ETRMA E ARTICOLI TECNICI TUBI IN GOMMA ISPEZIONE OTTICA
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
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APRILE 2016 - NUMERO 3
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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio di
SOMMARIO
ANNO 59 - APRILE - n. 3
Federazione Gomma Plastica
assogoMMa
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Eurgraf sas - Cesano Boscone (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
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L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
8 Rassegna della stampa tecnica estera
L’INTERVISTA
14 IL TESTIMONE DI UNA LUNGA
TRADIZIONE ITALIANA
Flavio Torghele ha di recente ricevuto un riconoscimento dalle aziende del Gruppo Tubi di Assogomma per la lunga consulenza prestata. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza nel settore
E intelligenza dis mondogomma
18 L’importanza degli articoli in gomma
Etrma ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per far conoscere anche a politici e decisori il peso della manifattura di articoli tecnici, in cui l’Europa (e l’Italia) detiene un vero primato tecnologico, ma che trova difficoltà sempre maggiori in normative troppo complesse e burocrazie che paralizzano le imprese del settore
FOCUS 23 speciale macchine
Mercato e tecnologie per trasformare la sala mescole
Nove protagonisti del settore esprimono la loro opinione sulla situazione attuale del comparto: • Colmec • Color Service • Comerio Ercole • Rodolfo Comerio • G3 • Lawer • Pomini Rubber & Plastics • Prodicon • Rubber Trade Machinery
DALLE Tovo Gomma AZIENDE
34 Un’azienda giovane
con un passato glorioso La storia di Suprema, nata nel 2012, che in breve tempo è riuscita ad affermare sui mercati internazionali i suoi macchinari per lo stampaggio della gomma
www.mesgo.it
SOMMARIO
ANNO 59 - APRILE - n. 3
40 Una finestra aperta sul mondo dell’ispezione ottica Doss ha organizzato nella sua sede di Erbusco una tre giorni in cui
ha illustrato i suoi nuovi prodotti e organizzato workshop, tenuti anche da rappresentanti di aziende partner. L’evento ha riscosso molto interesse. Ci siamo andati anche noi
46 Pulizia tecnica: standard,
processo e strumenti Che cos’è la Technical Cleanliness, insieme di procedure per fornire ai committenti pezzi pronti all’utilizzo in situazioni dove è richiesta la pressoché totale assenza di polvere o particelle. Ne ha parlato Paolo Carrara, consulente For Lab Italia, alla open house Doss
14
48 Nuovi prodotti
per “aiutare” il processo Eigenmann & Veronelli ha sviluppato e introdotto sul mercato un nuovo plastificante e due aiuti di processo che si vanno ad aggiungere alle note gamme Eviplast e Polyplastol
52 Sistri: facciamo il punto
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La situazione del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, lo strumento obbligatorio, introdotto nel 2009, che però non è mai pienamente decollato. Il decreto Milleproroghe ne ha spostato l’attuazione al 2017, ma ha anche istituito nuove sanzioni
57 taccuino
• Record storico per l’export macchine italiano • Mercato della gomma in crescita, ma l’Europa soffre • I biglietti per il K2016 sono ora disponibili online • Il Gruppo Gomma Plastica di Assogomma Milano e Brianza ha un nuovo presidente • Guanti in gomma: gli Usa pronti a vietare quelli con polvere • Kraiburg amplia la gamma dei compound • Maag al Chinaplas con la nuova gamma • Yokohama aumenta la capacità in Giappone • Wacker potenzia il centro tecnico di Singapore • SPS IPC Drives a Parma dal 24 al 26 maggio • La Birmania si apre agli investimenti stranieri • Evonik va a produrre silicone a Shanghai • Nasce a Singapore la più grande società nella gomma naturale • Crescerà l’impiego di robot per chimica, plastica e gomma
70 calendario degli eventi 72 gli inserzionisti di questo numero 4
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ELASTICA
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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ELASTICA
Rassegna della stampa tecnica estera
Metodi di controllo produzione Nuovo metodo per valutare la qualità del processo di mescolazione della gomma per mezzo di una rappresentazione alternativa del grafico dattiloscopico.
B. Klie, S. Teich, E. Haberstroh, U. Giese, Deutsches Institut Für Kautschuktechnologie e.V., Hannover (Germany) - email: Benjamin.Klie@DIKautschuk.de , Ulrich.Giese@DIKautschuk.de - KGK n. 10/2015, pag. 31-38.
P
er controllare il processo di mescolazione in Banbury è ormai utilizzato normalmente il cosiddetto grafico dattiloscopico, tracciato per ogni ciclo, che tiene conto di parametri essenziali della lavorazione come temperatura, assorbimento di energia etc. Comparando il grafico ottenuto con un grafico di riferimento o con i grafici di cicli precedenti si può facilmente individuare un eventuale lotto difettoso. Molti trasformatori lamentano però la mancanza di un metodo idoneo ad ottimizzare il processo, che consenta 10
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
di prevedere già durante la produzione omogeneità e qualità della mescola. A parte un’ottimizzazione basata sulla sequenza di miscelazione dei vari componenti e l’incorporazione efficace delle cariche, non esiste effettivamente un metodo che analizzi i dati di processo per prevedere la qualità della mescola prodotta. Questo studio, di lettura piuttosto impegnativa, si occupa di una valutazione in linea della qualità della mescola con l’utilizzo di dati di processo generati durante la lavorazione per ottimizzare il processo stesso senza ulteriori spese di misurazione. Tralasciando il tradizionale svolgimento del processo, la coppia del rotore non si rappresenta più in funzione del tempo, bensì in funzione della temperatura della mescola. La variazione di viscosità, come risultato di un aumento di temperatura durante il processo di mescolazione, è stata usata per stabilire una correlazione fra coppia e relativo valore della temperatura del lotto: il risultato è una semplice formula basata su questa correlazione fisica. La relazione fra coppia e temperatura dà luogo non
solo alla possibilità di una nuova descrizione del processo di mescolazione, ma potrebbe anche essere utilizzabile come un nuovo strumento di controllo qualità o un nuovo tipo di criterio di scarico al termine della lavorazione. La formulazione utilizzata è basata su E-SBR con sistema di vulcanizzazione a zolfo; la mescola viene poi caratterizzata con viscosimetro Mooney, analizzatore RPA 2000, reometro, sistema analitico di dispersione della carica, analizzatore di lacerazione, dinamometro e spettrometro dielettrico a banda larga. I risultati sono analizzati in dettaglio con trattazione accurata e ricchezza di tabelle e grafici. L’utilizzo dei dati generati durante la mescolazione in Banbury per caratterizzare in computer lo stato della mescola, con riferimenti alla qualità di lavorazione sia per dispersione che per distribuzione dei componenti, genera un grafico in cui si riportano il logaritmo della coppia e il reciproco valore della temperatura della mescola, indipendentemente dai parametri temporali della mescolazione. La curva di profilo dei dati di
Abbiamo letto per voi processo in questo nuovo metodo di analisi mostra che, una volta che si supera il tempo di mescolazione impostato, si verifica una relazione reologica diretta fra coppia e temperatura, che si può descrivere con l’equazione di Arrhenius. Lungo questa cosiddetta “linea di obiettivo” le proprietà della mescola rimangono costanti a prescindere dalla durata della lavorazione. Di conseguenza il metodo di analisi “coppia sensibile alla temperatura” contiene un considerevole potenziale per ridurre il tempo di lavorazione mediante previsioni computerizzate della qualità della mescola del lotto in questione. Bisogna però precisare che la validità di questo metodo di analisi è stata discussa soltanto sulla base della formulazione usata nello studio per cui, considerando la grande diversità delle formulazioni del mondo della gomma, è necessario verificare se il metodo presentato può rivelarsi valido e applicabile in tutte le situazioni.
Nuovi materiali Influenze di acceleranti binari sui comportamenti fisico-meccanici e dielettrici di gomma stirene butadiene (SBR).
A.A. Ward, A.I. Khalaf, Microwave Phys. & Dielectrics Dept. National Research Centre, Dokki – Giza (Egypt) - email: azzaward@hotmail.com - KGK n. 10/2015, pag. 46-53.
È
risaputo che nella vulcanizzazione di gomme dieniche con zolfo e acceleranti l’efficienza dello zolfo presente dipende soprattutto dal tipo di sistema accelerante, dalla struttura del polimero di base e dalla temperatura di vulcanizzazione. A differenza della gomma naturale, nella vulcanizzazione della gomma SBR la formazione di legami è più lenta e di conseguenza richiede quantità maggiore di acceleranti e minore di zolfo. A parte il minor numero di doppi legami e della struttura molecolare non lineare dell’SBR, anche il residuo di sostanze resinose da acidi grassi, dovuto al processo di polimerizzazione in emulsione, potrebbe ritardare la vulcanizzazio-
ne. Questo ritardo si potrebbe evitare con l’utilizzo di sistemi di vulcanizzazione con acceleranti binari che, oltre ad accrescere l’efficienza del consumo di zolfo durante la vulcanizzazione, si ritiene conferiscano un’eccellente velocità di vulcanizzazione a temperature più basse. È già stato dimostrato che la tiourea (TU) e i suoi derivati offrono vantaggi in quest’ambito, soprattutto in gomma naturale e policloroprene. Lo scopo di questo studio è investigare l’effetto di diverse serie di acceleranti binari sulle caratteristiche di vulcanizzazione, sul comportamento al rigonfiamento e sulle proprietà fisico-meccaniche e dielettriche di mescole in SBR caricate con nero di carbonio. È stata utilizzata SBR 1502, caricata con nero HAF, con sistema di vulcanizzazione a zolfo, con MBTS, TU e DPG. Nella formulazione di dieci mescole si sono variate le quantità di TU e DPG utilizzate, mantenendo costanti quelle di tutti gli altri ingredienti. Dopo l’esposizione dei materiali usati e delle tecniche sperimentali adottate, tra cui SEM e DSC, viene esposta la parte più corposa dello studio, molto accurata nella discussione dei risultati ottenuti, in cui occupa grande spazio l’argomento del rilassamento dielettrico. Si è trovato che tiourea e difenilguanidina, nonché le loro miscele, possono essere usate efficacemente come acceleranti secondari in sinergia con MBTS. Le caratteristiche di vulcanizzazione, specialmente l’ottimo tempo ottenuto, evidenziano un meccanismo di reazione nucleofila in questi sistemi. Le proprietà fisicomeccaniche e la densità di reticolazione hanno ottenuto valori soddisfacenti in paragone alla mescola di riferimento. I valori di permettività e di perdita dielettrica sono diminuiti all’aumentare della concentrazione degli acceleranti binari e la raffigurazione del modulo elettrico rivela la presenza di due picchi di rilassamento, uno, il principale, nell’intervallo di bassa frequenza dovuto alla polarizzazione interfacciale, e l’al-
tro nell’alta frequenza in relazione al movimento dei segmenti della catena elastomerica.
Nuovi materiali Riciclaggio di gomma butilica (IIR) vulcanizzata con resina fenoloformaldeide PFR).
Aleksandra Smejda-Krzewicka. Wladjslaw M.Rzymski, Lodz University of Technology Institute of Polymer and Dye Technology, Lodz (Poland) - email: krzewicka@p.lodz. pl, wladyslaw.rzymski@p.lodz.pl – KGK n.10/2015, pag. 54-59.
L
a gomma butilica (IIR) offre bassa permeabilità a gas e vapori ed è questa sua caratteristica che ne determina l’utilizzo in camere d’aria per pneumatici, parti interne di pneumatici tubeless, coperture anticorrosive di apparecchiature chimiche , tubi per trasporto di prodotti chimici etc. Uno dei metodi per recuperare manufatti usati o scarti di gomma è il riciclaggio, che implica la rigenerazione o devulcanizzazione, condotta mediante l’interazione di energia termica e sforzo meccanico o la presenza di ingredienti speciali, come peptizzanti e plastificanti, che aiutano i processi di decomposizione termo-meccanica. Tuttavia i risultati ottenuti finora non sono soddisfacenti. La gomma butilica riciclata è usata come carica o viene aggiunta a mescola di gomma vergine, fermo restando che qualunque metodo di riciclaggio conosciuto permette di ottenere un prodotto con proprietà che mantengono solo il 40% di quelle originali. Questo studio esamina la possibilità di rigenerare gomma butilica mediante trattamento termo- meccanico senza o con attivazione perossidica, con dicumilperossido (DCP) come sorgente di radicali liberi attivi e attivatore di decomposizione, partendo da scarti granulati provenienti da membrane per vulcanizzazione di pneumatici, tubi per liquidi e gas, nastri trasportatori e tappetini anti-corrosione. Questo metodo di riciclaggio, applicato alla gomma butilica, è soggetto a brevetto polacco. Dopo un’accurata verifica, mediante raggi infrarossi e rigonfiamento in epL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
11
Abbiamo letto per voi
ELASTICA tano e toluolo, dei granuli di gomma butilica di recupero utilizzati, lo studio si occupa dell’influenza del trattamento termo-meccanico (condotto tra 160 e 200°C) sulle sue proprietà: la conclusione è che non si ottiene la decomposizione prevista, per cui il metodo non è consigliabile. Passando invece al trattamento termomeccanico chimico con dicumilperossido, si nota come a 200°C, con più del 90% di decomposizione del perossido, si ottiene una riduzione della densità di reticolazione e un aumento del grado di decomposizione del materiale: questo significa che è possibile rigenerare gomma butilica con tale metodo. Viene esaminata in dettaglio l’influenza della quantità di dicumilperossido sulla decomposizione del materiale, con la considerazione finale che la concentrazione di perossido non modifica in modo significativo le proprietà verificate (carico di rottura, allungamento a rottura e sforzo-deformazione). Con i risultati ottenuti si può quindi concludere che si riesce a rigenerare scarti di gomma butilica, sottoposti a trattamento chimico-meccanico, in un processo di miscelazione a temperatura compresa fra 160 e 200°C e con la presenza di dicumilperossido come donatore di radicali liberi. Questo è confermato dall’aumento del grado di rigonfiamento di equilibrio e dalla riduzione del carico di rottura: il più alto livello di decomposizione del materiale viene raggiunto con l’incorporazione di 2-3 mmol DCP/100g.
Nuovi materiali Esteri come plastificanti per migliorare la prestazione di elastomeri termoplastici (TPE).
Stephen O’Rourke, Technical Director, Polymer Additives, The HallStar Company, Chicago (USA) - email: sorourke@hallstar. com – TPE Magazine n. 2-2015, pag. 132137.
È
ben noto che i plastificanti esteri svolgono una funzione importante nella lavorazione di molti elastomeri termoindurenti (gomme tradizionali vulcanizzate) e termoplastici, conferendo resistenza a basse temperature con abbassamento della 12
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
temperatura di transizione vetrosa (Tg) dei polimeri. Di solito la Tg può essere abbassata da un plastificante estere e comunque dare origine a un materiale resistente. I plastificanti esteri nel loro insieme sono solventi o diluenti per le fasi amorfe dei polimeri e i polimeri vetrosi possono essere plastificati con esteri, ma occorre considerare attentamente la loro struttura chimica e i parametri di solubilità. Lo studio dell’americana Hallstar è molto interessante per l’argomento in se stesso, di estrema attualità alla luce delle prestazioni a basse temperature richieste sempre di più a molti manufatti di gomma e plastica, ma anche per le informazioni date dalle semplici e chiare tabelle relative alla polarità dei polimeri e dei relativi plastificanti utilizzabili, alle sigle dei plastificanti più utilizzati, alle proprietà delle famiglie di plastificanti etc. Il primo argomento affrontato è la plastificazione dei polimeri, di cui la teoria più accettata è quella dell’aumento di volume libero del polimero in questione. La compatibilità fra plastificante e polimero è essenziale perché si formi una miscela omogenea, per cui generalmente è necessario che plastificante e polimero abbiano all’incirca la stessa polarità. Il secondo e più importante argomento dello studio è la plastificazione degli elastomeri termoplastici (TPE) con esteri. Interessante tener presente quali sono le modifiche che la plastificazione opera: • ammorbidisce il polimero • abbassa il modulo • riduce il carico di rottura • aumenta l’allungamento • aumenta la flessibilità • abbassa la transizione vetrosa • aumenta la resistenza a lacerazione • aumenta l’intervallo della temperatura di utilizzo • aumenta la coesione • modifica le caratteristiche di frizione • migliora l’aspetto superficiale • aumenta la carica statica Il termoplastico più conosciuto è il PVC (polivinilcloruro), che nell’industria della gomma è conosciuto come componente della miscela PVC/NBR, utilizzata soprattutto nella produzio-
ne di articoli espansi per isolamento termico e acustico. I due polimeri sono compatibili per la loro polarità e possono quindi essere addittivati con gli stessi plastificanti. Da qui nasce un’esauriente trattazione delle famiglia di plastificanti, a cui rimandiamo il lettore, perché l’argomento riveste davvero una grande importanza, non solo per i termoplastici ma anche per le gomme tradizionali vulcanizzate. Lo studio parla in termini generali e tecnici della suddivisione in ftalati (considerati commodity) ed esteri speciali, che a loro volta si possono suddividere in plastificanti per basse temperature (monomerici), per alte temperature e permanenti. Particolarmente interessante è il paragrafo dedicato alla casistica della ormai accertata pericolosità degli ftalati e delle alternative nei vari settori di applicazione (paragrafo 2.1.2). La parte finale dello studio è dedicata alle olefine termoplastiche (TPO) e ai vulcanizzati termoplastici (TPV), entrambi basati su gomma vulcanizzata e plastiche semi-cristalline come il polipropilene (PP), con un paragrafo specifico per le mescole EPDM/PP con vulcanizzazione dinamica. La conclusione a cui giunge lo studio è che la funzione di un plastificante estere è modificare un polimero o una resina aumentando la sua utilità. I plastificanti esteri rendono possibile lavorare gli elastomeri con facilità, conferendo allo stesso tempo flessibilità ai manufatti. Le interazioni plastificante-elastomero sono determinate da molti fattori, quali il parametro di solubilità, il peso molecolare e la struttura chimica. I plastificanti esteri migliorano in modo significativo le proprietà a basse temperature in vari polimeri che hanno notevoli fasi amorfe. Termoplastici sia elastomerici che olefinici, per loro natura semi-cristallini, possono essere plastificati da esteri non-polari, specialmente tallati alifatici, che conferiscono migliori prestazioni a basse temperature plastificando le aree amorfe, ma lasciando le aree cristalline intatte per le proprietà meccaniche e la resistenza ad alte temperature.
Abbiamo letto per voi Nuovi materiali Sviluppo di un nuovo elastomero stirenico con l’utilizzo di un monomero rinnovabile.
Yosuke Uehara, Researcher, Marcel Gründken, Technical Manager, Elastomer Division Kuraray Europe Gmbh, Hattersheim (Germany) - email: Yosuke_uehara@kuraray.co.jp – TPE Magazine n. 4-2015, pag. 262-263.
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a giapponese Kuraray ha messo a punto e continua a sviluppare elastomeri liquidi quali isoprene (LIR), butadiene (LBR) e i gradi stirenici Septon e Hybrar, che utilizzano la nuova tecnologia di polimerizzazione anionica vivente (polimerizzazione in cui non avviene la terminazione e le catene polimeriche continuano a crescere fino a quando ci sono molecole di monomero da aggiungere alle catene). Ultimo nato della famiglia è il Farnesene (LFR), che si basa sul β-farnesene, un monomero dienico coniugato rinnovabile, che è stato sviluppato con successo ed è attualmente sottoposto a pro-
ve come additivo per mescole pneumatico. In questo studio si introduce il copolimero idrogenato stirene farnesene (HSFC), sviluppato dal β-farnesene e dalla polimerizzazione anionica vivente e tecnologia di idrogenazione Kuraray, parlando in dettaglio delle sue proprietà di base e del suo promettente sviluppo applicativo. L’attuale tendenza dell’industria della gomma verso il “green”, intendendo per tale l’utilizzo di materie prime biologiche ed ecosostenibili, trova riscontro in questa gomma innovativa, grazie al suo componente β-farnesene, che si produce dalla fermentazione dello zucchero estratto dalla canna secondo una tecnologia microbica dell’americana Amyris. Con la sua particolare struttura chimica altamente ramificata, il polimero HSFC possiede proprietà di grande scorrevolezza, ottima morbidezza, buon allungamento e buon compression set. Due sono finora le applicazioni in cui
l’HSFC dimostra la sua validità, adesivi e gel. Nel settore degli adesivi hot melt vengono usati i polimeri SIS, SEPS, SEBS e SEEPS, di solito con l’utilizzo di tackifier e plastificanti: nello specifico caso di film protettivi, nella parte adesiva l’HSFC mostra adesione e appiccicosità senza l’aiuto di alcun altro additivo. Anche le applicazioni gel sono promettenti vista l’alta morbidezza dell’HSFC che, in paragone al normale HSBC (Hydrogenated Styrenic Block Copolymer), richiede meno plastificante per la produzione di materiali ammortizzatori. Dopo lo sviluppo della polimerizzazione anionica vivente, vari elastomeri stirenici sono stati prodotti cambiando il rapporto dei monomeri e/o la struttura della catena. Kuraray confida che il nuovo elastomero a struttura differenziata HSFC con β-farnesene possa svilupparsi di pari passo con i fabbisogni del mercato, grazie alle sue caratteristiche di alto smorzamento e bassa perdita di isteresi.
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L’INTERVISTA
Il testimone di una lunga tradizione italiana
di Riccardo Oldani
Dall’alto della sua esperienza può aiutarci a capire come è cambiato negli anni il settore tubi dal punto di vista del tecnico-produttivo? Ho iniziato a lavorare nel settore della gomma negli anni Cinquanta, subito dopo essermi laureato in ingegneria meccanica. Allora erano le grandi società che inviavano richieste di colloqui per gli ingegneri neolaureati. Ricevetti tre proposte e accettai quella della Pirelli. Al tempo si facevano 9 mesi di tirocinio, poi accorciati a 6, prima dell’assunzione. Iniziai nella sede di Bicocca nella “Tecnologica”, dove si seguivano sia i materiali che le applicazioni. Allora bisognava passare un po’ di tempo sui mescolatori per capire veramente che cosa fosse la gomma: bisognava “sporcarsi le mani”. Quindi lavorai qualche mese su queste macchine che non erano certo paragonabili a quelle di oggi. Per dire come era la situazione sicurezza di allora, era normale, per esempio, che le macchine scaricassero elettricità. Bisognava avere scarpe adatte con la suola di cuoio oppure, come facevo io, avere una catenella di metallo attaccata alla macchina per scaricare l’elettricità statica! Un deciso salto in avanti si fece con l’introduzione dei mescolatori chiusi, i “Banbury”, che installai, insieme ad altri, nella fabbrica di Roma della Pirelli, dove lavorai dal 1962. Prima di allora si operava esclusivamente su mescolatori aperti, soprattutto nelle aziende con sale mescole piccole. Un altro cambiamento che ha riguardato tutto il settore della gomma, non solo quello dei tubi, fu l’imballaggio dei cosiddetti “neri”, che fino 14
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
L’ingegner Flavio Torghele, grande esperto nel settore dei tubi in gomma, per cui ha lavorato a lungo in Pirelli, rappresentato l’Italia nelle riunioni ISO e fornito una consulenza venticinquennale alle aziende del comparto associate ad Assogomma.
Flavio Torghele è uno dei massimi esperti di tecnologie e processi per la produzione di tubi in gomma. Ha lavorato a lungo in Pirelli, partecipato alle riunioni ISO per la normalizzazione del settore per 49 anni consecutivi e svolto un venticinquennale lavoro di consulenza per le aziende del Gruppo Tubi di Assogomma, che di recente gli hanno attribuito un riconoscimento. Noi lo abbiamo incontrato per farci raccontare della sua lunga esperienza nel settore gomma e in quello dei tubi in particolare
Flavio Torghele ad allora erano confezionati in sacchi da 25 kg. Vennero introdotti i silos con i dosatori automatici, dove il nero veniva stoccato. Fu un passaggio epocale grazie al quale le sale mescole divennero ambienti dove si poteva stare anche in maniche di camicia. Pensando invece a qualcosa di specifico per il settore dei tubi , direi che il salto tecnologico più significativo fu il passaggio dalla vulcanizzazione sotto piombo a quella con vapore e l’evoluzione delle fibre di rinforzo. Ci può spiegare la portata di questo cambiamento? I tubi si producevano con le presse o le trafile a piombo. Il processo era complesso. Il piombo veniva fuso: si facevano dei cilindri che si mettevano nella pressa e si estrudevano intorno al tubo di gomma. Poi si vulcanizzava tutto insieme. Infine, si procedeva a togliere il piombo a scaglie e lo si recuperava per rifonderlo L’Italia ha sempre avuto nuovamente e riprendere il ciclo. una grande tradizione Era certamente un nel settore dei tubi in lavoro non da poco. gomma, grazie all’attività Si è poi passati alla di diverse aziende. vulcanizzazione con vapore in autoclave. Su tutte Pirelli ha Ai tempi del piombo rappresentato a lungo gli unici ad usare il punto di riferimento, la tecnica a vapore la nave scuola del erano i tedeschi, che avevano settore per ogni tipo di sviluppato una sorta produzione, non solo i di caldaia a tubi, tubi. Oggi però si è perso dove inserivano il prodotto in un po’ il senso della gomma al cui scuola italiana. Ed è un interno pompavano peccato perché il nostro il vapore e background e la nostra vulcanizzavano: un processo che tradizione andrebbero potrebbe ricordare salvaguardati nei principi la vulcanizzazione dei pneumatici. Questo consentiva loro di produrre tubi di 20 metri, pari alla lunghezza delle camere dove vulcanizzavano, che riuscirono a imporre come uno standard sul mercato internazionale. Noi di Pirelli ne avemmo non pochi problemi, perché il processo sotto piombo durante la vulcanizzazione produceva difetti nel tubo, che imponevano di tagliare il prodotto nel punto del difetto, ottenendo lunghezze ovviamente non controllabili. Fu il passaggio all’impiego del vapore che permise di risolvere il problema. I tubi idraulici sono sempre stati estrusi su un mandrino,
agli inizi di acciaio e, quindi, a lunghezza fissa, e poi su mandrini flessibili in nylon e, quindi, con lunghezze controllabili. Agli inizi anche questi venivano vulcanizzati sotto piombo, ma poi si iniziò a fasciarli, con nylon che aveva la doppia funzione di contrastare l’aumento del volume della gomma con la temperatura. Ricorda altre innovazioni tecnologiche fondamentali nella produzione dei tubi in gomma? Nel corso degli anni sono molto cambiate le mescole di gomma impiegate che, da gomma naturale stirolica e nitrilica, si sono poi estese fino all’introduzione delle gomme speciali. Certamente nel corso degli anni sono molto cambiati anche i rinforzi. Un tempo si utilizzavano solamente cotone e rayon. Poi sono stati introdotti nylon, poliestere e vennero fatti tentativi anche con materiali come le fibre di vetro o il teflon, che però potevano avere problemi di resistenza a compressione, condizione che si crea sempre quando un tubo si flette. A proposito del teflon ricordo un episodio in particolare. Pirelli e Dunlop per un certo periodo ebbero degli accordi commerciali e Dunlop produceva tubi rinforzati con teflon. Al sottoscritto venne chiesto come mai non avessi valutato l’impiego di tale materiale anche per i prodotti Pirelli, ma io non ero affatto convinto della bontà di questa scelta. Ciò nonostante dalla “Tecnologica” chiesero di fare delle prove. Risposi che preferivo aspettare un po’ di tempo per vedere i risultati in applicazione di questi tubi. Ed ebbi ragione! Infatti in circa 6 mesi ben 80 di quei tubi si ruppero proprio a causa della rottura del cedimento del rinforzo sotto compressione, e quindi si decise di non seguire la strada del teflon. Io mi sono occupato di questi aspetti per tutta la mia vita lavorativa, si può dire dalla mia assunzione fino al 1991, anno in cui ufficialmente andai in pensione, ma Pirelli mi chiese un ultimo sforzo: cioè di occuparmi dell’impianto della Pirelli Nastri Tecnici a Ferrandina, in provincia di Matera, dove sarei dovuto rimanere per qualche mese. E invece ci restai per ben quattro anni. La produzione di tubi in gomma è da tempo un’eccellenza italiana. Quali sono i punti di forza che la caratterizzano? Direi che le nostre aziende sono molto forti in questo tipo di produzione, si può dire in tutte le tipologie: nei tubi ad alte e altissime pressioni, nei tubi offshore e in quelli su mandrino. Copriamo bene tutte le esigenze del mercato. Forse solo in qualche tipo di tubo per dragaggio ci sono delle eccellenze nel Nord Europa. Comunque il punto di forza è la qualità della nostra produzione, che ci consente anche di alimentare una forte esportazione, a condizioni economiche ancora competitive. La tradizione italiana nei tubi ha radici lontane, specialmente nella vecchia Pirelli, che ha rappresentato per lungo tempo la nave scuola del settore della gomma in Italia, per tutte le tipologie di prodotto, non solo per questa. Oggi, come tutti sanno, Pirelli ha abbandonato la produzione di articoli tecnici per rimanere nel solo campo dei pneumatici. Ci sono state anche altre aziende italiane importanti per la creazione di una cultura specifica di settore, come Manuli, Rapisarda, L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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L’INTERVISTA
IVG, Alfagomma e con dimensioni più ridotte anche Tubi Thor e Tubigomma Deregibus. Anche se ora devo dire che si è perso un po’ il senso di una scuola italiana su questo tipo di produzione e questo è un peccato. Il nostro background e la nostra tradizione sono importanti e andrebbero salvaguardati. Lei ha rappresentato l’Italia in ambito ISO. Cosa ci può raccontare di questa sua esperienza? In che direzione sta andando la normazione oggi e quali sono le tendenze e gli argomenti più caldi sul tavolo di discussione? Sì, sono stato presente a 49 riunioni internazionali dell’ISO, a partire dal 1966 fino al 2015. Peccato essermi perso la cinquantesima, sarebbe stato un traguardo eguagliabile da pochi! Ad ogni modo il tema della normalizzazione dei tubi in gomma è complesso e articolato e me ne sono occupato fin dall’inizio della mia carriera, con una specializzazione nei tubi oil marine, per i quali tra l’altro sono detentore di alcuni brevetti. Ricordo di aver partecipato anche alla standardizzazione dei tubi per carico e scarico prodotti petroliferi in mare sotto l’egida della OCIMF (Oil Companies International Marine Forum). Ad ogni modo, tornando all’ambito ISO, l’idea all’epoca, ma ancora oggi, era quella di fissare dei requisiti minimi, “minimum requirements”, che i produttori avrebbero dovuto rispettare. Diverso invece era l’orientamento del CEN, il Comitato Europeo di Normazione, che dava indicazioni “mandatory”, cioè obbligatorie ai produttori, quindi molto più precise e vincolanti. Devo dire che oggi tutto viene definito a livello CEN ed ISO e le norme nazionali UNI non sono altro che una ratifica di quanto concordato a livello europeo e mondiale. Fanno eccezione solo alcuni casi specifici dove ci sono delle leggi di riferimento nazionali che prescrivono norme tecniche italiane, questo è il caso dei tubi per il gas domestico. Ad ogni modo c’è stato un deciso cambiamento nel modo di intendere la normazione. Inizialmente le riunioni ISO e quelle CEN erano molto più tecniche. Man mano si è passati a un approccio più formale e burocratico, dove la discussione non è tanto sui parametri, i dati, le tolleranze, ma piuttosto sui termini e in modo da chiarire anche per non addetti ai lavori le norme stesse. Si può dire che abbiamo normato quasi tutto quello che era utile normare! C’è anche da dire si è molto semplificato. Per fare un esempio le lingue ufficiali dell’ISO sono state tre per molto tempo: inglese, francese e russo. Nessuno voleva rinunciare alla propria lingua. Ricordo in particolare una riunione in Russia dove c’erano traduttori dal russo al francese, dal russo all’inglese e poi anche dall’inglese al francese. Con il risultato che per discutere un singolo aspetto ci si metteva un’intera giornata solo per le traduzioni, magari dicendo tutti la stessa cosa ma in tre lingue diverse! Da una quindicina di anni a questa parte, tutte le riunioni vengono condotte in inglese. Lei è stato consulente del Gruppo Tubi in gomma di Assogomma per 25 anni. Delle “battaglie” associative quale ricorda con maggiore orgoglio? 16
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
Sì, ho iniziato a svolgere questo tipo di consulenza dal 1991, quando ancora ero in Pirelli, ma prossimo alla pensione. Una delle battaglie più accese riguardò la normativa sui tubi per il gas domestico. Quando si tratta di tubature rigide, magari murate, la gomma non è il materiale adatto. Per tutti i collegamenti flessibili esterni, invece, come per esempio quelli per la cucina, la gomma offre prestazioni eccellenti. Una norma di una quindicina di anni fa favorì l’obbligo di utilizzare particolari tubi metallici allungabili, che tra l’altro erano stati brevettati da un importante gruppo industriale italiano, per i collegamenti di cucine fisse e/o da incasso. Questi tubi però avevano un punto debole nelle saldature ed erano anche soggetti alla corrosione prodotta dall’acqua salata che fuoriesce dalle pentole, ad esempio, per cuocere la pasta. Il sale depositato sui tubi, unitamente alle correnti vaganti, dava luogo a un effetto “pila” con il risultato di forare i tubi. Non è un caso che per risolvere il problema questi tubi metallici vennero rivestiti con un materiale plastico, di fatto eliminando il vantaggio della estensibilità. Ci siamo battuti a lungo contro questa norma, che tra l’altro per un certo periodo aveva anche imposto l’uso di un prodotto brevettato. Ad ogni modo tre anni fa la norma è stata modificata ed ora è di nuovo possibile impiegare i tubi in gomma per collegare alla rete del gas non solo gli apparecchi mobili, ma anche quelli fissi e ad incasso che sono largamente i più diffusi. Un’altra “battaglia” fu il corretto posizionamento dei tubi vapore e del loro campo di impiego in termini di temperature. Si tratta di applicazioni alquanto critiche, che se non correttamente gestite possono produrre incidenti sul lavoro dalle conseguenze devastanti. Per ragioni commerciali, nell’arco di pochissimo tempo questi tubi passarono ad essere venduti per un impiego da 165°C fino ad oltre 230°C, confidando che i prodotti venissero sottoposti a tali temperature solo in occasione di picchi. Nonostante gli inviti dei tecnici di settore, soprattutto alcune aziende estere continuarono a proporre impieghi sempre più gravosi, fino a quando negli USA un tubo si forò e ci scappò il morto! Fu questo il fattore scatenante che diede luogo ad un’attività normativa intensa che riportò i prodotti nel loro specifico campo di applicazione. Anche le “Raccomandazioni sulla scelta, uso, stoccaggio e manutenzione di tubi in gomma” sono nate grazie al gruppo dei tecnici di Assogomma a seguito di fatti accaduti sul mercato. Molto semplicemente l’impianto della Piaggio si bloccò a causa di tubi in gomma. L’indagine seguente rivelò che per ragioni economiche erano stati impiegati tubi per il passaggio acqua anziché tubi per il passaggio carburante e da qui la richiesta ai sensi della responsabilità del produttore. Un fatto che venne gestito al meglio proprio grazie all’apporto di tutti. L’attività di gruppo ha proprio questa valenza: affrontare problemi comuni e dare risposte nell’interesse di tutti, sia di chi produce il tubo sia di chi lo utilizza. L’attività associativa ha quindi una importanza non trascurabile che continuerà nel tempo, perché sicuramente si verificheranno altri episodi che necessiteranno di essere affrontati con la forza dell’insieme e non del singolo.
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MONDOGOMMA
L’importanza degli articoli in gomma
T
renta miliardi di fatturato complessivo, una bilancia commerciale in attivo perché l’export sopravanza l’import grazie al valore tecnologico aggiunto dei prodotti. E poi, ancora, 6.000 aziende che fanno parte del settore, di cui il 98% sono di piccole e medie dimensioni, con una vasta rappresentanza di microimprese con meno di 10 dipendenti. Sono alcune delle cifre snocciolate da Etrma, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, per ricordare l’importanza dell’industria di articoli tecnici in gomma, in una campagna di promozione lanciata in tutta Europa e orientata soprattutto a politici e decisori, per ricordare quanto sia fondamentale questo comparto. Perché, come ricorda lo slogan dell’iniziativa, “Rubber is unique, strategic and not replaceable”: la gomma è unica, strategica e insostituibile. La campagna è stata lanciata il 10 marzo, sostenuta dalle associazioni nazionali di Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, con il supporto di Etrma. «L’industria degli articoli tecnici in gomma – ha ricordato Fazilet Cinaralp, direttore generale dell’associazione europea – è fondamentale e ancora in gran parte sconosciuta al grande pubblico e ai politici». Il messaggio della campagna è incentrato sulle quattro maggiori sfide che impegnano oggi l’industria degli articoli tecnici e, in particolare: • quello che in inglese viene definito
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
Etrma, l’associazione europea dei produttori del settore della gomma, ha deciso di avviare una campagna per ricordare il valore e l’importanza degli articoli tecnici, senza i quali molti prodotti di utilizzo comune, dalle auto agli elettrodomestici, non potrebbero esistere. Ecco i dati riportati nella campagna e gli obiettivi che l’associazione si è posta per aiutare le aziende del comparto
Iniziative
Un’auto ha più di 100 componenti in gomma
“red tape”, cioè il peso della burocrazia; • il peso dei regolamenti sulla gestione delle sostanze, che in un decennio, dal 2004 al 2014, è passato da 940 adempimenti a 2.219; • la necessità di un mercato unico per i prodotti in gomma che devono stare a contatto con gli alimenti e l’acqua potabile; • la necessità di colmare il vuoto di competenze, che rende difficile alle aziende del settore trovare personale preparato. A sostegno di questi temi Etrma ha messo a punto due brochure, una sulle sfide del comparto, e una sui suoi numeri (ne riportiamo alcuni nel riquadro di pagina 20). È stato anche creato un video che illustra i principali utilizzi degli articoli tecnici in gomma.
Manca un mercato unico
Che cosa segnala in particolare Etrma per evidenziare l’importanza del setto-
re? «L’industria degli articoli in gomma – si legge in uno dei documenti elaborati per la campagna – si distingue per l’alto valore degli investimenti destinati alle tecnologie avanzate, necessari per restare al passo con tutti i settori “downstream” che hanno esigenze sempre più stringenti. Combinate con le caratteristiche della gomma, queste tecnologie rendono i prodotti strategici, unici e non rimpiazzabili. Inoltre il settore è contraddistinto da una grande presenza di imprese piccole e medie, che realizzano prodotti essenziali e di nicchia e che, a dispetto delle loro dimensioni, riescono a ritagliarsi un ruolo centrale nella rete di commerci internazionale». Ma il vero problema, sottolinea ancora il documento, è che il mercato non è standardizzato e non c’è armonizzazione delle norme a livello europeo, soprattutto per quanto riguarda i prodotti che devono stare a contatto
con alimenti e con l’acqua potabile. Così come manca un’armonizzazione nei metodi dei test. Questo significa che si applicano diversi standard nei vari pae si e che i consumatori non possono beneficiare dei vantaggi del Mercato Unico europeo.
Le azioni necessarie
Fatta questa premessa, Etrma indica le cose più urgenti da fare per sostenere il mercato degli articoli tecnici in gomma. In primo luogo bisogna semplificare le burocrazie. «Sia le norme europee che quelle nazionali sottopongono il settore a un eccessivo numero di passi burocratici da compiere – spiega il documento –. Il peso di queste procedure, sia per le imprese medio-piccole che per quelle grandi organizzate in piccole unità produttive, è tale che molte opportunità del settore non sono ancora state messe a frutto». L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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MONDOGOMMA
I principali mercati per gli articoli tecnici in gomma 10%
63%
Trasporti (automotive, ferovie, navi, aviazione, aerospazio…)
8-10%
Elettrodomestici
10-12%
Applicazioni industriali (costruzioni, miniere, agricoltura, allevamento, macchinari…)
Energia/offshore
1-2%
4-5%
Contatto gli alimenti (acqua potabile, cibi per bambini, dispositivi medicali…)
Equipaggiamento per sport e tempo libero
Alcuni dati salienti Un’industria innovativa e altamente tecnologica:
Il settore dà lavoro a 160.000 addetti
Le spinte all’innovazione provengono da clienti high-tech, richieste di alte performance e pressione normativa
Molti di loro possiedono un know-how specifico per rispondere alle necessità tecnlogiche del settore
Il 5% degli investimenti nel settore è rivolto alla R&D
Un settore frammentato Oltre 6.000 aziende attive in Europa
Il 98% sono PMI, di cui molte microimprese (<10 dipendenti) Ciononostante, la maggior parte del fatturato degli articoli tecnici è prodotto da 20 gruppi organizzati in diverse piccole unità (da 50 a 100 persone in ogni sito, supportate da un centro tecnico) in base alle loro linee di prodotto
Un fatturato di circa 30 miliardi Le società europee, americane e giapponesi dominano il mercato mondiale Tra queste sono inclusi 46 dei primi 50 produttori di articoli tecnici del mondo, con 17, 15 e 14 società rispettivamente. Ciò è legato all’alto valore tecnologico aggiunto che proviene dalle aziende di questi paesi. Nel 2014 le tre società più importanti erano europee. La bilancia commerciale è positiva 4,3 miliardi di export 3,4 miliardi di import
Un acatena del valore altamente integrata Per rispondere alla richieste, il settore ha bisogno di sviluppare stretti contatti con i clienti. Un trend in crescita.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
Questo grazie all’alto valore aggiunto dei prodotti
In Europa le PMI potrebbero beneficiare di molte iniziative di supporto, in particolare attività di finanziamento e costi ridotti per la “compliance” amministrativa. Ma l’accesso a questi benefici risulta spesso troppo difficile per queste imprese, che non hanno al loro interno le competenze necessarie o sufficiente personale. C’è poi tutto l’aspetto delle normative che sottopone le aziende a un vero e proprio sforzo erculeo. In particolare per quanto riguarda gli adempimenti sulle sostanze chimiche, che sono aumentati in modo esponenziale nell’ultimo decennio. Ma anche le normative sulla sicurezza e la salute degli addetti, che sono comunque l’obiettivo principale delle aziende di settore, necessitano di una semplificazione. I costi energetici sono ancora troppo alti, fino al 50% dei costi complessivi di produzione (e in Italia anche di più). E poi c’è anche un problema legato ai piccoli volumi, in particolare di sostanze chimiche di nicchia, necessari alle aziende del settore ma i cui prezzi o la cui disponibilità spesso contrastano con le esigenze delle imprese. C’è anche la spada di Damocle di una possibile normativa contro l’utilizzo di additivi di cui scompare traccia nel prodotto finale, non così rari nell’industria della gomma. Se questi dovessero essere vietati diventerebbe impossibile per i produttori europei fornire tutta una serie di prodotti che invece fornitori esterni, non soggetti a questo tipo di normativa, potrebbero continuare indisturbati a esportare.
Ricerca e qualità del personale
Infine Etrma evidenza la difficoltà delle aziende del settore a reperire forza lavoro sufficientemente formata alle sue esigenze. Questo anche per la continua evoluzione tecnologica a cui è sottoposto il settore e per la necessità di rimpiazzare tecnici specializzati che arrivano in età di pensione. Occorre quindi, secondo l’associazione, «investire in formazione per il management e nelle tecnologie digitali e per il miglioramento della competitività, in particolare puntando anche in questo settore sui concetto dell’Industry 4.0. Ed è fondamentale incoraggiare il networking tra centri di ricerca, anche di paesi diversi, che lavorano allo sviluppo delle tecnologie per il settore».
Focus
INCHIESTA Mercato e tecnologie
Le nostre domande 1
Quali indicazioni vi ha dato il mercato nel 2015 e in questo scorcio iniziale del 2016? La situazione vi pare in crescita o statica? E dove si concentrano i maggiori investimenti per la sala mescole, in Italia o all’estero?
2.
Secondo dati recenti forniti da Ucimu, il parco macchine del comparto manifatturiero italiano è drammaticamente vecchio: quasi un terzo ha oltre 20 anni e il 79% non ha soluzioni elettroniche, informatiche o meccatroniche. Quale situazione riscontrate presso i mescolatori italiani e, al loro confronto, quelli stranieri con cui lavorate? Anche in questo ambito esiste il problema dell’obsolescenza dei macchinari? E se sì quali ne sono, secondo voi, le motivazioni?
3.
Anche gli addetti ai lavori spesso affermano che il settore della mescolazione è sostanzialmente statico dal punto di vista delle tecnologie. La nostra impressione è che però si stiano affacciando ultimamente nuove idee e nuovi concetti per la concezione della sala mescole. Voi, che producete macchine per questo ambito industriale, avete senz’altro il miglior polso della situazione. Dove si concentra l’innovazione nelle macchine che producete e quali nuove soluzioni state proponendo ai vostri clienti?
per trasformare la sala mescole
Nove esperti di aziende che producono macchinari per la compoundazione e le fasi accessorie tracciano il punto della situazione. Che come tutto quanto riguarda l’Italia è contraddittoria. Da una parte la capacità di fissare le tendenze attraverso tecnologie e innovazioni che sempre di più sposano il concetto di “smart factory” o di “industria 4.0”. Dall’altra l’oggettiva difficoltà a operare sul mercato interno, dove le nostre aziende produttrici investono poco in nuovi macchinari e in nuove tecnologie
4.
Si fa un gran parlare ultimamente di Industry 4.0 o fabbrica intelligente. Un nuovo concetto di produzione che si basa su sensori, produzione e elaborazione di dati, connessione in rete per ricavare dai macchinari e dal processo informazioni utili al controllo di qualità e alla gestione aziendale. State ragionando anche voi su questi temi e li ritenete applicabili alle macchine di vostra produzione?
5.
Dove sta andando la mescolazione? Quali sono le esigenze che i vostri clienti vi manifestano con maggior frequenza e in che modo cercate di tradurle nelle macchine di vostra produzione?
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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FOCUS
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La tecnologia nella sala mescole ha subito una notevole spinta al rinnovamento, che va verso la completa automazione e la sicurezza per l’operatore
Colmec Giovanni e Marco Colombo
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Project Directors
1
In Italia, purtroppo la situazione rimane statica e non si nota lo stesso interesse che continuiamo a riscontrare nelle aziende straniere, le quali sembrano essere più attente e predisposte a recepire le novità ed i cambiamenti tecnologici. Caratteristiche fondamentali per consentire la ripresa e permettere una continua crescita.
2
Tolta l’eccezione di qualche azienda che ha recentemente investito nella rimodernizzazione della propria sala mescole, la maggior parte delle aziende italiane, quando rinnova una sala mescole, si limita a sostituire i macchinari vecchi con macchinari nuovi equivalenti. Questa soluzione è sicuramente più facile – infatti, non comporta modifiche ai concetti produttivi già consolidati della sala mescole tradizionale –, ma limita la crescita tecnologica dell’azienda, che rimane ferma a un concetto produttivo oramai superato. Tutto questo a vantaggio di quelle aziende straniere che sono invece più predisposte ad accettare le novità tecnologiche e a rimodernare tecnologicamente la sala mescole ottenendo tempi di mescolazione più brevi, qualità di mescolazione del compound più elevata, certezza della costanza qualitativa tra i differenti batches, automatizzazione completa senza operatori e archiviazione di tutti i parametri del processo produttivo.
3
Al contrario, la tecnologia nelle sale mescola ha subito una notevole spinta al rinnovamento!Colmec con il suo mescolatore bivite conico brevettato, infatti, consente di realizzare sale mescole completamente automatizzate, sicure per l’operatore (dato che questo non è coinvolto direttamente nel processo produttivo), con riduzione dei tempi di ciclo e conseguente aumento della produttività. Per poter dimostrare ai propri clienti la grande innovazione tecnologica in atto, Colmec, ha realizzato nel proprio Centro Tecnologico una sala mescole completa in grado di produrre circa 1.500 kg/h. Questa sala mescole è composta da: mescolatore interno da 64 l, mixer brevettato CTM 185, strainer CTE 145 con pompa ad ingranaggi GP 140L, raffreddamento e raccolta. Nel nostro CTC (Colmec Technology Center) stiamo eseguendo parecchie prove, con compound tradizionali, ma anche di difficile ricettazione. È proprio con questo nuovo metodo di compoundazione, che anche quello che sembrava a volte impossibile, oggi diventa possibile. Tutto ciò è dovuto non solo al nuovo concetto tecnologico
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
della sala mescole, dove sono stati aggiunti macchinari particolari, ma anche a tutti quei fattori che influenzano il risultato, quali: il controllo termico che deve essere il più accurato possibile; il facile aggiustamento dei parametri del processo; la ripetibilità del ciclo senza operatore poiché il tutto è automatizzato. Da non sottovalutare è anche il problema della sicurezza e salute per l’operatore, che questa nuova configurazione di sala mescole garantisce appieno. Non è più necessaria la presenza dell’operatore in prossimità del macchinario e i cicli di mescolazione sono completamente automatizzati e continui.
4
Certamente! Per quanto detto sopra, “la nuova linea di mescolazione automatizzata” si presta facilmente al concetto di raccolta ed elaborazione dei dati, controllo qualitativo, garanzia dei risultati.
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Nell’ambito specifico della sala mescole, le innovazioni più importanti che Colmec propone rispecchiano quanto richiesto oggi dal mercato, e cioè: riduzione dei tempi di mescolazione; aumento della stabilità e della qualità del compound ottenuto; garanzia della ripetibilità certa dell’impasto; automazione per annullare i costi della mano d’opera; registrazione e archivio di tutti i parametri del processo. All’interno di queste esigenze principali si delineano due tipologie di soluzioni produttive: • gli impianti ad alta produttività con intermixer di grande capacità per mescole tradizionali di forte utilizzo; • gli impianti a bassa produttività con intermixer di modesta capacità per mescole speciali per utilizzi specifici. Queste due richieste vengono entrambe soddisfatte al meglio dal nostro nuovo concetto di sala mescole.
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L’integrazione è il futuro di questo settore per rispondere alle esigenze di ripetibilità, rintracciabilità, riduzione dei costi, salvaguardia dell’ambiente
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Responsabile vendite
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Il nostro lavoro è in forte fase di espansione dovuta soprattutto al fatto che il mercato comincia a conoscerci. Il mercato in Italia sembra un po’ fermo mentre all’estero vediamo crescere molte nuove realtà.
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Non siamo influenzati da queste considerazioni, in quanto
Inchiesta macchine i nostri sistemi sono innovativi e di fatto non esistevano prima.
3.
I prodotti da gestire sono di difficile manipolazione. Sono polverosi e hanno sempre rappresentato un problema per gli operatori. Noi siamo riusciti a garantire il dosaggio in automatico di tutti i prodotti e l’adozione di sacchetti sigillati ha di fatto permesso l’eliminazione delle polveri disperse. La tracciabilità, la ripetibilità e la possibilità di completare tutti i cicli di preparazione delle mescole senza l’utilizzo di operatori rende questi sistemi molto interessanti.
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L’automazione integrata fa parte inscindibile dei nostri sistemi. Attualmente siamo in grado di operare senza alcun intervento manuale. Stiamo proponendo ultimamente l’entrata automatica del sacchetto in EVA contenente la mescola direttamente nel Bambury.
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È logico che l’integrazione sarà il futuro di questo settore. Le esigenze sono in parte quelle menzionate prima e cioè: ripetibilità; rintracciabilità; riduzione dei costi di manodopera; riduzione e possibilmente eliminazione di polveri nell’ambiente (argomento su cui le grandi aziende sono particolarmente sensibili); salvaguardia dei dati BLUESTAR A5.pdf 1 03/02/15 16:29 confidenziali (formule, metodi di produzione, ecc.).
Le nostre domande 1 Quali indicazioni vi ha dato il mercato nel 2015 e in questo scorcio iniziale del 2016? La situazione vi pare in crescita o statica? E dove si concentrano i maggiori investimenti per la sala mescole, in Italia o all’estero? 2 Secondo dati recenti forniti da Ucimu, il parco macchine del comparto manifatturiero italiano è drammaticamente vecchio: quasi un terzo ha oltre 20 anni e il 79% non ha soluzioni elettroniche, informatiche o meccatroniche. Quale situazione riscontrate presso i mescolatori italiani e, al loro confronto, quelli stranieri con cui lavorate? Anche in questo ambito esiste il problema dell’obsolescenza dei macchinari? E se sì quali ne sono, secondo voi, le motivazioni? 3 Anche gli addetti ai lavori spesso affermano che il settore della mescolazione è sostanzialmente statico dal punto di vista delle tecnologie. La nostra impressione è che però si stiano affacciando ultimamente nuove idee e nuovi concetti per la concezione della sala mescole. Voi, che producete macchine per questo ambito industriale, avete senz’altro il miglior polso della situazione. Dove si concentra l’innovazione nelle macchine che producete e quali nuove soluzioni state proponendo ai vostri clienti? 4 Si fa un gran parlare ultimamente di Industry 4.0 o fabbrica intelligente. Un nuovo concetto di produzione che si basa su sensori, produzione e elaborazione di dati, connessione in rete per ricavare dai macchinari e dal processo informazioni utili al controllo di qualità e alla gestione aziendale. State ragionando anche voi su questi temi e li ritenete applicabili alle macchine di vostra produzione? 5 Dove sta andando la mescolazione? Quali sono le esigenze che i vostri clienti vi manifestano con maggior frequenza e in che modo cercate di tradurle nelle macchine di vostra produzione?
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FOCUS
«È da anni che in Italia non si fanno investimenti in beni
strumentali, anche a causa di una politica economica e fiscale che ha disincentivato questi investimenti
»
Comerio Ercole Riccardo Comerio Managing director
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Il 2015 per la Comerio Ercole è stato un anno particolarmente carico di lavoro, prevalentemente tutto estero, ma ci sono stati anche progetti interessanti realizzati in Italia e questo è un fattore particolarmente positivo. I primi due mesi del 2016 hanno confermato una mantenuta vivacità di mercato anche se è indubbiamente preoccupante l’instabilità geo-politica che si è determinata in questo periodo.
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Il rilevamento Ucimu è una rappresentazione che conferma quanto si vede normalmente negli stabilimenti produttivi italiani. È da anni che mancano investimenti in beni strumentali e su ciò ha pesantemente influito la politica economica e fiscale del nostro paese che ha disincentivato questo tipo di spesa. Solo recentemente si è raccolto con grande favore il provvedimento cosiddetto del “super ammortamento”, che permette di spingere gli investimenti in beni durevoli avendone un piccolo ma sostanziale vantaggio fiscale ,dato dalla possibilità di estendere la quota di ammortamento fino al 140%. Non è comunque un solo singolo incentivo che possa cambiare drasticamente la visione sul mercato italiano: manca ancora una politica di programmazione industriale che possa permettere di affrontare con più serenità la tematica del rinnovo parco macchinario. All’estero lo scenario è, paese per paese, molto differente ma soprattutto è differente il contesto “paese”. A prescindere dai mercati di recente sviluppo (i famosi BRICS), che con tutti i possibili distinguo mantengono fattori di crescita importanti, anche a livello europeo si vedono isole felici (soprattutto nell’Est Europa), dove si continua ad investire e soprattutto dove funziona un sistema integrato di incentivi e facilitazioni studiati per attirare investimenti sia locali che stranieri.
3
La Comerio Ercole ha fortemente investito in questi anni per mantenere prodotti quali mescolatori interni, mescolatori a cilindri e calandra sempre più all’avanguardia rispetto allo sviluppo dei processi di produzione più innovativi. Nel campo della mescolazione l’azienda ha soprattutto investito nelle nuove tecnologie di lavorazione e mescolazione a ciclo continuo, avendo proposto sul mercato impianti automatici “Roll Mill Matic” dove a valle di un impianto di mescolazione vengano
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
previsti “in rete” più mescolatori a cilindri (normalmente da 84 oppure 100 pollici come dimensioni tavola cilindri), con gruppi completamente automatici di blendizzazione, raffreddamento e scarico. Questa nuova tipologia di impianti garantisce, in assenza di operatore dedicato, la piena ripetibilità di risultato su differenti compound, con una significativa riduzione delle temperature di processo e una migliore uniformità di viscosità, oltre che ottimale dispersione degli ingredienti. Rispetto alle esigenze specifiche del cliente finale gli impianti Roll Mill Matic possono essere adattati al fine di ottimizzare i risultati voluti soprattutto a livello di drastica riduzione della deviazione standard di tutti i parametri del compound finale.
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La quarta rivoluzione industriale (la cosiddetta Industry 4.0) è già una realtà in tutti i comparti industriali. A livello della realtà produttiva Comerio Ercole per il settore mescolazione abbiamo l’impianto Roll Mill Matic, che ne è già un esempio concreto. Automatizzazione completa e integrata del processo in assenza di operatori con un sistema RFDI per la tracciabilità dei batch di lavorazione, con scambio in rete dei dati di lavorazione sia ai fini del controllo MES sia per la gestione statistica di produzione. Inoltre sempre di più, anche nel nostro settore della calandratura, nascono possibilità di sviluppare soluzioni software “adattive” o, meglio, di “autoapprendimento”: un esempio su tutti è il rivoluzionario sistema di gestione automatica dei banchi di gomma in lavorazione, che possono ora essere gestiti automaticamente tramite un controllo digitale CCD che permette di “sorvegliare” il processo anche ai fini della sicurezza e integrità fisica dei cilindri durante la fase di laminazione della gomma. Da qui il nome registrato Hydrosafe Banco per questo innovativo prodotto.
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Molte differenze dipendono dal settore finale di applicazione. Ci sono settori più conservatori e settori decisamente più innovativi. Comunque la clientela richiede sempre più la possibilità di disporre di processi “flessibili” e in parte “lean”, come oggigiorno piace definirli. La Comerio Ercole investe costantemente in R&D per disporre di soluzioni sempre più interessanti per la propria clientela, spingendo molto in tutti quegli accessori che possano migliorare l’approccio macchina e incrementare le prestazioni in termini di produttività, sicurezza e qualità.
Inchiesta macchine Le nostre domande
1 Quali indicazioni vi ha dato il mercato nel 2015 e in questo scorcio iniziale del 2016? La situazione vi pare in crescita o statica? E dove si concentrano i maggiori investimenti per la sala mescole, in Italia o all’estero? 2 Secondo dati recenti forniti da Ucimu, il parco macchine del comparto manifatturiero italiano è drammaticamente vecchio: quasi un terzo ha oltre 20 anni e il 79% non ha soluzioni elettroniche, informatiche o meccatroniche. Quale situazione riscontrate presso i mescolatori italiani e, al loro confronto, quelli stranieri con cui lavorate? Anche in questo ambito esiste il problema dell’obsolescenza dei macchinari? E se sì quali ne sono, secondo voi, le motivazioni? 3 Anche gli addetti ai lavori spesso affermano che il settore della mescolazione è sostanzialmente statico dal punto di vista delle tecnologie. La nostra impressione è che però si stiano affacciando ultimamente nuove idee e nuovi concetti per la concezione della sala mescole. Voi, che producete macchine per questo ambito industriale, avete senz’altro il miglior polso della situazione. Dove si concentra l’innovazione nelle macchine che producete e quali nuove soluzioni state proponendo ai vostri clienti? 4 Si fa un gran parlare ultimamente di Industry 4.0 o fabbrica intelligente. Un nuovo concetto di produzione che si basa su sensori, produzione e elaborazione di dati, connessione in rete per ricavare dai macchinari e dal processo informazioni utili al controllo di qualità e alla gestione aziendale. State ragionando anche voi su questi temi e li ritenete applicabili alle macchine di vostra produzione? 5 Dove sta andando la mescolazione? Quali sono le esigenze che i vostri clienti vi manifestano con maggior frequenza e in che modo cercate di tradurle nelle macchine di vostra produzione?
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Stiamo vivendo una crescita costante: presto inizieremo a costruire un nuovo stabilimento e stiamo assumendo personale in ogni mansione tecnica
Rodolfo Comerio Nicola Fedele
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Sales & Marketing manager
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A noi della Rodolfo Comerio il mercato nel 2015 ha dato dei segnali più che positivi. Il nostro fatturato è in costante crescita e proprio a fine 2015 abbiamo preso l’ordine per le due calandre più grosse mai realizzate al mondo. Il 2016 è iniziato come meglio non poteva. Già a gennaio registravamo ordini che superavano quelli degli anni precedenti. A breve inizieremo la costruzione di un nuovo stabilimento aggiuntivo e stiamo assumendo nuovo personale, ingegneri, disegnatori, montatori trasfertisti e montatori in sede. Il grosso investimento che l’azienda sta sostenendo è tutto con fondi propri senza alcun finanziamento regionale o europeo. I maggiori investimenti giungono dall’estero, infatti il fatturato dell’azienda proviene per il 95% dalle commesse estere. L’Italia purtroppo è ancora un mercato che, dopo la crisi del 2008 ha difficoltà nella ripresa. Il paese vive un periodo di deflazione e quindi gli imprenditori italiani hanno ancora troppo timore ad investire.
2
I dati forniti da Ucimu rispecchiano quello che il Paese sta vivendo. La mia personale opinione è che qualcosa deve cambiare e qualche segnale positivo nel settore inizia a vedersi. Ci sono infatti timide richieste di offerta provenienti dall’Italia. Però l’imprenditoria italiana ha ancora molto timore a impegnarsi in nuovi investimenti. Oramai tutte le nuove macchine sono tecnologicamente molto più avanzate, i cicli di produzione sono diventati molto più rapidi e l’interfaccia uomo/macchina permette un rapidissimo scambio d’informazioni. Dall’estero riscontriamo una continua volontà di rinnovare le macchine per stare al passo con nuove tecnologie e con i sempre più rapidi processi produttivi. Ovviamente anche in questo settore esiste il problema dell’obsolescenza, che però è più legata all’utilizzo stesso della macchina piuttosto che alla perdita di valore a causa di sviluppi tecnologici. Infatti i macchinari vengono utilizzati anche per 3 turni in continuo.
3
La mission della nostra azienda è di instaurare con il cliente un rapporto di collaborazione che fa nascere sempre nuove idee. Quindi, ogni cliente ha la soluzione che meglio veste le sue esigenze produttive ed è per questo che sempre più clienti ci scelgono, per la nostra capacità di collaborazione e di versatilità nonché per la volontà di soddisfare a pieno le loro aspettative. Al momento, stiamo facendo dei test nei nostri stabilimenti per una nuova tecnologia di processo che
presto proporremo a tutti i nostri clienti e che può essere adattata ad ogni processo produttivo. Non vogliamo ancora svelare niente, ma l’innovazione che stiamo sperimentando riguarderà sia la parte meccanica che hardware e software. Sarà una vera rivoluzione nel processo di mescolazione e calandratura della gomma.
4
In realtà i nostri macchinari già da tempo sono equipaggiati di sensori, sistemi di elaborazione e scambio dati, connessione in rete per ricavare dati di processo e la possibilità di effettuare interventi di assistenza in teleservice in ogni momento, raggiungendo qualsiasi punto del globo.
5
Per un certo periodo alcuni produttori si sono rivolti a costruttori cinesi per l’acquisto di nuove macchine per via dei budget ridotti ma, dopo aver riscontrato la scarsa qualità, l’investimento che hanno poi dovuto affrontare per l’adeguamento e manutenzione delle macchine cinesi si è tradotto in una spesa uguale, se non mangiore, a quella che avrebbero avuto se avessero acquistato un macchinario italiano. Le esigenze più comuni dei nostri clienti sono: la vita utile della macchina (ci sono macchinari Rodolfo Comerio che sono ancora oggi funzionanti e risalgono ai primissimi del Novecento), la capacità produttiva, la semplicità nell’eseguire interventi di manutenzione e l’intuitività nella gestione del HMI e non per ultimo le sicurezze.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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FOCUS
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I sistemi di servizio, cioè le automazioni non presenti un tempo in sala mescole, ora interessano sempre più ai leader di mercato e anche a molte aziende italiane
G3 Pierpaolo Gagliardi
Lawer Federico Ormezzano
General Manager
Managing director
1
1
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Sembra ci sia stato e ancora ci sia maggiore “movimento” rispetto al 2014, ma sia in Italia sia all’estero i progetti fanno ancora molta fatica a passare da una fase valutativa (pur necessaria e corretta) a una fase operativa.
2
Per una società come la G3, che si occupa, oltre che di macchinari nuovi, di ricostruzione di macchine ed impianti, la situazione è molto chiara e in linea con quanto risulta dai dati Ucimu. La situazione non cambia di molto tra mescolatori italiani e esteri, salvo che in certi paesi (ad esempio la Turchia o la Russia) la situazione è più grave che in Italia. Occupandoci noi principalmente di macchinari per sala mescole, il problema è ancor più sentito e la motivazione è che gli investimenti partono, molto spesso, dal fine linea (quello che si crede abbia il maggiore impatto sul prodotto finito) mentre, a nostro avviso, la qualità comincia in sala mescole e il recupero di qualità costa sempre di più in termini di tempo e risorse nel passaggio successivo rispetto al precedente. In altre parole, secondo noi, se si parte da una mescola prodotta in qualità e di caratteristiche costanti tutti i processi successivi richiedono meno tempo e risorse.
3
Ci sono “novità” disponibili sia come macchinario sia come controllo degli stessi. La sala mescole però, non solo per il pneumatico ma anche per l’articolo tecnico, rimane molto tradizionale. Oltre a proporre macchine sempre in linea con le normative di sicurezza vigenti cerchiamo di proporre soluzioni sempre più flessibili e controllate per limitare al minimo sia i pericoli sia il cosiddetto errore umano.
4
Non solo stiamo ragionando su questi temi, ma stiamo proponendo soluzioni che invece di accumulare enormi quantità di dati (che nessuno in realtà analizza a fondo per modificare il processo) siano in grado di modificare il processo in tempo reale e in modo automatico, per avere la miglior costanza della qualità richiesta in uscita malgrado la (inevitabile) variabilità in ingresso.
5
Nessuno dei nostri clienti aspira alla qualità ideale o assoluta; l’obiettivo comune è quello di produrre la qualità, richiesta (che varia e si innalza di anno in anno) dal mercato in quel momento, nel modo più costante e al minor costo possibile. Questo è quello che cerchiamo di tradurre in tutte le macchine di nostra produzione, siano esse nuove o ricostruite.
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Gli investimenti partono molto spesso dal “fine linea” mentre, a nostro avviso, la qualità comincia in sala mescole. È importante partire da una mescola di qualità
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Premesso che la nostra attività commerciale nel settore gomma è iniziata in occasione della fiera K 2013 , abbiamo registrato una costante crescita di interesse, principalmente sui mercati esteri, per i sistemi di dosaggio dedicati alla sala mescole.
2
La nostra tipologia di produzione è rivolta ai “sistemi di servizio”, ovvero automazioni che in passato non erano presenti in sala mescole. Un limitato numero di primarie aziende nazionali ed estere leader di settore, negli ultimi 5 anni ha già investito in dispositivi di dosaggio automatico per la propria sala mescole, ottenendo ottimi ritorni qualitativi ed economici in produzione. Altre aziende italiane, costrette in passato al blocco degli investimenti per il mercato sfavorevole, stanno oggi ritrovando interesse a pianificare gli investimenti, in primo luogo per rinnovare i macchinari di produzione e per dotarli anche di automazioni di dosaggio ormai indispensabili.
3
A differenza del passato, in cui l’aumento di produttività era l’obbiettivo predominante, oggi l’attenzione delle aziende si focalizza maggiormente su altri temi: ricerca della qualità, tracciabilità dei processi, riduzione di errori e sprechi, igiene e sicurezza ambientale. Il perseguimento di questi obbiettivi in una moderna sala mescole è ottenibile con l’introduzione di sistemi di dosaggio e pesatura di nostra produzione. L’ampia gamma di sistemi lawer permette di proporre alle aziende il livello di automazione ottimale in funzione dell’investimento e del pay-back ottenibile .
4
Assolutamente sì: tutti i nostri sistemi sono dotati di software di controllo facilmente interfacciabili ai sistemi gestionali aziendali, in grado di mettere a disposizione tutti i principali report delle operazioni svolte.
Inchiesta macchine
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Ci sono due mercati con tendenze opposte: quello del pneumatico e quello dell’articolo tecnico, con investimenti inferiori. Anche qui però notiamo segnali positivi
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Pomini Rubber & Plastics HF Mixing Group Andrea Delmoro Area Sales Manager
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Nel 2015 il mercato ha rafforzato la crescita del 2014, mentre nello scorcio iniziale del 2016 la situazione sembra stabilizzatasi, forse anche a causa delle negative vicende economiche e politiche che hanno ultimamente investito i Bric. Nel 2015 abbiamo registrato un positivo trend sul mercato italiano, anche se i maggiori investimenti si sono registrati nell’Europa dell’Est, Cina, India e nelle Americhe.
2.
Nel nostro settore distinguiamo nettamente due mercati con tendenze opposte. Al mercato del pneumatico, caratterizzato negli ultimi anni da massicci investimenti nelle nuove tecnologie, informatica e meccatronica incluse, si contrappone un mercato dell’articolo tecnico costituito prevalentemente
Le nostre domande 1 Quali indicazioni vi ha dato il mercato nel 2015 e in questo scorcio iniziale del 2016? La situazione vi pare in crescita o statica? E dove si concentrano i maggiori investimenti per la sala mescole, in Italia o all’estero? 2 Secondo dati recenti forniti da Ucimu, il parco macchine del comparto manifatturiero italiano è drammaticamente vecchio: quasi un terzo ha oltre 20 anni e il 79% non ha soluzioni elettroniche, informatiche o meccatroniche. Quale situazione riscontrate presso i mescolatori italiani e, al loro confronto, quelli stranieri con cui lavorate? Anche in questo ambito esiste il problema dell’obsolescenza dei macchinari? E se sì quali ne sono, secondo voi, le motivazioni? 3 Anche gli addetti ai lavori spesso affermano che il settore della mescolazione è sostanzialmente statico dal punto di vista delle tecnologie. La nostra impressione è che però si stiano affacciando ultimamente nuove idee e nuovi concetti per la concezione della sala mescole. Voi, che producete macchine per questo ambito industriale, avete senz’altro il miglior polso della situazione. Dove si concentra l’innovazione nelle macchine che producete e quali nuove soluzioni state proponendo ai vostri clienti? 4 Si fa un gran parlare ultimamente di Industry 4.0 o fabbrica intelligente. Un nuovo concetto di produzione che si basa su sensori, produzione e elaborazione di dati, connessione in rete per ricavare dai macchinari e dal processo informazioni utili al controllo di qualità e alla gestione aziendale. State ragionando anche voi su questi temi e li ritenete applicabili alle macchine di vostra produzione? 5 Dove sta andando la mescolazione? Quali sono le esigenze che i vostri clienti vi manifestano con maggior frequenza e in che modo cercate di tradurle nelle macchine di vostra produzione?
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03/03/2015 10:51:04
FOCUS da aziende medio-piccole e con investimenti generalmente inferiori. Riguardo a quest’ultimo, tuttavia, abbiamo riscontrato, specialmente in Italia, alcuni segnali positivi da parte delle aziende leader del settore, che fanno ben sperare nel futuro.
3.
Innovazioni importanti le stiamo registando nell’ambito della mescolazione, essenzialmente legate al profondo mutamento dei processi produttivi dettati dalle nuove legislazioni recentemente introdotte e dalla pressione della concorrenza ormai globalizzata. Tali cambiamenti stanno altresì coinvolgendo in maniera sempre più pervasiva anche gli equipaggiamenti di ausilio alla mescolazione, quali gli estrusori sotto mescolatore e il sistema di controllo di sala mescola, che subiscono le stesse dinamiche indicate per i mescolatori.
4.
Le innovazioni più importanti che abbiamo apportato al nostro sistema di controllo di sala mescola sono proprio legate all’aumento della sensoristica, che risulta e risulterà in futuro sempre più pervasiva e diffusa sui macchinari. Ciò è legato da un lato al profondo mutamento dei processi tecnologici, che richiedono un controllo sempre più fine con un crescente numero di parametri, e dall’altro alla necessità di fornire un miglior supporto all’utente del macchinario che deve poter individuare in modo puntuale ed efficiente eventuali problematiche per l’ottimizzazione dei fermi macchina.
5.
Come già precedentemente citato, le esigenze maggiori sono legate a macchinari e sistemi in grado di coniugare necessità talora contrapposte come: • processi tecnologici sempre più complessi e sofisticati; • aumento della produttività; • allungamento della vita utile del macchinario; • riduzione dei costi di investimento. Queste che ho elencato sono le sfide che stiamo coniugando nelle macchine e nei sistemi di nuova generazione.
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Molte sale mescole in Italia e all’estero hanno bisogno di rinnovamenti dal punto di vista tecnologico, produttivo, elettronico e, soprattutto, della sicurezza
Prodicon Alberto Ballabio
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Sales Manager
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Il trend del 2016 segue quello già positivo degli ultimi anni, quando gli investimenti si sono concentrati principalmente all’estero, pur con qualche eccezione di rilievo nel nostro paese.
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Vi sono molte sale mescole in Italia e all’estero che hanno
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
bisogno di rinnovamenti anche importanti, dal punto di vista tecnologico, produttivo, elettronico e, soprattutto, della sicurezza: il parco macchine esistente e datato non è conforme alle ultime normative della sicurezza, oltre a non essere certo lo stato dell’arte nel settore. Chiaramente l’evoluzione tecnologica, le rinnovate esigenze produttive e l’obsolescenza degli impianti pone i mescolatori di fronte all’esigenza sempre più impellente di rinnovare il parco macchine per stare al passo con aziende, magari di più breve costituzione, che hanno effettuato investimenti in tempi recenti.
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Le innovazioni principali risiedono in particolare nell’automazione che rende tracciabile ogni fase della produzione, nel controllo del processo, nel contenimento del rumore, nella sicurezza e nel rispetto dell’ambiente.
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C’è una forte sensibilità sull’argomento, sia da parte nostra che dei nostri clienti più qualificati, una chiara e comune tendenza all’automazione spinta e all’interfaccia/integrazione con il mondo IT; ci sono molte idee a riguardo e resta comunque molto da fare.
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Si accentuano diverse tendenze: da una parte un aumento importante della produttività e dell’automazione delle linee, del livello di sicurezza e di sostenibilità ambientale, dall’altra una ricerca di soluzioni molto particolari che necessitano di macchinari fortemente personalizzati e studiati appositamente per trattare prodotti non più così standard ma relativi ad applicazioni speciali ed innovative.
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La fase finale della produzione delle mescole è quella più critica, dove si concentra l’innovazione, perché da essa dipende la rispondenza agli standard ma anche l’amministrazione
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Rubber Trade Machinery Sergio Bracaletti Amministratore
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La nostra azienda, fortunatamente, non può attribuire allo scorso 2015 aggettivi non positivi, anche se il settore in generale non ha sicuramente evidenziato tensioni di chiara ripresa. L’orientamento della nostra produzione premia la nostra attività con continue rilevanti soddisfazioni: oltre a una più che buona diffusione sul mercato italiano, abbiamo acquisito clienti assai importanti a livello mondiale in Germania, Francia e anche Stati Uniti d’America. Tutte le nostre realizzazioni sono orientate alla razionalizzazione del fine linea di mescolazione, alla sua automazione anche per le fasi fino ad ora lasciate alla manualità dell’operatore e, soprattutto alla soddisfazione di ogni particolare esigenza dei nostri clienti. Alcuni importanti settori dell’industria mondiale, consumatori di particolari in
Inchiesta macchine gomma, hanno creato sbocchi produttivi in paesi in via di sviluppo, dove, con l’utilizzo di macchine all’avanguardia, automatiche e totalmente affidabili, hanno potuto produrre quanto richiesto riducendo sensibilmente i costi nella più totale garanzia di affidabilità e con il più alto livello tecnologico.
2.
Il dato riportato, anche se non proprio nei termini esposti, è sicuramente quanto si può riscontrare presso i produttori di mescole o articoli in gomma; proprio per questo le nostre realizzazioni, improntate all’abbattimento dei costi di produzione ed all’innalzamento dello standard qualitativo, non hanno avuto momenti di pausa. Per quanto attiene ai sistemi di lavorazione e al livello qualitativo delle aziende trasformatrici, l’Italia, in genere, non è certamente seconda ai suoi concorrenti stranieri, ponendosi in alcuni settori addirittura nella eccellenza. L’obsolescenza dei macchinari è sicuramente uno dei principali problemi che il trasformatore della gomma deve affrontare e risolvere; la principale causa del gap tecnologico esistente può principalmente essere ricondotta alla crescita esponenziale dello standard qualitativo richiesto sia in termini di finitura che, soprattutto, di caratteristiche tecnologiche, e all’ irrigidimento dei controlli di qualità sempre più esigenti e severi.
3.
È noto come la natura dei polimeri in generale imponga ancora, per il loro confezionamento in mescolanze per lo stampaggio
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Idee che comunicano
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Inchiesta macchine o estrusione di articoli tecnici, l’utilizzo di macchine più o meno analoghe alle loro “antenate”. L’innovazione si è per lo più indirizzata a sistemi di controllo e comando computerizzati dei mescolatori interni e a cilindri, e a una maggior cura delle attrezzature ausiliarie a loro complemento. Negli ultimi anni alcune attrezzature di interessante contenuto tecnologico, hanno vieppiù trovato impiego, dopo la fase di mescolazione, migliorando qualitativamente le mescole e, ad esempio, facilitandone il loro filtraggio. L’innalzamento del livello qualitativo delle mescole, il loro controllo e la ripetitività dei nuovi sistemi produttivi ha richiesto e motivato l’uso di macchinari più evoluti per quanto riguarda l’ultima fase della lavorazione delle mescole: il raffreddamento e lo stoccaggio. Questa fase del processo, fin qui trascurata, non ammette più macchinari approssimativi o sistemi obsoleti che, oltre a richiedere un’eccessiva e non più giustificabile presenza di mano d’opera, rischiano di vanificare quanto realizzato nelle fasi precedenti. Proprio a questa fase finale è dedicato il nostro sforzo produttivo, che ci permette di offrire sistemi automatizzati di estrema affidabilità, in grado di risolvere nella maniera più efficiente, razionale ed economica la raccolta e lo stoccaggio delle mescole prodotte.
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Come accennato nella risposta alla precedente domanda, alla fase finale della produzione di mescole è ormai richiesta, oltre alla totale affidabilità, anche l’adeguamento alle nuove
esigenze gestionali. Tutto deve essere gestito da computer: la programmazione, la memorizzazione di quanto prodotto, la corrispondenza agli standard qualitativi richiesti e persino l’amministrazione della produzione. Le nostre macchine possono adattarsi a qualsiasi esigenza produttiva e garantiscono la perfetta affidabilità per ogni condizione di lavoro, come le diverse durezze delle mescole, i formati diversi nello stesso turno di produzione, la pesatura automatica sia delle tare che dei pesi netti delle mescole stoccate in cassoni o pallet, e, infine, il controllo visivo permanente di quanto viene raccolto e imballato.
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Dobbiamo purtroppo ripeterci: la mescolazione segue ancora gli stessi processi , sia nella fase propria dell’impasto con le diverse cariche (mescolatore a camera chiusa) che nella riduzione in striscia continua (mescolatore a cilindri, pompe a ingranaggi ), con la differenza che ora si vuole automatizzare il più possibile nella più completa affidabilità ogni genere di elastomero. Ci si chiede di raffreddare il più in fretta possibile le mescole prodotte, di eliminare ogni residuo di umidità sulle stesse, di riempire al massimo cartoni o contenitori metallici, per economizzare i costi di trasporto o di confezionarle in bobine perfettamente regolari, con o senza intercalari di politene, per presentarle all’utilizzo finale in condizioni tali da garantire il più facile svolgimento nell’alimentazione di estrusori o gruppi iniezione.
Dalle Aziende
Un’azienda giovane con un passato glorioso di Giuseppe Cantalupo
S
i potrebbe definirla la discendente in linea diretta della Rutil, la storica società del varesotto a gestione familiare che produceva una estesa gamma di macchinari per l’industria della trasformazione della gomma: presse per lo stampaggio a compressione e a iniezione sia verticali che orizzontali, estrusori accoppiati con pompe a ingranaggi, pompe a ingranaggi autonome, preformatori, presse con stampi rotativi, sistemi di automazione, macchine a iniezione multistazioni, linee complete di vulcanizzazione, e altri macchinari ancora. Una eredità tecnologica scaturita dalla crisi, rimessa assieme dopo alcuni anni. Siamo intorno al 2008-2010. La crisi è al picco, e l’azienda ne risente. Come ne risentono tante altre. Tra queste, Officine Meccaniche di Lonate Pozzolo - fornitrice della Rutil - , società esperta nella realizzazione di macchine utensili e nell’assemblaggio di macchinari e attrezzature per la trasformazione di materie plastiche e gomma.
Maurizio Coscia (a sinistra) e l’ingegner Luigi Manzo, responsabile qualità e sicurezza dell’azienda, accanto al Rubber Wall curato dal general manager di Suprema presso gli uffici della società, con l’esposizione di opere artistiche realizzate con articoli o mescole di elastomeri. 34
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
Nasce nel 2012 e nel giro di soli tre anni Suprema di Lonate Pozzolo, Varese, è riuscita ad affermare sui mercati internazionali il suo profilo di produttore di macchinari per lo stampaggio della gomma dello stesso livello di eccellenza della Rutil, l’azienda di Lonate Ceppino della quale ha raccolto l’eredità
Macchinari
La pressa a iniezione orizzontale H 550 presentata al Plast/Rubber 2015 di Milano presso lo stand di Suprema.
Gli ordini scarseggiano e quelli già inoltrati vengono congelati o cancellati del tutto. Alla fine del 2008 la Rutil smette l’attività, e il suo prezioso know-how non solo rimane improduttivo, ma rischia addirittura di andare disperso. Fino a che, dopo alcuni anni, Giorgio Cavestri, titolare di Officine Meccaniche, e Maurizio Coscia decidono di riattivarlo unendo le loro forze e le loro esperienze per dar vita a una nuova società orientata al mondo dei macchinari per la gomma. Quello che serve per partire l’hanno tutto: la competenza nei rispettivi settori di provenienza, la conoscenza delle tecnologie, il possesso dei know-how, e anche la sede di produzione - l’officina di Cavestri con relative attrezzature. È il mese di marzo 2012, e nasce Suprema. Un nome che è tutto un programma - di vita e di produzione - che ben esprime l’ambizione dei soci fondatori: dar vita a un’azienda che si distingua per
il superiore livello di qualità e specializzazione della sua produzione. Titolari: 50/50 Maurizio Coscia, general manager, e Giorgio Cavestri, amministratore delegato responsabile della produzione.
La revisione, per cominciare
«La nostra politica - ci dice Coscia, che abbiamo incontrato in azienda insieme a Cavestri - è quella di costruire macchine per lo stampaggio della gomma. Naturalmente, non possiamo non tener conto del fatto che il mercato del nuovo è affiancato, da sempre, da quello dell’usato: un mercato tutt’altro che trascurabile e sempre attivo, perché non tutti gli stampatori possono permettersi l’acquisto di una macchina nuova, specie in un’epoca difficile come quella attuale. Anche se il peggio sembra che sia passato, i postumi della crisi si avvertono ancora, e per molti trasformatori della gomma l’unica strada percorribile è la revisione o il retrofitting di macchine datate, che in questo modo vengono rimesse a nuovo e aggiornate dal punto di vista tecnologico». In effetti, Suprema ha iniziato la sua attività proprio revisionando macchine per gomma - estrusori e presse a iniezione
sia verticali che orizzontali - , mettendo a frutto, in questo, la pluriennale esperienza di Officine Meccaniche. Nel 2012, l’anno della nascita, ha lavorato pressoché esclusivamente riadattando l’usato, ma badando anche, attraverso l’elaborazione di idee e lo sviluppo di progetti di presse a iniezione innovative, a configurare sui mercati la sua fisionomia di azienda orientata alla produzione del nuovo. Aumenta, così, gradualmente la produzione di macchine nuove rispetto al ricondizionamento dell’usato, che nel 2015 è sceso dal 100% dell’inizio dell’attività al 60%, lasciando più spazio al nuovo, salito al 40%. E il 2015, l’anno del Plast/Rubber di Milano, è anche l’anno della prima uscita ufficiale di Suprema sul palcoscenico internazionale dei produttori di macchinari per la gomma. L’azienda partecipa alla fiera con la presentazione della pressa orizzontale H 550 per lo stampaggio a iniezione di articoli tecnici in gomma ad alto grado di precisione e finitura. Ed è un successo. Per Suprema si aprono le porte d’uscita dai confini nazionali, e oggi il general manager dell’azienda è in grado di prevedere, con comprensibile soddisfazione, un ulteriore aumento nel 2016 della L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Dalle Aziende
produzione di presse nuove rispetto alla revisione. Un incremento che porterebbe al ribaltamento del rapporto revisionato/nuovo da 60/40 del 2015 a 40/60. Un segnale certamente positivo in questo senso lo cogliamo durante un giro nel capannone di produzione dove, accompagnati da Coscia, notiamo in fase di assemblaggio numerose presse nuove, sia orizzontali che verticali, con forze di chiusura di 100 e 500 t.
La produzione
Riguarda macchinari nuovi e il riadattamento dell’usato. Il nuovo significa presse a iniezione, estrusori pompa e pompe a ingranaggi. «Sono macchine caratterizzate tutte da un inconfondibile marchio di qualità: la tecnologia che ne è alla base è di derivazione Rutil - tiene a precisare Coscia - . Una tecnologia di cui Suprema ha sem36
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
pre curato puntualmente l’evoluzione e che oggi è al passo coi tempi proprio grazie agli aggiornamenti innovativi che vi abbiamo apportato». Le presse sono sia orizzontali (con colonne) che verticali (con e senza colonne), sono tutte idrauliche e si distinguono dalla concorrenza per l’elevata forza specifica di chiusura, determinante ai fini dell’ottenimento di pezzi stampati a più alto grado di finitura e, quindi, di più alta qualità e che comportano perciò più bassi costi nel trattamento post-stampaggio. In almeno un terzo delle vendite vengono fornite “chiavi in mano”, dotate cioè, come minimo, di stampo e automazione. Le macchine orizzontali H 300 e H 500 hanno una forza di chiusura di 3.000 e 5.000 kN, piani di riscaldo di 600 x 600 mm e 700 x 700 mm e volumi di iniezione di 500 e 1.000 cm3.
Pressa a iniezione orizzontale H 700 fornita con stampo e automazione.
La gamma delle presse verticali senza colonne (a collo di cigno) comprende i modelli VC 25, VC 50 e VC 100 con forza di chiusura, rispettivamente, di 250, 500 e 1.000 kN e volumi di iniezione di 50, 500 e 1.000 cm3. Le macchine verticali con colonne V 300, V 500, V 750 e V 1000 hanno forza di chiusura di 3.000, 5.000, 7.500 e 10.000 kN, piani di riscaldo di 500 x 600, 600 x 700, 700 x 800 e 1.000 x 1.000 mm e volumi di iniezione di 1.000, 2.000, 4.000 e 9.000 cm3. Ma oltre a questi tipi, Suprema realizza anche presse speciali come, per esem-
Macchinari
Estrusore 90 mm con retrofit pompa a ingranaggi Suprema P100 durante una trafilatura.
La loro produttività può variare entro limiti molto ampi: da qualche decina di kg/h ad alcune migliaia. Le pompe prodotte da Suprema consentono una produttività fino a 2.500 kg/h. Le revisioni - l’altra linea dell’attività produttiva - interessano principalmente presse ed estrusori. «Consistono - spiega Coscia - nel riadattare una macchina vecchia, e quindi superata dalla tecnologia moderna, per adeguarla alle esigenze di produzione e sicurezza richieste oggi. La macchina da trattare viene “spogliata” completamente e rimessa a nuovo in ogni sua parte, sia dal punto di vista meccanico che dal punto di vista elettrico ed elettronico, per renderla più efficiente e più competitiva sotto tutti gli aspetti. E viene anche personalizzata in base alle richieste del cliente, per renderla idonea a soddisfare particolari esigenze produttive». Capitano anche casi di macchine non datate, e che lavorano ancora presso lo stampatore, ma che hanno bisogno di un rifacimento solo parziale. In questi casi, allora, il retrofit ha semplicemente lo scopo di migliorare le prestazioni della macchina attraverso, per esempio, la sostituzione del quadro elettrico o l’aggiunta di qualche componente o di qualche strumento moderno e tecnologicamente avanzato. pio, le presse multistazioni a configurazione modulare, oppure le presse personalizzate con accessori particolari per soddisfare precise, specifiche esigenze tecnologiche o di produzione dei clienti. La gamma degli estrusori pompa comprende i modelli Extra con diametro vite da 20 a 250 mm e capacità da 10 a 2.500 kg. Accoppiati con pompe a ingranaggi, sono particolarmente indicati per la produzione di profili e tubi, per il filtraggio mescola a caldo o a freddo e per la preformatura di precisione. Quando lavorano accoppiate con gli
estrusori per il filtraggio mescola, le pompe a ingranaggi svolgono diverse funzioni molto importanti, come ci spiega il general manager. «Garantiscono la pressione adatta a spingere la mescola attraverso la piastra filtro (l’estrusore, con i 200-300 bar soltanto di pressione che è capace di sviluppare, non vi riuscirebbe, mentre la pompa può arrivare anche a 400-800 bar), assicurano la stabilità della pressione di spinta e la stabilità della portata e consentono di ottenere un estruso senza pulsazioni e senza un eccessivo riscaldamento della gomma».
Verso l’espansione
Dopo la fase iniziale dell’abbrivio, nella quale l’azienda si dedica pressoché esclusivamente alla revisione dell’usato, Suprema prende il largo grazie all’accorta gestione del management aziendale e alla sua capacità di elaborare progetti di presse innovative capaci di soddisfare esigenze sempre nuove e diversificate presentate dai trasformatori. I clienti aumentano di numero, e aumentano anche le richieste di macchine nuove rispetto alle revisioni e ai retrofit: è il successo, l’affermazione dell’azienda sui L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Dalle Aziende
Progetto di macchina di compressione 1.000 t per produzione farmaceutica in camera bianca.
mercati nazionale ed esteri. E all’export va il 70% della produzione, diretto principalmente in Germania, Svizzera, Spagna e Sud America. Coscia e Cavestri, intanto, decidono di ampliare gli spazi dell’azienda, soprattutto per una più adeguata ed efficiente organizzazione delle aree tecnica, amministrativa e commerciale. E lo scorso mese di febbraio inaugurano una nuova struttura con la quale la superficie totale coperta raggiunge i 1.250 metri quadrati su un totale di circa 10.000. La nuova costruzione, collegata direttamente con l’unità produttiva, è una pa-
OGNI GIORNO NEWS E AGGIORNAMENTI
NOTIZIE SU: AZIENDE, MATERIALI, PRODOTTI, TECNOLOGIE E MERCATI
lazzina che si sviluppa su due piani su un’area di circa 250 metri quadrati. Colpiscono soprattutto l’ampiezza e la luminosità dei locali, che quasi sembrano riflettere la chiarezza di idee dei titolari sulle prospettive future verso le quali intendono dirigere l’azienda, consapevoli della validità e del superiore livello tecnologico del business che gestiscono.
Le idee non mancano
«Di idee nuove su innovazioni specifiche nel campo delle presse e relative tecnologie e in quello delle pompe a ingranaggi ne abbiamo - ci rivela Coscia - , e ab-
biamo anche progetti innovativi: alcuni già elaborati dai nostri ingegneri, altri in via di definizione, anche grazie alla fattiva collaborazione con scuola e università e con tecnici di grande esperienza nel settore». È da collaborazioni di questo tipo, infatti, che spesso scaturiscono idee che portano poi allo sviluppo di novità tecnologiche nel campo, per esempio, dello stampaggio, dell’aumento della produttività attraverso una sostanziale riduzione dei tempi di ciclo, del risparmio energetico. «Quella che occorre, però - continua il titolare - è una economia di scala superiore alla nostra, che consenta di produrre quantitativi importanti di macchinari. A tale scopo, e più precisamente per la realizzazione di un nostro progetto di un certo rilievo riguardante una innovativa pressa a iniezione orizzontale, siamo in contatto con alcuni costruttori di macchine per gomma dotati d i strutture adeguate a garantire volumi significativi di produzione». Suprema, insomma, è nata sotto il segno dell’innovazione, che per inciso è sempre stata il principio fondamentale al quale la Rutil ha ispirato la sua attività, e intende proseguire con determinazione su questa scia.
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Dalle Aziende
Una finestra aperta sul mondo dell’ispezione ottica di Giuseppe Cantalupo
S
copo dell’evento organizzato dalla Doss Visual Solution era presentare agli operatori del controllo qualità la gamma prodotti e le ultime novità dell’azienda bresciana nel campo della visione artificiale per l’ispezione ottica degli articoli stampati in gomma. Delle guarnizioni, in particolare. È stato un grande successo, ben superiore alle aspettative, sia per l’organizzazione, precisa e attenta, che per la parte tecnica per l’interesse suscitato dalle macchine esposte e dai workshop che hanno affiancato l’esposizione. Tra clienti Doss, partner provenienti da vari settori industriali, utilizzatori delle macchine, utilizzatori degli articoli, operatori interessati alle macchine esposte e rappresentanti della stampa, sono intervenuti complessivamente nei tre giorni circa trecento visitatori, arrivati da ogni parte del mondo: Germania, Spagna, Polonia, Turchia, USA, Sud Corea, Tailandia, Indonesia, Cina. Oltre che dall’Italia, naturalmente. E l’impressione generale è stata che i visitatori apparivano consapevoli di partecipare a un evento importante organizzato da un pro-
L’interno del sito produttivo di Doss, trasformato in area espositiva in occasione della open house. 40
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Si è svolta dal 24 al 26 dello scorso mese di febbraio l’annunciata open house della Doss Visual Solution di Erbusco, Brescia. Grande l’interesse dei visitatori - numerosissimi nei tre giorni dell’evento - per le macchine e per i workshop che hanno affiancato la parte espositiva
Tecnologie
Visitatori interessati alle caratteristiche della dSort 2, la nuova macchina Doss per la cernita intelligente dei pezzi prodotti.
duttore di livello mondiale di apparecchiature ottiche di qualità per il controllo degli articoli in gomma attraverso l’ispezione visiva.
Le macchine cambiano nome
All’arrivo al salone che ospita la manifestazione due novità di ‘immagine’ della società appaiono subito evidenti. La prima è il nuovo logo dell’azienda bresciana, ben visibile sul frontale delle macchine esposte. La modifica, leggera ma significativa, consiste nella collocazione del nome Doss tra due puntali di frecce dalla linea morbida, orientati nel senso della marcia in avanti. Chiara la lettura: l’azienda guarda e va sempre avanti, con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Perché il suo programma d’azione ha un solo obiettivo: la ricerca continua del progresso. L’altra novità riguarda il cambio dei nomi delle macchine. Questi non sono più nomi propri o, in qualche modo, indicativi delle funzioni svolte dalle apparecchiature. Adesso le macchine addette al controllo hanno il nome ‘dSort’ seguito da un numero progressivo, e quelle da laboratorio
si chiamano ‘dLab’ con il relativo numero progressivo. Sono codici? Sono sigle? Non importa cosa sono. È importante quello che esprimono. E cioè, in linea col nuovo logo, che sono indicativi della caratteristica fondamentale che un’azienda costantemente rivolta al divenire deve possedere: la disponibilità al cambiamento, l’attitudine all’innovazione come requisito principale della capacità di percorrere la strada del progresso.
DSort 2, stato dell’arte della cernita
La manifestazione è stata organizzata principalmente per lei, per presentarla al mercato italiano in una cornice personalizzata, in un ambiente familiare come può essere casa propria: la Mistral Basic, che però adesso non si chiama più così, ma si chiama dSort 2. Abbiamo parlato estesamente di questa macchina nell’articolo “Una macchina per la cernita intelligente” pubblicato a pagina 34 del numero 634 (dicembre 2015) della rivista. Alla open house è stata la padrona della scena. Praticamente, il punto di sosta d’obbligo dei visitatori, che hanno potuto vederla da vicino, toc-
carla con mano e vederla in funzione, apprezzarne la precisione degli automatismi e valutarne la velocità dei controlli. Hanno anche avuto la possibilità di approfondire aspetti tecnici attraverso colloqui con gli specialisti dell’azienda. Opportunità, questa, fortemente favorita dalla società, che ha sempre colto nel colloquio diretto con i clienti l’occasione di conoscerne le problematiche e trarne utili indizi di possibili sviluppi del mercato. E di spunti di conversazione con gli esperti, la dSort 2 - una cernitrice intelligente, assoluta novità sul piano della gestione tecnica di una macchina - ne offriva non pochi: l’operatività facilitata dalle istruzioni che l’operatore riceve dall’apparecchiatura nelle varie fasi del controllo; l’automatismo di tutte le operazioni, completo al punto che l’operatore deve solo pensare a caricare i pezzi, anche alla rinfusa, sul nastro di scorrimento, perché poi è la macchina che pensa al resto: controlla, scarta i pezzi difettosi, manda avanti quelli conformi, e alla fine rilascia anche un report riepilogativo dei dati relativi ai pezzi controllati: quanti i pezzi conformi, quanti gli scarti e il conteggio per ogni tipo di scarto.
In esposizione la gamma
Oltre alla dSort 2, nel salone erano messe in mostra anche altre macchine della Doss. In pratica, era esposta quasi tutta la gamma dei prodotti dell’azienda di Erbusco, dalle dSort per il controllo dei pezzi micro alle dSort per i pezzi di grandi dimensioni. E c’erano anche due dLab, da laboratorio. In altre parole, l’open house è stata un’occasione unica, per i visitatori, per osservare nella stessa circostanza L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Dalle Aziende
Altri momenti della open house. Personale Doss ha illustrato il funzionamento delle macchine esposte. Inoltre erano presenti partner dell’azienda di Erbusco, disponibili a spiegazioni sulla loro produzione e attività.
Non solo Doss
e nello stesso luogo il repertorio praticamente completo delle macchine di ispezione ottica e degli strumenti da laboratorio della Doss. Le macchine esposte, quindi, erano: - la dSort 0 (per il controllo dei pezzi micro, da 0,5 mm ID a 7 mm OD) - la dSort 2 (la Mistral Basic) - la dSort 3 (nuovo nome della Lite D HD a due tavole per il controllo dei pezzi su entrambi i lati) - la dSort 7 (che controlla e misura pezzi grandi - fino a 5.000 mm - caricati manualmente mediante rulli) 42
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
- la dWall (per il controllo di wire seals in caduta libera) - la dLab 3 (strumento di laboratorio dotato di una unità per la misurazione in 2D e in 3D con stazione laser per la misura dello spessore dei campioni e di tool per l’individuazione dei difetti superficiali. Tutto in statico, con campo inquadrato di 200 x 200 mm) - la dLab 4 (per la misurazione mediante tecnologia laser di anelli di grandi dimensioni, fino a 480 mm OD).
Ideata da Doss World - la catena di aziende del mondo della gomma organizzata dalla Doss che associa le eccellenze della filiera produttiva delle guarnizioni - , la tre giorni di Erbusco ha ospitato anche numerose altre società, tutte partner della Doss, importanti attori sul vasto scenario della trasformazione della gomma. Ai visitatori è stato presentato, in questo modo, un percorso pressoché completo della filiera, dalla macchina per lo stampaggio a iniezione alle macchine per il controllo qualità con le varie tecnologie, dalle macchine per la finitura dei pezzi stampati a quelle per la pulizia dello stampo, a quelle per il controllo dell’eventuale contaminazione dovuta al processo produttivo, a quelle per il confezionamento finale del prodotto. E altre ancora. Si è trattato, potremmo dire, di un’autentica ‘piccola fiera’ nell’azienda: una fiera organizzata con i partner che hanno partecipato all’evento, nella quale il visitatore che ha avuto la necessità di approfondire argomenti tecnici di suo specifico interesse ha trovato disponibili nello stesso luogo dell’esposizione gli esperti ai quali rivolgersi. Questi i partner del costruttore bresciano che hanno partecipato alla manifestazione, ciascuno con un suo spazio dedicato, esattamente come in una normale fiera: - Alpha Technologies (Cinisello Balsamo, Milano), espressione del top della tecnologia per le misure reometriche nell’industria della gomma: ha presentato il Premier MDR, l’ultimo modello di reometro ad elevate prestazioni - Delfin (Malo, Vicenza), costruttore di macchine per il confezionamento industriale: ha esposto la confezionatrice verticale Colorado 660 con-
Tecnologie L’evento ha avuto anche un intenso programma di workshop, seguiti da un attento pubblico.
ce per guarnizioni ad azoto e una asciugagraniglia.
I workshop
trollata da PLC (Controllore a Logica Programmabile) - For Lab Italia (Bergamo), noto produttore di una vasta gamma di strumenti da laboratorio: ha presentato la sua tecnologia della pulizia tecnica e dell’analisi dei residui da lavaggio di prodotti industriali, tra cui articoli tecnici e guarnizioni in gomma - Interseals (Capriolo, Brescia), produttore di una vasta gamma di guarnizioni, o-ring, rondelle, membrane e altri articoli per i settori automotive, sanitario e industriale, e dal 2008 anche produttore di strumenti per il trattamento e l’analisi superficiale dei prodotti in gomma: ha improntato la sua partecipazione alla presentazione di tecniche e strumenti sviluppati per tale analisi - Italgom (Villongo, Bergamo), importante azienda di cernita e ispezione ottica attraverso la visione artificiale: ha sottolineato il suo utilizzo di macchine Doss come garanzia dell’alta qualità del servizio che offre ai clienti - Laselec (Biassono, Monza-Brianza), un’azienda di casa madre francese, di Tolosa, specializzata nell’uso della tecnologia laser nelle più svariate
applicazioni: ha presentato la macchina MLC 500 per la pulizia a raggi laser di stampi e parti industriali precisa e veloce e senza bisogno di agenti chimici - Orobix (Bergamo), società nata nel 2009 che applica e ingegnerizza soluzioni di intelligenza artificiale in vari ambiti applicativi - dal farma/ medicale al mondo industriale manifatturiero - : ha esposto la macchina Deep Ray, l’ultima novità per il controllo qualità ai raggi X studiata per l’industria della gomma e della plastica - RPM (Paderno Franciacorta, Brescia), che produce presse per lo stampaggio a iniezione della gomma sia orizzontali che verticali ed è attiva anche nel settore del riadattamento dell’usato, ha presentato il modello EHG 290 della pressa orizzontale Ecotronic, l’ultima sua novità nel campo delle presse completamente elettriche - Sig-Mac (Cividino di Castelli Calepio, Bergamo), che progetta e produce macchinari per diversi settori industriali, tra i quali sbavatrici e macchine per la rettifica di guarnizioni: ha esposto una granigliatri-
Parallelamente all’esposizione dei macchinari, la Doss ha organizzato, anche in questa open house, dei workshop con la collaborazione di alcuni dei suoi partner partecipanti alla manifestazione. Notevole l’interesse suscitato da questi incontri, che hanno arricchito l’aspetto tecnico della tre giorni di Erbusco. Per i visitatori hanno rappresentato, infatti, un’ulteriore occasione di approfondimenti tecnici. Nella relazione “Technical Cleanliness: contamination measures from particulate, in conformity to VDA 19 DIN 16232” Paolo Carrara (For Lab Italia) ha parlato dell’importanza della pulizia tecnica delle parti destinate all’assemblaggio di un manufatto. Un’impurezza anche minima in una sola parte del ‘tutto’ rischia di compromettere il corretto funzionamento e le prestazioni dell’insieme assemblato. La rilevanza del problema è sottolineata dall’esistenza di precise normative che dettano le disposizioni da rispettare rigorosamente quando si eseguono le operazioni di pulizia tecnica. “Technical for the analysis of elastomeric products surface” è il titolo della relazione con la quale Vladimiro Guindani, responsabile area trattamento superficiale prodotti di Interseals, ha intrattenuto i partecipanti. Il relatore ha illustrato con dovizia di particolari l’importanza che ha l’analisi della superficie di un prodotto in gomma: consente, da un lato, di individuare e identificare contaminanti - organici o inorganici, particelle metalliche e non metalliche, fibre - che influirebbero negativamente sulle caL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Dalle Aziende
ha illustrato la tecnica del controllo qualità mediante l’ispezione interna ai raggi X: una tecnica non distruttiva per il controllo in linea e al 100% della qualità interna (inclusioni) del prodotto finito/semilavorato. Appositamente per l’industria della gomma e della plastica, la società bergamasca ha studiato e ingegnerizzato la macchina Deep Ray, la soluzione il cui cuore è rappresentato dall’intelligenza artificiale di algoritmi di deep learning che permettono di automatizzare l’analisi in maniera estremamente precisa e veloce nel controllo dei pezzi. Il progetto Deep Ray prevede lo sviluppo di una gamma di soluzioni articolata e versatile, in modo da coprire la totalità della produzione tipica dell’industria della gomma e della plastica. Con la relazione “Injection moulding: how to produce difficult technical parts at low cost” Marco Inverardi, di RPM, ha spiegato agli uditori come sia possibile stampare pezzi anche difficili in maniera semplice e con costi no-
tevolmente bassi. Questa possibilità è offerta dalla innovativa pressa Ecotronic, la prima pressa completamente elettrica pensata appositamente per lo stampaggio della gomma e prodotta dall’azienda bresciana di Paderno Franciacorta. Grazie al sistema brevettato Ecotronic-RPM, la macchina realizza - per citare i principali vantaggi - tempi di ciclo più rapidi di quelli delle equivalenti presse convenzionali e più bassi consumi energetici. Inoltre, consente anche di ridurre gli interventi di manutenzione e i conseguenti fermi pressa per l’assenza di oli e lubrificanti. Di sbavatura e rettifica di guarnizioni ha parlato Franco Signorelli, titolare di Sig-Mac, nella relazione “Deflashing and grinding cycle for rubber gaskets”. Una relazione molto interessante che ha illustrato macchine e tecnologie adatte a risolvere in maniera rapida ed efficace un problema post-stampaggio che ogni produttore di o-ring e guarnizioni in genere ben conosce.
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ratteristiche del manufatto; dall’altro, di individuare difetti che potrebbero provocare rotture o, comunque, un decadimento delle prestazioni fisicomeccaniche dell’articolo. Numerose sono le metodologie seguite in questi esami. Tra le più usate, l’autore ha illustrato, per l’identificazione dei contaminanti organici e inorganici della superficie, l’analisi FT-IR/ATR, ossia la spettroscopia infrarossa con tecnica ATR (Attenuated Total Reflectance: Riflettanza Totale Attenuata), e la microscopia elettronica a scansione abbinata all’analisi tecnica dispersiva ai raggi X; per l’analisi fisica della superficie ha spiegato la microscopia ottica, la microscopia elettronica e l’interferometria a coerenza ottica. Ogni tecnica è stata presentata con un ricco supporto di dati e grafici che hanno ben sottolineato la chiarezza dell’esposizione. Con la relazione “xRay in rubber world: physical principles, safety, detection, image analysis, technological aspects and frontiers” Luca Antiga, amministratore delegato di Orobix,
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CONSEGNA SACCHETTO
RECIPE 1234/0
B T.
1
1
AUFTRAG 000000049 CHARGE
12
GEWICHT 1.000 Kg
BT000000377
29/10/13 08:17:00
ETICHETTA IDENTIFICATIVA CON INDICAZIONE DEI CONTENUTI
- ELEVATA ACCURATEZZA NEL DOSAGGIO - LAVORA IN AMBIENTE SALUTARE E PROTETTO - ELIMINAZIONE DEGLI SPRECHI E DEGLI ERRORI UMANI - RIDUCE IL PERSONALE IMPIEGATO - TRACCIABILITÃ&#x20AC; DEL DOSAGGIO
Designed &Manufactured in Italy
COLOR SERVICE SRL Via Divisione Julia, 15, 36031 Dueville (Vi), ITALY Tel: +39 0444 366000 Fax: +39 0444 592 469 sales@colorservice.net www.colorservice.net
Dalle Aziende
Pulizia tecnica: standard, processo e strumenti di Gianpaolo Brembati
L’
open house di Doss, di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti, non è stata soltanto una presentazione di prodotti, ma anche un’occasione per trattare di temi tecnici di particolare interesse. Per esempio, Paolo Carrara, esperto di metrologia e consulente di For Lab Italia, ha tenuto una presentazione sulla normativa della “Technical cleanliness” (pulizia tecnica), ossia l’ispezione della contaminazione da particolato di origine organica o inorganica che, partita dal settore dell’auto, si sta estendendo rapidamente ad altri settori di mercato. Per rendersi conto di dove la contaminazione è rilevante si può considerare come ci siano in un’auto molti circuiti (iniezione, aspirazione, climatizzazione, freni, ecc.) soggetti ad anomalie e guasti a causa di particolato che può comprometterne la sicurezza di funzionamento. L’esempio di un iniettore di motore diesel “Multijet”, in cui il diametro dei fori (fino a 0,1 mm) deve sopportare una pressione di iniezione fino a 2.000 bar, basta a comprendere l’importanza di un’estrema pulizia delle componenti del pezzo, in cui la presenza di particolato può occludere i fori causando malfunzionamento o arresto del motore.
Paolo Carrara, esperto di metrologia e consulente di For Lab Italia, durante il suo workshop sulla Technical Cleanliness alla open house Doss. 46
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
La cosiddetta Technical Cleanliness è un processo di qualità nato nel settore auto che si sta rapidamente espandendo ad altri ambiti e che riguarda la contaminazione di pezzi, in questo caso in gomma, da parte di particolato. Sempre di più i committenti richiedono la fornitura di pezzi tecnicamente puliti, che impongono quindi al produttore di articoli in gomma l’adozione di particolari procedure. Un’interessante relazione tecnica tenuta all’open house Doss da Paolo Carrara, consulente di For Lab Italia, ha esplorato l’argomento
Tecnologie Un’insidia nascosta ovunque
La contaminazione può scaturire da qualunque fase del processo produttivo, dal disegno del pezzo al montaggio, dalle parti fornite dall’esterno all’ambiente di lavoro, dall’imballaggio al personale addetto. Le conseguenze negative della contaminazione possono essere depositi sulle superfici di scorrimento (turbocompressore, cuscinetti etc.), valvole bloccate (ABS, servofreno etc.), fori occlusi (iniettori, sistemi idraulici etc.) e anche cortocircuiti nelle centraline e nei dispositivi elettronici. L’esigenza della pulizia tecnica nacque nel 1996 ad opera di Bosch, che iniziò l’industrializzazione dell’impianto di iniezione Common Rail per motori diesel, in cui per l’alta pressione di iniezione il diametro dei fori degli iniettori si ridusse a meno di 200 μm, dimensione facilmente soggetta ad occlusione causata da particelle contaminanti. Si incominciarono così a sviluppare nuove tecniche di controllo qualità intese a produrre pezzi puliti. Tutto ha avuto quindi inizio ad opera dell’industria automobilistica tedesca, il cui comitato ha redatto, nel 2004, la norma VDA 19 (consigli sul metodo di estrazione, analisi di parti composte, membrane da utilizzare, ispezione ottica etc.) che
ispirò, nel 2009, la norma internazionale ISO 16232. Occorre considerare però che ogni produttore di auto ha le proprie normative interne, tant’è vero che l’accettabilità di un pezzo è dettata da specifiche interne dell’utilizzatore, poiché la norma si limita a dire come si esegue l’analisi della pulizia tecnica.
Un processo in più fasi
È importante conoscere bene le fasi dell’analisi della pulizia tecnica, che comprendono l’estrazione del particolato, la filtrazione, l’essiccamento e il raffreddamento della membrana, la determinazione gravimetrica, l’analisi e la valutazione delle membrane e il rapporto di analisi. L’analisi del particolato depositato sulla membrana si effettua con sistemi ottici (la procedura di analisi è sempre ottica, mai chimica) e divide le particelle in classi dimensionali, distinguendo fra presunte particelle metalliche (quelle che riflettono la luce) e non metalliche (quelle che appaiono opache) e definendo le particelle come fibre quando il rapporto lunghezza/ diametro è superiore a 10. Le specifiche interne del cliente fanno generalmente riferimento alle normative internazionali, ma possono differire per alcuni particolari, ad esempio il
metodo di estrazione, i limiti di accettabilità, ecc. L’estrazione del particolato viene fatta con un fluido solvente compatibile col pezzo esaminato, ricorrendo ai metodi di riempimento o immersione, spruzzatura e immersione in bagno ad ultrasuoni: a tal proposito Carrara ha illustrato il funzionamento di una cabina di estrazione della Gläser, che utilizza isoparaffina come solvente. Le membrane devono poi essere essiccate per la successiva determinazione gravimetrica: un’apparecchiatura della Gläser effettua l’essiccazione sotto vuoto scaldando e raffreddando la membrana in oggetto. L’ispezione delle membrane si effettua mediante scanner o microscopio e dà luogo al rapporto di analisi finale. L’ispezione della pulizia tecnica si può fare acquistando tutte le apparecchiature necessarie o ricorrendo a un laboratorio esterno, di cui la Gläser stessa dispone e per il quale For Lab fa da tramite: si tratta di una scelta economica da parte di chi produce articoli soggetti alle normative in essere. For Lab vende tutte le apparecchiature di Gläser e propone inoltre sistemi di lavaggio industriale di Mafac, altra azienda tedesca che fa parte del comitato per le norme citate, che danno un contributo efficace alla pulizia tecnica dei pezzi prodotti.
Per passaggio generazionale cedesi azienda del settore gomma per la produzione di articoli tecnici a base di gomme siliconiche e tradizionali per stampaggio ad iniezione e compressione per i vari settori industriali L’azienda, ubicata a nord di Milano, è ben avviata, con capannone di proprietà (eventualmente cedibile) e ottima clientela. trattativa riservata - contattare cell. 349 2638396 L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Dalle Aziende
Nuovi prodotti per “aiutare” il processo di Gianpaolo Brembati
E
igenmann & Veronelli ha annunciato alcuni nuovi prodotti che trovano impiego nel settore della gomma. Si tratta di un plastificante, l’Eviplast 42E-DC, e di due aiuti di processo, Polyplastol 16 e Polyplastol GP5. L’Eviplast 42E-DC è una miscela di esteri ammidici e polimerici: si tratta di un plastificante antistatico per mescole bianche e colorate, che riduce la resistività superficiale dei manufatti di gomma, in particolare NBR, SBR e gomma naturale additivate con cariche minerali bianche. Questo plastificante non cristallizza alle basse temperature, rimanendo liquido a – 5°C e iniziando a solidificare a circa – 10°C, e conferisce una resistività superficiale di 1x106 Ohm, in particolare in articoli a base NBR. I Polyplastol 16 è invece una miscela di acidi grassi e idrocarburi selezionati, adatta allo stampaggio a iniezione quando per breve tempo si raggiungono alte temperature, che riduce il coefficiente di frizione e migliora l’aspetto superficiale dei manufatti. Infine, il Polyplastol GP5, ultimo nato della ricca famiglia Polyplastol, è una miscela di saponi di acidi grassi ed esteri selezionati. È adatto all’utilizzo soprattut-
L’impianto produttivo Eigenmann & Veronelli di San Martino di Trecate, in provincia di Novara. 48
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Li ha appena lanciati sul mercato Eigenmann & Veronelli. La storica azienda italiana ha iniziato a commercializzare un nuovo plastificante e due nuovi aiuti di processo che si vanno ad aggiungere alle note gamme di prodotto Eviplast e Polyplastol
Additivi
Polyplastol “vecchi” e nuovi
to in EPDM, NBR ed SBR senza effetti di efflorescenza, migliora il flusso di iniezione e l’estrazione dallo stampo, con effetti positivi anche in estrusione.
Una lunga tradizione
Nata nel 1910, Eigenmann & Veronelli è la società commerciale privata più longeva in Italia nell’ambito distribuzione prodotti chimici per quasi tutti i settori di mercato. Nella gomma, in particolare, riveste un ruolo di grande rilievo per gli utilizzatori grazie all’importanza delle case rappresentate (Versalis, Evonik, Orion Carbons etc.) ma anche alla sua attività produttiva, che nel corso degli anni ha ottenuto un consenso sempre crescente da parte del mercato. Eigenmann & Veronelli ha una lunga presenza nell’attività produttiva, iniziata nel 1930 con pochi prodotti chimici e consolidata nel 1975 nel nuovo stabilimento di San Martino di Trecate (Novara). La produzione, in costante crescita ed evoluzione, è incentrata sulle sintesi organiche da derivati di grassi naturali e nella preparazione di emulsioni siliconiche e di ausiliari per l’industria. Con un rigoroso controllo delle mate-
rie prime e dei prodotti finiti, garantito dai laboratori di controllo qualità e di ricerca e sviluppo, Eigenmann & Veronelli assicura ai suoi clienti un servizio di alto livello. L’impegno profuso nei riguardi della politica della qualità, della sicurezza e della sostenibilità ambientale fa sì che il sito produttivo di Trecate disponga delle certificazioni ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001 ed EMAS, il che permette anche la preparazione di eccipienti alimentari e di principi attivi farmaceutici. Per quanto riguarda l’industria della gomma, Eigenmann & Veronelli offre al mercato, oltre alle emulsioni siliconiche Ersil 66 ed Ersil 61 SN (grado privo di alchilfenoli etossilati), una nutrita gamma di plastificanti speciali e di aiuti di processo.
Plastificanti
Sono la categoria a cui appartiene uno dei nuovi prodotti commercializzati, l’Eviplast 42E-DC. I plastificanti liquidi Lincol ed Eviplast, messi a punto per diversi polimeri e applicazioni, hanno un ottimo effetto sulla processabilità delle mescole e migliorano la flessibilità e il comportamento elastico
I “vecchi” tipi di Polyplastol, alcuni ben conosciuti dal mercato da più di 40 anni, sono: Polyplastol 4 – idoneo per l’utilizzo in gomme alogenate, in particolare in policloroprene Polyplastol 6 – peptizzante per gomma naturale, grazie alla sua componente di sali di zinco Polypastol 10 – indicato per tutte le gomme organiche, nelle quali permette una buona incorporazione delle cariche grazie alla riduzione della viscosità Polyplastol 15 – ottimo per stampaggio a iniezione, con stampi anche molto complessi Polyplastol 19 – prodotto unico, studiato per l’estrusione, durante la quale migliora la dispersione delle cariche e il flusso della mescola Polyplastol 23 – in polvere, idoneo per gomma naturale di cui migliora le proprietà dinamiche e meccaniche Polyplastol 51 – da utilizzare in mescole a base EVA molto caricate, sulle quali esercita il suo effetto lubrificante Nel corso degli anni e su indicazione del mercato, che richiede prodotti sempre più su misura per applicazioni specifiche, Eigenmann & Veronelli ha studiato e messo a punto molti nuovi gradi di Polyplastol. Polyplastol 16: miscela di acidi grassi e idrocarburi selezionati, adatto allo stampaggio a iniezione quando per breve tempo si raggiungono alte temperature, che riduce il coefficiente di frizione e migliora l’aspetto superficiale dei manufatti. Polyplastol 42B: indicato per gomma naturale e gomme sintetiche, soprattutto EPDM, su cui esercita un marcato effetto lubrificante. Il prodotto contribuisce ad assicurare l’omogeneità dei lotti di mescola utilizzati e ad evitare la lacerazione dei pezzi stampati durante l’estrazione, minimizza lo sporcamento dello stampo e non ha effetti negativi sulla reticolazione perossidica. Poliplastol EC 44: miscela di acidi grassi e saponi di zinco, che agisce come efficace fluidificante in mescole molto caricate, nelle quali migliora la dispersione delle cariche ed assicura l’uniformità dei lotti. Polyplastol 73 B: miscela di sali di zinco e acidi carbossilici alifatici selezionati, molto efficace per vulcanizzazione a zolfo convenzionale ed EV (Efficient Vulcanization); indicato soprattutto per gomma naturale, il prodotto può sostituire molti attivatori quali acido stearico, stearato di zinco ed anche zinco etil-esanoato. Polyplastol 18: ottenuto per policondensazione di derivati di acidi grassi e organosiliconi, che in molte applicazioni hanno prestazioni migliori rispetto a prodotti convenzionali, ha un’ottima compatibilità con le mescole a base NR, EPDM, NBER, CR, gomme alogenate ed EVA senza manifestare migrazione ed efflorescenza. Polyplastol GP5: ultimo nato della famiglia, è una miscela di saponi di acidi grassi ed esteri selezionati; è adatto all’utilizzo soprattutto in EPDM, NBR ed SBR senza effetti di efflorescenza, migliora il flusso di iniezione e l’estrazione dallo stampo, con effetti positivi anche in estrusione. Dalla descrizione dei vari gradi di Polyplastol disponibili risulta evidente che questi prodotti migliorano la processabilità della mescola, abbassando il consumo di energia e aumentando resa e qualità degli articoli prodotti.
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Dalle Aziende
Il magazzino di stoccaggio dell’impianto di San Martino di Trecate. La struttura ha ottenuto le certificazioni ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001 ed EMAS per la qualità, la sostenibilità ambientale e la sicurezza.
dei manufatti prodotti, così che le loro prestazioni dinamiche si possono raggiungere anche a temperature molto basse. Questi plastificanti permettono di incorporare quantità più alte di cariche, migliorando la loro dispersione nella mescola. I tipi Lincol conferiscono migliori prestazioni a basse ed alte temperature, mentre gli Eviplast offrono una migliore conducibilità elettrica. Il nome Lincol designa la famiglia dei plastificanti speciali, nata negli anni Novanta con l’acquisizione del know-how produttivo del BCF (butil-carbitol-formale) dall’americana FMC Corporation. In pochi anni si sono aggiunti altri tre plastificanti, la cui importanza risiede nella resistenza alle basse temperature: Lincol DOA (di-etil-esil-adipato); Lincol DOS (di-etil-esil-sebacato) e Lincol DBS (di-butil-esil-sebacato). 50
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Tutti e tre questi plastificanti sono idonei all’utilizzo nella maggior parte delle gomme organiche e sono approvati per l’utilizzo in manufatti a contatto con alimenti secondo la raccomandazione FDA n. 21 CFR 177 2600. Successivamente sono stati messi a punto i tipi Lincol 6 (butossi-etossietil-adipato) e Lincol 9 (miscela etereestere), il primo per conferire la massima flessibilità alle basse temperature, soprattutto in gomme nitriliche ad alto contenuto di acrilonitrile, il secondo per un’ottima resistenza alle basse e contemporaneamente alle alte temperature grazie alla sua limitata volatilità. Particolarmente interessante è il Lincol ATBC (acetil-tributil-citrato), plastificante adatto per contatto con alimenti e quindi usato per giocattoli per bambini etc.
La gamma Polyplastol
Gli aiuti di processo Polyplastol, miscele o esteri di acidi grassi e talvolta sali metallici, con forma fisica solitamente pastiglie o scaglie, sono prodotti nello stabilimento di Trecate da quasi 15 anni, dopo l’acquisizione di nome commerciale, know-how produttivo e impianti da Great Lakes, che a quel tem-
po decise di non produrre più materiali per la gomma. In pochi anni la capacità produttiva dello stabilimento di Trecate è stata aumentata con l’acquisto di un nuovo moderno impianto di pastigliazione e di un innovativo sistema automatizzato di insacchettamento e pallettizzazione. Questo ha di conseguenza permesso ad Eigenmann & Veronelli di incominciare a produrre nuovi tipi, che ne hanno più che raddoppiato ad oggi l’offerta al mercato. Le caratteristiche applicative dei Polyplastol (vedi il dettaglio nel riquadro) consistono nell’aiutare lo scorrimento della mescola, facilitando estrusione, calandratura e stampaggio a iniezione, e nel migliorare la finitura superficiale dei manufatti. La famiglia dei Polyplastol è in continua evoluzione, in seguito allo sforzo di mettere a punto nuovi prodotti che offrano specifici vantaggi alla mescolazione della maggior parte degli elastomeri, in tutti i casi in cui si richiede di ridurre la viscosità della mescola, ottimizzare la dispersione di ingredienti e cariche, ottenere tempi di mescolazione più corti, aumentare la resa e la qualità degli articoli prodotti e ridurre il consumo di energia.
MACCHINE PER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
Prodicon International Srl • Via Statuto, 18 - 20121 Milano (Italy) • Tel. +39 02 .6552271 fax +39 02.29002931 http://www.prodicon.it . e-mail: sales@prodicon.it
NORMATIVE Normative
Sistri: facciamo il punto di Beatrice Garlanda
Il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti impone alle aziende di introdurre un sistema telematico di monitoraggio. Istituito nel 2009 non è però mai decollato. Ma tutte le aziende con più di 10 dipendenti che producono rifiuti speciali pericolosi, tra cui potrebbero benissimo figurare aziende del settore della gomma, sono tenuti ad adottarlo. Per quanto l’obbligo sia “sui generis”, perché in realtà ancora non prevede sanzioni per gli inadempienti, il Sistri comporta comunque una serie di incombenze. Il decreto Milleproroghe ne sposta al 31 dicembre 2016 l’attuazione, probabilmente in previsione di altre deroghe, ma definisce anche una serie di sanzioni che è opportuno conoscere. Ecco una breve panoramica della normativa 52
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Gestione dei rifiuti
S
i premette che il SISTRI, acronimo di “sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti”, è stato istituito con decreto del Ministero dell’ambiente del 17 dicembre 2009 (G.U. 13 gennaio 2010), incorporato poi nel D.M. 52/2011 (T. U. Sistri) Si tratta del sistema telematico di monitoraggio della gestione dei rifiuti, disposto dal D.Lgs. 152/2006 (cd Codice dell’ambiente) e dai provvedimenti collegati. Esso è destinato a sostituire, salvo deroghe, il regime cartaceo di controllo costituito da registri di carico/scarico, formulari, mud. Il Sistri nasce con l’intento di perseguire obiettivi di legalità, trasparenza, efficienza e risparmio nel settore dei rifiuti, soprattutto per contrastare le ecomafie. In realtà il sistema non è mai decollato e, ad oggi, ci troviamo di fronte all’ennesimo semaforo rosso. Tra le diverse cause di questo fallimento, segnaliamo la complessità delle norme di riferimento e dei manuali operativi, il cattivo funzionamento del sistema di interoperabilità e l’uso di strumenti tecnologici obsoleti (come le chiavette USB).
Che cosa prevede la normativa?
L’art.188-bis comma 2, lettera a) del Codice dell’ambiente, come modificato dal decreto legislativo 205/2010 di attuazione della direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti, dispone che la tracciabilità degli stessi deve essere garantita dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale, nel rispetto degli obblighi istituiti attraverso il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. (SISTRI) oppure, ai sensi della lettera b) del medesimo comma, nel rispetto degli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico nonché del formulario di identificazione. I soggetti obbligati al SISTRI comunicano per via telematica ad un sistema centrale gestito dallo Stato le quantità e le caratteristiche qualitative dei rifiuti oggetto della loro attività. La normativa legata al SISTRI è stata più volte modificata (nella tabella allegata abbiamo elencato i principali provvedimenti emanati in materia).
Chi è obbligato
La legge 30 ottobre 2013, n.125, modifica il Codice dell’ambiente,dettando misure di semplificazione e razionalizzazione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, oltre a misure in materia di energia. In particolare l’articolo 11 della legge in oggetto sostituisce i commi 1, 2 e 3 dell’articolo 188-ter del Codice dell’ambiente ed è stato, a sua volta, modificato dal D.M. 24 aprile 2014 e dalla legge 25 febbraio 2016, n.21 di conversione del d.l. 210/2015 (decreto Milleproroghe).
Dall’attuale versione dell’art.11 si evince che l’obbligo di adesione al SISTRI sussiste solo per i rifiuti pericolosi . Sono tenuti ad aderire al SISTRI: − gli enti e le imprese con più di dieci dipendenti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi − gli enti e le imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che effettuano attività di stoccaggio, intese come attività di smaltimento o recupero − trasportatori a titolo professionale di rifiuti speciali pericolosi − gestori di rifiuti pericolosi, ovvero enti o imprese che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento e commercio e intermediazione di rifiuti urbani e speciali pericolosi inclusi i nuovi produttori che trattano o producono rifiuti pericolosi − in caso di trasporto intermodale, i soggetti ai quali sono affidati i rifiuti speciali pericolosi in attesa della presa in carico degli stessi da parte di un’impresa − Comuni e imprese di trasporto dei rifiuti urbani della regione Campania − trasportatori di rifiuti pericolosi da loro stessi prodotti ed iscritti in categoria 5 dell’Albo gestori Possono aderire al SISTRI, su base volontaria, i produttori, i gestori e gli intermediari e i commercianti di rifiuti diversi da quelli sopra indicati. Va tenuto presente che, al fine del computo dei dipendenti, il calcolo deve essere complessivo di tutte le unità locali dell’azienda. Con uno o più decreti del Ministero dell’ambiente possono essere specificate le categorie di soggetti di cui al comma 1 e sono individuate, nell’ambito degli enti o delle imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti, ulteriori categorie di soggetti cui è necessario estendere il sistema di tracciabilità dei rifiuti...
Contributo Sistri
Il D.M. 52/2011 recante l’istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti prevede, all’articolo 7, il pagamento di un contributo annuale Sistri ai fini della copertura degli oneri derivanti dalla costituzione e dal funzionamento del sistema. Sono tenuti al pagamento del contributo i soggetti obbligati secondo le disposizioni vigenti ed i soggetti che aderiscono volontariamente al Sistri. Per effettuare correttamente il pagamento occorre: -accedere all’area pagamenti all’interno dell’applicativo “Gestione azienda” -rinnovare l’iscrizione per l’anno in corso ll sistema dirà quale importo bisogna pagare in funzione del numero di dipendenti ed in base alla tabella di cui all’allegato II del decreto ministeriale sopra menzionato.
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Normative
Proroga
La legge Milleproroghe 2016 fa slittare al 31 dicembre p.v. il termine entro il quale continuano ad applicarsi gli adempimenti e gli obblighi di cui agli articoli 188, 189,190 e 193 del Codice dell’ambiente, nel testo previgente alle modifiche introdotte con con decreto legislativo 3 dicembre 2010, n.205. In altre parole i soggetti interessati al SISTRI, fino a questa data, devono adempiere anche agli obblighi di tracciamento tradizionale dei rifiuti (registri di carico/scarico, formulario di trasporto, Ud). La proroga è stata concessa per consentire la tenuta in modalità elettronica dei registri di carico e scarico e dei formulari di accompagnamento dei rifiuti trasportati nonché l’applicazione delle altre semplificazioni e le opportune modifiche normative. Anche nel 2016 opera, quindi, il c.d. “doppio binario” dove è obbligatorio continuare ad utilizzare tradizionali registri di carico /scarico e formulari e, congiuntamente, permane l’obbligo (per chi è tenuto) o la facoltà (per chi aderisce volontariamente) di utilizzare il SISTRI. Nonostante il SISTRI presenti notevoli difficoltà di operatività, il legislatore non ha pensato di eliminarne l’obbligo. Si tratta, però, di un obbligo “sui generis” ,visto che, in caso di inadempimento delle disposizioni legate all’operatività del sistema, non scattano le sanzioni.
Le sanzioni alla luce della legge Milleproroghe
Rimangono applicabili le sanzioni, già operative dal 1° aprile 2015, previste dall’art.260-bis del D.Lgs. 152/2006 (e successive modifiche) per l’omessa iscrizione al SISTRI ed il mancato pagamento del relativo contributo. Si ricorda che il pagamento per il 2016 deve avvenire entro il 30 aprile p.v. In entrambi i casi si applicano le seguenti sanzioni : -per i rifiuti non pericolosi, sanzione amministrativa pecuniaria da €2.600 a €15.500 -per i rifiuti pericolosi, sanzione amministrativa pecuniaria da €15.500 a €93.000 Va, però, tenuto presente che fino al 31 dicembre 2016 e comunque non oltre il collaudo con esito positivo della piena operatività del nuovo sistema di tracciabilità individuato a mezzo di procedura ad evidenza pubblica, indetta dalla Consip Spa, le sanzioni di cui sopra sono ridotte del 50% . Come abbiamo visto sopra, la legge Milleproroghe sospende invece, fino al 31 dicembre 2016, le sanzioni relative all’operatività del SISTRI (art. 260 bis, commi da 3 a 9, e articolo 260-ter del D.Lgs. 152/2006). Fino a tale data continuano ad essere operative le sanzioni relative agli obblighi di tracciamento cartaceo dei rifiuti previsti dal D.Lgs. 152/2006 nella formulazione antecedente le
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modifiche introdotte dal D.Lgs. 205/2010 Le sanzioni per le violazioni delle regole SISTRI si applicheranno, salvo ulteriori slittamenti, dal 1 gennaio 2017. Si fa presente che le sanzioni in oggetto sono dettate dall’art.36 del D.Lgs. 205/2010.
Sanzioni connesse all’operatività del Sistri (art. 260 bis commi 3-9)
Il comma 3 sanziona l’omessa compilazione del registro cronologico e della scheda Sistri- area movimentazione secondo i tempi, le modalità e le procedure stabilite; l’immissione tramite il sistema informatico di informazioni incomplete o inesatte; l’alterazione e/o impedimento del corretto funzionamento del dispositivo Sistri. Sanzione amministrativa pecuniaria da €2.600 a €15.500. Nel caso di imprese con meno di 15 U.L. , si applica la sanzione da €1.040 a €6.200. Se le indicazioni riportate, pur incomplete o inesatte, non pregiudicano la tracciabilità dei rifiuti si applica una sanzione da €260 a €1550. Qualora le condotte di cui al comma 3 si riferiscano a rifiuti pericolosi sia applica la sanzione amministrativa pecuniaria da €15.500 a €93.000 nonché la sospensione da un mese ad un anno della carica rivestita dal soggetto che commette l’infrazione, ivi compresa la carica di amministratore. Nel caso di imprese con meno di 15 unità lavorative è applicata una sanzione da €2.070 a €12.400. Nel caso di informazioni non complete o inesatte che non pregiudicano la tracciabilità dei rifiuti si applica una sanzione da €520 a €3.100 (art.260-bis, comma 4) In caso di inadempimento agi ulteriori obblighi previsti dal Sistri al di fuori quanto previsto dai commi da 1 a 4 sono previste le sanzioni amministrative pecuniarie da € 2.600 a €15.500 per i rifiuti non pericolosi e da €15.500 a €93.000 per i rifiuti pericolosi (art.260 bis, comma 5) Si applica la pena di cui all’articolo 483 del codice penale a colui che, nella predisposizione di un certificato di analisi dei rifiuti, utilizzato nell’ambito del sistema di controllo Sistri, fornisce false indicazioni sulla natura, la composizione e le caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a chi inserisce un certificato falso ne dati da fornire ai fini della tracciabilità dei rifiuti (art.260 bis comma 6). Si chiarisce che l’art.483 c.p. dispone: “Chiunque attesta falsamente ad un pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni.” Il trasportatore che omette di accompagnare il trasporto dei rifiuti con la copia cartacea della scheda Sistri e, se del caso, con la copia del certificato analitico che identifica le caratteristiche dei rifiuti è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da €1.600 a.€9.300. Si applica la pena di cui all’art.483 c.p.. in caso di trasporto di rifiuti pericolosi (art.260 bis comma 7)
Reach pregiudicano la tracciabilità dei rifiuti, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da €260 a €1550 (art.260 bis, comma 9) Chi con un’azione o omissione viola diverse disposizioni di cui all’art.260- bis ovvero commette più violazioni della stessa disposizione soggiace alla sanzione amministrativa prevista per la violazione più grave, aumentata fino al doppio. La stressa sanzione si applica a chi con più azioni od omissioni, esecutive di uno stesso disegno, commette, anche in tempi diversi, più violazioni della stessa o di diverse disposizioni di cui all’articolo 260-bis (art.260- bis, comma 9 bis). Non risponde delle violazioni amministrative di cui all’articolo 260-bis chi, entro trenta giorni dalla commissione del fatto, adempie agli obblighi previsti dalla normativa relativa al sistema informatico di controllo. Nel termine di sessanta giorni dalla contestazione immediata o dalla notificazione della violazione, il trasgressore può definire la controversia, previo adempimento degli obblighi di cui sopra, con il pagamento di un quarto della sanzione prevista. La definizione agevolata evita l’irrogazione delle sanzioni accessorie (art. 260 bis, comma 9-ter) Si fa presente che i commi 9-bis e 9-ter dell’art.260bis sono stati aggiunti dall’art.3, comma 2, del D.Lgs. 121 del 2011
Sanzioni accessorie
Il trasportatore che accompagna il trasporto di rifiuti con una copia cartacea della scheda Sistri- Area movimentazione fraudolentemente alterata è punito con la pena prevista dal combinato disposto degli articoli 477 e 482 c.p.. La pena è aumentata fino ad un terzo nel caso di rifiuti pericolosi (art. 260 bis comma 8) Si segnala che l’art. 477 c.p,. recita: “Il pubblico ufficiale che, nell’esercizio delle sue funzioni, contraffa o altera certificati o autorizzazioni amministrative, ovvero, mediante contraffazione o alterazione, fa apparire adempiute le condizioni richieste per la loro validità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni” Ai sensi dell’art 482 c.p.,se alcuno dei fatti previsti dagli articoli 476 (falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici), 477 (falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative) e 478 (falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in copie autentiche di atti pubblici o privati e in attestati del contenuto di atti) è commesso da un privato ovvero da un pubblico ufficiale fuori dall’esercizio delle sue funzioni, si applicano rispettivamente le pene stabilite nei detti articoli, ridotte di un terzo Se le condotte di cui la comma 7 dell’art.260 bis non
Le sanzioni accessorie previste sono il fermo amministrativo del veicolo utilizzato per l’attività di trasporto dei rifiuti e la confisca del mezzo (cfr. art 260- ter). Anche queste sanzioni, in virtù della legge Milleproroghe, non si applicano fino al 31 dicembre 2016
Concessionaria
La legge Milleproroghe 2016 stabilisce, modificando e integrando il comma 9-bis dell’articolo 11 della legge 125/2013, che all’attuale concessionaria del SISTRI devono essere corrisposte, a titolo di anticipazione delle somme da versare per l’indennizzo dei costi di produzione e salvo conguaglio, la somma di venti milioni di euro (10 milioni per il 2015 e 10 per il 2016). Al pagamento delle somme a titolo di anticipazione provvede il Ministero dell’ambiente nell’ambito dei propri stanziamenti di bilancio. All’attuale società concessionaria del SISTRI è garantito l’indennizzo dei costi di produzione consuntivati fino al 31 dicembre 2016, previa valutazione di congruità dell’Agenzia per l’Italia digitale, nei limiti dei contributi versati dagli operatori alla data di cui sopra. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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Normative
Quadro normativo di riferimento SISTRI Norma D. Lgs. 3 aprile 2006, n.152
Norme in materia ambientale
D.Lgs. 16 gennaio 2008, n.4
Disposizioni correttive e integrative del D.Lgs.152/2006
D.Lgs. 3 dicembre 2010, n.205
Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive
Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. G.U. 14 aprile 2006, n.88
Suppl. Ord. G.U. 10 dicembre 2010, n.288
D.M. Ambiente 18 febbraio 2011, n.52
Regolamento recante istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 189 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e dell'articolo 14-bis del decreto-legge 1° luglio 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n.102
26 aprile 2011, n.45
D.M. Ambiente 10 novembre 2011, n..219
Regolamento recante modifiche e integrazioni al D.M. 18 febbraio 2011, n.52
5 gennaio 2012, n.4
D.M. Ambiente 25 maggio 2012, n.141
Regolamento recante modifiche e integrazioni al D.M. 18 febbraio 2011, n.52
23 agosto 2012, n.196
D.M. Ambiente 17 ottobre 2012, n.210
Regolamento concernente modifiche al D.M. 25 maggio 2012, n.141
5 dicembre 2012, n.284
D.M. Ambiente 20 marzo 2013, n.96
Definizione termini iniziali di operatività del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti
19 aprile 2013, n.92
Legge 30 ottobre 2013, n.125
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n.101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni
30 ottobre 2013, n.255
D.Lgs. 14 marzo 2014, n.49
Attuazione della direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
Suppl. Ord. G.U. 28 marzo 2014, n.73
D.M Ambiente 24 aprile 2014
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titolo
Disciplina a regime delle modalità di applicazione del Sistri del trasporto intermodale nonché specificazione delle categorie di soggetti obbligati ad aderire, ex art.188-ter, comma 1 e 3 del D.Lgs. 152/2006
30 aprile 2014, n.99
Legge 28 dicembre 2015, n.221
Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali
G.U. 18 gennaio 2016, n.13
Legge 25 febbraio 2016, n.21
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge30 dicembre 2015, n.210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative
26 febbraio 2016, n.47
Decisione 2014/995/UE
Approvazione del nuovo elenco europeo dei rifiuti
G.U. Unione europea 30 dicembre 2014 L370
Regolamento UE 1357/2014
Che sostituisce l'allegato III (caratteristiche di pericolo dei rifiuti) della direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive
G.U. Unione europea 19 dicembre 2014 L365
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
News Record storico per l’export macchine italiano
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ssocomaplast (l’associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa oltre 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) ha elaborato il consuntivo di settore del 2015, anche sulla base dei dati di commercio estero di fonte Istat. «Il dato di maggiore soddisfazione per le aziende italiane», sottolinea Alessandro Grassi, presidente di Assocomaplast (nella foto), «è quello relativo alle esportazioni, che ancora una volta si confermano motore propulsivo per il settore. Infatti, una decisa accelerazione registrata negli ultimissimi mesi dell’anno ha dato ulteriore slancio alle vendite all’estero che, oltrepassando la soglia dei 2,9 miliardi di euro, hanno stabilito un nuovo record storico, ampiamente superiore al precedente di 2,75 miliardi realizzato nel 2007». Di conseguenza, l’associazione ha rivisto al rialzo i preconsuntivi elaborati lo scorso dicembre, stimando una produzione nazionale nell’ordine dei 4,15 miliardi di euro, valore che conferma la tendenza positiva registrata a partire dal 2010, dopo la pesante flessione registrata a cavallo dell’ultima crisi economica mondiale. Le rilevazioni tra le imprese associate ad Assocomaplast hanno peraltro evidenziato come per loro nel 2015 il fatturato sia aumentato in misura maggiore rispetto alla media del comparto. L’incremento del 18% delle importazioni conferma altresì la sensazione di ripresa del mercato interno, più volte segnalata dagli associati lo scorso anno. Parallelamente, l’indagine congiunturale svolta a inizio marzo su un campione significativo di aziende trasformatrici italiane evidenzia un miglioramento rispetto allo scorso febbraio e anche le previsioni a 3-4 mesi rivelano una decisa tendenza al rialzo relativamente all’acquisizione di ordini e alla produzione. Tornando alle esportazioni, una prima analisi delle macro-aree di destinazione delle vendite all’estero di macchinari italiani mostra l’espansione dell’area NAFTA, risultato soprattutto di maggiori forniture ai trasformatori statunitensi: +50% il valore del 2015 sul 2014, fino a oltre 260 milioni di euro. Crescita nell’ordine dei 20 punti anche per quanto concerne Messico e Canada.
A fronte di tale ottima performance, si rileva un trend positivo (+11%) anche per quanto concerne le vendite ai mercati facenti parte dell’Unione Europea - a conferma della progressione registrata negli ultimi anni – che si contrappone però a una complessiva flessione di quelle ai paesi extracomunitari, trascinate verso il basso dalla perdurante contrazione del mercato russo, tuttora penalizzato dalle ben note turbolenze economiche e politiche. Tra gli altri primari mercati di riferimento si possono citare: • il Brasile, dove l’industria trasformatrice non fa eccezione rispetto alla fase depressiva attraversata dal paese (del resto, l’Associazione di categoria locale ha recentemente diffuso i dati relativi alla produzione di manufatti: -8,7% nel 2015 rispetto al 2014). Di conseguenza, le forniture italiane di macchine per materie plastiche e gomma risultano in calo del 12% • la Cina, anch’essa in arretramento quale sbocco per gli esportatori italiani (ma, in effetti, anche per i concorrenti tedeschi); nel complesso, in base alle statistiche di fonte locale, lo scorso settembre le importazioni cinesi di macchine per materie plastiche e gomma risul-
tavano in calo del 27%, sia a causa del rallentamento generale dell’economia locale sia in funzione di un’aumentata produzione interna · la Polonia, che assorbe il 5% dell’export italiano di settore e sale al terzo posto nella classifica dei paesi di destinazione, confermando il trend tendenzialmente in crescita degli ultimi anni • l’India, anch’essa in controtendenza con un +16%. Non si smentisce la Germania, da sempre primo partner commerciale dell’Italia, verso cui le esportazioni hanno registrato un +14%.
Mercato italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (milioni di euro) produzione export import mercato interno saldo commerciale
2014 4.000 2.685 640 1.955 2.045
2015 4.150 2.900 750 2.000 2.150
∆% 2015/2014 3,8 8,4 18,0 2,3 5,1
Aree di destinazione dell’export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (%) Europa (UE) Nord America/NAFTA Centro/Sud America Africa Asia/Oceania
2014 60,2 (48,7) 10,8 7,3 5,1 16,6
2015 60,2 (49,7) 13,7 6,0 4,5 15,6
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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News
Mercato della gomma in crescita, ma l’Europa soffre
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i susseguono gli studi sul mercato della gomma. L’ultimo in ordine di tempo è quello pubblicato da Freedonia Group, una società statunitense con sede a Cleveland, con il titolo “World Rubber” (393 pagine per la bellezza di 6.300 dollari). Secondo le analisi della società, che si occupa di ricerche sul settore industriale, la domanda annua di gomma è destinata a crescere, a livello globale, del 3,9% l’anno fino a raggiungere 31,7 milioni di tonnellate nel 2019. In particolare sarà il miglioramento delle condizioni di vita nell’Asia/Pacifico a spingere la produzione e l’acquisto di moto e automobili, alimentando la domanda di pneumatici e, di conseguenza, di gomma. Secondo l’analista Elliott Woo, che ha curato l’indagine, «la crescita dell’attività manifatturiera sosterrà anche la domanda per le applicazioni in gomma “non-tire”, come componenti per l’automotive, ma anche prodotti per l’industria, prodotti medicali e calzature». Sarà proprio la regione Asia/Pacifico a imprimere la più rapida cescita nel consumo fino al 2019, tanto che in quell’anno assorbirà i due terzi dell’intera domanda. Dei sette mercati più dinamici, a parte l’Iran, 6 saranno collocati in Estremo Oriente, con Indonesia, India e Tailandia a fare la parte del leone, seguiti da Cina, Malesia e Vietnam. La Cina resterà il mercato più importante al mondo, con oltre la metà di tutto il consumo dell’Asia/Pacifico nel 2019. Altre regioni che faranno riscontrare una solida crescita sono L’America Centrale e Meridionale e l’Africa/Medio Oriente. Più ridotte invece le percentuali di crescita in Nord America e in Europa, con l’Europa Occidentale che sarà quella meno dinamica sul mercato, anche per il livello di saturazione che ha raggiunto. Ma uno dei motivi è anche la politica seguita dai maggiori gruppi mondiali di spostare la produzione in altre regioni del mondo, che ha determinato anche la chiusura di molti impianti. Da questa situazione gli esperti di Freedonia non prevedono un recupero rapido.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
I biglietti per il K2016 ora sono disponibili online
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biglietti d’ingresso per il K2016, la fiera per le industrie della plastica e della gomma in programma a Düsseldorf dal 19 al 26 ottobre prossimi, sono ora disponibili online sul sito della fiera, www.k-online.com. L’acquisto online consente di avere uno sconto: 49 euro
anziché 65 per il giornaliero e 108 euro invece di 135 per il pass da tre giorni. I ticket elettronici possono essere stampati e trasformati in badge ai tornelli della fiera e consentono inoltre di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici, bus, metropolitana (U-bahn), treni di superficie nell’area di Düsseldorf (S-Bahn) e anche in tutta la regione Reno-Ruhr (VRS), che collega le città vicine di Wuppertal, Krefeld, Dortmund, Bonn e Colonia.
Taccuino
Il Gruppo Gomma Plastica di Assolombarda Milano e Brianza ha un nuovo presidente
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’Assemblea del Gruppo Gomma Plastica di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza ha eletto nel ruolo di Presidente Roberto Luciano Forresu, Head of Industrial Relations di Pirelli (nella foto sotto). Lo si è appreso il 29 marzo scorso da una nota, nella quale si precisa che della squadra di Presidenza del Gruppo Gomma Plastica, in qualità di vicepresidenti, sono stati eletti: Marta Spinelli, che è anche Presidente di Assogomma e Direttore Risorse umane, Ufficio legale eRelazioni industriali, oltre che membro del Cda di L’isolante K Flex e Carlo Bertani, amministratore delegato Elesa.
Parker Hannifin Ital Tecno Compounds
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La letteratura scientifica è ormai concorspiratori e anche escoriazioni della pelle. aFDA suitable solution fororaevery a suitable solution for de nella conclusione che questa sostanha proposto ilevery bandochallenge che è aper-challenge za, per quanto priva di proteine, possa to a commenti pubblici per 90 giorni docreare reazioni allergiche, problemi repodiché dovrebbe diventare operativo.
Parker Hannifin Italy s.r.l. Tecno Compounds
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Guanti in gomma: gli Usa pronti a vietare quelli con polvere C
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l mercato dei guanti in lattice per uso medico potrebbe presto venire influenzato dal bando che la FDA, Food and Drugs Administration, intende porre su tutti i prodotti con polvere, ritenuti rischiosi per la salute dei pazienti. Il provvedimento dovrebbe riguardare i guanti da chirurgo con polvere, i guanti da esplorazione e le polveri lubrificanti utilizzate. Inutile dire che un divieto di utilizzare questi prodotti condizionerebbe pesantemente il mercato e aprirebbe la strada anche a un divieto analogo in Europa. Al momento, per quanto molte strutture ne sconsiglino l’uso, nel nostro continente l’impiego di guanti in gomma lubrificati con polvere, generalmente di amidi di mais, è consentito. MY
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News
Kraiburg amplia la gamma dei compound
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er soddisfare la domanda sempre crescente di materiali con alta resistenza chimica e alta stabilità al calore, Kraiburg ha ampliato il suo portafoglio prodotti con l’inserimento di compound a base di perfluoroelastomeri (FFKM) destinati a settori applicativi particolarmente esigenti di svariate industrie. Questi prodotti, che possono essere stampati sia a compressione che a iniezione, sono caratterizzati da una stabilità chimica notevolmente superiore a quella dei compound fluoroelastomerici. Possono essere usati, infatti, senza problemi per tempi lunghi a temperature al di sopra dei 300°C, e l’ottimo compression set a temperature di gran lunga superiori ai 200°C amplia notevolmente il loro campo di applicazione nel settore delle guarnizioni. I compound della casa tedesca, che in questa produzione utilizza, oltre alle gomme perfluorurate, anche i comuni elastomeri del mercato quali, per esempio, EPDM, NBR, CM (cloropolietilene), silicone e gomma naturale, sono ampiamente impiegati in settori particolarmente esigenti per quanto riguarda le prestazioni nelle condizioni di esercizio, come quelli dell’industria chimi-
ca e dell’industria alimentare, dell’industria dell’auto, dell’ingegneria meccanica, dell’aeronautica, della produzione di petrolio e gas e in molti altri ancora.
Maag al Chinaplas con la nuova gamma
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l Chinaplas di Shanghai, che si svolgerà dal 25 al 28 aprile, la Maag presenterà, nel suo stand J 21 nella hall E 1, importanti novità in diversi settori nei quali i suoi prodotti sono ampiamente utilizzati in numerose applicazioni. La società svizzera con sede a Zurigo è leader mondiale nella produzione di pompe a ingranaggi, cambiafiltri e sistemi di filtrazione, valvole deviatrici, pelletizzatori, e con l’acquisizione di Gala Industries e di Reduction Engineering Scheer nell’autunno dello scorso anno non solo ha ampliato l’estensione geografica dei mercati di suo interesse, ma ha anche ampliato il suo portafoglio prodotti, rafforzando, in tal modo, la sua immagine di market leader globale nella fornitura di macchine ad alto contenuto tecnologico. Insieme a Gala Industries, che vanta molti anni di esperienza nel campo dei pelletizzatori, presenterà il nuovo Pelletizer MAP6 per la prima volta in una fiera internazionale. Nuovo design, migliore ergonomi-
Un saggio della gamma di compound di Kraiburg.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
Una pompa Maag per estrusione della serie Extrex, molto usata per applicazioni nel settore gomma. cità, più rapido avvio, maggiore affidabilità e ripetibilità del processo e superiore qualità dei pellet sono le principali caratteristiche della macchina, che è in grado di granulare un’ampia varietà di materiali. Un’altra macchina che verrà mostrata ai visitatori è l’essiccatore centrifugo Centro 150 per l’essiccamento dei pellet dopo la pelletizzazione in acqua. Questa macchina, capace di una produttività di 22 kg/h, è caratterizzata da un’alta efficienza energetica che consente di risparmiare fino al 40% di energia rispetto alle apparecchiature equivalenti esistenti sul mercato. Inoltre, è particolarmente facile da pulire. Progettato in Germania, il Centro 150 viene prodotto in Cina, in modo da essere offerto ai mercati asiatici con un più favorevole rapporto prezzo/prestazioni. L’essiccatore verrà presentato insieme al PWS25, Process Water Treatment System. Una terza macchina ad essere esposta sarà una nuova versione - la 200 S - di un pelletizzatore di spaghetti a secco per la produzione di pellet cilindrici della serie Baioli. Il granulatore si distingue principalmente per il moderno sistema di taglio, che arriva a garantire, per esempio, una produttività fino a 3.000 kg/h nel trattamento di compound a base di PBT o PET; per una migliorata conduzione tecnica da parte dell’operatore e per un più favorevole rapporto costo/benefici. La serie Baoli presenta tre modelli base con 100, 200 e 300 mm di ampiezza della bocca di presa. Sarà esposta anche una macchina per la-
Taccuino
boratorio, il Powder Mill 25AC, per la preparazione di campioni di un’ampia varietà di materiali per diverse industrie (gomma, plastica, adesivi, farmaceutica e alimentare). Caratteristica importante di questa apparecchiatura è la forma compatta, dall’ingombro minimo, che la rende particolarmente adatta ad ambienti dallo spazio limitato, come sono quelli dei laboratori. Il 25AC, inoltre, è caratterizzato anch’esso da facilità d’uso e di manutenzione. Di un certo rilievo sarà la presentazione di una pompa Maag per estrusione della serie Extrex dell’ultima generazione - la Generation 6 -. A confronto con la generazione precedente, queste pompe a ingranaggi sono più piccole ma capaci di più alte prestazioni. Grazie alla notevole riduzione del flusso interno di ritorno, hanno, infatti, una maggiore efficienza volumetrica che permette una produttività più alta anche del 50% rispetto alle pompe dalle dimensioni confrontabili. Ciò significa che una nuova extrex Generation 6 può anche lavorare a più bassa velocità con la stessa produttività delle concorrenti, ma con un più basso innalzamento termico, e quindi con una più lunga durata dell’attività di servizio e una riduzione del consumo di energia che può anche superare il 10%.
Una veduta aerea dell’impianto Yokohama di Shinshiro, in Giappone, dedicato alla produzione di pneumatici per autovetture, la cui capacità produttiva sarà potenziata grazie a un investimento da 29 milioni di euro. L’ampliamento sarà operativo da aprile 2018.
Yokohama aumenta la capacità in Giappone
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okohama Rubber ha annunciato l’ampliamento della capacità produttiva di pneumatici ad alte prestazioni (dai 18 pollici in su) dello stabilimento di Shinshiro, Giappone, attraverso la costruzione di una nuova linea. I lavori inizieranno a maggio di quest’anno, e la linea incomincerà a produrre a giugno dell’anno prossimo per andare gradualmente a regime nel mese di aprile del 2018. L’investimento comporterà un costo di 3,7 miliardi di yen (circa 29 milioni di euro), e l’aumento previsto della capacità produttiva nel segmento high performance sarà del 20%. La decisione del costruttore giapponese di investire in un segmento particolarmente redditizio come quello dei pneumatici di grandi dimensioni è motivata dalla crescente domanda in tutto il mondo di questo tipo di pneumatici per auto sportive e SUV sia come pri-
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Taccuino News
mo equipaggiamento che come aftermarket. L’impianto di Shinshiro è il più grande del gruppo Yokohama e insieme a quello della vicina Shinshiro-Minami produce, complessivamente, 16,9 milioni di pneumatici all’anno.
Wacker potenzia il centro tecnico di Singapore
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acker, il gruppo chimico basato a Monaco di Baviera, sta potenziando la sua presenza nel Sud-Est Asiatico e ha inaugurato oggi una nuova ala del suo centro tecnico di Singapore. La struttura è stata dotata di un
nuovo laboratorio di ricerca per condurre test su elastomeri siliconici sviluppati per settori in forte crescita come l’elettronica e il medicale. Contemporaneamente è stato anche ampliato e riattrezzato il laboratorio per leganti siliconici e polimerici destinati ad applicazioni nel settore delle costruzioni. “Il Sud-Est Asiatico è un importante mercato in crescita per Wacker. Le nostre vendite nella regione stanno crescendo in modo significativo negli ultimi anni e qui vediamo un ulteriore potenziale per una forte crescita”, ha
detto Christian Hartel, membro del board esecutivo di Wacker, durante la cerimonia di inaugurazione delle nuove strutture. “I nuovi laboratori rafforzeranno la nostra posizione tra i principali produttori di silicone e polimeri nella regione”. Il centro tecnico di Singapore è attivo dal 2007. Lo spazio dedicato ai laboratori è stato più che raddoppiato e portato a circa 1.500 metri quadri. Tutte le strutture sono attrezzate con strumenti di ultima generazione, che rispondono gli standard internazionali.
Esperti del Centro Tecnico Wacker di Singapore all’opera su test funzionali su prodotti in gomma.
SPS IPC Drives Italia a Parma dal 24 al 26 maggio
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numeri sono ancora in evoluzione ma i segnali di crescita già testimoniano la stabilità dell’evento e l’aumento della fiducia da parte degli attori del settore: SPS IPC Drives Italia conta già circa 600 espositori e si conferma punto di riferimento a livello nazionale per quanto riguarda l’automazione industriale. Dal 24 al 26 maggio, sempre a Parma, la fiera si arricchisce di contenuti e di nuovi eventi. Confermati i due padiglioni espositivi, il 2 e il 3. Il padiglione di ingresso, il 4, ospiterà la nuova area dimostrativa Know How 4.0, il progetto Industrial Software e una spaziosa sala convegno per le Tavole Rotonde dedicate ai fil rouge e i convegni dei parnter Cisco e Roland Berger. Come lo scorso anno un’area esterna verrà allestita tra i padiglioni espositivi e ospiterà le iniziative di alcune aziende pensate per i visitatori e indicate nel biglietto di ingresso. Confermato anche il progetto dedicato ai System Integrator che si collocherà in una nuova area del padiglione 3. La più attrattiva delle novità di questa edizione sarà indubbiamente lo spazio Know How 4.0, un’area dimostrativa nel padiglione 4 che intende dare sostanza ai concetti di Industrie 4.0 e di Smart Factory con isole di lavoro reali e virtuali affiancate da contenuti multimediali. Concetti quali l’innovazione di processo / prodotto, la computerizzazione, l’uso di tecnologie abilitanti, dell’elettronica e dell’IT, saranno coniugati e dimostrati praticamente sotto gli occhi dei visitatori, in un clima di condivisione delle conoscenze teso a far circolare una nuova cultura di impresa e nuovi modelli di business e di relazione. Lo spazio Know How 4.0 si fa portavoce 62
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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della richiesta generalizzata di comprensione e circolazione delle innovazioni di settore e apre il dibattito per avvicinare il mondo dell’industria alle nuove opportunità messe a disposizione dalle tecnologie più moderne. Nello stesso luogo saranno presenti anche gli espositori del settore Industrial software, i giovani ingegneri del mondo universitario e le startup. In quest’ottica, i progetti più interessanti realizzati da studenti, laureandi e neo-ingegneri, potranno essere concretamente mostrati ai visitatori, sotto forma di prototipi, applicazioni e prodotti. I tradizionali incontri su “Food&Beverage”, “Pharma&Beauty” e “Automotive” verranno declinati quest’anno dalle aziende seguendo il tema Industrie 4.0 e i convegni scientifici verteranno su Progettazione meccatronica e robotica (24 maggio) e Big Data (25 maggio). A questo si aggiungono partnership di eccezionale livello come Cisco e Roland Berger, rispettivamente azienda leader a livello mondiale del networking e società di consulenza di caratura europea. Nell’ambito della Tavola Rotonda “Automotive”, focalizzata sulla mass customization, Roland Berger presenterà “Osservatorio Industry 4.0: la nuova frontiera della competitività industriale” con focus sui settori automotive, cyber security, elettromeccanica, food e pharma&beauty. Il 24 maggio, in apertura, Cisco presenterà la terza tappa di “IoE Talks: la fabbrica in digitale”, con l’intento di esplorare le potenzialità dell’Internet of Everything mettendo in luce la portata di un cambiamento già in atto per l’innovazione del nostro sistema Paese. Iscrizioni e maggiori informazioni su www.spsitalia.it.
La Birmania si apre agli investimenti stranieri
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a recente svolta politica che ha aperto la Birmania a una forma di governo più aperta e liberale comincia a dare i suoi frutti anche a livello di rapporto commerciali. La MIC, Myanmar Investment Commission ha liberalizzato gli investimenti nel settore delle sementi e della produzione della gomma, rimuovendo l’obbligo per le imprese straniere di operare in questi ambiti soltanto attraverso jointventure con imprese locali. Una nota del 24 marzo scorso, da parte dell’organizzazione, ha reso noto che il provvedimen-
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to, indicato con il numero 26/2016, liberalizza di fatto i settori della produzione e distribuzione di semi ibridi, la produzione e propagazione di sementi locali e ad alta resa e la produzione di gomma e di prodotti in gomma. Stando a quanto riporta un responsabile di MIC attraverso il quotidiano The Myanmar Times: «La Mic vuole aprire alcuni settore all’iniziativa di imprese straniere per sostenere l’economia del paese».
L’ingresso alla SPS IPC Drives Italia dello scorso anno, a Fiere di Parma. L’edizione 2016 della fiera, organizzata da Messe Frankfurt e dedicata alle soluzioni per l’automazione industriale, si preannuncia in crescita.
Raccolta del lattice di gomma in una piantagione in Birmania.
Taccuino
Evonik va a produrre silicone a Shanghai
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l gruppo tedesco Evonik ha avviato la costruzione di un nuovo sito produttivo per siliconi modificati organicamente ubicato in Cina, a Shanghai. Il progetto è parte di un piano globale di investimenti, avviato nel 2014 con l’ampliamento dell’impianto produttivo di Essen, in Germania. Il nuovo sito è in fase di costruzione al MUSC, un sito mutlifunzionale nel Parco Chimico Industriale di Shanghai. Il suo completamente è previsto per la metà del 2017. L’investimento sarà nell’ordine della doppia cifra in milioni di euro. «Con questo impegno – ha detto Klaus Egel, presidente del comitato esecutivo di Evonik – vogliamo rafforzare la nostra posizione sul mercato e il nostro ruolo di leader in tecnologia. Vogliamo espandere la nostra capacità produttiva di silicone in Asia per soddisfare la domanda crescente della produzione locale. I siliconi speciali trovano un gran nume-
ro di applicazioni in molte industrie. Per esempio, come additivi per la plastica, questi materiali sono impiegati nella produzione di arredi, sedili per automobili e materassi ergonomici. Sono anche ampiamente impiegati nella formulazione di materiali isolanti per edifici e garantiscono prestazioni altamen-
te efficienti per i frigoriferi. Altre aree di applicazioni riguardano agenti deschiumanti, utilizzati in settori produttivi come costruzioni, tessile o plastiche. Inoltre i siliconi speciali sono impiegati nella composizione di inchiostri e rivestimenti e coating. Il mercato è cresciuto molto negli ultimi anni.
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News
Nasce a Singapore la più grande società nel settore della gomma naturale
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inochem International Corporatione e Halcyon Agri Corporation Limited hanno annunciato a fine marzo, a Singapore, di aver siglato un accordo definitivo per unire i loro asset nel settore della gomma naturale e dar vita così alla più importante realtà mondiale impegnata nella gestione della catena del valore in questo segmento di mercato. Le società verranno riunite sotto il marchio Halcyo Agri, che manterrà la propria quotazione sulla borsa di Singapore. Il nuovo organismo che viene a nascere avrà importanti competenze in entrambi i segmenti a monte e a valle della produzione. Nel segmento upstream i business uniti assommeranno 153.000 ettari di terrento in Africa e Sud Est Asiatico che ospitano colture di albero della gomma. Nel segmento midstream, quello di processo, verranno unite 35 strutture produttive presenti in Indonesia, Tailandia,
Malesia, Cina e Africa, per una capacità complessiva di processo di circa 1,5 milioni di tonnellate. La capacità distributiva delle due aziende unite sarà la più importante del mondo, con una rete estesa e incentrata in
La grande insegna in metallo all’ingresso della Borsa di Singapore. La città asiatica sarà teatro, nei prossimi mesi, della più grande operazione finanziaria nel settore della gomma naturale.
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Taccuino
hab di distribuzione in Cina, Asia, Europa e Stati Uniti. La capacità di vendita di gomma naturale e lattice supererà i 2 milioni di tonnellate l’anno. Lo schema dell’accordo è stato studiato per combinare in modo efficiente gli asset dei due gruppi. Sinochem acquisirà una quota del 30,7% di Halcyon Agri per un valore di 0,75 $ ad azione e farà un’offerta generale a tutti gli azionisti di Halcyon Agri sulla base dello stesso prezzo. In conclusione la partecipazione di Sinochem in Halcyon Agri non sarà inferiore al 53,98, per effetto di accordi già presi dal gruppo con azionisti che cederanno le loro quote. Successivamente Halcyon Agri farà un’offerta volontaria generale per l’acquisizione di GMG Global, un importante produttore di gomma naturale basato a Singapore, a un rapporto di scambio di 0,9333 di ogni azione Halcyon per un’azione GMG Global. Al termine di quest’ulteriore operazione Halcyon Agri controllerà almeno il 51,1% di GMG Global. Infine Halcyon Agri acquisirà gli asset produttivi Sinochem in Cina e Malesia e anche le strutture di distribuzione in ragione di 280 milioni di azioni Halcyon. Tutte queste azioni sono soggette all’approvazione delle assemblee delle due società. In conclusione di tutto, che si prevede nel terzo trimestre del 2016, Sinochem sarà l’azionista principale di Halcyon Agri, che svolgerà il ruolo di holding del nuovo gruppo.
Crescerà l’impiego di robot per chimica, plastica e gomma
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econdo il rapporto “Industrial Robots for Chemical, Rubber and Plastics Industry: Global Market 20162022” le consegne di robot industriali per i settori indicati e, di conseguenza, gli utili dalle vendite, cresceranno del 10% annuo nei prossimi 7 anni. Il rapporto è stato pubblicato dalla società di analisi Research and Markets, con sede in Irlanda ed esamina il mercato globale della robotica industriale per queste specifiche applicazioni attraverso un’analisi ricavata da fonti di informazione selezionate. Il rapporto traccia un panorama del mercato, indica i trend nei settori chimico e della gomma-plastica e analizza in profondità la struttura del
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mercato, i trend, gli attori e gli utenti finali, i campi di applicazione, i tipi di prodotto e i principali produttori e distributori attivi a livello globale. Considerandolo dal punto di vista dell’utente finale, il mercato è segmentato nei vari settori: quello della chimica assorbe il maggior numero di roboti di nuova ordinazione, sia a causa delle maggiori dimensioni del mercato che per il tasso di crescita più rapido dal punto di vista tecnologico. Considerando invece le applicazioni, il mercato è diviso in soluzioni per la movimentazione, l’assemblaggio, il disassemblaggio, il dosaggio e verniciatura, taglio e triturazione e in altri utilizzi. È la movimentazione a fare la parte del leone. Infine, se si considerano i robot per tipologia, tra bracci articolati, robot cartesiani, Scara e altri, sono i robot cartesiani ad avere la maggiore crescita prevista nel periodo considerato dallo studio.
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Calendario
News
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città
fiera
sito internet
9-11 aprile
Qingdao, Cina
RTF/CTF - China International Rubber Technnology Expo
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11-14 aprile
New Orleans, USA
Annual General Meeting Iisrp
www.iisrp.com
19-21 aprile
New Orleans, USA
North American Tire & Retread Expo
www.usatireexpo.com
21-24 aprile
Mosca, Russia
Tires & Rubber Expo
www.rubber-expo.ru
18-21 aprile
San Antonio, TX, Usa
189th Technical Meeting & Education Symposium
www.rubber.org
25-28 aprile
Shanghai, Cina
Chinaplas 2016
www.chinaplasonline.com
17-20 maggio
Kielce, Polonia
Plastpol 2016
www.targikielce.pl
24-26 maggio
Parma, Italia
Sps Ipc Drives Italia
www.spsitalia.it
24-27 maggio
Essen, Germania
Reifen/Rubber Tech Europe
rubbertecheurope.com
13-15 luglio
Panama City, Panama
The Latin American & Caribbean Tyre Expo
www.LatinTyreExpo.com
5-7 agosto
Colombo, Sri Lanka
Rubexpo 2016
www.rubexpo.com
28 settembre/1 ottobre
Saigon, Vietnam
Vietnam Int’l Plastics & Rubber Industry Exhibition
www.vietnamplas.com
14-16 settembre
Tashkent, Uzbekistan
Plastex Uzbekistan
www.ite-uzbekistan.uz
10-13 ottobre
Pittsburgh, PA, USA
International Elastomers Conference
www.rubber.org
19-26 ottobre
Düsseldorf, Germania
K2016
www.k-online.de
13-15 novembre
Shanghai, Cina
RubberTech China
www.chrubber.com
16-19 novembre
Giacarta, Indonesia
Plastics & Rubber Indonesia
www.plasticsandrubberindonesia.com
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA aprile 2016
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