PLAST/RUBBER riflessi dal dkt tecnica laos
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
LUGLIO 路 AGOSTO 2015 - NUMERO 6
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it
SOMMARIO L’INTERVISTA 8 Varese, capitale di un distretto virtuoso Intervista a Riccardo Comerio, ad di Comerio Ercole,
da poco eletto presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Varese
Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati
MONDOGOMMA 10 Plast/Rubber 2015, le novità in fiera
Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it
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La nostra ricognizione della fiera milanese, con gli spunti principali individuati dai nostri esperti
16 Le nostre impressioni dal DKT Il nostro resoconto della fiera tedesca, che si è tenuta dal
29 giugno al 2 luglio nella città della Franconia
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18 Le tecnologie e le novità
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in mostra a Norimberga In giro tra gli stand del DKT alla scoperta delle principali
Amministrazione amministrazione@edifis.it
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26 Gli elastomeri a Brescia Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editoregarantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
si studiano così Attività e progetti del MaSTLab, gruppo di scienza e tecnologia dei materiali del DIMI, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia
FOCUS 29 il mercato delle materie prime
Le principali aziende italiane produttrici e distributrici ci raccontano come sta andando il mercato.
Tovo Gomma DALLE AZIENDE
38 Tecniche LAOS su gomme vulcanizzate
Una nuova tecnica di indagine sperimentata da Mesgo
ANNO 58 - LUGLIO · AGOSTO - n. 6
45 Elastomeri per le alte temperature: Dupont indica una nuova strada Le nuove famiglie di Vamac presentate da DuPont Performance
Polymers al DKT e in un affollato workshop a Sarnico
NORMATIVE
48 Rifiuti: una nuova classificazione
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Tre nuovi provvedimenti europei modificano la normativa
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Aumentano i consumi di gomma naturale e sintetica
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Cresce ancora il mercato dell’auto in giugno
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È Marta Spinelli il nuovo presidente di Assogomma
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Le assemblee di Federazione Gomma Plastica e Assocomaplast
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Anche la silice da fonte naturale nei pneumatici
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Successo della Colmec al Rubber Forum di Pittsburgh
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La Desma compie cinquant’anni
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Gli award di Assogomma per le migliori imprese
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Fraunhofer: premiato il suo progetto per la gomma da tarassaco
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Huntsman acquisisce l’italiana Tecnoelastomeri
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Goodyear e Sumitomo sciolgono la partnership
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La supergomma targata Pirelli e Università Milano-Bicocca
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Una nuova sede eco per Bridgestone in Italia
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Arburg negli USA da venticinque anni
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Arkema assorbe l’italiana Oxido
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Frédéric Jacquin è il nuovo Ceo di Bluestar Silicones
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Allarme gomme: gli italiani le hanno troppo lisce
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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L’INTERVISTA THE INTERVIEW
Varese, capitale di un distretto virtuoso di Riccardo Oldani
È stato da poco eletto presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Che cosa significa per lei questa nomina e con quali obiettivi si accinge a ricoprire questo incarico? Poter rappresentare, in qualità di Presidente dell’Unione Industriali locale, un sistema produttivo così fortemente radicato nelle attività manifatturiere è prima di tutto motivo di orgoglio per me, imprenditore che nell’industria è cresciuto. Varese rappresenta ancora oggi l’undicesima provincia manifatturiera d’Europa, una posizione la cui difesa dipende anche dal ruolo che potrà continuare a ricoprire la nostra associazione datoriale a difesa degli interessi delle imprese e come attore sociale in grado di rappresentare anche gli interessi più generali del territorio e della sua crescita. Un obiettivo che intendo portare avanti nel solco della continuità del buon lavoro svolto dai miei predecessori, ma sapendo cogliere e, per certi versi, anticipare le richieste di innovazione sul fronte della rappresentanza e dei servizi alle imprese che coglieremo di volta in volta nel nostro sistema produttivo e nella nostra compagine associativa. E per riuscirci sarà necessaria un’azione programmata con collegialità, con il coinvolgimento di tutta l’associazione: gruppi merceologici, Piccola Industria, Giovani Imprenditori e Giunta in primis. È dalla capacità di coinvolgimento di questi organi che dipenderà la bontà dell’azione della squadra del nuovo Consiglio Direttivo composto da me e dai nuovi vicepresidenti eletti. Un recente studio della Camera di Commercio di Varese ha evidenziato come il settore della gomma-plastica abbia un ruolo rilevante nell’economia del territorio. Dal suo punto di osservazione quali sono i punti di forza del settore gomma nella provincia di Varese? Se quella di Varese è tra le prime dieci province esportatrici italiane ciò è anche grazie al contributo delle imprese varesine della gomma-plastica. Un settore che, pur in un periodo difficile, ha messo a segno un export arrivato nel 2014 ad un valore di 819 milioni di euro, ritagliandosi così una quota pari a quasi il 21% del commercio estero locale. Sono numeri importanti. Dati, d’altronde, in linea con la presenza delle imprese sul territorio. Con 545 unità locali che danno lavoro a più di 10 mila addetti, il settore rappresenta da solo l’11% dell’occupazione manifatturiera del Varesotto. Ma non è solo una questione di cifre, pur di rilievo. L’industria varesina di questi comparti ha la principale forza nella propria multispecializzazione, distinguendosi nelle produzioni legate alle tecnologie della stampa di materie plastiche e estrusione, un 8
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Riccardo Comerio, amministratore delegato di Comerio Ercole, è stato eletto presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Varese.
Riccardo Comerio è a capo di una storica azienda nel settore delle macchine per la gomma, la Comerio Ercole, ma è anche stato appena eletto presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Varese, un territorio ricco di imprese esportatrici. Gli abbiamo chiesto, oltre ai programmi che intende realizzare nella sua nuova veste istituzionale, anche quali sono le prospettive di ulteriore sviluppo delle aziende del Varesotto e dell’industria della gomma-plastica in particolare, che qui ha un notevole peso nell’economia locale
Riccardo Comerio gran numero di produzioni che vanno dalla lavorazione di materie plastiche ai film per l’imballaggio, alle componenti per elettrodomestici e automotive, alle suole per calzatura e alla produzione di lastre di celluloide ed all’occhialeria. Esistono, a suo modo di vedere, le potenzialità per un’ulteriore crescita dell’industria della gomma nel territorio? Assolutamente sì. All’interno di questo settore c’è una diversità di performance tra le imprese. A fare la differenza sulle capacità di crescita future è la dipendenza o meno dal mercato interno. È ciò che è emerso da uno studio che abbiamo svolto sul comparto insieme alla Banca Popolare di Bergamo. Le imprese La ricetta del successo esportatrici (intendendo per un’azienda radicata la ricerca svolta come tali nel territorio è quella che le realtà con una quota di fatturato derivante da export più di un economista ha superiore al 60%) registrano definito la sartorialità delle ormai dal 2009 una redditività mutinazionali tascabili maggiore rispetto a quelle ribattezzate “domestiche” italiane, impegnate anche (fatturato da mercato interno nella produzione di superiore al 60%) o a quelle macchine per l’industria. “neutrali” (fatturato per il 50% Quella della gomma prodotto da vendite in Italia e per il 50% sui mercati esteri). compresa. Il made in Italy Ciò dipende dal fatto che le non è competitivo per i aziende esportatrici, grazie a costi di produzione ma per una domanda più sostenuta, l’abilità di essere flessibili sono in grado di giocare maggiormente sul rapporto e di adattare il prodotto alle tra prezzo a cui riescono richieste dei singoli clienti. piazzare i propri prodotti e il loro costo di produzione: il cosiddetto mark-up. Leva impossibile da utilizzare per aziende più ripiegate su un mercato interno dalla domanda debole. Risultato: le imprese esportatrici potranno contare, anche nei prossimi anni, su una redditività operativa (rapporto tra margine operativo lordo e fatturato) crescente. Tutto starà, dunque, nella capacità delle imprese di ben posizionarsi coi propri prodotti sui mercati esteri e di investire. La Comerio Ercole, la sua azienda, è molto proiettata verso l’estero. Anche al recente DKT di Norimberga abbiamo notato la vostra presenza e un notevole interesse del pubblico. Come ci si deve attrezzare per essere visibili sui mercati esteri e conoscerne le dinamiche? La partecipazione alle più importanti fiere internazionali come quella da voi notata recentemente in Germania, il DKT, è sicuramente un elemento fondamentale, ma non sufficiente. La visibilità e il posizionamento sui mercati esteri è frutto di un lavoro non solo di immagine, ma di investimento sulle competenze interne. Ogni impresa è lo specchio delle persone che ci lavorano. È sulla formazione di questo patrimonio di risorse umane che bisogna dunque prima di tutto investire. Occorrono competenze tecniche, certo, ma
anche relazionali, capacità di problem solving, capacità di trasformare i problemi di un cliente in un’opportunità per fare cose nuove o per fare le stesse cose di prima con un nuovo modello organizzativo. Solo investendo in questa costante crescita di competenze e capacità ci si può differenziare sul mercato. Quali sono i mercati esteri attualmente più attrattivi nel vostro ambito di attività? Ovviamente quelli dove è più radicata l’industria della gomma. Sicuramente i nostri mercati di riferimento principali rimangono quelli dell’Europa, con i principali partner rappresentati da Francia e Germania. Ma sempre più importanti, nel nostro come in altri settori della produzione di macchine per l’industria, sono i contesti Extra-Ue. L’Asia, sicuramente, con la Cina. Ma da guardare con interesse è anche la ripresa in atto negli Stati Uniti. Qual è la ricetta per fare in modo che un’azienda radicata nel territorio, come la vostra, riesca ad essere competitiva sul mercato internazionale? La ricetta è quella che più di un economista ha definito la sartorialità delle mutinazionali tascabili italiane impegnate anche nella produzione di macchine per l’industria. Quella della gomma compresa. Il made in Italy non è competitivo per i costi di produzione, ovviamente, ma per l’abilità di essere flessibile e di adattare il prodotto alle singole richieste dei singoli clienti. Anche le più disparate. Qualità, flessibilità produttiva, diversificazione dei prodotti: sono queste le tre principali leve competitive su cui le imprese italiane e varesine del nostro settore possono fare forza per rimanere competitive sul mercato internazionale. Una forza che, a sua volta, fa leva sulle capacità e il know how presente sul territorio, come quello varesino. Si insiste molto, quando si parla di competitività delle imprese italiane, sulla necessità di fare innovazione attraverso la ricerca e sviluppo. E molto si dice anche del fatto che le aziende italiane investano poco in ricerca e sviluppo. Ciononostante riescono a fare molta innovazione ad essere estremamente competitive, almeno in settori come quello delle macchine per l’industria della gomma. Com’è possibile, a suo giudizio, questa apparente contraddizione? E qual è in particolare la vostra ricetta per fare innovazione? Non so e non credo che si possa dire che le imprese italiane investano poco in ricerca e sviluppo. In realtà quella qualità e quella flessibilità produttiva di cui prima parlavo, e che è un punto di forza riconosciuto dell’industria del nostro settore, è proprio frutto di una costante propensione all’innovazione. Da applicare sia nei prodotti, sia nei processi produttivi. Non potremmo essere così flessibili, così sartoriali se non fossimo così attenti agli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo. Forse, però, è un’attività che sfugge alle statistiche perché frutto di un’innovazione diffusa e pervasiva che si fa nel dettaglio del piccolo miglioramento quotidiano su una particolare macchina. Della soluzione trovata, grazie all’ingegno delle risorse umane, nel lavoro giornaliero in azienda. Un miglioramento costante e dunque meno evidente. Ma ben presente, reale e tangibile nei prodotti che vendiamo in tutto il mondo. Come singola azienda, certo, ma anche come sistema produttivo locale e nazionale. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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MONDOGOMMA
Plast/Rubber 2015, le novità in fiera di Giuseppe Cantalupo
L’
esposizione si è svolta dal 5 al 9 dello scorso mese di maggio nel complesso fieristico di Rho su una superficie complessiva di 54.595 metri quadrati netti, -3,9% rispetto ai 56.832 del 2012, occupati per il 79% dalle macchine, per il 18% dai materiali e per il 3% dai servizi: editoria e consulenza finanziaria e commerciale (nel 2012: 78, 20 e 2% rispettivamente). I padiglioni occupati sono stati sei, come tre anni fa. Gli espositori totali sono stati 1.584 (884 italiani e 700 stranieri in rappresentanza di 57 paesi; 1.107 diretti e 477 attraverso rappresentanti). Nel 2012 erano stati 1.514 (828 italiani e 686 stranieri provenienti da 58 paesi; 1.043 diretti e 471 indiretti). Questa edizione, quindi, ha registrato un aumento delle presenze del 5%. I visitatori sono stati 50.087, di cui 32.056 italiani e 18.031 stranieri da 115 paesi (nel 2012: 50.593, con 32.431 italiani e 18.162 stranieri da 121 paesi). L’Europa è stata, ovviamente, l’area dalla quale ne è arrivato il maggior numero (71,4%; 60,7% nel 2012). Seguono: Medio Oriente (10,9% contro il 13,7%), Africa (6,8% e 7,3%), altri paesi Asia (5,9% e 9,2%), America Latina (3,9% e 7,7%), Nord America (0,8% e 1,1%), Oceania (0,3%, come nella passata edizione). Qualche sorpresa per quel che riguarda i paesi di provenienza. La Germania e la Francia conservano le prime due posizioni con l’8,3% e il 7,0% 10
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Anche l’edizione 2015 del Plast, la seconda col settore Rubber in un salone dedicato, è stata un successo, confermando – è il caso di dire - che gomma e plastica stanno bene insieme: nella stessa manifestazione espositiva globale, ma ciascuna nel suo contesto naturale, fatto di specificità non solo di materiali – dai polimeri agli additivi di lavorazione e, nel caso della gomma, agli ausiliari di vulcanizzazione – , ma anche di macchinari, di attrezzature di lavorazione e di apparecchiature di controllo. E gli espositori del salone Rubber, come anche i visitatori interessati, hanno apprezzato anche questa volta questa organizzazione - più efficiente - del Salone Internazionale di Milano della gomma e della plastica
Eventi
Fig. 2 - Lo schema della nuova sala mescole, con il CTE+GP posizionato dopo il CTM. The layout of the new mixing room, with the CTE+GP located after the CTM.
Tra gli stand del Rubber, salone nel salone che è stato tutto concentrato nel padiglione 11 di Fieramilano Rho. (7,8% e 6,3% nel 2012); al terzo posto, la Svizzera (6,1%; quarta tre anni fa col 5,2%) scalza la Turchia (5,4%; 6,0% nel 2012), che scende nella quinta posizione, superata dalla Spagna (5,8%; 5,1% nella precedente edizione). Sorprendente la discesa della Federazione Russa dal sesto posto del 2012, col 4,2%, al tredicesimo di quest’anno, col 2,4%. Nel complesso, la rassegna milanese, pur se con qualche dato in aumento e qualcun altro in lieve flessione rispetto al Plast/Rubber 2012, presenta un bilancio sostanzialmente incoraggiante, specie se rapportata alle difficoltà economiche e finanziarie attuali. In questo contesto, è certamente più che positivo, oltre che beneaugurante, il fatto che sono aumentati gli espositori. Come da consuetudine consolidatasi negli anni, la parte espositiva è stata affiancata, per l’intera durata dell’evento, da una fitta agenda di convegni tecnico-scientifici e conferenze che hanno coinvolto associazioni, mondo accademico e centri di ricerca su importanti tematiche di interesse non solo specifico per i due settori della gomma e della plastica, ma anche generale per la realtà sociale di oggi, caratterizzata da una dinamica tecnologica evolutiva che non sembra conoscere sosta.
La crisi, c’è ancora o non c’è?
Di certo non si può dire che non la si avvertiva. Era come un espositore invisibile del quale si percepiva la presenza, ma in una maniera più sfumata che in passato. Numerosi espositori, infatti, hanno parlato, a proposito del loro business, di una situazione di mercato positiva e con favorevoli prospettive per il futuro. Engel, per esempio, ha realizzato, nell’anno fiscale 2014/2015, un fatturato che per la prima volta nella storia della società ha superato i 1.000 milioni di euro. Per la precisione, ha raggiunto quota 1.068 milioni (nell’anno 2013/2014 era arrivaL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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A sinistra, Peter Neumann, presidente di Engel, durante la conferenza stampa. Sotto, lo stand di ST.A.TE Technologies.
ta a 935). Ha presentato i dati Peter Neumann, presidente del gruppo, nel corso di una conferenza stampa svoltasi in fiera, illustrando anche la distribuzione del fatturato per area geografica: 58% in Europa, 22% in America, 17% in Asia, 3% nel resto del mondo. «Sono risultati eccezionali – come ha dichiarato Neumann - , frutto soprattutto della stabilità finanziaria del gruppo, nella quale trovano solida base la continuità della ricerca innovativa e l’orientamento al futuro. Che sono le direttrici princi12
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
pali lungo le quali si sviluppa la strategia aziendale, affiancate anche da un investimento costante in corsi di formazione rivolti a giovani, per l’apprendistato in nove specializzazioni professionali, con l’obiettivo di assicurare la qualità dei prodotti e dei servizi a lungo termine». La conferenza stampa ha fornito anche l’occasione per sottolineare la ricorrenza del 25° anniversario di Engel Italia (Managing Director Maurizio Passalacqua) e gli importanti risultati da questa conseguiti nel periodo, tra i
quali un totale di 4.500 macchine installate nel nostro paese. Come dire tra 150 e 200 nuove macchine ogni anno. Un altro caso che riflette la favorevole situazione del mercato è quello della ST.A.TE Technologies, che nel 2014 ha avuto una performance eccezionale come distributore in Italia della Boy tedesca sia come crescita che come numero di macchine vendute rispetto all’anno prima. E per questo, il suo fondatore, Francesco Valsecchi, è stato premiato dal proprietario e CEO della Boy, Alfred Schiffer, con una targa di riconoscimento consegnatagli presso lo stand della società di Calvenzano. La ST.A.TE è uno dei 56 distributori Boy nel mondo. La premiazione, quindi, assume anche il significato di dimostrazione della capacità delle imprese italiane di competere con successo anche con concorrenti altamente qualificati. Venendo all’esposizione, abbiamo registrato novità interessanti in ogni comparto, dalle macchine alle attrezzature e agli accessori industriali, dalle apparecchiature di controllo alla strumentazione di laboratorio e alle materie prime. Per vincolanti problemi di spazio, siamo costretti a limitare la nostra panoramica dei casi osservati, ma precisiamo che di molti espositori abbiamo pubblicato, nel numero 627 della rivista, una esauriente presentazione nella rassegna pre-Plast.
Macchine e attrezzature industriali
Risparmio energetico, più elevato grado di automazione, più rigoroso e più preciso controllo della qualità dei pezzi stampati, riciclo e ecologia, maggiore sicurezza e miglioramento ergonomico delle macchine, nuovi macchinari. Sono soltanto alcuni dei temi principali trattati dagli espositori con le loro proposte: quasi altret-
Eventi tante parole d’ordine, imposte dalla severa situazione economica e ecologica attuale, che hanno scandito lo svolgimento della fiera. E allora vediamo, in questo contesto, che l’eccellenza della produzione italiana di macchinari e attrezzature ha fatto, ancora una volta, ottima presentazione di sé sullo scenario internazionale della fiera per importanti novità messe in campo da nomi di spicco del settore. Parliamo, per esempio, della Colmec, che ha sottolineato l’importanza innovativa di due suoi nuovi macchinari - il CTM (Conical Twin Mixer) e lo Strainer CTE+GP (Conical Twin Extruder+Gear Pump) – che, oltre che per le loro specifiche funzioni come macchine individuali, trovano vantaggioso utilizzo anche in una nuova configurazione della sala mescole, con la quale il processo della compoundazione diventa completamente automatico, più veloce – con conseguente risparmio energetico - , non provoca nessuna contaminazione ambientale e garantisce anche, con una maggiore ripetibilità della mescolazione, una migliore qualità della mescola finita. Parliamo della Comerio Ercole, che ha presentato il nuovo mescolatore a cilindri Expomill: una novità assoluta – brevettata - per numerose caratteristiche tecnologiche, ma soprattutto per la taglia cilindri, completamente diversa dagli standard esistenti sui mercati dal 1838 (40”, 60” e 84”), e precisamente una taglia di 66”, pari a 1.680 mm. Da sottolineare la novità tecnologica rappresentata dal posizionamento dei cilindri mediante elettrovalvole pilotate direttamente dal PLC, che garantisce una precisione di ±300 µm, una velocità di aggiustamento di 1 mm/s e una velocità di apertura di 10 mm/s in caso di emergenza. Di risparmio energetico, efficienza energetica, maggiore produttività con più bassi consumi – le esigenze ormai da tutti avvertite e che richiedono perciò caratteristiche imprescindibili nei macchinari che i costruttori di questi prodotti non possono non garantire – si è parlato anche in molti altri stand. Ne hanno parlato, per esempio, un produttore tedesco di presse del calibro di Desma con i sistemi ServoGear, EcoSilence, EnergyControl, PressureSense, ZeroWaste ITM e FlowControl, e il produttore austriaco di presse a
iniezione e di sistemi di automazione Engel, che ha messo in mostra cinque innovative applicazioni tecnologiche, tra le quali lo stampaggio multicomponente plastica/gomma siliconica liquida (LSR), realizzato con la pressa evictory 200H/80W/120 combi assistita dal robot lineare viper 20: precisione, efficienza energetica e economicità – le principali richieste dei trasformatori – sono pienamente assicurate dalla tecnologia senza colonne di questa pressa.Non sono state da meno, tra le altre aziende, l’italiana IMG con le presse a iniezione di nuova concezione delle serie GUM e GUM FIFO con movimentazione idraulica e asservimento elettrico, e l’italiana RPM con una versione potenziata e migliorata della pressa Ecotronic che, a confronto con una pressa convenzionale, consente di ridurre i consumi energetici del 70%, di ridurre il tempo di ciclo del 30% e di aumentare la produttività del 20%. La produzione italiana si distingue anche per le macchine speciali, presse di grandi dimensioni o per lavorazioni particolari. In questo ambito lavora per esempio Certech, presente al Rubber con un suo stand. Da segnalare, sul fronte delle novità, un’anteprima mondiale presentata da Rodolfo Comerio: un’intera linea di calandratura per applicazioni speciali di prodotti gommati, in grado di produrre vari tipi di materiali per le più svariate applicazioni. Particolare è la configurazione a “I” della calandra, con cilindri di 750 mm di diametro e 2.700 mm di lunghezza. La presentazione della linea, che è in costruzione presso gli stabilimenti dell’azienda, è avvenuta attraverso la proiezione di video tridimensionali. La società ha parlato anche di un’altra novità, in visione presso le sue unità di produzione. È una nuova linea per la fabbricazione di nastri trasportatori di alto spessore (>40 mm) che realizza la formazione delle carcasse con un procedimento annunciato come una vera rivoluzione nel settore. La linea, inoltre, è in grado di avvolgere e svolgere bobine con diametri maggiori di 4,2 m. Non sono mancate le new entries. Tra queste, Comi, un’azienda che, già leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine e impianti
Dal mondo delle materie prime Le aziende produttrici o rivenditrici di polimeri e additivi presenti al Plast/Rubber erano per lo più italiane, come del resto quelle trasformatrici. Buona la presenza dei produttori di mescole, che hanno messo in evidenza nuove situazioni di proprietà (LTE ed Evercompounds), di acquisizioni recenti in altri settori (Mesgo per quanto riguarda il settore termoplastico), di apertura di stabilimenti produttivi in altri paesi, ecc. Ancora più nutrita la famiglia dei distributori di materie prime o, comunque, di società commerciali, diventate davvero tante sul mercato negli ultimi dieci anni, al punto da suscitare la considerazione, da parte di più d’uno dei visitatori, che “tra poco tempo ci saranno più fornitori che clienti, vista la crescita dei primi e la riduzione dei secondi”. Non erano numerosi i produttori di materie prime, polimeri e additivi, fatta salva la presenza del numero uno del mercato italiano per quanto riguarda i polimeri (Versalis) e di alcune aziende estere ospitate negli stand dei rispettivi distributori: è stata notata con rammarico l’assenza molti produttori esteri, eccezion fatta per Lanxess, per la russa Sibur e per la ridotta, pressoché nulla presenza di produttori del Far East, Cina in particolare. Probabilmente, è stato il commento di molti visitatori ed espositori, ha giocato un ruolo negativo per il PLAST la prossima fiera DKT, che si svolgerà a fine giugno a Norimberga, totalmente dedicata alla gomma e alla quale parteciperanno anche molte aziende italiane, alcune non presenti al PLAST, ma soprattutto molti produttori di materie prime e molti trasformatori un po’ da tutti i paesi europei e dal Far East, Cina in particolare. Gianpaolo Brembati
di termoformatura a compressione di diversi materiali per i più svariati settori applicativi – elettrodomestico, automotive, ferroviario, nautico, aerospaziale - , ha sviluppato una gamma completa di presse a compressione verticali per gomma e altri materiali con forza di chiusura da 20 a 4.500 tonnellate. Al Rubber ha presentato un piccolo gioiello: la pressa Labortech 50 APS. Una pressa verticale a due piani con forza di chiusura di 50 t, appositamente studiata per la ricerca di laboratorio nei setL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Nella foto a fianco, Lo stand Colmec. Sotto, lo stand Comerio Ercole.
tori automotive, aerospaziale e medicale, adatta allo stampaggio a compressione di gomme di tutti i tipi e di materiali compositi come fibra di carbonio pre-impregnato, GMT, CMT, SMC. Era equipaggiata col sistema APS (Active Parallelism System) per il controllo attivo del parallelismo, con campana del vuoto integrale, con piani magnetotermici 500 x 500 e col sistema Smile Energy per il risparmio energetico. E nell’ambito del risparmio energetico, che richiama altre due esigen14
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ze della realtà sociale e industriale di oggi – l’ecosostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente – è significativo il tema del riutilizzo di macchinari giunti a fine vita o scarsamente efficienti attraverso un intervento di ricostruzione/revisione e aggiornamento che ne evita l’avviamento alla demolizione. È il tema presentato da diverse aziende, tra le quali, oltre alla IMG e alla RPM già citate come costruttrici di presse totalmente nuove, ricordiamo la C2 e la G3, specializzate nel riportare a nuova vita
macchine non più affidabili o diventate obsolete, e capaci anche di realizzare macchine nuove su richiesta della clientela. Tra i neoespositori, anche qualcuno che è arrivato da lontano. Abbiamo notato la Pan Stone, una società transnazionale con sede a Taiwan, stabilimento di produzione nella provincia di Anhui, Cina, e rappresentanti in tutti i continenti. Vasta la gamma di macchine per l’industria della gomma che l’azienda produce. Ricordiamo le principali. Le presse per lo stampaggio a iniezione: verticali (anche con campana del vuoto, con l’unità di iniezione orizzontale, con lo stampaggio a transfer e con configurazione a C), orizzontali, presse per lo stampaggio del silicone liquido sia verticali che orizzontali; presse per lo stampaggio a compressione (verticali, con campana del vuoto); taglierine, fustellatrici e granulatori. Un significato particolare, tra i nuovi espositori, ha avuto la partecipazione della Presma. Nata nel 1937 e sviluppatasi nel settore delle macchine per lo stampaggio della plastica, questa azienda ha travasato nel settore della gomma la sua lunga esperienza, e da alcuni anni produce presse a iniezione, orizzontali e verticali, per lo stampaggio di questo materiale e del silicone solido. Negli ultimi tempi ha dedicato particolare attenzione allo sviluppo di presse della categoria mini, studiate per l’impiego in laboratori di ricerca e per lo stampaggio di piccole campionature. E al Rubber ne ha presentata una: la Presmall R12, una minipressa completamente elettrica, specifica per gomma e silicone, con chiusura a quattro colonne da 120 kN. Con la partecipazione alla fiera, la società ha inteso sottolineare la sua volontà di espandere e rendere sempre più incisiva la sua presenza nel campo delle macchine per lo stampaggio degli elastomeri, con particolare riguardo
Eventi proprio al settore delle presse della gamma mini. Non solo espositore per la prima volta, ma anche azienda operativa da poco è la Rtech Engineering, una nuova società sorta per assicurare l’assistenza tecnica agli utilizzatori delle macchine prodotte dalla Rutil: un’attività di sicura garanzia per gli assistiti, perché la società si avvale dell’esperienza e della professionalità ultradecennale di tecnici – gli stessi che l’hanno fondata - che prima svolgevano le stesse funzioni nella casa produttrice. L’azienda è anche in grado di progettare e realizzare presse a iniezione e compressione e sistemi di automazione, quali robot antropomorfi, capaci di soddisfare specifiche richieste della clientela. È un esempio dello spirito di iniziativa che anima e mette in moto l’inventiva di molti nostri imprenditori che decidono di dar vita a nuove società. Anche Suprema Rubber Machinery è una di queste: un’azienda sorta da poco e perciò al suo primo Plast/ Rubber, che concentra la sua attività sulla progettazione e produzione di macchine per lo stampaggio della gomma, verticali – con e senza colonne - e orizzontali, e sulla revisione di macchine esistenti.
Accessori e strumenti di controllo
Un campo, questo, nel quale i produttori italiani non temono concorrenza: sono unici a livello globale per la qualità dei loro prodotti e la capacità innovativa nell’ottimizzarne le prestazioni. Nel settore degli stampi, nomi quali Alfa Stampi, Franciacorta Stampi, O.C.S., OR. P. Stampi, hanno dimostrato ancora una volta di essere, di per se stessi, i migliori biglietti da visita delle aziende e la migliore garanzia ai fini dell’utilizzo ottimale della gomma, della sua scorrevolezza, della riduzione degli scarti, della ottimizzazione della termoregolazione dei sistemi ai fini del risparmio energetico. Così come è garanzia di sicuro risultato il nome Delia nel campo delle macchine accessorie – isole robotizzate, blocco termoregolato doppio, manipolatori - che con il loro automatismo integrano la funzionalità degli impian-
ti di stampaggio della gomma, elevandone la produttività e, al tempo stesso, migliorando la qualità della produzione. Creatività e innovazione al servizio delle aziende che pensano anche all’ambiente: sono le basi sulle quali nasce e si fonda l’attività di un altro neoespositore, la BicarJet, di Padova, joint-venture tra Maineco, specializzata in tecnologie ecologiche e innovative per la pulizia di superfici mediante l’utilizzo di bicarbonato di sodio, e Solvay, gruppo chimico di risonanza mondiale e primo produttore di questo sale. L’azienda padovana ha presentato un macchinario per la pulizia degli stampi per gomma e silicone mediante getti di bicarbonato di sodio: un sistema tecnologico innovativo ad alto rendimento in termini soprattutto di qualità e rapidità di esecuzione della pulizia e capace di adattarsi a specifiche, particolari esigenze della clientela. L’assenza di aggressivi chimici, inoltre, esclude fenomeni di abrasione e corrosione degli stampi e rende, quindi, il sistema rispettoso dell’ambiente e sicuro per l’operatore. Ancora un settore nel quale l’eccellenza della tecnologia italiana primeggia a livello mondo: la produzione di strumenti e apparecchiature di laboratorio, dove campeggiano nomi importanti. Uno è quello di Doss, per esempio, che in occasione del Plast ha festeggiato il 25° compleanno della sua attività presentando, tra gli altri, strumenti di laboratorio per il controllo qualità attraverso l’evidenziazione e la misurazione delle difettosità superficiali dei pezzi e il controllo superficiale e dimensionale durante stress meccanici. Ma c’è anche Gibitre Instruments, che ha esposto diverse novità. Tra queste, la nuova versione del Durometro Micro IRHD per la misura completamente automatica della durezza e dello spessore dei pezzi prodotti, nella quale sono state realizzate importanti innovazioni tecniche che migliorano le prestazioni dello strumento. E poi, ancora, ricordiamo UTPVision con le sue macchine automatiche di ispezione visiva nel controllo qualità attraverso l’elaborazione dell’im-
magine. BigX, la novità presentata in fiera, ispeziona superficie e dimensioni di O-ring di medie dimensioni, da un diametro interno di 70 mm a uno esterno di 150 mm. Equipaggiata con due sistemi robotizzati di movimentazione, la macchina lavora ad una velocità di selezione particolarmente elevata che la rende unica nel segmento di appartenenza. Per la prima volta sullo scenario internazionale del Plast anche la Lawer, azienda piemontese specializzata dal 1970 in impianti automatici di pesatura e dosaggio industriale di polveri e liquidi per vari settori – tessile, conciario, cosmesi, vernici e inchiostri, alimentari e gomma - . In fiera ha presentato due novità specificamente progettate e realizzate per la pesatura degli ingredienti per la preparazione di mescole, cariche, masterbatch della gomma e della plastica: l’impianto Unica HD per la pesatura automatica di polveri, granuli e liquidi, e l’impianto di pesatura Supersincro completamente robotizzato, a struttura modulare, funzione del numero di ingredienti da dosare, che può anche essere integrata con accessori opzionali della stessa Lawer per la movimentazione dei materiali pesati sulle piattaforme di consegna. Altro settore nel quale la tecnologia italiana raggiunge punte di eccellenza, adeguatamente rappresentate al Plast, è quello dei sistemi di ancoraggio magnetico degli stampi. Rivi Magnetics, leader internazionale dell’innovazione, ha proposto i piani magnetopermanenti Gemini per presse a iniezione, compressione, inietto-compressione, transfer, sia verticali che orizzontali, disponibili anche con riscaldamento integrato. SPD, altro nome di risonanza mondiale nel settore, per la prima volta al Plast, ha presentato Sympac, il sistema magnetico elettropermanente di ancoraggio degli stampi di qualunque forma e dimensione, nel quale la particolare tecnologia magnetica e termica adottata genera una forza di bloccaggio uniforme su tutta la superficie della sottopiastra e garantisce anche una uniforme distribuzione della temperatura sullo stampo. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Le nostre impressioni dal DKT di Norimberga di Gianpaolo Brembati
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ella Norimberga, ricca di storia nel bene e nel male, con il suo centro storico circondato da mura medievali, dominato dal castello di Kaiserburg e ricco di architetture gotiche quali la cattedrale di San Lorenzo e la chiesa di Nostra Signora, nonché la Fontana Bella e molto altro. Simpatici i ristoranti e le trattorie tipiche, dove si possono gustare i piatti tipici della cucina tedesca e bere le buone birre locali, e facilmente si sente parlare italiano. Buona la capacità ricettiva alberghiera, con hotel in periferia a prezzi veramente modici, tranquilli e confortevoli anche per raggiungere il centro fieristico. Sede di numerose fiere di grande interesse per svariati settori industriali, quest’anno Norimberga ha ospitato anche la fiera DKT, dedicata totalmente alla gomma, in contemporanea con la IRC (International Rubber Conference), dal 29 giugno al 2 luglio.
A misura di gomma
Fiera a cadenza triennale, la DKT è diventata negli ultimi anni un punto di riferimento importante per l’industria della gomma europea, nonostante ben più imponenti ed affollate fiere di settore, che però sono caratterizzate dalla (a volte teorica) simbiosi gomma/plastica. Questa in effetti è una situazione che suona più consona agli interessi degli organizzatori che a quelli delle aziende del settore gomma, che in tali occasioni si sentono un po’ come la cenerentola della fiera, alla luce della schiacciante superiorità sia numerica che dimensiona16
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Dal 29 giugno al 2 luglio scorsi l’antica città tedesca, cuore pulsante della Franconia, ha ospitato quella che, a detta di tutti gli operatori, è la vera fiera del settore della gomma, il DKT. Una manifestazione compatta ma estremamente focalizzata, che quest’anno ha beneficiato anche della concomitanza con la International Rubber Conference. Ecco che cosa abbiamo ricavato dall’evento
Eventi
le del settore plastica, tradizionalmente considerato circa venti volte maggiore. È di conseguenza molto apprezzata una fiera come quella di Norimberga che, pur essendo più piccola di altre, offre ad espositori e visitatori una rassegna specifica ed articolata ad hoc per le aziende che si occupano di gomma: qui non c’è plastica né termoplastico, se non di riflesso per gli interessi di alcune società che operano anche in questi due campi specifici (ad esempio per produzione e/o vendita anche di polimeri non gomma, per famiglie di macchine da stampaggio o estrusione, per produzioni di masterbatch, ecc.). Ma in ogni caso regina della fiera è finalmente la gomma e unicamente la gomma. Così per gli stand (organizzati in due padiglioni comunicanti) si aggirano solo persone competenti, che espongono o visitano la fiera con cognizione di causa e parlano la stessa lingua senza contaminazioni di altri settori. È stato questo il commento più positivo espresso un po’ da tutte le persone incontrate in fiera o la sera per le vie della città. Una fiera quindi a misura d’uomo o, nella fattispecie, di gomma, che ha visto la partecipazione di più di 250 espositori, tra cui circa 40 aziende italiane.
La presenza italiana
Tra queste spiccavano uno dei maggiori produttori mondiali di elastomeri, ossia Versalis, che ha presentato i nuovi polimeri di recente messi a punto nei suoi stabilimenti, e molti produttori di mescole, 10 su un totale di circa 30 provenienti da vari paesi europei ed extraeuropei, tra cui Germania, Spagna, Francia, Belgio, Svizzera, Olanda, Regno Unito, India e altri. In particolare PMG, che ha ribadito la sua posizione di leader nel settore delle mescole in fluoroelastomero, di Mesgo, che ha illustrato l’ampliamento della sua offerta originata dalle recenti acquisizio-
ni di 3A MCOM e di Guzzetti Master, due aziende del settore termoplastico (polimeri e masterbatch di additivi), di CM Manzoni, che si è presentata come gruppo capace ormai di produrre mescole sulla base di tutti gli elastomeri disponibili, di Der-Gom, che ha iniziato ad attuare i rinnovati programmi di espansione sui mercati esteri. Non dobbiamo però dimenticare CO.ME.T, Elastomers Union, EuroRubber, MarconiGomma e Tovo Gomma, tutte aziende ancora in crescita soprattutto al di fuori del mercato italiano. Tra gli altri produttori di mescole si è segnalata la svizzera Compounds AG, che ha presentato due nuove mescole “fire retardant” ad alta resistenza a trazione. La presenza italiana a Norimberga si è avvalsa anche di aziende produttrici di macchinari, tra cui Certech, Colmec, Comerio Ercole, Img, Pomini Rubber and Plastics, Presma, Saspol e Fratelli Maris, di aziende del settore apparecchiature di laboratorio (Gibitre e For Lab), di Doss Visual Solution e UTP Vision per le macchine controllo qualità, di OCS stampi e OR.P stampi tra gli stampisti. Senza dimenticare SER per le cere e RDC per i prodotti predispersi. Come appare chiaro, la pattuglia italiana era consistente (qualcuno in fiera ha osservato, esagerando, che si sentiva parlare solo italiano) e molto numerosi sono stati anche i visitatori dall’Italia, interessati verosimilmente, oltre ai macchinari di produzione, laboratorio e controllo qualità, alle materie prime, per le quali in fiera erano presenti anche produttori cinesi, ben 15, tra cui un produttore di macchinari e 14 produttori di polimeri (gomme butiliche, CSM, ECO, FKM, silicone e fluoro silicone), acceleranti e additivi in generale.
Polimeri e additivi
Non sono mancati noti produttori di polimeri e additivi: tra i primi Bluestar Sili-
cones, Dow Corning, Lanxess, Trinseo, Unimatec e Zeon, , tra i secondi Akzo Nobel, DOG, Duslo, Rhein Chemie e Schill + Seilacher “Struktol”, oltre ad importanti distributori multinazionali di materie prime, come Azelis, Brenntag, Konimpex, Lhemann&Voss, Nordmann Rassman e Safic Alcan. Per i neri di carbonio erano presenti Birla, Omsk e Orion, mentre è stata scarsa la presenza di produttori di cariche minerali, così come quella di produttori di articoli finiti. Per quanto riguarda invece i macchinari, oltre alle aziende italiane già citate, erano presenti numerosi marchi internazionali. Vi rimandiamo comunque all’articolo “Le tecnologie e le novità in mostra a Norimberga per una descrizione più approfondita delle principali novità presentate in fiera. L’affluenza dei visitatori è stata davvero buona, a giudizio generale degli espositori italiani, e come considerazione personale possiamo commentare che, soprattutto in concomitanza con interessanti presentazioni della IRC, la International Rubber Conference che quest’anno si è tenuta in concomitanza con la fiera, era possibile girare per gli stand e parlare con il personale addetto con discreta facilità, salvo poi constatare un più accentuato affollamento al termine delle presentazioni.
Un esempio anche per l’Italia
A conti fatti il DKT è stata una fiera molto interessante perché concentrata sulla gomma, senza i curiosi che girano in altre più grosse fiere con l’abbinata gomma/plastica, e riservata quindi agli specialisti di settore; c’è poi da tenere in conto anche la facilità di raggiungerla in auto, per lo meno dall’area di Milano e dintorni (sono poco più di 600 km). Certo è forse impensabile oggigiorno immaginare una fiera in Italia dedicata solo alla gomma, anche se qualche nostalgico, come chi scrive, si ricorda con piacere le edizioni del Rubber negli anni ’70 e ’80, quando indubbiamente la nostra industra era molto più florida e ancora in evoluzione. Ma che piacere si provava semplicemente girando fra gli stand dei produttori di tubi, di guarnizioni, di profili, e toccando con mano la differenza fra manufatti uguali o simili ma realizzati con elastomeri diversi! L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Le tecnologie e le novità in mostra a Norimberga di Riccardo Oldani
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l DKT di Norimberga, che si è tenuto tra il 29 giugno e il 2 luglio in concomitanza con la International Rubber Conference 2015, ha segnato la fine dell’anno fieristico europeo per il settore della gomma. Altri eventi sono in programma in America e in Asia, e altre manifestazioni minori o cicli di conferenze sono previsti anche nel vecchio Continente, ma la fiera tedesca è stata comunque il momento più intenso dell’anno, caduto poche settimane dopo il Plast/Rubber di Milano. L’Industria della Gomma ha partecipato alla manifestazione, cercando di trarre qualche utile indicazione per le imprese italiane del settore.
La dimensione ideale
Innanzi tutto va detto che la fiera non è particolarmente grande. Si concentra tutta in un doppio padiglione in cui hanno trovato posto i poco più di 270 espositori, di cui il 15%, circa una quarantina, erano italiani. Una partecipazione senza precedenti alla fiera triennale, quella delle nostre imprese, che hanno fatto riscontrare una crescita di quasi il 25% rispetto all’edizione precedente. Il fatto che l’evento sia raccolto e compatto, però, è stato visto da tutti i protagonisti come un fatto positivo rispetto ad altre fiere, molto più grandi ma anche dispersive, come il K di Düsseldorf, per fare un esempio. Il DKT, tutto incentrato sulla gomma, è la manifestazione ideale per il settore, un luogo di incontro e di scambio, certo, ma dove le imprese si sentono 18
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L’Industria della Gomma ha partecipato al DKT – IRC 2015 di Norimberga. Una fiera che ha riscontrato un buon afflusso di visitatori e che ha raccolto il gradimento degli espositori grazie alla formula esclusivamente indirizzata al nostro settore. Ecco una rapida rassegna delle più interessanti novità he abbiamo visto tra gli stand
Eventi La Engel Flexseal 300 T, pensata con particolare attenzione alle esigenze dei produttori di O-ring che operano sul mercato italiano.
anche più importanti rispetto ad altri eventi in cui sono disperse in un mare di merceologie. Inoltre l’estrema focalizzazione porta visitatori molto mirati, con una ricaduta positiva anche per gli espositori, che possono contare su incontri e contatti molto mirati. Un altro punto di forza mostrato dal DKT di quest’anno, probabilmente anche dovuto al fatto della concomitanza con IRC 2015, è la grande internazionalità del pubblico. Molti espositori italiani hanno evidenziato con piacere la presenza di visitatori da tutte le parti del mondo, in particolare dai paesi dell’Estremo Oriente, dai paesi arabi, da India e Turchia. Proprio quella tipologia di potenziale cliente che era invece mancata al Plast di Milano. Non così ricca e interessata, invece, è parsa l’affluenza di visitatori tedeschi: forse, ha ipotizzato qualcuno, anche perché molta della produzione di manufatti in gomma realizzata fino a pochi anni fa in Germania sta prendendo sempre più il piede dell’estero. I gruppi tedeschi stanno investendo in maniera molto dinamica nell’apertura di sedi e filiali in Cina, India e in altri paesi in via di sviluppo, con l’idea di spostare la produzione nei luoghi che presumi-
bilmente muoveranno di più il mercato nei prossimi anni ma anche di trasferire lì la tecnologia tedesca e creare nuovi mercati per il manifatturiero delle macchine.
Sempre più automazione
Una tendenza che abbiamo riscontrato per quanto riguarda i produttori di macchine è l’integrazione nelle presse di elementi robotici sia per il caricamento di pezzi negli stampi, per esempio di altri materiali come metallo o plastica da accoppiare alla gomma, sia per il distacco del pezzo stampato e anche la sua valutazione dal punto di vista qualitativo e selezione dei pezzi difettosi. In questo modo assistiamo, anche per il settore della gomma, a un’evoluzione che sta prendendo sempre più piede nel manifatturiero e che costituisce il primo passo verso la cosiddetta Industry 4.0, cioè la fabbrica digitale, interamente controllata attraverso la rete e in cui le macchine svolgono sempre di più un lavoro pesante, mentre l’uomo assume invece un ruolo di controllo, supervisione e programmazione del processo. I produttori di presse, anche quelli tedeschi, guardano con sempre mag-
giore attenzione al mercato italiano, specializzato in produzioni come gli O-ring e caratterizzato da dimensioni d’impresa generalmente ridotte, in cui è fondamentale anche poter contare su macchine efficienti ma di piccolo ingombro.
La Flexseal di Engel
In questa direzione va per esempio Engel, che ha presentato a Norimberga la nuova pressa orizzontale Flexseal 300 T, con una forza di chiusura di 300 t. La macchina è stata concepita specificamente per le esigenze dei produttori di O-ring e guarnizioni che operano sul mercato italiano e sui mercati internazionali. In sede di progettazione, una particolare attenzione è stata dedicata al contenimento delle dimensioni e dei consumi: gli ingombri svolgono un ruolo sempre più determinante ai fini dell’efficienza in fabbrica, e rappresentano uno dei criteri nella scelta di una nuova soluzione di produzione. Per questo motivo, il nuovo modello costruito da Engel presenta una lunghezza di gran lunga inferiore rispetto alle altre presse a iniezione di pari tonnellaggio per la lavorazione degli elastomeri, menL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Due scorci dello stand di Maplan, con la pressa MHF700/200 edition S decorata per l’occasione con una coloratissima livrea.
tre i suoi piani riscaldati da 550 x 650 mm sono in grado di offrire maggiore spazio per l’installazione dello stampo e dei dispositivi di automazione, oltre a garantire un accesso agevole all’ugello della macchina. La Engel Flexseal 300 T è inoltre equipaggiata di serie con l’azionamento servoidraulico Engel Ecodrive: un servomotore è collegato ad una pompa a ingranaggi interni con compensazione volumetrica assiale e radiale. Il sistema consuma solo l’energia esattamente necessaria ai movimenti della pressa e durante la fase di vulcanizzazione il servomotore e la pompa ad esso collegata sono fermi e quindi non consumano energia. La risposta dinamica del servomotore è rapidissima e garantisce la perfetta regolazione della pressione e della portata durante il ciclo a tutto vantaggio della stabilità e ripetibilità di processo. La cura del progetto traspare anche dal pannel20
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lo di controllo della macchina, touchscreen di grandi dimensioni, che l’operatore può regolare per quanto riguarda l’inclinazione in modo da avere una visione ideale.
Maplan punta a colore e automazione
Lo stand di Maplan al DKT era invece immediatamente riconoscibile per una pressa orizzontale vivacemente colorata con un’originale livrea geometrica. Si tratta di una pressa orizzontale MHF700/200 editionS, con una forza di chiusura di 2.000 kN ed equipaggiata con uno stampo Elasmo a quattro cavità per lo stampaggio di elementi in silicone. La macchina è dotata anche di un sistema di alimentazione del silicone solido a pistone, che introduce progressivamente il quantitativo di materia prima necessaria per ogni ciclo di stampa, portandolo alla temperatura ideale, e che va ricaricato periodicamente. La pressa monta inoltre un braccio robotico di un altro partner austriaco di Maplan, Robotix, che automaticamente provoca il distacco dei pezzi stampati e li fa cadere in una tramoggia di raccolta. Il braccio è dotato di un di-
spositivo con quattro elementi che si posizionano perfettamente in corrispondenza dei pezzi stampati, con una precisione calcolata al millimetro grazie a un algoritmo sviluppato specificamente per l’applicazione, e che creano vuoto per distaccare i pezzi dallo stampo. Quest’ultimo è ribassato rispetto agli standard delle presse di questo tipo per consentire una posizione di lavoro più confortevole agli addetti. La colorazione della macchina è invece una creazione speciale di Maplan pensata per la fiera, quindi non sarà realizzata in serie. Ma si inserisce nella tendenza di rendere le macchine sempre più belle anche dal punto di vista estetico, con l’idea di fare dell’impianto di produzione non soltanto un luogo di lavoro ma anche una vetrina delle tecnologie impiegate e, quindi, uno strumento promozionale.
Arburg e il robot antropomorfo
Nel suo stand al DKT IRC 2015, Arburg, il produttore tedesco di presse a iniezione per la gomma, ha mostrato una soluzione che integra una propria macchina verticale Allrounder
Eventi pacità adesiva del pezzo (che ha una base a ventosa). Ultimati i tre controlli il robot seleziona automaticamente il pezzo tra le conformità o gli scarti.
Robot anche per Desma
275V con un robot Kuka Agilus, equipaggiato per l’occasione con una speciale pinza per il caricamento e scaricamento dei pezzi stampati. Si tratta, in particolare, di nottolini con accoppiamento di elementi in gomma EPDM e metallo, in particolare una ghiera filettata che viene posizionata nella cavità dello stampo. Il processo di stampaggio dura 75 secondi per ogni pezzo e il robot, opportunamente programmato, al termine lo preleva, inserendo un nuovo cilindro filettato nella cavità. Dopodiché, mentre avviene un altro ciclo di stampa, il robot sottopone il pezzo prelevato a tre esami, per controllare la posizione del cilindro nel nottolino, l’assenza di sbavature e la ca-
Anche Desma, il gruppo tedesco che quest’anno compie 50 anni, ha seguito questo filone, presentando nel proprio stand una pressa abbinata a un robot antropomorfo (Kuka) in grado di caricare degli elementi metallici accoppiati nello stampo a gomma siliconica e a prelevare il prodotto stampato per effettuarne un controllo visivo, una pesatura e la selezione finale dei pezzi. In particolare il robot è stato abbinato a una pressa D 968.400 ZO (S3) della serie Benchmark, mentre in un altro angolo dello stand era esposta una pressa orizzontale Sealmaster D 969.300 Z. I visitatori hanno potuto vedere in funzione, oltre al robot, altre soluzioni tecnologiche sviluppate da Desma per le proprie macchine, come le unità di controllo della temperatura Eco-Silence, che consente un rispar-
mio energetico fino al 50% a seconda dell’articolo e del ciclo di produzione, e il software EnergyControl. Per quanto riguarda i sistemi di iniezione, le macchine esposte erano equipaggiate con tecnologia a canale freddo e sistema FlowControl, per il dosaggio preciso della materia prima e ZeroWaste, un sistema di chiusura degli ugelli che praticamente azzera lo spreco di materiale.
Innovazione dall’Europa e dall’Italia
Erano comunque presenti anche altri produttori, tra cui IMG, Industrie Meccaniche Generali, con una pressa orizzontale in esposizione equipaggiata con tutte le soluzioni innovative che l’azienda italiana ha sviluppato nell’ultimo periodo e, in particolare, la nuova tecnologia Hybrid Servo, che mantiene i movimenti master principali sotto asservimento idraulico, mentre tutti i movimenti accessori – movimenti in sovrapposizione ai master – sono elettrici. Anche l’asservimento idrau-
La pressa verticale Allrounder 275V di Arburg, protagonista nello stand della casa tedesca per un esempio di automazione per la produzione di elementi compositi in gomma-metallo (foto sotto).
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Qui sopra, un particolare del robot Kuka integrato alla pressa Desma Benchmark, qui a sinistra. Nello stand era anche presente una pressa della serie Sealmaster (in basso).
sto un’innovativa pressa rotativa a a 12 stampi, la Roto R 12, ancora in fase di prototipo ma molto interessante dal punto di vista del concetto, che ci ripromettiamo di illustrarvi più nel dettaglio in uno dei prossimi numeri della rivista.
Materie prime
Meno appariscenti, ma per il solo fatto che non potevano essere esposte in modo spettacolare così come avviene per le macchine, le novità in fatto di chemicals e di materiali. La nostra rassegna è parziale, basata essenzialmente sugli annunci fatti dai gruppi più importanti relativamente allo sviluppo di nuove gomme, pre-compound o prereticolati per a pplicazioni speciali. DuPont ha presentato nuovi elastomeri con il marchio Vamac, che erano stati illustrati al mercato italiano un mese prima rispetto al DKT in un workshop organizzato a Sarnico (ne parliamo in un articolo a parte in questo numero). Per quanto riguarda gli altri grandi gruppi, ecco alcune tra le principali novità. lico è gestito da servopompa, grazie alla quale è possibile un ridimensionamento dell’ingombro del vano motore, una notevole riduzione della quantità di olio e una maggiore durata dello stesso, senza contare la maggiore precisione nello stampaggio. 22
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Anche Boy e Rep erano presenti, con le loro macchine di ultima generazione, così come molti sviluppatori di macchine particolari. Per quanto riguarda la presenza italiana segnaliamo quella di Certech, di Comerio Ercole, di Colmec, di Saspol e di Presma, che ha espo-
Una nuova famiglia Levapren per Lanxess
Al DKT, la fiera per il settore della gomma che si è appena conclusa a Norimberga, sono state molte le novità anche in fatto di materiali e materie prime. Lanxess, per esempio, ha
Eventi A sinistra, un esempio di utilizzo di Levapren PXL, nuova famiglia di gomme EVM presentata da Lanxess. Sotto, nuova gomma FFKM presentata da Dyneon, del gruppo 3M.
tra le altre cose presentato una nuova famiglia di gomme EVM, la serie Levapren PXL, nella forma di copolimeri di etilene-vinil acetato. Si tratta di prodotti sviluppati per un’elevata velocità di processo, soprattutto per la miscelazione continua, realizzata per esempio con estrusori bivite. In particolare i nuovi Levapren PXL, in granuli, sono stati concepiti per ridurre il tempo di mescolazione in produzioni altamente qualitative di collettori o rivestimenti di cavi. Campioni delle nuove gomme sono stati già resi disponibili ad alcuni clienti. I primi gradi disponibili sono 500 PXL, 600 PXL, 700 PXL e 800 PXL, con contenuti di vinilacetato compresi tra il 50 e l’80%. Le proprietà dei vulcanizzati ottenuti a partire dal Levapren PXL sono simili a quelli con gomme convenzionali EVM di Lanxess. Secondo l’esperto del gruppo Jörg Stumbaum, della business unit Performance Elastomers: «I gradi standard di Levapren hanno una viscosità Mooney inferiore rispetto a molte altre gomme sintetico e questo offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di usare minori quantitativi di plastificanti o anche di eliminarli completamente. Qualche cliente richiede RVM con un un grado di viscosità più elevato ed è in particolare pensando a loro che abbiamso sviluppato i gradi di Levapren XL. Si tratta di prodotti che richiedono una mescolazione molto attenta e prolungata, soprattutto se la superficie degli estrusi deve rispettare specifiche carattersitiche di qualità. Per questo motivo ci siamo impegnati a lungo nella ricerca di una tecnologia di reticolazione alternativa e abbiamo ora trovato una soluzione che abbiamo applicato allo sviluppo del Levapren PXL». In particolare, i nuovi polimeri di Lanxess sono pre-reticolati con un minimo quantitativo di perossido, i modo da assicurare che non vi siano tracce di perossido nelle fasi succesL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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sive di lavorazione. Il processo fa in modo che tutti i granuli di Levapren PXL abbiano la stessa densità di reticolazione, rendendone più facile e veloce la lavorazione in un miscelatore chiuso o in processi di miscelazione continua. Questo si traduce anche in un’elevata qualità della superficie degli estrusi.
Perfluoroelastomeri Dyneon 3M
Dyneon, parte della divisione Advanced Materials di 3M, ha sviluppato una nuova gamma di soluzioni per guarnizioni in perfluoroelastomeri (FFKM) che rispondono sia alle nuove richieste tecnologiche della produzione sia alle normative più restrittive in fatto di sicurezza ambientale e protezione del consumatore. La nuova linea di prodotti trova applicazioni in vari settori, come l’aerospaziale, il chimico e il farmaceutico, che propongono situazioni produttive estremamente sfidanti e impegnative. La gamma include, sotto la dicitura 3M Dyneon Perfluoroelastomer, il PFE 40Z ChemShield, FFKM vulcanizzabile a perossido, il PFE 7301BZ, una versione migliorata dell’E-21464 HeatShield (in continuo a 316°C, con un compression set ulteriormente migliorato) e il PFE 7502BZ ChemShield, compatibile con le norme FDA e USP VI, e una resistenza chimica e termica generale estremamente elevata (275°C in continuo). Quest’ultimo grado di perfluoroelastomero risponde alla richiesta del mercato di un unico prodotto capace di combinare i benefici di una resistenza chimica eccellen te a una tecnologia FFKM a perossido, con una resistenza operativa alla temperatura estremamente elevata e continua, in grado di migliorare la produttività e l’affidabilità delle guarnizioni prodotte, che possono restare a contatto con solventi, acidi, basi, ammine, acqua e vapore con temperature operative costanti fino a 275°C.
Antifiamma di Compounds AG
La svizzera Compounds AG ha annunciato in occasione della fiera tedesca due nuove mescole “fire retardant”, la Sunaflex® T9606 (50 Shore A) e la Su24
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naflex® T9613 (60 Shore A). Quest’ultima è già certificata secondo EN 455452, classificazione HL3, mentre la Sunaflex® T9606 lo sarà a breve. In arrivo anche la classificazione HL2. I principali contenuti innovativi di entrambe le mescole riguardano in particolare la resistenza a trazione, portata a un valore di circa 8 MPa. Le mescole sono adatte all’estrusione. Ulteriore novità è la mescola Sunaflex® T9641, EPDM reticolata a zolfo 60 Shore A, e studiata in particolare per il contatto con l’acqua, per cui è stata approvata in Italia secondo il DM 174 del 06.04.2004.
Agente di rilascio biocompatibile
Da Chem-Trend arriva invece l’annuncio di un nuovo agente di rilascio biocompatibile, il Mono-Coat® 1989W, studiato per la produzione di articoli in gomma siliconica per applicazioni medicali. Il prodotto ha un alto grado di purezza, eccellente biocompatibilità ed elevata resistenza agli stress meccanici e si presta alla produzione di pezzi delicati come tubi medicali stampati, cappucci protettivi e chiusure. È compatibile con i test USP Classe VI. Il MonoCoat® 1989W assicura un facile distacco del pezzo stampato dallo stampo e rende quindi più semplice la produzioni di parti pulite: consente distacchi multipli praticamente senza trasferimento della sostanza alla parte stampata.
Uno scorcio tra gli stand del DKT di Norimberga. La fiera ha raccolto circa 240 espositori, di cui una quarantina erano aziende italiane.
La gomma ecologica di Trinseo
Per chiudere, segnaliamo che Trinseo, società produttrice di materiali per i settori della plastica, del lattice e della gomma, proprio al DKT è stata premiata dall’associazione tedesca della gomma, la DKG, per il miglior prodotto del 2015. Il premio è andato alla nuova gomma sintetica S-SBR “multi-funzionalizzata” ed estesa all’olio, prodotta in Germania nello stabilimento di Schkopau, con performance molto interessanti dal punto di vista alla resistenza al rotolamento, presa sul bagnato e resistenza all’abrasione, adatta quindi all’impiego nella produzione di pneumatici. La nuova gomma può essere impiegata nella produzione di gomme a basso impatto ambientale, in grado di ridurre le emissioni di CO2 attraverso un notevole contributo alla riduzione dei consumi delle vetture. Il premio è stato consegnato a Francesca Reverberi, global business director della divisione Synthetic Rubber di Trinseo, il 29 giugno, in occasione della cerimonia di apertura della International Rubber Conference e del DKT.
Eventi
the right formula for your compound in fkm fpm Produciamo l’intera gamma di fluoroelatstomeri FKM-FPM (bisfenolici e perossidici) compreso mescole filtrate per applicazioni speciali.
We produce the entire range of fluoroelastomer compounds FKM-FPM (bisphenol and peroxide) including filtered compounds for specialist applications.
Elastomers Union Srl
Produciamo mescole a base di fluoroelastomeri FKM (FPM) con le formule dei nostri clienti o con formule nostre. Formuliamo mescole che corrispondono alle specifiche di capitolato, alle tue attrezzature, tecnologie e metodi di stampaggio. La nostra capacità di produzione è di 1500 ton/anno.
All our production is based on our formulas and on our customers’ formulas, tailor-made to fit the specific needs of our customers. Our compounds are made to match the necessary specifications, your equipment, technologies and moulding methods. Our production capacity is 1500 tons/year.
Phone +39 0542 676116 Fax +39 0542 670821 info@elastomersunion.it www.elastomersunion.it
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Gli elastomeri a Brescia si studiano così di Gianpaolo Brembati
P
er quanto l’Italia abbia un ruolo di primo piano non soltanto nell’industria e nella produzione della gomma, ma anche nella ricerca che riguarda il settore, non sono in effetti numerosissimi i dipartimenti universitari che conducono un lavoro specifico sugli elastomeri nel nostro paese. Uno di questi, però, che si sta dimostrando via via sempre più attivo, è il Gruppo di Scienza e Tecnologia dei Materiali (MaSTLab) del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale (DIMI) dell’Università di Brescia. Il gruppo è stato il protagonista di un seminario tecnico, svoltosi a Brescia lo scorso febbraio presso il Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, di cui abbiamo dato un ampio resoconto nel numero di maggio, 628, de L’industria della Gomma (pp. 18-24). L’argomento riguardava le nuove tecnologie per la caratterizzazione degli elastomeri. Per scoprire più nel dettaglio il tipo di lavoro fatto sulla gomma da parte dei ricercatori dell’Università di Brescia siamo andati a trovarli nella loro sede, dove si occupano in generale di polimeri. Ci siamo così resi conto delle potenzialità che possono nascere dalle loro attività didattiche e di ricerca.
Struttura e organizzazione
Il Gruppo di Scienza e Tecnologia dei Materiali (MaSTLab) fa parte del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale (DIMI) dell’Università di Brescia e svolge attività di ricerca finaliz26
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Siamo andati a visitare il MaSTLab, il Gruppo di Scienza e Tecnologia dei Materiali che opera all’interno dell’Università di Brescia al DIMI, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale. Particolarmente attivo nello studio e caratterizzazione di polimeri ed elastomeri, il gruppo si sta dimostrando una realtà sempre più dinamica, in grado di interloquire anche con le vicine aziende del Distretto del Sebino e di creare trasferimento di cultura attraverso corsi e seminari. Ecco come lavora e di che cosa si occupa il pool di ricercatori
Ricerca
L’esterno dell’Università di Brescia, che ospita il MaSTLab, laboratorio di ricerca sulla scienza e la tecnologia dei materiali. A fianco, il gruppo di lavoro, guidato dalla professoressa Theonis Riccò.
zate a generare, sviluppare e promuovere conoscenze sui materiali avanzati e tradizionali, sulle loro tecnologie di progettazione e produzione e sulle loro applicazioni ingegneristiche. «Il gruppo – spiega Silvia Agnelli, ricercatrice – consiste di una capogruppo responsabile del laboratorio (Theonis Riccò), di due professori associati (Fabio Bignotti e Luciana Sartore), quattro ricercatori (Francesco Baldi, Stefano Pandini, Giorgio Ramorino e me stessa) e due tecniche di laboratorio (Isabella Peroni e Gloria Spagnoli)». Come sottolinea Theonis Riccò, «l’attività del gruppo è improntata all’Ingegneria dei materiali nell’accezione più completa, che integra cioè gli aspetti connessi con la preparazione e caratterizzazione dei materiali, gli aspetti tecnologici e quelli legati alla progettazione di manufatti».
Le attività
«In pratica – racconta Stefano Pandini, ricercatore – il gruppo si concentra oggi su polimeri, elastomeri e compositi. Le principali aree di ricerca sono lo sviluppo di materiali polimerici avanzati per l’ingegneria, la meccanica di polimeri, compositi e nanocompositi, la reologia di polimeri e sistemi polimerici in genere e la tecnologia e l’ingegnerizzazione di prodotti in materiali polimerici, sia plastica che gomma». A monte della ricerca sta comunque la didattica, attiva nei corsi di laurea di Ingegneria Meccanica dei Materiali, Ingegneria Civile e Ingegneria Edile-Architettura: nell’ambito di questi corsi di laurea il gruppo sviluppa anche progetti di tesi, che prevedono la formazione di studenti per l’inserimento nel mondo del lavoro. «Nel periodo della laurea triennale – aggiunge Pandini – ci sono corsi dedicati alla conoscenza di base dei materiali e dei polimeri, poi nel biennio successivo si svolgono corsi specialistici riferiti al comportamento meccanico di polimeri e compositi e alle tecnologie (progettazione, reologia e stampaggio) dei polimeri».
La ricerca
Le aree di ricerca si suddividono in: reologia dei polimeri e di sistemi a base polimerica, meccanica di polimeri, compositi e nanocompositi, sviluppo di nuovi materiali polimerici, tecnologia dei polimeri e progettazione con materie plastiche ed elastomeri. «La nostra attività di ricerca – precisa Stefano Pandini – si articola in diversi settori e, mantenendo sempre un’impostazione scientifica, si muove su progetti e realizzazioni con precise linee guida». Per quanto riguarda la gomma la ricerca si svolge in tre ambiti: progetti e collaborazioni interuniversitarie, a livello nazionale ed internazionale, volti allo studio di compositi elastomerici nanocaricati; contratti di ricerca con aziende di settore, sulla scorta di tecniche di base e stampaggio dei componenti da parte del committente; studi affrontati partendo da proprie idee (ad esempio, approfondimenti sull’effetto di rinforzo meccanico ad opera di cariche organiche). I conseguenti filoni di ricerca si sviluppano in quattro direzioni, con studi specifici che riguardano: i meccanismi di rinforzo in sistemi elastomerici micro e nanocaricati, con studio particolare L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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degli effetti delle interazioni fra i singoli componenti sulle proprietà della gomma; il comportamento a frattura, con rilevamento delle proprietà, che definiscono la resistenza alla rottura, e quantificazione di una grandezza che caratterizzi il materiale in oggetto; i materiali innovativi/funzionali e la progettazione con l’ausilio di programmi per l’analisi agli elementi finiti sia del processo di stampaggio ad iniezione che del comportamento strutturale di componenti in plastica/gomma (moldflow).
Linee di ricerca e i contatti • • • •
Reologia dei polimeri e di sistemi a base polimerica Meccanica di polimeri, compositi e nanocompositi Sviluppo di nuovi materiali polimerici Tecnologia dei polimeri e progettazione con materie plastiche ed elastomeri Contatti silvia.agnelli@unibs.it stefano.pandini@unibs.it giorgio.ramorino@unibs.it
Il laboratorio
Tutta l’attività di ricerca si avvale del supporto di un laboratorio che, disponendo degli idonei macchinari per la trasformazione dei materiali (miscelatore Brabender, presse per stampaggio ad iniezione e compressione, ecc.), è in grado di effettuare analisi chimico-fisiche, con apparecchiature DSC, TGA, FTIR e altre, prove meccaniche, con dinamometro, pendolo per impatto, analizzatore DMTA, prove reologiche, con reometri bicapillare, rotazionale
ed elongazionale, melt flow indexer ed effettua analisi con software CAE.
Mercato e collaborazioni
Il Gruppo di Scienza e Tecnologia dei Materiali è in contatto con numerose aziende del settore gomma, tra cui Pirelli Tyre e CF Gomma, e conta sulla collaborazione di istituti nazionali ed internazionali quali ESIS (European Structural Integrity Society), INSTM (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali) ed ECNP (European Centre of Nanostructured Polymers). 28
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Focus
INCHIESTA Il mercato Le nostre domande 1
Siamo a metà 2015, nel momento più caldo dell’anno. Quali sono le vostre valutazioni sul mercato fino a questo momento e quali sensazioni avete per il secondo semestre?
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Il prezzo basso del petrolio e il cambio favorevole dell’euro in confronto al dollaro creano, secondo gli analisti, situazioni favorevoli. D’altro canto le sanzioni alla Russia frenano gli scambi con questo paese. Dal vostro punto di vista in che misura hanno impattato queste situazioni congiunturali sui prezzi dei prodotti da voi trattati e sul commercio extra UE?
delle materie prime Il mercato delle materie prime è quello che, primo fra tutti, indica una reale ripresa della produzione e dell’economia. Per questo motivo, a fronte dei tanti proclami di uscita dalla crisi che si leggono sui quotidiani e si sentono in tv, abbiamo chiesto a produttori e distributori di materiali per l’industria della gomma quale sia la loro percezione. Ne esce un quadro variegato, ovviamente influenzato dal tipo di attività di ogni singola azienda, che tende ad essere moderatamente ottimista per il prosieguo del 2015 ma senza trionfalismi. Né mancano posizioni più caute, determinate dagli evidenti segni di instabilità ancora presenti, che anche nel giro di un semestre alternano momenti di crescita ad altri di stasi
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio ∙ agosto 2015
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FOCUS
Le risposte degli esperti Aziende italiane
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Ultimamente nuove commesse muovono il mercato anche con sviluppo di nuove mescole per l’automotive
Giovanni Arnò Azienda Chimica Milanese
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Simone Calabrini Caldic Italia
L’anno è partito un po’ sotto tono, ma ultimamente nuove commesse smuovono il mercato dell’articolo tecnico anche con sviluppo di nuove mescole nell’ambito automotive.
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Sostanzialmente siamo dei distributori di cariche chiare ed ausiliari, i nostri fornitori sono tutti europei, i nostri contratti ci vincolano al mercato italiano. Le cariche solitamente non subiscono volatilità di quotazioni. Certamente i compounder potranno sfruttare prezzi favorevoli sia per il mercato UE che extra UE, ma rimane un mercato difficile anche per la concorrenza di mescole prodotte nei paesi dell’Est Europa e in Turchia.
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I buoni risultati ottenuti nel primo semestre non sarebbero stati possibili senza il cambio favorevole euro/dollaro
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1
Il primo semestre 2015 ha dato risultati più che positivi Il gruppo Bluestar Silicones International ha inanellato 4 mesi consecutivi di record di vendite (e profitti). Nello specifico, anche Bluestar Italia ha mostrato un significante incremento sia rispetto ai risultati dello scorso anno che al budget prefissato. I motivi di questa crescita sono da ricercarsi sia nel buon momento economico di alcuni settori (Elettrico/ Elettronico, Automotive, Consumer), ma anche al cambio dollaro/euro che ha dato ulteriore benzina ai profitti del gruppo. C’è quindi molta fiducia per il secondo semestre, gli indicatori di luglio sono stati molto promettenti. Difficile dire se anche gli ultimi mesi del 2015 avranno lo stesso andamento, ma riteniamo che ci possano essere i presupposti per essere ottimisti
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I buoni risultati ottenuti nel primo semestre non sarebbero stati così positivi senza l’influenza del cambio euro/dollaro. Meno importanza l’ha avuta il prezzo del petrolio. La questione dell’embargo alla Russia non ha avuto, finora,
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Nonostante una leggera ripresa dei consumi riscontriamo una certa instabilità che si protrarrà almeno fino a fine anno
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Dario Pizzato Bluestar Italia
conseguenze ingenti per il gruppo, anche se alcune filiali, storicamente più vicine al business con la Russia, ne hanno risentito più di altre.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio ∙ agosto 2015
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Nel corso del primo semestre abbiamo notato una leggera apparente ripresa dei consumi. Tuttavia riteniamo che continui ad esserci una certa instabilità che si protrarrà almeno fino a fine 2015.
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Nonostrante la svalutazione dell’euro rispetto al dollaro gli incrementi dei prezzi non hanno ancora scontato questo gap. Nel corso del secondo semestre i prezzi saranno sicuramente in deciso rialzo.
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Tenuto conto della tipologia del nostro portafoglio gli effetti sul prezzo non si sono sentiti per le specialties
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Daniele Girelli Eico Novachem 1
Per Eico Novachem la prima metà dell’anno ha confermato l’andamento già riscontrato lo scorso anno. Abbiamo vissuto un assestamento di quanto recuperato lo scorso anno. Mentre per il prosieguo dell’anno, fatte salve le brutte sorprese ormai sempre possibili di questi tempi, le indicazioni sono per un leggero recupero. Sulla seconda parte dell’anno spero avrà un positivo effetto la ripresa, che sembra ora più sostenuta, del settore auto, anche per il riposizionamento in positivo del produttore nazionale. Anche se per l’Italia il mercato principale rimane quello tedesco. Qualche timido segnale di ripresa si incomincia a sentire anche da un settore come quello dell’edilizia che più di altri ha molto e lungamente sofferto.
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Il prezzo basso del petrolio non sembra per ora avere avuto effetti significativi, se non all’interno della generale ripresa dei mercati al consumo. Da notare, al solito, che i produttori di materie prime tendono a scordarsi questo tipo di congiuntura favorevole mentre si attivano subito a fronte di aumenti del prezzo. L’embargo alla Russia, almeno per quanto recepito, sembra
Macchine per lo stampaggio Le nostre domande
aver toccato in modo sensibile solo alcuni settori del comparto gomma. Un esempio è quello delle scarpe, quindi produzione di fondi e suole. Negli altri settori il peso dei paesi dell’Est Europa non è altrettanto significativo. Dal punto di vista dei prezzi dei prodotti, a fronte di una generale stabilità si registrano ora alcune richieste di aggiustamenti, spesso presentati in questo periodo, che si confrontano però con una scarsa propensione ad assorbirli da parte del mercato. Tenendo conto della tipologia del portafoglio prodotti di Eico Novachem gli effetti si sono parzialmente sentiti solo su alcuni prodotti di massa, mentre le specialità non sono state toccate.
«Importiamo le materie prime da aree con valuta dollaro, il cui apprezzamento sull’euro ci ha costretto a ridurre i margini» Christian Pedone Eico Specialties 1
Francamente ci aspettavamo un primo semestre più scoppiettante, soprattutto nella prima parte (gennaiomarzo). Nel trimestre aprile-giugno invece c’è stata una controtendenza, in concomitanza dell’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro che deve aver incentivato l’export. Il tutto ha prodotto un incremento di fatturato valutabile sul 7 %.Per la seconda parte dell’anno ci aspettiamo un consolidamento del risultato ottenuto.
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Sicuramente questa situazione ha portato un vantaggio ai nostri clienti che operano nei mercati esteri, che oggi possono competere non solo con la qualità da tutti riconosciuta, ma anche con un vantaggio economico. Eico Specialties opera esclusivamente sul territorio nazionale, ma importa le materie prime da aree con valuta dollaro. Questo status ci ha creato non pochi problemi, nel giro di poche settimane il dollaro da 1,30 € è passato a 1,09 € per poi attestarsi a 1,12 € attuali. Come è facilmente intuibile , per mantenere il più costante possibile il prezzo ai nostri clienti, abbiamo dovuto rivedere i nostri margini.
«Gli effetti positivi del cambio sulle esportazioni dei nostri clienti non hanno ancora avuto effetto sul nostro fatturato» Cinzia Gottero Eigenmann & Veronelli
1 Siamo a metà 2015, nel momento più caldo dell’anno. Quali sono le vostre risultanze sul mercato fino a questo momento e quali sensazioni avete per il secondo semestre? 2 Il prezzo basso del petrolio e il cambio favorevole dell’euro in confronto al dollaro creano, secondo gli analisti, situazioni favorevoli. D’altro canto le sanzioni alla Russia frenano gli scambi con questo paese. Dal vostro punto di vista in che misura hanno impattato queste situazioni congiunturali sui prezzi dei prodotti da voi trattati e sul commercio extra UE?
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Buon Inizio 2015 con molte richieste. Nella seconda metà del semestre le richieste di nuovi prodotti e nuove sperimentazioni sono aumentate e di parecchio. Dalla fine del primo semestre e inizio del secondo vediamo una flessione e soprattutto qualche preoccupazione. Pochi programmi e qualche incertezza. Tutti puntano a cercare nuovi clienti all’estero. L’estero resta ed è un obiettivo per molti dei nostri clienti. Lo ha dimostrate anche l’ultima edizione del DKT, che ha avuto una grande presenza italiana . Il secondo semestre si presenterà molto faticoso per via anche delle incertezze dell’economia mondiale, che portano a una riduzione degli investimenti e di conseguenza dei consumi.
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Il nuovo cambio euro/dollaro ha impattato negativamente sui prezzi di alcuni materiali, prevalentemente prodotti in area dollaro, come gli acceleranti, rendendoli meno competitivi sui nostri mercati. Lo speculare effetto positivo sulle esportazioni dei nostri clienti, invece, non si è ancora reso tangibile, anche se l’aspettativa rimane positiva nel medio periodo, con il conseguente impatto positivo sui consumi di materie prime e quindi sul nostro fatturato. Le nostre esportazioni sono prevalentemente in area euro o in paesi come la Russia e la Turchia, le cui rispettive valute hanno sofferto di un calo ancora più significativo rispetto al dollaro, e quindi il ridotto valore dell’Euro non ha portato benefici per il nostro lavoro.
Aziende estere
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Non abbiamo ancora riscontrato sostanziali differenze rispetto alle nostre previsioni di budget di fine 2014
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Stefano Corna IMCD 1
Al momento non abbiamo registrato sostanziali differenze rispetto a quanto ipotizzato a fine 2014. In linea con il budget e in trend positivo nel raffronto con lo scorso anno. Per la seconda metà dell’anno ci aspettiamo una lenta ma solida
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FOCUS crescita delle nostre attività e vendite, anche grazie alla leggera ripresa del mercato delle costruzioni e più sostanziale dell’automotive.
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La situazione del dollaro favorisce certamente chi utilizza materie prime europee ed esporta in area dollaro, questo è chiaro e lampante, ma quante aziende italiane sono in questa situazione? Sicuramente non tutte. Vi sono situazioni in cui l’obiettivo commerciale delle aziende italiane è l’Italia o, più in grande, l’Europa, mentre le materie prime provengono da Far East o America. In questo caso sicuramente non è vita facile. Le materie prime sono in aumento e il mercato finale non sempre pronto a recepire. Una considerazione completa su questo fenomeno necessiterebbe di approfondimenti statistici sulle aree di interesse delle nostre aziende. L’altro fenomeno di attualità e che contribuisce a definire l’attuale scenario economico, ovvero le sanzioni alla Russia, credo ci penalizzino dal punto di vista commerciale. L’Italia è probabilmente la nazione meno favorevole (commercialmente parlando) a queste sanzioni. Le aziende italiane (alimentari, viti vinicole, della moda ed altri) hanno storicamente avuto ampi sbocchi commerciali in Russia che oggi sono molto ridotti. Qui sta alla capacità delle aziende nel cercare di “sostituire” le mancate attività commerciali in area Russa con altre nuove esportazioni. Sommando tutto, ma proprio tutto, rimango ottimista e confido in un buon 2015.
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I risultati positivi nel 2015 hanno cominciato a manifestarsi dal mese di marzo e ci rendono ottimisti per il resto dell’anno
Stefano Schaupp Itaprochim
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L’anno è iniziato in modo piuttosto difficoltoso. Gennaio e febbraio sono stati decisamente al di sotto del medesimo periodo dello scorso anno. Da marzo invece, abbiamo visto un deciso miglioramento, che ha portato ad un incremento di qualche punto percentuale del fatturato del primo semestre 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014. Siamo quindi ottimisti per il resto dell’anno anche se le incognite sono molte.
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La domanda è interessante, perché le risposte sono molteplici. Sicuramente il prezzo basso del petrolio ha permesso di contenere il prezzo di alcuni materiali, ma i vantaggi (per noi) non sono stati rilevanti, poiché tutto il mercato globale ha goduto degli stessi vantaggi e quindi poco ha inciso sulla concorrenza. La debolezza dell’euro ha generalmente aiutato l’export extra-UE, ma ha limitato il mercato di tutti quei prodotti che vengono quotati internazionalmente in dollari e che, per mancanza di risorse locali, devono essere importati. Itaprochim ha un portafoglio prodotti molto vario 32
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio ∙ agosto 2015
e distribuisce anche materiali importati. In molti casi la forza del dollaro ci ha limitato sul mercato nazionale e europeo. Al contrario invece ci ha dato una mano sul mercato cinese, dove abbiamo da poco iniziato la distribuzione dei nostri prodotti. In sintesi l’euro debole ha portato, in molti casi, a un aumento del prezzo di molte materie prime sul mercato europeo, mentre ha permesso di essere più aggressivi sull’export (sia per i nostri prodotti, che per i manufatti prodotti dai nostri clienti). Dal mio punto di vista il bilancio è comunque positivo La Russia è un discorso a sé. Per scelta non forniamo direttamente il mercato russo, ma molti nostri clienti, soprattutto nell’Est Europa, hanno come sbocco principale l’ex impero sovietico. La crisi del rublo in aggiunta alle sanzioni internazionali ha inciso profondamente sulla possibilità di esportare in Russia e soprattutto i mesi di dicembre, gennaio e febbraio sono stati veramente drammatici. Oggi la situazione è migliorata (il rublo ha raggiunto, seppur svalutato, una certa stabilità), ma la situazione è lontanissima dal primo semestre 2014 e soprattutto è molto difficile azzardare una qualsiasi previsione.
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Parlare di ripresa è molto prematuro: i consumi dei prodotti che commercializziamo sono stati molto altalenanti
Ambrogio Dufour Lagorio & Dufour
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Durante la prima metà dell’anno i mercati sono andati più a rilento sia rispetto al periodo precedente, sia rispetto alle aspettative. Alla crisi del mercato russo, che rappresenta una fetta importante dell’export, si è sovrapposto un più generalizzato peggioramento del consumo interno. Alcuni degli indotti più importanti (automotive e calzaturiero) hanno impiegato quasi un quadrimestre a ripartire, dando i primi timidi segnali di vita tra aprile e maggio. Tuttavia parlare di ripresa è molto prematuro. I consumi dei prodotti da noi commercializzati (gomme e lattici naturali e gomme sintetiche) sono stati molto altalenanti, rendendo sempre più delicata la gestione della logistica. Il crollo del prezzo di alcuni monomeri (in particolare del butadiene) ha contribuito, a lieve sostegno dei consumi, a tenere bassi i prezzi delle materie prime. Tendenza che però pare essere cambiata negli ultimi mesi. Tuttavia in questo momento, complice anche la momentanea stabilizzazione del cambio euro/dollaro, ed in generale la debolezza della domanda rispetto all’offerta, vediamo un lieve miglioramento della situazione, che fa ben sperare per la seconda metà dell’anno.
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I prezzi delle gomme naturali non hanno risentito direttamente della riduzione del costo del petrolio, mentre hanno accusato la riduzione del valore dell’euro verso il dollaro, in quanto il valore della stessa merce in dollari è diventata più cara in euro. Invece le gomme sintetiche sono state influenzate dalla
Macchine per lo stampaggio Le nostre domande
riduzione del prezzo del petrolio che ha comportato una riduzione del prezzo del butadiene. Il commercio extra UE invece ha tratto vantaggio dall’indebolimento dell’euro per la maggiore competitività in area dollaro, aiutando quindi l’export. D’altra parte le sanzioni alla Russia hanno creato, in aggiunta alla crisi in Ucraina, notevoli difficoltà all’esportazione sopratutto, per quanto concerne i consumatori di gomma, al settore calzaturiero.
1 Siamo a metà 2015, nel momento più caldo dell’anno. Quali sono le vostre risultanze sul mercato fino a questo momento e quali sensazioni avete per il secondo semestre? 2 Il prezzo basso del petrolio e il cambio favorevole dell’euro in confronto al dollaro creano, secondo gli analisti, situazioni favorevoli. D’altro canto le sanzioni alla Russia frenano gli scambi con questo paese. Dal vostro punto di vista in che misura hanno impattato queste situazioni congiunturali sui prezzi dei prodotti da voi trattati e sul commercio extra UE?
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In un periodo molto incerto ritengo vincente il nostro sforzo di sviluppare nuovi progetti e partire con nuove omologazioni
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Annalisa Pini Lehvoss Italia 1
Arriviamo da un buon 2014 che ha visto negli ultimi due mesi dell’anno un’inversione di tendenza rispetto il primo semestre. Tale andamento è proseguito anche per i primi tre mesi dell’anno 2015, per quanto riguarda Lehvoss Italia, e pare che “finalmente” nel secondo semestre si sia invertita la rotta, con ordini più corposi e, soprattutto, regolari. Devo però sottolineare che nonostante questo percepisco un pessimismo diffuso da parte dei clienti che lamentano a loro volta scarsa visibilità e forte competizione sia interna sia a livello europeo. Previsioni per la seconda parte dell’anno non ne faccio. Ci sono numerosi movimenti intorno alle materie prime, principalmente polimeri, chiusure di impianti, aperture di altri, implementazioni di linee produttive, cambi di strategie da parte dei fornitori stessi. Certo è che in questa situazione di profonda incertezza ritengo sia vincente sviluppare nuovi progetti e partire con nuove omologazioni, azioni alla base del nostro lavoro quotidiano.
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Per quanto ci riguarda il rafforzamento del dollaro sull’euro è stato un elemento di enorme disturbo. I nostri fornitori (Kumho Polychem, KKPC, Denka, Black Cat, Kemai, Puyang Willing e altri) sono per la maggior parte del Far East e, quindi, i nostri acquisti sono in dollari. Lo svantaggio generato dalla diminuzione del valore del cambio da 1,37 nello scorso luglio a 1,11 (valore di luglio 2015) è stato in parte recuperato da una diminuzione nel costo della materia prima, fattore che ha toccato prevalentemente gli elastomeri ,mentre in altri casi purtroppo ci ha obbligato o a ridurre la nostra marginalità o ad applicare aumenti. Per reagire alla volatilità del cambio e garantire più stabilità nelle quotazioni ai clienti Lehvoss Italia ha aumentato lo stock e accettato ordini a programma anche per più mesi, e ritengo che questa decisione sia stata vincente e apprezzata dai clienti. Per quanto riguarda i potenziali vantaggi legati all’esportazione noi non siamo stati toccati, poiché ci rivolgiamo prevalentemente al mercato italiano e penso che anche i clienti a loro volta abbiano avuto pochi benefici, poiché sono stati compensati
in vari casi dagli svantaggi nell’acquisto delle materie prime, che in molteplici casi arrivano dall’Asia.
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Abbiamo riscontrato scarsità di certe materie prime a causa della difficoltà di alcune fabbriche cinesi a rispettare le disposizioni ambientali
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Giuseppe Rossi Nymco 1
Abbiamo assistito finora a un semestre caratterizzato da repentine variazioni della domanda, anche a distanza di poche settimane. Nel complesso la domanda è buona, ma con una prospettiva di breve respiro. Non si è ancora recuperato completamente il gap che si era creato al culmine della recessione, e la clientela non è propensa a ripristinare le scorte se non a livelli medio-bassi. Da segnalare comunque, come fatto positivo, la ripresa della domanda anche nel settore automotive. Per quanto riguarda le prospettive per il secondo semestre, ferma restando la predisposizione del mercato a non fare scorte, le sensazioni sono per un’ulteriore ripresa.
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Il cambio favorevole dell’euro in confronto al dollaro, se da un lato ha favorito le esportazioni della nostra clientela, dall’altro lato ha inevitabilmente causato un aumento dei prezzi di molte materie prime, visto che in buona parte vengono prodotte in aree che hanno come valuta di riferimento il dollaro Usa. A questo si deve aggiungere la problematica legata alla difficoltà di alcune fabbriche cinesi nel rispettare le disposizioni di carattere ambientale, causando così una certa scarsità nella disponibilità di alcune materie prime. Per quanto riguarda le sanzioni alla Russia queste hanno certamente provocato problemi in alcuni comparti produttivi, penso soprattutto al comparto marchigiano delle calzature.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio ∙ agosto 2015
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FOCUS
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Per il secondo semestre, più che di sensazioni parlerei di speranze, riposte soprattutto negli interventi posti in essere dal nostro governo
Giorgio Marzari RDC
Federico Doveri Sinta
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Per quanto ci riguarda parliamo ancora di un mercato instabile, sia in termini di richieste che di prezzi. Si passa da momenti di particolare euforia ad altri di parziale calma. Indubbiamente non si può affermare di essere fuori dalla crisi economica, che ormai da anni non permette di programmare fabbisogni e investimenti in modo razionale. Il secondo semestre che si sta affacciando sembra confermare questo andamento.
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Non ci sono dubbi che il prezzo basso del petrolio e il cambio favorevole dell’euro siano fattori che stimolano positivamente le vendite verso paesi extra UE, ma è altrettanto vero che ormai sono molte le materie prime acquistate in dollari e, conseguentemente, i benefici vengono parzialmente annullati. La situazione russa la teniamo costantemente monitorata e sicuramente non agevola il trading verso quel paese: i recenti dati pubblicati confermano l’Italia fortemente penalizzata, con perdite importanti di quote commerciali. Per quanto ci riguarda i nostri clienti sono gruppi internazionali, anche con sedi operative in Russia, e questo per il momento ci permette di continuare la collaborazione.
«A inizio anno il petrolio a basso prezzo ha contribuito
a ridurre le quotazioni dei polimeri, ma ora sta crescendo il prezzo dei monomeri
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Massimiliano Petris Rogitex 1
Nonostante le incertezze legate alla finanza europea e mondiale, che non aiutano certo la timida ripresa continentale, noi abbiamo avuto una prima parte dell’anno decisamente positiva. Nel secondo semestre ci aspettiamo un trend simile.
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All’inizio dell’anno, in effetti, il petrolio a basso prezzo ha contribuito, insieme ad altri fattori, a far toccare i minimi alle quotazioni dei polimeri. Già a marzo è iniziata una controtendenza che segue invece l’andamento dei monomeri. Problemi legati all’importazione non ne abbiamo riscontrati, tant’è che abbiamo aumentato i volumi di vendita.
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Viviamo una situazione di mercato instabile, in cui momenti di euforia si alternano ad altri di parziale calma
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio ∙ agosto 2015
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Dopo un inizio anno promettente, abbiamo riscontrato un nuovo raffreddamento del mercato, sia dal punto di vista delle consegne che dei nuovi ordini. Questi ultimi sono stati frenati anche da un rialzo dei prezzi delle materie prime da noi trattate, dovuto al forte deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro americano (moneta di riferimento per il trading di queste commodity) e dal contestuale aumento dei prezzi del materiale alla fonte, causato sia dalla stagionale riduzione della produzione che da interventi di tipo calmierante da parte dei principali paesi produttori, messi in essere sulla scia di un precedente semestre in cui tali prezzi erano rimasti troppo bassi, se non addirittura sotto la soglia dei costi di produzione. Per il secondo semestre, più che di sensazioni parlerei di speranze, ovvero che tutti gli interventi posti in essere dal nostro governo per stimolare la ripresa dei consumi (che finora non possiamo dire di aver percepito), uniti al mantenimento di un euro piuttosto debole per aiutare la competitività dei nostri prodotti finiti, portino ad un più tangibile miglioramento della situazione. In un’ottica più ampia riteniamo comunque che i livelli di consumo e di crescita ante-2008 difficilmente torneranno a palesarsi nel breve e medio periodo, non solo in Italia ma nell’intera Unione Europea.
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È indubitabile che un petrolio basso (dai cui derivati si producono molti tipi di gomme e lattici sintetici) influisca anche sul prezzo di gomme e lattici naturali che noi trattiamo, nella misura in cui le due tipologie di prodotti sono interscambiabili, a seconda della convenienza economica, in diversi settori produttivi. Diversa, almeno per i prodotti di nostra competenza, la questione valutaria come ho spiegato nella risposta precendente. D’altro canto sono proprio gli indici come il prezzo del petrolio che danno il “polso” della salute dell’economia globale, che infatti risulta asfittica oramai da diversi anni; nello specifico, effettivamente le sanzioni contro la Russia (è di questi giorni il risultato di uno studio che indica per i prossimi anni una perdita di 100 miliardi di euro e 2 milioni di posti di lavoro in Europa a causa delle sanzioni) hanno influenzato negativamente alcuni settori commerciali, quali il calzaturiero e la moda, piuttosto importanti per la nostra gamma di materie prime. A questo va aggiunto anche il rallentamento dell’export verso la Cina, che è stata spesso in questi anni l’unico mercato con cui siamo riusciti ad avere “numeri” positivi. Riesce solo parzialmente a mitigare questo quadro, non certamente positivo, il miglioramento dell’export verso gli Stati Uniti, questo sì positivamente influenzato anche dal deprezzamento della nostra moneta unica.
Macchine per lo stampaggio Le nostre domande
«È preoccupante riscontrare, per alcune materie prime,
1 Siamo a metà 2015, nel momento più caldo dell’anno. Quali sono le vostre risultanze sul mercato fino a questo momento e quali sensazioni avete per il secondo semestre?
la nostra dipendenza quasi assoluta dai paesi del Far East
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2 Il prezzo basso del petrolio e il cambio favorevole dell’euro in confronto al dollaro creano, secondo gli analisti, situazioni favorevoli. D’altro canto le sanzioni alla Russia frenano gli scambi con questo paese. Dal vostro punto di vista in che misura hanno impattato queste situazioni congiunturali sui prezzi dei prodotti da voi trattati e sul commercio extra UE?
Torchiani Fonte interna all’azienda 1
Nonostante i proclami di ripresa, che televisione e media ci propinano a tambur battente con cifre positive impressionanti (nell’ordine del +0,1%, che fa ridere, come dice il proverbio, per non piangere), a conti fatti il mercato si mantiene finora in uno stato di letargo assistito. L’assistenza è fornita da una situazione delle materie prime che, ben lungi dall’assestarsi, vive di annunci di aumenti che, è vero, a volte si realizzano (vedi neri di carbonio), ma più spesso restano pura teoria a fronte di una costanza di quotazioni tendenti spesso al ribasso. Non si capisce il perché di questa cronica confusione, in cui sguazzano società commerciali a volte improvvisate e/o familiari e dove imperversano, pur di vendere, anche società di indubbia fama e serietà.
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Senz’altro le due situazioni citate avrebbero potuto creare scenari favorevoli. Peccato che oggi, giugno 2015, il cambio euro/dollaro sia più o meno stabile intorno a 1,12: qualche settimana fa c’era chi giurava che si sarebbe arrivati a breve alla parità, anzi a un cambio inferiore a 1, vuoi vedere che a volte gli esperti sbagliano? Adesso parlano di una forchetta tra 1,10 e 1,15 per un po’ di mesi. Nel frattempo alcuni produttori russi, tradizionalmente amanti del dollaro, come del resto i cinesi, stanno facendo sfracelli sul cambio, così che oggi è meglio acquistare dalla Russia in dollari, potendo: i loro prodotti comunque arrivano come prima, in linea di massima, c’è solo la difficoltà del cambio euro/dollaro e dei trasporti, che a volte non si riescono ad organizzare a tempo debito, perché scarseggiano i TIR che in passato andavano là carichi di nostre merci e tornavano con materie prime, mentre oggi vanno là più di rado… e fortunato chi ne trova per il ritorno. I prezzi dei prodotti per gomma, sia polimeri che additivi, sembrano seguire una logica perversa più legata alla concorrenza tra produttori che a situazioni congiunturali. Un esempio: sono stati chiusi recentemente i cracking dell’ossido di etilene di, non andiamo errati, quattro produttori. Di conseguenza il prezzo del PEG 4000 sarebbe dovuto aumentare decisamente. Iinvece no, un cliente serio e affidabile ci dice che fino a settembre pagherà il prezzo di tre mesi fa. Che dire? È preoccupante invece che poco si dica della dipendenza quasi assoluta, per alcuni materiali, dai produttori del Far East: quando questi chiuderanno i rubinetti, cosa potremo fare se il prezzo aumenterà anche del doppio da mattino a sera? Antimonio triossido e molibdeno bisolfuro non hanno insegnato niente.
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Il settore elastomeri, in particolare in Italia, non ha ancora confermato una piena ripresa come invece dicono alcuni indicatori di fiducia
Versalis Fonte interna all’azienda
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Dobbiamo sicuramente distinguere le tendenze del mercato Europa da quello extra europeo, e in particolare asiatico e nordamericano. Per quanto riguarda il nostro mercato di riferimento (EU), occorre sottolineare che, a differenza di altri settori, quali le materie plastiche, che per una serie di motivi anche congiunturali hanno visto una buona crescita della domanda rispetto all’anno scorso, il settore elastomeri, e in particolare in Italia, non ha ancora confermato una piena ripresa, come alcuni indicatori di fiducia vorrebbero indicare. L’industria dell’automotive ha sicuramente spinto la domanda delle linee elastomeri che vanno in quel settore, come EPDM e NBR, impiegate in profili vettura, guarnizioni, sottocofano, e altri. Mentre il pneumatico, che impiega SBR, e polibutadiene, oltreché gomma naturale, in larga parte dipendente dalla domanda di secondo equipaggiamento e ha avuto sinora crescite fisiologiche, in quanto, nonostante la riduzione dei costi del carburante, le percorrenze medie non sono aumentate. Anche altri settori, quali quelli del confezionamento mescole, della calzatura, degli adesivi, non hanno manifestato significativi tassi di crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, geograficamente, siamo di fronte a un mercato a due velocità, con Nord e Centro Europa, traente soprattutto se legato all’export (per esempio la Germania), e l’area del Mediterraneo impegnato in continui tentativi di ripartenza. Le previsione per la seconda parte dell’anno vorrebbero indicare un consolidamento dei trend di ripresa, ma l’incertezza tra gli operatori rimane alta. C’è un riscaldamento dei prezzi del butadiene, anche e soprattutto in relazione ad opportunità di export verso Asia e Nord America a prezzi attrattivi, in coincidenza con riduzioni temporali di disponibilità, per manutenzioni o momentanee forze maggiori di alcuni
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FOCUS produttori; ma non ancora pienamente giustificato da un forte incremento dei consumi a livello europeo. Quindi sull’andamento dei prossimi sei mesi occorre esprimere fiducia, ma con cautela.
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Col rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, i mercati di esportazione hanno sicuramente goduto di un rilancio di competitività rispetto al 2014 dei produttori europei, che hanno anche goduto di un trend di costo di alcune materie prime, e in particolare del butadiene, più favorevole, rispetto soprattutto all’Asia. In questa area ci si è però confrontati con un rallentamento delle crescite sostenute degli anni precedenti, fenomeno che ha condizionato anche il trend di consumo del settore gomma, in particolare di quello del pneumatico; il quale ha visto una domanda interna del mercato cinese stabile, e soprattutto l’export, in contrazione, in quanto penalizzato verso gli Usa dai nuovi elevati dazi all’importazione. Il mercato nordamericano ha invece confermato i buoni trend di crescita degli anni precedenti (sia in automotive che pneumatico), offrendo opportunità alla migliorata competitività dei prodotti di origine europea. Il calo dei prezzi del petrolio, per un settore come quello degli elastomeri fortemente energivoro, ha comunque contribuito a rendere l’export europeo ancor più competitivo, tenendo conto del fatto che l’Europa rispetto ad altri mercati (Usa in particolare) ha costi energetici più alti. Permanendo questa situazione di cambio favorevole, la componente produttiva destinata all’export potrà contribuire alla sostenibilità dei business elastomeri, anche in presenza di una non marcata ripresa dell’economia europea; nel cui mercato i tassi di crescita delle gomme sintetiche, nel 2015 non si prevedono superiori ad un fisiologico 1,3 %. Diversa la situazione nei confronti della Russia, ove sono presenti produttori di elastomeri di lunga tradizione. La svalutazione del rublo, soprattutto nei primi mesi dell’anno,
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio ∙ agosto 2015
ha permesso esportazioni verso l’Europa di ingenti quantitativi a prezzi particolarmente competitivi, in prodotti quali SBR, BR, e SBC, procurando quella valuta forte di cui la Russia bisogno, ma creando una situazione di tendenziale saturazione del mercato. In questi ultimi tempi il fenomeno è però in via di attenuazione..
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Dopo un inizio lento abbiamo assistito a un recupero del mercato nel secondo trimestre 2015, che ci rende ottimisti
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Orazio Olivares Wacker 1
Il primo semestre e stato caratterizzato da un recupero, nel secondo trimestre, dopo un inizio d’anno lento, che ci porta a risultati abbastanza simili a quelli del precedente anno. Ne consegue quindi che le nostre aspettative per la seconda metà dell’anno siano orientate all’ottimismo. Ci aspettiamo un periodo probabilmente migliore dell’anno precedente.
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Riteniamo che l’influenza maggiore, con un impatto positivo, sia dovuta al cambio del dollaro. L’effetto più immediato è stato ovviamente un forte rallentamento delle importazioni per i prodotti extra EU, sia le materie prime che gli articoli finiti. Abbiamo sofferto in modo indiretto l’effetto delle sanzioni alla Russia, perché sono state ridimensionate le previsioni di esportazione per qualche nostro cliente, che erano molto buone sul 2015.
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Dalle Aziende
Tecniche LAOS su gomme vulcanizzate di Mario Beretta, Senior Scientist - R&D Center - MESGO Group e Andrea Ravasio, R&D Manager - MESGO Group
A
ccanto alle comuni tecniche reometriche che siamo tutti abituati ad utilizzare nella nostra attività quotidiana di formulatori e/o trasformatori di elastomeri vulcanizzabili, quali Oscillating Disk Rheometer (ODR) e Moving Die Rheomether (MDR), è ormai abbastanza diffuso anche il Rubber Process Analyzer (RPA). Questo strumento, che è a tutti gli effetti un analizzatore dinamico-meccanico, ha come peculiarità la possibilità di determinare proprietà delle mescole prima, durante e dopo vulcanizzazione, anche in un unico esperimento. Recentemente, oltre ai popolari esperimenti sweep di frequenza, deformazione o temperatura, è possibile, con la strumentazione adeguata, spingere all’estremo la caratterizzazione reologica estendendo il range di deformazione a cui il provino è sottoposto fino a valori di diverse centinaia di unità. Questa tecnica, che prende il nome di Large Amplitude Oscillatory Shear (LAOS), rappresenta oggi un ambito di ricerca stimolante poiché non sono ancora del tutto definitivi né interpretazione né modelli costitutivi. Per deformazioni cicliche oltre ad una certa ampiezza, infatti, intervengono degli effetti di viscoelasticità non lineare a causa dei quali prevedere e quantificare le proprietà dei materiali risulta essere difficile. Senza entrare in dettaglio nella trattazione matematica dei fenomeni di non linearità, basti dire che i comuni moduli che siamo abituati ad utilizzare in regime oscillatorio a basse deformazioni G’, G’’ e il loro rapporto 38
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Sottoponendo un provino a grandi deformazioni cicliche, la risposta del materiale mostra comportamenti particolari delle mescole in gomma, che vengono studiati con una tecnica d’indagine denominata LAOS (Large Amplitude Oscillatory Shear). Mesgo sta mettendo a punto un sistema di analisi basato su questo metodo per indagare i comportamenti dei materiali in condizioni di non linearità e arrivare a comprendere le principali caratteristiche di ogni materiale (modulo elastico, energia dissipata e limite di linearità) in maniera immediata e senza ulteriori elaborazioni di tipo matematico. La tecnica è oggi disponibile per formulatori, trasformatori e progettisti di manufatti in gomme vulcanizzabili
tan ∂ non sono adatti a descrivere in maniera efficace tali fenomeni. In figura 1 sono riportati, come esempio, l’andamento dei moduli G’ e G” di una mescola siliconica registrati durante l’esperimento LAOS (normalizzati per mettere in maggior evidenza la deviazione dalla linearità) in funzione dell’ampiezza di deformazione. Come si può notare già per deformazioni inferiori al 10 % intervengono gli effetti di non linearità per cui trattazione e significato fisico di G’ e G’’ perdono validità. Da un punto di vista ontologico, emer-
ge perciò la necessità di definire sia un linguaggio specifico che una serie di parametri per descrivere questi fenomeni di viscoelasticità non lineare.
L’esperimento LAOS su gomme
Nella più comune esperienza di laboratorio si può dimostrare che una mescola in gomma, sottoposta ad uno sforzo ciclico, risponde con una deformazione che è ciclica a sua volta. L’esempio più comune è quello di un esperimento ODR o MDR in cui il provino, sottoposto
Tecnologie a una sollecitazione sinusoidale, risponde con una deformazione sinusoidale a sua volta. Tutto ciò è vero solo per piccole deformazioni (SAOS), spesso inferiori all’1%. Nel caso il materiale subisca deformazioni più grandi, infatti, la forma della risposta del materiale inizia a deviare da quella della sollecitazione imposta, fino a che le due non sono più sovrapponibili (figura 2). Il concetto di non linearità è allo stesso tempo semplice e complesso. Sebbene sia intuitivo dimostrare la risposta non lineare di un materiale (vedi figura 1 o 2) non è altrettanto semplice comprendere i meccanismi che portano a una risposta non lineare e ricondurre questo tipo di risposta a semplici modelli matematici. L’esperimento LAOS è oggi la tecnica principale per investigare la risposta non lineare di un materiale. Sfruttando la geometria di un comune MDR, si applica una sollecitazione di taglio che porta il provino a deformarsi ad angoli sempre più ampi, che possono
Figura 1: andamento di G’ e G” di una mescola siliconica in funzione della deformazione. arrivare anche oltre il migliaio di punti percentuali. A differenza di un esperimento SAOS (ODR, MDR) che registra la prima armonica di risposta e filtra tutte le armoniche superiori, l’esperimento
LAOS campiona anche tutte le armoniche superiori, che portano tutte le componenti non lineari della risposta. Un esempio di segnale registrato durante un esperimento LAOS costituito
Figura 2: esempi di onde sinusoidali applicate e registrate durante l’esperimento LAOS. Per facilitare il confronto le onde sono state normalizzate e rifasate. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Dalle Aziende
dall’armonica fondamentale dominante e dalle armoniche superiori via via meno intense è riportato in figura 3. La semplice ispezione visiva dell’assetto ondulatorio della risposta permette di individuare e separare i contributi dovuti a problemi di natura meccanica dai contributi dati dalle proprietà intrinseche del materiale. Nella teoria del LAOS, infatti, le armoniche di ordine pari sono nulle e la loro eventuale presenza è un indice che il campione subisce degli scivolamenti o che i sensori dello strumento registrano troppo rumore. L’intensità delle armoniche dispari, invece, è direttamente proporzionale alla deformazione imposta al materiale. In figura 4 sono riportati i moduli elastici generalizzati ricavati dalla prima e dalla terza armonica. Il contributo della terza armonica diventa significativo dopo una deformazione del 10 %, soglia tra risposta lineare e non lineare precedentemente indicata. Una volta scomposto il segnale nelle armoniche, si può realizzare uno studio quantitativo sulle loro intensità (evidenziando così con precisione come risponde il materiale ma senza spiegarne il significato fisico), oppure uno studio qualitativo sulle forme d’onda (che illustra il processo fisico che avviene ma non può quantificare la risposta). Nel primo caso si studiano le intensità delle armoniche e si utilizza una scomposizione in polinomi di Chebyshev per quantificare la risposta del materiale, nel secondo caso, invece, la risposta del materiale viene rappresentata in un grafico che rappresenta lo stress di taglio totale in funzione della deformazione, mediante una serie di curve di Lissajou-Bodwitch. Come già accennato, l’esperimento LAOS nasce per studiare materiali fusi o viscosi. In questo articolo, invece, vedremo come esso può anche essere applicato alle mescole di gomma. Lo studio delle curve di LissajouBodwitch ad ogni grado di deformazione, infatti, fornisce una serie di informazioni molto utili quali: • Indicazione del modulo elastico, data dall’inclinazione della curva • Indicazione dell’energia persa ad ogni ciclo, data dall’area interna alla curva • Tipo di risposta del materiale alla deformazione, dato dalla forma stessa dell’onda.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Figura 3: Esempio di output grezzo di un esperimento LAOS Una curva di Lissajou-Bodwitch è la rappresentazione grafica di un sistema di equazioni parametriche. In figura 5 è riportata la rappresentazione della risposta tramite curve di Lissajou-Bodwitch, ottenuta dalla combinazione della parte elastica (una linea inclinata) e della parte viscosa (una curva chiusa e generalmente ellittica). Nel regime lineare, la componente elastica è una linea retta, il cui coefficiente angolare è appunto il modulo elastico, mentre l’area della componente viscosa è appunto l’energia persa ad ogni ciclo.
Queste due proprietà restano vere anche nel regime di non linearità, tuttavia l’insorgere di fenomeni non lineari del materiale tende a deformare le forme di queste due componenti. Queste deformazioni possono essere ricondotte a tre forme d’onda specifiche: • Onda triangolare: questa forma indica un materiale che, ad ampie deformazioni, tende ad irrigidirsi e a diventare meno deformabile • Onda quadrata: questa forma indica un materiale che, ad ampie deformazioni, tende a rammollirsi e ad essere
Figura 4: Andamento dei moduli generalizzati delle prime due armoniche dispari in funzione della deformazione applicata.
Tecnologie
Figura 5: composizione di una curva di Lissajou-Bodwitch
dratica), sia se le armoniche superiori vanno a sommarsi all’armonica fondamentale tutte con lo stesso segno o a segni alterni. Ognuna di queste forme d’onda impone alle curve di LissajouBodwitch una deformazione caratteristica; è quindi possibile interpretare la risposta non lineare del materiale studiando le curve dell’esperimento LAOS in base alla loro forma, specificando a quale categoria di forma d’onda sono dovute e risalendo al tipico comportamento corrispondente. È da notare che la deformazione non lineare per la componente elastica e per quella viscosa sono indipendenti e vanno trattate separatamente. Di seguito saranno presentati alcuni esempi pratici, nello specifico confronti tra mescole in gomma naturale, siliconiche, fluorurate perossidiche, per mostrare come l’esperimento LAOS e le curve di Lissajou-Bodwitch possano essere un metodo di interpretazione facile e immediato delle proprietà viscoelastiche non lineari delle mescole in gomma.
Esempi pratici di esperimenti LAOS su gomme vulcanizzate
Figura 6: curve di Lissajou-Bodwitch ottenute sul campione in gomma naturale (a) e sul campione in poliisoprene sintetico (b). Nei grafici c e d sono rappresentate le corrispondenti componenti elastiche a diverse deformazioni. più facilmente deformabile • Onda a dente di sega: questa è una forma che si ottiene con il contributo di armoniche pari, porta alla formazione di curve che si intrecciano ed è indice di scivolamenti del materiale o di
problemi nella misura, più che di vere e proprie proprietà non lineari La generazione di ogni forma specifica dipende sia da come decrescono le intensità delle armoniche superiori (se linearmente o in maniera qua-
Il primo esempio di esperimento LAOS su gomme vulcanizzabili è un confronto tra una gomma naturale (NR) e un poliisoprene sintetico (IR), entrambi formulati a zolfo. Nella figura seguente sono riportate a confronto le curve di Lissajou-Bodwitch ottenute dai due materiali. Le deformazioni riportate sono solo fino al 200 % in quanto il campione in poliisoprene si è lacerato a deformazioni superiori. Come si può vedere, le curve di Lissajou-Bodwitch dei due materiali sono serie di ellissi concentriche più o meno distorte (Figura 6a e 6b); la pendenza dell’asse ellittico principale è costante fino ad una deformazione del 100 % nel caso della gomma naturale, mentre tende a diminuire più regolarmente per il campione in IR. Questo effetto è dominato dalla componente elastica della risposta (Figura 6c e 6d). Queste differenze sono da attribuirsi alle proprietà meccaniche superiori dell’NR e alla sua maggiore tendenza a cristallizzare sotto stiro. Un secondo esempio di trattazione LAOS è costituito dal confronto L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Figura 7: esperimento LAOS condotto su un silicone da alta fatica (a) e su di un silicone General Purpose (b).
Figura 8: componente elastica (a) e viscosa (c) del silicone ad alta fatica ed equivalenti (b,d) del silicone general purpose Purpose (b). 42
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Tecnologie di una mescola siliconica da fatica con una formulata con base general purpose di uguale durezza. È interessante notare che i due materiali mostrano sia curve MDR che carico e allungamento a rottura molto simili. Eppure un manufatto realizzato con il primo è in grado di sopportare milioni di cicli di deformazione mentre il secondo fallisce miseramente dopo qualche migliaio. Un silicone da fatica è un materiale pensato per resistere a lunghi cicli di deformazioni senza alterare le sue proprietà. Se, durante le deformazioni, l’energia che si disperde fosse molto elevata, allora da un lato sarebbe necessario continuare a fornire energia al sistema, dall’altro l’energia dispersa in calore farebbe aumentare la temperatura della gomma, andando quindi ad innescare fenomeni di degradazione. Il confronto di seguito riportato mostra come la tecnica LAOS permetta, in maniera molto efficace, di differenziare i due materiali e prevedere il miglior comportamento per applicazione ciclica del silicone da fatica. Tutto ciò con un unico esperimento della durata di qualche minuto. Come si può vedere in figura 7, l’ampiezza delle ellissi del silicone da fatica è minore rispetto al corrispondente general purpose e questo è indice che, ad ogni ciclo, il silicone da fatica disperde meno energia. Oltre a questo, tuttavia, è interessante notare come i due materiali presentino altre differenze all’esperimento LAOS (figura 8): il silicone da fatica possiede un modulo elastico più elevato, che non mostra deviazioni dalla linearità nel range di deformazioni in analisi se non alla massima deformazione applicata (300 %). Riguardo alla componente viscosa, invece, i due materiali risultano essere profondamente differenti. Il silicone da fatica mostra curve di forma romboidale: lo stress viscoso che raggiunge il massimo al minimo di deformazione e decresce in maniera quasi costante subito dopo, andamento tipico di una forma d’onda triangolare. Il silicone general purpose, invece, tende a mostrare curve dalla forma più rettangolare, nelle quali lo stress viscoso resta costante in un intervallo di de-
formazione vicino alla deformazione minima e decresce rapidamente subito dopo, che è un indizio di una forma d’onda quadrata. La migliore resistenza all’usura della mescola da fatica può essere ricondotta a questa differenza: durante la deformazione ciclica il polimero della mescola da fatica rilascia gradualmente lo stress viscoso che ha accumulato, mentre il polimero general purpose tende ad accumularlo e a rilasciarlo tutto assieme. Questo permette alla mescola da fatica di meglio disperdere l’energia accumulata e, di conseguenza, di resistere ad un numero di cicli di stress e rilassamento più elevato. L’ultimo caso presentato è quello di due mescole fluorurate, entrambe perossidiche. Anche in questo caso sono state volutamente selezionate con curve di vulcanizzazione e proprietà fisico-meccaniche (durezza, modulo, ecc.) molto simili. Una delle due mescole, tuttavia, è formulata con polimero per basse temperature. Sebbene la differenza tra i due polimeri sia facilmente determinabile definendo la temperatura di transizione vetrosa (Tg) via DSC o DMA, è interessante notare che anche l’esperimento LAOS è in grado non solo di evidenziare che i due polimeri usati sono differenti ma anche in quali proprietà meccaniche differiscono ad una determinata temperatura. Nei due materiali, le forme delle onde non lineari sono identiche (triangolare per l’elastica, quadrata per la viscosa), cosa comprensibile dato che entrambe le mescole sono pensate per applicazioni in O-ring, mentre per quanto riguarda il modulo elastico e la componente viscosa è possibile fare alcune interessanti osservazioni. La prima cosa che si evidenzia è che le curve della gomma fluorurata per applicazioni a bassa temperatura presentano ellissi più allargate (figura 9), ovvero componenti viscose più intense. Questo è legato al fatto che questo materiale, rispetto all’altro, si trova ad una temperatura più distante dal punto di irrigidimento rispetto alla sua controparte e, pertanto, risulta essere più “morbido”.
Parte sperimentale Gli esperimenti LAOS sono stati condotti con un Rubber Process Analyzer RPA 2000 Alpha Technologies dotato di modulo EDR (Extended Dynamic Range), per poter registrare fino all’ottava armonica superiore oltre che all’armonica fondamentate (per un totale di nove armoniche), e di un motore servo VFM10 (Intek) per aumentare l’ampiezza della deformazione radiale possibile fino al 600 %. Gli esperimenti LAOS sono stati costruiti sommando ad un curing di 10 minuti (ad una temperatura adatta alle condizioni di vulcanizzazione di ogni mescola) dieci subroutines LAOS condotte alla temperatura di 80 °C e frequenza 1 Hz ma con deformazioni angolari che variano da 1 % fino a 300 %. Per ogni subroutine sono stati registrati i parametri S’, S” e S* (un valore per ogni armonica) da cui sono stati poi ricavati G’, G”, G*, tan ∂ e rielaborati in modo da rappresentare la risposta del materiale in una curva di LissajouBodwitch. Come misura di controllo sono anche stati riportati G’ e G” dell’armonica fondamentale in funzione dell’ampiezza di deformazione, per stabilire la minima deformazione per cui intervengono gli effetti di non linearità.
Un altro dato interessante fornito dalle curve riguarda la componente elastica: se per il materiale fluorurato per basse temperature il modulo elastico resta più o meno costante, ma tende a dare contributi di non linearità (indicati dalla deformazione dell’ellisse) a deformazioni più basse, quello della mescola fluorurata varia al variare della deformazione ma presenta un più ampio range di linearità. Per l’applicazione specifica di questi due materiali, stampaggio di o-ring, queste informazioni possono essere superflue, tuttavia l’esperimento LAOS ha messo in evidenza diverse proprietà dissimili in due materiali che, con le comuni tecniche di laboratorio, sarebbero differiti solo per la temperatura di transizione vetrosa.
Conclusioni
La descrizione di questa nuova tecnica reologica, LAOS, disponibile oggi per formulatori, trasformatori e progettisti di manufatti in gomme vulcanizzabili, testimonia ancora una volta la predilezione del Gruppo Mesgo per la ricerca di nuovi materiali, applicazioni e tecniche di caratterizzazione innovative. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Figura 9: confronto diretto delle curve di Lissajou-bodwtich per le due mescole fluorurate. La tecnica LAOS per lo studio di mescole di gomma è qui presentata in maniera descrittiva e qualitativa con alcuni semplici esempi. Questa tecnica, pensata inizialmente per lo studio di materiali fusi o soluzioni viscose, è ancora nella fase sperimentale per quanto riguarda l’applicazione sulle gomme, tuttavia dai primi esperimenti da noi condotti emergono interessanti informazioni che lasciano presagire un promettente sviluppo in futuro. La tecnica LAOS, è infatti in grado di evidenziare e studiare il comportamento dei materiali in condizioni di non linearità, lontane ed estreme rispetto a quelle imposte dai comuni
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predittivi che possano meglio quantificare le componenti non lineari di ogni singola mescola. Un aspetto non ancora affrontato nell’esperimento LAOS sulle gomme, infatti, è lo studio quantitativo delle intensità delle armoniche superiori mediante polinomi di Chebyshev. Rapportando l’interpretazione fisica delle curve di Lissajou-Bodwitch con la possibilità di quantificare la risposta del materiale mediante la scomposizione polinomiale sarà possibile teorizzare dei modelli di equazioni in grado di prevedere il comportamento delle mescole in gomma nel regime di non linearità attraverso l’esperimento LAOS.
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strumenti di laboratorio che abbiamo imparato tutti a conoscere (ODR, MDR, DMA). Anche se inizialmente l’esperimento LAOS non è di facile interpretazione, la rappresentazione in curve di Lissajou-Bodwitch permette di determinare una vera e propria impronta digitale reologica e di comprendere le principali caratteristiche di ogni materiale (modulo elastico, energia dissipata e limite di linearità) in maniera immediata e senza ulteriori elaborazioni di tipo matematico. Futuri studi potranno essere rivolti ad una migliore comprensione delle curve di Lissajou-Bodwitch e, in particolare, alla stesura di protocolli
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Nuovi prodotti
Elastomeri per le alte temperature: Dupont indica una nuova strada di Riccardo Oldani
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l recente DKT di Norimberga è stato ricco di novità per il settore della gomma, sia dal punto di vista dei macchinari che delle materie prime. Tra le aziende che hanno presentato nuovi prodotti, DuPont Performance Polymers (DPP) ha segnalato l’ingresso sul mercato di due nuovi pre-compound dell’elastomero etilene acrilico Vamac®: VMX-5000 e il VMX-2122. Li segnaliamo perché, qualche settimana prima dell’inizio della fiera tedesca, DPP aveva organizzato in Italia, a Sarnico, un affollato workshop, cui hanno partecipato numerose aziende della
DuPont Performance Polymers (DPP) ha presentato al DKT IRC 2015 di Norimberga due nuovi elastomeri etilene acrilici (AEM) a marchio Vamac®, il VMX-5000 e il VMX-2122. Elevano la soglia di resistenza alle alte temperature dei prodotti di questa categoria, arrivando, nel caso del primo, a condizioni normali di esercizio fino a 180-190°C. Le applicazioni sono particolarmente promettenti per il settore automotive. Anche per questo motivo a fine maggio DPP ha organizzato un interessante workshop a Sarnico (BS) a beneficio dei tanti produttori italiani della nostra Rubber Valley. Noi eravamo presenti: ecco cos’è accaduto
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Un momento del workshop di Sarnico organizzato da DuPont Performance Polymers a beneficio di clienti e utenti finali italiani.
nostra Rubber Valley: produttori di articoli tecnici, mescolatori e anche utenti finali. Le due nuove famiglie di Vamac, infatti, sono considerate dalla divisione di DuPont particolarmente adatte per il mercato italiano, dove è molto diffusa la produzione di elementi per il settore automotive impiegati all’interno del motore, destinati sia ad aziende tedesche sia a quelle italiane del settore, gruppo FCA in testa.
Downsizing dei motori
I due nuovi precompound hanno, infatti, prestazioni molto interessanti alle alte temperature. Laurent Lefebvre, Market Development Specialist di DuPont Performance Polymers, che ha condotto l’incontro di Sarnico, ci ha spiegato nel dettaglio l’evoluzione che ha portato alla nascita dei nuovi Vamac, spinta soprattutto dalle nuove esigenze del mercato automotive. «Da qualche tem-
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po – spiega Lefebvre – assistiamo allo sforzo da parte delle case automobilistiche europee per ridurre le dimensioni dei motori, e in particolare la cilindrata, soprattutto per contenere i consumi. D’altra parte, a fronte di questo “downsizing”, i produttori devono riuscire a mantenere elevate le prestazioni per un pubblico, quello europeo, abituato ad auto performanti e confortevoli. I motori a basso volume e turbocompressi prodotti oggi in Europa rispondono a queste esigenze ma, al tempo stesso, sviluppano temperature di esercizio più elevate, mediamente superiori ai 150°C, con picchi fino a 200°C. E non è solo un fatto di temperatura: le nuove condizioni operative dei motori espongono le parti in gomma anche al contatto con fluidi aggressivi come i gas di blow-by o di scarico». Sono numerosi gli elementi e le parti in gomma impiegati nel motore che devono rispondere a queste
difficili condizioni di esercizio, quindi si imponeva lo sviluppo di compound in grado di farvi fronte. «Il Vamac VMX-5000 in particolare – spiega Lefebvre – è nato con questo obiettivo. Un progetto partito sostanzialmente tra 2011 e 2012 e giunto a compimento quest’anno. È stato un lungo lavoro di confronto con i nostri colleghi impiegati nella ricerca e sviluppo, per arrivare a una formulazione che garantisse le prestazioni richieste ma anche la durabilità necessaria all’impiego in un motore». Negli ultimi anni DuPont ha introdotto a cadenze sempre più ravvicinate nuove formulazioni del Vamac, la cui formulazione iniziale, il Vamac G, è in uso da sempre nel settore automotive. Solo per citare gli ultimi upgrade, nel 2012 è stato presentato il Vamac Ultra HT, per l’impiego a temperature elevate, e nel 2013 il Vamac Ultra HT-OR, con un’alta resistenza all’olio, per impiego in tubi o manicotti.
VMX-2122
E veniamo ai due nuovi nati, di cui DPP ha presentato le caratteristiche alle aziende italiane presenti a Sarnico e al DKT di Norimberga. Il VMX-2122, ha spiegato Lefebvre, è un dipolimero per cablaggi e cavi che si può abbinare anche con tessuti, per esempio il Kevlar, e lavora ottimamente ad alte temperature intorno ai 140°C. Può essere impiegato per tubi utilizzati negli intercooler dei motori turbocompressi, nei condotti per l’aria, nei tubi di ricircolo e anche nei tubi per il carburante con una copertura interna in FKM, nelle guarnizioni per la coppa olio o le
Nuovi prodotti punterie. Ha un’elevata stabilità del colore e consente quindi la realizzazione di mescole colorate, per pezzi da impiegare dove è importante riscontrare in modo immediato perdite di olio o di liquido. Inoltre rispetta i parametri relativi ai manicotti flessibili e alle guarnizioni per terpolimeri AEM e può essere quindi impiegato per applicazioni dove non è possibile usare terpolimeri reticolati con diammine.
VMX-5000
Il Vamac VMX-5000, proposto in tre gradi diversi, è stato formulato invece per raggiungere temperature di esercizio intorno ai 180-190°C, con punte fino a 210°C per periodi limitati, anche fino a una settimana (vedi il grafico a destra) . La formulazione consente di contenere al minimo i livelli di carica, sia per quanto riguarda il carbon black che i plastificanti, mentre non è raccomandato l’impiego di antiossidanti. DPP ha condotto approfonditi test prima del lancio sul mercato, anche in collaborazione con importanti case automobilistiche europee, che hanno indicato particolari specifiche. I confronti nelle prestazioni sono stati fatti con il Vamac Ultra HT. Per quanto riguarda le possibili applicazioni, gli esperti DPP ipotizzano anche di poter sostituire in molte applicazioni i più costosi FKM. Al di là degli impieghi nei motori tradizionali, il VMX-5000 può essere anche impiegato nei collettori di raffreddamento dei motori ibridi o in applicazioni di altro genere, per impianti idrici o dell’aria condizionata in tutte quelle condizioni di esercizio in cui si riscontrano alte pressioni.
Struttura e ricerca
La distribuzione in Italia dei nuovi Vamac è affidata a Safic Alcan, con cui DuPont Performance Polymers ha una collaborazione di lunga data. «È importante per noi – ci ha detto Laurent Lefebvre – avere queste occasioni di contatto diretto con i nostri clienti, dai compounder ai tier 1. Per questo organizziamo incontri periodici in tutti i paesi europei, ma mettiamo anche a disposizione i nostri tecnici per approfondimenti e meeting ad hoc, insieme con il distributore». Per esempio, in occasione dell’incontro italiano, è stata organizzata anche una dimostrazione pratica nella sede della Orp Stampi in cui è stato utilizzato il Vamac VMX-5000.
L’assistenza al cliente si aggiunge a un lavoro di sviluppo del prodotto molto attento, che si basa su un laboratorio molto attrezzato nella sede centrale di Ginevra, equipaggiato con mescolatore chiuso e aperto, tutti gli strumenti di laboratorio necessari allo studio delle proprietà reologiche e meccaniche dei compound, e anche con estrusore e presse verticali e orizzontali per realizzare prove di stampa. Del resto, tutto il gruppo DuPont può contare sul contributo di 10.000 ricercatori e scienziati impegnati nello sviluppo di nuovi prodotti e materiali. Ovviamente solo una parte sono dedicati al lavoro sugli elastomeri, ma questa cifra fornisce un’idea dell’impegno profuso dal gruppo nella ricerca. «Svolgiamo un attento lavoro di automotive marketing – spiega Lefebvre – cioè di indagine sugli sviluppi che il mercato e l’industria dell’automobile stanno imboccando, per prevedere le nuove tendenze e sviluppare prodotti capaci di anticipare le necessità della produzione. Una squadra di una ventina di persone lavora su questo fronte, anche con frequenti seminari e meeting con le industrie dell’automotive che ci consentono di capire il mercato. L’idea è essere così bravi da saper creare il bisogno, la necessità dei nostri prodotti, senza aspettare che escano nuove tipologie di motori o vengano introdotte nuove tecnologie per partire con lo
sviluppo di nuovi prodotti. In questo ci aiuta la presenza nel cuore del mercato europeo, che a livello tecnologico è sempre quello che detta le nuove tendenze e le nuove tecnologie. Le soluzioni sviluppate qui poi vengono trasferite anche altrove». Per esempio, una tendenza che già si prefigura all’orizzonte, per quanto riguarda lo sviluppo di nuove vetture a basso consumo ed elevate prestazioni, è la ricerca sempre più spinta di soluzioni ibride o 100% elettriche, mentre i motori a idrogeno sono considerati ancora lontani da una reale capacità di diffusione sul mercato. Per quanto riguarda gli obiettivi della ricerca su Vamac è invece in corso un notevole sforzo per migliorare la resistenza ai contatti con il carburante per facilitare il lavoro dei produttori ed evitare accoppiamenti del precompound DPP con altri materiali. L’impegno nella ricerca è senza dubbio premiante. «Nel 2015 – osserva Lefebvre – stiamo notando una crescita più rapida in Italia rispetto all’anno scorso nella vendita di tutti i prodotti del portfolio Vamac, trainata, riteniamo, dal dinamismo del gruppo FCA. Del resto il 90% delle applicazioni i cui viene usato il Vamac sono destinate al settore automotive». La crescita di DPP è importante tanto che, in ogni paese europeo in cui il Vamac è venduto, dimostra di essere più elevata rispetto alla crescita del Pil locale. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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NORMATIVE Normative
Rifiuti: una nuova classificazione
FLAMMABLE
CHEMICAL WEAPON
TOXIC
RADIOACTIVE
BIOHAZARD
ATOMIC
CAUTION
LASER RADIATION
HIGH VOLTAGE
di Beatrice Garlanda
Tre nuovi provvedimenti europei sono intervenuti quest’anno, con decorrenze dal primo giugno, a modificare in alcuni aspetti le modalità di classificazione dei rifiuti. È particolarmente importante capire come operare per quanto riguarda le sostanze pericolose. Le procedure consigliate e le nuove categorie in cui vanno classificati i rifiuti. 48
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Trattamento dei rifiuti
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el 2014 sono stati emanati i seguenti tre provvedimenti rilevanti in materia di classificazione dei rifiuti: Regolamento (UE) 1357/2014; Decisione 2014/955/UE; Regolamento (UE) 1342/2014. Sono stati rispettivamente pubblicati nelle Gazzette Ufficiali UE del 19 dicembre 2014, 30 dicembre 2014 e del 18 dicembre 2014. Vediamone i contenuti.
Il Regolamento (UE) 1357/2014
Questo regolamento è in vigore dall’8 gennaio 2015, ma è stato applicato direttamente negli Stati membri dal primo giugno 2015. In Italia ha, quindi, abrogato l’allegato I alla parte IV del decreto legislativo 152/2006 (Codice dell’Ambiente). Il provvedimento in esame sostituisce l’allegato III della direttiva 2008/98/CE, innov ando così la precedente normativa in merito alle caratteristiche di pericolo per i rifiuti, al fine di adeguarla alle disposizioni previste dal regolamento 1272/2008 sulla classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele (cd Regolamento CLP) Ricordiamo, per inciso, che quest’ultimo ha sostituito dal primo giugno 2015 le direttive 67/548/ CEE sulle sostanze pericolose e 1999/45/CE sui preparati pericolosi. Tra le novità introdotte dal regolamento (UE) 1357/2014 segnaliamo, innanzitutto, che le caratteristiche di pericolo da H1 a H15 di cui all’allegato III della direttiva 2008/98/ CE sono ridenominate sostituendo la sigle “H” con le sigle “HP”. Si evita così di generare confusione con i codici delle indicazioni di pericolo di cui al Regolamento CLP. Le denominazioni delle caratteristiche di pericolo ex H5 (nocivo) ed ex H6 (tossico) sono modificate per allinearle al regolamento CLP e sono introdotte nuove denominazioni per le caratteristiche di pericolo ex H12 (rifiuti che a contatto con l’acqua, l’aria o un acido sprigionano un gas tossico o molto tossico) ed ex H15 (rifiuti suscettibili, dopo l’eliminazione, di dare origine ad un’altra sostanza), per una maggiore coerenza con la denominazione delle altre caratteristiche di pericolo. Per ogni caratteristica HP, il regolamento fornisce tabelle e prescrizioni che consentono di armonizzare la disciplina comunitaria dei rifiuti a quella contenuta nel regolamento CLP. A titolo esemplificativo, segnaliamo che il rifiuto che contiene una o più sostanze classificate, ai sensi del regolamento CLP, con uno dei codici di classe e categoria di pericolo e uno dei codici di indicazione di pericolo che riportiamo nella tabella 1 è valutato rispetto alla caratteristica di pericolo HP1 (esplosivo), ove opportuno, in base ai metodi di prova. Se la presenza di una sostanza, una miscela o un articolo indica che il rifiuto è esplosivo, esso viene classificato come rifiuto pericoloso di tipo HP1. Un altro esempio che ci sembra utile ad illustrare la struttura del nuovo regolamento sui rifiuti è quello dei rifiuti pericolosi di tipo HP7 “Cancerogeni” (cfr. tabella 2) Si segnala che per l’allineamento della caratteristica HP14 “eco tossico” con il Regolamento CLP, è necessario effet-
tuare uno studio supplementare. In calce all’articolo riportiamo, per completezza, l’elenco delle sigle HP previste dal regolamento (UE) 1357/2014, con le relative spiegazioni.
La Decisione 2014/955/UE
Questo provvedimento modifica la decisione 2000/532/ CE, fornendo, in conformità all’art. 7 della direttiva 2008/98/CE, il nuovo catalogo europeo dei rifiuti (CER). Sono modificati i riferimenti alla direttiva 67/548/CEE per allinearsi alla terminologia utilizzata dal regolamento CLP. La decisione è applicabile dal primo giugno 2015. Da tale data quindi tutti produttori e i detentori di rifiuti devono allineare le descrizioni dei codici dei rifiuti ai codici del nuovo CER per la corretta identificazione dei propri rifiuti. I codici passano da 839 a 842 e sono soppressi gli articoli 2 e 3 della Decisione 2000/532/CE (vecchio CER). Per quanto riguarda l’Italia, segnaliamo che il 21 agosto 2014 è entrata in vigore la legge n. 116/2014 sulla nuova classificazione dei rifiuti, di conversione del d.l. 91/2014 (c.d. decreto competitività). La legge in oggetto ha introdotto, come premessa all’allegato D della parte quarta del decreto legislativo 152/2006 (Codice ambientale), la disposizione “Classificazione dei rifiuti”, stabilendo che tale classificazione fosse effettuata assegnando i codici CER previsti dalla decisione 2000/532/CE. È importante sottolineare che dal primo giugno 2015 l’intero allegato D sopra citato (compresa l’introduzione) è sostituito dalla Decisione 2014/955/UE.
I codici CER
Ad ogni rifiuto, ai fini della sua classificazione, è assegnato un codice tra quelli presenti nel nuovo catalogo europeo dei rifiuti. Il catalogo è diviso in venti capitoli ciascuno dei quali è contrassegnato da un codice a due cifre in cui sono elencate le diverse attività che possono dare origine ai rifiuti o i diversi tipi di rifiuto. Ciascun capitolo è poi diviso in sottocapitoli con un codice a quattro cifre. In esse troviamo la lista dei rifiuti appartenenti a quel sottocapitolo individuati ognuno con un codice a sei cifre. Per identificare un rifiuto nell’elenco si applica il seguente procedimento a cascata: • s’identifica la fonte che genera il rifiuto consultando i capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 e si risale quindi al codice a sei cifre del rifiuto specifico; • se nessuno dei codici di cui ai capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 si presta per la classificazione di un determinato rifiuto, occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15 per individuare il codice corretto; • se nessuno di questi codici è ancora appropriato, si utilizzano i codici del capitolo 16; • se anche questi non possono essere utilizzati, occorre utilizzare il codice 99 (rifiuti non specificati altrimenti) L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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Normative Classificazione dei rifiuti e relative definizioni preceduto dalle cifre del capitolo che corrisponde all’attività identificata nella prima fase. I rifiuti contrassegnati da un asterisco sono considerati pericolosi ai sensi della direttiva 2008/98/CE, a meno che non si applichi l’art. 20 di tale direttiva (rifiuti pericolosi prodotti da nuclei domestici). Si segnala che la versione attuale del CER introduce i seguenti tre nuovi codici: 010310* fanghi rossi derivanti dalla produzione di allumina contenenti sostanze pericolose, diversi da quelli di cui alla voce 010307 160307*mercurio metallico 190308* mercurio parzialmente stabilizzato
I codici a specchio
I codici possono essere suddivisi in: • codici assoluti relativi a rifiuti pericolosi • codici assoluti relativi a rifiuti non pericolosi • codici a specchio relativi a rifiuti pericolosi •codici a specchio relativi a rifiuti non pericolosi I primi sono assegnati “tout court”, senza che la descrizione del rifiuto pericoloso contenga alcun riferimento specifico o generico a sostanze pericolose. I secondi non sono contrassegnati da asterisco e non sono né rifiuti pericolosi in assoluti né pericolosi speculari. I codici speculari sono quelli che competono ai rifiuti che derivano dalla stessa operazione, ma che possono essere pericolosi o non pericolosi in base alle sostanze pericolose che contengono. Sono in genere contrassegnati da una coppia di codici collegati tra di loro, uno contrassegnato da asterisco e l’altro no (ad es. 160213* apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi e 160214 apparecchiature fuori uso). I codici speculari relativi ai rifiuti pericolosi sono contrassegnati da asterisco e la loro definizione contiene un riferimento generico o specifico alle sostanze pericolose in esso presenti. Il codice speculare relativo al rifiuto pericoloso è assegnato solo se le sostanze pericolose sono realmente presenti in esso, altrimenti al rifiuto compete il corrispondente codice speculare non pericoloso.
La procedura di attribuzione del codice CER
La procedura da seguire, per l’attribuzione del codice di pericolosità o di non pericolosità, è quella dettata dalla decisione 2014/955/CE. La riassumiamo qui di seguito: • l’iscrizione di una voce nell’elenco dei rifiuti contrassegnata come pericolosa, con un riferimento generico o specifico a “sostanze pericolose”, è opportuna solo quando questo rifiuto contiene sostanze pericolose pertinenti che determinano nel rifiuto una o più delle caratteristiche di pericolo da HP1 a HP8 e/o da HP10 a HP15 di cui all’allegato III della direttiva 2008/98/CE, come modificato; • la valutazione della caratteristica di pericolo HP9 (infettivo) va valutata in base alla legislazione pertinente o ai documenti di riferimento negli Stati membri; • una caratteristica di pericolo può essere valutata utiliz50
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
Ecco come il regolamento (UE) 1357/2014 indica di definire le varie categorie di rifiuti pericolosi. • HP1 “Esplosivo”: rifiuto che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell’area circostante. Sono inclusi i rifiuti pirotecnici, i rifiuti di perossidi organici esplosivi e i rifiuti autoreattivi esplosivi. • HP2 “Comburente”: rifiuto capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire la combustione di altre materie HP3 “Infiammabile”: - rifiuto liquido infiammabile: rifiuto liquido il cui punto di infiammabilità è inferiore a 60° C oppure rifiuto di gasolio, carburanti diesel e oli da riscaldamento leggeri il cui punto di infiammabilità è superiore a 55° Ce inferiore o par a 75°C - rifiuto solido e liquido piroforico infiammabile: rifiuto solido o liquido che, anche in piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l’aria - rifiuto solido infiammabile: rifiuto solidi facilmente infiammabile o che può provocare o favorire un incendio per sfregamento - rifiuto gassoso infiammabile: rifiuto gassoso che si infiamma a contatto con l’aria a 20°C e a pressione normale di 101,3 kPa - rifiuto idroreattivo. Rifiuto che, a contatto con l’acqua, sviluppa gas infiammabili in quantità pericolose - altri rifiuti infiammabili: aerosol infiammabili, rifiuti autoriscaldanti infiammabili, perossidi organici infiammabili e rifiuti autoreattivi infiammabili • HP4 “Irritante- Irritazione cutanea e lesioni oculari”: rifiuto la cui applicazione può provocare irritazione cutanea o lesioni oculari • HP5 “Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/Tossicità in caso di aspirazione”. Rifiuto che può causare tossicità specifica per organi bersaglio con un’esposizione singola o ripetuta, oppure può provocare effetti tossici acuti in seguito all’aspirazione • HP6 Tossicità acuta: rifiuto che può provocare effetti tossici acuti in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea, o in seguito all’esposizione per inalazione • HP7 “Cancerogeno”: rifiuto che causa il cancro o ne aumenta l’incidenza • HP8 “Corrosivo”: rifiuto la cui applicazione può provocare corrosione cutanea • HP9 “Infettivo”: rifiuto contenente microorganismi vitali o loro tossine che sono cause note, o a ragion veduta ritenute tali, di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi • HP10 “Tossico per la riproduzione”: rifiuto che ha effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie • HP11 “Mutageno”: rifiuto che può causare una mutazione, ossia una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula • HP12 “Liberazione di gas a tossicità acuta”: rifiuto che libera gas a tossicità acuta (Acute tox 1,2 o 3) a contatto con l’acqua o con un acido • HP13 “Sensibilizzante”: rifiuto che contiene una o più sostanze note per essere all’origine degli effetti di sensibilizzazione per la pelle e gli organi respiratori • HP14 “Ecotossico”: rifiuto che presenta o può presentare ischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali • HP 15 “Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestala successivamente”.
Trattamento dei rifiuti Dopo la valutazione delle caratteristiche di pericolo in base a quanto sopra detto, si assegnerà l’appropriata voce di pericolosità o non pericolosità nell’elenco dei rifiuti. Segnaliamo che, per le caratteristiche di pericolo HP4, HP6 e HP8, al fine della valutazione, si applicano i valori soglia per le singole sostanze come indicato nella versione attuale dell’allegato III della direttiva 2008/98/CE (concentrazione al di sotto della quale la sostanza non deve essere presa in considerazione).
zando la concentrazione di sostanze nei rifiuti come specificato nell’allegato III della direttiva 2008/98/CE (nuova versione) o, se non diversamente specificato nel regolamento CLP, eseguendo una prova conformemente al regolamento (CE) 440/2008 o altri metodi di prova e linee guida riconosciuti internazionalmente, tenendo presente l’art.7 del regolamento CLP sulla sperimentazione umana e animale. Se una caratteristica di pericolo di un rifiuto è valutata sia mediante una prova sia utilizzando le concentrazioni di sostanze pericolose, prevalgono i risultati della prova: -• sono classificati pericolosi i rifiuti che contengono diossine, furani, PCB e altri POP (Persistent Organic Pollutants) citati nella decisione in quantità superiore ai limiti di concentrazione di cui all’allegato IV del regolamento (CE) n.850/2004 e modifiche; • i limiti di concentrazione di cui all’allegato III della direttiva 2008/98/CE, come modificato, non sono applicabili alle leghe di metalli puri in forma massiva; • se del caso, quando si devono stabilire le caratteristiche di pericolo dei rifiuti si possono prendere in considerazione le note contenute nell’allegato VI del regolamento CLP e richiamate dalla decisione in oggetto
Il Regolamento (UE) 1342/2014
Il regolamento in oggetto, applicabile dal 18 giugno 2015, modifica l’allegato IV (elenco delle sostanze soggette alle disposizioni in materia di gestione dei rifiuti di cui all’articolo 7) e l’allegato V (gestione dei rifiuti) del Regolamento (CE) n. 850/2004, relativo agli inquinanti organici persistenti. Sono introdotti nell’elenco dei POP limiti di concentrazione massima. Nella tabella 3 sono evidenziate le altre modifiche all’elenco sopra citato.
Tabella 1 Rifiuti pericolosi esplosivi Codici di classe e categoria di pericolo e codici d’indicazione di pericolo per i componenti di rifiuti ai fini della classificazione dei rifiuti come rifiuti pericolosi di tipo HP1 (Esplosivi)
Codici di classe e categoria di pericolo
Codici di indicazione di pericolo
Unst. Expl.
H200
Expo. 1.1
H201
Expl. 1.2
H202
Expl. 1.3
H203
Expl 1.4
H204
Self-react.A
H240
Org. Perox.A Self-react. B
H241
Org Perox. B
Tabella 2 Rifiuti cancerogeni Codici di classe e categoria di pericolo e codici d’indicazione di pericolo per i componenti di rifiuti e i relativi limiti di concentrazione ai fini della classificazione dei rifiuti come rifiuti pericolosi di tipo HP7 (Cancerogeni)
Codice di indicazione di pericolo
Codici di classe e categoria di pericolo Carc.1 A Carc. 1B Carc.2
Limite di concentrazione
H350
0,10%
H351
1,00% L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
51
Normative
Tabella 3 Nuove indicazioni su alcuni rifiuti Elenco delle sostanze soggette alle disposizioni in materia di gestione dei rifiuti per le quali ci sono state modifiche ai sensi del Regolamento (UE) 1342/2014.
Sostanza
Numero CAS
Numero CE
Valore limite di concentraz.
Endosulfan
115-29-7 959-98-8 33213-65-9
204-079-4
50 mg/kg
Esaclorobutadiene
87-68-3
201-765-5
100 mg/kg
Naftaleni policlorurati Alcani C10-C13, cloro (paraffine clorurate 85535-84-8 a catena corta) (SCCP) TetrabromodifeniletereC12H6Br4O Pentabromodifeniletere C12 H5Br5O EsabromodifeniletereC12H4Br6O EptabromodifeniletereC12H3Br7O Acido perfluoroetano sulfonato e suoi derivati (PFOS) C8F17SO2X (X=OH, sale metallico (O-M+), alogenuro, ammide e altri derivati compresi i polimeri
10 mg/kg 287-476-5
10000 mg/kg Somma delle concentrazioni di tetrabromodifeniletere, pentabromodifeniletere, esabromodifeniletere e eptabromodifeniletere:1000 mg/kg
50 mg/kg
In rosso le parti modificate rispetto alla normativa previgente
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News Aumentano i consumi di gomma naturale e sintetica
L’
IRSG (International Rubber Study Group) ha reso note le statistiche di produzione e consumo della gomma naturale e sintetica nel quarto trimestre 2014. A livello globale, si è registrato un calo della produzione di gomma naturale del 4,82% (3.379 kt contro 3.550 dello stesso trimestre 2013) indotto dalla sensibile diminuzione accusata dall’Asia, maggiore produttore mondiale: -5,19%, con 3.159 kt a fronte di 3.332. Situazione stabile, invece, in EMEA e nelle Americhe, rispettivamente con 144 kt su 144 e 76 kt su 74. Nell’intero anno la produzione mondiale è scesa dell’1,20% (12.070/12.217), sotto la spinta della flessione dell’Asia (-1,50%, con 11.183 kt a fronte di 11.353 dell’anno prima). In EMEA è aumentata del 3,90% (560/539), mentre è rimasta praticamente invariata nelle Americhe (327/325, +0,62%). Per quanto riguarda i consumi di NR, a livello mondo questi sono aumentati sia nel trimestre che nell’anno: +5,43% nel Q4 (3.031/2.875), +6,80% nei dodici mesi (12.160/11.386), trainati dai consistenti aumenti registrati in Asia:
+8,03% nel periodo ottobre-dicembre (2.261/2.093), +8,17% in gennaiodicembre (8.901/8.229). Bene i consumi in EMEA (+1,66% nel trimestre, con 368/362, e +4,86% nell’anno, con 1.555/1.483), mentre le Americhe hanno avuto una flessione del 4,29% nel Q4 (402/420), ma un anno complessivamente positivo (+1,79%, 1.704/1.674). Passando alla gomma sintetica, i dati indicano consistenti aumenti della produzione di SR a livello globale nel trimestre (+7,18%, con 4.270/3.984) e nell’anno (+7,84%, con 16.683/15.470). Aumenti dovuti ai ragguardevoli incrementi registrati in Asia: +17,90% nel Q4
(2.543 kt contro 2.157) e +16,79% nel 2014 (9.759/8.356), in parte neutralizzati dai valori negativi riportati dall’EMEA: -9,03% in ottobre-dicembre (967 kt a fronte di 1.063) e -4,95% nell’anno(3.952 kt contro 4.158). Situazione sostanzialmente stabile nelle Americhe (-0,52% nel trimestre, +0,54% nell’anno, con 760/764 e 2.972/2.956 rispettivamente). Valutazioni pressoché analoghe sul fronte dei consumi di SR: segno più nel mondo e in Asia nel trimestre e nell’anno, con forti incrementi in Asia che compensano abbondantemente il segno meno dell’EMEA in entrambi i periodi e con le Americhe in crescita nel Q4 e nei dodici mesi. Mondo: +8,70% nel quarto trimestre (4.273/3.931), +8,58% nell’anno (16.757/15.433); Asia: +15,12% in ottobre-dicembre (2.696/2.342), +14,91% in gennaio-dicembre (10.268 kt su 8.936); EMEA: -5,70% nel Q4 (844/895) e -3,42% nel 2014 (3.558/3.684); Americhe: +5,62% (733/694) e +4,19% (2.931/2.813) i dati relativi ai due periodi. L’IRSG ha pubblicato anche i prezzi praticati nel primo trimestre 2015. La gomma naturale (RSS3) ha quotato 1.734 dollari USA/t (Q1 2014: 2.251 dollari; media anno 2014: 1.957 dollari), la sintetica (SBR USA) 2.396 dollari (Q1 2014: 2.568 dollari; media anno 2014:2.630 dollari). (g.c.)
RIEPILOGO STATISTICO DELLA GOMMA NEL MONDO (kt) 2012 Anno
2013
2014
Q1
Q2
Q3
Q4
Asia-Pacifico 10798 EMEA 502 Americhe 303 Mondo 11603
2494 133 87 2714
2452 123 97 2672
3075 139 67 3281
Asia-Pacifico 7864 EMEA 1479 Americhe 1666 Mondo 11009
1895 372 413 2680
2109 361 431 2901
Asia-Pacifico 7847 EMEA 4198 Americhe 3069 Mondo 15114
2046 1106 725 3877
Asia-Pacifico 8417 EMEA 3689 Americhe 2861 Mondo 14967
2186 953 693 3832
Anno
Δ% Δ% (Q4/Q4) Anno ('14/'13) ('14/'13)
Q1
Q2
Q3
Q4
3332 11353 144 539 74 325 3550 12217
2718 147 88 2953
2389 130 95 2614
2917 139 68 3124
3159 11183 144 560 76 327 3379 12070
-5,19 0,00 2,70 -4,82
-1,50 3,90 0,62 -1,20
2132 388 410 2930
2093 8229 362 1483 420 1674 2875 11386
2081 396 434 2911
2264 404 448 3116
2295 387 420 3102
2261 8901 368 1555 402 1704 3031 12160
8,03 1,66 -4,29 5,43
8,17 4,86 1,79 6,80
2062 995 713 3770
2091 994 754 3839
2157 8356 1063 4158 764 2956 3984 15470
2244 1052 740 4036
2491 959 730 4180
2481 974 742 4197
2543 9759 967 3952 760 2972 4270 16683
17,90 -9,03 -0,52 7,18
16,79 -4,95 0,54 7,84
2222 926 692 3840
2186 910 734 3830
2342 8936 895 3684 694 2813 3931 15433
2392 937 711 4040
2564 918 741 4223
2616 859 746 4221
2696 10268 844 3558 733 2931 4273 16757
15,12 -5,70 5,62 8,70
14,91 -3,42 4,19 8,58
PRODUZIONE NR
CONSUMO NR
PRODUZIONE SR
CONSUMO SR
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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News
Cresce ancora il mercato dell’auto in giugno
A
ncora segno più nel mercato delle auto a giugno e nel primo semestre. I dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e elaborati dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) parlano di un aumento del 14,4% nel mese, per un totale di 146.682 immatricolazioni a fronte di 128x.272 dello stesso mese del 2014, e di una crescita del 15,2% nel periodo gennaio-giugno, corrispondente a 872.951 vendite di veicoli nuovi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando le auto nuove vendute sono state 758.064. È il sesto aumento consecutivo a due cifre dall’inizio dell’anno, con un piccolo rallentamento a maggio: +11,3% a gennaio, +13,6% a febbraio, +15,5% a marzo, +24,7% ad aprile, +10,8% a
È Marta Spinelli il nuovo presidente di Assogomma
M
arta Spinelli, Direttore Risorse Umane e Membro del Consiglio di Amministrazione di L’Isolante K-Flex Spa, è la nuova Presidente di Assogomma, l’Associazione dei produttori italiani di articoli in gomma, cavi elettrici ed affini. L’elezione è avvenuta lo scorso venerdì 19 giugno nel corso dell’Assemblea annuale dell’Associazione te-
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
maggio. La crescita è certamente un fatto positivo, ma il percorso per arrivare al livello pre-crisi di circa 1,8 milioni di immatricolazioni all’anno è ancora lungo. Le vendite di giugno, infatti, sono confrontabili con quelle del 1996, cioè di vent’anni fa, e le stime attuali parlano di una chiusura del 2015 a 1,46 - 1,48 milioni di vendite di nuove autovetture, che corrisponderebbero a un aumento dell’8%. Qualche segnale incoraggiante per la nostra economia incomincia a manifestarsi. Secondo l’Istat, l’indice della fiducia dei consumatori a giugno è salito a 109,5 da 106 di maggio (base 2010 = 100), dopo due mesi consecutivi di discesa, ed è aumentato anche l’indice della fiducia delle imprese (base 2010 = 100), passando a 104,3 da 101,8 di maggio.
nutasi presso il Museo della Scienza e Tecnologia di Milano. Spinelli, che succede a Ermanno Fugazza, dopo due mandati consecutivi, resterà in carica per il biennio 2015-2017. «La carica di Presidente Assogomma è sempre stata motivo di prestigio e di onore – ha dichiarato Spinelli nella parte privata dell’Assemblea - Confido di poter contare sulla collaborazione di tutti i Membri di Consiglio e di Giunta nonché di tutte le Imprese associate, anche quelle di più piccole dimensioni, al fine di cogliere le priorità e le
Nell’ambito dei beni durevoli, tra i quali si colloca l’automobile, è migliorata, dopo due mesi consecutivi di calo, la valutazione sulla convenienza all’acquisto immediato (da -63 a -54), mentre continuano a peggiorare le intenzioni di acquisto futuro (da -76 a -83). Sempre secondo stime Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato a giugno dello 0,1% rispetto sia a maggio che a giugno 2014. Per quanto riguarda il portafoglio ordini, dati elaborati da Anfia e Unrae mostrano un aumento nel mese (+9% su giugno 2014, con circa 127.000 contratti firmati) e nel semestre (+16,5% rispetto a gennaio-giugno dell’anno scorso, con circa 880.000 ordini effettuati). Le marche nazionali hanno registrato un aumento sia nel mese che nel semestre. A giugno hanno totalizzato 41.847 immatricolazioni a fronte di 34.853 del giugno 2014 (+20,1%), innalzando la quota di mercato dal 27,2% al 28,5%. Notevole la performance di Fiat Chrysler Automobiles, escludendo Ferrari e Maserati, che ha messo a segno un incremento delle vendite del 20,0%, con 41.634 immatricolazioni su 34.685, portando la quota dal 27,0% del giugno 2014 al 28,4%. Nei primi sei mesi, le marche nazionali hanno venduto 249.399 unità (213.192 in gennaio-guigno 2014; +17%), con una quota salita al 28,6% dal 28,1% del primo semestre dell’anno scorso. Anche adesso FCA ha conseguito un ottimo risultato, con 248.217 immatricolazioni su 212.171 (+17%). (g.c.)
Taccuino
opportunità ritenute fondamentali dal settore della gomma». Classe 1970, Spinelli opera dal 2000 nell’Azienda di famiglia L’Isolante KFlex Spa specializzata nella produzione di isolanti elastomerici per l’isolamento termico ed acustico. Ha sedi produttive in Cina, Dubai, India, Malesia, Polonia, Russia, Stati Uniti e Turchia, con filiali di vendita nei principali mercati di riferimento. Dà lavoro a quasi 1.500 addetti di cui circa 300 in Italia. Ricopre diverse cariche all’interno di Assolombarda e del Fondo Gomma Plastica.
Le assemblee di Federazione Gomma Plastica e Assocomaplast
V
enerdì 19 giugno si sono tenute a Milano, nella sede del Museo della Scienza e della Tecnologia di via San Vittore 21, le assemblee nazionali delle associazioni di Confindustria legate la mondo della gomma: Federazione Gomma Plastica – che comprende
al suo interno Assogomma – e Assocomaplast. Il programma ha visto, nella parte pubblica delle assemblee, un intervento del professor Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, che ha delineato la situazione economica del comparto gomma-plastica nel contesto dell’economia italiana e internazionale.Una relazione densa di contenuti e di riflessioni, appuntamento ormai abituale per le assemblee congiunte delle due associazioni, di cui vi daremo ampio resoconto nel prossimo numero del L’Industria della Gomma. Di seguito si è tenuta una tavola rotonda sul sistema PGMS (plastica-gommamacchine e stampi) nel commercio mondiale, cui hanno partecipato Licia Mattioli, presidente del Comitato tecnico Confindustria per l’Internazionalizzazione e gli investitori esteri, oltre a Carlo Calenda, viceministro dello Sviluppo economico (che è intervenuto in collegamento skype dal ministero), Dario Baessato, direttore generale della IVG Colbachini Spa e Renato Zelcher,
amministratore delegato Crocco Spa. Le conclusioni sono state affidate, alle 12,45, a Filippo Bettini, presidente della Federazione Gomma Plastica, e Giorgio Colombo, presidente di Assocomaplast.
Anche la silice da fonte naturale nei pneumatici
G
oodyear Tire & Rubber si avvia a utilizzare la silice ricavata dalla cenere della pula di riso come carica rinforzante nelle mescole per la produzione di pneumatici vettura nello stabilimento di Pulandian in Cina, e per la fornitura di questo additivo ha firmato un accordo col produttore cinese Yihai Food and Oil Industry. L’ottenimento di silice dalla cenere prodotta dalla combustione della pula di riso, come di altri cereali, per produrre elettricità è ben noto da anni, ma la qualità del prodotto non è tale da renderne efficace l’impiego come carica nella produzione di pneumatici. Nuovi processi messi a punto di recente, pe-
News
friendly – a basso impatto ambientale – perché riduce il conferimento di materiale di scarto alla discarica e elimina il consumo di energia che sarebbe richiesta, invece, per la sua produzione. La portata economica e ecologica della nuova tecnologia, anche solo in termini di eliminazione dei costi per lo smaltimento della pula di riso, non è certamente lieve, se si considera che, secondo la FAO (l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite), ogni anno vengono raccolti nel mondo oltre 700 milioni di tonnellate di riso. (g.c.)
Spighe di riso: dalla pula di questo cereale si ricava una silice usata da Goodyear per alcuni suoi pneumatici.
rò, consentono di ottenere una silice di più alta qualità e quindi utile per questo impiego. Dopo due anni di studi e prove nei laboratori del suo Centro Innovazioni di Akron, Ohio, Goodyear ha accertato che la silice da pula di riso impiegata nelle mescole per battistrada porta a risultati confrontabili con quelli ottenuti col
materiale tradizionale, e quest’anno incomincerà a utilizzarla. Rispetto al carbon black, la silice abbassa la resistenza al rotolamento, consentendo, quindi, una riduzione dei consumi di carburante, e migliora l’aderenza e la tenuta di strada sul bagnato. Il prodotto ottenuto con l’innovazione tecnologica di Goodyear, quindi, è eco
Successo della Colmec al Rubber Forum di Pittsburgh
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n successo superiore ad ogni aspettativa ha riscosso la partecipazione dell’azienda di Busto Arsizio all’USA Rubber Industry Forum 2015 tenutosi a Pittsburgh, Pennsylvania, dal 15 al 19 del-
V710 5000 kN INTELLIGENZA
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EFFICIENZA
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Taccuino
lo scorso mese di giugno. Nella sessione dedicata alla mescolazione – una seconda sessione era riservata allo stampaggio della gomma – la Colmec ha presentato la relazione “New Solution in the Rubber Mixing Room”, dedicata alla presentazione della nuova sala mescole: l’ultima innovazione tecnologica dell’azienda nella quale gli step dell’intero processo della compoundazione, dalla miscelazione degli ingredienti al batch-off, sono completamente automatizzati. Martin Yonnone, Managing Director della Colmec USA Inc. che ha presentato la lecture, ha dichiarato, infatti, che l’interesse mostrato dai partecipanti per la nuova generazione di sale mescole presentata da Colmec è stato enorme. «Mi è stato posto il numero di domande più alto della giornata, così ho finito per andare fuori tempo massimo consentito ai relatori di 20 minuti!» - ha detto con comprensibile soddisfazione commentando il suo intervento. Molti partecipanti vivamente interessati alla nuova tecnologia hanno chiesto, poi, visite di approfondimento della società presso le loro sedi, a riprova del fatto che il mercato americano è, per Colmec, un mercato in espansione. (g.c.)
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tivi dell’innovazione tecnologica del renza del cinquantesimo anniversario a suitable solution for every chall Tecno costruttore tedesco. Ne sono prova le Compounds dall’inaugurazione avvenuta lo scorso macchine della serie S3, grazie alle quamese di maggio, con la partecipazione li gli utilizzatori realizzano una crescita di circa 150 invitati, di una nuova fabbrisuperiore alla media in termini di quaDesma in Cina, a Wuxi, Jiangsu, che sichallenge acasuitable solution for every a suitable solution for every challenge lità e quantità della loro produzione. estende su una superficie di 7.654 metri Importante risalto, poi, riceve la ricorquadrati. (g.c.)
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La Desma compie cinquant’anni
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n anno speciale per la Desma il 2015. Il sito produttivo di Fridingen dell’azienda tedesca, leader internazionale nella fabbricazione di presse per lo stampaggio a iniezione della gomma, ha compiuto cinquant’anni. Un arco di tempo durante il quale l’azienda si è espansa, trasformandosi da fabbrica con sette dipendenti e un’area produttiva di 200 metri quadrati in una società di risonanza mondiale, con oltre 500 dipendenti in cinque siti che occupano un’area equivalente a quella di circa 30.000 fabbriche, e una rete di 35 uffici vendite e servizi alla clientela. Una crescita caratterizzata da innovazioni continue, dalle quali è scaturito lo slogan “50 years – shaping ideas for your future”, che da un lato sottolinea l’importanza dell’anniversario e dall’altro ha anche fatto da biglietto da visita di presentazione della società durante la partecipazione al DKT di Norimberga. L’efficienza e il risparmio energetico sono sempre stati i principali obiet-
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News
Gli award di Assogomma per le migliori imprese
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ell’ambito del progetto per celebrare il 70° Anniversario di Assogomma, sono stati istituiti 5 “award della gomma” su: Innovazione tecnologica; Internazionalità; Made in Italy; Sicurezza e Sostenibilità. Lo comunica la stessa associazione, specificando che per ciascun award sono previsti tre premi di cui uno riservato al settore pneumatici, un altro agli articoli tecnici automotive ed uno agli articoli tecnici e vari. Sul sito www.assogomma70.it sono riportati per ciascun award i contenuti e le informazioni utili per la presentazione delle candidature. Ogni azienda associata interessata può candidarsi al massimo a tre award di suo interesse compilando on line l’apposito modulo presente sul sito oppure scaricando lo stesso e trasmettendolo all’indirizzo di posta elettronica assogomma@federazionegommaplastica.it. La scadenza per la presentazione di tali candidature è stata procrastinata al 31 luglio 2015, così da consentire a tutte le aziende interessate di poter perfezionare i loro documenti. Assogomma rimane a completa disposizione dei Soci per ogni eventuale chiarimento che si rendesse necessario (c.a Sig. re Griesi/Vicario, tel. 02/43928231-3)
Fraunhofer: premiato il suo progetto per la gomma da tarassaco
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’Istituto di biologia molecolare ed ecologia applicata Fraunhofer (IME, Münster), l’Istituto di biologia vegetale e biotecnologia dell’Università di Münster, e la Divisione Pneumatici di Continental di Hannover stanno collaborando con successo sul progetto “RUBIN, Industrial Emergence of Natural Rubber from Dandelion (produzione industriale della gomma naturale dal tarassaco). I ricercatori che guidano il progetto hanno ricevuto il prestigioso premio “Joseph von Fraunhofer”, un riconoscimento per la ricerca sul tarassaco russo e il conseguente sviluppo di pneumatici con gomma estratta da questa pianta. Il premio è stato consegnato a Wiesbaden, in Germania, al Prof. Dirk Prüfer e al Dr. Christian Schulze Gronover, biologi 58
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Il “soffione” di una pianta di tarassaco.
in forza rispettivamente all’Istituto IME e all’Istituto di biologia vegetale e biotecnologia, e a Carla Recker di Continental. “Scopo di questo progetto è sviluppare una procedura per l’utilizzo industriale del tarassaco quale fonte di gomma: in termini agrari, si tratta di una pianta molto versatile, che si trova anche nell’emisfero settentrionale e può essere coltivata su terreni normalmente non idonei per la produzione alimentare. Ciò consente la possibilità di impiantare una produzione di gomma anche nei pressi di uno stabilimento industriale, al fine di risparmiare sul trasporto del materiale e ridurre le emissioni di CO2” ha commentato Carla Recker, capo del team Continental che si occupa dello sviluppo di questo promettente materiale. “Durante la nostra ricerca, abbiamo scoperto quali geni favoriscono la produzione di gomma e quali altri la impediscono. Abbiamo dunque utilizzato queste informazioni per sviluppare piante in grado di produrre una quantità doppia di gomma naturale rispetto alla media. Abbiamo anche ottimizzato un sistema pilota per l’estrazione di grandi quantità di dente di leone. Ciò ha aperto enormi prospettive in termini di incremento
della produzione a livello di tonnellate” hanno spiegato Prüfer e Schulze Gronover durante la cerimonia di premiazione. I primi test sui pneumatici si sono già svolti in condizioni invernali ed estive e il progetto procede in maniera spedita. Gli pneumatici realizzati dalla gomma di dente di leone evidenziano proprietà equivalenti rispetto a quelli realizzati con gomma tradizionale (Hevea brasiliensis). Continental intende lanciare la produzione in serie tra cinque o dieci anni. Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili all’indirizzo www.taraxagum.de.
Huntsman acquisisce l’italiana Tecnoelastomeri
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untsman Corporation (NYSE: HUN) ha annunciato oggi di aver acquisito l’azienda Tecnoelastomeri, una società di Modena (Italia) che produce e commercializza elastomeri poliuretani compatti e microcellulari a base di difenilmetano diisocianato (MDI), e macchine per colata per la produzione di elastomeri poliuretanici. Il fatturato della Tecnoelastomeri nel 2014 è stato approssi-
Taccuino
mativamente 12 Milioni di $. L’importo dell’acquisizione non è stato reso noto. Gli elastomeri poliuretanici vengono utilizzati in molte importanti applicazioni a valle, per esempio nel settore automobilistico, ferroviario, petrolifero e del gas, estrattivo, dei trasporti, siderurgico e nell’industria pesante. Con questo materiale si producono, tra gli altri, cuscinetti paraurti, nastri trasportatori rivestiti, rulli e ruote, ingranaggi, reti di vagliatura per il settore estrattivo, pig per condotte e scivoli per il carbone ed il grano. Da molti anni Huntsman fornisce alle aziende MDI destinati a queste applicazioni. Tecnoelastomeri distribuisce la sua diversificata gamma di prodotti a livello internazionale con una serie di noti marchi commerciali tra cui Tecnoelastomeri Engineering, Urethane Elastomers, Tecnothane polyurethane systems, Rithane specialty polyurethane systems, Castech polyurethane machines e Linthane specialty thermoplastics urethane (TPU). Anthony P. Hankins, presidente della Divisione Polyurethanes di Huntsman, ha commentato l’operazione in questi termini: “Siamo molto soddisfatti dell’acquisizione di Tecnoelastomeri. L’integrazione del team altamente qualificato di Tecnoelastomeri nella nostra Divisione Polyurethanes rafforzà in misura significativa la nostra offerta mondiale ai crescenti mercati a valle di elastomeri hot-cast. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato la nostra presenza acquisendo oltre 25 aziende a valle. Tutti questi investimenti testimoniano la nostra fiducia nelle prospettive di crescita a lungo termine degli uretani a base di MDI”.
Goodyear e Sumitomo sciolgono la partnership l colosso degli pneumatici Goodyear ha interrotto la partnership con Sumitomo Rubber Industries (SRI) avviata nel 1999 e articolata a oggi in quattro joint venture (una negli States, una in Europa e due in Giappone). L’accordo prevede che Goodyear paghi al gruppo giapponese 271 milioni di dollari, ma non avrà impatti sui target della società americana. Goodyear risarcirà inoltre debiti pre-esistenti per circa 55 milioni di dollari a SRI entro tre anni e venderà il suo 3,4% della compagnia. L’americana prevede dal deal un beneficio di circa 15-18 centesimi sull’utile per
che il controllo dell’impianto di pneumatici di Tonawanda) mentre Goodyear potrà mantenere l’esclusiva sulla vendita delle gomme Dunlop nei mercati primario e secondario degli Stati Uniti, del Canada e del Messico. In Europa Goodyear comprerà al contrario il 25% di Sumitomo nella joint venture Goodyear Dunlop Tires Europe e otterrà in alcuni paesi l’esclusiva per il marchio Dunlop (compresi Russia, Turchia e alcuni mercati africani). In Giappone, infine Goodyear comprerà il 75% di Nippon Goodyear in mano a Sumitomo, raggiungendone dunque il pieno controllo, mentre Sumitomo Rubber Industries salirà dal 75% al 100% di Dun-
azione annuo (circa 40-50 milioni di dollari) a partire dal 2016. In particolare l’accordo fra le due compagnie prevede che Sumitomo salga dal 25 al 100% della Goodyear Dunlop North America (e quindi raggiunga an-
lop Goodyear Tires, che fornisce i pezzi originale di Goodyear e Dunlop nel Sol Levante, dove Sumitomo manterrà l’esclusiva quindi del brand Dunlop e Goodyear riguadagnerà quella sul marchio proprio.
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News
La supergomma targata Pirelli e Università Milano-Bicocca
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aggiore aderenza al suolo, più durata e sicurezza e minor consumo di carburante. Sono le caratteristiche della nuova mescola per pneumatici a base di nanoparticelle di silice allungata, sviluppata e brevettata dall’Università di Milano-Bicocca e da Pirelli. La nuova mescola è frutto di uno studio di tre anni, al quale ha contribuito anche l’Università di Praga e realizzato nell’ambito delle attività del dottorato di ricerca in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali dell’Ateneo milanese, parte del Consorzio CORIMAV, il Consorzio per le ricerche sui materiali avanzati, che unisce Milano-Bicocca a Pirelli. La ricerca, The filler–rubber interface in styrene butadiene nanocomposites with anisotropic silica particles: morphology and dynamic properties doi: 10.1039/C5SM00536A), pubblicata sulla rivista Soft Matter della Royal Society Of Chemistry, è stata realizzata dal team di Sintesi di Materiali Inorganici dell’Università di Milano-Bicocca formato da Roberto Scotti, professore associato di Chimica generale e inorganica, Barbara Di Credico e Massimiliano D’Arienzo, entrambi ricercatori nel Dipartimento di Scienza dei Materiali, e coordinato da Franca Morazzoni, professore ordinario di Chimica Generale e Inorganica, in collaborazione con i ricercatori del gruppo R&D di Pirelli Tyre, diretti da Thomas Hanel. Le mescole utilizzate negli pneumatici contengono particelle di silice, prevalentemente di forma sferica, fonda-
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mentale nelle proprietà meccaniche delle gomme. Gli scienziati hanno opportunamente sintetizzato nanoparticelle di silice morfologia allungata utilizzandole nelle mescole. La silice non sferica aumenta il rinforzo delle gomme, aderendo meglio al polimero ed aumentando la quantità di gomma intrappolata tra le nano particelle. L’impiego di queste silici innovative nelle mescole per pneumatici presenta un effetto di rinforzo superiore del 5 per cento rispetto alle silici tradizionali. Inoltre, le nanoparticelle di silice allungata migliorano la resistenza all’usura e all’abrasione della gomma, diminuendo anche il consumo di carburante del veicolo. Gli esperimenti, condotti nei laboratori del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca, e del settore R&D Materiali Innovativi di Pirelli Tyre, hanno consentito di fotografare e quantificare la gomma intrappolata tra le nanoparticelle con l’impiego della microscopia a forza atomica e con tecniche di risonanza magnetica nucleare (vedi la figura sotto). «Questo risultato - spiega Franca Morazzoni –, frutto della collaborazione tra Università e industria, dimostra come sia forte il legame tra la ricerca e la sua ricaduta sul territorio e sulle sue imprese. In particolare, questa ricerca è stata finanziata dal consorzio CORIMAV, il Consorzio per le ricerche sui materiali avanzati, frutto della collaborazione tra Pirelli e Bicocca, ormai consolidata da anni». Lo studio è oggetto di un brevetto industriale di filler con morfologia controllata congiunto Università di Milano-Bicocca e Pirelli Tyre.
Una nuova sede eco per Bridgestone in Italia
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ridgestone, il produttore di pneumatici e altri prodotti in gomma, conferma il suo impegno a sostegno dell’ambiente, trasferendo la sede legale ed amministrativa della divisione commerciale italiana all’interno del modernissimo Energy Park di Vimercate, a pochi chilometri da Milano, costruito secondo i più moderni principi architettonici e tecnologici nel settore della sostenibilità ambientale e della razionalizzazione dei consumi energetici. La scelta della nuova sede, primo complesso in Italia ad aver ottenuto il livello platinum nella certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) - tipologia edilizia innovativa e totalmente green - segue la filosofia ambientale dell’azienda di salvaguardia dell’ecosistema e delle risorse attraverso la riduzione delle emissioni di CO2, al fine di costruire un futuro basato sulla mobilità sostenibile. Obiettivo di Bridgestone è utilizzare entro il 2050, solo materiali completamente sostenibili nei processi di produzione dei propri prodotti, riducendo del 50% le emissioni dei CO2. «Siamo felici ed orgogliosi della nuova sede italiana di Bridgestone Italia. Attraverso la scelta di trasferirci all’interno della prestigiosa realtà dell’Energy Park, all’avanguardia per gli standard di sostenibilità ambientale, Bridgestone conferma ancora una volta la sua grande attenzione per l’ambiente, l’impegno e la volontà dell’azienda di costruire un futuro sempre più ecososte-
Taccuino
un fatturato di circa 20 milioni di euro, specializzata nella formulazione di perossidi organici, utilizzati nei settori gomma e materie plastiche nonché come iniziatori per resine poliesteri e come indurenti. Con questa acquisizione sinergica e con il progetto di aumento delle attuali capacità produttive, in fase di realizzazione in Cina con previsione dell’inizio delle produzioni nella prima parte del 2016, Arkema si propone sempre più come azienda leader nell’ambito dei perossidi organici e offre una gamma ancora più ampia di prodotti per settori in crescita come quello dei cavi, nibile ed attento alle esigenze delle generazioni future» afferma Andy Davies, Managing Director Bridgestone Europe South Region.
Arburg negli USA da venticinque anni La Arburg di Lossburg, Germania, tra i leader mondiali nella fabbricazione di presse per lo stampaggio a iniezione della plastica e della gomma con forza di chiusura da 125 a 5.000 kN, ha festeggiato, lo scorso mese di giugno, il venticinquesimo anniversario della fondazione della filiale Arburg Inc. negli USA. La cerimonia è avvenuta in occasione dell’inaugurazione ufficiale della nuova sede di Rocky Hill, nel Connecticut, che sorge su una superficie di 2.500 metri quadrati. L’evento, al quale hanno partecipato, tra clienti e ospiti, 245 invitati, ha un significato particolare nella storia del costruttore tedesco di presse, perché il Nord America, con oltre 12.000 macchine installate, è per la Arburg il più grande mercato estero. E proprio per garantirvi il suo appoggio a livello regionale, il costruttore tedesco ha istituito un Centro Tecnologico a Elgin, Illinois, per i clienti del Midwest, e uno a Irvine, California, per i clienti sulla West Coast, in aggiunta alla sede di Rocky Hill. (g.c.)
Arkema assorbe l’italiana Oxido
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rkema rafforza la sua attività nell’ambito dei perossidi organici con l’acquisizione, conclusa lo scorso marzo, di Oxido, azienda di Anagni con L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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dell’automotive e delle costruzioni. L’acquisizione servirà anche come supporto per l’integrazione a valle delle sue produzioni di perossidi organici in Europa, in particolare per quanto riguarda il bis-perossido, per il quale sono già state aumentate recentemente le capacità produttive come parte del piano di sviluppo lanciato nel 2013 negli stabilimenti di Spinetta in Italia e di Franklin negli USA. «Questa operazione – spiega Jean Saint-Donat, direttore Europa dell’attività Perossidi Organici – rafforza la nostra struttura di integrazione in Europa e la nostra leadership nei perossidi organici con gli stabilimenti di Spinetta e di Günzburg (Germania), che si completano idealmente con la competenza dello stabilimento di Oxido ad Anagni, un centro di eccellenza per la formulazione di questi prodotti». (g.b.)
Frédéric Jacquin è il nuovo Ceo di Bluestar Silicones
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rédéric Jacquin, 48 anni, con un Master al Celsa e un MBA dall’Essec, è stato nominato chief executive officer di Bluestar Silicones. Dopo aver trascorso buona parte della sua carriera nel gruppo Rhodia, ricoprendo diversi ruoli nelle aree marketing e comunicazione, è entrato in Rhodia Silicones nel 2005, dove ha guidato la business unit per le Specialties. In seguito è stato interessato dall’acquisizione di Rhodia Silicones da parte del gruppo cinese Bluestar (parte di ChemChina) nel 2007. Prima dell’incarico a Ceo di Bluestar Silicones ha ricoperto, nella società, il ruolo di vicepresidente marketing e vendite e ha avuto
la responsabilità dei programmi commerciale per tutto il gruppo e di marketing excellence.
Allarme gomme: gli italiani le hanno troppo lisce
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a campagna Vacanze Sicure, frutto della storica collaborazione tra il Ministero dell’Interno Servizio Polizia Stradale e le associazioni dei produttori e dei rivenditori di pneumatici, è giunta quest’anno all’undicesima edizione. Ai primi di luglio, a Roma, sono stati presentati i dati dei 9.000 i controlli effettuati in 7 regioni (Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Lazio e Liguria) sui pneumatici delle auto circolanti. I rilevamenti sono stati fatti tra metà maggio e metà giugno e sono stati elaborati su modello del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Torino. Quest’anno è stato riscontrato un trend fortemente negativo su tutti gli aspetti controllati. Il risultato è un abbassamento drastico dei parametri di sicurezza delle gomme degli italiani. Rappresentando l’unico punto di contatto tra il veicolo ed il suolo questo dato è molto preoccupante per la sicurezza stradale in generale. Le regioni coinvolte rappresentano circa il 27% del parco circolante nazionale e le principali direttrici del
traffico nord-sud costiero, sia tirrenico sia adriatico. La percentuale di vetture che circolano con gomme lisce è passata dal 3,03% dello scorso anno al 5,63% di quest’anno con addirittura numeri a 2 cifre in Campania e Molise (10,14%). Con gomme lisce ed asfalto bagnato, la frenata si allunga fino al doppio del normale, ed è una tra le prime cause di tamponamento. Il numero di pneumatici danneggiati visibilmente sui fianchi si attesta al 3,83%. Questo dato è altrettanto preoccupante perché il pneumatico danneggiato visibilmente, associato al sottogonfiaggio, può portare al cedimento strutturale, comunemente indicato come scoppio del pneumatico, proprio quando le temperature sono più elevate. Il rischio è alto soprattutto se si considera che oltre il 50% degli automobilisti viaggia con gomme sottogonfiate. La non omologazione si attesta al 2,32%. Da sottolineare in questo caso il fenomeno della Liguria al 5,01%, più del doppio della media, con una punta sopra il 10% di Genova, che già nelle indagini degli anni passati presentava numeri molto più alti di quella nazionale. Anche la non omogeneità per asse è cresciuta e si attesta al 3,41% mentre la non conformità alla carta di circolazione è al 2,85% con punte del 4%, ad esempio in Friuli Venezia Giulia. A rendere chiaro l’aumento esponenziale del fenomeno, basti ricordare che nel 2013 la percentuale era dello 0,85%. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA luglio · agosto 2015
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