della cultura generale sia dal punto di vista dell’apprendimento dei concetti che costituiscono le novità specifiche dello stampaggio a iniezione.
SCHEDA PER LA RICHIESTA DI ARTICOLI DELLA RUBRICA “ABBIAMO LETTO PER VOI”
EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 - 20144 - Milano - Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 gomma@edifis.it www.edifis.it
Desidero ricevere copia del testo in lingua originale. Numero di riferimento e titolo___________________________________________________________ Segnalati nella sezione “Abbiamo letto per voi” apparsa nel numero..........................................................................di “L’industria della Gomma /Elastica”. Nome e Cognome.......................................................................................................................................... Azienda.......................................................................................................................................................... indirizzo.......................................................................................................................................................... Cap.....................Città...............................................................................Prov..............................................
Data................................Firma.......................................................................................................................
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COMPOUND IN FKM - FPM
Elastomers Union
è una società che nasce dalla fusione di esperienze decennali nel settore della gomma, principalmente strutturata per la produzione di mescole in FKM , specializzata nella realizzazione di mescole sia su formulazione dei Clienti che proprie, offrendo esperienza per soddisfare le aspettative del cliente con elastomeri tecnicamente avanzati e mescole speciali progettate per rispettare specifiche severe, proponendo sempre un rapporto costo/qualità altamente competitivo con l’attuale mercato. L’ONDA DEI CAMBIAMENTI SPINGE IL CLIENTE VERSO DIREZIONI INCERTE. È NOSTRA RESPONSABILITÀ INDICARE LA RETTA VIA OFFRENDO LA GIUSTA ASSISTENZA
AZIENDA CON SISTEMA DI GESTIONE QUALITÀ CERTIFICATO N° 50 100 9530
www.elastomersunion.it
Elastomers Union Srl 40023 Castel Guelfo Di Bologna (BO) - Via Della Concia, 3 Tel. +39 0542 676116 - Fax. +39 0542 670821 info@elastomersunion.it
L’INTERVISTA DEL MESE: GIULIA GREGORI E GIANNI GIROTTI
Bioeconomia: perché riguarda anche la gomma Di chimica verde, e del correlato sviluppo sostenibile, si parla ormai da parecchi anni. Il dibattito ha investito aspetti ambientali, tecnici, economici, coinvolgendo un numero sempre crescente di settori industriali e di attività produttive. Non sempre però è stato dato rilievo adeguato al rapporto tra la “rivoluzione verde” e la filiera della gomma. Con la duplice intervista di questo mese cerchiamo di colmare questa lacuna, anche nell’intento, speriamo, di stimolare i nostri lettori ad intervenire. Abbiamo così chiamato in campo due imprese del nostro paese che svolgono un ruolo assolutamente di primissimo piano a livello internazionale. Alle nostre prime due domande ha risposto Giulia Gregori, Responsabile Pianificazione Strategica Novamont SpA. Alle altre tre Gianni Girotti, Green Chemistry Manager Versalis.
Cominciamo dall’inizio. Ci spiega brevemente cosa si intende per chimica verde, e perché tante sono le aspettative che la circondano? E sono aspettative a loro volta attendibili? Risponde Giulia Gregori Chimica verde vuol dire partire dalle risorse agricole, dare vita ad un sistema di relazioni tra agricoltura, chimica, industria e mondo della ricerca in grado di innescare sinergie e di stimolare processi innovativi lungo tutta la catena del valore, generando ricadute positive su tutto il sistema, con impatti benefici sul territorio, nel pieno rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente. Novamont sta dimostrando che rivitalizzare un settore strategico come quello dell’industria chimica, secondo i principi della Bioeconomia, significa contribuire in modo determinante al rilancio del nostro sistema economico e alla creazione di valore per l’intero Paese. Le tecnologie sono pronte e l’industria si impegna a fornire soluzioni competitive e sostenibili dal punto di vista economico e ambientale. In Sardegna, insieme a Eni Versalis nella joint ventu18 |
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re Matrìca, ci stiamo impegnando nella costruzione di quella che diventerà la più grande bioraffineria di terza generazione in Europa e collaboriamo fianco a fianco con coltivatori, comunità locali e istituti di ricerca. Le bioraffinerie di terza generazione ci consentiranno di realizzare bio-prodotti da raccolti coltivati in terreni marginali e non irrigui, oltre scarti e residui che verranno valorizzati e utilizzati per generare l’energia necessaria per la fase di trasformazione. Questi sviluppi trainati dall’industria saranno il fattore chiave che garantirà lo sviluppo di una Bioeconomia forte e matura in Europa. Per raggiungerne tutto il potenziale occorre però che l’Unione Europea e gli Stati membri collaborino insieme per mettere in atto il piano d’azione sulla Bioeconomia proposto dalla Commissione europea. Quale è il ruolo che svolge in questo momento Novamont, anche in rapporto con le iniziative in campo insieme a Versalis? Risponde Giulia Gregori L’innovazione è nel DNA di Nova-
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mont e Versalis: da sempre investiamo ingenti risorse in ricerca e sviluppo e da sempre poniamo grande attenzione anche all’elaborazione di nuovi modelli economici in grado di risolvere le urgenti tematiche ambientali, rilanciando l’industria chimica e assicurando crescita e prosperità in modo diffuso. Per Novamont, Versalis è un partner strategico con il quale siamo riusciti a dare vita ad un progetto come quello di Matrìca che, per dimensioni e portata, non ha eguali al mondo e che permetterà la realizzazione in Sardegna di una bioraffineria con una filiera produttiva integrata, dalle materie prime e scarti agricoli fino ai prodotti finali (intermedi chimici biodegradabili e bioplastiche). Quali sono i vantaggi (in termini di costi, di produttività e altro ancora) che i fabbricanti di articoli di gomma ricaveranno dall’impiego di additivi verdi? Risponde Gianni Girotti Il valore dei prodotti, che gli impianti di Matrìca cominceranno a pro-
L’INTERVISTA DEL MESE: GIULIA GREGORI E GIANNI GIROTTI
durre già dalla fine del 2013, è duplice: prima di tutto sono prodotti estremamente innovativi, non essendo stati mai ottenuti prima d’ora da fonti rinnovabili, inoltre hanno caratteristiche e prestazioni di particolare interesse. Un esempio: i biolubrificanti avranno come caratteristiche: • fluidità estrema associata al vantaggio della rinnovabilità e della biodegradabilità • utilizzo in diversi settori: automobilistico, marine, agricolo, generazione eolica, individuati anche grazie al lavoro di ricerca svolto in collaborazione con la divisione Eni r&m • il componente bio ultrafluido consente un minore consumo di energia e quindi di carburante nonché una maggiore durata degli organi meccanici in movimento • rappresentano lo sviluppo di una nuova generazione di lubrificanti ultrafluidi e il prodotto ha già ottenuto una prima ed importante verifica da prove motore prolungate condotte sia internamente che presso società specifiche di omologazione per la messa in commercio • nei settori marine e agricolo le caratteristiche di questi prodotti hanno una valenza ambientale tale da renderli premianti • le applicazioni spazieranno dal settore della trazione in generale a quello dei generatori di energia rinnovabile (es. eolico) • l’utilizzo di questi nuovi lubrificanti speciali bio sarà in sostituzione di componenti simili derivati da fonte fossile (controtipi), che già vengono utilizzati nella preparazione di lubrificanti caratterizzati da elevati volumi di produzione e vendita. Nel campo del tyre, gli additivi/ intermedi rinnovabili che stiamo sviluppando si caratterizzeranno per performance superiori agli intermedi che sostituiranno nella gomma o nella mescola per pneumatico. Queste performance aumenteranno la produttività nei cicli di produzione pneumatico e soprattutto diminuiranno la resistenza al rotolamento, mantenendo le
Giulia Gregori
Gianni Girotti
caratteristiche di aderenza alla strada (grip), tutto questo a beneficio quindi dei consumi di carburante. Inoltre, Versalis, come produttore di materie prime rinnovabili, avrà il vantaggio di ridurre la dipendenza dalle cariche fossili.
hevea brasiliensis e che producono gomma naturale con caratteristiche di qualità molto superiore alla attuale gomma naturale come, per esempio, l’ipoallergenicità. Inoltre, queste piante potranno essere coltivate in aree temperate ora precluse alla hevea brasiliensis, che oltretutto è anche molto soggetta all’attacco di parassiti che hanno già provocato molti danni a livello mondiale compromettendone le coltivazioni in Sud America. La varietà , oltre a essere alla base di floride colture in natura, se tramutata in concetti industriali garantisce anche una sorta di ‘affidabilità’ di produzione. La pianta su cui ci stiamo concentrando è il guayule, utilizzando particolari genotipi appositamente selezionati e caratterizzati da maggiore resa sia in biomassa che in gomma naturale. Recentemente, infatti, Versalis ha formalizzato una partnership strategica per la produzione di biogomma a base di guayule con Yulex Corp., azienda americana produttrice di biomateriali a base agricola. La collaborazione porterà anche alla realizzazione di un complesso produttivo industriale nel Sud Europa. Nel vicino futuro la gomma naturale ottenuta da guayule sarà inoltre indirizzata al mercato delle specialties (medicali performance suits, ipoallergeniche) e in un secondo tempo, su volumi maggiori, mireremo al tyre, probabilmente in collaborazione con un grosso produttore del settore.
L’affermarsi di butadiene da fonti rinnovabili potrà liberare la gomma sintetica dalla dipendenza dal petrolio? Risponde Gianni Girotti Un processo così rivoluzionario come la produzione di butadiene da fonti rinnovabili permetterà di svincolare la produzione del butadiene dalle cariche fossili, che notoriamente sono soggette a logiche di mercato vincolanti. Un’ultima domanda e qui usciamo dal campo della chimica verde in senso stretto pur restando nel campo dei prodotti bio. Si stanno intensificando le ricerche per ricavare gomma naturale da vegetali diversi dall’hevea. Avranno effetti solo economici (maggior area coltivabile, minori costi di trasporto) o potranno anche influenzare la produzione di green tyre? Risponde Gianni Girotti Versalis è attiva nel partecipare allo sviluppo di questo processo in partnership con società che operano già da diversi anni in questa tecnologia. Esistono piante alternative alla
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INCHIESTA TRA I COSTRUTTORI DI MACCHINE - 1
Il 2013 è una incognita ma si conta che possa chiudere in positivo Questa prima parte della nostra inchiesta tra i costruttori di macchinario (quelli che producono impianti di stampaggio e accessori relativi) ha raccolto risposte non tutte omogenee ma sicuramente tutte tese a sottolineare alcuni fenomeni rilevanti. La delocalizzazione crescente, la crisi dell’industria automobilistica, la stasi della domanda, la difficoltà di ottenere credito sono sotto gli occhi di tutti e con esse tutti devono confrontarsi. Si tratta, dicono i nostri interlocutori, di intervenire su più fronti: dalla ricerca di nuovi mercati (partendo magari proprio da quelli in cui si trasferisce la produzione italiana) al costante aggiornamento tecnologico dei propri prodotti. E intanto tutti aspettiamo K 2013. Con una sorpresa già annunciata: le defezioni tra gli espositori non saranno quest’anno poche. Il mercato italiano è del tutto fermo, ma i nuovi scenari che si sono definiti nel corso degli ultimi tre anni aprono ulteriori prospettive di crescita
Franco Rossi UTP Vision
Le nostre domande 1. Come si è aperto il 2013 sotto il profilo di vendite e ordinativi In Italia e all’estero? C’è qualcosa di nuovo rispetto all’anno precedente? 2. Quali sono i mercati che tengono meglio quanto ai singoli comparti in cui opera la sua società? 3. Che previsioni si sente di fare da qui alla fine dell’anno? 4. Questo è l’anno di K 2013. Come giudica questa manifestazione dal punto di vista di un costruttore di macchine per gomma? 5. La sua società ha in programma per Düsseldorf qualche novità e indicativamente quali?
1. Quanto al mercato globale, dopo la fase espansiva, che ha convogliato le produzioni in ambiti territoriali lontani dall’Europa occidentale, in aree competitive in termini di costo del lavoro (in molti casi con interessanti vantaggi per le aziende), oggi vediamo sempre di più la fase di consolidamento di queste tendenze. In effetti si pensa sempre più ad uno sviluppo aziendale, commerciale e produttivo che va oltre i confini che generalmente ci eravamo posti solo alcuni anni fa. È altresì vero che il mercato globale non va in una sola direzione, ma si muove ovunque: quindi sempre più abbiamo l’eviden-
za di fenomeni bidirezionali o meglio definirli multidirezionali. Passando al rapporto tra andamenti mondiali e Italia, l’economia ci dice oggi che i paesi emergenti, pur soffrendo diversi fattori interni, rimangono in crescita. Grazie ad essi l’economia mondiale mantiene un livello tale da permettere delle pianificazioni e delle operazioni economiche interessanti. Alcuni paesi viaggiano con velocità sicuramente al di sopra di quelle europee. Corea, Giappone ad altre nazioni nel Sud Est asiatico, ma anche Stati Uniti e Canada. Pare che il Messico ritornerà ad essere un paese interessante per gli investi-
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menti previsti da chi vuole riportare nel continente americano quanto era stato esternalizzato nel passato in Cina. In Europa la crisi economica ha evidenziato la grande frattura tra il nord e il sud del continente. L’Italia fa parte in generale di questa realtà: nella seconda parte del 2012 abbiamo avuto una crescita inesistente. Nel 2013 si sono aggiunti il timore degli effetti politici e la riluttanza dei partner internazionali. Il bilancio del 2012 si è chiuso con una performance eccellente. Un altro anno con un record assoluto di fatturato per UTPVision e i risultati economici ci permetteranno di pianificare gli sviluppi e le attività commerciali con sufficienti garanzie e coperture per l’anno in corso. I nuovi mercati dove siamo penetrati nel corso degli ultimi tre anni ci aprono delle ulteriori prospettive di crescita, grazie soprattutto alla nuove tecnologie applicate alle nostre macchine e alle prossime novità che presenteremo nel corso dell’anno. 2. In Italia abbiamo sempre lavorato molto positivamente, ma nei primi tre mesi di quest’anno vediamo una contrazione degli ordinativi. Esistono delle buone commesse derivate da operazioni commerciali pianificate nel 2012 e da affinare nel 2013, ma ad oggi non vedo un’espansione nel nostro settore e lo stallo politico fa temere una riduzione degli investimenti. La porzione di fatturato estero è aumentata notevolmente superando il 70% del totale. In Europa il partner principale resta la Germania, ma abbiamo avuto un eccellente successo anche in Francia, Inghilterra e Spagna. Nei mercati emergenti le prime tre realtà commerciali per noi sono Asia, USA, Brasile. 3. Per quanto riguarda UTPVision la situazione è abbastanza chiara; abbiamo davanti una prima parte dell’anno completamente coperta dagli ordini raccolti fino ad oggi. Direi che se 22 |
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dovessimo ragionare solo sui primi sei mesi dell’anno, il risultato finale che se ne deduce è in prospettiva un ulteriore aumento del fatturato anche nel 2013. Inoltre abbiamo sviluppato dei prodotti dedicati ad alcune realtà di nicchia, che produrranno un grande ritorno economico e che dovrebbero iniziare a dare dei risultati a breve termine. 4. K 2013 sarà una bella esperienza perché si pone verso la fine di un anno cruciale dal punto di vista politico/economico per la società e per il mondo industriale italiano. Spero di vedere delle novità, un fermento maggiore per gli sviluppi del futuro ed ovviamente un interesse in crescita per le applicazioni speciali. Personalmente la passata edizione fu un successo molto grande e quasi inaspettato che ha trascinato un effetto positivo per molto tempo. Le considerazioni che si fanno sempre in riferimento alla fiera sono legate alla dimensione e alla partecipazione; troppo grande e dispersiva se si parla solo di gomma. Né è ancora possibile avere una divisione tra gomma e plastica come quella vista al Rubber/Plast 2012 che farebbe felici molti operatori. Detto ciò, K2013 rimane la fiera numero1 al mondo del settore e basta questo per capire quali saranno le prospettive, le novità, le relazioni che segneranno il prossimo futuro. 5. Da parte nostra faremo il possibile per presentare il livello più evoluto dei nostri prodotti attuali e anticipare qualche applicazione per il futuro. Purtroppo gli spazi a disposizione sono limitati per poter esporre tutto quello che abbiamo sviluppato nel corso degli ultimi tempi. Contiamo di preparare un prototipo da fiera di una applicazione speciale ed equipaggiare le macchine con l’ultima innovativa versione del software che rappresenta una evoluzione impressionante rispetto al passato.
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Grazie agli sforzi sui mercati esteri si può contare su un inizio anno molto positivo che da un lato genera fatturato e dall’altro permette di continuare ad investire
Marco Inverardi RPM
1. Nel 2011 e nel 2012 abbiamo concentrato i nostri sforzi sui mercati esteri, cercando di affermare maggiormente la nostra presenza fuori dal territorio nazionale, per far fronte al calo di richieste interne, che ha colpito tutto il settore. Il nostro impegno e le nostre competenze ci hanno permesso di iniziare il 2013 con serenità, contando non solamente sugli stazionari ordini in Italia, sempre più legati al trend del nostro paese, ma su una serie di consistenti ordini UE e extra UE, che ci permettono di affrontare, i primi sei mesi dell’anno in crescita. Le novità del 2013 saranno legate principalmente alla organizzazione e alla politica dell’azienda e si baseranno su una sempre più oculata gestione delle risorse sia finanziarie che umane, su continui investimenti in ricerca e sviluppo, su una continua crescita professionale del personale e sul consolidamento del rapporto con il cliente. Ferme restando la qualità del prodotto e la professionalità, ormai date per scontate da tutti e ovunque, lavorare per mercati lontani è sicuramente più complicato, richiede un approccio diverso dal solito e un costante impegno a migliorare il nostro operato e i nostri servizi. In poche parole, sacrifici e ancora sacrifi-
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ci, che vengono però compensati dai risultati ottenuti. 2. I mercati con i quali stiamo lavorando meglio sono quelli europei e nordamericani. Lavoriamo anche con i paesi extra UE, con paesi mediterranei e asiatici, ma, contro ogni previsione, i mercati che ci danno più ordinativi sono quelli occidentali. I maggiori settori in cui operiamo sono due. Il primo è quello delle presse nuove, innovative, evolute e di alta tecnologia, rappresentate dalla nostra serie Ecotronic, che possono migliorare di molto il sistema di produrre. Infatti chi investe lo fa per migliorare le proprie prestazioni, non per sostituire il vecchio con qualcosa di nuovo ma simile. La nostra pressa Ecotronic, la prima pensata per la gomma, risponde in pieno a questi requisiti. Compatta, completamente elettrica, garantisce maggiori prestazioni, con consumi notevolmente ridotti, precisione assoluta, impatto
ambientale nullo e la possibilità di produrre in termini diversi articoli non realizzabili con una pressa convenzionale. L’altro settore operativo è quello delle grosse presse, molto onerose da sostituire, ma anche piuttosto complicate da gestire, dove il cliente ha effettiva necessità di personale altamente qualificato, per poter risolvere i propri problemi. Con il nostro sistema Up-Grade, possiamo rispondere a tutte le difficoltà, ridando una nuova vita all’usato, trasformando una vecchia pressa in una nuova Ecotronic . 3. Come anticipato, grazie agli sforzi sul mercato estero possiamo contare su un inizio anno molto positivo, che da un lato ci genera fatturato e opportunità lavorative notevoli e dall’altro ci permette di continuare ad investire sui prodotti. Con questi investimenti, possiamo gestire il mercato interno con pazienza e dedizione, per essere sempre efficienti
e pronti per la ripresa che sicuramente arriverà prima della fine dell’anno. Siamo convinti, e lo vediamo dalle richieste e dai numeri, che il mercato italiano, nonostante la crisi, è interessato ai nostri prodotti. Entro la fine dell’anno potremo vantare un numero di macchinari venduti importante per la nostra azienda. 4. Una risposta controcorrente. Al K 2013 noi non ci saremo. Non consideriamo la fiera molto importante per il settore delle macchine per gomma, ma soprattutto abbiamo deciso di investire le ingenti risorse finanziarie in modo più oculato, per soddisfare sempre meglio le richieste dei nostri clienti. Investiremo i soldi per partecipare a manifestazioni e convegni specifici (come quello organizzato dalla vostra rivista in programma per fine maggio) e per costruire una pressa nuova, con la quale faremo una Open House con-
sai cos’è? aprile 2013
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tinuativa per tutto il 2013, per dare la possibilità a qualsiasi cliente di provare con proprio stampo e mescola le potenzialità della nostra Ecotronic. Vogliamo rendere la decisione di investimento da parte del cliente la più tranquilla e serena possibile, perché oggi investire è diventato davvero complicato, e sbagliare non perdona più. 5. Come detto la novità è l’evoluzione della pressa Ecotronic, ormai da quattro anni in continuo miglioramento e che sarà presentata non in Germania, ma in occasione di manifestazioni specifiche e presso la nostra sede per tutto il 2013. Accolta sin dalla presentazione come un’attesa novità di mercato, oggi la Ecotronic sta dimostrando concretamente tutte le sue qualità innovative. I riscontri avuti dall’evoluzione consentono di raggiungere obbiettivi che vanno aldilà di ogni aspettativa. Tutti i potenziali utilizzatori possono venire a constatarlo di persona.
La stasi del mercato italiano, legata a carenze infrastrutturali e politiche, ci spinge verso scenari in crescita come Centro Europa, Russia, Nord America e Messico
Roberto Sandrone REP ITALIANA
1. Per quanto concerne Rep International, l’anno 2013 si è aperto con un notevole incremento di ordinativi, in particolare per la filiale tedesca che controlla i mercati della Germania, Svizzera Tede24 |
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sca ed Est Europa e anche per il mercato degli Stati Uniti. In particolare si registra un significativo aumento d’investimenti per Messico, Brasile e Russia. Per il nostro mercato interno, controllato dalla filiale Italiana, devo ammettere che il 2013 si è aperto con un modestissimo andamento di richieste, che al momento sono leggermente sotto tono rispetto al 2012. L’anno appena trascorso invece è stato molto positivo per il mercato Italia. 2. Come ho già anticipato, il mercato della filiale tedesca, che controlla praticamente il Centro Europa, non ha segnato flessioni dal 2009. Anzi è andato in continua progressione positiva. Gli altri mercati europei, eccezione fatta per Russia e Turchia, sono decisamente ad un livello basso. Da segnalare l’inaugurazione a metà del 2012 di una nuova filiale in Russia per il controllo dei mercati russo, ucraino, bielorusso, del Kazakhstan e dei Paesi Baltici. Sta andando molto bene il mercato degli Stati Uniti e del Canada, che sono anche l’elemento trascinante per il mercato messicano. Quest’ultimo sta facendo registrare un forte incremento degli investimenti sul macchinario, frutto anche della delocalizzazione di aziende americane ed europee. Bene anche il Brasile, mentre sono stazionari i mercati asiatici. 3 È molto difficile formulare previsioni, con un mercato interno che di mese in mese mostra segnali di calo di ordinativi e una sofferenza marcata per ottenere del credito. La mancanza di indicatori positivi a livello di governabilità della nostra nazione genera un immediato riflesso negativo su tutti i comparti dell’industria italiana. I nostri clienti soffrono un forte calo di ordinativi, una marcata difficoltà a investire per sviluppare nuovi metodi di produzione, che sono la chiave per rendere più redditizio e remunerativo il processo produttivo. Soffrono anche un forte ritardo infrastrutturale, che rende
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estremamente difficili e costosi i tutti i collegamenti necessari alla spedizione e al ricevimento delle merci in genere. Questi problemi sono la conseguenza diretta di una politica di governo precrisi non adeguata a rendere competitive le nostre aziende né ad affrontare nel migliore dei modi eventuali future crisi. Con la congiuntura iniziata a metà del 2008, le carenze sono emerse in modo rapido e importante, paralizzando il nostro tessuto produttivo. Per concludere, dalla nostra ottica vediamo il 2013 come un anno che segnerà ancora un sostanziale calo di produzione di manufatti sul mercato interno, con conseguente aumento di situazioni difficili per le aziende Italiane e anche un innalzarsi del tasso di disoccupazione e delle ore di cassa integrazione. 4. Il K di Dusseldorf è sempre stata la rassegna più importante a livello mondiale e permette ai partecipanti di confrontarsi con i concorrenti in modo competitivo, ma soprattutto costruttivo. Ho sempre ritenuto di grande utilità e insegnamento ciò che una rassegna commerciale specifica può trasmettere agli operatori del settore in termini di nuove conoscenze a livello e tecnologico, possibilità di confronto e, naturalmente, consolidamento e nuove aperture commerciali sulla clientela. 5. La REP presenterà in anteprima una nuova generazione di presse: la generazione 10, frutto di un instancabile lavoro iniziato nel 1958 con la prima pressa a iniezione per la gomma prodotta in assoluto al mondo. Dalla generazione 1, i passi fatti per rendere più performante il nostro prodotto sono stati veramente molto importanti e significativi. Tale bagaglio di esperienza e tecnologia ci ha permesso di continuare ad affermarci su tutti i mercati mondiali. REP è anche un’azienda da sempre rivolta alla ricerca di nuovi processi produttivi, con lo scopo di migliorare la qualità dei prodotti, accelerare i processi produttivi e, non ultimo, migliorare l’efficienza energetica, og-
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gi un traguardo che ogni azienda non può più rifiutare di prendere in seria considerazione.
Il settore non presenta, in Italia, i segnali di crisi di altri mercati. Le produzioni con più prospettive saranno le guarnizioni, gli O-rings e gli articoli tecnici
Sergio Lunari DESMA
1. Il 2013 si apre per la Desma come un anno che promette notevoli soddisfazioni. Il settore non sembra risentire della grave crisi che investe altri mercati in Italia. La ragionevole aspettativa è quella di ottenere gli stessi lusinghieri risultati degli anni precedenti, sia in Italia che all’estero. 2. Da questi primi mesi dell’anno sembra che i mercati delle guarnizioni, degli Orings e degli articoli tecnici siano quelli con migliori prospettive di sviluppo per l’anno in corso. Un po’ più delicata sembra la situazione del settore automotive. La dinamicità e la solidità dei clienti Desma offre tuttavia piena garanzia per le prospettive future. 3. Ovviamente è molto difficile fare previsioni razionali. La sensazione è, però, che il mercato non possa che migliorare da qui alla fine dell’anno. La speranza è quindi quella di mantenere o, se possibile, migliorare i già ottimi risultati degli anni precedenti. 4. La K è la manifestazione del settore più 26 |
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importante al mondo. La Desma tradizionalmente è presente in forze, per illustrare al vasto pubblico internazionale presente la qualità e la eccezionalità della propria produzione. I ritorni in termini di immagine e fatturato della K si rivelano, d’altronde, sempre all’altezza delle aspettative. 5. Come per ogni partecipazione, anche per la K 2013 la Desma ha in serbo numerose e consistenti novità tecniche da presentare. In linea generale possiamo dire che si tratta di innovazioni mirate ai tre fini principali che l’azienda si è posta per orientare la propria attività di ricerca e sviluppo e cioè: l’efficienza energetica, la riduzione degli scarti di produzione e la facilità, comodità e semplicità d’uso della macchina. Dimostreremo queste innovazioni nel dettaglio ai clienti che ci visiteranno nel nostro accogliente stand della K 2013.
I mercati che tengono meglio Sono, detto semplicemente, tutti… ad eccezione della nostra vecchia Europa. È la delocalizzazione verso Est che si fa sentire
Giovanni Delia Delia s.r.l.
1. Vorrei fare alcune premesse. La prima è che la mia società produce automazione e attrezzature per lo stampaggio di articoli in gomma prevalentemente per il primo equipaggiamento nei settori dell’automotive, del bianco e farmaceutico.
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La seconda è che la maggior parte dei produttori italiani hanno delocalizzato le loro produzioni nell’Est Europa e in paesi quali Slovenia, Turchia o BRIC e che le produzioni più importanti rimaste in Italia sono per l’aftermarket. La terza, infine, è che ormai fornire in Italia attrezzature di fascia alta per il primo equipaggiamento è diventato praticamente impossibile per la mancanza di tali produzioni. Detto questo, constato, con piacere ed enorme conforto, che in questo primo scorcio del 2013 la domanda interna di tali attrezzature si è concretizzata con qualche ordine. Per il mercato estero invece si stanno avviando delle lunghe ed estenuanti trattative. L’aspetto positivo della situazione è che il mercato al di fuori della “vecchia Europa “ c’è. I “pezzi” di gomma si producono ancora. L’aspetto negativo è che per cogliere tali opportunità è sempre più necessario conciliare il prezzo con la qualità; da qui l’esigenza avere in questi paesi una presenza significativa di tipo commerciale, produttiva e di assistenza post vendita e quindi la necessità di creare delle reti di imprese omogenee per contenere i costi di penetrazione e conservare nei limiti del possibile il know-how senza disperderlo in giro con partner occasionali. Comunque, la presenza in tali mercati ormai è necessaria per poter generare risorse per il mantenimento delle nostre strutture e delle competenze necessarie per restare sul mercato. 2. I mercati che tengono meglio sono semplicemente tutti meno la nostra vecchia Europa. 3. Per quanto riguarda il mio lavoro, e anche per le risorse che ho investito, mi aspetto moltissimo in positivo. 4. Sicuramente è la fiera numero uno in Europa per il nostro settore, anche se per quanto mi riguarda il suo richiamo è diminuito rispetto al passato.
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Ormai in giro per il mondo ci sono delle fiere molto specializzate e soprattutto vicino ai luoghi in cui si produce, cosa questa molto importante soprattutto in quei paesi per noi lontani e con una accessibilità caotica. Infatti, pur essendoci interessanti concentrazioni industriali, ci vogliono ore ed ore per muoversi da una fabbrica all’altra. 5. Al momento non è prevista una presenza della Delia come espositore diretto al K 2013 di Düsseldorf. Noi siamo comunque specializzati in macchinari customer-made, per cui per ragioni di riservatezza diventa difficile portare alle fiere le ultimissime novità. Infatti, quando i clienti ci accordano la loro fiducia e ci consentono di lavorare, sviluppiamo sempre delle soluzioni innovative per permettere loro di ottenere la massima redditività dal loro investimento.
In uno scenario che non consente previsioni, ipotizziamo un 2013 di tenuta e forse in leggera crescita. Durante l’anno presenteremo una nuova pressa a iniezione
timida richiesta si sta manifestando anche sul mercato nazionale. 3. Non ce la sentiamo di fare previsioni, anche se, come già detto, contiamo di incrementare leggermente il fatturato dell’anno scorso. 4. Per un costruttore di macchine per gomma, il K2013 rappresenta senz’altro la più prestigiosa manifestazione del settore. 5. Come per le precedenti edizioni, anche quest’anno non saremo presenti a Dϋsseldorf. Contiamo tuttavia di presentare, dopo le vacanze e in concomitanza con la manifestazione, una nuova pressa a iniezione, che sarà tenuta a disposizione per dimostrazioni e prove presso la nostra officina.
Da anni riscontriamo un aumento degli ordini provenienti da imprese italiane che aprono stabilimenti all’estero. Questo ci fa presagire un buon 2013
Vittorio Bonfanti ATR
1. Il 2013 è iniziato in modo soddisfacente. Sono stati perfezionati e definiti alcuni ordini importanti, la cui trattativa era iniziata dopo le vacanze dello scorso anno. Rispetto all’anno passato non intravvediamo nuove positive prospettive, ma contiamo, comunque, di riuscire a migliorare il fatturato dell’esercizio 2012. 2. I mercati che in questo momento stanno sostenendo la domanda di nuovi macchinari sono senz’altro i paesi extraeuropei, pur se qualche
Maurizio Ferrari ENGEL ITALIA
1. Engel Italia opera solo sul mercato nazionale. Il 2013 si è aperto con lo stesso trend del 2012, sia per le macchine per la plastica che quelle per elastomeri. L’anno 2012 è stato positivo: abbiamo incrementato la quota di mercato e acquisito nuovi clienti.
Il nostro anno finanziario si chiuderà il 31 marzo e sarà, ancora una volta, positivo. Il gruppo Engel prevede di chiudere l’anno 2012/13 con un giro d’affari record, che sfiora il miliardo di euro, con una quota di mercato Euromap superiore al 30%. 2. Nonostante la crisi, il settore dell’auto è ancora trainante, seguito dallo stampaggio di articoli tecnici. I nostri clienti investono in Italia ed abbiamo acquisito ordini importanti. Seguiamo anche molti clienti italiani che aprono nuovi stabilimenti all’estero e la diffusione capillare del gruppo nel mondo è per loro una garanzia di servizio e supporto tecnico ovunque. Da anni aumenta il numero di macchine che vengono ordinate in Italia, da clienti italiani, con consegna in altri paesi del mondo. 3. Penso che sia praticamente impossibile fare delle previsioni attendibili in questo momento. La sensazione è che il 2013 sarà un anno abbastanza simile al 2012 in termini di volumi, ma più complicato. 4. K 2013 è la più grande manifestazione di settore plastica ed Engel avrà uno stand molto grande (circa 1.200 metri quadri) con una dozzina di macchine nel proprio stand ed altrettante negli stand di aziende partner. Mostreremo due applicazioni con elastomeri: una multicomponente con una macchina ibrida e una molto innovativa con una macchina tutta elettrica. Per Engel la fiera regina per le macchine gomma resta comunque la DKT di Norimberga, una manifestazione molto più specializzata e focalizzata. 5. Avremo interessanti novità di prodotto con un ulteriore ampliamento della gamma e applicazioni di livello tecnologico altissimo nel settore automotive, medicale, stampaggio tecnico e packaging. Le applicazioni saranno illustrate nella conferenza preK che si terrà alla Engel in giugno.
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INCHIESTA TRA I COSTRUTTORI DI MACCHINE - 1
Il momento di stasi determinato dalla situazione europea non ci impedisce di prevedere una crescita del 30% nel 2013, puntando su settori strategici, come il retreading
Davide Dondena SASPOL
1. L’inizio del 2013 è stato caratterizzato da una stabilità sia dal punto di vista della produzione (e della conseguente capacità di produrre forza lavoro) sia a livello di incremento economico e di bilancio. Il momento di “stabilità”, sicuramente dovuto alla situazione politica italiana ed europea, ha leggermente rallentato i ritmi crescenti a cui ci eravamo abituati nel corso degli ultimi anni. Nel nostro caso, in particolare, stiamo sfruttando il momento di “quiete” per valorizzare i nostri prodotti attraverso una capillare campagna promozionale indirizzata ai produttori mondiali nell’ambito di gomma, pneumatici e, in modo speciale, retreading; settore, quest’ultimo, in cui vediamo aprirsi le prossime e più valide prospettive di crescita produttiva. 2. A conferma di quanto espresso precedentemente, il settore della ricostruzione del pneumatico è quello che, attualmente, lascia aperti i più ampi spiragli di incremento della produttività. Saspol, in particolare, ha progettato e realizzato la più grande pressa per PCT mai costruita prima. Questo prodotto si affianca alla nostra produzione di presse a compressione e di impianti completi per la produzione di nastri trasportatori e ricostruzione pneumatici, che continuerà ad essere all’avanguardia negli standard qualitativi a livello mondiale. 28 |
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3. La sensazione tangibile è quella di una tendenza a un andamento in crescita, sensazione avvalorata e confermata dagli ordini acquisiti sia sul mercato europeo che internazionale. Da parte nostra, prevediamo di riuscire ad incrementare il fatturato di un 30% rispetto al 2012, considerando che già il 2012 ci ha fornito dati considerevoli rispetto all’andamento in crescita rilevato già dai primi mesi dello scorso anno. 4. In occasione del K2013 auspichiamo un notevole afflusso di visitatori italiani e stranieri. Ciò significherebbe molto dal nostro punto di vista, per avere il necessario riscontro alla tanto attesa ripresa economica. 5. In particolare Saspol punterà a concentrare l’attenzione degli utenti sul fiore all’occhiello di cui vantiamo l’esclusiva mondiale, la pressa per PCT, che proietta verso il futuro cui sempre più produttori di pneumatici stanno puntando. Inoltre presenteremo le innovazioni apportate all’intera gamma delle nostre presse a compressione di piccole, medie e grandi dimensioni, anche grazie all’ausilio di supporti video che dimostreranno concretamente il funzionamento dei nostri prodotti, così come il loro contenuto tecnologico.
Se in Italia gli ordini calano, aumentano però le richieste di offerte. Questo ci fa ipotizzare qualche difficoltà fino a maggio ma una ripresa verso fine anno
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Roberta E Davide Rivi Rivi Magnetics
1. Gennaio e febbraio sono stati positivi per la raccolta degli ordini. Molti dei sistemi magnetici che i nostri clienti ci chiedono sono destinati a paesi stranieri. Questo ci garantisce un portafoglio ordini abbastanza adeguato ed in linea con i nostri budget, ma nel contempo dobbiamo tenere in considerazione il calo degli ordini sul mercato Italia. Al contrario nel nostro paese è in aumento la richiesta di offerte. Questo denota da parte degli imprenditori la volontà e la necessità di investire, pur nella difficoltà di trovarsi bloccati dall’incertezza dell’andamento dei mercati esteri e soprattutto dall’economia e dalla situazione politica che sta vivendo l’Italia in questo momento. 2. I sistemi magnetici per il cambio rapido dello stampo e per il bloccaggio dei pezzi per le lavorazioni meccaniche trovano utilizzo in diversi mercati. Noi abbiamo al momento una equa suddivisione del portafoglio ordini su tutti gli scenari in cui operiamo. 3. Volendo e dovendo vedere positivo mi aspetto che gli obiettivi 2013 della Rivi Magnetics siano rispettati. Prevedo un periodo marzo-maggio in leggero calo e una leggera ripresa prima delle ferie che si consoliderà nell’ultimo trimestre dell’anno. 4. Di fatto il K 2013 resta la fiera più interessante a livello europeo. Le fiere sono sempre una vetrina importante e possono creare visibilità ed opportunità. È un evento più per la plastica che per la gomma, ma non dobbiamo dimenticare che richiama persone da tutte le parti del mondo. La nostra azienda non produce macchine per la gomma, ma questa manifestazione va vista e colta a 360 gradi. 5. I nostri distributori tedeschi Roemheld-Hilma hanno già presenziato alla manifestazione per diver-
INCHIESTA TRA I COSTRUTTORI DI MACCHINE - 1
se edizioni. Saranno presenti anche quest’anno con i loro sistemi magnetici M-Tecs. Roberta e Davide Rivi, affiancheranno lo staff tedesco nella presentazione di nuove e interessanti tecnologie. Potrete vedere le novità presso la Hall 11, stand C75.
La domanda altalenante e il difficile accesso al credito pongono difficoltà alle aziende. Bisogna creare innovazione tecnologica che è quello che stiamo facendo
Gabriella Minotti MEWO
1. Dall’inizio dell’anno la richiesta di macchine registrata da Mewo (azienda con sede in Germania) è molto forte e proviene in particolare dai paesi dell’Est Europa; in concomitanza con l’aumento della domanda la società ha messo sul mercato una nuova granigliatrice criogenica molto performante, la Jet Rotor, che offre un interessante rapporto qualità / prezzo; una macchina che risponde molto bene alle attuali esigenze di sbavatura e investimento dei nostri clienti e che ha dato grande impulso alle vendite: possiamo dire di aver centrato l’obiettivo e siamo ottimisti per il 2013. La presentazione della macchina in Italia sta avvenendo in questo periodo, per cui è presto per fare un quadro del mercato italiano; possiamo però dire che preoccupa la difficoltà da parte di alcune aziende nell’ottenimento di finanziamenti dalle banche e una certa incertezza dovuta all’andamento altalenante delle vendite
che non consente pianificazioni a lungo termine e di conseguenza frena gli investimenti. Ciò nonostante registriamo come fattore positivo l’interesse verso migliorie tecniche che Mewo è senza dubbio in grado di soddisfare. Rispetto all’anno scorso notiamo un maggiore interesse verso macchine personalizzate per la sbavatura di manufatti stampati che, per le loro dimensioni, non possono essere sbavati con le macchine tradizionali. Questa attività richiede un notevole lavoro di progettazione e prove ma assicura la vendita nel momento in cui il risultato è stato soddisfatto ed è un investimento che si rivela redditizio soprattutto a lungo termine. 2. Il mercato tradizionale della sbavatura degli O-Ring cede parzialmente il passo ad altri settori emergenti come quello già citato dei pezzi sovradimensionati ma anche dei manufatti di dimensioni molto piccole e per settori di nicchia. La tecnologia per una simile lavorazione deve essere molto elevata e la nostra casa è in grado di farlo: visto che spesso la possibilità di sbavare criogenicamente questi articoli non è tanto conosciuta ai produttori di manufatti stiamo estendendo la nostra rete di contatti a questi settori sia in Italia che in tutta Europa. 3. Al momento possiamo prevedere un aumento del 20% del fatturato a partire dal mercato tedesco e dalle diramazioni dello stesso nell’Europa dell’Est: questo aumento significativo è reso possibile anche dall’introduzione della nuova Mewo Rotor Jet ed è previsto consolidarsi per tutto il 2013. 4. Per MEWO la fiera K 2013 è interessante soprattutto avere iun aggiornamento sulle novità proposte per la produzione di manufatti stampati e per essere quindi pronti a soddisfare le nuove esigenze in termini di sbavatura di articoli in gomma ma anche con uno sguardo rivolto al mondo delle materie plastiche. Questa attenzione al mercato e alle sue novità ci permette di prevenire la domanda e mantenere competitiva e diversificata la nostra offerta.
5. Tenuto conto che la presentazione della nuova granigliatrice è già avvenuta nel 2012 non prevediamo di esporre nel 2013 ma visiteremo senza dubbio la fiera alla quale siamo tradizionalmente molto legati visto che si svolge nel nostro mercato interno. Prevediamo però già la partecipazione nel 2014 per la presentazione delle novità che sono attualmente in fase di sviluppo.
Per i prossimi mesi è fondamentale che la politica comprenda le esigenze imprenditoriali, tuteli i nostri prodotti e incentivi l’acquisto di nuovi macchinari
Paolo Andrea Pezzato Pezzato
1. Il 2012 appena concluso è stato per la nostra azienda un anno soddisfacente sia per numero di macchinari venduti che di offerte formalizzate. L’inizio del 2013 ha fatto sicuramente registrare una lieve inversione soprattutto per il mercato nazionale; al contrario il mercato estero fa rilevare un andamento costante. Notiamo perciò in questi primi mesi una flessione del mercato interno, probabilmente causata oltre che dall’instabilità politica del nostro paese, anche da politiche economiche passate non indirizzate a salvaguardare le nostre aziende. 2. Il settore che ha maggiormente brillato è quello relativo allo stampaggio della gomma, in particolar modo lo
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stampaggio di anelli di tenuta di medie e grandi dimensioni, di particolari impegnativi con sagome e materiali differenti che richiedono l’utilizzo di macchinari con prestazioni sempre più performanti e tecnologicamente più avanzati, dove la nostra azienda in piena collaborazione con la nostra clientela ha acquisito sempre più notevole esperienza. Anche il settore termoindurenti e compositi ha fatto registrare un buon andamento, soprattutto lo stampaggio di manufatti destinati al comparto elettrotecnico. 3. Penso che i prossimi mesi saranno fondamentali per avere una visione più certa della situazione, con la speranza che ci sia da parte di tutta l’imprenditoria sempre più voglia di spingere l’economia europea e mondiale ai livelli di qualche anno fa, e in particolare che la nostra classe politica comprenda le esigenze imprenditoriali, tuteli i nostri prodotti e incentivi l’acquisto di nuovi macchinari dando la possibilità di defiscalizzare il bene acquistato nel minor tempo possibile. 4. Questa manifestazione è sempre stata un’importante vetrina, anche se negli ultimi anni alcuni costruttori di macchine hanno deciso di non presentare un proprio stand, scelta derivata dalla situazione economica generale, dalle incertezze dei mercati e soprattutto dalla politica di riduzione dei costi. Ritengo comunque che le aziende italiane ed europee che si presenteranno a questa manifestazione confermeranno ancora una volta la propria forza e il proprio primato tecnologico come avvenuto negli anni precedenti. 5. La nostra azienda non sarà presente a questa manifestazione; abbiamo optato di investire le nostre risorse nel migliorare un progetto già sviluppato negli anni scorsi, le presse serie CBV e CBTV con vacuum box integrata per lo stampaggio sottovuoto della gomma. Abbiamo perfezionato alcuni aspetti 30 |
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per rendere questa categoria di macchine ancora più affidabili e sicure a tutto vantaggio del trasformatore finale. Grazie alle ultime novità garantiamo prestazioni più performanti e tecnologia più avanzata, permettendo al trasformatore di utilizzare qualsiasi tipo di stampo anche con piastre intermedie senza nessun tipo di adattamento, di stampare qualsiasi tipo di particolare con sagome e materiali differenti con notevole riduzione dei tempi di stampaggio e qualità assoluta del pezzo stampato.
Sul mercato italiano tiene la domanda di macchine speciali e di tonnellaggio minore, in quanto a più contenuto impegno finanziario
Francesco Valsecchi ST.A.TE TECHNOLOGIES
1. Per quanto riguarda il mercato Italiano Il nuovo anno si è aperto con un andamento simile alla seconda parte del 2012 che aveva registrato a partire da settembre un rallentamento sugli investimenti in beni strumentali soprattutto sulle macchine nei tonnellaggi medio-grandi. Stanno invece tenendo gli investimenti su macchine speciali e di tonnellaggi inferiori dove l’impegno finanziario è meno impegnativo. Il trend di rallentamento si è registrato anche sui mercati del Nord Europa, stanno invece tenendo i mercati dell’Est europeo, Russia ecc. Nelle ultime settimane abbiamo comunque notizie che il rallentamento è generalizzato.
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2. Noi operiamo prevalentemente sul mercato italiano essendo distributori di tre importanti costruttori di macchine europei, tuttavia negli ultimi tre anni ci siamo proposti come fornitori di attrezzature di complemento verso questi costruttori. Questa nuova attività è in costante crescita e in poco tempo rappresenta già il 15/20% del nostro fatturato. Quando si tratta di attrezzare le macchine da stampaggio con attrezzature speciali e su misura per il cliente, come: automazione, sistemi di estrazione, tramogge siliconi, gruppi di plastificazioni ecc. la flessibilità Italiana riesce a soddisfare meglio le esigenze a costi più competitivi. Nell’ultimo anno abbiamo sviluppato contatti commerciali con il mercato russo e indiano. Inoltre la nostra capacità di seguire lo stampaggio su tre fronti, termoplastico, elastomeri e compositi, ci garantisce una certa sicurezza in questi anni di grandi instabilità. 3. Ogni anno diventa sempre più difficile fare delle previsioni e anche perm il 2013 purtroppo la visibilità è incredibilmente breve. Nella nostra modesta realtà stiamo continuamente acquisendo nuova clientela proponendo soluzioni innovative e fino ad oggi non siamo stati colpiti dalla crisi, pur navigando molto a vista. Mi auguro che se l’Italia riuscirà ad affrontare con i nuovi legislatori temi importanti che stanno a cuore alle piccole e medie imprese, come ridurre il livello di tassazione, la semplificazione fiscale, la revisione di una vergognosa riforma Fornero, le aziende possano riprendere fiducia e ritornare a credere che valga ancora la pena investire in Italia. 4. È una manifestazione che non deve essere sottovalutata perché il K è una fiera sulla tecnologia dello stampaggio a 360°. Essendo la più importante in Europa attrae operatori qualificati da tutto il mondo. Maplan e Boy sono
INCHIESTA TRA I COSTRUTTORI DI MACCHINE - 1
da sempre presenti dedicandoci molte risorse. Il settore dello stampaggio termoplastici, per i numeri che ha, è molto innovativo e sforna continuamente nuove soluzioni e concetti che possono essere trasferiti anche nello stampaggio degli elastomeri. Purtroppo nelle passate manifestazioni la presenza di operatori Italiani dello stampaggio gomma è sempre stato deludente. Sembra facciano parte di un club esclusivo, ma credo invece che debbano allargare il loro orizzonti e cogliere soluzioni tecnologiche utilizzate nello stampaggio in generale. 5. ST.A.TE Technologies sarà presente al K in partnership con le sue case mandanti Maplan, Boy e Wickert. Alcune macchine verranno attrezzate con i nostri dispositivi. Boy con le macchine di piccolo tonnellaggio è oramai leader indiscusso a livello mondiale e presenterà applicazioni che evidenzieranno il vantaggio di utilizzare macchine piccole per ottenere livelli qualitativi, di efficienza e flessibilità superiori a stampi più grandi e complessi. Maplan presenterà un nuovo modello di FIFO potenziato sulle macchine orizzontali a carro mobile della serie EditionS già equipaggiata con il servomotore sulla pompa. Wickert, leader a livello mondiale nelle macchine a compressione di elevata qualità, punterà su applicazioni in ambienti clean room.
Il mercato italiano si mantiene su una linea di continuità. All’estero il mercato russo promette molto bene ma anche alcuni mercati tradizionali tengono
Alex Bedon OR.P. Stampi
1. L’Italia procede con cautela ma in modo costante, con interesse per novità e aggiornamenti, e mettendo sempre in primo piano la riduzione dei costi. L’estero attualmente si può dire che vada meglio dell’Italia per quanto riguarda gli ordinativi; anche esso chiede (finalmente) automazione e novità, con una preoccupazione comune, che è quello del “risparmio” mescola. 2. La Russia sta mostrando il risveglio dello Shatun. Palesa un grande e generalizzato interesse, con più frequenti contatti e discussioni tecniche. Quelle che prima erano solo promesse, ora stanno diventando realtà. Altri mercati (USA, Germania, Turchia,
Polonia) continuano a “mantenere la rotta” nonostante i frequenti discorsi circa possibili flessioni. Continuità e sicurezza è quanto ci aspettiamo. 3. Ci auguriamo continuità, senza troppi sbalzi in positivo o in negativo. Come da sempre, puntiamo a mantenere la fiducia (duramente acquistata) con clienti storici; fiducia sostenuta con nuove idee o assistenza a loro progetti cui collaboriamo con il nostro knowhow e la nostra disponibilità. Il 2011, con questi presupposti, si è dimostrato vincente; speriamo di replicare o migliorare. 4. È una manifestazione essenziale. Bisogna mettersi “in mostra”, ma come sempre con idee nuove, migliori di quelle precedenti, e tanta innovazione. Questa fiera è anche l’occasione per confrontarsi con gli altri e capire quanto siamo avanti o indietro. Noi dipendiamo direttamente dalle esigenze dei clienti, che cerchiamo sempre di soddisfare grazie alla nostra esperienza. Ciò ci ha sempre premiati e spronati a innovare e trovare soluzioni migliorative. 5. Düsseldorf è un investimento notevole e per compensarlo si lavora sempre, subito dopo la chiusura della precedente edizione, per avere qualche cosa di nuovo, di tecnologicamente migliore da presentare tre anni dopo. Per rispondere direttamente alla domanda, diciamo semplicemente sì. Quanto ad anticipazioni, ribattiamo: “A chi non piacciono le sorprese?”
L’inchiesta tra i costruttori di macchine proseguirà nel prossimo numero con i fabbricanti di impianti di lavorazione e attrezzature relative
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Innovazione elastomeri
Nuove mescole in EPDM per applicazioni a basso impatto ambientale di a.d.p.
Oldrati ce l’ha fatta scegliendo Rhenogran della Business Unit Rhein Chemie di Lanxess. La società di Villongo (Bergamo), fondata nel 1964 da Vanni Oldrati, oggi Oldrati s.p.a. è un’ importante realtà aziendale riconosciuta a livello internazionale. Ad oggi la rete produttiva e commerciale ricopre tutte le aree strategiche del globo ottimizzando e riducendo i costi.
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ldrati attualmente è leader mondiale nei settori automotive, elettrodomestico, petrolchimico, medicale, con un forte posizionamento nei segmenti a più alto valore aggiunto. Il gruppo è attivo nello sviluppo, progettazione, produzione e fornitura di un’ampia gamma di mescole e articoli tecnici per le più varie applicazioni. Pur essendo il mercato italiano dei produttori di mescole e articoli tecnici estremamente frazionato e variegato tenuto conto delle numerose specifiche applicative alle mescolanze, delle normative locali vigenti, Oldrati ha consolidato una significativa quota di mercato sia in Europa, sia nel bacino del Mediterraneo, senza tralasciare il business oltre oceano.
vo di diventare definitivamente parte integrante della catena di fornitura, a stretto contatto e in prossimità dei clienti. Clienti di livello OEM e Tier1, del mercato automobilistico, elettro-
GLI INVESTIMENTI IN TURCHIA Nel 2012 Oldrati compie un importante passo avanti e decide di investire in Turchia. Oldrati Lastik è situata in un’area strategica di mercato, fulcro dell’industria automobilistica, con l’obietti32 |
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L’impianto Oldrati Lastik a Bursa (Turchia).
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domestico, riscaldamento, industria, tubazioni, medicale. L’azienda fornirà articoli e componenti in gomma e plastica per l’industria manifatturiera. Tra gli obiettivi di marketing la pro-
Innovazione elastomeri
La sfida: mescole EPDM per applicazioni speciali con ottime caratteristiche fisico/meccaniche
Le nuove guarnizioni per lavatrici prodotte dal gruppo Oldrati.
duzione in loco della filiera integrata e lo sviluppo delle attività commerciali direttamente nel mercato turco. Tra i servizi offerti, consulenza di codesign e co-engineering, ricerca e sviluppo, approntamento mescole, realizzazione di stampi, stampaggio ed estrusione di articoli in gomma e plastica, realizzazione di filtri industriali per il settore automobilistico e filtrazione acqua. Il marketing plan prevede la produzione di una gamma di prodotti differenziati, come: guarnizioni, O rings, soffietti, boccole e respingenti, oblò, profili stampati ed estrusi, tubi estrusi, passacavi, membrane, guarnizioni per filtrazione acqua, filtri per automobile. L’obiettivo del gruppo non è il decentramento di produzioni oggi “made in Italy” bensì nuovi ampliamenti produttivi per mercati del middle Est (Area Mediterranea). La presenza sul territorio, per essere vicino a clienti strategici darà la possibilità al Gruppo Oldrati l’opportunità di nuovi business. Oldrati Lastik Ltd si aspetta di generare un fatturato di oltre 2,5 milioni di euro nel primo anno, 4/4,5 milioni di euro nel secondo anno. Nel terzo anno di esercizio l’azienda prospetta un incre-
mento delle entrate di 7,5 milioni di euro, come risultato della nuova posizione di mercato, di un addizionale miglioramento dei processi produttivi e dell’ampliamento della clientela e delle risorse impiegate. Numero di dipendenti: 40 nel primo anno, 65 il secondo, 100 il terzo, 130 il quarto.
IL CASE STUDY, LA SFIDA E LA SOLUZIONE “Per spiegare cos’è una mescola utilizzo spesso il paragone con una ricetta di cucina: ogni buona ricetta è frutto della scelta degli ingredienti, qualità e quantità, così una buona mescola chimica deve utilizzare componenti chimici appropriati nelle proporzioni idonee” spiega il Material Director del gruppo Oldrati, che prosegue “la formulazione di una mescola è costituita non solo dai polimeri (ovvero gomma), ma anche da altri ingredienti come le cariche, i plastificanti, gli acceleranti della vulcanizzazione e vulcanizzanti, gli antinvecchianti e i coadiuvanti di lavorazione. Tutti questi materiali devono essere omogeneamente dispersi nel polimero per avere un buon comportamento fisico/meccanico della mescola”.
“Nell’ambito dei door seals/gaskets, conosciuti in Italia con il nome di guarnizione dell’oblò lavatrice, il mercato richiede prodotti sempre più performanti soprattutto per l’alta gamma. Le nuove washing machine (lavatrici) hanno capacità di carico maggiori, velocità di centrifuga aumentate e garanzie prodotto sempre più lunghe. A queste difficoltà si aggiungono detersivi più aggressivi e richieste ambientali più stringenti che limitano l’impiego di alcuni materiali. L’incremento della resistenza meccanica (lacerazione a caldo, abrasione) e della resistenza all’invecchiamento termico e chimico sono quindi dei requisiti fondamentali per le nuove generazioni di mescole.” “Ottenere questi requisiti - prosegue - su mescole prodotte in laboratorio e sicuramente più facile rispetto a mescole prodotte industrialmente, ottenere un’ottima dispersione degli ingredienti e specialmente degli acceleranti e dei vulcanizzanti su mescole industriali presentava maggiori problematiche soprattutto in mescole morbide (bassa durezza). Con mescole morbide (durezza inferiore a 40 Shore A) risulta, infatti, più difficile durante il ciclo di mescolazione disgregare i prodotti chimici e disperderli in modo omogeneo ed uniforme nel polimero” . “Gli acceleranti e i vulcanizzanti sono prodotti chimici che permettono di generare dei legami (filamenti) tra le catene polimeriche chiamato reticolo, i legami conferiscono al materiale importanti proprietà fisico-meccaniche e di resistenza all’invecchiamento chimico, tali proprietà risultano tanto migliori quanto più omogeneamente i prodotti chimici sono dispersi nella mescola e quindi quanto più omogeneo è il reticolo nella prodotto. Una cattiva dispersione degli acceleranti comporta zone della mescola con una più bassa densità del reticolo e quindi con minore resistenza meccanica ed invecchiamento chimico, abbiamo un prodotto con dei punti deboli di innesco per le rotture”
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Innovazione elastomeri
La soluzione L’utilizzo dei prodotti della famiglia Rhenogran di Lanxess ha aiutato a risolvere i problemi esistenti, contribuendo a perfezionare la qualità della produzione dei gasket di Oldrati. “Dopo aver tentato di risolvere il problema utilizzando varie soluzioni formulative abbinate a modifiche di processo di mescolazione, variandone i parametri, abbiamo provato Rhenogran, prodotto dalla Business Unit Rhein Chemie di Lanxess e abbiamo ottenuto un immediato vantaggio industriale sia in termini di caratteristiche della mescola che di costanza qualitativa” Rhenogran della BU Rhein Chemie
di Lanxess, risulta avere un’estrema velocità di incorporazione nella mescola nel corso della lavorazione, ottima disperdibilità e nessuna dispersione di polveri negli ambienti di lavoro conferendo quindi una maggiore sicurezza ambientale garantendo una mescola perfettamente omogenea. “Ho così constatato l’efficacia dei prodotti della Rhein Chemie, BU di Lanxess direttamente sul campo, ottenendo subito risultati concreti e misurabili in termini di una migliorata processabilità e qualità, abbinato ad un miglioramento delle condizioni lavorative degli addetti alla produzione presso lo stabilimento di Villongo”.
Lanxess, Business Unit Rhein Chemie “Noi della Business Unit Rhein Chemie di Lanxess crediamo che in ogni nostra attività ci voglia strategia e per questo valutiamo interessante l’opportunità che ci è stata data dal cliente di svolgere in stretta collaborazione un’importante progetto tecnico al fine di rimanere costantemente un partner affidabile” è il commento di Mauro Livraghi. Oldrati utilizza Rhenogran della BU Rhein Chemie di Lanxess per la produzione di mescole che vengono utilizzati in tutta Italia ed esportate in molte parti del mondo.
L’Annuario L’INDUSTRIA ITALIANA DELLA GOMMA
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TECNOLOGIA
Il riciclo in continuo della gomma di Maris Technological Center, Rosta (Torino)
Maris s.p.a. produce estrusori bivite co-rotanti dal1962, l’anno della sua fondazione, e ha sempre affiancato a questa attività una ricerca continua di nuove applicazioni dei suoi prodotti. In questo contesto, nel 1998 ha incominciato a dedicarsi al compounding della gomma vulcanizzabile, pervenendo alla messa a punto di un processo automatico e affidabile per la produzione di compound di alta qualità. L’esperienza acquisita in questo settore consente ai tecnici della Maris di dare attuazione a una idea innovativa: riciclare gomma vulcanizzata utilizzando un estrusore bivite co-rotante e reintrodurla nel processo produttivo. Obiettivo raggiunto senza l’ausilio di nessun agente chimico, ma con un processo completamente termo-meccanico.
I
l processo parte dalla gomma vulcanizzata (per esempio, gli scarti pre- e post-consumo) e arriva a un materiale riciclato, con proprietà simili a quelle della gomma cruda. Questa nuova materia prima può essere usata in nuove vulcanizzazioni, in miscele con la gomma vergine in ragione del 10-50% a seconda dell’applicazione finale e della formulazione originale. Evidente il vantaggio principale offerto da questa soluzione: i costi di produzione si riducono, in quanto è richiesta una minore quantità di gomma vergine, e si eliminano anche i costi dello smaltimento degli scarti. Inoltre, l’energia consumata dal processo è sicuramente bassa (0,30,7 kW/kg), così come è ridotto al minimo indispensabile il ricorso alla manodopera necessaria per gestire l’impianto, essendo il processo completamente automatico.
LA DEVULCANIZZAZIONE DELLA GOMMA La caratteristica principale che distingue un elastomero da un plastomero è il cross-linking tra le sue catene polime-
riche, dal quale derivano le sue peculiari proprietà meccaniche (elasticità), ma che provoca anche la perdita del comportamento termoplastico del materiale e quindi la difficoltà di riciclarlo. È per questo motivo che la gomma proveniente dagli scarti di produzione, dai prodotti post-consumo e dagli scarti della lavorazione è tradizionalmente destinata alla termo-valorizzazione, alla granulazione per la produzione di polverino da utilizzare come filler, o al cracking termico per ottenere idrocarburi e carbon black. La devulcanizzazione, invece, consente di riutilizzare la gomma come materia prima di partenza, con risparmi di risorse di notevole importanza sul fronte ambientale. Devulcanizzare la gomma significa rompere i cross-link tra le catene polimeriche, lasciando il più possibile inalterati i legami chimici lungo le catene. Questa operazione ripristina il comportamento termoplastico del materiale, consentendone in tal modo la rilavorabilità. In letteratura sono riportati vari modi per raggiungere questo obiettivo che
utilizzano metodi fisici, come ultrasuoni, microonde e stress termo-meccanici, o chimici mediante l’uso di agenti devulcanizzanti. Oggi l’interesse per la devulcanizzazione è in aumento per i vantaggi economici che essa comporta e per l’aumentata sensibilità delle persone verso i problemi ecologici. L’idea di utilizzare un estrusore bivite co-rotante per la devulcanizzazione della gomma si basa sul seguente principio: a differenza di quello che avviene durante un’eccitazione termica, che provoca una rottura non selettiva dei legami di reticolazione e di quelli della catena polimerica, nel corso di una eccitazione meccanica l’energia si concentra principalmente sui legami di reticolazione (tipicamente i legami zolfo-zolfo) per la loro più bassa costante elastica (v. Fig. 1). In altre parole, si rompono preferenzialmente i legami impegnati nella reticolazione. E l’efficacia dell’estrusore bivite co-rotante nel conseguire questo risultato è dovuta alla sua capacità di esercitare sul materiale un alto sforzo di taglio e un alto allungamento. Naturalmente, in questa trasformazione
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TECNOLOGIA
Figura 1. Ripartizione dell’energia tra i legami C-C della catena polimerica e i legami di reticolazione S-S durante una eccitazione termica e una meccanica.
Figura 2. Il test reometrico condotto (a 160°C) su NBR vergine e su due miscele con gomma di recupero (33% e 50%).
gioca un ruolo importante anche l’azione sinergica dell’energia termica. Con questo procedimento, quindi, non sono richiesti agenti chimici e, conseguentemente, vengono eliminati tutti i problemi connessi con la gestione di queste sostanze. Presso il Centro Tecnologico Maris sono state effettuate prove di devulcanizzazione di diversi tipi di gomme: NR, IR, EPDM, NBR, HNBR, SBR, BR, gomma fluorurata, SBR/NR e anche gomma siliconica. Il livello di devulcanizzazione è evidenziato dal valore di torque rilevato durante un test reometrico. Un campione di SBR di recupero (devulcanizzato) ha torque iniziale molto vicino a quello di un campione di compound SBR crudo (vulcanizzabile). Questo indica che è avvenu36 |
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ta la rottura di una gran parte dei legami di crosslinking. Inoltre, il valore di torque del campione devulcanizzato non cresce con il passare del tempo come accade nel compound vulcanizzabile, evidenziando che i curing agents della formulazione sottoposta al trattamento non sono più attivi. Una volta che la gomma devulcanizzata è stata miscelata con la gomma vergine, si ottiene un materiale che, dopo l’aggiunta della opportuna quantità di curing agent, è nuovamente vulcanizzabile. Lo dimostra la Figura 2, che presenta le curve reometriche di NBR vergine e di due blend con il 33% e il 50% di NBR devulcanizzata. Le leggere differenze nel comportamento reometrico possono essere facilmente compensate con piccole
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variazioni della formulazione. La Figura 3 mostra, a confronto tra loro, alcune proprietà meccaniche fondamentali – allungamento a rottura, carico di rottura e resistenza alla lacerazione – esibite dopo la vulcanizzazione di campioni di NBR vergine e miscelata con materiale devulcanizzato. Il leggero calo delle proprietà meccaniche si spiega con una parziale degradazione della frazione di materiale di recupero. Si tratta, comunque, di un fenomeno limitato, e inoltre va tenuto presente che nella preparazione di questi campioni non è stata effettuata nessuna ottimizzazione della formulazione. La perdita nelle proprietà meccaniche dovuta alla miscelazione di gomma devulcanizzata con gomma vergine dipende dalla particolare gomma che si prende in considerazione, e noi abbiamo trovato, in generale, un calo di queste proprietà molto basso nel caso di miscele con un contenuto di materiale di recupero del 10-30%. Sono state effettuate alcune caratterizzazioni chimiche per indagare sulle modifiche chimiche indotte dal processo. Se prendiamo in esame il poliisoprene (sintetico o naturale), la tecnica 13CNMR consente di monitorare lo stress sopportato dalle catene polimeriche durante un processo. La struttura chimica delle unità monomeriche di questo polimero è caratterizzata da due possibili configurazioni stereoisomeriche (cis, trans) del doppio legame carbonio-carbonio. L’isomero cis è il più frequente sia nella gomma naturale che nel poliisoprene sintetico. Se la catena polimerica viene sottoposta a stress, si può verificare una conversione cis-trans della configurazione di alcuni doppi legami. In un campione di poliisoprene sintetico tal quale è stata misurata una percentuale di configurazione trans dell’1,2%. Dopo la compoundazione questo valore è aumentato all’1,9%, e dopo la vulcanizzazione al 2,5%. Il nostro processo di devulcanizzazione termo-meccanica provoca un ulteriore incremento al 5%: chiaramente, il processo ha esercitato un certo stress
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Figura 3. Allungamento a rottura e carico di rottura (a) e resistenza alla lacerazione (b) di campioni di NBR vergine e miscelata con gomma di recupero (33% e 50%).
sul polimero, provocandone una certa degradazione. Se si confronta questo risultato con quello ottenuto con un trattamento termo-chimico, durante il quale la percentuale di trans è salita dal 3% al 19% o addirittura al 41%, si comprende facilmente come questo effetto collaterale non sia così marcato. La tecnica 13C-NMR è stata impiegata anche per monitorare l’ossidazione subita dal polimero. L’assenza di segnali nella regione dei prodotti tipici dell’ossidazione di una molecola organica suggerisce che l’ossidazione è assente, oppure presente a un livello molto basso. Per stimare la reticolazione residua nel poliisoprene dopo la devulcanizza-
zione è stata adottata la tecnica dell’estrazione con solvente (cloroformio). Il rigonfiamento di parte del materiale suggerisce la presenza di una frazione residua di polimero reticolato che può essere valutata, mediante il modello di Flory-Rhener, misurandone il volume nella frazione rigonfiata. In questo modo è stato possibile stimare una resa del processo di devulcanizzazione del 70-80%. Attraverso la misura della frazione di sol è stato anche possibile rilevare, ricorrendo al modello di Horiks, una certa degradazione della catena polimerica, confermata anche da un abbassamento della viscosità Mooney. Ma si tratta di un
effetto collaterale inevitabile, peraltro di portata limitata.
CONCLUSIONI La tecnologia della devulcanizzazione sviluppata dalla Maris con l’impiego di un estrusore bivite co-rotante si rivela essere una soluzione efficace per il riciclo della gomma. Il materiale devulcanizzato può essere usato, infatti, per preparare una nuova mescola di gomma da vulcanizzare, consentendo anche più ricicli. I vantaggi economici sono molteplici. Lo testimoniano chiaramente i risultati ottenuti dai nostri clienti, che indicano tempi di recupero dell’investimento nel macchinario molto interessanti.
Importante Società multinazionale operante nel settore della distribuzione delle materie prime e dei polimeri, ricerca TECNICO COMMERCIALE Di età intorno ai 30 - 35 anni, con pluriennale esperienza e competenza commerciale e di business development in aziende nel settore chimico. Il candidato sarà inserito in un ambiente dinamico orientato al lavoro di gruppo e sarà suo compito sviluppare nuovi mercati per prodotti consolidati o nuovi prodotti nell’ambito delle strategie aziendali. È ritenuto requisito indispensabile la disponibilità a brevi ma frequenti trasferte sia in Italia che all’estero. È necessaria un’ottima conoscenza della lingua Inglese. La sede di lavoro è nell’hinterland di Milano. Inviare dettagliato curriculum indicando un recapito telefonico al seguente indirizzo e-mail: intpolymers@gmail.com
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Formazione Assogomma
Nuove schede di sicurezza, istruzioni per l’uso
Un corso organizzato lo scorso 30 gennaio a Milano da Assogomma, in collaborazione con il Centro REACH, ha affrontato il tema delle modifiche alle schede di sicurezza introdotte dal Regolamento 453/2010. Un argomento che impone alle aziende una verifica e un aggiornamento delle procedure interne per non trovarsi impreparati nel caso di possibili ispezioni. L’interesse delle imprese, attestato dalla notevole affluenza di esperti, ha suggerito all’associazione di organizzare un ulteriore evento formativo, in programma sempre a Milano il prossimo 18 aprile.
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i è svolto lo scorso 30 gennaio il corso di formazione sulla lettura delle schede di sicurezza estese, organizzato da Assogomma in collaborazione con il Centro REACH, presso il Mercedes-Benz Center di Milano. Il corso ha inaugurato la nuova stagione formativa Assogomma, articolata su un programma annuale in più eventi che cercheranno di coinvolgere le diverse funzioni aziendali del settore gomma, e cioè salute, sicurezza, ambiente, ma anche tecnica, qualità, produzione, commerciale, marketing, ecc. Il grande interesse per il tema delle schede di sicurezza, già emerso durante il seminario dello scorso 22 novembre, è stato confermato dalla notevole affluenza al corso, che ha visto la partecipazione di 33 esperti, in rappresentanza di oltre 20 aziende appartenenti a diversi settori del comparto gomma (pneumatici, articoli tecnici e mescole), con una rappresentanza anche del settore della plastica. I partecipanti, confrontandosi con esperti docenti provenienti sia dal mondo associativo che aziendale, hanno avuto l’occasione di approfondire i nuovi concet38 |
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ti recentemente introdotti nella disciplina – e ancora lontani dall’essere assimilati – e di ricevere indicazioni pratiche ed operative su come gestirli conformemente al REACH.
Il nuovo formato delle schede Risulta infatti ormai pienamente operativa la modifica al formato delle SDS (schede di sicurezza) introdotta dal Regolamento 453/2010, che aggiorna l’Allegato II del REACH, essendo scaduta il primo dicembre 2012 la deroga che riguardava le sostanze o miscele a scaffale (ovvero immesse sul mercato prima del primo dicembre 2010). Fra le principali modifiche introdotte nel nuovo formato, si ricorda la necessità di riportare nella sezione 2, per le sostanze, la doppia classificazione (sia in base al CLP che alla Dir. 67/548/CE). Per le miscele rimane possibile, fino al 2015, scegliere se adottare la vecchia classificazione (Dir. 99/45/CE) o la nuova secondo CLP. La doppia classificazione va indicata nella SDS delle miscele pericolose per le sostanze componenti. Il nuovo
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Regolamento richiede inoltre maggiori informazioni e dati (ad es. chimico-fisici). Un’ampia sezione è stata dedicata agli scenari di esposizione, che vengono allegati in determinati casi alla SDS della sostanza o miscela. Il REACH prevede che il trasformatore esamini tali documenti alla loro ricezione e verifichi che il proprio uso della sostanza/miscela sia contemplato fra quelli previsti e che le misure di gestione del rischio adottate nel proprio impianto siano compatibili con quelle riportate nello scenario. La loro interpretazione e gestione risulta ancora molto problematica per molte aziende, vista la recente introduzione e la difficoltà di lettura e la scarsa diffusione dell’informazione.
La verifica della conformità Particolarmente apprezzate sono state pertanto le indicazioni operative che i docenti hanno fornito guidando i partecipanti nella lettura e nell’interpretazione dello scenario ed illustrando come debba essere verificata la conformità delle proprie condizioni di uso. Sono state quindi
Formazione Assogomma
chiarite le possibilità che il trasformatore ha a disposizione nel caso la verifica porti a concludere che le proprie condizioni operative non sono coperte dallo scenario di esposizione ricevuto. Fra queste opzioni vi è il cosiddetto “scaling”: una procedura di calcolo che consente all’utilizzatore di adattare lo scenario alle proprie condizioni, nel caso queste differiscano, entro certi margini, da quelle riportate nel documento ricevuto. Lo “scaling”è uno strumento approssimativo, i cui fondamenti teorici sono ancora dibattuti all’interno della stessa ECHA, e va utilizzato a ragion veduta. Al riguardo sono stati fatti alcuni cenni ad il suo utilizzo per mezzo del software ECETOC-TRA.
REACH e sicurezza sul lavoro L’ambito tematico del REACH, disciplinando la verifica delle misure di gestione del rischio, va a sovrapporsi parzialmente con l’ambito della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro (D.Lgs 81/08). Le due discipline rimangono tuttavia indipendenti e non vanno confuse. Al riguar-
Un momento del corso di formazione sulla lettura delle schede di sicurezza estese.
do i docenti hanno fornito preziosi chiarimenti, distinguendo e delucidando gli adempimenti necessari ai sensi delle due normative. Questo aspetto è stato particolarmente apprezzato dai numerosi RSPP presenti in aula, anche in vista delle visite ispettive che stanno iniziando anche nel settore della trasformazione. Proprio per venire incontro a questi
nuovi bisogni Assogomma ha già programmato per il prossimo 18 aprile uno specifico corso, che fornirà alle aziende le indicazioni necessarie per arrivare preparate alle ispezioni. Per informazioni è possibile rivolgersi alla Segreteria di Assogomma (areaeconomiaindustriale@federazionegommaplastica.it, tel. 0243928233).
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Realtà industriali in crescita: Mesgo
Obiettivo: consolidare la base produttiva e quella finanziaria di a.d.p.
Mesgo è stata costituita nel 1996 per la produzione di mescole in gomme sintetiche (EPDM, NBR, CR, SBR, HNBR, ACM, AU, ECO, EU, CSM, AEM) e naturali (NR) sia nere che colorate, attività svolta nello stabilimento di Castelli Calepio (Bergamo) fino al 2012. A partire dal 2013 l’attività produttiva è stata trasferita nel nuovo stabilimento di Carobbio degli Angeli (Bergamo).
L’EVOLUZIONE DELLA SOCIETÀ Mesgo, dopo tre anni dalla fondazione, siamo nel 1999, decide di entrare nel business delle gomme siliconiche e, in tal senso, diventa, fino al 2008, compoundatore esclusivo prima della GE Bayer Silicones e poi della Momentive Performance Materials per la produzione di mescole siliconiche pronte all’uso specializzandosi in modo particolare nella ricerca di formulazioni platiniche. La produzione del silicone è svolta nello stabilimento di Gorlago (Bergamo). Sempre nello stabilimento di Gorlago, nel 2001 viene costituito un nuovo reparto per la produzione di mescole a base di gomma fluorurata con lo scopo di fornire ai clienti un portafoglio prodotti completo e ad alto valore aggiunto per soddisfare le crescenti richieste di mercato. Nel 2005 la società italiana decide di costituire, a circa 150 chilometri da Varsavia, Mesgo Polska dedicato alla produzione di mescole siliconiche con l’obiettivo di servire da lì i paesi dell’Est Europa.
Mescole a base di gomma fluorurata Tralasciando di considerare le diversità, ben note ai nostri lettori, tra elastome-
ri naturali ed elastomeri sintetici, vediamo quali sono i principali tipi di mescola in cui si è specializzata Mesgo, cominciando da quella a base di gomma fluorurata.
Il nuovo stabilimento Mesgo di Carobbio degli Angeli, in provincia di Bergamo.
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Realtà industriali in crescita: Mesgo
Solidità e investimenti la ricetta per primeggiare Un sito produttivo nuovo di zecca a Carobbio degli Angeli, a pochi chilometri da Bergamo, diventato pienamente operativo all’inizio del 2013. L’ingresso di un nuovo finanziatore, il Fondo Italiano d’Investimento, avvenuto tra novembre e dicembre. E, recentissima, la notizia dell’acquisizione in affitto del ramo d’azienda della Iride Color relativo ad additivi vari e paste coloranti per gomme e silicone.. Queste tre mosse, in rapida successione, da sole esemplificano il dinamismo della Mesgo, la società nata nel 1996 attiva nel comparto delle mescole in gomma con due siti produttivi in Italia, a Carobbio e Gorlago nel Bergamasco, e uno in Polonia, a Tomaszow Mazowiecki. Il Gruppo Mesgo, 70 dipendenti cui si aggiungono ora i 45 di Iride Color, ha concluso il 2012 con un fatturato di 40 milioni di euro e una crescita del 6% rispetto all’anno precedente. Francesco Caldara, amministratore delegato e principale azionista della società, spiega le strategie che indirizzano lo sviluppo dell’azienda. «La vera preocL’Amministratore Delegato cupazione di un imprenditore – dice a L’Industria della Gomma – e non soltanto di Mesgo s.p.a., Francesco Caldara. nel nostro settore ma in generale, è di dare una solida base finanziaria alla propria società. Questo è l’obiettivo che ci siamo posti come prioritario e che spiega l’ingresso di un finanziatore come il Fondo Italiano d’Investimento. Del resto bisogna anche tenere conto della specificità della nostra attività: dobbiamo programmare investimenti su tempi medio-lunghi, per assicurarci un livello tecnologico d’eccellenza che ci consenta di primeggiare sul mercato con un respiro di qualche anno, mentre il mercato si muove con una pianificazione degli ordini che non va oltre le sei settimane. Questo significa che dobbiamo avere le spalle ben coperte e che dobbiamo trovare sempre in noi stessi le motivazioni per rilanciare e promuovere la nostra attività». Anche perché spesso la risposta degli interlocutori, soprattutto quelli istituzionali, non è tempestiva come si vorrebbe. «Oggi fare gli imprenditori senza una copertura finanziaria è impensabile – spiega ancora Caldara – ed è giusta per certi versi la resistenza delle banche a finanziare attività che partono senza garanzie adeguate. Ma le imprese richiedono risposte immediate e fondate sulla profonda convinzione nell’attività svolta e non su motivazioni di tipo speculativo. Noi per esempio nel Fondo Italiano d’Investimento abbiamo trovato un partner che è stato in grado di darci una risposta praticamente immediata per quanto riguarda l’operazione Iride Color. Altri interlocutori non sono così rapidi e motivati». Lo stesso vale per le istituzioni. Caldara cita un episodio avvenuto in Polonia. «Ci siamo accorti – dice – durante la realizzazione del sito produttivo, che c’era un errore nel progetto e questo avrebbe comportato l’abbattimento di alcuni grossi alberi per consentire l’ingresso dei tir nel parcheggio. Errore nostro, che abbiamo fatto presente all’ufficio tecnico del Comune con tutti i timori a cui ci hanno abituato le lungaggini italiane. Con nostra sorpresa, invece, i tecnici del comune polacco hanno effettuato un sopralluogo il giorno dopo la nostra visita e una settimana dopo ci hanno prospettato una soluzione. Abbiamo avuto l’autorizzazione all’abbattimento degli alberi in cambio di una ripiantumazione su un altro lato dello stabilimento per compensare il danno». In Italia, molto probabilmente, un caso del genere sarebbe passato da un ufficio all’altro e si sarebbe protratto per mesi. «La certezza delle risposte e dei tempi – conclude Caldara – è fondamentale per condurre in maniera sana un’attività imprenditoriale. Sotto questo aspetto in Italia abbiamo ancora moltissimo da imparare». r.o.
Una parziale panoramica del reparto produttivo del nuovo stabilimento.
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Gli elastomeri fluorocarbonici, comunemente noti con la sigla FPM o FKM, possiedono una struttura primaria caratterizzata dalla presenza del legame carbonio-carbonio. Gli elastomeri fluorocarbonici maggiormente disponibili sul mercato sono quindi copolimeri e terpolimeri del fluoruro di vinile (VF2), esafluoropropilene (HFP), tetrafluoroetilene (TFE). In talune applicazioni speciali, può essere previsto l’utilizzo di ulteriori monomeri. Questi polimeri, dalle eccellenti caratteristiche di resistenza termica e chimica, vengono quasi esclusivamente utilizzati nella produzione di compound destinati alla produzione di articoli tecnici quali guarnizioni, tubi, paraoli, O-ring in cui il contatto e la resistenza a sostanze quali oli minerali, fluidi idraulici, combustibili, idrocarbu-
Realtà industriali in crescita: Mesgo
Mescole a base di gomme siliconiche Le gomme siliconiche sono formate da una catena di silicio-ossigeno con sostituenti organici legati all’atomo di silicio. Questi sono in prevalenza costituiti da gruppi metilici, vinilici e fenilici. Grazie alla composizione chimica, differente da quella delle gomme tradizionali, i manufatti prodotti con questo materiale presentano caratteristiche speciali di gran pregio. Essi posseggono un’eccezionale resistenza all’aria calda (+200°C con picchi fino a +300°C per periodi di tempo limitato e a seconda del polimero utilizzato) e conservano nel tempo la loro flessibilità anche a temperature estremamente basse (-55°C), mantenendo praticamente invariate le caratteristiche elettriche e fisico meccaniche. I vulcanizzati resistono all’ossigeno, all’ozono ed alle intemperie e non vengono degradati dai raggi UV. I vulcanizzati prodotti con mescole siliconiche appositamente formulate, sono fisiologicamente inerti, inodori ed insapori, ed in alcuni casi possono essere utilizzati per la produzione di articoli impiegati nel settore alimentare, medico e farmaceutico. Altre tipiche applicazioni comprendono i settori automobilistico, aerospaziale, moda, sport, cavi ed isolatori elettrici.
L’impianto di dosatura automatica degli additivi al servizio del ciclo produttivo.
MESGO OGGI
Un passaggio del ciclo produttivo: la ripresa al mill di una mescola prodotta dall’Intermix.
ri alifatici, clorurati, aromatici e solventi od agenti chimici di diversa natura, devono essere assolutamente garantiti. Le performance di questi manufatti li rendono idonei in applicazioni in cui le temperature d’impiego vanno da -25°C a +240°C. In certi casi la funzionalità in condizioni statiche è garantita anche a temperature inferiori a -45°C. Le principali applicazioni sono quelle del settore elettronico, aeronautico, nucleare, militare, automobilistico, nautico ed energetico.
In sintesi nessun altro materiale uguaglia le proprietà d’isolamento elettrico, inerzia chimica, resistenza meccanica ed alle alte temperature tipiche di questi prodotti. Mesgo, grazie alla costante ricerca ed alla collaborazione tecnica con i più prestigiosi partner del settore, è in grado di offrire una vasta gamma di formulati che, oltre a soddisfare le diverse esigenze del mercato, sono idonei alle lavorazioni secondo le più comuni e svariate tecniche di produzione.
Oltre agli elastomeri siliconici e fluorurati, Mesgo, grazie alla costante ricerca, è oggi in grado di fornire una vasta gamma di formulati in gomme sintetiche, tra cui EPDM, NBR, CR, SBR, HNBR, ACM, AU, ECO, EU, CSM, AEM, e naturali, NR, capaci di soddisfare richieste inerenti sia a capitolati che a specifiche esigenze tecniche e di processo della propria clientela. Infatti, la società da sempre è orientata alla ricerca di soluzioni a misura di cliente, ed oggi è in grado di fornire mescole a base dell’intera gamma di elastomeri, da quelli più comuni a quelli speciali compresi gli elastomeri ad altissime prestazioni e garantendo un rapporto qualità/prezzo molto competitivo.
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Realtà industriali in crescita: Mesgo
Ricerca & Sviluppo e Assistenza tecnica
Parziale veduta del laboratorio Controllo Qualità.
Dopo la recente costituzione di Mesgo Iride Colors, la gamma dei prodotti che il gruppo può offrire si è ulteriormente arricchita di additivi vari e paste coloranti per applicazioni nel settore del silicone solido e liquido, nella plastica e nelle gomme fluoru-
rate, sintetiche e natuarali. Mesgo ha fatto del servizio al cliente la propria passione, garantendo un’estrema flessibilità e rapidità nell’evasione delle richieste, ed è da sempre rivolta alla ricerca continua della soddisfazione della sua clientela.
INFLUENZA DI FLUIDI LIQUIDI IONICI SUGLI ELASTOMERI FKM M. Lückmann, R. H. Schuster. V. Denke, A. Rosenplänter (DIK) - e-mail: Matthias.Lueckmann@ DIKautschuk.de; Kautschuk Gummi Kunststoffe; (KGK) 65/5-2632- Maggio 2012. Rif. E3067.
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fluidi ionici trattati nell’articolo qui recensito sono fusioni saline con punto di fusione inferiore a 100°C preparate da prodotti nucleofili come imidazolo o pirrolo con mezzi alchilanti come “alchiltriflati” o alogenoalcani, con i quali viene ottenuto per metatesi uno scambio ionico di cationi e anioni, ad esempio per reazione tra solfati e nitrati con imidazolocloruri o piridinocloruri. Il gruppo “triflato” è trifluorometansolfonato. Nell’articolo viene citato un anione triflatico: [Tf2N] - (il gruppo triflato ha importanza in sistemi catalitici). L’articolo si svolge con una descrizione dell’azione di diversi fluidi anionici su fluorolelastomeri FKM, come DAI-EL G-7400BP della Daikin Chemical Europe GmbH (copolimero fluoruro di vini-
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materie prime MESCOLE CONTENENTI NERO DI CARBONIO IN CONFRONTO A MESCOLE CONTENENTI SILICE Frederick Ignatz-Hoover, Diane Killmeyer, Byron H. a Flexsys America - e-mail: frederick.ignatzhoover@flexsys.com; Kautschuk Gummi Kunststoffe; (KGK) 65/5-4348-2012. Maggio 2012. Rif. E3068.
Asfalti gommati : i pneumatici fuori uso tornano in strada
GOMMA DA GUAYULE
RESISTENZA AGLI OLI
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
Si è svolto, lo scorso mese di giugno a Rovereto, il 4° Convegno Nazionale organizzato da UNIRIGOM (Unione Recuperatori Italiani della Gomma) sull’impiego dei pneumatici fuori uso nella modifica dei bitumi per la pavimentazione stradale. Il tema trattato “Asfalti Gommati – Una scelta a favore dell’ambiente e della sicurezza” è quanto mai attuale per il problema rappresentato dall’alto impatto ambientale dei PFU, e il convegno ha fornito importanti indicazioni sull’impiego di questi prodotti in un’applicazione eco-compatibile e, al tempo stesso, di valorizzazione del materiale che ne è il componente fondamentale, la gomma.
N
ell’articolo l’autore tratta le differenze di resistenza all’invecchiamento che si riscontrano tra mescole a base di tagli 65/35 SBR1500/BR 1207 e tra mescole di tagli 93,5/25 Duradene 763B/BR 1207 rinforzate rispettivamente con 67 phr di nero N330 o con 80 phr Ultrasil VN3. Nello studio riportato le mescole contenenti Duradene vengono esaminate anche con un taglio di cariche 40/30 phr di nero N330/Ultrasil VN3. (Il Duradene 763B è una SBR contenente 40,5 % di stirene legato, estesa con 27,3 % di olio naftenico). Viene ricordato il meccanismo dell’invecchiamento dei vulcanizzati di gomma provocato dall’azione dell’ossigeno e soprattutto dall’azione dell’ozono. Nell’articolo sono riportate importanti notizie, soprattutto in merito alle soglie significative della concentrazione di ozono e in merito alle azioni meccaniche. Viene riferito su meccanismi di ozonolisi, cioè di scissioni di catena in corrispondenza di insaturazioni nella compagine polimerica: -CH2-CH=CH-CH2- ----à -CH2-CH-OOOCH-CH2- -----à fino ad arrivare alle demolizioni finali -CH2-C=O-OH e CH2-CO. Riferendosi alle proprietà significative che maggiormente sottolineano la lunga durata dei materiali dei battistrada
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NIRIGOM - Unione Recuperatori Italiani della Gomma – è l’associazione delle aziende che si occupano del recupero dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) e degli elastomeri in genere. Nasce a Rimini il 5 ottobre 2010 in occasione di Ecomondo, quando FISE Unire (Federazione Imprese di Servizi – Unione Nazionale delle Imprese di Recupero di Confindustria) e Assorigom (Associazione Nazionale Raccolta, Riciclo e Riutilizzo della Gomma) siglano l’accordo che dà vita a un’unica associazione confindustriale nel settore del recupero della gomma e dei pneumatici fuori uso. Duplice lo scopo della nuova associazione: favorire lo sviluppo dell’industria del riciclo e del recupero, prevenendo il dumping nel settore ecologico e promuovendo il corretto uso dei materiali ottenuti dal riciclaggio della gomma, e contrastare i sistemi di gestione illegali e gli stoccaggi abusivi dei PFU, anche per accrescere il livello di protezione dell’ambiente e della salute.
PERCHÉ IL CONVEGNO L’evento, svoltosi a Rovereto lo scorso 22 giugno, è stato organizzato in collaborazione con Ecopneus e con il patrocinio dell’ANCI, del Consiglio Regionale del Trentino Altoadige, della Provincia autonoma di Trento e del Consorzio dei Comuni Trentini per promuovere l’utilizzo di asfalti realizzati con l’impiego di granuli e polverino ottenuti dalla gomma ricavata dai pneumatici fuori uso. L’iniziativa ha inteso sensibilizzare gli operatori del settore della produzione degli asfalti sulle favorevoli opportunità offerte da questa tecnologia su molteplici fronti. Ambiente, economia e sicurezza stradale principalmente. Non solo, ma ha anche – o soprattutto – richiamato l’attenzione dei potenziali utilizzatori, pubblici e privati, e in special modo delle stazioni appaltanti, sulla necessità di inserire nei propri capitolati per i lavori stradali specifiche indicazioni in merito all’utilizzo di questi prodotti. Al convegno hanno partecipato re-
latori nazionali e internazionali, che con i loro interventi si sono soffermati sulle caratteristiche del polverino da PFU e hanno parlato delle loro ‘case history’, illustrando i vantaggi prodotti dall’utilizzo di questo materiale nelle miscele bituminose per manti stradali nei loro territori. Vantaggi supportati anche da approfondite analisi del rapporto costi/ benefici collegati alla scelta di questo tipo di pavimentazioni.
IL PUNTO DI PARTENZA: QUANTI SONO I PFU E DOVE FINISCONO Ogni anno si generano in Europa circa 3,3 milioni di tonnellate di pneumatici fuori uso. Secondo Unirigom, nel 2009 ne sono state ‘prodotte’ in Italia 325.000 tonnellate; nel 2010, secondo Ecopneus, 380.000. Dei PFU prodotti ogni anno in Italia, però, solo il 74% viene recuperato. Il restante 26% viene in parte abbandonato sul territorio o viene avviato verso destinazioni non sempre autorizzate e nemmeno ecocompatibili.
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PREVIEW IRC 2013
Compression presses for rubber
Italian company, manufacturer of compression presses for rubber products Azienda italiana produttrice di presse a compressione per prodotti in gomma
puoi sfogliarla online
www.edifis.it
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
MARZO 2013 - NUMERO 2
di Giuseppe Cantalupo
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
rASSEGNA DELLA STAmPA TECNICA ESTErA lidene/esafluoropropilene contenente 66% di fluoro). Gli autori esaminano anche gli aspetti reologici della lavorazione e, mediante NMR (spettroscopia di risonanza magnetica nucleare), l’influenza sulla Tg (temperatura di transizione vetrosa). Al fluoroelastomero vengono additivati diversi fluidi ionici a base di due cationi 1-butil-3-metilpirrolidinio (PY1,4) e 1-butil-3-metilimidazolio (BMIm), combinati con quattro anioni specificati e descritti nell’articolo. Con le miscele preparate vengono determinati e rappresentati i valori della componente elastica del modulo dinamico a torsione (G’) e i valori di temperatura di transizione vetrosa, Vengono altresì rappresentati i valori di risonanza magnetica nucleare NMR per caratterizzare l’andamento del rilassamento dinamico dovuto a mobilità delle catene del reticolo molecolare e alla presenza di legami di reticolazione tra componenti a basso peso molecolare. Dai risultati viene dedotto che i fluidi ionici si mostrano adatti per caratterizzare significativamente le proprietà di elastomeri, qui di elastomeri fluorurati. I risultati accertati nello studio qui recensito evidenziano anche che non appaiono problemi di incompatibilità e che, per di più, nel campo dei fluoro elastomeri procurano vantaggi di comportamento alle basse temperature. Ciò viene anche interpretato con il fatto che i fluidi ionici danno positivamente luogo ad aumento della mobilità molecolare ed ad una uniforme distribuzione nella struttura fisica degli FKM. Viene stilato un ordine di merito dei fluidi ionici descritti, rappresentandoli con sigle in uso nel settore di tali materiali. L’ordine viene interpretato in funzione dell’abbassamento della Tg (temperatura di transizione vetrosa) e, come detto, anche in funzione dell’abbassamento o dell’aumento della mobilità molecolare accertata mediante misure di NMR (risonanza magnetico-nucleare).
STRUMENTI DI CRESCITA
Il 4° Convegno nazIonale UnIRIgoM
ELASTICA | AbbIAmo LETTo PEr voI
materie prime
Allo scopo di rispondere alle specifiche esigenze sia di mercato ma soprattutto della propria clientela, Mesgo si avvale di personale tecnico in grado di studiare e sviluppare formulati di nuova generazione per tutti i settori industriali. A tale scopo utilizza strumentazioni da laboratorio idonee sia al controllo del processo produttivo sia per lo studio e lo sviluppo di nuovi strutture formulative create ad hoc per ogni singola esigenza e, in tal senso la società ha investito e continua ad investire in strumentazioni di ultima generazione per poter rimanere altamente competitiva all’interno di un mercato nazionale/internazionale in continua evoluzione. Inoltre, lo staff tecnico è stato di recente potenziato con un nuovo responsabile tecnico (Furio Zita), in aggiunta ai tre già operativi nelle tre divisioni di mescole in gomma, e con una direzione tecnica (Dario Nichetti) per il coordinamento del team tecnico e dell’attività di R&D
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LE FIERE PER IL SISTEMA GOMMA PLASTICA
Dove andare a esporre? S
e l’obiettivo primario per le imprese italiane è accelerare lo sviluppo delle esportazioni lo strumento più efficace (senza per questo sottovalutarne altri) si riconferma la fiera. Intendiamo qui la grande fiera internazionale che fa convergere, in un luogo predisposto ed accogliente, il maggior numero di addetti ai lavori richiamati tendenzialmente dai quattro angoli del mondo dalla possibilità di aggiornarsi con un solo viaggio su quanto di nuovo il mercato propone ad un sistema produttivo complessivo. Pensiamo anche alla fiera specializzata di comparto – macchine e tecnologie, componenti e accessori, prodotti per il mercato finale - che permette a fornitori e clienti di ritrovarsi per fare il punto sulle vicende della loro professione, aggiornarsi sulle innovazioni, programmare nuovi ordini e verificare quelli in corso. È utile allora proporre una rapida verifica del calendario fieristico del sistema gomma plastica a imprenditori e manager che devono pianificare per il triennio 2013-2015 in quali mercati proporre la propria offerta ovvero dove scegliere i rifornimenti per le linee produttive e/o per i cataloghi di vendita. Infatti il quadro delle opzioni di scelta è visibilmente mutato nel giro di un paio di lustri e offre l’opportunità di compiere scelte strategiche originali e vincenti. Il nostro sistema dispone attualmente di oltre 80 eventi internazionali in programma in quattro continenti; 36 sono biennali, 33 hanno cadenza annuale e 14 sono triennali; complessivamente presentano poco meno di 50.000 espositori e richiamano oltre tre milioni di visitatori professionali. I grandi marchi storici europei –
K a Düsseldorf il prossimo ottobre e Plast+Rubber a Milano nel maggio 2015 – sono protagonisti come da tradizione ma attorno a loro il contesto si sta trasformando in modo significativo. Innanzitutto il numero degli appuntamenti è aumentato in modo continuo, raddoppiando nel corso degli ultimi vent’anni. È un’ovvia conseguenza sia della globalizzazione produttiva e commerciale. Anche per gomma e plastica il mondo è diventato piatto e oggi i paesi dotati di almeno una fiera internazionale sono circa 40. Le aree leader sono in termini numerici Europa e Asia. Nella prima 14 paesi annoverano almeno un evento con un totale di 33 fiere; leader sono la Germania con 6 marchi, Russia con 5, Italia e Polonia con 4 ciascuna. L’Asia assomma 30 appuntamenti, concentrati principalmente in Cina (8), India (5) e - con 3 ciascuna – Indonesia, Thailandia e Vietnam. La prevalenza dell’Europa si rivela apparente se dal numero delle fiere si passa a considerare la somma degli espositori: infatti l’Europa si ferma al totale di 16.000 mentre l’Asia supera le 25.000 imprese. È la riprova che la “fabbrica e il mercato del mondo” anche nei nostri settori va a Oriente. Nel resto del mondo le piazze più attive risultano Brasile e Stati Uniti in America e Emirati Arabi in Medio Oriente. Dal calendario emerge una situazione articolata in termini di combinazione dei prodotti offerti nelle diverse manifestazioni: dalle grandi triennali che propongono l’intera gamma di macchinari, strumenti, tecnologie, accessori e componenti, prodotti finiti pronti all’uso si passa attraverso sva-
di p.l.
riati modelli organizzativi agli eventi annuali monotematici e ad alta specializzazione. La tabella qui presentata offre vari spunti per orientare le scelte aziendali; oltre a marchio, data e sede di svolgimento, frequenza nel tempo, fornisce infatti: numero totale delle imprese espositrici, numero dei paesi da cui provengono gli espositori esteri (si può leggere come un indice approssimativo di internazionalità dell’evento), presenza o meno di espositori italiani, numero di visitatori (dato aleatorio in quanto raramente certificato ma comunque significativo se si assume il presupposto che il tasso di “autopromozione” degli organizzatori è ormai globalizzato a livello mondiale). Completa la serie il sito web della fiera o del quartiere che la ospita. Più che una informazione questo è un vero strumento per decidere. Con un po’ di esercizio infatti si riesce a valutare le caratteristiche di ogni fiera, a confrontare eventi omologhi e a stabilire a quali prendere parte ed i modi della presenza. Anche il grado di difficoltà per trovare le notizie, o addirittura l’assenza delle notizie base, sono una informazione utile; qualità, professionalità e internazionalità di un evento sono direttamente proporzionali alla completezza del suo sito web; un sito incompleto e impostato in modo approssimativo è la spia che la fiera non merita l’impegno della visita e il costo della trasferta. Riguardo alla presenza di espositori italiani il risultato evidenzia che le nostre imprese espongono a oltre il 70% delle estere. Il dato contenuto nella tabella a questo proposito va affinato at-
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LE FIERE PER IL SISTEMA GOMMA PLASTICA
traverso una attenta lettura dell’exhibitors list che le fiere ben organizzate mettono in evidenza nel loro sito. Innanzitutto si nota che il numero degli espositori italiani varia in ampia misura da fiera a fiera; inoltre la conoscenza del mercato e dei concorrenti al suo interno consentono di farsi un’idea del livello di specializzazione e competizione della manifestazione; infine con un po’ di allenamento si memorizzano i marchi delle imprese italiane che espongono all’estero e si giunge alla conclusione che questa attività è sviluppata da un numero ridotto di spe-
cialisti che tendono a presidiare il maggior numero di appuntamenti giudicati validi. Un’ultima considerazione riguarda la modalità più conveniente di cercare clienti nelle fiere nei mercati nuovi e lontani. Tranne il caso in cui l’impresa sia di grandi dimensioni e dotata di solide strutture commerciali all’estero, conviene selezionare organizzazioni commerciali e compagni di viaggio di qualità certa; al riguardo l’offerta è ampia e in gran parte caratterizzata da buona professionalità. Il primo riferimento è costituito dalle associazioni di catego-
ria, che tra l’altro hanno per tradizione solidi contatti col Ministero competente e con l’Agenzia ex ICE finalizzati a disporre di agevolazioni economiche. Operano in Italia anche segreterie organizzative private che realizzano missioni all’estero, alcune specializzate proprio nel sistema gomma plastica. Infine nella colonna “Partner” della tabella sono elencate le società fieristiche estere (in maggioranza tedesche) coinvolte nell’organizzazione di fiere in mercati lontani e che assistono le imprese europee interessate ad esporre in quei paesi, oltre che nelle fiere in Germania.
GOMMA: FIERE NEL MONDO
aprile
marzo
febbraio
gennaio
Mese
Città
Paese Marchio
Mumbai
Indi
India Rubber Expo
Mosca
RU
Interplastica
Dubai
EAU
Arabplast
N.Delhi
Indi
Plastindia
Koeln
D
Tire Technology
Bangalore
Indi
Plastasia
Shariah
EAU
Plastvision Arabia
Shariah
EAU
Plastvision Arabia
Riyadh
Saud
Almaty
KZ
Johannesb.
SAF
Frequenza
Anno
biennale
2015
annuale
2014
triennale
2016
Partner
Web
Espositori Paesi Esposit. Visitatori Totali esteri Italia
www.indiarubberexpo.in
550
10
sì
25000
www.interplastica.de
700
26
sì
20000
Duesseldorf www.arabplast.info
600
38
sì
15000
www.plastindia.org
1500
35
sì
1300000
-
www.tiretechnology-expo.com
-
www.plastasia2013.com
550
23
sì
20000
8000
n.d.
n.d.
35000
153
15
n.d.
4800
www.arabiamold.com
1500
35
n.d.
60000 25000
www.plastvision.ae
biennale
Demat
Plastics&Petrolchem
triennale
-
www.saudippp.com
560
26
sì
Plastex C. Asia
annuale
-
www.iteca.kz
n.d.
n.d.
sì
n.d.
Tyreexpo Africa
biennale
-
www.eci-international.com
140
70
n.d.
n.d. 2000
Poznan
PL
Epla
annuale
-
www.epla.pl/eu
110
10
no
Bangkok
TAI
Rubber Techno
biennale
-
w.rubbertechnology-expo.com
125
12
sì
4500
Lyon
F
Pneuexpo
annuale
-
www.pneu-expo.fr
100
17
sì
3000
www.koplas.com
300
20
n.d.
40000
www.medteceurope.com
1000
32
sì
14000
250
20
sì
4000
1000
n.d.
sì
28000
2014
Goyang
KO
Koplas
biennale
-
Stuttgart
D
Medtec Europe
annuale
UBM
Singapore
SIN
Tyrexpo Asia
Parma
IT
Mec Spe
biennale
-
www.eci-international.com
2015
-
www.senaf.it
-
www.icm.si
2014
-
www.tyre-indonesia.net
Novi sad
Ser
Plast Serbia
annuale
Jakarta
Indo
Tire&Rubber
annuale
Hochiminh
Viet
Plastics&Rubber
biennale
Qingdao
Chi
China Tyres Rubber
annuale
2013 2014
S.Paolo
BR
Plast show
biennale
Tashkent
UZ
Plastex Uzbekistan
annuale
Bangkok
TAI
Tiprex
biennale
Tokyo
JAP
Plastic Japan
annuale
Celje
SLO
Plagkem
biennale
Maastricht
B
Utech Europe
triennale
Shanghai
Chi
Chinaplas
S.Paolo
BR
Expobor
S.Paolo
BR
Pneushow Recauf.
Duesseldorf www.plasticsvietnam.com/…
2013
2015
annuale
2013
biennale
2015
7
sì
400
20
sì
30000
215
20
sì
7000
www.rubbere.com
150
7
no
10000
www.arandanet.com.br
200
10
sì
10000
www.ite-uzbekistan.uz
14
4
no
15000
200
20
sì
10500
Duesseldorf www.tiprex.com Reed
20 800
www.plastic@reedexpo.co.jp
600
10
no
47000
www.ce-sejem.si
541
29
sì
11000
www.utecheurope.eu
160
20
sì
3600
2800
36
sì
115000
www.expobor.com.br
120
12
no
n.d.
www.francal.com.br
84
6
sì
10000
Duesseldorf www.chinaplasonline.com
Moscow
RU
Tires & rubber
annuale
2013
www.rubber-expo.ru
150
15
sì
5000
Orlando
USA
NPE
triennale
2015
www.npe.org
1500
30
sì
55000
Hanoi
Viet
Vietnamplas
annuale
2013
www.vietnamplas.com/hanoi
140
12
no
6500
46 |
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
aprile 2013
dicembre
novembre
ottobre
settembre
agosto
luglio
giugno
maggio
LE FIERE PER IL SISTEMA GOMMA PLASTICA
Batalha
PT
Moldplas
triennale
Lima
PER
Expoplast
biennale
www.exposalao.pt
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
2014
www.expoplastlima.com
130
17
sì
15000
www.lyon.cci.fr
600
15
sì
7000
www.fargikielce.pl
700
30
sì
20000
www.pordenonefiere.it
100
3
sì
n.d.
www.elmia.se
120
10
no
7500
www.plastonline.org
1514
45
sì
55175
www.adsale.com.hk
2435
11
sì
94000
434
9
sì
14564
653
44
sì
19000
Lyon
F
Cautchouc+Fipplast
triennale
Kielce
PL
Plastpol
annuale
2013
Pordenone
IT
Samuplast
triennale
2014
Jonkoping
SV
Elmia Polymer
annuale
2013
Milano
IT
Rubber + Plast
triennale
2015
Guangzhou
CHI
Chinaplas
biennale
Parma
IT
SPS IPC
annuale
Essen
D
Reifen
2013
Fakuma
M.Frankfurt www.sps-italia.net
2014
www.reifen-messe.de
B.Aires
Arg
Plasticos
2013
www.banpaku.com.ar
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
B.Aires
Arg
Argenplas
2014
www.argenplas.com.ar
320
14
sì
17000
Moscow
RU
Rosplast
www.rosplast-expo.com
150
15
sì
6000
Casablanca
Mar
Plast Expo
www.plast-expo.com
140
18
sì
2800
Bangkok
TAI
Interplast
www.interplasthailand.com
360
13
no
50000
Nurnberg
D
D Kautschuk Tagung
annuale
www.dkt2012.de
250
11
sì
n.d.
biennale
fairtrade
Chennay
Indi
Tyrexpo India
biennale
Panama
Pan
Lat-Am.C. Tyre Expo
annuale
Bejing
CHI
Applas Expo
biennale
Birmingham
UK
Interplas
triennale
Brno
CK
Plastex
ex novo
Helsinki
FIN
PlasTec
Jakarta
Indo
Indoplas
Colombo
Sri
Rubexpo
Kazan
RU
Plast&Rubber
Shanghai
Chi
Citexpo
biennale
annuale
2013
www.eci-international.com
Koeln M.
2014 2013 2014
72
8
sì
4000
www.latintyreexpo.com
180
12
sì
3000
www.applas.net
800
13
sì
70000
www.interplasuk.com
300
5
sì
12000
www.bw.cz/en/plastex
250
19
sì
76000
www.expo.fi/en/
200
n.d.
n.d.
14000
77
7
no
6000
www.rubexpo.com
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
www.plasticexpokazan.com
800
5
no
6000
www.citexpo.com.cn
250
8
no
11500
Duesseldorf www.indoplas.com
2013
Istanbul
Tur
Rubber Fair
www.tuyap.com.tr
200
25
sì
n.d.
Cleveland
USA
Itec
www.itec-tireshow.com
160
7
sì
20000
Tientsin
Chi
China Inject&Mould
www.cimexpo.cn
400
3
n.d.
25000
Taipei
Twn
Taipei Plas
www.taipeiplas.com.tw
450
7
sì
16000
Saigon
Viet
Vietnamplas Pl&Rub
annuale
260
12
sì
12000
biennale
Chiba
Jap
IPF
triennale
Bogotà
Col
Colombia Plast
biennale
Barcelona
Esp
Equiplast
triennale
2014
2013
Duesseldorf www.vietnamplas.com www.ipfjapan.jp
750
10
sì
45000
www.colombiaplast.com
750
30
sì
52000
2014
www.equiplast.com
200
10
sì
7000 100000
Manchester
UK
Brityrex
biennale
72
6
sì
Novosibirsk
RU
Plastex Siberia
annuale
2013
www.iteca.ru
300
13
sì
5000
Tel Aviv
Isr
Plasto Ispack
triennale
2015
www.plastoispack.fairs.co.il
500
n.d.
n.d.
30000
2014
Friedrichshaf D
Fakuma
biennale
Duesseldorf
D
K
triennale
Kiev
UKR
Plastex Ukraine
annuale
www.eci-international.com
2013
1700
35
sì
45000
3000
56
sì
225000
www.plastex.com.ua
42
9
sì
2000 12000
Shanghai
Chi
Reifen China
www.reifenchina.com
112
15
no
Kielce
PL
Ceplast
biennale
2014
www.fargikielce.pl
70
10
no
n.d.
Lathi
Fin
Muovi Plastics
triennale
2015
www.lahdenmessut.fi/eng/
42
9
sì
2000 14500
S.Paolo
BR
Feiplar+Feipur
Sosnowiec
PL
Rubber Plast
Jiakarta Mumbai
Indo Indi
Plastics&Rubber Plastivision India
Shanghai
Chi
Rubber China
Istanbul
Tur
Plast Eurasia
Essen
www.Fakuma-messe.de www.k-online.de
www.feiplar.com.br
280
26
sì
annuale
www.exposilesia.pl
150
10
sì
6000
biennale
Demat
www.pamerindo.com www.plastivision.org
600 1500
39 40
sì sì
12000 100000
Essen
www.rubbertech.com.cn
405
24
no
11000
www.plasteurasia2013
1085
43
sì
n.d.
annuale
2013
Totale 83
48695
aprile 2013
| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
3188339
47
GESTIONE AZIENDALE
La corrispondenza commerciale? La affido in outsourcing di Riccardo Oldani
In un mercato sempre più just-in-time e con produzioni altamente diversificate, è importante per i produttori di articoli tecnici gestire in modo intelligente il flusso di documenti commerciali, come ordini e fatture, e integrarlo con il proprio sistema gestionale. Ecco come ha affrontato il problema un’azienda del Bresciano, la Italian Gasket, in collaborazione con il gruppo internazionale Retarus, a cui ha affidato in outsourcing il trattamento dei propri messaggi in tecnologia EDI e la loro integrazione con SAP.
L’
ottimizzazione dei processi e l’efficienza nel comparto della gomma non passano soltanto da nuovi macchinari, tecnologie e prodotti, ma anche da un’organizzazione funzionale della parte gestionale. Un esempio è il flusso dei documenti tra aziende, come gli ordini di produzione o di fornitura, che in un mercato con orizzonti sempre più “just-in-time” e con produzioni sempre più specialistiche e “a tiratura limitata” devono essere trattati con la massima efficienza: errori nel processarli e inoltrarli possono tradursi in disorganizzazione del lavoro, fermi macchina e costi non previsti. Un esempio di azienda che ha affrontato la questione in modo strategico è la Italian Gasket, società specializzata nella produzione di articoli tecnici con sede a Paratico, in provincia di Brescia, e due filiali, in Ungheria e in Cina (a Wuxi, nel distretto di Shanghai. L’azienda si serve di un sistema a tecnologia EDI per la gestione dello scambio diretto di documenti “computer-to-computer” con i suoi clienti 48 |
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
A sinistra, Nicola Caimi, Country manager Retarus per l’Italia. Sopra, Andrea Pedretti, responsabile Information Technology di Italian Gasket.
e fornitori. Il sistema non era però integrato con il proprio gestionale SAP e così il management ha pensato di procedere a rendere compatibili le due architetture per velocizzare i flussi di lavoro e di business e per ridurre i costi in Information Technology. Per farlo ha scelto una soluzione in fulloutsourcing, delegando a una struttura esterna il compito di mettere in
aprile 2013
comunicazione i sistemi EDI e SAP e di gestire integralmente dall’esterno i flussi di documenti tra l’azienda e i suoi partner. La struttura in questione è Retarus, gruppo internazionale con sede centrale a Monaco di Baviera, che si occupa dal 1992 di Messaging Services, cioè di sviluppo e ottimizzazione di tutti quei processi che mettono in comunicazione le aziende
GESTIONE AZIENDALE
Il sistema di flusso dei documenti EDI tra l’azienda cliente (com’è per esempio Italian Gasket), a sinistra, il data center Retarus, in rosso, e le aziende partner, fornitori o clienti, a destra.
Lo schema mostra come si articola il flusso di documenti tra azienda e partner nel sistema di gestione dei messaggi EDI di Retarus. I file, di qualsiasi formato, viaggiano su connessioni sicure e vengono convertiti in formati leggibili dalle aziende partner, assicurando la perfetta integrazione.
con i loro clienti, partner e dipendenti, sfruttando sistemi di information technology.
Che cos’è l’EDI “L’EDI – spiega il country manager di Retarus Nicola Caimi – trova la sua migliore applicazione in aziende che fanno parte di filiere caratterizzate da significative quantità di scambi di dati, amministrativi e commerciali, con fornitori e clienti ricorrenti. Grazie ai servizi in full outsourcing, non è più necessario dotarsi di costose infrastrutture interne e di competenze specifiche per beneficiare di questa
tipologia di soluzioni, un tempo disponibili solo per le grandi organizzazioni”. La tecnologia, il cui acronimo sta per Electronic Data Interchange (scambio elettronico di dati) è nata, sottolinea ancora Caimi, “con l’obiettivo di realizzare lo scambio diretto di documenti computer-to-computer tra aziende, ossia direttamente tra i rispettivi sistemi informativi al fine di supportare le relazioni commerciali e operazioni come acquisti, forniture e simili. Il suo scopo fondamentale è ridurre al minimo possibile l’intervento, sia operativo che decisionale, di
addetti per lo scambio di messaggi e documenti necessari all’esecuzione di una transazione, come ordini, fatture o note di consegna”. Anche se, a seconda delle condizioni e delle specifiche finalità, ogni particolare sistema EDI può avere funzioni diverse che comportano soluzioni tecniche e configurazioni organizzative in parte differenti, “in linea generale – dice ancora l’esperto di Retarus – i flussi informativi interessati dalla tecnologia sono quelli che riguardano i documenti commerciali e amministrativi e soprattutto ordini elettronici, fatture elettroniche,
aprile 2013
| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
49
GESTIONE AZIENDALE
Principali utilizzi dei sistemi Edi In linea generale i flussi informativi interessati dalla tecnologia EDI riguardano tre tipi di documenti. 1) d ocumenti commerciali-amministrativi e soprattutto ordini elettronici, fatture elettroniche, conferme d’ordine, ecc. L’obiettivo primario è l’automazione delle procedure di gestione del ciclo dell’ordine tra un’impresa cliente e un suo fornitore, al fine di ridurne gli errori, i costi e i tempi di processamento. Si tratta del primo tipo di applicazione EDI realizzata, e tuttora la più diffusa; 2) documenti gestionali (piani d’ordine, livello delle scorte, ecc.). Lo scambio di questi documenti in formato elettronico riguarda soprattutto le imprese che intendono coordinare più efficientemente e più strettamente le proprie attività e i propri processi, in particolare come supporto all’implementazione di sistemi produttivi “just in time”. L’implementazione di questo tipo di EDI richiede generalmente soluzioni tecnicamente e organizzativamente più complesse che nel caso precedente; 3) documenti finanziari (ordini di pagamento, note di accredito/addebito, ecc.), necessari per completare l’informatizzazione del ciclo dell’ordine. Le applicazioni relative sono meno diffuse e richiedono la connessione tra il sistema informativo di aziende (manifatturiere e/o commerciali) e di banche, il che implica varie difficoltà di interfacciamento e problemi specifici (ad es. protezione dagli accessi, sicurezza nella trasmissione dei dati sensibili, ecc.). Fonte: “La tecnologia EDI – Applicazioni, limiti, prospettive”, di Ettore Bolisani, Dipartimento di Tecnica e gestione dei sistemi industriali, Università di Padova.
Addetti in un centro operativo Retarus. L’azienda fornisce un’ampia gamma di servizi di Messaging ed è attiva dal 1992 con filiali in undici paesi, tra cui l’Italia.
conferme d’ordine. L’obiettivo primario è l’automazione delle procedure di gestione del ciclo dell’ordine tra un’impresa cliente e un suo fornitore, al fine di ridurne gli errori, i costi e i tempi di elaborazione . Questa soluzione interessa soprattutto le imprese che intendono coordinare più efficientemente e più strettamente le proprie attività e i propri processi, in particolare come supporto all’implementazione di sistemi produttivi just in time”.
Connessione tra aziende Esistono in effetti diversi tipi di EDI, con scopi differenti (vedi il riquadro in alto), la cui funzione è comunque sempre, in definitiva, quella di automatizzare gli intensi flussi informativi tra imprese di una filiera produttiva o catena di fornitura, snellendo le 50 |
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
aprile 2013
procedure, consentendo di accorciare i tempi e di ridurre gli errori materiali. In questo modo, diventa possibile raggiungere un elevato grado di integrazione tra i sistemi produttivi o distributivi di imprese distinte, quasi come se si trattasse della stessa organizzazione. La tecnologia, che non è una novità ma ha già alcuni decenni di vita, si è però evoluta nel tempo fino a diventare sempre più spesso, spiega ancora Caimi, “una componente dei moderni sistemi ERP (Enterprise resource planning, pianificazione delle risorse d’impresa), predisposti per ricevere o inviare messaggi in formato EDI (o similEDI)”.
Un “cruscotto” per un controllo migliore Per quanto riguarda Italian Gasket, la scelta del sistema EDI nasce dalla particolare attività dell’azienda. Dice Andrea Pedretti, responsabile Information Technology di Italian Gasket: “La nostra è una realtà presente dal 1984 nel territorio bresciano, che realizza articoli in gomma stampata tra
GESTIONE AZIENDALE
La sede di Italian Gasket a Paratico, in provincia di Brescia.
i quali manicotti, cuffie, membrane, passacavi, pipette, tappini, cornici, soffietti, anelli di tenuta, rondelle, oring e altri articoli tecnici. Serviamo mercati che necessitano di alta qualificazione: oltre al principale settore automobilistico, forniamo anche i settori pneumatico, elettrodomestico, medicale. Il mercato principale di sbocco è quello tedesco. Non produciamo su catalogo, ma su commessa diretta del cliente di articoli su disegno. Quindi il rapporto cliente-fornitore è molto stretto. La scelta dell’outsourcing è stata fatta proprio per avere un partner chiave nella comunicazione business to business”. Il punto più delicato dell’operazione è stata l’integrazione del sistema EDI con il gestionale SAP utilizzato da Italian Gasket, per fare in modo che i documenti generati e gestiti con il sistema di comunicazione tra aziende potessero essere elaborati anche da SAP. “Per realizzare questa integrazione – dice Pedretti – abbiamo coinvolto anche la società di consulenza SAP. È stato costruito ad hoc uno strumen-
to per la gestione dei flussi (chiamato “Orchestratore”) per gestire i messaggi che arrivano direttamente sull’ambiente di produzione di SAP. Tramite questo vero e proprio cruscotto, l’addetto vendite riesce a monitorare tutte le attività di ricezione ordini (o di invio dell’avviso di spedizione) controllando anche la presenza eventuale di anomalie o di errori . Questa rivoluzione ha cambiato enormemente le attività degli operatori , permettendo a loro di lavorare in modo coerente con il sistema”.
Architettura e sicurezza “Il progetto di migrazione – dice Nicola Caimi di Retarus – prevedeva inizialmente il coinvolgimento di 24 partner di Italian Gasket, ciascuno con uno o due flussi attivi. La migrazione è stata completata nei termini e nelle modalità concordate assicurando continuità del business e minimo impatto sulle risorse IT. Tra l’altro il sistema realizzato è aperto, nel senso che è possibile aggiungere nuove aziende alla rete, nel caso
in cui vengano acquisiti nuovi clienti o avviati rapporti commerciali con nuovi fornitori”. Un aspetto che potrebbe trattenere un’azienda dall’affidare in outsourcing la gestione della trasmissione dei propri documenti commerciali è il timore della perdita o della violazione di dati che, ovviamente, sono sensibili. Per questo motivo è necessario, ma la stessa cosa vale per ogni tipo di servizio in Cloud, rivolgersi a un provider dotato di data center sicuri. “Retarus – aggiunge Caimi – grazie alla sua connessione con SAP certificata, ha realizzato l’integrazione dei flussi in modo sicuro. I dati che transitano dai data center Retarus sono protetti con i più restrittivi criteri di tutela e riservatezza e conformi alle più severe normative europee sulla protezione dei dati. Il gruppo tedesco si avvale di 7 data center dislocati in tutto il mondo, di cui due in Europa, in Germania e Svizzera, paesi dove le normative sulla conservazione, protezione e riservatezza dei dati sono particolarmente restrittive”.
aprile 2013
| L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
51
INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE
Una joint venture tra Pirelli e Clean Diesel Technology
H
a sede a Milano ed è operativa da marzo Eco Emission Enterprise, una società costituita dalla joint venture tra Pirelli Ambiente e Clean Diesel Technologies che ha l’obiettivo di sviluppare e commercializzare sistemi per il controllo delle emissioni inquinanti. Mercati di destinazione saranno l’Europa e l’area della Comunità degli stati indipendenti (Csi). Eco Emission Enterprise punta a sviluppare tecnologie per il contenimento delle emissioni inquinanti dei veicoli diesel o benzina, leggeri e pesanti, per applicazioni on road e off road, nei segmenti del primo equipaggiamento e dell’after market. L’accordo prevede la fornitura alla joint venture di substrati in carburo di silicio da parte di Pirelli & C. Eco Technology RO (Romania) e di
Solvay e Akzo Nobel insieme per le rinnovabili
S soluzioni per il controllo delle emissioni da parte di CDTi. La nuova società ha un management internazionale ed è destinata a diventare il ramo commerciale di entrambi i partner sul mercato europeo. “La joint venture - ha dichiarato Giorgio Bruno, amministratore delegato di Pirelli & C. Ambiente - è il primo step e consentirà di sviluppare sinergie importanti e ampliare i mercati di riferimento”.
olvay ha annunciato di aver concluso un accordo biennale con Akzo Nobel al fine di aumentare l’impiego di materie prime rinnovabili. Si tratta ad esempio di solventi ossigenati e in particolare di bio-butanolo, bio acetone e loro derivati. Questo accordo, ha commentato la multinazionale belga, dimostra che lo sviluppo delle rinnovabili non è solo una scelta etica, ma una opportunità per creare valore per le imprese. Inoltre risponde perfettamente alla volontà di sviluppare nuovi solventi e aumentare la sostenibilità di quelli esistenti.
Cavi italiani per le windfarm del Mare del Nord
A
mmonta a oltre 350 milioni di euro il contratto, definito dal gruppo italiano Prysmian con Alstom Grid, per la fornitura di cavi destinati al trasporto di energia elettrica prodotta da generatori eolici. La commessa rientra nell’ambito del progetto tedesco DolWin3, che mira a collegare tra loro e con la terraferma i parchi eolici offshore del Mare del Nord. Un’iniziativa strategica, gestita dall’operatore delle reti elettriche di Paesi Bassi e Germania TenneT, che ha lo scopo di rendere più facile e coordinato il dispacciamento di elettricità da fonte eolica attraverso la costituzione di un hub. I cavi necessari al trasporto della corrente continua ad alta tensione saranno prodotti da Prysmian con caratteristiche uniche: portata da 320 kV, con una potenza di 900 MW. I cavi sono del tipo con isolamento estruso e sono affiancati da un
52 |
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA |
sistema a fibra ottica, su un tracciato di 78 km per la tratta terrestre e di 83 km per la tratta sottomarina. Vari i siti di produzione dei cavi, tra cui Arco Felice (in provincia di Napoli), Pikkala (Finlandia) e Delft (Paesi Bassi). Prysmian si occuperà anche della posa in opera e dell’installazione, tramite la Global Marine Energy, società da poco entrata nel gruppo, e sovrintenderà infine al collaudo finale. I cavi con isolamento estruso per il
aprile 2013
trasporto di corrente elettrica in tensione continua sono tornati di attualità in tempi recenti grazie all’elevata portata che possono raggiungere e alla caratteristica di trasportare la corrente in entrambe le direzioni senza necessità di invertire la polarità. Questi cavi sono progettati da Prysmian con una struttura a strati concentrici che prevede anche l’utilizzo di composti ad alta viscosità e di elastomeri speciali che hanno lo scopo di ridurre al minimo le dispersioni e di contribuire, insieme con le altre componenti utilizzate, a conferire la massima resistenza, per evitare ogni rischio di danneggiamento o tranciamento. I fluidi impregnanti utilizzati hanno inoltre lo scopo di ridurre il peso complessivo del cavo e la sezione, rendendo anche più semplici le giunzioni e riducendo il costo complessivo di produzione.
Normativa
Sicurezza dei prodotti e sorveglianza del mercato di Beatrice Garlanda
Il 13 febbraio scorso la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte tese ad implementare la sicurezza dei prodotti e la sorveglianza del mercato nell’Unione europea. Il pacchetto prevede, tra l’altro: - una comunicazione che illustra i vari elementi del pacchetto - una proposta di Regolamento sulla sorveglianza del mercato dei prodotti - un piano pluriennale per la sorveglianza del mercato dei prodotti - una proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti per i consumatori
PROPOSTA DI REGOLAMENTO SULLA SICUREZZA DEI PRODOTTI La proposta di Regolamento in oggetto stabilisce disposizioni atte a garantire la completa tracciabilità dei prodotti e prevede obblighi per tutti i soggetti protagonisti della filiera (fabbricanti, importatori e distributori). Ricordiamo che non rientrano nel campo d’applicazione del provvedimento, inter alia, gli alimenti e i medicinali. Il testo in esame consente al consumatore, attraverso l’etichettatura che riporta le caratteristiche del prodotto, di conoscere esattamente quale prodotto acquista. Pilastro centrale della proposta è l’art.7, riguardante l’indicazione d’origine obbligatoria, che recita: ”I fabbricanti e gli importatori appongono ai prodotti un’indicazione del paese d’origine del prodotto o, se le dimensioni o la natura del prodotto non lo consentono, tale indicazione è apposta sull’imballaggio o su un documento d’accompagnamento del prodotto
Al fine di determinare il paese d’origine di cui al paragrafo 1, si applicano le regole d’origine non preferenziali di cui agli articoli da 23 a 25 del regolamento (CEE) 2913/92 che istituisce un codice doganale comunitario. Se il paese d’origine di cui al paragrafo 2 è uno Stato membro dell’Unione i fabbricanti e gli importatori possono far riferimento all’Unione o a un determinato Stato membro”. Per i beni prodotti in Europa, quindi, l’impresa potrà scegliere se apporre l’indicazione “Made in Europe” o, più esattamente, ad esempio, “Made in Italy” o “Made in Germany”. Nel caso di beni prodotti in paesi extra UE deve essere apposta l’indicazione “Made in” con l’aggiunta del paese d’origine. Tutti i prodotti, europei e non, sono così equiparati, dovendo tutti recare l’indicazione “Made in”. Ricordiamo che l’attuale proposta trova la sua base giuridica nell’art.114 del Trattato UE, inerente
al ravvicinamento delle legislazioni per l’instaurazione e il funzionamento del mercato interno. Essa si distingue così dalla precedente proposta di Regolamento sul “Made in”, risalente al 2005 e poi ritirata. Quest’ultima trovava, infatti, fondamento nell’art.207 del Trattato, riguardante la competenza dell’Unione europea in materia di politica commerciale. Tale proposta imponeva l’indicazione del paese di origine solo per i prodotti importati da Stati extra UE.
PROPOSTA DI REGOLAMENTO SULLA SORVEGLIANZA DEL MERCATO La proposta di Regolamento in oggetto si basa sulla necessità di semplificare la legislazione esistente in materia. La sorveglianza del mercato è, infatti, ora disciplinata da diversi testi normativi che possono ingenerare confusione nella loro applicazione. Per ovviare a quanto sopra, il nuovo regolamento dovrebbe costitui-
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Normativa re un testo unico nella disciplina del settore. Segnaliamo che la proposta prevede un maggiore e più efficace coordinamento tra le autorità di sorveglianza. In questo contesto, punto saliente del provvedimento è il potenziamento della banca dati ICSMS. L’art. 21 stabilisce che la Commissione mantiene, ora rafforzato, un sistema di informazione e comunicazione per la vigilanza del mercato (ICSMS) per la raccolta e l’immagazzinamento di informazioni su questioni attinenti la vigilanza del mercato stesso. In particolare le informazioni riguardano: - le autorità di vigilanza del mercato e i loro ambiti di competenza, - i programmi di vigilanza del mercato, - il monitoraggio, la revisione e la valu-
tazione delle attività di vigilanza del mercato, - le denunce o le relazioni su questioni attinenti ai rischi derivanti dai prodotti, - le situazioni di non conformità alla normativa di armonizzazione dell’Unione, - le obiezioni sollevate da Stati membri. Da evidenziare anche l’art.25 con il quale è istituito un Forum europeo di vigilanza del mercato (European Market Surveillance Forum-EMSF). Le autorità di ciascun Stato membro sono rappresentate alle riunioni del Forum. Quest’ultimo si riunisce a intervalli regolari e, se necessario, su richiesta della Commissione o di uno Stato membro.
L’EMSF può, inoltre, invitare esperti e altri terzi a partecipare alle riunioni o ad inviare contributi scritti. Segnaliamo che l’EMSF coopera con il forum per lo scambio di informazioni istituito dal regolamento (CE)1907/2006.
PIANO D’AZIONE Oltre alle due proposte di Regolamento di cui sopra, il pacchetto prevede un Piano con venti azioni atte a migliorare la sicurezza dei consumatori. È previsto, ad esempio, che i test di sicurezza già effettuati in uno Stato membro siano utilizzabili anche in altri Stati dell’UE. Saranno, inoltre, stabiliti criteri per valutare la reale efficienza dei sistemi di controllo e, se del caso, migliorarli.
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TACCUINO Produzione • consumi • mercati
Pirelli e Versalis insieme per un progetto sulla gomma da guayule
I
n tema di gomma naturale dalla pianta di guayule (si veda anche il numero precedente della rivista a pagina 58) Pirelli e Versalis hanno siglato il 19 marzo un protocollo d’intesa che prevede l’avvio di un progetto di ricerca congiunto sull’utilizzo di questo elastomero nella produzione di pneumatici. Il progetto copre un periodo di tre anni, nei quali Versalis fornirà in esclusiva innovativi tipi di gomma da guayule che Pirelli testerà nella fabbricazione di pneumatici. Questi nuovi prodotti consolideranno e integreranno l’offerta di gomma sintetica prodotta da Versalis e da tempo utilizzata da Pirelli per i suoi pneumatici. Obiettivo di Pirelli, che già produce pneumatici con materie prime derivate dalla pula di riso (la parte del chicco non edibile e normalmente destinata alla combustione), è ridurre sempre più i componenti derivanti dal petrolio sostituendoli con nuove materie prime, che al contempo garantiscano il costante miglioramento delle prestazioni e la sostenibilità ambientale dei processi e dei prodotti. Commentando l’accordo, Danie le Ferrari, CEO di Versalis, ha detto: “Questa nuova collaborazione tra Versalis e Pirelli è il naturale proseguimento di un percorso per lo sviluppo di tecnologie applicative nel settore dei pneumatici volte al miglioramento delle prestazioni e al risparmio energetico. Entrambe le società sono indiscussi top player di profilo internazionale nei rispettivi settori e rappresentano un modello per l’impegno nella ricerca, anche in ambito green”. A sua volta Maurizio Boiocchi, Chief Technical Officer di Pirelli, ha sottolineato come “Pirelli è da sempre focalizzata sullo sviluppo di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile, che significa sicurezza e rispetto dell’ambiente. In tal senso fondamentale è la ricerca sulle materie prime da fonti rinnovabili, un ambi-
to di attività nel quale siamo leader a livello mondiale nel nostro settore. Il progetto sulla gomma naturale da guayule rappresenta uno dei programmi sui quali sono impegnati i nostri ricercatori e conferma la strategicità di un partner come Versalis”.
A gennaio produzione +0,7%, l’export tiene
S
econdo i dati resi noti dall’Istat, la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche in gennaio è cresciuta dello 0,7% rispetto a dicembre 2012. Nel trimestre novembre 2012-gennaio 2013 si è registrata una flessione del 9,4% rispetto al trimestre precedente. Nel gennaio di quest’anno la produzione è scesa del 12,7% rispetto a gennaio 2012. Per quanto riguarda gli scambi con l’estero, le esportazioni di articoli in gomma sono aumentate in gennaio del 5,5% rispetto a gennaio 2012. Le importazioni sono cresciute del 4,2%. Il saldo della bilancia commerciale, sempre in gennaio 2013, è stato positivo per 387 milioni di euro.
Industria italiana delle macchine, buon 2012 grazie all’export
È
soprattutto l’export a tenere alte le sorti dell’industria delle macchine per materie plastiche e gomma. Lo confermano i dati complessivi del 2012 resi noti da Assocomaplast, che ha elaborato il consuntivo per l’anno scorso basandosi anche sul rapporto Istat per il commercio estero. Dall’analisi (vedi la tabella) emerge come le esportazioni abbiano avuto un andamento positivo sufficiente, pur con un attenuamento negli ultimi mesi del 2012, a compensare l’estrema debolezza della domanda interna. L’analisi delle tipologie di macchinari vendute rivela un incremento di 9 punti percentuali per gli estrusori e di 18 punti per le macchine per soffiaggio, mentre le macchine a iniezione hanno segnato una contrazione del 20% rispetto al 2011. Gli estrusori sono stati destinati in primo luogo (con valori fra i 22 e i
26 milioni di euro) in Germania, Russia, Francia, Cina, con aumenti a due cifre rispetto al 2011. La progressione delle macchine per soffiaggio è riconducibile in particolare a forniture molto più consistenti negli Stati Uniti (da 11 a oltre 20 milioni di euro, diventando quindi di larga misura il primo mercato di destinazione di questa tipologia di impianti), Russia (da 3 a 7 milioni) e Polonia (da meno di 600.000 euro a 4,7 milioni), solo per citare i casi più significativi di scostamento anno su anno. Menzione a parte per gli stampi, che ormai rappresentano oltre un quarto dell’export totale e che hanno chiuso il 2012 con un incremento di 19 punti percentuali sul 2011. L’Europa resta il principale mercato di destinazione, con un lieve incremento di circa il 2% e un peso totale sull’export del 60%. Passano invece dal 19,2% al 16,6% le vendite destinate ad Asia e Oceania. Per quanto riguarda il mercato interno, invece, Assocomaplast continua a riscontrare segni di malessere, per quanto attenuati rispetto ai primi mesi del 2012. Le ultime previsioni, a 3-4 mesi, risultano xomunque improntate a un minore pessimismo rispetto alla fine dello scorso anno. Mercato italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (milioni di euro) ∆% 2011 2012 2012/11 produzione 4.000 4.000 export 2.430 2.575 6,0 import 605 625 3,3 mercato 2.175 2.050 -5,7 interno saldo commerciale 1.825 1.950 6,8 (attivo)
Fonte: Assocomaplast
ETRMA chiede un mercato delle materie prime equo e sostenibile
L
a competitività dell’industria europea dipende da un accesso equo e sostenibile alle materie prime, una delle quali è la gomma naturale.
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TACCUINO
In calo i consumi su scala globale
L
Questo il presupposto in base al quale l’Associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma (ETRMA) ha partecipato in febbraio all’avvio dei lavori dell’High Level Group dell’EIP (European Innovation Partnership) sulle materie prime. L’importanza della gomma naturale per il settore è sottolineata da alcuni dati di fatto. Il primo è che il 75% del consumo di gomma naturale è destinato alla produzione di pneumatici. Un altro è che la totalità delle gomma naturale consumata in Europa è importata e che il 93% viene dai paesi del sud-est asiatico. Infine che Indonesia, Malaysia e Thailandia (che rappresentano il 66% della produzione di gomma naturale e il 73% delle importazioni della UE) hanno creato dal 2001 un consorzio con l’obiettivo di controllare la produzione e il mercato della gomma naturale, come si è visto con la tenuta dei prezzi non ostante la crisi degli ultimi anni; recentemente poi il Vietnam, terzo produttore mondiale, è stato invitato ad aderire al consorzio. In particolate l’ETRMA indica quali siano le misure da prendere nell’ambito dell’EIP: - Sviluppare partnership per investimenti, pubblici e privati, che portino a meccanismi per aumentare la produttività della produzione di gomma, anche in aree diverse da quelle tradizionali. - Introdurre misure vincolanti contro le restrizioni alle esportazioni di materie prime. - Promuovere il dialogo tra paesi produttori e paesi consumatori nelle varie sedi internazionali. - Includere la gomma naturale nella lista delle materie prime considerate “critiche”. 56 |
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’International Rubber Study Group ha reso note le statistiche relative a produzione e consumi di elastomeri nei primi nove mesi del 2012. Solo la gomma naturale ha registrato un aumento della produzione: su scala mondiale è stato di +3,8%. Quella di gomma sintetica invece è calata dell’1%. Generalizzato il calo dei consumi che è risultato pari a -1% sia per l’elastomero naturale che per quello sintetico. Da rilevare che è in costante crescita la quota dei consumi del continente Asia-Oceania rispetto alle altre aree geografiche del pianeta.
Al 35% la quota dei pneumatici verdi (ma solo nel 2017)
N
el 2017 il mercato dei pneumatici verdi raggiungerà i 70,6 miliardi di
dollari dai 45,8 miliardi del 2012, con un tasso medio annuo di crescita del 9,5%. Lo si legge in un ampio e dettagliato rapporto, The Future of Green Tires to 2017, pubblicato da Smithers Rapra (www.smithersrapra.com oppure ballen@smithers.com), che sottolinea come i “verdi”, definiti “energy tires”, raggiungeranno per quella data il 35% dell’intero mercato. Lo studio parte dalla stima che attualmente sono normalmente prodotti 1,5 milioni di pneumatici per un valore di 160 miliardi di dollari. Sono la preoccupazione di ridurre le emissioni di gas serra e la disponibilità di nuovi materiali a spiegare questa evoluzione verso i green tires. Che lo studio inglese definisce come “pneumatici ottimizzati sotto il profilo della bassa resistenza al rotolamento e dell’impiego di componenti, specialmente elastomeri, derivati da fonti rinnovabili”. Tuttavia è proprio sotto quest’ultimo aspetto che ci sono ancora dei problemi, dice Adam Page, autore del rapporto. Nero di carbonio e silice precipitata non sono ancora ricavabili da fonti sostenibili, pur se la seconda, derivata da
QUOTE DI MERCATO DEI PNEUMATICI VERDI PER MATERIALI E TECNOLOGIE
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1%
50% 2% Bassa resistenza al rotolamento mediante l’uso di filler
1%
2012 2017
Bassa resistenza al rotolamento mediante l’uso di elastomeri sintetici innovativi Maggiore uso di gomma naturale
99%
Materiali innovativi per inner liner
92%
Fonte: Smithersrapra
Come cambia il mercato (% in valore) 2012 Resto del mondo
Asia-Pacifico
2017 Resto del mondo Nord America
Nord America Sud America
Sud America
Asia-Pacifico
Europa
Europa
TACCUINO fonti non-petrolifere, può essere considerata più “sostenibile” del primo. Gli amidi microcristallini a loro volta hanno dimostrato di poter fungere da sostituto parziale, e forse totale, di altre cariche, ma non possono essere considerate come pienamente “sostenibili”. Altro problema è quello che i miglioramenti in termini di sostenibilità non offrono quei vantaggi di costo che soprattutto interessano il consumatore medio. Prova evidente il fatto che già oggi esistono in commercio pneumatici quasi del tutto esenti da prodotti derivati dal petrolio, ma restano però una piccola nicchia di mercato. Tutto lascia pensare che la piena “sostenibilità” dei pneumatici è ancora di là da venire. Probabilmente ha ragione Bridgestone quando fissa al 2050 l’anno in cui si potrà raggiungere l’obiettivo della sostenibilità totale (from cradle to grave).
prevista per la metà del prossimo anno. Secondo una dichiarazione rilasciata a Automotive News da Gaetan Toulemonde, analista di Deutsche Bank, il mercato attuale dell’Europa occidentale è di 275 milioni di pneumatici (65 milioni di primo equipaggiamento e 210 milioni di sostituzione). Valori rimasti stabili negli ultimi cinque anni, nei quali il calo della produzione locale è stato compensato dalle importazioni.
precedenti la crescita era stata del 30,5 e del 25,6%. I risultati migliori sono stati ottenuti degli Stati Uniti (+20%) e in Canada (+32%). Positivi anche gli esiti in Europa: Polonia +30%, Austria +17%, Gran Bretagna +21%, Repubblica Ceca +25% In Asia la situazione è contraddittoria. Pesanti cadute in Cina e Corea, miglioramenti a due cifre per Tailandia, Indonesia, e Malaysia.
Cresce del 2,3%% l’export di macchine tedesche
Un centro per promuovere la tecnologia italiana in India
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el 2012 i costruttori tedeschi di macchine per gomma e materie plastiche hanno aumentato del 2,3% le loro vendite all’estero, con un valore di 4,4 miliardi di dollari. Nei due anni
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i chiama Itc, International Technology Center, la struttura inaugurata lo scorso 6 marzo nella città di Pune per promuovere la tecnologia italiana
Surplus cinese per gli scambi esteri di presse ad iniezione
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econdo informazioni pubblicate da China Plastic & Rubber Journal, che si rifà alle statistiche doganali cinesi, nel 2012 la Cina ha importato 6.621 macchine ad iniezione per un valore di 800 milioni di dollari. Principali paesi di provenienza Giappone, Taiwan, Germania, Sud Corea, Svizzera e Austria. Nello stesso periodo le esportazioni sono ammontate a 24.830 unità per 900 milioni di dollari. I primi paesi di destinazione sono stati Thailandia, Brasile, Indonesia, Turchia, Stati Uniti e Vietnam.
La crisi del pneumatico in Francia ed Italia
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opo l’annuncio, in gennaio, dell’intenzione di Goodyear di chiudere lo stabilimento di Amiens (circa 1500 dipendenti) e del quale Titan ha ricusato di assumere la gestione, è venuta in marzo la notizia del progetto di Bridgestone di cessare l’attività dello stabilimento di Modugno di Bari. In entrambi i casi la ragione è da ricercarsi nell’eccedenza della produzione rispetto alla domanda del mercato. La fabbrica di Modugno di Bridgestone occupa 950 lavoratori e la chiusura è
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TACCUINO in India. L’iniziativa è promossa da Assocomaplast e Ucimu-Sistemi per Produrre e ha l’obiettivo di sviluppare nuovi contatti con il mondo delle istituzioni e della cultura indiano, indispensabili per supportare l’internazionalizzazione delle imprese italiane nell’area. Un servizio di assistenza post-vendita completa l’attività del centro, nel quale operano funzionari locali in tratto contatto con
le aziende rappresentate. Queste ultime, per il momento, sono 11 imprese, unitesi per creare la rete Itc, tutte attive nei settori della costruzione di macchine utensili, robot e automazione e di macchine e stampi per materie plastiche e gomma. Le 11 aziende sono la Blm di Cantù (Como), la Colgar di San Pietro all’Olmo (Milano), la Giuseppe Giana di Magnago (Milano), la Istech
di Vanzago (Milano), la Losma di Curno (Bergamo), la Millutensil di Milano, la Omera di Chiuppano (Vicenza), la Produtech di San Paolo d’Argon (Bergamo), la Rosa di Rescaldina (Milano), la Streparava di Adro (Brescia) e la Tria di Cologno Monzese (Milano). Tra i settori di sbocco previsti sono considerati con particolare attenzione quelli dell’auto, degli elettrodomestici e del ferroviario.
Imprese • finanza
Prysmian tra i protagonisti del Premio Leonardo 2012
I
l 19 febbraio il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha consegnato a Roma i premi Leonardo, riconoscimento assegnato ogni anno a imprenditori italiani e stranieri che abbiano contribuito ad affermare e consolidare nel mondo l’immagine del made in Italy. Nell’elenco delle aziende premiate quest’anno figura anche un importante esponente del mondo della gomma, Prysmian Group. Valerio Battista, amministratore delegato dell’azienda, ha infatti ritirato il Premio Leonardo Qualità Italia 2012, insieme con i rappresentanti di altre quattro aziende: Paolo Scudieri per Adler Plastic, produttore di componenti per il settore automotive; Ernesto Gismondi di Artemide, noto marchio dell’illuminotecnica; Luigi Cremonini del Gruppo Cremonini, attivo nei settori della carne e della ristorazione, e Anrea Morante di Pomellato, storica azienda orafa milanese. Premiati nell’occasione anche Roberto Colaninno, ad del gruppo Piaggio, Mustafà Vehbi Koç, presidente del gruppo finanziario turco Koç Holding che ha guidato gli investimenti di molti marchi italiani nel paese e Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, scenografi particolarmente apprezzati a Hollywood. Prysmian Group, in particolare, nato nel 2011 dalla fusione tra Prysmian e l’olandese Draka, è attivo in due business in particolare: quello dei cavi per i sistemi energetici e quello dei cavi per telecomunicazioni. Con filia58 |
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li in oltre 50 paesi, 22.000 dipendenti, 97 stabilimenti e 24 centri di ricerca e sviluppo, il gruppo lavora a importanti progetti in tutto il mondo, tra cui la costruzione di reti di energia nelle più estese metropoli del mondo, grandi collegamenti sottomarini, cablaggio di parchi eolici offshore e produzione e installazione di cavi a fibra ottica a banda larga. Per questi impieghi Prysmian ha anche sviluppato profonde competenze nel settore dei nuovi materiali e delle gomme, usate per l’isolamento dei cablaggi e per la loro protezione.
Acquisizione italiana nel campo dei ritardanti di fiamma
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a Società Chimica Larderello ha annunciato di aver acquisito la Joseph Storey & Co. Ltd., società inglese specializzata nella produzione di una vasta gamma di additivi, come lo zinco borato e lo zinco idrossistannato, utilizzati come ritardanti di fiamma per materie plastiche e gomma. Di particolare interesse per questi settori sono la gamma di prodotti Storflam.
ContiTech apre un centro di ricerca e sviluppo in Cina
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ontiTech, la divisione del gruppo Continental che si occupa di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico, ha annunciato l’apertura di un centro di R&D in Cina, nella città di Changshu, nelle vicinanze di Shanghai. Il centro si occuperà in particolare dello sviluppo di prodotti innovati-
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vi per il montaggio dei veicoli per le tecnologie di controllo delle vibrazioni e vedrà la collaborazione di marchi partner del gruppo Continental come Geely, Great Wall Motor, General Motors, Shanghai Volkswagen e Qoros. L’apertura del centro, definita senza mezzi termini dai vertici di ContiTech come una pietra miliare dal punto di vista strategico, ha preso le mosse da una mega commessa di Qoros, produttore di automobili con sede in Cina e per il momento produttore di un solo modello, la berlina Qoros 3, ma con ambiziosi progetti futuri. Proprio per l’assemblaggio di questo modello, la business unit ContiTech Vibration Control ha vinto una gara internazionale per lo sviluppo del sistema di controllo delle vibrazioni e del rumore prodotti dai propulsori delle auto. Il centro di ricerca di Changshu, a soli 100 km da Shanghai, non servirà soltanto il mercato cinese ma anche quelli della Corea del Nord, del Giappone e dell’India. Si occuperà di tutte le applicazioni degli elastomeri al mondo automotive, dai semplici materiali decorativi a tutti gli accessori per i sistemi di distribuzioni, guarnizioni, collettori utilizzati nel vano motore e nell’abitacolo.
TACCUINO
Solvay potenzia la produzione di silice ad alta dispersione
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on un investimento di 75 milioni di euro Solvay costruirà a Wloclawek, in Polonia, un nuovo impianto destinato alla produzione di silice ad alta dispersione (HDS). A regime la produzione sarà di 85 mila tonnellate anno.
Parallelamente verrà aumentata la capacità produttiva dello stabilimento cinese di Qingdao, la cui potenzialità arriverà a 112 mila tonnellate entro la fine di quest’anno. Al completamento dei progetti in corso la capacità mondiale di Solvay nel campo della silice ad alta dispersione sarà prossima alle 500 mila tonnellate, il doppio del livello pre-2010. Tra gli altri prodotti HDS, il nuovo impianto polacco produrrà Zeosil Premium, utilizzata in particolare per pneumatici a basso consumo energetico. Su
quest’ultimo tema, Tom Benner, presidente di Solvay Silica, ha detto “La domanda di innovazione nel campo della silice è forte, specie per quanto riguarda l’aumento delle prestazioni dei pneumatici. Le nuove normative sull’etichettatura hanno portato a quadruplicare l’adozione di Zeosil Premium lo scorso anno e ci aspettiamo che il trend di crescita continui”. Il 2012 si è chiuso per il gruppo Solvay con una crescita del fatturato del 2% a 12,4 miliardi di euro.
materie prime • macchine • prodotti
Lanxess vira in Brasile su SBR in soluzione
L
’impianto brasiliano di Triunfo della Lanxess passerà integralmente alla produzione di SBR in soluzione dall’attuale SBR in emulsione. La futura capacità produttiva di S-SBR dell’impianto sarà di 110 mila tonnellate/anno, esattamente la stessa di oggi. La conversione della produzione comporta un investimento di 80 milioni di euro, interamente finanziati dalla società, e l’assunzione temporanea di circa 500 operai. Il completamento dell’operazione è prevista per la fine del 2014. Nel frattempo gli utilizzatori di E-SBR saranno regolarmente riforniti dall’altro stabilimento di Duque de Caxia. La decisione, precisa Lanxess, si deve al crescente sviluppo del mercato dei“green tires” nel quale la società tedesca è impegnata sia con SBR in soluzione che gomma butadiene al neodimio. La domanda di questi due elastomeri è destinata ad aumentare del 10% all’anno sino al 2017. A questa evoluzione non è estranea al’introduzione dell’etichettatura dei pneumatici, ormai obbligatoria in Giappone, Sud Corea e Unione Europea. In Brasile l’etichettatura, modellata su quella europea, dovrebbe essere introdotta nell’ottobre 2016. In Cina è uno degli obiettivi del piano quinquennale in corso di attuazione.
Battistrada da trattore per uno scarpone innovativo
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esperienza nella produzione di pneumatici può essere utile an-
che nella produzione di scarpe tecnologiche. È quanto hanno pensato Michelin e l’azienda francese Le Chameau quando hanno deciso di unire le forze per realizzare una nuova linea di scarponcini appositamente studiati per chi abita in zone rurali. Le calzature, realizzate in quattro diverse fogge che costituiscono la linea Cérès, adottano infatti una suola ispirata al battistrada impiegato da Michelin per i suoi pneumatici ad uso agricolo, progettati per l’impiego sui trattori. Lo scopo era realizzare una suola che al tempo stesso assicurasse un grip ottimale e una totale protezione della tomaia dall’acqua e dal fango. Altre caratteristiche sono il comfort, con un sistema di autopulizia della suola durante l’esecuzione del passo per evitare l’accumulo di terra sotto la pianta del piede, e la lunga durata, ottenuta mediante l’impiego di una mescola ultraresistente all’abrasione, ai tagli e alle incisioni. La linea di calzature è in vendita in un range di prezzi che va dai 79 euro del modello più economico ai 269 del top di gamma.
Una nuova pressa Engel a Eurostampi 2013
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l salone Eurostampi, uno dei nove Saloni tematici che si sono svolti in contemporanea nell’ambito di MECSPE, la fiera delle tecnologie per l’innovazione e manifestazione di riferimento per l’industria manifatturiera svoltasi a Parma dal 21 al 23 dello scorso mese di marzo, Engel ha presentato la pressa e-mac 310/100. Una macchina della nuova serie di presse a iniezione elettriche della casa austriaca che abbina precisione e economicità nello stampaggio di componenti tecnici. Precisione nelle fasi di iniezione e dosaggio; economicità negli azionamenti, tutti comandati da un sistema di movimentazione assi di tipo servo-elettrico all’avanguardia: garantisce la massima stabilità di processo e, al tempo stesso, ottimizza l’efficacia della macchina nel suo complesso. L’energia di frenata viene recuperata e reimmessa nel circuito di alimentazione, assicurando in questo modo un alto livello di efficienza energetica. I movimenti sincroni degli assi, a loro volta, consentono un’accelerazione sull’asse di iniezione superiore ai 20 m/s2 e quindi tempi di ciclo rapidi, che fanno della e-mac la pressa attualmente più veloce al mondo nel suo genere. Nei tre giorni della fiera la macchina ha stampato anelli distanziatori per impianti sanitari in poliammide ad alto grado di cristallinità in uno stampo a quattro impronte in un tempo di ciclo di soli sette secondi, ossia inferio-
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La pressa elettrica Engel e-mac 100.
re del 20% rispetto a quello impiegato da una pressa a iniezione idraulica. Un livello prestazionale decisamente alto, che alla maggiore produttività e alla elevata precisione della macchina aggiunge anche la superiore qualità degli articoli prodotti. Tra gli altri vantaggi che la e-mac offre agli utilizzatori la Engel sottolinea la notevole riduzione degli ingombri consentita dalla eccezionale compattezza della pressa e la flessibilità che l’unità di controllo CC 200 conferisce alla macchina, garantendo la completa modularità del sistema e la perfetta integrazione delle tecnologie di automazione. La nuova serie comprende quattro modelli: da 50, 75, 100 e 180 tonnellate.
Cerchi e gomme, ora l’automobilista è più libero di scegliere
ogni automobilista avrà così la possibilità di montare sulla propria vettura gomme e cerchi diversi da quelli indicati in carta di circolazione o sul libretto d’uso e manutenzione, con una procedura più snella, più veloce e meno onerosa. “È da più di due anni – ha osservato Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma – che il ministero e i rappresentanti della filiera, come Assogomma e Assoruote, hanno lavorato alla definizione di questi importante decreto, che rappresenta un cambiamento significativo per gli automobilisti, che potranno personalizzare le loro vetture montando pneumatici e cerchi più performanti nell’assoluto rispetto alla sicurezza stradale. È una dimostrazione di come sia possibile cambiare le regole nel nostro paese, adeguandole ad altri (ad esempio la Germania) e venendo incontro a una pluralità di interessi, con particolare attenzione alle scelte e alla sicurezza degli automobilisti”. Anche Corrado Bergagna, presidente di Assoruote, ha commentato il nuovo provvedimento. “Le aziende serie – ha detto –, che producono cerchi omologati di qualità e rispettano le regole, potranno affermare la loro diversità rispetto a prodotti di dubbia affidabilità e provenienza sotto il vigile controllo del ministero dei Trasporti. Un risultato condiviso con Assogomma che ci auguriamo venga apprezzato dagli automobilisti e dagli altri attori coinvolti”.
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ino ad oggi montare su veicolo cerchi e pneumatici di misure diverse da quelle indicate sulla carta di circolazione era un problema, e richiedeva il rilascio del nulla osta da parte del costruttore del veicolo. Ora le cose sono cambiate, grazie a un nuovo provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 7 marzo 2013. Si tratta del Decreto n. 20 del 10 gennaio 2013 del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, intitolato “Regolamento recante norme in materia di approvazione nazionale dei sistemi ruota, nonché procedure idonee per la loro installazione quali elementi di sostituzione o di integrazione di parti di veicoli sulle autovetture nuove o in circolazione”. Grazie a questo nuovo dispositivo,
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Ingombro e superficie filtrante non sono un problema
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n collaborazione con Uhde InventaFisher, Maag ha sviluppato unità filtranti nelle quali il ridotto ingombro
aprile 2013
e la grande superficie filtrante trovano vantaggiosa combinazione in un unico elemento. È la innovativa tecnologia dei cambiafiltri continui realizzati per l’espansione di uno dei più grandi impianti in Medio Oriente per la produzione di PET col processo Uhde Inventa-Fisher MTR (MeltTo-Resin), per il quale Maag ha fornito una gamma completa di pompe melt. Con il loro particolare unico disegno di filtri arcuati (in attesa di brevetto), questi cambiafiltri massimizzano la superficie filtrante, garantendo in questo modo, specie nelle applicazioni con resine molto viscose, tempi di residenza molto bassi e anche un ingombro a terra molto contenuto. I filtri arcuati rappresentano uno sviluppo dei cambiafiltri supersized per grandi portate – un settore nel quale Maag è stata pioniere – . Questi erano equipaggiati con candele filtranti e avevano ridotto il tempo di residenza della resina a meno di 30 secondi: un risultato irraggiungibile, almeno fino a questo momento, con i filtri a candele classici. Tanto è vero, che sono ancora ampiamente utilizzati. Quelli arcuati, invece, si basano sulla stessa tecnologia, ma utilizzano reti filtranti monouso, che possono quindi essere eliminate dopo l’utilizzo. Notevole il vantaggio, in termini di tempo e di costi, perché viene eliminato completamente l’intero processo di pulizia delle candele e delle piastre, per il quale normalmente occorrono un forno sottovuoto, acidi, solventi e la verifica finale, mediante il bubble test, della riutilizzabilità delle candele. Inoltre, il cambio reti può essere effettuato da un solo operatore in meno di 10 minuti e senza ricorrere a mezzi di sollevamento di alcun genere, garantendo comunque un funzionamento continuo e costante di processo in processo.
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