L'Industria della Gomma 10 2015

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francesca reverberi pressa a tavola rotante stampa 3d per silicone

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OTTOBRE 2015 - NUMERO 8

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SOMMARIO

ANNO 58 - ottobRE - n. 8

Federazione Gomma Plastica

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Emilio De Tuoni, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00

10 Rassegna della stampa tecnica estera L’INTERVISTA 16 Il futuro è donna Parla Francesca Reverberi, Global business director della

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FOCUS 21 il mondo delle mescole:

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mercato, trend e novità I principali compounder italiani ci aggiornano sulla loro percezione dell’anno in corso e sull’impatto della tecnologia nello sviluppo di nuovi prodotti e di nuove esigenze dei loro clienti

Tovo Gomma DALLE AZIENDE

36 la nuova vita di un mescolatore Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editoregarantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

Un’interessante case history che coinvolge il produttore di mescole Der-Gom e Bosch-Rexroth, fornitore di pompe e azionamenti idraulici utilizzati per il revamping dei mescolatori aperti e chiusi adottati dall’azienda italiana

38 35 anni nel segno dell’innovazione

L’Industria della Gomma una rivista edita da:

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ORP Stampi ha celebrato nel 2015 l’importante ricorrenza, con eventi, un nuovo logo, la partecipazione al Plast di Milano e al DKT di Norimberga e, soprattutto, la presentazione della nuova tecnologia CFM, canali freddi mobili


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SOMMARIO

ANNO 58 - ottobRE - n. 8

42 la pressa servita a tavola rotante Una particolare innovazione di Presma, che ha realizzato una stampante a iniezione capace di utilizzare contemporaneamente fino a 12 stampi diversi per produzioni speciali e piccoli lotti differenziati

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46 italia-russia: dialogo sul filo della gomma

Nonostante le sanzioni e controsanzioni tra Occidente e Russia le aziende di entrambi i paesi cercano di mantenere viva la collaborazione nei canali e nei modi consentiti. Il caso della partnership tra Rogitex International e il colosso russo Sibur

50 stampare il silicone in 3d: ora si puÒ

Un’innovazione del gruppo tedesco Wacker ha reso possibile l’impiego della stampa 3D con silicone liquido. Una tecnologia che può introdurre più di una novità nella prototipazione e nella produzione di piccolissime serie

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NORMATIVE

56 controllo dei pericoli: arriva la seveso III Un nuovo decreto legislativo aggiorna la normativa sugli obblighi che hanno le imprese sugli incidenti e i rischi legati all’impiego di sostanze pericolose

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66 taccuino

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Segni di ripresa: il fatturato dell’industria torna a crescere

Engel a Fakuma all’insegna della smart factory

Una open house della Saspol a dicembre

Contratto gomma-plastica: i sindacati definiscono le richieste

Sistemi innovativi di modellizzazione della stampa a iniezione in mostra a Cleveland

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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ELASTICA

Rassegna della stampa tecnica estera

Nuovi materiali Devulcanizzazione industriale della gomma.

Jonathan Teixeira, Sales Manager, REP International, Corbas, Frankreich - email: jteixeira@repinjection.com - KGK n. 1-2/2015, pag. 6-9.

L

’articolo affronta uno degli argomenti più interessanti e dibattuti del mondo della gomma, ossia il recupero degli scarti mirato ad ottenere un materiale ancora processabile. Gli scarti della gomma sono per lo più considerati rifiuti e di solito il riutilizzo consiste nell’incenerimento per il recupero di energia o nella macinazione per ottenere polvere da usare come carica inerte: inconvenienti di questi processi sono rispettivamente il trattamento dei fumi e la presenza di componenti pericolosi per l’ambiente nell’incenerimento, l’eventuale necessità di trattare chimicamente la polvere, per facilitarne l’utilizzo come carica, nella macinazione. I processi di devulcanizzazione possono essere fisici o chimici. Nel primo caso le sollecitazioni meccaniche o le radiazioni usate causano la rottura dei legami chimici e quindi distruggono la reticolazione, mentre nel secondo la devulcanizzazione è provocata da agenti chimici, la cui distribuzione nella matrice elastomerica sembra essere favorita dall’uso del fluido supercritico CO2. Esistono anche metodi di devulcanizzazione per mezzo di processi biologici, funghi o enzimi, che sono però molto lenti, ma la maggior parte dei processi sono una combinazione chimico-fisica, ad esempio la 10

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

macinazione insieme a un antiossidante fenolico o l’utilizzo di solfuro per rompere i legami zolfo. I processi di devulcanizzazione termomeccanica si avvalgono sia di macchine tradizionali come estrusori bivite o di macchine ideate per questa lavorazione. La temperatura favorisce la devulcanizzazione, ma sembra che la reazione possa verificarsi a temperatura ambiente per effetto della sola sollecitazione meccanica. Anche gli ultrasuoni possono avere un ruolo nella devulcanizzazione di SBR, NR, EPDM e silicone, così come le radiazioni di un forno a microonde come fonte di calore in sinergia con processi meccanici. Il processo termomeccanico può essere utilizzato solo per le gomme NR, SBR, NBR ed EPDM e solo in caso di vulcanizzazione con zolfo, provocando però un consistente aumento di temperatura, che può danneggiare alcune caratteristiche meccaniche della mescola, mentre il processo meccano-fisico si basa su un catalizzatore costoso e di impatto ambientale negativo. Finora insomma non è stata ancora trovata una soluzione valida per la maggior parte degli scarti di gomma. Arriviamo così alla soluzione proposta da REP/Watson Brown, che consiste nel processo HSM (High Shear Mixing = miscelazione ad alto sforzo di taglio), che adotta una sollecitazione meccanica per rompere selettivamente i legami di reticolazione, trasformando un materiale viscoelastico in uno stato solubile per il riciclo e l’utilizzo in mescole esistenti o nuove. Nell’articolo viene descritto il processo,

illustrandone le origini, risalenti agli anni ’50, e i fondamenti teorici e pratici su cui si basa. Si mette in rilievo l’importanza di controllare le caratteristiche del materiale da processare, che deve essere omogeneo, non contaminato, vulcanizzato e selezionato o ripulito se necessario. La macchina HSM, che alterna una serie di elevate sollecitazioni e rilassamenti a temperatura costante, si comporta come un mescolatore interno, che lavora tipicamente a cicli di cinque minuti per batch, dopo i quali il materiale viene scaricato su un mescolatore o in un estrusore, da cui esce sotto forma di striscia, foglio, tondo o pellet. Con l’esperienza pratica di prove e sviluppi negli ultimi dieci anni, si può affermare che il processo HSM si applica con successo a molti polimeri su scala industriale. In particolare l’articolo riporta due grafici, che mostrano la variazione delle caratteristiche meccaniche (durezza, carico di rottura ed allungamento) in mescole a base FKM ed EPDM, con incorporazione di materiale, devulcanizzato con processo HSM, dal 10 al 50%, riferendosi alla mescola ottenuta con polimero vergine a parità di sistema di vulcanizzazione. In entrambi i casi, sulla scorta di valori medi ottenuti con quattro mescole di FKM diversi e tredici mescole di EPDM diverse, i risultati dimostrano che fino al 30% di FKM vulcanizzato e fino al 20% di EPDM devulcanizzata, tutte le caratteristiche meccaniche rimangono allo stesso livello in paragone alla mescola vergine. Di conseguenza gli scarti di gomma, devulcanizzati col processo


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Abbiamo letto per voi

ELASTICA HSM, si propongono come validi sostituti del polimero vergine in mescole, per le quali si soddisfano le specifiche richieste con livello di incorporazione fino al 40%, interessante ai fini di un notevole risparmio sul costo delle mescole stesse.

Nuovi materiali Effetti della quantità di silano TESPT utilizzato in mescola e della condizione di mescolazione sulle proprietà di HNBR, caricata con silice e vulcanizzata con perossido: correlazione tra contenuto di gomma legata e proprietà viscoelastiche e meccaniche.

M. Nillawong, C. Sirisinha, Bangkok, Pongdhorn Sae-Oui, Pathumthani (Thailand) - email: chakrit.sir@mahidol.ac.th - KGK n. 1-2/2015, pag. 41-48.

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a nitrilica idrogenata (HNBR), grazie alla maggiore saturazione rispetto alla nitrilica tradizionale (NBR), possiede eccellenti proprietà in termini di resistenza meccanica e resistenza a calore ed olio, che ne determinano l’utilizzo in molte applicazioni che richiedono alte prestazioni (ad esempio guarnizioni motore, cinghie di distribuzione, rulli per cartiere e acciaierie). L’aggiunta di cariche rinforzanti migliora la resistenza meccanica ma aumenta l’accumulo di calore e il compression set, riducendo così l’elasticità. La causa principale di questa situazione è la dissipazione di energia (o risposta viscoelastica) dovuta al disordine della componente silice: per questo motivo il miglioramento dell’interazione carica-silice ha recentemente attirato l’attenzione di applicazioni quali pneumatici, rulli e supporti antivibranti, tutti casi in cui si richiede un bilanciamento di resistenza meccanica e proprietà elastiche. La silice è la carica adatta per soddisfare questa esigenza, ma la formazione di aggregati, dovuta ai forti legami idrogeno, può rendere difficile la mescolazione con conseguente cattiva dispersione della silice e scarse proprietà meccaniche del manufatto. Da qui l’utilizzo di silani (SCAs: Silane Coupling Agents = agenti leganti silanici) come agenti leganti, che possono anche migliorare l’efficienza di reticolazione. Sono stati condotti molti studi sui sistemi modificati 12

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

con TESPT (Tri Etossi Silil Propil Tetrasolfuro) e i risultati dimostrano la necessità di temperatura e tempo di mescolazione basati sull’interazione gomma-carica. Per determinare l’entità dell’interazione gomma-carica si usa di solito una misurazione del contenuto di gomma legata (BRC – Bound Rubber Content). Mediante la determinazione del BRC molti studi hanno dimostrato che l’aggiunta di SCA migliora l’interazione gomma-carica, ma tuttavia ne esistono pochi che affrontano l’argomento della correlazione tra BRC (comportamento viscoelastico) e proprietà meccaniche della gomma caricata con silice. Inoltre si trova raramente uno studio che parli della reazione di legame del TESPT in un sistema di reticolazione perossidica. Questa reazione ha bisogno di alta temperatura di mescolazione per un tempo sufficientemente lungo perché se ne massimizzi l’efficienza. Lo studio attuale si focalizza sulla correlazione fra BRC e proprietà dell’HNBR, reticolata a perossido in presenza di TESPT, con assenza di degradazione termica da parte del polimero selezionato. Partendo da una formulazione a base HNBR, con idrogenazione 85% e contenuto di acrilonitrile 36%, si sono mantenuti costanti tutti i valori degli ingredienti (la silice è 40 phr) e si sono variati solo i contenuti di TESPT in ragione di 2, 4, 6, 8 e 10% in peso riferiti alla silice. Tutte le mescole sono state poi preparate con due diverse condizioni di mescolazione, ossia condizione normale (bassa temperatura e tempo corto) e condizione estrema (alta temperatura e tempo lungo). Una volta illustrata la parte sperimentale e di caratterizzazione del lavoro, si affronta la parte relativa ai risultati, con un’ampia ed accurata esposizione dei valori di contenuto di gomma legata, di comportamento in reticolazione, di comportamento reologico e di proprietà meccaniche. Il tutto è corroborato da figure, tabelle e grafici semplici e di facile lettura. Conclusione dello studio è che la presenza in mescola di TESPT provoca un fenomeno di ritardo nella reticolazione, particolarmente ovvio nelle mescole preparate in condizioni normali di mescolazione. I risultati del BRC e delle prove reologiche rivelano che il TESPT

fornisce un significativo miglioramento nell’interazione gomma-carica, posto che temperatura e tempo di mescolazione siano sufficientemente alti. Alla luce della più forte interazione gomma-carica e del più basso ritardo di reticolazione, la mescola HNBR preparata con la condizione estrema di mescolazione è superiore nelle proprietà di resistenza a trazione e dinamico-meccaniche rispetto a quelle preparate in condizioni normali.

Processi Rimozione di proteine da lattice e guanti di gomma naturale.

L. Fukuhara, K. Miyano, Y. Yamamoto, H. Ishii, Tokio, Japan, P. T. Nghia, Hanoi, Vietnam, M. Fukuda, S. Kawahara. Niigata, Japan - email: kawahara@mst.nagaokaut.ac.jp – KGK n.3/2015, pag. 24-29.

L

a rimozione delle proteine dalla gomma naturale è una delle tecnologie chiave per risolvere il serio problema dell’allergia al lattice ossia dell’ipersensibilità allergica (Tipo 1), che è mediata dalla immunoglobulina E, lgE. Negli ultimi 30 anni si sono sviluppate varie tecniche in merito: in questo studio si utilizzano la deproteinizzazione con urea e la lisciviazione con acqua calda per preparare gomma naturale a basso contenuto di proteine e senza proteine, dal momento che questi due tipi di gomma naturale possono potenzialmente soddisfare i requisiti della norma americana FDA “Raccomandazioni per l’etichettatura di prodotti medicali al fine di informare gli utilizzatori che il prodotto o la confezione del prodotto non sono fatti di lattice di gomma naturale”. La deproteinizzazione e la lisciviazione possono rendere utilizzabile la gomma naturale per forniture mediche, materiali sanitari e prodotti di largo consumo come guanti per chirurghi e dentisti, cateteri uretrali, palloncini medicali e tettarelle, guanti da cucina, spugnette cosmetiche e materassi, creando così o ripristinando varie applicazioni. La rimozione delle proteine si può attuare allo stadio di lattice, poiché le proteine si attaccano alla superficie delle particelle di gomma. Il trasferimento spontaneo delle proteine dalle particelle di gomma alla fase di siero può permettere


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ELASTICA di agire sul lattice con centrifugazione e separazione a membrana, dopo aver denaturato le proteine con enzima proteolitico o urea in presenza di SDS (Sodium Dodecyl Sulfate = sodio dodecil solfato). La lisciviazione con acqua calda è invece utile per lavare i manufatti in gomma naturale al fine di rimuovere le proteine della gomma naturale presenti sulla loro superficie. Di conseguenza la lisciviazione dovrebbe risolvere il problema dell’allergia al lattice, analogamente alla deproteinizzazione con urea. Quest’ultimo metodo risulta più efficace di quello con enzima proteolitico, riducendo il tempo di incubazione a 10 minuti (rispetto alle 24 ore dell’enzima), il contenuto di azoto e il contenuto di proteina estraibile. Ora si può avere gomma naturale senza proteine, con contenuto di azoto inferiore a 0,000 w/w% e contenuto di proteine estraibile inferiore a 0,0 μg/g-gomma dopo centrifugazione ripetuta tre volte. Questo studio cerca di ridurre il contenuto di proteina estraibile del manufatto in gomma naturale a livello paragonabile a quello della gomma naturale senza proteine ottenuta con lisciviazione. Le misurazioni dei contenuti di proteina estraibile ed azoto sono state effettuate col metodo Lowry modificato e col metodo Kjeldahl, dopo lisciviazione del prodotto a vari pH e temperature, mentre la morfologia è stata esaminata con FIB-SEM (Focused Ion Beam – Scanning Electron Microscopy = fascio ionico focalizzato – microscopia elettronica a scansione). Sono stati presi in esame un lattice di gomma naturale ad alto contenuto di ammoniaca e guanti commerciali in gomma naturale. Dopo la descrizione di campioni e reagenti si parla della purificazione della gomma naturale (durante la quale si varia il pH da 1 a 10 con temperatura di 40°, e la temperatura da 20 a 100°C con pH di 5,5) e delle misurazioni, per le quali si ricorre anche alla TEM (Transmission Electron Microscopy = microscopia elettronica a trasmissione). Si arriva quindi alla parte più corposa dello studio, che espone accurate e dettagliate considerazioni sull’influenza di pH e temperatura per la rimozione delle proteine dalla gomma naturale e, di conseguenza, sull’insorgere di allergie per chi indossa i guanti in esame. Conclusione dello studio è che serve una 14

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

centrifugazione, eseguita due volte, per preparare la gomma naturale senza proteine e che la nanomatrice dei componenti non gomma sparisce dopo la rimozione delle proteine, anche sulla superficie (20 μm di profondità dalla superficie) dei guanti in gomma naturale sottoposto a lisciviazione, benché la struttura si manifesti prima della rimozione stessa.

Nuovi materiali Preparazione, microstruttura e conduttività elettrica di nanocompositi di gomma naturale, rinforzata con nanotubi di carbonio ad elevata lunghezza.

C.Z.He, M. Tian, L. Liu, W.C. Wang, L.Q. Zhang,Y.L. Lu, State Key Laboratory of OrganicInorganic Composites, Beijing University of Chemical Technology, Beijing 100029, P.R. China - email: luyonglai@mail.buct.edu.cn – KGK n. 3-2015, pag. 44-47.

I

nanocompositi CNT/NR (nanotubi di carbonio/gomma naturale) si preparano soprattutto con miscelazione meccanica o in soluzione. In entrambi i casi la dispersione di nanotubi nella matrice gomma è buona, ma tutti e due i metodi danneggiano la struttura dei nanotubi, il primo per la forte azione di taglio, il secondo per i suoi trattamenti estremi (forte agitazione ultrasonica e meccanica ad alta velocità, acido concentrato). Di conseguenza i nanotubi risultano in gran parte distrutti e la preparazione di nanocompositi CNT/NR con buona dispersione ed elevata lunghezza dei nanotubi allo stesso tempo è veramente difficile. Questo studio mette a punto un processo per la preparazione di nanocompositi CNT/NR con nanotubi ad elevata lunghezza. I fasci di nanotubi sono trattati con metodi appositi e dispersi bene nella matrice acquosa con minore danneggiamento. In seguito i fasci si miscelano con lattice di gomma naturale e i film di compositi si completano col metodo a colata di lattice. La struttura dei nanotubi viene così conservata e trattata senza sforzo meccanico e senza metodi chimici estremi. I nanotubi di carbonio utilizzati sono fasci di lunghezza 50-100 μm e diametro 6-8 nm. Le microscopie SEM e TEM forniscono fotografie rispettivamente dei

fasci di nanotubi, in paragone a nanotubi convenzionali, e loro dispersione nella matrice gomma, e della lunghezza e dispersione dei fasci di nanotubi in compositi CNT/NR preparati con colata di lattice rispetto a quelli preparati con nanotubi convenzionali con miscelazione meccanica o colata. Due semplici grafici evidenziano come la lunghezza della maggior parte dei nanotubi nei film compositi, preparati col metodo a colata di lattice, sia nell’ordine di 1600-1800 nm, mentre nel caso della miscelazione meccanica sia limititata all’intervallo 600-800 nm. Un altro grafico illustra la differenza del modulo 300% e del carico di rottura tra i film ottenuti con i due metodi e con differenti carichi di CNT; a questo proposito è interessante notare come i valori, riferiti al metodo a colata di lattice, siano inferiori fino al carico di 3 phr di CNT, col quale i valori praticamente si equivalgono. Altri due grafici evidenziano: • i valori di resistività di volume, che diminuiscono al crescere del contenuto di CNT, ma con una situazione nettamente migliore per il metodo a colata di lattice a basso contenuto di CNT (0,47 wt%); • i valori di conducibilità termica, che aumentano fino al carico di 1 phr di CNT, per poi diminuire, sia pure non drammaticamente, fino al carico di 3 phr. Lo studio dimostra che, in nanocompositi nanotubi di carbonio/gomma naturale, la maggiore lunghezza dei nanotubi aumenta le proprietà meccaniche di circa il 130% col valore di carico di 3 phr. Inoltre i nanotubi migliorano molto la conducibilità elettrica e termica del composito con valori di carico, riferiti al metodo a colata di lattice, che vanno dalla soglia di 0,5 phr fino a 1 phr, valore al quale si ottiene il miglior bilanciamento delle due caratteristiche.

Processi Miglioramento della dispersione di zolfo, di derivazione petrolifera, in gomma naturale con l’utilizzo della tecnica di rivestimento con olio TDAE.

P. Pangamol, C. Sirisinha, Bangkok, Pongdhorn Sae-Oui, Pathumthani (Thailand) - email: chakrit.sir@mahidol.ac.th – KGK n. 3/2015, pag. 48-53.


Abbiamo letto per voi La gomma naturale viene vulcanizzata preferibilmente con zolfo, viste le migliori proprietà meccaniche della mescola e la facilità di intervenire nel processo con la modifica del sistema accelerante rispetto al perossido. Di solito lo zolfo usato per la gomma è di origine naturale e la maggior parte dei tipi sono oleati dal 5 al 10%, poiché l’olio migliora la disperdibilità e attenua i problemi della polvere e dell’accumulo di cariche elettrostatiche, che potrebbero causare un’esplosione durante il processo di mescolazione. Recentemente è stato introdotto sul mercato un nuovo tipo di zolfo ottenuto in raffineria petrolifera e definito zolfo di origine petrolifera (PS). Questo zolfo ha la stessa struttura chimica di uno zolfo rombico di origine naturale e può quindi essere utilizzato in gomma senza modificare le proprietà meccaniche e dinamiche dei vulcanizzati. Tuttavia, in assenza di un agente disperdente, lo zolfo da petrolio si disper-

de meno efficacemente di uno zolfo naturale. Questo studio si prefigge di migliorare la dispersione dello zolfo da petrolio in gomma naturale con l’aiuto di un olio di processo ecologico, il TDAE (Treated Distillate Aromatic Extract = estratto aromatico distillato e trattato). Il TDAE si è recentemente guadagnato molta attenzione da parte dell’industria della gomma, dal momento che sono state bandite le sostanze cancerogene conosciute come idrocarburi policiclici aromatici (PAH = Polycyclic Aromatic Hydrocarbon), soprattutto nel settore del pneumatico. Si è usata una formulazione a base di gomma naturale, con ossido di zinco, acido stearico, TBBS (N-tert-butyl.2benzothiazole sulfenamide) e zolfo con contenuto di olio TDAE 0,5-5-10-15 e 20% in peso. Le mescole ottenute sono state vulcanizzate con esame delle proprietà meccaniche e dinamiche e della densità di reticolazione. I valori rilevati sono stati riportati su grafici, che

evidenziano il comportamento dei cinque tipi di zolfo esaminati per quanto riguarda proprietà viscoelastiche, densità di reticolazione, durezza, carico e allungamento a rottura, accumulo di calore, modulo a stoccaggio e valore di smorzamento. Una fotografia dei vulcanizzati evidenzia l’ottima dispersione dello zolfo trattato col 20% in peso di TDAE: questa prestazione visiva anticipa i risultati di tutte le prove sopracitate, che sono migliori con questo carico di olio. Si può quindi concludere che lo zolfo da petrolio, classificato come un sottoprodotto del processo di raffinazione, insieme al TDAE come agente disperdente può avere un buon sviluppo nelle applicazioni gomma. È però opportuno precisare che tutto questo non costituisce una novità perché, almeno per quanto riguarda il mercato italiano, già negli anni ’70 la Bozzetto Industrie Chimiche di Pedrengo (Bergamo) vendeva vari tipi di zolfo di raffineria, tra cui due oleati in diversa percentuale.

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L’INTERVISTA

Il futuro è donna

di Riccardo Oldani

Non è così frequente trovare una donna in un importante ruolo di management nel settore della gomma, così come non è tanto comune che un italiano raggiunga un ruolo di vertice in un gruppo internazionale dell’importanza di Trinseo. Ci vuole raccontare un po’ di lei, delle sue esperienze formative e professionali e di come è approdata in Trinseo ed è divenuta global business director della divisione Synthetic Rubber? Sono molto entusiasta di ricoprire il ruolo di global business director dell’unità Synthetic Rubber di Trinseo. Prima di entrare in Trinseo, precedentemente chiamata Styron, ero product director di Dow Emulsion Polymers per l’Europa e l’America, all’interno di Dow Chemical. Ho iniziato la mia carriera in Dow Chemical nel 1997, a Milano: mi occupavo di ricerche di mercato per applicazioni di tipo non-legno nel ramo del latex. In seguito ho ricoperto diversi ruoli come account manager con responsabilità tecniche e commerciali nella divisione Liquid Separations (ora DW&PS) e sono stata responsabile commerciale per i derivati aromatici e il butadiene (Aromatics Derivatives and Butadiene) in Europa. Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria chimica presso il Politecnico di Milano ho iniziato la mia carriera in Agip Petroli (Raffineria di Sannazzaro) come ingegnere di processo. Credo che il master in gestione aziendale alla SDA Bocconi (executive MBA) mi abbia dato un certo vantaggio, grazie alle competenze e alla conoscenza 16

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

Francesca Reverberi, Global business director della divisione Synthetic Rubber del gruppo internazionale Trinseo.

Global business director dell’unità Synthetic Rubber di una grande azienda, come il gruppo internazionale Trinseo, Francesca Reverberi è l’esempio di una capace manager italiana che ha saputo farsi strada in un mondo, come quello della gomma, in cui la presenza femminile non è particolarmente diffusa. L’abbiamo intervistata per sapere di più sul suo lavoro, della sua società e dei nuovi prodotti che sta sviluppando. E per capire se in futuro il ruolo delle donne potrà crescere sempre di più nelle aziende di settore. La sua risposta e sì, senza dubbio. Tutti i team di leadership in cui c’è equilibrio tra uomini e donne funzionano meglio e danno più risultati. E per chi vuole fare carriera nel settore il primo consiglio è di uscire dalla propria “comfort zone” per sfidarsi in campi meno conosciuti e accrescere il proprio bagaglio di esperienze e conoscenze


Francesca Reverberi delle attività aziendali, che mi hanno permesso di spostarmi su posizioni più orientate al business che a ruoli puramente tecnici. Partivo da una formazione prevalentemente tecnica e studiare per il master in gestione aziendale mi ha costretta a uscire dalla mia “comfort zone” e confrontarmi con temi diversi come business management, profittabilità, strategia, gestione di persone, affrontando i problemi che si presentavano, applicando le tecniche di gestione più moderne e mettendo costantemente alla prova me stessa, le mie abitudini e le mie capacità.

Uscire dalla propria “comfort zone” e vivere in una cultura diversa da quella italiana, in un altro paese, non soltanto apre gli occhi a problematiche diverse, ma apre anche la mente a nuove idee. Vivere, lavorare o studiare all’estero è un’esperienza costruttiva, dalla quale trarre benefici per il resto della vita, aggiungendo una nuova dimensione alla propria visione del mondo

Ci racconta delle sue mansioni e del suo lavoro? Di che cosa si occupa esattamente e quali sono le sue responsabilità? Nel mio ruolo attuale controllo il Synthetic Rubber Business, con piena responsabilità sul bilancio, dirigendo l’intero gruppo nella gestione delle attività commerciali e tecniche, della configurazione degli asset, della supply-chain, della pipeline di ricerca e sviluppo, senza dimenticare lo sviluppo e l’implementazione della strategia del business della gomma sintetica.

Perché, secondo lei, sono così poche le donne che ricoprono ruoli dirigenziali nel settore della gomma, in Italia e all’estero? Anche se c’è ancora molta strada da fare, credo che l’ambiente stia cambiando in meglio e che più donne avranno accesso ai ruoli dirigenziali. È dimostrato che le aziende con team di leadership più equilibrati in termini di genere hanno più successo e vediamo sempre più organizzazioni seguire questa tendenza. Anche se l’ambiente sta diventando più equilibrato, le donne devono sostenersi a vicenda in questa evoluzione. Personalmente, in Trinseo seguo come coach alcune persone, tra cui alcune donne, per aiutarle nella loro carriera, stimolando le condizioni adatte all’inclusione e alla “diversity” nell’ambiente aziendale. Inoltre abbiamo recentemente creato una rete interna dedicata alle donne che lavorano e orientata alla promozione di forti valori di leadership ed aiutantole ad avere successo nonostante debbano svogere doppi ruoli tra casa e lavoro.

Quali consigli darebbe a una giovane donna italiana che intenda cercare di costruire la propria carriera fuori dai confini del nostro paese? Ritiene che possa trovare più opportunità all’estero, rispetto all’Italia?

E quali sono gli ostacoli maggiori a cui si dovrà preparare? Il primo consiglio è quello di scegliere di lavorare per un’azienda di ampie vedute, con valori basati sull’innovazione, sviluppo, diversità fra i dipendenti, crescita e rispetto per l’ambiente. Ho sempre scelto aziende che facilitano la comunicazione con i dipendenti, incoraggiandoli a suggerire le loro idee per migliorare la società indipendentemente dal fatto che siano uomini o donne. In Trinseo, in particolare, offriamo ai dipendenti molte opportunità di sviluppo e di crescita. Abbiamo un responsabile della gestione dei talenti che si occupa della supervisione di tutti i processi di apprendimento e di sviluppo interni, o esterni, promuovendo le persone in base a meriti e risultati. Consiglierei anche di avere una grande forza di volontà, un forte entusiasmo e tanta passione per ciò che si fa, anche se questo comporta determinati sacrifici, senza però perdere il rispetto per sé e per i colleghi. Inoltre, bisogna cercare di gestire l’equilibrio tra lavoro e vita privata, facendo delle scelte consapevoli in merito a quali opportunità perseguire e quali tralasciare. Consiglierei di compiere queste scelte coinvolgendo i propri cari. Se si decide di ricoprire un ruolo di alto livello, è importante tenere presente che serve un certo impegno e sicuramente l’appoggio della propria famiglia. Coloro che riescono in tutto ciò, diventano dei leader completi, che non solo hanno successo ma sono anche felici di ciò che fanno. Infine consiglierei di continuare a studiare e di approfittare delle opportunità all’estero ogni volta che se ne ha l’occasione. Uscire dalla “comfort zone” e vivere in una cultura diversa dalla nostra italiana, in un altro paese, non solo apre gli occhi a problematiche diverse, ma apre anche la mente a nuove idee. Vivere, lavorare o studiare all’estero è un’esperienza costruttiva, dalla quale trarre benefici per il resto della vita, aggiungendo una nuova dimensione alla propria visione del mondo, acquisendo una miglior comprensione delle esigenze aziendali e una consapevolezza più acuta delle nuove teorie e degli sviluppi che potrebbero portare vantaggi all’azienda. Al recente DKT di Norimberga Trinseo ha ottenuto il DKG Product Award per la sua nuova gomma allo stirene butadiene in soluzione olio-estesa (S-SBR). Quali sono le principali caratteristiche e applicazioni di questo prodotto? Siamo molto orgogliosi della nostra S-SBR (gomma allo stirene butadiene) in soluzione olio-estesa e del fatto che sia stata riconosciuta come uno sviluppo eccezionale nel campo degli elastomeri, per migliorare la sostenibilità degli pneumatici. Questi polimeri sono caratterizzati da una tecnologia di funzionalizzazione brevettata che consente ai produttori di pneumatici di controllare il cosiddetto “triangolo magico” delle proprietà della gomma sintetica, ottenendo un efficace equilibrio tra resistenza al rotolamento, aderenza sul bagnato e resistenza all’abrasione, per realizzare L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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L’INTERVISTA

Lo stabilimento di produzione della divisione Synthetic Rubber di Trinseo a Schkopau, in Germania. Il sito ha ottenuto una certificazione combinata ISO 14001 e ISO 50001.

pneumatici conformi ai rigorosi requisiti europei (Tire Labeling) e in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori. Le eccezionali proprietà dell’S-SBR derivano dalla tecnologia di funzionalizzazione/modifica della struttura concatenata del polimero, che migliora l’interazione dei polimeri stessi con i filler a base di silicio e carbon black. La tecnologia di funzionalizzazione della gomma sviluppata da Trinseo limita la perdita di energia dovuta all’isteresi e migliora la distribuzione del filler nella gomma, diminuendo l’accumulo di calore e la resistenza al rotolamento degli stessi pneumatici. Inoltre, il nostro processo di lavorazione brevettato offre un controllo migliore sul processo di modifica, consentendo di realizzare prodotti su misura per la nostra diversificata clientela e soddisfare tutte le esigenze specifiche. Questa proprietà di adattamento delle formulazioni permette ai nostri tecnici di lavorare a stretto contatto con i clienti, aiutandoli a soddisfare le lore richieste ed ad ottenere i risultati desiderati. Al tempo stesso riusciamo ad anticipare le loro esigenze e proponiamo soluzioni innovative nel mercato. Abbiamo diverse collaborazioni di sviluppo congiunte con i principali produttori di pneumatici. Più di 2/3 dei nostri prodotti in gomma sintetica sono destinati ad applicazioni legate agli pneumatici: un settore in cui la sicurezza, la sostenibilità e la mobilità sono tendenze fondamentali, dove nei prossimi anni avremo ancora più leggi e regolamenti da rispettare. La nostra sfida è garantire un supporto costante ai clienti nei loro sforzi per il miglioramento degli pneumatici. Nel farlo perseguiamo due obiettivi: continuare a proporre materiali di nuova generazione che offrono ulteriori vantaggi, garantendo allo stesso tempo una fornitura stabile, adeguata alle esigenze di crescita del cliente, attraverso una capacità produttiva affidabile. Come è strutturata Trinseo per la ricerca e lo sviluppo di nuove mescole e nuove soluzioni, come quella premiata al DKT? Avete un centro di ricerca? 18

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

Come è attrezzato e quanti addetti vi lavorano? I miei collaboratori che si occupano degli aspetti tecnici, commerciali e di marketing lavorano a stretto contatto con i clienti, affinché la ricerca e l’innovazione siano stimolate dagli elementi effettivamente necessari, sul mercato. All’interno del team, i nostri tecnici sono molto esperti nel settore della gomma e nelle applicazioni per gli pneumatici; molti di loro hanno oltre 20 anni di esperienza e hanno stabilito rapporti consolidati con i clienti, spesso pluriennali e anche decennali. Presso il nostro centro globale di ricerca e sviluppo, a Schkopau, abbiamo un team totalmente dedicato all’innovazione, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie che verranno lanciati quest’anno e negli anni futuri. Ci può dire qualcosa dei vostri siti produttivi e della vostra attenzione agli aspetti ambientali? Il nostro sito produttivo è situato strategicamente a Schkopau (in Germania), la culla dell’industria della gomma, dove abbiamo anche le strutture di ricerca e sviluppo. Continuando a intensificare, in questa sede, il nostro impegno nello sviluppo e nella produzione, possiamo contare su collaboratori esperti già presenti in loco e ridurre i costi complessivi delle infrastrutture. Per quanto riguarda le politiche ambientali, i nostri obiettivi e sforzi principali prevedono di eliminare gli infortuni e le malattie professionali, evitare gli impatti ambientali negativi, ridurre e prevenire i rifiuti e le emissioni, promuovere la tutela delle risorse in ogni fase del ciclo di vita dei prodotti. Ci impegniamo a rispettare le leggi e i regolamenti che disciplinano la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza (EHS) e sosteniamo le relative politiche e norme interne che sono alla base dei nostri valori fondamentali, uno dei quali è essere un’azienda Responsible Care® (marchio registrato dell’American Chemistry Council negli Stati Uniti). Adottiamo in misura adeguata risorse,


Francesca Reverberi

Un’altra veduta del sito produttivo di Schkopau in cui Trinseo ha allestito un centro globale di ricerca e sviluppo con un team interamente dedicato all’innovazione di prodotto.

formazione, norme e procedure per aderire a questa politica. Ogni dipendente e collaboratore di Trinseo è responsabile del rispetto di tale politica e dei suoi principi. In particolare, per la nostra sede di Schkopau abbiamo ottenuto una ricertificazione combinata ISO 14001 e ISO 50001 (la certificazione ISO 50001 era stata ottenuta inizialmente a giugno 2012). Durante la procedura di valutazione per la ricertificazione è stata valutata e approvata l’efficacia del sistema di gestione ambientale ed energetica (Environmental and Energy Management System, EnMS). All’inizio del 2015 avete anche cambiato nome, da Styron a Trinseo. Quali sono stati i motivi di questa scelta? E che cosa ha comportato il cambio di nome, nella percezione della clientela? Nel 2014 abbiamo strategicamente deciso di cambiare il nome dell’azienda da Styron a Trinseo per comunicare meglio il nostro orientamento e il nostro ruolo nel settore. Il nuovo nome trasmette meglio il concetto per cui la nostra azienda è leader in una gamma diversificata di attività, prodotti e tecnologie che vanno ben oltre gli stirenici. Trinseo deriva da “intrinseco”, ovvero qualcosa di essenziale e innato. Riflette il concetto secondo cui i materiali di Trinseo sono “intrinsechi” alla funzionalità dei prodotti dei nostri clienti: proponiamo prodotti e tecnologie che contribuiscono al miglior funzionamento dei prodotti dei clienti. Il cambiamento di nome è stato accolto positivamente dai clienti: sanno che in fondo siamo sempre la stessa azienda. La missione, la strategia, i valori e l’impegno nei confronti dei clienti, dei fornitori e dei dipendenti rimangono invariati. Avete in programma delle novità per quanto riguarda i prodotti per il settore degli pneumatici o degli articoli tecnici in gomma? Vuole darci qualche indicazione sulle linee di sviluppo che state seguendo per i vostri nuovi prodotti?

Trinseo investe continuamente nell’innovazione e in prodotti leader del mercato per affrontare le impegnative sfide che il settore della gomma e quello degli pneumatici devono fronteggiare: aggiungere ai pneumatici determinate proprietà prestazionali senza compromettere le altre. Ad esempio, all’inizio del 2016 lanceremo un nuovo polimero di polibutadiene basato sul catalizzatore al neodimio, (Nd-BR), che sarà complementare all’S-SBR nel nostro portafoglio di prodotti. Mentre l’S-SBR si utilizza esclusivamente in applicazioni che riguardano i pneumatici (ad esempio, per il battistrada), l’Nd-BR è un componente miscelabile all’S-SBR per pneumatici destinati a prestazioni superiori, oppure si può usare in altre applicazioni. A partire dall’Nd-BR, Trinseo approfondirà altre aree del settore, ampliando l’offerta di prodotti per fornire non solo un maggior numero di componenti per pneumatici (ad esempio, espandendosi dai battistrada ad altre parti) ma anche per ulteriori tipi di pneumatici (ad esempio, per truck). Questa espansione ci permetterà inoltre di estendere l’esposizione dell’azienda su diversi mercati: la nostra offerta al momento si concentra prevalentemente sui pneumatici ad alte prestazioni, principalmente per auto,massimizando le proprieta’ della nostra SSBR funzionalizzata. L’Nd-BR ci offre la possibilità di commercializzare i nostri prodotti su altri mercati. Ad esempio, l’Nd-BR è un ottimo candidato per le applicazioni nel settore delle palline da golf, dove una proprieta’ essenziale e’ l’elasticità. Per quanto riguarda l’S-SBR, stiamo anche collaborando strettamente con i clienti per lanciare le prossime generazioni del prodotto. I continui investimenti di Trinseo nell’innovazione e in prodotti leader del mercato permettono di affrontare le emozionanti sfide che il settore della gomma si trova a fronteggiare. Innovazione, collaborazione ed eccellenza sono alcuni dei i nostri valori fondamentali per concepire e realizzare soluzioni in grado di supportare una crescita superiore alle aspettative.  L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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IL GUASTO NON E’ UNA SCELTA.

Produrre componenti per sottocofano resistenti a 175°C. Flessibilità, resistenza al calore sono le caratteristiche che l’elastomero termoplastico Zeotherm® sopporta in contatto con fluidi aggressivi e nell’intervallo di temperature da -40˚C a 175˚C. Se vuoi saperne di più sulla produzione di componenti che raggiungono alte prestazioni, contattaci su www.zeotherm.com o chiama il n. 02.67141707.

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Focus

Materie mondoprime. delle mescole: INCHIESTA Il Le nostre domande 1

La maggior parte degli analisti economici sono concordi nell’affermare che la crisi è superata e che l’Italia ha imboccato un percorso di ripresa, seppur lento. Qual è la vostra percezione? Riscontrate una ripresa della domanda interna, attraverso nuove commesse e un nuovo dinamismo in Italia? Oppure è sempre l’export a indirizzare il mercato?

2.

Una delle tendenze che ci sembra di cogliere sul mercato è la richiesta sempre maggiore di gomme con prestazioni particolari, per esempio quelle cosiddette “antifiamma” o per il contatto con acqua e alimenti o ancora mescole “green” per pneumatici o altre applicazioni. Vi state muovendo anche voi in questa direzione e avete inserito nuovi prodotti o soluzioni di questo tipo per la vostra clientela?

Ricerca, qualità, prezzo: mercato, trend, novità che cosa muove il mercato

Il mondo dei compounder è uno tra i più dinamici nel settore della gomma ed è tra quelli con una più immediata percezione dell’orientamento del mercato. Ecco i pareri dei principali protagonisti del mercato italiano riguardo all’andamento del 2015 e al ruolo dell’innovazione tecnologica nell’orientare le tendenze

3.

Quale ruolo gioca l’innovazione, nelle formulazioni e nelle tecnologie, nel settore del compounding? Voi con la vostra azienda come siete attrezzati per “fare innovazione”?

4.

Un’altra domanda sul tema dell’innovazione e sulla ricerca & sviluppo in particolare. Recenti indagini, condotte in altri settori, come quello dell’automazione e della meccatronica, dimostrano che le aziende italiane sono molto brave a fare ricerca e sviluppo, soprattutto quando riescono a fare “sistema”, cioè a intrecciare rapporti positivi con istituzioni, centri di ricerca, università e anche altre aziende della filiera, a monte e a valle. Ultimamente sembra di riscontrare qualche segnale di questo genere anche nel settore della gomma, attraverso alleanze tra aziende che coprono ambiti diversi della produzione e un crescente dinamismo di università, come quella di Brescia o di Milano-Bicocca. Riscontrate anche voi segnali di questo tipo? E in qualche modo partecipate a collaborazioni o “alleanze” per fare sistema e unire le forze con altri protagonisti del settore? L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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FOCUS

«La collaborazione con i clienti è fondamentale per trovare

nuove soluzioni, sia nel prodotto finito sia nelle applicazioni produttive

»

Center Gomma Gabriele Baioni

Titolare - Quality and Production Manager

1.

Probabilmente le riforme fatte, specialmente nell’ambito del lavoro, stanno dando più stabilità e certezza alle aziende. Ci sono dei settori in cui la concorrenza dall’estero è sempre più presente, però nei vari campi applicativi delle nostre mescole stiamo vedendo un aumento della domanda interna, anche se in percentuali ancora basse. Nell’export lo stesso incremento lo vediamo in Europa, mentre per i paesi cosiddetti emergenti esiste un certo rallentamento, causa anche la svalutazione delle monete locali.

2.

Un’azienda deve creare sempre sviluppo e novità. È fondamentale la collaborazione con i clienti per eventuali nuove soluzioni, sia nel prodotto finito sia nelle applicazioni strettamente produttive all’interno delle loro aziende. Per fare un esempio, uno tra i più recenti, abbiamo ultimamente sviluppato una mescola IPA-free da destinare a quei settori che sono particolarmente sensibili a questa tematica e il cui sviluppo è avvenuto in totale simbiosi con le aziende di tale settore.

3.

La crisi porta a tagliare sempre di più i costi nelle aziende. L’innovazione è la necessità di trovare una maggiore efficienza e qualità nell’ambito produttivo, investendo in nuovi macchinari ed “inventando” continuamente nuove soluzioni tecnologiche e più performanti.

4.

Vediamo che da tempo ci vengono chieste mescole, almeno su certi settori, per prodotti sviluppati in collaborazione tra i nostri stessi clienti ed enti di ricerca come le università. Siamo sempre convinti che innovazione e sviluppo siano basate su collaborazioni e alleanze tra più soggetti e anche noi siamo contenti di farne parte

La scheda aziendale CENTER GOMMA Srl Sede: Jesi (AN) Che quantità di mescola producete in un anno? In media 8000 t Quali tipologie di mescole producete? NR Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Costruzioni/Edilizia, Tubi/ Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, placche intere o pretagliate, foglia, rotolo, bobina, granulata In quali colori? Nero e bianco Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 200/300 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? 4 linee produttive Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 40% 

«

Da anni siamo impegnati in iniziative che vedono coinvolte altre aziende della filiera, istituti di ricerca e università

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Co.Me.T Emanuele Goffi Direttore Vendite

1. COMET è in crescita dal 2010. Il 2014 ha rappresentato il nostro record storico e il 2015 si sta dimostrando all’altezza delle aspettative. È principalmente l’export a trainare il mercato e, parlando del comparto del Sebino, l’indotto tedesco. L’Italia non è ancora costante. Possiamo affermare che è in timida ripresa, talvolta “rinvigorita” da qualche nuova commessa destinata al mercato nazionale, ma nel 90% dei casi il prodotto finito viene esportato.

2.

Citando le antifiamma, COMET da almeno 5 anni ha reso disponibili mescole EPDM zolfo, sia per iniezione sia per estrusione, già certificate secondo le principali normative europee. Abbiamo invece accantonato l’attività di ricerca relativa a rigenerati, polverini e simili, poiché il bilancio energetico (e quindi le reali possibilità di risparmio per i clienti) si è rivelato totalmente sfavorevole. 3. L’innovazione tecnologica e impiantistica è un must, quantomeno se, come nel caso di COMET, un’impresa vuole rimanere competitiva e avere quella marcia in più rispetto alla concorrenza, mirando a distinguersi sul mercato. Parlando di formulazioni, siamo ugualmente “innovativi” nel senso che la R&D è incessantemente all’opera per la sperimentazione di nuovi prodotti e la messa a punto di mescole, in grado di coprire determinate performance quando esse non risultassero coperte dalla gamma già esistente. In tal caso, stimolati dalle RFQ della clientela, ci si adopera al meglio per lo sviluppo di compounds che possano corrispondere ai requisiti specifici.


Inchiesta mescole 4.

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COMET da anni partecipa a iniziative che vedono coinvolte altre aziende della filiera, istituti di ricerca e università. Ogni progetto cui la l’azienda ha partecipato negli ultimi anni essendo caratterizzato da peculiarità differenti ha richiesto da parte della Comet un approccio diversificato e multidisciplinare. Questi progetti hanno sicuramente arricchito le competenze tecniche ed organizzative ed hanno consentito di fortificare le partnership fra le aziende coinvolte.

Pur essendo basati in Svizzera avvertiamo un forte fermento sul mercato italiano, e i nostri clienti nella Penisola mostrano grande ottimismo per il futuro

La scheda aziendale

Amministratore Delegato

CO.ME.T. Srl Sedi: Adrara San Martino (BG)Che quantità di mescola producete in un anno? 20.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, CR, EPDM, NR, SBR, IIR, CLIIR, BRIIR, AEM Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/ Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale, Movimentazione rifiuti, Tunnelling ed Energie rinnovabili In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Bobina, Profilo sagomato estruso In quali colori? Nero Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 150 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? 4 linee produttive Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 15/20% 

»

Compounds AG Andreas Spittel 1.

Siamo un’azienda svizzera e per noi è un po’ difficile rispondere, tuttavia notiamo un forte fermento nel mercato italiano. I nostri clienti guardano con ottimismo al futuro. Se sia l’export a guidare il mercato, non abbiamo sufficienti elementi per poterlo dire apertamente. Auspichiamo la ripresa della domanda interna nel mercato italiano, che potrebbe rappresentare anche per noi un’opportunità per creare nuove sinergie.

2.

Già da alcuni anni disponiamo di un’ampia gamma di prodotti certificati per contatto con acqua potabile e antifiamma. In occasione della fiera DKT a Norimberga abbiamo presentato una nuova generazione di mescole antifiamma con eccellenti caratteristiche meccaniche. Per quanto riguarda le mescole per il contatto con acqua potabile, da numerosi anni siamo uno dei maggiori produttori in Europa. Le nostre mescole sono certificate e soddisfano i requisiti delle più importanti normative Europee in materia. Inoltre stiamo collaborando attivamente nel gruppo di lavoro Wdk (Wirtschaftsverband Deutscher Kautschukindustrie) relativamente ai lavori per la redazione della nuova normativa tedesca.

3.

La nostra azienda ha sede amministrativa e operativa in Svizzera, pertanto l’innovazione è per noi di vitale importanza per poterci distinguere nel mercato. Attraverso l’innovazione riusciamo a essere per i nostri clienti un partner fidato ed insieme a creare valore aggiunto. Il nostro dipartimento interno di R&D è uno dei nostri punti di forza, ed è costituito da elementi estremamente preparati nel settore di competenza specifico. Numerosi sono i progetti di ricerca e sviluppo in corso che ci vedono in prima linea con i nostri clienti per importanti applicazioni e prodotti. Un buon esempio è costituito dal lavoro effettuato sulle mescole antifiamma. La nuova generazione di prodotti è certificata secondo la EN 45545-2, ha eccellenti proprietà di autoestinguenza e interessanti caratteristiche meccaniche, con un valore di carico a rottura maggiore ad 8 MPa. Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto a seguito delle crescenti richieste provenienti dal settore ferroviario.

4.

È fondamentale avviare collaborazioni e alleanze per fare sistema e unire le forze con gli altri protagonisti del settore, con lo scopo di raggiungere più velocemente gli obiettivi prefissati. Attualmente il nostro lavoro di ricerca e sviluppo è principalmente basato sulla collaborazione con i nostri

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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FOCUS clienti. Lavoriamo anche insieme con alcuni istituti di ricerca basati in Svizzera, tuttavia abbiamo ottimi rapporti anche con gli istituti di ricerca italiani. E siamo ovviamente aperti a collaborazioni future. È nostra filosofia aziendale cercare di avere sempre un approccio pionieristico nel mercato, essere in grado di sviluppare prodotti innovativi che consentano di lanciare nuove sfide al mercato ed essere uno stimolo per un rinnovamento continuo.

Collaborianmo con i nostri clienti per fornire mecole idonee ai nuovi capitolati e personalizzate su richieste particolari

La scheda aziendale

Amministratore delegato e Direttore generale

COMPOUNDS AG Sede: Pfäffikon - Svizzera Che quantità di mescola producete in un anno? 5.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, ECO, NBR, HNBR, CR, EPDM, NR, Altro Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/ Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale, Altri In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Profilo sagomato estruso, Corda In quali colori? Tutti i colori secondo la richiesta del cliente Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Il quantitativo minimo per le mescole nere varia tra 100 e 130 kg, per quelle colorate tra 80 e 90 kg. Quante linee di mescolazione avete in funzione? 2, una per le mescole nere una per quelle colorate Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 70%

«

»

Der-Gom Giorgio Bolis

1.

Negli ultimi mesi abbiamo rilevato una domanda più costante e maggiori richieste di offerte per nuove commesse. Riteniamo che si possa essere cautamente ottimisti per la seconda parte dell’anno e per il prossimo.

2.

Effettivamente il mercato degli articoli in gomma si orienta sempre più su prodotti specializzati e c’è un’attenzione sempre maggiore ad applicare capitolati specifici per ogni applicazione. Noi da tempo collaboriamo attivamente con i nostri maggiori clienti per fornire mescole idonee ai nuovi capitolati e personalizzate su peculiari richieste.

3.

La nostra azienda, pur nelle sue piccole dimensioni, è sempre attenta alle nuove tendenze e richieste del mercato. Cerchiamo di essere sempre aggiornati su nuove materie prime disponibili e sulle novità del settore macchine ed impianti. Infine, abbiamo da circa un anno assunto due nuovi giovani collaboratori molto motivati ed attivi nell’esplorare le “nuove frontiere” della tecnologia della gomma.

4.

Da sempre Der-Gom crede che “fare sistema” sia un grande motore per lo sviluppo e l’ottimizazione delle risorse e delle conoscenze. Abbiamo ottimi rapporti di collaborazione con clienti, fornitori e operatori del settore, per fornire un servizio di qualità ai nostri clienti. Più difficile è interagire con gli enti istituzionali e con il sistema accademico, anche a causa della nostra limitata dimensione che non ci permette di gestire progetti di ampi respiro che più si confanno a rapporti organici con laboratori universitari.

La scheda aziendale DER-GOM Sede: Garbagnate Monastero (LC) Che quantità di mescola producete in un anno? Circa 4.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, IIR, BIIR, CIIR, EVA, CPE, CSM, AEM. Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale, Calzaturiero.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015


Inchiesta mescole In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Bobina, Profilo sagomato estruso In quali colori? Qualsiasi colore a richiesta. Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 150 Kg. Quantitativi inferiori da valutare. Quante linee di mescolazione avete in funzione? Una. La seconda è in allestimento. Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Circa il 10% 

2.

«Il nostro settore, quello delle mescole in fluorelastomero, è

influenzato dall’andamento dell’industria automotive e, in particolare, dal mercato tedesco

Elastomers Union Armando Pagani

Europa fortemente sviluppata e presente in Germania poiché le caratteristiche chimico-fisiche del materiale ben si prestano a soddisfare le elevate prestazioni richieste da questo settore. Se i clienti diretti dell’azienda – gli “stampatori” - sono in larga parte italiani, quelli posti alla fine della filiera sono però collocati Oltralpe. A conti fatti, dunque, per l’azienda la ripresa, più che scaturire da un nuovo dinamismo interno, sembra sempre per lo più influenzata e indirizzata dalla domanda proveniente dal forte mercato tedesco, nel quale le grandi case automobilistiche, fortunatamente, si affidano all’esperienza e alla qualità dell’altamente competente settore italiano del compounding per lo sviluppo dei loro progetti.

»

Direttore commerciale

1.

Il settore nel quale opera Elastomers Union, ossia quello delle mescole in fluoroelastomero, è largamente influenzato dall’andamento dell’industria automotive - in

dic-mezzpg-210x140_def_TR 17-06-2013 12:40 Pagina 1

Come già spiegato, i fluoroelastomeri, materiale di produzione di Elastomers Union, vengono applicati in larga misura nel settore automotive. In questo ambito le richieste sono essenzialmente rivolte a materiali con sempre migliori performance in condizioni edambienti particolarmente aggressivi. La nostra politica è sempre rivolta alla ricerca di nuovi materiali e formulazioni che possano soddisfare anche i capitolati più critici: la preparazione di nuovi compound costituisce un’attività continua e collegata con il design di nuovi prodotti in grado di soddisfare le esigenze specifiche del Cliente.

3.

L’innovazione sia nelle formulazioni che nelle tecnologie C M Y CM MY CY CMY K è di fondamentale importanza per poter soddisfare le

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

25


FOCUS richieste di mercato, soprattutto per quanto riguarda i materiali definiti “specialties” come i fluoroelastomeri. Elastomers Union Srl, sul fronte delle materie prime, ha av viato da molti anni un’intensa attività di collaborazione con i propri fornitori, volta a una costante implementazione delle caratteristiche e della qualità degli ingredienti fondamentali. La ricerca e lo sviluppo sono inoltre particolarmente sostenuti con lo studio di nuove formulazioni e l’impiego di nuovi materiali, insieme alla ricerca dei fenomeni chimico-fisici che regolano le caratteristiche dei compound. Tutta l’attività è supportata da continue collaborazioni con università ed enti di ricerca. La ricerca coinvolge, inoltre, anche la tecnologia di produzione, con lo studio di nuove e migliori tecniche di mescolazione in grado di garantire un ulteriore incremento di prestazioni e qualità delle mescole.

4.

Da tempo l’azienda è particolarmente sensibile e interessata alla ricerca e sviluppo e ha all’attivo anni di collaborazione con università ed enti di ricerca, oltre che con i suoi fornitori e altre aziende nazionali ed internazionali operanti nel medesimo settore. Questa costante attività ha notevolmente arricchito la competenza dell’azienda, il che le permette di mettere a disposizione dei clienti una vera e propria assistenza sul campo: infatti, grazie alle competenze e all’esperienza che coprono praticamente l’intera filiera, Elastomers Union è in grado di offrire un vero e proprio tailoring della mescola, in funzione della tecnologia del processo di stampaggio e delle caratteristiche prestazionali del prodotto finito desiderate.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

La scheda aziendale ELASTOMERS UNION SRL Sede: Via Marconi 71 - 40122 Bologna Sede operativa: Via della Concia 3A - 40023 Loc. Poggio Piccolo - Castel Guelfo (Bo) Che quantità di mescola producete in un anno? Circa 500 t Quali tipologie di mescole producete? FKM, Fluorosiliconica. Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Tubi/Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Industria alimentare, Petrolchimica, Aerospaziale, Nautica, Aeronautica. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Bobina, Rotolo. In quali colori? Qualsiasi tranne che trasparente Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Praticamente qualsiasi. Quante linee di mescolazione avete in funzione? Due Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Circa il 20% 


Inchiesta mescole

«

Stiamo attualmente studiando la possibilità di fare rete con altre aziende che producono materiali per completare la nostra gamma di produzione

»

Evercompounds Gruppo Cm Manzoni Massimo Mosconi CEO

1.

Al momento non stiamo assistendo a nessun tipo di ripresa interna. Anzi, stiamo purtroppo vedendo che alcuni nostri clienti, anche di significativa rilevanza, stanno attraversando un periodo di serie e consistenti difficoltà finanziarie. Stiamo quindi focalizzando il nostro lavoro sempre più sui mercati esteri, per compensare la diminuzione delle richieste di prodotto in Italia.

2.

Assolutamente sì, queste mescole sono sempre più richieste. Per esempio siamo già operativi sia in termini di ricerca e sviluppo che in termini di inserimento di nuovi prodotti all’interno della nostra gamma. Al momento siamo quindi in grado di offrire ai nostri clienti ricette e soluzioni specifiche per mescole “antifiamma”, mescole adatte al contatto con acqua e alimenti (alcune per esempio sono specificamente antimicrobiche e anti-muffa) e mescole “green” per pneumatici.

3.

L’innovazione è assolutamente una parte fondamentale e un must prioritario per ogni impresa, e naturalmente quindi anche nel nostro settore. Anche per noi, dunque, l’innovazione nelle ricette e nelle tecnologie è uno dei principali motori alla base dell’intera strategia e delle modalità di sviluppo che prevediamo di perseguire nei prossimi anni.

4.

La strategia del creare “sistemi” virtuosi fra vari attori che si muovono in uno stesso ambito (o che si vengono comunque a incrociare all’interno di un settore per motivi diversi) è sicuramente un approccio da sviluppare anche nel settore della gomma, perché già da qualche tempo si è dimostrato un supporto molto efficace per la ricerca e lo sviluppo di tutte le entità che riescono ad implementare collaborazioni valide e concrete. Noi stiamo attualmente studiando la possibilità di “fare rete” con altre aziende che producono materiali che andrebbero a completare la nostra gamma di produzione. Alcune collaborazioni sono già in fase di avviamento, e questo tipo di approccio ci permetterà di creare alleanze efficaci e non invasive con aziende con cui potremo creare, grazie alla complementarietà della loro offerta con la nostra, dei binomi mirati allo sviluppo e alla crescita di entrambi i partner. Per quanto concerne il ruolo delle università, al momento purtroppo non vediamo ancora segnali di una volontà realmente costruttiva per avviare collaborazioni nell’ambito

della ricerca e dello sviluppo nel nostro settore. Speriamo che sarà possibile creare questo tipo di reti virtuose anche con le università in un futuro prossimo.

La scheda aziendale EVERCOMPOUNDS SPA Sede: Fusignano (RA) Che quantità di mescola producete in un anno? Dato non disponibile Quali tipologie di mescole producete? ACM , NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, FKM, Siliconica, Fluorosiliconica, Altro Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia Tubi/Collettori/ Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale, Altri. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Bobina, Rotolo, Granulata. In quali colori? Tutti i colori possibili Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 50 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? Cinque Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 25% 

«

I produttori italiani di articoli in gomma si concentrano sempre di più su materiali di alta qualità ed elevate prestazioni

Kraiburg Ciro D’Auria

»

Direttore vendite Italia

1.

In effetti, notiamo una costante ripresa della congiuntura italiana, percepita per lo più nelle aziende che esportano i loro prodotti. Per il mercato nazionale invece la ripresa sembra più lenta. Si riesce a constatare chiaramente che i produttori italiani di articoli in gomma focalizzano sempre più su materiali di alta qualità e prestazione. Essendo la Kraiburg specializzata nella fornitura di mescole ad alta richiesta fisicomeccanica per impegni estremi questo si traduce in un incremento di richieste in questa direzione.

2.

Non ci resta altro che confermare questo trend. Per sostenere ancora più i nostri partner in Italia abbiamo sviluppato una nuova serie di mescole per il contatto con acqua e alimenti che non solo sono in regola con le attuali normative internazionali, ma hanno anche il pregio di una migliore lavorabilità e riduzione degli scarti. La nostra clientela apprezza soprattutto il risparmio di costi ottenuto attraverso queste mescole otti-

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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FOCUS mondiale. Oltre alle aree di ricerca di base, Kraiburg gestisce una serie di partnership di sviluppo in diretto contatto con alcuni produttori di componenti originali (OEM). Negli ultimi anni, in collaborazione con rinomate aziende tecnologiche italiane sono stati ottimizzati processi e realizzati prodotti innovativi con esito molto soddisfacente per i partner ed i loro clienti.

La scheda aziendale GUMMIWERK KRAIBURG GMBH & CO. KG

mizzate. Nel campo automotive riscontriamo una tendenza sempre più orientata verso mescole ad alta prestazione che riescano a soddisfare le nuove specifiche molto ristrette delle case automobilistiche più rinomate. In questo settore notiamo che l’Italia ha intrapreso la giusta strada per ridurre il distacco acquisito nella crisi.

3.

Per noi, l’innovazione è un tema essenziale. Questo rende Kraiburg da molti decenni un punto di riferimento per parecchi OEM ed i loro subfornitori. Un gruppo di tecnici altamente specializzati ci permette di cogliere il prima possibile nuove tendenze e sviluppi tecnologici sul piano internazionale. Di conseguenza, siamo in grado di realizzare in modo proattivo materiale innovativo per fornire ai nostri clienti soluzioni utili e contribuire così al loro successo e all’acquisizione di un vantaggio non indifferente sul mercato. Facendo parte della commissione responsabile per i criteri relativi ad applicazioni in contatto con acqua potabile, Kraiburg si trova in prima linea per reagire sull’attuazione delle normative stabilite sul livello europeo. A parte le innovazioni nel settore delle formulazioni, l’azienda si concentra sull’ottimizzazione delle finiture. Attraverso investimenti ripetuti in nuovi macchinari e impianti di maggior rilievo tecnico, siamo non solo in grado di perfezionare la qualitá delle nostre preforme giá esistenti, ma anche di offrirne nuove.

4.

Sebbene Kraiburg disponga da molti anni di un’eccellente equipe di ricerca & sviluppo, è proprio il contatto con le principali università e centri di ricerca europei che rappresenta un fattore molto importante per noi per essere all’avanguardia e poter riconoscere nuove tendenze e sviluppi tecnologici. Anche all’interno del gruppo aziendale abbiamo avviato, nel campo della tecnologia della gomma, un regolare scambio d’innovazioni tecniche a livello

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

Sede: Waldkraiburg, Germania Che quantità di mescola producete in un anno? 15.000 t Quali tipologie di mescole producete? ACM , NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, FKM, Siliconica, Fluorosiliconica, AEM, SBR, NR-SBR. Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia Tubi/Collettori/ Termoidrosanitario, Guarnizioni. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Bobina, Rotolo, Granulata, Corda, Pre-formata. In quali colori? Mescole nere e colorate Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Da 40 kg per mescole nere, da 100 kg per mescole colorate. Quante linee di mescolazione avete in funzione? 9 mescolatori. Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 40% 

«

Nell’ultimo anno abbiamo immesso nuovi prodotti sul mercato con contenuti innovativi che stanno cominciando a darci buoni frutti

Laborsil Tiziano Tresoldi

»

Direttore commerciale/Amministratore

1.

Riteniamo per quanto possa essere la nostra percezione e visione del mercato, che purtroppo la crisi non è ancora superata, e tanto meno abbiamo imboccato la strada della ripresa. I risultati positivi dei primi 7 mesi ci incoraggiano a crederlo, anche se ancora una volta è l’esportazione a farla da padrona, e il mercato interno a detta dei nostri clienti fatica a decollare. Il lavoro in questi ultimi anni è diventato una sorta di ottovolante, dove a picchi improvvisi di lavoro, seguono giorni di calma piatta, quello che manca è la continuità costante nel tempo.


Inchiesta mescole 2.

Sono diversi anni che nel nostro portafoglio prodotti abbiamo sviluppato queste specialità. Anche se la crescita nella loro diffusione non è continua crediamo fermamente in questi prodotti.

3.

Nell’ultimo anno abbiamo inserito una persona in più nel laboratorio, proprio per dedicare più risorse tecniche verso la ricerca di nuovi prodotti. Laborsil, operando proprio in questi mercati di nicchia, ha necessita assoluta di migliorare le performance tecniche. In particolare in questo ultimo anno sono stati immessi nuovi prodotti sul mercato e ora stiamo iniziando a raccogliere i frutti di quanto seminato fino ad oggi.

4.

Confermiamo che anche noi su progetti specifici abbiamo fatto “sistema” con altre aziende, stringendo accordi di riservatezza o le cosiddette associazioni temporanee di impresa. Proprio per queste esperienze maturate in questi ultimi anni, riteniamo che siano degli ottimi presupposti per affrontare questo mercato globale. Riteniamo che per le realtà italiane (medie e piccole) fare squadra sia una scelta obbligata per rimanere attori protagonisti sul mercato internazionale.

La scheda aziendale LABORSIL SRL Sede: Bergamo Che quantità di mescola producete in un anno? 900 t Quali tipologie di mescole producete? Siliconica e Fluorosiliconica Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Tubi/Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale, Altri In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Foglia, Rotolo. In quali colori? Tutti i colori della tabella RAL. Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Da 1 kg in su. Quante linee di mescolazione avete in funzione? 3 linee di cui 2 aperte e 1 chiusa Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Circa 25

ITAPROCHIM Srl Via Bianconi, 8/A 20139 Milano ITALY

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FOCUS

«nella Abbiamo recentemente investito creazione di un centro di Ricerca e Sviluppo per tutte le aziende del gruppo che sta dando importanti risultati

»

Mesgo Giorgio Cabrini Direttore commerciale

1.

Riteniamo che ci siano segnali che inducono a considerare una ripresa parziale delle attività, se pur tra mille difficoltà legate a fattori interni al paese, ma anche esterni (per esempio l’embargo commerciale con la Russia). La crescita di Mesgo nel primo semestre del 2015 è stata importante e vede un aumento a doppia cifra sia delle attività in Italia sia all’estero, di pari peso percentuale. Anche la nostra unità di compoundazione in Polonia cresce in modo importante e sostenibile, e presto sarà operativa una fabbrica anche in Turchia.

2.

Abbiamo notato un’accresciuta richiesta di mescole con bassa opacità dei fumi, ritardanti la fiamma o autoestinguenti, in particolare per quanto riguarda soluzioni per cavi: nuove regolamentazioni in divenire nel settore delle costruzioni industriali e private ne hanno influenzato la domanda. Notiamo un certo fermento nel settore del trasporto di massa su rotaia, probabilmente dovuto a lanci di nuove commesse per motrici e carrozze destinate al trasporto pubblico (treni e metropolitane), destinate a costruttori/assemblatori esteri. La domanda di mescole “alimentari”, antibatteriche o di grado farmaceutico e medicale (inferiori ai 30 giorni di contatto con fluidi umani) stanno subendo anch’esse una buona accelerazione, in virtù del fatto che, con l’aumentare delle aspettative di vita e l’invecchiamento della popolazione in Europa, la richiesta di farmaci e trattamenti ospedalieri aumenta ed aumenterà sempre di più in futuro. Da ricordare che la statistica dei decessi ospedalieri post operatori menziona infezioni batteriche come la causa principale.

3.

Mesgo ha recentemente investito nella creazione di un centro di Ricerca e Sviluppo per tutte le aziende del gruppo, con strumenti e personale dedicato altamente professionale, che si occuperà di gestire sia progetti di ricerca orientati all’ottimizzazione delle formulazioni, sia alla ricerca di nuovi materiali e soluzioni innovative multi-materiali per vari segmenti industriali, facendo leva sulle conoscenze tecniche degli elastomeri vulcanizzabili a caldo e all’acquisito knowhow di compound termoplastici, grazie ad una recente acquisizione. Un primo brevetto di compound termoplastico self-bonding con silicone liquido è stato depositato nello scorso dicembre. Durante il Plast 2015 è stato possibile vederne le potenzialità e una possibile applicazione nel settore sport & tempo libero presso gli stand di un importante produttore di macchine e uno studio di ingegneria. Ulteriori studi sono in corso per estenderne la fruibilità nel settore elettrodomestico e automotive.

30

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

4.

Mesgo da sempre ha fatto leva sui centri universitari italiani di eccellenza per lo sviluppo di nuove soluzioni, collaborando sia con l’Università di Pisa sia con il Politecnico di Torino (con questi ultimi è stato presentato un lavoro congiunto durante la Global Silicone Elastomers Conference del 2013 organizzato da Rapra/Smithers). Per quanto riguarda il networking con altre aziende della filiera, i lettori e la rivista che ha ospitato le nostre pubblicità e redazionali conoscono bene la storia di Karousel, nata in occasione del K2013 di Düsseldorf e poi proseguita con successo in occasione di altri eventi fieristici in Europa e nel mondo: un selezionato gruppo di aziende considerate da molti leader nel loro settore di riferimento (compounding, strumenti di laboratorio, stampi, presse ad iniezione, sistemi di sbavatura meccanica, controllo visivo), pionieri del concetto di network di filiera per aiutare i nostri clienti ad ottimizzare i costi ed aumentare la qualità : i tentativi di “imitazione” nati negli anni successivi ci hanno confermato la validità di questo concetto, rimando i lettori alla visione del nostro sito, www.karousel.it

La scheda aziendale MESGO Spa Sede: Gorlago (BG) Che quantità di mescola producete in un anno? Oltre 10.000 t di mescole basate su elastomeri ad alte prestazioni Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, FKM, Siliconica, Fluorosiliconica, Altro. Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/ Idrotermosanitario, Guarnizioni, Medicale, Altri. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Bobina, Profilo sagomato estruso, Corda, Pre-formata. In quali colori? Tutti Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Dipende dal tipo di mescola, da 1 kg a un minimo di 140 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? Dato non disponibile Producete anche per l’esportazione? Sì, abbiamo anche un impianto in Polonia e presto uno in Turchia. In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Dato non disponibile. .


Inchiesta mescole

«Più che una maggiore richiesta di mescole antifiamma, sempre

3.

presenti, constatiamo un aumento della domanda di mescole prive di sostanze specifiche o con particolari caratteristiche

»

Parker Hannifin Italy Umberto Montuoro Sales Manager

1.

Si conferma una lenta tendenza di ripresa aderente alle previsioni generalizzate di crescita economica. Questo fenomeno riguarda in ogni caso l’export, conferendo un dinamico impulso anche alla domanda interna.

2.

Effettivamente si coglie una tendenza sul mercato di richiedere mescole con caratteristiche particolari, non tanto quelle “antifiamma” che sono sempre state presenti in alcune tipologie di mercato, quanto quelle che garantiscono l’assenza di talune sostanze o che richiedono prestazioni di resistenza al calore o all’ozono decisamente molto più elevate di quanto era previsto, per gli stessi settori operativi, in passato. In stretta collaborazione con i nostri clienti stiamo esaminando queste prestazioni fornendo nuove tipologie di mescole per soddisfare queste richieste.

Riteniamo che perseguire chiari obiettivi di innovazione per quanto riguarda i materiali impiegati, le formulazioni e le tecnologie sia il solo modo di restare competitivi e svilupparsi nel settore della produzione mescole in gomma. La nostra azienda si è attrezzata con un adeguato laboratorio dedicato alla R&D sui materiali elastomerici e, inoltre, conta a livello mondiale su un centro di ricerca negli Usa. Mediante un Mixing Group attua un coordinamento attraverso un’attività settimanale sul tema delle mescole e della loro produzione. La scienza della gomma e i processi di produzione di articoli in gomma rappresentano, infatti, una competenza di base per Parker e quindi si sta agendo per raggiungere livelli di prestazioni aziendali di classe mondiale attraverso l’implementazione di uno standard e l’approccio ai processi fondamentali concordati a livello globale.

4. Le nostre esperienze passate, sia attraverso alleanze con altre aziende del settore gomma, specializzate in altri ambiti produttivi, sia con tentativi di collaborazione con università italiane, non hanno mai sortito gli effetti auspicati. Miglior esito hanno avuto le collaborazioni con università straniere, soprattutto, per studi relativi al prodotto finito Parker, come per esempio il tubo idraulico. 

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Distribuiamo polimeri tecnici (fluorurati FKM e polietilene clorurato CPE), cariche funzionali chiare (talco e caolino) e nere (carbon black), anti ossidandi, acceleranti, fatturati di vari gradi, silani liquidi al 100% e preparazioni di silani al 50%, promotori di adesione, peptizzanti, ossido di zinco e ossido di zinco attivo, oli siliconici distaccanti. IMCD Italia Spa

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FOCUS

«Lo sviluppo delle mescole oggi si concentra sull’aumento delle

Sales manager

“a monte”. Una attività che riteniamo altrettanto importante è quella “a valle” che cerchiamo di tenere con i clienti finali e con i produttori di “sistemi” che hanno a disposizione informazioni dirette dal mercato o e che sono i “trendsetter” che ci permettono a nostra volta di indirizzare le nostre attività di sviluppo nella direzione corretta. La collaborazione con istituti e laboratori specializzati viene utilizzata soprattutto per la verifica prestazionale dei nostri prodotti piuttosto che nella scelta dei materiali e nello sviluppo formulativo.

1.

La scheda aziendale

prestazioni e per situazioni di esercizio a temperature elevate o a contatto di lubrificanti e fluidi aggressivi

PMG Group Carlo Nolli

»

.

Una sicura ripresa della domanda di mercato si è verificata già dall’inizio di quest’anno soprattutto nel primo trimestre anche se sembra poi aver risentito nel secondo trimestre di un parziale ridimensionamento. Questo fa comunque ben sperare in una ripresa dei consumi anche se la sensazione è che il consolidamento sperato della ripresa non sia ancora del tutto avvenuto, dato che gli ordinativi mostrano ancora un andamento “ad elastico”. Per PMG l’export, soprattutto verso i paesi del Nord Europa, ha sempre rappresentato (e continua a farlo), direttamente e attraverso i propri clienti, una parte importante del business. Si registrano comunque anche per i clienti che operano soprattutto sul mercato domestico segnali incoraggianti di ripresa degli ordinativi che speriamo possano consolidarsi definitivamente e riportare il nostro paese a livelli di crescita economica che più si addicono ad un sistema manifatturiero secondo in Europa solamente alla Germania. E che deve essere tutelato e supportato anche dalle istituzioni.

2.

PMG è specializzata nello sviluppo e nella produzione di mescole ad alte prestazioni per il mercato soprattutto dell’automotive, ma anche di applicazioni industriali particolari come Oil&Gas e per tenute in condizioni di lavoro estreme e in ambienti avversi. Di conseguenza lo sviluppo delle mescole è orientato soprattutto all’aumento del livello prestazionale per le rispettive famiglie di elastomeri sia per impieghi a temperature sempre più alte che per la resistenze a lubrificanti e a fluidi di impiego più aggressivi.

3.

Negli ultimi anni PMG ha notevolmente investito in Ricerca e Sviluppo, sia in risorse umane e professionali sia in macchinari e strumentazione di laboratorio, che ci hanno permesso di essere sempre più autosufficienti nello sviluppo e nella realizzazione di prodotti nuovi e più performanti dal punto di vista del processo e del livello prestazionale. Una parte importante del processo di innovazione della nostra gamma di prodotti è comunque assicurata dall’intensa collaborazione con i più importanti fornitori di materie prime, soprattutto di elastomeri, che da sempre ha caratterizzato la nostra attività di sviluppo e che ci permette di proporre soluzioni innovative e di anticipare dove possibile le richieste del mercato.

4.

Come sopra anticipato l’attività di innovazione più importante per PMG riguarda soprattutto la collaborazione con i produttori di materie prime, per quanto riguarda l’attività

32

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

PMG GROUP Sede: Cenate Sotto (BG) Che quantità di mescola producete in un anno? – Quali tipologie di mescole producete? ACM/VAMAC, NBR, HNBR, ECO, EPDM, FKM, Siliconica. Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Guarnizioni. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Bobina, Granulata, Profilo sagomato estruso, Corda estrusa. In quali colori? Nero e tutti i colori Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Dipende dalla linea Quante linee di mescolazione avete in funzione? Sei linee Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? 35%


Inchiesta mescole

«

Stiamo collaborando con l’Università di Pisa per lo sviluppo di un importante progetto sull’impiego i cariche nanometriche in mescole dalle caratteristiche eccezionali

Solgomma Sergio Talini

»

Responsabile reparto Stampaggio Articoli Tecnici

1.

Finalmente si può dire che il sistema economico è in ripresa, dopo sei-sette anni ha ritrovato un proprio equilibrio, anche se precario. Dal canto nostro, pur avendo riscontrato una situazione generale in evidente affanno, abbiamo ottenuto risultati soddisfacenti; il nostro trend è sempre stato in crescita fino al raggiungimento del massimo risultato, in termini di fatturato, nell’anno 2014, e un andamento nel 2015 in ulteriore crescita.

2.

Il nostro laboratorio studia e sperimenta continuamente nuovi prodotti e materiali, additivi antifiamma non alogeni, acceleranti esenti da formazione di nitrosammine, plastificanti di origine naturale e oli green. Una volta omologati e validati tecnicamente, vengono inseriti nel ciclo produttivo per dare vita a mescole particolari, che saranno prima proposte e successivamente utilizzate dai nostri clienti.

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FOCUS

3.

L’innovazione passa obbligatoriamente da continui investimenti su impianti, macchinari, attrezzature, strumenti di controllo ecc. Noi abbiamo appena effettuato il restyling del Banbury nel reparto linea di produzione mescole, con ulteriori innovazioni tecnologiche per migliorare la qualità dei nostri prodotti.

4.

Stiamo già collaborando con l’università di Pisa per sviluppare un importante progetto inerente a nuove cariche di forma nanometrica (nanoargille, nanotubi di carbonio), per la realizzazione di mescole con eccezionali caratteristiche, che comporranno particolari innovativi per il settore automotive.

La scheda aziendale SOLGOMMA SPA Sede: Via Carraia 31/43 – 50053 Empoli (FI) Che quantità di mescola producete in un anno? – Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, EPDM, NR, FKM, Siliconica. Per quali settori in particolare? Industriale, Elettrico, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Granulata, Pre-formata. In quali colori? Tutti Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? 100 kg Quante linee di mescolazione avete in funzione? Una Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? – 

2.

Le per formance delle mescole, sono sempre maggiormente specifiche e circostanziate. Ad esempio, per le mescole antifiamma, si aggiungono richieste, oltre alla bassa infiammabilità, per i fumi, che non devono essere opachi, devono essere atossici, ecc. Sempre maggiori sono le richieste di mescole nitrosamine-free o low-IPA. In Tovo Gomma inoltre abbiamo un gruppo di lavoro che valuta l’introduzione di materiali “green” nelle mescole per il nostro settore delle lastre vulcanizzate, ma anche per clienti esterni. Crediamo sia importante cercare utilizzi di materiali qualora questi materiali siano disponibili in modo costante e qualità controllata.

3.

Anche nel settore della gomma, in particolare nel compounding, l’innovazione tecnologica – sia di prodotto che di processo – rappresenta un fondamentale fattore di competitività, in quanto consente alle imprese di offrire al mercato produzioni ad alto valore aggiunto difficilmente replicabili dalla concorrenza. La nostra azienda ha deciso qualche anno fa di potenziare la propria struttura per “fare innovazione” investendo su personale dedicato, dotando il laboratorio tecnologico di strumenti per analisi avanzate sia sulle materie prime sia sui prodotti finiti, e spingendo al massimo l’automazione dei processi produttivi.

4.

Fare “sistema” in Italia non sempre è facile però siamo d’accordo sul principio che lavorare in sintonia con clienti e fornitori costituisce la base per ottenere risultati significativi. Tovo Gomma ha attivato già da anni collaborazioni di ricerca & sviluppo con università con o senza il coinvolgimento di propri clienti.

La scheda aziendale TOVO GOMMA SPA

«

Le imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo, specializzandosi, sono quelle che hanno risentito meno della crisi economica

Tovo Gomma Matteo Tovo

»

Development adviser

1.

Le imprese che hanno investito in R&D e tecnologia, specializzandosi, hanno sentito meno la crisi ed oggi possono registrare segnali di ripresa, così almeno sembra nel nostro settore. La domanda interna per Tovo Gomma è in leggera crescita rispetto allo stesso periodo 2014 anche se il fattore trainante è l’export diretto o grazie ai clienti che esportano le produzioni Italiane, molti per fortuna.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

Sede: Via Campagnola 49 – 25081 Bedizzole (BS) Che quantità di mescola producete in un anno? – Quali tipologie di mescole producete? ACM, NBR, HNBR, ECO, CR, EPDM, NR, SBR, BR, IR, CSM, Butile. Per quali settori in particolare? Automotive, Industriale, Costruzioni/Edilizia, Tubi/Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Medicale. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Placche intere o pretagliate, Foglia, Rotolo, Bobina. In quali colori? Nere e colorate. Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? – Quante linee di mescolazione avete in funzione? Tre Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? – 


Inchiesta mescole

«La normativa italiana non è al passo con l’innovazione tecnologica e di formulazione delle mescole, mentre in Europa manca una regolamentazione comune

TSF Raffaele Ferro

»

Marketing & Total Quality Director

1.

Direi che la maggior parte degli analisti economici è in contrasto con gli altri analisti che dicono che i dati vanno consolidati e che l’attuale ripresina, se c’è, è a macchia di leopardo. Detto questo, i dati della prima parte di quest’anno per la TSF, che produce mescole fluoroelastomeriche e siliconiche tecnologicamente avanzate, a nostro avviso dicono che il mercato interno è praticamente rimasto inalterato o è leggermente al ribasso, mentre l’export controbilancia con una crescita più sensibile.

2.

Negli ultimi anni il nostro mercato di riferimento, l’automotive, ha certamente mostrato una tendenza al ribasso e una ciclicità che hanno spinto parecchi nostri clienti a cercare una diversificazione verso mercati alternativi quali l’alimentare, il petrolifero, il solare, il contatto con acqua. Di conseguenza anche noi ci siamo attrezzati per poter soddisfare tali esigenze mediante lo studio e l’introduzione di nuove mescole opportunamente formulate per tali campi applicativi. Colgo l’occasione per evidenziare che, per quanto riguarda alcune normative, per esempio quelle alimentari, ci si trova di fronte a una legislazione italiana non al passo con l’evoluzione tecnologica e formulativa avvenuta negli ultimi decenni e con la mancanza di una normativa europea comune. Ciò rende ancora più complicato il nostro lavoro di ricettazione.

e si vedono segnali di alleanze tra aziende e iniziative anche istituzionali tali da creare una maggiore coesione e competitività. Ritengo opportuno segnalare che il nostro responsabile R&D, l’ingegner Colosio, ha tenuto un corso sulle a tecnologica della gomma presso l’ITS di Bergamo e aggiungo le recenti attività dell’Università di Brescia (DIMI) e CSMT nel campo della caratterizzazione dei materiali elastomerici.

La scheda aziendale TSF SPA Sede: Adro (BS) Che quantità di mescola producete in un anno? – Quali tipologie di mescole producete? FKM, Siliconica, Fluorosiliconica. Per quali settori in particolare? Automotive, Tubi/ Collettori/Termoidrosanitario, Guarnizioni, Alimentare. In quale formato fornite la mescola? Striscia pretagliata o continua, Foglia, Rotolo, Bobina. In quali colori? Vari. Quale quantitativo minimo accettate per un ordine? Dipende dalla tecnologia di mescola: la nostra flessibilità va dal kg alla tonnellata. Quante linee di mescolazione avete in funzione? Cinque per fluoroelastomeri, sette per silicone Producete anche per l’esportazione? Sì In quale percentuale rispetto alla produzione totale? Circa 15-20%. 

3.

Il numero di ricercatori in TSF negli ultimi anni si è quasi raddoppiato, raggiungendo un valore di quasi il 20% del totale delle persone da noi impiegate. Chimici, ingegneri e periti sono costantemente impegnati nel miglioramento delle ricette e delle tecnologie che si rendono necessarie per poter competere ed eccellere in un sistema altamente competitivo e sempre più globalizzato.

4.

Nella “O-ring Valley” per molti, molti anni si è badato molto più alla competizione con il vicino della porta accanto che alla collaborazione per una crescita comune: la mancanza di “sistema” in molti casi ha portato a debolezze di cui hanno saputo approfittare altri paesi e multinazionali in cui l’aspetto strategico è stato tenuto nel giusto conto rispetto all’aspetto tattico. Molti buoi sono scappati. È vero comunque che ultimamente qualcosa si sta muovendo

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Dalle Aziende

La nuova vita di un mescolatore parte dalle pompe I

l passaggio dalla tecnologia elettromeccanica a quella idraulica in alcuni settori produttivi è un cambiamento decisivo e impegnativo dal punto di vista economico e tecnico. Rappresenta inoltre una notevole trasformazione prospettica per l’azienda. È opinione diffusa che le grandi aziende siano più propense al cambiamento tecnologico, ma in Italia si possono trovare numerosi esempi di aziende familiari di medie e piccole dimensioni il cui management nel corso degli anni ha sfidato la crisi compiendo scelte coraggiose e investimenti ispirati ad una

La Der-Gom, da quasi quarant’anni attiva nella produzione di mescole in gomma, ha di recente rinnovato i propri mescolatori a cilindri servendosi di pompe e azionamenti idraulici Bosch-Rexroth. Ecco una descrizione del lavoro fatto strategia di innovazione e servizio al cliente.

La storia dell’azienda

Nel settore della gomma è interessante l’esempio di una società che ha voluto cogliere questa opportunità e fin da subito

ha saputo sfruttare al meglio la partnership con il proprio fornitore per modernizzare i propri macchinari e poter così servire al meglio i propri clienti. Si tratta di Der-Gom, nata nel 1967 a Civate (Lecco) per opera delle famiglie Bolis ed Oppizzi. L’azienda, dopo i primi anni di produzione

Un sistema di azionamento idraulico Hägglunds, società svedese assorbita da Bosch Rexroth. Nella pagina a fianco, particolari degli interventi fatti sui mescolatori utilizzati da Der-Gom.

36

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015


Sala mescole

e commercializzazione di articoli in gomma, nel 1974 iniziò a concentrarsi esclusivamente nella produzione di mescole in gomma conto terzi, specializzandosi in tutte le fasi del processo, dallo studio alla produzione e commercializzazione del prodotto, conquistandosi una posizione di rilievo nel mercato. È sul finire degli anni 80 che Luigi Oppizzi, socio e presidente di Der-Gom, decise insieme agli altri soci di fare “il salto qualitativo” trasferendo lo stabilimento a Garbagnate Monastero, in Provincia di Lecco, dove, con l’aiuto di Giorgio Bolis, organizzò la produzione secondo criteri orientati ad ottenere migliore qualità, efficienza e flessibilità.

L’idraulica applicata ai mescolatori

Tra il 1994 e il 1997 il primo grande cambiamento tecnologico: Der-Gom scoprì Hägglunds, società leader mondiale nella fornitura di sistemi di azionamento idraulici, acquisita poi nel 2009 da Bosch Rexroth. Convinta dalla qualità dei prodotti proposti dall’azienda svedese, decise di sostituire il motore elettrico e il riduttore di un vecchio mescolatore a cilindri con un azionamento idraulico. Un salto pionieristico nel settore gomma: Der-Gom è stata infatti una delle prime aziende italiane a credere nel sistema di azionamento Hägglunds e ad utilizzare nell’industria della gomma i motori idraulici oggi Rexroth, selezionando in particolare i modelli Marathon MB, ritenuti ideali per il mescolatore chiuso, e il Compact CB, assegnato invece ai mescolatori a cilindri. Inizialmente il nuovo motore fu installato solo su un mescolatore, ma dopo la prima applicazione e visti i numerosi vantaggi riscontrati, in pochissimo tempo, i titolari decisero di adottare il sistema idraulico anche per gli altri.

Più produttività e sicurezza

Tra i benefici riscontrati da Der-Gom nell’utilizzo di motori idraulici nei propri impianti, il principale è la possibilità di variare autonomamente la velocità dei due cilindri dei mescolatori, ottenendo velocità e rapporto di frizione variabili su tutto l’arco di velocità possibili, con una conseguente maggiore versatilità e flessibilità di impiego. Tale condizione permette ora a Der-Gom di fornire una vasta gamma di formulati in gomma, sia naturale sia sintetica, capaci di soddisfare richieste personalizzate in base al prodotto finale o a specifiche esigenze tecniche e di processo della propria clientela. Queste soluzioni accrescono anche la sicurezza. I tecnici Der-Gom hanno infatti verificato che, rispetto al freno meccanico, l’utilizzo dell’idraulica rende anche più sicuro e immediato l’arresto di emergenza.

2104: un nuovo rinnovamento

Nel 2014 Der-Gom si trovò di fronte all’esigenza di revisionare i componenti del sistema e in particolare le pompe applicate ai mescolatori. Prima di chiamare il servizio di manutenzione, i tecnici Der-Gom sottoposero la questione a Bosch Rexroth, che già in passato li aveva aiutati nel rinnovo dei macchinari e con cui c’era un continuo e solido rapporto post-vendita. In virtù dei 15 anni di partnership tra le due aziende, ancora una volta Bosch Rexroth dimostrò il proprio spirito collaborativo e consulenziale nei confronti dei propri clienti, suggerendo una soluzione certamente vantaggiosa per l’azienda tedesca dal punto di vista della fornitura, ma soprattutto utile a Der-Gom dal punto di vista tecnologico e di efficienza.

Invece di revisionare le pompe attualmente montate sul sistema, Bosch Rexroth propose un rinnovamento completo dell’impianto, introducendo pompe Rexroth di nuova generazione e revisionando contemporaneamente gli azionamenti, l’impianto elettrico, le tubazioni, ecc. In soli 10 giorni di fermo macchine Der-Gom ottenne il revamping completo della centrale con un adeguamento agli standard Rexroth (la centrale precedente non corrispondeva più agli standard imposti oggi), rispettando in pieno i tempi concordati con i tecnici di Bosch Rexroth. Le pompe introdotte nel mescolatore chiuso sono SP 250.

Massima flessibilità

Una volta realizzato il revamping sulla prima centrale (mescolatore chiuso), il management di Der-Gom ha concordato con Bosch Rexroth anche il rinnovamento delle pompe del mescolatore a cilindri installato sulla stessa linea di produzione, facendo in modo che gli azionamenti Rexroth siano uno standard di riferimento dei mescolatori nello stabilimento. Der-Gom lavora in un mercato ampio e competitivo, quello dell’articolo tecnico industriale, e tra i propri clienti ha principalmente aziende medio piccole che chiedono un’elevata personalizzazione dei prodotti e forniture in piccoli lotti. Per continuare a sostenere una produzione altamente flessibile con una capacità produttiva di 3-4.000 tonnellate l’anno di mescole di gomma, la scelta di innovazione di Der-Gom è stata fondamentale. Le diverse ricette di mescole richiedono lavorazioni specifiche e l’utilizzo di motori idraulici e pompe Bosch Rexroth hanno permesso di utilizzare i mescolatori con la massima flessibilità.  L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Dalle Aziende

35 anni nel segno dell’innovazione di Riccardo Oldani

È

un martedì mattina di inizio settembre quando incontriamo nella sua azienda Aurelio Brevi, uno dei quattro soci di ORP Stampi. L’azienda di Viadanica, in provincia di Bergamo, ha tagliato nel 2015 il traguardo dei 35 anni di attività. Proprio il sabato precedente alla nostra intervista aveva celebrato la ricorrenza all’Expo di Milano, con una giornata organizzata per tutti i dipendenti e collaboratori. Durante la nostra conversazione Brevi ha fatto più volte riferimento all’evento, ancora freschissimo nella sua memoria. «Non possiamo mai dimenticare il nostro passato – ci ha detto – anche quando guardiamo al futuro. I progetti per il domani, che continuiamo a mettere in cantiere e che ci danno la forza e l’entusiasmo per proseguire il nostro lavoro, si possono immaginare soltanto sulla base di quello che abbiamo costruito fino ad oggi». E quando gli abbiamo quale sia il risultato più importante raggiunto in 35 anni, non ha avuto dubbi: «L’aver dato vita a un gruppo coeso, una squadra unita capace di andare nella stessa direzione. Che vuole dire tante cose: soffrire, fare sacrifici, ma, soprattutto, vincere insieme. Il fattore umano è importantissimo in un’azienda come la nostra. Noi cerchiamo di valorizzarlo fin dall’inizio, facendo molta formazione e credendo nei giovani. Di recente abbiamo assunto dei neolaureati per portare una ventata d’aria fresca, con l’idea di dare una nuova impronta al futuro, di rivolgerci ad altri merca-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

ORP Stampi è una delle realtà più dinamiche nel settore della produzione di stampi per l’industria della gomma. Nel 2015 ha compiuto 35 anni di attività, celebrati da una serie di iniziative, tra cui anche il lancio della nuova tecnologia a canali freddi mobili. Abbiamo incontrato Aurelio Brevi, uno dei soci e fondatore dell’azienda, per farci raccontare le novità

Aurelio Brevi, socio e fondatore di ORP Stampi e, a destra, il logo ideato per celebrare i 35 anni di attività dell’azienda.


Stampi

L’ingresso della palazzina riservata agli uffici nella sede centrale dell’azienda a Viadanica (Bergamo). Presto gli spazi a disposizione dell’azienda si amplieranno in un nuovo capannone a qualche chilometro di distanza.

ti e affrontare le richieste sempre più complesse dei clienti». Uno sforzo che i dipendenti di ORP, una sessantina di persone, dimostrano di apprezzare: «Qui abbiamo pochissimo turnover – spiega Brevi –, le persone che entrano in azienda raramente se ne vanno. Ci sono dipendenti che lavorano con noi da oltre 30 anni e che abbiamo premiato per la loro dedizione con una targa in occasione del nostro evento».

Canali Freddi Mobili

Per dare sostanza ai suoi primi 7 lustri di vita ORP Stampi non si è però limitata a organizzare un evento all’Expo. Tutto il 2015 è stato scandito da momenti importanti, a partire dalla partecipazione alle due principali fiere di settore, Plast e DKT, e dalla creazione di uno speciale logo dei 35 anni, ispirato nella grafica a quello dell’Expo. Fino alla presentazione di un’importante novità tecnologica. Si tratta dei canali freddi mobili, o CFM, «in cui gli ugelli – spiega Brevi – si possono spostare per modulare nel migliore dei modi l’iniezione della mescola e praticamente eliminare lo spreco di materia prima. Inoltre questa soluzione consente di adattare li canale freddo

a stampi diversi e a non doverne realizzare uno per ogni nuovo lavoro». Si tratta, secondo ORP, di una novità con notevoli implicazioni, che l’azienda vuole proteggere attraverso un brevetto internazionale, che è stato richiesto. Il lungo lavoro di sviluppo si è concluso con l’ingegnerizzazione di una soluzione che consente la produzione a livello industriale del sistema. «L’abbiamo presentata sia al Plast che al DKT – dice Brevi – riscontrando un notevole interesse da parte degli operatori. La stessa attenzione che ci attendiamo di riscuotere a Cleveland, alla International Elastomer Conference, a cui presenziamo con una relazione sull’argomento» (la manifestazione si è tenuta dal 12 al 15 ottobre nella città dell’Ohio, ma al momento dell’intervista doveva ancora svolgersi, ndr).

Programmi di espansione

A tutto questo si aggiunge anche un potenziamento tecnologico dell’azienda, che si è recentemente dotata di nuovi macchinari per la lavorazione dei metalli e l’incisione degli stampi. Si tratta di strumenti a 5 assi e alta velocità che, sottolinea Brevi, «ci hanno fornito la tecnologia necessaria per affrontare con più tranquillità un nuovo settore in cui siamo entrati di recente, quello degli stampi per LSR, il silicone liquido. Non solo. L’innovazione tecnologica è un passo fondamentale anche per consolidare e fidelizzare i rapporti con i clienti storici, che apprezzano

il nostro sforzo per essere sempre un passo avanti». L’aggiunta di questa nuova strumentazione ha compresso gli spazi disponibili nel capannone dell’azienda che quindi sta programmando un ulteriore passo per il futuro. «Abbiamo acquistato – dice Brevi – una nuova struttura a pochi chilometri di distanza da qui in cui contiamo presto di espanderci. Per il momento è ancora vuoto e stiamo pensando a come programmare il trasferimento di una parte della produzione. L’investimento fa parte di una programmazione che prevede senz’altro un’ulteriore crescita della azienda nel prossimo quinquennio. Pensiamo a un futuro positivo, e siamo convinti che ci siano buone prospettive di mercato, anche se per chi fa impresa, soprattutto in Italia, è impossibile fare previsioni a lungo termine». Avere una visione precisa del mercato è importante, anche se molto difficile per imprese di dimensioni mediopiccole e localizzate come quelle della gomma per quanto, nel settore degli stampi, ORP possa essere considerata un’impresa “extra-large”. «Oggi le condizioni possono cambiare – spiega Brevi – anche per eventi che accadono molto lontano da qui, connessi alla politica o a equilibri economici e valutari di cui non abbiamo il controllo. La stabilità dell’euro è un fattore molto importante per noi ma quello che ci aiuta ad avere una solida fiducia nel futuro è l’elevato livello tecnologico, che distingue ancora il nostro distretto coL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Dalle Aziende

Lo staff di ORP Stampi sotto l’Albero della Vita dell’Expo di Milano, in occasione di una serata celebrativa dei 35 anni dell’azienda organizzata lo scorso settembre.

me il più performante nel settore della gomma. Noi possediamo una base di competenze che non deriva dall’aver copiato gli altri ma che è proprio connaturata con la nostra crescita, fa parte della nostra storia. Certe tecnologie utilizzate oggi nella produzione sono nate proprio qui e tendiamo a conservarle e tenerle qui, in questo territorio». Non solo. L’idea è anche quella di proseguire nello sviluppo tecnologico, proprio come è avvenuto con l’introduzione dei canali freddi mobili. Per questo motivo è fondamentale la formazione, all’interno dell’azienda innanzi tutto, ma anche sul territorio.

Un piano per la formazione

In questo ambito ORP è attiva attraverso la collaborazione dell’azienda con l’Isis Serafino Riva di Sarnico, una scuola tecnica molto frequentata. «L’o40

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

biettivo – dice Brevi – è di collaborare anche con altre aziende rappresentative di tutta la filiera della gomma per dare ai ragazzi una visione completa, attraverso lezioni, per un totale di circa 70 ore l’anno. Ogni sabato mattina si fanno lezioni di due ore su tutto quanto riguarda il settore della gomma, dalla produzione degli stampi alla mescolazione, fino ad arrivare al prodotto finito. Sono previste anche visite alle aziende. In questo modo i ragazzi, ottenuto il diploma, non sono completamente digiuni della materia e, nel caso in cui trovino lavoro in una delle aziende del territorio, non si trovano costretti a partire da zero senza sapere esattamente dove si trovino». Ovviamente non si tratta di un processo in grado di sostituire l’istruzione specifica che avviene in azienda, ma è comunque un importante passo verso la formazione di tecnici di settore in grado di fornire un ricambio alle imprese della zona, che hanno grosse difficoltà a trovare personale specializzato. L’Associazione dei produttori di guarnizioni del Sebino (www.produttoriguarnizionisebino.org), di cui ORP Stampi è promotore e membro, ha posto la formazione delle giovani

leve tra i suoi obiettivi principali. Tra i passi compiuti dall’associazione anche la donazione di macchinari all’istituto Riva.

Organizzazione interna

Un ulteriore passo per far fronte in modo migliore alle esigenze della produzione è un processo di riorganizzazione interna che l’azienda sta intraprendendo. «È una transizione verso quella che potremmo definire la ORP 2.0 – dice Brevi – e consiste in uno sforzo per gestire al meglio tutte le lavorazioni di progettazione e produzione dello stampo ottimizzando anche l’impiego delle macchine a controllo numerico di cui disponiamo. Allo scopo abbiamo di recente inserito nel nostro organico un ingegnere con il compito specifico di studiare i nostri processi di produzione». A tutto questo si aggiungono anche le nuove funzionalità delle macchine CNC di ultima generazione, dotate di sistemi per il controllo dell’usura degli utensili e manutenzione programmata, con lo scopo di ridurre al minimo i fermi macchina imprevisti. Anche da questi particolari passa l’evoluzione verso il futuro dell’azienda. 


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Dalle Aziende

La pressa servita a tavola rotante di Giuseppe Cantalupo

L

e origini di Presma risalgono al 1937, quando i fratelli Canziani costruirono la loro prima pressa a iniezione. Grazie all’intraprendenza dei fondatori, che gradualmente nel tempo ampliano la loro gamma prodotti, il successo non si fa attendere. Già nel 1949 l’azienda produce presse orizzontali e verticali per i più svariati articoli e nel 1954 costruisce presse verticali per la produzione di tacchi che incontrano in breve tempo un largo successo industriale e decretano definitivamente l’affermazione dell’azienda sui mercati come produttore affidabile di presse per lo stampaggio di materiali termoplastici. Sono solo alcune delle numerose tappe - troppe per elencarle tutte - che segnano il susseguirsi delle innovazioni e dei miglioramenti dei prodotti realizzati nel tempo dalla società, ma una è di fondamentale importanza storica, perché traccia il solco lungo il quale si svilupperà il futuro produttivo della Presma e rappresenta il carattere distintivo delle macchine dell’azienda: la realizzazione di una pressa verticale con tavola rotante sulla quale sono installati più stampi, pensata principalmente per aumentare la capacità produttiva. Una sola macchina invece di più macchine monostazioni. Sono i primi anni sessanta, e nasce la pressa con più stazioni, con più gruppi di chiusura rotanti. È un concetto assolutamente nuovo per quei tempi, una novità che si rivela subito vincente e disegna quella che

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

È nata e si è sviluppata come produttore di presse per lo stampaggio di materiali termoplastici e ora, alle soglie dell’ottantesimo anno di attività, la Presma di Torba di Gornate Olona (Varese) è presente sui mercati anche come costruttore di presse per lo stampaggio della gomma. Un percorso che rappresenta la concreta dimostrazione della capacità dell’azienda non solo di aprirsi alle novità, ma anche di lanciarsi in nuovi settori, promuovendo con successo nuove tecnologie. Ne è prova la pressa multistazione a tavola rotante Roto R 12, l’ultima nata della casa

La pressa Roto R 12 di Presma.


Macchinari A sinistra, vista del retro della pressa. Sotto, il gruppo iniettore.

sarà la linea inconfondibile delle macchine Presma.

L’azienda e le macchine per la gomma. Ieri e oggi

La Presma, inserita nel verde tranquillo della Valle Olona, occupa una superficie totale di 20.000 metri quadrati circa, di cui 8.000 coperti. Conta più di 50 dipendenti e realizza un fatturato di circa 8 milioni di euro. È sempre a gestione familiare, attualmente controllata dagli eredi dei fratelli Canziani fondatori: Giorgio, responsabi-

le tecnico, Franco, responsabile commerciale e Enrica all’Ufficio Estero. Abbiamo incontrato in azienda Franco Canziani e il referente di progetto e tecnico commerciale Daniele Rassega. Con loro abbiamo parlato dell’attività della Presma nel settore della gomma e, in particolare, dell’ultima nata nella società: la pressa Roto R 12. In breve retrospettiva, ricordiamo che sono già alcuni anni che l’azienda, mettendo a frutto la sua pluridecennale esperienza maturata nella produzione di presse per lo stampaggio della pla-

stica, affianca alla costruzione di queste macchine quella di presse a iniezione orizzontali e verticali, con e senza colonne, per gomma e silicone solido e liquido. Nel 2009 viene istituita, infatti, la Rubber Division della società, che produrrà macchine di una certa importanza dal punto di vista tecnologico e dimensionale. Si tratta, in generale, di modelli realizzati su specifiche richieste della clientela, di presse speciali costruite apposta per soddisfare esigenze particolari degli stampatori. Macchine che ben esprimono la capacità dell’azienda di intuire e realizzare le soluzioni tecnologiche più adatte alle problematiche che le vengono presentate. Franco Canziani ricorda, come esempio, la pressa RV 1600-6000-3-S senza colonne, a tre gruppi di iniezione verticali per lo stampaggio di silicone solido. «Una macchina unica e originale nel suo genere - commenta il responsabile dell’azienda - , con forza di chiusura di 16.000 kN e volume di iniezione di 3 6.000 cm con una pressione specifica di 1.890 bar e una capacità di iniezione di 208 cm3/s. Un colosso dalle dimensioni e dal peso ragguardevoli - pesava circa 185.000 kg - , adatto allo stampaggio di articoli di grosse dimensioni. La sua modularità, infatti, - continua Canziani - consente di replicare più volte una struttura base ‘a collo di cigno’, e ciò permette di stampare manufatti di una certa lunghezza in pezzi unici, senza dover unire ‘spezzoni’ più piccoli». Un esempio di tali manufatti sono gli isolatori elettrici in silicone, e la macchina realizzata dalla Presma permette al cliente di produrre particolari lunghi quattro metri con stampate uniche invece che con più stampate di manufatti da due metri ciascuno che vengono poi saldati a due a due tra loro. Un altro esempio di macchina per la L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Veduta della “giostra” portastampi.

gomma costruita dalla Presma - sempre riferito da Canziani - è la pressa a iniezione orizzontale PRO 400/1000 F per gomma e silicone solido, con gruppo di chiusura a quattro colonne da 4.000 kN e gruppo di iniezione FIFO da 1.000 cm3 con pressione specifica di 2.000 bar. Questa macchina, dotata di tutta una serie di caratteristiche realizzate per soddisfare specifiche richieste della clientela, fu presentata con successo per la prima volta al pubblico al Plast/Rubber 2012 di Milano. Questo accadeva ieri. Oggi la casa di Gornate Olona rivolge la sua attenzione, sempre nel campo della gomma, a macchine totalmente diverse, realizzate con nuovo criterio, svincolate dal cliché della linea tradizionale e capaci anche di far risparmiare energia e materiale. La Roto R 12 ne è il primo esempio.

La Roto R 12

È la pressa a tavola rotante con la quale la Presma volta completamente pagina e cambia decisamente il suo profilo e la portata della sua presenza nello scenario dei produttori di macchine per lo stampaggio a iniezione della gomma. La Roto R 12 nasce dall’esperienza di Presma e dalla condivisione di idee con Daniele Rassega, un nuovo collaboratore tecnico dell’azienda di Torba. Forte di una trentennale esperienza acquisita nel mondo della gomma, Rassega intravede nella tipologia delle macchine rotative Presma per lo stampaggio di materiali termoplastici la possi44

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bilità di applicare la stessa tecnologia allo stampaggio della gomma. Perché la plastica si e la gomma no? - deve essersi domandato - . Convinto della sua bontà si mette a disposizione dell’azienda nello sviluppo di tale progetto, a dire la verità non nuovo per Giorgio Canziani, contitolare e responsabile tecnico. Da non molto, infatti, Presma aveva realizzato una rotativa a 4 stazioni per lo stampaggio di silicone liquido. Il tecnico rappresenta l’interlocutore giusto per Giorgio e il suo management, che hanno nel DNA ereditato dagli antenati fondatori l’attitudine al cambiamento, la predisposizione alla ricerca di quella speciale novità tecnologica che dovrà consentire ai clienti stampatori di risolvere in modo nuovo i loro problemi, migliorando anche, possibilmente, la produzione. I risultati arrivano. Con la collaborazione di stampisti e produttori di mescole nasce la Roto R 12. Una macchina nuova nel suo genere che è stata presentata con successo per la prima volta sul palcoscenico internazionale della gomma al DKT di Norimberga, svoltosi dal 29 giugno al 2 luglio scorsi, suscitando notevole interesse nei visitatori.

Cos’è e come lavora la nuova macchina

È un modello di pressa per lo stampaggio a iniezione di manufatti in gomma fuori dagli schemi convenzionali. «Il nome dice tutto - ci spiega Canziani - . Roto R 12: pressa rotativa per la gomma a dodici stazioni portastampo».

Cosa vuol dire? «Vuol dire che la pressa è la rappresentazione in miniatura di dodici presse tradizionali monostampo, ma la differenza con queste risiede nel fatto che, dopo l’iniezione in uno stampo, non c’è da aspettare che la mescola vulcanizzi per poi scaricare il prodotto e ripartire con un’altra stampata. Questo, semplicemente perché, con lo stampo ancora chiuso, la tavola ruota e presenta all’iniezione lo stampo successivo. E così via per quante sono le stazioni di cui è dotata la macchina. Al termine del giro, il processo di vulcanizzazione del materiale iniettato nel primo stampo è completo, lo stampo si apre e il prodotto finito viene scaricato in un apposito contenitore». Naturalmente, i tempi di iniezione della mescola e di rotazione della tavola sono calcolati in maniera che, al termine di ogni ciclo, il manufatto di ogni stampo sia vulcanizzato e, quindi, pronto per lo scarico. Sorprendenti i tempi del processo: il ciclo dura 5 secondi, il che significa che in questo brevissimo lasso di tempo il carro avanza verso lo stampo già in posizione, avviene l’iniezione della mescola e poi il carro retrocede. Intanto, la tavola ruota e porta in posizione lo stampo successivo in meno di 2 secondi. Quando la pressa è a regime, lo scarico di ogni stampata avviene ogni 5 secondi; con la pressa monostampo, invece, il ciclo è di 30 secondi circa. A fronte di soli due colpi al minuto possibili con la pressa standard, quindi, con la Roto R 12 si effettuano, in un minuto, ben 12 iniezioni! Una differenza non di poco conto in termini di produttività. Una macchina perfetta, con automatismi precisi controllati da un software di alto livello in grado di gestire e di ottimizzare qualsiasi situazione o inconveniente tecnico. «Se, per esempio, uno stampo già in posizione davanti al carro presenta qualche problema di funzionamento, - ci spiega Rassega - la macchina non inietta, salta quella stazione, e il processo continua regolarmente con gli stampi successivi. Intanto, il sistema si mette in pre-allarme.


Macchinari A sinistra, campioni a 16 e 36 O-ring; in basso, vista della stazione in posizione di scarico della stampata. neamente con due materiali diversi e stampare, quindi, sulla stessa macchina, articoli diversi non solo per forma e dimensioni, ma anche per il compound col quale sono fatti». Macchina di grande flessibilità, quindi, la Roto R 12, e i benefici sulla produttività possono essere anche maggiori aumentando a 18 il numero delle stazioni. Importanti vantaggi, inoltre, si hanno anche sul piano economico per i risparmi che questa pressa consente sul fronte del consumo energetico e di gomma. Basti pensare, per quanto riguarda quest’ultimo fattore, che ogni iniezione per lo stampaggio degli o-ring a base di NBR richiede appena 6 grammi di mescola. A parità di impronte, calcolate sul totale degli stampi montati sulla rotativa, gli stampi di questa macchina sono molto più piccoli dell’unico stampo montato su di una pressa mono-stazione, che riporta più volte lo stesso gruppo di cavità, e di conseguenza presentano canali di flusso non solo più corti, ma anche di sezione minore. Quindi, si riempiono più facilmente e comportano un più basso consumo di materiale, limitando la formazione di bave e riducendo al minimo il volume delle materozze. Inoltre, le dimensioni contenute degli stampi permettono di vulcanizzare a una temperatura più bassa: 185°C contro 200-210°C della pressa convenzionale. Il che non può che giovare alla mescola in termini di riduzione di stress.

Le principali caratteristiche

Se l’anomalia sussiste ancora quando lo stesso stampo si ripresenta all’iniezione, - prosegue il tecnico - la relativa stazione viene saltata di nuovo e la tavola continua a ruotare, ma, nello stesso tempo, il sistema entra in allarme e, quando lo stampo col problema ritorna davanti al carro, la tavola si arresta affinché si possano effettuare gli interventi necessari per eliminare l’inconveniente». La macchina che abbiamo visto in Presma - un prototipo - montava stampi per la produzione di o-ring a base di NBR a 16 impronte, per o-ring da 14 x

1,78 mm, e a 36 impronte, per o-ring da 10,85 x 1,78 mm.

Altri vantaggi

Oltre alla maggiore produttività appena vista, la pluralità degli stampi consente di produrre articoli diversi con la stessa pressa e negli stessi cicli. Ovviamente, utilizzando la stessa mescola. «Ma poiché - precisa Canziani - la macchina può essere equipaggiata anche con due gruppi iniettori, è possibile, con questa configurazione della pressa, lavorare contempora-

Questa macchina presenta gruppi di chiusura con cilindro diretto e dotati ognuno di due piani di riscaldo di 160 x 160 mm ciascuno. La distanza massima tra i piani è di 140 mm, la forza di chiusura è di 118 kN e il passaggio tra le colonne è di 165 x 165 mm. Il gruppo di iniezione, dotato di ugello termoregolato, è a vite punzonante con rotazione azionata da motore oleodinamico. La vite ha un diametro di 25 mm e un rapporto L/D = 15. Il volume di iniezione è di 59 cm3 e la pressione specifica di iniezione di 202 MPa.  L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Italia-Russia: dialogo sul filo della gomma

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n uno scenario internazionale monopolizzato dalle notizie sulla crisi dei migranti, sull’instabilità in Siria e in Iraq e sulle difficoltà economiche della Cina, la tensione sui mercati tra Occidente e Russia è finita in secondo piano nelle notizie pubblicate dai quotidiani. Eppure le sanzioni imposte nel 2014 da Usa e Unione Europea rappresentano un costo alto da pagare, anche per le nostre imprese. A tutto questo si aggiunge un mercato europeo in contrazione. Nonostante queste difficoltà, però, la voglia di collaborare tra imprese italiane e russe è alta nell’ottica di fare tutto quanto possibile per cooperare nei limiti concessi e per mantenere vivi gli scambi. A tal proposito va segnalato un interessante evento organizzato nella propria sede di Cogoleto, in provincia di Genova, da Rogitex Italia, filiale italiana di Rogitex International, importante player nella distribuzione e fornitura di materiali elastomerici, plastiche e carbon black di qualità. In una due giorni in cui ha ospitato numerose aziende italiane ed europee del settore, Rogitex ha infatti invitato rappresentan-

Un momento dell’evento di presentazione di Sibur al mercato italiano, avvenuto nella sede di Cogoleto di Rogitex International. Nella pagina a fianco, un momento di una riunione di lavoro nella sede di Rogitex. 46

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Delle sanzioni dell’Occidente nei confronti della Russia si parla sempre di meno, visto il susseguirsi di altre situazioni che fanno più “audience” come la crisi cinese o quella mediorientale. Ma il danno per l’economia è consistente, anche per l’Italia. Alcuni canali restano però aperti e quello delle materie prime per l’industria della gomma potrebbe rappresentare un ponte in grado di dimostrare che la collaborazione è possibile e costruttiva. Un evento organizzato da Rogitex Int., nella sua sede di Cogoleto (Genova), ha consentito per esempio al gruppo russo Sibur di presentarsi, nell’ottica di un accordo commerciale che ne consentirà in tempi brevi potrà ulteriorment espandere la distribuzione dei suoi prodotti nostro paese


import/export ti dell’importante gruppo russo Sibur, attivo nei settori del gas e del petrolchimico, a presentare la propria organizzazione e i propri prodotti per il settore della gomma e per la modifica dei biturmi. Tra l’interessato uditorio erano presenti esponenti di aziende del settore, tra i quali citiamo Mondo, TotalErg e Mapei. L’incontro ha anche segnato la base di un accordo commerciale che sancisce la già avanzata collaborazione tra le due aziende, per la distribuzione dei prodotti presentati.

L’importanza della Sibur

La relazione proposta dal personale presente di Sibur è stata impostata sulla descrizione del gruppo e sulla capacità produttiva degli impianti, oltre a una descrizione dei prodotti elastomerici proposti. Sibur opera nell’industria del gas e del petrolchimico con una posizione unica e un modello di affari incentrato sul funzionamento integrato dei suoi due segmenti principali: la società possiede e gestisce il più grande business di trasformazione del gas della Russia in termini di volumi oltre ad essere leader nel settore petrolchimico. Dispone di due settori operativi: materie prime e energia, e petrolchimico. Il settore materie prime ed energia prevede la raccolta e il trattamento di “associated petroleumgas” (APG), che il gruppo acquista dalle principali compagnie petrolifere russe. A questo si aggiungono il trasporto, il frazionamento e l’ulteriore trasformazione di gas naturale liquido (NGL), di gas di petrolio liquefatto (GPL), nafta, NGL grezzo, metil butilico terziario etere (MTBE) e altri combustibili e additivi per carburanti. Sibur vende questi prodotti energetici sui mercati russo e internazionale oltre a utilizzarli come materia prima per il suo settore petrolchimico, allo scopo di produrre materiali come polimeri di base, gomme sintetiche, materie plastiche e prodotti di sintesi organica, così come prodotti intermedi e altri prodotti chimici ancora.

Attività e impianti

Al 31 dicembre 2014, il gruppo aveva attivato 26 siti produttivi, con più di 1.400 grandi clienti operanti nei settori energetico, automobilistico, edilizia, beni di largo consumo (FMCG), chimico

I prodotti Sibur Ecco una descrizione dei prodotti elastomerici proposti da Sibur e distribuiti da Rogitex.

Per l’industria della gomma

• Gomme ESBR: i gradi proposti sono quelli standard come l’ESBR 1500 e Il grado ESBR 1502 in forma dry, con un contenuto di stirene legato pari a 23,5% e viscosità Mooney da 42 a 58; inoltre, tale polimero non contiene nitrosammine né sostanze nitrosabili. I gradi di ESBR oleoestesi offerti sono l’ESBR OE 1705 e l’ESBR OE 1723; entrambi utilizzano come estensore un olio minerale trattato (TDAE) nel rispetto delle normative vigenti. • Gomme polibutadieniche (PBE) offerte in due gradi: il primo, BR 1203, è un polibutadiene ottenuto in un processo in soluzione con catalisi al titanio, il cui contenuto di unità 1,4 cis è di almeno 90% e con viscosità Mooney compresa tra 35 e 55; il secondo è il BR 1243, ottenuto con catalisi al neodimio e con un contenuto di unità 1,4 cis di almeno 97%. La viscosità Mooney proposta è pari a 44 +/-5. • I gradi di gomma isoprenica (IR) proposti, ottenuti con catalisi al titanio, sono l’SKI 3 e l’SKI 3S: il primo contiene un antiossidante macchiante, mentre il secondo è un prodotto non staining. • Per quanto riguarda le gomme speciali, la Sibur propone le gomme oleo-resistenti come l’NBR a diverso contenuto di ACN e varie Viscosità, insieme alla gomma Butilica IIR, conosciuto come BK 1675.

Per la modifica dei bitumi

• Sibur propone, inoltre, gradi di gomme termoplastiche a base di butadiene e stirene a blocchi. I gradi proposti sono i copolimeri lineari SBS L 30-01A, il grado radiale SBS R 30-00A e il grado speciale lineare ad elevata presenza di unità 1,2 vinile (30/40%) nella fase butadienica. Insieme, Sibur e Rogitex hanno negli ultimi due anni contribuito anche in questo ambito, a sviluppare un mercato attraverso una stretta collaborazione tecnico-commerciale con visite combinate presso i vari end-users del settore strade e “roofing”, in Italia e all’e stero.

e altro, in circa 70 paesi e avvalendosi di oltre 25.000 persone.

Rogitex, una realtà articolata

Rogitex International è leader globale nella distribuzione e fornitura, per le varie aziende di settore, di materiali elastomerici, plastiche e carbon black di qualità. La società è nata a Montreal (Canada) nel 1980 per iniziativa di Rawi Kayal, che fondò la società per la vendita di Rayon Tyre Cord per l’intero settore internazionale dello pneumatico.

Nei primi dieci anni di attività, Rogitex ha lavorato con successo con i maggiori produttori di pneumatici. A metà degli anni Novanta ha iniziato le vendite di gomma sintetica in Nord America attraverso la consociata Rogitex Rubber. Rogitex Rubber è stato distributore di Petroflex S.A. mentre adesso è diventato distributore di Lanxess Brasile e Alexandria Carbon Black Corp (ACBC). All’inizio del nuovo millennio, Rogitex ha intrapreso una nuova sfida e ha sviluppato un mercato globale per la vendita di gomma sintetica. Oggi, l’azienda L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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La sede di Cogoleto di Rogitex si affaccia su uno scenario tipicamente ligure, tra verde e mare.

ha consolidato tutte le sue operazioni attraverso un solo marchio, Rogitex International Inc. rimanendo fedele alle proprie radici grazie alla presenza sempre attiva in azienda di tre generazioni successive della famiglia Kayal. Gli obiettivi sono quelli di fornire al mercato conoscenza tecnica, servizi specializzati e prodotti di qualità, mantenendo un approccio commerciale flessibile e un modello logistico consolidato indipendenti dalle condizioni di mercato. Rogitex Italia è nata nel 2013 per iniziativa di Philip Kayal e Luca Torti, con lo scopo di conquistare sia il mercato italiano che quello europeo.

La collaborazione tra Rogitex e Sibur

Rogitex International opera i suoi scambi commerciali attraverso gli uffici di Genova e di Oporto, in Portogallo. In quest’ultima sede si occupa dello sviluppo e delle vendite nell’area iberica (Portogallo e Spagna), mentre Genova segue l’Italia e le nazioni confinanti (Austria, Germania, Svizzera e Slovenia). L’amministrazione e la logistica, oltre al supporto commerciale, sono affidate agli uffici di Lugano e di Genova. Un ufficio Rogitex in Russia svolge un ruolo importante anche in funzione della collaborazione con Sibur, e ha lo scopo di garantire un’appropriata gestione della parte burocratica e logistica nel paese, contribuendo allo scambio continuo di

informazioni di mercato, e tecniche col fornitore russo. Un’informazione completa e portata avanti quotidianamente con la massima fiducia reciproca, è figlia di una Partnership cresciuta col tempo e che ha oggi più interessi comuni, che vanno dalla semplice relazione commerciale, al supporto commerciale e logistico presso i produttori di pneumatici, fino alla collaborazione nell’ambito delle tecnologie. Tutte le procedure relative al controllo/ sistema qualità rispettano quanto previsto dalla normativa vigente ISO 9001. Questo aspetto è gestito attraverso l’ufficio centrale di Montreal. Infine, tramite una rete di depositi distribuiti in Europa, Rogitex è in grado di garantire le consegne dei materiali, ai propri clienti, in modalità “just-in-time”. L’azienda ha un portafoglio molto ampio di prodotti (vedi il box alla pagina precedente) e prevede in futuro di continuare a sviluppare il business con i fornitori storici cercando di implementare la penetrazione, insieme ai clienti, nei mercati abituali attraverso un aumento delle vendite di gomme ESBR, PBR, Butile, SBS e sviluppando nuove opportunità, in particolare nei settori applicativi per gomme NBR, EPDM, SSBR, SKI 3

e Carbon Black. Proprio in questa linea si inserisce la collaborazione con Sibur, che di recente ha dedicato molta energia al miglioramento della qualità delle proprie gomme NBR attraverso un processo di “upgrading” qualitativo e della sua capacità. Inoltre, Sibur si propone di studiare e sviluppare nuovi gradi di NBR green/clean, particolarmente richiesti sul mercato della gomma nitrilica. Rogitex sostiene con forza questa azione ed è convinta, grazie ai nuovi prodotti Sibur, di poter conquistare un’adeguata fetta di mercato. Le due società insieme hanno in quest’ultimo anno incontrato più aziende interessate allo sviluppo, e stanno ora portando avanti test avanzati. Sul fronte della gomma SBR in soluzione, invece, Sibur sta sviluppando la produzione principalmente per l’industria dello pneumatico, ma con attenzione anche al mercato industriale dell’articolo tecnico. Si ritiene che questo tipo di gomma possa rappresentare per il prossimo futuro un polimero alternativo per nuove aree di applicazioni. L’introduzione dell’SSBR è già iniziata presso gli utilizzatori finali per una prima valutazione tecnica. 

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Stampare il silicone in 3D: ora si può

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a stampa 3D è una tecnologia con un grande futuro. È utilizzata da aziende, sviluppatori di prodotto e designer per produrre parti di ricambio, prototipi e molto di più. Ma la varietà di materiali utilizzabili è ancora molto ridotta. Finora è stato possibile applicarla a plastiche e metalli. Ora però la Wacker, il gruppo chimico che ha sede a Monaco di Baviera, in Germania, ha sviluppato un metodo che consente di produrre con la stampa 3D anche articoli in silicone. Un robot deposita minute goccioline da un ugello, una accanto all’altra, per costruire il pezzo strato dopo strato. Poi il silicone viene vulcanizzato con luce ultravioletta. Gli oggetti omogenei che ne risultano hanno una superficie virtualmente liscia. Il materiale è biocompatibile, resistente al calore e trasparente e apre nuove applicazioni industriali sia nel settore dell’automotive che nel medicale, in ottica e per gli elettrodomestici.

Un’idea nata di corsa

La maratona, con i suoi 42 km e 195 m da correre, è un’autentica sfida che, per Maximilian Peter, un ingegnere chimico dipendente della Wacker, si è trasformata in una vera e propria passione. Al di là della preparazione fisica è fondamenta-

Ecco come si presenta lo speciale silicone messo a punto da Wacker AG che rende possibile la stampa 3D di questo materiale. 50

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La tedesca Wacker ha messo a punto un sofisticato sistema per stampare in 3D una particolare formulazione di silicone biocompatibile, che viene deposto in minute goccioline da un ugello montato su un braccio robotico e poi vulcanizzato in luce ultravioletta. La soluzione si è già dimostrata efficace per diversi tipi di realizzazioni e potrebbe trovare impiego in molti mercati, non per sostituire la normale stampa a iniezione ma per gestire pezzi particolari, parti di ricambio o prototipi nei settori automotive, medicale e degli elettrodomestici


materie prime Una parte in silicone, il logo di Wacker, realizzata con il metodo di stampa 3D messo a punto in Germania. Consente di produrre pezzi e prototipi anche con geometrie molto complesse.

le avere anche l’equipaggiamento giusto e, in particolare, scarpe da running che calzino i piedi alla perfezione. Peter aveva problemi con le sue scarpe e gli è venuta l’idea di modificarle con solette in grado di assorbire i contraccolpi con il terreno e realizzate su misura dei suoi piedi. «Sul mercato non c’è nulla che consente di produrle in modo autonomo – osserva – ma noi ci siamo quasi arrivati». Insieme ad alcuni suoi colleghi della Wacker Silicones e a ingegneri della Enders Ingenieure Gmbh, una società specializzata nello sviluppo di nuovi prodotti e nella prototipazione, Peter ha messo a punto la soluzione: la stampa in 3D del silicone. Si tratta di un vero e proprio salto in avanti per la manifattura additiva, il termine con cui la stampa 3D è definita dai tecnici. «Finora stampare elastomeri si è rivelato impossibile e, in generale, tutti i materiali gommosi. Per il semplice fatto che non esistevano processi che consentivano di farlo», spiega Bernd Pachaly, capo della ricerca sui siliconi alla Wacker Silicones. Le parti in silicone potevano essere prodotte soltanto con il costoso processo della stampa a iniezione. A causa del costo per la realizzazione degli stampi su misura, il processo diventa economicamente conveniente soltanto per lotti di produzione di una certa dimensione, e non certo per un solo paio di solette da scarpe. «Lo stampaggio a iniezione è il processo codificato per la produzione di serie, e resterà tale», aggiunge Pachaly. «Ma chi realizza prototipi o vuole

soltanto creare poche copie di un oggetti può ora produrle rapidamente e in modo flessibile in piccole serie, modificandole costantemente per soddisfare eventuali nuove esigenze del committente. Cosa che si rivela un grande vantaggio».

Il mercato della stampa 3D

Grazie a questa nuova tecnologia, il silicone si aggiunge alla ristretta schiera di materiali che si possono stampare in 3D, come polimeri termoplastici, metalli e ceramiche. La stampa 3D è destinata a cambiare molti modelli di business ed è l’ispiratrice dei cosiddetti “makers”, termine di moda che indica gli appassionati di questa tecnica. Non ci sono limiti all’immaginazione: menti creative e artisti con il pallino della tecnologia stampano i loro oggetti basandosi su file 3D. Molte società hanno già avviato business sfruttandola: per esempio creatori di materiali per set cinematografici, orafi, produttori di giocattoli o anche di protesi. Per non dimenticare il gran numero di parti di ricambio, prototipi e piccole serie, per cui la stampa 3D ha conosciuto il suo primo impulso. Gli esperti stimano che il mercato globale per la manifattura additiva, nel 2014, ha avuto un valore di circa 3,8 miliardi di dollari, con una crescita annua del 30%. Meno della metà del fatturato è generata dalle vendite di hardware, cioè stampanti e materiali. Ma quello dei servizi, come per esempio lo sviluppo di prodotti e di soluzioni per i clienti, è un bacino ancora più importante.

Ricercatori e imprenditori negli USA hanno riconosciuto da tempo l’importanza del trend che spinge verso la manifattura additiva. Nel paese sono già in funzione circa 150.000 stampanti, anche in scuole elementari. L’Europa sta molto indietro. In Germania, nella zona di Amburgo, un gruppo di politici locali si è adoperato per un maggiore impegno dello stato nella promozione di questa tecnologia, ma finora non è stato avviato un progetto più ampio a livello federale. Anche l’associazione degli ingegneri tedeschi, la VDI, ritiene che sia necessario agire. Nel loro rapporto sui “processi di manifattura additiva”, realizzato nell’autunno del 2014, hanno auspicato lo sviluppo di un più ampio spettro di materiali stampabili, macchine più efficienti e una migliore integrazione e automazione dei processi.

Il processo: come funziona

E sono proprio questi obiettivi che la Wacker e i suoi ingegneri ha cercato di perseguire. Era chiaro fin dall’inizio che la stampa 3D del silicone richiedeva un approccio fondamentalmente nuovo. Il silicone non si fonde per effetto del calore nello stesso modo dei termoplastici o dei metalli. Non può essere applicato strato su strato come una polvere, e fuso con un raggio laser nella forma tridimensionale voluta. Gli esperti hanno quindi optato per un processo che hanno sviluppato in soltanto un anno. Il risultato è notevole. Tutto avviene all’interno di un contenitore di vetro, che contiene sia lo spazio di lavoro che il robot. La macchina è equipaggiata con un ugello, che deposita in rapida successione goccioline di silicone su una superficie che fa da base. La deposizione non è casuale, ma governata dal file realizzato con software di disegno 3D, proprio come accade per una normale stampante su carta. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Il diagramma illustra il processo Wacker 3D. Il primo passo è realizzare il progetto della parte con un programma CAD. Dopo il calcolo delle coordinate spaziali del pezzo (step 2) vengono generate le istruzioni per la stampa (step 3). Poi il robot stampante segue le istruzioni con la massima precisione e deposita punto a punto gli strati di silicone (step 4).

Gli sviluppatori del processo non hanno potuto avvalersi di una soluzione robotica già predisposta. «Una fase cruciale del lavoro di progetto è stata la scrittura di un programma ad hoc» dice Florian Ganz, amministratore delegato di Enders Ingenieure. Pachaly conferma che lo sforzo ha davvero dato i risultato sperati: «Si tratta del primo software davvero user-friendly scritto per questo settore».

Vulcanizzazione UV

Il robot si interrompe a intervalli regolari, durante i quali un raggio UV viene irradiato sulle goccioline che nel frattempo si sono disposte su una sottile linea continua. Il silicone vulcanizza in meno di un secondo, formando il reticolo molecolare che conferisce sostanza al materiale elastomerico. Per effetto della vulcanizzazione prende forma un oggetto omogeneo perché, non appena viene depositato, il materiale viscoso si lega allo strato immediatamente vicino o sottostante. In un test di stampa osserviamo il logo di Wacker prendere forma dal nulla a una velocità impressionante. Dopo un quarto d’ora le lettere, con le loro inconfondibili grazie, sono alte circa un centimetro e spesse diversi millimetri. Naturalmente serve più tempo per produrre oggetti più grandi, ma sul lungo termine gli sviluppatori della tecnologia hanno l’obiettivo di raggiungere un livello di processo di circa 100 g di silicone all’ora. Una velocità sufficiente per applicazioni pratiche.

Contorni precisi

Dal momento che le strutture prodotte dal robot sono estremamente sottili, la precisione è molto elevata. La striscia di silicone depositato ha uno spessore di 0,6 mm e uno spessore della metà. Questo rende possibile la produzione di contorni molto precisi e si traduce in una superficie molto liscia e piacevole al tocco. «La ruviditò – dice Pachaly – può essere contenuta al di sotto dei 100 micron», decisamente inferiore a quella ottenuta nella stampa 3D dei termoplastici. I pezzi hanno effettivamente un aspetto molto vicino a quelli ottenuti per stampa a iniezione. Per arrivare a un risultato di questo tipo, Enrst Selbertinger, uno sviluppatore di nuovi siliconi, ha dovuto creare una formulazione dosabile in piccole gocce liquide e che resta ferma sul posto dove viene deposta. «Pensate a un dentifricio – dice l’esperto – che scorre sotto pressione quando strizzate il tubetto ma che è solida e stabile sullo spazzolino da denti». La “ricetta” però è segreta. L’unica cosa che è stata rivelata è la presenza di platino come catalizzatore per la vulcanizzazione sotto raggi UV. 52

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materie prime

a

b

c

d

Il processo Wacker 3D funziona come una stampante a getto d’inchiostro: l’ugello deposita una goccia di silicone esattamente nel punto determinato dal software (4a e 4b), generando una parte in silicone tridimensionale a partire dal disegno virtuale (4c e 4d).

Bernd Pachaly, a destra, capo della R&D sul silicone alla Wacker, insieme con il tecnico di laboratorio Stefanie Schuster, con cui ha sviluppato in meno di un anno la formulazione del silicone per la stampa 3D. Il materiale non solo deve essere trasparente e restare privo di bolle, ma avere anche proprietà di scorrimento adatte al processo.

Possibili utilizzi

Il logo in silicone di Wacker (che potete vedere in una foto nell’articolo) è solo uno dei tanti risultati tangibili ottenuti mediante il processo e che ne rivelano il potenziale. La stampa 3D è molto più rapida delle tecnologie convenzionali per la produzione di piccole serie o di pezzi unici, come prototipi e parti di ricambio per i tanti componenti in silicone contenuti in un’automobile: connettori, guarnizioni e oggetti simili. «Nel settore automotive non sarà più necessario mantenere ingombranti e costosi stock di parti in silicone», osserva Pachaly. Anche il settore medicale è interessato a questo materiale per la sua biocompatibilità. Utilizzandolo si può pensare di produrre impianti su misura per il paziente, anche durante un’operazione chirurgica, realizzati sulla base di dati forniti da tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica.

Maschere in silicone su misura per respiratori e sistemi di aiuto per l’udito potranno presto essere prodotti con questa tecnica di stampa 3D. Anche chi utilizza occhiali potranno usufruire di naselli in silicone realizzati specificamente per loro. Gli ottici avranno soltanto bisogno di fare una scansione 3D del contorno del naso e introdurlo in un software disegnato apposta per L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Dalle Aziende

anche a eventuali impieghi in ottica, come lenti stampate on demand. E, infine, perché no, si potranno produrre anche solette su misura per scarpe. I possibili mercati che si aprono con questa tecnologia sono veramente tanti.

Allargare la mission

Il processo è estremamente preciso: le strutture di silicone depositate hanno una larghezza di 0,6 mm. Il materiale depositato in gocce si blocca immediatamente sul supporto.

il governo della stampante. Nelle abitazioni, sarà possibile creare stampi da pasticceria di ogni tipo, per esempio con il nome di un familiare. Il silicone resiste alle alte temperature. La mescola specifica usata da Wacker è anche trasparente, motivo per cui i tecnici stanno pensando

«Abbiamo un sacco di idee – dice ancora Pachaly – a intendiamo fornire ai nostri clienti molto di più del semplice silicone per la manifattura additiva». In altre parole Wacker intende, in un prossimo futuro, occuparsi di soluzioni di sistema complete, cioè fornire ai clienti non solo la materia prima ma anche la macchina adatta e il software per gestire la stampa 3D. Anche per Wacker si apre quindi l’opportunità di creare nuovi servizi. «Non ci limiteremo più a scaricare fusti di prodotti chimici nelle fabbriche che serviamo», dice ancora il manager. In futuro, il valore aggiunto sarà dato dalla fornitura di soluzioni complete, orientate alle esigenze del cliente. La stampa 3D promette di essere la soluzione ideale per riuscirci. 

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NORMATIVE Normative

Controllo dei pericoli: arriva la Seveso III

di Beatrice Garlanda

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Sostanze pericolose

I

l Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 14 luglio 2015 pubblica il decreto legislativo 26 giugno 2015, n.105 di attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose (c.d. Direttiva Seveso III). Il decreto è entrato in vigore il 29 luglio scorso. Conseguentemente è stato abrogato il precedente d.lgs. 334/99 e i suoi decreti ministeriali di attuazione che, fino a quel momento, costituivano la normativa di riferimento in materia. Il nuovo decreto lascia inalterata la struttura di base del precedente, adeguandone, però, le disposizioni alla direttiva Seveso III. In linea di continuità con la normativa previgente, il nuovo testo si prefigge di prevenire gli incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e di limitarne le conseguenze per la salute e per l’ambiente. Vediamone i tratti salienti.

 Campo d’applicazione ed esclusioni Il decreto legislativo n. 105 del 26 giugno, entrato in vigore il 29 luglio, aggiorna la normativa sugli incidenti e i rischi legati all’impiego di sostanze pericolose, e sostituisce il precedente decreto legislativo 334/99, adeguandosi alle disposizioni della direttiva Seveso III. Vediamone in sintesi i contenuti salienti, tra cui anche l’obbligo per gli imprenditori di confrontarsi con le aziende vicine per verificare se un eventuale incendio del proprio stabilimento possa produrre un rischio per la popolazione e l’ambiente ancora maggiori nel caso in cui interessi anche attività vicine. Riportiamo anche l’Allegato 1 al decreto che consente di individuare, in base alla quantità di materiali pericolosi stoccati, il livello di soglia, superiore o inferiore, a cui appartiene lo stabilimento in questione

Il campo d’applicazione è molto vasto, riguardando gli stabilimenti, come definiti nell’articolo 3, ovvero: «tutta l’area sottoposta al controllo di un gestore, nella quale sono presenti sostanze pericolose all’interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture e le attività comuni o connesse». Gli stabilimenti sono divisi tra quelli di soglia superiore e quelli di soglia inferiore. Lo stabilimento di soglia inferiore è quello nel quale «le sostanze pericolose sono presenti in quantità pari o superiori a quelle elencate nella colonna 2 della parte 1 o nella colonna 2 della parte 2 dell’allegato 1, ma in quantità inferiori alle quantità indicate nella colonna 3 della parte 1, o nella colonna 3 della parte 2 dell’allegato I, applicando, ove previsto, la regola della sommatoria di cui alla nota 4 dell’allegato 1» Lo stabilimento di soglia superiore è, invece, quello in cui le sostanze pericolose sono presenti in quantità pari o superiori alle quantità indicate nella colonna 3 della parte 1 o nella colonna 3 della parte 2 dall’allegato I, applicando, ove previsto, la regola della sommatoria di cui alla nota 4 dell’allegato I” Per maggior chiarezza riportiamo l’allegato 1 a conclusione di quest’articolo Si noti che rientrano nell’ambito di applicazione anche gli scali merci di ferrovia quando: - svolgono attività di riempimento o svuotamento di cisterne di sostanze pericolose o di carico/scarico in carri o container di sostanze pericolose alla rinfusa in quantità uguali o superiori a quelle di cui all’allegato I; - effettuano una specifica attività di deposito, diversa da quella propria delle fasi di trasporto, di sostanze pericolose presenti in quantità uguali o superiori a quelle indicate nell’allegato I I casi, invece, cui non si applica il provvedimento in oggetto sono elencati dal comma 2 dell’art.2.



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Normative

Valutazione dei pericoli di incidente

Il ministero dell’Ambiente deve, su proposta del gestore o altro soggetto interessato, valutare l’impossibilità in pratica che una sostanza pericolosa di cui alla parte 1 o elencata nella parte 2 dell’allegato I, provochi un rilascio di materia o energia che possa dar luogo a un incidente rilevante, sia in condizioni normali che anormali, ma ragionevolmente prevedibili. Per adempiere questo compito, il ministero si avvale dell’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione ambientale) e degli altri organi tecnici nazionali di competenza specifica (cfr. art.9). Sono rinviati ad un futuro decreto interministeriale i criteri e le modalità specifici di tale valutazione. Essa si basa, in ogni caso, su una o più delle seguenti caratteristiche: a) la forma fisica delle sostanze pericolose in condizioni normali di lavorazione o manipolazione o in caso di perdita di contenimento non programmata; b) le proprietà intrinseche della sostanza o delle sostanze pericolose, in particolare quelle relative al comportamento dispersivo in uno scenario di incidene rilevante (es. massa molecolare, tensione di vapor saturo); c) la concentrazione massima della sostanza o delle sostanze pericolose nel caso di miscele.

 Competenze

Il capo II del decreto in questione (articoli da 5 a 11) stabilisce quali sono le funzioni, ai fini dell’applicazione del decreto stesso, di: - ministero dell’Ambiente - ministero dell’Interno - Regioni - Altri enti territoriali - Organi tecnici nazionale e regionali. Si segnala, al riguardo, il rafforzamento del ruolo di indirizzo e coordinamento svolto dal ministero dell’Ambiente. Ai sensi dell’articolo 11, infatti, è istituito presso tale dicastero un coordinamento per l’uniforme applicazione in Italia delle disposizioni del decreto in oggetto.

 Obblighi del gestore

Il gestore deve adottare tutte le misure necessarie per prevenire incidenti rilevanti e limitarne le conseguenze per la salute umana e l’ambiente. Egli è obbligato a trasmettere al CTR (Comitato tecnico regionale), alla Regione e al soggetto da essa designato, al ministero dell’Ambiente tramite l’ISPRA, alla Prefettura, al Comune e al Comando provinciale dei Vigili del fuoco una notifica redatta secondo il modulo di cui all’allegato 5 e contenente le seguenti informazioni: a) il nome o la ragione sociale del gestore e l’indirizzo dello stabilimento b) la sede legale del gestore, con l’indirizzo completo 58

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

c) il nome e la funzione della persona responsabile dello stabilimento, se diversa da quella di cui alla lettera a) d) le informazioni che consentano di individuare le sostanze pericolose e la categoria di sostanze pericolose presenti o che possono essere presenti e) la quantità e lo stato fisico della sostanza pericolosa o delle sostanze pericolose in questione f ) l’attività, in corso o prevista, dello stabilimento g) l’ambiente immediatamente circostante lo stabilimento e i fattori possibili di causare un incidente rilevante o di aggravarne le conseguenze. In questo punto sono inserite anche le informazioni, se disponibili, sugli stabilimenti adiacenti, sui siti che non rientrano nell’ambito di applicazione del decreto, sulle aree e sviluppi edilizi che potrebbero essere all’origine o aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante o di effetti domino. La notifica è inviata: a) per gli stabilimenti nuovi, centottanta giorni prima dell’inizio della costruzione o sessanta giorni prima delle modifiche che comportano un cambiamento dell’inventario delle sostanze pericolose b) in tutti gli altri casi, entro un anno dalla data a decorrere dalla quale la direttiva Seveso III si applica allo stabilimento. Si segnala che l’obbligo di notifica di cui sopra non si applica se, anteriormente al 1° giugno 2015, il gestore ha già trasmesso la notifica ai destinatari che abbiamo sopra elencato e se le informazioni contenute nella stessa soddisfano i requisiti richiesti dal decreto in oggetto e sono rimaste invariate. Il gestore, unitamente alla notifica, invia ai medesimi destinatari le ulteriori informazioni indicate nelle sezioni informative dell’allegato 5. Sono, infine, indicati i casi in cui il gestore è tenuto ad aggiornare la notifica.

Politica di prevenzione

Il gestore ha l’obbligo di redigere un documento in cui definire la propria politica di prevenzione degli incidenti rilevanti e deve farsi carico dell’applicazione del documento stesso. Tale politica deve essere proporzionata ai pericoli di incidenti rilevanti e comprende gli obiettivi generali e i principi d’azione del gestore, il ruolo e la responsabilità degli organi direttivi e l’impegno del gestore al miglioramento continuo. Il documento è depositato presso lo stabilimento entro gli stessi termini che abbiamo visto sopra per la notifica e non deve essere redatto, qualora sia già stato trasmesso prima del 1° giugno 2015 alle condizioni previste dal decreto stesso. Il documento è riesaminato e, se necessario, aggiornato, almeno ogni due anni o in caso di modifiche che accentuino il rischio di incidente rilevante. Si precisa che il gestore deve predisporre e attuare la politica di prevenzione tramite mezzi e strutture idonee e tramite un sistema di gestione della sicurezza, in conformità all’allegato 3 e alle linee guida dell’allegato B del decreto in oggetto.


Sostanze pericolose  Modifiche

L’art.18 elenca i casi in cui, essendo cambiata la situazione preesistente, il gestore è tenuto a riesaminare e, se necessario, aggiornare la notifica e le sezioni informative dell’allegato 5, il documento sulla prevenzione, il sistema di gestione della sicurezza, nonché il rapporto di sicurezza. Si deve tener conto, al riguardo, di quanto previsto dall’allegato D.

 Effetto domino

 Rapporto di sicurezza

Il gestore di uno stabilimento di soglia superiore deve redigere un rapporto di sicurezza che è parte integrante del documento sulla politica di prevenzione. Nell’articolo 15 sono specificate le finalità di tale rapporto e le tempistiche, riguardanti sia gli stabilimenti preesistenti che quelli nuovi, per la sua trasmissione e per gli aggiornamenti. Precisiamo che il rapporto di sicurezza deve indicare il nome delle organizzazioni partecipanti alla stesura dello stesso e contenere almeno i dati di cui all’allegato 2, ovvero: • informazioni sul sistema di gestione e sull’organizzazione dello stabilimento in relazione alla prevenzione degli incidenti rilevanti • presentazione del sito dello stabilimento • descrizione dello stabilimento • identificazione a analisi dei rischi di incidenti e metodi di prevenzione • misure di protezione e di intervento per limitare le conseguenze di un incidente rilevante. Inoltre l’allegato C definisce i criteri, i dati e le informazioni occorrenti per la redazione del rapporto di sicurezza, i criteri per l’adozione di misure specifiche in relazione ai diversi tipi di incidente e i criteri per la valutazione del rapporto stesso da parte dell’autorità competente. Chiunque intende realizzare un nuovo stabilimento di soglia superiore deve, prima di iniziare la costruzione degli impianti, ottenere, oltre a tute le autorizzazioni previste dalla legislazione vigente, il nulla osta di fattibilità di cui all’articolo 17. A tal fine presenta al CTR un rapporto preliminare di sicurezza redatto secondo i criteri di cui all’allegato C. Il permesso di costruire non può essere rilasciato in mancanza del nullaosta di fattibilità. Inoltre, prima di dare inizio all’attività, il gestore deve ottenere il parere tecnico conclusivo di cui all’articolo 17. A tal fine egli presenta al CTR la versione definitiva de l rapporto di sicurezza.

IL CTR deve individuare, in accordo con la regione e sulla base dei criteri di cui all’allegato E, gli stabilimenti o i gruppi di stabilimenti di soglia inferiore o superiore per i quali il rischio e le conseguenze di un incidente rilevante possono essere maggiori a causa della posizione geografica e della vicinanza degli stabilimenti e dell’inventario delle sostanze pericolose presenti. I gestori degli stabilimenti di cui sopra devono: a) scambiarsi le informazioni necessarie per consentire di riesaminare e, se del caso, modificare, in considerazione della natura e dell’entità del pericolo globale di incidente rilevante, i rispettivi documenti relativi alla politica di prevenzione, i sistemi di gestione della sicurezza, i rapporti di sicurezza, i piani d’emergenza interna b) cooperare nell’informare la popolazione e i siti adiacenti che non rientrano nell’ambito d’applicazione del decreto, nonché nella trasmissione delle informazioni all’autorità competente.

 Piano d’emergenza

Per tutti gli stabilimenti di soglia superiore il gestore è tenuto a predisporre un piano d’emergenza interna. Nell’art.20 sono stabiliti gli obblighi e le tempistiche inerenti tale piano. Per tutti gli stabilimenti di soglia inferiore le eventuali emergenze all’interno dello stabilimento, connesse con la presenza di sostanze pericolose, sono gestite secondo le procedure e le pianificazioni predisposte dal gestore nell’ambito dell’attuazione del sistema di gestione di cui all’articolo 14 e all’allegato 3. Sia per gli stabilimenti di soglia superiore che per quelli di soglia inferiore, al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti, il Prefetto predispone il piano d’emergenza esterna allo stabilimento e ne coordina l’attuazione. Per tale adempimento, egli agisce d’intesa con le regioni e gli enti locali interessati, sentito il CTR , previa consultazione della popolazione e sulla base delle linee guida previste dall’art.21.

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Normative

 Controllo dell’urbanizzazione

Nelle zone in cui si trovano gli stabilimenti si applicano requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione del territorio, al fine di prevenire gli incidenti rilevanti o limitarne le conseguenze, nei casi di: a) insediamenti di stabilimenti nuovi o modifiche di stabilimenti esistenti b) nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti (per esempio vie di trasporto, luoghi frequentati dalla collettività, zone residenziali) qualora l’insediamento o l’infrastruttura possono aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante. È rinviata a un futuro decreto, da adottarsi entro il 29 luglio 2016, la predisposizione delle linee guida in materia di assetto del territorio, per la formazione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale e delle relative procedure d’attuazione. Lo stesso decreto prevederà anche i requisiti minimi di sicurezza cui abbiamo sopra accennato. Fino all’emanazione di tale decreto valgono, in quanto applicabili, le disposizioni del d.m. 9 maggio 2001 (G.U. 16 giugno 2001)

 Informazioni al pubblico

Le informazioni possedute dalle autorità competenti in applicazione del decreto in oggetto sono messe a disposizione del pubblico che ne faccia richiesta, con le modalità previste dall’art.3 del d.lgs. 195/2005 (attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale). La divulgazione delle informazioni può, però, essere rifiutata o limitata dall’autorità competente nei casi previsti dall’art.5 del decreto legislativo sopra citato Si segnala che, per gli stabilimenti di soglia superiore, il CTR deve fare in modo che l’inventario delle sostanze pericolose e il rapporto di sicurezza sino accessibili, su richiesta e con le limitazioni previste, al pubblico. Ai sensi del comma 6 dell’art.23, inoltre, il Comune ove è situato lo stabilimento deve mettere tempestivamente a disposizione del pubblico le informazioni fornire dal gestore, rendendole, se necessario, più compressibili, fermo restando che tali informazioni devono includere almeno i contenuti minimi riportati nelle sezioni informative A1,D,F, H, L del modulo di cui all’allegato 5. Le informazioni di cui sopra, comprensive di informazioni chiare e comprensibili sulle misure di sicurezza e sul comportamento da tenere in caso di incidente rilevante, sono fornite d’ufficio dal sindaco a tutte le persone ed a qualsiasi struttura ed area frequentata dal pubblico, compresi scuole ed ospedali, che possono essere colpiti da un incidente rilevante verificatosi in uno degli stabilimenti, nonché a tutti gli stabilimenti ad esso adiacenti soggetti a possibile effetto domino 60

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È offerta al pubblico interessato l’opportunità di esprimere il proprio parere e partecipare a discussioni in materia ambientale.

 Accadimento di incidente rilevante

Al verificarsi di un incidente rilevante, il gestore è tenuto a: a) adottare le misure previste dal piano d’emergenza interna e, per gli stabilimenti di soglia inferiore, dalle pianificazioni e dalle procedure predisposte nell’ambito del sistema di gestione della sicurezza b) informare tutti i soggetti elencati dall’art.25, comma 1, in merito a: - circostanze dell’incidente - sostanze pericolose presenti - dati disponibili per valutare le conseguenze dell’incidente per la salute, l’ambiente e i beni - misure d’emergenza adottate - informazioni sulle misure previste per limitare gli effetti dell’incidente a medio e lungo termine ed evitare che esso si ripeta c) aggiornare le informazioni fornite se emergono nuovi elementi che modificano le precedenti informazioni o le conclusione tratte. L’art.25 dispone poi quali sono, al verificarsi di un incidente rilevante, gli obblighi a carico del Prefetto, del CTR e della Regione.

 Informazione sull’incidente rilevante

In caso di incidente rilevante che risponde ai criteri previsti dall’allegato 6, il ministero dell’Ambiente predispone, appena possibile, un sopralluogo, per la raccolta e la comunicazione alla Commissione UE delle informazioni relative all’incidente stesso (cfr. art. 26). Per la comunicazione di tali informazioni è utilizzata la banca dati sugli incidenti rilevanti di cui all’art. 21 della direttiva Seveso III. Le informazioni sono comunicate alla Commissione non appena possibile e, al più tardi, entro un anno dalla data dell’incidente.

 Ispezioni

Le ispezioni devono essere adeguate al tipo di stabilimento e sono svolte per permettere un esame pianificato e sistematico di sistemi tecnici, organizzativi e di gestione applicati. In particolare l’ispezione è tesa a garantire che il gestore possa comprovare: a) di aver adottato misure adeguate per prevenire qualsiasi incidente rilevante b) di disporre di mezzi sufficienti a limitare le conseguenze di incidenti rilevanti all’interno e all’esterno del sito c) che i dati e le informazioni contenuti nel rapporto di sicu-


Sostanze pericolose bilimenti, comprendenti l’indicazione della frequenza delle visite in loco per le varie tipologie di stabilimenti. Le ispezioni ordinarie sono disposte dal CTR o dalla regione o dal soggetto da essa designato; quelle straordinarie dalle autorità competenti in materia di rischio di incidente rilevante, di propria iniziativa o su richiesta del ministero dell’Ambiente. L’autorità competente deve comunicare al gestore, entro quattro mesi da ciascuna ispezione, le conclusioni dell’ispezione e tutte le misure da adottare. Se, nel corso dell’ispezione, è stato individuato un caso grave di non conformità al decreto, entro sei mesi è effettuata un’ispezione supplementare.

Sanzioni

L’art.28 elenca tutte le sanzioni che sono comminate al gestore per inadempimento delle disposizioni del decreto in oggetto. Si tratta sia di sanzioni penali che di sanzioni amministrative. È anche prevista la diffida ad adempiere, per le violazioni più gravi (art.28, comma 8) e, in caso di mancata ottemperanza, viene sospesa l’attività per il tempo necessario all’adeguamento degli impianti alle prescrizioni indicate e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi. Se il gestore, anche dopo il periodo di sospensione, continua a non conformarsi alle disposizioni del decreto, l CTR, la regione o il soggetto da essa designato ordinano la chiusura dello stabilimento o, se possibile, di un singolo impianto o di una parte di esso. 

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rezza o in altra documentazione presentata ai sensi del decreto in oggetto descrivano fedelmente la situazione dello stabilimento d) che siano rese pubbliche le informazioni, ai sensi dell’art.23. Il ministero dell’Interno, in collaborazione con l’ISPRA, predispone un piano nazionale di ispezioni, relativo agli stabilimenti di soglia superiore; le regioni predispongono piani regionali di ispezioni, riguardanti tutti gli stabilimenti di soglia inferiore ubicati nei rispettivi territori. Essi assicurano anche il coordinamento e l’armonizzazione dei piani d’ispezione di rispettiva competenza. Sulla base del piano di ispezioni di cui sopra, il ministero dell’Interno, avvalendosi del CTR e la Regione, avvalendosi del soggetto allo scopo designato, predispongono annualmente i programmi delle ispezioni ordinarie per tutti gli sta-

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Normative Allegato 1 del decreto 105/2015

Le sostanze pericolose comprese nelle categorie di pericolo elencate nella colonna 1 della parte 1 dell’allegato 1 sono soggette alle quantità limite di cui alle colonne 2 e 3 della parte 1. Qualora una sostanza pericolosa sia compresa nella parte 1 dell’allegato 1 e sia elencata anche nella parte 2, si applicano le quantità limite di cui alle colonne 2 e 3 della parte 2.

Parte 1 Categorie delle sostanze pericolose

La presente parte comprende tutte le sostanze pericolose che rientrano nella categoria di pericolo di cui alla colonna 1 Colonna 1

Categorie delle sostanze pericolose conformemente al regolamento (CE) n.1272/2008

Colonna 2 Colonna 3 Categorie delle sostanze pericolose conformemente al regolamento (CE) n.1272/2008 Requisiti di soglia Requisiti di soglia inferiore superiore

Sezione “H”-PERICOLI PER LA SALUTE H1 TOSSICITA' ACUTA Categoria 1, tutte le vie d'esposizione H2 TOSSICITA' ACUTA - Categoria 2, tutte le vie d'esposizione - Categoria 3, esposizione per inalazione (cfr. nota 7) H3 TOSSICITA' SPECIFICA PER ORGANI BERSAGLIO (STOT)- ESPOSIZIONE SINGOLA STOT SE categoria 1

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Sezione “P”- PERICOLI FISICI P1a ESPLOSIVI (cfr. nota 8) - Esplosivi instabili; oppure - Esplosivi, divisione 1.1,1.2, 1.3, 1.5 o 1.6; oppure - Sostanze o miscele aventi proprietà esplosive in conformità al metodo A.14 del regolamento (CE) n.440/2008 (cfr. nota 9) e che non fanno parte delle classi di pericolo dei perossidi organici e delle sostanze e miscele autoreattive P1b ESPLOSIVI Esplosivi, divisione 1.4 (cfr. nota 10) P2 GAS INFIAMMABILI Gas infiammabili, categoria 1 o 2 P3a AEROSOL INFIAMMABILI (cfr. nota 11.1) Aerosol “infiammabili” delle categorie 1 o 2, contenenti gas infiammabili di categoria 1 o 2 o liquidi infiammabili di categoria 1 P3b AEROSOL INFIAMMABILI (cfr. nota 11.1) Aerosol “infiammabili” delle categorie 1 o 2, non contenenti gas infiammabili di categoria 1 o 2 né liquidi infiammabili di categoria 1 P4 GAS COMBURENTI Gas comburenti, categoria 1 P5a LIQUIDI INFIAMMABILI - Liquidi infiammabili, categoria 1 oppure - Liquidi infiammabili di categoria 2 o 3 mantenuti a una temperatura superiore al loro punto di ebollizione oppure - Altri liquidi con punto di infiammabilità ˂60° C, mantenuti a una temperatura superiore al loro punto di ebollizione (cfr. nota 12) P5b LIQUIDI INFIAMMABILI - Liquidi infiammabili di categoria 2 o 3 qualora particolari condizioni d'utilizzazione, come la forte pressione o l'elevata temperatura, possano comportare il pericolo di incidenti rilevanti, oppure - Altri liquidi con punto di infiammabilità ˂ 60° C, qualora particolari condizioni d'utilizzazione, come la forte pressione o l'elevata temperatura, possano comportare il pericolo di incidenti rilevanti (cfr. nota 12) P5c LIQUIDI INFIAMMABILI Liquidi infiammabili, categorie 2 o 3, non compresi in P5a e P5b P6a SOSTANZE E MISCELE AUTOREATTIVE E PEROSSIDI ORGANICI Sostanze e miscele autoreattive, tipo A o B, oppure Perossidi organici, tipo A o B P6b SOSTANZE E MISCELE AUTOREATTIVE E PEROSSIDI ORGANICI Sostanze e miscele autoreattive, tipo C, D, E o F, oppure Perossidi organici, tipo C, D, E o F P7 LIQUIDI E SOLIDI PIROFORICI Liquidi piroforici, categoria 1 Solidi piroforici, categoria 1 P8 LIQUIDI E SOLIDI COMBURENTI Liquidi comburenti, categoria 1, 2 o 3, oppure Solidi comburenti, categoria 1, 2 o 3

Sezione “E” - PERICOLI PER L'AMBIENTE 62

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Sostanze pericolose E1 Pericoloso per l'ambiente acquatico, categoria di tossicità acuta 1 o di tossicità cronica 1 E2 Pericoloso per l'ambiente acquatico, categoria di tossicità cronica 2

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Sezione “O” - ALTRI PERICOLI O1 Sostanze o miscele con indicazione di pericolo EUH014 O2 Sostanze e miscele che, a contatto con l'acqua, liberano gas infiammabili, categoria 1 O3 Sostanze o miscele con indicazione di pericolo EUH029

Parte 2 Sostanze pericolose specificate Colonna 1

Numero CAS

-

Colonna 2 Colonna 3 Quantità limite (tonnellate) i fini dell’applicazione dei Requisiti di soglia Requisiti di soglia inferiore superiore 5000 10000 1250 5000 350 2500 10 50 5000 10000 1250 5000

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20 10

0,1 100 25

Sostanze pericolose 1. Nitrato d'ammonio (cfr. nota 13) 2 Nitrato d'ammonio (cfr. nota 14) 3 Nitrato d'ammonio (cfr. nota 15) 4 Nitrato d'ammonio (cfr. nota 16) 5 Nitrato di potassio (cfr. nota 17) 6 Nitrato di potassio (cfr. nota 18) 7 Pentossido di arsenico, acido (V) arsenico e/o suoi sali 8 Triossido di arsenico, acido (III) arsenioso e/o suoi sali 9 Bromo 10 Cloro 11 Composti del nichel in forma polverulenta inalabile: monossido di nichel, biossido di nichel, solfuro di nichel, bisolfuro di trinichel, triossido di dinichel 12 Etilenimina 13 Fluoro 14 Formaldeide (conc. > 90%) 15 Idrogeno 16 Acido cloridrico (gas liquefatto) 17 Alchili di piombo 18 Gas liquefatti infiammabili, categoria 1 o 2 (compreso GPL) e gas naturale (cfr nota 19) 19 Acetilene 20 Ossido di etilene 21 Ossido di propilene 22 Metanolo 23 4,4'-metilen-bis-(2-cloroanilina) e/o suoi sali, in forma polverulenta 24 Isocianato di metile 25 Ossigeno 26 2,4- Diisocianato di toluene 2,6- Diisocianato di toluene 91-08-7 27 Dicloruro di carbonile (fosgene) 28 Arsina (triidruro di arsenico) 29 Fosfina (triidruro di fosforo) 30 Dicloruro di zolfo 31 Triossido di zolfo 32 Poli-cloro-dibenzofurani e poli-cloro-dibenzodiossine (compresa la TCDD), espressi come TCDD equivalente (cfr nota 20) 33 Le seguenti sostanze CANCEROGENE o le miscele contenenti le seguenti sostanze cancerogene, in concentrazione superiori al 5% in peso: 4- Amminobifenile e/o suoi sali, benzotricloruro, benzidina e/o suoi sali, ossido di bis(clorometile), ossido di clorometile e di metile, 1,2-dibromoetano, solfato di dietile, solfato di dimetile, cloruro di dimetilcarbamoile, 1,2-dibromo-3-cloropropano, 1,2-dimetilidrazina, dimetilnitrosammina, triammide-esametilfosforica, idrazina, 2-naftilammina e/o suoi sali, 4-nitrodifenile e 1,3- propansultone

-

1

151-56-4 7782-41-4 50-00-0 1333-74-0 7647-01-0 -

10 10 5 5 25 5

20 20 50 50 250 50

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50

200

74-86-2 75-21-8 75-56-9 67-56-1 101-14-4 624-83-9 7782-44-7

5 5 5 500

50 50 50 5000 0,01 0,15 2000

584-84-9 10 75-44-5 7784-42-1 7803-51-2 10545-99-0 7446 – 11 - 9

200

100 0,3 0,2 0,2 15

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0,75 1 1 1 75 0,001

0,5

2 segue L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2015

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Normative Colonna 1

Numero CAS

Sostanze pericolose 34 Prodotti petroliferi e combustibili alternativi a)benzine e nafte, b)cheroseni, c) gasoli, d) oli combustibili densi, e) combustibili alternativi che sono utilizzati per gli stessi scopi e hanno proprietà simili per l'infiammabilità e i pericoli per l'ambiente dei prodotti di cui alle lettere da a) a d) 35 Ammoniaca anidra 36 Trifluoruro di boro 37 Solfuro di idrogeno 38 Piperidina 39 Bis (2-dimetilaminoetil)(metil) ammina 40 3-(2-etilesilossi)propilammina 41 Miscele (*) di ipoclorito di sodio classificate come pericolose per l'ambiente acquatico per tossicità acuta di categoria 1 [H400] aventi un tenore di cloro attivo inferiore al 5% e non classificate in alcuna delle categorie di pericolo nella parte 1 dell'allegato 1 (*) A condizione che la miscela non sia classificata come pericolosa per l'ambiente acquatico per tossicità acuta di categoria 1 [H400] in assenza di ipoclorito di sodio 42 Propilammina (cfr. nota 21) 43 Acrilato di ter-butile (cfr. nota 21) 44 2-Metil-3-butenenitrile (cfr. nota 21) 45 Tetraidro-3,5-dimetil-1,3,5-triadiazina-2-tione (Dazomet) (cfr. nota 21) 46 Acrilato di metile (cfr. nota 21) 47 3-Metilpiridina (cfr. nota 21) 48 1-Bromo-3-cloropropano (cfr. nota 21)

Colonna 2 Colonna 3 Quantità limite (tonnellate) i fini dell’applicazione dei Requisiti di soglia Requisiti di soglia inferiore superiore

-

2500

25000

7664-41-7 7637-07-2 7783-06-4 110-89-4 3030-47-5 5397-31-9

50 5 5 50 50 50

200 20 20 200 200 200

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2000 500 2000 200 2000 2000 2000

107-10-8 1663-39-4 16529-56-9 533-74-4 96-33-3 108-99-6 109-70-6

Non ci è possibile riportare il contenuto delle note sopra menzionate. Riportiamo, quindi, sul punto alla lettura del testo originale.

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News Segni di ripresa: il fatturato dell’industria torna a crescere

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o scorso luglio il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, ha registrato, stando ai dati Istat, una flessione dell’1,1% rispetto a giugno, sintesi di una diminuzione sul mercato interno (-1,7%) e di un incremento su quello estero (+0,2%). Al netto dell’energia il calo del fatturato totale si ridimensiona a -0,5%. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo aumenta dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti (+1,7% per il fatturato interno e +1,0% per quello estero). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 23 come a luglio 2014), il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 2,3%, con incrementi dell’1,2% sul mercato interno e del 4,2% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per i

beni di consumo (+0,5%), mentre registrano flessioni per l’energia (-7,4%), per i beni strumentali (-2,3%) e per i beni intermedi (-0,1%). L’indice grezzo del fatturato cresce, in termini tendenziali, del 2,2%: il contributo più ampio a tale aumento viene dalle vendite di beni strumentali sul mercato interno. Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+22,1%), mentre la maggiore diminuzione, fra i settori manifatturieri, riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,2%). Per gli ordinativi totali, si registra un incremento congiunturale dello 0,6%, sintesi di un aumento del 3,1% per gli ordinativi interni e di una flessione del 2,9% per quelli esteri. Nel confronto con il mese di luglio 2014,

l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 10,4%. L’incremento maggiore si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+61,3%), mentre la flessione maggiore si osserva nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-1,9%).

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Taccuino

Engel a Fakuma all’insegna della smart factory

D

opo la premessa rappresentata dal Simposio organizzato da Engel in Austria lo scorso mese di giugno presso il Design Center di Linz, per le conferenze tecniche, e lo stabilimento di St. Valentin, per le dimostrazioni applicative (ne abbiamo parlato nel numero 631 della rivista a pag. 36), il costruttore austriaco di presse presenterà a Fakuma, per la prima volta a una fiera, la realizzazione concreta del concetto di smart factory sviluppato nel corso della manifestazione di Linz-St. Valentin. Fakuma, la fiera internazionale della lavorazione della plastica, è in programma dal 13 al 17 ottobre a Friedrichshafen, e Engel vi partecipa sotto lo slogan “Più di una macchina”, a significare la sua capacità di offrire soluzioni ottimali in termini di efficienza, produttività e qualità grazie all’utilizzo intelligente “smart”, come oggi si usa dire - di macchine, strumentazioni e processi gestiti da una organizzazione aziendale anch’essa smart. Questi, infatti, gli elementi basilari della fabbrica intelligente: smart machines, smart production e smart services. E lo stand avrà le connotazioni della smart factory che dimostrerà, appunto, come macchine e isole di produzione possano essere sfruttate al meglio grazie a queste sue tre impostazioni fondamentali. I dati relativi alle presse sono raccolti in un computer centrale che provvedw a programmare i compiti delle macchine, a visualizzarne lo stato durante il processo e a creare rapporti di qualità e file di documentazione. La smart factory presenta cinque applicazioni innovative dedicate ai cinque principali settori industriali di interesse storico per il costruttore di Schwertberg: automotive, stampaggio tecnico, teletronics (elettronica e telecomunicazioni), packaging e medicale. Particolarmente interessante, specificamente per il settore della gomma, l’applicazione della tecnologia dello stampaggio multicomponente al settore dello stampaggio tecnico. In particolare, allo stampaggio a iniezione integrato che combina le resine termoplastiche e il silicone in strati stabili. Un esempio è rappresentato dalle membrane che ga-

rantiscono la funzionalità e la sicurezza delle pompe e dei sistemi di ventilazione. Una Engel victory 200H/60L/140 combi con robot lineare viper 40 integrato fabbricherà membrane in poliammide (PA) fibrorinforzata e silicone liquido. A ogni ciclo, il robot estrae ot-

to manufatti finiti - i substrati in resina - e li trasferisce nella seconda serie di impronte dello stampo bicomponente a 8+8 impronte, dove vengono sovrastampati con il silicone liquido (LSR). Durante la fase del sovrastampaggio, la pressa produce una nuova serie di sub-

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015

67


News

strati in PA. In questa lavorazione Engel si avvale della collaborazione della Schneegans Freudenberg Silicon (Losenstein, Austria) per il silicone e della Elmet (Oftering, Austria) per lo stampo. Questa applicazione dello stampaggio di manufatti bicomponenti dimostra come meglio non si potrebbe in altro modo il beneficio procurato dall’assenza delle colonne nel gruppo di chiusura delle presse victory: il robot lineare può accedere direttamente e senza difficoltà alle impronte da entrambi i lati dello stampo bicomponente: uno stampo voluminoso, che occupa tutto il piano portastampo, fino ai bordi. I movimenti molto precisi dello stampo durante la chiusura, inoltre, assicurano una distribuzione uniforme della forza su tutta la superficie del piano, contribuendo, in tal modo, a una stabilità ottimale del sistema nella lavorazione dell’LSR. Un processo completamente automatizzato, senza scarti e senza bave, che elimina, quindi, anche la necessità di una rilavorazione del manufatto.

Una open house della Saspol a dicembre

D

allo scorso mese di luglio è operativo un accordo di collaborazione tra la Saspol e la Yizumi Rubber Machinery di Guangdong, produttore, tra i primi in Cina, di presse per lo stampaggio a iniezione della gomma e del silicone. In forza di questo accordo, l’azienda di Vigevano ha assunto l’esclusiva in Italia per la vendita delle pompe del produttore cinese, che ha una produzione molto variegata di prodotti, suddivisa su tre stabilimenti principalei. Le macchine per lo stampaggio a iniezione della gomma sono prodotte nello stabilimento annesso alla sede centrale del gruppo, nella città di Shunde. L’accordo sarà ufficializzato nel corso di una Open House che si svolgerà dal 14 al 18 del prossimo mese di dicembre presso la sede della Saspol con la partecipazione anche di importanti partner italiani del costruttore di Vigevano. La sede dell’evento è il sito produttivo

di Saspol Technology, in corso Torino 98 a Vigevano. Per informazioni più dettagliate è possibile scrivere all’azienda all’indirizzo di posta elettronica saspol@saspol.it o visitare il sito internet www.saspol.it

Contratto gommaplastica. I sindacati definiscono le richieste

L

o scorso 23 settembre l’Assemblea nazionale delle strutture e dei delegati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil ha approvato a Roma – dopo il via libera delle oltre 300 assemblee dei lavoratori (94% dei consensi) – la piattaforma per il rinnovo del contratto del settore gomma-plastica (oltre 140.000 i lavoratori interessati, dipendenti da più di 5.500 imprese), in scadenza il 31 dicembre 2015. La piattaforma sindacale è stata subito inviata alle associazioni imprenditoriali di riferimento (Federazione Gomma Plastica, Assorimap, Unionplast, Airp – tutte aderenti a Confindustria) per l’avvio immediato delle trattative.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015


Taccuino

È di 105 euro la richiesta di aumento salariale dei sindacati per il triennio 2016 2018, «una richiesta coerente – dicono i sindacati – con la situazione economica attuale, che deve garantire la difesa del potere di acquisto dei salari attraverso l’incremento dei minimi, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative». Secondo i sindacati, il capitolo sulle relazioni industriali dovrà prevedere spazi di confronto su tutti i temi della democrazia industriale ed economica , nel pieno rispetto dell’art. 46 della Costituzione, e la sperimentazione di modelli partecipativi nelle imprese. Sul fronte “caldo” dell’occupazione, due in particolare le richieste avanzate: 1) un progetto di solidarietà generazionale che favorisca l’uscita dei lavoratori anziani con l’assunzione di giovani ad orario ridotto: se il lavoratore chiede il part-time, l’azienda si deve far carico comunque della sua totale copertura contributiva; 2) un’attenzione particolare dovrà essere prestata alle opportunità di lavoro rivolte ai giovani attraverso progetti e percorsi definiti in

alternanza studio-lavoro, in stretto rapporto con la scuola e l’Università. Sul tema dei diritti e tutele, occorre confermare il sistema vigente di tutele previste dall’attuale contratto in materia di progressività e proporzionalità delle sanzioni disciplinari. Relativamente poi alle procedure di licenziamento collettivo, vanno garantiti a tutti i nuovi assunti le disposizioni previste agli art. 4, 5 e 24 della legge 223/1991, oltre alla richiesta di due giorni in più di permesso retribuito nel congedo per paternità e permessi ulteriori per patologie oncologiche. Sugli appalti i sindacati chiedono con for-

za di tutelare la continuità occupazionale, normativa e di reddito dei lavoratori anche in caso di cambiamento di appalto, applicando la procedure prevista all’art.2112 del codice civile. Infine sul welfare contrattuale, una novità assoluta: se il costo del welfare – sostengono i sindacati – è parte del costo contrattuale, le aziende dovranno versare il loro contributo al Fondo di previdenza complementare (“Fondogommaplastica”) a prescindere se il lavoratore lo incrementi con proprie risorse aggiuntive, garantendo in questo modo l’universalità del trattamento. Quanto al nuovo Fondo sanita-

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA settembre 2015

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News

rio integrativo (“FAG&P”) - operativo dal 1 gennaio 2016 – si chiede che le aziende si facciano carico per 12 mesi del contributo per l’iscrizione dei lavoratori, proprio per favorirne l’adesione. Queste sono, ovviamente, le richieste sindacali. Ora si tratterà di vedere come le associazioni di categoria degli imprenditori, in primis la Federazione Gomma Plastica, risponderanno a queste sollecitazioni.

Sistemi innovativi di modellizzazione della stampa a iniezione in mostra a Cleveland

D

ow Corning e R.D. Abbott Company (RDA), due gruppi statunitensi da molto tempo impegnati nel settore della gomma, hanno sviluppato una serie di tecniche per modellizzare il processo produttivo basate sull’impiego del software Moldflow di Autodesk, sviluppato per realizzare simulazioni CAD in 3D del processo di iniezione LSR, corredate da date e grafici sul tasso di restringimento post-curing, linee di pressione e temperature e tempi di vulcanizzazione.

Le potenzialità del sistema sono presentate in due relazioni tecniche tenute da tecnici di Dow Corning e RDA in occasione della International Elastomere Converence in programma dal 12 al 15 ottobre a Cleveland, in Ohio. Rick Ziebell, di RDA, parlando della soluzione, ha spiegato che quanto presentato a Cleveland e mostrato anche nello stand della sua azienda è «la prima dimostra-

zione in grado di fornire dati di prodotto completamente caratterizzati per un vasta gamma di durometri. I dati prodotti possono aiutare i produttori a ridurre i rischi e definire i punti critici dei loro progetti prima di compiere importanti investimenti in macchinari e progettazione. Dow Corning è la prima azienda in grado di fornire dati online pienamente caratterizzati per tutti i suoi gradi di silicone liquido.

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