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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
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L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
8 Rassegna della stampa tecnica estera L’INTERVISTA 12 RubberTech China arriva in Europa Intervista a Ma Junhua, CEO della China United Rubber
Corporation, che organizza la fiera RubberTech China e ha importanti progetti di azione ed espansione in Europa
MONDOGOMMA 16 Gomma e plastica
rilanciano l’economia Dalle assemblee annuali della Federazione Gomma-
Plastica/Assogomma e di Assocomaplast emerge un quadro complessivo del settore, tracciato dall’economista Marco Fortis, che attesta il ruolo fondamentale del comparto PGMS, plastica, gomma, macchine e stampi nel rilancio della nostra economia
22 Influenza della morfologia delle particelle di carica inorganica sulle proprietà meccaniche nelle mescole stirene-butadiene Le caratteristiche estramamente performanti di una
nuova gomma per pneumatici messa a punto e testata dal Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca con l’importante contributo di Pirelli
FOCUS 27 Fiere, tecnologie, nuovi prodotti.
I trend del mercato dei materiali per la gomma I principali protagonisti del mercato italiano delle
materie prime per l’industria della gomma ci parlano delle principali tendenze che riscontrano sul mercato, dalle nanotecnologie alle richieste di prodotti ad alte prestazioni, e dell’utilità della partecipazione alle fiere di settore, sempre più numerose e impegnative
ANNO 58 - SETTEMBRE - n. 7
Tovo Gomma DALLE AZIENDE
36 Stampare a iniezione coniugato al futuro
Come fa abitualmente con cadenza triennale, Engel ha organizzato un grande simposio nella propria sede di Schwertberg, in Austria, cui hanno partecipato oltre 3.000 invitati e dove sono state presentate numerose novità. Il nostro Giuseppe Cantalupo ci è andato e ha realizzato un ricco reportage
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46 La revisione su misura secondo C2
Dentro l’azienda di Vigevano, che ha fondato il suo business sull’aggiornamento di ogni tipo di macchina per l’industria della gomma, ma anche sull’introduzione di innovazioni tecnologiche, come un nuovo sistema per velocizzare i tempi di miscelazione delle mescole siliconiche
50 Dosare acceleranti e ausiliari:
la ricetta di Color Service
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L’automazione nell’industria della gomma entra anche nelle fasi a monte della produzione. Lo dimostra un sistema automatico di dosaggio, confezionamento e stoccaggio degli ingredienti delle mescole messo a punto dall’azienda di Dueville (Vicenza)
54 Le novità di Versalis dal DKT di Norimberga
La fiera tedesca è stata l’occasione per l’azienda del gruppo Eni di presentare tre innovative linee di prodotto per l’industria della gomma
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57 taccuino •
Pneumatici: Europa ancora in crescita nel primo semestre
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La Colmec al Rubber Forum di Pittsburgh
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La Arburg a Fakuma con Allrounder
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Nuovo impianto Desma in Cina
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La nuova release v5.1 del software di simulazione Sigmasoft
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Boy introduce nuove soluzioni nelle sue presse
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Rinnovo del contratto di lavoro nazionale: i sindacati definiscono la piattaforma per la contrattazione
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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ELASTICA
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L
e miscele EPDM/SBR sono di grande interesse nell’ambito delle miscele polimeriche, la cui importanza commerciale è in aumento, visto il miglioramento delle prestazioni con la semplice miscelazione di polimeri standard, nell’ottica delle richieste dell’industria per materiali ad alte prestazioni. Infatti tali miscele, in proporzioni opportune, combinano le proprietà desiderate di resistenza agli agenti atmosferici e di elevata resistenza meccanica di EPDM ed SBR mentre, considerate separatamente, l’SBR ha debole resistenza a calore ed ozono e l’EPDM ha scarsa proprietà di adesione e i suoi vulcanizzati, con mescole a base zolfo, manifestano bassa resistenza a lacerazione. Le proprietà fisico-meccaniche delle miscele risentono però anche di piccole variazioni delle quantità dei 8
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
polimeri utilizzati, per cui è necessario sviluppare strumenti analitici, che monitorino la composizione della miscela. È questo lo scopo dello studio in oggetto, che ricorre a tre metodi di analisi: • spettroscopia FT-IR (Fourier Transform – InfraRed spectroscopy = spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier), che è spesso usata per caratterizzare qualitativamente la composizione di miscele polimeriche binarie e ternarie; tuttavia in questa analisi di prodotti di pirolisi delle gomme ogni picco caratteristico è influenzato dalla presenza di un altro componente polimerico e quindi è dubbia l’identificazione della composizione di una miscela con spettroscopia IR; • spettroscopia 1H-NMR o 13C-NMR (Nuclear Magnetic Resonance = risonanza magnetica nucleare), che riesce a cogliere la differenza fra mescole, che contengono protoni aromatici o ne sono prive, ed è l’unica in grado di fornire una stima della densità di reticolazione in miscele elastomeriche; •DSC (Differential Scanning Calorimetry = calorimetria differenziale a scansione), che viene spesso usata per caratterizzare la degradazione termica di elastomeri. Nello studio sono state utilizzate EPDM ed SBR 1502, entrambe vulca-
nizzate con sistemi a base zolfo. Dopo aver determinato la densità di reticolazione e la densità dei vulcanizzati, si è effettuata la pirolisi dei campioni, che sono stati liberati dai residui di vulcanizzanti non reagiti, antiossidanti e oli con estrazione in acetone, e, per assicurare e correlare i risultati della DCS, si sono fatte anche misure di rigonfiamento in parallelo. Sono state quindi eseguite le caratterizzazioni con FT-IR, 1H-NMR e DSC. Lo studio dimostra che l’identificazione, qualitativa e quantitativa, della composizione di una miscela EPDM/SBR si può effettuare semplicemente e velocemente con uno schema multitecnico che comprende FT-IR, DSC e 1H-NMR. Due curve di riferimento sono state costruite con le tecniche DSC e 1H-NMR e sono state poi utilizzate per la determinazione quantitativa di ogni singola gomma nella miscela.
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Abbiamo letto per voi Clermont Ferrand, France) - email: bruno. vergnes@mines-paristech.fr - RFP n. 1/2015, Volume 10, pag. 29-33.
P
er molti anni il processo di estrusione è stato usato, nell’industria del pneumatico, per la produzione del battistrada. Ovviamente il controllo del processo è fondamentale per ottenere un prodotto soddisfacente ma, nonostante molti studi sperimentali o teorici, persistono diversi dubbi riguardo al comportamento del flusso a bassa temperatura o alle condizioni limite su vite e camicia. Scopo di questo lavoro è studiare il comportamento del flusso di una mescola a base SBR, caricata col 33% in peso di nero di carbonio N 234: non è data alcuna ulteriore informazione sui componenti della mescola, come è logico dal momento che ogni mescola per pneumatico è sempre coperta da segreto. Ma questo non è essenziale per lo svolgimento del lavoro e per i risultati ottenuti. Si è scelto un estrusore con diametro 60 mm e lunghezza 360 mm, quindi con L/D = 6, dotato di vari sensori di pressione e temperatura, mentre la vite ha costanza di profondità di scanalatura (10 mm) e passo (40 mm) ed è a controllo di temperatura. Mentre la mescola di SBR è stata alimentata sempre a freddo (temperatura ambiente) e la temperatura della filiera è stata tenuta sempre a 90°C, sono state variate indipendentemente la velocità di rotazione della vite, la temperatura della zona di alimentazione, della camicia, della vite (i tre valori prefissati di queste temperature costituiscono una configurazione, ad esempio 30/30/90, che può essere opportunamente variata) e la restrizione della filiera. La parte sperimentale dello studio evidenzia come i parametri, che più influiscono sul comportamento del flusso, sono la velocità della vite, la restrizione della filiera e le temperature della zona di alimentazione e della vite. Per aumentare la velocità del flusso, una volta fissate le condizioni di processo, sembra opportuno utilizzare una vite calda (ad esempio a 90°C) e una zona di alimentazione
fredda (ad esempio a 30°C). Dopo l’analisi dei dati sperimentali si è effettuata una simulazione numerica per interpretare meglio i risultati e cercare di prevedere il comportamento della mescola di SBR durante l’estrusione. Sono stati definiti modelli di elementi finiti mono e tridimensionali, ma la conclusione principale è che, senza attuare adeguate condizioni limite per lo scivolamento sulle pareti della camicia, è impossibile ottenere risultati vicini ai valori sperimentali.
Nuovi materiali Sfide di limiti estremi di temperatura per materiali elastomerici.
G. Morgan, P. Clarke, S. Mirza, N. Smith (Element Materials Technology Ltd, Hitchin, Herts, UK) - email: glyn.morgan@ element.com - RFP 1/2015, Volume 10, pag. 34-41.
Q
uesto studio è di sicuro interesse per tutti coloro che si occupano del comportamento di elastomeri in applicazioni critiche nell’industria petrolifera e del gas. La storia offre esempi di successo ad alte e basse temperature, ad alte pressioni e in sostanze potenzialmente aggressive, ma anche esempi di fallimenti e perdite con la delusione che un componente elastomerico non sia stato in grado di esprimere il suo potenziale. Si può parlare di materiali inadeguati, di cattiva progettazione, di incomprensione delle richieste di esercizio o delle capacità dell’elastomero coinvolto. Diventa quindi sempre più importante che le istituzioni nell’ambito dei polimeri affrontino attivamente gli argomenti della crescente insistenza sull’affidabilità dei polimeri nei settori di petrolio e gas e sui metodi di misura, controllo e prevedibilità della condizione di tutti gli strumenti a sicurezza critica nell’industria. Un esempio applicativo è il comportamento di elastomeri a temperature estreme, sia alte che basse, dal momento che lo sviluppo di giacimenti di petrolio e gas sta avvenendo in aree a basse temperature (Artico) o
già esistono produzioni in aree ad alte temperature (regioni ad acque profonde). Quando poi entrano in gioco alte pressioni, ogni soluzione con polimeri diventa ancora più impegnativa. Gli estremi di temperatura possono provocare problemi non del tutto compresi nella capacità di tenuta degli elastomeri e su questa casistica si focalizza lo studio in oggetto. Per esempio una tipica prova ISO 10423 F.1.11 (API 6A) potrebbe coinvolgere un sistema di tenuta a cicli di pressione e temperatura tra -18 e +121°C con differenziale di pressione di 690 bar: le guarnizioni non devono perdere durante una serie di combinazioni prefissate di pressione e temperatura. Guarnizioni di elastomeri, con resistenza teorica a basse temperature ben al di sotto di -18°C, hanno fallito nell’ultima fase di prova quando sottoposte a pressione. Anche se non matura come l’industria dei metalli nella comprensione dei processi di degradazione dei materiali, al fine di prevedere i limiti di prestazione in esercizio, l’industria dei polimeri presenta aree in cui nuove intuizioni stanno aumentando la conoscenza, aiutano ad evitare problemi e costruiscono fiducia. La società Element Hitchin ha promosso studi, che hanno indirettamente fornito alcune conoscenze sul comportamento degli elastomeri in condizioni di alta temperatura e pressione. Questo lavoro si articola in diverse sezioni dove si considerano: • bassa temperatura e alta pressione, in cui, scelto FKM come elastomero, si ricorre alla DSC e si parla di LNG ( Liquified Natural Gas = gas naturale liquefatto); • alta temperatura, esaminata in abbinata con alte pressioni e sostanze aggressive; si parla anche di resistenza alla decompressione di gas; • estrusione (intesa come uscita di sede della guarnizione), con l’esame dell’invecchiamento della guarnizione abbinato a pressione; si ricorre anche all’analisi ad elementi finiti (FEA), che risulta efficace per fornire un preavviso di problemi, per preveL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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ELASTICA dere le risposte del materiale a varie sollecitazioni e per aiutare a ottimizzare il progetto della guarnizione; • decompressione gassosa, che considera le prove di resistenza alla rapida decompressione gassosa (RGD – Rapid Gas Decompression) per definire i limiti di pressione e temperatura, ai quali un elastomero può essere utilizzato in sicurezza; • invecchiamento chimico, in cui si evidenziano esempi di comportamento di elastomeri, sottoposti a degradazione chimica, si esamina il deterioramento di HNBR in un fluido chimico aggressivo e si traccia la curva di Arrhenius relativa a variazione di modulo e temperatura; • protocolli di prova con deviazioni di temperatura; i riferimenti sono la norma ISO 10423 e API 6A con aggiunta della ISO 23936-2; • progetto Cold JIP (Joint Industry Programme = Programma Congiunto dell’Industria, istituto sponsorizzato da 9 grosse compagnie petrolifere per ricerche nella regione artica), che sviluppa una prova di esercizio di guarnizione di tenuta a bassa temperatura; • osservazione visiva delle guarnizioni, che illustra l’efficacia di questo metodo pratico per controllare gli effetti di riscaldamento o raffreddamento, con applicazione e rimozione della pressione; • utilizzo di analisi a elementi finiti (FEA), per ottenere un modello del ciclo di prova della ISO 19423 F.1.11, usando informazioni delle proprietà del materiale in oggetto riguardo a rilassamento delle tensioni, contrazione termica, forza di tenuta etc. Corredano lo studio esaurienti grafici, tabelle e modelli di analisi a elementi finiti, ma soprattutto fotografie che ben illustrano visivamente i danni subiti dalle guarnizioni di tenuta esaminate. Si arriva così alla conclusione che gli estremi di temperatura influiscono sulle prestazioni di articoli elastomerici quali guarnizioni di tenuta, tubi legati, giunti flessibili etc. e devono essere tenuti in considerazione i punti seguenti: • basse temperature, combinate con 10
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alte pressioni, possono alzare la temperatura di transizione vetrosa (Tg) e contribuire a causare perdite inaspettate della tenuta; • alte temperature facilitano l’estrusione, la RGD e l’invecchiamento chimico; si può ovviare a questi inconvenienti con una diversa progettazione e con l’utilizzo di nuovi materiali termoresistenti; • metodi di prova standard con cicli di temperatura possono richiedere uno studio, inteso a verificare che non siano troppo severi o non rispondenti alle condizioni di esercizio, causando così un fallimento prematuro di sistemi di tenuta altrimenti validi; • la combinazione di prove, osservazione visiva e analisi a elementi finiti continuerà a migliorare la nostra comprensione degli effetti di temperatura e pressione sulle tenute e sui relativi prodotti elastomerici.
Nuovi materiali Perfluoroelastomeri innovativi con migliorata capacità di tenuta a bassa temperatura.
S. Arrigoni, F. Merli (Solvay Specialty Polymers S.p.A. Bollate, Milano, Italia), P. Farrow (Solvay Polymers Ltd, Warrington, UK) - email: fabiano.merli@solvay.com RFP 1/2015, Volume 10, pag. 43-49.
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elle severe condizioni dell’industria petrolifera e del gas, grazie alla messa a punto di diversi monomeri fluorurati e chimiche di vulcanizzazione, l’utilizzo dei perfluoroelastomeri (FFKM) è ormai specificato per le esigenti richieste di prestazioni. Queste infatti possono prevedere il bilanciamento di resistenza ad alte temperature e/o chimica con la capacità di assicurare la tenuta a bassa temperatura. Giocano un ruolo importante anche il rapporto costo/prestazione paragonato, per esempio, ad altre soluzioni di tenuta come il PTFE energizzato a molla, la resistenza all’estrusione (intesa come uscita di sede della guarnizione) e la capacità di resistere a una rapida decompressione di gas (RGD). I tipi di FFKM si distinguono per la composizione del monomero e la chimica di vulcanizzazione: la prima,
insieme alla sequenza di polimerizzazione, influenza la tenuta a bassa temperatura, mentre la seconda agisce sulla resistenza termica e chimica, che non dipende dal contenuto di fluoro. I monomeri tradizionali usati finora sono il tetrafluoroetilene (TFE) e il perfluoromultiviniletere (PMVE), che hanno temperatura di transizione vetrosa (Tg) di 0°C. In seguito si sono utilizzati altri monomeri per modificare la Tg fino a -17° e, recentemente, se ne sono sviluppati di nuovi per abbassarla fino a -30°C mantenendo la stessa resistenza chimica. A fronte dell’esplorazione globale dell’industria petrolifera e del gas, ora questa tecnologia è disponibile per progettare tenute capaci di funzionare a basse temperature. Lo studio affronta la casistica dell’utilizzo di FFKM in applicazioni petrolifere e gas, che richiedono un’eccellente resistenza chimica e un’ottima prestazione di tenuta, per le quali si preferisce usare perfluoroelastomeri a reticolazione perossidica, che resistono meglio ad ammine, gas acidi e fluidi acquosi. Partendo dalla recente esperienza del progetto LNG (Liquified Natural Gas = gas naturale liquefatto) in Norvegia e nel Mar Caspio, si parla delle condizioni di estrazione dei fluidi dal sottosuolo, che devono essere separati nelle tre fasi di petrolio, gas e acqua, e si arriva alla tecnologia Solvay, che ha messo a punto un tipo di FFKM con Tg pari a -30°C senza rilevante compromesso tra le prestazioni di tenuta a lungo termine, compression set, resistenza ai fluidi e invecchiamento termico. Con linguaggio molto tecnico per addetti ai lavori viene spiegata la tecnologia del perfluoroelastomero a bassa temperatura , a partire dai monomeri TFE (tetrafluoroetilene) e PAVE (perfluoroalchilviniletere) prodotti da Solvay. Si arriva così alla nuova classe di monomeri MOVE (perfluorometossiviniletere), dei quali Solvay ha sviluppato un efficiente processo produttivo: la caratteristica principale di questa tecnologia proprietaria è l’ottimizza-
Abbiamo letto per voi
zione della prestazione a basa temperatura con mantenimento di eccellenti proprietà di tenuta. Il nuovo perfluoroelastomero a bassa temperatura, indicato come PFR LT, viene sottoposto a prove di comparazione con Tecnoflon PFR 94, Tecnoflon PL 855 e un prodotto concorrente con Tg di -17°C. Con l’utilizzo di DSC, TR (Retraction at lower Temperatures = ritrazione a più basse temperature), DMA (Dynamic Mechanical Analysis = analisi meccanica dinamica) e TMA (Thermo Mechanical Analysis = anlisi termomeccanica), vengono effettuate le prove di comportamento a bassa temperatura dei quattro perfluoroelastomeri, illustrate da grafici e tabelle. Si passa poi ad analizzare il comportamento dei vari FFKM in alcuni fluidi selezionati (etilendiammina, ammoniaca, acido nitrico, metanolo etc.) per arrivare a indicazioni sulla formulazione di mescole di diverse durezze, mettendo in evidenza che col prodotto PFR LT si può arrivare a 45 Shore A rispetto al valore di 58 Shore A, tipico degli FFKM tradizionali. Il nuovo FFKM di Solvay a tecnologia MOVE è caratterizzato da una migliorata capacità di tenuta a bassa temperatura, buon compresssion set e buona resistenza ai fluidi. La conferma della prestazione di Tecnoflon PFR LT a bassa temperatura, suffragata da varie tecniche sperimentali, dimostra un eccellente controllo della sequenza monomerica durante la polimerizzazione. In confronto a FFKM standard, Tecnoflon PFR LT offre un miglioramento di 13 gradi nella prestazione a bassa temperatura, con buona resistenza ai prodotti chimici inerenti ai processi di estrazione petrolifera e del gas, quali metanolo, etilendiammina e formiato di potassio, dimostrandosi così idoneo all’utilizzo nei macchinari relativi a quest’ambito. La tecnologia del monomero MOVE ha ottimizzato il bilanciamento tra proprietà meccaniche, resistenza ai fluidi e tenuta a bassa temperatura, permettendo la progettazione di
nuovi macchinari e l’adozione di sistemi di tenuta impossibili con la tecnologia attuale.
Nuovi materiali Modellazione della decomposizione cinetica di OBSH (OxyBenzenSu lphonylHydrazide = ossibenzensulfonilidrazide) come agente espandente per gomma EPDM alveolare.
N.C. Restrepo-Zapata (Departamento de Materiales, Universidad Nacional de Colombia, Medellin, Colombia), T.A. Osswald (Polymer Engineering Center, University of Wisconsin-Madison, Madison, WI, USA), J.P. HernándezOrtiz (Departamento de Materiales, Universidad Nacional de Colombia, Medellin, Colombia - Institute of Molecular Engineering, University of Chicago, Chicago, IL, USA) - email: jphernandezortiz@uchicago.edu RFP 1/2015, Volume 10, pag. 60-64.
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materiali alveolari o schiume sono dispersioni di gas in solidi con strutture e proprietà caratteristiche. La produzione di mescole di gomma alveolari iniziò nel 1930 con l’agitazione meccanica di lattice in presenza di additivi, saponi o gelatina, che aiutarono la formazione della schiuma: la gommapiuma così ottenuta è conosciuta come “processo Dunlop”. Da allora le gomme alveolari hanno avuto importanza commerciale come materiali strutturali leggeri a bassa densità e alta resistenza all’impatto e buoni isolanti per la presenza di gas racchiuso all’interno. Vari polimeri (gomma naturale e gomme sintetiche, poliuretano, EVA etc.) hanno dato luogo a schiume/spugne commerciali e dai primi anni ’90 l’EPDM è diventata uno dei materiali alveolari preferiti per guarnizioni auto, isolamento di tubi, guarnizioni di tenuta e profili. La tecnologia di produzione è complessa e si articola in tre stadi: mescolazione di elastomero e additivi, estrusione e vulcanizzazione/espansione. L’ultima parte è la più complessa, perché si basa sul controllo del delicato bilanciamento delle due
reazioni di vulcanizzazione ed espansione. Il processo di espansione si basa sull’introduzione di una fase gassosa nella matrice polimerica e, per quanto riguarda gli elastomeri, si utilizzano agenti gonfianti chimici, tra cui l’OBSH (ossidibenzensulfonilidrazide) che è l’oggetto di questo studio, che ne caratterizza le condizioni dinamiche della reazione di decomposizione in una mescola EPDM a base zolfo, mediante DSC e TGA. L’obiettivo principale è ottenere variabili della reazione che forniscano modelli della decomposizione, al fine di comprendere i cambiamenti che si verificano per la presenza di additivi diversi. Nella descrizione della cinetica di reazione si prendono in esame solo modelli semi-empirici e non basati su meccanismi chimici dettagliati, in funzione della loro forma generica e facilità di realizzazione. Mettendo sempre a confronto la decomposizione di OBSH puro e in miscela con gli additivi di vulcanizzazione, dopo la descrizione dei modelli cinetici adottati, lo studio esamina i risultati dei modelli proposti (n-th, polinomiale e Kamal-Sourour), commentandoli opportunamente con riferimento ai relativi grafici di immediata comprensione e riassumendo in due tabelle i parametri numerici del modello Kamal-Sourour. La conclusione dello studio è che l’OBSH puro subisce una reazione drammatica e altamente esotermica durante la decomposizione in paragone alla mescola completa, mentre il sistema vulcanizzante e gli additivi controllano la reazione e forniscono il modo di controllare e ottimizzare il reale processo produttivo dei materiali alveolari. Tenendo sempre presente che i parametri della reazione dipendono molto dalla temperatura, i modelli di cinetica semi-empirici, riferiti a realistiche condizioni di processo (velocità e miscele), forniscono i mezzi per ottenere una buona processabilità, migliorando così produzione ed efficienza e contribuendo anche a ridurre i costi. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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L’INTERVISTA
RubberTech China arriva in Europa
di Riccardo Oldani
Ci può dire qualcosa sull’organizzazione e le attività della China United Rubber Corporation? La China United Rubber Corporation (CURC) nasce dal Dipartimento della gomma del ministero dell’Industria chimica cinese. Ora è stata trasformata in una società per azioni non quotata in borsa derivata da un dipartimento governativo. Con il rafforzarsi dell’introduzione di un’economia di mercato e la sempre maggiore attenzione posta in Cina alle società di servizi, la CURC si è affermata come l’organizzatrice di successo di RubberTech China e di Reifen China, due fiere sulla gomma e sull’industria dei pneumatici che hanno ormai acquisito una rinomanza mondiale. Seguendo la sua strategia di sviluppo globale per RubberTech China, CURC ha anche organizzato fiere con il marchio RubberTech in Germania e in Tailandia e ha in programma di esplorare ulteriormente i mercati esteri. Allo stesso tempo CURC ha stabilito stretti accordi di collaborazione con gli organizzatori di fiere sulla gomma e i pneumatici di altri paesi, assumendone la rappresentanza in Cina in modo da fornire servizi migliori alle aziende cinesi che intendono esporre all’estero. Oltre ai servizi fieristici, CURC ha gradualmente sviluppato il suo volume internazionale di affari commercializzando particolari linee di prodotto, come il carbon black Thermax® MT, gomma naturale e lattice di gomma, chemicals per la gomma e fornitura di pneumatici di primo equipaggiamento per veicoli. 12
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Ma Junhua (o, all’occidentale, Jason Ma), CEO di China United Rubber Corporation, la società cinese che organizza la fiera RubberTech.
La China United Rubber Corporation è la società, emanata dal Dipartimento dell gomma del ministero dell’Industria Chimica Cinese, che si occupa dell’organizzazione di RubberTech China, la fiera cinese che dopo 14 edizioni si è ormai affermata come uno dei principali eventi mondiali del settore. Ora l’azienda rilancia i suoi programmi con un progetto ambizioso, non solo a livello di organizzazione di fiere ma anche commerciale. Ce ne parla il suo CEO, Ma Junhua (Jason Ma all’occidentale)
Ma Junhua - Jason Ma
Come sta andando il settore della gomma in Cina? E come evolverà secondo le vostre previsioni per i prossimi anni? La China ha una catena completa per l’industria della gomma. A parte la gomma naturale e alcuni prodotti speciali, le materie prime prodotte in Cina sono in grado di soddisfare completamente la domanda delle società cinesi che producono manufatti in gomma. Alcuni di questi prodotti sono anche esportati. La Cina è il maggior consumatore e produttore mondiale di chemicals per la gomma, di carbon black e di cinture d’acciaio per pneumatici. Il consumo di gomma in L’industria cinese Cina è al primo posto nel della gomma seguirà mondo da 20 anni a questa sempre più un trend parte. Il consumo del 2014 “green”, ecosostenibile e ha raggiunto 8,6 milioni di improntato all’efficienza tonnellate; la produzione di chemicals per la gomma ha energetica, per toccato nel 2014 1,13 milioni promuovere uno di tonnellate, con una crescita anno su anno del 13%; la sviluppo stabile produzione di carbon black e sostenibile. si è attestata nel 2014 a 5,1 Nel frattempo sta milioni di tonnellate, quella di mettendo in pratica corda in poliammide a 260.000 tonnellate, quella di corda una strategia che definiamo “going global” in poliestere ha toccato le 210.000 tonnellate, la tela per per creare imprese nei la carcassa 50.000 tonnellate, paesi emergenti. la corda d’acciaio 1,9 milioni Questo con l’intento di di tonnellate. Per quanto altri dati, segnaliamo sostenere non soltanto riguarda una produzione di 5,32 milioni le nostre imprese ad di tonnellate di gomma sintetica, con un incremento espandersi in mercati del 10,1% rispetto al 2014, la esteri, ma anche a produzione di 1.113.890.000 sviluppare le economie pneumatici, con un incremento locali, creando così una del 6,3% e anche un aumento delle importazioni di gomma situazione win-win. naturale del 5,6%, giunte a un volume di 2,61 milioni di tonnellate. L’importazione di gomma sintetica invece ammonta a 1,48 milioni di tonnellate, con un decremento del 2,7%. L’industria cinese della gomma seguirà sempre più un trend “green”, ecosostenibile e improntato all’efficienza energetica per promuovere uno sviluppo stabile e sostenibile. Nel frattempo sta mettendo in pratica una strategia che definiamo “going global” per creare imprese nei paesi emergenti. Questo con l’intento di sostenere non soltanto le nostre imprese ad espandersi in mercati esteri, ma anche a sviluppare le economie locali, creando così una situazione win-win.
Come giudicate le vostre relazioni commerciali con l’Italia? Che genere di prodotti esportate maggiormente verso l’Italia e quali prodotti o tecnologie, se ve ne sono, importate dal nostro paese? Abbiamo molti buoni contatti con aziende che hanno sede in Italia e con associazioni. Un buon numero di esse partecipano ogni anno e continuativamente alle nostre fiere. Sotto questo aspetto speriamo davvero di renderci utili nel fornire buone opportunità alla promozione degli scambi tra Italia e Cina. Siete attivamente impegnati nell’organizzazione di fiere internazionali, come RubberTech China e Reifen China. Vi ritenete soddisfatti dei risultati dell’ultima edizione? RubberTech Cina è una fiera sulla gomma organizzata dalla China Rubber United Corporation che ne possiede il brand. È stata organizzata con successo per ben 14 edizioni. Nel 2014 vi hanno preso parte 530 imprese da 17 paesi diversi che hanno esposto macchinari per l’industria della gomma, chemicals, materie prime, prodotti per l’assemblaggio dei pneumatici non di gomma. Per quanto riguarda i visitatori, ne abbiamo accolti 17.000, tutti professionisti, provenienti da 81 paesi. Ad oggi, dopo 20 anni di sviluppo, RubberTech China è divenuta la più grande piattaforma di promozione commerciale dell’industria della gomma per tutta l’Asia e anche del mondo, svolgendo anche la funzione di vetrina che mette in comunicazione la Cina con il mondo. Reifen Cina, che è una manifestazione sorella della fiera Reifen organizzata in Germania, è co-organizzata da CURC e Messe Essen GmbH. Dal suo lancio, nel 2007, si è tenuta con successo per 8 edizioni. Nel 2014, Reifen China ha accolto oltre 120 espositori da 13 paesi. Tra i nostri espositori più fedeli figurano non soltanto i 50 principali produttori di pneumatici che operano in Cina, ma anche alcuni protagonisti internazionali, provenienti da Germania, Corea del Sud, India, Malesia, Polonia, Russia, Singapore, Tailandia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito. Messe Essen è ampiamente favorevole allo sviluppo di una manifestazione sorella in Cina sempre più forte. State organizzando anche un evento in Europa, previsto per il 2016. Può darci qualche dettaglio al riguardo? China Rubber United Corporation curerà l’edizione di RubberTech Europe dal 24 al 27 maggio 2016. Questa fiera è organizzata in collaborazione con Messe Essen GmbH. Nel 2014 il brand del Rubbertech Show è stato proposto in Europa per la prima volta come piattaforma di comunicazione. La fiera RubberTech Europa espone un ampio ventaglio di prodotti legati alle tecnologie per la produzione di pneumatici, macchinari, strumenti di controllo e test, chemicals e materie prime per il settore della gomma. Il Reifen show è considerato una L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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L’INTERVISTA
cartina di tornasole dell’intero settore del pneumatico, dal momento che raccoglie aziende da tutto il mondo. Le due fiere riunite cresceranno nelle previsioni per dar vita a un’esibizione di risonanza internazionale, capace di mettere in contatto aziende a monte e a valle della filiera. Allo stesso tempo, la fiera ha acquisito il supporto di Crain Communication, l’editore dello European Rubber Journal, grazie al quale porteremo il Future Tire Forum all’interno di RubberTech Europe. Invitiamo cordialmente tutti gli amici dell’industria della gomma in Europa e in altre parti del mondo a presenziare alla fiera. Anche i vostri suggerimenti saranno particolarmente apprezzati.
Quali sono i programmi per l’immediato futuro? Che genere di attività intendete spingere e quali mercati intendete esplorare per mantenere e migliorare la vostra posizione? Abbiamo dato il via al nostro programma globale di sviluppo del brand RubberTech, e la RubberTech Europe a Essen, in Germania, ne rappresenta il primo passo. Abbiamo anche avviato un altro progetto in Tailandia, il GRTE, e a seguire intendiamo spingerci in profondità nei mercati di India e Turchia per rafforzare la nostra strategia. CURC si è posta l’obiettivo di crescere come un organizzatore di fiere e facilitatore di primo livello nel mondo.
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MONDOGOMMA
Gomma e plastica rilanciano l’economia di Riccardo Oldani
l termine “ripresa” è, insieme con “crisi”, quello più gettonato dalla stampa economica e anche quello recepito con maggiore scetticismo dagli imprenditori italiani, che devono sempre fare la tara tra le dichiarazioni di tipo politica e la realtà quotidiana con cui si devono confrontare nella guida delle loro aziende. Per quanto riguarda i settori della gomma e della plastica, prodotti e macchinari, sembra però che la parola “ripresa” si possa finalmente sdoganare, pur senza alcun tipo di trionfalismo o eccessivo ottimismo. Per il settore la conferma è arrivata lo scorso giugno, in occasione delle assemblee congiunte di Federazione Gomma Plastica, e quindi di Assogomma, e di Assocomaplast che, come avviene ogni anno, si ritrovano nella stessa sede per definire, prima, le loro questioni associative e, poi, per dar vita a una sessione aperta in cui si parla della situazione del settore.
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Le assemblee nazionali della Federazione Gomma-Plastica e di Assocomaplast, tenutesi a giugno, sono state anche l’occasione per presentare i dati dei comparti e verificare il loro apporto all’economia italiana. Ebbene, tutto il sistema PGMS, cioè plastica, gomma, macchine e stampi, ha fatto in pieno il proprio dovere nel 2014, trainando l’export e dando una notevole spinta all’Italia. Che oggi, come mostrano i dati, può dirsi finalmente fuori dalla crisi e in ripresa. Quello che però va messo in evidenza è che la “ripresa” di cui si parla sarà un processo lento e con numeri contenuti, non certo un rilancio in grande stile. La crisi ha lasciato il segno, ora la macchina ha bisogno di tempo per ripartire
Progetti e micromanagement
Carlo Calenda, viceministro dello Sviluppo economico, che ha tracciato lo scenario attuale e quello in cui ci muoveremo in un prossimo futuro. «Nei prossimi anni – ha detto Calenda – vedremo la concomitanza di due situazioni contrastanti: da un lato una ripresa del business e della richiesta di beni, soprattutto strumentali, dall’altro una profonda instabilità geopolitica, evidenziata oggi dalla crisi greca e da quella medio-orientale. Per orientarsi nell’export le nostre aziende devono quindi avere un grado di professionalità sempre più elevato».
Ospite fisso di questi incontri è l’economista Marco Fortis, docente all’Università Cattolica di Milano e vicepresidente della Fondazione Edison, che ogni anno traccia il profilo del settore, accomunando gomma e plastica, come è d’obbligo fare per la difficoltà di distinguere le tipologie di prodotto dal punto di vista doganale, sia per quanto riguarda l’articolo finito che i macchinari. Quest’anno, prima dell’intervento di Fortis, le valutazioni sul settore sono state aperte da 16
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Non basta più, insomma, armarsi dei propri prodotti e partire, ma avere strumenti adeguati di valutazione della sicurezza o dell’instabilità di certi mercati, delle situazioni locali, delle occasioni di business. «Per questo motivo – ha detto ancora Calenda – il governo sta lavorando all’idea di fornire aiuti alle imprese che esportano, per esempio mettendo a loro disposizione la professionalità di “international export manager”, figure che conoscono profondamente i mercati internazionali e possono mettere le loro competenze a beneficio delle imprese».
Assemblee associative
PIL in italia
(variazioni % tendenziali sullo stesso trimestre dell’anno precedente) Fonte: Istat
Consumi delle famiglie in italia
(variazioni % tendenziali sullo stesso trimestre dell’anno precedente) Fonte: Istat
Un esperimento, ha sottolineato Calenda, perché poi la bontà di un’idea si vede dall’applicazione e dai risultati, e quindi non necessariamente la panacea a tutti i problemi del nostro commercio estero. «Ma con questi manager vogliamo per la prima volta – ha sottolineato il viceministro – testare un nuovo modo di sostegno alle imprese. Farci venire delle idee, raccogliere anche quelle degli imprenditori, immaginare delle risposte e degli strumenti, e fare delle scelte, per poi testarle su piccola scala, in modo da non alimentare sprechi, e verificare la loro efficacia. Se funzionano possiamo poi applicarle su dimensioni più ampie». Il tutto, nell’ambito di un programma a beneficio delle imprese per cui il governo ha stanziato 260 milioni di euro, contro i 23 milioni del 2014. Sembrerebbe, insomma, un tentativo concreto di supporto. Vedremo come si concretizzerà nella realtà dei fatti. «Vogliamo – ha concluso Calenda – riuscire a incidere nella pratica quotidiana delle imprese. L’80% dei problemi che le affliggono si possono risolvere a mio parere con il micromanagement, con interventi mirati su aspetti gestionali o sull’amministrazione che possono migliorare l’attività quotidiana. Alle nostre imprese serve molto di più un supporto di questo genere che la definizione di scelte strategiche centralizzate o di accordi internazionali, che si fanno una volta all’anno, mentre per le imprese il problema è capire come trarne vantaggio giorno per giorno».
Ripresa sì o no? Consumo di macchine utensili e robotica in italia (milioni di euro) Fonte: UCIMU
Marco Fortis, intervenuto dopo Calenda, si è dilungato invece sul concetto e sul tipo di ripresa che stiamo attraversando. «Abbiamo avuto diverse false ripartenze negli ultimi anni – ha detto –, a partire da quella del 2010, bloccata subito dalla crisi dei crediti sovrani, che ha determinato il crollo della domanda interna. Dall’inizio di quest’anno abbiamo però avuto qualche segnale positivo concomitante, a partire dal Pil in crescita dello 0,3% abbinato alla crescita dei consumi delle famiglie e anche gli investimenti delle imprese. C’è stato anche qualche intervento di governo positivo, come quello dei tanto discussi 80 euro, che però sono effettivamente coincisi con una ripresa dei consumi delle famiglie. C’è stata anche una ripresa delle vendite di automobili e possiamo definire interessante l’impatto L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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MONDOGOMMA
Occupati totali in italia (dati destagionalizzati, migliaia di unità) Fonte: Istat
Surplus manifatturiero con l’estero Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Assemblee associative
Il saldo commerciale con l’estero delle “4 A” del made in Italy (miliardi di euro) Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
della Legge Sabatini (per le agevolazioni alle Pmi) su settori come macchine utensili e robotica». Insomma, gli indicatori evidenziano che gli investimenti stanno tornando a crescere dopo mesi di calo. In più, ha evidenziato Fortis, c’è qualche segnale positivo sull’occupazione. «Da aprile – ha sottolineato – si è verificata una forte crescita, susseguente a un leggero calo nel mese di marzo, probabilmente dovuto all’attesa da parte delle aziende di vedere implementate le nuove misure sull’occupazione attivate dal governo». Altri segni di crescita sono legati alle performance dei singoli settori economici che, tutti insieme, contribuiscono a ridare potere d’acquisto agli italiani e a far ripartire i consumi interni. Condizione essenziale per un rilancio del mercato interno che le aziende della gomma-plastica stanno aspettando per consolidare la loro ripresa, dopo aver puntato essenzialmente sull’export per far fronte alla crisi. «L’agricoltura italiana – ha illustrato Fortis – sta andando molto forte e i nuovi sistemi di calcolo del Pil da poco introdotti le hanno dato una dimensione diversa, per un valore di 33 miliardi di euro, che la equipara a quella della Francia. Il valore aggiunto dell’industria è cresciuto dello 0,6% dall’inizio
dell’anno e perfino le costruzioni, settore che ha subito mesi difficilissimi, stanno tornando a crescere in fatto di valore aggiunto. Altro settore in ripresa è quello del commercio e trasporti, a partire da alberghi e ristoranti che benificiano della maggiore disponibilità economica dei cittadini. L’industria invece fa più fatica a ritrovare posti di lavoro, perché una parte si deve confrontare con modelli di consumo diversi rispetto a quelli precrisi». In altre parole, ogni volta che si riscontra una contrazione dei consumi questa avviene in tempi molto brevi ma poi occorrono tempi molto più lunghi per ritornare ai livelli iniziali: è come se un motore si fermasse di colpo e poi, dopo gli interventi del meccanico, venisse riacceso. Occorre sempre un po’prima che ritorni all’efficienza iniziale. Questo, ha osservato il vicepresidente di Fondazione Edison, è quanto sta avvenendo anche oggi: parlare di ripresa non vuol dire che tutti torni magicamente come era prima del 2008. Quando si verifica una crisi l’inerzia del sistema richiede sempre un lungo tempo di riavvio e questo si nota anche sulle stime di crescita del Pil dei paesi europei, con previsioni non entusiasmanti, neanche per le economie più solide. «Guar-
dando dentro casa nostra, notiamo che, nell’industria, ricominciano ad assumere le aziende che vanno bene soprattutto con l’export – ha osservato Fortis –, anche se questo non avviene sempre e non necessariamente». Il riassestamento che le imprese hanno subito con la crisi le ha portate a un nuovo equilibrio, al ribasso, anche in termini di personale impiegato, e le ha costrette a razionalizzare e a semplificare. Una forte crescita dell’occupazione quindi non è pensabile in tempi brevi. «In totale – ha avvertito ancora Fortis – negli ultimi anni il sistema Italia ha perso l’equivalente di un milione di posti di lavoro. Abbiamo vissuto una realtà drammatica e adesso è utopistico pensare a una ripartenza di slancio».
L’export ci ha salvati
Il commercio estero italiano, ha illustrato con i suoi dati l’economista, ha avuto una ripresa costante dopo il 2009. Grazie alla concomitante diminuzione dell’import questo ha generato una crescita enorme del nostro surplus commerciale con l’estero, guidato dalle cosiddette 4 A dell’economia italiana (abbigliamento, arredo, agroalimentare, automazione). Questo, nonostante un’azione frenante del comparto enerL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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MONDOGOMMA
Evoluzione storica del saldo commerciale degli articoli in gomma e materie plastiche (valori in miliardi di euro)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
Evoluzione storica dell’export di articoli in plastica-gomma
(valori in miliardi di euro; ultimi 12 mesi “scorrevoli”; aggiornamento a marzo 2015 ) Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Assemblee associative
Evoluzione storica dell’export di macchine e stampi per la lavorazione della plastica e della gomma (valori in miliardi di euro; ultimi 12 mesi “scorrevoli”; aggiornamento a marzo 2015 ) Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat
gia. «Oggi – osserva Fortis – abbiamo un attivo di 43 miliardi sul commercio estero, quando solo 4 anni fa il saldo era di -30 miliardi di euro». Una crescita incredibile di questo parametro, molto più sostanziosa di quella di qualsiasi altro paese europeo. In tutto questo, il sistema cosiddetto PGMS, cioè plastica, gomma, macchine e stampi, ha avuto un peso sostanziale, con una filiera che complessivamente ha raggiunto un surplus di 3,2 miliardi di euro. L’export complessivo di questo sistema è di circa 22 miliardi di euro. Negli ultimi 12 mesi l’export di materie plastiche vergini è cresciuto fino a 5,4 miliardi di euro (record storico) e con un prezzo del petrolio basso. Gli articoli in plastica e gomma hanno segnato un record dell’export di 13,7 miliardi di euro, secondo statistiche basate su dati Istat che, tra l’altro, non contemplano anche alcuni prodotti, come nastri adesivi o calzature. «Anche il settore macchine e stampi – ha sottolineato l’economista – ha dato il suo bel contributo, con un export attestatosi nel 2014 a 2,7 miliardi, che equivalgono anche ai valori storici massimi. L’Italia è tra i paesi più importanti tra quelli produttori di macchine, con una
crescita del 5% nell’ultimo anno, che ha consentito di superare anche il Giappone e di collocarci alle spalle di Germania e Cina. I mercati migliori per l’export delle nostre macchine per gomma e plastica sono USA, Polonia, Francia, Cina, Spagna, che è in ripresa, e Regno Unito, mentre la Russia è in calo a causa delle sanzioni. Germania e Francia stanno subendo rallentamenti nell’export che corrispondono a una fase di incipiente difficoltà in questi paesi». Un altro segnale delle ottime performance del sistema PGMS sul commercio estero è dato dall’indice Fortis-Corradini, messo a punto dalla Fondazione Edison, che tiene sotto controllo il saldo commerciale di 5.117 prodotti su cui si articola il commercio internazionale. Ebbene, per 49 di questi prodotti l’Italia è al primo, secondo o terzo posto nel mondo, per un saldo commerciale positivo di 9,4 miliardi di dollari». Del resto, le buone performance dell’Italia nell’export si riscontrano in molti settori. Guardando le statistiche sul commercio internazionale dei prodotti ce ne sono 5.100 monitorati, l’Italia ha ben 49 prodotti in cui è prima, seconda o terza per quanto riguarda il saldo positivo.
Tendenze a breve e medio termine
A fronte di una serie di dati positivi per le imprese italiane e il settore PGMS, non possiamo comunque, come già accennato, preconizzare il ritorno di un nuovo Eldorado. Le previsioni di crescita del Pil vedono una bassa dinamica dell’Unione Europea rispetto ad altre regioni del mondo. L’Europa è prevista in crescita, a partire dal 2015 e con i prossimi anni di consolidamento, ma molto meglio vanno gli Usa. La Cina vedrà un rallentamento della crescita, così come il Brasile, mentre per la Russia si prevede un blocco dell’economia. L’area dell’euro avrà una crescita inferiore rispetto a quella dell’Europa a 28 nel suo complesso, con una Germania in cui la crescita del Pil subirà una contrazione, attestandosi all’1,3% per il 2020. «Di fronte a questi dati – ha concluso Fortis – è illusorio pensare che i cittadini europei riprendano a consumare come in periodo precrisi, quando l’occupazione era decisamente più elevata rispetto a oggi. Per un vero rilancio dei consumi in Europa occorrerebbe quindi una politica coraggiosa nell’Unione, i cui segni non si r nel debole piano Juncker». L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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MONDOGOMMA
Influenza della morfologia delle particelle di carica inorganica sulle proprietà meccaniche nelle mescole stirene-butadiene Introduzione e obbiettivi
Le principali strategie innovative nell’ambito degli pneumatici per autotrazione sono attualmente finalizzate a ridurre il consumo energetico provocato dalla dissipazione associata alla resistenza al rotolamento, ma hanno anche l’obiettivo di aumentare la durata dello pneumatico e la sua aderenza al terreno. La resistenza al rotolamento è causata dalla deformazione dello pneumatico nella zona di contatto con il suolo e dipende anche dalla sua struttura (radiale o convenzionale). Tuttavia la causa principale è da attribuirsi alle proprietà viscoelastiche dei polimeri, i quali per deformazione dissipano energia sotto forma di calore. Diminuendo questa perdita di energia, pneumatici più efficienti possono essere sviluppati garantendo un minore consumo di carburante ed un minore impatto per la salute e l’ambiente. In dettaglio, il dispendio energetico dipende dalla deformazione della microstruttura del composito tra carica inorganica (filler) e polimero, con rottura e successivo recupero, non completamente reversibile, della stessa. E’ quindi necessario ridurre la mobilità della carica preferibilmente attraverso l’incremento della forza di interazione filler-gomma. La silice a morfologia sferica, attualmente impiegata come filler in aggiunta o sostituzione del nerofumo (carbon black) di uso convenzionale, induce questo incremento di interazione, attraverso una molecola organica (compatibilizzante) legata alla superficie della silice (funzionalizzazione) e in grado di favorire il legame della particella alla gomma. A tal fine più efficacemente opera la silice nanostrutturata, le cui particelle sono caratterizzate da un elevato rapporto superficie/volume. Ciononostante é ulteriormente necessario aumentare l’efficacia della carica, favorendo l’interazione filler–gomma 22
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
R. Scotti, M. D’Arienzo, B. Di Credico, F. Morazzoni, Dipartimento di Scienza dei Materiali, Università di Milano-Bicocca, Via Cozzi 55, 20125 Milano, Italia T. Hanel, L.Tadiello, Pirelli Tyre SpA, Viale Sarca 222, 20126 Milano, Italia
L’Università di Milano Bicocca, Dipartimento di Scienza dei Materiali, e Pirelli Tyre hanno messo a punto una mescola innovativa al fine di ottimizzare il consumo energetico dei pneumatici per autotrazione. Il nuovo materiale impiega particelle di carica inorganica, SiO², con forma e dimensioni controllate, in particolare aventi elevato fattore di forma. Ciò induce allineamento delle particelle nel polimero ed elevata ritenzione di gomma all’interno dei domini, causa di maggiore forza di interazione tra polimero e silice.
Eventi
Figura 1: immagini TEM di nanocompositi di NR e nanoparticelle di silice non funzionalizzata (a) o funzionalizzata con alcossisilani sostituiti con gruppi diversi : (b) vinil (VTEOS); (c) propiltetrasolfuro (TESPT) [1]. versus quella filler-filler e inducendo maggiore dispersione delle particelle inorganiche nella gomma. La ricerca, svolta dal gruppo dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con Pirelli Tyre, si è sviluppata a partire da questa ultima considerazione ed ha avuto inizio nel 2012, articolandosi in momenti ben significativi per il suo progresso e successo finale. Gli stadi della ricerca verranno brevemente descritti per giungere ai risultati più significativi ai fini dell’ applicazione industriale.
Schema 1: elenco dei trialcossisilani sostituiti utilizzati nella sintesi sol-gel in situ di particelle di silice.
Sviluppo
I materiali studiati per primi nel 2013 sono stati i nanocompositi a base di silice, quest’ultima sintetizzata in situ in un lattice di gomma naturale (Natural Rubber, NR) mediante sintesi solgel [1] a partire da trialcossisilani con differenti leganti al silicio scelti in modo da indurre, in linea di principio, differenti morfologie delle particelle di silice (vedi Schema 1). L’analisi con microscopia elettronica in trasmissione (TEM) (Figura 1) ha evidenziato, per tutte le miscele, particelle aventi simile morfologia, ma differente aggregazione. La differenza nella forza di interazione con la gomma è di fatto legata alla crescita in situ delle particelle, processo che ne favorisce la dispersione. È del 2014 [2] la messa a punto di una sintesi in situ sol-gel nonacquosa, per la produzione di nanocompositi di NR contenenti silice sferica funzionalizzata con gruppi etossi, i quali inducono un comportamento non idrofilico della silice e ne favoriscono la dispersione nella gomma. Ciò ha consentito una elevata carica (> 60 phr, parti di filler per cento parti di gomma in peso) di inorganico, in assenza di percolazione. Viene confermata la possibilità di modulare la forza di interazione filler-gomma attraverso la reattività dei gruppi superficiali della particella di silice. Solo al termine del 2014 i nanocompositi di stirene-butadiene (SBR) vengono caricati con silice di differente morfologia [3]. Le particelle sono state ottenute per idrolisi da precursori organometallici della silice, tetraetossisilano (TEOS) e 3-mercaptopropiltrimetossisilano (MPTMS), indirizzando la forma della particella con il templante cetiltrimetilammonio bromuro (CTAB). Impiegando differenti rapporti MPTMS/TEOS si sono ottenute particelle di silice rod-like con differente valore del fattore di forma ossia del rapporto lunghezza/diametro della sezione (AR aspect ratio), esattamente 1 (sfera) o 2.5, 5 (rod like) (figura 2). Il diametro della sfera e della sezione della particella allungata, determinati al TEM, è circa 80 nm ed è omogenea per i differenti AR. La lunghezza delle particelle rod-like varia da 200 a e 400 nm. Poste in miscela con la gomma le particelle a maggiore allungamento presentano autoassemblaggio in domini (Figura 3) allineati lungo l’asse principale delle particelle. In presenza di tali domini si evidenziano elevati rinforzi meccanici della gomma, indice di rigidità indotta dall’allineamento della silice.
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MONDOGOMMA
Figura 2: immagini TEM di particelle di silice con fattore di forma a) 1; b) 2.5; c) 5 [3].
Studio conclusivo
A partire dall’ultimo risultato, nel 2015 è stato presentato lo studio approfondito dell’interfaccia tra la silice e la gomma SBR, in relazione alla anisotropia delle particelle ed alle proprietà dinamiche associate [4]. Le particelle di silice allungata sono state mescolate con SBR in vari rapporti usando un mescolatore Brabender (nei laboratori Pirelli), a 133 °C. Tipicamente la quantità di carica utilizzata è stata 35 phr. Le mescole ottenute sono state caratterizzate mediante analisi TEM e con microscopia a forza atomica AFM. Ne è risultato che attorno alla silice allungata, più che alla sferica, si dispone uno strato di gomma eterogenea rispetto al resto della gomma; inoltre le particelle allungate si allineano lungo l’asse principale inglobando all’interno dei domini di particelle allineate, una ulteriore quantità di gomma eterogenea (figura 4). La quantità di gomma eterogenea varia con la lunghezza delle particelle ed aumenta da 2 a 5 a 10 % dell’intera quantità di gomma, passando dalla sfera agli allungati.
BIBLIOGRAFIA 1) L. Wahba, M. D’Arienzo, R. Donetti, T. Hanel, R. Scotti, L. Tadiello, F.Morazzoni In situ sol-gel obtained silica-rubber nanocomposites: influence of the filler precursors on the improvement of the mechanical properties. RSC Advances, 3, 5832-5843 (2013) 2) L. Wahba, M. D’Arienzo, S. Dirè, R. Donetti, T. Hanel, F. Morazzoni, M. Niederberger, N. Santo, L. Tadiello, R. Scotti, A novel non-aqueous sol–gel route for the in situ synthesis of high loaded silica–rubber nanocomposites. Soft Matter, 10, 2234-2244, (2014). 3) R. Scotti, L. Conzatti, M. D’Arienzo, B. Di Credico, L. Giannini, T. Hanel, P. Stagnaro, A. Susanna, L. Tadiello, F. Morazzoni, Shape controlled spherical (0D) and rod-like (1D) silica nanoparticles in silica/styrene butadiene rubber nanocomposites: Role of the particle morphology on the filler reinforcing effect. Polymer, 55, 1497-1506 (2014) 4) L. Tadiello, M. D’Arienzo, B. Di Credico, T. Hanel, L. Matejka, M. Mauri, F. Morazzoni, R. Simonutti, M. Spirkova, R. Scotti, The filler-rubber interface in styrene butadiene nanocomposites with anisotropic silica particles: morphology and dynamic properties. Soft Matter , 11, 40224033, (2015)
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Figura 3: immagine TEM di particelle di silice con fattore di forma 5 allineate nella gomma SBR. La gomma eterogenea, ben visibile nell’immagine AFM come fase separata, può essere associata all’aumento di interazione tra filler e matrice polimerica. L’analisi dinamico-meccanica, associata al valore dello storage modulus (misura che rappresenta la capacità di resistere alla deformazione sotto sollecitazione meccanica) mostra che il modulo aumenta all’aumentare del valore AR della particella, a parità di contenuto di silice, nella misura del 15% e 40% da AR =1 ad AR=5. L’effetto è attribuibile all’allineamento delle particelle allungate che inducono la sovrapposizione delle regioni di gomma irrigidita e, riducendone la mobilità, ne migliorano le proprietà meccaniche. Il brevetto depositato raccoglie e razionalizza la proposta in termini di applicazione industriale, con attenzione allo scaleup ed ai costi del processo. La ricerca svolta è un esempio di collaborazione tra Università ed azienda con tempistiche comuni, così da consentire alla ricerca di base di fornire informazioni esaustive per l’ap-
Eventi
Figura 4: Particelle di silice sferiche e allungate nella gomma SBR. Le immagini TEM e AFM mettono in evidenza lo strato di gomma eterogenea che circonda la particelle [4].
plicabilità. Ha consentito lo sviluppo dei relativi sistemi, ed in particolare la qualificazione delle attività formative, di ricerca, di innovazione condotte sia in ambito universitario che in ambito produttivo.
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Focus
INCHIESTA Le nostre domande
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La porzione di 2015 finora trascorsa è stata caratterizzata da due importanti eventi fieristici Come Plast/Rubber e DKT. Gli appuntamenti espositivi aumentano ogni anno e comportano anche un forte impegno economico e organizzativo per le aziende che decidono di partecipare. Voi quale strategia avete deciso di seguire quest’anno? Avete partecipato a entrambe le fiere, a una sola oppure a nessuna delle due? E che cosa ha indirizzato la vostra scelta?
2
Sembra ultimamente di assistere a un notevole dinamismo, innescato dallo sviluppo delle nanotecnologie e del grafene in particolare, soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di nuove cariche e filler in grado di conferire nuove proprietà alle mescole. Avete riscontrato anche voi questa situazione? E ha in qualche modo contribuito ad orientare la vostra proposta, a modificare il vostro portafoglio o a studiare nuove applicazioni per i vostri prodotti?
3
L’automotive ha un grande peso nell’indirizzare la produzione italiana di manufatti in gomma. Lo sviluppo di motori di cilindrata sempre più ridotta ma performanti richiede sempre di più articoli in gomma capaci di resistere a sollecitazioni di temperatura e di pressione un tempo sconosciute. Riscontrate anche voi questo trend? Ha comportato per voi uno sforzo in termini di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti?
Fiere, tecnologie, nuovi prodotti. I trend del mercato dei materiali per la gomma Chiusi il Plast/Rubber e il DKT possiamo tracciare un bilancio non soltanto delle due fiere principali per il settore della gomma in questo 2015, ma anche delle novità e delle tendenze che emergono sul mercato delle materie prime. Dopo aver pubblicato nel numero di giugno e di luglio/agosto i nostri reportage sulle due manifestazioni, abbiamo chiesto ai protagonisti italiani del mercato delle materie prime la loro opinione diretta, sia sull’efficacia di queste manifestazioni, sempre più costose, sia sul reale impatto per le vendite di due trend di cui si discute sempre di più: l’impatto delle nanotecnologie e dell’automotive nello stimolare lo sviluppo di prodotti ad alte prestazioni
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FOCUS
Le risposte degli esperti «Le nanotecnologie sono ancora a uno stadio embrionale, mentre l’automotive è il vero motore trainante anche per ricerca e stimolo all’innovazione»
Orazio Olivares Key Account Manager
Wacker 1
Partecipare o meno a eventi comporta un’analisi di carattere economico attenta e soprattutto condivisa. Intendo dire che la scelta è operata insieme dal team di lavoro interessato per il settore. Le priorità sono quindi stabilite secondo una strategia globale a livello europeo per determinare la priorità che rappresenta un evento rispetto a un altro e determinarne quindi la scelta. Il budget è tale perché non è un dato conseguente ma prioritario, in altre parole è un dato da rispettare per contenere i costi in modo prestabilito e non fissato dopo la scelta di eventi. Abbiamo ritenuto di partecipare a entrambi gli eventi semplicemente perché li abbiamo ritenuti ambedue importanti per mercati significativi per gli elastomeri, Italia e Germania, in attesa dl K 2016.
2
Le nanotecnologie sono ancora in uno stadio di sviluppo embrionale e devono ancora essere scoperte nelle loro potenzialità come impiego nell’ambito degli elastomeri, a livello industriale un po’ più di massa. A proposito del grafene stiamo guardando con discreto interesse e abbiamo messo in atto dialoghi esplorativi per decidere quanto possa impattare il business corrente e futuro, ma nulla di più per ora.
3
Si, in modo assoluto l’automotive è un settore trainante sia per i consumi che muove sia per lo stimolo all’innovazione e ricerca di nuovi prodotti che impone. Le nuove concezioni e tendenze nella meccanica hanno design di motori sempre più costretti, più compressi, un conseguente elevato innalzamento delle temperature di esercizio, target di durata e vita del motore prolungati. Il tutto impone materiali che devono sopportare escursioni termiche notevoli unitamente a una elevata durata nel tempo. Una risposta efficiente a queste esigenze è offerta in particolar modo dalle gomme siliconiche. Questo ci ha favorito nello sviluppo di nuovi materiali nel campo delle gomme siliconiche LSR che HCR per il settore auto, mirati ad applicazioni specifiche. Da rimarcare, perché molto importante, il fatto che oltre al vano motore il settore auto offrirà spazi nel settore del “lighting”, dove troveranno sempre più impiego le gomme siliconiche LSR grado ottico (perfettamente trasparenti) della serie LUMISIL®.
Trend materie prime Le nostre domande 1 La porzione di 2015 finora trascorsa è stata caratterizzata da due importanti eventi fieristici Come Plast/Rubber e DKT. Gli appuntamenti espositivi aumentano ogni anno e comportano anche un forte impegno economico e organizzativo per le aziende che decidono di partecipare. Voi quale strategia avete deciso di seguire quest’anno? Avete partecipato a entrambe le fiere, a una sola oppure a nessuna delle due? E che cosa ha indirizzato la vostra scelta? 2 Sembra ultimamente di assistere a un notevole dinamismo, innescato dallo sviluppo delle nanotecnologie e del grafene in particolare, soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di nuove cariche e filler in grado di conferire nuove proprietà alle mescole. Avete riscontrato anche voi questa situazione? E ha in qualche modo contribuito ad orientare la vostra proposta, a modificare il vostro portafoglio o a studiare nuove applicazioni per i vostri prodotti? 3 L’automotive ha un grande peso nell’orientare la produzione italiana di manufatti in gomma. Lo sviluppo di motori di cilindrata sempre più ridotta ma performanti richiede sempre di più articoli in gomma capaci di resistere a sollecitazioni di temperatura e di pressione un tempo sconosciute. Riscontrate anche voi questo trend? Ha comportato per voi uno sforzo in termini di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti?
«L’industria della gomma è stata antesignana dell’impiego di nanotecnologie in generale e il grafene si presenta come un’arma in più»
Versalis
Fonte interna all’azienda
1
Abbiamo partecipato a entrambe le fiere. Lo sforzo economico e organizzativo è stato importante, ma abbiamo ritenuto di dover privilegiare la promozione delle molte novità che abbiamo in cantiere, come nuovi gradi SSBR, nuovo sistema catalitico e gradi EP(D)M, chimica verde, e altre (alcune di queste novità sono descritte nell’articolo a pag. 54)
2
I vari componenti di una mescola in gomma sono oggetto di attenzione da parte di Versalis, in quanto l’azienda ha l’obiettivo di porsi come solution provider, piuttosto che come semplice fornitore di elastomeri sintetici. In questa ottica Versalis sta operando per allargare la proprio offerta agli oli fossili, a quelli di origine vegetale e alle resine tackifier. L’industria della gomma è stata antesignana dell’impiego di nanotecnologie in generale. Il grafene si presenta come una interessante arma in più da impiegare ma in applicazioni sofisticate.
3
Confermiamo il trend. I polimeri Versalis che sono più utilizzati sotto cofano sono gli EP(D)M e in questo settore si stanno sviluppando sia nuovi gradi ottimizzati che nuove formulazioni in grado di resistere a temperature più alte per periodi più prolungati.
«
Del grafene si fa un gran parlare, per ora con studi tecnici e proclami di prestazioni miracolose. Ma occorreranno anni prima di un suo impiego massivo
Torchiani
»
Fonte interna all’azienda
1
Quest’anno abbiamo deciso di non partecipare, ma solo di visitare entrambe le fiere, sia il Plast che la DKT. Non avevamo particolari novità da proporre al mercato, per cui la scelta è stata di incontrare i nostri clienti, che hanno partecipato all’una o all’altra fiera, e di contattare eventuali nuovi fornitori di materie prime, in particolare a Norimberga.
2
Indubbiamente si fa un gran parlare di nanotecnologie e, in particolare, di grafene. Per ora esistono molti studi tecnici e proclami di prestazioni miracolose. Senz’altro il grafene è
un ottimo materiale che trova applicazioni in svariati settori industriali, ma tra il dire e il fare… Occorreranno parecchi anni prima che si arrivi a un suo utilizzo massivo in qualche aspetto della vita quotidiana, eccezion fatta per la racchetta da tennis e il copertone per bici (ma quanti milligrammi ci si mette nell’una e nell’altro visto, cosa costa e quanto poco costa una racchetta?). Per ora accontentiamoci di un buon nero di carbonio superconduttivo, che a volte si comporta anche meglio del grafene e che ha un costo decisamente inferiore.
3
Siamo consci di questa situazione, ma purtroppo non abbiamo per ora materie prime da proporre in questo settore, anche se è uno dei nostri obiettivi, soprattutto per quello che riguarda neri di carbonio ad alta purezza e plastificanti speciali.
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Da 6 mesi siamo distributori europei di Nanocy e dei suoi nanotubi di carbonio che, rispetto al grafene, danno risultati migliori a dosaggi inferiori
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Giorgio Gussoni
Rubber & Plastic Sales Manager
Safic Alcan 1
Safic Alcan Italia ha deciso di partecipare solo al DKT, in quanto consideriamo la fiera di Norimberga un ottimo palcoscenico internazionale, dove visibilità e opportunità sono maggiori rispetto a qualsiasi altra fiera europea. Per quanto riguarda l’evento italiano Plast, non avendo partecipato attivamente, ma non volendo essere del tutto
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FOCUS latitanti, abbiamo deciso di organizzare un “Fuori Fiera” con tre serate dedicate a clienti e fornitori, in maniera da vivere questa settimana fieristica in modo rilassato e informale. Siamo molto contenti del feedback avuto dai clienti e pensiamo di riproporre questo format per la prossima edizione.
2
Da circa 6 mesi Safic Alcan è diventato distributore europeo della Nanocyl, uno dei più importanti produttori di nanocariche al mondo. A differenza del grafene, Nanocyl produce i CNT (carbo nanotubi) che hanno il vantaggio di dare maggiori performance, per esempio di conducibilità elettrica e termica, caratteristiche fisico-meccaniche migliorate, ecc., a inferiori dosaggi in mescola. I nostri nanotubi vengono venduti sotto forma di master su 5 differenti elastomeri: FKM, NBR, IR, EPDM e EVA.
3
E f fe t t i v a m e n t e n e l m o n d o d e l l ’a u t o m o t i v e l e temperature “sotto cofano” sono in constante ascesa a causa dell’esigenza di produrre motori più potenti ma con dimensioni ridotte, ed è per questo che il nostro partner DuPont è sempre alla ricerca di elastomeri che resistano a temperature sempre più elevate, garantendo al tempo stesso buone caratteristiche fisico-meccaniche
e resistenze chimiche. In occasione del seminario Vamac tenuto a Sarnico nel mese di maggio, DuPont ha presentato l’ultima tecnologia di elastomeri Vamac serie 5000 in grado di resistere fino a temperature di circa 200°C e in grado di garantire un ottima tenuta ad agenti chimici come: oli, idrocarburi, fluidi di trasmissione e lubrificanti base glicole.
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Per innovare occorrono collaborazioni sinergiche e trasparenti tra le imprese, ma questo non si verifica tra le aziende del settore della gomma italiane
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Gianluca Melillo
Technical Director / R&D Manager
RDC 1
Effettivamente gli appuntamenti espositivi a cui bisognerebbe partecipare cominciano a essere numerosi ed è sicuramente importante l’investimento necessario per garantire la presenza. RDC per questo anno 2015 ha deciso di investire sul DKT, in quanto la consideriamo la vera fiera di settore e con la giusta risposta di visitatori internazionali.
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Trend materie prime Le nostre domande
1 La porzione di 2015 finora trascorsa è stata caratterizzata da due importanti eventi fieristici Come Plast/Rubber e DKT. Gli appuntamenti espositivi aumentano ogni anno e comportano anche un forte impegno economico e organizzativo per le aziende che decidono di partecipare. Voi quale strategia avete deciso di seguire quest’anno? Avete partecipato a entrambe le fiere, a una sola oppure a nessuna delle due? E che cosa ha indirizzato la vostra scelta? 2 Sembra ultimamente di assistere a un notevole dinamismo, innescato dallo sviluppo delle nanotecnologie e del grafene in particolare, soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di nuove cariche e filler in grado di conferire nuove proprietà alle mescole. Avete riscontrato anche voi questa situazione? E ha in qualche modo contribuito ad orientare la vostra proposta, a modificare il vostro portafoglio o a studiare nuove applicazioni per i vostri prodotti? 3 L’automotive ha un grande peso nell’orientare la produzione italiana di manufatti in gomma. Lo sviluppo di motori di cilindrata sempre più ridotta ma performanti richiede sempre di più articoli in gomma capaci di resistere a sollecitazioni di temperatura e di pressione un tempo sconosciute. Riscontrate anche voi questo trend? Ha comportato per voi uno sforzo in termini di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti?
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La mia impressione è che le aziende italiane facciano confusione tra sviluppo e innovazione. Lo sviluppo è un processo di miglioramento che può nascere e completarsi all’interno della singola azienda, l’innovazione, per la sua natura “esplorativa”, speculativa e in molti casi cerebrale, poco si adatta alla filosofia pratica, alle scarse risorse e alle dimensioni ristrette dei protagonisti del tessuto industriale italiano della gomma. L’unico modo, perciò, per fare una vera innovazione è creare collaborazioni sinergiche e trasparenti tra aziende con esperienze e conoscenze diverse e complementari. Ad oggi purtroppo questo sembra non esistere ancora e sebbene in altri settori i materiali non convenzionali non siano più nuovi, nella gomma continuano a possedere quest’aura da “cose strane che costano troppo”.
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C’è tanta buona volontà e molto spesso questo, assieme ad esperienza e conoscenze pratiche, porta ad ottimi risultati. Come detto sopra il più delle volte questi successi sono solo frutto di uno sviluppo con scarsa visione strategica.
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Abbiamo partecipato direttamente al Plast perché Lehvoss Italia opera principalmente nel mercato italiano. Al DKT eravamo nello stand della casa madre
Annalisa Pini
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Manager Rubber Division
Lehvoss Italia 1
Lehvoss Italia ha partecipato come espositore solo al Plast. Per quanto riguarda il DKT invece eravamo presenti nello stand della casa madre, Lehmann and Voss. La scelta del Plast è legata al fatto che Lehvoss Italia opera principalmente nel mercato italiano. Abbiamo comunque preso parte anche al DKT poiché numerosi clienti italiani erano presenti e quindi ci sembrava opportuno esserci. La partecipazione a una fiera come espositore comporta un grande impegno economico e organizzativo: possiamo parlare di vero e proprio investimento. Il tutto è stato accuratamente pianificato e ponderato in ogni dettaglio. Nonostante questo riteniamo ancora questi eventi delle buone occasioni di confronto con clienti e fornitori. Inoltre danno la possibilità di incontrare anche i responsabili tecnici delle aziende che si incontrano con minor frequenza.
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Ad oggi non abbiamo prodotti di questo tipo nel nostro portafoglio, comunque l’attenzione è sempre massima.
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Il mercato dell’automotive in generale è trainante per quel che riguarda gli sviluppi di nuovi prodotti. Per quanto ci riguarda gli sviluppi principali sono legati a nuovi gradi di EPDM (come il KEP 9590) utilizzati nella produzione di articoli
espansi, quindi profili. Numerosi altri prodotti trovano già applicazione nel settore automotive, quali NBR (KNB di KKPC), CR (Denka), SBR (KKPC).
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Insieme alla nostra rappresentata Asbury stiamo sviluppando nanomateriali per inserire una nuova gamma di nano-grafiti e filler
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Stefano Schaupp Amministratore delegato
Itaprochim 1
Quest’anno abbiamo deciso di partecipare, come visitatori, a entrambe le fiere, con le seguenti finalità: sviluppare il nostro mercato nel settore gomma/plastica, implementando la gamma di prodotti a nostro portfolio e consolidare le relazioni con clienti già acquisiti.
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Da diversi anni, insieme alla nostra rappresentata americana Asbury, stiamo sviluppando un mercato sempre più in crescita quale quello dei nanomateriali. Il nostro obbiettivo è quello di inserire all’interno di questo mercato una vasta gamma di nano-grafiti e filler da noi sviluppati all’interno del nostro product range.
3
Sì, confermiamo la tendenza, nella richiesta del mercato, di prodotti sempre più performanti, dove siamo presenti in nicchie con materiali destinati alla riduzione dell’attrito e all’aumento della resistenza all’usura in applicazioni ad alte temperature.
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FOCUS
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Confido in un prossimo futuro incremento di produzione del gruppo FCA sul nostro territorio che possa favorire i nostri clienti italiani
Stefano Corna
sono convinto che sarà necessario ancora del tempo prima che diventi una parte integrante di alcuni manufatti in gomma. Solo a quel punto vi saranno reali modifiche ed innovative proposte da parte di produttori di materia prima. In qualità di distributori di carbon black, caolino e talco siamo estremamente interessati e coinvolti nell’introduzione di nuove cariche funzionali e performanti.
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Market Manager / Product Manager
IMCD
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Abbiamo visitato entrambe le fiere con interesse e abbiamo riscontrato una discreta affluenza ad entrambe. Per scelta aziendale non siamo stati presenti come espositori. La motivazione è quella di ottimizzare le risorse, che sono state destinate in altre attività pubblipromozionali. Inoltre, soprattutto nel caso del DKT, alcuni nostri fornitori avevano allestito uno stand dove noi abbiamo collaborato attivamente.
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Come società commerciale abbiamo la mission di essere di servizio sia per i produttori che rappresentiamo sia presso clienti attivi e potenziali che seguiamo. Confermo un intenso dinamismo ed interesse verso il grafene ma dgts_210x140_2014.ai
La qualità è misurata
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L’automotive e lo sviluppo di nuove tecnologie sopra descritte ha sicuramente stimolato i nostri fornitori e clienti a sviluppi di materiali sempre più performanti. Dal canto nostro, distribuiamo per il mercato italiano FKM, functional filler ed additivi che hanno avuto un forte sviluppo in questa direzione. Il delicato rapporto tra resistenza alle variazioni di temperatura, resistenza meccanica, pressioni, resistenza ad aggressivi chimici è sempre più estremizzato nelle proprietà intrinseche delle materie prime e successivamente nei prodotti finiti. Confido inoltre in un prossimo futuro incremento di produzioni di autovetture del gruppo FCA e dei vari marchi gestiti (Fiat, Alfa e Jeep) sul territorio italiano che possa in qualche modo, per questioni logistiche, favorire i nostri clienti italiani.
16.10
D GTS
quelli che i problemi di test
li risolvono loro DGTS Srl, nell’intento di soddisfare sempre al meglio le esigenze dei suoi clienti, è in grado di offrire un supporto tecnico competente e completo tramite i suoi servizi: Vendita e Installazione di apparecchiature e strumenti per il Laboratorio Controllo Qualità e Ricerca e Sviluppo per la determinazione delle caratteristiche fisico meccaniche delle materie prime e dei prodotti finiti Corsi di Formazione ed Aggiornamento del personale sull’utilizzo degli
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1928...
CAMPANA
1992 Un Lungo cammino insieme
2014...
Trend materie prime Le nostre domande
1 La porzione di 2015 finora trascorsa è stata caratterizzata da due importanti eventi fieristici Come Plast/Rubber e DKT. Gli appuntamenti espositivi aumentano ogni anno e comportano anche un forte impegno economico e organizzativo per le aziende che decidono di partecipare. Voi quale strategia avete deciso di seguire quest’anno? Avete partecipato a entrambe le fiere, a una sola oppure a nessuna delle due? E che cosa ha indirizzato la vostra scelta? 2 Sembra ultimamente di assistere a un notevole dinamismo, innescato dallo sviluppo delle nanotecnologie e del grafene in particolare, soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di nuove cariche e filler in grado di conferire nuove proprietà alle mescole. Avete riscontrato anche voi questa situazione? E ha in qualche modo contribuito ad orientare la vostra proposta, a modificare il vostro portafoglio o a studiare nuove applicazioni per i vostri prodotti? 3 L’automotive ha un grande peso nell’orientare la produzione italiana di manufatti in gomma. Lo sviluppo di motori di cilindrata sempre più ridotta ma performanti richiede sempre di più articoli in gomma capaci di resistere a sollecitazioni di temperatura e di pressione un tempo sconosciute. Riscontrate anche voi questo trend? Ha comportato per voi uno sforzo in termini di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti?
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Da tempo stiamo investendo su partner che operano nel mondo nanotech. Ritengo però che siamo ancora agli albori, anche se la strada in quella direzione è ormai segnata
Christian Pedone
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Direttore commerciale
Eico Specialties 1
Nel 2015 abbiamo deciso di partecipare a Plast/Rubber 2015. È stato un investimento importante per una realtà come la nostra. L’idea era quella di dare un messaggio “positivo” ai nostri partner che operano sia nel mondo della gomma che nella plastica. In quell’occasione abbiamo avuto modo di incontrare i nostri clienti mettendo le basi per progetti futuri. Per quanto riguarda un ritorno in termini di “nuova clientela e nuove opportunità”, la fiera è stata abbastanza deludente.
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È da qualche anno che stiamo investendo su partner che operano nel mondo delle nanotecnologie. Abbiamo impostato dei nuovi progetti di collaborazione con alcuni clienti, ma ritengo che siamo ancora agli albori. Noto un certo scetticismo, ma ritengo che la strada è segnata e noi come Eico Specialties continueremo ad investire.
3
Operiamo con Par tner come Cabot, Honey well, Brueggemann, che sono sempre molto attenti alle esigenze che il mercato richiede. I loro reparti di ricerca e sviluppo investono tempo e denaro nello studio di nuove materie prime più performanti alle condizioni particolari, come quelli richieste anche dal settore automotive.
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L’attività legata a mescole di elastomeri a più alte prestazioni è una tendenza consolidata. Le nostre case mandanti hanno una notevole sensibilità sul tema
Daniele Girelli
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Technical Sales Manager
Eico Novachem 1
Per Eico Novachem la presenza al Plast/Rubber è una costante; riteniamo che esserci consenta non solo visibilità sul mercato, ma un’ottima occasione di incontro tra i nostri clienti e i tecnici dei produttori; quest’anno erano presenti e a disposizione quelli di Cabot, Euroceras, Schill+Seilacher, Lefrant Rubco e Pelmar.
Poiché il mercato di riferimento di Eico Novachem è principalmente quello italiano, il DKT non è per noi una fiera in cui esporre, ma sicuramente da visitare. Questo perché possiamo incontrare alcune case mandanti, verificare e toccare con mano eventuali novità e avere il polso sul mercato tedesco, importante per i nostri clienti. Poiché alcuni di essi erano presenti come espositori questa è stata un’ulteriore occasione di incontro.
2
Di sicuro l’attività nel campo dei nanomateriali, ed ora del grafene, è tanta e sotto la luce dei riflettori, ma è quanto accade sempre per le novità. Ricordiamoci di quanto è avvenuto venti anni fa con i nanotubi. Per il momento credo che siamo ai primi passi e penso ci si focalizzerà su applicazioni di nicchia, anche se uno dei settori toccati, gli pneumatici, presenterebbero in prospettiva volumi notevoli. Al momento alcuni nostri prodotti già ricadono nella definizione di nano materiali e se vi sarà l’occasione vedremo di ampliare il portafoglio di specialità anche in questa area. Ancora tutto da verificare è l’effetto di eventuali normative, soprattutto legate alla salute che regolino il loro utilizzo, sulla capacità di penetrazione del mercato di questi prodotti.
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Confermo che l’attività legata a mescole di elastomeri a più alte prestazioni è una tendenza ormai consolidata. Le nostre case mandanti hanno una sensibilità in tal senso ed hanno sempre cercato di proporre prodotti dedicati ai settori trainanti e alle ad alte prestazioni. Schill+Seilacher Struktol ha già introdotto l’agente di processo HT 600 ,espressamente dedicato alla vulcanizzazione perossidica per HNBR, FKM e, quest’anno, ha presentato il nuovo XP 166 per vulcanizzazione amminica. Vanderbilt ha presentato il Vanax ® 107, sostituto del DOTG in elastomeri acrilici.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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FOCUS
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Riscontriamo la ricerca e la necessità di nuove soluzioni, sia nel campo delle nanotecnologie che dell’automotive. Siamo al lavoro per incrementare il nostro portafoglio
il mercato dei trasporti in genere richiede materiali ad alte prestazioni. Abbiamo in cantiere molti progetti su prodotti adatti all’automotive, ma anche al ferroviario e all’aerospaziale
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Simone Calabrini
Dario Pizzato
Sales Manager
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Sales Manager
Caldic Italia
Bluestar Silicones Italia
1
Abbiamo partecipato con un nostro stand al Plast 2015 e visitato il DKT. Sono appuntamenti che comportano un forte impegno economico e noi ci siamo sentiti di sostenere la fiera italiana, per noi più importante e strategica
2
In questi ultimi mesi abbiamo riscontrato la ricerca e la necessità di nuove soluzioni. La nostra volontà, in collaborazione con i fornitori, è di incrementare il nostro portafoglio con prodotti che possano migliorare le caratteristiche chimico-fisiche delle mescole.
3
Ci stiamo impegnando con un nostro importante partner per proporre nuove soluzioni su questo settore.
1
Bluestar Silicones ha partecipato come espositore sia al Plast 2015 che al DKT 2015. La decisione di prendere parte ad entrambi gli eventi è una conseguenza degli investimenti che la società ha deciso di stanziare per il settore della gomma siliconica. Il mercato del rubber per Bluestar è sempre più strategico: stiamo investendo in nuove tecnologie in Europa e in nuovi prodotti; abbiamo ritenuto quindi che queste due fiere, tanto importanti a livello europeo, fossero il mezzo ideale per veicolare il nostro impegno sul mercato. Il riscontro ottenuto durante le fiere è stato peraltro eccezionale, così come il numero di visitatori allo stand.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA PumaTech srl settembre 2015
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Trend materie prime Le nostre domande
1 La porzione di 2015 finora trascorsa è stata caratterizzata da due importanti eventi fieristici Come Plast/Rubber e DKT. Gli appuntamenti espositivi aumentano ogni anno e comportano anche un forte impegno economico e organizzativo per le aziende che decidono di partecipare. Voi quale strategia avete deciso di seguire quest’anno? Avete partecipato a entrambe le fiere, a una sola oppure a nessuna delle due? E che cosa ha indirizzato la vostra scelta? 2 Sembra ultimamente di assistere a un notevole dinamismo, innescato dallo sviluppo delle nanotecnologie e del grafene in particolare, soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di nuove cariche e filler in grado di conferire nuove proprietà alle mescole. Avete riscontrato anche voi questa situazione? E ha in qualche modo contribuito ad orientare la vostra proposta, a modificare il vostro portafoglio o a studiare nuove applicazioni per i vostri prodotti? 3 L’automotive ha un grande peso nell’orientare la produzione italiana di manufatti in gomma. Lo sviluppo di motori di cilindrata sempre più ridotta ma performanti richiede sempre di più articoli in gomma capaci di resistere a sollecitazioni di temperatura e di pressione un tempo sconosciute. Riscontrate anche voi questo trend? Ha comportato per voi uno sforzo in termini di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti?
fornitori e con alcuni nuovi per sfruttare al meglio lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi materiali. Sicuramente abbiamo riscontrato un’attività importante sul mercato dei filler, dove ci sono alcune interessanti novità. Valutiamo sempre con attenzione le richieste che arrivano dal mercato e abbiamo un’intensa attività di ricerca di nuove materie prime.
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Il mercato dell’automotive e dei trasporti in genere è uno dei settori dove si richiedono materiali ad alte prestazioni e qualità costante. Le gomme siliconiche sono da sempre protagoniste indiscusse di molte applicazioni automotive per le loro caratteristiche intrinseche e in particolare per la resistenza alle temperature. La serie Bluesil THT è da sempre riconosciuta come una delle più performanti alle alte temperature. Molti dei nostri nuovi progetti sono incentrati su prodotti capaci di soddisfare requisiti necessari nel mondo dei trasporti, non solo automotive ma anche ferroviario e aerospaziale.
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La nostra ricerca prosegue sempre, soprattutto in un periodo in cui le limitazioni sono all’ordine del giorno, per supportare i clienti con prodotti performanti
Giovanni Arnò
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Titolare
Azienda Chimica Milanese 1
Solitamente non esponiamo in nessuna fiera, sono le nostri case madri a farlo. Visitando il Plast/Rubber non ho notato un gran fermento, idem per DKT che rimane comunque la vetrina più importante.
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Sì, c’è molto interesse, soprattutto in fase di ricerca, ma il consolidamento dei risultati richiede tempo e non necessariamente un nuovo prodotto, se pur performante, trova commercialmente il suo spazio. Il supporto di nuovi studi anche su prodotti tradizionalmente noti offre una visione completa che consente ai nostri clienti di ripensare alle mescole con attenzioni diverse, coniugando il capitolato al processo, limitando l’insorgere dei classici problemi insiti nell’utilizzo delle cariche.
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Fortunatamente la ricerca prosegue sempre, soprattutto in un periodo dove le limitazioni sono all’ordine del giorno. Le nostre case madri sono attente alle evoluzioni del mercato dove certamente articoli in condizioni di esercizio limite richiedono una attenta formulazione. Da sempre la nostra missione è supportare i clienti con prodotti performanti, studi e soluzioni ai problemi, in gomma non mancano mai.
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Le fiere sono anche l’occasione per incontrare fornitori comuni a più filiali o che si propongono per un primo contatto
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Mario Valanzese
Market manager Rubber Industry
Azelis Italia 1
Abbiamo partecipato a entrambe le fiere e abbiamo riscontrato un grande successo per gli incontri con i clienti, ma soprattutto per gli incontri con i fornitori, sia nuovi che potenziali. Credo che oramai queste fiere siano davvero una bella vetrina per incontrare fornitori comuni a più filiali nello stesso momento, e anche per entrare in relazione con fornitori potenziali che stabiliscono concretamente un primo contatto. Dal momento che Azelis è market leader, e con progetti di sviluppo importanti, il management ha deciso di partecipare in modo convinto a entrambe le manifestazioni, e devo dire che i risultati di partecipazione sono stati ottimi.
2
Ritengo i prodotti nanotech molto interessanti per la ricerca e lo sviluppo di nuove applicazioni, ma un indirizzo deciso arriva dai produttori che orientano il mercato. Noi, in quanto rappresentanti e/o distributori siamo un anello nel mezzo della catena, ben felici di portare le novità sul mercato.
3
Sicuramente sì, e in particolar modo con i nuovi gradi di carbon black appositamente studiati, che stanno ottenendo un ottimo successo.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
Stampare a iniezione coniugato al futuro di Giuseppe Cantalupo
“E
xperience. Innovation. Passion.” “Esperienza. Innovazione. Passione.” È lo slogan che, riassumendo in tre parole la strategia e la politica aziendale del costruttore di Schwertberg, ha accompagnato i partecipanti per tutta la durata della manifestazione con la traccia del profilo della società attenta alle esigenze della clientela. L’esperienza è il substrato essenziale, la base fondamentale dalla quale parte ogni progetto di soluzioni innovative che consentano agli utilizzatori delle macchine di migliorare la loro produzione e di affrontare preparati e adeguatamente equipaggiati le sfide presenti e future dello stampaggio a iniezione. Il tutto reso possibile dalla driving force della passione per il proprio lavoro del team manageriale e degli operatori dell’azienda. Passione dalla quale scaturisce, a sua volta, la soddisfazione dell’utente nell’utilizzare gli sviluppi innovativi realizzati dalla casa austriaca nel campo dello stampaggio a iniezione. Quest’anno la manifestazione è durata, per la prima volta nella storia dell’evento, tre giorni. Nei primi due si è svolto il consueto programma - lo stesso in
Peter Neumann, CEO di Engel, nel suo intervento di saluto ai partecipanti. Nella pagina a fianco, Karim Rashid alla serata di gala. 36
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Ricca di novità, alcune presentate in anteprima mondiale, anche l’edizione di quest’anno del tradizionale Simposio triennale della Engel, leader nella costruzione di macchine per lo stampaggio a iniezione della gomma e della plastica. La manifestazione si è svolta dal 16 al 18 dello scorso mese di giugno e ha visto la partecipazione di oltre 3.000 ospiti provenienti da ogni parte del mondo. Nel corso della manifestazione sono state premiate, secondo consuetudine, tre aziende per le applicazioni più innovative realizzate con presse Engel senza colonne
Simposio Engel
entrambe le giornate - : presentazioni e conferenze tecniche presso il Design Center di Linz e dimostrazioni applicative presso lo stabilimento di St Valentin, dove 16 isole di produzione caratterizzate da elevata integrazione e automazione erano dedicate ai cinque principali settori industriali - automotive, stampaggio tecnico, elettronica e telecomunicazioni, packaging, medicale - ai quali è storicamente rivolta l’attenzione del gruppo di Schwertberg. La terza giornata, istituita per soddisfare numerose richieste di prolungamento della manifestazione pervenute dopo le passate edizioni, è stata dedicata oltre che all’esposizione delle macchine e alle applicazioni di St. Valentin, a una fiera dei partner che hanno partecipato all’evento, specialisti in vari settori, organizzata per offrire ai visitatori interessati maggiori opportunità di incontri di approfondimenti tecnici. E la novità non ha tradito le aspettative. La fiera ha esercitato un forte richiamo presso molti visitatori, che hanno potuto raccogliere informazioni di prima mano nei loro specifici settori di attività. Tra clienti Engel, oltre 40 partner provenienti da vari settori industriali, come materie prime, stampi, controllo della temperatura, automazione, qualità, utensileria, engineering, utilizzatori degli articoli stampati e rappresentanti della stampa sono intervenuti, complessivamente, oltre 3.000 visitatori provenienti da circa 50 paesi. Un record per la casa di Schwertberg, che non aveva mai registrato un’af-
fluenza così alta di partecipanti a nessun simposio precedente. Segno, anche questo, del livello di eccellenza raggiunto dal costruttore austriaco nella sua capacità di trasformare le richieste anche più esigenti della clientela in innovative soluzioni di processo produttivo. Ma segno anche, da un lato, della fiducia che i clienti ripongono nella Engel e, dall’altro, della fedeltà dei clienti che questa fiducia assicura alla casa austriaca. L’evento ha avuto un successo eccezionale, superiore alle aspettative, per l’alto livello delle conferenze sul tema Engel is preparing for the future, per le novità mondiali presentate e per le applicazioni complesse e le soluzioni inedite attuate nella sessione dimostrativa. Nota di singolare originalità attrattiva, espressione della passione per la plastica, è stata la partecipazione della “Pop Star del Design” Karim Rashid, di New York, che col suo intervento nella serata di gala ha trasportato l’uditorio nel suo originale mondo artistico, fatto di oggetti realizzati con la plastica, dal design insolito, fuori dell’ordinario, ma ineccepibilmente funzionali.
Un anno importante
L’evento ha assunto, quest’anno, un significato particolare, in quanto ha coinciso col 25° anniversario della tecnologia senza colonne di Engel. Era il 1990 quando Engel - primo costruttore di presse a iniezione al mondo a farlo - fabbricò la prima macchina senza
colonne. Venticinque anni di successi, perché, grazie alla possibilità di sfruttare la superficie dei piani portastampo fino al bordo e all’accesso senza ingombri all’area stampi, le presse per lo stampaggio a iniezione senza colonne assicurano più alta efficienza produttiva e più bassi costi di produzione. Sono oltre 60.000 le macchine con l’unità di chiusura senza colonne vendute dalla Engel in tutto il mondo dal lancio di questa tecnologia a oggi. E con il loro design sono il segno distintivo dell’azienda austriaca sui mercati internazionali, anche per i continui miglioramenti tecnici e le innovazioni tecnologiche con le quali la casa di Schwertberg ha saputo adeguare la sua produzione alle esigenze di un mercato in continua evoluzione, quale è quello dello stampaggio a iniezione. Una sicura garanzia, questa, della capacità della tecnologia Engel tie-bar-less di soddisfare anche le richieste del 21° secolo. Il simposio è stato, perciò, l’occasione per sottolineare e festeggiare la ricorrenza. Il momento culminante è stato la cerimonia della consegna dei premi HL Awards 2015 alle applicazioni di stampaggio più innovative realizzate con presse Engel victory senza colonne.
Gli awards
La premiazione - l’ottava della serie - è avvenuta nel corso della serata di gala al termine della prima giornata dei lavori, e per la prima volta ha riguardato tre diverse categorie: “Utilizzo efficiente dell’area stampo”, “Integrazione di processo innovativa” e “Automazione economica”. Nella prima categoria, il premio è stato assegnato alla Hengst SE & Co. KG di Münster, Germania, che ha sviluppato componenti di filtri dell’olio per motori diesel di Audi e Volkswagen in materiale termoplastico a base di resina poliammidica rinforzata con fibre di vetro. La base del filtro viene prodotta in Germania, nell’impianto di Nordwalde, con una pressa victory 3550/450 tech con forza di chiusura di 4.500 kN. Prima della tecnologia senza colonne, era necessaria una macchina con colonne, con forza di chiusura di 8.000 kN e con l’impiego di uno stampo ingombrante e pesante, per di più difficoltoso da montare a causa della presenza delle L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
colonne. L’assenza delle colonne nella victory 3550/450 tech e la più bassa forza di chiusura hanno consentito alla Hengst di ridurre i costi di investimento e quelli operativi e di ridurre anche drasticamente i tempi di montaggio e regolazione dello stampo. Inoltre, il robot integrato viper 20 ha potuto raggiungere senza ostacoli l’area stampo per lo scarico dei pezzi. Nella seconda categoria, il riconoscimento è andato alla Gardena Manufacturing GmbH, società del gruppo Husqvarna, di Gerstetten, Germania, per la produzione di raccordi idraulici per tubi da giardino mediante stampaggio a due componenti, termoplastico e elastomerico. La pressa victory 740H/310W/400WP con 4.000 kN di forza di chiusura e il robot multiasse integrato easix, che rimuove dalla macchina 16 connettori ogni 16 secondi, consentono alla Gardena un volume di produzione di 20 milioni di raccordi all’anno. Un movimento ingegnoso dello stampo rotante fa sì che il sovrastampaggio del componente elastomerico su quello termoplastico avvenga su pezzi già raffreddati grazie alle numerose connessioni di raffreddamento dello stampo, con un processo molto preciso, che garantisce alta riproducibilità, e quindi elevata qualità della produzione, con conseguente drastica riduzione degli scarti. Nonostante l’ingombro delle connessioni di raffreddamento, l’assenza di colonne nella pressa lascia ancora spazio sufficiente per i movimenti. Nella terza categoria è stata premiata Schneegans Freudenberg Silicon GmbH di Losenstein, Austria, per la produzione di moduli per la misurazione del livello dell’olio motore negli autoveicoli, realizzati in plastica. Mediante la tecnologia PIT (Projectile Injection Technology), l’azienda produce oltre 3 milioni di pezzi all’anno, composti di due parti interamente assemblate, per BMW, Daimler, Volkswagen, Seat, Audi e Skoda, in celle di produzione completamente automatizzate. La macchina utilizzata è una victory 400 tech assistita da quattro robot multiasse integrati che provvedono a inserire i proiettili, rimuovere i pezzi stampati, inserire gli Oring, assemblare i manicotti e le astine di livello, verificare la tenuta e imballare i moduli finiti. Con una macchina con le
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
colonne il processo sarebbe molto più complesso e richiederebbe una forza di chiusura di almeno 6.000 kN, con conseguente maggior ingombro a terra e più lunghi tempi di ciclo.
La crescita, gli investimenti, le innovazioni
Nell’anno fiscale 2014/2015 Engel ha superato, per la prima volta nella sua storia, i 1.000 milioni di euro di fatturato. Per l’esattezza, ha totalizzato 1.070 milioni: +14% sul 2013/2014, quando aveva fatturato per 935 milioni. «Un successo al quale hanno contribuito quasi tutte le grandi aree del mondo» ha detto Peter Neumann, presidente del gruppo, nel suo intervento What defines Engel - Mission and values, nel corso del quale, dopo il saluto di benvenuto ai partecipanti, ha percorso le tappe principali dello sviluppo della Engel negli anni: ampliamento della sede di Schwertberg, ampliamenti di capacità e produttività (Shanghai e Corea del Sud), espansione di centri di automazione negli USA (York) e in Cina (Shanghai), per citare i principali. Sul mercato europeo la crescita del gruppo ha già realizzato una forte presenza (58% del fatturato), ma anche il Nord America e la Cina mostrano un particolare dinamismo in questo senso, anche se i mercati, in generale, hanno raggiunto una certa maturità, come ha dichiarato, ampliando l’orizzonte di osservazione, Christoph Steger, responsabile della sicurezza dei sistemi di comu-
Peter Neumann (primo a sinistra) con i rappresentanti delle società vincitrici degli HL Awards 2015.
nicazione di Engel, in una conferenza stampa a St. Valentin. Questo dato di fatto impone che «la qualità - ha proseguito Steger - sia sempre più al centro dell’attenzione di un produttore di macchine per lo stampaggio a iniezione. E noi, grazie all’enorme esperienza che abbiamo in questa tecnologia e nelle soluzioni di sistemi di automazione, siamo in grande vantaggio sulla concorrenza dei fornitori locali».
Industria 4.0: Il futuro è già presente
È stato l’argomento, interessante e accattivante, sviluppato da Stefan Engleder, responsabile Ricerca e Sviluppo Tecnologie, nella presentazione Engel as a partner for Industry 4.0. Cos’è l’Industria 4.0? Semplice. È la quarta rivoluzione industriale - spiega il relatore - . Un nuovo sistema di lavoro del quale è possibile che molti non si siano ancora accorti e che forse già utilizzano, senza saperlo. Engel lo adotta già da anni, con lo sguardo rivolto alla fabbrica del futuro, un futuro proiettato almeno fino al 2025. È la rivoluzione che segna l’epoca dell’applicazione industriale dell’elettronica, dell’informatica, di internet, della robotica, nella qua-
Simposio Engel Visitatori interessati durante una dimostrazione.
le tutto è automatico o, perlomeno, è reso automatico al massimo possibile. L’epoca delle macchine intelligenti, “smart”, come ormai comunemente si dice: più flessibili, capaci di una maggiore produttività e affidabilità, caratterizzate da una impostazione dei parametri di processo semplificata e da software che ne controllano il mantenimento durante il processo stesso e intervengono automaticamente per modificarli in caso di alterazioni, riducendo al minimo l’intervento umano. È un complesso di nuove tecnologie, quindi, che non solo migliorano l’attività lavorativa rendendola più sicura, ma ne aumentano anche la produttività, innalzando, al tempo stesso, la ripetibilità del processo e la qualità del prodotto. Engel fa già tutto questo, inserito nel contesto di un unico, grande piano operativo: Inject 4.0, che è quello che governa la “smart factory”, la fabbrica intelligente, attraverso tre impostazioni fondamentali: Smart Machines, per aumentare la potenzialità delle macchine; Smart Production, per aumentare la produttività; Smart Service, per migliorare il rendimento delle macchine attraverso, per esempio, una manutenzione guidata e preventiva. Il tutto, mirato a rendere la vita meno complicata ai clienti e ad aumentare la loro competitività nei confronti della concorrenza. Ma lavorando in stretta collaborazione con loro. È l’approfondimento del tema Industria 4.0 sviluppa-
to da Gerhard Dimmler, responsabile Ricerca e Sviluppo Prodotti, nella presentazione Engel solutions for smart factory. La finalità dei tre elementi basilari dell’Inject 4.0 è proprio quella di mettere in atto tutti i possibili miglioramenti tecnologici che facilitino al massimo il rapporto uomo-macchina per migliorare il processo e il suo controllo (Smart Production), prevedere in tempo un intervento manutentivo la cui realizzazione eliminerà problemi alla pressa ed eviterà tempi lunghi di fermo-macchina (Smart Machines). Naturalmente, è necessario un rapporto stretto col cliente, fatto di scambi di informazioni e di dati, di segnalazioni tempestive di inconvenienti che mettano in grado Engel di intervenire con rapidità ed efficacia (Smart Service).
iQ Control per il processo e la qualità
I sistemi iQ definiscono una gamma di software innovativi incaricati del controllo e dell’ottimizzazione di processo ‘intelligenti’ e rappresentano un esempio concreto di funzioni da quarta rivoluzione industriale adottate già da tempo dalla Engel. Ne ha parlato Georg Steinbichler, responsabile Ricerca e Sviluppo Tecnologie, nella presentazione Process know-how forces innovation - From basic examples to applications. L’attenzione del relatore è rivolta particolarmente a un nuovo elemento che ha ampliato la famiglia degli iQ e che costituisce una delle novità al loro debutto sulla scena mondiale dei
macchinari e delle attrezzature per lo stampaggio a iniezione della plastica e della gomma. Il nuovo software monitora in continuo la traspirazione dello stampo e, in caso di variazione delle condizioni di processo come, per esempio, un aumento della pressione all’interno dell’impronta, regola automaticamente la forza di chiusura dello stampo, in modo che la traspirazione rimanga costante. Naturalmente, senza nessun intervento da parte del personale operativo. Questa nuova intelligente funzione, unica nel suo genere a livello mondiale, abbatte in maniera significativa la comparsa di difetti nell’articolo stampato, come, per esempio, la formazione di bave, e inoltre elimina l’eventualità del riempimento eccessivo dello stampo. Il nuovo software va ad aggiungersi all’iQ weight control già esistente, un altro software intelligente realizzato dal costruttore austriaco che controlla automaticamente i parametri di processo nel corso della stampata e, in caso di deviazioni da quelli di partenza inseriti dall’operatore, corregge immediatamente le impostazioni iniziali, compensando le fluttuazioni rilevate all’interno dello stesso ciclo e garantendo il peso dell’articolo stampato.
E-flomo per un raffreddamento ottimale dello stampo
Il sistema e-flomo di monitoraggio elettronico del flusso dell’acqua di raffreddamento dello stampo non è una novità. Engel lo ha lanciato nel 2010. Quel flomo, però, ricorreva alla regolazione manuale del flusso. In occasione del Simposio, la casa austriaca ne ha presentato una nuova versione, dotata di valvole elettriche di controllo che assicurano in maniera completamente automatica il controllo e la regolazione della velocità del flusso dell’acqua. Questo automatismo garantisce una maggiore efficienza del sistema di raffreddamento e una temperatura all’inL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
La pinza per uso chirurgico stampata con la Engel e-motion 310-LMT/110 Liquidmetal special edition (a destra).
terno dello stampo costante per tutta la durata della stampata, anche in caso di aumento della pressione dell’acqua. Ovvi i benefici che ne derivano: maggiore affidabilità e ripetibilità del processo e qualità del prodotto finale significativamente più alta.
Il debutto mondiale dell’innovazione
Erano ben 16 le isole di produzione ad alta integrazione e automatizzate che si sono viste all’opera all’esposizione di St. Valentin. Tutte di assoluto interesse tecnologico, con diverse novità presentate in anteprima mondiale: un lancio nel futuro di tecnologie innovative. Una di queste, notevole, è lo stampaggio a iniezione di leghe metalliche per la produzione di strumenti medicali. Come partner di Liquidmetal Technologies di Rancho Santa Margarita, California, che ha progettato e brevettato questa tecnologia, Engel ha sviluppato - unico costruttore al mondo - la soluzione innovativa per lo stampaggio a iniezione delle leghe prodotte da Liquidmetal basata su una pressa tutta elettrica della serie e-motion opportunamente modificata. La nuova macchina è la e-motion 310-LMT/110 Liquidmetal special edition, con forza di 40
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
chiusura di 1.100 kN e dotata di robot viper 6, nella quale la vite del gruppo iniettore presente nelle presse convenzionali è sostituita da un pistone che inietta la lega metallica fusa in uno stampo termoregolato. La lega viene alimentata automaticamente sottoforma di pezzi in una camera di fusione, dove il metallo viene fuso sotto vuoto. All’esposizione, la macchina produceva una pinza per uso chirurgico con un tempo di ciclo tra i due e i tre minuti in uno stampo a due cavità appositamente progettato e realizzato dalla italiana Saga SpA di Padova. Le leghe messe a punto da Liquidmetal, a base di zirconio, chiamate anche ‘vetri metallici’ per la loro struttura amorfa, e la tecnologia sviluppata da Engel per il loro stampaggio a iniezione aprono le porte alla produzione su larga scala di componenti metallici ad alta precisione, che prima potevano essere fabbricati solamente con lo stampaggio a iniezione MIM, che utilizza miscele di polveri di metallo e di plastica, o mediante lavorazione meccanica di pezzi su macchine utensili CNC. Metodi entrambi laboriosi e lunghi. Il processo Liquidmetal, invece, non solo è più veloce, ma non produce neanche scarti, in quanto le materozze sono riciclabili. Questi nuovi prodotti sono dotati di caratteristiche meccaniche eccezionali: sono 2,5 volte più resistenti del titanio, ma, nello stesso tempo, anche molto elastici. Per esempio, l’elasticità dell’acciaio è pari allo 0,2% e quella del titanio all’1%; quella delle leghe Liquidme-
tal, invece, è del 2%. Inoltre, hanno un basso peso specifico e un’alta resistenza alla corrosione. Offrono, quindi, interessanti prospettive di impiego per la produzione di componenti con proprietà inedite nel campo, per esempio, dell’elettronica, dell’industria aerospaziale, della tecnologia militare o degli articoli sportivi.
Una nuova pressa per o-ring
È la flexseal 300 T ed è un’altra novità presentata al Simposio. È una pressa orizzontale per gomma studiata per la produzione di O-ring e guarnizioni con tutti i tipi di elastomeri a costi competitivi. È una macchina di grande precisione, affidabilità ed efficienza, molto compatta e con ingombro minimo a terra. Ha una forza di chiusura di 3.000 kN e lavora con una unità di iniezione a vite 3 con volume di iniezione di 500 cm e pressione fino a 2.400 bar. È dotata di colonne, ma le unità di plastificazione per i vari tipi di gomma, per il silicone solido (HTV) e per quello liquido (LSR) e per la gomma termoplastica (TPE) si sostituiscono con grande facilità. La macchina è equipaggiata di serie con l’azionamento servoidraulico ecodrive: durante la fase della vulcanizzazione il servomotore che aziona la pompa a ingranaggi si ferma, e quindi non consuma energia. Inoltre, è equipaggiata con la nuova unità di controllo CC300, facile da usare e caratterizzata da una grafica ad alta risoluzione, con la quale si pos-
Simposio Engel
La nuova pressa per O-ring Engel flexseal 300 T.
La pressa Engel e-mac 170/50 e il nuovo robot pick & place Engel e-pic.
sono comandare le varie periferiche, tra cui i moduli di spazzolatura e i sistemi di automazione per l’estrazione dei pezzi. Oltre alla pressa da 300 tonnellate, la nuova serie di macchine flexseal comprende presse con 100, 200 e 400 tonnellate di forza di chiusura.
Tutta elettrica e con un nuovo robot per il silicone liquido
La totale automazione del processo,
l’alta precisione, l’assenza di scarti, la riduzione delle bave, l’eliminazione della rilavorazione, sono richieste comuni e anche generalizzate poste dal comparto dello stampaggio, in particolare da quello della gomma siliconica liquida (LSR). Al Simposio, Engel ha dimostrato che soddisfare queste richieste è possibile attraverso la produzione di tappi auricolari in LSR con la e-mac 170/50, una pressa completamente elettrica con forza di chiusura di 500 kN e volume di iniezione di
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170 cm . I tappi erano rimossi dal nuovo robot pick-and-place Engel e-pic, che ha dato prova della capacità innovativa della casa austriaca esibendo cinematiche assolutamente nuove, che combinavano i movimenti lineari con un braccio oscillante, rendendo in tal modo lo strumento non solo efficiente dal punto di vista energetico, ma anche particolarmente compatto. Il robot e-pic, infatti, si adatta perfettamente all’installazione entro il perimetro di sicurezza della pressa e-mac. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
La pressa Engel e-speed 120/650 con vite da 120 mm.
Una pressa più veloce
Si tratta della e-speed 120/650, una pressa ibrida con gruppo di chiusura elettrico da 6.500 kN e gruppo di iniezione idraulico con vite da 120 mm. In verità, la e-speed ibrida da 650 tonnellate è stata presentata per la prima volta da Engel al K di Düsseldorf del 2013 con vite da 90 mm. La novità vista al Simposio di quest’anno risiedeva nel maggior diametro della vite di iniezione, aumentato di un terzo. Nel rispetto del tipo d’azione ‘impostole’ dal nome - speed - , questa nuova versione (modello 6) di una macchina lanciata appena due anni fa garantisce, pertanto, tempi di ciclo brevi anche con grandi volumi di stampata. Ne ha dato prova durante l’esibizione con lo stampaggio di cartucce per silicone sigillante per il mercato del fai da te. Queste cartucce, prodotte con uno stampo a 16 impronte, hanno la parete spessa 1,4 mm e pesano 50 grammi ciascuna; consumano, quindi, 800 grammi di materiale per stampata, e il tempo di ciclo è di soli 10 secondi. Una prestazione eccezionale, che richiede una elevata forza di iniezione per la forma allungata e tubolare della cartuccia e movimenti di apertura e chiusura dello stampo estremamente rapidi. 42
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
È grande, ma consuma poco
Impressionante il livello di efficienza già raggiunto da una pressa di grande tonnellaggio nella dimostrazione di un processo che sarà attivo in produzione dopo il Simposio. Parliamo della duo 11050/1700 dotata di robot lineare viper 60 integrato che stampava coperture per i bagagliai di autoveicoli già pronte per l’installazione con la tecnologia dello stampaggio a inietto-compressione Engel coinmelt presentato in anteprima al Simposio. La pressa ha una forza di chiusura di 17.000 kN e un gruppo di iniezione 3 di 11.050 cm e produce un pezzo di 1.600 g in circa 59 secondi. Un pezzo, tra l’altro, caratterizzato da una geometria tridimensionale estremamente complessa, con molte nervature e molti sottosquadri, che la tecnologia della inietto-compressione riesce a produrre senza alcuna deformazione, contrariamente a quanto si verificherebbe con lo stampaggio a iniezione convenzionale. Con la inietto-compressione, inoltre, è possibile realizzare pareti più sottili, con conseguente minore consumo di materiale e più basso peso del manufatto. E quindi più bassi costi. La variante Engel coinmelt di questo processo, poi, lavora anche con una pressione di iniezione più bassa, e questo permette di utilizzare macchine meno potenti di quelle che sarebbero richieste nel processo di stampaggio a iniezione convenzionale.
Una nuova testa di co-iniezione per opposte esigenze
Tra le macchine viste all’opera al Simposio, la duo 4400H/2500H/700 combi dotata di robot viper 40 integrato produceva i telai dei sedili della nuova poltroncina da ufficio IN di Wilkhahn (Bad Münder, Germania). Ma la novità non era la macchina, bensì la testa di co-iniezione con la quale era equipaggiata, sviluppata dalla Engel per lo stampaggio dei telai progettati come sistemi bicomponenti. Poiché lo schienale e la seduta formano un pezzo unico, questo deve combinare in sé proprietà diverse. Lo schienale deve possedere grande rigidità, mentre alcune zone della seduta devono essere soffici. Inoltre, l’aspetto superficiale deve essere di elevato livello qualitativo, dal momento che il telaio non è sottoposto a lavorazioni di finitura dopo lo stampaggio. Sono tutte impegnative sfide presentate da un particolare processo di stampaggio a sandwich di due componenti che la innovativa testa di co-iniezione messa a punto dalla Engel ha permesso di superare brillantemente. Per lo strato interno viene iniettata una resina poliammidica rinforzata con fibre di vetro; per quello esterno, invece, una poliammide non rinforzata.
Ancora a proposito di nuovi robot
Oltre al nuovo robot e-pic, Engel ha presentato anche nuovi modelli del robot multiasse easix. Grazie all’ampia gam-
Dalle Aziende
A sinistra, dall’alto verso il basso: il telaio del sedile di poltroncina per ufficio stampato con la tecnologia di co-iniezione; la consolle per autovetture stampata con una pressa duo 1800/400, con forza di chiusura di 4.000 kN, servita da un robot della serie easix di cui Engel ha presentato nuovi modelli nel corso del Simposio.
ma di questo tipo di prodotti di cui ora dispone, la casa di Schwertberg è in grado di equipaggiare presse per lo stampaggio a iniezione fino a 55.000 kN di forza di chiusura. Uno di questi robot easix ha fornito la dimostrazione della possibilità di integrare l’automazione in una pressa di medio tonnellaggio in spazi minimi. La pressa era la duo 1800/400 con forza di chiusura di 4.000 kN e volume di 3 iniezione di 1.800 cm e produceva una consolle centrale per autovetture. Il robot easix era fissato in posizione capovolta nella cella di produzione e quindi non occupava spazio a terra. In ogni ciclo, easix posizionava all’interno dello stampo due film capacitivi - uno per la funzione single-touch e l’altro per la funzione multi-touch - e, nello stesso tempo, estraeva il pezzo finito e lo trasferiva a una stazione di pulizia. Sui film capacitivi la pressa iniettava una resina ABS trasparente, sulla quale veniva poi depositato un terzo film che rappresentava la parte frontale del componente e veniva, perciò, decorato con la tecnologia IMD (In-Mould Decoration). In questa applicazione, la macchina ha dato prova della sua capacità di lavorare con la massima precisione nel controllare il flusso della resina fusa che veniva iniettata, per non alterare il posizionamento dei film e non danneggiare l’elettronica capacitiva.
Altro ancora
Le novità in termini di prodotti, tecnologie e applicazioni industriali esibite dalla Engel al Simposio 2015 sono 44
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
state molte, e noi abbiamo parlato, in una rassegna necessariamente panoramica, delle esposizioni che ci sono apparse salienti tra le numerose che abbiamo visto in azione, come lo stampaggio a iniezione dei metalli liquidi, la pressa flexseal e quella per il silicone liquido, l’incredibile guadagno di spazio che l’integrazione dei robot rende possibile - per citare solo alcuni argomenti - . Ma molte altre tecnologie, altre macchine ancora, altri processi sono stati esibiti presso lo stabilimento di St. Valentin, come: la tecnologia Engel organomelt, che abbina lo stampaggio a iniezione alla termoformatura delle ‘foglie organiche’, delle lastre, cioè, composte da un tessuto di fibra di vetro o carbonio inglobato in una matrice termoplastica, per la produzione, con le presse a iniezione insert sia orizzontali che verticali, di strutture leggere che giocano un ruolo importante nell’industria automobilistica; il processo HP-RTM (High Pressure-Resin Transfer Moulding: Stampaggio a Trasferimento di Resina ad Alta Pressione) per la produzione di componenti fibrorinforzati presentato passo dopo passo con la pressa v-duo 3550/1100; la tecnologia innovativa che, mediante l’utilizzo di onde ultrasoniche, consente di determinare in maniera precisa e, soprattutto, non invasiva il gradiente di temperatura radiale e assiale del materiale fuso nell’anticamera della vite: è la premessa importante per realizzare l’omogeneità termica del fuso da iniettare e, quindi, la qualità del pezzo stampato. La tre-giorni di Linz e St. Valentin ha dimostrato, in conclusione, che Engel non è solo in grado di ottimizzare tecnologie già in uso, ma, come è proprio di un leader mondiale, è anche capace di progettarne di nuove in un orizzonte ad ampio raggio, proiettato nel futuro, che comprende l’incremento della produttività, l’aumento dell’efficienza delle macchine, l’innalzamento del livello di sicurezza di impianti e processi governati e controllati da software sempre più intelligenti e, quindi, anche più facili da indirizzare. Tutto questo, per offrire ai clienti prodotti sempre al massimo della loro espressione qualitativa e tecnologica. Naturalmente, senza trascurare l’ambiente, attraverso l’ottimizzazione del risparmio energetico.
Dalle Aziende
La revisione su misura secondo C2 di Giuseppe Cantalupo
I
l nome dell’azienda è C2. Ma perché C2? Semplice. Perché i soci fondatori sono due e hanno entrambi il cognome che incomincia per C: Renato Colli e Franco Cantoni. La società si occupa della ricostruzione e della revisione di macchine per la lavorazione della gomma, e i soci fondatori la gestiscono con quote paritetiche nei ruoli, rispettivamente, di responsabile commerciale e responsabile tecnico. Da qualche anno sono coadiuvati da Davide, figlio di Colli, laureato in Ingegneria Informatica, e Andrea, figlio di Cantoni, laureato in Ingegneria Elettrica. Il primo, oltre a realizzare sul piano tecnico la sua laurea specifica, cura i rapporti dell’azienda con l’estero; il secondo segue l’attività produttiva della società per quanto attiene, principalmente, alla sua specifica preparazione culturale e tecnica.
Nasce nel 1980, quando due amici, vecchi compagni di scuola, decidono di mettere a frutto l’esperienza acquisita nei dieci anni precedenti nel settore della revisione delle macchine per la lavorazione della gomma e danno vita alla Meccanica C2 a Ozzero, Milano. In pochi anni arriva il successo sul mercato e, con questo, la necessità di trasferire l’azienda, che cambia anche il nome in C2 Srl, in una sede più ampia, a Vigevano. Passaggio necessario per meglio soddisfare le richieste di una clientela è cresciuta di numero e sempre più esigente
Qualche cenno storico
È il 1980 quando Renato Colli e Franco Cantoni, che hanno frequentato insieme l’istituto tecnico, prendono la decisione di mettersi in proprio nel settore della revisione e del ricondizionamento di macchinari per la lavorazione della gomma, usati o datati. Nasce così, a Ozzero, Milano, la Meccanica C2, su una superficie di 500 metri quadrati e con quattro dipendenti, alla quale Colli e Cantoni danno vita avvalendosi di una tecnica e un’esperienza che hanno maturato in oltre dieci anni trascorsi in una pre46
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Mescolatore aperto a cilindri, modello 400 x 1000, con omogeneizzatore automatico per mescole siliconiche.
Revamping 1988 si trasferisce a Vigevano, Pavia, in una struttura di 2.000 metri quadrati, costituita da due capannoni adiacenti: uno è adibito a officina di lavoro e l’altro a deposito di macchine pronte per la consegna. Con l’occasione, la società cambia ragione sociale e diventa C2 srl. Attualmente, oltre allo staff direttivo, nell’azienda trovano impiego una decina di dipendenti. Il 70% della produzione è destinato al mercato italiano, essenzialmente alla zona del nord Italia; il restante 30% va all’estero, nei principali paesi europei: Belgio, Francia, Germania, Spagna, Polonia.
La strategia aziendale
Mescolatore aperto a cilindri, modello 150 x 300, da laboratorio. cedente attività nello stesso settore. Grazie alla sua capacità di soddisfare le richieste dei clienti, aggiornando anche tipologie diverse di macchinari con le innovazioni tecnologiche che man mano si affermano sui mercati, la società cresce e si afferma ben presto nel suo settore come fornitore di qualità. Ma è soprattutto la grande passione per questo tipo di lavoro, innata nei soci fondatori, il motore primo dal quale trae origine il successo della società sul mercato. Un successo a fronte del quale la sede di Ozzero, che pure, nel frattempo, si è espansa su una superficie di 1.500 metri quadrati dai 500 iniziali, risulta, tuttavia, non adeguata a soddisfare le richieste provenienti dal mercato, che intanto sono cresciute non soltanto di numero, ma anche come tipi di macchine da trattare, come complessità dei problemi da risolvere e come tecnologie da installare. L’azienda è costretta, quindi, a traslocare in una sede più ampia. E nel
«Il nostro obiettivo principale, al quale teniamo molto, – ci dice Renato Colli mentre ci guida in una visita alle strutture della sua azienda – è quello di essere in grado di soddisfare il più possibile le richieste del cliente. Può sembrare ovvio quello che dico, ma mi riferisco non tanto o non solo alla nostra capacità di realizzare l’aggiornamento che il cliente vuole sulla macchina che ha scelto tra quelle che abbiamo nei nostri depositi, quanto proprio alla nostra capacità di offrirgli questa possibilità di scegliere». Ed è anche per questo motivo, per poter ampliare, cioè, la sua “gamma prodotti” ed essere in grado di offrire al cliente una scelta ragionevolmente ampia, che l’azienda si è dotata di altri depositi nei quali incamerare le macchine e le apparecchiature usate, reperite in numero sempre crescente sul mercato. Oltretutto, l’azienda riscuote un lusinghiero successo sul mercato e quindi ha bisogno di più macchine per far fronte alle richieste di una clientela che diventa via via più numerosa. E così, al magazzino iniziale di 2.000 metri quadrati se ne aggiungono altri tre, ubicati nelle vicinanze della sede principale dell’azienda: uno di 1.000 metri e due di 800 metri ciascuno, per una superficie totale disponibile di 4.600 metri quadrati, sui quali sono parcheggiate oltre 200 macchine. «Il nostro parco macchine – precisa Colli, indicandocele man mano che le incontriamo nel nostro giro – comprende macchine per la lavorazione
della gomma di tutti i tipi: mescolatori a cilindri, mescolatori chiusi sia industriali che da laboratorio, presse a compressione e a iniezione, trafile, calandre, taglierine, impastatrici, preformatrici, preriscaldatori, batchoff per il raffreddamento di strisce di gomma provenienti da un mescolatore a cilindri o da una calandra. E tutti, prodotti da costruttori importanti, come Colmec, Comerio Ercole, Rodolfo Comerio, Pomini, Bandera, Barwell, e altri ancora. Abbiamo, quindi, di che parlare col cliente e cosa offrirgli», conclude con una certa soddisfazione il nostro accompagnatore. La macchina da revisionare o da ricostruire viene smontata completamente in tutte le sue parti e rimessa a nuovo, con la parte meccanica totalmente revisionata e quella elettrica interamente nuova. Inoltre, viene aggiornata con le innovazioni tecnologiche più recenti, in modo da essere sempre più performante e flessibile per le differenti lavorazioni del cliente. «Ma quello che conta soprattutto - puntualizza Colli - è che, col nostro lavoro, noi modifichiamo la macchina secondo le esigenze e le richieste del cliente. La facciamo diventare come un abito fatto su misura. Una macchina che era datata e malfunzionante viene consegnata al cliente con le stesse caratteristiche di una macchina nuova, corredata di certificazione CE e, in accordo con le norme europee in vigore, garantita un anno e a un prezzo decisamente interessante, in quanto inferiore alla metà del prezzo della macchina equivalente, interamente nuova».
Il fiore all’occhiello
In C2, però, non si parla solo di revisione, ricondizionamento, ricostruzione, aggiornamento di macchine usate o datate, ma si parla anche di innovazioni. Una di queste, importante, riguarda la lavorazione del silicone. Di cosa si tratta? Chiunque lavori la gomma sa bene che la preparazione di una mescola a base di silicone su un mescolatore a cilindri presenta notevoli difficoltà sia nella fase dell’incorporazione degli additivi che nella fase dello scarico finale della mescola, a causa L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
Linea di raffreddamento, modello batch-off, per banda e strisce di gomma cruda.
Mescolatore aperto a cilindri, modello 600 x 1800, con omogeneizzatore stock blender per mescole di gomma.
dell’appiccicosità del materiale, che ne rende difficile, e anche rischioso per l’addetto alla lavorazione, il distacco dai cilindri. La C2 ha risolto il problema con una innovazione tecnologica che ha trovato l’immediato favore dei mercati. Una soluzione che non solo velocizza il tempo di miscelazione degli ingredienti mescola, ma rende anche più semplici la mescolazione stessa e lo scarico finale del compound. «Dopo aver preparato l’impasto di partenza con l’impastatrice doppia zeta - ci spiega Colli - , l’addetto alla produzione scarica la mescola sui cilindri di un mescolatore aperto, corredato di un sistema automatico di omogeneizzazione di nostra progettazione dotato di due ‘operatori’ paralleli in polietilene, chiamati anche ‘guance mobili’. Durante il funzionamento della macchina, gli operatori spostano in continuo la massa del materiale in lavorazione alternativamente da una estremità all’altra del cilindro sul quale operano, in maniera completamente indipendente e secondo un preciso programma prestabilito, impostato dall’addetto all’inizio del processo». Un PLC (Pro48
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
grammable Logic Controller) si fa carico di controllare l’automatismo delle varie fasi dell’operazione: numero degli spostamenti alternati della mescola sul cilindro, durata della mescolazione, arresto e scarico del compound. Un particolare importante: le due guance, realizzate in polietilene per non correre il rischio di danneggiare la superficie del cilindro con graffi e rigature, possono anche essere installate, a richiesta, su mescolatori
già operativi che non ne sono dotati dall’inizio. Con la sua attività e, soprattutto, con la passione e l’inventiva di chi la dirige, la C2 è un esempio di come un’azienda piccola riesce a farsi ‘grande’ sul vasto scenario dei macchinari per la lavorazione della gomma e a proporre soluzioni che, con la loro affermazione sui mercati esteri, oltre che su quello nazionale, concorrono all’alta qualificazione della capacità innovativa della tecnologia italiana.
Dalle Aziende
Dosare acceleranti e ausiliari: la ricetta di Color Service di Giovanni Invernizzi
A
ll’interno di un’azienda produttrice di mescole di gomma, il reparto di dosatura dei piccoli ingredienti riveste un ruolo fondamentale per l’ottenimento di un prodotto finale di alta qualità. Ancora oggi, in molte aziende, tale reparto si avvale di un sistema di dosatura che utilizza risorse umane addette al dosaggio manuale degli ingredienti in postazioni fisse. Ciò comporta una difficile gestione sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista dell’affidabilità della pesatura stessa (precisione del peso, certezza del dosaggio del prodotto giusto, impatto ambientale durante la manipolazione delle polveri in fase di pesatura, movimentazione dei prodotti chimici). Oggi Color Service, azienda specializzata in sistemi automatici di dosaggio in diversi settori (gomma, pneumatici, tessile, cosmetico, alimentare), propone una soluzione per ridurre al minimo l’intervento manuale nelle procedure di preparazione delle ricette garantendo riproducibilità e costanza qualitativa.
Dosaggio e moduli di stoccaggio
La caratteristica principale del sistema è la contemporaneità di pesatura di tutti i prodotti, che permette di produrre fino a un sacchetto ogni 30 secondi (2.880 sacchetti al giorno). La movimentazione dei vari contenitori avviene contemporaneamente in tutte le stazioni dell’impianto (ogni stazione è provvista di cella di carico) e simultaneamente le testate iniziano a erogare 50
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
L’importanza di un dosaggio preciso dei piccoli ingredienti che entrano nella composizione delle mescole richiede sempre di più l’abbandono di soluzioni manuali per passare a sistemi automatizzati. Color Service ha sviluppato un impianto ad alto livello di automazione che sovrintende tutte le operazioni legate a questa delicata fase, dalla produzione stessa del sacchetto in film plastico all’etichettatura, passando poi per il riempimento, il peso, la tracciatura e lo stoccaggio. Vediamo in che cosa consiste e come funziona
Sacchetto con codice a barre per l’identificazione del contenuto.
Dosaggio in funzione della quantità di prodotto da pesare. Il sistema garantisce pesate con precisione +/- 1 g e se richiesto anche di 0,1 g, combinate ad un’elevata velocità di erogazione che può raggiungere anche 30 kg in 20 secondi. Diverse sono le tipologie che proponiamo per il carico e lo stoccaggio degli ingredienti. In base al consumo giornaliero, il prodotto può essere caricato in sili da 240 litri in acciaio inox attraverso un sistema di aspirazione sotto vuoto, a garanzia di un ottimale riempimento e nel rispetto di tutti i fattori legati alla riduzione dell’impatto ambientale. Il prodotto può anche essere scaricato manualmente (fornito in sacchi) in serbatoi, tramite una passerella sopraelevata per permettere l’accesso all’operatore nella zona di scarico. Ogni serbatoio è dotato di una griglia di scarico ed eventualmente di un sistema taglia sacchi automatico per agevolare lo svuotamento del sacco all’operatore. Infine, per i prodotti forniti direttamente in sacconi (Big Bag) Color Service offre un sistema modulare con facile introduzione del saccone tramite carrello elevatore oppure tramite paranco indipendente. È possibile anche progettare una soluzione per carico dal secondo piano. Il sistema è inoltre equipaggiato con un sistema di aspirazione installato sotto ad ogni punto di erogazione che impedisce lo scarico di polveri e odori nell’ambiente di lavoro.
Produzione e gestione del sacchetto
Color Service, allo scopo di eliminare la gestione e movimentazione dei sacchetti da utilizzare per il dosaggio degli ingredienti, ha inventato e brevettato un sistema a bordo macchina che ne prevede la realizzazione automatica. Il ciclo inizia con un robot che produce automaticamente il sacchetto EVA partendo dal film tubolare. Tramite una stampante grafica a trasferimento termico viene applicata un’etichetta contenete i dati della ricetta. Il sacchetto viene poi movimentato in automatico e posto direttamente dentro i contenitori d’acciaio sotto le testate di erogazione per la dosatura del prodotto. A fine ciclo, il sistema prevede, inoltre, l’estrazione automatica dal
Sistema automatico di dosaggio con formazione automatica del sacchetto.
contenitore del sacchetto che, dopo l’estrazione dell’aria al suo interno e dopo la termo-saldatura, viene posto su un nastro trasportatore per essere stoccato e prelevato poi dall’operatore, oppure gestito tramite sistema di pallettizzazione con manipolazione cassette. Color Service ha progettato inoltre un Magazzino Robotizzato per l’organizzazione e lo stoccaggio dei sacchetti provenienti dal sistema di dosaggio. Le operazioni di deposito e prelievo cassette, completamente automatizzate, semplificano l’handling delle materie prime garantendo un notevole risparmio di tempo e spazio. Tutto l’impianto è gestito da un sistema computerizzato sia per la gestione delle varie formulazioni sia per la tracciabilità dei sacchetti e dei relativi chimici utilizzati (tipo, lotto, provenienza, ecc.).
Affidabilità, rintracciabilità e precisione
I dati di massa rilevati dalle singole stazioni vengono prima controllati e poi inviati ai sistemi di raccolta per le opportune certificazioni e rintracciabilità dei lotti. È importante sottolineare il controllo che viene fatto su ogni pesata, per valutare lo stato di affidabilità di ogni singola cella di carico. A questo proposito, la bilancia successiva confronta il peso con quella precedente. Comparando i dati si può così evincere un eventuale malfunzionamento di una delle due, nel caso in cui il peso non coincida. In questo caso un allarme richiama l’operatore e gli lascia decidere se il sacchetto contenente l’errore debba essere scartato o se ci sia un problema tecnico sulla cella di carico. Infine, se ci sono ponti che rallentano o ostacolano la caduta del prodotto, inL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
soluzione completamente affidabile e priva di errori. Il sacco viene identificato da un lettore barcode e la pompa di carico o la griglia di scarico si avviano solamente quando il prodotto da caricare nel modulo di stoccaggio e il codice barcode corrispondono.
Impatto ambientale
Magazzino robotizzato per lo stoccaggio degli ingredienti.
dic-mezzpg-210x140_def_TR 17-06-2013 12:40 Pagina 1
terviene automaticamente un sistema pneumatico di rottura degli agglomerati di polvere, per far riprendere al sistema una pesatura senza problemi. Anche per quanto riguarda il carico dei prodotti, Color Service offre una C M Y CM MY
Aspirazioni opportunamente collocate nel punto di erogazione delle polveri garantiscono l’assenza di emissioni e di odori in ambiente senza causarne la fuoriuscita. L’impianto, oltre a offrire un’elevata precisione del dosaggio, la ripetibilità della ricetta e la tracciatura delle operazioni compiute, consente il risparmio dell’attività in vari turni della manodopera, garantendo un ritorno sull’investimento assai rapido. Sono oltre 50 i sistemi di questo tipo venduti fino ad oggi da Color Service nel mondo, contribuendo a fare dell’azienda un nome conosciuto nel settore dell’industria della gomma per i suoi contenuti di alta tecnologia e innovazione. CY CMY K
Dalle Aziende
Le novità di Versalis dal DKT di Norimberga
A
l DKT di Norimberga dello scorso luglio Versalis ha presentato una serie di innovazioni del proprio portafoglio prodotti degli elastomeri, non solo nel campo specifico dei polimeri, ma anche in quello degli additivi, che da qualche tempo arricchiscono e completano l’offerta già ampia dedicata al mercato delle gomme. L’innovazione è stata sviluppata su tre diverse linee di prodotto: i nuovi EPDM per profili solidi e spugnosi, da utilizzare nel settore automobilistico, edilizia e applicazioni TPV; le ultime generazioni di sSBR/ Nd-BR per pneumatici “verdi” e i nuovi bioplastificanti per elastomeri, i Matrilox™ P. Vediamo queste novità una a una.
I nuovi gradi EPDM
I nuovi gradi EPDM, Dutral® serie TX 1301, TX 1401 e TX 1501, sono realizzati con un sistema catalitico migliorativo, che aumenta la resa in polimerizzazione e permette di aggiungere più facilmente il comonomero, ottenendone una migliore distribuzione all’interno della catena polimerica e riducendone le quantità non reagite. L’effetto conseguente è la realizzazione più efficiente di prodotti più puliti con basso contenuto o assenza di gel e migliore consistenza qualitativa. Questo nuovo sistema catalitico permette di ampliare le opzioni di progettazione del polimero; si possono così ottenere nuove strutture con una migliore lavorabilità, anche ad alto peso molecolare. Ciò migliora in modo significativo la competitività della gamma dei prodotti EPDM di Versalis, nell’ottica di un migliore equi54
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Numerose le novità proposte da Versalis, all’ultima edizione della fiera tedesca, nel proprio portafoglio di prodotti degli elastomeri. Le innovazioni si concentrano in tre linee di prodotto: EPDM Dutral® per profili solidi e spugnosi, nuove generazioni di sSBR/Nd-BR per pneumatici green e i nuovi bioplastificanti Matrilox™ P per elastomeri
Versalis
Da sinistra. Il nuovo grado EPDM Dutral® TX 1301 di Versalis per applicazioni TPV. Dutral® TX 1401 sviluppato per profili espansi per il settore automotive. Dutral® TX 1501, adatto per profili ad alte performance, per esempio in ambito edilizio. librio costo-prestazioni . I target applicativi ad alto valore aggiunto sono ad esempio i profili per settore auto di classe A (senza difetti) ed espansi, i profili ad alte performance per il settore costruzioni, i TPV e i cavi e guarnizioni per oblò lavatrice.
SBR in soluzione
Europrene SOL® R è il nome commerciale di Versalis per i prodotti SBR in soluzione. Versalis è uno dei pochissimi produttori di sSBR che produce con tecnologia proprietaria sia a batch che in continuo, offrendo così al mercato un ampio por-
tafoglio prodotti. Accanto al portafoglio che offre gradi dry e olio estesi, l’offerta si allarga ai gradi SBR in soluzione funzionalizzati sia per il carbon black che per la silice, basati sulla tecnologia batch, che consentono nel settore tyre un migliore equilibrio tra aderenza, basso rotolamento e resistenza all’abrasione dello penumatico, in grado di competere con le ultime generazioni dei prodotti presenti sul mercato. In occasione del DKT, sono state presentate tre nuove tipologie di sSBR funzionalizzati: prodotti ad alto contenuto di vinile, funzionalizzati per carbon black, gradi ad alto e medio vinile funzionalizzati per silice e gradi a basso contenuto di vinile/ basso contenuto di stirene funzionalizzati sia per silice che per carbon black. La nuova gamma è idonea a soddisfare gli stringenti requisiti del settore tyre sia nel battistrada per auto che per autocarro. Tutti questi prodotti sono già di-
sponibili per il campionamento ai clienti dall’impianto pilota. A breve per questi prodotti sarà disponibile anche la produzione industriale a fronte dell’avviamento della nuova linea sSBR (per un volume superiore a 30.000 tonnellate annue) presso lo stabilimento Versalis di Grangemouth (Regno Unito). Più in dettaglio parliamo di: Europrene SOL®RX 72615 e 72616 funzionalizzati rispettivamente per carbon black e per silice, per utilizzo nel battistrada PC ed Europrene SOL®R 74618 funzionalizzato per silice per applicazione nel battistrada HP/UHP.
Il grafico illustra la panoramica dei nuovi prodotti SBR in soluzione di Versalis. In verde quelli già disponibili commercialmente, in rosso quelli pronti per campionature e test in impianto pilota.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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Dalle Aziende
Nel grafico un colpo d’occhio sulla nuova gamma di bioplastificanti messi a punto da Matríca, joint venture tra Versalis e Novamont, progettati appositamente per elastomeri speciali e impiego in vari settori applicativi, primo fra tutti quello degli pneumatici.
Al DKT, Versalis ha presentato anche strutture innovative di sSBR funzionalizzati a bassissima Tg (fino a -70 ° C) per mescole battistrada a base silice (per winter tyre) ma anche per mescole battistrada a base di carbon black (per truck e bus). Tutti questi gradi, che coprono una vasta gamma di combinazioni di Sty%/Tg, si basano su macrostrutture polimeriche “tailor made”, volte a migliorare l’interazione con le cariche, in modo da massimizzare le proprietà finali del battistrada.
Polibutadieni BR con catalisi al Neodimio
Europrene Neocis® è invece il nome commerciale dei polibutadieni (BR) di Versalis prodotti con catalisi al Neodimio. L’ultima generazione di Europrene Neocis® sviluppata offre nuovi gradi BR, sia in versione dry che olio estesa, che hanno un migliore equilibrio tra lavorabilità e proprietà dinamiche ed elastiche, abbinando al risparmio energetico le migliori prestazioni, necessarie alle più recenti generazioni di pneumatici. Europrene Neocis® BR 450, Europrene Neocis® BRX 650 (gradi dry) ed Europrene 56
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
Neocis® BRX 35 0E (olio esteso) utilizzano un nuovo tipo di catalizzatore al Neodimio, frutto di un miglioramento della tecnologia proprietaria, che Versalis possiede a partire dalla metà degli anni Ottanta. La catalisi al Neodimio è garanzia di una polimerizzazione maggiormente sostenibile attraverso l’utilizzo di solventi alifatici con ridotti consumi energetici e ridotte emissioni.
I nuovi bioplastificanti
Fra le innovazioni di versalis si annoverano non solo i polimeri ma anche gli additivi per l’industria della gomma. È nata infatti una nuova famiglia di bioplastificanti, prodotti da fonte rinnovabile, i Matrilox™ P di Matríca, una joint venture 50:50 tra Versalis e Novamont. Questa nuova gamma comprende plastificanti per elastomeri speciali e PVC, oltre che un innovativo tipo di olio bio-estensore per elastomeri general purpose. I Matrilox™ PD bio-plastificanti offrono elevate prestazioni, non sono tossici, sono ecosostenibili e sono alternativi ai plastificanti tradizionali (come ftalati o adipati). Questi bioplastificanti, che hanno
elevato peso molecolare e livelli bassi di rilascio, sono in grado di garantire un’eccellente plastificazione e un’eccezionale stabilità termica in NBR, CR, e altri compound a base elastomerica di tipo polare. Matrilox™ PF 801 D è un olio bio, studiato appositamente per l’industria degli pneumatici e destinato a sostituire - in parte o completamente - gli oli diluenti di origine fossile. Può essere utilizzato sia per la produzione di gomme olio estese come SBR e BR, sia, se opportunamente formulato, come olio libero nella produzione di blend di elastomeri general purpose. La bassa temperatura di transizione vetrosa peculiare del Matrilox™ PF come olio bio, fornisce un ulteriore contributo per l’industria degli pneumatici allo sviluppo di compound per applicazioni a basse temperature (come pneumatici invernali), e per la bassa resistenza al rotolamento, contribuendo in tal modo al risparmio di carburante. Quindi, i vantaggi in termini di sostenibilità non sono limitati alla fase di produzione degli pneumatici, ma anche al loro utilizzo.
News Pneumatici: Europa ancora in crescita nel primo semestre
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ercato pneumatici europeo nella scia di quello delle auto a giugno e nel primo semestre: crescono le immatricolazioni delle auto e aumentano le vendite dei pneumatici. Lo dicono i dati pubblicati da Etrma, l’Associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, relativi alle vendite dei suoi associati nel periodo gennaiogiugno 2015. A giugno, quando le immatricolazioni delle auto in Europa sono aumentate del 14,6%, le vendite dei pneumatici vettura primo equipaggiamento sono
aumentate del 12% (8,404 milioni di unità contro 7,534 del giugno 2014) e quelle del replacement del 5%, con 18,554 milioni di pezzi venduti a fronte dei 17,738 dello stesso mese dell’anno prima. Nell’ambito del replacement è sorprendente l’incremento del 18% registrato dalle vendite dei pneumatici estivi, con 9,668 milioni di unità su 8,157 del giugno 2014, mentre i pneumatici invernali hanno subito un calo: 6,046 milioni di pezzi venduti a fronte di 7,006 milioni del giugno dell’anno scorso (-14%). Nel periodo tra gennaio e
giugno, quando le immatricolazioni delle auto in Europa sono cresciute dell’8,2%, le vendite dei pneumatici vettura original equipment sono aumentate del 4% (46,617 milioni di unità su 44,647) e quelle delle gomme della sostituzione del 2% (100,774 milioni su 98,528). Anche nel progressivo del semestre, come in giugno, si è registrato, nel settore del replacement, un aumento delle vendite dei pneumatici estivi (75,729 milioni a fronte di 73,335: +3%) e una flessione di quelli invernali (9,855 milioni contro 11,376: -14%). Incrementi sensibili sono stati messi a segno anche dal comparto autocarro, soprattutto nel mese, sia nell’OE che nel replacement. Il mercato del primo equipaggiamento ha registrato a giugno un eccezionale +21% delle vendite (525.000 unità vendute su 435.000 del giugno 2014) e nel semestre un incremento del 9% (2,862 milioni a fronte di 2,566). Nel mercato della sostituzione, le vendite sono salite del 7% a giugno (841.000 unità contro 783.000) e del 2% nei primi sei mesi (4,401 milioni su 4,322). Segno meno, invece, nel segmento veicoli agricoli sia a giugno che nel periodo gennaio-giugno: -6% nel mese (calo delle vendite a 139.000 unità da 148.000) e -13% nel semestre (850.000 pezzi venduti su 968.000). In questo segmento Etrma segnala un import crescente dalla Cina e dall’India.
Il mercato dei pneumatici a giugno 2015
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015
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News
La Arburg a Fakuma con Allrounder
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a Arburg, società tedesca costruttrice di presse per lo stampaggio a iniezione della gomma e della plastica con sede a Lossburg, sta lavorando già da alcuni anni allo sviluppo della fabbrica digitale secondo i criteri dell’Industria 4.0. Sarà questo l’argomento principale sul quale focalizzerà l’attenzione dei visitatori al suo stand 3101, padiglione A3, della fiera Fakuma, che si terrà a Friederichshafen dal 13 al 17
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n successo superiore ad ogni aspettativa ha riscosso la partecipazione dell’azienda di Busto Arsizio all’USA Rubber Industry Forum 2015 tenutosi a Pittsburgh, Pennsylvania, dal 15 al 19 giugno scorsi. Nella sessione dedicata alla mescolazione – una seconda sessione era riservata allo stampaggio della gomma – la Colmec ha presentato la relazione “New Solution in the Rubber Mixing Room”, dedicata alla presentazione della nuova sala mescole: l’ultima innovazione tecnologica dell’azienda nella quale gli step dell’intero processo della compoundazione, dalla miscelazione degli ingredienti al batch-off, sono completamente automatizzati. Martin Yonnone, Managing Director della Colmec USA Inc. che ha presentato la lecture, ha dichiarato, infatti, che l’interesse mostrato dai partecipanti per la nuova generazione di sale mescole presentata da Colmec è stato
ottobre prossimo. Otto macchine Allrounder e tre Freeformer allo stand del costruttore tedesco (il Freeformer è una macchina innovativa che consente di stampare la plastica fusa in forme complesse) e altre otto Allrounder presso gli stand dei suoi partner daranno prova della capacità dell’azienda di Lossburg di presentarsi come fornitore di sistemi di produzione integrata propri dell’industria digitale. Accanto alle prestazioni dimostrative di macchine Allrounder nello stampaggio di componenti in materiale plastico assistite da robot - tra questi, dei robot a sei assi di Kuka - , una pressa elettrica bi-componente, la Allrounder 470 A con forza di chiusura di 1.000 kN, un gruppo iniettore di 170 cm3 e un altro di 30 cm3 posizionati nella configurazione a L, stamperà pulsanti per interni auto in gomma siliconica liquida (LSR). Il diaframma della parte stampata sarà in LSR colorata, con durezza Shore di 50, mentre il disco interno sarà in LSR trasparente, con durezza Shore di 80. Lo stampo, della Trelleborg, sarà a
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enorme. «Mi è stato posto il numero di domande più alto della giornata, così ho finito per andare fuori tempo massimo consentito ai relatori di 20 minuti!» ha detto, con comprensibile soddisfazione, commentando il suo intervento. Molti partecipanti vivamente interessati alla nuova tecnologia hanno chiesto, poi, visite di approfondimento della società presso le loro sedi, a riprova del fatto che il mercato americano è, per Colmec, un mercato in espansione.
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La Colmec al Rubber Forum di Pittsburgh
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Una pressa Arburg della serie Allrounder, tra quelle che saranno portate in esposizione al Fakuma di Friedrichshafen.
32+32 cavità, e le iniezioni saranno particolarmente piccole: di 2,04 e 0,98 grammi. Al termine della stampata, un robot Multilift V rimuoverà i pezzi dallo stampo, ne effettuerà un’ispezione ottica attraverso una termocamera e quindi li scaricherà.
Nuovo impianto Desma in Cina
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ertamente un anno speciale per la Desma il 2015. L’azienda tedesca, leader internazionale nella costruzione di presse per lo stampaggio a iniezione della gomma, non solo compie cinquant’anni, ma avvia anche un nuovo impianto in Cina, alle porte di Shanghai. Precisamente, a Wuxi. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso mese di maggio alla presenza di 150 invitati, concordi nel ritenere che la strada percorsa senza indugi dalla casa di Fridingen nella realizzazione di questo tipo di investimenti è quella giusta. Il nuovo complesso sorge su un’area
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News
Il nuovo impianto Desma di Wuxi, in Cina.
La nuova release v5.1 del software di simulazione Sigmasoft
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totale di 10.500 metri quadrati: 7.600 coperti e 2.900 scoperti. L’area coperta comprende gli uffici (1.000 metri quadrati), i magazzini (1.500 metri quadrati) e l’impianto di produzione (5.100 metri quadrati). Un bel salto migliorativo, se si considera che l’unità di Wuxi, sorta nel 2007 come Desma Rubber Injiection Machinery Co., Ltd., era partita praticamente da zero ed è arrivata alle dimensioni attuali in soli 8 anni.
In occasione della cerimonia inaugurale, Desma ha lanciato un nuovo prodotto: la pressa Epsilon 200. Una macchina utilizzata principalmente nell’industria automotive per lo stampaggio di elementi antivibranti, guarnizioni in generale e guarnizioni paraolio, che garantisce prestazioni ad alto livello e fornisce ai suoi utilizzatori l’ulteriore vantaggio, rispetto ai loro concorrenti, di un favorevole e competitivo rapporto efficienza/prezzo.
lla prossima edizione di Fakuma, Sigmasoft Engineering GmbH, l’azienda tedesca che sviluppa software per lo stampaggio della gomma, ha annunciato la release della versione v5.1 di SigmaSoft, il proprio pacchetto per lo stampaggio a iniezione virtuale che consete anche di simulare il flusso della mescola all’interno dello stampo. Il comportamento termico all’interno dello stampo gioca un ruolo importante nella simulazione dei processi di stampaggio a iniezione sia per la plastica che per la gomma. Finora nelle simulazioni che ricostruiscono in modo virtuale il flusso della mescola all’interno dello stampo si è ricorso a un modello a geometria fissa, che in qualche modo semplifica l’insieme dei processi e delle trasformazioni in atto e si rivela comunque attendibile per stampi semplici con canali non troppo elaborati. Quando invece la complessità del-
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lo stampo è elevata, questo modello non è più sufficiente, soprattutto nel prevedere i tempi e i modi del raffreddamento della mescola. Ora SigmaSoft ha migliorato il proprio software di simulazione con una nuova release, che sarà presentata alla fiera tedesca tra il 13 e il 17 ottobre prossimi. La versione 5.1 consente una previsione simultanea dei flussi della mescola e di come questi vengono influenzati e si modificano quando questa è fusa e anche nel momento in cui si sta raffreddando. In questo modo è possibile calcolare non solo la performance della mescola in raffreddamento, ma è possibile individuare anche le aree dello stampo dove potrebbe rivelarsi difficoltoso il passaggio e la corretta solidificazione della mescola, in modo tale da valutare in anticipo l’efficacia dello stampo da progettare e dell’intero progetto. La release ha anche altre novità, come per esempio la capacità di valutare il degrado di materiali elastomerici in speciali applicazioni.
Una simulazione del flusso della mescola durante il suo consolidamento negli stampi secondo la nuova versione di SigmaSoft, la v5.1. Le aree rosse mostrano un flusso di mescola ad alta velocità, mentre le aree verdi e blu sono caratterizzate da una velocità inferiore. Le frecce indicano la direzione di flusso della mescola.
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Boy introduce nuove soluzioni nelle sue presse
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oy annuncia una serie di innovazioni per le sue presse per lo stampaggio in gomma che presenterà al prossimo Fakuma. Una di queste consiste nella possibilità di stampare rapidamente, con una stampante 3D, speciali inserti che possono essere installati all’interno del portastampo per realizzare pezzi particolari. Gli inserti possono sostenere fino a 100 processi di stampaggio e poi possono essere sostituiti con un’operazione semplice e rapida. Nello stand sarà predisposta anche una postazione con due macchine Boy 35 E VH e Boy 2C XS combinate tra loro per la produzione automatizzata di cacciaviti a stella, di dimension PH1, in uno stampo a 4 cavità. Per prima cosa si inserisce nello stampo al punta in acciaio del cacciavite, su cui viene sovrastampata una parte in plastica. Finito questo processo, un sistema di trasferimento automatizzato colloca il cacciavite in
una posizione di attesa nello stampo. Durante il ciclo successivo il corpo del cacciavite in PA 6 GF viene temprato a circa 80°C e raggiunge poi la successiva stazione di lavore, dove l’impugnatura
Nel dettaglio si nota, in bianco, l’inserto prodotto con una stampante in 3D per la realizzazione di pezzi speciali con presse a iniezione Boy.
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viene sovrastampata con un silicone liquido a due componenti. Questa operazione fornisce una comoda impugnatura antiscivolo all’oggetto. Nell’ultima stazione di lavoro, l’impugnatura del cacciavite viene raffreddata e rimossa dalla cavità dello stampo attraverso una soluzione automatica. In totale al Fakuma Boy esporrà 10 presse a iniezione, con una forza di chiusura compresa tra 100 e 1.000 kN.
Rinnovo del contratto di lavoro nazionale: i sindacati definiscono la piattaforma per la contrattazione
stituzione, e la sperimentazione di moe permessi ulteriori in caso di ricovero delli partecipativi nelle imprese. del neonato (retribuiti al 30% fino ad un Sul fronte “caldo” dell’occupazione, due massimo di trenta giorni) e per patoloin particolare le richieste che si avangie oncologiche. zano: 1) un progetto di solidarietà geSugli appalti i sindacati chiedono con nerazionale che favorisca l’uscita dei forza di tutelare la continuità occupalavoratori anziani con l’assunzione di zionale, normativa e di reddito dei lagiovani ad orario ridotto: se il lavoratovoratori anche in caso di cambiamenre chiede il part-time, l’azienda si deve to di appalto, applicando la procedure far carico comunque della totale coprevista all’art.2112 del codice civile. pertura contributiva; 2) un’attenzione Infine sul welfare contrattuale, una noparticolare dovrà essere prestata alle vità assoluta: se il costo del welfare – opportunità di lavoro rivolte ai giovasostengono i sindacati – è parte del coni attraverso progetti e percorsi definiti sto contrattuale, le aziende dovranno in alternanza studio-lavoro, in stretto versare il loro contributo al Fondo di rapporto con la scuola e l’Università. previdenza complementare (“FondoSul tema dei diritti e tutele, occorre congommaplastica”) a prescindere se il laTecno Compounds fermare il sistema vigente di tutele prevoratore lo incrementi con proprie riviste dall’attuale contratto in materia sorse aggiuntive, garantendo in quedi progressività e proporzionalità delle sto modo l’universalità del trattamenTecno Compounds sanzioni disciplinari. Relativamente poi to. Quanto a al suitable nuovo Fondo sanitario solution for every chall Tecno Compounds alle procedure di licenziamento colletintegrativo (“FAG&P”) - operativo dal tivo, vanno garantiti a tutti i nuovi as1 gennaio 2016 – si chiede che le aziensunti le disposizioni previste agli art. 4, de si facciano carico per 12 mesi del 5 e 24 della legge 223/1991, oltreaalla l’iscrizione deievery lavora-challenge acontributo suitable solution for suitable solutionper for every challenge richiesta di due giorni in più di permestori, proprio per favorirne l’adesione. so retribuito nel congedo per paternità (fonte: CGIL Toscana).
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li esecutivi unitari di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, riuniti il 15 luglio a Milano, hanno dato il “via libera” all’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto del settore gomma-plastica (oltre 140.000 i lavoratori interessati, dipendenti da più di 5.500 imprese) in scadenza il 31 dicembre 2015. Ora l’ultima parola spetta alle assemblee dei lavoratori, in maniera tale da consentire l’avvio delle trattative – presumibilmente a settembre, subito dopo l’Assemblea dei quadri e delegati per il varo definitivo – con la Federazione Gomma Plastica, Assorimap, Unionplast, Airp – tutte associazioni aderenti a Confindustria alle quali sono già state inoltrate le lettere di disdetta. Èdi 105 euro la richiesta di aumento salariale dei sindacati per il triennio 2016 - 2018, “una richiesta coerente – dicono – con la situazione economica attuale, che deve garantire la difesa del potere di acquisto dei salari attraverso l’incremento dei minimi, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative”. Filctem, Femca, Uiltec confermano il ruolo insostituibile del contratto nazionale ma intendono anche affidare maggiori responsabilità e nuovi compiti al 2° livello di contrattazione, dotandolo di strumenti atti a cogliere esigenze specifiche che migliorino le condizioni di vita dei lavoratori e la competitività delle imprese. Secondo i sindacati, il capitolo sulle relazioni industriali dovrà prevedere spazi di confronto su tutti i temi della democrazia industriale ed economica , nel pieno rispetto dell’art. 46 della Co-
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