MERCATO: I DATI DEL 2015 SOFTWARE DI SIMULAZIONE QUALITà IN OUTSOURCING
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
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MARZO 2016 - NUMERO 2
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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio di
SOMMARIO
Federazione Gomma Plastica
assogoMMa
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
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L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA Marzo 2016
8 Rassegna della stampa tecnica estera
L’INTERVISTA
11 la fabbrica del futuro sarà tutta matematica e sensori E intelligenza distribuita. Questo almeno è il parere
di Nunzio Abbate, responsabile del System Lab di STMicroelectronics, il leader italo-francese nel settore dei semiconduttori, dove si studiano le tecnologie prossime venture. Ecco la sua idea di come cambierà il modo di produrre, anche nelle aziende di dimensioni medie e piccole, tipiche del tessuto produttivo italiano e del settore della gomma
mondogomma
14 È stabile l’europa della gomma
L’Etrma, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli tecnici in gomma, ha pubblicato i dati finali dell’anno 2014 che confermano la stabilità del settore in Europa. Nel nostro continente produzione e fatturati non crescono magari con la velocità dell’Estremo Oriente o di alcune aree del continente americano, ma mostrano comunque una tranquilizzante stabilità
FOCUS 19 speciale macchine
tecnologia e materiali sono gli ingredienti del successo italiano
Come sta andando il mercato? Quali novità si stanno affacciando in tema di tecnologie e di materiali dal processare? Lo abbiamo chiesto a 12 protagonisti del mercato delle macchine e attrezzature per la manifattura degli articoli in gomma. I pareri di: • Desma • Franciacorta Stampi • IMG • ORP Stampi • Presma • REP • Rivi Magnetics • RPM • Saspol • State Technologies • Suprema • UTP Vision
ANNO 59 - MARZO - n. 2
Tovo Gomma DALLE AZIENDE
34 il coraggio di specializzarsi
PumaTech è una giovane azienda del Pavese che ha scelto di produrre macchine per la filiera della gomma molto speciali: ghigliottine, tagliastrisce, sbavatrici e talcatrici per la rifinitura del prodotto. Una scelta che le ha consentito di ritagliarsi un importante mercato di nicchia
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40 prevedere la pressione
negli stampi per elastomeri SigmaSoft presenta le funzionalità del suo software Virtual Molding che consente di simulare il comportamento delle mescole nello stampaggio a iniezione tenendo in considerazione anche variazioni di pressione e di viscosità del materiale
44 UN NUOVO R&D CENTER PER MESGO
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Il gruppo con sede a Gorlago ha appena aperto un centro di ricerca e sviluppo attrezzato con macchinari e tecnologie all’avanguardia
46 arriva il controllo qualità in outsourcing
La DP Gomma di Castelli Calepio (Bergamo) ha aperto poco più di un anno fa con l’obiettivo di fornire un servizio di analisi del prodotto e di controllo qualità a tutti quei produttori di piccole dimensioni che non possono investire in un laboratorio test interno.
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49 taccuino 62 calendario degli eventi 64 gli inserzionisti di questo numero
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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LABORAtorio per la CERTIFICAZIONE E RICERCA SUI SISTEMI ELASTOMERICI
con il patrocinio del C.N.R.
Un laboratorio specializzato al servizio dell’industria della gomma Il Cerisie È un laboratorio costituito dall’AIRIEL (Associazione Italiana per la Ricerca nell’Impiego degli Elastomeri) e dall’ASSOGOMMA con il patrocinio del CNR. Gli utenti I trasformatori di materiali elastomerici ed affini; i produttori di materie prime, macchinari e apparecchiature di prova; gli utilizzatori di prodotti finiti. I collegamenti Collabora con Enti di Normazione quali UNI e ISO. Partecipa a prove interlaboratoriali organizzate dal National Bureau of Standards U.S.A. per verificare la ripetitibilità e la riproducibilità dei risultati. I servizi Prove fisico-meccaniche, analisi chimiche, collaudi, consulenze e sperimentazioni, formulazione di mescolanze, ottimizzazione di cili produttivi, corsi di addestramento e aggiornamento, ricerca applicata. Le agevolazioni Sulle prove e sui servizi, i soci AIRIEL godono di uno sconto del 40% Per i soci ASSOGOMMA lo sconto è del 15%. Via Privata Cadore,13 - 20098 San Giuliano Milanese (MI) Tel. 0298804.43 - Fax 029880975 info@cerisie.it www.cerisie.it
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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ELASTICA
Rassegna della stampa tecnica estera
Apparecchiature laboratorio Evoluzione delle metodologie di prova del reometro RPA per l’industria della gomma.
John S. Dick, Senior Scientist, Tianxiang Xue, Application Specialist, Product Management Alpha Technologies, Akron, OH (USA) - email: john.dick@alpha-technologies.com - RFP n. 3/2015, Volume 10, pag. 186-193.
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i tratta di un articolo ricco di immagini, grafici e fotografie, il tutto per illustrare l’interessante storia e gli sviluppi del reometro RPA (Rubber Processing Analyzer = analizzatore della lavorazione della gomma), strumento ormai diffuso in molti laboratori di aziende del settore gomma. Dall’anno della sua introduzione sul mercato (1992), l’RPA ha visto evolvere il suo utilizzo da applicazioni ricerca e sviluppo a risoluzione dei problemi di produzione (1999), per approdare ad applicazioni di assicurazione qualità giornaliere di routine, codificate oggi in nove metodi standard ASTM e ISO (2005). Sono le tre evoluzioni citate che vengono esaminate nei dettagli, sempre 8
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
esemplificati da grafici opportuni, e che testimoniano lo sviluppo delle metodologie RPA e delle procedure per caratterizzare più efficacemente gli elastomeri crudi, per misurare e prevedere la processabilità di miscele di materie prime, per analizzare profili di scottatura e di vulcanizzazione e per prevedere la prestazione di articoli di gomma tramite la misurazione delle proprietà dinamiche dopo la vulcanizzazione. Grazie all’RPA si sono sviluppate anche tecniche per prove speciali su elastomeri termoplastici, gomma naturale e gomma alveolare. Si sono messe a punto anche nuove procedure per consentire all’RPA di essere un efficace simulatore di vulcanizzazione, un testatore di rilassamento della tensione e uno strumento per registrare le differenze di riscaldamento viscoso del non vulcanizzato e di accumulo di calore del vulcanizzato tra mescole di gomma diverse. Con recenti miglioramenti nella gamma e nella precisione di scansioni di deformazione e frequenza, previsioni migliori di viscosità ad alta velocità di taglio si possono effettuare tramite la regola Cox-Mez, migliore previsione di stato della mescolazione si raggiunge
tramite ASTM D6204 Parte B (alta deformazione), migliore previsione del grado di silanizzazione si può fare attraverso migliorate scansioni di più vasta gamma di deformazione per l’effetto Payne e migliori classificazioni di imminenti consegne di gomma naturale con l’RPA tramite ASTM D7050. L’RPA può essere utilizzato non solo per esaminare effetti di invecchiamento anaerobico di mescole di gomma, ma nuove tecniche sono state sviluppate anche per misurare gli effetti di invecchiamento aerobico. Ci si può rendere rapidamente conto di tutti i potenziali utilizzi dell’RPA scorrendo le norme ISO/ASTM, riportate in un’unica tabella alla fine dell’articolo.
Nuovi materiali Miglioramento del processo di mescolazione della gomma mediante la comprensione della reologia della mescola.
Dr. Gerard Nijman, Senior Process Development Engineer, Apollo Tyres Global R&D BV, Enschede (The Netherlands) - email: gerard.nijman@apollotyres.com - RFP n. 3/2015, Volume 10, pag. 168-173.
Abbiamo letto per voi
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copo di questo studio è mettere in relazione lo sviluppo della reologia della mescola di gomma al suo processo di mescolazione, soprattutto per quanto riguarda mescole con silice. Con una migliore comprensione della reologia della mescola le procedure di mescolazione si possono ottimizzare in qualità e produttività. Per questo la reometria a trasformata di Fourier è un potente metodo, che permette di studiare la complessa serie di eventi che si verificano lungo la linea di mescolazione. Questa reologia fornisce molte più informazioni circa le interazioni carica-carica e carica-polimero allo stadio non vulcanizzato rispetto ai comuni metodi di laboratorio. Una migliore comprensione dello sviluppo delle proprietà reologiche della mescola è la condizione preliminare per ottimizzare il processo di mescolazione. L’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dei pneumatici in Europa ha aumentato l’interesse nella comprensione delle proprietà dinamico-meccaniche delle mescole di gomma usate nei pneumatici. Da queste proprietà dipendono infatti la resistenza al rotolamento e la tenuta sul bagnato, i cui valori influenzano il consumo di carburante e l’inquinamento ambientale. Particolare interesse rivestono oggi le mescole per pneumatici con silice ed è su questa casistica che il presente studio si incentra, illustrando in dettaglio la teoria della mescolazione di polimero e silice, che si puntualizza essere non solo meccanica ma anche chimica, con l’intervento del silano che idrofobizza la superficie della silice. In questo processo intervengono forze di taglio elevate, con conseguente accumulo di calore, in contrasto con la necessità di una condizione isotermica per la silanizzazione: da qui l’esigenza di studiare la relazione tra la dispersione della silice e la reologia delle mescole con silice. Lo studio descrive quindi le misurazioni viscoelastiche non lineari, parlando dell’effetto Payne e della teoria della trasformata di Fourier. Successivamente si illustra diffusamente il processo di mescolazione con le diverse fasi di lavorazione, in rap-
porto allo sviluppo della reologia della mescola, per focalizzarsi sul primo stadio della mescolazione e considerando sempre il comportamento di silice e silano e le interazioni carica-carica e carica-polimero. Particolarmente interessante è la parte finale dello studio, nella quale si cerca di dare risposta ad alcune domande: • cosa succede durante i primi 3,5 minuti del processo di mescolazione del masterbatch? • cosa accadrebbe con l’efficienza di mescolazione se quella del masterbatch fosse interrotta dopo un tempo di silanizzazione breve (inferiore a 1 minuto) e il masterbatch fosse rimescolato? • qual è la procedura di mescolazione più efficace per mescole con silice nell’intero processo dalla mescolazione del masterbatch fino al completamento dello stadio finale della mescolazione? • quale sarebbe l’effetto di una mescolazione isotermica durante la mescolazione del masterbatch? Si arriva così al concetto della mescolazione effettuata per mezzo di un miscelatore tandem. Conclusione dello studio è che, considerando la complessa lavorazione di mescole con silice nel settore dei pneumatici, con la necessità di ottenere sia micro che macrodispersione della silice, è essenziale comprendere lo sviluppo delle proprietà reologiche della mescola al fine di ottimizzare il processo di mescolazione del masterbatch.
Nuovi materiali Oli di processo sicuri, derivati da petrolio, utilizzati in mescole a base NR e NR/SBR: effetti del tipo di olio e del suo contenuto sulle proprietà di mescole caricate con nero di carbonio.
Anida Petchkaew, Kannika Sahakaro,Songkla University, Pattani (Thailand), Wilma K. Dierkes, Jacques W.M. Noordermeer, University of Twente, Enschede (The Netherlands) - email: kannika.sah@psu.ac.th, j.w.m.noordermeer@utwente.nl – KGK n.9/2015, pag. 20-29.
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nche se l’argomento è già stato ampiamente dibattuto, è comunque ancora molto interessante leggere uno studio approfondito sui tipi di oli di processo minerali sicuri utilizzati in mescole per pneumatico, che ne analizza il comportamento in rapporto ai polimeri (gomma naturale, polibutadiene, SBR) e alla carica (nero di carbonio) impiegati: di conseguenza si esaminano le proprietà finali della mescola e il suo comportamento viscoelastico, che determinano la prestazione del pneumatico ottenuto. Questo è quanto si prefigge lo studio in oggetto, che si apre con una panoramica dei polimeri utilizzabili, di cui ricorda le caratteristiche, che li rendono idonei in mescole per pneumatico, e dei tipi di olio a disposizione (DAE, TDAE, MES, NAP e naturale, di cui solo i primi tre sono stati usati nelle prove). Si dichiara quindi lo scopo della ricerca, ossia la verifica dei tipi di olio, usati in quantità variabile, sulle proprietà della lavorazione, sulle caratteristiche di vulcanizzazione, sulla dispersione della carica, sull’interazione carica-carica, sulle proprietà meccaniche e dinamiche di mescole in NR e NR/SBR caricate con nero N330 (grado usato tipicamente in mescole battistrada per pneumatici vettura). Praticamente lo studio si basa su mescole NR e NR/SBR (50 phr per entrambi i polimeri), caricate con 60 phr di nero N330 e con tipi e quantità variabili di olio, vulcanizzate con classico sistema a zolfo, CBS e DPG. Sono stati utilizzate le tipiche apparecchiature di prova (viscosimetro, reometro dinamometro, SEM etc.) per controllare le mescole crude e vulcanizzate; tali prove hanno determinato la scelta di non tenere successivamente in considerazione la mescola a base NR/SBR con 10 phr di olio DAE a causa del suo inspiegabile irregolare comportamento. Lo studio vero e proprio si articola in tre corpose sezioni, che riguardano viscosità e caratteristiche di vulcanizzazione delle mescole, interazioni carica-carica e dispersione della carica e influenza dei tipi e delle quantità di olio sulle proprietà meccaniche. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Abbiamo letto per voi
ELASTICA Meritano di essere menzionate le seguenti situazioni emerse nelle sezioni sopracitate: • la quantità, più che il tipo di olio, influenza le viscosità delle mescole NR e NR/SBR • nelle mescole a base NR/SBR il tipo di olio ha un effetto minimo sulla velocità di vulcanizzazione, mentre nelle mescole a base NR l’olio DAE conferisce una velocità leggermente più alta • l’effetto Payne è più elevato nel caso di olio DAE, sia in masterbatch NR che NR/SBR, per qualunque quantità di utilizzo, indice questo di una più alta interazione caricacarica • l’aggiunta di 5 phr di olio lubrifica la mescola con carica e riduce le forze di taglio generate durante la mescolazione • l’olio DAE ha una migliore compatibilità con NR e SBR rispetto agli oli TDAE e MES • tutti e tre gli oli hanno una buona solubilità sia in NR che in SBR, ma compatibilità diversa con DAE migliore e MES peggiore • le proprietà meccaniche dei vulcanizzati in NR sono scarsamente influenzate dal tipo di olio, mentre quelle in NR/SBR mostrano differenze più rilevabili • la Tg è discretamente influenzata dal tipo di olio con conseguenze sul comportamento viscoelastico delle mescole e sulla resistenza all’abrasione • il tipo di olio usato influisce sulla rottura a fatica e sulla vita a fatica dei vulcanizzati In conclusione si può affermare che: • le mescole con olio DAE hanno le viscosità più basse ma viscosità complesse più alte quando messe a confronto con le miscele contenenti olio TDAE e MES • le mescole con oli diversi mostrano caratteristiche di vulcanizzazione simili ma l’aumento del contenuto di olio prolunga i tempi di scottatura e di vulcanizzazione ottimale e abbassa la differenza del momento torcente
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
• l’utilizzo di olio DAE offre il più alto effetto Payne sia nelle mescole caricate di NR che di NR/SBR ma l’aumento del contenuto di olio riduce le interazioni carica-carica • i micrografi SEM rivelano che il nero di carbonio è disperso finemente in tutte le mescole NR, ma la miscela NR/SBR con olio MES mostra una dispersione di carica leggermente inferiore a quelle senza olio e con oli DAE e TDAE • la sostituzione dell’olio DAE con gli oli TDAE e MES non ha praticamente effetto sulle proprietà meccaniche ma influenza le proprietà meccaniche dinamiche a causa dei diversi valori di Tg • la sostituzione dell’olio DAE con gli oli TDAE e MES migliora le proprietà elastiche delle mescole caricate sia a base NR che NR/SBR.
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M.L. Tawfic, A.I. Hussein, Polymer and Pigments Department National Research Center Dokki, Cairo (Egypt) - email: medhat_ lotfy2000@yahoo.com – KGK n. 9-2015, pag. 30-34.
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sistono diverse applicazioni industriali, che richiedono articoli di gomma che resistano agli oli e siano stabili al calore (ad esempio tubi, guarnizioni, supporti motore). In realtà non esiste nessuna gomma, che possa soddisfare entrambi i requisiti, e questa sfida spinge ricercatori e tecnologi a studiare miscele speciali con due o più gomme, composte da una che resista al rigonfiamento in olio e un’altra che possieda un’elevata stabilità termica. È risaputo che la gomma EPDM offre la più alta resistenza alla degradazione termica, grazie all’assenza di doppi legami insaturi, e che la gomma NBR possiede una grande resistenza al rigonfiamento in olio per i diversi parametri di solubilità rispetto all’olio stesso. Una miscela delle due gomme permette di produrre articoli in grado di resistere sia all’invecchiamento termi-
co che al rigonfiamento in olio. Esiste però un problema di incompatibilità tra EPDM e NBR a causa della loro diversa polarità. Lo scopo di questo studio è verificare la prestazione del prodotto di sintesi tra N-metil-p-fenilendiammina ed olio epossidato, da utilizzare come compatibilizzante tra EPDM e NBR in sinergia con la sua attività di antiossidante e plastificante. La caratterizzazione viene effettuata mediante spettroscopia FT-IR e HNMR, nonché con l’ausilio di DCS e SEM. Il passo successivo consiste nella determinazione della quantità ottimale di utilizzo dell’addotto: a questo scopo si addiziona una miscela 50/50 di EPDM/NBR con 2,5-5-7,5 e 10 phr senza aggiungere carica e vulcanizzando con lo stesso sistema a zolfo. La determinazione del carico di rottura mostra che la quantità di 7,5 phr è la più efficiente per ottenere la compatibilità delle due gomme. Si esamina poi la compatibilizzazione della miscela EPDM/NBR rilevando, sia con l’utilizzo di SEM che di DSC, che la concentrazione di 7,5 phr la rende ottimale, permettendo alla miscela di raggiungere un unico valore di Tg a – 37°C. Si ottiene una tabella, in cui vengono riportate le caratteristiche reometriche e i valori delle proprietà meccaniche per le mescole di EPDM e NBR tal quali, con e senza l’addotto, e le miscele 50/5’0 sempre con e senza addotto. È interessante notare come l’addotto abbia effetto accelerante e antiscottatura nella miscela. In conclusione lo studio stabilisce che la reazione tra olio epossidato e Nmetil-p-fenilendiammina porta alla formazione di un addotto, la cui concentrazione ottimale di utilizzo in miscela EPDM/NBR (50/50) risulta essere 7,5 phr. Questa concentrazione infatti aumenta la sua compatibilità e nello stesso tempo migliora stabilità termica e proprietà meccaniche. L’addotto sintetizzato si rivela, in definitiva, un agente multifunzionale, dal momento che si comporta come compatibilizzante, accelerante, antiscottatura, antiossidante e plastificante.
L’INTERVISTA
La fabbrica del futuro sarà tutta matematica e sensori di Riccardo Oldani
STMicroelectronics è uno dei leader mondiali nel settore dei semiconduttori, produttore di componenti elettroniche – sensori, componenti radio, microcontrollori, transistor, dispositivi di potenza e MEMS (sistemi microelettromeccanici) – che trovano ampio utilizzo nei dispositivi mobili e in moltissimi oggetti tecnologici connessi alla rete. Sistemi sempre più diffusi nell’Internet delle Cose (IoT) e che trovano applicazione anche nell’automazione industriale, in soluzioni per la fabbrica del futuro, quella che i tedeschi chiamano “industry 4.0” e che in Italia preferiamo definire “fabbrica intelligente” o quarta rivoluzione industriale. Proprio per anticipare le future, possibili applicazioni di questi dispositivi, STMicroelectronics ha creato un System Lab, una task force di cervelli, alcuni dei quali con una formazione in robotica. Il loro lavoro è immaginare applicazioni per i prodotti ST già esistenti oppure prevedere nuove funzioni e soluzioni, dettate dal diffondersi dell’IoT e dell’Industry 4.0, da trasformare in prodotti di nuova concezione. In altre parole, è un gruppo di progettisti che hanno il compito di immaginare il futuro, sulle solide basi della tecnologia e della scienza attuali: forse l’osservatorio migliore per capire come potrebbe essere l’impresa del domani. Il quartiere generale dei laboratori del System Lab si trova nella sede di Catania di STMicroelectronics, a cui fa capo un network di laboratori distribuiti nel mondo. A Catania abbiamo incontrato il responsabile di tutta la struttura , Nunzio Abbate, per farci raccontare la sua idea di fabbrica intelligente e l’apporto che la microelettronica, e le tecnologie sviluppate da ST in particolare, potrebbe dare al suo sviluppo.
Nunzio Abbate, General Manager System Lab & SPG, Industrial & Power Group di STMicroelectronics.
Il modo di produrre sta cambiando. Dallo stabilimento classico, in cui tutte le funzioni sono centralizzate e gestite dall’alto, si sta passando a un nuovo concetto di intelligenza distribuita, in cui grazie a sensori e controlli di nuova generazione è possibile gestire in modo più flessibile il manufacturing. È la cosiddetta Industry 4.0, o fabbrica intelligente, un modello che si può adattare non soltanto alle grandi industrie, ma anche alle aziende di piccole e medie dimensioni, tipiche della realtà italiana e del comparto della gomma. Siamo andati in STMicroelectronics, leader nel settore dei semiconduttori, dove si sta ragionando su queste tecnologie proprio considerando i vantaggi e le applicazioni per le nostre imprese. In vista di un rinnovamento cui tutti coloro che operano nel manifatturiero non potranno sottrarsi L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA gennaio ∙ febbraio 2016
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L’INTERVISTA
Come fate a “immaginare” il futuro? Bisogna tenere presente che noi siamo innanzi tutto “enabler”, abilitatori tecnologici: mettiamo cioè a punto tecnologie e componenti che poi i nostri partner utilizzano per sviluppare prodotti finiti, siano essi di consumo o di qualsiasi altro tipo, compresi quelli destinati all’automazione industriale. Tutto nel nostro lavoro si basa sulla tecnologia del silicio, che richiede tempi di sviluppo lunghi e investimenti ingenti. Mediamente, da quando si decide di sviluppare un prodotto finito innovativo alla sua effettiva immissione sul mercato passano diversi anni. È quello che viene definito Hype cycle (cioè il tempo richiesto perché un’innovazione diventi matura e applicabile nella realtà a partire dal suo primo sviluppo). Ebbene, chi opera nel settore dei semiconduttori deve adottare una curva Hype anticipata di almeno 5 anni Abbiamo sviluppato rispetto al prodotto una soluzione, basata finito. Per essere competitivi siamo su algoritmi di nostra obbligati, quindi, a creazione, che è in lavorare con questo grado di controllare anticipo. Ma il i consumi dei motori nostro obiettivo è anche di sviluppare elettrici brushless un know-how e di ottimizzarne il applicativo sui funzionamento e il nostri prodotti, rendimento in modo affinché tutti i nostri clienti praticamente immediato, possano utilizzare le entro un minuto nostre tecnologie, dall’accensione. anche le aziende di piccole e medie Uno strumento utile per i dimensioni, che non costruttori di macchine hanno la possibilità di investire massicciamente in ricerca e sviluppo. Pensando all’automazione industriale come si traduce questo concetto? Le faccio un esempio. Partendo dai nostri microcontrollori della serie STM32 abbiamo realizzato una soluzione, basata su algoritmi di nostra creazione, che è in grado di controllare i consumi dei motori elettrici brushless e di ottimizzarne il funzionamento e il rendimento in modo praticamente immediato, in meno di un minuto dall’accensione. Questo senza bisogno di sensori dedicati collocati sui motori. I motori elettrici sono estremamente energivori: assorbono il 65% dei consumi di energia nell’industria in Italia e molto si può ancora fare per renderli più efficienti. Quindi, avere a disposizione uno strumento come quello che abbiamo sviluppato è estremamente interessante. Lo è 12
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
sia per gli imprenditori sia, soprattutto, per gli sviluppatori e costruttori di macchine, che sanno bene quanto sia impegnativo implementare la tecnologia a inverter. Un passaggio che richiede notevoli competenze di base per tarare il software ed effettuare i controlli. La nostra soluzione di “self commissioning”, come la definiamo noi, o di “motor profiling”, consente di evitarlo. Basta applicarla a qualsiasi motore elettrico e questa, automaticamente e velocemente, ne trova il profilo di funzionamento ottimale. E questo vale non soltanto per i motori nuovi, ma anche nel corso di tutta la loro vita operativa. I motori elettrici tendono, come ogni dispositivo, a usurarsi con il tempo, a perdere in prestazioni. Il nostro “profiler” è in grado di trovare la loro curva di rendimento ottimale in ogni momento della vita operativa e di avere quindi sistemi sempre perfettamente efficienti. Come si sta evolvendo il concetto di fabbrica, per quanto potete apprezzare dal vostro osservatorio? Qual è l’essenza della fabbrica intelligente secondo voi? Ormai sono sempre più numerosi i processi che non si possono più fare a mano e richiedono un’elevata automazione. Per esempio tutti quelli che richiedono precisioni submicrometriche, indispensabili per la produzione di tutti i dispositivi elettronici. In Asia sono stati fatti grossi investimenti, in ambito manifatturiero, per introdurre in modo spinto l’automazione nelle industrie, soprattutto quelle che producono elettronica. In Italia questo può avvenire nei settori dove siamo eccellenti, per esempio tutti i macchinari per il packaging o per utilizzi molto specializzati. Questa spinta verso l’automazione richiede sempre di più anche un cambiamento nel concetto del sito produttivo. Storicamente la fabbrica è sempre stata una struttura molto centralizzata, con celle di lavoro controllate dall’alto da un CAM, un sistema di automazione che supervisiona tutte le macchine in funzione e le governa in base a un preciso programma di produzione. La miniaturizzazione sempre più spinta di sensori, dispositivi elettronici, processori ad alta velocità, sta portando a un nuovo concetto, quello di fabbrica distribuita, organizzata in aree in cui si possono svolgere localmente una serie di processi non solo di
Nunzio Abbate - STMicroelectronics produzione, ma anche di autodiagnosi o di cambio tipo. C’è insomma una maggiore autonomia a livello del field, cioè del campo di lavoro. Come cambia allora il controllo di fabbrica? Questi sistemi non devono più essere supervisionati a livello centrale, ma possono godere di una maggiore libertà operativa, aumentando il livello e la quantità di informazioni locali. Se, per esempio, si hanno, in un impianto, 100 isole di produzione tutte uguali, allora è possibile raccogliere tutti i dati che provengono da ciascuna di esse, elaborarli con algoritmi predittivi e individuare dei pattern, delle ricorrenze. Per esempio si può scoprire che a una determinata ora di funzionamento gli utensili delle macchine tendono a rompersi. Questo diventa fondamentale per programmare interventi di manutenzione e, in definitiva, tutto il funzionamento dello stabilimento. Andiamo verso il dominio dei controlli distribuiti, quindi? Sì, anche perché la loro applicazione può andare oltre l’impianto e riguardare le singole macchine. Prendiamo per esempio un robot. Un tempo gli inverter che controllavano l’efficienza dei singoli motori elettrici che governano i giunti erano tutti concentrati in un cabinet esterno. Noi siamo stati tra i primi, già dal 2008, in un progetto di ricerca condotto da Comau, a miniaturizzare le schede a inverter e collocarle direttamente sul robot, eliminando tutto il passaggio di cavi da cabinet alla macchina. Ora si sta andando oltre. Non solo miniaturizzando i robot e moltiplicando il loro numero in fabbrica. Ma anche introducendo nuovi dispositivi miniaturizzati, per esempio sensori, da mettere a bordo di robot o di macchine al posto di altri dispositivi più ingombranti e costosi, nell’ottica di una semplificazione che porta anche a ottimizzare le prestazioni. In che modo? Faccio un altro esempio innovativo. In ST stiamo sperimentando un nuovo metodo per il cosiddetto “positioning” di un braccio robotico, cioè per controllare i movimenti del braccio e ottimizzarne le traiettorie.
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Oggi questa funzione viene svolta da dispositivi elettromeccanici decisamente costosi, encoder o resolver, in grado di rilevare il movimento angolare dei giunti del braccio e di tradurlo in segnali elettrici e, quindi, in informazione. Al posto degli encoder stiamo valutando l’utilizzo di sensori inerziali MEMS, disposti sul braccio robotico, che funzionano in modo decisamente diverso. Non si tratterà più, infatti, di pilotare i giunti del robot per raggiungere la posizione spaziale desiderata del braccio leggendo, dagli encoder/resolver, i riferimenti angolari relativi ai singoli motori elettrici. Al contrario, attraverso i MEMS si segue il movimento del robot, per leggere i suoi spostamenti reali nello spazio e correggerli istantaneamente man mano che questi avvengono, aggiustando all’istante la traiettoria. È più o meno lo stesso concetto che applichiamo noi quando muoviamo un braccio per afferrare qualcosa, in modo del tutto istintivo. Conosciamo il punto di partenza, sappiamo dove vogliamo arrivare e attuiamo il movimento. Applicando questa filosofia il movimento risulta più “naturale” ma anche più breve ed efficiente rispetto a quello “tradizionale”. Grazie all’utilizzo di centinaia di sensori a basso costo distribuiti sui bracci robotici possiamo quindi applicare il concetto di sistema di controllo distribuito anche alle singole macchine. In termini matematici, per la robotica siginifica operare “dallo spazio dei giunti” allo “spazio di lavoro”. Un nuovo concetto di automazione, quindi? Decisamente. Robot o macchine concepiti in questo modo sono completamente diversi da quelli che intendiamo tradizionalmente. Cambia soprattutto la matematica che li governa, che è molto più complicata e gestita da algoritmi più complessi, a fronte di una struttura semplificata, più leggera ma al tempo stesso più ricca di sensori, connettività e attuatori avanzati. In questo senso, questo tipo di robot può essere considerato un importante esempio dell’Industry 4.0 o della fabbrica intelligente. Che sarà un impianto sempre più ricco di sensori di ogni tipo, collegati in rete in uno scenario di IIoT (Industrial Internet of Things) e governata da algoritmi e da una matematica estremamente complessa, gestita autonomamente grazie a componenti e sistemi elettronici sempre più “smart”.
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MONDOGOMMA
È stabile l’Europa della gomma
E
TRMA, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, ha pubblicato l’edizione 2015 dello “European Tyre & Rubber Industry Statistics”, nel quale fa il punto della situazione generale, relativamente al 2014, sul mercato europeo di pneumatici e articoli tecnici e sul consumo di gomma sintetica e gomma naturale.
Agli inizi del 2016 l’Etrma, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, ha pubblicato il suo resconto del mercato, basato sui dati definitivi del 2014. I numeri indicano una tendenza generale alla crescita, per quanto non particolarmente eclatante, con un leggero aumento in volume degli articoli tecnici in gomma e dei pneumatici. Vediamo i grafici più interessanti.
Articoli tecnici in gomma - volumi di produzione in migliaia di tonnellate
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
Statistiche
Consumi di gomma naturale in UE per articoli tecnici e pneumatici
Consumi di gomma sintetica in UE per articoli tecnici e pneumatici
Produzione europea di pneumatici
in migliaia di tonnellate
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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MONDOGOMMA
I 10 principali produttori mondiali di pneumatici
Vendite di pneumatici per auto e mezzi commerciali leggeri
Vendite di pneumatici per camion e bus nella UE
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
Statistiche
Vendite di pneumatici per moto e scooter nella UE
Vendite di pneumatici per agricoltura nella UE
Articoli tecnici
Per quanto riguarda la produzione di articoli in gomma, l’Italia si pone al terzo posto per volume in Europa, con 225.000 tonnellate, preceduta dalla Germania (800.000 tonnellate) e dalla Francia (340.000 tonnellate), che nel 2008 avevamo sopravanzato ma che da allora è riuscita a mantenere costante il livello del suo output, mentre il nostro è sceso di oltre il 40%. Per quanto riguarda gli approvvigionamenti, mentre l’import di gomma naturale è dettato soprattutto dall’industria dei pneumatici, che assorbe il 75% del totale consumato (circa 1,2 milioni di tonnellate), si
registra invece un maggior peso del settore degli articoli tecnici nel consumo di gomma sintetica (54% contro 46% dei pneumatici). Il paese da cui si importa la maggior quantità di gomma naturale è l’Indonesia, seguita da Tailandia, Malesia, Costa d’Avorio e Vietnam. I dati Etrma mettono anche in evidenza un forte squilibrio sui dazi doganali, che generalmente colpiscono le esportazioni europee con percentuali elevate, mentre quelle praticate dall’Europa sui prodotti provenienti dall’estero, compresi Usa, Cina e Giappone, sono decisamente più basse.
Pneumatici
In aggiunta ad altri dati statistici del settore, presenta anche una previsione elaborata dalla Landell Mills Commodities (LMC) del mercato mondiale di autovetture e veicoli commerciali fino al 2025. La produzione europea di pneumatici ha raggiunto, nel 2014, quota 4,80 milioni di tonnellate, con un aumento del 2,8% sul 2013 (4,67 milioni). In termini di vendite, nel mercato del ricambio sono stati venduti 262,892 milioni di unità nel settore autovetture e veicoli commerciali leggeri (+3,8% rispetto al 2013) e 12,193 milioni nel settore veicoli industriaL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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MONDOGOMMA
Pneumatici rigenerati
li e bus (+14,6%). È da dire, però, che l’incremento del mercato è andato a beneficio non dei produttori europei, bensì dei paesi che hanno esportato in Italia, prevalentemente la Cina. Lo scambio con l’estero, infatti, ha registrato nel settore auto e VCL un calo dell’export del 2% (da 63,3 milioni di unità nel 2013 a 62 milioni nel 2014) e un aumento dell’import del 12,9% (da 103,034 milioni di unità a 116,302 milioni), con l’import dalla Cina salito da 47 milioni nel 2013 a 53 milioni l’anno dopo (+13%). Situazione analoga, ma peggiore in termini numerici, nel caso dei pneumatici autocarro: l’export è calato anche qui del 2% (da 6 a 5,88 milioni di unità), ma l’import è cresciuto del 40% - da 4,033 a 5,061 milioni di pezzi - , con la Cina, anche adesso, a fare la parte del leone col ragguardevole aumento del suo export verso l’Europa del 46%: da 2,400 milioni di unità a 3,500 milioni. Uno sguardo al settore dei pneumatici
per motocicli e scooter e mezzi agricoli rivela anche in questo caso un aumento del mercato, ma in conseguenza di un aumento dell’import in concomitanza con una diminuzione dell’export, specie per i pneumatici agricoltura. Motocicli e scooter. Export 2014 in lieve calo (2,65 milioni di unità su 2,7; -1,8%); import cresciuto del 18% (da 7,7 a 9,4 milioni di pezzi). Pneumatici agricoltura. Export 2014 in flessione del 12% (da 645.000 unità a 570.000); import salito da 5,5 milioni di unità a 6,3 milioni (+14%). La produzione di articoli tecnici nei principali paesi produttori europei (Francia, Germania, Italia e Spagna) nel 2014 è aumentata, sia pur lievemente: 1,545 milioni di tonnellate su 1,510 del 2013 (+2,3%).
Mercato auto
Interessante la previsione del mercato auto e veicoli commerciali della LMC proiettata al 2025.
Nel periodo 2014-2025, Europa e NAFTA conosceranno un aumento graduale e lento in entrambi i settori. In Europa le auto cresceranno del 7,8% (da 322 a 347 milioni di unità) e i veicoli commerciali del 16,3% (da 49 a 57 milioni). Nei paesi del NAFTA il parco autovetture aumenterà del 6,7% (da 178 a 190 milioni) e quello dei veicoli commerciali del 18,6% (da 129 a 153 milioni). Per la Cina, invece, le previsioni parlano di aumenti impressionanti: +210,3% per le auto (da 107 milioni a 332) e +64,3% per i veicoli commerciali (da 56 milioni a 92). Aumenti importanti sono previsti anche per il Resto del mondo (Africa, ASEAN, Est Asia, India, Medio Oriente, Oceania, Sud America). Il parco auto aumenterà da 272 milioni di unità nel 2014 a 394 milioni nel 2025 (+44,9%) e quello dei veicoli commerciali passerà, nel periodo, da 103 a 162 milioni di unità (+57,3%).
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Focus
INCHIESTA Tecnologie e materiali
Le nostre domande 1
Come si è concluso il 2015 per voi? Quali indicazioni avete tratto dal mercato italiano lo scorso anno? E quali previsioni per il 2016?
2.
Cominciano ad affacciarsi sul mercato macchine che vengono proposte come espressamente studiate per le esigenze dei produttori italiani. Parliamo in particolare di presse per lo stampaggio a iniezione. Ma esistono davvero particolarità tali del mercato italiano tale da richiedere macchinari che si differenzino dagli standard? Dal vostro punto di vista riscontrate che i produttori italiani abbiano necessità particolari rispetto ai loro concorrenti esteri? E se sì, in quale modo vi state attrezzando (o vi siete attrezzati) per soddisfarli?
3.
La percezione è che il mercato dei prodotti in silicone sia in forte crescita. Ricevete anche voi questo segnale dal mercato? E, nel caso, ciò vi ha indotto a pensare a nuove macchine per questa tipologia di materiale? Se sì, quali sono le principali sfide tecnologiche da affrontare nel loro sviluppo?
4.
La comparsa di materiali innovativi e la sempre maggiore complessità tecnologica di macchine e stampi, legate alle richieste di una sempre maggiore qualità di prodotto da parte dei committenti, stanno cambiando il modo di lavorare nel settore della gomma. Secondo voi chi lavora sulle macchine per la filiera della gomma ha bisogno di essere più o meno preparato rispetto a un tempo? Trovate che la qualità degli addetti nel settore sia all’altezza della complessità delle macchine e dei processi odierni oppure c’è bisogno di maggiore formazione? E nel caso voi in che modo supportate la vostra clientela nel preparare i loro addetti a utilizzare le macchine di vostra produzione.
sono gli ingredienti del successo italiano
È mantenendo il primato tecnologico, grazie a macchine per la produzione e il controllo della qualità di nuova concezione, che i trasformatori italiani del settore della gomma possono conservare il vantaggio nei confronti della concorrenza. È questa una delle idee di fondo che emerge dai pareri dei dodici esperti del settore che abbiamo interpellato per la nostra inchiesta. Ci parlano delle prospettive di mercato, dell’impatto che nuovi materiali come i siliconi o i TPE stanno avendo sul mercato, delle tecnologie più avanzate per la specificità del mercato italiano e della formazione e preparazione che gli operatori devono avere
5.
Molte produzioni un tempo esclusivo appannaggio del settore della gomma sono oggi insidiate dall’evoluzione degli elastomeri termoplastici (TPE). Pensate che si possa andare incontro a una commistione tra i due tipi di produzione per cui i produttori di articoli in gomma possano avere interesse ad aprire linee di stampaggio in TPE? E, nel caso, state pensando (o avete già pensato) di realizzare macchine adatte anche a questo tipo di produzione? 19
FOCUS
«sono Le previsioni per il 2016 positive e gli ordinativi
Già da diversi anni Desma è in grado di fornire macchine “modulari” e customizzate. In fase di trattativa, quindi, il cliente può scegliere la configurazione della macchina che più si adatta alle proprie esigenze. Oggi siamo in grado di soddisfare qualunque richiesta della clientela, sia italiana che mondiale
dei primi mesi confermano il trend degli ultimi anni
Desma Sergio Lunari
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Rappresentante esclusivo per l’Italia
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Il 2015, così come l’anno precedente, è stato per Desma un anno record. Il fatturato è cresciuto fino a sfiorare i 100 milioni di euro e sono stati acquisiti numerosi nuovi clienti. Anche in Italia l’anno si è chiuso molto positivamente con un incremento del fatturato e l’acquisizione di due nuovi importanti clienti. Le previsioni per il 2016 sono molto positive e gli ordinativi di questi primi mesi non fanno che confermare il trend degli scorsi anni. Desma, con un fatturato doppio rispetto ai maggiori concorrenti, si conferma di gran lunga il primo produttore al mondo di presse ad iniezione per elastomeri.
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Come già sosteneva Machiavelli nel XV secolo, «in Italia, dal Principe all’ultimo dei braccianti, ognuno ha una propria idea». Ciò a confermare quanto variegato sia il mercato dgts_210x140-emozionale_2014.ai 1 13/12/13 italiano e quanto “speciale” sia ognuno16.01 dei nostri clienti.
In effetti, molte delle ultime macchine fornite in Italia, dispongono anche del dispositivo di alimentazione per il silicone. Le nostre macchine a iniezione possono infatti lavorare indifferentemente, con le adeguate attrezzature, sia la gomma che il silicone in pasta che il silicone liquido.
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Il mercato richiede prodotti di qualità sempre maggiore, con tolleranze sempre più basse e se possibile a prezzi inferiori. I macchinari e gli stampi, di conseguenza, sono sempre più sofisticati e dispongono di potenzialità impensabili fino a pochi anni fa. Desma fa dell’innovazione tecnologica uno dei suoi principali cardini di sviluppo. Proprio per questo, è a disposizione della clientela un team di persone altamente preparate dal punto di vista sia teorico che pratico, che è in grado di tenere corsi di approfondimento customizzati secondo le differenti esigenze, per il personale dei nostri clienti. Inoltre, Desma pubblica regolarmente dei manuali tecnici di approfondimento, che distribuisce gratuitamente ai propri clienti.
Un lungo cammino insieme
La qualità è misurata DGTS Srl, nell’intento di soddisfare sempre al meglio le esigenze dei suoi clienti, è in grado di offrire un supporto tecnico competente e completo tramite i suoi servizi: Vendita e Installazione di apparecchiature e strumenti per il Laboratorio Controllo Qualità e Ricerca e Sviluppo per la determinazione delle caratteristiche fisico meccaniche delle materie prime e dei prodotti finiti Corsi di Formazione ed Aggiornamento del personale sull’utilizzo degli strumenti e dei relativi software ed accessori Presentazione degli strumenti anche presso la sede del cliente, con la possibilità di eseguire prove dimostrative su campioni forniti dal cliente stesso Assistenza Tecnica post-vendita Servizio di Taratura e Calibrazione Servizio di Manutenzione Servizio di Riparazione
DGTS SrL ISO 9001 : 2008 FM 518764
Corso Milano, 14 20837 Veduggio (MB) Italy TEL. +39 0362.910763 FAX +39 0362.911255 E-MAIL : info@dgts.it www.dgts.it
1928... CAMPANA
1992 Un Lungo cammino insieme
2014...
Inchiesta macchine Le nostre domande
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1 Come si è concluso il 2015 per voi? Quali indicazioni avete tratto dal mercato italiano lo scorso anno? E quali previsioni per il 2016? 2 Cominciano ad affacciarsi sul mercato macchine che vengono proposte come espressamente studiate per le esigenze dei produttori italiani. Parliamo in particolare di presse per lo stampaggio a iniezione. Ma esistono davvero particolarità tali del mercato italiano tale da richiedere macchinari che si differenzino dagli standard? Dal vostro punto di vista riscontrate che i produttori italiani abbiano necessità particolari rispetto ai loro concorrenti esteri? E se sì, in quale modo vi state attrezzando (o vi siete attrezzati) per soddisfarli? 3 La percezione è che il mercato dei prodotti in silicone sia in forte crescita. Ricevete anche voi questo segnale dal mercato? E, nel caso, ciò vi ha indotto a pensare a nuove macchine per questa tipologia di materiale? Se sì, quali sono le principali sfide tecnologiche da affrontare nel loro sviluppo? 4 La comparsa di materiali innovativi e la sempre maggiore complessità tecnologica di macchine e stampi, legate alle richieste di una sempre maggiore qualità di prodotto da parte dei committenti, stanno cambiando il modo di lavorare nel settore della gomma. Secondo voi chi lavora sulle macchine per la filiera della gomma ha bisogno di essere più o meno preparato rispetto a un tempo? Trovate che la qualità degli addetti nel settore sia all’altezza della complessità delle macchine e dei processi odierni oppure c’è bisogno di maggiore formazione? E nel caso voi in che modo supportate la vostra clientela nel preparare i loro addetti a utilizzare le macchine di vostra produzione. 5 Molte produzioni un tempo esclusivo appannaggio del settore della gomma sono oggi insidiate dall’evoluzione degli elastomeri termoplastici (TPE). Pensate che si possa andare incontro a una commistione tra i due tipi di produzione per cui i produttori di articoli in gomma possano avere interesse ad aprire linee di stampaggio in TPE? E, nel caso, state pensando (o avete già pensato) di realizzare macchine adatte anche a questo tipo di produzione?
Desma è specializzata nella produzione di presse a iniezione, stampi e termoregolati per la lavorazione degli elastomeri e del silicone ed è convinta che uno dei motivi del grande successo che sta raccogliendo in questi anni sia proprio quello di essersi concentrata su questo settore, senza disperdere energie e risorse in altri campi. La mission aziendale si può riassumere così: «È meglio fare una sola cosa ma molto bene, che farne tante così così».
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Non esistono più commesse “comode”, ma vere e proprie sfide che richiedono personale, attrezzature e conoscenze all’altezza
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Franciacorta Stampi Franco Cadei Titolare Tecnico Commerciale
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L’anno 2015 è stato sicuramente positivo. La crescita costante che si sta verificando permette di dare linfa agli investimenti e alla ricerca per lo sviluppo dei nostri prodotti. Il nostro impegno è quello di dare continuità e di essere capaci di affrontare le opportunità offerte dal mercato che, a nostro avviso, non sono poche e che tendenzialmente saranno in crescita anche nel corso del 2016. Il mercato sembra offrire pertanto dei buoni feedback; quello che notiamo però è che le possibilità lavorative sono caratterizzate sempre meno da commesse semplici e “comode” e sempre più da vere e proprie sfide che per vanno affrontare attrezzandosi in tutti i settori: personale, macchinari e conoscenze tecniche che devono essere costantemente aggiornate.
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Le proposte dei produttori in tema di macchinari e attrezzature sono particolarmente attente a soddisfare le esigenze tecniche riscontrate in produzione, in base alle esperienze maturate nel settore gomma in Italia, in quanto il nostro è sicuramente uno dei distretti più importanti a livello internazionale. Dal nostro punto di vista la necessità più rilevante dei produttori italiani è quella di realizzare impianti sempre più performanti e di elevata qualità per continuare a differenziarsi ed esercitare il ruolo di protagonisti nel panorama internazionale.
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Per quanto ci riguarda, in base alla tipologia di richieste che riceviamo, possiamo affermare che il mercato dei prodotti in silicone sia in costante crescita. Da ormai parecchi anni la nostra azienda si dedica alla costruzione e allo sviluppo di attrezzature per il silicone liquido (LSR) e solido (HTV); pertanto riteniamo questo ambito del mercato una parte molto importante della nostra produzione e della nostra prospettiva lavorativa. La sfida tecnologica da affrontare in questo senso è l’applicazione della precisione assoluta in tutti i passaggi del processo produttivo.
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La preparazione e il continuo aggiornamento tecnico sono imprescindibili per il nostro settore, nel quale solo una profonda conoscenza della materia permette di fornire la fattibilità delle migliori soluzioni. Non è questione di essere più o meno preparati rispetto a un tempo; piuttosto è utile capire il grado di preparazione in relazione alle competenze necessarie per affrontare determinate richieste. Per questo motivo la formazione si rivela un aspetto non trascurabile ed è logico che sia necessaria per migliorare e mantenersi all’avanguardia. Il nostro supporto tecnico e formativo offerto ai clienti si basa sulla nostra presenza a partire dall’industrializzazione del prodotto fino all’installazione e il collaudo delle attrezzature presso la nostra sede o quella del cliente.
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La concorrenza e la scelta tra le due tipologie di materiale per lo sviluppo di alcune produzioni è spesso in gioco in fase iniziale di progettazione dell’articolo. I fattori che intervengono nella scelta dei materiali da parte dei produttori sono molteplici, dipendono principalmente dalle proprietà tecniche e da questioni economiche. Nel nostro caso abbiamo da sempre realizzato stampi per l’iniezione sia
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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FOCUS della gomma che della termoplastica per poter fronteggiare differenti esigenze ed eventuali evoluzioni del mercato.
«quelli Molti nostri clienti, specie di maggiori dimensioni, stanno inserendo nei loro reparti presse idonee allo stampaggio di termoplastici
IMG Fabrizio Piovanelli
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produttivo), specialmente nel settore automotive.
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Oggi la differenza si gioca sui dettagli : chi vincerà la battaglia della competitività è chi sa rinnovarsi
ORP Stampi Aurelio Brevi
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CEO
Rubber Sales Manager
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L’esercizio 2015 si è chiuso più che positivamente. Per quanto riguarda il mercato italiano abbiamo infatti incrementato le vendite sia in termini numerici che di fatturato di circa il 20% rispetto al 2014. Non dobbiamo inoltre trascurare gli ottimi risultati conseguiti anche sui mercati esteri, che hanno tuttavia ancora ampi margini di crescita. Il 2016 riteniamo possa quantomeno ricalcare il 2015 e i primi due mesi dell’anno lo stanno già confermando.
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Il denominatore comune delle nostre macchine a iniezione gomma è l’estrema personalizzazione. Questa caratteristica ci ha permesso negli anni di posizionarci sul mercato come azienda leader. In altri termini, per IMG e i suoi clienti non esiste il concetto di macchina standard: innovazione a livello di stampi e attrezzature complementari vengono sviluppate dagli utilizzatori e le nostre presse devono tenere il passo con applicazioni sempre nuove, o addirittura, in molti casi, dobbiamo essere fautori insieme ai nostri clienti di questo progetto tecnologico. Non riscontriamo al momento esigenze di questo tipo sul mercato estero, che si orienta su richieste più standard di macchinari.
3.
Non percepiamo questo incremento di richiesta relativamente al silicone liquido o solido : l’andamento delle vendite di nostre presse questo tipo materiali si sta mantenendo costante negli ultimi 10 anni.
4.
L’operatore, inteso come colui che opera giornalmente sulla pressa, manifesta effettivamente una carenza di istruzione a fronte degli sviluppi costanti sia della pressa che della materia prima: IMG si sta da tempo attivando con corsi di formazione per gli operatori, eseguiti sovente direttamente nella sede del cliente e sui macchinari nel reparto produttivo.
5.
Effettivamente molti dei nostri clienti, in particolare quelli di dimensioni e struttura di un certo livello) da tempo stanno inserendo nei loro reparti anche nostre presse idonee allo stampaggio dei termoplastici. È innegabile che sia sempre in aumento la richiesta di materiali alternativi alla gomma, al fine di ridurre il costo di trasformazione (materia prima, processo
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Il nostro trentacinquesimo anno è stato positivo, sia per il nostro anniversario sia per il consolidamento della nostra clientela e la crescita costante sia in Italia che nell’export. Tutto questo grazie alla formazione continua e agli investimenti mirati, per consentire una miglior “scelta” di prodotto (nel nostro caso: stampi e Canali Freddi), consolidando definitivamente il nostro customer service. Per il 2016, già in corso, ORP Stampi guarda oltre. Stiamo pensando al triennio che sicuramente sarà interessante dal punto di vista della crescita, se sapremo cogliere tutte le opportunità che i mercati nazionale ed estero riteniamo abbiano ancora in serbo per il nostro settore. L’idea è allargare la gamma degli articoli nei vari settori di mercato.
2.
ORP Stampi è costantemente in contatto con i costruttori di presse sia italiani che esteri, così da essere al passo con le continue esigenze del cliente che stampa, e proporre soluzioni innovative come ad esempio il Canale Freddo Ugelli Mobili (CFM), presentato al Plast 2015 di Milano e a Cleveland al Rubber Expo 2015, o come il Canale Freddo a 64 ugelli, o, ancora, il Canale Freddo Otturatore (CFO - Ago) a 32 ugelli per stampaggio senza scarto, direttamente sul pezzo. Oggi la differenza la si gioca sui dettagli, ma chi vince è chi si rinnova, poiché si può risparmiare sotto diversi aspetti: energia, materiale, tempo e soluzioni. La gara si vince se alla fine si prodocuno articoli di qualità al minor costo e con i macchinari di nuova generazione abbinati agli stampi studiati ad-hoc. Questi sono i mezzi per conquistare la leadership del settore, tutto sempre a favore del cliente finale.
3.
ORP Stampi vuole sempre migliorarsi in ciò che offre ai suoi clienti cercando di proporre soluzioni ottimali sia per lo stampaggio della gomma che per l’LSR (Liquid Silicone Rubber). Il silicone da anni infatti genera importanti percentuali sia per il mercato italiano che per quello d’oltre frontiera, ed è in costante crescita. Ciò completa la filiera di ORP Stampi, dal design allo sviluppo di stampi robotizzati su misura, per ottenere il pezzo finito in automatico. A seconda delle caratteristiche della pressa, della mescola e del numero di pezzi richiesti, che spesso contraddistinguono i progetti
Inchiesta macchine Le nostre domande
1 Come si è concluso il 2015 per voi? Quali indicazioni avete tratto dal mercato italiano lo scorso anno? E quali previsioni per il 2016? 2 Cominciano ad affacciarsi sul mercato macchine che vengono proposte come espressamente studiate per le esigenze dei produttori italiani. Parliamo in particolare di presse per lo stampaggio a iniezione. Ma esistono davvero particolarità tali del mercato italiano tale da richiedere macchinari che si differenzino dagli standard? Dal vostro punto di vista riscontrate che i produttori italiani abbiano necessità particolari rispetto ai loro concorrenti esteri? E se sì, in quale modo vi state attrezzando (o vi siete attrezzati) per soddisfarli? 3 La percezione è che il mercato dei prodotti in silicone sia in forte crescita. Ricevete anche voi questo segnale dal mercato? E, nel caso, ciò vi ha indotto a pensare a nuove macchine per questa tipologia di materiale? Se sì, quali sono le principali sfide tecnologiche da affrontare nel loro sviluppo? 4 La comparsa di materiali innovativi e la sempre maggiore complessità tecnologica di macchine e stampi, legate alle richieste di una sempre maggiore qualità di prodotto da parte dei committenti, stanno cambiando il modo di lavorare nel settore della gomma. Secondo voi chi lavora sulle macchine per la filiera della gomma ha bisogno di essere più o meno preparato rispetto a un tempo? Trovate che la qualità degli addetti nel settore sia all’altezza della complessità delle macchine e dei processi odierni oppure c’è bisogno di maggiore formazione? E nel caso voi in che modo supportate la vostra clientela nel preparare i loro addetti a utilizzare le macchine di vostra produzione. 5 Molte produzioni un tempo esclusivo appannaggio del settore della gomma sono oggi insidiate dall’evoluzione degli elastomeri termoplastici (TPE). Pensate che si possa andare incontro a una commistione tra i due tipi di produzione per cui i produttori di articoli in gomma possano avere interesse ad aprire linee di stampaggio in TPE? E, nel caso, state pensando (o avete già pensato) di realizzare macchine adatte anche a questo tipo di produzione?
per LSR per grandi quantità, ORP propone il sistema Canale Freddo a 64 Ugelli, e/o eventualmente (dimensione della pressa permettendo), il Bi-Ugello/Twin Nozzle 48 + 48 ugelli su entrambi i lati, in cui aumenta notevolmente l’output dei pezzi. In alternativa è possibile l’abbinamento Canale Freddo Otturatori (CFO) e stampo, con iniezione direttamente sul pezzo, simile all’LSR ma per gomma in pasta.
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Materiali nuovi da stampare coincidono con materiali nuovi per creare stampi, finiture e trattamenti diversi. Noi siamo impegnati anche su questo fronte e abbiamo la fortuna di avere molti clienti che hanno coraggio e sono attenti alle soluzioni vincenti che proponiamo, dopo aver testato internamente idee e prototipi. Tutto questo sforzo necessita di una crescita culturale e collettiva per tutto il settore. Per questo è nato un sodalizio tra l’Associazione dei Produttori Guarnizioni del Sebino e le scuole del territorio che garantirà futuro e crescita alle nostre aziende. In continua espansione è anche il sodalizio che abbiamo avviato, il Karousel – Gathering Knowledge, che rappresenta la filiera della gomma generata da 5 aziende “major” italiane e una austriaca. In questo ambito training e sviluppo sono all’ordine del giorno, accompagnati da una vision ispirata alle novità sia per eventi specifici (a breve Turchia e Polonia), che per fiere internazionali.
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Il TPE non rientra ufficialmente nel nostro ambito operativo, ma siamo sempre disponibili per nuove sfide che ci consentano di adattarci alle esigenze del mercato e soddisfare i nostri clienti a 360°.
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Abbiamo riscontrato l’esigenza per aziende della gomma di lavorare con i TPE. Noi siamo pronti perché da tanti anni produciamo macchine per questi polimeri
Presma Franco Canziani
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Direttore Commerciale
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Per Presma che, teniamo a precisare opera al 99% per il settore dei termoplastici, il 2015 è stato un anno non eccezionale ma positivo senz’altro, soprattutto per la tipologia di presse proposte e i ritorni positivi da parte dei nostri clienti. Sono state realizzate macchine importanti e anche molto diverse tra loro, che evidenziano la nostra flessibilità nel soddisfare le particolari necessità di un mercato sempre più esigente. Il 2015 è l’anno della nostra prima partecipazione a una manifestazione specifica dedicata in particolare alla gomma, alla quale abbiamo esposto una nostra pressa rotativa multistazione pensata in particolare allo stampaggio delle guarnizioni e altri piccoli particolari; la risposta è stata positiva e questo ci fa ben sperare per il prosieguo di questo progetto.
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È certo che il mercato richiede soluzioni innovative, è fisiologico. L’industria italiana è apprezzata in tutto il mondo per la sua inventiva e per le sue continue proposte alternative. Presma da molti anni si propone con soluzioni mirate alle specifiche esigenze di produzione. L’idea di proporre la soluzione della “multistazione” in alternativa all’uso di stampi enormi multicavità per il settore della gomma, è nata proprio perché abbiamo raccolto da questo mercato l’esigenza di poter produrre con maggiore qualità di stampaggio e di eliminare il più possibile gli sfridi di lavorazione rappresentati dalle bave di stampaggio e dai lunghi canali di alimentazione; spesso ci si trova a trasformare mescole costosissime, e risparmiare materiale in questo senso porterebbe a dei vantaggi economici notevoli. Dopo la presentazione della rotativa nella versione ad apertura stampi orizzontale è in preparazione anche la versione con chiusura verticale specifica per lo stampaggio su inserto. Tale soluzione, ampiamente utilizzata con i termoplastici, sarà sicuramente apprezzata anche dagli stampatori di gomma perché sono stati loro stessi a richiedercela dopo aver constatato la bontà della nostra proposta.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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FOCUS
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Essendo nuovi del settore non possiamo confermare questa particolare tendenza; nel nostro “piccolo”, sempre su richiesta del mercato, in questi mesi abbiamo proposto l’alternativa della rotativa anche per lo stampaggio di siliconi sia solidi che liquidi. I vantaggi potrebbero essere gli stessi constatati per la gomma. In passato è stata realizzata una 4 stazioni per lo stampaggio di articoli per la casa in silicone liquido con notevoli vantaggi rispetto all’utilizzo della tradizionale pressa orizzontale monostampo. I vantaggi sono stati in particolare in termini di produttività e flessibilità nello stampaggio di articoli di peso e forma differenti utilizzando la stessa pressa.
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Per il settore della gomma abbiamo attrezzato la nostra show-room aziendale con due presse, la “rotativa” a 12 stazioni esposta al DKT di Norimberga del 2015 e la minipressa totalmente elettrica attrezzata per lo stampaggio di termoplastici o siliconi solidi che abbiamo esposto al recente PLAST a Milano. Abbiamo dedicato una parte delle nostre risorse in questo progetto proprio per poter illustrare a coloro fossero interessati i notevoli vantaggi delle nostre proposte. Come spesso ci succede, nel sottoporre le nostre soluzioni alternative è normale all’inizio un certo scetticismo ma, laddove, noi per primi, abbiamo ritenuto di sottoporre soluzioni interessanti e il cliente si è reso disponibile a fornire le informazioni necessarie, abbiamo sempre confermato le la bontà delle nostre proposte. Presma è sempre stata vicino
ai propri clienti dando loro la disponibilità a supportarli nello studio di fattibilità di nuovi prodotti o di soluzioni alternative al tradizionale modo di lavorare.
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Questa ultima domanda rappresenta per noi un invito significativo a tutti coloro che volessero valutare i nostri prodotti e soluzioni. Abbiamo effettivamente riscontrato che c’è da parte di qualche azienda dell’interesse a valutare la possibilità di realizzare alcuni prodotti in TPE; noi siamo pronti dal momento che da tanti anni promuoviamo le nostre rotative e/o isole di stampaggio con chiusure stampo orizzontali o verticali, per lo stampaggio di questa tipologia di elastomeri anche in sovrastampaggio ad altri termoplastici e/o inserti.
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L’impressione è che il mercato degli articoli in silicone stia aumentando, specie quello dei prodotti in silicone liquido
REP Roberto Sandrone
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Commercial Manager Italy Area
Inchiesta macchine Le nostre domande
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1 Come si è concluso il 2015 per voi? Quali indicazioni avete tratto dal mercato italiano lo scorso anno? E quali previsioni per il 2016? 2 Cominciano ad affacciarsi sul mercato macchine che vengono proposte come espressamente studiate per le esigenze dei produttori italiani. Parliamo in particolare di presse per lo stampaggio a iniezione. Ma esistono davvero particolarità tali del mercato italiano tale da richiedere macchinari che si differenzino dagli standard? Dal vostro punto di vista riscontrate che i produttori italiani abbiano necessità particolari rispetto ai loro concorrenti esteri? E se sì, in quale modo vi state attrezzando (o vi siete attrezzati) per soddisfarli? 3 La percezione è che il mercato dei prodotti in silicone sia in forte crescita. Ricevete anche voi questo segnale dal mercato? E, nel caso, ciò vi ha indotto a pensare a nuove macchine per questa tipologia di materiale? Se sì, quali sono le principali sfide tecnologiche da affrontare nel loro sviluppo? 4 La comparsa di materiali innovativi e la sempre maggiore complessità tecnologica di macchine e stampi, legate alle richieste di una sempre maggiore qualità di prodotto da parte dei committenti, stanno cambiando il modo di lavorare nel settore della gomma. Secondo voi chi lavora sulle macchine per la filiera della gomma ha bisogno di essere più o meno preparato rispetto a un tempo? Trovate che la qualità degli addetti nel settore sia all’altezza della complessità delle macchine e dei processi odierni oppure c’è bisogno di maggiore formazione? E nel caso voi in che modo supportate la vostra clientela nel preparare i loro addetti a utilizzare le macchine di vostra produzione. 5 Molte produzioni un tempo esclusivo appannaggio del settore della gomma sono oggi insidiate dall’evoluzione degli elastomeri termoplastici (TPE). Pensate che si possa andare incontro a una commistione tra i due tipi di produzione per cui i produttori di articoli in gomma possano avere interesse ad aprire linee di stampaggio in TPE? E, nel caso, state pensando (o avete già pensato) di realizzare macchine adatte anche a questo tipo di produzione?
Per REP Italiana il 2015 si è concluso bene, con un numero di presse “consegnate” che è decisamente salito rispetto gli anni precedenti, in particolare mi riferisco al dopo crisi del 2008/2009. In linea generale anche la REP International (nostra casa madre) ha avuto lo scorso anno degli ottimi risultati sul mercato mondiale, con una risalita delle vendite e del fatturato decisamente molto importante. Per il 2016 abbiamo invece la sensazione di trovarci in una situazione stabile, ma non sicuramente in aumento. Nei primi mesi di quest’ anno anche se l’attività produttiva dei nostri clienti non dà cenni di flessione, il loro interesse verso nuovi investimenti sembra comunque essersi notevolmente raffreddato.
2.
Dal nostro osservatorio devo dire che negli ultimi 8/10 anni le esigenze della clientela, non solo italiana, sono radicalmente cambiate. La ricerca non è più della “pressa” fine a se stessa, che poteva essere utilizzata in varie modalità, ma spesso con modalità non affatto appropriate per certe produzioni. Quell’utilizzo non rispondente pienamente alle esigenze produttive, spesso aveva un esito tale da non garantire un buon livello produttivo. Dopo questa fase in cui le presse in genere andavano “tutte bene”, oggi la clientela è passata a cercare la pressa o la “macchina-prodotto”, espressamente studiata con particolari stampi ed attrezzata per la produzione, sia su vasta scala che non, di un singolo prodotto o una cerchia di prodotti simili e riconducibili come caratteristiche ad uno standard. Lo sforzo da parte della clientela di migliorare il livello tecnologico del processo produttivo oggi è una costante, e i produttori di macchinario sono consapevoli che è l’unica strada da seguire per rimanere sul mercato. REP da molti anni produce presse speciali, sia per il mercato italiano che per quello mondiale. Ultimamente possiamo sicuramente affermare che il 90% delle presse prodotte è da considerasi “speciale”, anche se per poche caratteristiche. Per quanto concerne la differenza tra produttori di articoli in gomma italiani o stranieri nella richiesta di “macchinario speciale”, direi che non esistono differenze sostanziali, dal momento che gli articoli da produrre ormai fanno parte di un mercato globale. Quindi se il produttore acquisisce un articolo da produrre è sicuramente perché è risultato più competitivo sotto l’aspetto economico e della qualità rispetto a un concorrente anche fuori Italia, ed è sicuramente attrezzato per ottenere questo tipo di risultato, indipendentemente dal fatto che sia italiano o estero.
3
Il mercato degli articoli in silicone direi che mediamente sta aumentando, e in particolare per i prodotti in silicone liquido. Come ogni costruttore anche REP è presente in questo ultimo settore, anche se il grosso del mercato è in mano a costruttori concorrenti che hanno percorso questa strada molto prima di noi, e con risultati decisamente molto soddisfacenti sotto l’aspetto tecnico.
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Come già detto prima, la ricerca da parte dei clienti di macchinario e attrezzature speciali è diventato un obiettivo
indispensabile per garantire produttività e qualità su prodotti nuovi o già esistenti. Questo percorso di innovazione e crescita tecnologica non viene intrapreso dalla nostra clientela in solitudine, ma con la costante assistenza di REP, sia sotto l’aspetto della ricerca e progettazione sia per quanto riguarda specifici studi di produzione mirati a migliorare il prodotto e la produttività. Questo tipo di “lavoro”, che REP ormai da molti anni svolge in partenariato con la clientela, ha anche come obiettivo principale di formare il cliente in modo adeguato, affinché si instauri tra cliente e produttore di macchinario un continuo dialogo, mirato ad ottenere un importante scambio di informazioni. Lo scopo finale è raggiungere un risultato soddisfacente e fare in modo che questo percorso sia soprattutto formativo per la clientela e utile per altri futuri progetti. Inoltre REP dispone sempre per i clienti un’offerta di corsi di formazione specifici sia sull’utilizzo dei macchinari che su argomenti di ordine tecnologico.
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Ormai da alcuni anni gli elastomeri termoplastici (TPE) hanno preso il posto della gomma in alcuni articoli. Normalmente si tratta di articoli di grandissima tiratura, e anche con un valore economico basso. Ovviamente in moltissime applicazioni il prodotto d’elezione rimane comunque la gomma. REP da
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FOCUS almeno 15 anni produce presse con unità d’iniezione adatta agli elastomeri termoplastici, che rimane comunque per noi un mercato molto marginale.
«di Gli interventi a livello governo per agevolare
l’acquisto di beni strumentali hanno favorito gli investimenti
Rivi Magnetics Roberta Rivi
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Responsabile vendite
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Possiamo ritenerci soddisfatti del 2015, anche se le aspettative erano migliori di quanto si sia poi consolidato. Gli interventi dello Stato nell’agevolare le imprese sull’acquisto di beni strumentali e attrezzature favoriscono l’investitore. Prevedo un 2016 con un trend in miglioramento rispetto al 2015.
2
Il sistema magnetico per ancoraggio degli stampi è un accessorio della macchina che riduce notevolmente i tempi di start-up. Questo fa sì che non siamo coinvolti in queste dinamiche di ricerca del particolare che si differenzi dallo
standard. Tanto più che per noi ogni prodotto è frutto di una forte interazione tra il cliente e la Rivi Magnetics; possiamo quindi di per sé definirlo un prodotto custom, che dà valore aggiunto alla macchina stessa. Per la Rivi Magnetics tutto è volto a cercare di soddisfare il cliente, creando relazioni e collaborazioni che si mantengano nel tempo, dallo sviluppo dell’offerta, attraverso i vari settori commerciali, tecnici e produttivi, fino al post vendita e service.
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È già da qualche anno che tra la nostra clientela rileviamo l’integrazione di presse per stampaggio di silicone con lo stampaggio della gomma o di articoli tecnici. Il nostro sistema magnetico per ancoraggio rapido stampi è applicabile (oltre che essere già testato) su presse dedicate allo stampaggio del silicone.
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Indipendentemente dalla reale necessità, sulla quale non sono in grado di esprimere un parere in quanto non produttore di presse, ritengo non vada mai sottovaluta la richiesta del committente. Credo che la ricerca continua di miglioramento faccia parte di un importante processo di crescita della azienda. Di conseguenza la formazione è di fondamentale importanza per lo sviluppo della stessa.
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Gli elastomeri termoplastici hanno la caratteristica di essere
sbavatura - controllo qualità - packaging - lavorazioni speciali
DP GOMMA SRL Via Don Alessandro Ravizza 12/A 24060 - Castelli Calepio (BG)
info@dpgomma.it T. 035.44.27.375 www.dpgomma.it
PRIVACY GARANTITA PESATURA ELETTRONICA GESTIONE URGENZE IN 24H TRACCIABILITA’ CON BARCODE ANALISI DETTAGLIATA DIFETTI
Inchiesta macchine riciclabili e possono essere stampati come la plastica, mantenendo parte delle tipiche proprietà elastiche della gomma, che invece non è riciclabile. Con lo stampaggio del TPE è inoltre possibile un controllo più economico della qualità del prodotto. La risposta alla domanda è che ritengo che la scelta sia dettata da un fattore strategico ed economico di ogni azienda.
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I trasformatori italiani da sempre hanno necessità diverse rispetto a quelli esteri: richieste sempre più difficili, particolari performanti, tempi di consegna strettissimi e lotti minimi
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RPM Marco Inverardi Amministratore delegato
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Per la nostra società il 2015 è stato un anno molto positivo, sia per quanto concerne il fatturato che per gli ordini acquisiti. Abbiamo chiuso l’anno con un fatturato record, che rispetto al 2014, anno già molto positivo che aveva raggiunto i valori del 2008, è cresciuto di un ulteriore 15%, mentre il portafoglio ordini in essere è cresciuto del 20%. Gli ordinativi stanno continuando a crescere e il trend positivo conferma che la ripresa si è materializzata e si sta consolidando. Dati molto confortanti, che analizzati attentamente confermano inoltre che non è cambiato fortunatamente solo il trend, ma anche il modo di proporci e confrontarci. Non solo domanda di ottime macchine, ma di macchine con soluzioni e tecnologie sempre più innovative, che essendo la base delle nostre presse Ecotronic, ci consentono di guardare al futuro con molto ottimismo.
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Conoscere bene il proprio mercato di riferimento è da sempre una delle primarie necessità di ogni azienda. A quanto sembra però qualcuno o non conosce le reali esigenze del mercato italiano, oppure tenta di spacciare lucciole per lanterne. Le presse pensate, studiate e progettate per lo stampaggio ad iniezione degli elastomeri, si differenziano non in base al paese dove vengono installate, ma in base a know-how, innovazione e tecnologia. Tutti i trasformatori non chiedono macchine espressamente studiate per loro, ma macchine idonee al loro scopo. Chiedono presse ad alto valore aggiunto, in grado di sostituire attrezzature non più competitive, a causa non dell’età, ma dello scarto tecnologico e soprattutto presse in grado di rispondere concretamente in maniera semplice e flessibile alle loro esigenze. I trasformatori italiani oltre a quanto sopra, hanno da sempre avuto necessità diverse rispetto ai loro competitori stranieri. Richieste di produzioni sempre più difficili. Particolari di altissima qualità sempre più performanti, a costi molto competitivi, con tempi di consegna impossibili e a lotti
Le nostre domande
1 Come si è concluso il 2015 per voi? Quali indicazioni avete tratto dal mercato italiano lo scorso anno? E quali previsioni per il 2016? 2 Cominciano ad affacciarsi sul mercato macchine che vengono proposte come espressamente studiate per le esigenze dei produttori italiani. Parliamo in particolare di presse per lo stampaggio a iniezione. Ma esistono davvero particolarità tali del mercato italiano tale da richiedere macchinari che si differenzino dagli standard? Dal vostro punto di vista riscontrate che i produttori italiani abbiano necessità particolari rispetto ai loro concorrenti esteri? E se sì, in quale modo vi state attrezzando (o vi siete attrezzati) per soddisfarli? 3 La percezione è che il mercato dei prodotti in silicone sia in forte crescita. Ricevete anche voi questo segnale dal mercato? E, nel caso, ciò vi ha indotto a pensare a nuove macchine per questa tipologia di materiale? Se sì, quali sono le principali sfide tecnologiche da affrontare nel loro sviluppo? 4 La comparsa di materiali innovativi e la sempre maggiore complessità tecnologica di macchine e stampi, legate alle richieste di una sempre maggiore qualità di prodotto da parte dei committenti, stanno cambiando il modo di lavorare nel settore della gomma. Secondo voi chi lavora sulle macchine per la filiera della gomma ha bisogno di essere più o meno preparato rispetto a un tempo? Trovate che la qualità degli addetti nel settore sia all’altezza della complessità delle macchine e dei processi odierni oppure c’è bisogno di maggiore formazione? E nel caso voi in che modo supportate la vostra clientela nel preparare i loro addetti a utilizzare le macchine di vostra produzione. 5 Molte produzioni un tempo esclusivo appannaggio del settore della gomma sono oggi insidiate dall’evoluzione degli elastomeri termoplastici (TPE). Pensate che si possa andare incontro a una commistione tra i due tipi di produzione per cui i produttori di articoli in gomma possano avere interesse ad aprire linee di stampaggio in TPE? E, nel caso, state pensando (o avete già pensato) di realizzare macchine adatte anche a questo tipo di produzione?
sempre più piccoli. Da sempre hanno dovuto affrontare problematiche sempre più complesse, che hanno richiesto la fornitura si ottime macchine, ma anche particolare attenzione e disponibilità a studiare soluzioni idonee allo scopo. Chi conosce bene il mercato non ha bisogno ora di attrezzarsi, trasformando presse non sempre idonee allo scopo o adattando presse di diversa concezione, proponendole oggi come un uovo di Colombo. Chi come RPM conosce veramente il mercato, ha ascoltato e risposto a queste particolarità da parecchi anni con l’introduzione di macchine, come la nostra gamma di presse Ecotronic, con tecnologie e knowhow innovativi. Presse molto evolute, accolte inizialmente come un’attesa novità e di conseguenza anche con un certo scetticismo, che in seguito hanno però dimostrato di avere cambiato gli scenari dello stampaggio ad iniezione degli elastomeri. Avere avuto l’intuito di ascoltare e di capire prima come il mercato si stava orientando è sicuramente un vantaggio, ma non bisogna illuderci. Bisogna continuare come fa RPM a sviluppare soluzioni tecnologiche sempre più innovative e market-oriented, considerando i più che positivi risultati ottenuti con l’Ecotronic non un traguardo, ma un punto di partenza, per incrementare ulteriormente il gap tecnologico di tutto rispetto raggiunto, al fine di soddisfare al meglio le esigenze attuali e future dei trasformatori.
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FOCUS
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Anche noi constatiamo che non solamente il mercato dei prodotti in silicone, ma anche dei prodotti in mescole speciali è in forte crescita. Prodotti con caratteristiche più complesse, con qualità prestazionali esasperate, tolleranze assolute da utilizzare in apparecchiature sempre più performanti, richiedono l’impiego di mescole innovative. L’utilizzo di questi compound impone maggior attenzione alle diverse tipologie di intervento. Conoscenza del comportamento reologico della mescola, stampi ad alta efficienza produttiva senza compromettere la qualità del processo di stampaggio, scelta dei parametri di stampaggio ottimali, ma soprattutto una pressa idonea a rispondere con risultati concreti a queste sfide. Per queste tipologie di materiali non bastano solamente ottime macchine con affidabilità e ripetibilità assolute. Servono presse ancora più evolute come la nostra Ecotronic 2.0 con performance senza confronto in grado di produrre particolari difficili ad stampare ad iniezione in maniera convenzionale. L’impiego di mescole innovative richiede l’utilizzo di macchinari innovativi con procedure innovative. La nostra pressa Ecotronic 2.0, contrariamente alla procedura tradizionale, consente di ridurre drasticamente il tempo di iniezione. L’elevata velocità e pressione di iniezione, l’efficienza in termini di pressioni costanti durante la plastificazione e iniezione della mescola, ottimizza al massimo, dal punto di vista reologico, lo scorrimento
omogeneo e con la giusta viscosità del materiale all’interno dello stampo. Lo stampo in quelle condizioni non presenta nessuna tendenza ad aprirsi, eliminando sfridi e bave, il tempo per riempire le cavità si riduce ed è quindi possibile aumentare la temperatura dei piani e di conseguenza ridurre il tempo di vulcanizzazione. Con Ecotronic 2.0 è possibile ottenere un particolare stampato più compatto, uniforme e con proprietà prestazionali costanti in tutto lo sviluppo dimensionale in maniera semplice e a bassi costi.
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Si tutta la filiera della gomma è cambiata. Sono cambiati il modo di lavorare, le presse, gli stampi e anche l’intero processo di stampaggio ha registrato una continua evoluzione. Pure gli addetti hanno continuato a evolversi, per essere all’altezza dei macchinari odierni, ma non basta. Richieste sempre più complesse ci impongono di cambiare non solo il modo di lavorare, ma anche il modo di proporci e confrontarci. Non bastano ottime macchine, costante formazione del personale per il loro adeguato utilizzo, ma è necessario individuare soluzioni e processi innovativi che possano cambiare i canoni dello stampaggio ad iniezione della gomma. Per cambiare bisogna affidarsi alle nuove tecnologie, accettare il confronto con lo scetticismo e continuare a sperimentare nuove idee. Con le nostre presse Ecotronic siamo stati i primi a raggiungere obbiettivi considerati fino a ieri un miraggio.
Inchiesta macchine Con Ecotronic 2.0 stiamo superando ogni aspettativa. Non siamo perfetti, non ci fermano le critiche, ma pressa dopo pressa contribuiremo con la nostra clientela a sfondare le barriere che bloccano il futuro e a formare i loro addetti per fare qualcosa che nessuno a mai osato prima.
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IL TPE sarà sicuramente un agguerrito concorrente di alcune produzioni attualmente realizzate in gomma. Alcuni articoli saranno appannaggio del TPE, ma considerando i principali settori di impiego dei prodotti in gomma, l’evoluzione delle mescole speciali e dei processi produttivi non credo possano esserci a breve cambi importanti. Alcuni trasformatori hanno già linee di stampaggio del TPE, qualcun altro si sta attrezzando, ma lo zoccolo duro della gomma, soprattutto quello delle mescole speciali, penso continuerà ad evolversi e a crescere. Quanto sopra non significa che RPM è alla finestra in attesa di vedere cosa fare, come fatto da alcuni nostri concorrenti che solo oggi parlano di “ presse espressamente studiate per i trasformatori italiani” , ma che abbiamo già analizzato il problema e che stiamo studiando molto attentamente soluzioni e macchine idonee allo scopo.
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Il silicone è un materiale che genera un prodotto interessante perché è igienico, pratico e con un’alta conducibilità termica
Saspol Davide Dondena
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Managing director
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Attraverso l’open house realizzato presso la nostra sede lo scorso mese di dicembre, abbiamo riscontrato numerose richieste da parte del mercato italiano, sia per l’elaborazione delle nostre macchine 100% made in Italy, sia sulla percezione positiva dell’introduzione delle macchine della azienda cinese Yizumi, che rappresentiamo e distribuiamo esclusivamente sul mercato nazionale. Siamo stati complessivamente soddisfatti dell’andamento del 2015, con un aumento degli ordinativi dell’ultimo semestre che ci ha portato a raggiungere un portafoglio ordine già consolidato per il 2016 e con ulteriori ordini già programmati per il 2017. Nel 2016 ci sarà tutto un lavoro da seguire e da monitorare, dai nuovi contatti e clienti acquisiti durante il nostro evento, con i quali abbiamo cominciato a instaurare dei rapporti commerciali, ai clienti presenti e fidelizzati nel tempo, per i quali la base della nostra politica aziendale prevede di consolidare il rapporto e soddisfare le esigenze. Cerchiamo il pieno soddisfacimento delle attese dei nostri clienti e questo lo realizziamo attraverso la qualità del nostro prodotto e del nostro servizio offerto. È un impegno aziendale che coinvolge tutte le nostre scelte.
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Il mercato italiano è sempre stato particolarmente esigente, contraddistinto da uno scenario in cui la maggior parte dei clienti cerca di appoggiarsi a solide realtà di aziende costruttrici, che possano offrire un supporto competente e soluzioni complete e mirate. I settori dove svolgono principalmente le loro attività i produttori italiani passano principalmente dal settore elettrico/elettronico (dove lo stampaggio di particolari elettrici ed elettronici richiede sempre più presse a iniezione precise e affidabili per la produzione di pezzi con altissimi standard di qualità), al settore automotive (dove il continuo sviluppo porta a cercare diverse soluzioni e tecnologie di stampaggio a iniezione sempre più specifiche in materia di precisione), al settore del packaging, (dove lo stampaggio a iniezione del packaging necessita di tecnologie con un alto grado di differenziazione). La nostra politica aziendale cerca la completa soddisfazione dei nostri clienti, che per il 30% del nostro portafoglio sono di origine italiana, con i quali ci impegniamo a recepire le richieste e attese in merito al prodotto da loro desiderato, attraverso l’erogazione di un prodotto di altissima qualità insieme a un personalizzato servizio offerto. Il nostro impegno aziendale inizia dalle scelte e linee di sviluppo, passando dalle politiche di vendita, alla gestione della nostra organizzazione, per trovare la sua finalizzazione nella ricerca della soddisfazione del cliente.
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Il mercato del silicone negli ultimi anni si sta sviluppando e sta trovando nuove occasioni d’uso. Si pensi soltanto all’entrata del silicone nel mercato dedicato agli utensili e contenitori da utilizzare in ambito domestico e non solo, anche a livello professionale e industriale, ad esempio per le gelaterie, la ristorazione, le pasticcerie, i servizi di catering e le aziende dolciarie. È un materiale che genera un prodotto interessante, perché il silicone è un materiale igienico, pratico e presenta una maggiore capacità di conduzione termica.
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I clienti sono sempre più esigenti con le loro richieste e gli operatori del settore della gomma devono essere preparati per i cambiamenti che mostra il sistema. Penso che chi opera sulle macchine sulla filiera è in fase di adattamento sia di fronte alle innovazioni tecnologiche nella componentistica delle macchine sia davanti all’innovazione derivante di nuovi materiali. Il nostro supporto nella fase d’installazione e start-up delle macchine comprende assistenza tecnica in toto con i nostri tecnici presso lo stabilimento dei nostri clienti, sia supporto ogni qualvolta viene richiesto.
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Gli elastomeri termoplastici o gomme termoplastiche sono una miscela polimerica (normalmente una miscela tra plastica e gomma). Gli elastomeri sono facili da utilizzare nello stampaggio a iniezione perché presentano i vantaggi sia delle materie plastiche sia della gomma. Noi siamo focalizzati tendenzialmente nella progettazione e produzione di macchine a compressione, ma considerando l’evoluzione
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FOCUS di questo tipo di combinazione che si sta evidenziando negli ultimi anni, anche nostri sforzi saranno indirizzati verso la nostra linea di macchine a iniezione e nell’approfondire questo tipo di mercato.
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Dal punto di vista della formazione l’Italia ha lacune abissali rispetto a quanto avviene in Germania, in particolare
State Technologies Franco Valsecchi
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CEO
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Da oramai tre anni stiamo avendo un trend di crescita costante e credo che anche per il 2016 le aziende continueranno nella politica di modernizzazione dei mezzi produttivi. I segnali di rallentamento dell’economia mondiale stanno creando incertezze, non tali in questo momento da destare preoccupazioni sia per l’economia italiana che per quella tedesca che fa da traino alle nostre aziende.
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Questa domanda ci riguarda molto da vicino, in quanto
distribuiamo macchine per stampaggio di area austro-tedesca. Non parlerei di esigenze diverse dello stampatore italiano rispetto al resto del mondo, ma di necessità nell’utilizzare un enorme parco stampi esistente che è stato progettato per macchine di costruttori italiani che ora non ci sono più. Per poterli usare senza incorrere in costi di adattamento elevati i costruttori esteri sono venuti incontro alle esigenze locali. Noi per introdurre la tecnologia FIFO, che è l’unico sistema di iniezione studiato veramente per la gomma, abbiamo dovuto apportare delle modifiche che in parte hanno ridotto le sue potenzialità, che rimangono comunque enormi.
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Confermiamo questo trend di crescita sia nel silicone in pasta che per il bi-componente. Noi da tempo ci siamo attrezzati sia con il prodotto Boy che con partnership sia nella tecnologia del dosaggio che degli stampi. In questo modo siamo in grado non solo di offrire impianti completi ma anche proporci come partner per chi vuole iniziare ad introdurre questo processo in azienda. Siamo attrezzati con una showroom permanente dove mettiamo a disposizione impianti completi per prove stampo e sviluppo di nuovi prodotti.
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Credo che dal punto di vista della formazione il nostro paese presenti delle lacune abissali rispetto ai nostri partner teutonici in particolare. La compensiamo con una grande passione, capacità intuitiva e di improvisazione tipica della
Inchiesta macchine nostra cultura. Noi come STATE da anni stiamo introducendo tecnologie innovative di stampaggio e conosciamo molto bene le difficoltˆà di molte aziende che utilizzano attrezzature che hanno funzionato per decenni ma che ora presentano dei limiti. Oggi ci sono tecnologie più mirate, progettate per processi produttivi con elevati livelli qualitativi. Affrontare nuove sfide significa mettersi in discussione, applicarsi, ma se non c’è alle spalle una formazione il risultato è quello di rimanere ancorati a quello che si conosce molto bene. Come STATE, in partnership con le aziende che distribuiamo, offriamo sia presso il cliente che presso la nostra sede dei corsi mirati non solo all’utilizzo delle nostre attrezzature ma anche all’ottimizzazione dei processi di stampaggio.
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Noi siamo già presenti con macchine per lo stampaggio del TPE, un materiale che utilizza la tecnologia di processo tipica dei termoplastici (non vulcanizzati). La tecnologia di trasformazione è completamente diversa e va gestita con competenze appropriate. Penso che molti nostri clienti abbiano sia le capacità e le risorse per eccellere anche con le nuove gomme termoplastiche.
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L’automazione delle macchine richiede forse una minor preparazione specifica dell’operatore, ma maggiori competenze per quanto riguarda il controllo e la supervisione del processo
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Suprema Maurizio Coscia Responsabile Commerciale
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Per la nostra azienda , nei limiti di una attività avviata da meno di 3 anni, il 2015 è stato un anno positivo e secondo le aspettative; il mercato italiano, purtroppo non abbastanza sfruttato da noi e pur con tutte le carenze strutturali, è risultato abbastanza solido nel settore gomma. Credo che anche il 2016 si possa confermare sui medesimi livelli, al meglio con una modesta crescita.
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Un’azienda che processa gomma in Italia ha un grosso vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza europea e internazionale nel capitale umano e nell’accesso alle migliori tecnologie e ai più qualificati produttori di macchinari ed attrezzature peraltro con un grado di diversificazione industriale unico al mondo, avvicinato solo dai sistemi industriali cinese e tedesco. Di converso soffre di carenze strutturali importanti e deve sopportare costi di manodopera di utilities nettamente superiori a ogni altro concorrente; si pensi solamente al costo dell’energia elettrica, di media oltre il 50% più alto rispetto al Nord Europa, e ai costi di gestione amministrativa e burocratica, fino al doppio rispetto ai Paesi europei e fino a 4 volte rispetto agli extra UE . Questo fa sì che un’azienda italiana debba forzatamente ricorrere
a soluzioni tecnologiche particolari e avanzate per recuperare la competitività e dunque ogni parte del processo va esaminata costantemente in ottica migliorativa e di perfezionamento, facendo sì che anche la macchina e il relativo costruttore debbano adeguarsi a questa evoluzione. Si pensi all’evoluzione nello stampaggio di o-ring e guarnizioni piatte, un distretto industriale di enorme successo a livello mondiale noto come Rubber Valley; il continuo aggiornamento e la strenua competizione hanno portato questo distretto italiano a essere il leader tecnologico mondiale, con volumi e margini reddituali crescenti nonostante il maggiori costi di produzione. Per tale settore noi, ad esempio, produciamo una pressa a iniezione orizzontale di nicchia, particolarmente indicata per una produzione che richiede il minimo di finitura post stampaggio, il minino di manodopera per la supervisione e la manutenzione e che consente una flessibilità produttiva totale, riducendo al minimo i tempi di cambio stampo e cambio mescola. Una soluzione tanto più efficace quanto più pregiata sia la mescola utilizzata. Comunque , in conclusione , non esiste una macchina o una tecnologia “per il mercato italiano” , esistono invece adattamenti e “tagli su misura” di soluzioni efficienti che, combinando le conoscenze ed esperienze di costruttore ed utente macchina/ tecnologia, realizzano la miglior soluzione per ciascun produttore .
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Dai primi anni 2000 il mercato dei siliconi solidi o liquidi per stampaggio a iniezione segue un trend positivo; in effetti la duttilità delle proprietà meccaniche e di altre caratteristiche dei siliconi ha fatto sì sostituiscano gli elastomeri tradizionali e altri polimeri in diverse applicazioni e che inoltre trovasse nuovi impieghi in campo alimentare, elettrico, medicale, automotive e altri specifici settori. Di converso si sono retrofittate macchine originariamente destinate ai termoplastici e alla gomma per potere essere meglio impiegate per tali materiali; in realtà non esiste, che io sappia, una gamma specificatamente sviluppata per questi materiali , né ne vedo la convenienza . Di certo è invece necessario partire da una base macchina idonea e, a causa delle caratteristiche del materiali , adattare la stessa per il migliore impiego. Dal mio punto di vista le macchine che meglio si adattano ai siliconi sono macchine con dimensioni piani importanti rispetto alla forza di chiusura e accessibilità elevata, poiché i siliconi non richiedono normalmente grosse pressioni specifiche di chiusura ma invece totale flessibilità produttiva e, dunque, le macchine senza colonne, che a tutti gli effetti sono quelle che più prolifereranno in questo settore. Dal punto di vista dell’iniettore, sono favoriti quelli che privilegiano la precisione e la facilità del cambio materiale e del colore: dunque sistemi a vite pistonante o simili (comunque con l’utilizzo di materiali speciali, dato che alcuni siliconi consumano più rapidamente i componenti iniettore). Correlata a quanto sopra è prevedibile una ulteriore espansione della quota di macchine elettriche rispetto a quelle ad azionamento idraulico.
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Credo che oggi, dotandosi di un valido mezzo produttivo, l’operatore macchina debba essere meno preparato rispetto
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FOCUS un tempo. Oppure, detto meglio e meno provocatoriamente, un buon mezzo produttivo – vedasi una pressa iniezione con adeguato sistema di controllo di processo – una volta che è bene impostata non richiede adattamenti particolari ma è in grado di autocontrollarsi. Sotto un altro aspetto si può però dire che è richiesto un tipo di preparazione più sofisticato, ma solo a livello di supervisione del processo e macchina), dato che la tendenza consolidata è quella di lasciare meno spazio alle soluzioni creative. Voglio aggiungere che un buon software di controllo macchine oggi tende a essere più semplice e meno sofisticato rispetto a quello di uno o due decenni fa, rendendo l’utente più libero di concentrarsi su altre operazioni; si è passati nella sostanza da sistemi di controllo ridondanti a sistemi semplici e intuitivi, perlomeno nelle realizzazioni di macchine dove prevalga la conoscenza pratica dei problemi di fabbrica. Persiste invece la tendenza a complicare le cose semplici soprattutto da parte dei costruttori tedeschi.
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Per avere dei vantaggi i produttori italiani devono mantenere un gap tecnologico concreto nei confronti della concorrenza
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UTP Vision Franco Rossi Sales Manager
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La fase espansiva del mercato globale, che ha decentrato le produzioni in ambiti territoriali lontani dall’Europa occidentale, in aree competitive in termini di costo del lavoro e in molti casi con interessanti vantaggi per le aziende, oggi pare consolidata. Il mercato globale non va in una sola direzione, ma si muove ovunque: quindi sempre più abbiamo l’evidenza di fenomeni bidirezionali o meglio definirli multidirezionali. In effetti UTPVision guarda sempre più ad uno sviluppo aziendale, commerciale e produttivo che oltrepassa i confini che si era posta solo alcuni anni fa. L’economia ci dice oggi che i paesi emergenti pur soffrendo diversi fattori interni, rimangono dei paesi in crescita. Grazie ad essi l’economia mondiale mantiene un livello tale da permettere delle pianificazioni e delle operazioni economiche interessanti. Alcuni paesi viaggiano con velocità sicuramente al di sopra di quelle europee. Corea, Cina ad altre nazioni nel sud est asiatico, ma anche Stati Uniti e Messico. Il Sud America e la Russia rimangono al palo per le note situazioni politiche interne. In Europa e in Italia la crisi economica non ha influenzato la costante crescita dei mercati degli ultimi 3 anni. Nel 2015 si sono consolidate maggiormente le relazioni con i nostri partners internazionali. Il 2015 si è chiuso con una performance straordinaria. Un altro anno con un record assoluto di fatturato per UTPVision e i risultati economici ci permetteranno di pianificare gli sviluppi e le attività commerciali con sufficienti garanzie e coperture per l’anno in corso.
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I nuovi mercati dove siamo penetrati nel corso degli ultimi tre anni ci aprono delle ulteriori prospettive di crescita, grazie soprattutto alla nuove tecnologie applicate alle nostre macchine e alle prossime novità che presenteremo nel corso dell’anno.
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Da parte nostra fortunatamente non abbiamo ancora una vera e propria diversificazione del prodotto in funzione dei mercati o dei paesi ai quali sono indirizzati, ma siamo sempre attenti alle richieste dei clienti e facciamo il possibile per promuovere sempre un livello più evoluto dei nostri prodotti ed anticipare le necessità per le applicazioni del futuro. La mia opinione è che per avere dei vantaggi dobbiamo conservare un gap tecnologico concreto e che garantisca un reale beneficio per gli utilizzatori finali. Tecnologia e affidabilità sono le armi che dobbiamo sfruttare per vincere la competizione globale; la ricerca e sviluppo sono un pilastro portante della filosofia di UTPVision e siamo a disposizione delle aziende per soddisfare le esigenze di controllo.
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L’utilizzo del silicone nei prodotti industriali e le tecnologie di produzione e di applicazione sono in enorme crescita. Ho partecipato di recente al Silicone Elastomers World Summit dal quale sono emersi dei dati impressionanti sul numero di nuove applicazioni e sui volumi di consumo previsti per i prossimi anni. Abbiamo prodotto molte macchine dedicate al controllo dei prodotti in silicone, ma le prospettive di crescita ci impongono una particolare attenzione alle caratteristiche fisiche dei prodotti e alle soluzioni dedicate per le movimentazioni e i controlli stessi. Non nascondo che il silicone ha delle difficoltà intrinseche in alcune fasi del controllo e per un risultato eccellente necessitiamo di soluzioni all’avanguardia.
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UTPVision crede nell’avanguardia tecnologica nei processi di produzione e di controllo e gli stessi devono essere supportati, gestiti e monitorati da personale sempre più preparato e coinvolto. Le competenze degli uomini devono crescere insieme alle innovazioni. La formazione resta un caposaldo delle attività di sviluppo e supporto dei clienti. Per questo motivo UTPVision organizza presso la propria sede incontri a cadenza bimestrale sulla Visione Artificiale con il personale dei nostri clienti. Questi meeting tecnici sono dedicati alle conoscenze specifiche delle tecnologie di controllo attuali e a quelle che introdurremo nel prossimo futuro. Si tratta di un ciclo di 7 incontri che occuperà tutto il 2016. Le prime due sessioni hanno avuto un riscontro assolutamente positivo.
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Non occupandoci della produzione di questi materiali non possiamo esprimere un parere attendibile. Per quanto riguarda in nostro business, ossia il controllo qualitativo della produzione, confermo che i nostri sistemi di visione si adattano perfettamente anche ai materiali termoplastici.
IL GUASTO NON E’ UNA SCELTA.
Produrre componenti per sottocofano resistenti a 175°C. Flessibilità, resistenza al calore sono le caratteristiche che l’elastomero termoplastico Zeotherm® sopporta in contatto con fluidi aggressivi e nell’intervallo di temperature da -40˚C a 175˚C. Se vuoi saperne di più sulla produzione di componenti che raggiungono alte prestazioni, contattaci su www.zeotherm.com o chiama il n. 02.67141707.
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Dalle Aziende
Il coraggio di specializzarsi di Giuseppe Cantalupo
M
ese di giugno dell’estate 2009. La Pugno di Vigevano, un nome glorioso e un concentrato di storia di oltre mezzo secolo di produzione di macchine per l’industria della gomma, è costretta a chiudere i battenti a causa della severa congiuntura che attanaglia l’economia. Due dipendenti della società, Giuseppe Di Gioia e Massimo Avvento, pensano di dar vita a un’azienda nella quale continuare a costruire i macchinari che prima fabbricava la Pugno. L’esperienza non manca, la tecnologia la conoscono e il know-how lo posseggono: sono i frutti dell’attività che hanno svolto per anni presso un produttore di alto livello. Gli elementi essenziali, quindi, ci sono tutti. E allora la decisione è presa. Solo due mesi dopo, in agosto, l’idea e il progetto diventano realtà: nasce la PumaTech. Di Gioia e Avvento, i soci fondatori con un rapporto di titolarità 90/10, svolgono le funzioni di amministratore e tecnico commerciale il primo, di capofficina il secondo, e si avvalgono della collaborazione di ex dipendenti Pugno. Di persone, cioè, già esperte. Tra queste, Andrea Stara, che collabora con Di Gioia nella progettazione dei macchinari e nella gestione tecnica, amministrativa e commerciale della società.
La taglierina per ballotti di gomma PumaCut300. 34
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PumaTech è una giovane azienda di Sant’Alessio con Vialone, Pavia, che è succeduta alla Pugno di Vigevano nella produzione di macchine da taglio (ghigliottine e tagliastrisce), sbavatrici e talcatrici per l’industria della gomma: macchine progettate e realizzate per rendere semplici e sicure operazioni che, invece, sarebbero difficili e rischiose, se non impossibili da effettuare manualmente con la dovuta precisione
Macchinari
Coraggio e spirito d’iniziativa
Certamente c’è voluta una gran bella dose di coraggio a decidere, in pieno periodo di crisi, di intraprendere un’attività industriale partendo esattamente da dove si era fermata un’azienda di grosso calibro come la Pugno, costretta a chiudere dalla morsa della difficile situazione economica. «Coraggio e spirito di iniziativa sono stati sicuramente necessari, e non poco - ci dice Di Gioia nel corso di un incontro che abbiamo avuto con lui in ditta - , altrimenti non avremmo mai potuto realizzare quello che abbiamo fatto fino ad ora, dando vita alla PumaTech. E con successo, devo dire». Due elementi, però, sono stati fondamentali e sono alla base di tutto: una certa capacità imprenditoriale e propositiva di idee innovative e il fatto che Pugno era un brand di tutto rispetto che, utilizzato con avvedutezza, poteva costituire una buona garanzia di successo. E così è stato. Anche perché PumaTech ci ha messo anche del suo. «Abbiamo cambiato i progetti iniziali delle macchine, in qualche caso anche radicalmente, - precisa, infatti, il titolare - per introdurre concetti nuovi in un know-how comunque consolidato nella sua impostazione di base. Criteri finalizzati ad una produzione più efficiente di sistemi di più alto livello qualitativo
La tagliastrisce PumaCut20. e tecnologicamente avanzati, in grado di soddisfare richieste di una clientela diventata molto più esigente di quanto non fosse solo pochi anni fa».
La politica aziendale
La scelta di base del management è stata, da subito, quella di produrre su commessa. «Abbiamo dei modelli base - ci spiega Di Gioia - , ma ogni volta che vendiamo una macchina, questa risulta essere, pressoché immancabilmente, una variante di un modello standard opportunamente modificato per soddisfare particolari esigenze del cliente che l’ha ordinata». È il criterio della produzione su richiesta, della produzione “tailor-made”. «E spesso ne scaturiscono importanti innovazioni - prosegue l’amministratore dell’azienda pavese che rappresentano quel quid in più che innalza il livello qualitativo del prodotto e consente di fronteggiare la concorrenza. Specie quella cinese, capace di vendere a prezzi assolutamente non competitivi con quelli europei». Ogni macchina, insomma, è anche terreno di ricerca e avanzamento tecnologico: due elementi essenziali che un’accorta politica aziendale non può permettersi di trascurare perché l’impresa abbia futuro. E Di Gioia ne è convinto. All’ordine fanno seguito la progettazio-
ne e la costruzione del macchinario e, prima della consegna, il cliente prova presso PumaTech l’apparecchiatura che ha ordinato. Il ciclo si chiude con l’installazione del prodotto presso l’utilizzatore. Ma il rapporto con quest’ultimo non finisce qui. Perché dopo la vendita la società garantisce al cliente ogni forma di assistenza tecnica, assicurandogli pronti interventi di riparazione e manutenzione. E anche di ricambistica. Questo, perché, come ci tiene a far sapere Di Gioia, per precisa scelta di politica aziendale e a differenza di come operava Pugno, molte parti meccaniche - lame di tagliastrisce, alberi, flange, per fare alcuni esempi - sono fatte dalla società al suo interno, con tutti i vantaggi che ne derivano sul fronte del controllo della precisione delle lavorazioni e della qualità dei pezzi finiti. «Le parti principali di una macchina - conclude il titolare - sono, quindi, sempre disponibili in azienda sia per la prima produzione che per l’assistenza al cliente. E questa disponibilità ci torna utile anche per gli interventi di up-grading e retro-fitting. Anche di macchinari Pugno ancora operativi sul mercato».
Le apparecchiature
«Lavoriamo solo per la gomma» ci dice Di Gioia come per sottolineare la specializzazione della sua azienda nel settore dei macchinari ausiliari per l’industria della gomma. Di quei macchinari, cioè, che a tutti gli effetti completano un impianto per lo stampaggio degli articoli in gomma partendo, per esempio, col taglio delle balle a monte del mixer in sala mescole all’inizio del ciclo produttivo e terminando con la sbavatura dei pezzi stampati: un’operazione, quest’ultima, indispensabile non tanto per questioni estetiche, ovviamente, quanto per questioni di qualità e, quindi, di accettabilità dell’articolo finale per l’applicazione alla quale è destinato. L’azienda pavese produce tre categorie di macchine: le tagliatrici (ghigliottine e tagliastrisce), le sbavatrici e le talcatrici.
Le ghigliottine
Sono macchine progettate e realizzate per tagliare le balle di ogni tipo di gomma sia naturale che sintetica all’inizio della lavorazione in sala mescole, a monte del mixer. L’azienda ne produce L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Dalle Aziende
Impianto di sbavatura PumaCryo.
Le tagliastrisce
di due tipi: la ghigliottina idraulica automatica PumaCut300 e quella idraulica manuale PumaCut600 Standard. Tra le differenze principali tra le due macchine ricordiamo che quella automatica è dotata di nastro trasportatore d’ingresso lungo 1.500 mm, ma che su richiesta può essere fornito anche di altre lunghezze; di un timer digitale che regola l’avanzamento del materiale; di una centralina oleodinamica da 80 litri integrata nel basamento della macchina e di un dispositivo pneumatico che tiene ferma la balla durante il taglio. Lama e batti-lama, inoltre, sono in acciaio temprato e rettificato, mentre nel modello manuale la lama è normale e il battilama è in alluminio. Principali caratteristiche tecniche: - potenza motore centralina della macchina automatica: 4 kW - potenza di taglio: 14 t nel modello au-
tomatico; 12 t in quello manuale - sezione di taglio: 750 mm in entrambi i modelli - altezza di taglio: 300 mm nella macchina automatica e 600 mm in quella manuale. La gamma prevede anche, tra le ghigliottine automatiche, il modello PumaCut300D con le stesse caratteristiche del PumaCut300, ma dotato di PLC (Programmable Logic Controller - Controllore a Logica Programmabile), encoder, inverter e pannello operatore. Consente di tagliare fette di gomma di qualsiasi lunghezza con elevata precisione. Tra i due tipi principali di ghigliottine si colloca il tipo PumaCut600 Semi-Automatico, nel quale il taglio è comandato da due pulsanti sincrotemporizzati. Lama, batti-lama e caratteristiche tecniche sono le stesse del modello manuale.
Sono di due tipi: tagliastrisce automatica idraulica e tagliastrisce longitudinale, e sono utilizzate per tagliare, rispettivamente, strisce di mescole in gomma e strisce da fogli di gomma per l’alimentazione di presse a iniezione e di trafile. Il primo tipo comprende due modelli: la PumaCut20 e la PumaCut20D. Entrambe le macchine sono dotate di nastro trasportatore lungo 800 mm per l’alimentazione del materiale (può essere fornito anche di lunghezza diversa su richiesta); di timer digitale per la regolazione del taglio alla lunghezza voluta; di centralina oleodinamica da 80 litri; di dispositivo di regolazione dell’incisione; di contro-rullo sollevabile motorizzato per impedire lo slittamento dei fogli di gomma. Le principali caratteristiche tecniche sono: - potenza motore pompa: 4 kW - potenza di taglio: 10 t - sezione di taglio: 800 mm - altezza di taglio: 20 mm - peso: 720 kg - ingombro macchina (mm): 1.355 x 1.270 x 1.550 (h). Il modello PumaCut20D ha le stesse caratteristiche di quello appena descritto, ma con in più il PLC, l’encoder, l’inverter e il pannello operatore. La tagliastrisce longitudinale ricava strisce da fogli di gomma. Sono previsti due modelli: il PumaCut570 e il PumaCut770. Le macchine montano lame rotanti in acciaio ad alta resistenza all’usura di misure diverse a seconda della larghezza delle strisce voluta dal cliente. Caratteristiche tecniche dei due modelli: - luce utile: 570 mm e 770 mm - larghezza standard delle strisce: 38 mm - numero di strisce eseguibili: 14 nel primo modello; 19 nel secondo - spessore massimo tagliabile: 20 mm - potenza motore: 2 hp e 3 hp.
Le sbavatrici
L’azienda produce due categorie di macchine per la sbavatura di artico-
Macchinari La granigliatrice criogenica PumaJet.
to su guide che ne permettono l’uscita dal corpo macchina per facilitare le operazioni di carico e scarico del materiale, e lo scarico dei pezzi sbavati avviene direttamente su un vibrovaglio per allontanare le impurità derivanti dalla lavorazione. La velocità della turbina, la velocità del tamburo e la regolazione della temperatura sono controllate automaticamente dal PLC e dall’inverter di cui è dotata la macchina. Principali caratteristiche tecniche: - capacità di carico: da 6 a 8 litri - velocità di rotazione del tamburo regolabile con moto-variatore: da 5 a 25 giri/min - temperatura di lavoro: fino a -150°C - velocità della coclea regolabile con inverter Omron: da 1.000 a 1.750 rpm - velocità della turbina, regolabile anch’essa con inverter Omron: da 4.000 a 7.500 rpm.
Le talcatrici
li in gomma, entrambe criogeniche ad azoto liquido. Alla prima appartengono le sbavatrici PumaCryo180, 240 e 400; alla seconda, la granigliatrice PumaJet. Le PumaCryo sono dotate tutte di tamburo ottagonale a doppia parete in acciaio inox coibentato che viene fatto ruotare mediante moto-riduttore comandato da un inverter digitale. Una elettrovalvola speciale per applicazioni criogeniche controlla l’iniezione dell’azoto all’interno del tamburo; un timer digitale imposta e controlla la durata del ciclo; un termoregolatore digitale imposta la temperatura di lavoro. La velocità di rotazione del tamburo è regolabile mediante una apposita manopola e viene controllata attraverso la visualizzazione del numero di giri/min su un display. Le principali caratteristiche tecniche delle PumaCryo:
- dimensioni interne del tamburo: 800 x 400 mm per la 180; 800 x 600 mm per la 240; 800 x 800 mm per la 400 - capacità di carico: 60, 90 e 170 litri rispettivamente - temperatura di lavoro: fino a -150°C per tutte e tre le macchine - velocità di rotazione del tamburo: da 5 a 45 giri/min per tutte, regolabile con moto-variatore - potenza motore: 1,5 hp per la 180; 2 hp per la 240; 4 hp per la 400. La PumaJet è anch’essa a tamburo rotante ed è utilizzata per la sbavatura di pezzi piccoli come, per esempio, O-ring e articoli tecnici di piccole dimensioni. I pezzi da sbavare vengono caricati in un tamburo orizzontale in acciaio inox e raffreddati non direttamente dall’azoto liquido, bensì da granuli di materiale plastico non abrasivo raffreddati e proiettati su di essi da una turbina a velocità variabile. Il tamburo è monta-
Sono le ultime macchine a essere state introdotte nella gamma di produzione dell’azienda e sono espressione di un miglioramento tecnologico che mira ad aumentare la produttività senza che questo vada a discapito dell’ambiente. Un esempio è il modello PumaTalc350, che permette la talcatura di strisce di mescole o di foglie di gomma in maniera continua e uniforme. Ma, soprattutto, evitando la dispersione di talco nell’ambiente. A tale scopo, la tecnologia PumaTech ha realizzato un sistema di doppia camera che fa sì che la macchina lavori in depressione, mentre un filtro aspiratore evita la fuoriuscita di talco nell’ambiente di lavoro. Una turbina ad alta velocità provvede al trasporto della polvere dalla vasca di raccolta, pertanto non è richiesta nessuna alimentazione del talco dall’esterno. La circolazione continua della polvere all’interno della talcatrice è assicurata da un agitatore in acciaio inox, e l’avanzamento delle strisce o delle foglie di gomma è facilitato da un rullo d’ingresso e da uno d’uscita.
Buone prospettive per il futuro
«L’anno scorso - ci dice Di Gioia - abbiamo lavorato molto bene, sia in Italia che all’estero. Un buon 60-70% della nostra produzione ha varcato i confini nazionali, diretto in Europa - FranL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Dalle Aziende
La talcatrice PumaTalc600. cia, Germania, Spagna, Belgio, Olanda, Inghilterra, Polonia, Turchia, Russia - e anche fuori Europa, in Israele, Tunisia, Algeria, Marocco, fino al Brasile. Per
quanto riguarda il mercato italiano, sul finire dell’anno questo è stato caratterizzato, e lo è tuttora, da una certa fluttuazione, conseguenza dei postumi
della crisi che fino a ieri - si può dire ha praticamente bloccato l’economia». Le prospettive, però, - è la conclusone del titolare - sono buone. Non solo perché si intravedono segnali di ripresa, ma anche perché il buon andamento generale delle vendite nel 2015, come anche l’ampio raggio dell’export della società, hanno prodotto l’ulteriore favorevole risultato dell’arrivo alla PumaTech di un gran numero di richieste di offerte. Dall’Italia e anche da altri paesi. Segno, anche questo, del successo che l’azienda riscuote sui mercati. Un successo prodotto dall’azione combinata della qualità della produzione e dell’attenzione che la società dedica al cliente, assicurandogli un’assistenza post-vendita competente e garantendogli pronti interventi di manutenzione e ricambistica, come anche di aggiornamento tecnologico di eventuali macchinari datati in suo possesso. Tutti aspetti, questi, che consolidano l’immagine di fornitore qualificato e affidabile con la quale PumaTech è presente sui mercati internazionali.
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Prevedere la pressione negli stampi per elastomeri Timo Gebauer, Executive Manager/ CTO; e Vanessa Schwittay, Marketing Manager & Engineering - SIGMA Engineering GmbH
L
a simulazione di processo SigmaSoft® Virtual Molding (stampaggio virtuale) è uno strumento ormai consolidato nella fase di sviluppo di articoli elastomerici: viene infatti utilizzato per prevenire problemi in produzione e per ridurre il tempo dell’introduzione di applicazioni industriali sul mercato. I sistemi dei canali di alimentazione si possono già bilanciare o le temperature dello stampo già ottimizzare molto presto nella fase di sviluppo. A dispetto del continuo sviluppo e della crescente complessità dei modelli, accade talvolta che i risul-
L’azienda tedesca SigmaSoft è nota sul mercato per i suoi sistemi di simulazione virtuale dei flussi delle mescole all’interno degli stampi. Abbiamo chiesto ai tecnici dell’azienda di illustrarci come funziona la loro soluzione per lo stampaggio in gomma, il processo Virtual Molding. Ci hanno spiegato come sono riusciti a comprendere nei loro modelli anche variazioni nella pressione o nella viscosità della mescola determinate dai fenomeni fisici che si verificano durante le fasi dello stampaggio e che sono impossibili da prevedere con un modello statico.
Figura 1. Diversi risultati dipendono dalla corretta previsione della pressione, come il grado di vulcanizzazione (a sinistra) e la degradazione del materiale (a destra). 40
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Software Figura 2. Pressione idraulica confrontata con due curve di pressione misurate vicino all’ugello (P-canale 1) e vicino alla macchina (P-canale 2).
tati della simulazione non si accordino con le misurazioni alla macchina Questo riguarda non solo la pressione simulata, ma anche ulteriori risultati come il comportamento di riempimento e molti risultati relativi alla temperatura, a causa della loro correlazione con i cambiamenti di pressione. Così non solo diventa più difficile decidere se la parte si riempie come previsto, ma anche risultati come il grado di vulcanizzazione, le proprietà meccaniche della parte, la degradazione del materiale o la deformazione della parte possono diventare meno affidabili (figura 1).
Affidabilità nelle previsioni
Se i fenomeni osservati alla macchina durante la produzione in serie non si accordano con i valori previsti, si possono verificare problemi gravi. Perdita di denaro, ritardi nella tempistica produttiva e clienti frustrati sono solo alcune delle conseguenze. Allora la domanda è perché qualcosa del genere si verifica e, cosa ancora più importante, come si possono evitare tali problemi. La pressione necessaria per riempire la cavità è uno dei valori chiave durante la progettazione dello stampo. Per la scelta della macchina la pressione massima è uno dei fattori limitanti e anche un indicatore per l’energia, che riscalda l’elastomero durante il riempimento, ed è perciò critico per la previsione del tempo di vulcanizzazione.
La pressione può essere misurata in varie posizioni del sistema. La pressione idraulica, i sensori di pressione sul pistone o sullo stampo sono i punti di riferimento più comuni per le misurazioni. Di solito si usa soltanto un riferimento e, se il sistema offre più di una pressione misurata, i valori ottenuti sono spesso contraddittori.
Variazioni di pressione
La figura 2 mostra la pressione misurata in due diverse posizioni nel sistema di alimentazione di uno stampo per elastomeri. Anche se la pressione idraulica è costante, la pressione vicina alla macchina (P-canale 1) a un certo punto diminuisce. A prima vista questo sembra un fenomeno non fisico. In questo caso ciò che accade è che la pressione idraulica vede anche quello che si verifica nel pistone: se la parte fusa diventa troppo piccola il comportamento del flusso in quest’area può aumentare drammaticamente la pressione idraulica. Analogamente, nella simulazione la pressione può essere prevista in varie posizioni. In più la simulazione di solito si basa su modelli differenti e condizioni marginali ideali. I risultati possono variare in funzione del modello scelto e delle ipotesi per la simulazione del processo. Queste variazioni sono basate sulla complessa interazione tra gli errori di misurazione del materiale, la modellazione e i parametri presi in considerazione. Pertanto i risultati sono spesso difficili da valutare.
Simulare la viscosità
Uno dei valori critici per la previsione della pressione è la viscosità, che dipende dalla velocità di taglio e dalla temperatura. Sfortunatamente non c’è nessun modo di misurare la viscosità direttamente. A seconda del sistema che si utilizza, la pressione o il momento sono misurati a specifiche condizioni di flusso. Sulla base di questi valori, e tenendo in considerazione parecchie correzioni, la viscosità può essere calcolata. Poiché la messa a punto dei sistemi di misurazione è molto sensibile, i risultati possono variare in un ampio intervallo. Per le miscele elastomeriche, in special modo, la deviazione della viscosità misurata può essere superiore al 100%. La figura 3 mostra il risultato di tre diverse misurazioni di viscosità per una miscela (un lotto), effettuate in tre laboratori diversi. Il diagramma è tracciato in scala logaritmica. La viscosità misurata nel laboratorio 3 è cinque volte più alta della viscosità misurata nel laboratorio 2. Se queste viscosità si utilizzano in una simulazione, la pressione prevista sarà completamente diversa a seconda della misurazione utilizzata. Una ragione di queste variazioni è la sensibilità dei viscosimetri ad alta pressione. A seconda di come l’elastomero è sistemato nella macchina e della messa a punto del sistema, i risultati misurati possono discostarsi in un ampio intervallo. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Dalle Aziende
Figura 3 Viscosità di un lotto di materiale misurata in tre laboratori diversi.
Figura 4 Viscosità originale e viscosità calcolata per un comportamento isotermico del materiale.
Prevedere le correzioni
Altri fattori che influiscono sulla situazione sono le varie correzioni, che si possono usare per calcolare la vera viscosità (Weissenberg-Rabinowitsch, Mooney, Bagley). Queste correzioni di solito richiedono una messa a punto più complessa o diversi ulteriori esperimenti. Poiché ogni esperimento ha un costo, non tutte le correzioni vengono fatte per ogni caratterizzazione. Oltre al già complesso problema delle correzioni stabilite, non c’è nessuna correzione che consideri l’aumento di temperatura durante la misurazione. Il materiale è spinto attraverso un capillare con un’alta pressione. Più alte sono pressione e velocità, più alta sarà la velocità di taglio. A seconda della sen42
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
sibilità della viscosità ai cambiamenti di temperatura, la viscosità reale sarà molto più alta della viscosità misurata. Un esperimento virtuale è mostrato in figura 4: in questo esperimento un materiale con una viscosità certa (viscosità originale) è utilizzato per simulare un viscosimetro capillare ad alta pressione. La pressione simulata viene usata per calcolare la viscosità come si fa nell’esperimento reale. La seconda curva (isoterma di viscosità) mostra la viscosità calcolata sulla base di questo esperimento. Il materiale, usato per generare la viscosità nella simulazione, è stato modificato in modo che la temperatura non potesse aumentare. Si può vedere che entrambe le curve corrispondono piuttosto bene: esse
mostrano che la simulazione del capillare lavora molto accuratamente e fornisce la corretta previsione di pressione.
Viscosità e temperatura
Dopo questa verifica concettuale è stato condotto un secondo esperimento virtuale. In questa simulazione al materiale è stato consentito di cambiare la temperatura dovuta al riscaldamento di taglio. La viscosità è stata calcolata di nuovo. Nella figura 5 la viscosità originale (curva verde) e la viscosità calcolata (curva rossa) sono messe a confronto per questo materiale. Nella zona di velocità di taglio basse le due curve corrispondono molto bene. In queste zone il riscaldamento di taglio è piuttosto basso, così che il materiale
Software Figura 5 Viscosità originale e viscosità calcolata per un materiale a comportamento normale influenzato dal riscaldamento di taglio.es
non si riscalda troppo. Nella zona di velocità di taglio più alte, la differenza tra le due curve diventa più grande. Alla velocità di taglio di 1000/s, la differenza tra le due curve è all’incirca un fattore di due. Questo semplice esperimento mostra la drammatica in-
fluenza dell’aumento di temperatura durante la misurazione della viscosità. Per prevedere la perdita di pressione in uno stampo per elastomero è necessario prendere in considerazione questo comportamento anche nelle correzioni.
La simulazione offre un modo per ottenere le viscosità reali. SigmaSoft® Virtual Molding può essere usato per trovare la viscosità reale prendendo in considerazione l’aumento di temperatura. Questa breve introduzione alla misurazione e alla simulazione della pressione mostra che ci sono varie domande, a cui occorre dare risposte in dettaglio prima che il risultato della simulazione corrisponda con la pressione misurata . Non è sempre necessario rispondere a tutte le domande, ma è importante essere coscienti dell’influenza di certi effetti. Solo in questo modo si possono evitare valori critici nella produzione. V710 5000 kN
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Un nuovo R&D Center per Mesgo
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esgo, l’importante compounder italiano, ha di recente deciso di creare un nuovo R&D Center nel proprio stabilimento di Gorlago (BG). È Andrea Ravasio, R&D manager, a spiegare i motivi che hanno spinto il gruppo a questo investimento. «Esistono principalmente due modi di fare innovazione - spiega a L’Industria della Gomma -. Gli americani li chiamano push e pull. Il primo descrive qualcosa di talmente innovativo da non avere un mercato; il mercato deve essere creato e l’innovazione spinta (push). Nel secondo caso invece, è il mercato stesso a richiedere un passo avanti, a trascinare (pull) lo sviluppo. Che sia push o pull poco importa, entrambe le tipologie di innovazione presentano sfide e richiedono strumenti concettuali e operativi non sempre presenti nelle aziende di media dimensione».
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Il gruppo con sede a Gorlago (Bergamo) ha inaugurato un centro per la ricerca e sviluppo, l’R&D Center, dove, in 200 metri quadri, sono concentrati tutti gli strumenti necessaria alla caratterizzazione dei polimeri necessari al personale tecnico. Un investimento che risponde anche alle richieste sempre più complesse dei trasformatori di elastomeri, allo studio già in fase di formulazione delle caratteristiche di processabilità e alla necessità di offrire strumenti di analisi anche alle altre aziende di recente entrate a far parte di Mesgo
A motivare la scelta di Mesgo sono entrambe le situazioni, che tipicamente si presentano nel mondo della mescolazione. È nata così la nuova struttura, che comprende 200 m2 di laboratori con lo stato dell’arte della strumenta-
La nuova facciata dello stabilimento Mesgo di Gorlago (Bergamo) a conclusione dei lavori di ristrutturazione. Sulla destra si nota il nuovo blocco R&D Center
Mescolazione
Sopra, analizzatore dinamico-meccanico. A destra, resistenza alla lacerazione in camera climatica. A fianco, estrusione a shear variabile di gomma siliconica.
zione per la caratterizzazione dei polimeri ed è a disposizione dello staff R&D e a servizio del personale tecnico del gruppo. Non solo laboratori ma anche uffici e sale riunioni: un blocco distinto, con personale e strumentazione interamente dedicati, proprio a sottolineare il carattere trasversale che costituisce per il gruppo.
Nuove esigenze del mercato
«Unitamente al carattere innovativo che contraddistingue da sempre Mesgo - spiega Ravasio - sono diversi i fattori hanno favorito la nascita del nuovo R&D Center. In primo luogo è in atto da tempo un’evoluzione dei trasformatori di elastomeri che sottopongono richieste sempre più sofisticate e complesse. Se un tempo un buon c-set, una buona resistenza alla lacerazione o a un condensato bastavano a qualificare una mescola oggi ci si deve confrontare con concetti di dilatazione termica, analisi agli elementi finiti e viscoelasticità non-lineare». Nell’equipaggiamento del nuovo R&D Center grande attenzione è stata da-
Un’ottica di gruppo
ta alla caratterizzazione statica e dinamica degli elastomeri vulcanizzati nonché alla misura della dipendenza delle proprietà meccaniche a temperature diverse da quella ambiente. «Altro aspetto fondamentale - dice ancora l’esperto di Mesgo - riguarda la processabilità dei compound. L’approccio che tiene separati lo sviluppo delle mescole secondo un capitolato dalla loro trasformazione è obsoleto. Sviluppare mescole in laboratorio per poi “rincorrere” la reologia del processo cliente attraverso il tradizionale metodo “trial-and-error” è ormai inaccettabile. Il mercato chiede ai formulatori che le condizioni reali di shear tipici dei processi di estrusione e stampaggio siano già considerati durante lo sviluppo della materia prima. Proprio per questo nei laboratori del nuovo R&D Center sono presenti diversi strumenti che permettono di coprire l’intero range di shear tipico dei metodi di trasformazione degli elastomeri. Una profonda capacità di investigazione delle proprietà viscoelastiche prima, durante e dopo la reticolazione».
Anche le recenti operazioni di acquisizione di Mesgo, che hanno portato alla nascita di Mesgo Iride Colors per acquisizione prima di Iride Colors e poi di Guzzetti Master e 3A MComm, hanno indotto il management Mesgo a riorganizzare e centralizzare alcuni servizi con l’obiettivo di rendere più efficiente il lavoro di sviluppo. «Analisi termica e spettroscopica ad esempio - commenta ancora Ravasio - sono di fondamentale importanza per un reverse engineering efficace di questa tipologia di compound. A supporto di questa parte analitica, un laboratorio puramente preparativo si occupa della separazione delle miscele nei singoli costituenti, eliminando interferenze, e migliorandone perciò l’attendibilità». Questo ed altro ancora è oggi presente nella nuova struttura. «Competitività e sostenibilità - conclude l’R&D manager di Mesgo - devono obbligatoriamente appoggiarsi a ricerca e sviluppo in un mondo caratterizzato da mercati estremamente volatili, accelerazione tecnologica e contrazione del tempo di vita dei prodotti. Tutto ciò presenta sfide che solo un approccio multidisciplinare e strutturato può affrontare e il nuovo R&D Center del gruppo è un chiaro segnale di come Mesgo queste sfide voglia affrontarle da protagonista oggi e, soprattutto, domani». L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Arriva il controllo qualità in outsourcing di Giuseppe Cantalupo
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l controllo della qualità è il pallino del fondatore della DP Gomma di Castelli Calepio, Bergamo, e trova il suo campo d’applicazione, sin dalla nascita dell’azienda, nel mondo della gomma. In particolare, nel settore degli articoli stampati. La società nasce grazie all’intuito di Claudio Parietti - amministratore delegato - attraverso la conversione al settore della gomma di un’azienda del settore edilizio in crisi. «Il controllo qualità - ci dice Parietti nel corso di un incontro che abbiamo avuto con lui in sede - ha sempre suscitato un certo interesse in noi. E il settore che, in particolare, più di tutti ha attirato la nostra attenzione è stato, da subito, quello della produzione degli articoli stampati in gomma, dove notavamo una certa artigianalità nell’effettuazione dei controlli qualità da parte di terzi per conto delle aziende medio-piccole che, appunto perché tali, non avevano la forza economica necessaria per attrezzarsi adeguatamente per eseguire in proprio questi controlli». Semplice, allora, il ragionamento e consequenziale la conclusione. La strumentazione e le apparecchiature necessarie per il controllo qualità della produzione hanno un costo non indifferente che le piccole imprese non possono permettersi di sostenere e si vedono, perciò,
La sala cernita di DP Gomma. 46
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La DP Gomma di Castelli Calepio, Bergamo, nasce poco più di un anno fa con un obiettivo ben preciso: essere, per le piccole aziende produttrici di articoli stampati in gomma, il punto di riferimento per il controllo qualità. L’idea è mettere a disposizione delle piccole imprese strumentazione e competenze per consentire anche a chi non è attrezzato internamente di mantenere il rispetto delle sempre più rigide tolleranze imposte dai committenti e per ridurre al minimo le non conformità
Servizi Tavolo cernita a nastro.
L’ispezione ottica
costrette a ricorrere a controllori artigianali esterni. Perché, allora, - deve essersi chiesto Parietti - non avviare una tale attività di controllo con un’azienda dotata dell’idonea strumentazione affidata a un personale esperto e qualificato, capace di garantire un controllo qualità veramente “di qualità”?. Detto, fatto. In pochi giorni viene intrapreso l’ambizioso progetto. È il 2014, e nasce la DP Gomma. Ben presto l’azienda diventa un importante punto di riferimento per le piccole imprese a disagio sul fronte del controllo qualità della produzione e, con la sua attività e le sue tecnologie, completa la filiera degli articoli in gomma. Una filiera nella quale opera un gran numero di aziende piccole che, tuttavia, giocano un ruolo importante - e anche portante - non solo nella realtà produttiva locale, ma anche e soprattutto in quella italiana. «Anche per questo - ci dice Parietti abbiamo deciso di rivolgere la nostra attenzione alla qualità e al suo controllo». Una scelta che sembra dar corpo all’affermazione di Albert Einstein, sottolineata dallo stesso management, “Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole”. E l’occasio-
ne favorevole è la scelta stessa operata dalla DP Gomma, che consente, da un lato, all’azienda bergamasca di fornire un servizio di qualità e, dall’altro, alle società del settore gomma di avere un partner sicuro e affidabile.
L’azienda e la sua strategia
La DP Gomma occupa una superficie totale di 1.400 metri quadrati, di cui 1.000 coperti, e conta 25 dipendenti. «Siamo una società piccola, - dichiara Parietti - nata poco più di un anno fa, ma stiamo crescendo bene. Abbiamo acquisito una buona conoscenza della realtà industriale nella quale ci siamo inseriti, e la clientela sta anche aumentando sia come numero che come diversificazione delle richieste. Al punto che stiamo pianificando investimenti per un ampliamento della nostra strumentazione con l’acquisto di macchinari moderni e innovativi che ci consentiranno di meglio rispondere alle richieste della clientela, che nel frattempo sono anche diventate più esigenti. Perché la nostra strategia ha un solo fine: garantire ai clienti servizi di alto livello professionale».
Gli articoli stampati in gomma da sottoporre al controllo provengono da aziende fornitrici dei più svariati settori industriali. Oltre il 70% sono prodotti destinati al settore automotive, ma subito dopo vengono gli articoli tecnici, quelli del settore medicale, dell’edilizia, dell’idraulica, degli elettrodomestici. Per citarne solo alcuni. Il controllo qualità traccia il programma d’azione principale dell’azienda. Guarnizioni, o-ring e, in generale, articoli tecnici di dimensioni ridottissime vengono esaminati con la tecnologia dell’ispezione ottica mediante telecamere ad alta risoluzione. I pezzi senza difetti, esaminati progressivamente nelle varie fasi del controllo, vanno avanti fino all’ultimo “esame” previsto dal ciclo e quelli difettosi vengono scartati e selezionati in fasce di qualità, con l’indicazione finale dettagliata delle relative percentuali di pesatura elettronica. «In questo modo - precisa Parietti - forniamo al cliente la possibilità di conoscere meglio il suo processo attraverso gli scarti e la loro incidenza sulla produzione totale e di mettere in atto gli interventi necessari per aumentare la produttività dei suoi macchinari». «Ma spesso - prosegue - ci arrivano anche da controllare i primi campioni di articoli di una produzione nuova, perché la tempestiva individuazione di eventuali difetti, che prontamente segnaliamo al cliente, consente a quest’ultimo di attivarsi nel più breve tempo possibile per risalire alla causa del problema ed eliminare, in tal modo, il rischio di una produzione qualitativamente scadente». Un punto di forza dell’azienda è, infatti, la capacità di controllare la qualità di ogni processo produttivo, assicurata dalla massima disponibilità e flessibilità verso il cliente. Accanto alla cernita mediante ispezione ottica, la DP Gomma assicura anche, nel caso di componenti particolarmente complessi, un servizio altamente efficiente di cernita manuale. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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Dalle Aziende
Cernita con lente di ingrandimento.
Altri servizi ancora
«Oltre alla cernita, - ci dice l’amministratore dell’azienda - DP Gomma offre ai clienti anche altri servizi per favorirli il più possibile ed evitare loro il ricorso a più fornitori di prestazioni diverse. Uno di questi servizi, per esempio, è la sbavatura. Anche questa è manuale. Per il momento, almeno. Perché abbiamo già pianificato l’adozione della strumentazione prevista dalla tecnologia criogenica, in modo da poter scegliere il metodo che meglio soddisfi specifiche esigenze della clientela». Ma ricordiamo anche la verniciatura, richiesta per particolari tipi di guarnizioni per diminuirne l’attrito, aumentandone
anche, di conseguenza, la durata. Per questa prestazione la società di Castelli Calepio si avvale della collaborazione di un’azienda leader nel settore della verniciatura dei profili in gomma: la VBA Verniciatura. Un altro servizio ancora è l’assemblaggio delle guarnizioni, di ogni tipo e misura, sui relativi supporti in ferro e/o plastica. Da alcuni clienti, inoltre, perviene la richiesta anche di lavorazioni speciali, come, per esempio, lavorazioni di pulizia, rifinitura e taglio di qualsiasi tipo di guarnizione, che DP Gomma è in grado di effettuare con l’utilizzo di frese ad aria/elettriche, trapani a colonna di ultima generazione e fustellatrici. «Un’altra attività alla quale stiamo rivolgendo la nostra attenzione è lo sviluppo, al nostro interno, di un settore aziendale di packaging. Di confezio-
namento, cioè, degli articoli controllati in sacchetti o cartoni, a seconda della richiesta, o anche in imballaggio termoretraibile. Per ora, stiamo lavorando a livello campionatura, non ancora a livello produzione, ma i riscontri che stiamo raccogliendo sono molto incoraggianti», dichiara con comprensibile soddisfazione Parietti. «Le prospettive di mercato - conclude l’amministratore della società bergamasca - sono favorevoli e le previsioni fatte quando abbiamo dato vita alla DP Gomma si stanno rivelando fondate, tanto è vero, che incominciano ad arrivare clienti anche da altre regioni, oltre che dalla Lombardia». In conclusione, l’azienda è piccola, ma sta crescendo bene, e a riprova del successo che sta riscuotendo sui mercati, la società ha avviato la procedura per il conseguimento della certificazione ISO.
News Una nuova biogomma creata da Versalis e Genomatica
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ersalis (Eni), produttore europeo nel settore dei polimeri ed elastomeri, e Genomatica, azienda leader nelle soluzioni di bioingegneria, hanno avviato la produzione in laboratorio di bio-Butadiene (bio-BDE) da materie prime totalmente rinnovabili. Con il bio-BDE ottenuto Versalis ha prodotto bio-gomma, nello specifico biopolibutadiene (bio-BR). Si tratta di un notevole traguardo sia per l’industria della gomma, in quanto si raggiungono progressi tecnologici e profili ambientali più sostenibili, sia per la più ampia industria del butadiene, uno degli intermedi chimici più usati al mondo, che conta oltre dieci milioni di tonnellate prodotte ogni anno. Il successo di questo progetto si basa su un processo innovativo per la produzione specifica di butadiene a partire da vari tipi di zuccheri, utilizzati come materia prima al posto dei tradizionali idrocarburi. Il progetto è stato avviato con la costituzione di una joint venture tecnologica fra Versalis e Genomatica a inizio 2013. La joint venture, in cui Versalis detiene la partecipazione di maggioranza, ha
sviluppato un processo completo per la produzione di bio-BDE e ha in programma di mettere a disposizione la licenza dell’innovativa tecnologia. La joint venture utilizza i punti di forza distintivi e complementari di entrambi i partner. Versalis e Genomatica hanno individuato insieme l’1,3-butandiolo (1,3-BDO) come l’intermedio più adatto per produrre il bio-BDE. Genomatica ha applicato il suo approccio di bioingegneria “whole-process” per lo sviluppo di un microorganismo capace di produrre 1,3-BDO e consentire la fermentazione, il recupero e le successive fasi del processo in modo economicamente efficiente e industrializzabile. Versalis ha fatto leva sulle proprie capacità di ingegnerizzazione dei processi e competenze nella catalisi, oltre che sulla propria esperienza nella produzione di polimeri in generale, per purificare l’1,3-BDO, deidratarlo e purificare il butadiene ottenuto. Versalis ha prodotto diversi chilogrammi di butadiene in fermentatori da 200 litri presso i propri centri ricerca di Novara e Mantova e, con questo, il bio-polibutadiene, la cui polimerizza-
Così si presenta la nuova biogomma a base di bio-Butadiene sviluppata congiuntamente da Versalis e Genomatica. zione è avvenuta a Ravenna, attraverso sia catalisi anionica sia con catalizzatore Ziegler-Natta. I primi test effettuati con il bio-BDE e il bio-BR indicano una buona compatibilità con gli standard industriali. Versalis sta continuando a testare l’utilizzo di bio-butadiene in altre tecnologie proprietarie per la produzione di elastomeri e plastiche come l’SBR (gomma stirenebutadiene), l’SBS (gomma stirene-butadiene-stirene) e l’ABS (acrilonitrile butadiene-stirene). Questi risultati dimostrano la vision comune dei partner sulle potenzialità del progetto: l’accesso a butadiene da fonti rinnovabili costituisce un vantaggio competitivo e assicura una materia prima strategica da fonti alternative, contribuendo allo stesso tempo a promuovere soluzioni maggiormente sostenibili per le applicazioni a valle nell’industria delle plastiche delle gomme. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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News Continental progetta un impianto nel Mississippi
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ontinental ha annunciato di aver pianificato la costruzione negli USA di un nuovo stabilimento per la produzione di pneumatici per veicoli commerciali. L’area dove sorgerà l’impianto è stata individuata nei pressi della città di Clinton, Mississippi, e la trattativa con questo stato per il suo acquisto sarà condotta da Continental Tire the Americas, LLC (CTA). L’ubicazione è ritenuta particolarmente vantaggiosa sia per l’ampio bacino di manodopera specializzata che rende disponibile che per le favorevoli infrastrutture realizzate nella zona. I lavori per lo sviluppo del sito saranno avviati nei prossimi mesi, mentre la costruzione della fabbrica inizierà nel 2018. L’avviamento della produzione è previsto per la fine del 2019, e a regime il nuovo centro produttivo impiegherà 2.500 persone. L’investimento ha un costo che si aggira intorno a 1,4 miliardi di dollari. La nuova fabbrica risponde a precise esigenze dell’azienda tedesca di far fronte alla domanda sempre crescente di pneumatici Continental per veicoli commerciali in America, dove la richiesta di pneumatici per autocarri e autobus, sia nuovi che ricostruiti, supera la capacità totale del costruttore di Hannover installata nel continente. Continental possiede nel mondo dieci stabilimenti per la produzione di pneumatici per autocarri e autobus e, per far fronte alle richieste previste in aumento nel breve e lungo termine, ha aumentato la sua capacità produttiva, oltre che negli Stati Uniti col nuovo impianto, anche in Europa, in Russia e in Cina.
Un nuovo centro Yokohama per provare gli invernali
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naugurato da Yokohama Rubber a Hokkaido, nord Giappone, un nuovo centro per testare i pneumatici invernali vettura e autocarro. Il taglio del nastro è avvenuto lo scorso 20 gennaio. Il tracciato del circuito presenta le diverse situazioni stradali nelle quali ci si può trovare quando si è alla guida di un veicolo nel periodo invernale, su fondi ghiacciati o innevati: un rettilineo di 1 km, dove le vetture possono superare i 100 km/h, per testare frenata e aderenza; zone collinari per la partenza e l’accelerazione in salita; un circuito ovale per la tenuta laterale; un tratto per la tenuta di strada e la governabilità del veicolo.
Il governatore del Mississippi Phil Bryant firma il protocollo che consentirà la realizzazione del nuovo impianto Continental nello stato americano.
La nuova struttura di Yokohama si avvale anche di un circuito ovale per i test di tenuta laterale. Il rigido clima invernale consente di impiegarla per due mesi interi nei controlli sulle gomme invernali. Il circuito è adatto anche per testare i pneumatici autocarri. Le particolari condizioni ambientali e climatiche della località a nord del Giappone dove sorge il nuovo Tyre Test Center consentono a Yokohama Rubber di provare i pneumatici tutto l’anno, in tutte le condizioni possibili: da dicembre a febbraio quelli invernali, negli altri mesi quelli estivi. Oltre al centro prove di Hokkaido, la casa giapponese possiede lo scandinavo Test Center of Sweden e il circuito T-Mary, situato anch’esso nel nord del paese, utilizzato da sempre per lo sviluppo dei pneumatici invernali. Rispetto al T-Mary, il test center di Hokkaido è quattro volte più grande e offre, quindi, la possibilità di una più ampia diversificazione dei test per il controllo delle prestazioni dei pneumatici con metodi tecnologicamente avanzati.
Nasce Arlamxeo, joint venture tra Lanxess e Saudi Aramco
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due gruppi Lanxess e Saudi Aramco hanno dato l’annuncio della costituzione di Arlanxeo, una joint venture con il compito specifico di produrre gomma sintetica. L’azienda sarà operativa dal prossimo primo aprile e si presenta come produttore di “performance elastomers”. La sua nascita fa seguito all’accordo siglato dalle due società genitrici lo scorso 22 settembre, che prevedeva una compartecipazione al 50% nella nuova compagine. Compiti di Arlanxeo
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Taccuino
Il quartier generale di Lanxess. La nuova joint venture con Saudi Aramco avrà base nei Paesi Bassi e si occuperà esclusivamente dello sviluppo di gomma sintetica. saranno lo sviluppo, produzione, marketing, vendita e distribuzione di gomma sintetica impiegata nei settori dei pneumatici, della manifattura di parti e accessori per l’automotive e per un ampio spettro di altre applicazioni. Il quartier generale della società sarà nei Paesi Bassi, mentre ancora deve essere definito il board, che vedrà una presenza alla pari di esponenti dei due gruppi fondatori: il CEO sarà un uomo Lanxess, il CFO di Saudi Aramco. Secondo Matthias Zachert, presidente del board di gestione di Lanxess e futuro presidente del comitato degli azionisti di Arlanxeo: «Intendiamo affermare la nuova società come un operatore indipendente nel mercato globale della gomma sintetica. E siamo convinti che ne faremo un marchio forte nel mondo della gomma. Riteniamo che questa operazione sia vincente sia per i clienti che per i dipendenti di Arlanxeo».
Un manuale per sapere tutto sulla gomma sintetica
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eresana, la società internazionale di ricerche e consulenze di mercato con sede in Svizzera, ha annunciato l’uscita della seconda edizione del suo “Market Study: Synthetic Rubber”.
Organizzato in 5 capitoli lo studio disegna la situazione del mercato mondiale della gomma sintetica e avanza previsioni fino al 2022. Il quadro che emerge è di un sempre maggior ricorso a questo materiale, con una crescita elevata soprattutto nel-
la regione Asia-Pacifico che consuma già oltre la metà di tutta la gomma prodotta. Nel 2014 circa il 60% della produzione di gomma sintetica è stata utilizzata dall’industria dei pneumatici, con l’automotive che è il settore trainante anche per la produzione di collettori, cavi, guarnizioni e profili di portiere e finestrini. Nonostante alcune situazioni di crisi questo mercato, secondo gli esperti di Ceresana, continuerà a crescere fino al 2022 del 2,4% ogni anno. La domanda di gomma sintetica per applicazioni tecniche e industriali crescerà del 2,9% l’anno, e riguarderà soprattutto i settori chimico, ingegneristico, delle costruzioni e poi anche quello elettrico ed elettronico. I prodotti più diffusi saranno nastri trasportatori, rivestimenti per cilindri, collettori, profili, guarnizioni, cavi, prodotti stampati, pannelli isolanti e adesivi. La tipologia di gomma più diffusa e richiesta è la SBR (stirene-butadiene), che nel 2014 è stata prodotta in un quantitativo pari a 5,3 milioni di tonnellate, nelle due tipologie ottenute con polimerizzazione
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ZERO INCIDENTI è un obiettivo che riteniamo di potervi aiutare a raggiungere, con la formazione comportamentale che pratichiamo da 10 anni ZERO INCIDENTI è un beneficio sociale, una importante economia di spese per l’Azienda e un investimento motivazionale per collaboratori
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News
Un’immagine dall’ultima edizione della fiera Plast, tenutasi nel 2015. La prossima è stata fissata nel 2018 e avverrà in contemporanea con Ipack-Ima, Meat-Tech, Print4All e Intralogistica Italia. In basso, una serie di tubi in gomma tipici della produzione di Alfagomma.
Alfagomma si espande con una nuova acquisizione
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per emulsione (E-SBR, 73% dell’intera domanda) o con polimerizzazione per soluzione (S-SBR). Il mercato di quest’ultima tipologia di gomma SBR mostrerà la crescita più dinamica è del 5% annuo fino al 2022. Nei vari capitoli lo studio Ceresana fa una descrizione del mercato globale della gomma sintetica, con le previsioni fino al 2022 e poi passa a un’analisi dettagliata di 20 paesi principali, per cui vengono presi in considerazione la domanda, export, import, produzioni, capacità e utili. Vengono poi analizzate le varie aree di applicazionie e, ancora, l’andamento sul mercato dei vari tipi di gomma sintetica: E-SBR, S-SBR, BR, EPDM, IIR, NBR, CR e IR. Infine l’ultimo capitolo fornisce un’analisi dei 70 produttori più importanti a livello mondiale, tra cui Lanxess, Zeon, Versalis, Bridgestone, Michelin, Dow Chemicals e altri. Lo studio si sviluppa su 440 pagine e propone 128 grafici e 155 tabelle. Unico neo il costo, decisamente elevato: 2.700 euro per l’edizione base (stampata) con prezzi a salire se si vogliono anc he la versione pdf e pdf stampabile.
Slitta al 2018 la prossima edizione del Plast/Rubber
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ra stato programmato nel 2017, almeno secondo gli annunci fatti lo scorso anno da Fieramilano e Assocomaplast, l’ente organizzatore. Ma ora ri-
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torna alla consueta cadenza triennale ed è stato “riportato” al 2018. È quanto accaduto al Plast, l’importante rassegna milanese che contiene al suo interno anche il Rubber, che tanto da vicino interessa tutte le aziende del settore gomma. La riprogrammazione dell’evento non è dovuta a capricci degli organizzatori, ma a un importante accordo che raggruppa cinque grandi fiere internazionali in un unico evento: Plast, Ipack-Ima, Meat-Tech, Print4All e Intralogistica Italia. A darne l’annuncio è la stessa Assocomaplast sul sito plastonline.org. La nuova iniziativa prende il nome di The Innovation Alliance ed è stata programmata da martedì 29 maggio a venerdì primo giugno 2018. Il cambiamento è anche conseguenza del passaggio di Ipack-Ima, importante manifestazione sulle tecnologie dell’imballaggio, a una nuova società di gestione controllata da Fieramilano e Ucima, l’associazione dei costruttori delle macchine per l’imballaggio). «Il visitatore – sottolinea Mario Maggiani, direttore di Assocomaplast – avrà così la possibilità di trovare in fiera tecnologie fra loro complementari con una sola trasferta, sfruttando una panoramica unica, che ha lo scopo di attrarre un numero di visitatori italiani, ma soprattutto esteri, superiore a quello registrato dalle singole manifestazioni nelle passate edizioni».
lfagomma, gruppo leader nella produzione e distribuzione di tubo industriale, idraulico, rigido e raccordato, ha concluso venerdì 8 gennaio 2016 il processo di acquisizione di Hiflex Europe Group, gruppo inglese con una lunga esperienza nella fornitura di tubi raccordati e tubi rigidi per il segmento degli OEM (Original Equipment Manufacturer) internazionali. Hiflex Europe porta al Gruppo Alfagomma 40 milioni di euro di fatturato con clienti prestigiosi e di primaria rilevanza, andando a rafforzare la presenza sul mercato tedesco e inglese grazie allo staff di 320 persone e ai tre stabilimenti produttivi a Sunderland e Salisbury, in Inghilterra, e Ettlingen, in Germania. «Questa acquisizione conferma la nostra volontà di crescere, coerentemente con il nostro modello di business: una solida base produttiva, con stabilimenti all’avanguardia, e un servizio locale che possa soddisfare le aspettative dei grandi Gruppi OEM, che esigono una qualità ineccepibile unita a una flessibilità e velocità di risposta che solo una presenza capillare può garantire – commentano i fratelli Enrico e Guido Gennasio, azionisti e Chief Executive del Gruppo Alfagomma
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News – È inoltre motivo di orgoglio consolidare sempre più la presenza sui mercati mondiali di un’azienda che ha solide radici nel nostro Paese. Ci attendiamo forti benefici e sinergie da questa operazione, avendo come obiettivo la massima soddisfazione di clienti presso i quali stiamo diventando sempre più strategici. Grazie a questa acquisizione e alla crescita organica del perimetro di consolidamento precedente, l’obiettivo dei 400 milioni di fatturato per l’anno 2016 diventa plausibile, ma le ambizioni di crescita non devono finire qui». Hiflex Europe torna inoltre a ricomporre (insieme a Dunlop Hiflex, acquisita da Alfagomma nel 2005) uno degli attori protagonisti nel mercato mondiale di tubi e raccordi, leader indiscusso sin dagli anni Settanta grazie a brand universalmente riconosciuti e sinonimo di alta qualità (Dunlop Hiflex, Argus). L’intenzione di Alfagomma è quella di gestire l’integrazione con estrema gradualità: Hiflex Europe Group continuerà ad operare come Argus Fluidhandling Limited in Inghilterra e Argus Fluidtechnik GmbH in Germania. Il management non subirà variazioni ad eccezione di Mr David Oldham, Chairman di Hiflex Europe Group, che si ritirerà a fine gennaio 2016. Hiflex Europe Group potrà beneficiare della solidità finanziaria, della forte vocazione manifatturiera e dell’innovazione tecnologica che caratterizzano il Gruppo Alfagomma, che proprio quest’anno celebra i 60 anni di attività. Il Gruppo Alfagomma, formato dalla Capogruppo Alfa Gomma S.p.A. e dalle Società sottoposte al suo controllo diretto e/o indiretto, è una multinazionale leader nel settore dei tubi idraulici, industriali, rigidi e assemblati. Il Gruppo a livello mondiale è presente direttamente in 5 continenti e 20 Paesi, con 72 filiali di vendita, uno staff di 2.660 persone e un fatturato nel 2015 di 325 milioni di euro.
Rodolfo Comerio realizza due calandre gigantesche e annuncia l’ampliamento dell’azienda
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odolfo Comerio, l’azienda di Solbiate Olona (Varese) specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti per la produzione e accoppiamento di foglie di materie plastiche 54
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
zione di pneumatici e altre applicazioni. I primi test avrebbero dato risultati molto positivi.
Un premio ad Assogomma per il suo impegno per la sicurezza stradale
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Una delle due calandre per la laminazione di resine termoplastiche realizzate da Rodolfo Comerio con dimensioni “monstre”: diametro dei cilindri di 870 mm, larghezza della tavola di lavoro dei cilindri di 5m, peso di ogni cilindro 30 t. e gomma, ha annunciato di avere realizzato due enormi calandre per la laminazione di resine termoplastiche ed accoppiamento con materiali speciali. L’azienda, attiva dal 1878, ha infatti prodotti una calandra con 4 cilindri e una con 5 cilindri che hanno diametri di 870 mm, larghezza della tavola di lavoro dei cilindri di 5.000 mm, lunghezza del singolo cilindro compreso di perni di oltre 8 m, peso complessivo di ogni cilindro di 30 t. Sono oltre 60 i container previsti per la spedizione. Le due macchine saranno in grado di produrre materiale con spessore inferiore agli 80µm. «Il nostro orgoglio – dicono i fratelli Enrico e Carlo Comerio, proprietari dell’azienda – è che il cliente che ci ha interpellati ha dichiarato di essersi rivolto a noi perché ci ritiene gli unici in grado di realizzare un progetto così imponente e ambizioso. Crediamo con questa realizzazione di avere tenuto alta la bandiera della meccanica italiana nel mondo». Sulla spinta di questa commessa e di altre già acquisite per il 2016, Rodolfo Comerio ha assunto nuovo personale e avviato la costruzione di un nuovo stabilimento che si andrà ad aggiungere a quello esistente. Una crescita che prosegue dal 2008. Da qiell’anno, infatti, l’azienda ha quasi triplicato il proprio fatturato annuo, e ha incrementato il proprio numero di dipendenti. Inoltre il reparto R&D aziendale sta terminando una nuova soluzione tecnologica, sia per la calandratura del PVCI che della gomma, destinata alla produ-
i è svolta ieri la cerimonia di premiazione dei “Green Prix 2016“, i riconoscimenti istituiti nell’ambito del progetto “No Smog Mobility” ideato dai giornalisti Gaspare Borsellino e Dario Pennica, la cui omonima manifestazione si svolge ogni anno a Palermo. I premi, 18 in totale, sono andati ad aziende e operatori del mondo automotive che hanno dato vita a modelli, idee e progetti utili a migliorare la sostenibilità della mobilità. La giuria, presieduta da Italo Cucci, ha assegnato ad Assogomma un premio speciale per l’attività di promozione e divulgazione a favore della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale, che da 15 anni porta avanti sotto l’egida dell’iniziativa Pneumatici Sotto Controllo. Assogomma è infatti promotrice di diverse iniziative che hanno lo scopo di sensibilizzare gli automobilisti sull’importanza di guidare con pneumatici sempre in buone condizioni: conoscere i pneumatici ed effettuare una manutenzione consapevole sono infatti due delle regole fondamentali in materia di sicurezza stradale e mobilità sostenibile. Una corretta pressione di gonfiaggio, ad esempio, consente non solo di evitare di trasformare l’esperienza di guida in un pericolo per sé e per gli altri, ma anche di ridurre significativamente 2 le immissioni CO . «Il riconoscimento ricevuto attesta ancora una volta quanto sia utile l’attività che l’Associazione svolge ai fini della sicurezza stradale e di una mobilità sostenibile – ha dichiarato Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma in occasione della premiazione – Un concetto che non è ancora così largamente diffuso quanto dovrebbe essere. Basti pensare che da numerose indagini condotte sul parco circolante italiano è emerso che più della metà delle vetture controllate denota pressioni inferiori a quelle prescritte dal Costruttore del veicolo. Occorre premiare il cittadino che non circola con gomme lisce, che adotta il corretto equipaggiamento stagionale e che equipaggia il suo veicolo con pneumatici di elevate
Taccuino
classi di merito perché questo è un cittadino virtuoso che contribuisce al miglioramento dell’ambiente e quindi va premiato. Come? Ad esempio attraverso la possibilità di dedurre parte della quota fiscale per chi acquista pneumatici a bassa resistenza al rotolamento comprovata dall’etichettatura».
Il programma 2016 di corsi di formazione di Assogomma
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ono undici gli appuntamenti fissati da Assogomma nel corso di tutto il 2016 nell’ambito del suo programma di formazione e informazione rivolto alle aziende del settore della gomma. I temi toccati riguardano numerose funzioni aziendali e, soprattutto, temi di grande attualità per il settore: dalla sicurezza alla gestione di sostanze chimiche; dalle tecnologie della mescolazione o dello stampaggio a iniezione alla comunicazione; dalla gomma a contatto con gli alimenti ai polimeri termoplastici. Tra gli appuntamenti più vicini segnalia-
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mo il seminario di aprile sulla gestione delle sostanze chimiche intitolato “I test di migrazione per la classificazione CLP delle mescole in gomma – risultati e linee guida – implicazioni ADR”, mentre
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a maggio sono previsti il corso “Le macchine dell’industria della gomma e la loro sicurezza – Presse a compressione e vulcanizzatori” e il convegno “Fare sistema”, dedicato alla aziende medio-picco-
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Fabio Torghele mostra la targa con cui il Gruppo Tubi di Assogomma ha voluto riconoscere il suo importante lavoro di consulenza, durato oltre 20 anni. dell’UNI, Assogomma ha consegnato un riconoscimento all’ingegner Flavio Torghele che a lungo ha svolto un prezioso lavoro di consulenza per il Gruppo Produttori Tubi in Gomma di Assogomma, costituito da Alfagomma, Caterpillar Fluid Systems, IVG Colbachini, MTG, Parker Hannifin, Tubigomma Deregibus, Tubi Thor. Torghele lascia infatti il suo ruolo di consulenza, sostituito dall’ingegner
Sabatucci, anch’egli un tecnico storico del settore. Il riconoscimento è stato assegnato a Torghele in nome delle aziende del Gruppo Tubi alla presenza del direttore generale di Assogomma, Fabio Bertolotti, e del direttore del Cerisie, Fabio Negroni. Torghele è figura assai nota nel settore gomma e in particolare nell’ambito delle tubazioni in gomma, delle quali ha grande conoscenza tecnica. Per anni ha messo tale conoscenza al servizio dell’associazione seguendo principalmente, ma non esclusivamente, l’attività di normazione tecnica in ambito sia nazionale che europea ed internazionale.
le con l’intento di fornire spunti e mostrare casi pratici per migliorare la presenza sui mercati internazionali. Il ricco programma è stato definito dal Comitato Tecnico Scientifico di Assogomma in collaborazione con il coordinatore della formazione tecnologica, che per il 2016 è il professor Maurizio Galimberti del Politecnico di Milano, in sostituzione di Giampaolo Giuliani. Assogomma sta anche lavorando a programmi formativi rivolti agli studenti, degli istituti tecnici e delle università, per prepararli alle tematiche della gomma prima del loro ingresso nel mondo del lavoro. In questo filone si inserisce il primo corso post-diploma specifico per applicazioni gomma e PTFE, avviato lo scorso 23 novembre a Bergamo in collaborazione con l’Istituto Tecnico Natta di Bergamo. Il corso prevede 2.000 ore di attività, di cui 1.100 in aula e e 900 di tirocinio presso le aziende.
Assogomma premia Flavio Torghele per il suo impegno con il Gruppo Tubi
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fine febbraio, in occasione della riunione della Commissione Gomma L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
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News
SO.F.TER. si affida a IMCD per esportare i suoi tecnopolimeri in Benelux
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O.F.TER. e IMCD annunciano l’ampliamento dell’accordo di distribuzione per il Benelux che, a partire dal 2016, comprenderà anche la gamma dei Tecnopolimeri. Questo accordo rappresenta il naturale completamento di una lunga partnership strategica fra le due aziende che fin dagli anni Novanta collaborano con successo per la distribuzione in Benelux dei TPE prodotti dal Gruppo SO.F.TER. “L’accordo, basato sulla reciproca stima e fiducia professionale, si inserisce perfettamente nella strategia commerciale di SO.F.TER. che, unificando la distribuzione dei Tecnopolimeri e degli Elastomeri Termoplastici, punta ad offrire ai clienti un pacchetto di prodotti complementari e scalabili. Inoltre, i clienti potranno beneficiare di economie negli acquisti e di sinergie produttive per le applicazioni che prevedono l’utilizzo di materiali rigidi e morbidi”, ha dichiarato Riccardo Meucci, Global Commercial Director di SO.F.TER. GROUP. “SO.F.TER. offre un portafoglio di materiali polimerici veramente completo: oltre ai TPE e ai TPV produce anche il Copoliestere Elastomerico per applicazioni ad alta usura e una vasta gamma di compound di polipropilene e poliammide con elevate proprietà meccaniche e termiche,” ha aggiunto Johan Scholten, Business Group Director Plastics di IMCD. “Abbiamo anche la possibilità di customizzare i materiali secondo le esigenze del cliente. Tutto 58
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
questo ci permetterà di sviluppare un’offerta commerciale molto forte sia sul piano dei prodotti che su quello del servizio” ha concluso Johan Scholten. Il Gruppo SO.F.TER. è uno dei maggiori compoundatori indipendenti a livello mondiale. La gamma dei prodotti, fra le più ampie del settore, spazia dai Tecnopolimeri agli Elastomeri Termoplastici. Grazie al proprio know-how tecnologico, dispiegato su un ampio ventaglio di materiali, SO.F.TER. è in grado di offrire alla clientela soluzioni innovative e personalizzate con una forte specializzazione nei settori automobilistico, elettrodomestico, edile, calzaturiero e sportivo. Il Gruppo SO.F.TER., con sede a Forlì, conta quattro stabilimenti in Europa, una filiale commerciale in Germania e tre sedi produttive e commerciali nelle Americhe (Stati Uniti, Messico, Brasile). IMCD è un gruppo leader di mercato nella vendita, marketing e distribuzione di specialità chimiche e ingredienti alimentari. I suoi specialisti forniscono soluzioni ad hoc per ogni mercato a fornitori e clienti in tutta Europa, Africa, Asia-Pacifico e nelle Americhe, offrendo un’ampia gamma di prodotti che comprende formulazioni innovative che abbracciano le ultime tendenze dei vari settori. Quotata a Euronext, Amsterdam (IMCD.AS), IMCD ha fatturato di 1.358 milioni di Euro nel 2014. In oltre 30 Paesi in 5 continenti un team di oltre 1.500 tecnici e commerciali esperti lavora in stretta collaborazione per offrire le migliori soluzioni a circa 28.000 clienti e a un variegato gruppo di fornitori di rilevanza mondiale.
Il complesso produttivo e direzionale di Forlì, quartier generale di SO.F.TER.
Franceschetti organizza un workshop sui suoi nuovi TPE per il medicale il 18 marzo Venerdì 18 marzo la Francesco Franceschetti elastomeri organizza un workshop per presentare i suoi nuovi compound elastomerici Marfran.Med® per il settore medicale. L’evento è gratuito, è rivolto a tutti i clienti, i media e gli operatori del settore medicale, e si tiene nella Sala Auditorium del Centro Culturale del Comune di Medolla (MO), in via Genova, n.10/A. L’inizio è previsto alle 14,30, con la registrazione dei partecipanti e prevede una presentazione di questi nuovi prodotti, certificati ISO 10993 e USP Classe VI, oltre che del nuovo impianto di produzione medicale certificato ISO 13485 e di altri nuovi prodotti disponibili per il 2016. La conclusione è prevista per le 17. Per informazioni e confermare la partecipazione scrivere a: Paola Maffi, info@ marfranmed.it, tel. 030.986.0524.
Bridgestone è il Tire Manufacturer of the Year Una giuria indipendente di esperti di tecnologie del pneumatico, ha conferito a Bridgestone il titolo di “Tire Manufacturer of the Year” per l’anno 2016, grazie ai significativi investimenti dell’azienda in ricerca e sviluppo e agli impressionanti successi nel campo della produzione sosteni-
Taccuino
Il premio Tire Manufacturer of the Year è andato quest’anno a Bridgestone. bile. L’annuncio di questo prestigioso premio è avvenuto nel corso della cerimonia di gala in occasione del Tire Technology Expo di Hannover, dove Eduardo Minardi,
Executive Chairman e CEO di Bridgestone EMEA, ha ritirato il premio. «Tutti noi in Bridgestone siamo profondamente orgogliosi di ricevere questo riconoscimento. La ricerca, lo sviluppo e l’innovazione sono il cuore di tutte le nostre attività, ed è l’unica strada che ci può condurre ad un
futuro sostenibile» ha spiegato Eduardo Minardi durante il suo discorso di ringraziamento. I giudici hanno apprezzato i numerosi successi di Bridgestone durante il 2015 nel campo della ricerca e sviluppo e nella produzione sostenibile di pneumatici, e in particolare l’investimento di 250 milioni di dollari a Tokyo per le strutture utili a favorire l’innovazione basate sulle partnership con l’industria, il governo e le università. I giudici hanno menzionato altri tre successi Bridgestone nel 2015 e, i particolare: il primo penumatico per automobili realizzato con gomma naturale ottenuta interamente dalla guayule, che contribuisce alla diversificazione delle risorse di gomma naturale; l’implementazione e la ricollocazione in Thailandia del Bridgestone Asia Pacific Technical Center; l’impianto Bridgestone di Wilson, nella Carolina del Nord in America che è diventato un impianto a zero produzione di rifiuti. In aggiunta, rispetto ai progetti citati, i giudici sono rimasti colpiti dall’impegno di Bridgestone nell’investire nella ricer-
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ca e sviluppo, come spiega Flavio Farroni, ricercatore all’Università Federico II di Napoli: «Bridgestone, e in particolare il Centro Tecnico Europeo, sono in continua evoluzione: le conoscenze, le competenze, i team e il budget sono cresciuti durante il 2015. Questo è un chiaro segnale di quanto l’azienda sia fortemente motivata a rafforzare la sua posizione di prestigio nello sviluppo e produzione di pneumatici». È la quinta volta che Bridgestone vince questo ambito riconoscimento, da quando il programma è nato nel 2008. All’esordio, Bridgestone si è aggiudicata il premio di Tire Manufacturer of the Year, seguito nel 2012 dal premio per il CAIS e nel 2013 per la Tecnologia Ologic, anno in cui si è aggiudicata anche il premio Environmental Achievement of the Year grazie al nuovo Centro Tecnico America, negli Stati Uniti.
SPS-IPC Drives Italia: la prossima edizione punta sull’Industry 4.0 La prossima edizione di SPS-IPC Drives Italia, la fiera sulle tecnologie dell’automazione elettrica, sistemi e componenti, dedicherà ampio spazio all’Industry 4.0, il nuovo concetto di produzione manifatturiera che si basa sull’integrazione di automazione, robotica, internet delle cose e mondo digitale. In programma a Parma dal 24 al 26 maggio prossimi, la fiera è organizzata da Frankfurter Messe Italia e si preannuncia quest’anno con una crescita dell’8% degli espositori, che già nel 2015 erano stati 608, distribuiti su una superficie espositiva di 51.800 metri quadri. I visitatori erano stati oltre 23 mila, ma quest’anno se ne attendono senz’altro di più proprio per l’attenzione che sarà riservata all’Industry 4.0. Gli organizzatori si sono appoggiati a un comitato tecnico-scientifico, composto da aziende e docenti universitari, per declinare questo nuovo concetto di manufacturing sulle dimensioni e le esigenze delle imprese italiane. Ne sono una testimonianza anche i numerosi eventi collaterali e preparatori che Frankfurter Messe Italia ha organizzato un po’ ovunque nella penisola. Uno di questi, è stato organizzato lo scorso 25 febbraio a Pescara e ha visto la partecipazione di oltre 200 attenti uditori. L’incontro si è tenuto nella sede di Aurum – La fabbrica delle idee, con
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Giacarta, Indonesia
Tyre & Rubber Indonesia 2016
www.tyre-indonesia.net
9-11 aprile
Qingdao, Cina
RTF/CTF - China International Rubber Technnology Expo
www.rubbere.com
11-14 aprile
New Orleans, USA
Annual General Meeting Iisrp
www.iisrp.com
19-21 aprile
New Orleans, USA
North American Tire & Retread Expo
www.usatireexpo.com
21-24 aprile
Mosca, Russia
Tires & Rubber Expo
www.rubber-expo.ru
18-21 aprile
San Antonio, TX, Usa
189th Technical Meeting & Education Symposium
www.rubber.org
25-28 aprile
Shanghai, Cina
Chinaplas 2016
www.chinaplasonline.com
17-20 maggio
Kielce, Polonia
Plastpol 2016
www.targikielce.pl
24-26 maggio
Parma, Italia
Sps Ipc Drives Italia
www.spsitalia.it
24-27 maggio
Essen, Germania
Reifen/Rubber Tech Europe
rubbertecheurope.com
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
Taccuino
concetti dell’Industry 4.0 ad altrettante, importanti realtà produttive: De Cecco, il noto produttore di pasta alimentare, il gruppo farmaceutico Dompé, Fameccanica, leader nella produzione di macchinari per l’industria di pannolini, assorbenti e pannoloni e poi, ancora, Gelco, produttore di caramelle che fa capo al gruppo Perfetti, e Vision Device, sviluppatore di soluzioni per la visione artificiale. Alla presentazione delle cinque case history è poi seguito un dibattito sulle opportunità dell’Industry 4.0 per le aziende del territorio, cui hanno preso parte esponenti di grandi gruppi come Bosch Rexroth, Lenze, Pilz, Rockwell Automation, Schneider Electric e Siemens.
SACE e Assocomaplast insieme per sostenere i produttori di macchine SACE rinnova e rafforza l’accordo di collaborazione con Assocomaplast destinato a sostenere la competitività internazionale delle imprese costruttrici di macchine per la lavorazione della plastica e della gomma, mediante un più facile accesso ai prodotti assicurativo-finanziari. La stretta collaborazione mira a consolidare il trend di crescita estera di un comparto che, secondo le stime dell’Ufficio Studi di SACE, potrà mettere a segno un aumento dell’11,1% nei prossimi due anni, sia nei mercati di riferimento tradizionali sia verso nuove aree geografiche. SACE offre alle imprese associate ad Assocomaplast una gamma di strumenti e servizi di consulenza per affrontare al meglio l’intero processo d’internazionalizzazione: assicurazione delle vendite dal rischio di mancato pagamento, smobilizzo dei crediti, accesso a finanziamenti per l’internazionalizzazione, protezione degli investimenti esteri dai rischi politici, servizi di valutazione del rischio delle controparti e dei diversi mercati esteri a elevato potenziale. In quest’ultimo ambito SACE mette a disposizione sia la nuova Mappa dei Rischi 2016, uno strumento per orientare le imprese verso i mercati più promettenti, sia ore di formazione in aula, con una prima sessione dedicata all’Iran in vista della missione di categoria pianificata per il prossimo maggio. «Siamo lieti di rinnovare il nostro impegno al fianco di una realtà come Assocomaplast per sostenere ulteriormente la crescita di un comparto di eccellenza del nostro tessuto imprenditoriale – ha dichiarato Simonetta
Il nuovo sensore di pressione Panasonic DP0, per applicazioni su stampi, studiato per rendere più evidente possibile la lettura dei valori. Acri, Managing Director Responsabile Rete Domestica di SACE –. Dopo aver registrato tassi di crescita significativi negli ultimi anni, il settore mantiene un ampio potenziale da esprimere: oltre che in regioni tradizionali come l’Area Euro e gli USA, dove possiamo contribuire a mettere in campo dilazioni di pagamento competitive, anche geografie selezionate nel sub-continente indiano e soprattutto nuove opportunità come Iran e Cuba, dove la partnership con SACE può davvero fare la differenza”. Il Presidente di Assocomaplast Alessandro Grassi sottolinea come l’Iran sia sempre stato, fino all’introduzione delle sanzioni, uno dei principali paesi di destinazione dell’export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma. «Dal 2000 le vendite al paese sono costantemente cresciute, raggiungendo il massimo nel 2005 con poco meno di 70 milioni di euro. Anche nel periodo delle sanzioni, i flussi, seppur in sensibile contrazione, non si sono mai arrestati: i dati relativi ai primi 9 mesi del 2015 evidenziano un valore di oltre 11 milioni. Non a caso, sono numerose le aziende italiane che partecipano alla prossima edizione della mostra di settore IRANPLAST, programmata a Tehran dal 13 al 17 aprile 2016, con richieste di spazi che vanno ben oltre alla limitata disponibilità offerta dagli organizzatori, a fronte delle diverse presenze collettive internazionali». L’accordo prevede inoltre il rafforzamento dei canali di comunicazione e dello scambio di informazioni tra SACE e Assocomaplast, oltre all’organizzazione di incontri di approfondimento e formazione in materia di internazionalizzazione, con focus su aree geografiche e settori merceologici.
Un nuovo sensore di pressione Panasonic studiato per applicazioni sugli stampi
P
anasonic arricchisce la sua gamma di sensori compatti, formato 30x30mm: DP-0, con due differenti modelli, con campo di lavoro da -1 a +1bar e da 0 a +10bar. I nuovi prodotti sono stati sviluppati per semplificare le applicazioni di controllo di tenuta in pressione e vuoto nelle applicazioni di aria compressa nelle macchine automatiche. Una soluzione semplice con uscita digitale singola (NPN o PNP in base al modello), concepita per rispondere alle esigenze più frequenti nelle macchine automatiche, quali le pinze di presa e il controllo di tenuta negli stampi plastici. Per consentire il maggior contrasto con la luminosità del display, il telaio del sensore è interamente nero, inoltre il display è retroilluminato a LED bianchi e rossi oppure con una combinazione dei due in base alle impostazioni. L’accesso ai menu mantiene la caratteristica semplicità per cui i sensori di pressione Panasonic sono riconosciuti nel mercato. Semplicità e alto contrasto sono caratteristiche molto apprezzate non solo dai progettisti, ma anche da montatori e utilizzatori, che devono lavorare tutti i giorni con questi strumenti, e sono le caratteristiche su cui Panasonic ha messo l’accento per realizzare DP-0. Benché questo dispositivo risulti semplificato, sono state mantenute le diverse modalità di impostazione dell’uscita digitale: a soglia pura, con isteresi oppure attraverso comparatore a finestra. Caratteristica che conferisce a DP-0 la capacità di soddisfare diverse esigenze applicative. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA marzo 2016
63
gli inserzionisti
Gli inserzionisti di questo numero
MERCATO: I DATI DEL 2015 SOFTWARE DI SIMULAZIONE QUALITà IN OUTSOURCING
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
MARZO 2016 - NUMERO 2
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
INCHIESTA MACCHINE
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
CALDIC ITALIA CERTECH DER-GOM
24
MA.TRA 51
IV COP.
MESSE FRANKFURT ITALIA 39
57
PARKER 61
K
DGTS 20
PEZZATO
II COP.
DP GOMMA
26
PRESMA
I COP.
FOR LAB ITALIA
28
PUMATECH 64
SASPOL 1
REP ITALIANA
ST.A.TE. TECHNOLOGIES
IMG
III COP.
43
5
INTERSEALS 38
RUBBERTECH 53
SUPREMA 55
LTE 30
RUBBER TRADE
ZEON 33
59
SPECIALIZZATA NELLA COSTRUZIONE DI MACCHINE PER IL TRATTAMENTO DELLA GOMMA PumaCut 20
GHIGLIOTTINE PumaCut 300 PumaCut 600 TAGLIASTRISCE PumaCut 570 PumaCut 770 PumaCut 20
PumaCut 300
PumaCryo
PRESSE Compressione Iniezione TALCATRICI PumaTalc SBAVATRICI PumaCryo PumaJet
PumaJet
www.pumatech.it
Rubber Processing Machinery
PumaTech srl - Via delle Margherite 10 - 27016 Sant'Alessio con Vialone PV info@pumatech.it - Skype pumatechsrl - Phone +39 0382/944838 - Fax +39 0382/953632
Xxxxxxx
Compression presses for rubber
Italian company, manufacturer of compression presses for rubber products Azienda italiana produttrice di presse a compressione per prodotti in gomma
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