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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
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MAGGIO 2014 - NUMERO 4
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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio di
SOMMARIO
Federazione Gomma Plastica
assogoMMa
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA Redazione, amministrazione, pubblicità
ELASTICA
6 ElASTICA L’INTERVISTA 10 Produzione e tecnologia,
le due anime di Marangoni
MONDOGOMMA
Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano Tel. +39 023451230 - Fax +39 023451231 gomma@edifis.it www.edifis.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it
14 L’innovazione al centro di Sps Ipc Drives Dal 20 al 22 maggio il quartiere fieristico di Parma ospita Sps Ipc Drives Italia, fiera dedicata all’automazione per l’industria. Un’occasione per prendere contatto con nuove tecnologie che trasformeranno il modo di concepire gli impianti produttivi del domani
Comitato di redazione Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Arretrati € 15,00 Abbonamento annuo Italia € 90 - Europa € 130 - Estero € 150 Abbonati on line: www.edifis.it Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Ai sensi della legge 196/2003 l’Editoregarantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. Stampa: Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI)
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Massimo De Alessandri, amministratore delegato del Gruppo Marangoni, parla delle politiche di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda la produzione di pneumatici rigenerati. Un settore in cui, grazie allo sviluppo di tecnologie proprietarie, l’azienda italiana è leader nel mondo, come attesta la politica di espansione e di apertura di nuovi impianti produttivi all’estero
16 l’intervista 18 Le novità per il mondo della gomma FOCUS 23 Ricerca, qualità, prezzo:
che cosa muove il mercato
I protagonisti del mercato italiano esprimono le loro valutazioni sulla vitalità della ricerca e dell’innovazione nel settore delle materie prime e sui driver del mercato che determinano gli andamenti dei prezzi
DALLE AZIENDE
34 nuovo distaccante per il farmaceutico Chem-Trend presenta un nuovo distaccante semi-permanente a base acqua specificamente progettato per applicazioni nel settore farmaceutico
36 Dalle mescole al trattamento
Il riassunto di tre relazioni tecniche, tenute da esperti di Lte, CO.ME.T. e Interseals, illustrano competenze e processi per la produzione di mescole su misura e per la cura del pezzo finale, dalla pulizia mediante microscopia a nuove tecnologie per il trattamento superficiale
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La devulcanizzazione HSM, di Jonathan TEIXEIRA di REP International
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Turbocure: una case history, di John MOHL DI REP Corporation, Usa
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L’efficienza energetica delle presse REP, di Laurent TERRIER di REP International
17,00
Esperienze di lavoro con una pressa a compressione TUNGYU, di Roland PERROLLIER, Direttore Industriale del Gruppo COURBIS
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Discorso ufficiale in onore dei 10 anni di collaborazione con il nostro partner Tung-Yu
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Apericena con animazione musicale ed esibizioni artistiche con il nostro partner Tung-Yu
Stand H43
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Accesso: Navette FIP – Corbas
SOMMARIO 42 Due linee a pieno regime
Elastomers Union, l’azienda produttrice di mescole di Castel Guelfo, è entrata a pieno regime con la seconda linea di produzione, installata lo scorso anno. Siamo andati a vedere come procede l’attività
45 Esperti in innovazione
Un profilo di Eico Specialties, azienda milanese che vanta importanti accordi di rappresentanza e distribuzione con gruppi chimici di rilievo mondiale e che commercializza additivi di qualità per il settore della gomma
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NORMATIVE
48 Salute e sicurezza:
l’Europa aggiorna 5 direttive
Tutte le novità in fatto di formazione per la sicurezza, soprattutto rivolta ai giovani lavoratori, alle donne in gravidanza o in allattamento e alla gestione di sostanze cancerogene o di agenti mutageni
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NEWS
54 taccuino
• i dati istat su fatturato e ordini dell’industria italiana • il mercato dei pneumatici in europa • gomma naturale, c’è troppa offerta • ricostruzione pneumatici: bilancio positivo • stabilizzatori, un mercato che cambia • campi da tennis e calcio con pfu • Le nuove tute da lavoro dupont • continental aumenta la produzione • nuovo impianto yokohama in cina • contitech si espande in cina • alleanza tra yokohama e kumho • brenntag si potenzia in italia • workshop assogomma sul trasporto mescole
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42 63 calendario 64 gli inserzionisti di questo numero 4
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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Comitato di redazione: Fabio Negroni, Emilio De Tuoni, Giampaolo Giuliani
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con il patrocinio del C.N.R.
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I trasformatori di materiali elastomerici ed affini; i produttori di materie prime, macchinari e apparecchiature di prova; gli utilizzatori di prodotti finiti.
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Collabora con Enti di Normazione quali UNI e ISO. Partecipa a prove interlaboratoriali organizzate
dal National Bureau of Standards U.S.A. per verificare la ripetitibilità e la riproducibilità dei risultati.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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L’INTERVISTA
Produzione e tecnologia, le due anime di Marangoni di Riccardo Oldani
Il mercato dei pneumatici oggi è particolarmente complesso da interpretare. A seconda della tipologia di prodotto – auto o commerciale, nuovo o ricostruito – cambiano le opportunità in base alla regione geografica. Qual è oggi, dal vostro punto di vista, la situazione? Quali sono le tipologie e tecnologie più promettenti e quali le aree del mondo più interessanti? Equipaggiando veicoli molto diversi tra loro che sono destinati a funzioni diverse ed essendosi sviluppata su scala globale, l’industria del pneumatico è in effetti molto più articolata e complessa di quanto non sembri. Mentre è inevitabile il riflesso sul nostro mercato dell’andamento economico generale, ci sono delle ciclicità, sia a livello di andamento delle diverse aree geografiche che dei singoli segmenti di prodotto e di clientela, che permettono alla maggior parte delle aziende di attutire le diverse dinamiche. Per quanto riguarda il nostro gruppo, negli ultimi anni siamo riusciti a compensare una congiuntura particolarmente negativa, per quanto riguarda il mercato domestico ed europeo ed il settore dei pneumatici nuovi da vettura, cogliendo le opportunità di sviluppo che si sono presentate su gran parte dei mercati extraeuropei, sia nel settore della ricostruzione che in quello dei macchinari per l’industria del pneumatico. Nel vostro sito internet presentate Marangoni con tre sostantivi: “ecologia”, “tecnologia”, “innovazione”, che evidentemente riassumono lo spirito dell’azienda. 10
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Massimo De Alessandri, amministratore delegato del Gruppo Marangoni.
Produttore di pneumatici, nuovi e ricostruiti, ma anche sviluppatore di tecnologie e macchinari, Marangoni è un gruppo con due anime, che grazie alla differenziazione dell’attività e dei mercati ha potuto sviluppare una strategia vincente per affrontare la crisi. L’amministratore delegato Massimo De Alessandri spiega a L’Industria della Gomma come è organizzato il gruppo e quali sono i suoi programmi di consolidamento ed espansione in Italia, in Europa e nel mondo. Supportati da un centro di Ricerca & Sviluppo che ha saputo sviluppare processi e macchinari innovativi, a partire dalla tacnologia dell’anello Ringtread, che ha definito un nuovo standard nella ricostruzione dei pneumatici
Massimo De Alessandri Partiamo dall’ecologia: che cosa significa oggi, secondo voi, produrre pneumatici “green”? Il nostro è un gruppo nato e cresciuto in primis ricostruendo pneumatici, sviluppando impianti e tecnologie per la ricostruzione e qualificandosi soprattutto per le sue innovazioni di prodotto e di processo: tre concetti che per noi sono strettamente e da sempre molto legati fra loro. Gli autoveicoli e le loro principali componenti hanno assunto un ruolo molto rilevante ai fini del contenimento dell’ emissione di CO2 e ciò non soltanto attraverso il contributo dato alla riduzione dei consumi di carburante, ma anche in relazione a come sono organizzati i relativi processi di produzione, di approvvigionamento e di distribuzione. Per quanto ci riguarda, siamo da Per noi la ricostruzione sempre convinti, e il tempo ci sta dando ragione, che l’attività di del pneumatico è per ricostruzione o di “riproduzione” definizione un’attività del pneumatico, come si sente ecologica, perché dire sempre più spesso oggi, sia per definizione ecologica e consente di passare abbia delle enormi potenzialità da un modello di di sviluppo in gran parte dei consumo “usa e getta” mercati, anche e soprattutto a uno di recupero grazie alla necessità di accelerare il passaggio dal modello di e riutilizzo di risorse consumo “usa e getta” ad un sempre più scarse modello in grado di recuperare, riutilizzare e rigenerare quelle risorse, sempre più scarse, di cui un pneumatico è in larga parte costituito. La crescente attenzione che tutti i produttori di pneumatici nuovi stanno dando alla loro ricostruzione ci sembra il miglior avallo a questa nostra visione di fondo. La tecnologia è sempre figlia di ricerca, che poi si traduce in soluzioni concrete. Come siete strutturati per la ricerca & sviluppo e su quali settori vi state indirizzando? Quanto investe Marangoni in R&S? La concentrazione delle nostre attività a Rovereto ci ha permesso di dare un forte impulso alle attività del nuovo Centro Ricerca Avanzata e Sviluppo, che opera a livello trasversale, su tutte le aree di attività del settore gomma, definendo le specifiche di sviluppo sia nel campo delle mescole, utilizzate per la realizzazione dei vari prodotti e dei battistrada prestampati, sia nell’ambito dei macchinari per la ricostruzione, seguendo la progettazione e la messa a punto dei principali processi che intervengono nella ricostruzione di un pneumatico. Divenuti, col passare degli anni, sempre più automatizzati e in alcuni casi assimilabili a quelli utilizzati per la produzione di pneumatici nuovi. Alle attività di ricerca della Marangoni Spa, si affiancano quelle della Marangoni Meccanica, l’azienda del gruppo che gestisce il business della realizzazione di macchinari e impianti per l’industria del nuovo, con particolare
riguardo al segmento dei sistemi per la confezione di grandi pneumatici per l’agricoltura e per il movimento terra. In questo settore le attività di R&S si concentrano ovviamente sullo sviluppo delle tecnologie di processo e dei sistemi di automazione e controllo, che vengono messi a punto per realizzare i relativi macchinari e impianti. Lo sforzo complessivamente sostenuto per le attività di R&S a livello di Gruppo comporta investimenti annui complessivi superiori al 2% del nostro fatturato consolidato. Marangoni è un’azienda globale che anche di recente ha investito nell’apertura di nuovi stabilimenti, per esempio in America Latina. In Italia le cose paiono invece più complicate. Quali sono le vostre strategie di sviluppo nel nostro Paese e all’estero? La crisi del 2008 e la recessione che ne è scaturita hanno colpito duramente le nostre attività più esposte nei confronti del mercato domestico e di quello europeo e in particolare il settore del pneumatico da vettura. Questa situazione, come noto, ci ha costretto a intervenire ristrutturando le attività di produzione dei pneumatici nuovi da vettura e intensificando gli sforzi per razionalizzare e rendere più efficienti tutte le attività industriali che fanno capo al nostro paese. Nei restanti settori, che rappresentano l’80% delle nostre attività manifatturiere, è proseguita l’azione di crescita e di radicamento industriale sui mercati extraeuropei, con l’installazione di una linea completa per la produzione di fasce battistrada presso lo stabilimento di Madison (Tennessee, Usa), la realizzazione di una seconda linea di produzione di anelli battistrada nello stabilimento di Amburgo e con l’inaugurazione di un nuovo impianto produttivo in Argentina (Alvear, Santa Fe) portando a 5 il numero degli stabilimenti nel mondo dove si producono anelli battistrada. Stiamo inoltre ampliando lo stabilimento dedicato alla produzione di gomme per carrelli industriali situato in Sri Lanka e dal quale vengono riforniti, oltre al mercato europeo, i mercati asiatici e americani. Puntate molto sul retreading. Quali sono i vostri punti di forza in questo tipo di produzione? Quali programmi di sviluppo avete per nuovi prodotti e nuove soluzioni? La nostra presenza sul mercato domestico e in alcuni mercati europei prevede un rilevante impiego del processo di ricostruzione a caldo, da noi largamente impiegato nello stabilimento di Rovereto, dove abbiamo realizzato importanti innovazioni nel processo di estrusione e applicazione del battistrada e nella progettazione di mescole a bassa resistenza al rotolamento e ad alta resa chilometrica. Lo sviluppo di battistrada a configurazione differenziata rappresenta la principale variabile su cui si è concentrata l’attività del Centro Ricerca e Sviluppo della Marangoni, avvalendosi a tale scopo dei test condotti sulla ruota strada e delle rilevazioni effettuate attraverso i test sulla L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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L’INTERVISTA
La confezionatrice Ringbuilder 3000, sviluppata da Marangoni Meccanica, consente di produrre almeno 240 pneumatici ricostruiti in un turno di 8 ore con un ridotto ingombro di spazio.
distribuzione della pressione di impronta. Mediante questa tecnologia, è possibile raggiungere livelli di rolling resistance costanti anche in presenza di carcasse con caratteristiche fra loro diverse per quanto riguarda l’età, l’utilizzo e il disegno originale. Lo sviluppo su scala internazionale delle nostre operazioni è stato reso possibile dalla disponibilità di una tecnologia di ricostruzione a freddo, da noi introdotta negli anni Ottanta. È il sistema di ricostruzione ad anello, che ancora oggi ci differenzia in tutto il mondo e ci sostiene nell’entrare e consolidare la nostra presenza sui diversi mercati.
Per quanto riguarda il contributo del prodotto, l’anello Ringtread, grazie alla sua configurazione circolare e alla assenza di giunte, aderisce perfettamente e naturalmente alla carcassa, senza subire tensioni o deformazioni nella fase di applicazione, permettendo di migliorare l’efficienza produttiva, di ridurre i tempi di confezione, di vulcanizzazione e gli scarti. Sul fronte del processo di ricostruzione il grosso passo avanti è stato compiuto con l’introduzione sul mercato della confezionatrice Ringbuilder 3000, una macchina totalmente automatizzata, che consente di estrudere il sottostrato direttamente sulla carcassa, applicare l’anello e rullarlo adeguatamente, ottenendo così un pneumatico pronto per essere vulcanizzato. Dotata di due mandrini che permettono di lavorare nello stesso tempo su due pneumatici situati in posizioni opposte a 180° e combinando due delle fasi più critiche del processo di ricostruzione, l’applicazione del sottostrato e quella dell’anello, questa macchina permette di produrre almeno 240 penumatici ricostruiti per ogni turno di 8 ore, occupando spazi molto ridotti e assicurando una elevata produttività grazie alla notevole automazione di cui dispone e alla ridotta assistenza di cui necessita. Sviluppato inizialmente per il territorio americano, questo macchinario è stato presto molto apprezzato anche in Europa dove è stato introdotto presso alcuni ricostruttori di grandi dimensioni.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
MONDOGOMMA
L’innovazione al centro di Sps Ipc Drives
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alle porte l’edizione 2014 di Sps Ipc Drives Italia, la fiera delle tecnologie per l’automazione elettrica, sistemi e componenti, in programma a Parma dal 20 al 22 maggio. Ne abbiamo già parlato nel nostro numero di marzo, quando abbiamo presentato le novità di quest’anno. In questo numero forniamo invece una chiave di lettura per la visita a beneficio di quegli industriali e produttori del mondo della gomma che possono trovare interessanti spunti nella fiera. Nelle pagine che seguono presentiamo le novità di 5 aziende che possono trovare concreta applicazione nelle aziende del settore. Ma tutto quanto viene esposto nei due padiglioni dell’evento di Parma ha in realtà stretta connessione con il mondo dell’industria, sia che si tratti di un’attività manifatturiera tradizionale, come lo stampaggio di articoli tecnici, sia che abbia invece a che fare con lo sviluppo e produzione di macchinari per il settore della gomma, dalla produzione al controllo di qualità, alla confezione.
Automazione 4.0
Insomma, per un moderno imprenditore o manager, che non può limitarsi più ad acquisire un macchinario, ma deve inserirlo in modo organico in un processo automatizzato e, soprattutto, deve sapere che cosa c’è dentro e che cosa sta dietro lo strumento di cui ha bisogno, la visita a Sps Ipc Drives Italia può rivelarsi davvero utile e istruttiva. 14
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Dal 20 al 22 maggio il quartiere fieristico di Parma ospita Sps Ipc Drives Italia, la fiera dedicata all’automazione industriale che propone interessanti spunti di visita anche a chi opera nei vari settori dell’industria della gomma, dalla progettazione e produzione di macchinari allo stampaggio di articoli tecnici. Ecco i principali motivi d’interesse della manifestazione, tra contenuti espositivi e conferenze, e alcune novità, in anteprima, di soluzioni e prodotti pensati per il mondo della gomma
Eventi
Alcuni momenti dell’edizione 2013 di Sps Ipc Drives Italia, l’evento annuale sull’automazione che si tiene nel quartiere fieristico di Parma. Quest’anno la manifestazione si presenta arricchita nel numero degli espositori, nella superficie occupata e negli eventi convegnistici.
Sarà l’innovazione il leitmotiv della nuova edizione, su cui Sps Italia ha scelto di investire in termini di progetti e aree dedicate. Prima tra tutti la tavola rotonda del 20 maggio, che rappresenta un interessante momento di dibattito, caratterizzato da un format più in linea con lo stile “italiano”. L’incontro, dal titolo “Automazione 4.0: Innovazione e competitività per l’industria italiana”, offrirà la possibilità di analizzare più nel dettaglio l’andamento del mercato italia-
no dell’automazione e le prospettive del manufacturing. Grazie alla presenza di importanti attori del comparto dell’automazione, tra cui Sonia Bonfiglioli, Bonfiglioli Riduttori, Roberto Centazzo-Cna Emilia Romagna, Arturo Baroncelli-Comau, Marino CrippaBosch Rexroth, Fabrizio ScovennaRockwell Automation, Filippo Giannini-Siemens, sarà possibile dibattere temi fondamentali quali l’innovazione dei processi produttivi, il vantaggio competitivo offerto dall’automazione, le aspettative di crescita e svilup-
po del mercato italiano ed europeo. Il focus del dibattito, moderato dal direttore di Wired, verterà su “Industria 4.0”, che sta trasformando i processi produttivi. Macchine che comunicano e interagiscono tra di loro, cloud computing, fabbriche virtuali e internet delle cose sono ormai realtà necessarie per difendere il vantaggio competitivo acquisito. L’apertura dei lavori è affidata invece agli organizzatori di Sps Ipc Drives Italia, accompagnata dalla presentazione dei dati di settore a cura di Giuliano BuL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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setto, Presidente Anie Automazione e dagli interventi del filosofo Franco Bolelli e di Giambattista Gruosso, docente presso il Politecnico di Milano. Tra le altre iniziative rivolte al tema dell’innovazione è stata introdotta, al fine di rendere la visita in fiera ancora più interessante, una nuova area: la “Piazza dell’Innovazione”. Questo spazio si sviluppa nel percor-
so esterno prospiciente i due padiglioni espositivi e ospita progetti e applicazioni legati all’innovazione tecnologica.
La parte espositiva
Ai contenuti delle conferenze si aggiunge il percorso espositivo, che quest’anno si amplia, occupando i padiglioni 2 e 3 della struttura fieri-
stica di Parma (lo scorso anno era su un solo padiglione). L’ampliamento è conseguente all’aumento delle adesioni degli espositori, che quest’anno crescono del 20% rispetto all’edizione precedente. Sul sito della fiera (www.spsitalia.it) sono disponibili le mappe interattive dei due padiglioni, comode anche per la consultazione con tablet.
Le novità di quest’anno Intervista a Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia
A poche settimane dall’inizio di Sps Ipc Drives Italia come si configura il layout della fiera e quali sono gli aspetti innovativi o che ritenete di maggior interesse di questa edizione? L’edizione 2014, la quarta di Sps Ipc Drives Italia, si presenta piuttosto rinnovata negli spazi e ancora più ricca nei contenuti. Quest’anno i padiglioni espositivi sono due, perché il numero di espositori (584) e le aree espositive (48.000 m2) sono cresciuti significativamente (+20%) a dimostrazione della validità del modello espositivo interpretato da Sps Ipc Drives Italia. Molto interessante in questa edizione la presenza, per la prima volta, di un’area dedicata al software industriale e del settore focus, ovvero il “fil rouge” della manifestazione, rappresentato dall’industria farmaceutica e della cosmesi. Quali spunti di interesse possono trovare professionisti e manager che lavorano nel settore della gomma? I visitatori di Sps Ipc Drives Italia sono prevalentemente costruttori di macchine automatiche e utilizzatori finali. Questo deriva dal fatto che in questa fiera sono presenti tutti i fornitori di automazione, coprendo tutte le possibili esigenze e richieste. Inoltre grazie alla presenza dei system integrator, vengono evidenziate direttamente anche le soluzioni applicative. Dal PLC agli inverter, dalle interfacce uomo-macchina ai sistemi di visione, dai sensori ai moduli di I/O remoti, sono presenti tutti i componenti e i sistemi necessari per realizzare applicazioni di automazione. Trattandosi di una fiera molto verticale è possibile anche in una sola giornata acquisire tutte le informazioni sullo stato dell’arte dell’automazione. Inoltre il programma, molto ricco di tavole rotonde dedicate all’evoluzione dell’automazione, alla tecnologia e a specifici settori industriali, garantisce la possibilità di raccogliere, in un solo luogo, una quantità di informazioni che richiederebbero giornate di ricerca e lettura. Infine non dimentichiamo il valore del networking sempre più importante per lo sviluppo del business e per la scelta dei fornitori. 16
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Tra le novità di questa edizione figura anche il blog tecnologico che avete predisposto sul vostro sito, in cui si parla di molti argomenti interessanti, dalla manutenzione predittiva al wifi per l’automazione industriale, dalle smart factory ai software di simulazione per assistere la progettazione. Quali sono, a vostro giudizio, i temi caldi, destinati a modificare il modo di pensare all’automazione industriale, che possono trovare applicazione anche nelle PMI? La nuova grande sfida del settore manifatturiero si chiama “Industria 4.0”, che noi abbiamo parafrasato con “Automazione 4.0” e che rappresenta la nuova frontiera del settore produttivo, ovvero la comunicazione diretta tra le macchine: M2M e Internet of Things. Con il nostro Blog – Conversazioni SPS – abbiamo voluto porre l’accento su questi temi, che certamente non sono gli unici nell’ambito dell’automazione industriale, ma che ne rappresentano la frontiera più estrema, gli ambiti dove si svilupperanno le maggiori sfide a cui le PMI dovranno guardare con grande attenzione. Proprio dalla loro capacità di innovazione e di investimento potranno nascere i protagonisti del futuro. Pensiamo che Sps Ipc Drives Italia possa rappresentare l’occasione per fare meglio comprendere le opportunità che la tecnologia può offrire nei processi di sviluppo delle aziende italiane.
Eventi
La fiera, istruzioni per l’uso Nome: Sps Ipc Drives Italia Organizzatore: Messe Frankfurt Italia Quando: 20-22 maggio Sede: Quartiere fieristico di Parma, padiglioni 2 e 3 viale delle Esposizioni 393A, Parma Ingresso: gratuito, registrazione online Informazioni: www.spsitalia.it
bre a Parma. Inoltre con i vari relatori che hanno aderito al nostro progetto “fil rouge” abbiamo costituito un Network End User, che si incontrerà un paio di volte all’anno per dibattere dei temi normativi e tecnologici dei settori di interesse.
DESIGN AND CONSTRUCTION OF MOLDS FOR TECHNICAL RUBBER PARTS AND THERMOPLASTICS
CORTE FRANCA (BRESCIA) - ITALY
THE KEY IS: WE TAKE CARE OF MOLDS.
INFO@FRANCIACORTASTAMPI.IT
WWW.FRANCIACORTASTAMPI.IT
Una novità di approccio che contraddistingue la vostra attività, non solo di fiera ma anche di sistema che si occupa a 360 gradi di automazione, è il tentativo di coinvolgere sempre di più gli end user, cioè i protagonisti dell’impresa italiana che per produrre hanno bisogno di macchinari e sistemi automatizzati. Potete spiegarci in che modo intendete condurre il dialogo e il confronto con loro? E come è nata, e con quali alleati, quest’idea? Quali sono le tappe, in fiera e dopo la fiera, che intendete percorrere per alimentare questo confronto? A partire dalla scorsa edizione, abbiamo lanciato l’idea del “fil rouge”, ovvero un focus su uno specifico settore industriale. Lo scorso anno Food&Beverage, mentre quest’anno Pharma&Beauty. L’aver posto l’accento su selezionati settori, coinvolgendone i responsabili e gli imprenditori, ci ha permesso di creare un dialogo diretto tra i fornitori di automazione e gli utilizzatori finali. Le nostre tavole rotonde sono il momento di incontro e confronto, di analisi e verifica, un’occasione unica di networking che mancava nel mercato dell’automazione. Quest’anno abbiamo una tavola rotonda, il 21 maggio, dedicata al packaging nell’industria alimentare e un’altra il 22 maggio dedicata alla revisione dei processi produttivi nell’industria farmaceutica e della cosmesi. A questo si aggiunge una nuova tappa dedicata all’industria alimentare in occasione e in collaborazione con CibusTec a otto-
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DKC EUROPE – pad. 2 – stand I056
Scambiatori di calore aria/acqua
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n occasione dell’edizione 2014, DKC Europe introduce diverse novità per la climatizzazione del quadro elettrico. In particolare è prevista la presentazione di nuovi scambiatori di calore aria/acqua. Prodotto in forte crescita, specialmente nel mercato dell’automazione industriale, questo dispositivo è una soluzione ideale per il raffreddamento di armadi costretti ad operare in condizioni particolarmente gravose, sia per quanto riguarda le temperature di esercizio sia per la presenza di polveri e oli di lavorazione. Inoltre, gli scambiatori di calore sono strumenti sicuramente molto pratici e più economici del tradizionale condizionatore a compressore. DKC produrrà una vasta gamma di potenze di raffreddamento, da una minima di 300 W a una massima di 10.000 W. Come per le precedenti linee di prodotto, sarà mantenuto il punto di forza della linea Ramklima: la guarnizione bicomponente colata in automatico, accessorio che facilita il montaggio degli scambiatori DKC, garantendo un ottimo isolamento al quadro elettrico su cui sono installati. Con questa nuova famiglia di prodotti, insieme ad altre che saranno presentate esclusivamente in occasione di SPS, DKC vuole ampliare la scelta di proposte da offrire ai propri clienti. Nonostante il contesto storico ed economico non particolarmente felice, DKC conferma di voler investire in risorse e innovazione.
Air/water heat exchangers
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n the occasion of the 2014 edition, DKC EUROPE will disclose various innovations in the field of cooling for electrical enclosures. In particular, new air/water heat exchangers will be introduced. It is a widely spreading product, especially on the market of industrial automation. This device appears to be the ideal solution for cooling of cabinets operating in particularly aggressive conditions both as regards operating temperature and presence of dusts and oils. Furthermore, heat exchangers are very handy and less expensive with respect to traditional coolers with compressors. DKC will provide a wide range of cooling power, starting from 300 W up to 10,000 W. As in previous product lines the strong point of Ramklima will be maintained: the bi-component seal applied
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automatically that facilities the installation of DKC heat exchangers assuring an excellent sealing of the electrical board to which they are mounted. With this new product family in addition to some others, which will be represented exclusively on the occasion of SPS, DKC intends to extend the range of products to be offered to its customers. In spite of the current not particularly inspiring social and economic background, DKC confirms its will to invest into resources and innovation.
Eventi - Sps Ipc Drives 2014
IRE – pad. 2 – stand C002
I nuovi resistori di frenatura
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resistori corazzati in alluminio hanno trovato una grande diffusione in tutti i settori dell’industria e dell’automazione grazie alle loro caratteristiche di elevata resistenza ai sovraccarichi, facilità di installazione e compattezza generale. Con soluzioni innovative e sempre al passo con i tempi I.R.E. è protagonista da anni in questo ambito e propone una gamma di prodotti estremamente vasta e specializzata, oggi disponibile a richiesta anche con marchio UL (serie RFH, RFMTX, HPM, HPR, KHPR, HLR - file NMTR2.E335378 e NMTR8.E335378). In particolare i modelli HPR e KHPR sono tra i più richiesti: affermati e affidabili, si distinguono per la capacità di assorbimento di carichi occasionali di grande energia pur mantenendo silenziosità, elevato grado di protezione (standard IP55) e dimensioni ridotte. Per le potenze più alte I.R.E. propone il resistore di nuova generazione HLR, caratterizzato da un nuovo dissipatore coperto da brevetto e dalla più alta densità di potenza disponibile sul mercato: la soluzione ideale per applicazioni lift e crane, dove è in grado di sostituire con prestazioni superiori i tradizionali resistori protetti nella gamma di impiego con inverter di taglia fino a 40kW.
New braking resistors
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hanks to their resistance to high overloads, easy installing and overall compactness, aluminum housed resistors are widely employed in all kind of industry and automation applications. With innovative and up-to-date solutions, I.R.E. has been a protagonist in this area for years, offering a wide range of highly specialized resistors, now also available on request with UL mark (RFH, RFMTX, HPM, HPR, KHPR, HLR series- file NMTR2. E335378 and NMTR8.E335378). HPR and KHPR series in particular are among the best selling: popular and reliable, they are appreciated for their capability to absorb occasional great energy loads while being noiseless, compact and with a high protection degree (IP55 standard). For bigger loads I.R.E. proposes the new generation HLR resistor, characterized by a new patented heatsink and the highest power density available in the market: the ideal solution for lift and crane applications, where it is able to replace with improved performances traditional metallic box resistors, for applications with up to 40 kW inverters.
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PANASONIC – pad. 2 – stand I020
Oltre l’automazione
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ecnologie e servizio da esperti rappresentano, in sintesi, le soluzioni proposte da Panasonic: dal motion control alla sensoristica evoluta e al networking, dal telecontrollo alla green automation, questi temi sono il filo conduttore per il marchio giapponese alla prossima edizione di SPS-IPC-DRIVES 2014. Nell’ambito dei controllori programmabili, vengono presentati la piattaforma modulare FP7 ed il software FPWIN Pro 7 (IEC 61131-3) al battesimo ufficiale per l’introduzione sul mercato europeo. In particolar modo si punta a evidenziare le performance delle schede analogiche (ultra veloci 25 µs per canale, precise e accurate) in combinata con il telemetro laser HLG1. Nel FPWeb Server, il cuore delle automazioni di telecontrollo & teleservice di Panasonic, le novità rappresentative sono la funzionalità “stand alone” e il supporto del protocollo Modbus RTU. Nelle soluzioni “green automation”, la novità è il nuovo contatore di energia KW9M in grado di misurare anche la qualità dell’energia elettrica di un impianto. Motion Control EtherCAT è in evidenza allo stand Panasonic grazie ai driver MINAS A5B, driver su Bus EtherCAT tra i più compatti del mercato. Dotati di protocollo CoE, con velocità di comunicazione di 250 microsecondi e numerose funzioni implementate, si distinguono per versatilità e prestazioni. MINAS A5B affiancha i MINAS A5N (RTEX) nella proposta Panasonic per il Motion Networking; può anche essere utilizzato con tutte le motorizzazioni MINAS A5 sia a 220V che a 400V sia bassa che alta inerzia. Panasonic presenta inoltre 4 nuovi modelli di telemetri HLG1. HL-G125 completa la gamma per le misure su oggetti opachi, estendendo il campo di misura: permette infatti di misurare entro l’intervallo 100-400 mm (long range) con una risoluzione di 2/100. I tre modelli HL-G1…R, con range da 30 ad 80 mm, sono invece dedicati alle misure su oggetti trasparenti. Dal punto di vista applicativo la gamma HLG1 ora copre un campo di lavoro più esteso su di una gamma di materiali (vetro, legno, metallo, plastica, gomma) più ampia, con le consuete precisione, ripetibilità e semplicità d’uso grazie a display e controllore incorporati.
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More than automation
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echnology, service, motion control solutions, advanced sensors, networking and green automation are the main themes for next Panasonic edition at SPS IPC DRIVES – 2014. As for programmable controllers, FP7 modular platform and software FPWIN Pro 7 (IEC 61131-3) will be introduced officially in European market. In particular, precise analog modules performance will be highlighted (ultra fast 25 μs per channel, precise and accurate) in combination with the laser sensor HLG1 series. FPWeb Server, the heart of Panasonic remote control will be implemented with new representative features such as “stand alone” functionality and Modbus RTU protocol. The novelty into “green automation” is the new eco power meter KW9M which is able to measure the quality of the electrical energy of a system. Motion Control EtherCAT is highlighted at the stand thanks to Panasonic MINAS A5B drivers, bus drivers on EtherCAT among the most compact in the market. Equipped with CoE protocol with communication speeds of 250 microseconds and a number of functions implemented, it can be distinguished by versatility and performance. MINAS A5B will complement the MINAS A5N (RTEX ) in Panasonic proposal for motion Networking; it can be used with MINAS A5 both 220V and 400V, both low and high inertia. Panasonic is presenting four new models of HLG1 sensor. HL- G125 can detect matt objects within 100-400 mm (long range) with a resolution of 2/100. The three models HL -G1...R , with a range from 30 to 80 mm, are dedicated to transparent objects measurements. HLG1 range has now spread its application fields thanks to built-in display and controller. It is user friendly and can detect other materials such as glass, wood , metal, plastic, rubber with the usual precision and repeatability.
Eventi - Sps Ipc Drives 2014
PARKER – pad. 3 – stand B050
Novità per il Motion and Control
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n questa edizione di SPS, Parker presenta due nuovi prodotti entrati di recente a far parte della sua vasta gamma di soluzioni per il Motion and Control: il motore lineare tubolare ETT e il micro drive AC10. Il motore ETT, disponibile in tre lunghezze e tre taglie, fornisce valori di coppia di picco fino a 474 N, velocità fino a 4 m/s e accelerazioni fino a 200 m/s 2. Con una ripetibilità pari a ±0,05 mm, l’ETT è la soluzione ideale per quelle applicazioni che esigono elevate prestazioni dinamiche ed è un’alternativa molto vantaggiosa ai cilindri pneumatici, laddove sono necessari maggior flessibilità e controllo. La piena compatibilità con lo standard DIN ISO 15552:2005-12 semplifica l’integrazione meccanica del motore nel sistema e consente di ridurre i costi di progettazione. Il nuovo inverter AC10 viene impiegato in applicazioni che richiedono il controllo di velocità o coppia del motore nel range di potenza da 0,2 a 15 kW. AC10 è tra gli inverter più piccoli presenti sul mercato e rappresenta un’ottima soluzione per gli OEM alla ricerca di un drive dal prezzo contenuto senza compromessi in termini di prestazioni. A complemento, è disponibile la serie di motori asincroni MR di Parker, con efficienza in classe IE2 e gamma di potenza a partire da 0,09 kW.
New motion and control solutions
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his year at SPS, Parker is introducing two new products that have been added to its already wide range of solutions for motion and control: tubular linear motor ETT and micro drive AC10. The ETT motor, available in three lengths and three sizes, is capable of delivering significant thrust values of up to 474 N peak force, travel speeds of up to 4 m/s and acceleration of up to 200 m/s2. With repeatability of ±0.05 mm, the ETT is the ideal choice for a multitude of applications requiring high dynamic performance, and is also the right alternative to pneumatic cylinders in applications that demand greater flexibility and positional control. Full compliance to the DIN ISO 15552:2005-12 pneumatic cylinder flange standard helps to simplify the mechanical integration of ETT and reduces engineering effort. Parker’s AC10 Micro Drive offers adept motor control in applications requiring speed or torque control within the power range of 0.2 to 15 kW. One of the smallest micro drives available, AC10 is extremely compact and provides an optimised solution for OEM machine builders seeking a cost-effective drive without any compromise in performance. An ideal complement to AC10 is Parker’s MR Series of AC induction motors, which are IE2 efficient and start from a power range of 0.09 kW.
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RBF
Un tesoro nascosto per l’industria della gomma
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ontinua anche a SPS-IPC-DRIVES la campagna di sensibilizzazione “Il tesoro nascosto” che vede impegnati gli specialisti di RBF Group nel proporre sistemi di revamping elettrico per i vecchi motorizzati in corrente continua. La campagna si aggiunge ai noti vantaggi tecnici del sistema: • riutilizzo dei trasformatori esistenti; • drive AC industrializzato per rendere minimi gli eventuali fermi macchina MTTR con ricambi presenti in ½ ora; • motore asincrono raffreddato IC 7A1W7 (water jacket) a doppia camicia (acqua di torre, no scambiatori, no ventole che muovono carbon black). Grado di protezione IP55 effettivo; • eliminazione delle spese di manutenzione per cambio spazzole e dei filtri, eliminazione penalità dovute al cosf; • fornitura pacchetto completo di installazione, messa in servizio e assistenza 24 h su 24 h, studio per ridurre al minimo il fermo impianto per l’aggiornamento. Ipotizziamo che in seguito a un sopralluogo e analisi dell’installato (mixer, open mill, calandre, ecc.) si ricavi: • DC con rifasamento ha il trafo con terziario al 97%, drive al 98%, motore al 92% e rifasamento al 95% per un rendimento globale di ~83% , • AC standard ha il trafo al 98,6%, drive al 98%, motore al 95,5% per un rendimento globale del ~92,27% , • L’AC proposto ha il trafo al 98,6%, drive al 98%, motore al 97,5% per un rendimento globale del ~94,21. Considerando l’energia attiva richiesta, per esempio, da un mixer di potenza: 2x1.100 kWh per 24h/g e per 320 gg lavorativi/anno, si hanno i seguenti fabbisogni : • il DC richiede 20.356.626 kWh annui; • l’AC standard richiede 18.311.477 kWh annui; • l’AC proposto richiede 17.934.401 kWh annui • l’AC proposto con costo di 0,13 euro/kWh ha un risparmio rispetto al DC di 314.889,00 euro anno e rispetto all’AC standard di 49.019,00 euro. Ecco dimostrato come sia possibile utilizzare il “tesoro nascosto” per risparmiare energia e ridurre i costi di produzione, fare nuovi investimenti, dare agli energy manager ulteriori argomenti per certificati bianchi.
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A hidden treasure for the rubber industry
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t the SPS-IPC-DRIVES 2014 RBF successfully continues its campaign “The hidden treasure”, which proposes revamping the electrical systems for older motorized DC. Here are the technical advantages of the proposed system: • Reuse existing transformers; • Industrialized AC drive to minimize any downtime MTTR with the supply of spare parts in half an hour; • IC 7A1W7 cooled asynchronous motor (water jacket) with double jacket (cooling tower water, no heat exchangers, no fans that moving carbon black), IP55 effective; • elimination of maintenance costs for changing brushes and filters, elimination of penalties due to cosf; • provision of a complete package of installation, commissioning and assistance 24 hours a day; • study to minimize plant downtimes during the upgrade. Through an inspection and analysis of installed machinery (mixer, open mill, calenders, etc.) we get: • the DC power factor correction has the transformer with tertiary at 97%, drive at 98%, motor at 92% and power factor at 95%, for an overall yield of ~83%; • the standard AC has transformer at 98.6%, drive at 98%, motor at 95.5 % for an overall yield of ~92.27%; • the proposed AC has transformer at 98.6%, drive at 98%, motor at 97,5% for an overall yield of ~94.21%. Assuming the active energy required, for example, by a power mixer: 2x1,100 kWh per 24h/day and 320 working days/year, you have the following requirements: • DC requires 20,356,626 kWh/year; • AC standard requires 18,311,477 kWh/year; • The proposed AC requires 17,934,401 kWh/year; • The proposed AC with an energy cost of 0.13 €/kWh allows savings - compared to DC - of € 314,889.00 per year and € 49,019.00 per year compared to standard AC. Thus we have a “hidden treasure” which can be used to save energy and reduce production costs, make new investments, give additional arguments to the Energy Manager for white certificates, etc.
Focus
INCHIESTA Materie prime. 1
Le nostre domande
Dal vostro osservatorio, dove vi sembra che si stia maggiormente concentrando la ricerca sui nuovi prodotti per l’industria della gomma? Sviluppo di nuovi gradi di elastomeri conosciuti? Biopolimeri? O si lavora di più sul miglioramento e introduzione di additivi (rinforzanti, acceleranti, antiossidanti, ecc.)?
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È sempre valido l’assioma che l’alta qualità delle materie prime corrisponda a un prezzo elevato? Oppure esistono casi che lo smentiscono?
Ricerca, qualità, prezzo: che cosa muove il mercato La competizione anche nel settore delle materie prime per l’industria della gomma si basa sull’innovazione. È interessante, però, vedere come questo concetto cambi a seconda del campo d’azione dei protagonisti. I grandi gruppi chimici collegano l’innovazione alla ricerca, con grandi investimenti e costi finali dei prodotti che, pur rimanendo concorrenziali, fanno valere il lavoro fatto nei laboratori. Per i distributori, e soprattutto per chi lavora con additivi e altri prodotti caratterizzanti le mescole finali, l’innovazione sta soprattutto nel trovare la soluzione al prezzo migliore con le prestazioni richieste dal committente. Tra Duequesti due estremi visioni apparentemente si riscontrano diverse, poi tante ma posizioni con moltiintermedie. punti di contatto.
FOCUS
Le risposte degli esperti
«L’innovazione per noi consiste nel produrre elastomeri e polimeri termoplastici basati su nuove materie prime e nuove tecnologie» Riccardo Musci Zeon Europe Gmbh Sede secondaria in Italia
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Sviluppo di nuovi gradi di elastomeri conosciuti? Biopolimeri? O si lavora di più sul miglioramento e introduzione di additivi (rinforzanti, acceleranti, antiossidanti, ecc.)? Zeon punta tutto sul fattore innovazione per vincere questa crisi o sfida del mercato globale. Zeon sta applicando questa strategia attraverso la produzione di nuovi elastomeri e polimeri termoplastici che utilizzano sia nuove materie prime sia nuove tecnologie. Nel corso degli ultimi cinque anni Zeon Corporation ha prodotto una nuova linea di polimeri (ECO) a base di biomonomeri a marchio Hydrin® e grazie ad una tecnologia proprietaria è in grado di produrre industrialmente nanotubi di carbonio (Single Wall Carbon Nanotube). Sul servizio locale prestato da Zeon Europe, come ad esempio in Italia, Zeon cerca di essere sempre più presente sul territorio promuovendo la filosofia del gruppo attraverso progetti specifici e coinvolgendo il più possibile aziende italiane che siano in grado di raccogliere questa sfida.
2 La qualità e il prezzo dei prodotti Zeon sono conseguenti al rapporto tra la domanda e l’offerta del mercato locale e dalle relative scelte d’investimento della Zeon Corporation stessa. Per molti prodotti Zeon il prezzo non rappresenta quindi una barriera d’ingresso per le aziende italiane. La competizione con l’utilizzo dei prodotti Zeon avviene in ogni caso in aziende italiane o internazionali che hanno investito molto nella loro applicazione, e relativo marchio. Il valore finale ottenuto dai nostri clienti è quindi compatibile con il rapporto prezzo/qualità iniziale da noi proposto. L’assioma alta qualità e prezzo elevato viene così cancellato dal valore del prodotto/ applicazione dei clienti finali di Zeon.
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La frontiera della ricerca è nei prodotti ecosostenibili sia in fase di processo che a fine vita
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Orazio Olivares Wacker-Chemie Italia 1
La ricerca si concentra sui prodotti ecosostenibili, sia in fase di processo per gli operatori del settore sia come trattamento del prodotto finito a fine vita (riciclaggio e smaltimento).
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Molta attenzione si pone a prodotti che consentono tempi di ciclo competitivi e tecnologie più efficienti, come ad esempio il sovrastampaggio.
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Il prezzo del prodotto lo dettano il mercato e, quindi, i clienti. Spetta a loro, in ultima analisi, la valutazione della validità e competitività di un prodotto. Penso che tutti abbiamo imparato che il prezzo, ovvero il costo di un prodotto, non si misura solo in euro al chilogrammo o dollari a libbra, ma considerando anche altri aspetti più esaustivi, quali i tempi di ciclo, le prestazioni finali, e così via. Premesso che tutto ciò concorre a determinare il costo di una produzione, e quindi di un prodotto, fermarsi all’assioma sopra citato mi sembra limitativo. Certo, se si promuove qualcosa di innovativo le aspettative di ritorno economico come valore aggiunto sono senz’altro più ambiziose, ma nella consapevolezza che sono legittime solo se i vantaggi e il valore aggiunto ci sono anche per il cliente.
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Il nostro sforzo innovativo si concentra su prodotti di origine vegetale, ipoallergenici o di origine bio
Versalis
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Nel settore elastomeri si punta a sviluppare per i nuovi prodotti sempre di più il concetto della sostenibilità (economica, ambientale, sociale). Si ricercano nuovi processi di sintesi da feedstock da fonti rinnovabili, per ottenere prodotti che possano contribuire con le loro performance a ridurre consumi energetici ed emissioni di CO2 sia in fase di processing che di applicazione finale. L’impegno di Versalis in tal senso si articola in progetti di ricerca su: • butadiene da origine vegetale insieme al suo partner Genomatica; • sviluppo di tipologie di gomma naturale ipoallergenica coltivabili in climi temperati; • oli di processo di origine bio, da utilizzare sia direttamente in mescole elastomeriche o come estensori di elastomeri E-SBR o S-SBR, come componente innovativa e sostenibile di queste potenziali nuove classi di polimeri. Questi oli sono prodotti e sviluppati da Matríca (joint venture tra Versalis e Novamont)
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Il prezzo è determinato da molti fattori, tra cui gli investimenti sia in impianti sia in innovazione tecnologica, l’energia, il costo del lavoro. In particolare, nel settore degli elastomeri, come nella petrolchimica in genere, importanti sono i feedstock utilizzati. Fare chimica in Italia e in Europa in genere non è a basso costo. L’esposizione alla concorrenza di paesi in cui
Inchiesta materie prime Le nostre domande
feedstock ed energia sono economici è sempre più elevata. Occorre differenziarsi puntando su continuità ed eccellenza nel servizio, elevati standard qualitativi e innovazione. Difficilmente queste tre caratteristiche si coniugano con bassi prezzi.
1 Dal vostro osservatorio, dove vi sembra che si stia maggiormente concentrando la ricerca sui nuovi prodotti per l’industria della gomma? Sviluppo di nuovi gradi di elastomeri conosciuti? Biopolimeri? O si lavora di più sul miglioramento e introduzione di additivi (rinforzanti, acceleranti, antiossidanti, ecc.)?
«Per prodotti di utilizzo standard la qualità si trova anche in materiali a basso costo»
2 È sempre valido l’assioma che l’alta qualità delle materie prime corrisponda a un prezzo elevato? Oppure esistono casi che lo smentiscono?
Pierluigi Veneri Torchiani 1
Per quanto possiamo dedurre dalle informazioni ricevute dai produttori delle materie prime che trattiamo, gli sforzi maggiori della ricerca si concentrano sulla messa a punto di modifiche dei polimeri esistenti, ad esempio con l’utilizzo di catalizzatori di polimerizzazione diversi dagli attuali in uso. Sui biopolimeri per ora non ci sono riscontri di applicazioni concrete, mentre si stanno collaudando additivi ad alte prestazioni, per i quali tuttavia occorreranno ancora parecchi studi e prove per concretizzarne l’utilizzo definitivo.
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È ancora buona regola che ad un prezzo elevato corrisponda un’alta qualità, soprattutto per materie prime di nicchia. Ma, per prodotti utilizzati in settori applicativi normali, la qualità si trova ormai anche in materiali di prezzo nettamente inferiore a quello offerto dai produttori che, per motivi più o meno validi, continuano a mantenerlo a un livello più alto rispetto alle richieste e alle aspettative del mercato.
poter garantire le prestazioni migliori. Per quanto riguarda le sole materie prime, però, nel nostro caso è fondamentale poter contare su monomeri fluorurati di qualità per garantire una polimerizzazione efficiente ed in sicurezza. Anche per questo Solvay ha come strategia la produzione in casa di tutti i monomeri fluorurati.
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Più è elevata la qualità della materia prima più alti sono anche i costi accessori di magazzino o distribuzione
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Federico Doveri S.Int.A 1
Nel settore dei prodotti naturali da noi conosciuto non abbiamo segnalazione di innovazioni recenti o di rilievo che riguardino gli additivi e gli stabilizzanti di comune uso.
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La nostra ricerca è indirizzata soprattutto ad ampliare i campi applicativi dei fluoroelastomeri
Nicola Roda Solvay Specialty Polymers
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Nel mercato dei fluoroelastomeri gli sviluppi sono attualmente concentrati a cercare di espandere ulteriormente il campo applicativo dei prodotti: bassissime temperature, resistenza termica ancora più elevata, resistenza chimica alle basi.
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Nel caso dei fluoroelastomeri direi che il prezzo finale è solo apparentemente elevato e le materie prime sono solo una delle componenti. Per questi prodotti, infatti, una parte non trascurabile del costo deriva dal continuo investimento in ricerca e in tecnologie all’avanguardia per
Per quella che è la nostra esperienza ormai pluridecennale, l’alta qualità delle materie prime ha certamente un maggior costo che la caratterizza, incluso quello dei servizi che vi si vogliono abbinare (magazzino, distribuzione, ecc.). I migliori clienti non hanno difficoltà a pagare quel qualcosa in più, sicuri che saranno adeguatamente ricompensati da una costante qualità del prodotto e dei servizi loro forniti.
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Quello della gomma è un settore tradizionalista, in cui l’innovazione si concentra nel miglioramento dei processi e delle formule
Massimiliano Petris Rogitex Inc. Int.
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Il settore gomma è notoriamente tradizionalista. Inoltre, la creazione di nuovi polimeri tecnicamente più validi è spesso
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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FOCUS annunciata, ma è poi cosa assai difficile da riscontrare quando applicata. Di certo migliorano i processi produttivi, e a monte si incrementa e migliora la ricerca di nuove formulazioni nei laboratori. I biopolimeri sono una bella novità e man mano si stanno aggiungendo nuovi tipi e gradi. La scommessa sarà capire fino a quali livelli tecnici e di sostenibilità riusciranno a sostituirsi ai derivati del petrolio.
2
Prezzo e qualità? Nella norma sono proporzionalmente collegati.
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È impossibile ripagare la ricerca e gli investimenti per la qualità senza considerarli nel margine di vendita
Giorgio Marzari RDC
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La maggior parte dei nostri clienti esporta all’estero. Alcuni negli ultimi due anni hanno invertito la tendenza, esportando sempre di più. Anche Eigenmann & Veronelli si sta rapidamente internazionalizzando. Oggi il network di sedi estere del gruppo copre i mercati spagnolo e portoghese, russo e turco. In tutti questi paesi abbiamo sedi commerciali Il nostro impegno e la nostra ricerca sono principalmente orientati al miglioramento dell’incorporazione dei vari chimici impiegati. In qualità di produttori di predispersi e servizi è logico impegnarsi sempre più nell’ottimizzazione di questi importanti fattori di mescolazione.
2
Diciamo che non sempre la corrispondenza tra prezzo alto e qualità elevata è veritiero. Però quando si parla di qualità intesa come veramente come tale, il prezzo ha il suo valore. Come ci si ripaga della ricerca e come si possono fare nuovi investimenti a garanzia della qualità se si perde il beneficio del margine di vendita?
«Nel settore degli additivi l’innovazione consiste
soprattutto nell’armonizzare i prodotti alle normative REACH
»
Giuseppe Rossi Nymco 1
Nymco è attiva nel settore degli additivi, per i quali, più che alla ricerca di nuovi prodotti, si sta assistendo ad una razionalizzazione della gamma dovuta al regolamento REACH.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Taluni prodotti non verranno registrati, e conseguentemente dovranno cambiare le formulazioni delle mescole, sostituendo prodotti non più disponibili con altri di diversa composizione chimica.
2
Esiste certamente un rapporto tra la qualità e il prezzo, ma non necessariamente il prodotto più costoso è anche quello dalla qualità più alta. Inoltre ci sono altri parametri che concorrono a definire il prezzo di un determinato prodotto, ad esempio la registrazione REACH, che pone il fornitore in una posizione di vantaggio rispetto a chi ha soltanto preregistrato, ma che ovviamente comporta un costo che non può non essere ribaltato sul prezzo.
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La competizione tra i player a volte è più importante dell’aumento dei costi delle materie prime nel fissare il prezzo finale
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Mariano Sorgato Marubeni Europe Plc 1
A nostro parere acceleranti, antiossidanti, rinforzanti, antifiamma, additivi speciali in genere rappresentano lo sviluppo settoriale di maggiore interesse.
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Non sempre, nell’attuale assetto competitivo, possiamo dire che alto prezzo garantisce alta qualità. Nonostante l’andamento del costo delle materie prime, al fine di mantenere le proprie quote di mercato, anche i produttori notoriamente conosciuti per l’elevato livello qualitativo hanno scelto di contenere i prezzi di mercato, mantenendoli più vicini e competitivi rispetto agli altri player.
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Alto prezzo non vuole più dire alta qualità. Impianti più efficienti e innovazioni ci consentono di ridurre i costi
Annalisa Pini Lehvoss Italia 1
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A nostro avviso il maggiore interesse è oggi rivolto in particolare all’omologazione di polimeri qualitativamente ineccepibili, che possano incrementare l’efficienza per portare a un evidente beneficio economico al cliente. Di minore interesse sono invece le omologazioni di chemicals, che richiedono tempo e risorse in questo periodo sempre più preziose e limitate nel nostro settore.
Inchiesta materie prime Le nostre domande
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1 Dal vostro osservatorio, dove vi sembra che si stia maggiormente concentrando la ricerca sui nuovi prodotti per l’industria della gomma? Sviluppo di nuovi gradi di elastomeri conosciuti? Biopolimeri? O si lavora di più sul miglioramento e introduzione di additivi (rinforzanti, acceleranti, antiossidanti, ecc.)?
Direi che l’equivalenza alta qualità = alto prezzo non è più valida da alcuni anni. Per quanto ci riguarda possiamo dire che i nostri prodotti sono di indiscussa qualità e questo viene riconosciuto dai clienti che non solo li utilizzano per le applicazioni ordinarie, ma soprattutto per nuovi sviluppi e progetti. In più occasioni, inoltre, la diminuzione del prezzo dei nostri materiali è dovuta all’aumento dell’efficienza degli impianti produttivi con continui rinnovamenti ed implementazione unitamente a un incremento nell’efficienza del nostro servizio.
«I produttori europei stanno puntando
nostri EPDM ECO stanno riscuotendo un discreto successo presso nicchie di mercato.
soprattutto allo sviluppo di nuovi elastomeri biologici
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Roberto Finkelberg Lanxess 1
Osserviamo una tendenza a sviluppare nuovi elastomeri biologici, soprattutto da parte di produttori europei. I dgts_210x140-emozionale_2014.ai
2 È sempre valido l’assioma che l’alta qualità delle materie prime corrisponda a un prezzo elevato? Oppure esistono casi che lo smentiscono?
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13/12/13
L’alta qualità premia sempre e si paga di più, anche perché la bassa qualità ha spesso un impatto molto negativo sui bilanci aziendali. Lanxess, da sempre punta su prodotti di alta qualità, che hanno un costo leggermente superiore ad alternative qualitativamente inferiori. La ricerca qualitativa costa molto e non tutti i produttori se la possono permettere.
16.01
Un lungo cammino insieme
La qualità è misurata DGTS Srl, nell’intento di soddisfare sempre al meglio le esigenze dei suoi clienti, è in grado di offrire un supporto tecnico competente e completo tramite i suoi servizi: Vendita e Installazione di apparecchiature e strumenti per il Laboratorio Controllo Qualità e Ricerca e Sviluppo per la determinazione delle caratteristiche fisico meccaniche delle materie prime e dei prodotti finiti Corsi di Formazione ed Aggiornamento del personale sull’utilizzo degli strumenti e dei relativi software ed accessori Presentazione degli strumenti anche presso la sede del cliente, con la possibilità di eseguire prove dimostrative su campioni forniti dal cliente stesso Assistenza Tecnica post-vendita Servizio di Taratura e Calibrazione Servizio di Manutenzione Servizio di Riparazione
DGTS SrL ISO 9001 : 2008 FM 518764
Corso Milano, 14 20837 Veduggio (MB) Italy TEL. +39 0362.910763 FAX +39 0362.911255 E-MAIL : info@dgts.it www.dgts.it
1928... CAMPANA
1992 Un Lungo cammino insieme
2014...
FOCUS
«La globalizzazione ha inciso molto sui prezzi, riducendo il peso della qualità delle materie prime
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Giovanni Garrone Lagorio & Dufour 1
A nostro parere gli sforzi paiono orientati soprattutto verso la creazione di polimeri “verdi”, a basso impatto ambientale e resa elevata, destinati soprattutto al settore dei pneumatici, che aiutino il prodotto finito ad avere una maggiore resistenza all’abrasione e contemporaneamente un’elevata silenziosità del rotolamento ed una maggiore durata.
2
Il prezzo delle materie prime è pur sempre legato a una componente qualitativa anche se, in questi anni, il fattore della globalizzazione e dei nuovi mezzi di comunicazione ha inciso notevolmente sul rapporto prezzo/qualità dei prodotti del nostro settore, rendendoli più facilmente accessibili e a prezzi generalmente più contenuti. Non dobbiamo dimenticare anche la componente speculativa che da anni ormai influenza notevolmente il prezzo delle materie prime, indipendentemente dalla qualità e dal rapporto domanda/offerta.
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Le esigenze sempre più spinte dell’automotive stanno spingendo i compoundatori a realizzare mescole sempre più performanti
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Tiziano Tresoldi Laborsil 1
Sicuramente il mercato dell’auto sta diventando sempre più esigente, in qualità e in specifiche sempre più restrittive. Questo obbliga noi compoundatori a mettere a punto mescole sempre più performanti, mentre ai nostri clienti impone prove di controllo sempre più sofisticate. Per quanto ci riguarda, i miglioramenti raggiunti fino a oggi hanno comportato la ricerca di additivi che migliorassero i compound. Da diversi anni ormai le multinazionali produttrici di basi siliconiche non stanno immettendo (con alcune eccezioni) sul mercato nuovi prodotti, e quindi hanno costretto i compoundatori a trovare cariche che migliorassero le caratteristiche di base. Grande soddisfazione invece ci viene sempre dal settore auto con i compound in fluorosilicone, dove i rapporti con i produttori di base ci hanno permesso e ci stanno permettendo di sviluppare questi prodotti.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
2
Diciamo che in buona percentuale la corrispondenza tra alta qualità e alto costo è ancora vera. È anche vero, però, che là dove c’è una qualità percepita elevata i fornitori tengono più alti i prezzi per massimizzare i profitti. Finché non si affaccia un’alternativa sul mercato che li costringe a rivederli.
«
L’alta qualità non è solo quella del prodotto, ma anche di processi, distribuzione e rispetto dei lavoratori. Ecco perché costa di più
Stefano Corna IMCD Italia
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Recentemente l’attenzione si è spostata non solo sull’ecosostenibilità delle materie prime usate ma anche sui composti della materia prima stessa. Lo sviluppo delle materie prime è presente sia su polimeri che su additivi e chemicals, ma forse più concreto su quest’ultimi.
2
Salvo rare eccezioni l’assioma alta qualità/alto prezzo è sempre valido. È una logica e naturale conseguenza di una serie di costi e paramenti che ruotano attorno a una materia prima di alta qualità da tutti i punti di vista. Alta qualità intrinseca del prodotto, alta qualità del servizio e della distribuzione, per non dimenticare quella legata al rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Il basso prezzo di una materia prima di un produttore che non rispetta l’ambiente e/o i lavoratori non ha un basso costo.
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Il driver principale di ricerca e innovazione è sempre più spesso la sostenibilità: minori consumi e meno emissioni
Giovanni Gallo Eurochimind 1
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A giudicare dagli investimenti fatti dai produttori di materie prime per l’industria della gomma, sembra che la ricerca si stia concentrando più sul miglioramento di materie prime già conosciute, al fine di soddisfare le nuove richieste prestazionali, che non degli articoli finiti di cui sono i costituenti. Esempi paradigmatici in tal senso sono la gomma S-SBR e la silice ad alta dispersione, entrambe introdotte come risposte, alla richiesta dei costruttori di pneumatici, di prodotti adatti alla manifattura degli articoli caratterizzati da bassa resistenza al rotolamento. In generale, comunque, il driver principale di ricerca e innovazione è sempre più spesso riconducibile all’ecologia in tutti i suoi aspetti: risparmio energetico, riduzione delle emissioni nell’ambiente, riciclo, ecc.
Inchiesta materie prime Le nostre domande
2
Sono tuttora convinto che, al netto del posizionamento del brand di alcuni produttori occidentali, a prezzi elevati corrispondano materie prime di alta qualità. Ma le materie prime extra-occidentali che si sono dapprima imposte per la convenienza economica, successivamente, grazie al lavoro caparbio di organizzazioni come la nostra, hanno migliorato in parte o del tutto la qualità, pervenendo a un rapporto qualità/prezzo più che soddisfacente. Il risultato, a mio parere, è stato che il differenziale di prezzo tra le materie prime di diversa provenienza sia diminuito, da un lato, per l’aumento della qualità dei prodotti non occidentali, e quindi del loro prezzo, e, dall’altro lato, per l’adeguamento in basso dei produttori più rinomati, in risposta all’aggressività dei suddetti concorrenti.
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Per la nostra produzione stiamo testando prodotti sostenibili e di derivazione vegetale
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Cinzia Gottero Eigenmann & Veronelli
1 Dal vostro osservatorio, dove vi sembra che si stia maggiormente concentrando la ricerca sui nuovi prodotti per l’industria della gomma? Sviluppo di nuovi gradi di elastomeri conosciuti? Biopolimeri? O si lavora di più sul miglioramento e introduzione di additivi (rinforzanti, acceleranti, antiossidanti, ecc.)? 2 È sempre valido l’assioma che l’alta qualità delle materie prime corrisponda a un prezzo elevato? Oppure esistono casi che lo smentiscono?
1
Parlando con le nostre case mandanti stiamo sempre di più osservando che la ricerca è orientata sul cosiddetto “bio”. Non so però come si comportino questi prodotti, lo vedremo. Per la nostra produzione stiamo valutando alternative sostenibili e di derivazione vegetale. Ma sono in fase di test.
2
Ci sono diversi casi in cui l’assioma alta qualità e alto prezzo è valido. La qualità costa è vero! Ma è anche vero che possiamo fornire prodotti ad alte performance e prezzi ragionevoli.
ARMONIA DI POLIMERI Le nostre note sono i polimeri, il nostro pentagramma le specifiche esigenze di ogni cliente. Qualità e personalizzazione del prodotto sono i risultati del costante impegno nella ricerca e del meticoloso controllo della produzione, ai quali si aggiunge tutta l’esperienza di una grande orchestra: il Gruppo Marangoni.
FOCUS
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Non è corretto parlare di prezzo alto per l’alta qualità, ma di prezzo “giusto”, tenendo in conto anche i benefici e non solo i costi
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Christian Nicola Pedone Eico Specialties 1
Le società che rappresentiamo sono tutte produttori di additivi che investono nella ricerca e sviluppo per ottenere prodotti sempre più performanti e che vadano incontro alle esigenze del mercato.
2
Io direi che l’alta qualità delle materie prime corrisponde a un prezzo “giusto”. Oggi, con le tecnologie informatiche a nostra disposizione, chiunque può fare una ricerca su un determinato prodotto, facendosi un’idea del prezzo medio. È un’ovvietà dire che bisogna fare il rapporto tra costi e benefici, ma spesso ce ne dimentichiamo a favore di un vantaggio immediato sul “cost saving”.
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A parità di qualità sulle materie prime è difficile trovare grossi scostamenti sul prezzo
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Daniele Girelli Eico Novachem 1
Sull’onda del REACH e delle sempre più stringenti normative, almeno a livello europeo, il settore più attivo è il rimpiazzo di prodotti che vengono man mano vietati. Anche l’aspetto “green”, inteso come materie prime bio-rinnovabili, è sul lungo periodo un settore interessante. Innovazioni come le nanotecnologie le vedo invece di più lenta introduzione.
2
Diciamo che a parità di qualità di una materia prima è difficile che possano esserci grandi differenze di prezzo tra fornitori. I prodotti a mio parere vanno sempre valutati in base alle loro prestazioni e di solito al loro crescere cresce anche il prezzo, giustificato dall’uso in settori più remunerativi. Una componente che incide sul prezzo di un prodotto e che spesso i clienti tendono a dimenticare è quella legata ai servizi al contorno in termini di logistica e assistenza tecnica pre e post vendita.
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RUBBER IN MOTION
Inchiesta materie prime Le nostre domande
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Visto che la nostra manodopera costa di più, per essere competitivi dobbiamo essere innovativi sui processi e sulle tecnologie
1 Dal vostro osservatorio, dove vi sembra che si stia maggiormente concentrando la ricerca sui nuovi prodotti per l’industria della gomma? Sviluppo di nuovi gradi di elastomeri conosciuti? Biopolimeri? O si lavora di più sul miglioramento e introduzione di additivi (rinforzanti, acceleranti, antiossidanti, ecc.)?
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Luciano Peyron Chem Trend
2 È sempre valido l’assioma che l’alta qualità delle materie prime corrisponda a un prezzo elevato? Oppure esistono casi che lo smentiscono?
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In Italia per essere competitivi, dal momento che il costo della manodopera non lo è rispetto agli altri paesi, bisogna introdurre continuamente innovazione sia sui processi, per ridurre costi ed aumentare produttività, sia sulle tecnologie. Non vedo grandi novità in questo momento, ma continuo ad avere conferme che chi rimane competitivo sul mercato non può esimersi dall’essere un eccezionale innovatore nel day to day.
2
Non è importante il prezzo quando si parla di alta qualità, bensì il valore che questa qualità apporta al cliente. Il valore si traduce sempre in vantaggi economici o ambientali per il cliente. Questi valori sono sempre quantificabili.
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La ricerca sui nuovi elastomeri è sempre più complessa, quindi si è rallentata rispetto a qualche tempo fa
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Daniela Cignoli Carbocrom 1
Oggi la ricerca di nuovi materiali di base come polimeri elastomerici a maggiori prestazioni si è un po’ rallentata, poiché lo sviluppo di quest’ultimi è sempre più difficile. Piuttosto si stanno spostando alcune produzioni da elastomeri standard (es. NBR) a prodotti maggiormente performanti per resistenze termiche e chimiche come FKM (perox), HNBR, ACM, ecc. Sempre più interessanti stanno divenendo alcuni tecnopolimeri, prodotti termoplastici o biopolimeri in funzione del riciclo e del rispetto dell’ambiente. Tendenzialmente i maggiori sviluppi sono da ricercare tra gli additivi, dove le varie restrizioni imposte da alcune normative Europee, ne impongono i cambiamenti e sviluppi.
2
Generalmente ancora oggi, per moltissimi casi, un prezzo elevato o maggiore rispetto allo standard significa maggiore qualità o materiali più performanti. Come in molti campi esistono le eccezioni, dove materie prime e/o prodotti economici godono anche di una grande qualità. Ovviamente in molti casi il costo più basso di materiali, se prodotti in luoghi cui il costo del lavoro è nettamente più basso, possono risultare nettamente più competitivi di quelli di pari qualità prodotti in Europa.
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La ricerca va anche nella direzione di additivi con funzioni particolari e delle nanocariche
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Mario Valanzese Caldic Italia 1
Polimeri speciali ad elevate prestazioni, come gli HNBR di produzione Zeon, sono in costante aggiornamento ed arricchimento di gamma. A mio avviso la ricerca va anche in direzione di additivi o cariche con funzioni differenti come le nanocariche
2
Dietro a un prezzo esistono mille variabili anche per un prodotto definito “pure commodity”, come spesso trattiamo. Faccio un esempio pratico: se dietro al mio prezzo ho una serie di controlli per rispettare le specifiche di produzione richieste dai clienti, una selezione delle materie prime, un imballo costante e qualitativamente impeccabile, nessun rischio di controlli o scarti durante la lavorazione, allora forse varrebbe la pena spendere qualcosa in più rispetto ad un prodotto che può darti cattiva dispersione e quindi scarti con un prezzo apparentemente più basso.
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I prodotti di alta qualità spesso hanno anche una “tiratura” limitata, che contribuisce a tenere alto il costo
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Dario Pizzato Bluestar Siliconi Italia 1
Le esigenze del mercato sono le più diverse a seconda delle applicazioni e la ricerca di prestazioni avviene spesso valutando additivi e materie prime che possano migliorare le performance. Anche lo studio del pezzo finito in collaborazione con clienti e produttori di macchine trasformatrici è un mezzo importante, a cui ci si affida per sviluppare prodotti nuovi sfruttando a 360° le conoscenze specifiche della catena produttiva
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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FOCUS Infine, resta basilare la ricerca dei chimici e tecnologi sul miglioramento delle attuali materie prime, che ad oggi non è solo a livello di prestazioni, me sempre di più una ricerca finalizzata all’adempimento di normative, omologazioni e certificazioni; in questo ultimo caso è di fondamentale importanza il lavoro svolto da un nostro team dedicato (Product Stewardship) che collabora con il nostro dipartimento per la Ricerca.
2
L’alta qualità corrisponde ad un prezzo idoneo al materiale offerto; i prodotti ad alte prestazioni hanno molto spesso anche costi di produzione alti e numeri limitati, il che non consente di scendere sotto determinate soglie di offerta commerciale. Anche se la differenza in termini di prezzo, tra un materiale ad elevate performance ed uno “standard” è sempre meno importante.
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Direi che la ricerca si muove vettorialmente nel rispetto alle normative europee, con un’attenzione che parte dalla manipolazione della materia prima fino allo smaltimento dell’articolo finito. I limiti imposti alle materie prime obbligano la ricerca di alternative.
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A prima vista sì, alta qualità e alto prezzo corrispondono. Però dipende: investire sulla qualità paga. Può succedere che un prodotto inizialmente strutturato con materie povere venga modificato con materiali più nobili. L’aumento del consumo del “nobile” a scapito del povero cambia i rapporti dei prezzi di acquisto. Il prodotto finito entrerebbe in un circolo virtuoso per la migliore qualità, con un prezzo adeguato ma vicino a quello della versione con materiale povero.
Se un prodotto più “nobile” si afferma, ne aumenta il consumo e anche i suoi prezzi si assestano su livelli adeguati
Giovanni Arnò Azienda Chimica Milanese
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Soluzioni software
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Dalle Aziende
Un nuovo distaccante per il settore farmaceutico C
hem-Trend sviluppa, produce e commercializza da oltre 50 anni agenti di distacco ad alte prestazioni largamente diffusi nell’industria dello stampaggio per iniezione e compressione della gomma, ed è costantemente attiva nello sviluppo di soluzioni innovative. Ne sono un esempio i distaccanti semi-permanenti, lanciati con successo dalla società e utilizzati ormai da molti anni dagli stampatori.
Chem-Trend, leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di distaccanti ben noti nell’industria dello stampaggio della gomma, ha da molti anni introdotto nel mercato i distaccanti semi-permanenti. In questa categoria di prodotti ha di recente messo a punto e lanciato un tipo a base acqua specificamente progettato per il settore farmaceutico
I distaccanti
Sono prodotti che vengono applicati sugli stampi prima dell’avvio del ciclo di produzione allo scopo di formare una pellicola antiaderente, e il più possibile sottile e omogenea, che consentirà un più agevole distacco dei pezzi al termine del processo di stampaggio, garantendo in tal modo anche una più alta qualità della produzione. Tipicamente, questi prodotti sono spruzzati sulla superficie degli stampi, utilizzando una bassa pressione di atomizzazione. Assolvono bene a tale compito le bombolette spray, che rappresentano un comodo mezzo col quale è possibile applicarli. Sono disponibili anche distaccanti allo stato liquido; in questi casi, la loro applicazione richiede un impiantino di spruzzatura a nebulizzazione mix-air. Poiché questa operazione viene eseguita con gli stampi a temperature comprese, generalmente, tra i 130 e i 200°C, a spruzzatura ultimata, il liquido che veicola il materiale distaccante 34
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
– un solvente oppure l’acqua – evapora, rendendo, così, possibile la reticolazione del film di distacco depositato sulla superficie degli stampi stessi. Oggi esiste, per lo stampatore, una gamma estremamente ampia di di-
staccanti a base solvente e a base acqua nella quale scegliere il prodotto che meglio soddisfi le sue esigenze in funzione, in particolare, dei materiali da stampare, delle diverse dimensioni e geometrie dei pezzi, dei requisiti ri-
MATERIE PRIME
chiesti per le operazioni di post-stampaggio. L’andamento del mercato è sempre più orientato verso agenti di distacco a base acqua, meno inquinanti per l’ambiente e, soprattutto, non nocivi per gli operatori.
I distaccanti semi-permanenti
Sono già diversi anni che la tecnologia del distacco dagli stampi ha affiancato agli agenti distaccanti tradizionali l’alternativa dei distaccanti semi-permanenti. I prodotti tradizionali, “sacrificali”, si applicano ad ogni ciclo di stampaggio. Sono, per così dire, prodotti monouso. I semi-permanenti, invece, conservano la loro efficacia in più cicli consecutivi. Di qui il loro nome. È possibile arrivare anche a decine di stampate, sempre sfruttando la stessa applicazione di distaccante. Dopodiché si rende necessaria una nuova spruzzatura del prodotto.
Quali i vantaggi?
Evidenti e numerosi i benefici tecnici ed economici che la tecnologia dei distaccanti semi-permanenti procura agli stampatori. I principali: • trasferimento di materiale sui pezzi stampati praticamente nullo e, quindi, superiore qualità della produzione • elevata compatibilità con pezzi che richiedono adesione gomma-metallo • bassi livelli di sporcatura dello stampo e, quindi, maggiore produttività per la più lunga durata dell’utilizzo dello
stampo stesso prima che se ne renda necessaria la pulizia • flusso ottimale della gomma nello stampo grazie alla presenza del film di distaccante • elevata facilità di distacco del pezzo stampato • elevato numero di stampaggi tra applicazioni successive di distaccante • maggiore facilità di estrazione di pezzi dalle geometrie complesse consentita da prodotti ad alto livello di lubricità • distacco eccellente per tutti i tipi di polimeri, grazie alla possibilità di scelta del distaccante più idoneo • applicabilità per tutti i processi di stampaggio • riduzione dei costi di produzione per la ridotta frequenza della pulizia degli stampi e per il più basso consumo di materiale consentito dai distaccanti di ultima generazione, che sono più efficaci con l’impiego di minori quantità di prodotto.
Il brand Mono-Coat per il settore farmaceutico
Anche nella categoria dei distaccanti semi-permanenti la tecnologia ha reso disponibili i prodotti a base acqua. E nel passaggio a questo tipo di distaccanti da quelli a base solvente ChemTrend è stata il precursore nei mercati con lo sviluppo del brand Mono-Coat®. Di primaria importanza, in particolare, è stato il ruolo svolto dalla società, sempre attiva nella ricerca di soluzioni innovative, nella realizzazione di un prodotto specifico per il settore farma-
ceutico: il distaccante semi-permanente Mono-Coat® 1973W. Un numero incalcolabile di componenti in gomma per l’industria farmaceutica e medica, come tappi e cappucci per siringhe e flebo, vengono prodotti per stampaggio a compressione o stampaggio a iniezione. Per queste tecnologie, il Mono-Coat® 1973W è perfettamente idoneo all’impiego, peraltro senza alcun problema di biocompatibilità. Il prodotto, infatti, è stato sottoposto al programma di test di compatibilità americano – molto severo - denominato “pannello USP Classe VI” (USP: United States Pharmacopeial Convention). Si tratta di una serie di prove effettuate da un laboratorio indipendente autorizzato, in questo caso il North American Science Associates (NAMSA), che accerta che durante lo stampaggio il distaccante utilizzato non dia luogo a reazioni che possano indurre nel pezzo stampato effetti dannosi per la salute del paziente che utilizzerà il prodotto finale. Ebbene, Mono-Coat® 1973W ha superato tutti questi test e ha ottenuto il “Certificato di conformità” rilasciato da questo istituto. Forte di questo importante risultato, Chem-Trend ha integrato il suo già ampio portafoglio di distaccanti semipermanenti con un prodotto la cui certificata biocompatibilità è garanzia di assoluta sicurezza per gli stampatori di particolari farmaceutici e medicali in gomma. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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Dalle Aziende
Dalle mescole al trattamento superficiale di Gianpaolo Brembati
L
o scorso febbraio Doss Visual ha organizzato una open house nella propria sede di Erbusco (ne abbiamo parlato nel numero di marzo de L’Industria della Gomma). Nel programma dell’evento sono state organizzate anche delle presentazioni tecniche, organizzate per temi e suddivise a gruppi di tre durante i tre giorni della manifestazione. Durante il secondo giorno sono stati particolarmente interessanti gli interventi di tre aziende, LTE, CO.ME.T e Interseals, incentrati sulla produzione di mescole “su misura” per il produttore di articoli tecnici e sulla finitura superficiale, in particolare di o-ring ma anche di altri prodotti. Un’insieme di tecniche, tecnologie, sistemi che, insieme, si inseriscono nella filiera conferendo al prodotto italiano un vantaggio, qualitativo e tecnologico, ancora incolmabile per la concorrenza straniera. Non è un caso che gli articoli in gomma realizzati nel Distretto del Sebino, dove questi processi sono stati messi a punto e sviluppati. Ecco, in sintesi, i contenuti delle tre relazioni presentate durante l’evento, che disegnano un insieme di soluzioni interessanti per i produttori di articoli in gomma.
L’industria aeronautica (a lato), quella petrolifera e quella chimica (nella pagina a fianco) sono tra i principali settori di utilizzo delle gomme fluorurate e siliconiche. 36
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Tre relazioni tenute in occasione dell’open house di Doss, dello scorso febbraio, disegnano un insieme di competenze e processi, nella produzione di mescole di alta qualità e nella rifinitura di articoli in gomma, che possono conferire un notevole vantaggio qualitativo ai produttori. Ecco una sintesi dei temi trattati
Lte: gomme fluorurate e siliconiche Tre i relatori che hanno presentato al pubblico le attività di LTE, azienda nata nel 1993 che produce mescole in gomma fluorurata (FKM), siliconica (VMQ) e fluorosiliconica (FVMQ). Si tratta dell’amministratore delegato Stefano Siviglia, del tecnico FKM Marco Cristini e del tecnico per il silicone Marcello Di Napoli. Le mescole prodotte sono utilizzate soprattutto per articoli destinati ai settori automotive, del riscaldamento, chimico, navale, aerospaziale e dell’estrazione petrolifera. La produzio-
ne è destinata per il 65% al mercato domestico e per il 35% all’export, soprattutto nei paesi dell’Unione Europea e nei paesi asiatici. LTE utilizza, come basi per le sue mescole, praticamente tutti i polimeri delle famiglie interessate. Per quanto riguarda le mescole in gomma fluorurata (FKM), le macchine di produzione dedicate sono due Banbury da 25 e 55 litri, un mescolatore aperto da 1.500 litri, un batch-off e una bobinatrice. La confezione è in rotoli e bobine.
Processi
Le mescole in gomma siliconica dispongono di due Battaggion da 1.000 e 1.200 litri, due mescolatori aperti da 1.000 e 1.500 litri. La confezione è in rotoli e panetti. Le mescole prodotte trovano utilizzo in processi di stampaggio a compressione e iniezione, transfer, estrusione, solution coating e calandratura. LTE cura ricerca e sviluppo con un laboratorio attrezzato che, oltre a strumenti tradizionali, dispone di FTIR (spettrofotometria a infrarosso), DSC (analisi a scansione differenziata) e TGA (analisi termogravimetrica). Le formulazioni messe a punto da LTE sono idonee a soddisfare le normative relative ad articoli con alte prestazioni per basse emissioni, FDA, attacco metallo, multiplayer hoses (TCH), ambienti estremi (alte temperature, vapore, agenti chimici), antifiamma e conduttività elettrica.
Dopo l’illustrazione generale dell’attività dell’azienda, i relatori sono passati a parlare in particolare dei polimeri fluorurati (FKM) e siliconici (VMQ), ripercorrendone la storia, la composizione, i campi applicativi, le proprietà, i diversi metodi di reticolazione (ad esempio perossidi e platino per il silicone, con spiegazione dei relativi vantaggi e svantaggi). È stata anche sottolineata l’ampiezza delle applicazioni delle gomme siliconiche, che vanno dall’automobile ai trasporti, dal rivestimento di manufatti tessili ai prodotti per l’infanzia, dai cavi elettrici al settore sanitario, all’alimentare ecc. e si sono enfatizzate le prestazioni della gomma fluorurata rispetto a polimeri NBR, EPDM e ACM. Dopo avere dato risalto all’attività di ricerca e sviluppo, per tutte le mescole si è spiegato il percorso di messa a
punto delle formulazioni, si sono dati riferimenti precisi sui componenti delle formulazioni stesse e sulle fasi del processo produttivo, dando poi esempi di articoli finiti. Si è parlato quindi diffusamente dello sviluppo di mescole delle varie tipologie illustrate, con particolare attenzione rivolta a quelle destinate alla produzione di articoli per il settore automotive (guarnizioni serbatoio, manicotti a doppio strato con FKM perossidico, messo a punto in particolare per un’adesione ottimale al silicone, guarnizioni testa cilindro, guarnizioni collettori auto), senza trascurare quelle destinate alla produzione di articoli in settori particolari come statori per l’industria chimica, explosive decompression O-ring, guarnizioni per alberi rotanti, sempre con ottima adesione al metallo dove richiesta, sia per FKM che per silicone.
CO.ME.T.: sinergie per sviluppare nuovi prodotti e processi Sono intervenuti per presentare CO.ME.T. Davide Maifredi, dell'ufficio commerciale, e il tecnico Giacomo Berzi. I due hanno presentato la situazione attuale dell’azienda che, fondata nel 1980, ha al suo attivo più di 30 anni di esperienza nella produzione di mescole in gomma naturale e gomme sintetiche, con risultati consolidati nel 2013 di 14.000 t di mescole prodotte, con 40
milioni di euro di fatturato e 170 clienti attivi. L’azienda utilizza quasi tutti i polimeri disponibili sul mercato (EPDM-NBRSBR-IIR-NR-CR-HNBR-ACM-AEM-NBR/ PVC-BR), producendo mescole sia per stampaggio che per estrusione, compatte da 30 a 95 Sh A ed espanse con densità da 0,4 a 0,8 g/cm3. Interessante è il paragone tra l’attuale
stabilimento di Adrara e quello di prossima apertura di Coccaglio (vedi la tabella nella pagina seguente). CO.ME.T ha presentato i risultati di una recente collaborazione avuta con Zeon Europe per evidenziare come proporsi e presentarsi in modo innovativo e in sinergia offra la possibilità di affrontare nuovi mercati, nuove applicazioni e nuovi clienti. L'Industria della Gomma L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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Dalle Aziende
ha presentato nel dettaglio l'iniziativa in un articolo uscito sul numero 609 – giugno 2013. Il progetto, basato sul supporto tecnico di Zeon Europe, è stato elaborato in 5 fasi: • valutazione comparativa delle prestazioni del nuovo polimero rispetto al grado standard; • prove tecniche di laboratorio; • identificazione dei potenziali campi di applicazione; • produzione industriale della mescola e dell’articolo finito; • analisi dei risultati. Il lavoro preliminare di valutazione dei risultati ottenuti in laboratorio ha permesso di individuare due possibili settori applicativi: quello degli articoli in contatto con fluidi aggressivi, alla luce della buona prestazione in ambien-
te acido, e degli o-ring, considerando che il compression set è indubbiamente migliore di quello che si ottiene con il polimero standard. La prima possibilità ha portato alla realizzazione del progetto blow by hose per motori a benzina con Fiat. Vista l’eccellente resistenza del polimero a contatto con fluidi aggressivi (acidi concentrati), si è creato un gruppo di lavoro per verificare la possibilità di sostituire in questa applicazione il fluoroelastomero (FKM), con lo scopo aggiuntivo di ottenere un vantaggio economico. Il progetto è in fase avanzata di realizzazione, dal momento che, soddisfatte le prove di laboratorio per durata e affidabilità, tubi prodotti col nuovo polimero sono stati installati su automobili, che ne constateranno il buon funzionamento in condizioni reali di utilizzo.
Il lavoro svolto ha tra l’altro permesso di mettere in evidenza alcune peculiarità e punti di forza del nuovo polimero che, se opportunamente utilizzate, potrebbero portare a sviluppi interessanti sia tecnici che economici: • possibile sostituzione del fluoroelastomero (FKM) in alcune applicazioni, senza penalizzarne le prestazioni e con notevoli vantaggi economici; • evoluzione di prestazioni dei componenti in HNBR, con una rivalutazione degli articoli finiti in svariate applicazioni, in cui l’HNBR standard è al limite delle sue possibilità; Per quanto riguarda il settore degli O-ring sono essenzialmente due i risultati positivi: rispondenza alle specifiche con soddisfazione dei clienti; vantaggi concreti nella processabilità della mescola.
CO.ME.T. - stabIlimenti a confronto Adrara San Martino (BG)
Coccaglio (BS)
Area totale
10.000 m2
23.000 m2
Area coperta
5.200 m2
12.000 m2*
Capacità produttiva
20.000 t/anno
28.000 t/anno
Linee di produzione
3
4
Estrusori (con filtratura e striscia in continuo)
3
4
*di cui 8.500 m2 per uffici e 3.500 m2 per magazzino automatizzato
Caratteristiche fisico meccaniche di Zetpol HP Caso test
Zetpol HP
Unità di misura
Durezza
ASTM D 2240 3s
70
Zetpol
71
SHORE A
Densità
ISO 2781 A
1,16
1,155
g/cm
Carico di rottura
ISO 37 – Tipo 1
21
19,4
N/mm2
Allungamento a rottura
ISO 37 – Tipo 1
290
240
%
3
Lacerazione
ISO 34-1 C
52
47
N/mm
Punto di fragilità
ISO 812
-42
-41
°C
TR test – TR 10)
ISO 2921
-22
-22
°C
Interseals: analisi della pulizia e trattamento superficiale Vladimiro Guindani, responsabile di laboratorio, e Paolo Colosio, responsabile per la qualità, hanno tenuto la relazione di Interseals, azienda specializzata nella trasformazione di fluoroelastomero in particolare, ma anche di silicone, fluorosilicone e HNBR, in O-ring e particolari tecnici a disegno. Sono stati affrontati due argomenti di 38
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sicuro interesse per i clienti finali, ossia le aziende utilizzatrici degli articoli stampati da Interseals.
Pulizia mediante microscopia
Si è spiegato che l’analisi ha l’obiettivo di verificare che i componenti, derivanti dal processo produttivo, siano esen-
ti da contaminanti di superficie (o ne contengano quantità entro i limiti notificati dal cliente), che potrebbero incidere negativamente sulle prestazioni non solo del pezzo ma comprometterne nel tempo il buon funzionamento. Il metodo prevede varie fasi, descritte qui di seguito. Lavaggio: lo scopo è eliminare even-
Processi
tuali contaminanti superficiali, come residui di oli, cere, siliconi e particelle derivanti dal processo produttivo (stampaggio, cernita, forno). Si esegue in macchina con detergente a base acquosa (compatibile con la mescola utilizzata) con getto a pressione seguito poi da asciugatura con getto d’aria a pressione e con getto d’aria calda in pressione. Campionatura: i pezzi lavati e insacchettati vengono ripresi in un laboratorio, dove idonee precauzioni diminuiscono al minimo il particolato atmosferico. Tipologia di estrazione: il trattamento di pulizia sui pezzi, inseriti all’interno di un idoneo contenitore e addizionati di solvente (compatibile con la mescola analizzata e in grado di eliminare eventuali residui oleosi in superficie), vengono sottoposti al trattamento di pulizia per la rimozione dei contaminanti, che può essere eseguito con agitazione, bagno ad ultrasuoni o getto di liquido in pressione. Metodi di analisi: i metodi di analisi consistono in microscopia ottica (con microscopio ottico tradizionale o stereomicroscopio), microscopia elettronica (a scansione SEM ed eventualmente microanalisi EDS per la caratterizzazione chimica delle particelle) e sistema ACP (automatic particle counters) che sfrutta il fenomeno dell’estinzione della luce (vedi pagina seguente). Validazione del metodo analitico: la validazione del metodo di estrazione ed analisi consiste nella dimostrazione
che i lavaggi effettuati siano sufficienti a pulire in modo soddisfacente i pezzi. Per questo motivo si eseguono 6 lavaggi su altrettanti filtri e si determina una curva di pulizia. Analisi gravimetrica: si passa quindi a un’analisi gravimetrica che consiste, dopo filtraggio del liquido di lavaggio, nel determinare il peso delle particelle contaminanti mediante bilancia analitica a 5 cifre decimali. Per eseguire invece l’analisi gravimetrica delle sostanze solubili, occorre portare a secco il liquido di lavaggio filtrato. Analisi particellare: il passo successivo è l’analisi particellare che, mediante microscopia, suddivide le particelle in base alla loro tipologia: particelle totali, fibrose, non riflettenti o riflettenti. Le particelle vengono poi catalogate in base al loro ordine di grandezza. Rapporto di analisi: il rapporto di analisi suddiviso in diverse sezioni, riporta sia le specifiche richieste dal cliente sia i risultati ottenuti per: analisi gravimetrica, analisi particellare, tipologia e grandezza, insieme alla documentazione del materiale e della strumentazione utilizzati per l’analisi.
Trattamento superficiale
Il Centro Rivestimenti Lubrificanti di Interseals nasce nel 2006 con l’introduzione di un impianto al plasma, seguito, nel 2008, dal primo impianto di trattamento lubrificante, per il quale i partner sono Fuchs Lubritech e Klüber Lubrication. Nell’ambito delle guarnizioni di tenuta
si cerca da tempo di utilizzare polimeri, che permettano di ridurre il coefficiente di attrito, ma non sempre questo è sufficiente. Ecco perché si è passati alla ricerca di lubrificanti superficiali, che riducano ulteriormente il coefficiente di attrito e presentino minima o nessuna migrazione del lubrificante nell’ambiente circostante il prodotto trattato. Le nuove tecnologie di carrozzeria, utilizzate nell’industria automobilistica, richiedono necessariamente componenti trattati con una lacca lubrificante. Tutte le applicazioni che prevedono l’utilizzo di o-ring o di elementi di tenuta hanno necessità di evitare l’usura precoce causata dal sistema tribologico. L’attenzione è stata quindi posta sulle lacche lubrificanti e, in particolare, sulla tipologia di rivestimento permanente, che permette di ottenere una lubrificazione di lunga durata del componente e migliora la resistenza a fluidi chimici prevenendo, al contempo, fenomeni di stick-slip. Le lacche lubrificanti sono dispersioni di lubrificanti solidi in soluzione di leganti organici e inorganici, con l’aggiunta di solvente. Dopo l’applicazione, seguita da asciugatura e indurimento, formano una pellicola lubrificante adesiva con ottime caratteristiche antiattrito e antiusura. Anche se non richiesto specificatamente, è buona regola, prima dell’applicazione di un lubrificante asciutto, prevedere un accurato lavaggio dei componenti in materiale polimerico, al fine di eliminare ogni residuo dovuto a sfridi di lavorazione e fluidi di processo. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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Articoli In Gomma
Dalle Aziende
Tre ingrandimenti a risoluzioni diverse (7x, 30x, 112x) mettono in evidenza la presenza di particelle contaminanti non rilevabili con strumenti di indagine tradizionali. Varie tecniche di microscopia sono impiegate da Interseals per la pulizia dei pezzi. L’applicazione della lacca lubrificante avviene in un impianto di trattamento, in cui le parti da rivestire sono inserite in un tamburo rotante come materiale sfuso. Una pistola, dotata di nebulizzatore, spruzza il materiale di rivestimento in modo uniforme, mediante processo gestito da PLC.
Interseals è dotata di impianti di nebulizzazione automatica a spruzzo, con regolazione di parametri quali tempi di ciclo, temperature, pressione di spruzzo, quantità da nebulizzare. Tutti i dati sono storicizzati in database e richiamati al fine di garantire la costanza del processo nei lotti di produzione. Il laboratorio del Centro Rivestimenti Lubrificanti dispone di strumentazioni analitiche (FTIR – spettrofotometria ad infrarosso, TGA – analisi termogravimetrica, TMA – analisi termomeccanica), che servono per la ricerca e sviluppo di prodotti, per il controllo qualità della materia prima in ingresso e del prodotto finito. La rilevazione del film lubrificante vie-
ne effettuata con la lampada di Wood, che segnala la presenza di componenti traccianti con l’eventuale fluorescenza dei pezzi e può evidenziare danneggiamenti sulla superficie delle guarnizioni. La misurazione del coefficiente d’attrito viene effettuata con apparecchiature a norma ISO 8295, ASTM D 1894 e Continental-ATE N 553592500. I vantaggi dei trattamenti con lacche lubrificanti, oltre alla riduzione di attrito ed usura dei componenti, consistono nel miglioramento dell’aspetto estetico delle guarnizioni (qualsiasi colore può essere applicato), nella risoluzione di problematiche di identificazione del componente e nell’offerta alla clientela di trattamento con un codice colore.
Compression presses for rubber
Italian company, manufacturer of compression presses for rubber products Azienda italiana produttrice di presse a compressione per prodotti in gomma
CERTECH S.P.A. con socio unico Via Don Pasquino Borghi 8/10 - 42013 S. Antonino di Casalgrande (RE) Italy - Tel. + 39 0536 824294 Fax +39 0536 824710 www.certech.it - info@certech.it
Dalle Aziende
Due linee a pieno regime di Gianpaolo Brembati
A
distanza di un anno dalla nostra ultima visita a questa azienda, siamo tornati per renderci conto di quello che Elastomers Union ha realizzato nel corso di un anno da quando, nel maggio 2013, si assunse impegni precisi per la crescita e lo sviluppo del business. Ricordiamo che Elastomers Union è un’impresa giovane – ha compiuto da poco, in aprile per l’esattezza, cinque anni di vita – situata a Castel Guelfo (Bologna). La sua attività è la produzione di mescole in fluoroelastomero, settore questo, nell’ambito dell’industria della gomma, pregiato e delicato al tempo stesso, visti gli alti costi delle materie prime impiegate e le applicazioni. Un’attività che non concede spazio all’improvvisazione. La struttura dell’azienda è stata tuttavia studiata ad hoc dai suoi fondatori, tutti con esperienze pluriennali, a partire da Alessandro Cervellati (amministratore delegato) per arrivare a Ettore Ciriolo (responsabile tecnico di produzione), ad Armando Pagani (direttore commerciale) e a Pietro Passera (responsabile vendite Italia e assistenza tecnica).
Un particolare del processo di raffreddamento delle mescole fluorurate. Nella pagina a fianco, in alto, l’installazione della seconda linea e la prima linea di produzione e, in basso, due strumenti del laboratorio di controllo della qualità: reometro a disco oscillante (ODR) e idrometro. 42
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Elastomers Union, l’azienda produttrice di mescole in fluoroelastomero di Castel Guelfo (Bologna), è entrata ormai a pieno regime con la seconda linea di produzione, che aveva installato lo scorso anno. Si completano così gli investimenti per lo sviluppo, indirizzati anche al potenziamento dei laboratori di controllo dei materiali e di formulazione delle nuove mescole
Compounder
Crescita e sviluppo
Nel maggio 2013 Elastomers Union aveva focalizzato, nel suo percorso di crescita, tre obiettivi, consistenti nell’impegno di investire per il potenziamento del laboratorio di controllo materiali, per il labora-
torio dedicato allo sviluppo di nuovi materiali, alla messa a punto di nuove formulazioni e al controllo qualità, e per la realizzazione di una seconda linea produttiva. Gli obiettivi prefissi sono stati raggiunti.
Sotto la direzione tecnica di Monica Battisti il laboratorio controllo materiali, gestito da Luisa Paganin, responsabile ricerca, sviluppo e controllo prodotti, con oltre dieci anni di esperienza presso i laboratori dell’università di Bologna, è ormai operativo con l’installazione delle apparecchiature DSC (Differential Scanning Calorimeter) e TGA (Thermo Gravimetric Analysis), oltre al Refractive Index Detector, al GPG (Gel Permeability Gascromatography) e HPLC (High Performance Liquid Cromatography). Dal canto suo il laboratorio, dedicato allo sviluppo di nuovi materiali e formulazioni e al controllo qualità del ciclo produttivo, dispone di tutti gli strumenti di ultima generazione per rilevare le caratteristiche fisicomeccaniche dei provini testati, dalla densità alla durezza, dalla curva reometrica ai valori di carico rottura e allungamento etc. La parte più importante della crescita di Elastomers Union è tuttavia l’operatività della seconda linea produttiva, che comprende un mescolatore interno con rotori tangenziali, completo di linea di finitura e raffreddamento. Come sulla linea produttiva principale, per quanto riguarda il filtraggio delle mescole si è preferito rinunciare alla trafila filtro per passare ad una pompa ad ingranaggi, che permette di ottenere un materiale meno stressato e dà la possibilità di filtrare senza problemi di rottura dei filtri, abbastanza normale, nel caso della trafila filtro, a causa dell’alta viscosità del polimero fluorurato.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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Dalle Aziende
Il particolare tipo di confezione a bobina studiato da Elastomers Union per i suoi prodotti.
Risultati, mercati e applicazioni
Elastomers Union ha installato la seconda linea per aumentare la capacità produttiva di circa il 70%, ma anche per far sì che si possa programmare la manutenzione delle linee
senza fermare del tutto la produzione; il sistema consente ora di essere sempre operativi per garantire la fornitura di mescole ai clienti durante la manutenzione di una delle due linee. Nel 2013 si sono prodotte circa 500 tonnellate di mescole, con un fatturato superiore a 8 milioni di euro. L’80% della produzione è destinata al mercato italiano e il 20% all’export; va però considerato che il 90% dei clienti italiano sono esenti Iva, e questo significa che la maggior parte delle vendite effettuate in Italia è destinata comunque all’export come articolo finito. Il mercato estero di riferimento è quello tedesco, anche se si sta rafforzando la presenza sul mercato turco. Il principale settore applicativo è pur sempre quello dell’auto, senza dimenticare però le applicazioni navali ed aeronautiche, mentre limitato rimane quello petrolchimico. Negli ultimi anni si è notato come il mercato richieda sempre di più mescole particolari come capitolato e riferimenti normativi.
Strategie di mercato
Questa situazione trova Elastomers Union pronta alle richieste del mercato, grazie appunto al recente potenziamento della parte tecnica e produttiva, sia come personale che come apparecchiature e macchinari. L’azienda offre ai propri clienti la messa a punto delle mescole richieste, ma ne segue anche la lavorazione, assicurando poi eventuali veloci modifiche, se necessarie. La flessibilità nelle produzioni, la tempestività delle consegne e l’assistenza capillare ai clienti, a richiesta anche all’estero, sono le carte vincenti di Elastomers Union. Per una presenza sempre più attiva sui mercati internazionali, l’azienda ha potenziato la propria partecipazioni a fiere internazionali: nell’ottobre 2013 è stata alla fiera di Cleveland, la International Rubber and Advanced Materials in Healthcare Expo, e prevede la presenza al Rubber/Plast a Rho, nel maggio 2015, e al DKT, abbinato a IRC, a Norimberga nel giugno-luglio 2015.
Specialità chimiche
Esperti in innovazione
di Riccardo Oldani
I
l passaggio generazionale è uno dei punti critici per le PMI italiane, che nella stragrande maggioranza dei casi sono aziende a conduzione familiare. Difficile trovare un modo indolore per trasmettere competenze, knowhow e capacità imprenditoriale dai fondatori alle seconde generazioni. Una transizione delicata, che va studiata e pianificata in ogni dettaglio, come ha fatto l’ingegner Giovanni Cossio, in linea con la lungimiranza che gli ha consentito di guidare la sua attività fin dal 1979. Cossio è amministratore di Eico Specialties, società di rappresentanza e distribuzione di prodotti chimici che prosegue idealmente il lavoro iniziato con un’altra azienda, di cui è stato tra i fondatori, e che circa 10 anni fa si è scissa in due realtà. Per la sua, l’imprenditore di origini torinesi ha scelto la strada dei chemicals speciali ad elevato contenuto tecnologico utilizzati in un ampio panorama di settori industriali, tra cui quello della gomma. L’azienda, che ha sede a Milano nella centralissima via Tamburini, tratta prodotti di un gran numero di grandi marchi internazionali, con cui intrattiene rapporti molto stretti e diretti. E da qualche tempo ha avviato una riattribu-
Con una lunga storia nel settore delle specialità chimiche, la Eico Specialties sta lavorando a una ristrutturazione interna, con lo scopo di assicurarsi un proficuo futuro in una fase di passaggio generazionale. Una transizione improntata all’innovazione, secondo tradizione dell’azienda, che vanta accordi di rappresentanza e di distribuzione in Italia con alcuni tra i più importanti gruppi chimici. Abbiamo incontrato il management per farci raccontare i progetti in via di sviluppo e i cardini su cui si impernia l’attività nel settore della gomma
Lo staff dirigente della Eico Specialties. Da sinistra: il direttore vendite Nicola Cristian Pedone, il presidente, Giovanni Cossio, e la general manager, Paola Cossio. 45
Dalle Aziende
zione delle competenze che prevede compiti più estesi per la general manager, Paola Cossio e per il direttore vendite, Nicola Cristian Pedone.
Transizione progressiva
Questa strategia di passaggio “progressivo” delle consegne è, in fondo, un’altra innovazione decisa dall’ingegner Cossio dopo quella che portò l’azienda a dedicarsi esclusivamente alle specialità chimiche. Una scelta strategica ma anche filosofica. «Lavorare in questo settore – spiega Cossio – significa essere costantemente orientati alle novità della ricerca e possedere conoscenze tecniche approfondite. Non è un caso che l’organico della società annoveri soltanto esperti del settore, in grado di interloquire senza problemi con referenti delle case madri con cui abbiamo relazioni commerciali». Parliamo di importanti gruppi multinazionali, di livello mondiale, che fanno della ricerca e dell’innovazione gli strumenti principali per incidere sul mercato. «Per noi – spiega Cossio – si tratta di capire le potenzialità dei nuovi prodotti, proporli sul mercato, magari testarli insieme con i clienti che intendono verificarne le potenzialità o testare nuove tecnologie. Test e sperimentazioni che poi ci consentono di fornire alle stesse industrie chimi-
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che feedback, da un mercato competitivo come quello italiano, utili per mettere ulteriormente a punto il prodotto». Una sorta di intermediazione culturale, e non soltanto commerciale, che rende Eico Specialties un punto di snodo fondamentale per molti grandi gruppi esteri sul mercato italiano. «Non è un caso se abbiamo in corso rapporti di rappresentanza e di commercializzazione che durano da oltre 30 anni e, in alcuni casi, anche 40 – chiosa il fondatore dell’azienda –; il nostro non è un semplice rapporto commerciale ma uno scambio di conoscenze in cui il vantaggio è reciproco».
Protesi nel futuro
Attraverso Eico Specialties hanno preso la strada dell’Italia numerose novità di prodotto che hanno cambiato o stanno trasformando l’industria della gomma. «Negli ultimi tempi, per esempio – dice Nicola Cristian Pedone – abbiamo iniziato a proporre ossido di zinco in una nuova formulazione con una percentuale bassissima di metalli pesanti. Questo particolare attivatore della vulcanizzazione viene usato per la produzione di articoli in gomma che vanno a contatto con l’acqua potabile, per assicurare i livelli di cessione di sostanze entro i limiti previsti dalle normative europee. È poi recentissimo un nuovo prodotto a base di ossido di zinco, realizzato in microgranuli che hanno una parte interna in materiale inerte e sono rivestiti di ZnO soltanto nella parte esterna. È infatti noto che, negli attivatori in microgranuli di ossido di zinco, soltanto le molecole dello strato esterno (degli stessi microgranuli) svolgono un ruolo attivo nella vulcanizzazione. Da un punto di vista stechiometrico, quindi, soltanto una parte delle molecole di ZnO presenti è realmente attiva nel processo. Il nuovo prodotto ora in fase di test mette quindi a disposizione soltanto la quantità di ZnO strettamente necessaria ad attivare la vulcanizzazione, riducendo quindi drasticamente il rischio di contenuti residui nella gomma vulcanizzata». Questa interessante novità è già stata portata in Italia da Eico Specialties e concessa in valutazione ad alcuni compoundatori italiani. È attraverso l’introduzione di prodotti di questo tipo che i vertici dell’azienda vedono lo sviluppo della chimica “green”, intesa come chimica che non produce
effetti negativi sull’ambiente. «Da questo punto di vista – ricorda l’ingegner Cossio – ci consideriamo dei precursori, al tempo stesso innovativi e con una profonda competenza tecnica. Tutta la nostra attività è rivolta al futuro, e quindi a nuovi prodotti e nuovi processi, perché è il futuro che ti fa crescere».
Struttura agile
Futuro significa anche cercare nuove fornitori e aprirsi a nuovi mercati senza paura, reclamando però sempre il rispetto di rigorosi standard di prodotto. «È con questo spirito – dice ancora Pedone – che, per esempio, ci siamo affacciati sul mercato cinese. Per farlo ci siamo affidati a collaboratori esterni, che lavorano per noi, esperti di un mercato molto complesso nelle sue dinamiche ma sintonizzati sulla nostra stessa lunghezza d’onda. L’obiettivo è individuare prodotti di qualità idonea per l’industria italiana». Il ricorso a collaboratori, senza aprire una filiale diretta in Cina, risponde a un criterio di semplificazione a cui è improntata tutta l’organizzazione dell’azienda: piccole dimensioni, interscambio nei ruoli, massima semplicità e linearità di funzionamento sono garantiti da una decina di dipendenti diretti e da una serie di consulenti esterni. Gli agenti di vendita operano soprattutto nel Nord Italia, diviso in tre macroaree: Piemonte, Lombardia e Triveneto/ Emilia. Nel Sud non mancano i contatti commerciali con aziende importanti, ma sono meno numerosi, per la minor concentrazione di imprese operanti nei
Specialità chimiche Tre scorci del magazzino centrale di Eico Specialties, nei pressi di Milano. Nella pagina a fianco il logo e il motto aziendali e, in basso, l’ingresso della palazzina d’epoca che ospita la sede dell’azienda nel centro di Milano.
vari settori di competenza di Eico Specialties. L’azienda si avvale anche di un magazzino certificato in outsourcing, gestito da un’azienda del Milanese con cui è in essere un rapporto di lunga data. Per imballi, packaging speciali o consegne particolari vengono utilizzate società esterne. Altri due punti logistici sono dislocati nel Triveneto e nel Centro Italia. Questo per quanto riguarda l’attività fronte cliente.
Rapporti con i fornitori
I rapporti con le case produttrici sono invece improntati a una lunga consuetudine, spesso dovuta al fatto che Eico Specialties è stato il primo distributore in Italia dei loro prodotti. «Il nostro approccio flessibile – spiega la dottoressa Cossio – ci porta a essere distributori in esclusiva per l’Italia o, all’occorrenza, anche soltanto agenti dei marchi che rappresentiamo. Molto dipende dalle politiche interne dei gruppi con cui entriamo in relazione. In ogni caso siamo strettamente in contatto con gli uffici tecnici e commerciali di queste aziende. Spesso in occasione del lancio di nuovi prodotti visitiamo i clienti accompagnati dagli esperti delle case mandanti. E regolarmente organizziamo giornate di studio con i nostri clienti strategici, per presentare alla clientela potenziale i punti di forza di nuovi prodotti e tecnologie». Spesso quindi l’azienda si trova a svolgere un lavoro di regia con cui mette in rapporto domanda e offerta, favorendo lo sviluppo di idee e contribuendo a fare della manifattura italiana della gomma una sorta di laboratorio, in cui magari vengono messe a punto tecnologie che poi non sono utilizzate da noi ma che trovano applicazioni adeguate in altri paesi. E viceversa. Questo ruolo di intermediazione si estrinseca anche nella definizione del prezzo di vendita che, sottolinea Pedone, «non dev’essere né troppo alto né troppo basso, ma giusto. Ci capita
a volte il cliente che per tenere i costi più bassi ci chiede prodotti fuori specifica, ma lavorando in questo modo, con il prezzo come unico obiettivo, si perde quell’attento lavoro di valutazione dei costi e benefici su cui si deve basare una seria e oculata scelta delle materie prime. Noi svolgiamo un lavoro di supporto anche sotto questo aspetto, ben consapevoli del fatto che un rapporto duraturo con il cliente si costruisce anche sapendolo consigliare per il meglio. Le aziende italiane, del resto,, non sono insensibili a questo argomen-
to. A conferma, negli ultimi tempi, abbiamo visto casi di aziende che avevano decentrato all’estero la produzione e che ora la stanno riportando in casa per avere una qualità più elevata e quindi un maggior valore aggiunto. In questo momento le imprese più sensibili a questo tema sono quelle che lavorano soprattutto sull’export, costantemente in crescita e molto orientate alla ricerca e alle nuove tecnologie. Chi invece lavora soprattutto sul mercato interno è quasi esclusivamente preoccupato del prezzo». L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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NORMATIVE Normative
Salute e sicurezza: l’Europa aggiorna 5 direttive di Beatrice Garlanda
Con Una direttiva approvata lo scorso febbraio, Parlamento e Consiglio europeo hanno modificato leggermente cinque direttive che hanno a che fare con la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. Gli stati membri devono adeguarsi entro il primo giugno. Le misure riguardano la segnaletica sul luogo di lavoro, la prevenzione per donne in gravidanza o in allattamento, i giovani, i rischi derivanti da agenti chimici e le sostanze cancerogene o che possono indurre mutazioni genetiche.
C
on la direttiva 2014/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sono state modificate cinque direttive in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta di: • direttiva del Consiglio 92/58/CEE (prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro); • direttiva del Consiglio 92/85/CEE (misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento); • direttiva del Consiglio 94/33/CE (protezione dei giovani sul lavoro); • direttiva del Consiglio 98/24/CE (protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro); • direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio (pro-
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tezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro). La direttiva 2014/27/UE è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE del 5 marzo ed è entrata in vigore il 26 marzo 2014. Gli Stati membri devono recepirla entro il 1° giugno 2015. Nell’emanarla, il Parlamento europeo e il Consiglio si sono basati sull’articolo 153 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che consente loro di adottare, mediante direttive, prescrizioni minime per promuovere miglioramenti, in particolare nell’ambiente di lavoro, allo scopo di implementare il livello di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori. Hanno, inoltre, considerato che il regolamento 1272/2008 (il cosiddetto “regolamento CLP”) ha istituito «un nuovo sistema per la classificazione e l’etichettatura delle sostanze e delle mi-
Regolamento CLP
scele all’interno dell’Unione, che si basa sul sistema globale armonizzato di classificazione e etichettatura delle sostanze chimiche (GHS) a livello internazionale». In virtù del combinato disposto dell’art. 153 del Trattato e del regolamento (CE) n.1272/2008, Parlamento europeo e Consiglio hanno stabilito la necessità di modificare, in quanto contenenti riferimenti al precedente sistema di classificazione e etichettatura, le direttive che abbiamo sopra citato, allo scopo di allinearle al nuovo sistema di cui al regolamento CLP. Non muta il campo d’applicazione delle direttive di cui si tratta, ma la direttiva 2014/27/UE sottolinea l’opportunità che esse siano, alla luce dei progressi tecnologici, sottoposte a revisione periodica a norma dell’articolo 17 bis della direttiva 89/391/CEE, in modo che si possa garantire un adeguato livello di protezione nei luoghi di lavoro dove sono presenti sostanze chimiche e miscele pericolose. Entrando più nel dettaglio, riassumiamo le principali novità.
Cambiamenti alla segnaletica
Il nuovo provvedimento, innanzitutto, rivede l’art.1 della direttiva 92/58/CEE, specificando che essa detta le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro, ma non disciplina, salvo espliciti riferimenti contenuti in altre disposizioni dell’Unione, l’immissione sul mercato di sostanze e miscele pericolose e di prodotti e/o attrezzature. Anche gli allegati della direttiva del ’92 sono parzialmente modificati. Nell’allegato I (prescrizioni minime generali) è sostituito il punto 12. Il testo vigente stabilisce che le zone, i locali o gli spazi utilizzati per il deposito di quantitativi notevoli di sostanze o miscele pericolose devono essere segnalati con un cartello di avvertimento appropriato, conformemente all’allegato II, punto 3.2, della direttiva in oggetto o indicati conformemente all’allegato III, punto 1, tranne nel caso in cui l’etichettatura dei diversi imballaggi o recipienti stessi sia sufficiente a tale scopo. Qualora non esista alcun cartello di avvertimento equivalente nella sezione 3.2 dell’allegato II, per avvisare delle sostanze chimiche o miscele pericolose presenti occorre utilizzare il pertinente pittogramma di pericolo di cui all’allegato V del regolamento CLP.
Va precisato che la sezione 3.2 dell’allegato II della direttiva 92/58/CEE elenca i cartelli di avvertimento e ne riporta il fac-simile. Essi sono di forma triangolare, recano un pittogramma o simbolo nero su fondo giallo (il giallo deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello) ed hanno il bordo nero. I cartelli di cui si tratta si riferiscono a: materiale infiammabile o alta temperatura, materiale esplosivo, sostanze velenose, sostanze corrosive, materiali radioattivi, carichi sospesi, carrelli di movimentazione, tensione elettrica pericolosa, pericolo generico, raggi laser, materiale comburente, radiazioni non ionizzanti, campo magnetico intenso, pericolo di inciampo, caduta con dislivello, rischio biologico, bassa temperatura. Si avvisa che la direttiva 2014/27/UE ha cancellato il riferimento al cartello sulle “sostanze nocive e irritanti” ed ha disposto che quello di “pericolo generico” (simboleggiato da un punto esclamativo) non possa essere utilizzato per mettere in allerta le persone circa le sostanze chimiche o le miscele pericolose, fatta eccezione per i casi in cui il cartello di avvertimento sia utilizzato per indicare i depositi di sostanze o miscele pericolose, conformemente all’allegato III. Anche quest’ultimo, recante prescrizioni minime per la segnaletica di contenitori e delle tubazioni, è modificato. In particolare si stabilisce che i recipienti utilizzati sui luoghi di lavoro e contenenti sostanze o miscele classificate come pericolose dal regolamento (CE) n. 1272/2008, nonché i recipienti utilizzati per il magazzinaggio di tali sostanze o miscele pericolose e le tubazioni visibili che contengono o trasportano le sostanze o miscele di cui si tratta, devono essere etichettati con i pertinenti pittogrammi di pericolo in conformità del regolamento citato. Tale etichettatura può essere: • sostituita da cartelli di avvertimento di cui all’allegato II della direttiva 92/58/CEE che riportino lo stesso pittogramma o simbolo • completata da ulteriori informazioni, quali il nome e/o la formula della sostanza o miscela pericolosa e dai dettagli sui rischi connessi • completata o sostituita, per quanto riguarda il trasporto di recipienti sul luogo di lavoro, da cartelli che siano applicabili in tutta l’UE per il trasporto di sostanze o miscele pericolose Le disposizioni di cui all’allegato III sopra richiamate non si applicano ai recipienti utilizzati nei luoghi di lavoro per una breve durata ed a quelli il cui contenuto camL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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REACH
Normative
bia spesso. In questo caso, occorre, però, che siano presi provvedimenti alternativi idonei atti a garantire lo stesso livello di protezione (ad esempio, attraverso azioni di informazione/formazione). Infine, ricordiamo che i pittogrammi di cui all’allegato V del regolamento 1272/2008 riguardano pericoli fisici, per la salute e per l’ambiente. Sono a forma di rombo, hanno simbolo nero su fondo bianco e bordo rosso.
Rischi per le mamme
L’art. 4 di questa direttiva dispone che il datore di lavoro valuti la natura, il grado e la durata dell’esposizione delle lavoratrici in gravidanza, puerpere o in periodo di allattamento, con riferimento a tutte le attività che possono presentare un rischio particolare d’esposizione ad agenti, processi, condizioni di lavoro (cfr. allegato I della direttiva stessa). Lo scopo è quello di valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici e le ripercussioni su gravidanza e allattamento e definire le misure da adottare. Con la direttiva 2014/27/UE è modificato l’allegato I, sezione A, del provvedimento sopra citato (agenti). Per quanto attiene all’esposizione agli agenti biologici, il nuovo provvedimento prescrive che si devono considerare quelli di cui alla direttiva 2000/54/CE (tranne quelli che presentano poche probabilità di causare malattie), nel caso in cui sia noto che tali agenti o le terapie ad essi collegate mettono in pericolo la salute delle gestanti o del nascituro, sempre che non figurino nell’allegato II della direttiva 92/85/CEE (divieto d’esposizione). Per quanto attiene all’esposizione agli agenti chimici, il nuovo testo, modificando parzialmente l’allegato I della direttiva 92/85/CEE, dispone che si deve considerare l’esposizione alle sostanze e miscele che soddisfano i criteri di classificazione del regolamento (CE) n. 1272/2008 in una o più delle seguenti classi di pericolo e categorie di pericolo con una o più delle seguenti indicazioni di pericolo, sempre che non figurino nell’allegato II della direttiva citata (divieto d’esposizione): • mutagenicità sulle cellule germinali, categoria 1 A, 1B o 2 (H340, H341) • cancerogenicità, categorie 1A, 1B o 2 (H350, H350i, H351) • tossicità per la riproduzione, categorie 1A, 1B o 2 o la categoria aggiuntiva per gli effetti sull’allattamento 50
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o attraverso di esso (H360, H360D, H360FD, H360Fd, H360Df, H361, H361d, H361fd, H362) • tossicità specifica per organi bersaglio dopo esposizione singola, categoria 1 o 2 (H370, H371) (Per la legenda della categorie e delle indicazioni di pericolo sopra riportate, vedi tabelle 1 e 2). La direttiva 2014/27/UE, inoltre, dispone che il datore di lavoro debba valutare l’esposizione agli agenti chimici di cui all’allegato I della direttiva 2004/37/CE, in luogo di quelli di cui all’allegato I della direttiva 90/394/CEE. Infine, il nuovo provvedimento stabilisce che i processi industriali da tenere sotto osservazione per le lavoratrici gestanti, puerpere o in allattamento sono quelli di cui all’allegato I della direttiva 2004/37/CEE (esposizione ad agenti CMR durante il lavoro).
Protezione dei giovani
Il provvedimento in questione riguarda la protezione dei giovani contro i rischi per la salute, la sicurezza e lo sviluppo dovuti, in particolare, alla mancanza d’esperienza e all’assenza di consapevolezza dei rischi stessi (esistenti o virtuali). Tra i lavori che possono comportare rischi specifici per i giovani rientrano quelli che implicano un’esposizione agli agenti fisici, biologici e chimici di cui all’allegato, punto I, ed i processi e lavori di cui all’allegato, punto II, del provvedimento in esame. I lavori a rischio possono essere svolti dagli adolescenti, solo qualora sia necessario ai fini della loro formazione. Con la direttiva 2014//27/UE viene modificato l’allegato della direttiva 94/33/CEE, per quanto attiene all’esposizione agli agenti biologici. Si deve ora fare riferimento agli agenti di cui alla direttiva 2000/54/CEE e non più quelli menzionati dalla direttiva 90/679/CEE. L’allegato in oggetto è, inoltre, modificato nella parte relativa agli agenti chimici. La versione vigente dell’allegato considera tali le sostanze e le miscele che soddisfano i criteri di classificazione del regolamento (CE) n.1272/2008 in una o più delle seguenti classi di pericolo e categorie di pericolo con una o più delle seguenti indicazioni di pericolo: • tossicità acuta, categorie 1, 2 o 3 (H300, H310, H330, H301, H311, H331) • corrosione della pelle, categorie 1A, 1B o 1C (H314)
Regolamento CLP
• • • •
gas infiammabile, categorie 1 o 2 (H220, H221) aerosol infiammabili, categoria 1 (H222) liquido infiammabile, categorie 1 o 2 (H224, H225) esplosivi, categoria “esplosivo instabile” o esplosivi delle divisioni 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5 (H200, H201, H202, H203, H204, H205) • sostanze e miscele autoreattive, di tipo A, B, C, D (H240, H241, H242) • perossidi organici, di tipo A o B (H240, H241) • tossicità specifica per organi bersaglio dopo esposizione singola, categorie 1 o 2 (H370, H371) • tossicità specifica per organi bersaglio dopo esposizione ripetuta, categorie 1 o2 (H372, H373) • sensibilizzazione delle vie respiratorie, categoria 1, sottocategorie 1A o 1B (H334) • sensibilizzazione della pelle, categoria 1, sottocategorie 1A o 1B (H317) • cancerogenicità, categorie 1A, 1B o 2 (H350, H350i, H351) • mutagenicità sulle cellule germinali, categorie 1A, 1B o 2 (H340, H341) Il significato delle indicazioni di pericolo di cui sopra è riportato nella tabella 3. Rinviamo, invece, alla lettura del regolamento 1272/2008 per la spiegazione delle categorie e delle sottocategorie. Si informa che, dall’allegato della direttiva 94/33/CEE, sono soppressi i riferimenti a sostanze e preparati nocivi o irritanti, nonché i riferimenti alla direttiva 90/394/ CEE. Questi ultimi sono sostituti da riferimenti alla direttiva 2004/37/CE.
Definizione di agenti chimici pericolosi
La direttiva 2014/27/UE modifica la definizione di “agenti chimici pericolosi” riportata dal provvedimento del ’98. In base alla nuova versione sono da considerarsi tali: a) gli agenti chimici che soddisfano i criteri di classificazione come pericolosi in una delle classi di pericolo fisico e/o per la salute di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008, indipendentemente dal fatto che tali agenti siano classificati nell’ambito del regolamento stesso b) agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi ai sensi della precedente lettera a), comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori a
causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale a norma dell’articolo 3 della direttiva 98/24/CE. Inoltre, la nuova direttiva modifica il testo precedente, stabilendo l’obbligo del datore di lavoro di valutare i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori -dipendenti dalla presenza di agenti chimici - considerando, tra l’altro, le informazioni sulla salute e la sicurezza comunicate dal fornitore (ad esempio la scheda dei dati di sicurezza a norma del regolamento 1907/2006). Il datore deve inoltre garantire che queste ultime siano accessibili ai lavoratori od ai loro rappresentanti.
Protezione da agenti cancerogeni o mutageni
Il provvedimento in oggetto disciplina la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni. La direttiva 2014/27/UE ne modifica l’articolo 1, stabilendo che, per quanto riguarda l’amianto, le disposizioni della direttiva 2004/37/CE devono essere applicate, se più favorevoli per la salute e la sicurezza sul lavoro, in luogo di quelle di cui alla direttiva 2009/148/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Il nuovo provvedimento modifica, inoltre, le definizioni di “agente cancerogeno” e di “agente mutageno”. L’agente cancerogeno va ora inteso come: • sostanza o miscela che corrisponde ai criteri di classificazione come sostanza cancerogena di categoria 1A o 1B di cui all’allegato I del regolamento (CE) n. 1272/2008 • sostanza, miscela o procedimento menzionati all’allegato I della direttiva 2004/37/CE, nonché sostanza o miscela liberate nel corso di un processo e menzionate nello stesso allegato L’agente mutageno è, invece, definito come sostanza o miscela corrispondente ai criteri di classificazione come agente mutageno di cellule germinali di categoria 1 A o 1B di cui all’allegato I del regolamento 1272/2008. Va precisato, infine, che la nuova direttiva sostituisce il termine “preparato” con “miscela” (cfr artt. 4, 5, 6 e allegato I della direttiva 2004/37/CE). L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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Normative
Tabella 1- Categorie di pericolo Mutagenicità Cat.1 A Cat.1B Cat.2
Può causare mutazioni ereditarie in cellule germinali umane Può causare mutazioni ereditarie in mammiferi o sull’uomo, ma senza trasmissione alla progenie Sospetto di causare mutazioni ereditarie in cellule germinali umane
Cancerogenicità Cat.1 A
Effetti cancerogeni sull’uomo
Cat.1B
Presunti effetti cancerogeni sull’uomo prevalentemente sulla base di studi su animali
Cat.2
Sospetti effetti cancerogeni sull’uomo
Tossicità per la riproduzione Cat.1 A
Tossico per la riproduzione umana
Cat.1B
Presunta tossicità sulla riproduzione umana
Cat.2
Sospetta tossicità per la riproduzione umana
Cat.aggiuntiva
Effetti sull’allattamento o tramite esso
Tabella 2- Indicazioni di pericolo inserite nell’allegato I della direttiva 92/85/CEE Mutagenicità
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H340
Può provocare alterazioni genetiche (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H341
Sospettato di provocare alterazioni genetiche (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H350
Può provocare il cancro (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H350i
Può provocare il cancro se inalato
H351
Sospettato di provocare il cancro (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H360
Può nuocere alla fertilità o al feto (indicare l’effetto specifico, se noto) (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H360D
Può nuocere al feto
H360FD
Può nuocere alla fertilità. Può nuocere al feto
H360Fd
Può nuocere alla fertilità. Sospettato di nuocere al feto
H360Df
Può nuocere al feto. Sospettato di nuocere alla fertilità
H361
Sospettato di nuocere alla fertilità o al feto (indicare l’effetto specifico, se noto) (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H361d
Sospettato di nuocere al feto
H361fd
Sospettato di nuocere alla fertilità. Sospettato di nuocere al feto
H362
Può essere nocivo per i lattanti allattati al seno
H370
Provoca danni agli organi (o indicare tutti gli organi interessati, se noti) (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H371
Può provocare danni agli organi (o indicare tutti gli organi interessati, se noti) (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
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Regolamento CLP Tabella 3- Indicazioni di pericolo inserite nell’allegato della direttiva 94/33/CEE Mutagenicità
H300
Letale se ingerito
H310
Letale a contatto con la pelle
H330
Letale se inalato
H301
Tossico se ingerito
H311
Tossico per contatto con la pelle
H331
Tossico se inalato
H314
Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari
H220
Gas altamente infiammabile
H221
Gas infiammabile
H222
Aerosol altamente infiammabile
H224
Liquido e vapori altamente infiammabili
H225
Liquido e vapori facilmente infiammabili
H200
Esplosivo instabile
H201
Esplosivo; pericolo d’esplosione di massa
H202
Esplosivo; grave pericolo di proiezione
H203
Esplosivo; pericolo d’incendio, di spostamento d’aria o di proiezione
H204
Pericolo d’incendio o di proiezione
H205
Pericolo di esplosione di massa in caso d’incendio
H240
Rischio di esplosione per riscaldamento
H241
Rischio d’incendio o di esplosione per riscaldamento
H242
Rischio d’incendio per riscaldamento
H370
Provoca danni agli organi (o indicare tutti gli organi interessati, se noti) (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H371
Può provocare danni agli organi(o indicare tutti gli organi interessati, se noti) (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via d’esposizione comporta il medesimo pericolo)
H372
Provoca danni agli organi (o indicare tutti gli organi interessati, se noti) in caso di esposizione prolungata o ripetuta (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo)
H373
Può provocare danni agli organi (o indicare tutti gli organi interessati, se noti) in caso di esposizione prolungata o ripetuta (indicare la via d’esposizione se è accertato che nessuna altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo)
H334
Può provocare sintomi allergici o asmatici o difficoltà respiratorie se inalato
H317
Può provocare una reazione allergica della pelle
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News I dati Istat su fatturato e ordini dell’industria italiana
G
li ultimi dati Istat sull’andamento dell’industria italiana, resi noti a fine aprile e aggiornati a tutto febbraio, confermano un trend in leggera crescita. Ecco le cifre salienti. A febbraio 2014 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, diminuisce dell’1,5% rispetto a gennaio, registrando flessioni dell’1,8% sul mercato interno e dello 0,7% su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo aumenta dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti (+0,7% per il fatturato estero e +0,3% per quello interno). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2013), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dell’1,2%, con un aumento del 5,7% sul mercato estero e una flessione dell’1,0% su quello interno. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano le principali riduzioni congiunturali per i beni intermedi (-2,0%) e per i beni di consumo (-1,5%). L’indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, dell’1,2%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente estera dei beni strumentali. Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,3%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-11,6%). Per gli ordinativi totali, si registra un calo congiunturale del 3,1%, dovuto alle flessioni del 4,4% degli ordinativi esteri e del 2,2% di quelli interni. Nel confronto con il mese di febbraio 2013, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 2,8%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,9%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-6,7%). Purtroppo la situazione non riporta l’aggiornamento del settore della produzione di articoli in plastica e in gomma. Quanto agli altri settori, gli indici desta-
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Taccuino Mercato pneumatici in Europa: l’anno è incominciato bene
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ubblicati da Etrma, l’Associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, i dati relativi alle vendite dei suoi associati nel primo trimestre 2014. A differenza del 2013, caratterizzato da una partenza molto lenta, quest’anno è incominciato con un aumento a doppia cifra in quasi tutti i segmenti del mercato. Il comparto auto è cresciuto del 10% circa, con 51.115.000 pezzi venduti contro i 46.585.000 del periodo gennaio-marzo dell’anno scorso, e il settore autocarri e autobus del 16% circa (2.174.000 unità a fronte di 1.879.000). Un confronto tra i dati nazionali – riferisce l’associazione – mostra che quasi tutti i paesi hanno registrato un aumento e che questo è risultato particolarmente sostenuto nell’area DACH (Germania, Austria e Svizzera), che ha fatto da traino per le vendite totali in Europa. Nel settore agricolo le vendite sono cresciute di oltre il 7% (499.000 unità su 464.000), mentre in quello delle moto e degli scooter l’incremento è stato del 12% circa (3.018.000 su 2.703.000). Secondo Fazilet Cinaralp, Segretario Generale dell’associazione, è ragionevole aspettarsi, nel prosieguo dell’anno, uno sviluppo positivo del mercato, con una crescita del 3-4% nel 2014 rispetto al 2013. (g.c.)
Sotto, i dati sulle vendite di autoveicoli nel primo quadrimestre 2014 secondo Etrma.
gionalizzati del fatturato per raggruppamenti principali di industrie segnano variazioni congiunturali negative per i beni intermedi (-2,0%), per i beni di consumo (-1,5%, -1,8% per quelli durevoli e -1,5% per quelli non durevoli), per i beni strumentali e per l’energia (-0,8%). L’indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario in febbraio cresce del 6,6% per i beni strumentali, dell’1,1% per i beni intermedi e dello 0,7% per i beni di consumo (+3,6% per quelli durevoli e +0,3% per quelli non durevoli), mentre diminuisce del 10,8% per l’energia. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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News
Gomma naturale, c’è troppa offerta
L’
ultimo rapporto di The Rubber Economist, società di analisi e previsioni sul mondo della gomma con sedi a Bangkok e Londra, rileva come il 2014 sarà caratterizzato da un eccesso di offerta di gomma naturale, per l’effetto congiunto di una riduzione della domanda e di un contestuale previsto aumento della produzione da parte della Thailandia, il maggior produttore mondiale di caucciù. Si prevede per l’anno un surplus di 652.000 t, quasi il doppio rispetto alle 366.000 t previste soltanto alla fine del 2013. Secondo le stime di The Rubber Economist, nel 2013, la produzione globale nel 2013 è cresciuta del 3,9%, toccando i 12,04 milioni di t e superando le previsioni di 11,59 milioni di t fatte a dicembre. I future sulla borsa di Tokyo, il benchmark mondiale per questa materia prima, sono scesi del 21% nel 2014 a causa della concreta preoccupazione che la produzione quest’anno, per la quarta volta di fila, eccederà la domanda. Anche in Cina, il principale acquirente, la produzione calerà. Secondo il più grande coltivatore di alberi della gomma, la società tailandese Prachaya, «il quadro della domanda globale di gomma naturale subisce una sostanziale modifica sulla base di questa revisione dei dati. Ci aspettiamo una prolungata debolezza del settore della gomma in tutti i paesi del mondo a più alto consumo di questa materia prima». Anche il centro di studi International Rubber Study Group si aspetta che il surplus globale di gomma naturale nel 2014 supererà le previsioni fatte a dicembre dello scorso anno di 241.000 t e conferma in sostanza quanto sostiene The Rubber Economist. Ma se in Cina i consumi sono previsti in calo, la stessa cosa non vale per gli Stati Uniti, dove si prevede un passaggio da un saldo negativo a uno positivo nella domanda. Anche per i prossimi due anni, secondo le stime attuali, la produzione di gomma naturale supererà la domanda, principalmente per effetto di un calo nella crescita dell’economia cinese, che nel primo trimestre di quest’anno è cresciuta del 7,4%, al ritmo più lento fatto registrare negli ultimi 6 trimestri. 56
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Nonostante ciò il surplus di gomma naturale calerà da 483.000 t nel 2015 a 316.000 t nel 2016, perché la produzione di articoli in gomma si affiderà soprattutto all’utilizzo delle scorte, con un utilizzo di materia prima che nell’anno crescerà dell’1,7%, raggiungendo gli 11,5 milioni di t. La domanda crescerà ancora del 4,1% nel 2015 e del 3,8% nel 2016, sempre secondo il primo rapporto trimestrale di The Rubber Economist.
Positivo il bilancio economico ed ecologico della ricostruzione di pneumatici
de possibile al pneumatico; un minore consumo di materie prime pari a 23.574 tonnellate che, in termini di risparmio energetico, vogliono dire una riduzione di 82,5 milioni di litri nel consumo di petrolio e prodotti equivalenti. Sulla base delle conclusioni di studi del Best Foot Forward (ente britannico specializzato in analisi ecologiche), per il quale la ricostruzione di un pneumatico comporta, rispetto alla produzione dell’equivalente completamente nuovo, l’immissione del 30% in meno di anidride carbonica nell’ambiente, l’associazione ha calcolato che, nel 2012, il proces-
L
a ricostruzione dei pneumatici in Italia nel 2012 ha consentito agli utilizzatori di questi prodotti di risparmiare 221,6 milioni di euro. Lo si rileva dai dati elaborati dall’AIRP, l’Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici. Ne hanno tratto maggiore beneficio le aziende di trasporto merci e persone, che sono i principali acquirenti di pneumatici ricostruiti per i loro mezzi, camion e autobus. Oltre al risparmio economico per gli utenti finali, la ricostruzione dei pneumatici ha generato nel 2012 anche altri importanti vantaggi: un minore accumulo di pneumatici fuori uso (PFU) per un totale di 25.735 tonnellate, grazie alla “doppia vita” che la ricostruzione ren-
Un impianto di retreading di Bridgestone. In alto, estrazione della gomma in Tailandia.
Taccuino
so della ricostruzione in Italia ha ridotto di 31.291 tonnellate le emissioni di CO2. L’AIRP sottolinea che i pneumatici ricostruiti sono prodotti altamente sicuri. La loro produzione, infatti, è disciplinata da rigide norme europee (la ECE ONU 108 per le gomme vettura e la ECE ONU 109 per quelle autocarro), che impongono l’effettuazione su questi prodotti, prima della loro immissione sui mercati, delle stesse prove di durata, carico e velocità previste per le gomme nuove. (g.c.)
Stabilizzatori, un mercato destinato a cambiare
L’
istituto internazionale di ricerche di mercato Ceresana, con sedi a Costanza (Svizzera), Vienna e Hong Kong, ha pubblicato uno studio sul mercato degli stabilizzatori per la plastica e per la gomma, additivi fondamentali per l’industria «il cui mercato – dice il Ceo Oliver Kutsch
– è destinato a subire profondi cambiamenti». «Le quote di mercato di specifici gruppi di prodotti – spiega Kutsch – si stanno spostando in modo considerevole. Gli stabilizzatori a base di piombo sono sempre più di frequente rimpiazzati
da quelli a base di calcio o di stagno. Di conseguenza, molte aziende devono riposizionarsi». Diverse multinazionali della chimica, negli ultimi anni, hanno ceduto i loro business sugli stabilizzatori a produttori più piccoli di prodotti chimici speciali.
Grillo Zinkoxid GmbH
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News
Ciononostante le previsioni di Ceresana per questo mercato indicano una crescita, che si assesterà nel 2021 a circa 5,3 miliardi di dollari. I gruppi di prodotti più importanti sul mercato degli stabilizzatori sono composti a base di calcio (calcio-zinco e calcio organico), piombo e zinco e anche stabilizzatori liquidi e leggeri (HALS, benzofenone, benzotriazolo). Dopo la scomparsa dei prodotti a base di cadmio, per le note preoccupazioni per la salute umana e l’ambiente, di recente si è assistito a una sempre più spinta sostituzione dei prodotti a base piombo, sia in Europa occidentale che orientale. Presto questi prodotti scompariranno completamente dall’Unione Europea. Anche in Cina sta comunque crescendo la richiesta di additivi rispettosi dell’ambiente, con una crescita degli stabilizzatori a base calcio stimata del 6,9% l’anno. La regione dell’AsiaPacifico è il mercato più interessante per questi prodotti, con una quota di mercato del 55%, seguita dall’Europa occidentale.
scono da una collaborazione tra Uisp ed Ecopneus e rappresentano un’ulteriore dimostrazione di come sia possibile ridurre l’impatto ambientale di prodotti non più utilizzabili, trasformandoli da materiali rifiuto in risorse. Nel caso specifico, un esempio di Green Economy e miglioramento eco-sostenibile di strutture sportive coniugati insieme. Il fondo in gomma riciclata dai pneumatici fuori uso procura importanti benefici agli atleti, quali, tra i principali, la restituzione dell’energia durante le azioni di gioco, la necessaria elasticità e resistenza alle deformazioni, l’assorbimento di shock e urti per una pratica sportiva in tutta sicurezza. Lo strato di gomma dei campi, inoltre, può essere realizzato in vari spessori per consentire, a seconda delle esigenze, differenze di gioco e di allenamenti. (g.c.)
Campi da tennis e di calcio con i PFU
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naugurati a Prato, presso il Centro promozionale Polisportivo 2A, affiliato all’Uisp – Unione Italiana Sport Per tutti –, quattro campi da tennis e di calcio a 5 (due coperti e due all’aperto) realizzati con materiali ricavati da pneumatici a fine vita. Le strutture (foto sotto) na-
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
Due nuove tute da lavoro usa e getta della DuPont lla fiera A+A 2013, Fiera Internazionale per la Protezione Industriale, la Sicurezza Aziendale e la Salute sul Lavoro, svoltasi a Düsseldorf lo scorso mese di novembre, DuPont ha lanciato due nuove tute da lavoro usa e getta per una protezione corporea del lavoratore più confortevole e efficace: la Tychem 4000 S e la Tyvek 800 J. La Tychem 4000 S, flessibile e leggera,
è un dispositivo di protezione individuale (DPI) che rappresenta, per chi la indossa, una barriera confortevole e ottimale contro la permeazione di oltre 100 sostanze chimiche nocive, sia inorganiche che organiche. Tra queste ultime l’azienda cita il fenolo, il metanolo e l’etanolo. La tuta presenta innovative caratteristiche di design che ne ottimizzano la forma e la vestibilità, al fine di rendere agevoli i movimenti. Il colore bianco dell’indumento, inoltre, presentando un buon contrasto con molti tipi di fondi naturali, aumenta la visibilità dell’utilizzatore, elevandone così il livello di protezione e sicurezza. La tuta sarà disponibile sul mercato italiano a partire dal prossimo mese di maggio. La Tyvek 800 J rappresenta una novità nel campo degli indumenti protettivi impermeabili ai liquidi, perché combina la repellenza al petrolio e la protezione contro getti pressurizzati di liquidi e sostanze chimiche con la traspirabilità del tessuto. Si tratta di una soluzione tecnologica innovativa, brevettata, che elimina il rischio di stress termico che gli indumenti protettivi convenzionali, impermeabili all’aria e all’acqua, comportano per i lavoratori impegnati per lunghi periodi in ambienti umidi, nelle operazioni di pulizia e manutenzione industriale. La tuta ottenuta con la nuova tecnologia impenetrabile (Impervious Technology), infatti, assicura la protezione ermetica contro i liquidi, pur garantendo la permeabilità all’aria e al vapor d’acqua per un maggiore comfort di chi la indossa. Inoltre, protegge contro gli agenti infettivi (norma EN 14126), contro la contaminazione radioattiva (EN 1073-2) e contro le scariche elettrostatiche (EN 1149-5). Il nuovo DPI è disponibile dallo scorso mese di aprile. (g.c.)
Taccuino
Continental aumenta la produzione di pneumatici per autobus e autocarri
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ontinental ha annunciato l’intenzione di ampliare la capacità dell’impianto di produzione di pneumatici per autobus e autocarri di Otrokovice, nella Repubblica Ceca (foto sotto). L’investimento previsto è di 165 milioni di euro, e il programma di espansione avrà una durata di cinque anni, al termine dei quali la capacità sarà più che raddoppiata rispetto a quella attuale: da 700.000 a 1,5 milioni di pneumatici all’anno. La realizzazione del progetto creerà oltre 300 nuovi posti di lavoro in tutte le aree di produzione. Attualmente, lo stabilimento di Otrokovice, che è il maggior sito produttivo di Continental, produce anche 21 milioni all’anno di pneumatici per autovetture e veicoli commerciali leggeri. Il piano strategico che investe l’impianto, che produce e continuerà a produrre per i mercati di Europa, Medio Oriente e Africa, prevede lo sviluppo anche di un’area di produzione da destinare all’espansione del mercato della casa tedesca nelle Americhe e in Russia. Continental ha anche annunciato il progetto dell’investimento di 95 milioni di dollari (circa 70 milioni di euro) nello stabilimento di Mount Vernon, negli Stati Uniti, per la produzione di pneumatici per autobus e autocarri. A questo annuncio è seguito quello di un analogo progetto che prevede un investimento di 100 milioni di euro per l’ampliamento della capacità dell’impianto di Puchov, in Slovacchia, per la produzione dello stesso tipo di pneumatici (ne abbiamo dato notizia nel numero 613 della rivista, a pag. 57). (g.c.)
Yokohama costruisce un nuovo impianto in Cina
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okohama Rubber ha annunciato che è prossima al termine la costruzione di un nuovo impianto per la produzione di pneumatici vettura adiacente allo stabilimento della sua filiale cinese Suzhou Yokohama Tire, nella provincia di Jiangsu. I lavori sono iniziati nell’estate del 2013, e l’avviamento della produzione è previsto
per il mese di aprile di quest’anno. Con ampliamenti progressivi, la capacità annua dell’impianto raggiungerà i 6 milioni di unità entro la fine del 2017. Costo finale stimato dell’operazione: circa 26,5 miliardi di yen (circa 189 milioni di euro). L’impianto produrrà principalmente i pneumatici BluEarth di Yokohama a ridotto impatto ambientale per autovettura, per i quali è in crescita la domanda da parte del mercato, e fornirà sia i produttori di auto in Cina che l’aftermarket cinese. (g.c.)
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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News
ContiTech continua il suo progetto di espansione in Cina
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ontiTech (la divisione di Continental che sviluppa e produce parti e componenti in gomma non-tire per il settore automotive e altre industrie) ha acquisito, lo scorso mese di gennaio, la Taizhou Fuju Rubber Belt Manufacture, produttore di cinghie in gomma, proseguendo nel suo progetto di espansione in Cina nel settore delle cinghie di trasmissione per l’aftermarket automobilistico e per l’industria in generale. A breve, la società tedesca avvierà anche uno stabilimento appena ultimato su una superficie di 33.000 metri quadrati a Sanmen, nella provincia di Zhejiang, a sud di Shanghai, nel quale produrrà, a partire dalla primavera di quest’anno, prevalentemente cinghie trapezoidali e cinghie trapezoidali scanalate per il mercato automotive OEM e l’aftermarket automobilistico. Il nuovo impianto è situato a soli 50 km dal complesso ContiTech di Ninghai, che produce cinghie per l’industria automobilistica e altri settori industriali e con il quale la società tedesca intende sfruttare sinergie capaci di migliorare l’efficienza produttiva dei due siti. ContiTech gestisce in Cina più di dieci impianti, nei quali trovano impiego circa 2.500 persone. (g.c.)
Alleanza tecnologica tra Yokohama e Kumho
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okohama Rubber Co. Ltd. e Kumho Tire hanno definito, lo
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
scorso mese di febbraio, i dettagli del loro accordo tecnologico previsto dal protocollo di intesa firmato nel novembre 2013. Attraverso la loro alleanza, le due aziende si prefiggono di elevare la loro competitività a livello mondiale, unendo sforzi e impegni per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie di produzione, soprattutto efficienti nel rispetto dell’ambiente. L’accordo prevede anche un reciproco scambio di licenze e tecnologie, oltre a partecipazioni reciproche nelle rispettive realtà patrimoniali. Kumho Tire possiede 8 stabilimenti di produzione dislocati in Corea del Sud, Cina e Vietnam, nei quali trovano impiego 11.000 operatori. Yokohama Rubber ha 12 unità produttive (e altre ne ha in costruzione) ubicate in 7 paesi, con 20.000 operatori. (g.c.)
Brenntag si potenzia in Italia
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renntag, il distributore di chemicals che ha la sua sede centrale nella Ruhr, in Germania, ha aperto un’importante facility a Orbassano, nella provincia di Torino, in posizione strategica per servire il polo automotive italiano legato alla Fiat Chrysler e al suo indotto. La struttura, di 12.000 metri quadri, ospita un magazzino, laboratori, uffici e aree dedicate al blending e al packaging, con l’obiettivo di diventare un polo di servizio per i clienti non soltanto europei, ma globali. Il centro di Orbassano tratterà additivi solidi e liquidi per la gomma, condurrà analisi di laboratorio e analisi chimiche e custodirà circa 4.000 pallet in stanze con ambiente controllato. Verranno realizzati packaging pesati e riempiti secondo le richieste dei clienti con tutti gli ingredienti necessari a formulazioni particolari. Brenntag, in particolare, registra una notevole crescita nella richiesta di “dry liquid”, cioè additivi liquidi che vengono assorbiti da portatori inerti per un trattamento e una manipolazione più sicuri. Il gruppo opera in 70 paesi, con 450 filiali che danno lavoro a circa 13.000 addetti. Il fatturato 2012 del gruppo è stato di 9,7 miliardi di euro.
Un workshop di Assogomma su trasporto e stoccaggio delle mescole
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l 3 giugno si terrà, presso la sala congressi del Mercedes Benz Center di Milano, un workshop organizzato da Assogomma, in collaborazione con Centro Reach, dal titolo “Mescole in gomma: la gestione del trasporto e dello stoccaggio - opportunità e rischi: le strategie per il settore gomma”. L’incontro sostituisce, con un programma arricchito da una parte dedicata alla direttiva Seveso, quello precedentemente previsto per l’8 maggio. Il workshop si propone di fare chiarezza sugli adempimenti previsti in materia di trasporto dall’Accordo ADR e in materia di stoccaggio dalla Direttiva Seveso, relativa al controllo del rischio di incidenti rilevanti connessi a sostanze pericolose. Questo con un focus particolare sulle mescole in gomma, per le quali possono sussistere in taluni casi limitazioni e obblighi in virtù del loro profilo di pericolosità. Si tratta di una tematica complessa, ultimamente oggetto di un notevole interesse da parte delle Imprese del settore, e in continua evoluzione. Infatti, sono previsti sviluppi per il 2015, quando la classificazione secondo il CLP diverrà obbligatoria anche per le miscele ed entreranno in vigore gli adempimenti previsti dalla Direttiva Seveso III. Gli argomenti trattati si inseriscono in un quadro di riferimento non solo a livello nazionale, ma anche europeo, ed è per questo che è già da tempo in atto un’attività specifica anche in ambito ETRMA – l’Associazione europea della Gomma. Il workshop sarà l’occasione per illustrare lo stato di avanzamento lavori in questo ambito e definire delle proposte di linee strategiche comuni da condividere.
Alpha Technologies pensa all’India
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lpha Technologies consolida la propria presenza in India. A partire dallo scorso marzo, infatti, la Rheo Technologies, società operante in India, viene assorbita nella RI Marketing (India) Pvt.
Taccuino
Ltd, affiliata di Alpha Technologies, che continuerà comunque a servire i propri clienti direttamente dal proprio ufficio vendite per quanto riguarda l’acquisto di strumentazione e macchinari. Il team di RI Marketing (India) si occuperà soprattutto di fornire dati di mercato, supporto alla clientela e di eseguire i contratti di manutenzione annuali.
Un’intera sezione, infine, è dedicata al controllo del processo e alle variabili – volumetriche e termiche – che lo influenzano, con una utile indicazione dei tipici difetti che gli articoli possono presentare, delle cause che ne determinano l’insorgenza e delle contromisure da adottare per evitarne la formazione. (g.c.)
Un libretto sullo stampaggio a iniezione
Un nuovo processo LanxessParker per Hannifin Ital la produzione Tecno Compounds di gomma butilica
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ome controllare il processo dello stampaggio a iniezione della gomma, come gestire i parametri che regolano il funzionamento delle presse, anche di quelle dotate delle più recenti tecnologie, come garantire una produzione sicura e di qualità. Sono gli argomenti che la Desma tratta, per linee essenziali, nel volumetto “Basics of elastomer injection moulding”, pubblicato con lo scopo di fornire agli stampatori della gomma un compendio chiaro, articolato e preciso degli elementi basilari dello stampaggio a iniezione e degli ultimi miglioramenti realizzati dalla casa di Fridingen nel settore. Il tutto corredato da un gran numero di grafici, diagrammi e illustrazioni esplicative. Il tecnico è accompagnato nel mondo a lui familiare in un approfondimento e un utile richiamo delle sue conoscenze non solo per quanto riguarda materiali, stampi e produzione, ma anche per quel che concerne le macchine Desma e le innovazioni tecnologiche che hanno ottimizzato il processo. A un breve sommario dei materiali – e relative funzioni – che entrano nella composizione di un compound e ne influenzano la lavorabilità e la vulcanizzazione, fa seguito un prezioso riepilogo dei metodi di produzione: stampaggio a compressione (CM), a transfer (TM), a iniezione (IM), a inietto-compressione (ICM), a inietto-transfer (ITM). Non poteva mancare, ovviamente, un capitolo riservato, anche se per tratti salienti, alle macchine del costruttore tedesco, orizzontali e verticali, e ai vantaggi che, grazie alla moderna tecnologia di cui sono dotate, esse offrono allo stampatore in termini di controllo della temperatura e di risparmio energetico,
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i è conclusa da parte di Lanxess la fase pilota lo sviluppo di un di efficienza dell’unità di iniezione e di Tecno processoCompounds di aproduzione di gom- for every chall quella di chiusura, ponendo nel giusto suitable solution Tecno ma butilica completamente nuorisalto, a proposito di quest’ultima, la Compounds vo. Lo sviluppo della nuova tecmaggiore comodità di accesso al piano nologia ha richiesto a Lanxess un di lavoro consentita all’operatore dal impegno di sette anni ed è caratnoto sistema Benchmark di chiusura a suitable solution for every challenge a suitable solution for every challenge terizzata da un approccio più sodello stampo.
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News
stenibile rispetto ai metodi usati in precedenza. Un importante passo in avanti nello sviluppo è stato consentito dai test in due impianti pilota, allestiti nel sito di Zwijndrecht, in Belgio, a partire dalla primavera 2012. Il processo produttivo della gomma butilica è particolarmente complesso e richiede delle fasi ad alta temperatura, con un cospicuo impiego di vapore acqueo. Il nuovo sistema messo a punto da Lanxess consente risparmi di energia e di costi significativi. Ora Lanxess ha deciso di mettere in stand-by gli impianti pilota dopo che è stata dimostrata con successo l’efficacia del nuovo processo di produzione. È stata quindi avviata una consultazione con la forza lavoro e con i sindacati locali per verificare i potenziali impatti sull’occupazione. Le gomme butiliche sono impiegate nello strato più interno dei pneumatici tubeless, impermeabile all’aria e all’umidità. Consentono di mantenere co-
stante per un lungo periodo la pressione interna del pneumatico, facendo quindi sì che i veicoli consumino meno carburante e garantendo una sicurezza più elevata. Applicazioni speciali riguar-
dano poi la produzione di indumenti protettivi e di device per il medicale. Oltre che nell’impianto di Zwijndrecht, Lanxess produce gomma butilica in Canada, a Sarnia, e a Singapore.
Calendario News
2014
città
fiera
sito internet
19-21 maggio
Singapore
World Rubber Summit 2014
www.event2014.rubberstudy.com
19-22 maggio
Kyoto, Giappone
IISRP - 55° AGM
www.iisrp.com
20-22 maggio
Parma
Sps Ipc Drives Italia
www.spsitalia.it
27-30 maggio
Essen, Germania
Reifen 2014
www.reifen-messe.de
6-8 giugno
Nairobi, Kenya
International Rubber Expo
www.rubexpo.com
23-25 luglio
Panama City, Panama
The Latin American & Caribbean Tyre Expo
www.LatinTyreExpo.com
14-16 agosto
Colombo, Sri Lanka
Rubexpo 2014
www.smartexpos.in
20-21 agosto
Giacarta, Indonesia
8th Global Rubber & Tire Market
www.cmtevents.com
2-4 settembre
Kuala Lumpur, Malesia
7° IRGCE
www.reifen-messe.de
4-6 settembre
Yangon, Myanmar
Plastics & Rubber Myanmar 2014
www.plasticsandrubbermyanmar2014.com
16-18 settembre
Pechino, Cina
IRC 2014
www.irc2014.org
26-30 settembre
Taipei, Taiwan
Taipei Plas 2014
www.taipeiplas.com.tw
29 set-3 ott
Brno, Rep. Ceca
International Plastics, Rubber and Composites Fair
www.bvv.cz
30 set - 3 ott
Barcellona, Spagna
Equiplast
www.equiplast.com
14-16 ottobre
Nashville, Usa
International Rubber Expo
www.rubber.org
15-18 ottobre
Qingdao, Cina
China International Rubber Industry Expo
www.chinaexhibition.com
28-30 ottobre
Kiev, Ucraina
Plastex Ucraine
www.plastex-events.com
18-21 novembre
Mexico City
Plastimagen 2014
www.plastimagine.com.mx
19-22 novembre
Jakarta, Indonesia
Plastics & Rubber Indonesia 2014
www.pamerindo.com
19-22 novembre
Dongguan, Cina
Dongguan International Plastics Packaging & Rubber Expo
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA maggio 2014
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